Le sedi delle zecche dall`antichità all`età moderna
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Le sedi delle zecche dall`antichità all`età moderna
Le sedi delle zecche dall’antichità all’età moderna. Dall’Agora di Atene alle zecche clandestine in castelli e grotte, dalle zecche al seguito degli eserciti alla zecca di Sansovino Convegno internazionale Milano (I), 22-23 ottobre 1999 Programma Milano, 22-23 ottobre 1999 Sala di Rappresentanza, Via Festa del Perdono 7 Lucia Travaini Introduzione al Convegno Età antica M. Caccamo Caltabiano, La zecca e le sue attivita` nelle fonti letterarie antiche P. Serafin Petrillo, Dove erano le zecche di Roma repubblicana? Andrew Burnett, The invisibility of Roman imperial mints Età medievale e moderna C. Morrisson, Moneta, χαραγη , zecca: les ateliers byzantines et le Palais impérial D.M.Metcalf, The premises of early medieval mints: the case of eleventh-century Winchester M. Bates, Sedi di zecca nel Mediterraneo islamico L. Travaini, Sedi di zecca nell’ Italia medievale M. Bompaire, France: l’état de la documentation et pistes de recherche Cook, Mints and mint sites in late medieval England P. Dordio, Les Hôtels de la Monnaies Médiévales et Modernes au Portugal B. Zaech Werkstatt, Haus und Münzhof: Later medieval and Early Modern Minting Places in Switzerland, Germany and Austria J. Risvaag, Mints in Scandinavia: the case of Trondheim E. Simek The mint of Kutna Hora, 1300-1500 Conclusioni: Lellia Cracco Ruggini - Peter Spufford Presentazione Le sedi delle zecche dall’antichità all’età moderna Zecche ufficiali e clandestine, dall’Agora di Atene ai palazzi comunali, dai castelli alle città L’idea di un convegno sulle sedi delle zecche nasce dalla necessità di raccogliere, per la prima volta in sede unitaria, i dati ad esse relativi dall’antichità all’età moderna. Le zecche hanno avuto nel passato ruoli diversi, e rapporti asssai variati con il potere, religioso e laico: zecche ufficiali di grandi stati erano nel cuore del centro del potere, ad Atene nell’Agorà, a Roma sul Capitolium, a Siena nel palazzo comunale, a Napoli per Carlo d’Angiò nelle cucine del castello. Ma in molti altri casi le zecche ebbero sede in case private, con minime necessità di impianto, anche per stati importanti, per non dire delle zecche militari al seguito di eserciti. Le zecche svolgevano funzioni ufficiali, ma anche semi-clandestine: quando il re Alfonso d’Aragona in Sicilia si preparava alla conquista di Napoli fece produrre a Palermo ducati di Venezia, in una casa privata e non nella zecca regia di Messina. Ma quando il console veneziano a Tana nel 1461 volle portare con sé da Venezia moneta ottomana contraffatta da spendere localmente, la stessa zecca di Venezia la produsse. Ci sono molti casi simili, ancora poco noti (come la produzione di miliarenses, cioè imitazioni di dirhem almohadi del XIII secolo, in molte piccole zecche feudali francesi e italiane, ma anche nelle grandi zecche di Pisa e Genova). Uno spazio deve essere quindi dato anche alle zecche clandestine, nelle loro diverse dimensioni, dagli impianti in castelli defilati, a quelli in grotte o in camere di città, e così anche alle zecche ‘mobili’, al seguito di corti o di eserciti. È giunto il momento di conoscere meglio le sedi delle zecche, i loro impianti, apparati mobili e fissi, raccolglierne gli inventari in repertori di fonti; esaminare la loro ubicazione in relazione ai centri del potere (castelli, palazzi, torri, o case private), la qualificazione urbanistica (si pensi ai progetti di Filarete per la città ideale di Sforzinda, o alla zecca di Sansovino per Venezia), la loro gestione: tutto questo sarà certamente utile per conoscere meglio le monete, e il ruolo delle zecche negli stati del passato. Lucia Travaini (6/98) Mints from antiquity to modern times. Official and clandestine mints, from the Athenian Agora to castles and caves, from those in the Palazzo comunale to those of Filarete and Sansovino The aim of this symposium is to gather data and discussion on the role and position, equipment and architecture of all mints from antiquity to modern times, a topic which has not been addressed so far. Mints had different role and sizes in the past, and different relationship with the local power. Official mints of important states may have been located near the centre of power, such as at Athens in the Agora, at Rome on the Capitol, or, in the middle ages, at Siena in the Palazzo del Comune, at Naples in the kitchen of the Castel Capuano. But in many cases mints were established in simple private premises with a minimum technical equipment. When King Alfonso of Aragon in Sicily was preparing his invasion of Naples, he rented a private house at Palermo especially for the production of Venetian ducats, instead of having them produced at the royal mint at Messina. But when the Venitian consul to Tana in 1461 needed counterfeit Ottoman aspers to take there, he had them produced at the mint in Venice, with dies engraved by the great Antonello della Moneta. Also, many were the medieval official mints involved in counterfeiting foreign coins: how was this activity controlled by the state? To what extent part of unofficial production took place in marginal premises? What was the minimum space and equipment needed? Is there a possibility to build a category of mint buildings? How the mints worked ? was the metal supplied by the state, by privates, in what proportion? Who owned the technical tools? How was the personnel employed, and how did they work? It is time to investigate the locations and buildings of the mints, their physical and institutional relationship with the power (temple, castle, palace, tower), their equipment, possibly producing lists of available documents such as inventories, their management. From Vitruvius to Filarete and Sansovino, the mint had an important role in the city. A better knowledge of the mint in such a context will help in a better understanding of the coins they produced, and a lot more. Lucia Travaini (6/98) (comunicazione degli enti organizzatori)
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