CMF come terapia del dolore
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CMF come terapia del dolore
IV Congresso Nazionale - Pavia 19 ottobre 2013 Malattia, salute e benessere: le buone applicazioni dell’elettromagnetismo Dott. Francesco Crescentini Segretario Nazionale e-mail [email protected] 1 I lavori raccolti saranno pubblicati sugli atti del IV Congresso Nazionale SIBE. La raccolta riassume gli effetti sul dolore nocicettivo e neuropatico, al fine di dimostrare, sia in termini qualitativi che quantitativi, l’azione della CMF come sistema elettromedicale evoluto in grado di controllare quasi tutti i tipi di dolore in tempi ridotti e con una buona stabilità di risultati nei follow up a 6 mesi. Fra gli studi eseguiti si può notare quanta sia l’efficacia delle CMF in combinazione con le terapie manuali e nel post-chirurgico oftalmologico. Gli stessi risultati si ottengono nel post-chirurgico ortopedico. I lavori di tipo fisiatrico, forniscono oltre ai dati quantitativi e qualitativi sul dolore nelle sue varie espressioni, i dati riguardanti l’aspetto funzionale di mobilità articolare, dato significativo per quanto riguarda l’aspetto qualitativo sulle abilità funzionali. I dati vengono forniti in relazione alla patologia trattata e contemporaneamente vengono forniti anche i programmi macchina utilizzati. Per ogni programma utilizzato poi, vengono forniti i meccanismi d’azione. Dal numero dei casi trattati si può dedurre statisticamente che l’efficacia della CMF sia nettamente superiore a quella degli altri elettromedicali dedicati alla terapia del dolore in riabilitazione e nella traumatologia sportiva. Un altro fattore importantissimo è l’assoluta non-invasività della terapia ( il paziente non avverte elettricità, calore o altro) e l’assoluta assenza di effetti collaterali dimostrata nei vari lavori. Nondimeno, bisogna considerare che i segnali della CMF sono in grado di superare le barriere di eventuali gessi e non hanno limiti di profondità come, per esempio, avviene con i laser. Inoltre non interferiscono con le protesi metalliche in quanto sono onde atermiche. 2 Complessi fisiche, manuali o farmacologiche non avevano sortito Multitasking, come terapia del dolore effetti terapeutici significativi. Lo studio è stato I Campi Magnetoelettrici cronicizzante nella Medicina Fisica Riabilitativa: Studio su 708 casi. eseguito su 708 casi. Il follow-up è stato di 6 mesi. Materiali e metodi: CMF con le seguenti caratteristiche – intensità di campo da 1 a 47µT, frequenze da 1 a 80Hz, geometrie di campo complesse con portante ad M.E.Verrocchio, Fisiatria alta Montesilvano (PE) multifrequenziali [email protected] macchina sono funzione-specifici. frequenza Risultati: Abstract modulata. e I presequenziati. segnali I sono programmi Il risultato positivo sul dolore è stato superiore al 98% dei casi trattati e in tutte le varie patologie. È stato dimostrato chiaramente da Ludwig mediante La capacità riparativa indotta dai CMF riduce del 50% l’analisi di Fourier (1) [Ludwig, 1993] che i segnali i tempi di riparazione fisiologici. ultradeboli vengono riconosciuti con facilità rispetto al Conclusioni: I campi magnetoelettrici complessi rumore di fondo se essi presentano dei "pattern": i utilizzati in whole body o concentrati ed amplificati da segnali che l’organismo riesce a riconoscere tra una induttori per la terapia locale, sono in grado di molteplicità di segnali interferenti sono altamente contrastare il dolore somatico e neuropatico con un complessi, cioè sono composti da diverse bande di numero di somministrazioni variabili da 3 a 12, per un frequenza. Infatti il segnale complesso raggiunge il tempo di induzione di 27 minuti come media di singola sistema biologico come una ripetizione di segnali applicazione. I risultati sono qualitativamente e deboli, ma tra loro correlati in uno schema fisso, ed è quantitativamente omogenei nelle varie patologie proprio la ripetitività di tale schema che distingue il trattate. segnale "vero" dal rumore di fondo. Il segnale che presenta dei pattern riconoscibili viene veicolato da una KEYWORDS: campi elettro-magnetici oscillanti; effetti portante ad alta frequenza che ha la capacità di portare biologici; meccanismo di azione; vibrazione forzata di l’informazione. Per un principio di omogeneità di ioni; sistema, le cellule tendono a riconoscere i segnali in morfogenesi riparativa indotta, terapia del dolore.. analgesia fisica, riparazione tessutale, relazione all’affinità elettiva con i propri campi endogeni. L’ affinità deve essere caratterizzata sia in Prefazione termini di frequenza che di intensità. Un dato molto importante è dato poi dalle caratteristiche d’onda dei “Lasciare una persona in una condizione di dolore e di campi che devono rispettare la “quasi-coerenza” del sofferenza che può essere evitata dovrebbe essere sistema di interscambio di segnalazione cellula- considerato come una grave violazione dei diritti matrice. Si identifica questo processo come una forma fondamentali dell’uomo” B. J. Collett 2001 (2) di sintonizzazione fra campi endogeni, esogeni e campi Il dolore cronico deve essere considerato come malattia di disturbo ambientali. e non come sintomo e trattato come tale. Ogni mezzo Finalità dello studio: Il nostro lavoro studia gli effetti utile a ridurre il dolore è da prendere in considerazione dei CMF sul dolore nocicettivo e neuropatico, nel dal punto di vista scientifico. I sistemi riparativi campo possono essere sollecitati ed incrementati da sequenze di applicazione della medicina fisica riabilitativa, in tutti i casi in cui le altre terapie sia di segnali morfogenetici. 3 timing di riparazione tessutale. Le sedute terapeutiche Obiettivi hanno una cadenza di 1 ogni 2-3 giorni o giornaliera Il nostro lavoro tende a dimostrare come gli per i casi in acuto. Sono state considerate il numero avanzamenti tecnologici nell’ambito della terapia fisica medio di sedute necessarie alla remissione clinica del del dolore, permettano di ottenere risultati interessanti dolore, e il tipo di programma macchina. e degni di attenzione scientifica, avendo come obiettivo il controllo del dolore nocicettivo acuto e cronico e del Meccanismi d’azione dei CMF dolore neuropatico. Un’analisi su 708 casi tutti resistenti alle comuni terapie fisiche, manuali o L’utilizzo di frequenze testate e pubblicate su lavori farmacologiche, ci permette di osservare quale sia il internazionali, trend di remissione clinica del dolore, in quale modo si frequenze di pacchetti d’onda che utilizziamo come sia ottenuto e in quanto tempo. modulante di una portante ad alta frequenza e che sono sono solo un’indicazione sulle risultati efficaci sulla normalizzazione delle funzioni per esse testate. Materiali a) La metodica permette i seguenti effetti biologici La Tecnologia CMF (Complex Magnetic Fields) riparativi: rientra − Azione di risonanza ciclotronica del Ca i ++ (3) legislativamente nel settore delle magnetoterapia con campi pulsati a bassissima − Azione sulle pompe di membrana (alfa eliche)(4) intensità e frequenza, quindi nel settore delle terapie − Azione sulle cinetiche enzimatiche (5) con campi magnetoelettrici ultradeboli (ULF-ELF). − Azione sulle hsp ( riparazione molecolare)(6) I parametri di base sono: Frequenze da 1 a 80Hz − Azione sull’espressione genica di fattori di crescita (7) Intensità da 1 a 47µT G eometrie di campo complesse ad armoniche multiple Programmi macchina 10 Multifrequenze ( da 4 a 9) presequenziate Accessori: applicatore intensivo per terapia locale Puntale emettitore di campi radiali Stuoia magnetica per terapia sistemica Marcato CE, classe IIa Metodi Il lavoro è stato eseguito in osservanza dei dettami etici di Helsinki. L’analisi qualitativa e quantitativa tiene conto dell’obiettività clinica e di quella soggettiva del paziente. I parametri presi in considerazione sono la scala VAS, i tempi di remissione, e il tipo di programma macchina, il quale ha la caratteristica di essere funzione-specifico e quindi specifico per le varie patologie. Sono stati presi in esame anche la qualità e il − Azione sulle staminali locali e sistemiche(8) − Azione sulla comunicazione intercellulare (5) − Azione sulla morfogenesi riparativa(9) b) la metodica permette i seguenti effetti sulle pathways del dolore -Effetto antinfiammatorio: L’effetto antinfiammatorio è legato prevalentemente alla modulazione delle citochine proinfiammatorie ( 10) e il ripristino dell’attività della Ca-ATPasi (11) di membrana. - Effetto antiedemigeno: l’effetto antiedemigeno è legato essenzialmente all’azione dei campi sulle alfa eliche transmembrana in particolare sulle acquaporine (12) per effetto del fenomeno di accoppiamento elettroconformazionale(13). A ciò si aggiunge un aumento del circolo locale(14) ed un’azione di modificazione dello stato redox della matrice EC per dislocamento delle cariche elettrostatiche vicino alla membrana (15), oltre che ad 4 un effetto di pompa diamagnetica sull’acqua intra- Studio clinico tessutale. - Effetto analgesico: La tavola che segue mostra i tipi di patologie trattati, Gli effetti sul dolore sono dovuti a due fattori l’età media, il numero di casi, la riduzione del dolore fondamentali: la modulazione delle ammine biogene su scala VAS, eventuali associazioni farmacologiche, il all’effetto sui recettori dell’ NMDA per lo spostamento numero di sedute e i programmi macchina utilizzati. ++ dal Lo studio si propone l’analisi quantitativa e qualitativa recettore che è calcio-dipendente. L’effetto è da della risposta clinica ai segnali CMF nel dolore considerarsi morfino-simile. nocicettivo e neuropatico e la dimostrazione degli dovuto alle forze rotazionali dello ione Ca effetti funzione specifici. I segnali CMF vengono impiegati con programmi Analizziamo i meccanismi singoli. diversi a seconda della patologia da trattare, o per Modulazione di : ß-endorfina, sostanza P e meglio dire, a seconda della funzione che si deve serotonina (16) normalizzare. Dopamina e serotonina (turnover) (17) La Effetto sul signaling dello ione Ca++ e sul terapeutiche nelle varie patologie e di proposito sono recettore NMDA calcio-dipendente (18) stati inseriti nella stessa tabella i trattamenti del dolore Riduzione dell’interleuchina β (19) neuropatico e di quello nocicettivo per dimostrare che i tabella CMF che abbattono segue “il riassume dolore” le in indicazioni ogni caso, Nota: I CMF ( Complex Magnetic Fields) essendo indipendentemente dalla sua patogenesi , dall’età, dal multifrequenziali, avendo il sequenziamento dei codici sesso e sia in condizioni di dolore acuto o cronico. macchina programmati per avere in sequenza una serie Le differenti patologie vengono trattate con programmi coerente di funzioni ed essendo segnali a geometria di macchina differenti e per tempi differenziati, ma campo osservando la VAS, ci accorgeremo che in tutti i casi si complessa (armoniche multiple) mettono insieme una serie di effetti sincronici. riduce a valori vicino a 0 nel corso di 10 sedute circa. Matsumoto e Tsuda (20) hanno dimostrato come alcuni L’altro dato molto importante è il timing di sistemi caotici a cui viene aggiunta l’azione di abbattimento del dolore. fluttuazioni, mostrano bruscamente un comportamento Osservando le tabelle, vediamo che la VAS intermedia, collettivo ordinato, come, ad esempio, oscillazioni presa dopo 3 sedute, risulta ridotta di circa il 50%, e armoniche. La sovrapposizione di treni d’onda con questo dato diventa molto significativo, quando le specifiche caratteristiche in termini di geometria di sedute sono giornaliere, come nel dolore acuto o iper- campo, frequenza e intensità, sono in grado di acuto. rimodulare le fluttuazioni spontanee della cellula (21). L’ultimo dato, ma non meno importante, è che tutte le Ogni volta che inviamo al sistema cellula un treno di patologie trattate si erano dimostrate resistenti alle onde con caratteristiche di pattern, inviamo una terapie farmacologiche e fisiche di altro genere e non frequenza ordinatrice, la quale impone alla cellula la rispondevano neanche alle terapie manuali. Ciò mette decodifica dell’informazione inviata. in evidenza il plus valore delle terapie con CMF. Lo studio ha verificato come sia possibile ottenere un Il dato metodologico importante è che la terapia con effetto analgesico, antinfiammatorio, antiedemigeno e CMF deve essere sempre integrata in un programma riparativo, con un unico elettromedicale dotato di terapeutico omnicomprensivo. programmi dedicati. 5 Tab 1 Compendio delle terapie eseguite nelle varie patologie e rispettivi risultati clinici 6 7 Casi trattati: 708 Durata dello studio : marzo 2008-ottobre 2012 Follow-up: a 6 mesi Note sulle specifiche delle terapie Tab 3 Funzioni specifiche dei programmi macchina Nota 1 Alcune patologie come le tendiniti post-traumatiche, non degenerative, si ottengono Prog 1 miglioramenti dipendenti) per dislocazione dello ione calcio, aggancio notevoli in 2-3 sedute (2- 6 giorni). Nota 2 di fase del segnale nocicettivo, modulazione peptiidi Si ottengono migliori risultati con il puntale, rispetto al concentratore elettronico, quest’ultimo viene usato Nota 3 algogeni. Riduzione dell’interleuchina β Prog 2 azione sul legame actino- miosinico, e sulle pompe ioniche, ripolarizzazione Nei casi di blocco funzionale delle articolarità, si sinaptica. Miogenetico. Prog 3 Antiartritico- analgesico- immunomodulante- seduta, in media . modulazione Tutti i pazienti avevano già subito altre terapie senza analgesia da controllo del recettore NMDA, controllo successo, sia farmacologiche, fisiche o manuali e dell’edema intra-articolare, controllo delle permeabilità spesso sono affetti da più patologie concomitanti. Nota 5 Decontratturante- per la terapia di mantenimento. ottiene un recupero delle stesse per 75% in 5/6 Nota 4 Analgesico- azione sui recettori NMDA ( calcio- delle citochine proinfiammatorie, vasale, immunomodulante. Nel trattamento dell’edema, lo stesso si risolve in 1-3 Prog 4 Osterigenerazione guidata- azione sulle pathways sedute in media con consistente riduzione dalla 1° osteogenetiche, seduta. osteoclastogenetiche. Prog 5 controllo di quelle Antiedemigena- azione sulle acquaporine, effetto di pompa diamagnetica, controllo della permeabilità Tab 2 Programmi macchina, terminali da usare Prog 1 Prog 2 Prog 3 Radicoliti Muscolare Muscoloscheletrico Puntale vasale. o Prog 6 concentratore Immunomodulante. Puntale Osteorigenerativo Puntale Edema Puntale o Prog 7 Puntale controllo Antinfiammatorio- dell’edema intra-articolare. modulazione delle citochine proinfiammatorie, analgesia da controllo del recettore NMDA, o controllo dell’edema intra-articolare. ripolarizzazione sinaptica. ripristino dell’attività della concentratore Antinfiammatorio citochine proinfiammatorie, analgesia da controllo del recettore Prog 5 Prog 7 delle NMDA, Prog 4 artriti-artrosi modulazione Puntale, Stuoia o concentratore Prog 6 Antiartritico- concentratore Ca-ATPasi di membrana. o Prog 8 Antibatterico- azione simil-ciclotronica sui batteri in concentratore relazione Puntale dell’immunità. o alla carica di membrana, incremento concentratore Effetto batteriostatico. Inibisce la formazione di colonie. Prog 8 Antibatterico Puntale o stuoia Prog 9 Osteoporosi Stuoia Prog 10 Fibromialgia Stuoia Prog 9 Antiosteoporotico- controllo dell’osteoclastogenesi, stimolazione dell’osteogenesi guidata. Prog 10 Antifibromialgico- incremento produzione della serotonina endogena. 8 Tab. 3 Trend del dolore durante la terapia con CMF. Analisi qualitativa Raggiungimento del punto di tolleranza. - Il primo elemento degno di nota è la risposta omogenea indipendente dall’età. - Il secondo elemento significativo è la risposta ± omogenea in termini di sedute totali e di riduzione del dolore sia nel dolore nocicettivo che nel dolore neuropatico, utilizzando i programmi ed i protocolli specifici, in un numero simile di sedute. - Il dolore si è ridotto nonostante che tutti i pazienti abbiano continuato, in corso di terapia, le loro attività lavorative o sportive. - Il raggiungimento del limite di tolleranza del dolore si Analisi quantitativa ottiene in 2-4 sedute, raggiungendo con la stessa tempistica l’abilità alle attività domestiche. Su 708 casi, il risultato è ± positivo nel 100% dei Consideriamo che in fase acuta il dolore viene trattati. I trattamenti sono stati eseguiti rispettando il trattato con sedute giornaliere. protocollo imposto, in relazione alla specificità - La casistica riguardante le rotture muscolari dimostra tessutale dei programmi macchina. come il dolore e l’ematoma si riducano dopo 3-4 La valutazione su scala VAS dimostra che rispetto alla sedute e come l’ematoma non si organizzi mentre gli VAS iniziale, la riduzione media del dolore su VAS esami ecografici, dimostrano una riparazione totale intermedia si aggira mediamente sul 50%. La riduzione entro 20 giorni di media, con alta qualità riparativa. media si ottiene dopo 2-4 sedute. La VAS finale è sempre vicina al valore 0 Tab 4 Rapporto fra trattamento del dolore neuropatico e nocicettivo. Riduzione % della VAS e ripresa della abilità articolari. Riassunto dei tempi medi di trattamento ed valutazione degli effetti collaterali. VAS media rilevata in 3° seduta, VAS finale valutata in 10 seduta. (EA = escursione articolare) o Escursione articolare limitata ai gradi primi - severa – o Escursione articolare limitata ai gradi medi -moderatao Escursione articolare limitata ai gradi estremi - lieveo Escursione articolare non limitata 9 Discussione Abilità funzionali : Tutti i casi trattati, hanno I campi Magnetoelettrici Complessi sono in grado di mantenuto l’attività lavorativa o sportiva, alcuni con controllare il dolore sia nocicettivo che neuropatico. degenza domiciliare per un numero minimo di I tempi di risposta alla terapia sono brevissimi e giornate. bastano un numero limitato di sedute per scendere da Timing: VAS 8-10 a VAS 2-3 . Nei casi non complicati da tempestività dei risultati e l’omogeneità degli stessi alterazioni anatomiche o da patologie complesse nelle varie patologie e sia sul dolore neuropatico che concomitanti, la riduzione del dolore del 50-70% si nocicettivo, ottenute tramite un emettitore di segnali ottiene in 2-3 sedute le quali possono, in fase acuta, magnetoelettrici essere giornaliere. confermando il presupposto di ricerca. La terapia con CMF riduce così i tempi di degenza ed i Follow-up: Tutti i casi hanno mantenuto i risultati costi per i sistemi sanitari e per i sistemi previdenziali. ottenuti con follow-up a 6 mesi. Conclusioni Bibliografia Lo studio proposto su un gruppo di 708 pazienti, affetti (1) Ludwig W: Magnetc Field Therapy. In: Alternative sia da dolore nocicettivo che da dolore neuropatico, Medicine. Future Medicine Publishing, Washington (1993) dimostra come attraverso i campi ULF-ELF complessi multifrequenziali indotti, si riesca a ridurre la sintomatologia dolorosa, indipendentemente dall’età Dall’analisi qualitativa complessi si e evince la multitasking, (2) B. J. Collett, Br J Anaesth 87, 133, 2001 (3) Liboff AR. Electric-field ion cyclotron resonance. Department of Physics, Oakland University, Rochester, Michigan 48309, USA. Bioelectromagnetics. 1997;18(1):85- anagrafica, dal sesso e dal tipo di patologia scatenante. 7 Dimostra inoltre come ci sia una dipendenza nei (4) Blank M. Do electromagnetic fields interact with risultati clinici, dai codici macchina che sono funzione- electrons in the Na,K-ATPase? specifici. Dimostra infine, che i mezzi fisici per poter Department essere efficaci su una certa quantità di patologie Columbia University, New York, NY 10032, USA. necessitino di induzioni multifrequenziali e programmi [email protected] programmi delle CMF sono Physiology and Cellular Biophysics, Bioelectromagnetics. 2005 Dec;26(8):677-83 macchina specifici per patologia. I of dati da pre- sequenziamento di codici costituiti da 4 parametri, (5) Eichwald C, Walleczek J. Activation-dependent and biphasic electromagnetic field effects: model based on cooperative enzyme kinetics in cellular signaling. Department intensità, frequenza, geometria di campo e tempo, of Radiation Oncology, Stanford University School of sommando così in un unico programma gli effetti Medicine, ottenibili con ogni singola frequenza ma veicolata con Bioelectromagnetics.1996;17(6):427-35. segnali ricchi di armoniche caricati su una portante ad (6) Carmody S, Wu XL, Lin H, Blank M, Skopicki H, alta frequenza che funziona da “carrier”. Goodman R. Cytoprotection by electromagnetic field- Dall’analisi quantitativa si deduce che tutti i casi induced hsp70: a model for clinical application. Department trattati, a fine ciclo terapeutico, si è ottenuta la remissione clinica del dolore o una riduzione molto consistente, rilevabile tramite scala VAS, California 94305-5124, USA. of Pathology, Columbia University Health Sciences, New York, New York 10032, USA.J Cell Biochem. 2000 Sep 7;79(3):453-9. (7) Bodamyali T, Bhatt B, Hughes FJ, Winrow VR, comprensivamente ai casi in cui esisteva una lesione Kanczler JM, Simon B, Abbott J, Blake DR, Stevens CR. muscolare da strappo. Pulsed electromagnetic osteogenesis and fields upregulate simultaneously transcription of induce bone 10 morphogenetic proteins 2 and 4 in rat osteoblasts in vitro. (16) Sieroń A, Labus Ł, Nowak P, Cieślar G, Brus H, Biochem Biophys Res Commun. 1998 Sep 18;250(2):458-61 Durczok A, Zagził T, Kostrzewa RM, Brus R. Alternating (8) Wu H, Ren K, Zhao W, Baojian GE, Peng S. Effect of extremely low frequency magnetic field increases turnover of electromagnetic fields on proliferation and differentiation of dopamine and serotonin in rat frontal cortex. Clinic of cultured mouse bone marrow mesenchymal stem cells. 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Crescentini MD Medicina Rigenerativa Fisica Technology Transfer e-mail [email protected] Abstarct Finalità dello studio: Il nostro lavoro studia gli effetti dei Complex Magneto-electric Fields sul dolore nocicettivo e neuropatico, in tutti i casi clinici in cui le altre terapie sia fisiche, manuali o farmacologiche non avevano sortito effetti terapeutici significativi e quindi il dolore aveva cronicizzato da oltre 3-6 mesi ( dolore cronico benigno). Lo studio è stato eseguito nel corso di 4 anni su 708 casi, di cui 205 di dolore neuropatico e 503 di dolore nocicettivo, con un follow-up di 6 mesi. Materiali e metodi: CMF con le seguenti caratteristiche – intensità di campo da 1 a 100µT, alla fonte, concentrato ed amplificato dai terminali elettronici per terapia locale, frequenze da 1 a 80Hz, geometrie di campo complesse date da una portante ad alta frequenza modulata e armoniche multiple. I segnali magnetoelettrici sono multifrequenziali. I programmi macchina sono funzionespecifici, 9 codici per programma, presequenziati. Conclusioni: nonostante la diversa patogenesi, tutte le patologie trattate hanno avuto un beneficio, sia sul dolore nocicettivo, che sul dolore neuropatico, sia in acuto che in cronico, indipendentemente dall’età, dal sesso. Le sedute necessarie alla risoluzione della sintomatologia sono state quasi identiche, ed i tempi di induzione magnetica, molto simili. La riduzione della VAS è stata di circa il 50% entro la 3° seduta ( VAS intermedia), per risolversi quasi totalmente entro la 6° seduta. Solo il 10% dei casi hanno richiesto un numero maggiore di sedute. I cinque obiettivi che lo studio si proponeva, sono stati raggiunti. 12 KEYWORDS: campi elettro-magnetici oscillanti; effetti biologici dei CMF; meccanismo di azione dei CMF; vibrazione forzata di ioni; analgesia fisica, terapia del dolore, dolore neuropatico, dolore nocicettivo. Prefazione “Lasciare una persona in una condizione di dolore e di sofferenza che può essere evitata dovrebbe essere considerato come una grave violazione dei diritti fondamentali dell’uomo” B. J. Collett 2001(1). Il dolore persistente deve essere considerato come malattia e non come sintomo e trattato come tale. Il dolore che duri di più di 3 mesi va definito come Dolore Cronico Benigno, distinguendolo dal dolore oncologico.. Ogni mezzo utile a ridurre il dolore merita considerazione dal punto di vista scientifico. Finalità dello studio Sono stati selezionati 708 pazienti in terapia riabilitativa, i quali avendo già effettuato una serie di terapie manuali, fisiche e farmacologiche, non avevano ottenuto risultati clinici degni di nota. Volutamente non sono stati distinti per sesso, ma solo per età. Essi erano affetti o da dolore neuropatico, o da dolore nocicettivo, sia acuti che cronici, in relazione alle patologie di cui erano affetti. A) Il nostro primo obiettivo era quello di studiare su questi pazienti l’effetto terapeutico dei Campi Magnetoelettrici Complessi Multifrequenziali (CMF) e documentare se questa terapia fosse in grado di risolvere la sintomatologia dolorosa cronica e con quali tempi e modalità. B) Il secondo obiettivo era quello di ricavare dallo studio non solo dati quantitativi e statistici, ma anche qualitativi, importanti per differenziare gli effetti di questa terapia dalle altre terapie fisiche strumentali, dato che i presupposti terapeutici su cui si basa questo elettromedicale, sono 13 completamente diversi. Gli altri dispositivi medici dedicati alla terapia del dolore trasferiscono energia, mentre i CMF trasferiscono informazione bioattiva. C) Il terzo obiettivo era dimostrare che con programmi macchina dedicati, tessuto-specifici, sia il dolore neuropatico che quello nocicettivo potevano rispondere allo stesso modo e negli stessi tempi. D) Il quarto obiettivo era poter dimostrare che la terapia era efficace sia sulle patologie acute che su quelle croniche e che il risultato era indipendente dall’età. E) Il quinto obiettivo era valutare il ripristino delle abilità funzionali, dato qualitativo a cui diamo una importanza fondamentale. L’abilità funzionale è stata valutata come riduzione della limitazione funzionale e quindi dell’escursione articolare (AKJMA).Angular Kinematics and joint moments analysis. La complessità di questo lavoro clinico è dato dalla quantità e dalla qualità dei casi presi in esame, tuttavia, i risultati possono essere riassunti nello schema che evidenzia contemporaneamente gli effetti sul il dolore neuropatico e nocicettivo cronicizzante (DCB). Materiali Definizione di Campi Magnetoelettrici Ultradeboli Complessi Multifrequenziali (CMF) I CMF (Complex Magnetic Fields) rientrano legislativamente nel settore delle magnetoterapia con campi pulsati a bassissima intensità e frequenza, quindi nel settore delle terapie con campi magnetoelettrici ultradeboli (PEMF-ULF-ELF). I parametri di base sono: Frequenze da 1 a 80Hz Intensità da 1 a 100µT Geometrie di campo complesse ad armoniche multiple Programmi macchina 10 Multifrequenze presequenziate come array di stringhe Accessori: applicatore intensivo per terapia locale Puntale emettitore di campi radiali Stuoia magnetica per terapia sistemica Marcato CE, classe IIa MFIsrl Rome Italy 14 I programmi macchina sono i seguenti: Tab 1 Programmi macchina, terminali usati ed effetti funzione-specifici Prog 1 Prog 2 Prog 3 Prog 4 Prog 5 Prog 6 Prog 7 Prog 8 Prog 9 Prog 10 Analgesico- azione sui recettori NMDA ( calcio-dipendenti) per dislocazione dello ione calcio, aggancio di fase del segnale nocicettivo, modulazione peptiidi algogeni. Riduzione dell’interleuchina β Decontratturante- azione sul legame actino-miosinico, e sulle pompe ioniche, ripolarizzazione sinaptica. Miogenetico. Antiartritico- analgesico- immunomodulante- modulazione delle citochine proinfiammatorie, analgesia da controllo del recettore NMDA, controllo dell’edema intra-articolare, controllo delle permeabilità vasale, immunomodulante. Osterigenerazione guidata- azione sulle pathways osteogenetiche, controllo di quelle osteoclastogenetiche. Antiedemigena- azione sulle acquaporine, effetto di pompa diamagnetica, controllo della permeabilità vasale. Antiartritico- modulazione delle citochine proinfiammatorie, analgesia da controllo del recettore NMDA, controllo dell’edema intra-articolare. Immunomodulante. Antinfiammatorio- modulazione delle citochine proinfiammatorie, analgesia da controllo del recettore NMDA, controllo dell’edema intra-articolare. ripolarizzazione sinaptica. ripristino dell’attività della Ca-ATPasi di membrana. Antibatterico- azione simil-ciclotronica sui batteri in relazione alla carica di membrana, incremento dell’immunità. Effetto batteriostatico. Inibisce la formazione di colonie. Antiosteoporotico- controllo dell’osteoclastogenesi, stimolazione dell’osteogenesi guidata. Antifibromialgico- incremento produzione della serotonina endogena. Tab 2 Meccanismi d’azione dei 10 programmi macchina 15 Fig 1 CMF System Metodi Sono stati selezionati 708 pazienti, di cui 205 con dolore neuropatico e 503 con dolore nocicettivo. I pazienti con dolore neuropatico erano affetti dalle seguenti patologie: Lombosciatalgia (85 casi), cervicobrachialgia (59 casi), Nevralgia di Arnold (29 casi), Neurinoma di Morton (12 casi) Nevralgie intercostali (20 casi dei quali 7 associati cisti dorsale). I pazienti con dolore nocicettivo erano affetti dalle seguenti patologie: Rotture muscolari (15 casi), artrosinovite del ginocchio (70 casi), periartrite scapolo-omerale (52 casi), tendinite del sovraspinato (21 casi), tendinite del tendine rotuleo (19 casi), lombalgie ( 51 casi), pubalgia (23 casi) gonalgia da gonartrosi (71 casi), cervico-mialgia (57 casi), infiammazione dell’ATM (19 casi), Borsite sub-acromion-deltoidea (19 casi), fibromialgia (15 casi ), fascite plantare ( 71 casi). I pazienti con dolore neuropatico sono stati trattati con i seguenti programmi macchina: 1-3-5, singolarmente o in associazione sequenziale nella stessa seduta. 16 I pazienti con dolore di tipo nocicettivo sono stati trattati con i seguenti programmi: 2,3,5, singolarmente o in associazione sequenziale nella stessa seduta. Solo la fibromialgia è stata trattata con il programma 7, specifico per questa patologia. Modalità di somministrazione di terapia Sia nel dolore nocicettivo che nel dolore neuropatico in acuto o iperacuto, in alcuni casi sono state eseguite 2-3 sedute giornaliere per poi proseguire con 1 seduta ogni 3 giorni. La media è 1 seduta ogni 3 giorni. Sia nel dolore nocicettivo che nel dolore neuropatico, nelle forme croniche, 1 seduta ogni 3 giorni. Tutte le patologie, esclusa la fibromialgia, sono state trattate con il puntale nelle prime 3 sedute e con il puntale o con il concentratore elettronico nelle sedute seguenti. La fibromialgia è stata trattata su stuoia magnetica. Lo studio è stato sviluppato nel corso di 4 anni. Il follow-up è stato di 6 mesi per ogni patologia. Sono stati utilizzati i seguenti parametri di valutazione: Scala quantitativa V.A.S. (Visual Analogic Scale) come valutazione soggettiva del dolore, analisi cinematica AKJMA (Angular Kinematics and Joint Moments Analysis) per la valutazione della funzionalità articolare e muscolare. 17 Tab 3 Analisi statistica. Valutazione quantitativa e qualitativa dei risultati clinici. Valutazione VAS, AKJMA, numero di sedute, programmi macchina utilizzati Legenda (AKJMA per escursione articolare definita con EA); EAi Escursione articolare iniziale – EAf escursione articolare finale. o Escursione articolare limitata ai gradi primi - severa – o Escursione articolare limitata ai gradi medi -moderatao Escursione articolare limitata ai gradi estremi - lieveo Escursione articolare non limitata Nota: abilità funzionale definita come limitazione funzionale in relazione all’escursione articolare TA = terapia d’attacco TM= terapia di mantenimento SE= effetti collaterali Discussione Lo studio è stato impostato su un numero consistente di casi clinici, per poter valutare su grandi numeri l’efficacia della terapia con CMF sul dolore cronicizzante. La distinzione statistica fra efficacia sul dolore neuropatico e nocicettivo e non su singolo distretto o patologia, è vincolata alla necessità di fornire dei dati statistici allargati a varie patologie. Lo studio ha avuto la durata di 4 18 anni nei quali sono stati effettuati follow-up semestrali, per verificare la stabilità dei risultati. La possibilità fornita da questa tecnologia priva di effetti collaterali, non invasiva, di essere utilizzata con una ottima compliance dei pazienti, e priva di effetti collaterali, ci ha permesso di trattare una serie di patologie algogene ogni volta fosse necessario. I pazienti sono stati debitamente informati ed è stato rispettato il codice etico di Helsinki. I dati sono stati raccolti e valutati sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Conclusioni Avendo analizzato i risultati clinici, possiamo affermare che l’azione di Campi Magneto-elettrici Complessi Multifrequenziali, sull’edema e sull’infiammazione, riducono il dolore in tempi rapidi e in maniera stabile nel tempo (2), (La VAS si è ridotta mediamente del 50% entro le prime 3 sedute) e sono ugualmente efficaci sia sul dolore nocicettivo che sul dolore neuropatico. E’ stata evidenziata una notevole differenza nella metodica di utilizzo di questo elettromedicale, rispetto ai più comuni sistemi fisici dedicati alla terapia del dolore. Sono stati superati i limiti di profondità comuni a terapie come i laser e sono stati ottenuti risultati positivi indipendentemente dalla data di insorgenza della patologia. Possiamo concludere che questa terapia può essere utilizzata in una serie di patologie osteoarticolari algogene cronicizzanti e resistenti alle comuni terapie farmacologiche, manuali e fisiche, con buoni risultati clinici. I risultati ottenuti, si sono dimostrati stabili nei followup semestrali, con controlli eseguiti durante circa 2 anni. La terapia con CMF può essere considerata efficace in maniera molto maggiore delle terapie fisiche che utilizzano il trasferimento energetico. Reference (1) B. J. Collett, Br J Anaesth 87, 133, 2001 (2) F. Crescentini, CMF I Campi Magnetoelettrici Complessi come broadcasting di informazione bioattiva Ed MP&BN 2013 ISBN 9788890868009 19 Campi Magnetoelettrici Complessi e terapia manuale miofasciale nel trattamento del dolore neuropatico e nocicettivo: studio su 288 casi. Dott. Inan D’Agostino Biologo-Fisioterapista e-mail [email protected] Abstract La normalizzazione tissutale nel trattamento del dolore può essere pilotata per via esogena, mediante l’utilizzo di segnali biofisici appropriati: i campi magnetoelettrici complessi. A seguito di qualsiasi perturbazione il tessuto fasciale va incontro a densificazioni, creando forze tensive tridimensionali intratissutali; qualora quest'ultime siano mal compensate genereranno sofferenze tissutali alterando l'omeostasi. Keywords : terapia del dolore; campi magnetoelettrici complessi; lesione osteopatica; dolore neuropatico e nocicettivo; informazione cellulare; terapia manuale. Obiettivi dello studio: il lavoro mostra come l’informazione cellulare trasmessa dai CMF ai tessuti biologici, associata a trattamento miofasciale delle lesioni osteopatiche, possa normalizzare i tessuti ed abbatta il dolore. Tutti i casi trattati, eccezion fatta per i traumatizzati, si presentavano come farmaco resistenti e le altre terapie fisiche e manuali non avevano sortito alcun risultato significativo. Lo studio è stato effettuato su 288 casi, con follow-up di 5 mesi. Materiali e metodi: CMF con le seguenti caratteristiche: • Intensità di campo da 1 a 47µT, geometrie di campo complesse con portante ad alta frequenza modulata, frequenza da 1 a 80Hz. I segnali sono presequenziati e multisequenziali, i programmi macchina sono funzione-specifici. Terapia manuale con tecniche osteopatiche. Risultati: il risultato dei trattamenti combinati fra terapia con CMF e manuale osteopatica, è stato positivo nel 100% dei casi con una riduzione media del dolore di circa l’80% nelle prime 2 sedute di trattamento. Conclusioni: i campi magnetoelettrici complessi sono in grado di abbattere il dolore nocicettivo e neuropatico, con un numero di somministrazioni variabile da 2 a 8 e per un tempo di induzione di circa 40 minuti, lasciando libero l’operatore di somministrare il messaggio elettromagnetico sulla porzione anatomica in cui egli percepisce la perturbazione tissutale, che a volte è molto distante dalla sintomatologia riferita. I risultati sono omogenei in tutte le patologie trattate. Bibliografia F. Crescentini, CMF I Campi Magnetici Complessi come broadcasting di informazione bioattiva. MP&BN Ed 2013 ISBN 9788890868009 20 Effetti dei Campi Magnetici Complessi sulla lombosciatalgia acuta, con prevalente interessamento L4–S1, in presenza o meno di ernia discale LORIS FAVERO Direttore Sanitario Ninfea Medica – Dolo (VE) e-mail [email protected] ABSTRACT Sono stati trattati pazienti con sintomatologia dolorosa acuta di prima insorgenza e pazienti con sintomatologia recidivante. Un ulteriore gruppo di pazienti presentava anche ernia discale. I risultati sono stati sostanzialmente positivi, soprattutto quelli riferiti ai pazienti in fase acuta, per cui potremmo considerare il trattamento con i CMF come terapia di elezione in questo tipo di sintomatologia. Keywords Campi Magnetoelettrici complessi, dolore acuto e cronico, terapia fisica strumentale Materiali e Metodi E' stato utilizzato l’apparecchio CMF-PT, della MFI srl di Roma, con puntale e concentratore di segnale. L’apparato CMF è un generatore di segnali magnetoelettrici complessi. Sono stati trattati pazienti con sintomatologia lombo-sciatalgica, così suddivisi: gruppo A) 20 pazienti (12 M, 8 F), di età compresa tra 30/60 anni senza presenza di ernia discale. Il gruppo era così ulteriormente suddiviso: A1) 6 pazienti (5M e 1F) con prima presentazione acuta di lombosciatalgia. Trattamento con protocollo Radicoliti - 6 sedute. A2) 14 pazienti (7M e 7F) con presentazione acuta di lombosciatalgia in soggetti con storia di pregressi episodi acuti. Trattamento con protocollo Radicoliti - 6 sedute. gruppo B) 6 pazienti (3 M, 3F), di età compresa tra 30/50 anni con presenza di ernia discale. Trattamento con protocollo Radicoliti - 6 sedute + 4 sedute (Neurologico + Muscolo-scheletrico) Risultati Gruppo A1) - Tutti i pazienti hanno risposto ottimamente al trattamento, con risoluzione completa della sintomatologia dolorosa, alcuni già dalla prima o seconda seduta. Gruppo A2) – Il 70% dei pazienti ha ottenuto la risoluzione completa della sintomatologia. Per il restante 30% residuava una lieve dolenzia, più o meno irradiata, comunque riferita come perfettamente sopportabile e compatibile con le normali attività quotidiane. 21 Gruppo B) – 5 pazienti hanno risposto al trattamento con una marcata riduzione della sintomatologia dolorosa dopo le 6 sedute del protocollo Radicoliti. Essi sono stati sottoposti ad altre 4 sedute (Muscolo-scheletrico+Neurologico), e riferivano un ulteriore miglioramento sintomatologico. Tutti sono rimasti liberi da sintomatologia acuta per almeno 8 mesi. 1 solo paziente non ha risposto al trattamento (solo una lieve attenuazione della sintomatologia). 22 Un caso di Algodistrofia di Sudeck LORIS FAVERO Direttore Sanitario Ninfea Medica – Dolo (VE) Una donna caucasica di 45 anni, coniugata con prole, sportiva di sana e robusta costituzione fisica. Giunge al nostro Centro con diagnosi di Sindrome di Sudeck, già stilata dall’Ortopedico che l’aveva in cura. La paziente riferisce trauma al polso sinistro 6/7 mesi prima, dolore persistente ed ingravescente nonostante i farmaci analgesici ed antiinfiammatori, le cure del fisioterapista e le sedute con Tecar. Le indagini Rxgrafiche risultano negative sia poco dopo il trauma sia a distanza di mesi. E' costretta ad indossare un tutore perché il carico di lavoro al polso accentua insopportabilmente il dolore, peraltro presente anche a riposo e che è causa di insonnia. L’Algodistrofia di Sudeck colpisce soprattutto l’adulto, con prevalenza nel sesso femminile di 4:1, interessando prevalentemente ed in ordine di frequenza: caviglia e piede, polso e mano, ginocchio, gomito, spalla. Il fattore scatenante è rappresentato molto spesso da traumi ai quali sono seguite manovre riduttive violente, da immobilizzazione in posizione antifisiologica, da prolungata immobilità con assenza di carico funzionale. Secondo l'ipotesi eziologica più accreditata, all’origine della Sindrome si avrebbe un’accentuazione patologica dei comuni fenomeni che avvengono nei tessuti traumatizzati, con conseguente continuo stimolo del SNC. In condizioni normali il sistema nervoso simpatico riduce la sua attività dopo breve tempo (minuti/ore) dal trauma; nel Sudeck, invece, il simpatico è causa di infiammazione, spasmi muscolari e dolore prolungato, che vengono trasmessi al SNC instaurando un circolo vizioso. Si è utilizzato l’apparecchio CMF della MFI srl di Roma, con puntale e concentratore di segnale, in particolare il programma CMF di rigenerazione ossea per sei sedute bisettimanali accompagnato, per le prime due sedute, dal programma anti-edema locale e successivamente dal programma per il dolore neurologico. Il risultato non fu incoraggiante per cui si pensò di agire sul sistema nervoso autonomo, sottoponendo la paziente a sei sedute di programma Metabolico (che lavora sul simpatico) con la stuoia, ciascuna seguita da una seduta di programma Dolore neurologico su due punti trigger individuati all’avambraccio. Risultati: Il risultato è stato una riduzione del dolore con completa scomparsa a riposo. A questo punto la paziente ha deciso di sospendere la terapia per problemi di lavoro; sentita telefonicamente mi ha confermato che la sintomatologia era in regressione. 23 Bibliografia Liboff AR. Electric-field ion cyclotron resonance Department of Physics, Oakland University, Rochester, Michigan 48309, USA. Bioelectromagnetics. 1997;18(1):85-7 P. Stravroulakis Biological effects of Electromagnetic Fields Springer Ed. 2003; ISBN 3-540-42989-140 Joseph C. Segen Concise Dictionary of Modern Medicine Mc Graw-Hill 2006 ISBN 978-88-386-3917-3 The Merck Manual V edizione Springer-Verlag 2008 ISBN 978-88-470-0707-9 N. Giordano, G. Perpignano, R. Nuti Compendio di reumatologia Elsevier Masson 2008 ISBN 978-88-214-3087-9 F. Crescentini La neo-osteomorfogenesi guidata con i CMF (Combined Magnetic Fields) Ed. Simple 2009 ISBN 978-88-6259-127-0 Crescentini F., Cipollina A., Corigliano M. Relazione fra patologie e protocolli terapeutici nei trattamenti con Campi Magnetici Ultradeboli Complessi. Atti SIBE: 13-18 Nov 2010 F. Crescentini Le Basi Epistemologiche del Sistema Informazionale Biologico Ed. Simple 2011 ISBN 978-88-6259-330-4 F. Crescentini CMF. I Campi Magnetici Complessi come broadcasting di informazione bioattiva Ed. MP&BN 2011, IS 24 EFFETTI DEI CAMPI MAGNETO-ELETTRICI MULTIFREQUENZIALI (CMF) SUL DOLORE POST CHIRURGICO NELLA PRK Pierdomenico D'andrea - Pescara Antonio Laborante - S.Giovanni Rotondo (FG) Antonio Mocellin - Lecce Umberto Merlin - Rovigo Paolo Sagnelli - Roma Luigia Maurizio Pescara Francesco Crescentini Pescara Gruppo Italiano di Studio degli effetti dei campi magnetici in Oftalmologia Abstract Scopo del lavoro: verificare la possibilità di modulare e ridurre il dolore in pazienti sottoposti a PRK Materiali e metodi: sono stati arruolati 16 pazienti operandi di chirurgia refrattiva mediante PRK (utilizzando lo stesso laser in più centri) e suddivisi in due gruppi. Il primo, 11 pazienti, è stato esposto ai Campi Magnetoelettrici Complessi, il secondo, 5 pazienti, ha effettuato nel postoperatorio terapia farmacologica antalgica-antinfiammatoria con ketorolac, secondo le attuali linee guida. La valutazione del dolore è stata effettuata mediante scala VAS al I,III,VII giorno post-op. Non sono stati effettuati studi statistici, data l'esiguità del campione preso in esame. Risultati: nel gruppo dei pazienti trattati il livello di dolore, benchè intenso in prima giornata, si è ridotto già sensibilmente dopo l'esposizione a CMF. In III giornata era completamente cessato. In VII giornata nessun paziente aveva dolore. Nei controlli il dolore è ancora presente in III giornata. In un solo paziente la sensazione dolorosa persisteva ancora in VII giornata. Conclusioni: l'effetto analgesico nei pazienti sottoposti ai CMF è evidente. Nel gruppo dei controlli l'effetto analgesico è determinato dal ketorolac, ma la curva del dolore è meno ripida rispetto ai trattati. Keywords e-mail [email protected] Campi magnetoelettrici complessi, terapia del dolore, dolore oculare postoperatorio, neuro mediatori del dolore, mediatori dell’infiammazione. 25 Prefazione Il dolore post operatorio Il dolore acuto è di solito associato ad una precisa malattia o trauma ed è previsto che sia limitato al tempo necessario per riparare il danno. Il più caratteristico dolore acuto è considerato essere il dolore postoperatorio (DPO), anche se, qualora non adeguatamente trattato, questo può assumere le caratteristiche di un vero e proprio dolore cronico, è generalmente prevedibile e si caratterizza per la forte intensità e breve durata. E’ variabile da soggetto a soggetto e nello stesso individuo nel tempo; questa variabilità non è solo funzione della patologia preesistente, della sede, del tipo e dell’importanza dell’intervento chirurgico ma anche, ed alle volte prevalentemente, funzione di quei fattori psicologici che la correlazione dolore-danno tissutale comporta. Un certo numero di sostanze chimiche algogene vengono liberate o sintetizzate a livello dell’area sede del danno tissutale e sono: - potassio ed istamina (H) che fuoriescono dal liquido intracellulare sono in grado di eccitare i nocicettori polimodali; - la serotonina (5HT) e l’adenosintrifosfato vengono liberate per la lesione cellulare e sono anche esse in grado di attivare o sensibilizzare i nocicettori; - la bradichinina (BK), prodotta a livello della lesione dal chininogeno plasmatico per azione della callicreina, è una delle più potenti sostanze algogene ed attiva e sensibilizza i recettori polimodali; - le prostaglandine (PG), sintetizzate dall’acido arachidonico per azione dell’enzima cicloossigenasi, tra i più potenti ed ubiquitari mediatori dell’infiammazione, causano iperalgesia e sensibilizzano i nocicettori primari afferenti; -i leucotrieni, anche questi derivati dall’acido arachidonico per azione dell’enzima lipo-ossigenasi, provocano iperalgesia; -la sostanza P (SP), polipeptide presente nelle fibre afferenti amielinche che si libera durante la loro attività, è un potente vasodilatatore. A livello del danno tissutale si ha un rilascio di ioni K e sintesi di Bradichinina e prostaglandine, nonché di leucotrieni e trombossani. Gli ioni K, le BK attivate e le PG sensibilizzano i nocicettori con l’attivazione delle fibre nervose afferenti primarie determinando, quindi, quella che viene definita iperalgesia primaria. 26 Tali impulsi nocicettivi non si propagano solo verso il midollo spinale ma anche su assoni collaterali dove viaggiano impulsi antidromici che determinano il rilascio di Sostanza P dalle terminazioni nervose e quindi vasodilatazione e aumento della permeabilità vascolare (edema) . istamina H mast-cellule AFFERENZE PRIMARIE SP piastrine serotonina 5HT SP nocicettori viciniori IPERALGESIA SECONDARIA Fig 1 neurobiologia del dolore post traumatico. A questo punto il circolo vizioso è chiuso, infatti la vasodilatazione e l’alterata permeabilità capillare aumentano il rilascio di Bradichinina che stimola le afferenze primarie con liberazione di ulteriore Sostanza P. La SP inoltre stimola formazione di istamina dalle mast-cellule e di 5-HT dalle piastrine. La H e la 5-HT attivano anche esse le afferenze primarie con un ulteriore rilascio di SP e quindi un nuovo circolo vizioso è innescato. Gli stessi autacoidi inoltre attivano i nocicettori viciniori dando origine alla iperalgesia secondaria . Questo incremento di attività simpatica può causare vasocostrizione, ischemia locale tissutale, aumento della concentrazione di idrogenioni (H+) e quindi ulteriore aumento nella sensibilità nocicettoriale . L’infiammazione sembra svolgere un’altra importante funzione sulle terminazioni nervose periferiche, sembra esserci infatti una classe di fibre afferenti primarie non mielinizzate che normalmente non rispondono a stimoli meccanici o termici anche ad alta soglia ma che in presenza di infiammazione e quindi di sensibilizzazione chimica diventano responsivi e scaricano vigorosamente anche con stimoli normali. Tali recettori che necessitano di ulteriore caratterizzazione sono stati identificati in numerosi tessuti e sono stati nominati “recettori silenti”. 27 Fig 2 target dei CMF Meccanismi d’azione dei CMF sull’infiammazione e sull’analgesia e sull’edema postchirurgico L’effetto antinfiammatorio è legato prevalentemente alla modulazione delle citochine proinfiammatorie[1] all’incremento di quelle antinfiammatorie (IL10) e al il ripristino dell’attività della Ca-ATPasi[2]di membrana. Gli effetti sul dolore sono dovuti a due fattori fondamentali: la modulazione delle ammine biogene [3] e all’effetto sui recettori dell’ NMDA per lo spostamento rotazionale dello ione calcio dai recettori.[4] che sono calcio-dipendenti. Ca++ dal è calcioL’effetto è da morfino- recettore che dipendente. considerarsi simile. Fig 3 Azione dei CMF sui recettori NMDA 28 Strauch B et al, nel 2009 hanno evidenziato che i campi magnetici riducono il dolore postchirurgico e l’edema, dimostrando come una terapia non invasiva, non farmacologia, sia in grado di modificare il trend della riparazione post- chirurgica Gli equilibri intra ed extra cellulare, in termini di diluizione e Ph, nonché il passaggio di soluti, sono dipendenti dalle proteine trasportatrici. Esse legano soluti specifici e li trasferiscono attraverso il doppio strato lipidico subendo cambiamenti conformazionali che espongono il sito che lega il soluto sequenzialmente su un lato della membrana e poi sull’altro. Alcune proteine trasportatrici trasportano semplicemente un singolo soluto “ in discesa”, mentre altre possono agire da pompe per trasportare un soluto “ in salita” contro il suo gradiente elettrochimico, usando energia fornita dall’idrolisi dell’ ATP, dal flusso “in discesa” di un altro soluto come Na+ o H*, o dalla luce per spingere la serie necessaria di cambiamenti conformazionali in maniera ordinata. Le proteine trasportatrici appartengono ad un piccolo numero di famiglie. Ciascuna famiglia comprende proteine con sequenza amminoacidica simile che si pensa si siano evolute da una proteina ancestrale comune e operino con un meccanismo simile. Fra le proteine più importanti vi è la pompa Na+K+ che è ubiquitaria. ( Albert. B. et al 2004) Fra i canali ionici che regolano l’assetto omeostatico della cellula e della matrice extracellulare vi sono i canali metabotropici e ionotropici, nonché le acquaporine. Le acquaporine sono canali di membrana che giocano un ruolo fondamentale nella regolazione del contenuto di acqua delle cellule. Esistono più di 10 diversi tipi di acquaporine nell’uomo e molti altri tipi ne esistono in tutti gli organismi viventi (batteri, piante inclusi). Malfunzionamenti delle acquaporine possono determinare varie malattie: cataratte congenite, nephrogenic diabetes insipidus. Nelle membrane cellulari esse formano dei tetrameri e facilitano il trasporto dell’acqua e in qualche caso di altre piccole molecole di soluto. Tuttavia, esse sono completamente impermeabili a specifiche cariche. Il risultato della simulazione fornisce nuovi indizi in relazione a questo meccanismo. Le molecole d’acqua passando nel canale sono forzate, dalle forze elettrostatiche delle proteine, a rovesciarsi nel centro del canale: questo processo permette il trasferimento protonico attraverso il passaggio dell’acqua.. Le regolazione protonica è uno dei segnali fondamentali della rigenerazione tissutale. L’azione dei campi magnetici sulla struttura secondaria delle acquaporine può essere riferito ad un cambiamento comformazionale indotto [5] che modifica il flusso idrico e protonico. La risposta delle α-eliche ai CMF potrebbe far prevedere che tutte le α-eliche e i foglietti beta trans-membrana si comportino allo stesso modo, attivando un insieme di reazioni-accomodazioni di un sistema particolarmente complesso di equilibrio di flusso ionico intra-extracellulare[6]. Osservando però la struttura delle acquaporine, sappiamo che già in natura esse rispondono a variazioni elettriche nei loro rispettivi domini intra ed extracellulare non avendo recettori. Diventa perciò plausibile l’ipotesi che i CME variando i potenziali redox extracellulari ed interagendo con le strutture secondarie delle 29 acquaporine, possano essere responsabili delle variazioni sia del flusso idrico della cellula che soprattutto, del flusso protonico[7]. Nondimeno l’attività dei recettori voltaggio-dipendenti e ionotropici, sarebbero modulate dalle stesse variazioni di potenziale. Sarebbe interessante vedere come variano le equazioni di Nerst e di Goldmann in virtù di questa variabile indipendente. Materiali e metodi Materiali e metodi: sono stati arruolati 16 pazienti operandi di chirurgia refrattiva mediante PRK (utilizzando lo stesso laser in più centri) e suddivisi in due gruppi. Il primo, 11 pazienti, è stato esposto ai Campi Magnetoelettrici Complessi, il secondo, 5 pazienti, ha effettuato nel postoperatorio terapia farmacologica antalgica-antinfiammatoria con ketorolac, secondo le attuali linee guida. La valutazione del dolore è stata effettuata mediante scala VAS al I,III,VII giorno postoperatorio. Non sono stati effettuati studi statistici, data l'esiguità del campione preso in esame, ma valutazioni qualitative. Lo studio è stato effettuato previo consenso informato e nel rispetto delle linee guida del protocollo di Helsinki. Materiali Generatore di campi complessi (CMF) (MFIsrl Roma) Induttore concentratore ad occhiale Intensità di campo da 1 a 100µT alla fonte Frequenze da 1 a 200Hz Durata 12 min per programma macchina 1 seduta giornaliera fino alla cessazione del dolore ( max 3 sedute) E’ stato eseguito preventivamente uno studio dettagliato sulle correnti indotte per rimanere molto lontano dai limiti di sicurezza imposti dai parametri ICNIRP. E’ stato realizzato un induttore apposito ad occhiale per mantenere costanti tali parametri. Il programma macchina è costituito da una serie di codici realizzati come array di stringhe i cui dati sono stati ricavati dalla letteratura internazionale. I parametri di ogni codice sono costituiti da intensità di campo, frequenza, geometria di campo e tempo. I codici sono presequenziati. 30 Meccanismi d’azione dei CMF 1.I meccanismi d’azione dei CMF sono sostanzialmente i seguenti: 2.Modulazione delle citochine pro-infiammatorie (IL-1beta and TNF-alfa) (1) 3.Incremento di quelle antinfiammatorie (IL10) 4.Effetto antinfiammatorio dovuto al ripristino dell’attività della Ca++ATPasi di membrana (2) 5.Modulazione dei neurotrasmettitori (3, 3a) 6.Effetto sui recettori NMDA (4) Risultati Nei pazienti trattati è stata osservata una riduzione sensibile del dolore già dopo la prima esposizione ai campi magnetoelettrici complessi, per poi cessare completamente in III giornata. In VII giornata nessun paziente accusava dolore. Nei controlli, sottoposti a terapia farmacologica con ketorolac, il dolore era ancora presente in III giornata e in un solo paziente si manteneva fino alla settima giornata. Le misurazioni su scala VAS dimostravano nei pazienti trattati una curva di riduzione molto accentuata rispetto ai non trattati. Fig. 4 Andamento del dolore nel post-trattamento con CMF 31 Discussione L’obiettivo di questo studio era quello di stabilire se attraverso i mezzi fisici e nella fattispecie, attraverso i campi magnetoelettrici complessi multifrequenziali, si potesse ridurre il dolore postoperatorio negli interventi di PRK. I programmi macchina studiati per ottenere un effetto antiedemigeno, antinfiammatorio ed analgesico, hanno raggiunto l’obiettivo richiesto, riducendo il disagio del postoperatorio, in tempi ridotti rispetto a quelli che si ottengono con la sola terapia farmacologica. Ciò dimostra l’efficacia della terapia fisica strumentale in oftalmologia. Conclusioni I risultati di questo studio preliminare, non avendo un numero consistente di casi, si è limitato a studiare i dati qualitativi: La riduzione del dolore e i tempi in cui ciò avviene. Lo studio ha dimostrato che nei pazienti trattati il risultato era omogeneo per tempi e per riduzione del dolore misurato su scala VAS. E’ interessante notare come i CMF agiscano sulla riparazione tessutale ma ciò sarà materia di studio per una prossima pubblicazione. I pazienti trattati rispetto ai controlli hanno dimostrato una riduzione consistente del dolore già dalla prima seduta con CMF e i dati confrontati con i controlli dimostrano una forte attività analgesica ed antinfiammatoria sui tessuti oculari nel postoperatorio dove i tessuti vengono lesi da forti energie fisiche. Questa tecnica permette di immaginare nel prossimo futuro una integrazione fra terapia fisica strumentale e farmacologia in oftalmologia. 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