Piano Formativo Regionale - Legno

Transcript

Piano Formativo Regionale - Legno
ALLEGATO B
PIANO FORMATIVO cod____ 1
SVILUPPO TERRITORIALE
MEZZOGIORNO
TITOLO “LA FORMAZIONE NEL SETTORE LEGNO”
REGIONE PUGLIA
Di seguito si fornisce uno schema con le indicazioni di massima dei principali contenuti e caratteristiche cui le Parti Sociali possono attenersi nella predisposizione del
Piano Formativo.
Il Piano Formativo sarà allegato al/i Progetto/i di Formazione presentati nell’ambito dello stesso Piano
CARATTERISTICHE DEL PIANO FORMATIVO
Ambito di
riferimento e
tipologia
dell’intervento
Settore/i
produttivo/i
; Aziendale ; Interaziendale ; Territoriale ; Distrettuale ; Filiera ; Settoriale ; Intersettoriale ; Individuale
LEGNO
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Territorio/i
1
e settori produttivi ad esso collegati:
Macchine per la lavorazione del legno
Mobile/Arredo
Mercato del legno tagliato, piallato o impregnato
Falegnameria
Lavori di carpenteria per costruzioni di legno
Lavorazione di compensato e pannelli
Regione Puglia
Da compilarsi a cura di FONDARTIGIANATO
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 1 ALLEGATO B
Il Piano formativo “LA FORMAZIONE NEL SETTORE LEGNO” nasce dallo studio dello scenario economico e produttivo del
Settore Legno nella Regione Puglia e delle potenzialità future in termini di sviluppo delle competenze dei lavoratori nello stesso
settore.
A tal fine gli interventi previsti nel Piano hanno finalità preventive e curative in quanto da un lato contribuiscono ad
accrescere la competitività delle aziende di tale settore nel territorio di riferimento, prevenendo eventuali situazioni di crisi e
preparandole ad affrontare il mercato estero (finalità preventiva), dall’altro sono orientate a contribuire al superamento di
situazioni di crisi e riqualificare i lavoratori, soprattutto quelli a maggiore rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro (finalità
curativa).
Le azioni previste dal Piano hanno, dunque, priorità, orientamenti ed obiettivi specifici, di seguito elencati.
Priorità
Orientamenti
Obiettivi specifici
Priorità
ƒ sostenere i processi di innovazione organizzativa e di prodotto;
ƒ promuovere azioni per la occupabilità;
ƒ creare e/o implementare le competenze distintive per lo sviluppo dei territori;
ƒ potenziare la professionalità e le competenze tecnico-professionali ai fini di migliorare ed accrescere le prestazioni in
termini di efficacia ed efficienza.
Orientamenti
Nel panorama produttivo e lavorativo attuale, il livello di competenze e conoscenze possedute, nonché il modo in cui le stesse
vengono agite, condivise ed aggiornate, é uno dei principali fattori di successo per l’impresa e una garanzia di occupabilità per
i lavoratori.
In questo quadro il Piano Formativo rappresenta uno strumento determinante che individua lo scenario di riferimento e le
azioni condivise per dare risposte efficaci nella direzione di:
ƒ sostenere e diffondere la cultura della formazione continua, particolarmente nelle piccole e nelle microimprese;
ƒ rafforzare e mettere a sistema le reti di collaborazione tra le aziende per lo sviluppo formativo delle risorse
umane, nell’ottica dello sviluppo economico, produttivo e sociale dei territori della Puglia;
ƒ rafforzare il sistema delle competenze e la competitività delle imprese in funzione dello sviluppo dei
territori, dei settori e degli specifici contesti produttivi della Puglia. Ciò anche alla luce delle politiche e
delle azioni poste in essere, in presenza di andamenti congiunturali negativi, a sostegno e difesa della
capacità economica e produttiva dei contesti locali e della relativa occupazione;
ƒ offrire opportunità formative in ambito lavorativo, che favoriscano la valorizzazione del capitale umano, con
priorità alla formazione professionalizzante;
ƒ favorire l’ampliamento della base dei beneficiari e degli utenti coinvolti nella formazione;
ƒ favorire la messa a disposizione di imprese e lavoratori delle competenze ed esperienze formative utili a
rispondere al fabbisogno formativo e alla realizzazione degli obiettivi declinati nel Piano e nel Progetto
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 2 ALLEGATO B
ƒ
ƒ
ƒ
di riferimento;
realizzare modelli di riferimento condivisi di approccio metodologico, strumentale e di contenuti, per la diffusione di
buone prassi;
sperimentare e rendere disponibile un modello di dichiarazione delle competenze acquisite durante l’esperienza
formativa e spendibili sul mercato del lavoro regionale e interregionale;
favorire la predisposizione e realizzazione di interventi di formazione continua che, impiegando contestualmente sia i
contributi del Fondo che le risorse individuate e rese disponibili dai soggetti pubblici e/o privati a livello regionale,
integrino la platea dei destinatari creando più solide opportunità di crescita per il sistema “impresa”.
Obiettivi
ƒ rafforzare e migliorare le competenze professionali, anche in relazione ad ambiti o tecnologie non ancora presenti
nelle imprese
ƒ favorire il trasferimento di conoscenze e di esperienze utili alle migliori performance e successo competitivo
ƒ favorire l’innovazione produttiva attraverso interventi finalizzati all’aggiornamento tecnico-specialistico, in relazione ad
attrezzature, impianti e processi produttivi, per favorire la competitività dell’impresa.
Finalità
Validità e
durata Piano
; Competitività di Sistema ; Sviluppo Locale ; Competitività di impresa ; Qualità prodotto/processo ; Innovazioni
; a valere sull’insieme delle scadenze dell’Invito: 1/2009
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 3 ALLEGATO B
ACCORDI DI PROGRAMMA E/O PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TRA PARTI SOCIALI E ISTITUZIONI OVVERO SOGGETTI PUBBLICI E/O PRIVATI
Eventuale
REGIONALI E/O PROVINCIALI: (Descrivere brevemente le caratteristiche della integrazione degli interventi)
Interazione/Integ
razione con altri
La Regione Puglia nell’ambito del nuovo Programma Operativo 2007-2013 intende attuare una serie di interventi che si
interventi di
inquadrano nei seguenti obiettivi specifici:
formazione ed
ƒ sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l’adattabilità dei lavoratori;
altre fonti di
ƒ favorire l’innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro;
finanziamento
ƒ sviluppare politiche e servizi per l’anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e
l’imprenditorialità.
Per il conseguimento di questi obiettivi sono state programmate diverse tipologie di intervento, anche integrate tra loro, tra le
quali:
ƒ attività di formazione continua aziendale, con priorità ai temi dell’innovazione e della ricerca;
ƒ azioni per la qualificazione ed il rafforzamento delle risorse umane operanti nel sistema della domanda di ricerca e
innovazione;
ƒ interventi di formazione, qualificazione e specializzazione delle competenze professionali;
ƒ azioni per il miglioramento della qualità del lavoro;
ƒ interventi per contrastare comportamenti discriminatori e di scarsa cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro;
ƒ iniziative per consolidare le imprese esistenti e diffondere la cultura imprenditoriale;
ƒ formazione e azioni integrate di riorganizzazione aziendale;
ƒ formazione alle imprese finalizzata a migliorare il loro posizionamento strategico e i fenomeni di internazionalizzazione.
Risorse
necessarie
per gli
interventi
previsti
(specificando eventuali fonti di finanziamento diverse dal Fondo) Euro …………/……………………
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 4 ALLEGATO B
Descrizione contesto e sua evoluzione
Il “Sistema Legno-Arredo” costituisce, insieme al Sistema Moda, uno degli assi portanti del “Made in Italy” con un volume complessivo della
produzione che incide per il 6% sul totale dell’industria manifatturiera italiana.
Il settore si compone di due comparti: quello del mobile che pesa per il 60% e quello del legno che assorbe il restante 40% della produzione
complessiva.
Analizzando nel dettaglio il settore del legno, il mercato italiano rappresenta il 2,1% dell’intero fatturato del settore industriale.
A livello di sottosettori, i mercati più importanti in termini relativi sono quelli del legno tagliato, piallato o impregnato, con una quota del 26,7%
sull’intero settore, i lavori di falegnameria e lavori di carpenteria per costruzioni di legno, con una quota del 24,7% ed i fogli da impiallacciatura;
compensato, pannelli stratificati, pannelli di fibre e di particelle ed altri pannelli, con una quota del 24,3%. Il settore del mobile rappresenta una
quota del 2,6% sul totale del settore industriale.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 5 ALLEGATO B
SITUAZIONE ECONOMICO-PRODUTTIVA
Il settore del Legno e Arredo è uno dei comparti manifatturieri più rilevanti per l’economia nazionale e regionale.
A livello nazionale esso contribuisce con quasi il 20% all’avanzo commerciale dell’industria manifatturiera italiana,
rappresenta il secondo settore italiano per numero d’imprese ed occupa l’8% degli addetti del settore manifatturiero.
Il sistema legno arredo è caratterizzato dalla prevalenza di imprese di piccola e media dimensione a proprietà familiare operanti
in distretti industriali e dall’elevato grado di deverticalizzazione che rende la sub-fornitura specializzata un importante anello
della filiera produttiva.
La forte presenza di PMI nel settore è dimostrata dal fatto che delle 87.855 imprese presenti nel 1996 il il 96,8% aveva meno di
20 addetti, dato confermato anche nel 2000. Infatti, delle 102.328 imprese presenti nel 2000 (+ 16,48% rispetto al 1996), il
96,4% è costituito da imprese con meno di 20 addetti.
Se si considera il numero totale di addetti, nel 1996 erano 387.628, di cui il 64,8% concentrato in imprese con meno di 20
dipendenti. Nel 2000 sono aumentati di circa il 22,5% passando a 474.760, con una leggera diminuzione di addetti (-3,8%)
nelle PMI.
Sociale
Economico
Produttivo
Considerando gli addetti impiegati nei settori del mobile e del legno, nel 1996 il primo impiegava il 56% degli addetti, mentre il
secondo il 44%. Nel 2000 la percentuale di addetti nel settore del mobile è ancora aumentata, passando al 62,5%, a conferma
del trend espansionistico del settore dell’arredamento.
Un elemento dell’impresa italiana è che il sotto settore del taglio piallacciatura e trattamento del legno ha un’ alta percentuale di
artigiani (si parla infatti di imprese sotto i nove addetti). Questo indica che la fase primaria della lavorazione dei materiali si
svolge all’Estero e che l’Italia importa la maggior parte della materia prima semilavorata.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 6 ALLEGATO B
La caratteristica primaria del sistema delle imprese italiano è quindi la forte presenza di PMI (imprese con meno di 20 addetti),
che è un aspetto tipico delle realtà produttive con un elevato grado di flessibilità e capacità di adattamento alle condizioni di
mercato.
A livello regionale, il settore del Legno Arredo, in base ai dati di Federlegno Arredo, vanta oltre 24.000 addetti per un numero
di imprese superiore alle 13.000 unità. Esso contribuisce in maniera determinante all’export della Regione Puglia e rappresenta,
con i suoi circa 780 milioni di euro (dato riferito al 2006), oltre il 10% dell’export totale della Puglia.
La provincia di Bari, che prevale nettamente su tutte le altre per numero di aziende e per numero di addetti ed in
considerazione della presenza del cosiddetto “Polo del Salotto”, si colloca al sesto posto nella graduatoria delle principali
province italiane esportatrici di mobili (dati 1° semestre 2007, fonte Federlegno-Arredo). All’interno di tale provincia il comparto
leader è quello del mobile imbottito, forte di oltre un centinaio di imprese, ubicate in massima parte nell’area della Murgia, che
occupano oltre 4.000 addetti.
Tra le altre province pugliesi, dopo quella di Bari, va citata la provincia di Lecce, che si caratterizza per la presenza sul
territorio di imprese che si collegano ad una secolare tradizione artigianale. Con gli anni, il comparto si è consolidato in termini
industriali diversificando la propria produzione. Il sistema Legno-Arredo salentino è articolato, attualmente, in tre distinte realtà
produttive: produzione di mobili, arredo su misura e produzione di infissi, che si distribuiscono in altrettante zone di produzione.
Il comparto, complessivamente, conta almeno 100 imprese di piccola e media dimensioni ben strutturate, con una occupazione
che varia dai 3000 ai 3500 dipendenti.
I dati consuntivi del Centro Studi Cosmit-Federlegno-Arredo, relativi all’anno 2008, evidenziano una chiusura negativa per
il settore legno-arredamento.
Con un fatturato previsto di 37.969 milioni di euro, il 2008 si chiude per la filiera legno-arredamento con un – 4,5%.
Il saldo commerciale in attivo (export – import) dimostra come – pur in un anno negativo – il settore legno-arredamento
rimanga uno dei capisaldi dell’economia italiana e dimostri tutta la sua competitività in un mercato complesso come l’attuale.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 7 ALLEGATO B
Consuntivi 2008 Cosmit-Federlegno-Arredo
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 8 ALLEGATO B
Intorno al sistema legno ed arredo, sono nate centinaia di imprese, per lo più di piccola e piccolissima dimensione, che però nel
tempo hanno saputo cogliere la sfida dei mercati nazionali ed internazionali, acquisendo quote di mercato a livello mondiale,
fino a formare di fatto reti di imprese legate sia per specializzazione orizzontale (centinaia di aziende dell’imbottito, numerosi
serramentisti, cucinieri, produttori di mobili) che per specializzazione verticale (importatori e distributori di legno, falegnamerie,
trasformatori di poliuretano espanso, fabbricanti di divani con i relativi terzisti, persino aziende produttrici di spalmati per il
rivestimento di divani).
Nell’attuale fase economica, la crescita e lo sviluppo delle imprese, soprattutto di quelle di piccole dimensione, non è più
determinata solo dalle scelte strategiche degli imprenditori, ma richiede sempre più azioni di contesto e di sistema in grado di
affrontare la sfida competitiva sempre più globalizzata ed agguerrita.
A livello dettagliato, il mercato più significativo risulta essere quello della fabbricazione di mobili per uffici e negozi con una
quota del 29% sul mercato totale del gruppo, seguito dalla fabbricazione di altri mobili, con una quota del 24,8% e dalla
fabbricazione di sedie e sedili con una quota del 21,8%. Più contenuta appare la quota della fabbricazione di mobili per cucina
(20,6%).
L’analisi dei sottosettori mostra che le produzioni maggiormente orientate verso l’estero sono quelle delle fabbricazioni di altri
mobili e fabbricazione di sedie e sedili mentre più orientate verso i mercati interni risultano le fabbricazioni di mobili per uffici e
negozi, fabbricazione di mobili per cucina e fabbricazione di materassi.
Aspetti caratteristici del Sistema sono l’alta intensità del lavoro, l’origine artigianale, la creatività ed il design che trovano in Italia
la massima espressione.
La filiera produttiva del Legno Arredo che comprende sia i settori a monte (industria del legno per i mobili e l'edilizia, dei
semilavorati e dei componenti dell'arredamento), sia i settori a valle dell'industria dell'arredamento (mobili per uso domestico e
non, gli apparecchi per l'illuminazione, e i complementi di arredo) è forte di una capacità di rappresentanza a livello mondiale.
Essa costituisce infatti, insieme ad altre “famiglie pregiate” uno dei grandi motori del Made in Italy e può essere considerata
come uno dei migliori esempi di innovazione italiana.
La filiera del Legno-Arredo è in grado di vantare una forte integrazione sistemica. Essa è infatti espressione di avanguardia del
design ed è leader mondiale nella capacità di esportare marchi e prodotti italiani in tutto il resto del mondo.
Le imprese italiane oggi giocano un ruolo importante sia raccogliendo il primato sui mercati di sbocco più prestigiosi (gli USA in
primo luogo), ma anche contrastando attivamente con strategie evolute i mercati emergenti riconosciuti ormai esperti imitatori
di marchi.
L’interazione tra i settori della filiera sono tali che l’andamento del settore a monte della filiera notoriamente anticipa di qualche
mese la congiuntura dell'arredamento. In questo momento ad esempio, la maggiore negatività del mercato domestico del
settore legno, potrebbe prefigurare uno scenario nel quale la filiera non ha ancora raggiunto il punto massimo della crisi e i
tempi per un rilancio paiono allontanarsi.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 9 ALLEGATO B
Schema della filiera produttiva
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 10 ALLEGATO B
Mercato
La produzione del sistema italiano del legno arredamento è realizzata prevalentemente da sistemi integrati di imprese operanti
nei distretti industriali. Questo è dimostrato dall’ampio numero di distretti operanti nel settore rispetto alla totalità dei distretti
italiani. Se infatti, a livello nazionale da una rilevazione ISTAT, sono stati individuati 199 distretti industriali, 40 sono specializzati
nel settore legno arredo.
I distretti industriali del legno arredo presentano caratteristiche di un’elevata efficienza organizzativa e sono concentrati, come
si evince anche dalle mappe che indicano la distribuzione di addetti ed unità locali, nel Triveneto (Veneto, Friuli Venezia Giulia,
Trentino Alto Adige), Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Puglia.
Ben rappresentata sull'intero territorio nazionale, la filiera Legno–Arredo presenta famiglie specializzate, contraddistinte da
posizionamenti specifici.
Il distretto pugliese in particolare ha come miglior risultato il Gruppo Natuzzi che è riuscito ad imporsi a livello
mondiale.
Un’interessante chiave di lettura per approfondire i fattori di competitività ed il posizionamento strategico sui mercati
internazionali del sistema arredo-casa italiano è costituita dall’analisi del contributo dei distretti industriali alle esportazioni
nazionali di mobili e prodotti di arredamento.
L’importanza di questi distretti, è imputabile non solo al particolare modello di organizzazione industriale presente a livello
territoriale (elevata concentrazione di piccole e medie imprese), ma anche alla presenza in tali contesti di alcuni importanti
fattori materiali (manodopera qualificata, efficiente sistema di subfornitura locale) ed immateriali (peculiari conoscenze relative
ai prodotti, ai processi ed alla domanda potenziale espressa sul mercato) che risultano cruciali per la competitività delle imprese.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 11 ALLEGATO B
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 12 ALLEGATO B
Descrizione processi e loro evoluzione
Le fasi dei processi lavorativi e produttivi nel settore legno sono molto particolari e, per alcuni aspetti, complessi.
Il processo lavorativo e produttivo è collegato a processi di supporto, che fungono da interfaccia tra il sistema produttivo e tutto
ciò che sta attorno all’azienda: clienti, fornitori, ambiente, etc. e a processi gestionali, necessari affinché ci sia un continuo
controllo dell’efficienza, del rispetto di norme cogenti, presenza di autorizzazioni, documenti, etc. L’interazione tra i vari processi
è sintetizzata nella figura seguente:
Lavorativi
Per processi di supporto si intendono:
ƒ Commercializzazione – Marketing
ƒ Acquisti
ƒ Tecnico – Progettazione
ƒ Programmazione della Produzione
ƒ Manutenzione (macchine/impianti)
ƒ Logistica
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 13 ALLEGATO B
I processi di gestione comprendono:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
Controllo di Gestione (contabilità Industriale)
Sistema di Gestione per la Qualità
Sistema di Gestione Ambientale
Sistema di Gestione della Sicurezza.
L'organizzazione produttiva del distretto si estrinseca nella divisione del lavoro in senso verticale tra imprese specializzate in fasi
distinte del processo produttivo.
Organizzativi
Innovazione
Al riguardo si distinguono:
ƒ le imprese di dimensione artigianale, che producono semilavorati o eseguono lavorazioni specializzate (tornitura,
curvatura, levigatura, intaglio, verniciatura, imbottitura) su commissione dei produttori locali;
ƒ le imprese artigianali di dimensione superiore che acquistano i semilavorati, eseguono le fasi finali del ciclo (montaggio
e finitura) e vendono il prodotto finito;
ƒ le imprese industriali di piccola dimensione che sono caratterizzate da un ciclo quasi completo fatto salvo alcune
lavorazioni destinate alla subfornitura;
ƒ le medie imprese industriali che sono in grado di incorporare l'intero ciclo produttivo ma che si organizzano decentrando
quando il ciclo è in espansione alcune lavorazioni e riassorbendole in caso di inversione di tendenza.
L'applicazione delle tecnologie informatiche permette l’unificazione tra il saper fare ed il sapere, in quanto questo è definito,
appunto, in termini operativi.
Il modello di funzionamento dell'impresa, tradotto nel sistema informativo, consente il controllo di un numero di variabili
precedentemente impensabile, aumentando la qualità del prodotto, riducendo l'incidenza dell'errore umano ed i punti di
indeterminazione e di possibile crisi del processo.
La possibilità di gestire in tempo reale una notevole quantità di dati permette il passaggio da sistemi produttivi di tipo
prettamente tradizionale (meccanizzazione rigida e sequenza rigida) a sistemi fortemente innovativi (robotizzazione e flusso a
rete).
Nel settore legno-mobile/arredamento, analogamente ad altri settori, convivono e si intrecciano realtà miste comprese tra i due
estremi (tradizionale-innovativo).
Strettamente correlata al sistema di produzione è il grado di innovazione dell'Organizzazione del lavoro (OdL). Infatti, mentre da
un lato decrescono le attività elementari, dall'altro crescono significativamente le attività che richiedono particolari capacità per
l'integrazione e la conduzione dei processi di produzione.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 14 ALLEGATO B
L’apertura delle aziende operanti nel settore legno verso i mercati internazionali è una realtà consolidata in
Puglia: nel 2009, pur essendosi evidenziata una contrazione dell’export pugliese nel settore dell’arredamento, è stato
sviluppato un risultato esportativo per un valore di circa 400 milioni di Euro, pari al 5,5% del risultato esportativo settoriale
nazionale (7,2 miliardi di Euro) ed al 64,8% dell’export realizzato nel Mezzogiorno d’Italia (oltre 615 milioni di euro).
Mercato
Oltre 490 milioni di Euro è stato il totale dell’interscambio registrato in Puglia in questo settore con un saldo positivo della
bilancia commerciale di oltre 306 milioni di Euro.
I paesi più interessati all’offerta pugliese si trovano prevalentemente all’interno dell’area europea (Regno Unito,
Francia, Belgio) ed USA.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 15 ALLEGATO B
Descrizione tecnologie e prodotto/i e loro innovazione
Tecnologie
Le tecnologie prevalenti nelle imprese del settore legno sono diversificate a seconda del comparto. Comunque è certo che i
maggiori investimenti riguardano attrezzature, macchinari ed impianti.
Per tutte le imprese del settore del legno è importante investire nell’innovazione tecnologica, soprattutto riguardo le ICT e le
professionalità ad essa collegate (design, grafica, progettazione, marketing, etc) che forniscono una sostanziale spinta dal punto
di vista commerciale, in un momento storico ovviamente rivolto al virtuale e alla rapida e ampia diffusione delle informazioni.
L’innovazione di prodotto nel settore legno è strettamente connessa all’innovazione di processo, elemento fondamentale per
mantenere elevata la competitività delle aziende nel mercato.
Fondamentale è, inoltre, l’idea di migliorare i prodotti e ridurre tempi e i costi di sviluppo, utilizzando nuovi materiali per
produrre mobili, complementi d’arredo e quant’altro in legno.
Risulta quasi impossibile elencare i prodotti realizzati dal settore, se non altro per la vasta e variegata gamma di mobili
contenitori, tavoli, sedie, porte, finestre, mobili imbottiti e complementi d’arredo che le migliaia di aziende quotidianamente
producono.
Prodotto/i
Ciò che però caratterizza tutti questi manufatti è il sempre più utilizzo di materie prime innovative non a discapito del legno
massiccio che rimane il materiale storico e nobile per i manufatti in precedenza citati, ma che viene di volta in volta sostituito o
integrato con i nuovi materiali innovativi che facilitano e migliorano la tecnologia di fabbricazione se non altro per le differenti
doti naturali rispetto al legno massiccio.
L’elenco dei materiali sia naturali e tradizionali che innovativi utilizzati dal settore è infinito e, per questi ultimi ciò che sta alla
base è la massima razionalizzazione delle materie prime in ottica di risparmio sia energetico che economico, garantendo
proprietà ottime sia in fase di lavorazione che per l’utilizzo.
Sono materiali sia monolitici a base di metallo, di ceramica, vetro o tessuti, sia complessi e compositi realizzati dall’integrazione
delle materie prime naturali con resine ed altri prodotti sintetici di sintesi che possono determinare sia i cosiddetti “materiali di
base“, sia prodotti praticamente rifiniti nelle dimensioni, forma, struttura e finitura.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 16 ALLEGATO B
Descrizione fabbisogni formativi
Relazionali
L’apprendimento sul posto di lavoro è diventata una priorità politica dell’Unione europea, in quanto rappresenta una delle
dimensioni fondamentali della formazione nell’arco della vita.
L’apprendimento permanente viene infatti definito, negli orientamenti comunitari, quale elemento chiave per lo sviluppo e la
promozione di una manodopera qualificata, formata ed adattabile.
L’Apprendimento Permanente, come afferma la strategia di Lisbona, è il perno centrale per la crescita, la competitività, la qualità
della vita civile e per la stessa riforma del welfare. La Commissione Europea ha sollecitato gli Stati membri ad “... investire nel
capitale umano per concorrere a realizzare la società della conoscenza e competere veramente nell’economia globale”.
Nell’Italia meridionale la formazione continua e permanente per i lavoratori dipendenti delle imprese artigiane assume
un’importanza strategica, visto il ruolo peculiare che queste imprese rivestono nel tessuto produttivo del mezzogiorno, sia in
termini di fatturato che in termini di occupazione e occupabilità. Nel comparto dell’artigianato, storicamente, i processi di
formazione e di apprendimento si sono espletati principalmente attraverso l’apprendistato e l’esperienza diretta nel luogo di
lavoro; una formazione quasi completamente basata sul fare, sull’attività produttiva quotidiana e sullo scambio informale di
conoscenze.
In tale contesto, la conoscenza degli aspetti relazionali, di creatività e di iniziativa personale assume un ruolo di particolare
importanza. Sebbene il punto di forza delle attività artigianali è rappresentato dall’elevata conoscenza tecnica, dalla
specializzazione produttiva raggiunta, dalla possibilità di adattarsi prontamente alle richieste particolari di ogni singolo cliente,
nell’attuale contesto dell’economia globalizzata, questo modello è messo in pericolo dall’abitudine al lavoro isolato, con scarsa
propensione alla comunicazione e con scarse relazioni con i propri clienti.
In questo scenario, l’acquisizione delle competenze relazionali permette ad ogni impresa di migliorare e moltiplicare i flussi di
comunicazione sia internamente alla propria organizzazione aziendale che esternamente con la rete di relazioni che si viene a
costituire con clienti, fornitori, e attori coinvolti nella gestione del più ampio sistema produttivo. Lo sviluppo di competenze
relazionali aiuta dunque a raggiungere una più ragguardevole efficacia nella capacità di interagire, evitando tutte quelle difficoltà
in azienda derivanti da una cattiva comunicazione e da una inadeguata relazione.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 17 ALLEGATO B
Descrizione fabbisogni formativi
Di processo
L’assunzione del territorio, oltre al settore, quale chiave di lettura, ha contribuito invece a far emergere le diversità che
caratterizzano le imprese inserite in contesti socio-economico differenti. Numerose ricerche di tipo sociale ed economico hanno
infatti mostrato che i sistemi locali in cui ha luogo la produzione hanno caratteri diversi, e che la competitività di ciascun sistema
locale dipende strettamente dalle modalità di integrazione fra attività produttiva e ambiente socio culturale. L’evoluzione delle
imprese non è quindi esclusivamente connessa ai dati strutturali e tecnologici del settore a cui queste appartengono, ma anche
alle caratteristiche del territorio e del sistema locale in cui sono inserite.
I fabbisogni formativi di processo sono collegati alle fasi caratteristiche dell’organizzazione aziendale: Commercializzazione –
Marketing; Acquisti; Tecnico – Progettazione; Programmazione della Produzione; Manutenzione (macchine/impianti); Logistica.
(altro)
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 18 ALLEGATO B
Descrizione processi di apprendimento
Metodologie
Le metodologie didattiche da applicare per la realizzazione dei progetti formativi collegati al presente Piano riguardano:
→ La Rilevazione e analisi dei fabbisogni formativi. L'analisi dei fabbisogni formativi è la prima fase del processo di
formazione; essa consiste in un’attività di studio del contesto e della cultura dell’organizzazione, abbinata ad una
precisa rilevazione delle esigenze formative dell’organizzazione e delle persone che in essa operano. Per essere
efficace, l’attività progettuale della formazione deve prevedere una forte integrazione tra tutti gli attori in gioco, vale a
dire i Consulenti Formatori esterni ed interni ed i referenti aziendali per i processi di sviluppo interessati: formazione,
commerciale e/o altri. In questa fase è necessario valutare:
ƒ in quale misura e in quali condizioni la formazione può soddisfare le esigenze individuate senza creare false
aspettative;
ƒ come definire gli indicatori di efficacia attraverso i quali poter stabilire successivamente se le attività formative
hanno raggiunto gli obiettivi attesi;
ƒ quali contenuti erogare in funzione degli obiettivi di sviluppo pensati
La definizione di fabbisogno formativo è prevalentemente legata al superamento del gap esistente tra le competenze
che occorre possedere per svolgere una determinata attività e quelle possedute dal soggetto in un dato momento.
I fabbisogni formativi vengono, inoltre, definiti come la necessità, più o meno esplicita, di adeguare le competenze delle
persone alle caratteristiche della struttura organizzativa e alle modalità di lavoro aziendali, in funzione delle esigenze di
produzione e del mercato o di determinati scenari socio-economici previsionali.
L’analisi dei fabbisogni formativi si configura come una vera e propria attività di ricerca sociale orientata e finalizzata
alla conoscenza:
ƒ delle caratteristiche strutturali e dinamiche interne ed esterne all’organizzazione;
ƒ delle caratteristiche dei processi lavorativi e di produzione di riferimento per l’analisi;
ƒ dei bisogni espressi dagli individui in termini di competenze e motivazioni e dal sistema di attese reciproche
tra organizzazione aziendale e soggetti che la compongono;
ƒ del sistema di attese derivanti dall’organizzazione aziendale.
I fabbisogni formativi non sono sempre evidenti e immediatamente acquisibili, è necessario quindi rilevarli attraverso
forme di indagine diretta (ad esempio attraverso ricerche preliminari) e anche mediante un’analisi documentale dei
rapporti o indagini di ricerca relativi al territorio economico e imprenditoriale di riferimento.
Questo approfondimento di campo è utile a rispondere a due finalità principali:
y sviluppare una maggiore consapevolezza negli attori della formazione su quali siano le dinamiche e le
richieste che caratterizzano il tessuto socio economico nel quale si opera,
y contribuire a rilevare i fabbisogni e le esigenze formative latenti e non direttamente percepibili dal sistema
organizzativo.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 19 ALLEGATO B
Le modalità di rilevazione del fabbisogno formativo potranno essere di due tipi:
ƒ strutturate e strumentate: relativi a processi di analisi e di ricerca realizzati ad hoc;
ƒ non strutturare e informali: sollecitazione da parte di esperti, stakeholders, di imprese, ecc.
→ Il Fornire conoscenza: dare contenuti specifici e necessari per potenziare le competenze dei lavoratori e fornire
conoscenza e strumenti conoscitivi finalizzati all'indagine, classificazione, interpretazione della realtà aziendale con
l’utilizzo di metodologie integrate che prevedono l’alternarsi di teoria, pratica ed affiancamento on the job.
Le competenze rappresentano l’insieme di capacità e di conoscenze necessarie allo svolgimento delle attività
lavorative. Specificatamente:
─ le conoscenze: riguardano i saperi di riferimento dell’attività professionale; per la loro individuazione si deve
fare riferimento alle principali tipologie dei saperi connessi all’attività professionale.
─ le capacità: riguardano i processi cognitivi e attuativi da esercitare nell’attività professionale; per la loro
individuazione si deve fare riferimento alle principali tipologie di capacità presenti nel processo cognitivo di un
soggetto al lavoro.
Le metodologie formative:
y supportano la connessione tra contenuti sviluppati nel corso ed esperienze professionali;
y evidenziano la relazione tra tema affrontato in aula e problema concreto riscontrabile nel contesto
lavorativo;
y consentono la comprensione costante della rilevanza del tema affrontato ai fini del miglioramento delle
modalità di lavoro e dello sviluppo professionale.
Nel dettaglio le modalità formative da attuare sono:
9 formazione a distanza (FAD)
9 osservazioni guidate
9 apprendimento in affiancamento on site
9 esercitazioni strutturate
9 attività pratiche di laboratorio a piccoli gruppi e/o a livello individuale
9 simulazioni di situazioni di lavoro, analisi di casi (case study), discussioni in piccoli gruppi, ecc.
9 lezioni frontali (finalizzate a concettualizzare l’esperienza svolta o a sviluppare la conoscenza di contenuti di tipo
teorico).
→ L’Accoglienza ed orientamento dei partecipanti: Le attività di accoglienza ed orientamento devono essere attuate
e coordinate a cura di una specifica figura professionale. Tali attività hanno lo scopo di fornire ai
dipendenti/partecipanti gli strumenti per poter effettuare scelte consapevoli nelle varie fasi della formazione.
L’accoglienza e l’orientamento devono avere come obiettivo principale quello di presentare ai formandi le finalità
generali del programma di formazione, gli obiettivi da raggiungere e fornire gli strumenti utili per poter effettuare scelte
consapevoli nelle varie fasi del percorso formativo. In questa fase si raccomanda l’utilizzo del Bilancio delle
Competenze.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 20 ALLEGATO B
→ Il Monitoraggio e la valutazione dei risultati: La valutazione dell’intervento formativo è una fase essenziale nella
gestione di un progetto di formazione. Si tratta di una valutazione di processo che deve avere come scopo il
raggiungimento di obiettivi quantitativi e qualitativi. Al fine del raggiungimento dei risultati attesi e del miglioramento
continuo del servizio formativo offerto, questa attività deve essere realizzata, preferibilmente, mediante il
monitoraggio, la valutazione in itinere e la valutazione finale. Essa dovrà misurare:
ƒ
ƒ
ƒ
L’efficacia e la qualità della didattica
L’apprezzamento-gradimento da parte dei corsisti
La valutazione del trasferimento dei contenuti didattici
Gli strumenti da utilizzare per la valutazione in itinere sono:
ƒ Questionario di ingresso per la valutazione delle aspettative
ƒ Tableau de bord sul gradimento
ƒ Questionario modulare per la valutazione finale di gradimento
La valutazione finale del percorso formativo avrà l’obiettivo di evidenziare quale siano stati gli effetti dello stesso sui
comportamenti lavorativi dei partecipanti.
Questa valutazione si propone di verificare quale sia la percezione dei partecipanti/lavoratori dei cambiamenti
professionali avvenuti attraverso l’applicazione di quanto è stato acquisito in termini di competenze.
Gli strumenti da utilizzare per la valutazione finale sono:
ƒ Questionario per la valutazione del trasferimento degli apprendimenti in ambito lavorativo (partecipanti)
ƒ Questionario per la valutazione del trasferimento degli apprendimenti in ambito lavorativo (responsabili).
Strumenti
Gli strumenti didattici utilizzati potranno essere costituiti da indagini, studi e ricerche di settore individuati coerentemente agli
obiettivi dei singoli moduli formativi. Essi saranno caratterizzati da
ƒ linguaggi semplici e positivi;
ƒ approfondimenti tecnici;
ƒ organizzazione sistemica e organica dei contenuti di rinforzo dell’apprendimento;
ƒ multimedialità.
Gli strumenti formativi possono comprendere:
ƒ lucidi, lavagna a fogli mobili per le lezioni frontali,
ƒ utensili, strumenti di lavoro,
ƒ computer, macchinari, impianti ed altre attrezzature analoghe a quelle utilizzate nelle situazioni lavorative di
riferimento.
Le risorse tecnologiche devono rispondere al requisito di funzionalità rispetto ai contenuti didattici ed alle metodologie di
apprendimento sottese.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 21 ALLEGATO B
Modalità
organizzative
Documentazione
(utilizzo materiali e
prodotti di esperienze
precedenti)
Le modalità organizzative sono strategiche per la buona riuscita degli interventi formativi rivolti agli artigiani. Esse devono
tener conto dei fabbisogni formativi specifici e della calendarizzazione delle attività. A tal fine è necessario creare uno staff di
progetto composto da figure professionali con comprovata esperienza curriculare che possano coordinare le fasi in cui è
articolato il progetto formativo. Particolare cura deve essere posta dallo staff di progetto nella fase di selezione dei partecipanti
tenendo conto delle finalità progettuali e dei fabbisogni formativi delle aziende. L’erogazione della formazione vede coinvolte
tutte le figure che compongono lo staff di progetto al fine di armonizzare tutte le fasi progettuali e garantire un servizio agli
utenti che risponda alle loro esigenze di carattere professionale, organizzativo e pratico.
Fondamentali sono le modalità di erogazione delle attività formative agli artigiani che devono essere basate sui fabbisogni
formativi specifici e su una calendarizzazione delle attività che non vada a creare interruzioni al ciclo di produzione/erogazione
in azienda.
A tal fine è necessario creare uno staff di progetto composto da figure professionali con comprovata esperienza curriculare che
possa coordinare le fasi in cui è articolato il progetto formativo.
Particolare cura deve essere posta dallo staff di progetto nella fase di selezione dei partecipanti tenendo conto delle finalità
progettuali e dei fabbisogni formativi delle aziende. L’erogazione della formazione vede coinvolte tutte le figure che
compongono lo staff di progetto al fine di armonizzare tutte le fasi progettuali e garantire un servizio agli utenti che risponda
alle loro esigenze di carattere professionale, organizzativo e pratico.
La valutazione delle attività formative rappresenta una fase fondamentale delle attività progettuali in quanto è lo strumento
attraverso il quale poter misurare l’efficacia della formazione, l’efficienza delle strutture erogatrici del servizio, l’impatto rispetto
ai risultati attesi e procedere eventualmente ad aggiustamenti.
Sarebbe opportuno utilizzare a supporto degli strumenti didattici creati ex novo per le attività formative, altro materiale
didattico elaborato in occasione di eventi formativi rivolti agli artigiani e agli operatori intermedi nell’ambito delle attività dei
precedenti progetti FART e del POR 2000-2006 al fine di valorizzare le esperienze pregresse che hanno dato ottimi risultati e
che rappresentano quindi un valore aggiunto alle attività da svolgere.
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 22 ALLEGATO B
Contenuti formativi da sviluppare
Il percorso di apprendimento da realizzare nel presente Piano prevede l’acquisizione da parte dei lavoratori/trici di strumenti atti a sviluppare le
capacità logiche, gestionali, relazionali e di apprendimento reciproco attraverso l’implementazione di un reale progetto aziendale; nonché un
apprendimento concreto di saperi informali e competenze acquisibili on the job.
Coerentemente con le priorità individuate, con riferimento alle aziende artigiane di produzione/erogazione di servizi e alle strutture eroganti servizi
a favore delle piccole e medie imprese artigiane, i contenuti formativi da sviluppare all’interno dei progetti saranno connessi, in via prioritaria e a
titolo non esaustivo, alle seguenti tematiche:
- Qualità
- Competenze Linguistiche
- L’internazionalizzazione d’impresa
- Innovazione tecnologica
- I sistemi informativi
- Il controllo di gestione
- Innovazione organizzativa (innovazione di processo)
- Innovazione di prodotto
- La comunicazione ed il lavoro di gruppo
- Marketing e comunicazione
- Fiscalità e credito
- Project management
- Diritti e Doveri dei Lavoratori
- Contratti di Lavoro
- Sicurezza e salute sui luoghi di lavoro
- Legislazione nazionale e regionale sulle pari opportunità
- Sicurezza e protezione ambientale
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 23 ALLEGATO B
Priorità dell’intervento
“PREVENTIVO”:
; anticipare i bisogni di formazione
; aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
; adeguare la qualificazione professionale dei lavoratori
“CURATIVO”:
; rispondere ai bisogni formativi specifici
; riqualificare i lavoratori
; aggiornare e migliorare le competenze professionali rispetto a opportunità di mercato/innovazioni tecnologiche/modificazioni dei processi
produttivi/evoluzione delle professionalità
; acquisire nuove qualificazioni professionali
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 24 ALLEGATO B
Descrizione ruoli e profili professionali destinatari dell’azione
La difficoltà di reperimento di ruoli e figure professionali è uno degli elementi di maggiore rilievo che caratterizzano le
qualifiche professionali del settore legno. Per le principali figure di sbocco, le imprese segnalano infatti difficoltà in oltre
il 70% dei casi, con una punta di tre quarti per la professione più richiesta del falegname, che assorbe da sola quasi i
due terzi delle assunzioni programmate. Come accade per altre qualifiche, questa dinamica è in buona parte spiegabile
considerando la possibilità concreta di intraprendere un'attività autonoma per la quasi totalità delle figure di sbocco. In
questo caso, peraltro, le imprese sopperiscono al difficile reperimento ricorrendo a figure con titoli di studio concorrenti
in poco meno della metà dei casi.
Come è intuibile, l'industria del legno riveste un ruolo primario nell'articolazione dei settori economici di sbocco a
prescindere dall'esperienza di lavoro, generando oltre i quattro quinti della domanda complessiva. Seguono il
commercio al dettaglio di prodotti non alimentari e alcuni altri settori di rilevanza più contenuta. Si tratta di comparti
dove tradizionalmente è attiva l'impresa di piccole dimensioni, che rappresenta il datore di lavoro per questi qualificati
in oltre quattro casi su cinque, con una punta superiore al 90% per la professione di falegname.
Ruoli
Le principali professioni richieste dalle imprese
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 25 ALLEGATO B
Il presente Piano Formativo si orienta sia verso la formazione di profili professionali strategici per il settore e l’impresa,
vere e proprie figure dedicate che acquisiranno nuove qualifiche. In altri casi i si tratterà di aggiornare le competenze di
figure e profili professionali esistenti e operanti all’interno dell’impresa.
Profili professionali
AZIENDE/TERRITORI
Il Bacino di riferimento del presente Piano Formativo è rappresentato dall’intero territorio della Regione PUGLIA.
(descrizione dei bacini di riferimento
e
della
tipologia,
numero
delle
aziende e dei territori interessati)
PROGETTO/I
(indicazione del Progetto/i
finalizzato/i alla realizzazione del
/
Piano Formativo)
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 26 ALLEGATO B
PARTI SOCIALI
Timbro e firma in originale
Confartigianato Puglia
CNA Puglia
CASARTIGIANI Puglia
CLAAI Puglia
CGIL Puglia
CISL Puglia
UIL Puglia
Data___________
FONDARTIGIANATO – Invito per la realizzazione di attività di Formazione Continua – 1° ‐ 2009 Pagina 27