Appendici e bibliografia, a cura di Chris Musson
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Appendici e bibliografia, a cura di Chris Musson
APPENDICI E BIBLIOGRAFIA a cura di Chris Musson 311 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale APPENDICE A LA LEGGE VIGENTE IN MATERIA DI RIPRESE AEREE In realtà l’intero processo risultava così difficile che la fotografia aerea divenne attività esclusiva di enti governativi in stretto contatto con le autorità militari e di grandi imprese commerciali che eseguivano rilevamenti aerofotografici a fini di restituzione cartografica o simili. Alcune imprese private potevano riuscire a ottenere permessi per scattare fotografie in aree specifiche, per esempio a fini turistici. I singoli soggetti non potevano scattare fotografie, a meno che attraverso l’intervento dei possessori dell’autorizzazione. La nuova normativa, emessa alla fine del 2000 ha rimosso tutte le restrizioni a eccezione di quelle relative alle finalità commerciali. La legge è divenuta operativa quindici giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 12 dicembre 2000. Le parti principali del testo sono riprodotte nel colonna a fianco. È consigliabile per gli archeologi che intendono cimentarsi nella fotografia aerea, portare appresso una copia della nuova normativa al primo contatto con un aero club o con il proprietario di un aeroplano. Alcuni responsabili dei controlli presso gli aeroporti potrebbero non essere aggiornati e ritenere la vecchia regolamentazione ancora in vigore. Gli archeologi devono insistere sottolineando lo scopo esclusivamente scientifico dei voli a detrimento di obiettivi commerciali. Ogni attività commerciale continua infatti a essere regolata da leggi nazionali e aeronautiche che includono, a esempio, gli articoli 788-791 in riferimento all’Articolo 3 della nuova legge. La legge che ha regolato la fotografia aerea in Italia dal 1939 alla fine del 2000 è presentata per esteso in PICCARRETA, CERAUDO 2000, pp. 198-203. Nonostante non fosse completamente restrittiva per la fotografia aerea, la legge richiedeva che le attività di ripresa fossero eseguite da Enti o società di navigazione aerea nazionale, in possesso di autorizzazione. Il permesso veniva fornito solo dal Ministero dell’Aeronautica, sulla base di una richiesta in cui si segnalava con precisione, luogo, scopo e metodologia con cui sarebbe stato condotto il lavoro. L’autorità militare aveva diritto di veto sull’emissione del permesso. In seguito all’assegnazione del permesso, l’attività doveva essere seguita sotto stretto controllo. Era prevista la presenza di un ufficiale del Ministero e/o un ufficiale aeroportuale durante lo svolgimento di ogni operazione. Il processo di sviluppo fotografico rientrava sotto il controllo statale. I negativi erano di proprietà governativa e dovevano essere restituiti al Ministero dopo un periodo di due anni di utilizzo (talvolta soggetto a restrizioni). Qualunque parte del fotogramma poteva essere omessa o censurata per la sicurezza nazionale (i cosiddetti ‘buchi bianchi’ sulle fotografie pubblicate in riviste archeologiche). Il più delle volte le stesse restrizioni erano applicate a ogni cartografia prodotta a partire dalle stesse prese aeree. 312 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale 2. Sono, altresì, consentiti l’uso dei fotogrammi derivati dai rilevamenti e riprese di cui al comma 1 e le restituzioni cartografiche dai medesimi fotogrammi. 3. È fatta salva l’applicazione delle vigenti disposizioni in materia di trattamento dei dati personali relativamente ai dati raccolti nell’esercizio delle attività disciplinate dal regolamento. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 29 settembre 2000, n.367 Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti relativi a rilevamenti e riprese aeree sul territorio nazionale e sulle acque territoriali (n. 112-undecies dell’allegato 1 della legge n. 59/1997 e successive modificazioni). IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per la funzione pubblica, di concerto con i Ministri della difesa, dei trasporti e della navigazione e dell’interno; Emana il seguente regolamento: Art. 4. Divieti temporanei delle attività di ripresa aerea 1. Quando, per motivi di pubblica sicurezza, di sicurezza nazionale o per altri rilevanti interessi nazionali, le competenti Autorità militari o di pubblica sicurezza dispongono divieti temporanei delle attività di rilevamento e ripresa aerea sul territorio nazionale e sulle acque territoriali o su parte di essi, le medesime assicurano che dei divieti sia data tempestiva comunicazione ai soggetti interessati attraverso idonea pubblicazione edita dal Servizio di informazioni aeronautiche nazionale. 2. In caso di inosservanza delle prescrizioni di cui al comma 1, le competenti Autorità militari o di pubblica sicurezza, possono disporre il sequestro o la consegna del materiale prodotto ai soggetti che hanno realizzato le riprese. Art. 1. Oggetto e ambito di applicazione 1. Il presente regolamento disciplina i rilevamenti e le riprese aeree, fotografiche e cinematografiche, sul territorio nazionale e sulle acque territoriali, nonché l’uso dei fotogrammi derivati dalle riprese e dai rilevamenti medesimi. Art. 2. Definizioni 1. Ai fini del presente regolamento si intendono per: a) rilevamenti: l’acquisizione di dati attraverso un qualunque sensore; b) restituzioni cartografiche dai fotogrammi: la trasposizione, su qualunque supporto, di quanto rilevabile dal materiale fotografico acquisito. Art. 5. Abrogazioni 1. Ai sensi dell’articolo 20, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59, dalla data di entrata in vigore del presente regolamento sono abrogate le seguenti disposizioni: il regio decreto 22 luglio 1939, n. 1732; gli articoli 71, 72, 73, 74 e 75 del regio decreto 11 gennaio 1925, n. 356; Dato a Roma, addì 29 settembre 2000 Art. 3. Disciplina delle attività di ripresa aerea 1. Ferme restando le disposizioni in materia di servizi di trasporto aereo non di linea e di lavoro aereo contenute negli articoli 788, 789, 790 e 791 del codice della navigazione, l’effettuazione di rilevamenti e riprese aeree sul territorio nazionale e sulle acque territoriali è consentita senza preventivi atti di assenso da parte di autorità o enti pubblici. Registrato alla Corte dei conti il 27 novembre 2000 Atti di Governo, registro n. 123, foglio n. 7 313 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale APPENDICE B • Utilizzare sistematicamente due diverse macchine fotografiche per la documentazione di ogni sito. In questo modo se una macchina avesse problemi tecnici l’archeologo disporrà sempre di una copia dell’immagine del sito sulla seconda evitando di perdere informazioni, tempo e denaro. • Completare sempre e al più presto tutte le procedure successive al volo: documentazione (fotografica, schede di volo, GPS, ecc.) e archiviazione. • Assicurarsi che gli standard qualitativi di archiviazione delle immagini e, per quanto possibile, di aggiornamento siano rispettati anche dalle macchine fotografiche digitali. • Nel caso si decida di utilizzare prevalentemente sistemi digitali di acquisizione delle immagini consigliamo di proseguire la stampa cartacea delle immagini (selettiva) secondo standard qualitativi di archivio. • Negli archivi cartacei le stampe devono essere sempre conservate separate dai negativi. Questa precauzione garantisce la sopravvivenza di uno dei due supporti in caso di incendio o alluvione. Per gli archivi digitali vale il principio analogo di disporre di almeno due copie e di conservarle in luoghi distinti. • Conoscere approfonditamente la propria macchina fotografica, funzioni, controlli e caratteristiche tecniche. Le macchine fotografiche digitali possono essere più complesse, bisogna infatti considerare oltre alle modalità di scatto e di misurazione della luce funzioni quali il bilanciamento del bianco o di riproduzione delle immagini, ecc. In entrambi i casi rimane valido un principio fondamentale della fotografia aerea: una buona macchina per il lavoro aereo è quella che si conosce meglio. USO DI MACCHINE FOTOGRAFICHE DIGITALI Gran parte del volume è stato redatto all’inizio del 2003 quando cominciavano a comparire sul mercato le prime macchine fotografiche digitali professionali adatte al lavoro aereo. In quegli anni le attività di fotointerpretazione e restituzione grafica utilizzavano i dati provenienti da macchine fotografiche digitali solo raramente e sempre a fini sperimentali. In soli due anni abbiamo assistito a un progresso molto rapido. La sopravvivenza a lungo e persino a medio termine del tradizionale equipaggiamento fotografico basato sulla macchina a pellicola viene messa in dubbio. La discussione su queste tecnologie è complicata dal ritmo frenetico con cui, di anno in anno quando non di semestre in semestre, assistiamo alla presentazione di nuove macchine digitali con risoluzione, capacità di memoria e software sempre più sofisticati. A medio termine l’evoluzione dei sistemi GIS dei prodotti a essi collegati porteranno nuovi e più efficienti metodi per l’immissione, la gestione e la condivisione delle informazioni. Attualmente rimangono aperti i problemi della conservazione a lungo termine e dell’aggiornamento dei formati digitali di registrazione delle immagini per consentirne la lettura dopo cinquanta o cento anni. Vero è che risolto il problema del formato del dato digitale, dopo periodi di tempo anche molto lunghi (secoli) la qualità dell’immagine risulterà essere quella del primo giorno, risultato del tutto irrealizzabile con le stampe a colori. Principi Nel Capitolo 4, come nella presente appendice, non abbiamo voluto fare previsioni sui cambiamenti degli anni futuri, benché sia stato necessario fare presente in alcune parti le conseguenze della crescente diffusione dell’uso di macchine fotografiche digitali. Riteniamo che la maggior parte dei principi di base della tradizionale fotografia aerea risulteranno applicabili anche alla fotografia digitale, probabilmente consentendo maggiore elasticità in fase di acquisizione e riducendo i tempi di elaborazione. Ma quali sono i principi di base a cui facciamo riferimento? Vantaggi • Il principale vantaggio nell’uso delle macchine digitali è l’immediata disponibilità dei risultati sia in aereo per valutarne la qualità sia immediatamente dopo il volo per procedere alla restituzione grafica. • Le immagini digitali possono essere spedite velocemente, in formato compresso, via e-mail o ftp, a tutti coloro che ne necessitino urgentemente di visionare il documento. Si pensi a un archeologo impegnato nella tutela di un territorio o agli studenti di una scuola di ricognizione e fotografia aerea. • Tenere sempre le macchine fotografiche e il relativo equipaggiamento in buone condizioni, pronto per essere utilizzato per il prossimo volo. Le condizioni ideali per la visibilità delle tracce o per altre esigenze possono presentarsi in modo del tutto inaspettato. 314 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale • Le immagini digitali possono inoltre essere immesse negli appositi data base (Capitolo 11) in tempi molto più rapidi e con costi nettamente inferiori (decade l’esigenza di sviluppo, stampa e scansione). • Le macchine digitali professionali e semiprofessionali permettono di modificare in qualunque momento la sensibilità in genere da 100 ISO a 1600. Le impostazioni relative alla sensibilità possono essere variate durante un volo per compensare a esempio l’apertura minore del diaframma dovuta a scarse condizioni di illuminazione. Su aspetti di questo tipo le diverse macchine digitali presenti sul mercato mostrano differenze sostanziali. A tale proposito è consigliabile consultare riviste specializzate e siti internet per controllare quale sia l’influenza del disturbo (una sorta di sgranatura) alle diverse sensibilità. • Le macchine digitali consentono senza dubbio migliori possibilità di controllo del contrasto rispetto all’emulsione fotografica. Si riscontrano inoltre meno problemi relativi a bruciature di punti dell’immagine o povertà di dettagli nelle zone in ombra. • Le macchine fotografiche digitali registrano automaticamente, oltre a ogni singola immagine, i relativi metadati, ora e data, lunghezza focale e apertura dell’obiettivo, durata di esposizione, sensibilità, ecc. Ciò comporta almeno due significativi vantaggi. Diminuisce la mole di informazioni che l’archeologo deve raccogliere e aumenta la qualità e la quantità dei dati tecnici relativi ai parametri e alle impostazioni della macchina nel momento dello scatto. • Considerato che la macchina registra l’orario in cui ogni foto viene scattata potrebbe essere possibile stabilire una connessione con l’orario automaticamente registrato nella “traccia” GPS durante il volo. • Le immagini digitali con risoluzione grafica accettabile possono rappresentare una ottima soluzione per risparmiare sui costi dalla scansione a fini di pubblicazione. che può risultare vantaggioso per accrescere la visione dei dettagli ma negativo per realizzare vedute ad ampio raggio per le quali sono indispensabili obiettivi grandangolari fino a circa 20 mm (con di rimando maggiore distorsione ottica) per ottenere la stessa inquadratura di obiettivi di 28 o 35 mm su una macchina tradizionale. • Alcuni obiettivi nati per la fotografia tradizionale producono aberrazioni di colore se usati su macchine digitali. Quando possibile è preferibile acquistare obiettivi appositamente progettati per le macchine digitali. • I frequenti cambi di obiettivi a cui le macchine sono normalmente sottoposte in aereo possono favorire l’introduzione di polveri sul sensore, degradando immagini successive e richiedendo servizi speciali o costosi software per la riparazione. • È possibile ridurre questo rischio usando due identici corpi digitali, uno attrezzato con l’equivalente di un obiettivo standard 50 mm, l’altro con l’equivalente di un 100 mm. Gli unici cambiamenti sono con l’obiettivo grandangolare per le vedute paesaggistiche e con il tele per visioni estremamente ravvicinate. • Altra soluzione è costituita dall’impiego di ottiche zoom che offrono un maggiore numero di possibili inquadrature senza bisogno di interscambio di obiettivi. Ideale sarebbe disporre di una macchina con obiettivo zoom equivalente a 28-90 mm e un secondo corpo con zoom lungo equivalente a 70-210 mm o più. Gli zoom purtroppo non sempre danno gli stessi risultati delle ottiche fisse a causa della minore luminosità. Il loro utilizzo dipende da scelte personali, giustificate dal metodo impiegato dal fotografo e dalla destinazione del materiale fotografico. • Alcuni soggetti visti dall’alto sono caratterizzati da basso contrasto o poche linee ben definite, elementi indispensabili per permettere al sistema autofocus di lavorare al meglio. In queste situazioni aumenta il rischio di ottenere immagini sfumate poiché la macchina non è in grado di trovare un buon punto di messa a fuoco. Al momento dell’acquisto di una macchina digitale (o a pellicola) è importante consultare le recensioni pubblicate su riviste specializzate o su internet relative alle caratteristiche del sistema autofocus in condizioni critiche. • I sensori digitali di ultima generazione cercano di emulare la sensibilità al colore dell’occhio umano. Alcuni dei sensori di prima generazione coprivano anche porzioni dello spettro nel vicino infrarosso (come le pellicole in bianco e nero). Queste costituivano informazioni utili per la documentazione di cropmark e altri elementi. In seguito alla scoperta che il canale vicino-infrarosso genera interferenze nelle esposizioni caratterizzate da tempi di scatto lunghi questa porzione dello spettro che abbiamo Problemi e suggerimenti • Un buon mirino ottico è essenziale. La sgranatura e sottoilluminazione di un mirino digitale non è di nessun aiuto nel caso di cropmark o di altre soggetti a basso contrasto. • Potrebbe sembrare una scelta economica preferire macchine digitali compatibili con obiettivi già in possesso. Bisogna però considerare che la gran parte delle macchine digitali utilizzano sensori di dimensioni minori rispetto al tradizionale formato 35 mm. Le dimensioni inferiori accrescono la lunghezza focale dell’obiettivo di un fattore variabile pari a circa 1.3, 1.5 o più. Obiettivi standard 50 mm in una macchina 35 mm risultano equivalenti al 75-80 mm o più su una macchina digitale. Un condizionamento 315 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale • È necessario avere, o acquisire, le competenze necessarie per la manipolazione di dati digitali. Vi è di certo ancora molto da migliorare nel campo del trasferimento dei dati, dell’archiviazione, del backing-up e della catalogazione delle immagini digitali. Inoltre miglioramenti sono attesi nel settore delle tecnologie digitali, e specialmente dei sistemi GIS che dovrebbero essere in grado di ridurre i tempi dei processi successivi a volo descritti nel Capitolo 5. • Stampe a colori di alta qualità sono costose e probabilmente i prezzi non sembrano essere destinati a scendere. Bisogna considerare questo fattore nel momento in cui si decide se procedere alla stampa selettiva della documentazione utile sia alla salvaguardia del documento sia per la fruizione pubblica di un archivio composto prevalentemente da documenti cartacei. • Macchine digitali diverse usano formati digitali differenti per la registrazione e il trasferimento dei dati. Alcuni di questi potrebbero divenire rapidamente obsoleti creando a lungo termine difficoltà di accesso al dato o addirittura l’impossibilità di visualizzare l’immagine. È importante considerare dal principio in quale formato grafico registrare i dati. Il modo più sicuro (e forse l’unico) è appartenere a una organizzazione con obiettivi e capacità finanziarie tali da garantire eventuali aggiornamenti per la totalità dei loro dati digitali. visto essere utile per le nostre applicazioni è stata eliminata dai sensori. Ciononostante le macchine digitali possono riprodurre immagini a colori reali senza alcuni dei problemi che affliggono le pellicole monocromatiche nella rappresentazione delle variazioni di toni di grigio. • È possibile continuare a utilizzare filtri skylight per aumentare il contrasto, ridurre la foschia e proteggere la parte frontale dell’obiettivo. Anche l’utilizzo di un paraluce appropriato non solo è possibile ma è vivamente consigliato. L’autore e gli esperti sull’argomento interpellati1 non hanno esperienza nell’utilizzo di filtri polarizzatori con macchine fotografiche digitali. • I corpi digitali divengono obsoleti molto più rapidamente delle macchine tradizionali e soprattutto negli ultimi anni abbiamo assistito al veloce invecchiamento dei sensori in seguito all’aumento delle risoluzioni. Bisogna mettere in preventivo l’aggiornamento del corpo macchina probabilmente ogni 2-3 anni. È questo un aspetto da tenere ben presente e valutare attentamente le risorse da investire nella spesa di un corpo. • Gli obiettivi sono tradizionalmente più longevi a patto che venga mantenuta compatibilità con il nuovo equipaggiamento. È doveroso puntualizzare che i medesimi obiettivi possono offrire prestazioni anche molto diverse se utilizzati su differenti corpi digitali anche se prodotti dalla stessa casa produttrice. Se possibile è buona regola provare varie combinazioni direttamente nel negozio o consultare riviste specializzate e siti internet quale il tedesco http://www.colorfoto.de, dove sono pubblicati in forma esaustiva svariate combinazioni di differenti obiettivi. Ringraziamenti Queste annotazioni si devono all’esperienza e ai suggerimenti tecnici di Otto Braasch, Stefano Campana, Michael Doneus, Klaus Leidorf e Rog Palmer, che si sono spinti laddove il presente autore non ha mai osato. 316 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale APPENDICE C FONTI DELLE FIGURE Gli autori devono ringraziare tutti gli archeologi, i fotografi, gli interpreti e le matite che hanno contribuito alla realizzazione di questo volume. Quando non indicato in didascalia, il nome dell’autore, dell’organizzazione a cui appartiene e del detentore dei diritti sono elencati di seguito. Il numero originale delle fotografie riportate nel presente volume è disponibile presso il LAP&T, Area di Archeologia Medievale, Università di Siena. BRAASCH, Otto: Indice, 2.10, 2.13(b), 2.16, 2.23(bs, bd), 2.25d, 5.3a,e, 5.10(a), 6.2(d), 7.4b, 10.8, 10.9, 10.13, 10.14, 10.26, 10.27(a), 10.30b, 10.42(a), 10.48, 10.51(b), 10.54, 10.60, 10.66, 10.74. BRAASCH, Otto (con RILEY, Derrick): 1.9(b), 2.14(d), 10.3, 10.5, 10.10, 10.11, 10.24, 10.30(ad), 10.40, 10.43(a), 10.44, 10.68–10.70, 10.83. BRAASCH, Otto, Scuola Foggia: 10.29, 10.31(b). BRAASCH, Otto, Scuola Siena: 2.18, 7.4b, 7.4e, 10.5(a), 10.6(c), 10.18, 10.21(b), 10.29, 10.34(a), 10.51(a), 10.53. BRADFORD, J.: 1.8 (tratto da JONES, 1987). © Society of Antiquaries of London. BRADFORD, J e WILLIAMS-HUNT, P.R.: 10.30(as) (tratto da «Antiquity» 20, 1946). CAMBRIDGE UNIVERSITY COMMITTEE FOR AERIAL PHOTOGRAPHY, UK: 1.1, 2.3, 2.4, 2.17(Crown Copyright). CAMPANA, Stefano, LAP&T, Università di Siena a Grosseto: 1.15, 2.14(s), 2.25(eccetto d), 4.4, 5.1 (eccetto a,b,f), 5.2, 5.3c, 5.13(b), 7.4d, 7.7 (foto IGM), 10.25, 10.28(s), 10.32(s), 10.36, 10.37, 10.38, 10.64, 10.67, 10.71, 10.76, 10.77, 10.81, 11.1-11.11, 11.12-11.19, 11.25, 11.27. CAMPANA, Stefano, Scuola Siena, 7.12(b), 10.75. CERAUDO, Giuseppe: 10.56. CHERSTICH, Luca, Scuola Siena: 2.6(c), 7.4a, 10.23. COSCI, Marcello, Università, di Siena: 12.1 a 12.8, 12.10. COX, Chris, UK: 1.13, 8.2. DEEGAN, Alison, Air Photo Interpreter, Clayton, Bradford, BD14 6QP, UK: 2.20. DELVERME, Laura, Scuola Siena: 10.52. DE SILVA, Michele, Scuola Siena: 7.4f, 10.34, 10.49. DOLCI, Matteo, Scuola Siena: 5.3f, 10.2, 10.4, 10.21(a). DONATI, Enrico, Scuola Siena: 10.5(b), 10.20, 10.57. DONATI, Enrico, Università di Siena: 5.8. DONEUS, Michael, Institute of Archaeology, Vienna, Austria: 2.12, 10.47(s)(Scuola Foggia), 10.49(Scuola Foggia), 13.1, 13.3-13.6. DRIVER, Toby: 4.5, © RCAHMW ENGLISH HERITAGE, Swindon, UK: 1.14, 1.16. FELICI, Cristina, LAP&T, Università di Siena: 10.16, 10.17, 10.22, 11.20-11.24. FERRARI, Alessandro, Scuola Siena: 10.1, 10.82. FORTE, Maurizio, CNR-ITABC, Roma: 16.1-16.11. GATTIGLIA, Gabriele, Scuola Siena: 5.3d, 5.10(b), 10.27(b). GREEN, Charles: 2.7 (after B Bennison, CPAT), 2.15, 2.19, 2.24. © RCAHMW. GROSMAN, Darja, University of Ljubljiana, Slovenia: 1.11, 4.6(d). ABBREVIAZIONI CNR-ITABC: Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali. LAP&T: Laboratorio dell’Archeologia dei Paesaggi e Telerilevamento, Area di Archeologia Medievale, Università di Siena (sedi a Siena e Grosseto). RCAHMW: Royal Commission on the Ancient and Historical Monuments of Wales (Crown Copyright). RCHME: Royal Commission on the Historical Monuments of England (Crown Copyright). Scuola Foggia: Scuola di Archeologia Aerea, Università di Foggia, maggio 2003. Scuola Siena: Aerial Archaeology Research School, Università di Siena, maggio 2003. (a) in alto. (b) in basso. (c) al centro. (d) a destra. (s) a sinistra. FONTI AEROFOTOTECA NAZIONALE (ICCD), Roma: 1.2(b), 1.12. ALFIERI, Edera, per gentile concessione di: 1.9(a). ALLEN, G.W.G.: 1.5. © Ashmolean Museum, Oxford, UK ALLEN, G.W.G.: 1.4(b). © Oxfordshire Architectural and Historical Society, Oxford, UK. ARCHAEOLOGICAL SERVICES WYAS (© con Alison Deegan), West Yorkshire Archaeology Service, Leeds, UK: 2.20. «ARCHEOLOGIA AEREA», 1, per gentile concessione di Giuseppe Ceraudo: 1.7. ASHMOLEAN MUSEUM, Oxford, UK: 1.4(a), 1.5. BACILIERI, Cinzia, Air Photo Services Ltd, Cambridge, UK: 7.8(a). BARBIERI, Gabriella, Scuola Siena: 10.50, 10.72, 10.79. BECK, G., Department of Geography, University of Durham, UK: 15.1 a 15.3. BEWLEY, Bob: 10.15. BIANCHINI, Lorenzo, Scuola Siena: 5.3g, 7.4c, 10.46. 317 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale PALMER, Rog, Air photo Services Ltd, Cambridge, UK: 6.3 (Scuola Siena), 6.4 (foto: Riley), 7.1, 7.2, 7.3, 7.5, 7.8(a), 7.9-7.11, 7.12 (foto: Scuola Siena), 8.1, 8.3, 8.4, 8.7 a 8.10, 9.2, 9.3(a) (Scuola Siena), 9.5, 9.9-9.11. PALMER, Rog, © RCHME: 9.1. PARRY, Medwyn/GREEN, Charles, Aberystwyth, UK: 4.6(s). PESCARIN, Sofia, Scuola Siena: 10.43. PERRICI, Francesco, LAP&T, Università di Siena: 5.1a, 5.1f, 5.5, 5.9, 5.12, 11.26. PICCARRETA, Fabio/CERAUDO, Giuseppe, Università di Lecce: 1.10, 2.2. POIDEBARD, A.: 1.6 (tratto da Poidebard, 1934). RILEY, Derrick: 2.1(a), 9.4, 9.6(tratto da). RILEY, Derrick (with BRAASCH, Otto), Riley Collection, University of Sheffield, UK: 6.4, 9.3(c,b), 10.12, 10.45. SCOLLAR, Irwin: 1.3. SCUOLA FOGGIA: quarta di copertina (interpretazioni di studenti). SHELL, Colin, University of Cambridge, UK: 14.1, 14.4 a 14.6, 14.9 a 14.14, 14.18. STAGNO, Anna (Scuola Siena): 2.6(a), 10.78, 10.80(s). STOERTZ, Cathy,: 9.8 (tratto da). © RCHME. VANSTONE, Valentine (after a painting by): 1.2(a). WHIMSTER, R.P.: 6.1, 9.7. © RCHME. HORNE, Pete, English Heritage: 2.9(a), 5.1b (Scuola Siena), 8.5, 8.6. HORNE, Pete/MACLEOD, Dave, English Heritage: 9.12. JACKSON, Andrew, ACTPix, Rhayader, UK: 4.3. LEIDORF, Klaus, Luftbild Archeologie, Landshut, Germania: 6.2(s), 10.35, 10.47(d), 10.55, 10.58, 10.61, 10.62. LEIDORF, Klaus, Scuola Siena: 10.65, 10.80(d). LEWIS, Brian, University of Leicester, UK: 7.13 (foto Chris Musson). MACLEOD, Dave/HORNE, Pete, English Heritage: 4.1(s). MERIDIAN AIR MAPS LIMITED, © NorthYorkshire County Council, Northallerton, UK: 2.1(b). MONTI, Alberto, Scuola Siena: 10.6(b). MUSSON, Chris: 2.9, 4.1(d), 4.2, 5.3b, 5.4, 5.6 (tratto da Whimster, 1989), 7.6, 10.6(a), 10.31(a), 10.41, 10.42(b), 10.63. MUSSON, Chris, © CPAT: 2.5, 2.8(a), 2.8(c), 2.10(a), 2.23(a), 3.1a, 5.7. MUSSON, Chris, © Herefordshire County Council, UK: 3.1h, 5.13(a), 5.14. MUSSON, Chris, © RCAHMW: 2.8(b), 2.21, 5.15, 10.6(a), 10.33. MUSSON, Chris, Scuola Siena: 10.6(a), 10.28(d), 10.32, 10.73. MUSSON, Chris, © Woolhope Naturalists’ Field Club, UK: 2.11, 2.13(a), 3.1b-g, 5.11. 318 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale APPENDICE D SCUOLE DI ARCHEOLOGIA AEREA, SIENA 2001, FOGGIA 2003 Il cambiamento della legge sulle riprese aerofotografiche consente ora l’applicazione dei metodi aerei, sviluppati prevalentemente da archeologi nord europei, al territorio italiano. Per fare ciò è però indispensabile fornire agli archeologi italiani una buona formazione sui principi base e sulla pratica della ricognizione aerea. In due occasioni sono state organizzate settimane di studio in collaborazione con istituzioni italiane ed europee. La prima si è svolta a Siena nel maggio del 2001 e la seconda due anni dopo a Foggia. L’obiettivo era introdurre i partecipanti provenienti da diversi settori alla teoria e alla pratica della prospezione aerea e della fotografia oblique utilizzando velivoli e docenti provenienti da varie parti d’Europa. Agli studenti è stata offerta una esperienza di studio in laboratorio e ricognizione archeologica in aereo. L’analisi delle fotografie, l’interpretazione e la discussione si sono concentrate sulla documentazione da loro stessi acquisita. Una attenzione particolare è stata dedicata alle esercitazioni di interpretazione e di restituzione grafica tramite l’ausilio di software specifici e desktop PC. Complessivamente hanno partecipato circa 20 studenti a ogni scuola assistiti da 10 docenti (tutori e piloti) provenienti da tutta Europa. Mentre a Siena tutti gli studenti erano neofiti, a Foggia abbiamo suddiviso i partecipanti in due classi, 14 principianti e 6 avanzati. Le future scuole di ricognizione aerea dovranno avere un numero sempre maggiore di docenti italiani al fine di trasmettere l’esperienza sviluppata nel territorio nazionale. Oltre a gettare le basi per creare una nuova generazione di archeologi aerei l’esperienza condotta in Italia può essere di esempio per gli altri paesi europei dove fino a ora si è preferito insistere sulla pratica rispetto all’organizzazione di scuole. Le scuole di Siena e Foggia sono servite ad avviare e proseguire programmi sistematici di ricognizioni esplorative. In 319 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale futuro la crescita degli archivi di fotografie aeree oblique e delle informazioni archeologiche restituite su piani informativi diventerà uno strumento importante per la ricerca e la conservazione nello stesso modo in cui la fotografia verticale, tramite la restituzione cartografica, ha costituito una delle fonti principali della Topografia Antica. L’uso integrato delle due tecniche insieme all’introduzione di nuove tecnologie potrà aprire prospettive del tutto nuove per la comprensione del passato della penisola. RA˛CZCOWSKI, Wlodek; Polonia SHELL, Colin; Inghilterra THOMAS, David; Galles VALENTI, Marco; Italia WINTON, Helen; Scozia/Inghilterra Studenti, Scuola Siena 2001 ANTONACCI, Elena; Museo Civico di Foggia BARBIERI, Gabriella; Soprintendenza Archeologica Della Toscana BENVENUTI, Valerie; Università di Pisa BETTI, Ermanno; Università di Siena BIANCHINI, Lorenzo; Università di Firenze CAMPANA, Stefano; Università di Siena CARBONI, Luca; Università di Siena CARLI, Elisa; Università di Pisa DE SILVA, Michele; Università di Firenze DEL VERME, Laura; Università di Napoli 2 DOLCI, Matteo; Università di Milano DONATI, Enrico; Università di Siena FELICI, Cristina; Università di Siena FERRARI, Alessandro; Ufficio Cartografico Siena GATTIGLIA, Gabriele; Università di Pisa GOFFREDO, Roberto; Università di Foggia MONTI, Alberto; Università di Ravenna PESCARIN, Sofia; Università di Bologna RIZZO, Alessandro; Università di Lecce SANTAGATI, Federica; Università di Catania STAGNO, Anna; Università di Pisa TRAVIGLIA, Arianna; Università di Trieste Docenti delle scuole: Aerial Archaeoloy Research Schools * l’asterisco indica che il docente ha partecipato al workshop (lista successiva) BACILIERI, Cinzia; Italia/Inghilterra (2003) BEWLEY, Bob; Inghilterra * BRAASCH, Otto; Germania CAMPANA, Stefano; Siena (2001) CATALANO, Luigi; Italia (2003) DI PECO, Massimiliano; Italia (2003) DONEUS, Doneus; Austria * FRUGGIERO, Luigi; Italia (2003) GOJDA, Martin; Repubblica Ceca (2001) GRADY, Damian; Inghilterra (2003) GROSMAN, Darja; Slovenia * HORNE, Peter; Inghilterra * LEIDORF, Klaus; Germania (2001) MUSSON, Chris; Galles * PALMER, Rog; Inghilterra * RADCLIFFE, Francesca; Inghilterra (2003) STOERTZ, Cathy; Inghilterra/USA WINTON, Helen; Scozia (2003) * VOLPE, Giuliano; Italia (2003) WEBB, Mick; Inghilterra (2001) Studenti, Scuola Foggia 2003 AMORESE, Giovanni; Università di Lecce CAMPANA, Stefano; Università di Siena CHICHIDINO, Richard; Università di Firenze CITTADINI, Caterina; Università di Siena CORSI, Maria; Università di Siena DEL VERME, Laura; Università di Napoli 2 DISANTAROSA, Giacomo; Università di Foggia DONATI, Enrico; Università di Siena FELICI, Cristina; Università di Siena GALLO, Danilo; Università di Bari GARAU, Elisabetta; Università di Sassari GOFFREDO, Roberto; Università di Foggia MOSCATO, Salvatore; Comune di Ascoli Satriano PERRICI, Francesco; Università di Siena RIZZO, Alessandro; Università di Lecce ROMANO, A Valentino; Università di Foggia ROSSI, Francesco; Università di Lecce RUSSELL, Alessandro; Università di Palermo SANNA, Barbara; Università di Sassari Relatori Workshop: From Traditional Air Photography And Its Uses To New Techniques Using Satellite Data BECK, Anthony; Inghilterra BECKER, Helmut; Germania CAMPANA, Stefano; Italia COSCI, Marcello; Italia DONOGHUE, Daniel; Inghilterra FORTE, Maurizio; Italia FRANCOVICH, Riccardo; Italia GALIATSATOS, Nikolaos; Grecia/Inghilterra HOLDEN, Nick; Inghilterra HOOD, Valerie; Eurisy LEHMANN, Frank; Germania PHILIP, Graham; Inghilterra 320 © 2005 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale BIBLIOGRAFIA BEWLEY 2000 = R.H. 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