bianco: ecco la città per 2 volte patrimonio universale dell`unesco
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bianco: ecco la città per 2 volte patrimonio universale dell`unesco
Sabato 21 giugno 2014 Speciale Catania & dintorni BIANCO: ECCO LA CITTÀ PER 2 VOLTE PATRIMONIO UNIVERSALE DELL’UNESCO di ENZO BIANCO* va centinaia di giovani ingegneri formati a Catania. Perché è il talento dei nostri ragazzi il vero oro di el 2013 a Phnom Penh è stata aggiornata la Catania. Un talento che si esprime anche in ogni forlista dei siti mondiali dichiarati dall'Unesco ma d'arte e in particolare nel teatro e nella musica. Patrimonio dell'Umanità. Sono in tutto 981, Qui esistono il Teatro lirico intitolato a Vincenzo Beldistribuiti in 160 nazioni. La nostra piccola lini e uno Stabile annoverati tra le più prestigiose istiItalia è il Paese in cui ne esiste il maggior numero: tuzioni culturali italiane, note e apprezzate in tutto il 49, contro i 45 della Cina. E in Italia c'è un solo luogo mondo, come ha dimostrato la recente tournee in Ciche sia stato inserito due volte nella World Heritage na del Massimo. Qui esistono musei ricchi di tesori, qui operano personaggi di grandissima levatura culList: Catania, con l'Etna e il barocco fiorito. Questa mia città somiglia molto al suo vulcano: turale come Franco Battiato, ideatore dell'innovativo festival «La natura della mente». Certo, all'esterno può apparire ruvida e difficici sarebbe da parlare ancora di clima le ma ha un'anima di fuoco che è vitalied enogastronomia, del mare e delle tà pura. I Catanesi, operosi, vivaci, solameraviglie naturalistiche, ma quelli sori, non si arrendono mai. Come dopo il no ormai ben conosciuti. Preferisco terremoto del 1693, quando la città fu parlare dell'area metropolitana catanerasa al suolo da un disastroso terremose, la settima del Paese, perno di quel to che uccise migliaia di persone. Ma Distretto della Sicilia sudorientale, fordalla tragedia fiorì la straordinaria belmato anche dalle province di Siracusa lezza del nostro barocco, nato dalla sene Ragusa - ma che interessa anche Tasibilità degli artigiani locali promossi ormina, Piazza Armerina e Gela -, che d'improvviso architetti e artisti, che è potenzialmente la locomotiva dello seppero creare capolavori riproducensviluppo dell'Isola. Qui è concentrato do sui palazzi angeli e demoni. Gli stesl'80% del pil isolano non legato alla Pa si che avevano visto correre per la città Il sindaco Enzo Bianco e il livello di infrastrutture è assai comdurante la fine del mondo rappresentata da quel sisma. Quando si parla di siciliani arrende- petitivo: due aeroporti (Catania e Comiso), quattro voli, cupamente pessimisti, rassegnati, non si sta par- porti (Catania, Augusta, Siracusa e Pozzallo), un inlando dei Catanesi, orgogliosi e lontani dalla sterile terporto, due grandi mercati agroalimentari e una adeguata, anche se migliorabile, rete stradale. Preferilamentazione, sempre fattivi e curiosi. Non è un caso nacque qui, nel 1434, un'Università sco parlare del Coordinamento di tutti i Comuni siciche è la più antica della Sicilia, la tredicesima in italia liani il cui territorio fa parte di siti Unesco - sono sei, e la ventinovesima nel mondo. Non a caso attorno diventeranno presto sette con l'itinerario arabo-norall'ateneo sono nati centri di ricerca pubblica e priva- manno - che abbiamo costituito. Preferisco parlare ta di rilievo internazionale nei campi della fisica, del- di questo meridionalismo senza padrini che vive di la vulcanologia, della chimica, della farmacologia, nuovo in questa zona della Sicilia e reclama attenziodella microelettronica, della nanotecnologia. Sulla ne perché rappresenta un'autentica opportunità per spinta della ricerca e dell'innovazione si sviluppò, ne- la crescita del Paese. *sindaco di Catania gli anni Novanta, l'Etna Valley, con la St che assume- N 2 PA Palermo Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno Gli eventi Catania e il patrimonio culturale Il programma estivo prevede 140 appuntamenti musicali e teatrali, 97 laboratori e 15 mostre «L a cultura non è un lusso, è una necessità». Lo ha detto Gao Xingjian, lo scrittore cinese vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2000 ed è una filosofia che Catania, e la sua amministrazione comunale, hanno fatto propria. È infatti la cultura uno dei motori della rinascita della città che si vuole lasciare alle spalle un periodo buio. «Stiamo puntando con determinazione — ha detto l’assessore ai Saperi e alla Bellezza Condivisa Orazio Licandro — sul recupero del patrimonio culturale della città, la sua storia, i suoi monumenti, i luoghi e i siti storici che ospitano, in alcuni casi, musei civici di grande pregio. Il cartellone della stagione estiva "Estate in Città - Happy Catania" è già nel nome un invito a restare in città, o a visitarla da turisti, per apprezzarne le bellezze e le numerosissime proposte che il Comune offre, sfruttando come scenario i siti più prestigiosi della città». Centoquaranta appuntamenti musicali, teatrali e di altro tipo, 97 laboratori per bambini e non solo, e 15 mostre saranno il focus della lunga estate catanese che avrà prima fra tutte, come location, il recuperato Palazzo Platamone ( già Convento di San Placido) che come Palazzo della Cultura è diventato riferimento per larga parte degli eventi culturali della città. Insieme a questo Il duecentesco castello federiciano oggi museo Civico Castello Ursino, la Chiesa monumentale di San Nicolò l’Arena, la secolare Villa Bellini e il parco Gioeni, piazza Università, il Teatro Massimo Bellini e la biblioteca Vincenzo Bellini. «Una proposta ricca, variegata — ha continuato Licandro — frutto di una intensa e proficua collaborazione tra istituzioni, penso ad esempio al Teatro Massimo Bellini, al teatro Stabile e all'Istituto Superiore Musicale "Vincenzo Bellini" e alle tantissime associazioni, compagnie e operatori culturali privati che si sono dati da fare insieme ai nostri funzionari, tutti spinti da un solo spirito: quello di una rinascita culturale e morale di una città i cui abitanti si sono sempre distinti per vivacità intellettuale, operosità e creatività». E forti di queste certezze a Catania è già tornata la grande musica. Dopo i concerti di Goran Bregovic, il Festival di Franco Battiato, la due esibizioni di Ligabue, entrambe sold out, sarà la volta, l’11 luglio, di J-Ax, il notissimo rapper e cantautore italiano e di Max Pezzali. Mentre l’8 agosto, andrà in scena Caparezza. Un ventaglio di proposte musicali per tutti i gusti che ha fatto finora confluire in città, complessivamente, circa 100 mila presenze non solo dalla Sicilia ma da tutta Italia oltre naturalmente i turisti che visitano i sinuosi monumenti barocchi caratterizzati dal nero del basalto lavico e dal bianco della pietra calcarea. Ma la città che è al centro di due siti Unesco WHL, il Val di Noto e l'Etna, non si ferma qui e il 9 luglio ospiterà una delle cinque serate finali del premio letterario Campiello, un grande appuntamento, irrinunciabile per chi ama leggere. Il «filone letterario» non si esaurisce qui: per la prima volta, e in accordo con la città di Modena dove è giunto alla sua settima edizione, arriva nella città dell’Elefante il BuK Fest, il festival della piccola e media editoria con la presenza di 100 editori italiani e vari ospiti internazionali. «Catania - h<a affermato l'assessore - entra nel circuito delle città del libro e non può che venircene bene". Ma perché in città scoccasse il "colpo di fulmine" con la lettura e i libri, tenuto conto che anche qui e come in tutte le città italiane si legge molto po- A destra, l’interno del Palazzo della Cultura. A lato, il logo dell’estate in città, Happy Catania. Sotto, un’immagine scattata da Francesca Pavano della centralissima piazza Duomo co, l'Amministrazione Bianco ha creato l'AutoBooks, un vecchio autobus rimesso a nuova vita, coloratissimo e completo di scaffali per i libri che porta in giro nei quartieri una biblioteca per diffondere la cultura del libro e sostenere la lettura, con reading, dibattiti, musica, teatro: insomma "la cultura in movimento". E poi, ancora, la mostra di Carlo Gavazzeni con la curatela dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun ospite a Catania ai primi di settembre. Spazio anche al grande sport: Catania ospiterà infatti l' Euro Beach Soccer, le finali dello scudetto italiano di Beach Soccer e il Campionato italiano assoluto di Beach Volley "Sarà un'estate lunga - ha concluso Licandro - ma anche, lo speriamo, apprezzata e se avremo seminato bene ancora una volta la città risorgerà da se stessa, come è abituata a fare da sempre e come recita il suo motto "melior de cinere surgo"». Ant. Sco. © RIPRODUZIONE RISERVATA I luoghi / 1 I luoghi / 2 Il museo civico Castello Ursini Alcantara, acqua e natura per un spettacolo unico Ecco dove è custodita la memoria storica di Catania I l museo civico Castello Ursino è il più rappresentativo tra i musei civici, insieme al museo Belliniano e al Museo Emilio Greco. Costruito tra il 1239 e il 1250 nell'ambito della campagna di fortificazione condotta da Federico II di Svevia nella Sicilia orientale, su direzione di Riccardo da Lentini, prepositus edificiorum, occupava una posizione strategica: un promontorio che si affacciava sul mare ma che dominava altresì il centro urbano. Dal 1934 ospita il più importante museo di Catania, custodisce simbolicamente la memoria storica dei catanesi. L’edificio, rappresentativo del potere temporale dell'imperatore, è stato testimone dei forti cambiamenti urbani provocati da catastrofi naturali. Ed al suo interno le opere esposte rappresentano una testimonianza della storia culturale della città. Al pianoterra le sale ospitano reperti archeologici del periodo arcaico, classico, ellenistico, romano, al primo livello si trova la Pinacoteca del Museo, con opere pittoriche che vanno dalle tavole bizantineggianti del XV secolo agli olii su tela del XIX secolo. Il Museo arricchisce l’offerta spesso con mostre tempora- Il castello è stato costruito tra il 1239 e il 1250 nell'ambito della campagna di fortificazione condotta da Federico II di Svevia nee, oltre che rinnovare ciclicamente l’esposizione permanente con opere custodite nei depositi. L’Amministrazione comunale per migliorare la fruizione ha coordinato il sistema museale, attraverso un unico regolamento ed una carta dei servizi, permettendo anche con un unico biglietto di visitare i tre musei. Sono previsti biglietti ridotti per varie categorie e gruppi. L'orario di apertura è stato studiato per permettere l'accesso settimanale continuo per tutti giorni della settimana, dalle ore 9 alle ore 19, domeniche e festivi ore 9 e fino alle ore 13. I servizi aggiuntivi offerti prevedono visite guidate, percorsi animati e laboratori. Le sale del Museo così come la corte esterna possono ospitare a pagamento eventi culturali. Nel Castello Federiciano è possibile anche celebrare il proprio matrimonio così come è location ideale per convegni, concerti e rappresentazioni teatrali. Dal 2013 il castello Ursino ha organizzato una serie di eventi utilizzando le opere conservate nei depositi per renderle ciclicamente fruibili ai visitatori. Così sono stati esposti al pubblico esemplari di armi da fuoco della collezione dei padri Benedettini, così come anche sono stati esposti i quadri della Pinacoteca del Museo Civico Castello Ursino, raccolti sotto il titolo «Il ritratto nell’Ottocento» e opere pittoriche dell’artista catanese Antonino Gandolfo. Ancora, sono tuttora in esposizione nella sala delle armi del museo, delle interessanti epigrafi giudaiche che testimoniano la presenza di una grossa comunità giudaica molto ben inserita nel tessuto urbano della città di Catania. A dicembre, infine, è stata approntata una piccola mostra delle opere di Michele Rapisardi. A. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alte fino a 50 metri, sono un vero e proprio canyon originato da antiche colate laviche L e Gole Alcantara sono uno spettacolo unico al mondo. Non distanti da Catania, le gole sono alte fino a 50 metri, sono un vero e proprio canyon originato da fenomeni di raffreddamento di antichissime colate laviche solcate al centro dalle acque gelide del Fiume Alcantara. Il Parco Botanico e Geologico delle Gole Alcantara vi permette di visitare questo spettacolo della natura in ogni momento dell’anno e nel massimo confort e sicurezza. Famosa e conosciutissima la spiaggetta delle gole che si trova di fronte all’imbocco delle gole ed alla quale si può accedere facilmente tramite gli ascensori del Parco Botanico e Geologico o dalla scala del Comune di Motta Camastra. La spiaggetta è accessibile fino a quando le condizioni meteo ed il livello delle acque lo permettono, quindi ad esclusione dei periodi invernali ed autunnali in corrispondenza delle prime piogge consistenti. La parte interna del canyon è fruibile per un tratto iniziale di circa 25/50 mt a causa delle limitazioni di sicurezza vigenti e delle condizioni climatiche oltre al livello delle acque del fiume. La parte a valle delle Gole, ricca di laghetti, formazioni rocciose e cascatelle, è percorribile utilizzando le salopettes (disponibili in loco) che proteggono dalle acque gelide e che si noleggiano sul posto. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Palermo Corriere del Mezzogiorno Sabato 21 Giugno 2014 3 PA Tendenze Accessori vulcanici L’Etna, inesauribile fonte d’ispirazione per tanti designer L ’Etna, il Mongibello, patrimonio dell’umanità, il vulcano attivo più alto d’Europa che ha forgiato, ora distruggendoli ora rinnovandoli, miti, civiltà, culture e personaggi illustri, da qualche giorno si è risvegliato, come ciclicamente succede ormai da anni. Il poeta inglese Samuel Taylor Coleridge che considerava i vulcani come una montagna che ha mal di stomaco, vede i crateri come dolci e intriganti signore agghindate di zagara gialla dorata e vibrante. Chiunque nel corso della propria vita, ha sentito brontolare, tremare ed esplodere un gigante buono, dar vita a giochi pirotecnici, ma anche minacciare le abitazioni e gli abitanti che ci vivono sopra. Molti l’hanno visto arrabbiarsi probabilmente senza mai diventare veramente un pericolo per la popolazione, ogni tanto distrugge tutto ciò che di superfluo gli uomini ostinatamente hanno voluto costruire sulle sue pendici. «’A Muntagna», in dialetto siciliano, è un luogo magico e ricco di spunti, d’ispirazioni poetiche, letterarie e creative, come quelle avute da Tiziana Nicosia e della madre, l’artista Adriana Zambonelli. Le loro creazioni esprimono la sicilianità vera e lo stretto legame con questa terra ammaliatrice. Sulle loro coffe, zeppe, orecchini, platform e pochette, si possono scrutare scene dell'Orlando Furioso, ritratti di Angelica e i Saraceni, ma anche Sant’Agata, l’Etna, la Trinacria e i carretti siciliani. «Tizzini», il fashion brand che racconta la Sicilia, si serve di questi accessori per raccontare le storie dei paladini, delle dame, insomma, l’opera dei pupi in toto. Rigorosamente dipinti a mano, ogni opera è unica e incarna ambientazioni siciliane, non a caso sulle espadrillas sono pennellati sia la maestosa Etnea che il simbolo della Sicilia, ovvero, la Trinacria. Il pregio più importante di ciascun accessorio Tizzini è di non poter essere riprodotto in serie, diventando artigianale tra le mani della Nicosia e della Zambonelli. Realizzati a ma- no, uno ad uno, con dovizia e precisione, hanno una grande forza comunicativa in grado di portare la "sicilianità" nel mondo. Ricordiamoci però che nelle vicinanze della Sicilia di vulcani, oltre l’Etnea, ce ne sono tanti: c’è quello di Stromboli il più arrabbiato, poi Vulcano ed infine quello dell’Isola Ferdinandea, ormai sommerso, con la cima sotto il livello dell’acqua. Proprio su quest’isola che non c’è più, si sofferma il lavoro di Maria Marigliano Caracciolo che celebra la tecnica pittorica della ’A Muntagna Molti l’hanno visto arrabbiarsi probabilmente senza mai diventare veramente un pericolo per la popolazione. «’A Muntagna», in dialetto siciliano, è un luogo magico e ricco di spunti, d’ispirazioni poetiche, letterarie e creative «Gouache» con una nuova collezione di borse dai colori pastello e dal gusto totalmente italiano. «La Gouache», oltre a dare il nome alla linea del brand «By M.», è una tecnica pittorica della scuola napoletana dell’ ’800, sono dipinti del passato ad acquarello che hanno fatto la storia del vedutismo partenopeo, testimonianze dei viaggi del Gran Tour d’Italia che rese famoso il nostro paese fra gli intellettuali europei dell’epoca. Maria ha voluto rendere omaggio proprio alla Sicilia inserendo nella sua collezione una splendida immagina tratta da una gouache del 1831, rappresentante l’eruzione avvenuta in acque siciliane dell’Isola Ferdinandea, l’isola che non c’è più, rimasta nel cuore dei siciliani. Un po’ come quella tanto immaginata da Peter Pan, quest’isola emerse dagli abissi per via di fenomeni vulcanici, creando una serie di dispute internazionali circa la sua sovranità. Dopo pochi mesi però, con una spettacolare esplosione, in una notte d'agosto del 1831 scomparve di nuovo. Fu sommersa dal mare per non riemergere mai più. Quella che fu l’Isola Ferdinandea per i siciliani, o l’Isola di Graham per gli inglesi, è attualmente una vasta piattaforma rocciosa situata a circa sei metri dalla superficie marina tra Sciacca e Pantelleria. Come antiche cartoline inviate da posti magici, queste borse invitano al viaggio indietro nel tempo al solo guardarle; interamente fatte a mano da abili artigiani, la linea comprende shopping bag, di- sponibili in due grandezze, vari colori e diversi panorami. Grazie ad una sofisticata tecnica e una sapiente ricerca, la designer ha saputo imprimere la pelle di vitello senza alte- rare i colori originali dei dipinti, in perfetta armonia con l'atmosfera retrò richiamata dai paesaggi ritratti. Venera Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 PA Palermo Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno La moda Ecco il made in Catania Quando i designer etnei fanno scuola nel mondo È naturale che l’estate sia il periodo più adatto per dire di «sì» o per cerimonie che necessitano un code dress elegante e sofisticato, è normale, quindi, che i lanci delle collezioni moda siano mostrate al pubblico proprio in questo periodo. Le nozze, le cerimonie e i red carpet siciliani in genere camminano a braccetto con le ultime creazioni di stilisti isolani, che rispecchiano il mood della Trinacria, la sua storia e il suo excursus storico e di costume. Non è un caso, infatti, che Marco Strano, fashion designer e artista di moda, di origine catanese, abbia materializzato la forza della sua terra, in abiti iper-sartorialità, femminili e leggiadri adatti per una sposa dedita al prêt-à-couture. La materialità dei tessuti utilizzati per la collezione «…dalla Terra», che riflettono autenticità e audacia, hanno permesso ai modelli su carta di trasformarsi in forme portatrici di un messaggio in grado di influenzare ogni donna, ammaliandola. La terra sicula nelle creazioni di Strano è intesa come principio femminile per eccellenza, appare concreta, solida e potente, al tal punto da fecondare abiti ricercati, pervasi di femminilità e romanticismo, in cui la tradizione dei tessuti si unisce all’innovazione delle linee e alla combinazione di diversi materiali. Un’originalità autentica quella ideata dallo stilista siciliano, per nulla convenzionale, la cui mission è di esaltare la vera essenza femminile di ogni sposa. A centrini a uncinetto, pizzo macramè e tulle siciliano è lasciato il compito di decorare i bustini degli abiti creando forme asimmetriche che fanno convivere insieme tradizione e innovazione. Marco Strano riesce sempre, tramite i suoi abiti, nell’intento di esaltare le silhouette femminili mo- Marco Strano Il fashion designer e artista di moda, di origine catanese, ha materializzato la forza della sua terra, in abiti iper-sartorialità, femminili e leggiadri Francesca Paternò La stilista Francesca Paternò, crea abiti mescolando l’imponenza del barocco alla grazia degli ornamenti liberty tipici del centro storico catanese Capoverde Il marchio ritorna oggi alle origini, a quella cura dei dettagli e alla ricerca dei materiali, tipica dell’artigianato italiano degli anni ’60 strandone l’allure, ma anche gli estremi del carattere di ogni sposa: timido e audace, docile e irrequieto, sobrio e lussuoso. Per chi, invece, è stato invitato a un evento mondano o una serata di gala e non sa cosa indossare, la stilista Francesca Paternò, crea abiti proprio per questo genere di occasioni. Mescolando l’imponenza del barocco alla grazia degli ornamenti liberty tipici del centro storico catanese, reinterpreta il made in Sicily grazie a statuarie creazioni da sposa e d’haute couture, opere d’arte tessili realizzate a mano con sete finissime, pizzi francesi, ricchi broccati e rifiniture di pregio. La sua collezione nominata «La Via della Seta», porta oltreoceano lo stendardo dorato del made in Italy e della sua antica e rifulgente tradizione sartoriale, una tradizione nobile e ostinata, che solo la mano esperta di una sarta o di un couturier sa regalare ad un capo d'abbigliamento. La Paternò si lascia contaminare da un’ispirazione cultural chic: dalla pittura al cinema, ogni bozzetto è frutto di ricerche e studi meticolosi, intrisi di storia e di cultura ma anche di una sperimentazione che riporta ogni linea, taglio e cucitura alla dimensione odierna. Palermo Corriere del Mezzogiorno Sabato 21 Giugno 2014 A destra, Francesca Paternò con le vallette del Taormina Film Fest che indossano abiti «La Via della Seta» (foto: Santo Nicolosi). Gli abiti da sposa della collezione 2014 di Marco Strano. E, infine, la creazioni Capoverde Le leggiadre vestali Art Noveau di Alphonse Mucha, dalle vesti fluide impreziosite da dettagli floreali; la ruggente irriverenza degli anni ’20, l’età del jazz, delle «maschiette» e dei galà voluttuosi in stile Grande Gatsby; l'eleganza dei Sixties, con corpetti che regalano vitini di vespa e gonne ampie che svelano la caviglia: ogni minima influenza artistica mantiene viva la verve creative della stilista, che riesce a traslarla alla perfezione sulle sue creazioni, ideali per attraversare il tappeto rosso, come quello della sessantesima edizione del Taormina Film Festival, attualmente in corso. Inarrestabile, vulcanica e globe-trotter, la designer non dimentica mai la sua Sicilia che porta nel cuore e ne infonde l’essenza in ogni suo disegno e in ogni abito, che diventa così un prezioso emblema della sicilianità più pura. Persino sul campo degli accessori, la Trinacria si sta facendo strada e il marchio Capoverde ne è la prova tangibile. Nato nel 2011 dall’esperienza maturata da oltre cinquant’anni dalla famiglia Tosto di Catania, il marchio Capoverde ritorna oggi alle origini, a quella cura dei dettagli e alla ricerca dei materiali, tipica dell’artigianato italiano degli anni ’60. Tutto comincia con il lavoro dei nonni Carmela e Carmelo Tosto che all’interno della una bottega manifatturiera nel campo proprio della pelletteria iniziano un percorso commerciale. L’azienda, fondata successivamente dai figli nel 1985, si focalizza dapprima solo sulla produzione di borse, poi crescendo il marchio ha ampliato la gamma di prodotti introducendo anche portafogli e scarpe. Una collezione completa, quella firmata Capoverde, variegata anche nei materiali utilizzati, sempre rigorosamente italiani che vanno dall'ecopelle, al camoscio, fino a materiali unici, come la fibra di fico d’india ricavata dall’essicazione e lavorazione delle pale. Ma la ricerca di unicità si spinge anche oltre, la collezione summer 2014, infatti, comprende dei veri e propri capolavori, come la nuovissima «linea Ink Fuoco»: accessori artigianali decorati come un tattoo impresso sui vari pellami grazie la tecnica dell'incisione a fuoco. Un esempio? «’U liotru», l’elefante simbolo della Città di Catania, che caratterizza pochette e shopping bag e che fa da apripista ad altri tipi di personalizzazioni del prodotto. Venera Coco © RIPRODUZIONE RISERVATA 5 PA 6 PA Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno Palermo Corriere del Mezzogiorno Sabato 21 Giugno 2014 Il focus L’arte della gioielleria Con Pomellato i gioielli abbandonano il loro stile borghese e convenzionale per ispirarsi a suggestioni etniche P omellato è nata nel 1967, anni di grande rivoluzione per l’Europa e l’Italia. Un periodo irripetibile dal quale è nata una corrente di energia creativa che ha cambiato per sempre la società, il modo di vestirsi e che ha dato vita alle prime collezioni della Maison milanese. Con Pomellato i gioielli abbandonano il loro stile borghese e convenzionale per ispirarsi a suggestioni etniche, al pop e all’arte contemporanea, in creazioni innovative dall’anima ironica. Per celebrare i 45 anni del marchio, nel 2012 nasce Pomellato 67. La sua mission: reinterpretare in chiave moderna il fascino dei gioielli di quell’epoca favolosa, rigorosamente in argento. E non solo, il brand contra i suoi prodotti innumerevoli collezioni. E allora c’è «Icone» che raccontano uno stile. Rappresentano un punto di arrivo fra classicità e glamour, sono perfette in ogni occasione, sempre attuali e desiderate da tutti. Nella difficile arte di creare un gioiello-icona, Pomellato, grazie alla sua inconfondibile creatività, è riuscita a rinnovare tre collezioni dal carattere unico: Nudo, Sabbia, Capri. Grazie alle due nuove evoluzioni, la versatilità di Nudo diventa assoluta. Con un mix di colori e dimensioni ancora più personalizzato, ogni donna potrà scegliere fra le versioni di Nudo Classic, Maxi, Petit e With Diamonds. Importante novità per Nudo, il gioiello più famoso di Pomellato. L’anello nella versione maxi diventa più prezioso grazie al tocco glamour dei diamanti incastonati sul gambo in oro bianco. Un motivo ripreso anche nei piccoli orecchini. Esclusivamente nelle nuances topazio azzurro, ametista e quarzo lemon. Nudo petit, è una deliziosa versione petit dell’anello Nudo, icona di Pomellato, replicato L’azienda orafa milanese Pomellato nasce nel 1967 introducendo il concetto di gioielli prêt-à-porter. I gioielli non sono più visti come oggetti di puro status, ma accessori da indossare sempre. L'azienda si caratterizza negli anni ’90 per l’utilizzo delle «pietre di colore» fedelmente in ogni particolare. In oro rosa e bianco e cinque nuances: topazio azzurro, ametista, quarzo madera, prasiolite, quarzo lemon. I colori mediterranei sono infinita fonte di ispirazione per Capri, che ora propone una nuova intensa tonalità. È il blu lapis, rubato alle profondità marine e addolcito dal cristallo di rocca che ne esalta i riflessi violacei. Il lapis doppiato con il cristallo è protagonista di catena, bracciale e orecchini pendenti dalle pietre a taglio irregolare. Tutto in oro rosa. SABBIA Pomellato ha inventato il pavé irregolare e ondulato che evoca il morbido luccichio della sabbia. La collezione 7 PA Sabbia continua il suo racconto elegante ed essenziale con piccole «pastiglie» in diamanti bianchi o brown o black, incassati su oro rosa. Il delicato motivo centrale degli anelli è inserito anche nella sottile catena del bracciale e girocollo. Icone, la collezione 2014. Il virtuosismo degli artigiani orafi è una delle basi fondanti del marchio Pomellato e da sempre prezioso supporto alla creatività di tutte le collezioni. Nel 2009 Pomellato inizia un affascinante percorso nel mondo del traforo e della leggerezza con la collezione Arabesque. Una piccola rivoluzione rispetto all’opulenza e al peso che distingue da sempre i gioielli del marchio. Grazie alla poesia di Arabesque, Pomellato non solo ha inventato un genere, ma ha aggiunto alla sua expertise un nuovo e prezioso savoir-faire. L’anello di Arabesque è una lieve cupola traforata costruita con un esclusivo motivo ramage in oro rosa. Ci sono poi gioielli che è impossibile non notare, veri oggetti del desiderio. Meravigliosi dream maker pensati per far sentire una donna speciale. La loro unicità è racchiusa nella capacità di catturare la luce e trasformarla in un’allure magnetica grazie a una pioggia di diamanti, a lavorazioni preziose, a pietre non comuni. Ne sono un perfetto esempio Tango e Baby di Pomellato. Tango Il nuovo anello racchiude tutte le cifre stilistiche della creatività Pomellato. L’alta pietra centrale di grandi dimensioni ha un taglio molto originale, ottenuto con sfaccettature irregolari simili a quelle di un cristallo naturale. I riflessi e la profondità di ametista o prasiolite sono esaltati da una preziosa corona di diamanti brown irregolari montati su oro rosa, mentre il traforo che si intravede in trasparenza sul fondo della pietra, ci conduce in un mondo fiabesco dal sapore orientale. Gli orecchini, nelle due versioni di colore, riprendono gli stessi preziosi motivi, ma con la pietra alleggerita nel volume. Nuovo bracciale per Tango, collezione caratterizzata da un passionale pavé di diamanti su fondo brunito. Le ampie maglie ovali - ricoperte da diamanti bianchi o brown – sono legate fra loro da una catena irregolare in oro rosa che riprende un motivo classico di Pomellato. Baby La maison reinterpreta l’anello Baby in una versione preziosa. Le pietre purissime, tagliate quadrate e sostenute da quattro piccole griffe, sono poggiate su sottili vere in oro bianco lavorate con pavé di pietre nella stessa nuance. L’abilissima incastonatura accoppia il topazio azzurro con gli zaffiri azzurri; la iolite con gli zaffiri blu, la tormalina rossa con i rubini e il peridoto con le tsavoriti. Stessi accostamenti per gli orecchini. Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Perfect Volcano» Livio a Palazzo della Cultura L’artista catanese espone venti opere inedite P ittura nera su legno e calcografia a rilievo bianco su bianco. È un dialogo per opposti, per contrasti e antitesi la nuova produzione di Giuseppe Livio che, con «Perfect Volcano» (21 giugno - 6 luglio 2014), approda nello spazio istituzionale di Palazzo della Cultura (Palazzo Platamone) per una mostra, a cura di Francesco Lucifora, organizzata in collaborazione con il Comune di Catania, Assessorato ai Saperi e alla Bellezza condivisa e realizzata con la partnership scientifica dell'Accademia di Belle Arti e del CoCA Center of Contemporary Arts di Modica (Rg). Artista emergente, Giuseppe Livio ha scelto di lavorare ed agire nella sua Sicilia, accanto al suo vulcano, l’Etna: una scelta che ne fa un testimone autentico e insieme un indiscutibile «portatore» di immagini, ambientazioni, poetiche e concetti riconducibili a un’idea contemporanea dell'essere artisti e interpreti della propria terra e del proprio mondo «Per Livio — spiega Lucifora, curatore indipendente — "Perfect Volcano" rappresenta un momento decisivo, una fase di aumentata consapevolezza sulla sua pittura e sulle modalità di sintesi grafica e visiva che coincide con una nuova produzione divisa in due blocchi: pittura nera su legno e calcografia bianco su bianco. Un contrasto di colori e materiali che viaggia verso la definizione di un vulcano perfetto». «Che non è Supplemento della testata © Distribuito con il Corriere della Sera non vendibile separatamente Antonio Polito direttore responsabile Maddalena Tulanti vicedirettore Carmine Festa redattore capo centrale La mostra è a ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 6 luglio. Orari: da lunedì a sabato 9-13, 15-19. Domenica 9-13 Editoriale del Mezzogiorno s.r.l con socio unico, soggetta a direzione e coordinamento da parte della società RCS Mediagroup S.p.A. Alessandro Bompieri presidente Domenico Errico amministratore delegato Sede legale: Vico II S.Nicola alla Dogana, 9 80133 Napoli - Tel: 081.7602001 Fax: 081.58.02.779 Reg. Trib. Napoli n. 4881 del 17/6/1997 © Copyright Editoriale del Mezzogiorno s.r.l. Tutti i diritti sono riservati. Nessu- soltanto l’Etna — continua Lucifora — ma ogni elemento naturale permanente, simbolo di una presenza costante che accompagna l’umano al futuro. Livio proietta lo sguardo in avanti, verso una realtà visionaria fatta di paesaggi minimali e ripuliti dagli eccessi. Anche le calcografie danno la misura dell'invenzione: sulla carta, come reperti dal futuro, emergono forme di esseri e sostanze comunque familiari». Una ventina le opere esposte a Palazzo della Cultura, tutte inedite e frutto della frenetica attività creativa dell’artista in questo primo scorcio del 2014. «Mi sono concentrato — dice Giuseppe Livio — sul segno, sulla potenza espressiva del bianco e nero che arriva a vincere sul colore, da sempre protagonista del mio lavoro; e infine sulla materia, il legno: tinto di nero è divenuto supporto di questo ciclo produttivo. Infine i soggetti: vivono in uno spazio non identificato, non ci sono coordinate spazio-temporali. Potrebbe essere anche il nostro futuro». La mostra «Perfect Volcano», cui è dedicato un catalogo con l’intervento del curatore, la cura editoriale della fotografa Oriana Tabacco e il progetto grafico di copystudio, è a ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 6 luglio. Orari: da lunedì a sabato 9-13, 15-19. Domenica 9-13. Giuseppe Livio nasce a Catania nel 1975. Conclusa l’Accademia di Belle Arti, dove si laurea in scultura, la vicinanza na parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. Stampa: Società Tipografica Siciliana S.p.A. Strada 5ª n. 35 - 95030 Catania. Tel. 095. 591303 Nel 1994 apre il suo studio-pensatoio a Catania, nel quale realizza opere scultoree, pittoriche e calcografiche con Antonio Brancato, suo docente, porta a una collaborazione per la realizzazione di un importante monumento bronzeo per il comune etneo di San Giovanni La Punta. Questi sono anni ricchi di stimolanti sollecitazioni artistiche con particolare riguardo all’acquisizione delle diverse tecniche incisorie e il conseguente approccio alla stampa. Preziosi i rapporti con diversi artisti tra cui Gianbecchina, Salvatore Incorpora, Sebastiano Milluzzo, Elio Romano. Nel 1994 apre il suo studio-pensatoio a Catania, nel quale realizza opere sculto- Sped. in A.P. - 45% - Art.2 comma 20/B Legge 662/96 - Filiale di Napoli Diffusione: m-dis Distribuzione Media Spa Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano Tel. 02.25821 Pubblicità: Rcs MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità - Agenzia Sicilia, Via Sciuti 164, - 90144 Palermo - Tel. 091.30.67.56 - Fax 091. 34.27.63 Tariffe pubblicitarie (più IVA) - a modulo: Finanziaria € 142; Politica € 80 - € 110 colore; Legale sentenze € 142; ree, pittoriche e calcografiche. Interessato alla forza della materia, Giuseppe Livio accetta alcune committenze che lo portano alla realizzazione di sculture in legno e in terracotta. Tra il 1990 e il 1997 matura la sua idea di pittura intesa come un fatto pienamente privato ma con possibili esiti pubblici e condivisi, una forma di esibita intimità, sentendo forte l’esigenza di sconfinare al di là della compostezza di un accademico formalismo e ritrovarsi nel segno libero e sporco e di valenza espressionista. Nel 2001 il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per Disegno e Storia dell’Arte lo porta ad Istanbul. La permanenza nella città turca unitamente a numerosi viaggi in Cappadocia e in altri luoghi della Turchia lo porta a vivere situazioni contrastanti e differenti. Il richiamo a Istanbul è evidente nelle opere in cui una certa narrazione indica un valore laico, mistico e corrispondente allo stupore dello sguardo dell'uomo occidentale rispetto all'incontro con una cultura non conosciuta prima. In antitesi al chiasso della metropoli, la Cappadocia, con il suo silenzio ed isolamento dal tempo, suggerisce l’esito quasi monocromo dalle tinte polverose e terrose di molti suoi lavori. Dal 2006 è docente di Storia dell’Arte presso il Liceo Scientifico Federico Enriques di Roma. Coordina una sezione di scultura del progetto «La Porta della Bellezza» di Librino a Catania e una sezione di pittura del progetto «La Grande Madre» per il Policlinico di Catania. Una sua grande opera calcografica — a unica scena e stampata a mano — lo vede partecipare al «Rito della Luce», progetto della Fondazione Fiumara d'Arte di Antonio Presti. Ricerche di personale € 100; Commerciale € 104; Occasionale € 129; Posizione prestabilita più 20%; Ultima pagina più 25% Red. Spe. © RIPRODUZIONE RISERVATA Proprietà del Marchio: © RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Quotidiani Distribuito con il Direttore responsabile: Ferruccio de Bortoli 8 PA Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno
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