3 DOSSIER VOLTRI TERMINAL EUROPA APRILE 2004

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3 DOSSIER VOLTRI TERMINAL EUROPA APRILE 2004
DOSSIER
VOLTRI TERMINAL EUROPA
APRILE 2004 – MARZO 2005
Premessa
A fronte degli innumerevoli episodi di fermo operativo e dei sempre più frequenti disservizi
riscontrati nel corso dell’ultimo anno presso il Voltri Terminal Europa, la categoria degli
spedizionieri ha ritenuto fondamentale provvedere alla redazione di un documento dettagliato
diretto a sollecitare, da parte del terminal e delle autorità competenti, le necessarie risposte.
I dati raccolti nel periodo di riferimento - aprile 2004/marzo 2005 – dimostrano infatti
ampiamente come la situazione operativa del terminal VTE sia stata costantemente
condizionata da una fitta serie di eventi, che hanno evidenziato carenze strutturali,
organizzative ed operative.
In tal senso, le problematiche che si sono presentate con maggiore frequenza ed alle quali,
ancora a tutt’oggi, il terminal non è stato in grado di porre rimedio, riguardano:
a)
b)
c)
d)
ritardi operativi nella messa a disposizione dei contenitori per le verifiche doganali;
ripetuti episodi di furto di contenitori;
smarrimento di contenitori;
incapacità di gestire le avverse condizioni meteorologiche (forte vento), che ha portato
alle note vicende del blocco operativo del terminal per un’intera settimana.
Volendo condurre un’analisi più dettagliata degli aspetti citati ai punti da a) ad e) emergono
considerazioni di rilievo in grado di testimoniare le numerose difficoltà che hanno condizionato
e compromesso in questi ultimi 11 mesi le performance delle aziende nostre associate.
Veniamo dunque ad analizzare i seguenti dati:
a) Ritardi operativi nella messa a disposizione dei contenitori per le verifiche
doganali
I dati relativi al mese di marzo 2005 evidenziano infatti come nulla sia mutato rispetto alle
stime raccolte nel corso del 2004, dal momento che a tutt’oggi le operazioni di messa a
disposizione dei contenitori per le necessarie verifiche doganali richiedono un tempo minimo di
5-7 giorni (mentre complessivamente tra il posizionamento e la successiva verifica trascorrono
in media dieci giorni), a fronte delle 24 – massimo 48 ore – impiegate presso altri scali italiani.
Significativo a tale riguardo il fatto che le segnalazioni pervenute dalle aziende nostre associate
nell’aprile-maggio 2004 siano sostanzialmente identiche alle comunicazioni che le medesime
aziende ci fanno quest’oggi.
In data 30 luglio 2004, un nostro associato ci scrive: “E’ inconcepibile dover aspettare dai
quattro ai sette giorni per poter avere la disponibilità del contenitore per la verifica al VTE e
doverlo ritirare sempre con numerosi giorni di soste…La nostra clientela non vuole più
riconoscere i costi per soste suolo e detention che siamo obbligati a pagare tutte le volte che il
contenitore viene selezionato per la verifica al VTE”.
Ed ancora, in data 30 marzo 2005, sul medesimo argomento ci viene comunicato: “Spero per
le prossime richieste (di posizionamento dei contenitori) di non dover aspettare otto giorni, in
quanto io sto perdendo lavoro per questo disservizio e, come altre persone, non me lo posso
permettere”.
La diretta conseguenza di tali ritardi, alla base dei quali si colloca tutta una serie di fattori –
dalla strategia del terminal (per cui le operazioni relative al ciclo nave sono considerate
prioritarie rispetto a quelle che si legano al ciclo terra), all’insufficienza di attrezzature
adeguate e di personale (come denunciato allo stesso terminal in occasione del più recente
blocco operativo dovuto all’agitazione degli esponenti dell’autotrasporto) - sono i costi delle
soste, che si abbattono interamente sui rappresentanti della merce.
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A tal proposito, rinviamo alla nostra lettera del 2 marzo 2005 indirizzata all’attenzione della
Dott.ssa Saskia Kunst, nella quale l’Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori,
unitamente all’Associazione Agenti Marittimi, ribadiscono come gli addebiti per soste
prolungate non possano essere rimessi all’utenza portuale quando tali soste derivino da cause
esterne alla volontà della clientela.
Ancora a tal proposito da un’analisi condotta dalla nostra Associazione attraverso la
comparazione dei dati forniti dall’Agenzia delle Dogane di Genova in relazione alla produttività
delle Sezioni Doganali, è emerso, per quanto riguarda la sezione doganale di Voltri che la
media giornaliera di bolle selezionate per la verifica fisica è di circa 71. Tale dato è riferibile ad
una media giornaliera di bolle meccanizzate pari a circa 830/1000. A fronte delle 71 bolle
convalidate VM, il numero di contenitori effettivamente verificati è stato, nei mesi di Gennaio,
Febbraio e Marzo 2005 di circa 35/42 ctrs giorno verificati. Tali elementi permettono di
comprendere in maniera deduttiva come sia estremamente facile pervenire a considerevoli
arretrati di verifiche da eseguire. In data 22 Marzo 2005, a titolo di esempio, erano ben 404 i
ctrs non esitati (dati ufficiali della dogana). Se a tali dati ed arretrati si vanno a sommare i 6/8
gg. necessari al Terminal per il posizionamento si comprende come sia possibile che un
contenitore impieghi anche dieci giorni per uscire dal Terminal di Voltri. Quest’ultimo elemento
merita anche di essere valutato non solo sotto il profilo dell’efficienza complessiva dello scalo
ma anche della sua immagine a livello internazionale.
b) Ripetuti episodi di furto di contenitori
Parimenti, nessuna soluzione di garanzia ha fatto seguito agli episodi di furto che nel periodo di
riferimento hanno colpito a raffica i contenitori sbarcati presso il terminal – almeno sette
dall’inizio del 2004 all’agosto dello stesso anno, addirittura tre in sei giorni nel mese di
settembre, per un totale di 13 contenitori – per i quali la scrivente si è resa portavoce di
ripetute istanze dirette ad ottenere l’adozione formale di provvedimenti a carattere dispositivo
per implementare un sistema di sicurezza e di vigilanza che si è rivelato del tutto carente ed
inadeguato.
A supporto di quanto affermato, può essere presa visione delle nostre missive inviate in data
02.08.2004, 25.10.2004, 28.10.2004, 05.11.2004, 06.12.2004 che attendono ancora oggi
riscontro formale ed operativo.
Il più eclatante degli episodi di furto si è verificato quando, come ci ha segnalato il nostro
associato che ne è stato vittima, un contenitore è stato aperto e da esso è stato sottratto parte
del contenuto in uno dei piazzali destinati alla visita, il tutto in pieno giorno (ore 13.00 circa).
Ad oggi, l’unico e solo intervento operato al fine di ridurre le possibilità di furto, è stato quello
portato avanti dall’Associazione Spedizionieri Corrieri e Trasportatori con l’avviso circolare del 9
settembre 2004 (…”Considerato che a tutt’oggi nessun provvedimento è stato adottato e che
tali episodi continuano a presentarsi con preoccupante puntualità, la scrivente Associazione ha
rivolto invito agli operatori di varco di provvedere a fotocopiare il documento d’identità di tutti i
camionisti che accedono al terminal per il ritiro dei contenitori”…), che, sebbene contestato,
rimane l’unica soluzione pratica ad oggi adottata. Nulla invece, a quanto ci è dato sapere, è
stato fatto dall’Autorità Portuale e dal terminal VTE.
c) Smarrimento di contenitori
In merito al suddetto punto, come riportano le cronache locali dello scorso febbraio (Corriere
Mercantile del 10.02.2005) - ma pare non sia un caso isolato - gli operatori hanno altresì
dovuto fare i conti con la scomparsa di alcuni contenitori, in relazione ai quali, prima del
successivo ritrovamento - avvenuto dopo 18 giorni -, il personale addetto non ha saputo
fornire alcuna notizia in merito al mancato posizionamento.
Episodi di questo genere sono all’ordine del giorno e ci vengono segnalati ripetutamente dai
nostri assistiti. A nulla sono valse le proteste da parte dei proprietari del carico, ai quali i vertici
del terminal hanno fornito spiegazioni insufficienti oltre che inadeguate, tra queste quella per
cui al momento del posizionamento in catasta del contenitore, il numero identificativo dello
stesso veniva mal digitato.
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d) Incapacità di gestire le avverse condizioni meteorologiche (forte vento), che
ha portato alle note vicende del blocco operativo del terminal per un’intera
settimana
Sul punto basti la seguente cronistoria degli episodi di blocco operativo:
03.03.2005
14.02.2005
09.02.2005
08.02.2005
07.02.2005
04.02.2005
01.02.2005
26.01.2005
18.01.2005
29.12.2004
27.12.2004
20.12.2004
17.12.2004
10.12.2004
09.12.2004
29.11.2004
12.11.2004
11.11.2004
13.10.2004
mancato avvio attività terminal per causa di forza maggiore
(ghiaccio/neve)
interruzione totale attività terminal per vento
interruzione parziale attività terminal per vento
interruzione attività terminal per vento
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
mancato avvio attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
mancato avvio attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
blocco attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
interruzione attività terminal per causa di forza maggiore (vento forte)
per un totale di ben 19 giorni di fermo attività, nel solo periodo novembre 2004 - marzo 2005.
In tutti questi casi, il terminal VTE, nel tentativo di escludere le proprie responsabilità ed i
conseguenti danni economici subiti dagli operatori, ha sempre impropriamente qualificato gli
episodi di vento quali cause di forza maggiore, seppure le previsioni civilistiche riportino: “il
caso fortuito o la forza maggiore ai soli eventi imprevisti o imprevedibili che,
inserendosi nel processo causale al di fuori di ogni possibile controllo umano,
rendono inevitabile il verificarsi dell’evento, ponendosi come unica causa efficiente di
esso” (Cass. 13-4-89, n. 1774).
Inutile osservare che la prolungata situazione di sospensione delle attività del terminal,
sfociata nel noto blocco dell’autotrasporto nella settimana dal 08.02.2005
al 14.02.2005
,
ha comportato degli arretrati di lavoro che ancora oggi non mancano di riflettersi
negativamente sull’operatività del terminal.
Alla data del 22 marzo 2005 infatti, risultavano ancora centinaia i containers in attesa di
verifica al terminal VTE. In questi ultimi giorni, grazie soprattutto al calo del traffico successivo
al periodo pasquale, il forte arretrato è stato quasi totalmente recuperato, ma cosa accadrà
quando i traffici torneranno su livelli elevati ed aumenteranno le meccanizzazioni delle bollette?
La situazione qui esposta e ripercorsa nell’analisi per punti che ha preceduto mostra come, nel
corso degli ultimi undici mesi, senza alcuna soluzione di continuità, si siano verificate reiterate
inefficienze e carenze operative che hanno cagionato ingentissimi danni alle nostre aziende
associate ed alle loro aziende committenti.
Tale situazione riteniamo debba richiamare l’attenzione e l’intervento diretto non solo del
management del terminal per i dovuti e necessari investimenti relativi al potenziamento del
personale, delle attrezzature e dei macchinari necessari alla movimentazione di terra dei
contenitori, ma anche delle autorità competenti - in primis l’Autorità Portuale. - che
auspichiamo possa concludere con scrupolo l’istruttoria in corso legata all’accertamento del
rispetto dei termini di concessione delle aree demaniali.
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