Quando Castellotti vinceva la “corsa più bella del mondo”
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Quando Castellotti vinceva la “corsa più bella del mondo”
OGGI IL VIA ALLA MILLE MIGLIA CON I SANTANGIOLINI SENNA E BELLANI Quando Castellotti vinceva la “corsa più bella del mondo” ■ La Mille Miglia, la mitica corsa per auto d'epoca che partirà oggi da Brescia e che vedrà al via anche i santangiolini Maurizio Senna e Santino Bellani a bordo della Giulietta Sprint Bertone del 1957, nacque come gara su lunga distanza nel 1927. E nelle 24 edizioni successive si assicurò il titolo di “corsa più bella del mondo”: non solo per il fascino del percorso (mille miglia, appunto, su e giù per l'Italia), ma anche per la qualità dei protagonisti in gara. Nell'albo d'oro della manifestazione spicca il nome di Eugenio Castellotti, il più grande pilota lodigiano di tutti i tempi. Il portacolori della Ferrari fu il penultimo a vincere la corsa nella formula con cui era stata progettata, succedendo nella lista dei trionfatori a colleghi illustri come Nuvolari e Ascari. Castellotti si impose nel 1956, lo stesso anno in cui vinse la “12 ore” di Sebring: Enzo Ferrari, furibondo per lo smacco subìto l'anno prima quando Fangio fu battuto dalla Mercedes-Benz, portò a Brescia cinque vetture. La Mercedes-Benz, convinta di poter ripetere la vittoria, schierò invece qualcosa come quattordici 300 SL. Che non furono però sufficienti a evitare la vendetta ferrarista, con Castellotti sul primo gradino del podio. La 23esima edizione sarà ricordata poi come la più dura, perché interamente disputata sotto un nubifragio. Eugenio Castellotti fu unanimemente esaltato per la sua straordinaria perizia nel condurre sul bagnato la nuova e difficile Ferrari quattro litri. Ha scritto Walter Burinato sul "Cittadino": «Aveva percorso i 1597 chilometri in 11 ore, 37 minuti e 10 secondi alla media di 137,422 chilometri orari. Animato da una sorta di furia agonistica aveva guidato spavaldamente sino al termine e si accorse di aver vinto solo quando, tagliato il traguardo, glielo comunicarono. Così si espresse Enzo Ferrari: "Era un garibaldino, ecco, come Antonio Ascari. E la sua memorabile prova nella Mille Miglia, compiuta sotto un diluvio, dice chiaro quello che era l'impegno furioso di questo ragazzo e quello che era il suo coraggio"». L'anno successivo, il 1957, decretò la fine dell'epopea "eroica" della Mille Miglia. La gara di velocità fu infatti soppressa a causa della morte del pilota spagnolo Alfonso de Portago, coinvolto in un incidente con la sua Ferrari che costò la vita anche al navigatore e a nove spettatori. Il 1957 fu anno fatale anche per Castellotti: mentre si trovava a Firenze insieme alla fidanzata Delia Scala, la nota attrice e ballerina, il pilota lodigiano venne chiamato dal patron Enzo Ferrari che gli ordinò di partire subito per Modena per effettuare dei test con la nuova Ferrari 801. Forse stanco per il viaggio, dopo soli tre giri in pista il pilota lodigiano si schiantò contro un cartellone pubblicitario a 200 all'ora, perdendo la vita a soli 27 anni. Anche nel ricordo del grande Castellotti correranno da oggi Senna e Bellani nel "revival" di auto storiche che dal 1977 è diventata la Mille Miglia. La mitica corsa passerà anche da Lodi, per la prima volta in assoluto: appuntamento fissato per domenica mattina su via Cavallotti e viale Piave. Fabio Ravera
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