1. Gestire il cambiamento: il contesto e gli obiettivi della ricerca Dal
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1. Gestire il cambiamento: il contesto e gli obiettivi della ricerca Dal
FARMACIA, LA CASA DELLA SALUTE. COSA NE PENSANO GLI ITALIANI 1. Gestire il cambiamento: il contesto e gli obiettivi della ricerca Dal maggio scorso sono cambiate alcune cose importanti nel comparto della distribuzione farmaceutica relativamente ai farmaci non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale (SSN). La legge 149/05 1 ha infatti introdotto alcune importanti novità stabilendo, insieme al blocco temporaneo dei prezzi per il farmaci senza obbligo di prescrizione medica (SOP) e per i farmaci di automedicazione (OTC), l’obbligo per il farmacista di informare e proporre all’utente che presenta una prescrizione di un farmaco di fascia C, se esistente, un farmaco generico equivalente di prezzo più basso. Inoltre è 1 Com’è noto, la Legge 26 luglio 2005, n. 149 è la legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 27 maggio 2005, n. 87, recante disposizioni urgenti per il prezzo dei farmaci non rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale che è intervenuta su diversi aspetti. In particolare ha stabilito che il farmacista, al quale venga presentata una ricetta medica che contenga la prescrizione di un farmaco di classe C, informi il paziente dell'eventuale presenza in commercio di medicinali cosiddetti equivalenti (aventi cioè uguale composizione in principi attivi, nonché forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio e dosaggio unitario uguali) di prezzo più basso e li fornisca quindi al paziente, naturalmente a condizione che sulla ricetta non risulti apposta dal medico l'indicazione della non sostituibilità del farmaco prescritto e che il paziente acconsenta alla sostituzione. Inoltre il farmacista dovrà tenere in farmacia in modo ben visibile al pubblico la cosiddetta Lista di trasparenza, cioè l’elenco dei farmaci generici equivalenti predisposto dall’ Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ai fini dell’applicazione della sostituibilità. In materia di prezzi dei farmaci di fascia C, per i farmaci senza obbligo di prescrizione medica (SOP) e per i farmaci di automedicazione (OTC) è stabilito che il prezzo, che rimane fissato dal produttore, può essere modificato, in aumento, soltanto nel mese di gennaio di ogni anno dispari. Infine, è attribuita alle farmacie pubbliche e private la facoltà di vendere i farmaci senza obbligo di prescrizione medica (SOP) e i farmaci di automedicazione (OTC), operando uno sconto fino al 20 per cento sul prezzo massimo stabilito dall'azienda titolare. Lo sconto può variare da medicinale a medicinale e deve essere applicato, senza discriminazioni, a tutti i clienti della farmacia. attribuita al farmacista la facoltà di applicare sconti fino al 20% sui medicinali acquistabili senza ricetta medica (SOP e automedicazione). La normativa lascia ampio spazio decisionale ai farmacisti attribuendo ad essi la possibilità di applicare gli sconti in modo discrezionale: lo sconto può variare da medicinale a medicinale ma deve essere applicato, senza discriminazioni, a tutti i clienti della farmacia. A seguito dell’entrata in vigore della legge, il 9 dicembre 2005 è stato firmato un protocollo di intesa tra Ministero della salute e Federfarma, nel quale i titolari di farmacia hanno concordato di garantire la corretta applicazione della legge 149/05 e a collaborare con l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per la verifica del suo impatto. In particolare, le farmacie si sono espresse a favore dell’applicazione di una unica percentuale di sconto su tutti i farmaci in vendita senza obbligo di prescrizione e OTC (eventualmente differenziata tra le sue tipologie) piuttosto che per la definizione di liste discrezionali di farmaci su cui applicare percentuali variabili di sconto con il rischio di produrre un orientamento dei consumi. Inoltre i titolari di farmacia si sono impegnati a dare una chiara informazione ai cittadini sulle percentuali di sconto applicate. Si tratta di aspetti particolarmente rilevanti in grado di introdurre cambiamenti anche sotto il profilo culturale, con un possibile impatto sul concetto stesso di farmaco. Ciò vale soprattutto per lo sconto che di fatto rende possibile che un farmaco possa essere venduto a prezzi diversi sul territorio nazionale ed introduce in nuce una forma di concorrenzialità tra le farmacie Anche per quel che concerne la sostituibilità risulta importante non solo l’obbligatorietà dell’informazione in merito all’esistenza in commercio di farmaci con caratteristiche terapeutiche equivalenti ad un prezzo inferiore, ma anche il fatto che essa è resa immediatamente fruibile perché fornita al momento dell’acquisto. Certo, legata anche all’ulteriore proposta di liberalizzare la vendita di SOP ed OTC rendendoli disponibili fuori dalla farmacia, ci può essere anche una sorta di ulteriore deriva che può portare alla progressiva assimilazione del farmaco senza prescrizione, che si delinea sempre più come diverso dal “vero” farmaco che è quello prescritto, ad un prodotto commerciale come qualsiasi altro, sulla cui scelta finiscono per impattare sempre di più anche gli aspetti tipici del mercato dei beni di consumo, cioè il prezzo, il marchio, la pubblicità. Federfarma, consapevole dell’importanza della fase di trasformazione in atto ha deciso di promuovere una campagna di informazione stampa sulle misure previste e sul ruolo della farmacia rispetto ad un corretto uso del farmaco e di valutare la situazione attuale realizzando un approfondimento sulle opinioni ed i comportamenti dei cittadini in merito a questi aspetti. E’ stata pertanto realizzata un’indagine, affidando la rilevazione a GFK Eurisko, su un campione rappresentativo di 1.000 cittadini italiani dai 18 anni in su. L’indagine, che ha previsto la somministrazione di un questionario telefonico, è stata realizzata lo scorso aprile ed ha preso in considerazione le caratteristiche dei consumi farmaceutici nonché gli atteggiamenti e le opinioni degli intervistati in merito alle novità della legge e più in generale sul ruolo e l’importanza attribuita al farmacista ed alla farmacia. 2. Un utente fidelizzato che non ha bisogno di scegliere L’indagine conferma il rapporto privilegiato tra la farmacia ed i suoi utenti in cui un primo ed essenziale aspetto è rappresentato dalla fidelizzazione. La maggioranza degli intervistati (73,4%) tende a frequentare la stessa farmacia e questo vale soprattutto per le donne (78,0% contro il 68,6% degli uomini), i più anziani (la percentuale tra gli ultrasessantaquattrenni sale al 79,7%) e chi ha uno stato di salute più insoddisfacente (78,1%), categorie che rappresentano le quote più significative di utenza, i titolari dei livelli di istruzione più bassi (78,8%) gli abitanti del Nord-est (79,9%) e del Sud (74,7%) (fig. 1) Fig.1 La tendenza a frequentare la stessa farmacia (v.%) 100 80 77,1 68,3 79,7 74,8 73,4 60 40 22,9 31,7 25,2 20 20,3 26,6 0 18-24 anni 25-44 anni 45-64 anni si >64 anni totale no Le motivazioni della fidelizzazione fanno riferimento essenzialmente ad un criterio pratico di prossimità, citato in maggioranza dal campione (68,4%) a cui si aggiunge l’indicazione di poco più di un quarto del campione che sottolinea l’esistenza di un rapporto di fiducia con il farmacista. (fig. 2) 100 Fig. 2 Motivi della tendenza a rivolgersi prevalentemente alla stessa farmacia (v.%) N=734 80 68,4 60 40 26,2 20 7,2 5,3 3,8 0,8 0,3 Perché risparmio grazie a sostituzioni e sconti Perché offre anche diversi servizi sanitari 0 Perché è vicina Perché ho un rapporto di fiducia con il farmacista Perché il personale è gentile e competente Perché è l'unica farmacia della mia zona Perché è ben fornita Le donne e gli abitanti del Sud citano in misura maggiore il rapporto fiduciario con il farmacista (con percentuali poco superiori al 30%), mentre la prossimità è decisamente più richiamata dai più giovani (tra i 18-24enni la percentuale sale al 77,8%) ed i titolari di livelli di istruzione più elevati (70,1%). Per i più anziani assume un peso maggiore (12,1%) rispetto a quanto indicato dalla media del campione anche la gentilezza e la competenza del personale. I non fidelizzati, che rappresentano il 26,6% del campione, sottolineano in prevalenza il carattere casuale della loro scelta, con il 75,9% che va dove capita, a fronte di un 21,4% di utenti che si delinea come consumatore esigente che seleziona la farmacia a cui rivolgersi di volta in volta sulla base di esigenze specifiche. Assolutamente residuale invece il richiamo ad un criterio di scelta che assegna importanza al fattore economico, come la possibilità di risparmiare selezionando la farmacia che fa più sconti o che propone regolarmente la sostituzione con farmaci generici equivalenti. (fig. 3) Fig.3 Motivi della tendenza a rivolgersi prevalentemente a farmacie diverse (val.% ) N = 266 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 75,9 21,4 2,6 Perché vado dove Perché scelgo Perché le farmacie capita secondo esigenze offrono tutte gli specifiche stessi servizi 1,5 0,4 Perché cerco la farmacia dove risparmio grazie agli sconti sui farmaci senza ricetta Perché cerco la farmacia dove risparmio grazie alle sostituzioni Le due principali motivazioni addotte, sia l’opzione che privilegia il rapporto costante con un’unica farmacia che, di fatto, è quella più vicina, che la casualità della scelta dei non fidelizzati, sottintendono comunque una immagine della farmacia come presidio con un livello consolidato ed assolutamente accettabile di servizi e prestazioni, in grado di garantire un’offerta uniforme sul territorio che rende spesso superflua la ricerca di un presidio ad hoc. 3. Il consumo dei farmaci senza ricetta: un utente autonomo che accetta il consiglio del farmacista Un ulteriore elemento che sostanzia il rapporto con il farmacista è richiamato facendo riferimento ai criteri che guidano la scelta del farmaco senza ricetta. Viene infatti ribadita l’importanza assegnata al consiglio del farmacista, che viene citato dal 33,8% degli intervistati come elemento che sta alla base della decisione d’acquisto dei farmaci senza ricetta, subito dopo la conoscenza diretta del farmaco indicata come criterio prevalente dal 46,4% degli intervistati. Di fatto le scelte si polarizzano sulla base di due fattori, la conoscenza e l’abitudine d’uso da una parte e l’indicazione dell’esperto dall’altra. Tutti gli altri criteri in grado di influenzare la domanda vengono indicati da quote molto ridotte di intervistati e, a fronte del 6,0% che si fa consigliare dal medico anche nel campo dei farmaci da banco e senza ricetta, del 5,5% che non li acquista e del 4,2% che si rifà al consiglio del c.d. sistema di riferimento laico, cioè alle indicazioni di amici e familiari, ancor più residuali appaiono i richiami ai criteri che regolano e possono influenzare l’acquisto dei beni di consumo, cioè il prezzo, il marchio e la pubblicità. (fig. 4) Fig. 4 I criteri di scelta dei farmaci senza ricetta (v.%) 4,2 6,0 1,6 1,3 1,2 5,5 46,4 33,8 Prendo quelli che conosco meglio Scelgo su consiglio del farmacista Scelgo su consiglio del medico Non compro senza ricetta Scelgo su consiglio di amici e familiari Scelgo sulla base della pubblicità Mi fido soprattutto del marchio Scelgo quelli dal prezzo più conveniente La ridotta importanza del marchio e del prezzo evidenzia una certa rigidità della domanda, che risente poco di quegli elementi che sono invece determinanti nel più generale mercato dei beni di consumo, ed allo stesso tempo una certa peculiarità di questo mercato rispetto a quello dei farmaci etici. La preminenza assegnata al giudizio personale ed alla familiarità d’uso, che comportano una conoscenza diretta del farmaco, ribadisce la maggiore autonomia del paziente nell’uso dei farmaci senza obbligo di prescrizione e degli OTC. Non è un caso che il riferimento al consiglio del medico appaia ridotto, mentre assume rilevanza quello del farmacista, che appare la figura di esperto prevalente e tipica nell’orientare la domanda del farmaco senza ricetta al momento dell’acquisto. Si tratta di un approccio che appare uniforme tra le diverse classi d’età e le aree del Paese e che evidenzia qualche peculiarità in relazione al livello di istruzione degli intervistati, con una quota maggiore tra i laureati (55,1%) che motiva il suo acquisto sulla base del proprio livello personale di conoscenza e consuetudine d’uso e tra i titolari di licenza di scuola media inferiore (40,2%) che si affida al consiglio del farmacista. 4. I comportamenti di consumo L’importanza attribuita a questi due criteri al momento della decisione di acquisto risulta indirettamente confermata dalle indicazioni fornite dagli intervistati in merito ad altri aspetti dei propri concreti comportamenti di consumo. Il primo riguarda l’accettazione della sostituzione del farmaco non rimborsabile con un generico-equivalente. Il livello personale di conoscenza del farmaco come motivazione più ricorrente della scelta può contribuire a spiegare anche la posizione del 53,6% di intervistati che, di fronte alla proposta di sostituzione fatta dal farmacista, non ha sempre scelto di acquistare il farmaco genericoequivalente anche se meno costoso (in particolare, l’11,2% non ha mai accettato la sostituzione ed il 42,4% ha acconsentito qualche volta). D’altro canto, quel 46,4% di intervistati che ha acconsentito sempre alla sostituzione accettando la proposta del farmacista, conferma l’importanza data al suo consiglio al momento della decisione d’acquisto. (fig. 5) Fig. 5 Adesione alla proposta di sostituzione di un farmaco con uno equivalente più economico (v.%) 11,2 46,4 42,4 sempre qualche volta Qualche variazione nella proposta del farmacista si dell’età, con una tendenza del campione da parte (tab.1) mai propensione ad aderire alla riscontra soprattutto al variare più marcata rispetto alla media degli ultrasessantaquattrenni. Tab. 1 Adesione alla proposta di sostituzione di un farmaco con uno equivalente più economico per classe di età (val.%) classe di età 18-24 25-44 45-64 oltre 64 Totale Sempre 34,3 46,2 45,4 52,8 46,4 Qualche volta Mai 57,1 45,3 41,8 32,1 42,4 8,6 8,5 12,8 15,1 11,2 100,0 100,0 100,0 Totale 100,0 100,0 Fonte: indagine Federfarma 2006 Tutto ciò in un contesto generale nel quale appare diffuso il livello di conoscenza sul farmaco generico-equivalente (il 73,4% degli intervistati sa di cosa si tratta) ed appare diffusa anche la proposta di sostituzione da parte del farmacista (il 57,3% degli intervistati segnala che in farmacia gli è stato consigliato un farmaco genericoequivalente come alternativa più economica).(figg. 6 e 7) Non mancano tuttavia alcune importanti differenziazioni in merito al livello di diffusione sia della informazione su cosa sia il farmaco generico-equivalente che della applicazione della sostituzione. In particolare, la conoscenza su cosa siano i farmaci generici-equivalenti risulta più diffusa nel Nord del paese (con l’80,7% dei rispondenti del Nord-ovest e il 77,8% del Nord- Est che dichiarano di sapere di che si tratta contro il 66,0% del Sud) e, come prevedibile, tra i possessori dei titoli di studio più elevati (la percentuale di chi sa sale al 77,9% ed al 90,6% tra i diplomati ed i laureati). Fig. 6 Conoscenza del farmaco genericoequivalente per ripartizione territoriale (v.% ) 100 80,7 80 77,8 72,2 66,0 73,4 60 40 20 19,3 27,8 22,2 34,0 26,6 0 Nord-Ovest Nord-Est Centro si Sud/Isole Totale no Anche la tendenza a consigliare la sostituzione appare più ampiamente diffusa nel Nord e sono sempre i laureati che dichiarano in misura maggiore di aver avuto la proposta di sostituzione da parte dei farmacisti con un generico– equivalente meno costoso. Fig. 7 Intervistati a cui è stata proposta la sostituzione con il generico-equivalente meno costoso (v.% ) 100 80 60 40 62,1 61,4 37,9 58,1 41,9 38,6 50,9 49,1 57,3 42,7 20 0 Nord-Ovest Nord-Est Centro si Sud/Isole Totale no Una considerazione a parte meritano le indicazioni fornite dagli intervistati in merito alla loro esperienza di applicazione dello sconto. In generale va segnalato che il 34,1% degli intervistati sostiene che nella farmacia in cui si serve abitualmente viene applicato lo sconto sui farmaci senza ricetta. (fig.8) Fig. 8 Nella sua farmacia attualmente viene applicato lo sconto sui farmaci senza ricetta? (v.%) si; 34,1 non so; 36,9 no; 29,0 La situazione appare piuttosto diversificata tra le diverse aree del Paese, con una maggiore diffusione di nuovo nel Nord-Ovest ed una minore al Centro (fig.9) Fig.9 Applicazione degli sconti per ripartizione territoriale (v.% ) 100,0 80,0 60,0 40,0 44,9 39,1 27,1 33,8 34,9 30,7 34,4 29,8 25,3 32,3 31,7 36 36,9 34,1 29,0 Sud/Isole Totale 20,0 0,0 Nord-Ovest Nord-Est Centro si no non so Tuttavia non è certo irrilevante la quota di intervistati che non sa pronunciarsi in proposito, il che può dipendere da più elementi (lo scarso contatto con la farmacia, la farmacia non li pratica o comunque l’intervistato non ne ha usufruito o, ancora la farmacia non pubblicizza abbastanza l’applicazione degli sconti) segnalando comunque una attenzione limitata a questo aspetto da parte dell’utente. In questo senso vanno anche le indicazioni degli intervistati in merito all’impatto di uno sconto particolarmente vantaggioso. La stragrande maggioranza degli intervistati (78,9%) afferma che lo sconto non ha nessuna conseguenza sulle proprie abitudini di consumo a fronte del 15,3% che viene indotto a comprare un farmaco diverso quello abituale non scontato e dal 5,8% che decide di approfittare dello sconto per fare scorta dei farmaci di uso abituale. (fig. 10) Fig. 10 Comportamenti di fronte ad uno sconto molto vantaggioso (v.% ) 5,8 15,3 78,9 fare scorta di farmaci che usa abitualmente comprare un farmaco diverso da quello abituale che non e' scontato o ha uno sconto minore la cosa è indifferente, non modifica le abitudini di consumo La tendenza a fare scorte, con la possibilità di conseguenze negative in termini di uso improprio e spreco dei farmaci acquistati senza necessità, appare più diffusa al Sud (8,4%) e più in generale, su tali comportamenti hanno comunque un certo impatto l’età ed il titolo di studio. Sono più suscettibili agli sconti i più giovani, mentre a partire dai 45 anni di età ed in misura ancora maggiore tra gli ultrasessantaquattrenni gli intervistati si dichiarano assai poco influenzabili dagli sconti anche rilevanti. (tab.2) Tab. 2 Comportamenti in presenza di uno sconto particolarmente vantaggioso per classe di età (val.%) classe di età 18-24 25-44 45-64 oltre 64 Totale Fa scorta di farmaci che usa 11,4 6,4 3,8 4,8 5,8 abitualmente Compra un farmaco diverso da quello abituale che non 24,8 17,4 12,9 9,6 15,3 è scontato o ha uno sconto minore La cosa è indifferente, non 63,8 76,2 83,3 85,6 78,9 modifica le abitudini di consumo Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Fonte: indagine Federfarma 2006 I laureati sono più inclini a sostituire il farmaco abituale non scontato con quello con sconto maggiore ma non fino al punto di fare scorte. Viceversa, chi ha un titolo di studio meno elevato appare più indifferente alla presenza dello sconto anche se, pur nell’ambito di percentuali molto ridotte, può venire maggiormente indotto a fare scorta di farmaci molto scontati. (tab.3) Tab. 3 Comportamenti in presenza di uno sconto particolarmente vantaggioso per titolo di studio (val.%) Fa scorta di farmaci che usa abitualmente Compra un farmaco diverso da quello abituale che non è scontato o ha uno sconto minore La cosa è indifferente, non modifica le abitudini di consumo Totale Titolo di studio Fino a Media Scuola inferiore elementare 6,6 6,3 Media superiore Laurea Totale 5,3 5,8 5,8 10,2 13,3 16,1 21,0 15,3 83,2 80,4 78,6 73,2 78,9 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Fonte: Fonte: indagine Federfarma 2006 L’insieme dei comportamenti analizzati permette quindi di rilevare un modello di consumo di farmaci senza ricetta abbastanza peculiare, in cui la decisione d’acquisto è sostanzialmente influenzata dalla conoscenza diretta del farmaco da parte dell’utente e, in seconda istanza, dal consiglio del farmacista, interlocutore esperto privilegiato quanto ci si muove nel campo dei farmaci senza obbligo di prescrizione. Gli elementi in grado di influenzare la domanda tipica dei beni di consumo (prezzo, marchio, pubblicità-ammessa nel caso dei farmaci da banco o OTC) appaiono quasi del tutto irrilevanti (sono citati da poco più dell’1% dei campione), il che contribuisce a spiegare anche la scarsa attenzione agli sconti (il 36,9% degli intervistati non sa se sono applicati nella farmacia in cui si serve abitualmente) e la tendenza dichiarata a non modificare le proprie abitudini di consumo (cambiando farmaco o facendo scorte) pur in presenza di sconti vantaggiosi. Anche il farmaco senza ricetta continua dunque ad essere percepito come un presidio per la salute e non come un comune bene di consumo sulla cui scelta pesano l’efficacia provata dall’esperienza personale ed il consiglio dell’esperto al momento dell’acquisto. Se è vero che la stessa possibilità di sostituzione del farmaco con uno generico equivalente meno costoso appare piuttosto diffusa (quasi la metà degli intervistati (46,4%) ha accettato la sostituzione proposta dal farmacista a favore di un farmaco generico–equivalente più vantaggioso economicamente, il 42,4% lo ha fatto qualche volta e solo l’11,2% ha sempre rifiutato) essa appare poco legata al risparmio che può assicurare quanto piuttosto al valore attribuito al consiglio del farmacista o alla diffusa conoscenza delle caratteristiche del farmaco generico come effettivamente equivalente e di pari efficacia (il 73,4% sa cosa sono i farmaci generici-equivalenti). 5. Le opinioni e gli atteggiamenti nei confronti della legge 149/2005 A fronte dell’analisi dei comportamenti meritano dunque attenzione le opinioni fornite dagli intervistati in merito alla legge 149/2005 ed ai singoli provvedimenti che la sostanziano nonché sull’ipotesi di liberalizzazione della vendita dei farmaci senza ricetta (SOP e OTC) per renderli disponibili fuori dalla farmacia. Un primo ed importante aspetto è legato al fatto che l’informazione sui diversi aspetti della legge appare differenziato. Mentre è ampia la maggioranza del campione (78,0%) che è al corrente della sostituibilità, (cioè dell’ obbligo per il farmacista di informare della possibilità ed eventualmente sostituire il farmaco prescritto con uno equivalente di prezzo più basso, a condizione che il medico non scriva nella ricetta non sostituibile e che il cittadino acconsenta), è di poco superiore al 50% la quota di chi è al corrente della possibilità di sconti sui farmaci senza ricetta. Decisamente più ridotte sono le percentuali di chi conosce la lista di trasparenza dei farmaci non rimborsati, che riporta i diversi prezzi dei farmaci equivalenti (20,5%) e sa del blocco temporaneo dei prezzi, che rimangono fissati dal produttore e possono essere aumentati solo nel gennaio degli anni dispari, a partire dal gennaio 2007 (14,3%) (Fig. 11) 100 90 80 Fig. 11 Livello di conoscenza degli intervistati delle diverse misure introdotte dalla legge 49/2005 (% di chi ha risposto sì) 78,0 70 60 51,0 50 40 30 20,5 20 10 0 Sostituibilità dei farmaci di Sconti sui farmaci senza fascia C con ricetta ricetta Lista di trasparenza dei farmaci non rimborsati 14,3 Blocco dei prezzi Mentre, come prevedibile, tra i laureati è sempre più elevato il livello di conoscenza dichiarato su tutti gli aspetti della legge, al Sud è tendenzialmente più ridotta la quota di chi si dichiara informato sugli aspetti più noti e lo stesso si registra tra i più giovani e, seppure in misura meno netta, tra gli uomini (tabb. 4 e 5). Tab. 4 Intervistati che conoscono o hanno sentito parlare dei diversi della legge 149/2005 per ripartizione geografica* (v. %) Ripartizione geografica Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Sostituibilità dei 82,5 83,1 80,3 70,3 farmaci con ricetta Sconti sui farmaci 57,2 49,2 50,5 47,4 senza ricetta Blocco dei prezzi 13,0 11,6 18,7 14,2 Lista dei farmaci 16,7 23,3 20,2 22,1 aspetti Totale 78,0 51,0 14,3 20,5 * % di coloro che hanno risposto "sì" Fonte: indagine Federfarma 2006 Tab. 5 Intervistati che conoscono o hanno sentito parlare dei diversi aspetti della legge 149/2005 per classe d'età* (v. %) classe di età 18-25 25-44 45-64 oltre 64 Totale Sostituibilità dei farmaci con ricetta 50,5% 76,0% 87,7% 81,3% 78,0 Sconti sui farmaci senza ricetta Blocco dei prezzi 33,3 48,1 59,9 51,9 51,0 17,1 12,5 14,5 16,0 14,3 18,7 23,3 18,7 20,5 21,9 Lista dei farmaci * % di coloro che hanno risposto "sì" Fonte: indagine Federfarma 2006 Nonostante i diversi livelli di informazione, la stragrande maggioranza degli intervistati (93,1%) si dichiara comunque favorevole alla legge 149/05, con ridotte differenziazioni legate alle aree geografiche, l’età, il genere ed il livello di istruzione. (fig. 12) Fig.12 Opinioni sulla legge 149/05 (v.%) contrario 6,9 favorevole 93,1 In particolare, con specifico riferimento alla sostituzione, i giudizi positivi fanno essenzialmente riferimento alla possibilità di risparmio garantite dalla normativa (84,4%), con una maggiore incidenza di intervistati che giudicano positivamente tale aspetto tra gli anziani, le donne, i titolari dei titoli di studio meno elevati, mentre la ridotta quota di contrari articola maggiormente le posizioni tra una quota di poco superiore al 50% che dichiara di fidarsi di più della prescrizione medica, ed una quota di circa il 45% che fa riferimento, a vario titolo, alla maggiore fiducia nel farmaco abituale. (fig. 13) Fig. 13 Opinioni sulla sostituibilità dei farmaci (v.%) 1,5 Altro 4,3 17,4 Contrario perché il marchio e' una garanzia di qualita' 21,7 Contrario perché ho piu' fiducia in quello che ha scritto il medico 55,1 1,5 5,8 Favorevole perché ho fiducia nei farmaci equivalenti 8,3 84,4 Favorevole perché fa risparmiare 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Per quel che concerne le opinioni sull’introduzione degli sconti, di nuovo tra i favorevoli (che rappresentano il 93,1% del campione) appare decisamente prevalente (92,1%) la motivazione del risparmio, mentre tra la quota minoritaria dei contrari si ritrovano posizioni più articolate, tra le quali risulta prevalente quella che non ritiene corretto introdurre una alterazione del prezzo unico su tutto il territorio nazionale per un bene che è un farmaco e non un bene di consumo qualunque. (fig. 14) Fig. 14 Opinioni sugli sconti (v.%) 3,0 A ltro 8,7 Co ntrario perché pesa po co sulla po ssibilita' di risparmio 10,1 Co ntrario perché era meglio agire sul prezzo deciso dai pro dutto ri 13,0 Co ntrario perché crea disparita' tra i cittadini Co ntrario perché le farmacie no n so no nego zi co me gli altri e no n po sso no co nco rrere sul prezzo 14,5 18,8 Co ntrario puo ' indurre co nsumi impro pri o indirizzati 31,9 Co ntrario perché i farmaci devo no avere stesso prezzo o vunque A ltro 0,2 Favo revo le perché i farmaci senza ricetta so no pro do tti co mmerciali co me altri 0,8 6,9 Favo revo le perché aumenta la co nco rrenza tra farmacie 92,1 Favo revo le perché fa risparmiare 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 La possibilità di risparmiare, che costituisce l’elemento di positività richiamato pressoché unanimemente dalla quasi totalità degli intervistati che hanno espresso un parere favorevole alla legge 149/05, rappresenta per il 74,2% del campione un obbiettivo raggiunto. Per poco meno di un quinto del campione questa possibilità di risparmio è comunque limitata e per il 6% circa di fatto non c’è. (fig.15) Fig.15 La legge 149/05 dà la possibilità di risparmiare sull'acquisto dei farmaci senza ricetta? 5,8 0,6 19,4 74,2 Si Si, ma in misura poco significativa No Non so Sono un po’ più convinti della possibilità di risparmio garantita dalla normativa gli abitanti del Centro e del Sud (75,8% e 75,3%) i più giovani (79,0%) ed i più anziani (78,9%) e meno i laureati (69,6%) forse anche per una diversa sensibilità alle variazioni di prezzo. (tabb.6 e 7) Tab. 6 Opinioni sull’effettivo risparmio garantito dalla legge 149/2005 per classe d'età (v. %) La norma dà la possibilità di risparmiare sull’acquisto dei farmaci senza classe di età ricetta? 18-25 25-44 45-64 oltre 64 Totale 79,0 72,1 72,6 78,9 74,2 23,0 19,6 12,8 19,4 4,6 0,3 100,0 6,6 1,2 100,0 8,0 0,3 100,0 5,8 0,6 100,0 Sì Sì, ma in misura 17,1 poso significativa 3,8 No 0,1 Non so 100,0 Totale Fonte: indagine Federfarma 2006 Tab. 7 Opinioni sull’effettivo risparmio garantito dalla legge 149/2005 per titolo di studio (v. %) Titolo di studio Fino a Scuola Media Media Laurea Totale elementare inferiore superiore 78,1 73,4 Sì Sì, ma in misura 13,9 20,3 poso significativa 6,6 6,3 No 1,4 Non so 100,0 100,0 Totale Fonte: Fonte: indagine Federfarma 2006 74,7 19,4 69,6 23,9 74,2 5,3 0,6 100,0 5,8 0,7 100,0 5,8 0,6 100,0 19,4 Appare comunque piuttosto evidente la graduazione delle responsabilità attribuite ai soggetti che potrebbero incidere di più sulla possibilità di risparmio nell’acquisto dei farmaci senza ricetta (fig. 16): • per la maggioranza relativa (43,3%) è il Ministero il soggetto che più potrebbe incidere su questa possibilità di risparmio fissando a monte i criteri di formazione dei prezzi; • per il 36,5%, i soggetti chiave rispetto alla possibilità di risparmiare di più sono invece i produttori che, in quanto soggetti a cui è attribuita la facoltà di fissare il prezzo, potrebbero diminuirlo alla fonte; • infine per il 19,5% il soggetto che potrebbe incidere di più è il farmacista attraverso un aumento della quota di sconto e l’estensione dello sconto a tutti i farmaci senza ricetta. Fig. 16 I soggetti che potrebbere incidere di più sul risparmio nell'acquisto dei farmaci senza ricetta (v.%) 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 43,3 36,5 19,5 0,7 Il Ministero della salute fissando a monte i criteri di formazione del prezzo Il produttore, che e' il Il farmacista soggetto che fissa il aumentando la quota prezzo, diminuendo il di sconto e prezzo alla fonte praticandola su tutti i farmaci senza ricetta Altro Il farmacista è dunque il soggetto che viene chiamato in causa dal numero minore di intervistati; e tale quota si abbassa ulteriormente all’innalzarsi del livello di istruzione dei rispondenti mentre presenta un andamento opposto con riferimento agli altri soggetti. Sono infatti più alte le quote di laureati che chiamano in causa Ministero e produttori, evidenziando una maggiore conoscenza dei meccanismi di formazione del prezzo ed attribuendo all’ultimo soggetto della filiera una capacità di incidenza sulla quota di risparmio ottenibile meno consistente (tab.8). Tab. 8 Opinioni sui soggetti in grado di incidere maggiormente sulla possibilità di risparmioper titolo di studio (v. %) Titolo di studio Fino a Media Media Laurea Totale Scuola inferiore superiore elementare Il Ministero della salute fissando a monte i 41,6 44,4 41,9 45,7 43,3 criteri di formazione del prezzo Il produttore, che e' il soggetto che fissa il 29,9 31,1 42,2 37,0 36,5 prezzo, diminuendo il prezzo alla fonte Il farmacista aumentando la quota di 27,0 23,8 15,7 15,9 19,5 sconto e praticandola su tutti i farmaci senza ricetta 1,5 0,7 0,2 1,4 0,7 Altro 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale Fonte: indagine Federfarma 2006 Infine, sono degni di attenzione i pareri in merito alla vendita dei farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia. La maggioranza del campione (60,6%) si dichiara contraria a questa ipotesi, con una maggiore incidenza tra le donne (66,1% contro il 54,8% degli uomini), gli abitanti nel Sud del Paese (66,3%), i più giovani (72,4%) i titolari dei livelli di istruzione meno elevati (70,1% e 66,8%). (figg.17 e 18) Fig.17 Opinioni sulla vendita dei farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia (v.%) favorevole 39,4 contrario 60,6 Fig. 18 Opinioni sulla vendita di farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia (v.%) 100 80 60,6 60 40 39,4 66,3 55,0 45,0 56,1 43,9 33,7 60,6 39,4 20 0 Nord-ovest Nord-Est Centro favorevole Sud-Isole Totale contrario Di particolare interesse sono inoltre le motivazioni addotte dai favorevoli e dai contrari alla possibilità di vendita fuori dalla farmacia (fig. 19). Tra i favorevoli (39,4% del campione), la motivazione più richiamata è la possibilità di una diminuzione dei prezzi per l’aumento della concorrenza connesso al superamento dell’esclusività della vendita in farmacia ed alla diversificazione delle strutture di offerta (36,3%) a cui fa seguito una percentuale di poco inferiore di intervistati (33,0%) che richiama un criterio assolutamente pratico, cioè la comodità di comprare farmaci facendo la spesa. I favorevoli con riserva, che assegnano valore alla figura del farmacista piuttosto che al servizio complessivo reso dalla farmacia, e che accettano che i farmaci senza ricetta si possano vendere fuori dalla farmacia a condizione che sia garantita la presenza di un farmacista rappresentano una quota ancora inferiore (il 30% circa) ripartita tra chi vorrebbe che il farmaco sia comunque consegnato da un farmacista a prescindere dal luogo di vendita (25,1%) ed chi si sentirebbe garantito dalla semplice presenza del farmacista anche in una situazione in cui è possibile il selfservice (5,6%). Tra i contrari (60,6%), la maggioranza degli intervistati (55,2%) afferma la natura peculiare del farmaco che non può essere assimilato ad un bene di consumo qualsiasi e che proprio per il suo carattere di strumento per la salute può essere venduto solo in farmacia proprio in quanto presidio del SSN. Anche la preoccupazione citata dalla quota immediatamente inferiore di intervistati (42,7%) ha a che vedere con le caratteristiche e la funzione del farmaco come prodotto per la salute e fa riferimento alla possibilità di incrementare un uso improprio dei farmaci con un impatto negativo in termini di aumento di rischi per la salute. Assolutamente residuale la quota di chi si preoccupa degli effetti di spreco economico dovuta alla possibilità di un aumento dell’acquisto di farmaci inutili. (2,1%) FIg. 19 Opinioni sulla vendita dei farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia (v.%) Contrario perché potrebbe aumentare gli sprechi (acquisto di farmaci inutili) 2,1 Contrario perché potrebbe comportare un aumento dell'uso improprio di farmaci senza ricetta con rischi di salute 42,7 Contrario perché non sono beni di consumo, ma farmaci e vanno venduti solo in farmacia che fa parte del SSN 55,2 Favorevole purche' dovunque si vendono farmaci ci sia sempre un farmacista anche con il self-service 5,6 Favorevole purche' il farmaco sia sempre consegnato da un farmacista 25,1 Favorevole perche' sarebbe comodo comprare i farmaci senza ricetta facendo la spesa 33,0 Favorevole perche' ci sarebbe maggiore concorrenza ed i prezzi sarebbero piu' bassi 36,3 0 10 20 30 40 50 Qualche significativa articolazione delle opinioni tra i favorevoli si riscontra in base al genere, con il 44,1% degli uomini a fronte del 26,4% delle donne che richiama le conseguenze in termini di riduzione dei prezzi garantita dalla maggiore concorrenza, e percentuali praticamente inverse ( 25,9% degli uomini e 41,4% delle donne) che fa riferimento al vantaggio pratico dell’acquistare farmaci mentre si fa la spesa. Questo stesso vantaggio è più richiamato tra i più giovani (48,3%), che in una quota anch’essa superiore alla media sono favorevoli all’approccio self-service con la presenza del farmacista (17,2%). Al criterio pratico accennano di più anche i titolari di livelli di istruzione più bassi (39% e 36%). Fanno riferimento in quota maggiore alla possibilità di riduzione dei prezzi i giovani adulti (dai 25 ai 44 anni) con il 60 41,9% ed i laureati (40,5%), mentre è superiore alla media la percentuale di anziani favorevoli con riserva (31,5%) e di intervistati con il più basso livello di istruzione (31,7%), che vorrebbero essere garantiti dalla presenza del farmacista in un punto vendita diverso dalla farmacia (figg. 20 e 21). Fig. 20 Opinioni favorevoli alla vendita dei farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia per classi d'età (v.%) 80 70 60 50 40 30 20 48,3 13,8 17,2 20,7 41,9 35,6 36,9 26,3 25,7 6,1 10 0 18-24 anni 25-44 anni 32,9 31,5 31,5 23,8 3,7 45-64 anni 36,3 33,0 25,1 4,1 >64 anni 5,6 Totale Favorevole purche' il farmaco sia sempre consegnato da un farmacista Favorevole purche' dovunque si vendono farmaci ci sia sempre un farmacista anche con il self-service Favorevole perche' ci sarebbe maggiore concorrenza ed i prezzi sarebbero piu' bassi Favorevole perche' sarebbe comodo comprare i farmaci senza ricetta facendo la spesa Fig. 21 Opinioni favorevoli alla vendita di farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia per titolo di studio (v.% ) 60 50 40 39,0 36,835,8 31,7 26,8 30 40,5 36,8 34,5 29,1 23,2 25,3 22,4 36,3 33,0 25,1 20 10 2,5 4,2 6,3 5,1 5,6 0 Fino alla scuola elementare Media inferiore Media superiore Laurea Totale Favorevole purche' il farmaco sia sempre consegnato da un farmacista Favorevole purche' dovunque si vendono farmaci ci sia sempre un farmacista anche con il selfservice Favorevole perche' ci sarebbe maggiore concorrenza ed i prezzi sarebbero piu' bassi Favorevole perche' sarebbe comodo comprare i farmaci senza ricetta facendo la spesa Con riguardo all’articolazione delle opinioni dei contrari, sono i più giovani (55,3%) ed i laureati (52,5%) a motivare in misura maggiore il parere contrario con la preoccupazione per un aumento dell’uso improprio dei farmaci con rischi per la salute, mentre gli intervistati con il livello di istruzione più basso (61,4%) ed i più anziani (63,2%) indicano in misura maggiore rispetto al campione il riferimento al carattere peculiare del bene farmaco che può essere pertanto venduto solo in farmacia, in quanto presidio del Ssn (figg. 22 e 23). Fig,22 Opinioni contrarie alla vendita di farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia per età (v.% ) 70 63,2 60,7 55,3 60 55,2 50,6 50 45,7 44,7 42,7 37,0 40 36,8 30 20 10 3,7 2,3 2,1 0 18-24 anni 25- 44 anni 45- 64 anni >64 anni Tot ale Contrario perché non sono beni di consumo, ma farmaci e vanno venduti solo in farmacia che fa parte del SSN Contrario perché potrebbe comportare un aumento dell'uso improprio di farmaci senza ricetta con rischi di salute Contrario perché potrebbe aumentare gli sprechi (acquisto di farmaci inutili) Fig. 23 Opinioni contrarie alla vendita di farmaci senza ricetta fuori dalla farmacia per titolo di studio (v.%) 80 70 60 50 40 30 20 10 0 61,4 59,2 36,5 47,552,5 51,947,3 36,1 2,1 Fino alla scuola elementare 4,7 Media inferiore 2,1 0,8 Media superiore 55,2 42,7 Laurea Totale Contrario perché non sono beni di consumo, ma farmaci e vanno venduti solo in farmacia che fa parte del SSN Contrario perché potrebbe comportare un aumento dell'uso improprio di farmaci senza ricetta con rischi di salute Contrario perché potrebbe aumentare gli sprechi (acquisto di farmaci inutili) 6. La campagna di informazione Per quanto riguarda l’impatto della campagna, va innanzitutto sottolineato che risulta piuttosto elevato il dato sul ricordo spontaneo delle campagne: il 10,2 % del campione afferma di aver visto e/o sentito parlare della campagna stampa di Federfarma. Si tratta di un dato al di sopra della media del ricordo pubblicitario spontaneo che si attesta intorno al 6% per le campagne pubblicitarie di varie categorie di prodotti e che è tendenzialmente più basso per le campagne che hanno utilizzato solo la stampa (intorno all’1,4 –2%). Inoltre, non va sottovalutato che si tratta di una valutazione di impatto parziale, che ha avuto luogo a circa metà della programmazione della campagna, iniziata il 28 febbraio 2005, dal momento che le interviste sono state realizzate nel mese di aprile. In particolare, sono risultate tendenzialmente più elevate le percentuali di chi ricorda la campagna tra gli abitanti del Nord del paese, mentre la più bassa si rileva al Centro (fig.1). Inoltre, il ricordo risulta maggiore tra gli uomini (fig.2) e tra gli intervistati adulti (fig.3) che rappresentano il pubblico d’elezione dei quotidiani. Fig.1 L'impatto della campagna di comunicazione Fedefarma sulla farmacia per ripartizione geografica (v.% ) 20 15 11,9 11,1 9,6 10,2 Sud/Isole Totale 8,1 10 5 0 Nord-Ovest Nord-Est Centro Fig. 2 L'impatto della campagna di comunicazione Fedefarma sulla farmacia per genere (v.%) 9,4 11,1 maschio femmina Fig.3 L'impatto della campagna di comunicazione Fedefarma sulla farmacia per età (v.% ) 20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 8,6 18-24 anni 9,7 25-44 anni 11,0 10,7 10,2 45-64 anni >64 anni Totale