osservazioni sulla ricezione di petronio nella

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osservazioni sulla ricezione di petronio nella
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Silvia Stucchi
OSSERVAZIONI
SULLA RICEZIONE
DI PETRONIO
NELLA FRANCIA
DEL XVII SECOLO
IL CASO NODOT
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I edizione: febbraio 2010
Indice
11 Introduzione
1. Intenti del presente lavoro; la conoscenza di Petronio nella seconda me�
tà delXVII secolo, 11 – 2. Il presunto ritrovamento di Belgrado, 19 – 3.
Petronio nel Grand Siècle: uno sguardo alla cultura del tempo, 25 – 4.
Spirito e meccanismi narrativi della Traduction entière, 52 – 5. Opere di
Nodot ancora reperibili nelle biblioteche, 82 – 6. Struttura e contenuti del
presente lavoro, 88
91 Capitolo I
La vita di Petronio
101
Capitolo II
La prefazione dell’opera e lo scopo delle traduzioni
2.1. Préface I, 102 – 2.2. Préface II, 106 – 2.3. L’Avertissement al lettore,
123 – 2.4. Commento, 123
125 Capitolo III
Incipit dell’opera
3.1. La doppia avventura di Ascilto e Encolpio nell’urbs Graeca, 128 –
Commento, 145
Indice
151
Capitolo IV
L’episodio di Quartilla
163 Capitolo V
L’invito alla cena di Trimalcione
167 Capitolo VI
La fuga di Encolpio in riva al mare e l’incontro con Eumolpo
Commento, 188
193 Capitolo VII
L’arrivo a Crotone e l’avventura amorosa con Circe
209 Capitolo VIII
Sat. 132, 15: una dichiarazione di poetica petroniana?
213 Capitolo IX
La conclusione del racconto: l’avventura con i cacciatori di eredità
223 Appendice
Anatole France e La rôtisserie de la Reine Pédauque. Una
trasposizione del Satyricon in ambiente francese del XVII secolo?
251 Bibliografia
261 Indici
Indice
263 Indice dei concetti e delle cose notevoli
265 Indice dei nomi propri moderni
267 Indice delle opere e degli autori classici
269 Index Petronianus
Capitolo I
La vita di Petronio*
“Tite Petrone etoit chevalier Ro�
main, de cette famille des Petrones, ori�
ginaires des Sabins, qui a donné tant de
grands Hommes à la Republique. On ne
dois pas douter qu’il fut élevé avec tous
les soins qu’on donnoit à Rome à l’édu�
cation des Enfants de qualité; car alors
on cultivoit encore avec application
l’esprit de la jeunesse, & les Romains
paroissoient en cela aussi severes que
les Grecs.
Petrone s’adonna particulierement
aux belles Lettres; et il paroit qu’il s’at�
tachait surtout au bon goût, parce qu’on
le trouve, dans ses Ecrits avec toute sa
delicatesse.
Quand il eût achevé ses premieres
études on le vit paroître à la Cour de
Claudius; l’assiduité qu’il en montra
n’empêcha pas qu’il ne continüât à se
perfectionner dans les Sciences, & qu’il
ne s’attachât à la Declamation; parce
que c’ètoit de l’usage, en ces tems — là,
d’exercer les jeunes gens de la premiere
qualité, à parler en public. Il y avoit des
Ecoles pour cela, & c’est ce qui a formé
tant de fameux Orateurs, qui ont paru
dans le Senat, & dans les Armées, au
grand avantage de la Republique.
La Cour de Claudius étoit le se�
jour des plaisirs, par tous les soins que
“Tito Petronio era cavaliere Romano,
di quella ben nota famiglia dei Petroni,
originaria della Sabina, che diede tan�
ti grandi uomini alla Repubblica. Non
dobbiamo dubitare del fatto che egli sia
stato educato con tutte le cure che veni�
vano impiegate a Roma per l’educazione
dei ragazzi di buona condizione; allora,
infatti, si coltivava ancora con cura lo
spirito della gioventù, e in questo i Ro�
mani parevano severi quanto i Greci.
Petronio si dedicò in maniera parti�
colare alle belle Lettere; e sembrava che
egli interessasse soprattutto al buongu�
sto, perché esso nei suoi Scritti si ritrova
con tutta la sua delicatezza.
Una volta che egli ebbe terminato i
suoi primi studi, lo si vide fare il suo in�
gresso nella Corte di Claudio; l’assiduità
che egli vi dimostrò non gli impedì di
continuare a perfezionarsi nelle Scienze,
e di dedicarsi alla Declamazione; perché
l’usanza in quei tempi prevedeva di far
esercitare a parlare in pubblico i giovani
di distinta condizione. Esistevano del�
le Scuole per questo, ed è quel che ha
formato tanti famosi Oratori apparsi in
Senato e negli Eserciti, con grande van�
taggio della Repubblica.
La Corte di Claudio era la culla dei
piaceri, grazie a tutte le cure impiegate
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92
l’imperatrice Messaline prenoit à les
faire naître; & parce que l’Empereur,
sur l’esprit duquel elle avoit beau�
coup d’ascendant, étoit un prince foi�
ble, qui s’accomodoit de tout, purveu
qu’on le laissât à table; car il aimoit
extrêmement la bonne chere, & le vin
jusqu’à l’excez, ses Courtisans sui�
voient aussi l’exemple du Prince, &
la débauche ne leur étoit pas moins
familiere.
Petrone, qui entroit à la Cour sous
un regne où les manieres de vivre qua�
droient à son temperament, devint insen�
siblement voluptueux; cependant il faut
remarquer qu’il n’amoit pas les plaisirs
de l’Amour jusqu’à la brutalité, comme
Messaline; ni ceux de la table jusqu’à
la crapule, comme Claudius; mais qu’il
goûtoit les uns & les autres, d’une ma�
niere galante & delicate, qu’il satisfoit
encore plus son esprit que ses sens.
De cette sorte il emploioit une
partie du jour au sommeil, & donnoit
toute la nuit aux plaisirs, & aux affai�
res. Sa Maison étoit le rendez–vous de
toutes les honnêtes gens de Rome, il
passoit agreablement la vie avec ceux
que le visitoient; & comme les autres
se rendent celebres par intrigue, Pe�
trone se mit en reputation par une
agreable oisiveté, & par des manieres
d’agir aisées, libres, & aussi naturelles
qu’étoient ses discours. On peut donc
se le representer dans le commerce
continuël des conversations d’esprit,
des plaisirs les plus charmants de la
table, e des spectacles des jeux; enfin
dépensant son bien, non pas comme
un prodigue, & comme un débauché;
mais comme un homme delicat & ha�
bile dans la science des voluptez.
Capitolo I
dall’imperatrice Messalina per farveli na�
scere; e dal momento che l’Imperatore,
sullo spirito del quale ella aveva molto
ascendente, era un principe debole, che
si adattava a tutto, purché lo lasciassero
sedere tranquillo a tavola; e dal momen�
to che egli amava estremamente la buo�
na tavola, e il vino fino all’eccesso, i suoi
Cortigiani seguivano così l’esempio del
Principe, e l’eccesso non era loro meno
familiare di quanto non lo fosse per lui.
Petronio, che iniziava a frequentare la
Corte sotto un regno in cui i modi di vive�
re erano congeniali al suo temperamento,
divenne a poco a poco voluttuoso; tutta�
via, bisogna far notare che egli non amava
i piaceri d’amore sino alla brutalità, come
Messalina; né amava quelli della tavola
sino alla crapula, come Claudio; ma egli
gustava gli uni e gli altri in una maniera
galante e delicata, tale da soddisfare il suo
spirito ancora più che i suoi sensi.
In questo modo, egli consacrava una
parte del giorno al sonno, e riservava tutta
la notte per i piaceri e gli affari. La sua Casa
era il luogo d’incontro di tutte le persone
perbene di Roma, ed egli passava la vita
gradevolmente in compagnia di quanti gli
rendevano visita; e come gli altri si rendono
celebri in virtù della loro capacità di intri�
gare, Petronio acquisì la sua reputazione in
virtù del suo raffinato ozio, per il suo modo
di fare signorile, libero, e naturale quanto
lo erano i suoi discorsi. Possiamo dunque
figurarcelo impegnato nel continuo intrec�
ciare conversazioni argute, immerso nei
più raffinati piaceri della tavola, e negli
spettacoli dei giochi; infine, ce lo possiamo
immaginare mentre spende le sue sostanze,
non come un prodigo, e come un deprava�
to, ma, piuttosto, come un uomo di gusti
delicati e abile nella scienza delle voluttà.
La vita di Petronio
Après que Petrone eut passé sa
jeunesse dans une vie si douce & si
tranquille, il voulut faire voir à ceux
qui pouvoient douter de l’étenduë de
son Esprit, qu’il étoit capable des pre�
miers Emplois; &, mettant un interval
à ses plaisirs, il accepta la Charge de
Proconsul de la Bitinie, alla dans cette
Province, où il en remplit les fonc�
tions avec applaudissement; & après
en avoir achevé l’exercice, étant de
retour à Rome, Neron, qui avoit suc�
cedé à Claudius, le fit Consul, pour re�
compense de ses services. Cette nou�
velle dignité lui donna un grand accez
auprés de l’Empereur, qui d’abord
l’honora de son estime, & ensuite de
contribuer à faire passer la vie agrea�
blement au Prince.
Mais l’Empereur, cedant à son na�
turel, changea, à la fin, de conduite,
non seulement à l’égard de sa propre
personne. Il écouta d’autres conseils
que ceux de Petrone, & s’engageant
insensiblement dans la débauche, il
s’abandonna tout entier à ses pas�
sions, & devint un aussi méchant
Prince, qu’il avoit paru doux et équi�
table.
Neron étoit sçavant, & il en avoit
donné des preuves dés sa jeunesse;
car à l’âge de quinze ans il avoit plai�
dé dans le Senat, en sa Langue, pour
les Boulonnois, & en Grec pour les
Rodiens; mais sa science étoit confu�
se, et fort embarassée.
Il aimoit aussi les gens d’esprit, &
il avoit auprés de lui des Courtisans,
qui, suivant la corruption de la Cour,
traitoient Seneque de Pedan, & ne
pouvoient souffrir qu’il leur prêchât
la Vertu, & la Modestie, parce qu’ils
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Dopo che Petronio ebbe trascorso la
sua giovinezza impegnato in una vita tanto
dolce e tranquilla, volle dimostrare a quanti
potevano dubitare circa la reale tempra del
suo Spirito, che egli era capace di assolvere
ai primi Incarichi pubblici; e, interrom�
pendo momentaneamente i suoi piaceri,
accettò l’Incarico di Proconsole di Bitinia,
andò in quella Provincia, dove compì i
suoi incarichi pubblici nel plauso generale;
e, essendo di ritorno a Roma dopo aver�
ne concluso l’esercizio, Nerone, che era
succeduto a Claudio, lo nominò Console
come ricompensa per i suoi servigi. Questa
nuova dignità gli donò una grande possibi�
lità di avere accesso alla persona dell’Im�
peratore, che gli accordò la sua stima, e
lo impegnò poi a contribuire a far passare
gradevolmente la vita al Principe.
Ma l’Imperatore, cedendo alla sua
inclinazione naturale, alla fine mutò con�
dotta, non soltanto riguardo alla propria
persona. Egli ascoltò consigli diversi da
quelli di Petronio, e, impegnandosi a
sprofondare lentamente, passo dopo pas�
so, nella depravazione, s’abbandonò sen�
za remora alle sue passioni, e divenne un
Principe tanto malvagio quanto all’inizio
era sembrato dolce ed equanime.
Nerone era ottimamente educato, e
ne aveva dato prova sin dalla sua prima
giovinezza, dal momento che, all’età di
quindici anni, aveva perorato in Senato,
nella sua Lingua materna per gli abitanti
di Boulogne, e in Greco per gli abitanti
di Rodi; ma la sua cultura era confusa, e
non particolarmente solida.
Egli amava anche le persone di spirito
brillante, e teneva presso di lui alcuni Corti�
giani che, seguendo la generale corruzione
della Corte, trattavano Seneca da Pedante,
e non potevano tollerare che egli facesse lo�
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étoient persuadez qu’il ne vivoit pas
lui–même en Philosophe dans le par�
ticulier.
Le ridicule qu’ils lui donnerent sou�
vent, insinua dans l’Esprit de l’Empe�
reur beaucoup de mépris pour lui. […]
Du mépris il passa à la haine, & cette
haine fut enfin la cause de la perte de
Seneque.
Cependant Petrone voioit avec
chagrin que l’Empereur, commençant
à se cacher de lui, s’échapoit quelque�
fois, & que suivant ses inclinations
corrompuës, il outroit la débauche, &
oubliant ce qu’il devoit à sa dignité,
couroit les ruës, & les mauvais lieux,
outrageoit ceux qu’il rencontroit, les
voiloit même, & faisoit aussi des vio�
lences à des Dames Romaines les plus
qualifiées.
La faveur où Petrone étoit élevé,
lui avoit attiré la jalousie de ceux qui
pretendoient, aussi bien que lui, aux
bonnes graces du Prince, & entr’autres
de Tigellin, Capitain des Gardes, qui
étoit un dangereux Rival. Cet homme
de baisse naissance, & de mœurs cor�
rompües, s’étoit acquis, en peu de tems,
beaucoup d’ascendant sur l’esprit de
l’Empereur; & comme il connoissoit
parfaitement son foible, il commença
à travailler serieusement à la ruine de
son Concurrent, par des moiens, qui
penserent aussi perdre l’Empire.
Les plaisirs delicats de Petrone cho�
quoient la débauche grossiere de Tigel�
lin, qui prevoioit bien que le credit de
Petrone seroit toûjours un obstacle à
ses dessins. Il entreprit donc de s’em�
parer du cœur du Prince, & voiant qu’il
étoit fait, à peu prés, comme le sien, il
l’engagea bien–tôt dans les plus sales
Capitolo I
ro l’apologia della Virtù e della Modestia,
perché erano convinti che, nel suo privato,
nemmeno lui vivesse da Filosofo.
Il ridicolo di cui lo coprirono spes�
so insinuò nello Spirito dell’Imperatore
molto disprezzo nei suoi confronti. […]
Dal disprezzo, egli passò all’odio, e que�
st’odio fu infine la causa per cui Seneca
andò in rovina.
Tuttavia, Petronio vedeva con ram�
marico che l’Imperatore, cominciando a
nascondersi ai suoi occhi, qualche volta
gli sfuggiva, e che, seguendo le sue in�
clinazioni corrotte, esasperava la sua de�
pravazione e che, dimenticando quel che
doveva alla propria dignità, percorreva
le strade e i luoghi malfamati, offendeva
quanti incontrasse, li oltraggiava persino
e faceva anche delle violenze1 ad alcune
fra le Dame Romane più nobili.
Il favore in cui Petronio era cresciu�
to gli aveva attirato la gelosia di quan�
ti aspiravano, al pari di lui, alle buone
grazie del Principe, e, tra gli altri, di
Tigellino, Capitano delle Guardie, che
era un pericoloso Rivale. Quest’uomo di
bassa nascita, e di costumi corrotti, s’era
conquistato, in poco tempo, un notevo�
le ascendente sullo spirito dell’Impera�
tore; e, poiché conosceva perfettamente
il suo punto debole, iniziò a lavorare
seriamente alla rovina del suo Concor�
rente, con mezzi che rischiarono quasi
di mandare in rovina l’Impero.
I piaceri delicati di Petronio lasciava�
no ammutolire dallo stupore la grossolana
depravazione di Tigellino, che prevedeva
con sicurezza come il credito di cui godeva
Petronio sarebbe stato sempre un ostacolo
per i suoi disegni. Egli iniziò quindi l’im�
presa di conquista del cuore del Principe,
e, rendendosi conto che era fatto all’in�
La vita di Petronio
voluptez. Il est vrai qu’il ne lui fut pas
difficile de réüssir; car, trouvant un na�
turel tout disposé, il tourna, sans peine,
l’Empereur à des plaisirs, qui n’étoient,
ni du goût, ni du conseil de Petrone, &
il se perdit entierement pour l’arracher
à son Rival; car Neron, déjà parricide
par le meurtre de sa mère, n’eût pas
plûtôt écouté Tigellin, qu’il signala son
pouvoir par la mort de Sylla, & de Ru�
bellius Plautus, tous deux redoutez par
leur vertu, & par la faveur du peuple.
Ensuite la fureur, & la brutalité se ren�
dirent maîtresses de son cœur à un tel
excez, que tous les crimes sembloient
ne lui plus rien couter.
Après que l’Empereur se fût ainsi
confirmé dans ces desordres, l’ancien
Favori se trouva, par le artifices du
nouveau, presque sans emploi auprés
du Prince; & Neron lui–même, ne pou�
vant souffrir un témoin si delicat de
ses infamies, ne lui donnoit plus cette
libre entrée dans ses plaisirs, qu’il avoit
auparavant.
Tigellin profitant de ces disposi�
tions, n’oublioit rien pour remplir les
desirs du Prince par les fêtes magnifi�
ques qu’il avoit soin de lui preparer;
& comme son Rival, selon Tacite, le
surpassoit de beaucoup dans la scien�
ce des plaisirs, il peut conclure, sans
craindre de se tromper, que ceux que
Petrone ordonnoit, devoient être d’une
autre nature, & n’avoient rien du dere�
glement que l’on trouve dans une de
ses fêtes que cet historien raporte par
esemple de toutes les autres; & qu’il
décrit de cette sorte.
On avoit disposé un superbe festin
sur le Lac d’Agrippa, dans un Vaisseau
couvert de lames d’or & d’ivoire. Les
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circa come il suo, lo impegnò ben presto
nelle più turpi voluttà. È anche vero che
il successo non fu per lui difficile; infatti,
trovando una natura già predisposta, egli
indirizzò senza sforzo l’Imperatore verso
piaceri che non erano del tipo che Petro�
nio avrebbe apprezzato né approvato; ed
egli (scil. Tigellino) si perse interamente
per strapparlo al suo Rivale, dal momento
che Nerone, già matricida in virtù dell’as�
sassinio di sua madre, avrebbe preferibil�
mente dato ascolto a Tigellino, quand’egli
segnalò il suo potere con la morte di Silla
e di Rubellio Plauto, entrambi temuti a
causa della loro virtù, e per il favore di cui
godevano agli occhi del popolo. Quindi la
brutalità e il furore si resero padroni del
suo cuore al punto tale che tutti i crimini
sembravano non costargli più nulla.
Dopo che l’Imperatore si fu così
avvezzato in questi disordini, il prece�
dente Favorito si trovò, per le brighe del
nuovo, pressoché senza impiego presso
il Principe; e Nerone stesso, non poten�
do tollerare un testimone tanto raffinato
delle sue infamie, non gli concedeva più
quella libertà di partecipare ai suoi pia�
ceri, di cui godeva precedentemente.
Tigellino, approfittando di queste cir�
costanze, non trascurava nulla per soddi�
sfare i desideri del principe con le magni�
fiche feste che aveva cura di preparargli. E
poiché il suo Rivale, secondo Tacito, lo sor�
passava di molto nella scienza dei piaceri,
potè concludere, senza timore di sbagliar�
si, che quelli ordinati da Petronio erano di
un’altra natura, e non avevano nulla della
sregolatezza che si ritrova in una delle sue
feste, riportata come esempio da questo
storico, e che descrive in questo modo.
Era stato disposto un superbo festino
sul Lago di Agrippa, in un Vascello rivesti�
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Rameurs y étoient placez suivant leur
rang, qui se prenoit de leur âge, & de
leur experience dans la débauche. On
avoit envoié chercher jusqu’au bout de
la terre tout ce qu’on peut manger de
plus rare. Le Lac étoit bordé de porti�
ques, où il y avoit un grand nombre de
chambres remplies d’un côté de femmes
de qualité, qui se prostituoient au pre�
mier venu; & de l’autre de Courtisannes
toutes nuës, qui faisoient mille postures
lascives: & sur le soir on vit paroître de
toutes parts des illuminations surpre�
nantes, & les bois, & les palais d’alen�
tour, retentissoient de concerts d’instru�
ments, & de chansons proportinonnées
à cette Fête. Enfin, pour terminer par
une action fameuse de si grandes débau�
ches, Neron se maria un peu après en
qualité de femme, à un des plus corrom�
pus de sa Troupe, nommé Pitagore; &
cela publiquement, avec toutes les cere�
monies accoûtumées. On mit sur la tête
de l’Empereur le voile des Epousées; on
lui envoia deux Auspices, on assigna la
dot du Mariage, l’on orna le lit nuptial,
on alluma les flambeaux des noces; &
pour finir, la Mariée souffrit, à la vûë de
tout le monde, ce que les ombres de la
nuit cachent aux yeux dans les plaisirs
les plus legitimes.
Petrone, de son côté, prenant de
grands dégoûts pour les horreur qu’il
voioit, se détacha insensiblement de la
Cour, & comme il étoit d’un naturel
doux, & peu entreprenant, il laissa
aller les choses selon le train qu’elles
prenoient, sans vouloir entrepren�
dre de les rétablir dans l’état où il les
avoit mises autrefois. Je crois que ce
fut en ce tems–là, que son chagrin lui
fit prendre la plume, pour composer
Capitolo I
to da lamine d’oro e d’avorio. I Rematori
vi erano disposti secondo il loro rango,
che dipendeva dalla loro età, e dalla loro
esperienza nella sregolatezza. Si era man�
dato a cercare sino ai confini della terra
ogni cibo più raro. Il Lago era circondato
da portici, dove vi era un gran numero di
camere, riempite da un lato da donne di
nobile condizione, che si prostituivano al
primo venuto; e, dall’altro, di Cortigiane
completamente nude, che assumevano
mille posture lascive: e, verso sera, si vide�
ro apparire da ogni parte sorprendenti illu�
minazioni, e i boschi e i palazzi circostanti
risuonavano di concerti di strumenti e di
canzoni conformi al tono di questa Festa.
Infine, volendo terminare con un’azione
memorabile sregolatezze tanto grandi,
Nerone, poco dopo, si sposò, in veste di
donna, a uno dei più corrotti membri del�
la sua Compagnia, chiamato Pitagora; e
questo avvenne pubblicamente, con tutte
le cerimonie tradizionali. Sul capo dell’Im�
peratore venne posto il velo proprio delle
Spose; due Auspici gli vennero inviati, si
fissò la dote del Matrimonio, venne deco�
rato il letto nuziale, si accesero le fiaccole
nuziali; e, per concludere, la Sposa patì,
sotto gli occhi di tutti quanti, ciò che le
ombre della notte nascondono agli occhi
durante i piaceri più legittimi.
Petronio, da parte sua, provando un
forte disgusto per gli orrori cui assisteva, a
poco a poco si staccò dalla Corte e, poi�
ché la sua natura era dolce e poco adusa
all’azione audace, lasciò che la situazione
si evolvesse secondo il suo corso naturale,
senza volersi impegnare a riportarla nella
condizione in cui l’aveva posta precedente�
mente. Penso che fu in quel momento che
la sua amarezza gli fece prendere in mano
la penna per scrivere questa Satira, che
La vita di Petronio
cette Satire, qui represente le caracte�
re de l’esprit de Néron; et décrit, sous
de noms de débauchez & de femmes
perdües, tous les vices de ce Prince, &
des Courtisans.
Pendant que Petrone restoit ainsi
dans la tranquillité, Tigellin travailloit
de tout son pouvoir, à sa perte, pour
ôter au Concurrent, qu’il venoit d’éloi�
gner, tous les moiens de rentrer en fa�
veur; & comme il sçavoit que la cruauté
étoit le penchant du Prince, il lui insi�
nua que Petrone étoit trop ami de Sce�
vinus, pour n’avoir pas trempé dans la
conjure de Pison; & afin de soutenir
son imposture, il fit entendre un des
Esclaves de Petrone, qu’il avoit subor�
né, lequel se porta denonciateur contre
son Maître; ensuite, pour lui ôter les
moiens de se justifier, on fit mettre la
plus grande partie de ses domestiques
en prison.
Neron fut bien aise qu’on lui fit
naître l’occasion de perdre un homme
qui lui étoit devenu à charge; parce
que les vicieux ne peuvent suporter la
presence des personnes, dont la vûë
leur reproche leur crimes. C’est pour�
quoi il reçût favorablement l’accusa�
tion qu’on fit contre Petrone, qui se vit
bien–tôt après arrêté à Cumes par ses
ordres, pendant un voiage que l’Em�
pereur y fit, & dans la Campanie.
Mais, comme on fut quelque tems
à déliberer, si l’on feroit mourir un
homme de cette consideration, sans de
preuves plus évidentes du crime qu’on
lui imposoit, il lui prit un si grand dé�
goût de vivre sous la domination d’un
Prince si destestable, & de se voir plus
longtems le joüet de ses caprices, qu’il
se resolut de mourir. Cependant, pour
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rappresenta il carattere dello spirito di Ne�
rone; e che descrive, sotto i nomi di quegli
uomini dissoluti e di donne perdute, tutti i
vizi di quel Principe, e di quella Corte.
Mentre Petronio restava così nella
tranquillità, Tigellino lavorava, impe�
gnando tutto il suo potere, per rovinar�
lo, per impedire al Concorrente, che
aveva appena allontanato, di rientrare
nelle grazie di Nerone; e poiché sapeva
che la crudeltà era la debolezza verso cui
inclinava l’animo del Principe, gli insi�
nuò che Petronio era troppo amico di
Scevino, per non essere invischiato nella
congiura di Pisone; e, per sostenere la
sua impostura, fece ascoltare uno degli
Schiavi di Petronio, da lui subornato, che
si presentò come accusatore del suo Pa�
drone; quindi, per togliergli la possibilità
di giustificarsi, fece mettere la maggior
parte dei suoi servitori in prigione.
Nerone si sentì perfettamente a suo
agio nel momento in cui gli si faceva
approssimare l’occasione di mandare in
rovina un uomo che gli era diventato un
peso; dal momento che i viziosi non pos�
sono tollerare la presenza delle persone
la cui vista ricorda loro i loro crimini. È
proprio per questo che il Principe ac�
colse favorevolmente l’accusa montata
contro Petronio, che si vide pochissimo
tempo dopo arrestato a Cuma per suo
ordine, durante un viaggio che Nerone
fece lì, e nel resto della Campania.
Ma, poiché fu necessario un certo
tempo per deliberare se si potesse mette�
re a morte un uomo che godeva di tutta
quella considerazione, senza prove più
evidenti dell’accusa per la quale era impu�
tato, Petronio venne preso da un così gran
disgusto di vivere sotto la dominazione di
un Principe così detestabile, e di veder�
98
ne se pas donner un mort precipitée, il
se fit ouvrir les veines, & ensuite se le
fit fermer, afin d’avoir le tems de joüir
de la conversation de ses Amis, qui
étoient venus le voir dans ses derniers
moments, & qu’il prioit de l’entrete�
nir: non pas de l’immortalité de l’ame,
& de ces fameux axiomes que l’orgueil
de Phlosophes a inventés, pour ac�
querir la gloire d’une vaine confiance;
mais de recits agreables, & de Poësies
galantes.
Enfin, pour témoigner qu’il ne mou�
roit pas, mais seulement qu’il cessoit de
vivre, il continua ses fonctions ordinai�
res, il entra dans le détail de son domes�
tique, il recompensa quelques–uns de
ses Esclaves, in en fit châtier d’autres,
il se mit à table, & même il dormit avec
une tranquillité, qui paroissoit plûtôt
être d’un homme heureux, que d’un
mourant, & de cette maniere sa mort,
quoi que violente, parut aux yeux de ses
amis, de même que si elle eût été natu�
relle.
Comme Petrone avoit en horreur
les gens du caractere de Neron, & de
Tigellin, il n’eut pas la bassesse d’imiter
ceux, qui, mourant dans ces tems–là,
par les ordres du Prince, le faisoient
leur heritier, & remplissoient leurs tes�
taments des eloges de ce Tiran, & de
son Favori: au contraire, il cassa un go�
belet de pierre precieuse qui lui avoit
coûté plus de deux milles pistoles, &
dans lequel il beuvoit d’ordinaire, afin
que Neron, qui s’en seroit emparé
après sa mort, ne pût le faire servir à
sa table; & il trouva à propos de ne lui
envoier, pour tout present, […] cette
Satire qu’il avoit composée contre lui,
& après l’avoir cachetée, rompit son
Capitolo I
si ridotto ancora più a lungo al rango di
balocco dei suoi capricci, che egli decise
fermamente di morire. Tuttavia, per non
darsi una morte precipitosa e avventata,
si fece aprire le vene, e quindi se le fece
chiudere, per avere il tempo di godere
della conversazione dei suoi Amici, che
erano venuti a rendergli visita nei suoi
ultimi momenti, e che ricevano da Petro�
nio la preghiera di intrattenerlo, non sul�
l’immortalità dell’anima, e su quei celebri
assiomi inventati dall’orgoglio dei Filosofi
per acquisire la gloria di una vana fidu�
cia, ma, piuttosto, raccontando narrazioni
piacevoli, e recitando Poesie galanti.
Infine, per testimoniare che egli non
moriva, ma smetteva semplicemente di
vivere, egli proseguì nelle sue consuete
funzioni ordinarie, amministrò con ogni
scrupolo le sue sostanze e il suo perso�
nale domestico, ricompensò alcuni dei
suoi Schiavi, ne fece castigare altri, si
mise a tavola e dormì persino, con una
tranquillità che pareva propria di un
uomo felice piuttosto che di un mori�
bondo, e in questo modo la sua morte,
benché violenta, parve ai suoi amici pro�
prio come se fosse stata naturale.
Poiché Petronio aveva orrore delle
persone del carattere di Nerone e di Ti�
gellino, non ebbe la bassezza d’animo di
imitare coloro che, morendo in quei tem�
pi per ordine del Principe, lo nominava�
no loro erede, e riempivano i loro testa�
menti con gli elogi di quel Tiranno, e del
suo Favorito: al contrario, egli frantumò
una coppa di materiale prezioso che gli
era costata più di duemila pistole, e nella
quale era solito bere, affinché Nerone,
che se ne sarebbe impadronito dopo la
sua morte, non potesse farlo usare alla
sua tavola; e trovò, circa il fatto di non
La vita di Petronio
cachet, de crainte qu’après sa mort
on ne le fit servir d’instrument pour la
perte de ceux entre les mains de qui on
l’eût trouvé.
Neron eut un extrême chagrin de
voir que les infamies qu’il avoit crû
dérober à la connoissance de Petrone
lui étoient connues. Après avoir porté
ses soupçons sur tous ceux qui pou�
voient lui avoir revelé ses secrets, il les
arréta enfin sur la femme s’un Sena�
teur, nommé Silia, parce qu’elle étoit
très amie de Petrone, s’imaginant que,
par un chagrin particulier, elle s’étoit
hazardée à découvrir ce qu’elle avoit
néanmoins d’autant plus d’interest de
cacher elle–même, qu’elle y avoit eu la
meilleure parte, & sur ce soupçon elle
fut envoiée en exil.
Ce fut sous le Consulat de Cajus
Suetonius Paulinus, & de Lucius Pon�
tius Telesinus, que Rome perdit un si
grand Personnage, l’an DCCCXIX de
sa Fondation”.
99
inviarglielo, come regalo, […] questa Sa�
tira che aveva composto contro di lui, e,
dopo averla sigillata, ruppe il suo sigillo,
temendo che, dopo la sua morte, potesse
venire usato per mandare in rovina colo�
ro nelle cui mani lo si fosse ritrovato.
Nerone provò un estremo dispiacere
nel vedere che le infamie che egli aveva
pensato di aver celato agli occhi di Pe�
tronio gli erano invece note. Dopo aver
sospettato di tutti coloro che avevano
potuto rivelargli i suoi segreti, fissò i suoi
sospetti sulla moglie di un senatore, di
nome Silia, perché era molto amica di
Petronio, pensando che ella, per un di�
spiacere particolare, si fosse azzardata a
scoprire quel che, nondimeno, aveva tan�
to più interesse a nascondere essa stessa,
e che lei in questo avesse avuto una parte
assai consistente, e, sulla base di questo
sospetto, venne mandata in esilio.
Fu sotto il consolato di Caio Sveto�
nio Paolino, e di Lucio Pontio Telesino
che Roma perse un così grande Perso�
naggio, nell’anno ottocentodiciannove�
simo dalla sua Fondazione”.
100
Capitolo I
Questa la vita di Petronio, secondo il plagiario, non privo, come
abbiamo visto, di gusto e di non spregevoli doti di bello scrivere: che
egli non possieda nuovi e significativi dati sulla vita di un personaggio
rimasto misterioso, del resto, lo dimostrano queste pagine stesse, dove,
come già abbiamo diffusamente discusso nell’Introduzione, mancano
nuovi dati sulla vita di Petronio oltre a quelli ricavabili dal celeberrimo
ritratto del libro XVI dei tacitiani Annales e, per quanto attiene ai gusti
ed all’estetica di quest’autore, dalla sua opera stessa.
Si noti come, relativamente alla vita dell’autore del Satyricon, No�
dot, quindi, non ci dica nulla di quanto già non sapessimo: semplice�
mente, i pochi dati messici a disposizione da Tacito ci vengono raccon�
tati diffusamente, e ampliati e amplificati dall’attitudine dell’autore,
che non sarebbe forse eccessivo né improprio definire divulgativa, alla
luce di quello che Nodot stesso sostiene a proposito dell’utilità delle
traduzioni (vedi infra).
Note
* Il testo di Nodot, a proposito dell’inclinazione di Claudio ai piaceri, fa riferimento
a Suet. Claud. 33.
1. Notiamo qui un malinteso, per cui il concetto esprimibile in latino con stuprum
viene reso in francese con viol, il che non è del tutto esatto, giacché il termine stuprum indica�
vanon tanto una violenza, quanto un rapporto illegittimo o adulterino, contrario al pudore e
quindi disonorante: “Déshonneur, honte d’abord au sens large du mot […] ����������������
Employé ensuite
dans le sens spécial de «déshonneur résultant de la débauche ou du viol; commerce honteux,
adultère» (cfr. Ernout–Meillet ������
1994, s. v. stuprum).