Produzione e fatturato dell`industria, il RPI “beni di consumo durevoli

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Produzione e fatturato dell`industria, il RPI “beni di consumo durevoli
Produzione e fatturato dell’industria, il RPI “beni di consumo durevoli”
Andrea Salustri, [email protected]
Obiettivi del rapporto
Siete stati da poco assunti dall’impresa BCD S.p.A., quando il vostro capo vi chiama e vi chiede di presentare un breve
rapporto che offra, relativamente agli ultimi due anni, una risposta alle seguenti domande.
1.
Come valutate le performance del settore «beni di consumo durevoli» in termini di produzione industriale rispetto
all’andamento generale della produzione industriale in Italia?
2.
Come valutate le performance del settore «beni di consumo durevoli» in termini di fatturato rispetto all’andamento
generale del fatturato in Italia?
3.
Nel complesso, i livelli di fatturato delle imprese italiane sono in linea con gli andamenti della produzione industriale?
4.
Le tendenze emerse a livello aggregato sono confermate se si fa riferimento alla sola componente «beni di consumo
durevoli»?
Sintesi del rapporto
1. Le performance in termini di produzione industriale del settore BCD sono inferiori a quelle dell’industria italiana nel
complesso. Infatti, con riferimento ai dati destagionalizzati, si osserva un divario significativo tra il 2014 e il 2016, con
una crescita della produzione industriale complessiva e fronte di una variazione nulla o debolmente negativa per il settore
BCD (v. grafico 2). Anche con riferimento ai dati grezzi, si nota una minore capacità del settore BCD di recuperare il
livello base misurato del 2010 (v. grafico 1).
Grafico 1 – IPI: industria in generale e RPI “beni di consumo
durevoli” (dati grezzi, base 2013 = 100).
Grafico 2 – IPI: industria in generale e RPI “beni di consumo
durevoli” (dati destagionalizzati, base: aprile 2015 = 100).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
2. Le performance in termini di fatturato del settore BCD sono lievemente inferiori a quelle dell’industria italiana nel
complesso se si considera, con riferimento ai dati corretti per gli effetti di calendario, la capacità di attestarsi sul livello
misurato del 2010 (anno base) (v. Grafico 3). Tuttavia, con riferimento ai dati destagionalizzati, il divario osservato in
termini di crescita (complessivamente positiva per la componente BCD, nulla o debolmente negativa per il fatturato
dell’industria italiana nel complesso) sembra suggerire una qualche forma di convergenza del fatturato realizzato dalla
vendita di BCD rispetto al fatturato complessivo realizzato dall’industria italiana (v. Grafico 4).
Grafico 3 – IFI: industria in generale e RPI beni di consumo
durevoli (dati corretti per gli effetti di calendario, base 2010=100).
Grafico 4 – IFI: industria in generale e RPI beni di consumo
durevoli (dati destagionalizzati, base aprile 2015 = 100)
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
3. Produzione industriale e fatturato generale dell’industria hanno andamenti simili, anche se la produzione industriale si
attesta su valori sensibilmente inferiori al dato misurato nell’anno base (v. grafico 5). Tale risultato può essere dovuto al
fatto che la produzione industriale è misurata in termini di quantità, mentre il fatturato incorpora anche l’andamento dei
prezzi di vendita.
Dall’analisi dei dati destagionalizzati, tuttavia, escludendo il dato anomalo di agosto 2016, sembra emergere una qualche
forma di convergenza tra produzione e fatturato, grazie al forte aumento di quest’ultimo nel corso dell’estate del 2016 (v.
grafico 6).
Grafico 5 – IPI e IFI a confronto per l’industria in generale
(dati corretti per gli effetti di calendario base: 2010 = 100).
Grafico 6 – IPI e IFI a confronto per l’industria in generale
(dati
destagionalizzati,
base:
aprile
2015
=
100).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
4. Limitando l’analisi al settore dei beni di consumo durevoli, produzione industriale e fatturato generale dell’industria
hanno andamenti simili se si fa riferimento ai dati corretti per gli effetti di calendario. L’analisi dei dati destagionalizzati,
tuttavia, rende evidente l’esistenza di una qualche forma di divergenza nella dinamica dei due aggregati. In particolare,
mentre l’indice generale di fatturato dell’industria mostra un andamento crescente, la produzione industriale ha un
andamento più altalenante.
Grafico 7 – IPI e IFI per il RPI “beni di consumo durevoli” (dati
corretti per gli effetti di calendario base: 2010 = 100).
Grafico 8 – IPI e IFI a confronto per l’RPI “Beni di consumo
durevoli” (dati destagionalizzati, base: aprile 2015 = 100).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
Fonte: ns elaborazione su dati ISTAT (2016).
Nota informativa
La Nota Metodologica dell’ultimo Comunicato Stampa pubblicato dall’Istat in relazione agli andamenti della produzione
industriale definisce l’indice della produzione industriale (IPI) come una misura dalla “variazione nel tempo del volume
fisico della produzione effettuata dall’industria in senso stretto (ovvero dell’industria con esclusione delle costruzioni)”
(ISTAT, 2016a) 1. L’indice della produzione industriale viene costruito a partire dai risultati di una rilevazione statistica
campionaria condotta presso le imprese che misura il volume di produzione dei beni inclusi in un paniere rappresentativo
di prodotti. Ciò consente di calcolare numeri indici per voci di prodotto che, a loro volta, sono sintetizzati per attività
economica secondo la formula di Laspeyres. A partire dal comunicato stampa relativo a gennaio 2013 l’indice viene
calcolato con base 2010=100.
La Nota Metodologica dell’ultimo Comunicato Stampa pubblicato dall’Istat in relazione agli andamenti di fatturato ed
ordinativi dell’industria fornisce, invece, una definizione dell’indice del fatturato generale dell’industria (IFI).
Quest’ultimo “misura l’andamento nel tempo dell’ammontare delle vendite delle imprese industriali, limitatamente alle
attività economiche estrattive e manifatturiere. Sono escluse le industrie dell’energia elettrica e del gas” (ISTAT, 2016b)2.
I dati provenienti dalle imprese, opportunamente aggregati, permettono il calcolo degli indici elementari riferiti al gruppo
di attività economica. Gli indici elementari sono calcolati separatamente per il mercato interno e per quello estero e,
all’interno di questa seconda componente, per l’area euro e l’area non euro. Le sintesi per livelli di aggregazione
successiva avvengono utilizzando la struttura di ponderazione riferita all’anno base. A partire dal comunicato stampa
relativo a gennaio 2013 l’indice viene calcolato con base 2010=100.
Entrambi gli indici (IPI e IFI) sono calcolati per sia a livello aggregato che per Raggruppamenti Principali di Industrie
(beni di consumo durevoli, beni di consumo non durevoli, beni strumentali, beni intermedi e energia). In aggiunta agli
indici originali (cosiddetti “grezzi”) vengono pubblicati gli indici corretti per gli effetti di calendario e gli indici
destagionalizzati.
1
http://www.istat.it/it/files/2016/11/CS_Produzione-industriale_settembre-2016.pdf?title=Produzione+industriale++10%2Fnov%2F2016+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf
2
http://www.istat.it/it/files/2016/10/fonw1608.pdf?title=Fatturato+e+ordinativi+dell%E2%80%99industria++25%2Fott%2F2016+-+Testo+integrale.pdf