Lo schema ragionato da presentare per la dissertazione di licenza o

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Lo schema ragionato da presentare per la dissertazione di licenza o
TERESIANUM
Pontificia Facoltà Teologica
Pontificio Istituto di Spiritualità
Norme Metodologiche per l’elaborazione
dei lavori scientifici
Piazza San Pancrazio, 5/a
00152 Roma
Tel. 06/58540248
[email protected]
www.teresianum.net
Queste Norme Generali di Metodologia intendono offrire agli studenti
una sintesi degli aspetti fondamentali riguardanti la redazione dei lavori
scientifici.
Sono di uso obbligatorio al Teresianum. Si raccomanda, quindi agli
studenti di seguirle con attenzione, e i professori (moderatori e correlatori
delle dissertazioni di licenza e di dottorato) sono invitati a vigilare sulla loro
applicazione per evitare divergenze nella valutazione dei lavori.
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I.
NORME GENERALI DI METODOLOGIA
1) SCHEMA RAGIONATO (PROGETTO)
-La prima tappa nell’elaborazione di un lavoro scientifico è la scelta del
tema. Prima di iniziare questa tappa, bisogna essere consapevoli di alcune
caratteristiche di un buon tema.
-Esse sono: la limitatezza, la rilevanza (l’importanza), l’originalità, la novità
(per la dissertazione di dottorato) e la fattibilità.
-Lo schema ragionato da presentare per la dissertazione di licenza o
di dottorato si compone di tre parti: la presentazione del tema, lo schema e la
prima bibliografia.
-Si deve tenere conto che, prima di determinare le tre parti del lavoro,
una lettura approfondita delle opere sul tema è fondamentale. Essa aiuta a
precisare (limitare) il tema e ad avere maggior comprensione e chiarezza
sul contenuto delle parti (capitoli) e sugli obiettivi della ricerca.
-Pur essendo provvisorio e quindi da approfondire durante la ricerca, lo
schema deve presentare con chiarezza e logica la sintesi del contenuto
dell’argomento della ricerca, della documentazione e delle conclusioni che si
pensa di raggiungere.
-Nel percorso della preparazione del progetto, bisogna mantenersi sempre
in contatto con il proprio moderatore. Il suo aiuto è fondamentale, soprattutto per
la precisazione del titolo del lavoro e della schema provvisorio.
-Prima di preparare lo schema, bisogna essere consapevoli che si tratta di
un lavoro di ricerca per approfondire lo studio di un argomento. Quindi bisogna
evitare l’impostazione tipico di un manuale di scuola (Sacra Scrittura, Padri della
Chiesa, teologi, temi fondamentali, attualità…) e restare sull’argomento.
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-E’ fondamentale avere la consapevolezza dell’orientamento della ricerca
nella propria specializzazione. Un lavoro di ricerca in teologia spirituale è diverso
da una ricerca in teologia dogmatica, morale, pastorale…
-La distinzione nella ricerca nelle varie specializzazione in teologia riguarda
il contenuto e il metodo da seguire.
-Si consiglia di lavorare su un testo preciso: un testo o un’opera di un
autore, un documento del Magistero( Concili, encicliche…)
-Se si sceglie di fare uno studio in un contesto determinato (un continente o
una nazione), si deve tenere conto dell’aspetto culturale specifico che è un
aspetto importante nella vita di fede.
-L’aspetto culturale serve ad approfondire lo studio delle problematiche
tipiche di un contesto, evitando cosi di arrivare a conclusioni generiche lontane
dalla realtà e valide per tutti i contesti.
a. Presentazione del tema:
Nella presentazione del tema bisogna tenere conto di alcuni aspetti
importanti:
-Bisogna presentare la natura del tema, cioè si deve mostrare in che
cosa consiste la propria ricerca; gli obiettivi, cioè le conclusioni da raggiungere
in base all' interesse scientifico e personale; presentare e giustificare il metodo e
la sintesi (molto breve) del contenuto dei temi essenziali, cioè dei capitoli da
trattare.
-La presentazione va redatta in un solo testo in cui i vari aspetti
vengono spiegati. Non si deve inserire nel testo, sotto forma di titoli, la natura
dell’argomento, gli obiettivi, il metodo, il contenuto dei capitoli…
-Essa deve essere al massimo di 2 pagine.
b. Lo schema
È l'indice provvisorio del lavoro. Nella presentazione dello schema
provvisorio, bisogna tenere conto di alcuni criteri:
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-La chiarezza dei titoli e sottotitoli; la coerenza logica tra i vari temi; la
conformità dei titoli e sottotitoli con il loro contenuto; la completezza nelle varie
parti (capitoli) del lavoro.
-I titoli e i sottotitoli devono essere sotto forma di espressioni brevi. Essi
non devono essere delle frasi (affermazioni, frasi interrogativi e esclamazioni).
-Ogni capitolo deve contenere una introduzione e una conclusione. Alla
fine della ricerca e della redazione del lavoro, deve essere scritta una
introduzione generale e una conclusione generale.
-Lo schema deve essere sintetico. L’approfondimento dei temi sarà fatto
durante la ricerca e la redazione dei vari capitoli.
-Per una dissertazione di licenza, lo schema deve avere al minimo 3
capitoli e al massimo 5 capitoli; mentre per una dissertazione di dottorato, esso
deve avere al minimo 4 capitoli e al massimo 7 capitoli.
-Lo schema non deve superare le 2 pagine.
c. Le fonti (bibliografia):
Essendo provvisorio, l’elenco bibliografico prima di iniziare il lavoro non
deve essere molto ampio; tuttavia deve essere consistente. In altre parole,
bisogna tenere conto della qualità, cioè di un numero consistente di fonti e di
studi che trattano direttamente dell’argomento.
-Per una dissertazione di licenza possono bastare 2 pagine, mentre per
la dissertazione di dottorato ne possono bastare 6.
- Nelle fonti bisogna fare una distinzione tra le fonti primarie e quelle
secondarie.
-Per quanto riguarda la classificazione, le opere devono corrispondere al
significato del titolo scelto. Ad esempio, sotto il titolo “Fonti” vanno messe le
opere dell’autore su cui si lavora, i Padri della Chiesa, gli scrittori ecclesiastici
(Origene e Tertulliano), i documenti del Magistero, le opere di autori antichi
importanti come Platone, Aristotele, Cicerone…
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2) STESURA O REDAZIONE DEL LAVORO
-Dopo avere letto, assimilato e raccolto il materiale, cioè le idee da esporre,
lo studente deve procedere con la redazione del testo del lavoro.
-L’esigenza fondamentale nel lavoro scientifico è la lettura. Dall’inizio del
lavoro fino alla fine, bisogna sempre leggere le fonti e gli studi scelti.
-L’obiettivo della lettura è la conoscenza del testo. Per raggiungerlo
bisogna percorrere varie tappe: la prima lettura del testo, la rilettura del testo
accompagnata da una ricerca di comprensione dei concetti importanti, la ricerca
del legame logico tra i vari significati, l’appropriazione del contenuto.
-L’importanza della conoscenza del testo dà facilità nella redazione, nella
spiegazione e nell’interpretazione dei concetti in un contesto determinato.
-Lo sforzo intellettuale per la conoscenza del testo ha il vantaggio di non
cadere nella tentazione di copiare, di scrivere testi altrui cambiando alcune
parole… che sono comportamenti di disonestà intellettuale.
-Prima di iniziare l a r e d a z i o n e , bisogna conoscere le varie parti del
lavoro e le caratteristiche proprie di ciascuna. Qui presentiamo le varie
parti e poi daremo le caratteristiche di quelle indispensabili.
a. Le parti del lavoro
- Parti preliminari: Titolo e sottotitolo, Dedica, Prefazione,
Sigle e
Abbreviazioni
- Parti centrali: Introduzione, Corpo del lavoro, Conclusione
- Parti complementari: Note, Fonti, Indice analitico, Indice generale
b. Le parti indispensabili (obbligatori)
-
Titolo
Sigle e Abbreviazioni
Introduzione
Corpo del lavoro
Conclusione
Bibliografia(Fonti e studi)
Indice
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c. Caratteristiche delle parti indispensabili
- Titolo: è la parte costituita dalle parole (i concetti fondamentali) che
definiscono l'argomento della ricerca.
- Il titolo deve essere chiaro in modo che, chi lo legge capisca subito
l’argomento che si vuole studiare.
-Esso deve apparire sempre sulla copertina e sulla prima pagina.
Deve essere breve, conciso e deve essere distinto dai titoli di altre opere (titoli
di libri, dissertazioni di dottorato o di licenza o articoli di rivista). In altre parole,
deve essere originale.
- Il titolo deve corrispondere al contenuto del testo della ricerca.
- Per precisare l’orientamento e il limite della propria ricerca si può
aggiungere un sottotitolo.
- Anche esso deve essere preciso, chiaro e breve.
Molti autori e studenti amano mettere anche la Dedica. Per questo si deve
conoscere le sue caratteristiche.
- La dedica è l’espressione d’omaggio a una persona o a persone che si
ritengono importanti nella propria vita.
-Essa deve essere breve( al massimo mezza pagina).
- Non c’è bisogno di fare un elenco dei motivi personali per giustificare la
scelta della persona o delle persone a cui il lavoro è dedicato.
- Sigle e Abbreviazioni: Parte obbligatoria, se nel lavoro sono utilizzate
alcune sigle e abbreviazioni di opere citate per mezzo di esse.
- Nel lavoro si consiglia di non utilizzare troppe sigle o abbreviazioni per
evitare che la lettura del testo sia pesante.
- Se nel lavoro ci sono soltanto le sigle, la parte sarà intitolata “sigle”. Non è
corretto mettere il titolo di “sigle e abbreviazioni”, quando non ci sono le
abbreviazioni. Lo stesso vale per le sigle.
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- La sigla è formata dalle lettere iniziali maiuscole di espressioni, di nomi di
associazioni o di istituzioni: C.C.C. (Catechism of the Catholic Church), L.G.
(Lumen gentium).
-L’abbreviazione è la riduzione grafica delle parole che compongono un
espressione: Riv. Sc. Rel.: Rivista di Scienze Religiose.
- Nell'elenco, non è necessario inserire le sigle e le abbreviazioni che sono
conosciute dalla maggior parte delle persone, come le abbreviazioni dei libri della
Sacra Scrittura (Gn., Mt., Gv.,)…, p., ecc., cf., Ed., Cap. ... ; oppure le sigle della
grandi organizzazione mondiale come ONU, UE…
- Introduzione: Essa deve contenere tutti gli elementi necessari per una
buona comprensione della ricerca. I vari elementi sono: la presentazione
dell'argomento, la presentazione degli obiettivi da raggiungere, la
dichiarazione del metodo, la presentazione della sintesi del contenuto della
ricerca.
- In un lavoro scientifico si possono utilizzare più di un metodo in base ai
capitoli. Perciò bisogna spiegare il modo di cui si intende applicare il metodo (i
metodi) nelle parti principali del lavoro.
- Il numero delle pagine dell’introduzione deve essere proporzionato al
numero delle pagine del corpo del lavoro. Non si può, per esempio, presentare
un introduzione di 2 pagine quando il corpo del lavoro è di 400 pagine. Essa
deve essere più lunga. Non si può neppure redigere un’introduzione di 20 pagine
quando il corpo del lavoro ne ha 50.
- La redazione dell’introduzione si fa al termine del lavoro, quando lo
studente ha gli elementi necessari da presentare.
- Corpo del lavoro: E' l'esposizione del contenuto del lavoro. In esso ci
sono il testo del contenuto della ricerca, le citazioni e le fonti della
documentazione.
- Dall’inizio alla fine del lavoro, si deve redigere il proprio testo in
modo logico e chiaro.
- Le fonti sono presentate n e l le note a piè di pagina.
- Il corpo del lavoro è diviso in parti e capitoli o solo in capitoli.
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- I titoli e i sottotitoli delle varie sezioni vanno distinti dal modo ordinario di
redigere il testo. Per questo essi devono essere scritti in grassetto e separati da
una interlinea più grande di quello del testo per essere riconosciuti
immediatamente dal lettore.
- Ogni titolo o sottotitolo deve avere un contenuto consistente ma breve.
Non serve un sottotitolo con, ad esempio, mezza pagina di testo.
-Si usa il corsivo solo per i titoli delle opere (libri) e le espressioni in altre
lingue diverse da quella in cui si sta scrivendo: latino, greco, inglese, ecc.
- Nella redazione, il testo deve avere paragrafi consistenti.
- Un paragrafo è una parte (sezione) di un testo in cui viene spiegata una
idea. Il passaggio da un paragrafo all’altro fa capire che da una idea si passa alla
spiegazione di un’altra. Questo passaggio viene indicato con un rientro.
- Un buon paragrafo dovrebbe avere un minimo di 5 righe e un massimo di
15 righe.
- Per quanto riguarda il numero delle note a piè di pagina, non c'è una
norma metodologica precisa. Tuttavia, si deve evitare una carenza di note
ingiustificata
o un'abbondanza eccessiva. La carenza delle note fa capire
che il lavoro è poco documentato. L’eccesso delle note mostra che, nel testo, c’è
poco spazio per la propria riflessione sui concetti studiati.
- Nelle note, si possono aggiungere anche alcuni testi. Essi servono per
dare informazioni, spiegazioni o approfondimenti che non sono necessarie per
capire l’argomento, ma che sono proposti all’interesse del lettore.
- Anche i testi nelle note a piè di pagina non devono essere eccessivi.
Bisogna dare più spazio al proprio studio e meno spazio ai testi nelle note.
- Le citazioni dei testi dell’autore su cui si sta lavorando e quelli degli
studiosi dello stesso autore sono molto importanti. Essi, oltre a mettere il lettore
in contatto con i testi originali, manifestano la serietà della ricerca.
-Le citazioni nel testo non devono essere eccessive. Il loro eccesso dà
l’impressione di riempire le pagine con testi altrui e di trascurare la propria
riflessione o il proprio commento.
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- Le citazioni trascritte fedelmente (citazioni esplicite), vanno messe tra
virgolette per distinguerle dal testo della propria riflessione.
-Le citazioni brevi (2, 3, 4 righe) vanno inserite nel proprio testo; mentre
quelle lunghe (più di 4 righe) vanno messe in evidenza con un rientro, il testo
allineato a sinistra e l’interlinea più grande all’inizio e alla fine della citazione.
- Nelle note a piè di pagina, bisogna indicare tutti i dati che servono per
identificare le fonti: nome e cognome dell'autore, il titolo dell' opera, la città, l'
anno della pubblicazione e la pagina (le pagine) in cui si trova il brano citato.
- Le note a piè di pagina possono essere completate dalla bibliografia
secondaria. Essa è costituita da alcune opere che trattano lo stesso argomento e
che sono proposte all’interesse del lettore o di un ricercatore per un eventuale
approfondimento.
- La bibliografia secondaria non deve essere eccessiva. Un massimo di 3
opere è sufficiente per una nota.
- Conclusione: è la ricapitolazione dei risultati del lavoro fatto.
- In essa deve apparire la sintesi dei vari temi trattati nei capitoli. In altre
parole, bisogna spiegare il percorso fatto fino al raggiungimento dei risultati finali
della ricerca.
- Per la dissertazione di dottorato, alla sintesi presentata, si deve
aggiungere la novità o il
proprio contributo all'approfondimento della ricerca
sul tema trattato.
- Trattandosi di un lavoro in un campo di ricerca, si deve mostrare che il
proprio contributo è una parte dello studio e che ci sono a l t r i a s p e t t i o
problemi ancora aperti su cui lavorare nel futuro.
- Come l’Introduzione, anche la Conclusione deve avere un numero di
pagine proporzionato al numero delle pagine del corpo del lavoro.
- Bibliografia: E' la parte che comprende i titoli delle opere consultate o
utilizzate per la realizzazione della ricerca.
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- Tutte le opere consultate vanno riportate nella bibliografia. Quindi anche
le opere lette o che sono servite in qualche modo alla ricerca devono apparire nella
bibliografia.
- Le opere citate e quindi riportate nelle note a piè di pagina devono
necessariamente apparire sull'elenco bibliografico.
- Dato che la Bibbia è una fonte indispensabile per un lavoro in teologia,
non c’è bisogno di citarla nell’elenco delle fonti.
-Per evitare la confusione nell’utilizzo di Id. Idem. Ibid, op. cit….nelle note a
piè di pagina, quando un autore è citato più volte, si consiglia la forma semplice e
chiara, anche se ripetitiva: autore, titolo dell’opera, pagina della citazione.
- Nell'organizzazione della bibliografia, si segue l'ordine alfabetico, cioè
la successione ordinata dei cognomi degli autori.
- Sotto il titolo “Fonti” e il titolo “Documenti del magistero”, si deve seguire
l’ordine di importanza: i Concili, il Catechismo della Chiesa Cattolica, i documenti
papali, le conferenze episcopali…
- Nei documenti papali, bisogna seguire la successione dei Pontefici
nell’esercizio del loro magistero: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco.
- I Dottori della Chiesa (S. Tommaso d’Aquino, S. Teresa di Gesù…) vanno
messi sotto il titolo “Bibliografia” e non sotto il titolo “Fonti”
- Di norma non c' e un modello unico nella trascrizione della bibliografia.
Ciò che è importante è la conformità dei titoli e dei sottotitoli con le varie opere.
Quindi, il modello che presentiamo sotto non è obbligatorio. Esso è, tuttavia,
consigliato per la sua chiarezza e semplicità.
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FONTI E BIBLIOGRAFIA
1. Fonti
a. Opere dell' autore b. Altre fonti
2. Bibliografia
a. Bibliografia sull'autore b. Bibliografia generale
- Indice: è la presentazione dei titoli e dei sottotitoli del lavoro.
- Ad ogni titolo e sottotitolo deve corrispondere la pagina. Si deve fare
molta attenzione nella corrispondenza dei titoli con le pagine per evitare, se ci
sono sbagli, le difficoltà nel ritrovare un brano desiderato nel testo.
- In generale, un buon uso del sistema automatico del computer aiuta ad
evitare gli eventuali errori.
a. Norme per la redazione del testo
- Il Testo va redatto con margini di 3 cm a sinistra e di 2,5 cm a destra;
margine superiore e inferiore 2,5cm.
- I capoversi dei paragrafi iniziano con un rientro di 1 cm.
- Il testo va redatto con il tipo di font Times New Roman, passo 12.
- Lo spazio interlineare è di 1,5.
- Per le citazioni lunghe di più di 4 righe, separate dal proprio testo,
occorre utilizzare il font a passo 11 e l'interlinea 1.
- Per le note a piè di pagina, il font è a passo 10 e l'interlinea 1 e sono
separate dal testo da una riga.
b. Esempi per i riferimenti bibliografici
- Libro di un autore: Bibliografia: TIXERON J., Histoire littéraire de l 'Afrique
chrétienne, Cerf, Paris 1924.
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Note a piè di pagina J. TIXERON, Histoire littéraire
chrétienne, Cerf, Paris 1924, 201.
de
l'Afrique
- Libro di un autore antico: Bibliografia: IRENEUS, Adversus haereses,
testo latino della C.C.S.L., Ed. Brepols, Turnhut 1956.
Note a piè di pagina: IRENEUS, Adversus haereses 5, 2.
- Opere complete: Bibliografia: S. TERESA DI GESU, Cammino di
perfezione, in Opere complete, OCD, Roma (Morena) 2005.
Note a piè di pagina: S. TERESA DI GESU, Cammino di perfezione 1, 4.
- Libro
di due o tre autori: Bibliografia: FRANTA H. - G. SALONIA,
Comunicazione interpersonale. Teoria e pratica, LAS, Roma 1981.
Note a piè di pagina: H. FRANTA - G. SALONIA, Comunicazione
interpersonale. Teoria e pratica, LAS, Roma 1981, 124.
-Articolo di rivista: Bibliografia: PACHO E., “Autor, fecha y lugar de la
Llama de amor viva B”, in Teresianum 64, (2013), 81-98.
- Note a piè di pagina: E. PACHO, “Autor, fecha y lugar de la Llama de
amor viva B”, in Teresianum 64, (2013), 86.
- Per gli Atti di un convegno, i libri curati, i dizionari, le enciclopedie…,
l’importanza viene attribuita al contributo (articolo, voce) dell’autore.
-Atti di un convegno, libro curato: Bibliografia: MORICONI B., “Gesù di
Nazareth, Uomo e Maestro di dialogo”, in La spiritualità del dialogo, Ed. OCD,
Roma (Morena) 2009, 69-82.
- Note a piè di pagina: B. MORICONI, “Gesù di Nazareth, Uomo e Maestro
di dialogo”, in La spiritualità del dialogo, Ed. OCD, Roma (Morena) 2009, 76.
- Dizionari, Enciclopedie: Bibliografia: CAVEDO R., “Libro sacro”, in Nuovo
Dizionario di Teologia, San Paolo, Cisinello Balsamo (Milano) 1988.
- Note a piè di pagina: R. CAVEDO, “Libro sacro”, in Nuovo Dizionario di
teologia, San Paolo, Cisinello Balsamo (Milano) 1988, 761.
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-Documento di un Concilio: Bibliografia: CONCILIO
VATICANO II, Cost. dogm. Lumen gentium, in EV, 1/284-456.
ECUMENICO
Note a piè di pagina: Lumen gentium 4.
-Documento delle Congregazioni della curia Vaticana: Bibliografia:
CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, Il decreto conciliare (19
marzo 1986), in EV, 10/75-78.
Note a piè di pagina: Il decreto conciliare 4.
-Documento del Papa: Bibliografia: JOANNES PAULUS II, Tertio
millennio adveniente, 10 nov. 1995, in AAS 87 (1995), 5-41.
Se il documento è stato pubblicato da una casa editrice: JOANNES PAULUS
II, Tertio millennio adveniente, LEV, Città del Vaticano 1995.
- Note a piè di pagina: JOANNES PAULUS II, Tertiomillennio adveniente
22.
- Autore citato per la 2nda, 3° volta…: Note a piè di pagina (non si usa Id.,
ibid., op. cit.,): L. J. GONZALEZ, Pregare per guarire, 41.
- Autore citato in molte delle sue opere: Bibliografia: CENCINI A., Amerai il
Signore Dio tuo. Psicologia dell’incontro con Dio, EDB, Bologna 2000.
_________.,Fraternità in cammino verso l’alterità, EDB, Bologna 2002.
- Documento reperito via Internet: BENEDICT XVI, Catholic Action. Learn
the Art of True Love,in (l’indirizzo del link)
http://www.catholicculture.org/culture/library/view.cfm?recnum-9463.
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II.
NORME PER LA PRESENTAZIONE DEGLI ELABORATI
Offriamo una serie di indicazioni e modelli per la presentazione in
Segreteria dei diversi tipi di elaborato:
1. Presentazione dello schema ragionato di ricerca della dissertazione
di licenza e del progetto di dottorato.
2. Stesura degli elaborati e consegna finale.
3. Frontespizio (per le dissertazioni di Licenza e Dottorato ed altri elaborati)
4. Sommario della dissertazione di Dottorato.
1. PRESENTAZIONE DELLO SCHEMA RAGIONATO DELLE
DISSERTAZIONI DI LICENZA E DI DOTTORATO
Allo scopo di rendere più chiaro ed efficace, fin dall'inizio, il lavoro tanto per
la dissertazione di licenza come di dottorato, lo studente dovrà elaborare uno
Schema Ragionato di Ricerca che risponda con brevità e precisione ai punti
seguenti (sia pure a livello di anticipazione e previsione):
a. Campo di lavoro:
solo per la dissertazione di Dottorato): indicare il campo in cui si vuole
inquadrare la ricerca: un autore, un tema, una corrente ...
b. Tema della ricerca:
stabilire il punto o il problema della ricerca: un tema, una prospettiva.
c. Studi già fatti:
(solo per la dissertazione di dottorato): presentare le ricerche o gli studi già
fatti su questo tema o su temi affini, accennando alle loro conclusioni.
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d. Fonti e sussidi:
Indicare la bibliografia a disposizione per portare avanti la ricerca.
e. Tematica e divisioni:
Anticipare a grandi linee lo schema previsto nello sviluppo del lavoro: parti
o sezioni, alcuni temi principali ...
Nel redigere lo schema ragionato per la Dissertazione di Licenza lo
studente si terrà in contatto con il Moderatore, il quale deve approvarlo e firmarlo
prima della consegna in Segreteria:
Lo schema della dissertazione di licenza dovrebbe avere un’estensione di
circa 5 pagine e firmato dal moderatore. Deve essere consegnato in segreteria
entro il mese di maggio del primo anno di licenza.
Nel redigere il progetto di Dissertazione di Dottorato lo studente dovrà
tenere presente la seguente procedura di presentazione:
f. Elaborazione del progetto
Nel progetto di dissertazione di dottorato - secondo quanto stabilisce il
numero 35 b) delle Norme per l’applicazione degli Statuti - deve figurare il campo
di lavoro, il tema specifico, le pubblicazioni e gli studi già fatti sull’argomento
scelto, le fonti, i sussidi e la prevista impostazione dell’elaborato. Lo
schema, in cui si deve, inoltre, evidenziare l’originalità e l’ambito preciso della
ricerca, deve consistere di circa cinque pagine di esposizione più la bibliografia
essenziale. Controfirmato dal Moderatore scelto dallo studente,
deve
essere, quindi, presentato in Segreteria affinché la
Commissione
Esecutiva possa designare i due Correlatori (Norme 35b).
g. Valutazione del progetto
Con il Moderatore, i due Correlatori, costituiscono la Commissione “ad
casum” che si riunisce quanto prima insieme al Preside per la valutazione della
solidità del progetto.
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Il Moderatore della Dissertazione redige un verbale con il giudizio della
Commissione “ad casum” da consegnare in Segreteria, firmato da tutti i
componenti della stessa Commissione, con i suggerimenti per l’ulteriore
sviluppo
del lavoro. La Segreteria lo consegna ufficialmente ai tre
professori e allo studente.
• Per il frontespizio vedere più avanti.
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2. STESURA DEGLI ELABORATI E CONSEGNA FINALE
a. Dissertazione di Licenza:
- La dissertazione dovrà avere tra le 60-120 pp. dattiloscritte. Dovrà essere
rilegata in "brochure" o con cartoncino;
- Deve essere consegnata alla Segreteria in 3 copie firmate dal
moderatore;
- Per poter essere valutata nel mese di giugno, deve essere consegnata
entro la fine di aprile.
b. Dissertazione di Dottorato:
- Durante la stesura della dissertazione occorre mantenere periodici
contatti con il Moderatore e con i Correlatori, soprattutto prima e dopo la
redazione di ogni capitolo.
- La Dissertazione di Dottorato – da un minimo di circa 200 pagine ad un
massimo di circa 500-, firmata dal moderatore, sarà consegnata in Segreteria in
5 copie dattiloscritte, almeno quaranta giorni prima della difesa (Norme, n. 55,a);
- Una delle cinque copie deve essere stampata fronteretro per l’archivio.
- La rilegatura per la consegna finale deve essere in "simil pelle" o in tela:
 di colore blu per le dissertazioni in Teologia Spirituale
 di colore bordeaux per le dissertazioni in Antropologia Cristiana
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C. Originalità del testo
Nell’ultima pagina della Dissertazione di Licenza/Dottorato lo
studente dovrà inserire la dichiarazione di originalità del testo come
segue:
Io sottoscritto
Matricola n°
iscritto al
della Pontificia Facoltà Teologica “Teresianum”, nel consegnare1
dal titolo:
Dichiaro di essere l’autore dell’intero testo finale e che tale testo non è stato
consegnato, né in toto, né in parte, per il conseguimento di un altro Titolo
accademico o Diploma in qualsiasi Università o Istituto universitario.
Dichiaro inoltre espressamente di non avere trasgredito alcuna Norma di etica
universitaria della Pontificia Facoltà Teologica “Teresianum” nella stesura del
suddetto testo, specialmente le norme relative al plagio.
Dichiaro inoltre di essere a conoscenza delle sanzioni2 previste in caso di
plagio e di falsa dichiarazione.
In fede
(firma dello
Studente)
(firma dell’impiegato di Segreteria che riceve il testo)
1
2
Indicare l’elaborato: Dissertazione di Licenza o Dissertazione di Dottorato
Cfr. Codice di Comportamento della Facoltà
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d. Suggerimenti per la corretta impaginazione della pubblicazione
dellaDissertazione di Dottorato:
- Margini: superiore 4,5 cm.; inferiore 5 cm.; destro 4 cm.; sinistro 4 cm.
Intestazione a 0 cm. Piè di pagina a 4.1 cm.
- Per il testo: larghezza 13 cm. ed altezza 21 cm.
- Carattere da usare: Times New Roman 12 pt; l'interlinea esatta; le note a
piè di pagina 10 pt; le citazioni lunghe 11 pt. e l'interlinea 1.
- La numerazione fino all' Introduzione (esclusa) va con numeri romani (fare
attenzione a non usare lettere: i, ii, iii ..., ma I, II, III…); dall' Introduzione
alla fine con numeri arabi (1, 2, 3…)
- L 'Imprimatur si stampa sul retro del frontespizio.
- Quando la pubblicazione è di un estratto, l'indice dell'estratto va alla fine.
- Frontespizio, Dedica, Ringraziamenti, Abbreviazioni, Introduzione,
Capitoli, Conclusione, Bibliografia, Indice generale ed Indice dell' estratto
debbono essere sempre nella pagina destra (con numerazione dispari).
e. Frontespizi
Quelli che seguono sono i frontespizi per la presentazione dei
diversi tipi di elaborato, in questo ordine: elaborati vari e seminari,
dissertazione di licenza, dissertazione di dottorato, pubblicazione della
dissertazione. Per distinguere la consegna finale dallo schema
ragionato basta togliere la dicitura «schema ragionato per la».
20
TERESIANUM
PONTIFICIA
FACOLTÀ
TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ 3
TITOLO DELL’ELABORATO O SEMINARIO
Sottotitolo
Elaborato / Seminario per il corso
(titolo e sigla del corso)
Prof. …………..
Studente:
firma
Nome e Cognome
N° matr.:
Roma anno
3
(l'intestazione dell'Istituto di Spiritualità è solo per la specializzazione in Spiritualità)
1
4
TERESIANUM
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ
4
TITOLO DELLA DIS SERTAZIONE DI LICENZA
Sottotitolo
Schema ragionato per
Dissertazione di Licenza in Teologia
con specializzazione in ………
(Antropologia Cristiana / Teologia Spirituale)
Studente:
firma
Nome e Cognome
N° matr.:
Moderatore:
firma
Prof. Nome e Cognome
Roma - anno
4
(l'intestazione dell'Istituto di Spiritualità è solo per la specializzazione in Spiritualità)
1
5
TERESIANUM
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ 5
TITOLO DELLA DISSERTAZIONE DI LICENZA
Sottotitolo
Dissertazione di Licenza in Teologia
con specializzazione in ………
(Antropologia Cristiana / Teologia Spirituale)
Studente:
firma
Nome e Cognome
N° matr.:
Moderatore:
firma
Prof. Nome e Cognome
Roma - anno
5
(l'intestazione dell'Istituto di Spiritualità è solo per la specializzazione in Spiritualità)
1
6
TERESIANUM
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ 6
TITOLO DELLA DISSERTAZIONE DI DOTTORATO
Sottotitolo
Progetto di Dissertazione di Dottorato in Teologia
con specializzazione in ………
(Antropologia Cristiana / Teologia Spirituale)
Studente:
firma
Nome e Cognome
N° matr.:
Moderatore:
firma
Prof. Nome e Cognome
Roma - anno
6
(l'intestazione dell'Istituto di Spiritualità è solo per la specializzazione in Spiritualità)
1
7
TERESIANUM
PONTIFICIA FACOLTÀ TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ 7
TITOLO DELLA DISSERTAZIONE DI DOTTORATO
Sottotitolo
Dissertazione di Dottorato in Teologia
con specializzazione in ………
(Antropologia Cristiana / Teologia Spirituale)
Studente:
firma
Nome e Cognome
N° matr.:
Moderatore:
firma
Prof. Nome e Cognome
Roma - anno
7
(l'intestazione dell'Istituto di Spiritualità è solo per la specializzazione in Spiritualità)
1
8
TERESIANUM
PONTIFICIA
FACOLTÀ
TEOLOGICA
PONTIFICIO ISTITUTO DI SPIRITUALITÀ 8
TITOLO DELLA PUBBLICAZIONE DELLA
DISSERTAZIONE DI DOTTORATO
Sottotitolo
Pars dissertationis ad Doctoratum 9
in ………………..
(Anthropologia Christiana / Istituto Spiritualitatis)
Pontificiae Facultatis Theologicae Teresianum
Roma - anno
8
9
l'intestazione dell'Istituto di Spiritualità è solo per la specializzazione in Spiritualità
oppure Dissertatio ad Lauream, solo se la pubblicazione è completa
19
III.
PROCEDURA PER IL RICONOSCIMENTO CIVILE ITALIANO DEI
TITOLI ACCADEMICI RILASCIATI DAL “TERESIANUM”
In ordine cronologico, occorre:
•
per gli studenti stranieri:
1. L’autorizzazione scritta del proprio Superiore che accorda allo
studente il permesso di richiedere alla Santa Sede la vidimazione dei
titoli accademici conseguiti alla Pontificia Facoltà del Teresianum;
2. L’autenticazione delle firme (del Preside e del Segretario del Teresianum)
da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica: → Piazza Pio
XII, 3 (3° piano, lun.-ven., ore 10.00-13.00);
3. L’autenticazione delle firme (dell’ufficiale della Congregazione) da
parte della
Segreteria di Stato:
→ Palazzo Apostolico Vaticano (Porta di Bronzo, IIIa Loggia);
4. Ambasciata del proprio paese presso la Santa Sede.
•
per gli studenti italiani:
1. L’autorizzazione scritta del proprio Superiore che accorda allo
studente il permesso di richiedere alla Santa Sede la vidimazione dei
titoli accademici conseguiti alla Pontificia Facoltà del Teresianum;
2. L’autenticazione delle firme (del Preside e del Segretario del Teresianum)
da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica: → Piazza Pio
XII, 3 (3° piano, lun.-ven., ore 10.00-13.00);
3. L’autenticazione delle firme (dell’ufficiale della Congregazione) da
parte della
Segreteria di Stato:
→ Palazzo Apostolico Vaticano (Porta di Bronzo, IIIa Loggia);
20
4. L’autenticazione delle firme (dell’ufficiale della Segreteria di Stato) da
parte della Nunziatura Apostolica in Italia: → Via Po, 27 (Lun.-Ven.,
ore 9,00-12,30, € 5,00 a documento).
5. La legalizzazione delle firme (dell’ufficiale della Nunziatura
Apostolica) da parte dell’Ufficio Legalizzazioni della Prefettura di
Roma: → Via Ostiense 131/L (Lun., Mer., Ven., ore 9,00-11,30).
N.B. Occorre una marca da bollo di € 14,62 per ogni documento da
legalizzare.
6. Compilare il modulo di domanda di riconoscimento civile del titolo
accademico presso l’Ufficio IX del Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca (MIUR) → Piazza Kennedy 20, all’EUR (Lun.-Ven., 10,0013,00).
Incaricata: Dott. CRISTIANO CRISTIANI (Tel. 06.97727799): scala A, 2° piano,
stanza 64
Segreteria Ufficio IX: Tel. 06. 97727061 – 06. 97727080.
N.B. Alla domanda occorre allegare:
a. una marca da bollo di € 14,62 (per il decreto di equipollenza del titolo
eccles.);
b. l’originale legalizzato del diploma di baccalaureato in Teologia c)
l’originale legalizzato del diploma di licenza in Teologia
c. la lista legalizzata degli esami di baccalaureato o di licenza.
d. il certificato del Teresianum attestante la durata non inferiore alle
20 annualità del curriculum di studi del richiedente.
7. Attendere lo svolgimento della pratica presso il Ministero, che prevede: a)
l’inoltro della domanda al Consiglio Universitario Nazionale (CUN); b)
l’esame ed eventuale accoglienza della domanda da parte del CUN; b) la
firma del decreto di equipollenza da parte del Ministro;c) l’invio del
decreto e degli originali dei diplomi, per raccomandata postale, al
richiedente.
Tempo stimato per la pratica due mesi circa.
Fatto il 1 Dicembre 2010
21
BIBLIOGRAFIA
- AGAZZI E., Cultura scientifica e interdisciplinarità, La Scuola, Brescia
1994.
- BEAUD M., L’art de la thèse, La découverte, Paris 2003.
- BRECUA A., Manual de crítica textual, Castilia, Madrid 1983.
- CAMPBELL W., Form and Style in Thesis writing, Boston 1969.
- CASSANY D., Describir el escribir. Cómo se aprende a escribir,
Barcelona 1989.
- CHANTRAINE G., Cos’è la teologia. Come studiare la teologia, Piemme,
Casale Monferrato 1989.
- CRANE N. B., Electronic styles. A handbook for citing electronic
information, Medford 1996.
- DE FRANCESCO C., Guida alla tesi di laurea con il personal computer,
Franco Angeli, Milano 1991.
- DELLA CASA M., Scrivere testi. Il processo, i problemi educativi, le
tecniche, La Nuova Italia, Firenze 1994.
- FARINA R., Metodologia. Avviamento alla tecnica del lavoro scientifico,
LAS, Roma 1986.
- GEVAERT J., Studiare catechetica. Introduzione e documentazione di
base, Elle Di Ci, Torino 1983.
- GRASSILLI B., Per una metodologia della lettura. Analisi concettuale
dell’atto di leggere, La Scuola, Brescia 1975.
- HENRICI P., Guida pratica allo studio. Con una bibliografia degli strumenti
di lavoro per la filosofia e la teologia, Università Gregoriana Editrice,
Roma 1992.
- LESINA R., Il nuovo manuale di stile. Guida alla redazione di documenti,
relazioni, articoli, manuali, tesi di laurea, Zanichelli, Bologna 1994.
- MACE G., Guide d’un projet de recherche, Bruxelles 1991.
22
- MAMBRINI S., Il lavoro e la riunione di gruppo, Cittadella, Assisi 1995.
- PASTERIS V., Internet per chi studia. Orientarsi, documentarsi, preparare
la tesi, Apogeo, Milano 1996.
- PELLEREY M., Informatica. Fondamenti culturali e tecnologici, SEI,
Torino 1986.
- SIMONET R., Scrivere per ricordare. Come prendere appunti in modo
intelligente, Franco Angeli, Milano 1991.
- VIANELLO N., La citazione di opere a stampa e manoscritti, Olschki,
Firenze 1973.
- WICKS J., Introduzione al metodo teologico, Piemme, Casale Monferrato
1995.
- ZITO G., Metodologia. Note per lo studio, la ricerca e la redazione del
lavoro scientifico, LEV, Città del Vaticano 2012.
23
INDICE
I.
NORME GENERALI DI METODOLOGIA ......................................................3
1) SCHEMA RAGIONATO (PROGETTO) .........................................................3
a. Presentazione del tema: ............................................................................4
b. Lo schema.................................................................................................4
c. Le fonti (bibliografia): .................................................................................5
2) STESURA O REDAZIONE DEL LAVORO ....................................................6
II.
a.
Norme per la redazione del testo .......................................................... 12
b.
Esempi per i riferimenti bibliografici ...................................................... 12
NORME PER LA PRESENTAZIONE DEGLI ELABORATI.......................... 15
1. PRESENTAZIONE
DELLO
SCHEMA
RAGIONATO
DELLE
DISSERTAZIONI DI LICENZA E DI DOTTORATO ......................................... 15
a. Campo di lavoro: ..................................................................................... 15
b. Tema della ricerca: .................................................................................. 15
c. Studi già fatti: ........................................................................................... 15
d. Fonti e sussidi: ........................................................................................ 16
e. Tematica e divisioni: ................................................................................ 16
f. Elaborazione del progetto ....................................................................... 16
g. Valutazione del progetto .......................................................................... 16
2.
STESURA DEGLI ELABORATI E CONSEGNA FINALE ......................... 18
a. Dissertazione di Licenza:......................................................................... 18
b. Dissertazione di Dottorato: ......................................................................18
C. Originalità del testo ................................................................................. 19
d. Suggerimenti per la corretta impaginazione della pubblicazione
dellaDissertazione di Dottorato:...................................................................20
e. Frontespizi ............................................................................................... 20
III. PROCEDURA PER IL RICONOSCIMENTO CIVILE ITALIANO DEI TITOLI
ACCADEMICI RILASCIATI DAL “TERESIANUM” ............................................ 20
BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................22
INDICE ............................................................................................................... 24
24
2
5