Piergiorgio Welby: non era eutanasia.
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Piergiorgio Welby: non era eutanasia. 1 di 3 http://www.bloggers.it/pavani/index.cfm?blogaction=permalink&id=... - Apri il tuo blog su Bloggers.it - Annunci Google Leggi Italia Legge Governo Decreti Legge Legge Europea - il blog di Davide Pavani politica, cultura e democrazia Home Chi sono Islam e Democrazia Fotografie Sondaggi Articoli Scrivimi attualità 1 febbraio 2007 PIERGIORGIO WELBY: NON ERA EUTANASIA. Autore: Davide Pavani Reti: Lobbying in Italia Public Affairs e comunicazione Un network per decidere www.retionline.it Gli altri post (per mese) Aprile 2007 Febbraio 2007 Gennaio 2007 Dicembre 2006 Novembre 2006 Ottobre 2006 Settembre 2006 In primo piano Intervento di Giovanni Guzzetta (Orvieto, 7.10.2006) In favore del Referendum Elettorale volto a rafforzare stabilità di governo e il bipolarismo, pubblico questo intervento del prof.Guzzetta, presidente del Comitato Promotore. Cristianesimo e democrazia Relazione di Nereo Tiso (diocesi di Padova) per la conferenza su "religione democrazia", Thiene (VI), 29 novembre 2006 (rassegna "L'incontro" a cura dell'ass.Akwaaba) La laicità come metodo articolo tratto dalla rivista telematica Sintesi Dialettica. Al termine dell'articolo, un commento di Davide Pavani. Discorso del papa sulla laicità Pubblico qui il discorso tenuto da papa Benedetto XVI il 09.12.2006 in occasione del convegno nazionale dei giuristi cattolici italiani The Iran plans inchiesta di Seymour Hersh (The New Yorker) sui piani strategici dell'amministrazione Bush contro l'Iran Islam e democrazia un punto di partenza per studiare e capire il complesso rapporto tra islam e democrazia ...e altro ancora nella sezione ARTICOLI. Mailing List "BlogPavani" Per ricevere via e-mail le pubblicazioni del blog, per dibattere e proporre testi da pubblicare, iscriviti alla mailing list "BlogPavani", attiva su Yahoo!Gruppi. Piergiorgio Welby non è morto per eutanasia. Ma cos'è l'eutanasia? Credo che il modo più semplice per capirlo sia chiarire bene cosa non è: “da essa [infatti] va distinta la decisione di rinunciare al cosiddetto «accanimento terapeutico», ossia a certi interventi medici [...] sproporzionati ai risultati che si potrebbero sperare o [...] troppo gravosi [...]. In queste situazioni, quando la morte si preannuncia imminente e inevitabile, si può in coscienza «rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, senza tuttavia interrompere le cure normali dovute all'ammalato in casi simili». [...] Occorre cioè valutare se i mezzi terapeutici a disposizione siano oggettivamente proporzionati rispetto alle prospettive di miglioramento. La rinuncia a mezzi straordinari o sproporzionati non equivale al suicidio o all'eutanasia; esprime piuttosto l'accettazione della condizione umana di fronte alla morte.” Chi scrive è Giovanni Paolo II, nell'enciclica Evangelium Vitae (par.65), e sembra non vi sia nelle sue parole alcun disaccordo con la sentenza che scagiona l'anestesista di Piero Welby dall'accusa di eutanasia, giacché ricorrono tutte le condizioni che individuano una rinuncia ad accanimento terapeutico accompagnata da cure palliative (che, peraltro, sono considerate anch'esse lecite dalla Chiesa). A partire da ciò, si possono trarre diverse riflessioni. La prima, è che il codici legali e medico-deontologici italiani includono norme sufficientemente chiare per poter distinguere i casi di eutanasia da quelli di lecita rinuncia a cure mediche “sproporzionate rispetto alle prospettive di miglioramento”, la seconda è che queste norme sono in tutto coincidenti (per quanto concerne i lati giuridici della questione, quindi al di fuori del problema di coscienza dell'ammalato) con quanto il pensiero cristiano ritene legittimo, pur in virtù di una fonte legislativa fondamentale diversa (la Costituzione, anziché la “legge naturale”). Da queste due constatazioni, ne deriva un'altra a mio avviso meno piacevole: il fatto, cioè, che i radicali (tutti i radicali, compresi quelli religiosi) hanno mostrato al mondo la loro ipocrisia ancora una volta. Prima di tutto i laicisti che, strumentalizzando la sofferenza di Welby e la sua legittima pretesa di accettare la morte rinunciando a cure mediche tanto inutili quanto gravose, l'hanno trasformata in un gioco di retorica politica per favorirsi nella loro lotta in favore dell'eutanasia mediante falsi sillogismi, del tipo “Welby ha il diritto di interrompere la cura e poter morire; il diritto di decidere come e quando morire è il diritto all'eutanasia; dunque difendere la causa di Welby è difendere il diritto all'eutanasia”. Ed è semplicemente falso, perché interrompere le cure, nel caso di Welby e in tanti altri casi simili al suo, è stato un atto di accettazione di una morte comunque inevitabile nelle sue cause cliniche e per gli attuali mezzi terapeutici, mentre invece l'eutanasia si qualifica per altri due aspetti (non per forza compresenti): il primo è la scelta di morire indipendentemente dalla prognosi medica, per il desiderio di eliminare al dolore (proprio o altrui) quand'anche la malattia fosse guaribile; il secondo è l'uso di mezzi atti a procurare la morte per impedirne il naturale avvento in quanto eccessivamente doloroso. Senza voler toccare qui il problema della liceità dell'eutanasia (che lascio al libero dibattito pubblico, e sulla quale mi esprimo negativamente), non posso fare a meno di rilevare quanto sia odioso il tentativo di depistare l'opinione pubblica utilizzando menzogne e mezze verità per attirala verso un obiettivo politico. Se infatti gran parte dell'opinione pubblica è ora favorevole all'eutanasia (quella vera), è anche perché è stata favorevole alla scelta di Piergiorgio Welby, gesto che i laicisti hanno voluto annunciare al mondo con il nome di eutanasia. Ma che eutanasia non era affatto! Uno Stato è laico quando: fa le leggi senza considerare i dettami delle dottrine religiose approva leggi che tengano conto delle diverse visioni culturali presenti nella società si rimette all'identità culturale maggioritaria nel paese fa le leggi senza sottostare ad alcuna religione, ma nel rispetto del diritto naturale Vota Collegamenti IPSA portal directory dei 300 migliori siti per la scienza politica, a cura dell'International Political Science Association CSID Center for the Study of Islam and Democracy (Washington DC, USA) The Pew Research Center The Pew R.C. provides information on the issues, attitudes and trends shaping America and the world. Its work is carried out by7projects. 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Già, perché ad un'azione politicamente scorretta dei laicisti, ne hanno opposta un'altra altrettanto sbagliata. Infatti, per quanto pochi tra i cattolici abbiano avuto la faccia tosta di denunciare come eutanasia (in senso giuridico) la scelta di Welby (ma non manca chi ha addirittura parlato di suicidio volontario!), essi hanno in generale opposto un muro di silenzio e indignazione di fronte alle richieste di umana comprensione da parte sua. Opponendo ad esse un tanto fiero quanto inutile inorgoglimento spirituale antilaicista, si sono dimenticati di quanto afferma la propria stessa dottrina, cogliendone solo gli aspetti atti a condannare le intenzioni e senza misurarsi con quelli inerenti i metodi e le situazioni reali. A questo punto è bene ricordare ancora che, con pregevole (e a mio avviso invidiabile) tatto, il card.Martini, senza prendere posizione pro o contro chicchessìa, ha ricordato ai cristiani (e non solo) il loro stesso Magistero in materia di legittimità giuridica della rinuncia alle cure mediche sproporzionate, per cercare, io credo, di riportare la questione entro binari di discernimento e saggezza, e parlarne apertamente, smorzando gli inutili radicalismi su una questione tanto delicata quanto essenziale. La giusta attenzione posta dai cristiani alle norme giuridiche che regolano il dover essere sociale non può infatti misurarsi con le sole intenzioni di chi agisce, ma deve tenere conto dei metodi e delle conseguenze reali dell'azione, nonché delle necessità dell'agente. Condannare Welby per aver avuto l'intenzione e il desiderio di morire è un atto che spetta solo ed esclusivamente a Dio, quanto invece è consentito giudicare all'uomo (e alle sue leggi) è l'azione compiuta, la quale si commisura alla natura della realtà concreta. Ed è in questo contesto che trova legittimità il gesto desiderato da Welby, indipendentemente dalle sue stesse intenzioni. Questo è un fatto concreto che dovrebbe spingere molti cristiani ad uscire da quella scatola di moralismo radicalizzato in cui spesso si trincerano pensando così di far fronte alle anti-catechesi del “mondo”. Sia chiaro, tuttavia, ai più progressisti, che alla Chiesa non serve un Magistero diverso da quello che ha, così come (io credo) non serve allo Stato una legislazione più permissiva su questa materia. Ad esso, piuttosto, serve una regolamentazione in grado di rendere meno ambigue possibili situazioni reali, mediante, per esempio, l'attuazione del “testamento biologico”, senza che ciò implichi il ricorso all'eutanasia. Ciò che occorre al popolo cattolico è piuttosto una più chiara conoscenza del proprio Magistero, unito ad una attenta e ragionata lettura della realtà alla quale esso si applica. In effetti, dal momento che la richiesta di Welby non era giuridicamente un atto di eutanasia, senza necessariamente assecondarne le intenzioni in coscienza (cosa sulla quale nessuno può esprimersi), sarebbe stato opportuno per i cattolici manifestare con chiarezza quanto opportunistiche erano le mosse dei radicali (quelli laicisti) a fronte di una situazione che non avrebbe dovuto richiedere alcuna battaglia, ma solo un po' di ascolto, di amore cristiano e di corretta osservanza della legge. C'è stato troppo rumore e troppo silenzio. Ora, l'assoluzione dell'anestesista che fermò le cure di Piergiorgio Welby e ne consentì la morte è salutata dai più con un brusio indeciso e un po' umiliato: i radicali laicisti indietreggiano con passo felpato cercando di non far notare la loro gaffe (se non era eutanasia, è chiaro che emerge la strumentalizzazione messa in atto), mentre i cattolici più conservatori si trovano di fronte a un bivio: dar torto anche alla commissione medico-deontologica e tacciarla di menzogna, oppure far finta di niente e tornare a far la guerra al “mondo” su altre questioni ancora aperte, nascondendo anche a sé stessi il proprio errore? Oppure, finalmente, cominciare a deporre le armi retoriche e a cercare soluzioni ai problemi alla luce della propria fede? La risposta giusta l'ha già data il card.Martini. Quanto al caso sofferto da Piero Welby, se qualcuno lo avesse veramente ascoltato prima di condannarlo o di osannarlo, avrebbe potuto capire che era un semplice uomo, sofferente, che stava ineluttabilmente morendo, e che desiderava quella morte più di ogni altra cosa, proprio perché non era né un vile, né un eroe. Chiesa Cattolica Italiana sito web ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dottrina sociale della Chiesa Compendio della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, a cura del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (da www.vatican.va) UCOII sito web ufficiale dell'Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia, l'organizzazione islamica più diffusa in Italia. CO.RE.IS. Sito web della Comunità Religiosa Islamica Italiana, la più importante organizzazione di musulmani di nazionalità italiana. IslamOnline.net Sito islamico europeo in lingua inglese (The site aims to present a unified and lively Islam that keeps up with modern times in all areas. Our motto is: credibility and distinction). Musulmani d'Italia spazio virtuale di dibattito e confronto culturale sull'Islam e sui musulmani in Italia e nel mondo, per animare il senso civico e di cittadinanza tra i musulmani d'Italia. Segnalazioni (I circuiti "scambio banner" sono inseriti nelle pagine interne del blog. Prima di accedere ai link, si invita a leggere quanto scritto nella sezione "Disclaimer".) Links Directory Segnalato da Riflessioni.it Segnalato da Spaziolink.com Segnalato su Italia Punto Net Segnalato da BlogItalia La Liturgia di oggi XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C) (Verde) I Lettura Sap 18,3.6-9 Come punisti gli avversari, così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te. Salmo (Sal 32) Beato il popolo che appartiene al 12/08/2007 21.00 Piergiorgio Welby: non era eutanasia. 3 di 3 http://www.bloggers.it/pavani/index.cfm?blogaction=permalink&id=... :: Tag: radicali italiani, cattolici, eutanasia e diritto di scelta, caso welby, piero welby, cure palliative, cardinale martini, piergiorgio welby morto, accanimento terapeutico, laicismo, piergiorgio welby :: Permalink :: 6 commenti :: 6 Commenti: Per una volta che una vicenda si chiude nel modo più logico ed in fretta esprimo la mia soddisfazione. La caciara è stata troppa, non era certo eutanasia e la decisione, lo scrivo dall'esterno, di una chiesa di non concedere funerali religiosi si è dimostrata un errore. Quanto è distante la decisione della persona Welby dalla persona Karol Woytila? Non tantissimo credo. Commento inserito da zuccherinodolce il 2 febbraio 2007 01:02 Per quanto riguarda il funerale religioso, qualcuno dice che andasse negato perché Welby voleva morire (una specie di "suicidio in coscienza"), mentre qualcuno dice che la Chiesa non poteva celebrare una messa in suffragio di chi ha combattuto una battaglia politica contraria ai valori cristiani. Ciò perché all'opinione pubblica non è stata presentata la differenza tra quanto chiedeva effettivamenter Welby e l'eutanasia vera e propria (come ho scritto nel post). Ora, io mi ritengo quantomai perplesso, visto che una messa non si celebra per il solo effetto che ha o può avere sull'opinione pubblica o per come può essere interpretata o manipolata dalle frange anticlericali, anche perché, come si è visto, lo stesso accade se la messa non si celebra. Tuttavia, non mi piace esprimere giudizi e/o interpretazioni sulle scelte spirituali della Chiesa. Non sta a me e rischio di dire fesserie. La Chiesa sa quali messe deve e quali non deve celebrare. Piuttosto, ritengo alquanto bizzarro che atei e agnostici si prodighino a criticare la Chiesa per non aver celebrato una messa di suffragio, dal momento che loro stessi non credono né in Dio né nella Chiesa. Dunque, sulla base di cosa le dicono come dovrebbe comportarsi? Avrei preferito che i cattolici partecipassero con più senso d'amore cristiano alla vicenda di Welby quando ancora era in vita. Quanto al suo funerale: è la classica vicenda pronta da strumentalizzare nell'inutile guerra tra clericali e anticlericali. Signore. II Lettura Eb 11,1-2.8-19 (forma breve: Eb 11,1-2.8-12) Aspettava la città il cui architetto e costruttore è Dio. Vangelo Lc 12,32-48 (forma breve: Lc 12,35-40) Anche voi tenetevi pronti. Commento inserito da pavani il 2 febbraio 2007 12:02 La strumentalizzazione c'è stata da tutte e due le parti. Anticlericali (non tutti) e gerarchia cattolica (non tutta) Uso volutamente gerarchia e non clericali di proposito. Come ho scritto prima giudico dall'esterno, ma la chiesa cattolica non considera in maniera positiva l'accanimento terapeutico (terribile definizione) da decine di anni. Io non mi considero anticlericale, stimo troppo molti preti e di alcuni il rapporto va oltre la stima, ma posso accettare le ingerenze integraliste nella mia vita privata della chiesa cattolica e ultimamente anche dei nostri ultimi governi con poca distinzione di colore. Welby è morto, spero serenamente, e rispero che venga in parte dimenticato da chi non lo aveva caro durante la vita. Se mi permetti, io dissento fortemente dall'uso strillato di molte situazioni da parte dei radicali, la CEI nei suoi vertici nel negare il funerale non ha fatto una scelta legata allo spirituale ma al secolare. Opinione mia personale e pertanto opinabile :)). Commento inserito da zuccherinodolce il 2 febbraio 2007 13:02 Rispetto la tua opinione, e devo dire che in larga misura la condivido, anche se sostengo il ruolo pubblico della Chiesa. In merito alle cosidette ingerenze, infatti, ritengo sia diritto e dovere della Chiesa offrire alla società un indirizzo, che questa può essere libera di rifutare (ovviamente): ne va della sua stessa missione sulla Terra. Se essa non manifestasse apertamente e pubblicamente il suo pensiero e se non indicasse la via giusta per i fedeli e per l'umanità, sarebbe inutile a Dio e all'uomo. Complimenti per il tuo blog a sostregno della causa Saharawi. Commento inserito da pavani il 2 febbraio 2007 17:02 Siamo d'accordo su quasi tutto, possiamo litigare solo sui particolari :)) Per me la differenza sta fra l'integralismo e uso un termine caro ai credenti: la testimonianza. Ci sono cattolici (o di altri credi) integralisti e altri che puntano sulla testimonianza. Simmetricamente c'è lo stesso fra chi credente non è. Ti confesso che non sopporto nessun integralismo, preferisco "litigare in letizia" piuttosto che essere d'accordo con integralisti che la pensano come me. Commento inserito da zuccherinodolce il 2 febbraio 2007 18:02 Ritrovo nelle tue parole quello stesso pensiero che mi ha spinto a creare questo blog. Commento inserito da pavani il 2 febbraio 2007 18:02 Iscriviti alla mailing list BlogPavani Inserisci indirizzo email Powered by it.groups.yahoo.com Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons. 12/08/2007 21.00
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