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C I T T À DI S P I N E A
Provincia di Venezia
SETTORE SERVIZI AL CITTADINO
DESCRIZIONE DEL SERVIZIO
Il progetto La Casa di Alice si pone in un’ottica innovativa nell’obiettivo di fornire ed
“educare” la popolazione del territorio ad uno spazio e tempo di cura della relazione
mamma-bambino e/o adulto-bambino dalla prima infanzia fino all’età prescolare. Curare la
relazione è una necessaria azione di prevenzione primaria poiché è fondamentale per
garantire il benessere nella prima infanzia una sufficientemente buona relazione con il
proprio caregiver.
L’originalità del progetto La Casa di Alice è nell’offrire e valorizzare quindi uno spazio,
pomeridiano ad accesso libero, quanto più “vuoto” possibile in quanto “aperto” a tutte le
possibilità che siano ritenute utili a creare un clima di attenzione, ascolto e confronto
della relazione mamma-bambino.
Il progetto si costruisce attraverso una traccia, una linea guida, che individua per necessità
dei tempi per il gioco libero e altri per attività più o meno strutturate (quali laboratori
creativi e percorsi di psicomotricità relazionale, che i bambini possono frequentare da soli
o in compagnia della mamma o di un adulto significativo) sempre però lontani dall’ottica
del “dover fare”: ogni spazio, tempo ed attività viene proposta come facilitazione alla
relazione adulto-bambino con quindi l’obiettivo principale di educare e valorizzare l’ascolto,
l’empatia, lo stare bene insieme pur nella dissimmetria, ed offrire ai genitori confronto e
counseling.
Attraverso il progetto-traccia il personale della Casa di Alice può inventare, creare e offrire
la risorsa, l’attività e lo spazio ritenuto maggiormente utile poiché rispondente alla
domanda anche implicita dell’utenza. Il personale stesso, liberato dal dover “far fare”, può
interagire in una dimensione di ascolto e cura della relazione con piccoli e grandi.
Proprio dall’ascolto-confronto e scambio di idee che avviene tra operatori e famiglie
all’interno di quello che viene denominato “Spazio Gioco”, che è lo spazio non strutturato
ma aperto quattro pomeriggi alla settimana con accesso libero, nascono le progettazioni
dei laboratori relazionali e della psicomotricità relazionale che sono invece spazi
strutturati con attività per bambini 3-5 anni, e per mamme bambini o-3 anni attraverso le
quali si pone attenzione alla relazione tra adulti e bambini e/o alla possibilità per i bambini
di esprimere e raccontare i loro vissuti emotivi e relazionali.
Proprio in questa elasticità di tempi, spazi e risorse che vengono costruite sul campo si
ritiene sia l’efficacia del progetto poiché riesce in questo modo ad accogliere e rispondere
ai più diversi bisogni quali consigli, confronti, spazi di gioco, di espressione, di riflessione e
socializzazione.
OBIETTIVI GENERALI E TARGET
L’obiettivo generale è quello di promuovere il benessere dei bambini e delle bambine,
Perseguire questo obiettivo non può prescindere da quello di supportare e accompagnare
gli adulti nelle loro funzioni educative e genitoriali, essendo loro i protagonisti nel garantire
ai bambini il migliore ambiente relazionale e sociale, idoneo ad accoglierli e accompagnarli
nella crescita.
Occuparsi di prevenzione primaria significa rivolgersi ad un target di popolazione non
portatrice di problematicità altre da quelle tipiche del diventare ed essere genitori,
soprattutto durante i primi anni di vita dei bambini. Offrendo Spazi, Occasioni e Spunti per
riflettere e confrontarsi sull’accoglienza e l’accudimento del neonato, la differenziazione e
accettazione della discrepanza tra bambino immaginato e bambino reale, la relazione con
i bambini in età prescolare in considerazione delle loro fasi di sviluppo.
In questi anni si è rilevata infatti una maggiore fragilità nei genitori che si trovano a volte
impreparati di fronte all’enorme cambiamento dei ruoli, degli spazi e delle relazioni familiari
all’arrivo di un figlio, la famiglia mononucleare moderna non gode più della trasmissione
delle competenze intergenerazionali insite nelle famiglie allargate caratteristiche del
passato, e soprattutto nei primi anni di vita dei figli può soffrire dell’isolamento sociale
caratteristico di un periodo di vita di profondi cambiamenti, che corre parallelamente
all’immensa attenzione, esclusiva e totalizzante, rivolta al mondo dell’infanzia.
Si rileva però anche una maggiore richiesta da parte dei genitori di spazi, luoghi e
dispositivi in cui trovare confronto, consiglio, pensiero soprattutto per le madri con figli nei
lunghi mesi invernali, in cui la sospensione dell’attività lavorativa per maternità e/o il
rispetto delle esigenze dei piccoli, diventano limitazioni della vita sociale.
Il servizio sarà rivolto alle famiglie residenti nel Comune di Spinea con figli nella fascia 0-5.
Le iniziative del dispositivo saranno rivolte a bambini e genitori insieme, ai soli bambini e ai
soli genitori.
Gli obiettivi specifici del servizio sono:
a) accompagnare i genitori verso una genitorialità consapevole e sicura
b) contrastare la solitudine e l’isolamento favorendo la socializzazione e lo scambioconfronto tra genitori
c) fornire ascolto inteso come accoglimento e restituzione empatica di sentimenti e
vissuti ansiosi in forma rielaborata, tradotta, e quindi accettabile ed affrontabile
d) offrire un counseling professionale sulle funzioni educative e genitoriali, sulle fasi di
sviluppo dei bambini, sulle dinamiche relazionali tra genitori e figli
e) creare un ambiente a misura di bambino in cui genitori e figli possano trascorrere del
tempo insieme, un luogo protetto, con la presenza di personale specializzato che aiuti
a mettere e tenere al centro la relazione con il bambino rispetto ai mille altri impegni
della vita che occupano la maggior parte del tempo quotidiano.
f) offrire ai bambini uno spazio in cui sperimentare e sperimentarsi, in cui saranno accolte
e stimolate le loro richieste e le capacità relazionali, al fine di accrescere l’autostima e
favorire i processi di crescita e sviluppo.
OGGETTO DEL PROGETTO
L’Amministrazione Comunale intende affidare un servizio di prevenzione primaria e
secondaria per la fascia 0-5” per il raggiungimento degli obiettivi suesposti, denominato
progetto “LA CASA DI ALICE” che si articolerà in 3 azioni:
1° AZIONE: “Spazio Gioco”
Si tratta di uno spazio di gioco libero, non strutturato in ambiente attrezzato con
giochi e materiali adeguati alla fascia d’età, dove i bambini possono recarsi
liberamente con genitori o accompagnatori, prevalentemente rivolto ai bambini della
fascia 0-3,
Lo Spazio Gioco potrà accogliere mediamente 10-12 bambini accompagnati da un
adulto. Saranno presenti agli incontri almeno due figure che affiancheranno gli
adulti nelle loro funzioni educative intervenendo nei giochi e nelle relazioni,
interagendo con l’utenza al fine di facilitare ed eventualmente esplicitare le
dinamiche relazionali, stimolare e mediare giochi ed interazioni tra i bambini, tra i
bambini e gli adulti e tra gli adulti stessi, stimolando riflessioni, richieste, pensieri
attivi.
Il personale sarà disponibile a fornire ascolto e counseling indirizzando i genitori
che ne sentano il bisogno negli appositi altri spazi e tempi di cui di seguito del
presente capitolato.
Lo spazio gioco sarà fruibile minimo quattro pomeriggi alla settimana e, salvo
diverse esigenze, con due aperture nella sede di Crea (lunedì e mercoledì) e due in
quella del Villaggio dei Fiori (martedì e giovedì) con orario 15.30-18.30.
2° AZIONE: Psicomotricità Relazionale e Laboratori Creativi
A partire dai bisogni rilevati dagli educatori all’interno dello Spazio Gioco e delle
richieste avanzate dai genitori verranno pensati e proposti almeno 4 cicli di
Laboratori Relazionali e 3 cicli di Psicomotricità Educativa.
Queste attività non avranno come obiettivo la creazione di prodotti o l’esecuzione di
percorsi prestabiliti ma attraverso “il fare” la sperimentazione di una relazione
significativa con la figura adulta (mamma o educatrice a seconda dell’età) che
accompagna i bambini all’espressione e al riconoscimento del loro mondo emotivo
con le difficoltà, le fatiche e le conquiste proprie e specifiche di ogni età.
I Laboratori Relazionali verranno, salvo diversi bisogni, eventualmente concordati
col Comune, così suddivisi:
 due laboratori dal contenuto differente (per esempio Colori e manipolazione)
per la fascia 0-3, denominati laboratori mamma-bambino
 due laboratori con gli stessi contenuti dei precedenti o di contenuto differente
per la fascia 3-5, solo bambini
I cicli di Psicomotricità saranno così suddivisi
 un ciclo mamma-bambino 0-3 anni
 un ciclo solo bambini 3-5 anni
 un ciclo per adulti (vedi 3°azione)
Tali cicli di attività strutturate, realizzabili in presenza di un minimo di 5 bambini
(accompagnati da un adulto per la fascia 0-3), coinvolgeranno la stessa utenza
dello spazio gioco, avranno una durata di almeno 6 incontri ciascuno di circa un’ora
e mezza, a cadenza settimanale, e si terranno nelle sedi dello “Spazio Gioco” di
Crea o del Villaggio dei Fiori in un pomeriggio di non apertura del Servizio Spazio
Gioco. I laboratori e le sedute psicomotricità saranno condotti dal personale
educativo dello Spazio Gioco, purchè in possesso del titolo specifico. Uno dei due
operatori in servizio nello spazio gioco, nei giorni previsti dai laboratori, si sposterà
quindi nella sede non aperta al pubblico per lo svolgimento del laboratorio. L’altro
operatore resterà nello Spazio Gioco normalmente aperto per i bambini che non
frequentano il laboratorio.
3° AZIONE: Spazio Genitori
Le prime 2 azioni saranno tese, oltre che a offrire gli spazi ludico-educativi per
bambini e genitori, anche a stimolare negli adulti un pensiero attivo e costruttivo
riguardo alla propria funzione genitoriale e alla relazione con i figli, pensiero che
porti alla domanda di un apposito spazio in cui portare i propri vissuti e pensieri da
affrontare e rielaborare.
Accanto ai dispositivi in cui genitori e figli sono entrambi presenti verrà offerto quindi
anche ai soli genitori uno spazio che a seconda della domanda potrà consistere o in
un ciclo di psicomotricità per adulti (Minimo 4 persone) o in un gruppo genitori
inteso come tempo di dialogo, scambio, confronto e pensiero attivo con un
operatore dello spazio gioco presente più come facilitatore che conduttore del
gruppo.
Gli obiettivi di questi due dispositivi sono:
-far conoscere i genitori fra loro e far loro condividere le difficoltà e i dubbi propri
della funzione educativa e genitoriale al fine di prevenire l’isolamento sociale tipico
nelle famiglie mononucleari.
-offrire un Ascolto e Accoglimento dei vissuti di difficoltà, inadeguatezza e dubbio in
modo che tali vissuti non rielaborati non si trasformino successivamente in difficoltà
relazionali.