L`Unione Sarda - Domus Karalitanae

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IL RACCONTO. Pierpaolo Defraia lavora nella spiaggia dei Centomila da quasi trent'anni
E sui gay che si baciano: «Meglio di attaccabrighe e vandali»
Giovedì 12 agosto 2010
Il Poetto è migliorato rispetto a trent'anni fa. Parola di chi ci lavora dal 1983.
uando ha cominciato, quasi trent'anni fa, aveva a che fare con un Poetto diverso da questo. Addirittura “peggiore”. Difficile credergli
se si analizzano gli innumerevoli episodi che hanno caratterizzato il lungomare cagliaritano negli ultimi tempi. Eppure «la situazione
sta andando verso il miglioramento». Pierpaolo Defraia non ha dubbi al riguardo. E il suo parere non è certo campato per aria. Dal 1983
ha iniziato a lavorare come bagnino per diverse aziende, fino a diventare dipendente della cooperativa Golfo degli angeli, nella quale ora,
all'età di 48 anni, segue anche altri aspetti direzionali.
«Qui ho cominciato nell'85», racconta, «c'erano ancora i casotti. A quei tempi il colpo d'occhio che si aveva la domenica sera era peggio di
quello di oggi: la spiaggia era un immondezzaio. Ora è sporca, è vero, ma meno di prima. C'è maggiore coscienza sociale. Anni fa non c'era
l'anziana signora che ti faceva la ramanzina se abbandonavi una busta di rifiuti. Siamo migliorati». Non solo. «Dopo il ripascimento forse
tutti avvertono come un senso di colpa e allora l'arenile viene pulito molto più spesso».
TURISTI Ma è un Poetto sempre più turistico. «Farlo diventare un quartiere residenziale è stata una forzatura. Lo è tuttora. Ma molti
privati hanno capito che è questa la sua destinazione, infatti stanno nascendo sempre più Bed and breakfast. Purtroppo ora ci sono regole
troppo bigotte che vogliono farlo diventare un dormitorio. I bagnanti se ne lamentano continuamente. Viviamo in una città di frustrati, ma
molti si stanno svegliando e pian piano le cose cambieranno».
I GAY È anche un Poetto sicuro. «Ogni tanto si sente ancora parlare di “furti con destrezza” in spiaggia libera, ma meno di prima. Non ci
sono più nemmeno gli attaccabrighe di un tempo. Soprattutto di notte. Ricordo che anni fa erano frequenti gli atti di vandalismo. Anche la
nostra struttura veniva presa come bersaglio: lanciavano bottiglie e pietre, rompevano ombrelloni e gazebo». Poi? «Un chiosco ha
contribuito a migliorare la situazione. Da quando c'è una nuova gestione ha iniziato ad essere frequentato da un pubblico prevalentemente
omosessuale, e l'ambiente si è ripulito. Non era mai stato tanto educato e rispettoso. Si può dire che i gay hanno bonificato la zona». Quegli
stessi gay che tanto hanno fatto parlare ultimamente per alcune effusioni in spiaggia. «Capisco il comune senso del pudore, ma certe
persone esagerano. A volte alcuni clienti mi chiedono di andare a dire a donne in topless di coprirsi. Roba da matti».
Però la situazione di ora non è certo ottima. «Il litorale è morto. Troppi limiti, troppe regole puntigliose. La sera è desolante. I cagliaritani
che vanno al mare non fanno altro che parlarne. Ma non si arrabbiano. È peggio: ormai sono rassegnati. Bisognerebbe capire che una città
la si rende turistica con la tolleranza».
STEFANO CORTIS
04/05/11 17.17