Manuale Gestione delle crisi- completo italiano

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Manuale Gestione delle crisi- completo italiano
03/05/11LEONARDO DA VINCI TRANSFER OF INNOVATION PROJECT 2009-2011
Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path
CZ/09/LLP-LdV/TOI/134011
Elementi di base per la gestione delle
crisi sociali europee con impatto
transnazionale
Manuale del Formatore
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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03/05/11LEONARDO DA VINCI TRANSFER OF INNOVATION PROJECT 2009-2011
Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path
CZ/09/LLP-LdV/TOI/134011
Il presente manuale è stato tradotto dall’inglese dal sig. Giovanni Pellegrini, Assistente Linguistico e revisionato dal
Revisore Interprete Traduttore dott. Lorenzo Lentini presso la S.S.A.I.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path
CZ/09/LLP-LdV/TOI/134011
Elementi principali del Corso di Formazione
Titolo del corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di impatto
transnazionale
Durata
8h
eventualmente estesa a 16h -formazione di livello medio: questa
versione può essere sviluppata in particolare aumentando la durata
dell'auto-presentazione dei partecipanti (unità 1),l'analisi del caso
di studio (unità 4) e tutte le unità di discussione e feedback; può
essere anche aggiunta una unità sulle migliori pratiche
Gruppo target
Managers di livello medio che lavorano nelle Pubbliche
Amministrazioni ( locali o centrali), Protezione Civile e Ufficiali
di polizia di livello medio (es. che agiscono nell'ambito di conflitti
internazionali e aiuti umanitari), funzionari ad alto livello di
decision making e corsisti del settore privato
Obiettivi
Dare ai partecipanti le principali informazioni e abilità per una
migliore comprensione dell'ambiente
Dare ai partecipanti gli strumenti per un migliore
uso/analisi/selezione di dati e informazioni
Aiutare i partecipanti nello sviluppo del decision making
Stimolare i partecipanti nell'approccio al problem solving
Obiettivi specifici - conoscenza
Istituzioni europee e base giuridica relativamente alle crisi sociali
Principali attori coinvolti in una crisi sociale europea
Principali caratteristiche di una crisi sociale europea (Cosa è una
crisi sociale europea? Dove e quando può accadere?Chi sono i
principali attori coinvolti?Perchè si sviluppa? Come si sviluppa?)
Informazioni e strumenti utili per pianificare e coordinare i lavori
del team transnazionale
Glossario
Obiettivi specifici- capacità
Essere in grado di identificare gli ambienti europei
Essere in grado di iniziare a pianificare e coordinare i lavori del
team transnazionale
Essere in grado di identificare i bisogni e le risorse europee
(Quale strategia e strumenti possono essere utilizzati per
affrontare una crisi sociale europea? Come si possono utilizzare?)
Riconoscere i criteri per una negoziazione efficace
Riconoscere i criteri per una comunicazione efficace
Obiettivi specifici - attitudini
Essere di mentalità aperta
Avere una attitudine alla multiculturalità
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Elementi base per la gestione di crisi sociali europee con impatto transnazionale
Suddivisione strutturale dell'attività formativa
1° giorno
Time
09:00
U1 - Sessione di apertura
U2 - Sessione di Brainstorming &
testimonianza di gestione di una
crisi sociale EU
.15
.30
U3 - Lezione:caratteristiche principali di una
crisi sociale europea
.45
10:00
U4 - Caso di studio: sciopero del
traffico
.15
.30
.45
U4 - Caso di studio continuazione: Feedback dai
partecipanti
11:00
.15
Caffè
U5 - Lezione: le strutture europee allertate in
caso di crisi sociali
.30
.45
12:00
.15
U6 - Caso di studio: Il malcontento
sociale transfrontaliero (agricoltori)
.30
.45
13:00
.15
.30
Pranzo
.45
U7 - Lezione: principali attori nelle strutture
europee alleratate in caso di crisi sociale
europea
14:00
.15
.30
U8 - Lezione: unità nazionali con legislazioni e
regolamenti nazionali fondamentali
.45
15:00
.15
.30
.45
Caffè
U9 - Gruppi di lavoro: questionario
a risposta multipla
16:00
.15
.30
.45
17:00
.15
U10 - Feedback:valutazione
sull'apprendimento +
domande/risposte
.30
.45
U11 - Sessione di chiusura
18:00
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Fine del corso di formazione
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Unità 1
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U1 - Sessione di apertura: Benvenuto e auto-presentazione dei
partecipanti/formatore - Obiettivi e agenda
Orario
9.00
Durata
15'
N°
Attività
Durata
1
2
Auto presentazione
Descrizione degli obiettivi
formativi
8'
5'
3
Presentazione dell'agenda
2'
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Compiti
Supporti
Note
Formatore Corsisti
x
x
Unità1
x
Unità1
Unità1.Assicurarsi che
tutti i partecipanti abbiano
l'agenda formativa e che
la leggano
dettagliatamente
x
Unità1
Unità1_testo
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“Elementi di base per gestire le crisi sociali europee
con impatto transnazionale”
Agenda formativa
Obiettivi generali:
Dare ai partecipanti le informazioni principali e le capacità per una migliore
comprensione dell’ambiente
Dare ai partecipanti gli strumenti per una migliore selezione/analisi/uso dei dati e
delle informazioni
Aiutare i partecipanti a sviluppare il decision-making
Stimolare i partecipanti tramite un’impostazione di tipo problem-solving
Obiettivi particolari
Conoscenza
Al termine dell’evento formativo i partecipanti avranno acquisito informazioni su:
Istituzioni europee e quadro giuridico relativamente alla crisi sociale
Principali attori coinvolti nella crisi sociale europea
Principali caratteristiche di una crisi sociale europea (che cos'è una crisi sociale
della UE? Dove e come può verificarsi? Chi sono i principali attori coinvolti?
Perché si sviluppa? Come si sviluppa?)
Informazioni e strumenti utili per pianificare e coordinare i lavori del team
transnazionale
Glossario sulla gestione della crisi sociale UE
Capacità
Alla fine della sessione formativa i partecipanti saranno in grado di
identificare gli ambienti della UE
iniziare a pianificare coordinare i lavori di un team transnazionale
identificare i bisogni e le risorse della UE (quale strategia e quali strumenti
possono essere utilizzati per fronteggiare una crisi sociale della UE? Come li si
può utilizzare?)
riconoscere i criteri per negoziare efficacemente
riconoscere i criteri per comunicare efficacemente
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Attitudini
Alla fine della sessione formativa i partecipanti si sentiranno più fiduciosi ed avranno
una visione più aperta ed un’impostazione multiculturale
Metodologia formativa
il metodo formativo proposto è basato su un alto livello di partecipazione dei corsisti;
si sviluppa attraverso differenti momenti di informazione, di analisi del caso e di
gruppi di lavoro, di raccolta di feedback e di discussioni, di sessioni di ricerca e di
valutazione cognitiva.
Tale formazione garantisce ai partecipanti l'acquisizione di conoscenze e di capacità
mediante l'uso frequente di raccolta di feedback, di controllo e di momenti di
valutazione così come guidati dal formatore.
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Elementi base per la gestione di crisi sociali europee con impatto transnazionale
Suddivisione strutturale dell'attività formativa
1° giorno
Time
09:00
U1 - Sessione di apertura
U2 - Sessione di Brainstorming &
testimonianza di gestione di una
crisi sociale EU
.15
.30
U3 - Lezione:caratteristiche principali di una
crisi sociale europea
.45
10:00
U4 - Caso di studio: sciopero del
traffico
.15
.30
.45
U4 - Caso di studio continuazione: Feedback dai
partecipanti
11:00
.15
Caffè
U5 - Lezione: le strutture europee allertate in
caso di crisi sociali
.30
.45
12:00
.15
U6 - Caso di studio: Il malcontento
sociale transfrontaliero (agricoltori)
.30
.45
13:00
.15
.30
Pranzo
.45
U7 - Lezione: principali attori nelle strutture
europee alleratate in caso di crisi sociale
europea
14:00
.15
.30
U8 - Lezione: unità nazionali con legislazioni e
regolamenti nazionali fondamentali
.45
15:00
.15
.30
.45
Caffè
U9 - Gruppi di lavoro: questionario
a risposta multipla
16:00
.15
.30
.45
17:00
.15
U10 - Feedback:valutazione
sull'apprendimento +
domande/risposte
.30
.45
U11 - Sessione di chiusura
18:00
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Fine del corso di formazione
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Unità 2
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U2 - Sessione di Brainstorming e/o Testimonianza: una esperienza
personale nella gestione di una crisi sociale dell'UE
Orario
9.15
Durata
30'
N°
1
2
Attività
Brainstroming: Il formatore
scrive la domanda sulla
lavagna a fogli(Cosa pensate
sia una crisi sociale a livello
UE?)
Ogni partecipante risponde
alla domanda
3
Il formatore scrive le risposte
sulla lavagna
4
Il formatore cerca di trovare
dei punti di vista comuni
Testimonianza: Discorso di
qualcuno che ha vissuto
direttamente una esperienza
nella gestioen di una crisi
sociale UE
5
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Durata
1'
Compiti
Supporti
Formatore Corsisti
x
Lavagna a
fogli mobili
8'
x
x
6'
x
15'
x
9
Note
Assicurarsi che tutti i
partecipanti abbiano la
possibilità di esprimersi
Scrivere sulla lavagna
durante l'esposizione del
gruppo
Differenti supporti
possono essere utilizzati
per le diverse
testimonianze.
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Unità 3
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee
di impatto transnazionale
Unità formativa
U3 - Lezione: caratteristiche principali di una crisi sociale
europea/Glossario
Orario
9.45
Durata
30'
N°
1
2
3
Attività
Durata
Spiegare cosa è una crisi
10'
sociale Eu. Descrivere dove e
quando può succedere
Descrivere chi sono i principali 10'
attori coinvolti
Spiegare come e perché si
10'
sviluppa; il formatore introduce
il glossario
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Compiti
Supporti
Formatore Corsisti
x
Diapositive (Unità3)
x
Diapositive (Unità3)
x
Diapositive
(Unità3),
Glossario
10
Note
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Domanda:
(di Paulo Gomes)
Cosa è una crisi sociale europea con impatto
transnazionale?
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Cosa è una crisi sociale europea con impatto
transnazionale?
Concetto (1)
A) 10 caratteristiche principali:
•1- situazione eccezionale, relativamente prevedibile e delimitata
nello spazio e nel tempo
•2- per lo più di natura sociale o umana, con cause differenti: crisi
di valori, crisi del modello sociale, esclusione sociale, convinzioni
politiche/ideologiche o razziali, crisi finanziarie/economiche, effetti
negativi della globalizzazione…;
globalizzazione…;
• 3-può anche essere la conseguenza di un incidente naturale o
tecnologico, disastro o catastrofe, come un terremoto;
• 4- l’agente(o gli agenti) può(possono) essere un gruppo
sociale/professionale, nazionale o transnazionale, o uno Stato;
• 5- è solitamente il risultato di un divario tra
richieste/bisogni/aspettative sociali e la capacità/possibilità di
risposta delle istituzioni e modelli tradizionali;
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Cosa è una crisi sociale europea con impatto
transnazionale?
Concetto (1)
A) 10 caratteristiche principali (cont
.):
(cont.):
•6- evolve da uno stato embrionico di dimostrazioni, scioperi, blocchi,
azioni violente, vandalismo….;
•7- genera gravi conseguenze politiche, sociali, economiche,
diplomatiche, di sicurezza e ordine pubblico;
•8- in particolare, si ripercuote sullo spazio europeo di libertà,
sicurezza e giustizia;
•9- effetto di imitazione: natura transnazionale, colpisce diversi Stati
Membri;
•10-un singolo Stato Membro può non avere sufficienti capacità/risorse
per affrontare la situazione, e richiedere quindi un supporto esterno,
sia politico che materiale;
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Cosa è una crisi sociale europea con impatto
transnazionale?
Concetto (2)
B) questioni da considerare:
•1-necessità di adeguare il coordinamento di strutture/meccanismi europei,
identificare/combinare risorse, monitorare e fornire una risposta transnazionale,
nell’ambito dell’UE (e non solo il meccanismo UE di azione esterna);
•2- bilanciamento tra libertà individuali/interesse nazionale;
•3- bilanciamento tra la sovranità nazionale e gli interessi nell’Unione; principi
di solidarietà e sussidiarietà;
•4- il livello di probabilità è in crescita, dovuto alla crescente interdipendenza e
interconnessione tra gli Stati Membri,attraverso differenti reti - energia, acqua,
comunicazioni, trasporti, sistemi bancari e finanziari -, globalizzazione,
globalizzazione,
cambiamenti climatici, migrazioni,fallimento del modello europeo di previdenza
sociale, perdita di competitività dell’UE,
dell’UE, crisi finanziarie/economiche... ;
•5 - una miglior comunicazione e politiche mediatiche, sia a livello nazionale
che europeo, potrebbero aiutare a prevenire/mitigare efficacemente le
conseguenze negative di una crisi sociale.
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Unità 3: “caratteristiche principali di
una crisi sociale UE”
Anna Maria Gemma Ranucci – Italy
2010
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II sistemi
sistemi moderni
moderni di
di protezione
protezione
civile
civile comunemente
comunemente fanno
fanno una
una
distinzione
tra
GRANDI
EVENTI,
EVENTI
distinzione tra GRANDI EVENTI,,
dovuti
dovuti ad
ad interventi
interventi umani
umani oltre
oltre
che
ambientali,
e
che ambientali, e CRISI
CRISI
SOCIALI.
SOCIALI.
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Grandi eventi
I primi possono essere gestiti dalla
programmazione di protezione civile
nazionale ed interventi governativi,
seguendo le 4 fasi classiche:
PREVISIONE
PREVENZIONE
GESTIONE DELL’EMERGENZA
RECUPERO
Ma è possibile trattare le altre nella stessa
maniera?
maniera?
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Crisi sociale: una definizione
Prima di tutto dobbiamo avere una definizione
comune di crisi sociale tra gli stati membri UE,
condivisa dalla maggioranza.
Il termine “CRISI” è stato storicamente collegato a
fattori ed elementi “ECONOMICI”, gli unici capaci di
mettere in crisi governi ed istituzioni.
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Crisi sociale - “evoluzione”
Dalle crisi esclusivamente legate all’ANDAMENTO
DEI RACCOLTI, DISASTRI NATURALI, EPIDEMIE,
PENURIE, che hanno caratterizzato la storia
dell’umanità dalle sue origini, un’evoluzione di
condizioni sociali ed economiche ha comportato una
quasi parallela evoluzione nel concetto di crisi.
Attualmente, le persone parlano più di crisi sociale
che della crisi economica (il significato vero) che fino
a poco tempo fa la generò, o contribuì a generarla.
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Quando si può avere una crisi sociale?
““Quando
Quando le
le strutture
strutture pubbliche
pubbliche ee le
le istituzioni
istituzioni
governative,
governative, locali,
locali, nazionali
nazionali ed
ed internazionali
internazionali
–– nominate
nominate come
come mediatori
mediatori ee per
per gestire
gestire
conflitti
diversi
–
presentano
dei
ritardi
conflitti diversi – presentano dei ritardi oo
mancanze
mancanze nell’esaminare
nell’esaminare oo rispondere
rispondere alle
alle
richieste
di
alcuni
gruppi
sociali”
”
sociali
richieste di alcuni gruppi sociali”
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Crisi sociale: “contesto” (continua)
Le richieste possono pervenire da settori più o meno
importanti e significativi, quali organizzazioni sindacali,
associazioni, minoranze etniche o religiose,
movimenti pacifisti e no-global.
Negli ultimi trent’anni, la nostra società ha conosciuto
azioni di protesta e scontri a causa del fenomeno
della terziarizzazione.
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Crisi sociale: “contesto” (continua)
Ciò
significa due cose:
Azioni
di protesta che arrivano fino all’industria dei
servizi
Le conseguenze e gli effetti di queste azioni si
sono spostate su una “terza parte”, ovvero gli
utenti cittadini.
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Crisi sociale: “contesto” (continua)
Basti
pensare all’efficacia degli scioperi,
anche nel caso di richieste economiche dei
servizi di trasporto, ovvero di ferrovieri,
personale aereo, spedizionieri, tassisti.
L’efficacia è aumentata da un formidabile
circo mass mediale:
mediale:
Le
strutture ed istituzioni pubbliche appaiono
indebolite davanti all’opinione pubblica per via
della sfavorevole pubblicità fatta dai tipici
strumenti del villaggio globale;
globale;
La pressione politica generata dalla mancanza di
fiducia e le proteste risultano enormi.
.
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Altre caratteristiche principali di una
crisi sociale
Prevedibilità: conseguenze ed effetti, compresa la
previsione di costi economici; monitoraggio della
durata della crisi.
Compatibilità del Sistema : analisi delle possibilità
per assicurare contemporaneamente le libertà
individuali e l’ordine pubblico.
Transnazionalità: possibile allargamento dei
disordini e delle proteste ad altri paesi dell’UE,
dell’UE, sia
per emulazione sia per la presenza di un simile
sistema di valori.
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Alcuni suggerimenti sulla crisi
sociale…
1. Prevedibilità:
Prevedibilità: la crisi economica degli ultimi due anni
ha dimostrato che alcuni fattori non sono prevedibili.
prevedibili.
O meglio,
meglio, i dati e le previsioni possono essere
inattendibili non solo sul lungo, ma anche sul
medio/corto termine.
Esempio:
Esempio:
durata della crisi;
numero di lavoratori che perdono il lavoro;
recupero economico.
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Alcuni suggerimenti sulla crisi
sociale…
2.Compatibilità
2.Compatibilità di sistema:
sistema: alcuni casi,
casi, in Italia ma
anche in altri paesi,
paesi, hanno dimostrato crescenti
difficoltà nell’assicurare contemporaneamente libertà
individuale e ordine sociale.
Esempio:
Esempio: Rosarno (RC)
Disordini dovuti alla convivenza di cittadini non
UE ed Italiani;
Contrasti anche tra differenti gruppi etnici
europei.
europei.
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Alcuni suggerimenti sulla crisi
sociale…
3.Transnazionalità
3.Transnazionalità:: Si stà dimostrando la tendenza
all’allargamento a tutti i paesi dell’UE di alcune forme
di protesta, per via dell’emulazione e simili sistemi di
valori.
Esempio: Milano
Alcuni gruppi di cittadini non UE hanno
adottato azioni di protesta simili a quelle delle
periferie francesi
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Unità 4
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U4 - Caso di studio: lo sciopero del traffico - perché è una crisi?
Orario
10:15
Durata
30'
N°
Attività
Durata
Compiti
Supporti
Formatore Corsisti
x
Testo di un
caso di studio
(Unità4) +
note
dell'Istruttore
(Unità4b)
1
Descrivere l'ambiente
2'
2
Scrivere sulla lavagna la
domanda: "perché pensate che
questa sia una crisi sociale
europea?"
Dividere i partecipanti in piccoli
gruppi di lavoro (2/3 persone
per gruppo)
Dare ai partecipanti il testo di
caso di studio
Leggere il testo di caso di
studio
1'
x
1'
x
1'
x
3
4
5
6
Cominciare la discussione di
gruppo sulla domanda e
trovare una o più possibili
risposte
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Ci sono due testi del
caso di studio: uno per
i corsisti con la
descrizione della
situazione, un o per il
formatore con la
"soluzione"
Lavagna a
fogli mobili
10'
x
15'
x
20
Note
Testo di caso
di studio
Testo di caso Leggere solo la prima
di studio
pagina con la
situazione dello
sciopero del traffico e
fare attenzione che
tutti i partecipanti
abbiano ben compreso
il compito
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Unità 4: Studio di un caso
“Lo sciopero del traffico”
Le riserve totali di idrocarburi a livello mondiale continuano a scendere in modo
inesorabile. Il prezzo del petrolio greggio non ha cessato di aumentare negli ultimi mesi
ed ha raggiunto la scorsa settimana il record di crescita quale conseguenza di una
crescente domanda mondiale, parallelamente ad una produzione relativamente limitata
per via dei tetti imposti dai paesi esportatori.
Sullo sfondo di una seria crisi economica e finanziaria, i governi nazionali dei paesi
dell'Unione Europea non sono, in generale, in grado di ridurre le tasse sul carburante.
Al contrario, alcuni Stati membri avvertono il bisogno di aumentare le tasse, in
particolare l'imposta sul valore aggiunto. Inoltre, alcuni dei paesi membri hanno
persino deciso di applicare dei pedaggi autostradali per ridurre il proprio debito
pubblico anche lungo autostrade che fino ad ora erano esenti da pedaggi.
In alcuni paesi europei, i piani di austerità imposti dai governi riducono i salari, il
consumo privato e la spesa pubblica, abbassando i tassi valutari dell'euro e le
importazioni, e al tempo stesso aumentando le tasse e il livello di disoccupazione.
Molte imprese di piccola e media grandezza stanno incontrando sempre più difficoltà
nel mantenere la propria attività commerciale, mentre la protesta sociale sta
aumentando nelle strade di molte città europee.
E’ nel quadro di questa situazione complessa e difficile che le unioni commerciali a
livello europeo e i dirigenti delle compagnie di trasporto su strada hanno deciso di
guidare la protesta e il disagio sociale, esprimendo ai governi e ai media la propria
difficoltà nel non poter sopportare questi costi aggiuntivi per la loro attività, la qual
cosa, secondo la loro opinione, metterebbe a rischio posti di lavoro e le compagnie
stesse nel breve termine.
Con l'eccezione della Banca Centrale Europea, le istituzioni dell'Unione Europea
hanno poteri limitati per interferire nelle politiche finanziarie degli Stati membri,
In alcuni Stati membri, le compagnie di trasporto su strada e i sindacati, guidati sul
posto dai camionisti, portano avanti una strategia che mira a bloccare i terminali del
petrolio e le raffinerie, i confini e gli accessi ai porti. Essi stanno anche considerando
la possibilità di usare ulteriori misure radicali come ad esempio bloccare l'accesso
alle principali città europee e/o guidare lentamente sulle principali autostrade
transeuropee allo scopo di creare difficoltà nel rifornimento di beni essenziali e, in
ultima analisi, di creare caos e alimentare la protesta sociale..
Nel breve termine, il movimento di protesta, spinto dalla rete ben strutturata dei
camionisti, rischia di estendersi alla maggioranza dei paesi europei.
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Sulla base di questa informazione, del contesto europeo e delle relazioni
transfrontaliere, vi si chiede di considerare le misure che dovrebbero
esser prese a livello nazionale ed europeo, e quale informazione dovreste
ottenere dal paese/i confinante/i, come pure il tipo di informazione che voi
riteniate opportuno fornire loro.
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Articoli di stampa
ARTICOLO DI STAMPA N° 1
I camionisti minacciano un nuovo caos per il prezzo del carburante
Protesta dei trasportatori per i prezzi della benzina, per le tasse sul carburante e la
perdita dei posti di lavoro
Trasportatori inferociti minacciano i ministri di rinnovare le loro proteste per i
crescenti prezzi della benzina, un'ondata di esuberi e mosse del governo per
aumentare le imposte sul carburante.
La potenziale azione di protesta è stata rivelata dal gruppo TransAction, che la scorsa
estate ha portato 230 camion nelle strade di Londra e che scende ora in campo mentre
il costo del petrolio oltrepassa la soglia di $ 72 al barile.
Gli operatori dei camion sono furiosi per l'annuncio del governo del 22 aprile scorso
di aumentare le imposte sul carburante di due pennies al litro a partire da settembre,
dopo aver già incrementato tale imposta di un penny e ottantaquattro all'inizio di
quello stesso mese, e di due pennies lo scorso dicembre.
La Freight Transport Association dice che il numero dei guidatori di veicoli che
trasportano merci pesanti richiedenti un’indennità di disoccupazione è cresciuto
nell'anno passato del 355% sino a quasi 15.000 unità. Le liquidazioni su base
volontaria in questa parte del settore dei trasporti sono state raddoppiate nel giro di
12 mesi, e quasi la metà dei suoi membri è stato posto in esubero nell'ultimo
trimestre del 2008.
"Molti trasportatori sono già in ginocchio, ed il ritorno di tasse sul carburante al di
sopra dell'inflazione segnerà definitivamente la rovina economica di molti di loro” ha
detto il portavoce della FTA, Jo Tanner.
"Il prezzo del petrolio non sta salendo a causa di una crescente domanda: viene
gonfiato artificialmente dagli speculatori sul mercato. Questo è un altro colpo al
settore della logistica, che è già stato duramente colpito dalle tasse governative e
dalla recessione."
Il prezzo medio del petrolio greggio per le consegne di luglio ha raggiunto $ 72,18 al
barile nella giornata odierna - paragonato ai $ 35 di marzo - mentre l'ottimismo degli
investitori sulla ripresa economica globale ha spinto il prezzo del petrolio a
raggiungere nuovi massimi quest’anno.
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La BP ha avvertito che il costo del petrolio potrebbe raggiungere i $ 90, mentre il
gruppo petrolifero russo Gazprom ha causato ulteriori subbugli parlando della
possibilità che sia raggiunto il livello di $ 250 al barile.
I valori del petrolio greggio avevano raggiunto quasi $ 150 al barile la scorsa estate, e
hanno spinto il prezzo della benzina BP ad un massimo di 120,9 pennies al litro,
mentre il diesel ha raggiunto i 134,4 pennies. I sostenitori della TransAction hanno
reagito portando i loro camion lungo la London's Park Lane e causando così un
conseguente caos nel traffico.
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ARTICOLO DI GIORNALE Nº 2
Lo sciopero dei camionisti è continuato ieri su tutto il territorio della Spagna, mentre
il governo di Pedro Luis ha cercato di iniziare un dialogo con gli scioperanti. Si è
giunti a convocare i sindacati dei camionisti per affrontare i problemi della
professione in un incontro tenutosi ieri.
Ma la Fedatrans (federazione dell'associazione trasportatori), l'organizzazione che è
all'origine di questo movimento, ha deciso di boicottare frettolosamente questo
incontro al vertice. Il blocco del trasporto, con azioni di picchettaggio, ha colpito
specialmente gli assi stradali del nord ovest della Spagna. Soprattutto nel settore
automobilistico si avverte di più l'effetto dello sciopero.
Successivamente, la FASA-Renault, compagnia sussidiaria spagnola della famosa
industria francese, ha annunciato sempre nella giornata di ieri la chiusura dei suoi
centri di produzione di Valladolid e Palence nei Paesi Baschi, mentre la locale
fabbrica della Michelin funziona a metà delle sue capacità e pensa di fermare la
produzione senza ulteriori indugi. L'attività della fabbrica della Mercedes Benz di
Barcellona è cessata mercoledì, mentre la Opel in Aragona, la Citröen di Vigo e la
Nissan a Barcellona hanno chiuso le loro unità ieri.
Gli organizzatori del movimento, raccolti in una commissione nazionale dello
sciopero, sollecitano un piano di riorganizzazione del settore che preveda un aiuto di
2,3 miliardi di euro equivalenti a 3,2 miliardi di dollari in tre anni, una diminuzione
dei prezzi dei carburanti, un ausilio per il pensionamento a sessant'anni ed il
riconoscimento di malattie professionali. Questa commissione, che raccoglie 40
associazioni tra cui la Fedatrans, aveva ricevuto mercoledì scorso il sostegno della
potente federazione dell'associazione del trasporto spagnolo (Fenadismer) che
raccoglie più di 35.000 compagnie. Inoltre, la confederazione dei tassisti della
Spagna, a sua volta, ha indetto uno sciopero per lunedì prossimo, avallando le
richieste dei camionisti.
La Francia, dove uno sciopero simile potrebbe portare a significative concessioni da
parte del governo e dei datori di lavoro, si è dichiarata preoccupata per le difficoltà di
alcuni trasportatori in seguito ai blocchi. Il centro regionale per l'informazione ed il
coordinamento stradale di Bordeaux ha proibito l'attraversamento del confine francospagnolo nei Paesi Baschi ai mezzi pesanti. Il ministro degli interni spagnolo si è
impegnato ad assicurare la protezione delle persone e dei veicoli e a prevenire il ripetersi
di violenti incidenti come quelli che hanno avuto luogo nella zona di Santander, ha
dichiarato il Quay d’Orsay. Un’unità incaricata di rilevare lamentele e centralizzare
l'informazione sullo sviluppo dello sciopero è stata costituita nell'ambasciata di Francia a
Madrid.
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ARTICOLO DI GIORNALE Nº 3
Migliaia di turisti britannici nel caos mentre uno di loro muore per lo sciopero
dei camionisti spagnoli
La polizia antisommossa si è scontrata con i camionisti ieri in Spagna dopo che le
proteste per i prezzi del carburante erano sfociate in violenza, causando un morto e
portando all'arresto di decine di persone.
Gli scioperi dei camionisti si sono diffusi oltre il confine con il Portogallo dove è stata
registrata un'altra vittima. I turisti diretti in quella regione sono stati avvertiti della
carenza di cibo fresco nei negozi e nei ristoranti e che molte stazioni di servizio
avevano finito il carburante.
Un poliziotto dell’antisommossa assalito in Almeria, Spagna
Situazione esplosiva: un camion bruciato durante uno sciopero nei trasporti a Azambuja, a nord di
Lisbona.
La Spagna ha usato il pugno duro con i camionisti mentre lo sciopero entrava nel
suo terzo giorno, utilizzando la polizia antisommossa per eliminare i blocchi ad un
punto di attraversamento di confine con la Francia su una principale autostrada
fuori Madrid, arrestando decine di persone.
Ma i sindacati hanno promesso di continuare a lottare, rifiutando le misure proposte
dal governo per porre termine alle proteste nazionali. Uno scioperante è morto
quando un furgone si è infranto contro una linea di picchettaggio, ed un
protestatario è morto in un incidente simile nel confinante Portogallo. Il principale
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aeroporto di Lisbona ha terminato il carburante a causa dello sciopero, con la
conseguenza di ritardi nei voli, ma senza cancellazioni degli stessi.
Congestione del traffico: i camionisti in Spagna, Francia e Portogallo hanno aumentato le loro
proteste contro il crescente prezzo del carburante
Sembra che gli scioperanti abbiano cercato di bruciar vivo un guidatore di camion
nella sua cabina mentre le violenze in Spagna continuavano ad aumentare. L'uomo,
accusato di infrangere lo sciopero, è stato trasportato all'ospedaledi San Isidro, vicino
Alicante, con serie ferite al corpo. Una delle industrie spagnole colpite molto
duramente dallo sciopero - una ditta che produce automobili - ha avvertito che la sua
produzione giornaliera di 13.000 veicoli potrebbe esser fermata perché le parti di
ricambio non raggiungono più le sue fabbriche. Lo sciopero è stato indetto da
camionisti indipendenti, che rappresentano circa il 20% dei camionisti della Spagna.
Essi vogliono un tasso minimo garantito per i loro servizi. Il governo rifiuta di
aderire alle loro proposte. I pescatori spagnoli sono in sciopero dal 30 maggio, anche
loro per protestare contro i costi del carburante, e ciò causa ulteriori problemi di
approvvigionamento per i consumatori. Supermercati, piccoli negozi, bar e ristoranti
non sono in grado di rifornirsi delle derrate alimentari essenziali. Ci sono già state
proteste a Bruxelles da parte dei pescatori contro i costi del carburante. I camionisti
francesi hanno iniziato le proteste, e fra loro alcuni militanti spingono ad
incrementare il ritmo dell'azione. Anche in Thailandia e Corea del sud ci sono state
proteste collegate ai costi del carburante.
Donne che passeggiano accanto agli scaffali vuoti della carne in un supermercato colpito dallo
sciopero dei trasporti a Aranjuez, vicino Madrid.
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ARTICOLO DI GIORNALE Nº 4
Un modo più creativo di protestare
L'attivismo dei lavoratori non ha bisogno di tenere in ostaggio impiegati, né di
minacciare di inquinare i fiumi
L'ultima di una serie di minacce violente da parte di lavoratori francesi è arrivata la
scorsa settimana, quando 50 camionisti e autotrasportatori ha minacciato di scaricare
8000 l di carburante tossico nella Senna se i loro datori di lavoro non avessero
aumentato le rispettive paghe. Uno dei lavoratori ha spiegato l'idea dell'azione
distruttiva alla radio francese dicendo che “è l'unico mezzo che abbiamo per ottenere
quello che vogliamo”.
Un tale atto disperato è abbastanza strano in un paese conosciuto per scioperi di
lavoratori svolti in forme più tradizionali. Il 29 gennaio, ad esempio, circa 2,5 milioni di
persone hanno dimostrato contro il presidente Nicolas Sarkozy ed il suo governo
conservatore a causa della loro linea per gestire la crisi economica. Lo sciopero su scala
nazionale ha sigillato efficacemente il paese per un intero giorno e forzato il presidente
Sarkozy a concedere € 2.6bn (£ 2.3bn) sotto forma di tagli aggiuntivi alle tasse a favore
dei lavoratori. Anche se ciò non si è rivelato sufficiente ed in ultima analisi ha portato
ad un altro giorno di scioperi su scala nazionale nel mese di marzo, tutto questo si è
rivelato un segno del potere al momento in mano ai lavoratori. Nonostante i disagi
causati dai voli cancellati, dai trasporti comunali interrotti e dagli uffici postali chiusi, i
sondaggi hanno indicato che il 78% degli elettori francesi si è dichiarato a favore dello
sciopero.
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Unità 4: Caso di studio
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee
di impatto transnazionale
Unità formativa
U4 - Caso di studio: sciopero del traffico - continuazione.
Feedback dai partecipanti/Domande e discussione
Orario
10.45
Durata
30´
N°
Attività
Durata
1 Ogni gruppo di lavoro spiega le 15'
soluzioni agli altri partecipanti
Compiti
Formatore Corsisti
x
2 Scrivere le idee dei gruppi sulla 5´
lavagna
x
3 Iniziare la discussione su quale 10'
possa essere la soluzione più
efficiente
x
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
29
Supporti
Lavagna a
fogli mobili
x
Note
Il formatore è
provvisto delle
note dell'Istruttore
(Unità4b)
Scrivere sulla
lavagna durante
l'esposizione del
gruppo
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Note per l’istruttore
1 –Premessa
La conoscenza degli elementi del sistema di gestione di crisi dell'UE non è molto
diffusa, né fra gli Stati membri né all’interno della stessa UE. Il sistema è ancora in
via di sviluppo e le informazioni di base su come funziona tale sistema non sono
facili da ottenere.
2 – Background
A causa della sua complessità e natura multidimensionale, non si suppone che questo
studio del caso abbia la soluzione. Al contrario, si richiede ai formatori e ai corsisti di
discutere e di riflettere sulle varie problematiche che nascono dallo studio del caso, e si
richiede loro di trovare possibili soluzioni conformemente alle leggi vigenti a livello
nazionale ed europeo, ai regolamenti, agli attori, alle strutture e meccanismi che mirano
a rispondere ad una crisi sociale europea avente impatto transnazionale.
3 - Quadro giuridico
Prima di tutto, e conformemente al principio di sussidiarietà, la risposta ad una crisi
sociale dovrebbe essere sempre, in primo luogo, fornita dagli attori e strutture nazionali.
Se la gravità e la portata della crisi non potessero essere efficacemente gestite e
controllate a livello nazionale, ed in particolare se la crisi stesse guadagnando un
impatto europeo transnazionale, si richiederebbe agli attori e meccanismi della UE di
reagire in base al principio di solidarietà e/o al bisogno di salvaguardare gli interessi
dell'Unione Europea.
Secondo la nuova clausola di solidarietà del Trattato di Lisbona (Titolo Settimo del
Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea, articolo 222 e disposizioni seguenti),
l'Unione e gli Stati membri dovrebbero reagire in modo congiunto se uno Stato
membro diventi vittima di un attacco terroristico o di un disastro naturale o causato
dall'uomo, a richiesta dello Stato colpito1.
1
Articolo 222:. L'Unione ed i suoi Stati membri agiranno congiuntamente con spirito di solidarietà se uno Stato
membro fosse oggetto di un attacco terroristico o vittima di un disastro naturale o causato dall'uomo. L'Unione
mobiliterà tutti gli strumenti a sua disposizione, incluse le risorse militari rese disponibili dagli Stati membri, per:
(a) —prevenire la minaccia terroristica nel territorio degli Stati membri;
— proteggere le istituzioni democratiche e la popolazione civile da qualsiasi attacco terroristico;
— assistere uno Stato membro nel suo territorio, a richiesta delle sue autorità politiche, nel caso di un
attacco terroristico;
(b) assistere uno Stato membro nel suo territorio, a richiesta delle sue autorità politiche, nel caso di un disastro
naturale o causato dall'uomo.
2. Se uno Stato membro fosse oggetto di un attacco terroristico o vittima di un disastro naturale o causato
dall'uomo, gli altri Stati membri lo assisteranno a richiesta delle autorità politiche del paese colpito. a tal fine gli
Stati membri si coordineranno fra loro in seno al Consiglio.
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Come statuito nell'articolo 222 (3), una nuova decisione del Consiglio definirà gli
assetti per la realizzazione di questa nuova clausola di solidarietà. Nel frattempo, gli
esistenti strumenti di gestione di crisi della UE dovranno rispondere nel caso che uno
Stato membro colpito abbia bisogno dell'assistenza della UE e dei suoi Stati membri.
4 - Procedure per la formazione
Questa è la sequenza di procedure che dovrebbero essere seguite dal formatore in vista
di possibili soluzioni della crisi, sia a livello nazionale che dell'Unione Europea:
1. Fornire a tutti i frequentatori le copie dello studio del caso.
2. Leggere all'uditorio lo studio del caso.
3. Chiedere ai frequentatori di leggere lo studio del caso.
4. Chiedere ai frequentatori se ci sia bisogno di spiegare altro.
5. Informare brevemente i frequentatori sul sistema nazionale della gestione di
crisi e sugli attori e meccanismi che potrebbero essere implicati nella ricerca di
soluzioni per lo studio del caso, in particolare:
• Autorità locali
• Media
• Polizia di ordine pubblico, polizia del traffico, polizia di confine e autorità
doganale
• Servizi di Intelligence
• Autorità di protezione civile e vigili del fuoco
• Dipartimento di emergenza sanitaria
• Forze armate
• Coordinatore nazionale per la sicurezza interna e la gestione delle crisi
• Ministero per gli affari esteri
• Ministero per gli affari interni
• Ministry of Transports ministero dei trasporti
• Ufficio del primo ministro
3. Gli assetti per la realizzazione da parte delluunione della clausola di solidarietà saranno definiti con una
decisione adottata dal Consiglio che agisce su una proposta congiunta della Commissione e dell'Alto
Rappresentante dell'Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Il Consiglio agirà conformemente
all'articolo 31 (1) del trattato sull'Unione Europea in cui questa decisione ha delle implicazioni di difesa. Il
Parlamento Europeo sarà corrispondentemente informato.
Per gli scopi di questo paragrafo e fermo restando l'articolo 240, il Consiglio sarà assistito dal Comitato per la
Sicurezza e la Politica con il supporto delle strutture sviluppate nel contesto della politica di difesa e sicurezza
comuni e dal Comitato cui ci si riferisce nell'articolo 71. I due comitati, se necessario, sottoporranno opinioni
comuni.
4. Il Consiglio Europeo valuterà regolarmente le minacce che l'Unione di volta in volta affronterà al fine di
permettere all'Unione stessa e ai suoi Stati membri di agire efficacemente.
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• Parlamento
• Presidente della Repubblica.
6. Informare brevemente i frequentatori sulle istituzioni della UE ed i suoi
meccanismi che potrebbero ricorrere nella ricerca di soluzioni per questo studio del
caso, fra gli altri:
• Consiglio
• Commissione
• Presidenza del consiglio
• Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di
sicurezza
• Parlamento
• Corte di giustizia.
7. Possibili soluzioni a livello nazionale (sequenza):
• interventi tattici di polizia per fermare o mitigare gli effetti e la diffusione
dei blocchi;
• Azione del coordinatore nazionale per la sicurezza interna e la gestione di
crisi (o figura simile) per gestire l'intervento congiunto di differenti agenti
operativi ed istituzioni collegate - forze di sicurezza, servizi di ordine
pubblico, compagnie pubbliche e private - a livello nazionale;
• Rimozione dei blocchi dopo i negoziati tra il governo e i rappresentanti dei
trasporti, i sindacati e le associazioni di categoria;
• Coinvolgimento del ministero per gli affari esteri e del primo ministro in
un approccio comune ed una risposta congiunta con il paese confinante e a
livello di UE.
8. Possibili soluzioni con il coinvolgimento delle istituzioni UE (sequenza):
• Coinvolgimento del Consiglio e della Commissione, a livello tecnico, di
attori e di meccanismi nella gestione della crisi;
• Risposta del meccanismo politico decisionale della UE.
5 – questione da dibattere ulteriormente: come gestire una crisi interna alla UE
avente implicazioni di ordine e sicurezza pubblica/sicurezza interna?
Le disposizioni del Trattato di Lisbona coprono solamente tre categorie di eventi::
1) attacchi terroristici;
2) disastri naturali;
3) disastri causati dall’uomo
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Si è concordi sul fatto che l'Unione Europea, tramite il suo meccanismo di protezione
civile ed altri meccanismi e strutture, è stata in grado e sarà in grado di rispondere in
modo coerente e coordinato ai differenti tipi di disastri naturali e tecnologici che sono
accaduti e potranno accadere nel territorio europeo. Per menzionare soltanto alcuni
esempi interni all'Europa ricordiamo gli incendi forestali in estate nei paesi del sud
europeo, le alluvioni in Romania e Bulgaria nella primavera/estate del 2005, il
terremoto dell'Aquila in Italia nel 2009 e, più recentemente, le inondazioni polacche e
ungheresi del 2010.
Ma si potrebbe non essere concordi sulla possibilità di intervento della UE e dei suoi
Stati membri in eventi causati dall'uomo che vanno oltre la risposta di protezione civile
e possono richiedere strumenti come risorse di polizia, giudiziarie o militari per gestire
gravi crisi all'interno di uno o più Stati membri.
Una delle questioni interessanti ai fini della discussione che risultano dal nuovo
Trattato di Lisbona è la portata della clausola di solidarietà. In particolare: come
dovremmo interpretare la frase “disastro causato dall'uomo”?
Se dovessimo interpretare la parola disastro in senso tecnico e restrittivo, nel senso del
termine in uso alla Protezione civile, questo includerebbe soltanto i seguenti quattro tipi
di disastri tecnologici:
1) incidenti chimici e industriali;
2) trasporto e stoccaggio di sostanze chimiche;
3) incidenti durante il trasporto; e
4) emergenze di tipo nucleare.
Se dovessimo adottare un'interpretazione più estensiva, la clausola di solidarietà
potrebbe coprire un concetto più ampio di crisi sociale che includa anche blocchi seri e
violenti, sommosse e dimostrazioni che, in ultima analisi, possono compromettere la
capacità di un determinato Stato membro di gestire e controllare l'ordine e la sicurezza
pubblica.
Siamo consapevoli del fatto che l'operato di polizia e la sicurezza interna sono il nucleo
ultimo della sovranità nazionale degli Stati membri e, di conseguenza, che un
intervento dell'Unione Europea e dei suoi Stati membri dovrebbe aver luogo soltanto in
situazioni molto eccezionali e sempre in accordo con le Nazioni Unite o le disposizioni
giuridiche della UE.
Tale principio di sovranità è salvaguardato nel Trattato sul Funzionamento della UE2.
2
Articolo 72 (ex Articolo 64(1) TEC e ex Articolo 33 TEU): Questo titolo non intaccherà l'esercizio delle
responsabilità che incombono su ogni Stato membro relativamente al mantenimento dell'ordine e sicurezza
pubbliche e la salvaguardia della sicurezza interna.
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Ciò nonostante, i recenti eventi di ordine pubblico su vasta scala in alcuni Stati membri
quale reazione a serie crisi economiche e finanziarie hanno sollevato la possibilità di
uno scenario di mutua assistenza fra l'Unione Europea ed i suoi Stati membri nei
confronti di un determinato Stato membro le cui istituzioni democratiche e/o autorità di
pubblica sicurezza non siano più in grado di ristabilire la normale situazione.
La questione è ancora più pertinente se teniamo a mente che il background di una crisi
economica e finanziaria è simile in altri Stati membri e che un problema di ordine
pubblico su vasta scala può facilmente estendersi ad altri Stati membri, diventando così
un problema transnazionale dell'Unione Europea che richiede una reazione politica e
poi tecnica da parte delle istituzioni dell'Unione Europea. La restante questione è la
border-line della legittimità dell'Unione Europea e dei suoi Stati membri nell'interferire
con una situazione che ha gli elementi chiave di sovranità nazionale ma che, al tempo
stesso, pone un rischio agli interessi dell'Unione Europea quale attore nel settore della
sicurezza.
La scatola di Pandora, che ora è aperta con le disposizioni della clausola di solidarietà,
impegna anche l'Unione Europea e i suoi Stati membri a realizzare un nuovo sistema di
gestione della crisi nella UE capace di coprire le tre principali categorie di eventi:
attacchi terroristici, disastri naturali e disastri causati dall'uomo.
Gli sforzi fatti dall'Unione Europea in queste tre categorie sono variati:
1) in relazione alla prevenzione ed alla lotta agli attacchi terroristici, la UE ha dato
una risposta rapida dopo gli attentati di Madrid creando il Coordinatore
Antiterrorismo della UE nel marzo del 2004, oltre ad alcuni strumenti legislativi
ed alla strategia antiterrorismo della UE;
2) in relazione alla prevenzione di e risposta a disastri naturali, tecnologici ed
ambientali, la UE ha cercato di migliorare e rafforzare il meccanismo di
protezione civile emanando due decisioni alla fine del 20073; e
3) i progressi nel campo dell'ordine e sicurezza pubbliche e della sicurezza interna
sono tuttavia comprensibilmente più lenti e più prudenti che nelle aree
precedentemente illustrate, come cercheremo di mostrare.
Più recentemente, il Trattato sul Funzionamento della UE ha portato ai seguenti
sviluppi:
1) ha aggiornato il mandato generale della UE nel campo della sicurezza interna4;
3
Decisione del Consiglio dell’8 Novembre 2007 (2007/779/EC, Euratom) che stabilisce un meccanismo di
protezione civile comunitario (recast); e la Decisione della Commissione del 20 Dicembre 2007
(2008/73/EC, Euratom) che emenda la Decisione 2004/277/EC, Euratom in relazione alle regole per la
realizzazione della Decisione del Consiglio 2007/779/EC, Euratom , che a sua volta stabilisce un
meccanismo di protezione civile comunitaria.
4
Articolo 67(3): l'Unione si sforzerà di assicurare un alto livello di sicurezza tramite misure volte a prevenire
e combattere il crimine, il razzismo e la xenofobia e tramite misure per la cooperazione e il coordinamento
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2) ha stabilito il Comitato Permanente sulla Cooperazione Operativa in materia di
Sicurezza Interna (COSI)5;e
3) ha affidato al Consiglio6 il compito di adottare una Strategia7 di Sicurezza
Interna alla UE.
Secondo il Trattato, il programma di Stoccolma sviluppa alcune linee guida su come
migliorare fortemente lo Union Disaster Management (protezione civile dell'unione)
nel modo che segue:
1) il Consiglio Europeo esorta il Consiglio e la Commissione a “definire una
strategia globale di sicurezza interna all'Unione basata sul bisogno di
un'impostazione orizzontale e trasversale allo scopo di poter gestire complesse
crisi o disastri naturali o disastri causati dall'uomo”;
2) essa include, fra le varie priorità politiche della UE, la tutela dei cittadini ed il
rafforzamento dell'azione penale, della protezione civile e della gestione di
disastri8; e
3) sottolinea che l’Unione ha bisogno di basare il suo lavoro sulla solidarietà tra
gli Stati membri e di fare pieno uso dell'articolo 222 TFEU.
Inoltre, in accordo con la Bozza di Strategia di Sicurezza Interna per l'Unione Europea,
i prossimi passi da intraprendere in questo campo sono:
1) il piano di azione per la realizzazione del programma di Stoccolma;
2) una comunicazione sulla Strategia di Sicurezza Interna da adottarsi da parte
della Commissione, che includerà proposte orientate all'azione;
3) Ulteriore sviluppo, monitoraggio e implementazione della Strategia di
Sicurezza Interna, che deve essere uno dei compiti prioritari del Comitato
Permanente sulla Cooperazione Operativa e la Sicurezza Interna (COSI); e
4) la Commissione considererà la fattibilità della creazione di un Fondo di
Sicurezza Interna per promuovere la realizzazione della Strategia di Sicurezza
Interna.
fra autorità di polizia e giudiziarie ed altre autorità competenti, come pure attraverso il reciproco
riconoscimento delle sentenze in materia criminale e, se necessario, attraverso l'approssimazione delle leggi
penali.
5
Articolo 71 (ex Article 36 TEU): sarà creato un Comitato permanente all'interno del Consiglio al fine di
assicurare che la cooperazione operativa sulla sicurezza interna sia promossa e rafforzata all'interno
dell'Unione. Fermo restando l'articolo 240, esso faciliterà il coordinamento dell'azione degli Stati membri e
delle loro competenti autorità. (…)
6
Articolo 68: il Consiglio Europeo definirà le linee guida strategiche per la pianificazione legislativa ed
operativa nel settore della libertà, sicurezza e giustizia.
7 Bozza di strategia sulla sicurezza interna per l’Unione Europea: "Verso un modello europeo sulla
sicurezza" (documento del Consiglio con riferimento 7120/10, CO EUR-PREP 8, JAI 182, datato 8 marzo
2010).
8
Il programma di Stoccolma stabilisce la seguente priorità politica: “ un'Europa che protegge: dovrebbe
esser messa a punto una strategia di sicurezza interna allo scopo di migliorare ulteriormente la sicurezza
nell'Unione e quindi di proteggere le vite e l'incolumità dei cittadini dell'Unione, combattendo il crimine
organizzato, il terrorismo ed altre minacce. Detta strategia dovrebbe mirare al rafforzamento della
cooperazione in materia di ordine e sicurezza pubbliche, controllo delle frontiere, protezione civile e gestione
dei disastri, e ugualmente in materia di cooperazione giudiziaria nel settore penale allo scopo di rendere
l'Europa più sicura” (pag. 10)
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Last but not least, e come menzionato dal Coordinatore Antiterrorismo della UE, “la
scomparsa dei pilastri permetterà politiche più integrate in alcune aree e faciliterà tale
approccio nell'ambito delle istituzioni della UE, aumentando grandemente l'efficienza
del policy making”9.
In sintesi, il Trattato di Lisbona apre la strada ad una cooperazione ed una solidarietà
più forti tra l'Unione Europea/Stati membri e un determinato Stato membro che abbia
bisogno di assistenza per gestire una grave crisi. Tuttavia, un vero sistema di Unione
Europea necessita di ulteriore sviluppo particolarmente nelle crisi complesse che vanno
oltre la semplice assistenza di protezione civile.
9
Cfr il “Documento di discussione sulla strategia antiterrorismo della UE”, indirizzato dal Coordinatore
antiterrorismo della UE al Consiglio Europeo (documento di riferimento 15359/1/09, REV 1, del 26
Novembre 2009).
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Unità 5
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U5 - Lezione: le strutture europee allertate in caso di crisi sociale
europea
Orario
11.30
Durata
60'
N°
Attività
Durata
1 Il formatore dovrebbe
scegliere quali diapositive
usare.
Compiti
Formatore Corsisti
x
2 Descrivere un'emergenza UE e 15'
il contesto della crisi
3 Descrivere un'emergenza UE e 20'
il sistema di coordinamento
crisi e le azioni
x
4 Descrivere l'emergenza UE e i 25'
tipi di crisi e procedure
x
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x
37
Supporti
Note
Non è necessario
utilizzare una
presentazione completa
pwp. Il formatore decide
quali diapositive proiettare
e quali temi affrontare
nella lezione. Le
diapositive che non
saranno mostrate
potrebbero essere
consegnate ai partecipanti
come materiale di
riferimento futuro.
Diapositive
1-6 (Unità5)
Diapositive Mostrando la disapositiva
7-13
n 8, suggerire di guardare
(Unità5)
il documento
"Unità5_tabella01.doc"
dove l'immagine è più
grande di quella sulle note
nella pagina stampata
Diapositive Mostrando la dispositiva
14-21
n° 15, suggerire di
(Unità5)
guardare il documento
"Unità5_tabella02.doc"dov
e l'immagine è più grande
di quella sulle note nella
pagina stampata.
Dopo la descrizione della
diapositiva n°19,
descrivere ai partecipanti
il documento
"Unità5_tabella03.doc"
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path CZ/09/LLP-LdV/TOI/134011
Unit 5: “Le strutture europee allertate
in caso di una crisi sociale nell’UE”
Paulo Gomes – Portugal
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Emergenze e Crisi UE
Background
Aiutare i cittadini durante un’emergenza, crisi o disastro,
disastro, sia
naturale sia causato dall’uomo, richiede l’efficace fornitura di
assistenza ove e quando sia necessaria.
Gli Stati Membri sono responsabili della gestione delle
emergenze, crisi, o disastri del proprio territorio e nel
determinare se vi sia necessità di assistenza esterna.
Comunque, molti dei rischi maggiori all’interno e all’esterno della
Unione Europea potrebbero avere un effetto su uno o più degli
Stati Membri o coinvolgere tutta l’Unione.
In tali circostanze, potrebbe essere necessario il sostegno di altri
Stati e delle strutture dell’UE.
dell’UE.
2
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Emergenze e Crisi UE
Background
Nell’affrontare tali situazioni, gli Stati Membri possono
avvalersi di meccanismi UE già esistenti gestiti dalla
Commissione, in particolare:
Centro di Monitoraggio e Informazione della Protezione
Civile (Commissione)
Centro di Situazione Congiunto (Segretariato del
Consiglio)
3
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Emergenze e Crisi UE
Background
Molti dei rischi maggiori affrontati dall’UE
comprendono:
Attacchi terroristici convenzionali multipli e coordinati in vari
Stati Membri
La perdita di fondamentali infrastrutture trans-UE come reti di
telecomunicazione, oleodotti o sistemi di controllo di traffico
aereo.
Una grande emergenza sanitaria, come un’epidemia di
influenza o un incidente grave che coinvolge una centrale
nucleare in un paese non UE.
Terrorismo chimico, biologico, radiologico o nucleare (CBRN),
sia nell’UE che in un paese esterno all’UE; alcune di queste
situazioni presenterebbero problemi riguardo alla gestione di
persone infette che attraversano le frontiere, o entrano
nell’UE in aereo.
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4
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Emergenze e Crisi UE
Background
In tali circostanze, sarà necessario - secondo la natura e della
portata dell’emergenza – eseguire sei funzioni chiave:
a. Condivisione e accesso alle informazioni
b. Supporto
c. Rendere possibile l’uniformità di azioni intraprese dai vari Stati
Membri, la Commissione e le agenzie UE.
d. Rendere possibile il dibattito su decisioni contenziose
e. Rendere possibile il dibattito sull’azione esterna collettiva
f. Coordinamento dei media
5
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
a. Condivisione e accesso alle informazioni – Allertare e
conseguentemente condividere le informazioni, analisi strategiche e
valutazioni così che gli Stati membri, e, dove di competenza, le
Istituzioni UE, possano prendere le misure necessarie per proteggere
i cittadini;
b. Supporto – Facilitare la fornitura di mutuo supporto operativo agli
Stati Membri che non hanno potenzialità sufficienti per gestire la
crisi;
c. Ove si può, rendere possibile l’uniformità di azioni intraprese dai
vari Stati Membri, Commissione e agenzie UE (Es. tutti gli Stati
Membri impongono lo screening d’ingresso? Vietano i voli
provenienti da paesi colpiti? Fanno vaccinazioni?)
d. Se necessario, rendere possibile il dibattito su decisioni
contenziose (Es. gli Stati Membri che hanno i vaccini del vaiolo
dovrebbero condividerlo con quelli che non li hanno?)
e. Se appropriato, rendere possibile il dibattito su un’azione esterna
collettiva (es. supporto a paesi del sud-est asiatico per cercare di
controllare un virus pandemico);
f. Coordinamento dei Media – coordinare le informazioni che
vengono date ai media su punti chiave, per assicurare l’uniformità tra
ciò che viene detto dai rappresentanti degli Stati membri e ciò che
viene detto da funzionari dell’UE
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Emergenze e Crisi nell’UE
Principi Chiave
I seguenti principi chiave dovrebbero regolare gli assetti che
possono essere sviluppati allo scopo di fornire, con spirito di
solidarietà, una risposta adeguata alle emergenze a livello UE :
a. Riflettere il principio di sussidiarietà
b. Facilitare gli Stati Membri nel loro lavoro per assicurare coerenza e
uniformità nelle loro azioni
c. Permettere la cooperazione pragmatica tra le parti coinvolte
d. Non arrivare alla costituzione di nuove strutture permanenti
e. Rispondere alle necessità di quelle che potrebbero essere crisi in
rapida evoluzione
f. Avere una singola serie di misure di applicazione generica
g. Non trascendere meccanismi esistenti
6
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
I principi dovrebbero riflettere il principio di sussidiarietà. Gli
Stati Membri hanno la responsabilità primaria di gestire le
emergenze nel loro territorio. Qualunque principio dovrà rispettare
pienamente le competenze già esistenti;
L’UE dovrebbe avere un ruolo strategico, facilitando gli Stati
Membri nel loro lavoro per assicurare coerenza ed uniformità
nelle azioni, e sfruttando le risorse dell’Unione in supporto alle
misure prese dagli Stati Membri colpiti;
I principi dovrebbero permettere una collaborazione pragmatica
tra tutte le parti che ricoprono tutti i settori politici e le istituzioni;
I principi non dovrebbero condurre alla costituzione di nuove
strutture permanenti e dovrebbero essere creati all’interno di
strutture già esisitenti. Il COREPER, in particolare, avrà un ruolo
centrale;
I principi dovrebbero essere adeguatamente elastici per
rispondere alle necessità di quelle che potrebbero essere crisi in
rapida evoluzione, ed in particolare non dovrebbero procrastinare le
risposte individuali alla crisi da parte degli Stati Membri;
Dovrebbe esserci un solo gruppo di principi di applicabilità generale,
che possa poi essere adattato alla specifica necessità di una
emergenza;
I principi non dovrebbero trascendere meccanismi esistenti come
per la trasmissione di dati sensibili.
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Emergenze e Crisi UE
Disposizioni di Coordinamento
L’ UE ha in posizione delle strutture chiave che possono
soddisfare queste necessità:
a. Coordinatore del Contro-Terrorismo
b. Centro di Situazione Congiunto, per fornire valutazioni di minacce
terroristiche
c. Centro Monitoraggio e Informazioni della Commissione, supportato a
tempo debito da ARGUS, struttura proposta dalla Commissione per il
coordinamento della crisi.
d. Le strutture ESDP del Consiglio per la gestione crisi, che comprende,
per esempio, il reparto militare-civile
7
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Emergenze e Crisi UE
Disposizioni di Coordinamento
Le nuove
disposizioni
dovrebbero essere
ad-hoc e flessibili,
adattabili alle
necessità
particolari
dell’emergenza, ed
avere i seguenti
componenti
8
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Emergenze e Crisi UE
Azioni
È
necessario:
Rafforzare
le capacità di risposta alle emergenze e
crisi dell’Unione Europea e
Adottare
un Manuale per il Coordinamento delle
Emergenze e le Crisi UE
9
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Coordinamento Emergenze e Crisi UE
Meccanismi Complementari
Contributo della protezione civile nel rafforzare le capacità di risposta
alle emergenze e crisi dell’UE
Proposte della Commissione per creare uno strumento immediatamente
disponibile e di risposta rapida e un meccanismo di protezione civile
della Comunità
Le azioni di protezione civile devono essere viste come un contributo
all’attuazione del Piano D’Azione Tsunami che ha richiesto lo sviluppo
di una capacità di rapida riposta dell’Unione Europea
Sono integrati dal lavoro continuo sulla Struttura Generale per l’utilizzo
di mezzi di trasporto militari o utilizzati dall’esercito degli Stati Membri e
strumenti di coordinamento ESDP in risposta a disastri UE, oltre a una
migliorata cooperazione consolare europea
Gli Stati Membri dovrebbero organizzare le strutture interne necessarie
per assicurare che siano in grado di reagire rapidamente a richieste di
assistenza
relative
adwith
ogni
tipoimpact
di emergenza o crisi
Basic elements
for managing European
social crisis
transnational
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10
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Coordinamento Emergenze e Crisi UE
Storia Recente
Il Consiglio Europeo e il Consiglio hanno richiesto, in
varie occasioni, la creazione di misure UE integrate per
la gestione delle crisi con effetti internazionali e la
costituzione di misure di coordinamento UE per
emergenze e crisi
11
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
•
•
•
•
•
Hague Programme sul rafforzamento della libertà, sicurezza e
giustizia nell’Unione Europea, approvato dal Consiglio Europeo il 5
Novembre 2004, 16054/04, vedi no. 2.4.
Piano di Azione dell’Unione Europea sl terremoto e tsunami
nell’Oceano Indiano, adottato dal Consiglio il 31 gennaio 2005,
5788/05, vedi n. 13 e 14.
Dichiarazione sulla risposta dell’UE ai bombardamenti di Londra,
adottato dal Consiglio il 13 luglio 2005, 11158/1/05, vedi no. 7.
Strategia anti-terrorismo dell’UE, adotatta dal Consiglio il 1
dicembre 2005, 14469/4/05, vedi n. 32-34.
Disposizioni di emergenza e coordinamento ciris dell’UE, adotatte
dal Consiglio il 1 dicembre 2005, 15106/05
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Coordinamento Emergenze e Crisi UE
Storia Recente
Una lunga procedura di consultazioni è iniziata nell’autunno del 2004.
Un gruppo ristretto ha redatto una bozza del manuale UE per il
coordinamento di emergenze e crisi, che contiene :
Il modus operandi pratico, compreso il flusso di informazioni, delle strutture
di risposta alle crisi tra gli Stati Membri e le Istituzioni UE,
Una panoramica delle reti UE esistenti e degli strumenti che potrebbero
aiutare a coordinare o ad assistere gli Stati Membri nel gestire situazioni
specifiche e
Una panoramica di accordi bilaterali, multilaterali o regionali già esistenti per
affrontare eventuali mancanze. [1]
Il Manuale è stato adottato dal Consiglio (JHA) nella sessione del 1-2
giugno 2006.
Un report sugli sviluppi dovrebbe essere presentato al Consiglio entro il
30 giugno 2007.
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Transferof InnovationinMethodologies
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Coordinamento Emergenze e Crisi UE
Manuale UE
Stati Membri hanno la
Basato sul principio chiave della sussidiarietà: gli
responsabilità primaria della gestione delle crisi nel loro territorio
Non impone alcun obbligo,nè altera competenze esistenti
Mira a riconoscere il valore del mutuo sostegno fornito tra gli Stati Membri
nello spirito di solidarietàin risposta ad emergenze di portata significativa
È trasversale e si applica sia a crisi interne sia a crisi esterne
all’UE e mira
ad assistere gli Stati Membri durante le emergenze
Non pregiudica le Procedure per la Gestione di Crisi esistenti nel contesto
della Comune Politica Estera e della Sicurezza (Titolo V del Trattato UE)
La nozione della gestione delle crisi comprende una vasta gamma di settori,
compresi: protezione civile, applicazione delle leggi, ordine pubblico e
settore privato
13
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Emergenze e Crisi UE
Tipi
Variano nel loro effetto, impatto politico e relative attività
di risposta:
Alcune delle più gravi hanno un impatto talmente grande o un tale
significato politico che necessitano di una risposta UE coordinata a livello
politico. Rientrano negli accordi UE per il coordinamento delle crisi (CCA),
che stabiliscono come le Istituzioni UE e gli Stati Membri coinvolti
interagiscono a Bruxelles durante una crisi.
Alcuni richiedono l’impegno e a volte il reciproco sostegno operativo dai
vicini, da altri Stati Membri, da strutture UE e/o altre organizzazioni, senza
la necessità di una risposta UE coordinata a livello politico. Questi casi
normalmente rientrano tra gli accordi UE bilaterali, multilaterali (per
esempio il centro monitoraggio e informazioni della Commissione [MIC]) o
altri accordi, in particolare per gestire le più comuni emergenze
transfrontaliere
14
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
•
Per casi in cui tali principi non esistono: lista di punti di contatto di
default delle Istituzioni europee, di tutti gli Stati Membri e delle relative
organizzazioni che possono essere utilizzate in qualunque momento
quando è necessario (24/7) un aiuto in risposta ad una emergenza/crisi
•
Le informazioni fornite permetteranno agli Stati Membri di rispondere
rapidamente a situazioni di crisi dando un supporto pratico e operativo al
CCA temporaneo e facilitando la collaborazione tra gli Stati Membri
•
I punti di contatto di default sono situati nelle capitali nazionali e
differiscono dai punti di contatto delle Rappresentanze Permanenti a
Bruxelles che sono stati designati per l’uso in caso il CCA sia stato
attivato
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Emergenze e Crisi UE
Procedure
Crisis
breaks
Is Member State
able to handle crisis
without external help?
No
Yes
Attività da
svolgere in
caso di crisi
emergente
MS evaluates
National action
No political
EU coordination
required
Political EU
coordination
required
RAS
SitCen
Agreements
Manual
Info
CCA
15
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Il diagramma è una raffigurazione riassuntiva di flussi di informazioni
e azioni alternate che devono essere intraprese dagli Stati Membri
colpiti a seconda dell’impatto dell’emergenza/crisi emergente
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Emergenze e Crisi UE
Procedure
Quando scoppia un’emergenza/crisi, lo stato membro coinvolto
valuterà se la risposta può essere gestita senza il sostegno di
altri paesi o delle istituzioni UE
Se la risposta è sì, tutte le attività sono intraprese
esclusivamente a livello nazionale senza richiedere l’assistenza
di altre nazioni o dell’UE. Lo Stato Membro coinvolte potrebbe
comunque – secondo la scala dell’emergenza – informare lo
specifico Sistema di Allerta Rapido (Rapid Alert System - RAS)
della Commissione (per esempio - MIC)
Se la risposta è no, lo Stato Membro valuterà se
l’emergenza/crisi è di tale impatto da richiedere:
Nessun coordinamento politico a livello UE
Coordinamento politico a livello UE
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Se non è richiesto un coordinamento UE a livello politico:
•
gli Stati Membri colpiti
•
allerteranno lo specifico RAS (es MIC) e/o
•
daranno il via ad accordi bi- e multilaterali e /o
•
consulteranno i contatti di default del manuale.
Se è richiesto un coordinamento UE a livello politico:
•
Le informazioni verranno immediatamente trasmesse al SITCEN
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
48
16
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path CZ/09/LLP-LdV/TOI/134011
Emergenze e Crisi UE
Procedure
Procedure nel caso di un’emergenza o crisi
Informazioni su qualsiasi emergenza o crisi saranno immediatamente inviate al
Segretariato Generale del Consiglio (SITCEN). [1]
Il Direttore del Sitcen o il suo delegato passerà immediatamente le informazioni
alla Presidenza (ufficiale di turno nella Rappresentazione Permanente), ai
Direttori dell’ Ufficio Privato del Segretario Generale e al Vice SG del Consiglio
ed alla Commissione [2]
La Rappresentanza Permanente della Presidenza (o il suo delegato) si
consulterà con il Segretariato del Consiglio (Vice SG o suo delegato) e la
Commissione (SG o suo delegato), inoltre ai Rappresentanti Permanenti di tutti
gli Stati Membri coinvolti, per determinare se l’emergenza o crisi è avvenuta o
anticipata e giustifica l’attivazione degli accordi di coordinamento crisi. [3]
17
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
1 Il SITCEN è in servizio 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana
(numero di telefono +322-281-5000)
2 ARGUS : +322-298-8888
3 La decisione se attivarli o meno verrà presa dalla Presidenza,
d’accordo con gli Stati Membri direttamente colpiti, e sulla base del
giudizio di esperti, in particolare sul fatto se gli interessi dei diversi
Stati membri siano legati a quelli delle Istituzioni UE
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Emergenze e Crisi UE
Procedure
Procedure nel caso di un’emergenza o crisi (continua)
Se la Presidenza (Rappresentante Permanente) decide di
convocare un Comitato Gestione Crisi, il Segretariato del
Consiglio (SITCEN) e la Commissione saranno immediatamente
informati dell’ ora e del luogo della riunione e quali Stati Membri
sono da invitare.
Se la Presidenza (Rappresentante Permanente) conclude che a
questo punto gli accordi devono essere attivati, informerà il
Segretariato del Consiglio, la Commissione e gli Stati Membri
consultati.
18
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Il Segretariato del Consiglio (SITCEN) convocherà i principali
membri del Comitato Gestione Crisi. Manderà un messaggio ai
funzionari in servizio di tutte le Rappresentanze Permanenti
informandoli che è stato convocato un meeting del Comitato Gestione
Crisi. I suddetti funzionari serviranno anche come punto di contatto se
il Comitato avesse bisogno di informazioni su quello Stato Membro.
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Emergenze e Crisi UE
Procedure
Procedure nel caso di un’emergenza o crisi (continua)
Prima riunione del Comitato Gestione Crisi:
-
Valutare la situazione e l’eventuale intervento ’UE;
-
Assicurare una comprensione generale comune della situazione;
-
Offrire consigli agli Stati Membri sulle azioni comuni;
-
Sviluppare opzione per il COREPER e per il Consiglio;
-
Assicurare un seguito adeguato;
-
Agire come un canale attraverso il quale gli Stati Membri possano
comunicare necessità non contemplate dagli accordi attuali;
-
Assicurare che una strategia di comunicazione comune sia adottata nei
confronti dei media.
19
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Composizione del Comitato Gestione Crisi
• I principali membri del Comitato Gestione Crisi sono:
• Presidenza del Consiglio: il Rappresentante Permanente o la/il sua/suo
sostituta designata;
• Stati Membri colpiti: il Rappresentante Permanente o la/il sua/suo
sostituta designata;
• Segretariato Generale del Consiglio: il Vice- Segretario Generale o
la/il sua/suo sostituta designata;
• Commissione Europea: il Segretario Generale o la/il sua/suo sostituta
designata.
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Emergenze e Crisi UE
Procedure
Ruoli del COREPER in contesto CCA
Nel caso di emergenze o crisi interne od esterne, il Comitato dei
Rappresentanti Permanenti (COREPER), dato il suo ruolo di
coordinatore generale ed il fatto che può essere convocato con poco
preavviso, è l’ente centrale che coordina le decisioni di sua competenza.
Per fare ciò, dovrà:
Ricevere valutazioni dettagliate della situazione ed essere informato sulle
misure già intraprese dagli Stati Membri coinvolti e dalle istituzioni Europee;
Sempre nel rispetto delle competenze nazionali e degli strumenti della
Comunità già esistenti, promuovere il coordinamento e la coerenza delle
azioni intraprese dagli Stati Membri;
Identificare qualsiasi decisione che deve essere presa dal Consiglio, se
necessario, ed assicurare che tali decisioni vengano prese rapidamente.
20
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
In caso di emergenza o crisi, il COREPER verrebbe convocato dalla
Presidenza non appena una chiara valutazione della situazione
emergesse dal Comitato di Gestione Crisi.
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Emergenze e Crisi UE
Procedure
Sistemi di sostegno
Il Comitato Gestione Crisi è aiutato dalle informazioni, competenze e
ricerche inviate dai relativi servizi degli Stati Membri coinvolti, il
Segretariato del Consiglio, la Commissione e la Presidenza
Quindi convocherà riunioni ad hoc del Gruppo di Sostegno di alti
funzionari con competenze relative per condividere le informazioni sulla
crisi, compilare reports sulla situazione e identificare problemi ed
argomenti per la discussione, decisione e azione.
La composizione del Gruppo di Sostegno rifletterà le competenze
specifiche e le analisi necessarie per affrontare le circostanze di ogni
emergenza (per esempio - trasporti, salute, ambiente, JHA, ecc.).
21
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Il Gruppo di Sostegno dovrebbe fare uso di strutture esistenti che
includono:
• il Centro di Situazione Congiunto e relativi Sistemi di Allerta Rapidi
della Commissione;
• Esperti funzionali (es. con conoscenze bio-mediche o in materia di
CBRN)
• Esperti di risposta (es. con conoscenze di risposta richiesta da
incidenti terroristici CBRN e di potenzialità disponibili);
• Esperti con conoscenze degli Stati Membri colpiti, e dove appropriato,
altri esperti.
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Unità 6
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U6 - Caso di studio: il malcontento sociale transfrontaliero nell'
UE
Orario
12.30
Durata
30'
N°
Attività
Durata
1 Fornire copie del caso di studio
a tutti i partecipanti e leggere
loro il caso di studio
5'
2 Chiedere ai partecipanti di
leggere il caso di studio.
Scrivere sulla lavagna la
domanda: "Perche ritenete che
sia una crisi sociale UE?"
5´
4 Iniziare la discussione di
gruppo sulle domande
contenute nelle note
dell'istruttore e trovare una o
più risposte possibili. Scrivere
le idee dei gruppi sulla lavagna
5 Iniziare la discussione su quale
sia la soluzione più efficiente.
Feedback dei partecipanti.
10'
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
10'
Compiti
Supporti
Formatore Corsisti
x
Testo del
caso di studio
(Unità6) +
note
dell'Istruttore
(Unità6b)
x
x
54
x
Caso di
studio(Unità6)
testo, lavagna
a fogli mobili
x
Lavagna a
fogli mobili
x
Note
Ci sono due testi del
caso di studio: uno per i
corsisti con la
descrizione della
situazione, uno per il
formatore con la
"soluzione"
Scrivere sulla lavagna
durante l'esposizione del
gruppo
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path
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Unità 6: Caso di studio
Il malcontento sociale transfrontaliero nell’UE
Il malcontento sociale transfrontaliero nell’UE
Il malcontento sociale degli agricoltori in una certo Paese comunitario X aumenta
durante gli ultimi mesi. Gli agricoltori protestano contro la politica del governo di
ritardare i sussidi europei ai lavori agricoli per l’anno precedente. Durante le loro
proteste, gli agricoltori avvertono il governo che sono pronti a bloccare i varchi di
frontiera con il confinante Paese comunitario Y.
Le economie dei due Paesi confinanti X e Y sono interdipendenti e la loro
funzionalità è altamente dipendente dallo scambio frontaliero di materiale grezzo e
dalla produzione, specialmente nelle industrie dell’abbigliamento e chimiche. Molte
persone del Paese Y lavorano come stagionali nel Paese X e inoltre le frontiere fra X
e Y sono importanti punti di scambio per i trasporti europei. Ogni giorno
innumerevoli camion e tanta gente attraversa il confine in entrambe le direzioni.
A causa delle persistenti richieste degli agricoltori, i negoziati tra i sindacati e il
governo del Paese X sono falliti. Nonostante il governo prometta di fornire i sussidi
nel prossimo futuro, gli agricoltori decidono di bloccare la frontiere con il Paese Y:
accatastano macchine agricole e attrezzature ai varchi con il Paese bloccandoli in
entrambe le direzioni.
Tutti i varchi del confine tra i due Paesi sono bloccati per diverse settimane, il blocco
interrompe il traffico regolare in questa parte dell’Europa e le economie di entrambi i
Paesi X e Y soffrono gravi perdite. La chiusura del confine influenza anche i legami
economici con altri Paesi membri dell’UE. Il governo del Paese Y è in costante
contatto con il governo del Paese Y, ma i colloqui non hanno condotto ad alcuna
soluzione. Il governo del Paese Y decide di sottoporre il problema alle rispettive
istituzioni UE.
Considerando le informazioni fornite, nel contesto del Paese Y, del Paese X e delle
istituzioni EU, così come le profonde relazioni transfrontaliere delle economie dei
due Paesi e la loro posizione geografica chiave, vi viene chiesto di pensare quali
appropriate misure potrebbero essere prese a livello dei governi dei due Paesi e
delle istituzioni UE.
Quali informazioni aggiuntive necessitereste per trovare una soluzione appropriata
a questo problema?
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Unità 6: Caso di studio - Note per gli istruttori
1.
2.
3.
4.
5.
Fornire copie del Caso di studio a tutti i partecipanti
Leggere il Caso di studio al pubblico
Chiedere ai partecipanti stessi di leggere il Caso di studio
Chiedere ai partecipanti di porre domande nel caso ci fosse qualcosa da chiarire
Istruire sommariamente i partecipanti su quali istituzioni nazionali possono essere
coinvolte nella ricerca di soluzioni per questo Caso di studio:
• Autorità locali
• Ministero degli Affari esteri
• Ministero dell’Interno (Polizia di frontiera)
• Autorità doganali
• Governo
• Parlamento
6. Istruire sommariamente i partecipanti su quali istituzioni europee possono essere
coinvolte nella ricerca di soluzioni per questo caso di studio:
• Parlamento Europeo
• Consiglio dell’Unione Europea
• Commissione Europea (Commissario europeo per la gestione delle crisi,
Commissario europeo per la politica estera europea)
• Presidenza europea
• Corte di giustizia europea
7. Sequenza di possibili soluzioni a livello nazionale:
• Rimozione del blocco dopo negoziati con le autorità locali di entrambi i
Paesi.
• Coinvolgimento del Ministro degli Affari esteri – negoziati, note
• Coinvolgimento del Ministro dell’Interno e delle Autorità doganali nei
negoziati tra le agenzie omologhe di entrambi i Paesi
• Rimuovere i blocchi dopo i negoziati tra i governi di entrambi i Paesi
• Decisione del Parlamento di informare le Istituzioni europee pertinenti –
Dichiarazione del Parlamento
8. Possibili soluzioni con coinvolgimento di Istituzioni europee
• Informare il Parlamento Europeo – Dichiarazione
• Coinvolgere il Consiglio Europeo – mediatore nei negoziati
• Coinvolgere la Commissione Europea – Commissari pertinenti
• Informare la Presidenza Europea
• Portare il caso alla Corte Europea di Giustizia
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Unità 7
Unità formativa
U7 - Lezione: i principali attori nelle strutture UE
allertati in caso di crisi sociale nell UE
Orario
14.00
Durata
45'
N°
Attività
Durata
1 Il formatore dovrebbe
scegliere quali diapositive
usare.
Compiti
Formatore Corsisti
x
Supporti
Note
(Unità7)
Non è necessario
utilizzare una
presentazione completa
pwp. Il formatore decide
quali diapositive proiettare
e quali temi affrontare
nella lezione. Le
diapositive che non
saranno mostrate
potrebbero essere
consegnate ai partecipanti
come materiale di
riferimento futuro.
2 Descrivere le reti e strumenti 5'
UE ed altre Organizzazioni SITCEN
3 Descrivere le reti e strumenti 20'
UE ed altre Organizzazioni Commissione
x
Diapositive
1-3 (Unità7)
x
4 Descrivere le reti e strumenti 15'
UE ed altre Organizzazioni altri attori a livello UE
x
5 Descrivere le reti e strumenti 5´
UE ed altre Organizzazioni Organizzazioni Internazionali
x
Diapositive Dando le informazioni
4-11
contenute nelle
(Unità7)
diapositive n°5/10/11
ricordare ai partecipanti
che possono trovare la
descrizione nel
documento
"Unità7_Servizi della
Commissione.doc"
diapositiva Dando le informazioni
12 (Unità7) contenute nella
diapositiva ricordare ai
partecipanti che possono
trovare la descrizione nel
documento "Unità7_altri
attori dell'UE.doc"
Diapositive Dando le informazioni
13-14
contenute nella
(Unità7)
diapositiva n°13 ricordare
ai partecipanti che
possono trovare la
descrizione nel
documento
"Unità7_Organizzazioni
Internazionali.doc"
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Unità 7: “Principali attori
nelle strutture europee allertati
in caso di crisi sociale nell’UE”
Paulo Gomes – Portogallo
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Segretariato Generale del Consiglio dell’Unione Europea
Centro congiunto europeo sulle situazioni
(SITCEN, EU Joint Situation Centre )
Segue e valuta eventi e situazioni a livello mondiale 24 ore su 24, con
particolare attenzione alle regioni di potenziale crisi,
crisi, terrorismo e la
proliferazione di armi di distruzione di massa.
massa. Esso è:
collegato ai servizi segreti civili e, tramite il personale militare UE, militari;
militari; su
sollecitazione di questi,
”, fornisce
questi, così come da fonti diplomatiche e “aperte
“aperte”,
valutazioni politiche e di sicurezza
collegato ai servizi di sicurezza nazionale di tutti gli Stati membri e, su
sollecitazione di questi,
questi, fornisce valutazioni relative al terrorismo e alla loro
dimensione interna ed esterna
il centro delle reti ufficiali delle comunicazioni sicure (CORTESY and ESDP-net)
che collegano il Consiglio ai Ministeri degli Esteri e della Difesa degli Stati
membri
2
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Basi legali: Decisione del Segretario Generale /Alto Rappresentante della UE.
E’ la colonna portante delle capacità di risposta del Segretariato Generale alle
emergenze e crisi.
Queste consistono in:
•
Turno di guardia 7 giorni su 7, 24 ore al giorno. In caso di evento mondiale
signigficativo che si ritenga abbia un impatto sulle politiche estere, di sicurezza e di
difesa comuni della UE, o in caso di incidente in una delle missioni ESDP dell’UE,
l’Ufficiale di Servizio del SITCEN innesca una Procedura Operativa Standard
(SOP-Standard Operating Procedure))di allerta.
• Il personale militare UE e l’Unità di Polizia allo stesso modo hanno disposizioni di
tenersi pronti 24 ore al giorno 7 giorni su 7con uno staff di reperibilità. In caso di
incidente, che interessi il personale militare o di polizia, l’Ufficiale in servizio del
SITCEN allerterà in primo luogo gli Ufficialimilitari odi polizia in servizio i quali
decideranno, dopo essersi consultati con i superiori, sulle eventuali ulteriori misure
da prendere.
• Se appropriato, il SITCEN allerterà anche il MIC o un altro dei Sistemi di Allerta
Rapida della Commissione.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Segretariato Generale del Consiglio dell’Unione Europea
Centro congiunto europeo sulle situazioni
(SITCEN, EU Joint Situation Centre ) (continua)
Mantiene:
Mantiene:
collegamenti con i centri nazionali di crisi degli Stati membri.
membri. Ha una banca
dati di “contatti
“contatti”” con chi prende decisioni chiave negli Stati membri e in altri
centri di gestione di crisi
collegamenti con i centri sulle situazioni in altre organizzazioni internazionali
(UN DPKO, UNICEF, OCHA, OSCE, AU, NATO, etc.).
Fornisce back-up e sostegno al Segretario Generale/Alto
Generale/Alto
Rappresentante UE, ai Rappresentanti Speciali UE e ad altri alti
funzionari dell’UE così come alle operazioni - sia militari sia civili - di
gestione delle crisi
3
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Il SITCEN ha sempre un analista superiore reperibile - Il Manager in Servizio ( Duty
Manager-DM), la cui responsabilità è quella di fornire un sostegno analitico e, dove
appropriato, supervisionare il lavoro dell’Ufficiale in servizio in una situazione ERP.
Il DM è autorizzato anche ad agire per conto della gestione SITCEN in una situazione
di emergenza fino al momento in cui potranno essere presenti.
Ogni ESDP ha una struttura di sostegno a Bruxelles. Le diverse strutture di sostegno
hanno ognuna il proprio Ufficiale UE reperibilel -il Primario Punto di Contatto( the
Primary Point of Contact -PPOC). Ona volta allertati dall’Ufficiale in servizio del
SITCEN, questi PPOC inizieranno le azioni necessarie, come appropriato.
Una delle Unità del SITCEN è l’unità dei Servizi Consolari, la cui responsabilità è
quella di collaborare con gli uffici di gestione crisi dei ministeri degli affari esteri dei
rispettivi Stati Membri. In caso di un serio incidente che colpisca i cittadini europei, il
capo di questa unità sarà allertato, ed assicurerà le ulteriori azioni appropriate in
consultazione con la rete di cooperazione consolare.
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Commissione
Nel corso degli anni ha sviluppato la capacità operativa di assistere in
risposta a una vasta gamma di emergenze tramite svariati sistemi di
allerta rapido (RAS
).
(RAS).
Il 23 Dicembre 2005 ha adottato un sistema generale di allerta rapido
chiamato ARGUS.
ARGUS. Questo sistema ha due funzioni principali:
principali:
provvedere una piattaforma interna per lo scambio,
scambio, in tempo reale,
reale, di
informazioni rilevanti tra i servizi della Commissione
assicurare un coordinamento politico ad alto livello nel caso di una grave
crisi multisettoriale
I servizi della Commissione possono domandare al loro Commissario di
chiedere al Presidente di attivare il processo di coordinamento.
coordinamento. Il
Presidente decide la distribuzione delle responsabilità politiche per la
risposta della Commissione e la convocazione del Comitato di
Coordinamento Crisi (CCC).
(CCC).
4
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Sulla base della propria competenza e valutazione, il RAS può identificare una crisi
maggiore multisettoriale o una minaccia imminente che richieda un coordinamento
politico ad alto livello. Uno specifico processo di coordinamento viene lanciato per
gestire una risposta coerente, rapida e coordinata della Commissione, basata sulle
informazioni importanti, nel suo dominio di competenza e in collaborazione con le
altre istituzioni.
ARGUS utilizza una rete di comunicazione elettronica interna per permettere ai
Direttorati generali e RAS di scambiarsi informazioni in tempo reale. Così i servizi
della Commissione possono migliorare il loro coordinamento ed assicurare una
risposta coerente ed efficiente. Tuttavia, la risposta alle crisi nei campi specifici
rimane sotto la responsabilità dei RAS settoriali.
Le allerte vengono solitamente lanciate dalle pertinenti autorità negli Stati Membri. Le
autorità
nazionali
competenti
contattano
il
RAS
pertinente
per
notificare/informare/richiedere assistenza. Ogni RAS gestisce la crisi attraverso le
proprie reti, procedure e competenza e rispettando il proprio mandato.
Il CCC è una struttura operativa di gestione crisi che riunisce insieme rappresentanti
di alto livello dei servizi di Commissione coinvolti nella risposta alla crisi. Valuterà e
monitorerà lo sviluppo della situazione e identificherà problematiche e opzioni per per
la decisione e l’azione.
Le pertinenti autorità nazionali contattano l’ARGUS tramite lo specifico RAS
settoriale. Il Consiglio può chiamare il numero di servizio +32-2-29.88.888. L’Ufficio
di sicurezza della Commissione (DS) A Bruxelles è il punto di contatto operativo 24
ore su 24, 7 giorni su 7.
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Commissione (continua)
1) Commissione dell’Ufficio di Servizio
2) Direzione Generale dell’Ufficio Aiuti Umanitari della comunità
Europea (DG ECHO)
ECHO)
3) Centro Monitoraggio e Informazioni della Protezione Civile (MIC)
(MIC)
5
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Decisione del Consiglio del 23 Ottobre 2001
Stabilire
Stabilire un
unmeccanismo
meccanismocomunitario
comunitarioper
per
facilitare
facilitare una
unarafforzata
rafforzata cooperazione
cooperazione negli
negli
interventi
interventidi
diassistenza
assistenza di
diProtezione
ProtezioneCivile
Civile
6
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Meccanismo di Protezione Civile UE
Sviluppato per aiutare ad assicurare una migliore protezione
della popolazione ma anche dell’ambiente e delle proprietà,
proprietà, nel
caso di grave emergenza;
emergenza;incidenti naturali,
naturali, tecnologici,
tecnologici,
radiologici o ambientali interni ed esterni alla Comunità,
Comunità, incluso
gli incidenti di inquinamento marino
Entrato in vigore il 1° gennaio 2002
Graduale implementazione di tutti i componenti del meccanismo
tramite l’istituzione di regole comuni tra Commissione e Stati
membri
7
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Il nuovo meccanismo - struttura
Nuove
Tecnologie
Facilitare
Trasporti
Lezioni
Apprese
Meccanismo Comunitario per facilitare una rafforzata cooperazione
negli Interventi di Assistenza di Protezione Civile
Database
Eperti
+
Squadre
Programma
Formazione
Emergenza
Comunità
&
Sistema
Informazioni
Centro
Monitoraggio
&
Informazioni
Banca dati
Risorse
Sanitarie
Interventi
interni
&
esterni
UE
Entrato in vigore nel gennaio 2002
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Attivazione del Meccanismo
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Commissione (continua)
4) Meccanismo di Risposta alla Crisi
5) Meccanismo di Reazione Rapida [1]
6) Primo sistema di allarme sulle malattie contagiose (EWRS) [2]
7) Sistema di allarme rapido sul cibo e i mangimi (RASFF)
8) Sistema di sorveglianza sulle zoonosi (ADNS)
10
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
[1] Il DG Relex ha una stanza crisi (Unità A4 “Politica di Sicurezza”) che fornisce
sostegno, servizi di monitoraggio e informazione sia durante una crisi che durante i
periodi di regolari operazioni.
[2] L’ EWRSè un sistema telematico che collega le autorità designate negli Stati Membri
e nella Commissione. Il sistema permette un immediato scambio di punti di vista sulla
valutazione del rischio e la gestione del rischio cruciali per una azione tempestiva per la
salute pubblica.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Commissione (continua)
9) Rete fitosanitaria - organismi pericolosi per le piante
(EUROPHYT)
10) Sistema di allerta rapido per prodotti non alimentari (RAPEX)
11) Sistema di allerta rapido nel caso di minacce biologiche e
chimiche (BICHAT) [3]
12) Scambio urgente di informazioni radiologiche nella Comunità
Europea (ECURIE)
13) Sistema di informazioni doganali (CIS)
11
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
[3] COM(2003)320, 2 Giugno 2003, Comunicazione dalla Commissione, del 2
giugno 2003, al Consiglio e al Parlamento Europeo sulla cooperazione nell’Unione
Europea sull’essere preparati e sulla risposta agli attacchi di agenti chimici e biologici
(sicurezza sanitaria)
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Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Altri attori di livello UE
1) Uffici di collegamento
2) Eurojust
3) Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie
(ECDC)
4) Schema Europeo di Sorveglianza sull’Influenza (EISS)
(EISS)
5) Europol
12
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path CZ/09/LLP-LdV/TOI/134011
Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Organizzazioni Internazionali
1) Eurocontrol
2) Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA)
(IAEA)
3) Interpol – Centro di Comando e Coordinazione
4) NATO – Centro Euro-Atlantico di Risposta ai Disastri (EADRCC)
5) Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW)
6) Nazioni Unite - Ufficio per il coordinamento degli Affari Umanitari
(OCHA)
7) Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)
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Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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Manuale UE
Lista dei Documenti di Riferimento
The Hague Programme: Strengthening Freedom, Security and Justice
in the European Union (2005/C 53/01)
EU emergency and crisis co-ordination arrangements
15106/05, Limite,
Limite, CAB 48, JAI 469, PROCIV 194
Reinforcing the EU's emergency and crisis response capacities
Point 2.4 Management of Crisis within the European Union with cross-border
effects
5228/06, Limite, CAB 1, PESC 21, JAI 12, PROCIV 2
Interim EU emergency and crisis coordination arrangements in Brussels
8380/06, Limite,
Limite, CAB14, JAI 176, PROCIV 64
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Unità 7: “Principali attori nella struttura europea
allertati in caso di crisi sociale nell’UE ”
Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni - Commissione
1) Commissione dell’Ufficio di Servizio
Attività:
Ufficio in servizio 24 ore al giorno 7 giorni su 7 usato per attivare molti altri
RAS (= Sistemi di Allarme Rapidi) e Sale CrisiGestione delle crisi (in
collegamento con i RAS, Sistemi di allarme rapidi)
Base legale:
Decisione della Commissione 2001/844 del 29 Novembre 2001 emendante le sue
procedure interne – disposizioni della Commissione sulla sicurezza
2) Direzione Generale dell’Ufficio Aiuti Umanitari della Comunità Europea
(DG ECHO)
Scopo:
Fornire una non discriminatoria e apolitica assistenza di emergenza umanitaria
di To provide non-discriminatory, apolitical humanitarian emergency
assistance in Paesi terzi, direttamente ai beneficiari, mediante parnter, secondo
un accertamento continuo dei bisogni e in pieno coordinamento con altri
donatori / attori nel campo umanitario.
Partecipanti:
Lavora con organizzazioni non governative, agenzie specializzate delle
Nazioni Unite e organizzazioni internazionali quali il Comitato Internazionale
della Croce Rossa o la Federazione Internazionale delle Società della Croce
Rossa e della Mezzaluna Rossa
Partner ECHO
Base legale:
Regolamento del Consiglio (EC) N. 1257/96 del 20 Giugno 1996 riguardante gli
aiuti umanitari
3) Centro Monitoraggio e Informazioni della Protezione Civile (MIC)
Scopi:
Facilitare e sostenere l’assistenza della Protezione civile deglii Stati membri ai
Paesi afflitti da disastri e che richiedono assistenza
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Assicurare che tutti i Paesi partecipanti siano informati dei bisogni sul posto e
sostengano la mobilitazione e il coordinamento delle squadre degli Stati
membri per assistere il Paese colpito da disastro
Mobilitare e inviare in poche ore piccole squadre di esperti per valutare i
bisogni specifici sul posto, coordinare le operazioni di assistenza e collegarsi
con le autorità competenti e, ove necessario, con le organizzazioni
internazionali
Offrire supporto tecnico, incluso per esempio immagini via satellite e altri
strumenti di previsione meteorologica
Essere centro di informazione, raccogliendo per tutta la durata dell’emergenza
informazioni convalidate e fornendo regolari aggiornamenti a tutti i Paesi
partecipanti.
Partecipanti:
25 Paesi membri dell’UE, Bulgaria, Romania, Liechtenstein, Norvegia e
Islanda10
Base legale:
Decisione del Consiglio 2001/792/EC del 23 Ottobre 2001, che crea un meccanismo
comunitario per facilitare una rafforzata cooperazione negli interventi di assistenza di
protezione civile
4) Meccanismo di Risposta alla Crisi
Attività:
Fornire agli altri servizi della Commissione un sostegno scientifico e tecnico e
l’accesso alle reti di esperienze e capacità esterne
Aree di potenziale reazione: pericoli chimico-biologici:, ambientali-naturalitecnologici; pericoli creati dall’uomo e campo nucleare.
5) Meccanismo di Reazione Rapida
Scopo:
Rispondere urgentemente ai bisogni dei Paesi che affrontano o stanno per
affrontare una crisi
Base legale:
Regolamento del Consiglio n. 381/2001 del 26 Febbraio February 2001, che ha
creato un meccanismo di reazione rapida
6) Primo sistema di allarme sulle malattie contagiose (EWRS)
Scopo:
Allertare le autorità sanitarie pubbliche negli Stati membri e la Commissione
sulle insorgenze a dimensioni sovranazionali.
10
N.d.t: La stesura del testo è precedente all’entrata della Romania e Bulgaria nell’UE.
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Base legale:
Decisione della Commissione 200/57/EC del 22 Dicembre 1999 sulle prime minacce
e il sistema di risposta per la prevenzione e il controllo delle malattie contagiose
(secondo pilastro della Rete sulle Malattie Contagiose che ha avuto inizio nel 1999)
7) Sistema di allarme rapido sul cibo e i mangimi (RASFF)
Scopo:
Fornire alle autorità di controllo uno strumento effettivo per lo scampio di
informazioni sulle misure prese per assicurare la sicurezza degli alimenti.
Participanti:
Stati membri dell’UE, Paesi EEA-EFTA
Base legale:
Regolamento (EC) N° 178/2002 che abbozza i principi generali e i requisiti di legge
sugli alimenti, vara l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e stabilisce le
procedure in materia di sicurezza alimentare (O.J. N° L 31 del 1° Febbraio 2002).
8) Sistema di sorveglianza sulle zoonosi (ADNS)
Scopo:
Registrare e documentare su alcune zoonosi infettive
Fornire informazioni dettagliate sull’insorgere di queste infezioni nei Paesi
interessati
Consentire un accesso immediato alle informazioni sull’inizio di epidemie
animali.
Assicurare che il commercio di animali vivi e di prodotti di origine animale
non ne risenta immotivatamente
Base legale:
Direttiva del Consiglio 82/894 (come eemendata dalla Decisione della Commissione
2004/216/EC) sulla notifica di zoonosi all’interno della Comunità
9) Rete fitosanitaria - organismi pericolosi per le piante (EUROPHYT)
Scopo:
Scambiare informazioni ufficiali tra i Servizi fitosanitari degli Stati membri e
la Commissione
Partecipanti:
I Servizi fitosanitari degli Stati membri e l’Organizzazione per la Protezione
delle Piante in Europa e nel Mediterraneo (EPPO – solo come destinatario di
alcune informazioni incluse nelle notifiche di intercettazione)
Basi legali:
Non ci sono basi legali
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10) Sistema di Allarme Rapido per prodotti non alimentari (RAPEX)
Scopo:
Fornire un rapido scambio di informazioni fra gli Stati membri e la
Commissione concernenti le misure e le azioni intraprese dalle autorita e/o dai
produttori/distributori in relazione ai prodotti al consumo i caso di rischi seri
per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Base legale:
Direttiva 2001/95/CE sulal sicurezza generale dei prodotti (GPSD) (2001/95/EC) che
redige le procedure in materia di sicurezza dei prodotti
11) Sistema di Allarme Rapido in caso di minacce biologiche e chimiche
(BICHAT)
Scopo:
Stabilire un meccanismo per lo scambio di informazioni, la consultazione e il
coordinamento per la gestione delle tematiche inerenti alla salute relative agli
attacchi
Creare una capacità in tutta Europa per una tempestiva individuazione e
identificazione di agenti biologici e chimici che possono essere usati in
attacchi e per una rapida e affidabile determinazione e diagnosi dei casi
rilevanti
Creare una scorta di medicine e una banca dati di servizi sanitari e una
struttura di reperibilità per produrre medicine e fornire specialisti sanitari
disponibili in caso di attacchi sospetti o in evoluzione.
Compilare delle regole e disseminare delle linee guida su come affrontare gli
attacchi dal punto di vista sanitario, coordinare la risposta dell’UE e legami
con Paesi terzi e organizzazioni internazionali
Participanti:
Stati membri dell’UE, EEA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia), Bulgaria,
Romania 11
Retroscena legislativo:
Articolo 4 della Decisione n. 2119/98/ EC del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 24 settembre 1998 che vara una rete per la sorveglianza e il
controllo epidemiologico delle malattie contagiose nella Comunità
Articolo 2 della Decisione del Consiglio del 23 Ottobre 2001 che stabilisce un
meccanismo comunitario per facilitare una rafforzata cooperazione negli
interventi assistenziali di Protezione civile
Annesso 1 della Decisione della Commissione del 22 dicembre 1999 sul Primo
sistema di allarme e di risposta sulle malattie contagiose, secondo la Decisione
n. 2119/98/EC del Parlamento Europeo
11
Vedi nota 1
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12) Scambio urgente di informazioni radiologiche nella Comunità Europea
(ECURIE)
Scopo:
Fornire una piattaforma di scambio di informazioni agli Stati partecipanti, al
fine di informare sullo stato corrente e prevedibile dell’incidente, condizioni
meteorologiche, contromisure a livello nazionale intraprese, ecc.
Participanti:
Stati membri dell’UE, Svizzera, Bulgaria, Romania12
Base legale:
Decisione del Consiglio 87/600/Euratom sugli accordi Comunitari per una prima
(rapida?) notifica e scambio di informazioni nel caso di emergenzia radiologica o
nucleare.
13) Sistema di informazioni doganali (CIS)
Scopo:
Gestire diversi strumenti informatici per aiutare tutti i flussi di informazioni e
meccanismi di controllo necesari all’amministrazione uniforme dell’Unione
Doganale.
Base legale:
Decisione n. 253/2003/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio che adotta il
programma Dogane 2007 (operazione, manutenzione, sviluppo e miglioramento dei
sistemi di scambio elettronico di informazioni fra amministrazioni nazionali)
12
vedi nota 1
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Unità 7: “Principali attori nella struttura europea
allertati in caso di crisi sociale nell’UE”
Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Organizzazioni internazionali
1) Eurocontrol
Attività:
EUROCONTROL sviluppa, coordina e pianifica l’implementazione – a breve,
medio e lungo termine – delle strategie del traffico aereo pan-europeo e i loro
piani di azione associati in uno sforzo collettivo che coinvolge autorità
nazionali, fornitori di servizi di navigazione aerea, gli utenti di spazio aereo
civile e militare, aeroporti, industria, organizzazioni professionali e competenti
istituzioni europee.
Le attività cardine di EUROCONTROL coprono l’intero arco delle operazioni
di servizio “gate-to-gate” della navigazione aerea, dalla gestione strategica e
tattica dei flussi alla formazione dei controllori; dal controllo regionale dello
spazio aereo allo sviluppo di tecnologie e procedure d’avanguardia e di
comprovata sicurezza, nonché la raccolta delle tariffe di navigazione aerea.
Scopo:
EUROCONTROL è l’organizzazione europea per la sicurezza della
navigazione aerea. Quest’organizzazione civile e militare ha come primo
obiettivo lo sviluppo di un sistema pan-europeo di gestione del traffico aereo
(ATM) senza interruzione
È l’organizzazione Europea per la sicurezza del traffico aereo.
Stati membri:
Albania, Armenia, Austria, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Cipro, Croazia,
Danimarca, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Finlandia, Francia, Germania,
Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Monaco, Norvegia, Paesi
Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica di Serbia e
Montenegro, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia,
Ucraina, Ungheria.
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Base legale:
La Convenzione EUROCONTROL del 1960, aggiornata nel 1997: Questa
Convenzione aggiornata entrerà in pieno vigore al momento della sua ratifica da tutti
gli Stati membri.
2) Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (IAEA)
Attività:
La IAEA lavora per usi sani, sicuri e pacifici della scienza e tecnologia
nucleare. I suoi ruoli chiave contribuiscono alla pace e alla sicurezza
internazionale, e agli Obiettivi Mondiali del Millennio per lo sviluppo sociale,
economico e ambientale.
Tre pilastri principali – o aree di lavoro – sono alla base di questa missione:
1. Promuovere le precauzioni e le verifiche
2. Promuovere la sicurezza e la sorveglianza
3. Promuovere la scienza e la tecnologia
Scopo:
La IAEA è il centro mondiale della cooperazione nel campo nucleare. Venne
costituita come organizzazione mondiale “Atomi per la Pace” nel 1957,
all’interno della famiglia delle Nazioni Unite. L’Agenzia lavora con i suoi
Stati membri e con partner multipli in tutto il mondo per promuove delle sane,
sicure e pacifiche tecnologie nucleari.
Basi legali:
Lo Statuto venne approvato il 23 ottobre 1956, ed è entrato in vigore il 29 luglio
1957.
E’ stato emendato tre volte
3) Interpol – Centro di Comando e Coordinamento
Attività:
Il Centro di Comando e Coordinamento collega il Segretariato Generale
dell’Interpol, gli Uffici nazionali centrali in tutti i 184 Paesi membri e gli uffici
regionali.
Le attività del Centro di Comando e Coordinamento operano su tre funzioni
basilari:
o determinare il livello prioritario di ogni messaggio ricevuto dal
Segretariato Generale e rispondere alle richieste urgenti in tempo reale.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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o Coordinare lo scambio di “intelligence” e informazioni per operazioni
importanti che coinvolgano diversi Paesi.
o Assumere un ruolo di gestione delle crisi durante incidenti seri quali
attacchi terroristici, e coordinare un’assistenza specializzata
Scopo:
Il lavoro del Centro di Comando e Coordinamento fa pieno uso di un numero
di servizi offerti dall’Interpol, compresi: ricerche istantanee in banche dati di
dati nominativi; emissione prioritaria di avvisi dell’Interpol; supporto
investigativo per la ricerca e cattura dei latitanti; supporto e coordinamento
degli sforzi per l’identificazione di vittime di disastri (DVI)
Un'altra funzione cruciale del Centro di Comando e Coordinamento è il
coordinamento del dispiegamento delle Squadre di Risposta Incidente (IRT)
nei siti di grandi disastri o attacchi terroristici. In tempi recenti le IRT sono
state inviate in Bangladesh e a Bali, in Indonesia, a seguito di attacchi
terroristici.
Ci sono vari altri servizi forniti dal Centro di Comando e Coordinamento,
inclusa la pubblicazione degli “Avvisi Arancioni” (Orange Notices), che sono
usate per avvertire la polizia, le istituzioni pubbliche e altre organizzazioni
internazionali sulle minacce potenziali poste dalle armi nascoste, pacchi
bomba e altri oggetti o materiali pericolosi
Partecipanti:
184 Paesi membri in tutto il mondo
Basi legali:
ICPO – Costituzione e Regolamenti generali dell’Interpol
4) NATO – Centro Euro-Atlantico di Risposta ai Disastri (EADRCC)
Attività:
Il Centro di Coordinamento Euro-Atlantico di Risposta ai Disastri (EADRCC),
nel caso di disastro naturale o tecnologico all’interno dell’area geografica
EAPC (=Consiglio del Partenariato Euro-Atlantico):
o Informerà il Segretario Generale della NATO e tramite lui l’EAPC così
come il Comitato Civile per la Pianificazione delle Emergenze sui
disastri nei Paesi EAPC, e richiederà l’assistenza internazionale;
o coordinerà la risposta ai disastri all’interno dell’area EAPC su richiesta
del Paese colpito;
o promuoverà la partecipazione dei Paesi EAPC nella Unità EADRU
(Euro-Atlantic Disaster Response Unit - Unità Euro-Atlantica di
Risposta ai Disastri)
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o agirà per le nazioni EAPC come strumento per la condivisione delle
informazioni sull’assistenza ai disastri
Tutti questi compiti sono condotti in stretta cooperazione con l’OCHA (Office
for the Coordination of Humanitarian Affairs = Ufficio per il coordinamento
degli Affari umanitari) delle Nazioni Unite
Scopo:
Punto focale per coordinare gli sforzi di soccorso ai disastri nei 46 Paesi EAPC
nel caso di disastri naturali o tecnologici all’interno dell’area geografica EAPC
Membri:
Albania, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bielorussia, Bulgaria, Canada,
Croazia, Danimarca, Estonia, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Finlandia,
Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Kazakistan, Kirghizistan,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Moldavia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia,
Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia,
Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan,
Ucraina, Ungheria, Uzbekistan
Base giuridica:
L’istituzione dell’EADRCC venne ratificata dai Ministri EAPC il 29 maggio 1998 e
fu inaugurata il 3 giugno 1998
4) Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW)
Attività:
A termini della convenzione, l’OPCW intraprende molte attività in tutto il
mondo, compresi:
o Lavorare per convincere quei Paesi che non l’hanno ancora fatto a
sottoscrivere la Convenzione;
o Controllare e confermare la distruzione delle armi chimiche esistenti;
o Monitorare alcune attività dell’industria chimica per ridurre il rischio
che alcuni prodotti chimici commerciali vengano utilizzati per produrre
armi;
o Fornire assistenza e protezione ai Paesi membri se sono stati attaccati o
minacciati di attacco con armi chimiche, anche da terroristi; e
o Promuovere la cooperazione internazionale per l’uso pacifico della
chimica.
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Scopo:
L’OPCW gioca un importante ruolo nel limitare i metodi di guerra evitando
l’uso di una delle più orribili armi e lavorando al fine di eliminare
completamente un’intera categoria di armi di distruzione di massa
L’OPCW è un’organizzazione internazionale indipendente, che lavora
nell’interesse dei Paesi membri. L’OPCW coopera con le Nazioni Unite.
Partecipanti:
Stato della partecipazione alla Convenzione sulle Armi Chimiche alla data del
25 marzo 2006: 178 Stati.
Base giuridica:
Stabilita nel 1997 dai Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione sulle Armi
Chimiche
6) Nazioni Unite- Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA)
Attività:
Il coordinamento umanitario è basato sulla convinzione che un approccio
coerente a una risposta alle emergenze renderà massimi i suoi benefici e
minimizzerà le insidie. In breve che l’intero vale più della somma delle sue
parti.
Tramite le strutture approvate e le politiche messe in atto dal Comitato
Permanente interforze, l’OCHA conduce il suo ruolo di coordinamento
tramite:
o Lo sviluppo di strategie comuni
o La valutazione delle situazioni e dei bisogni
o La convocazione di forum di coordinamento
o Mobilitando le risorse
o Affrontando problemi comuni
o Amministrando il coordinamento di strumenti e meccanismi
Uffici Nazionali dell’OCHA:
Angola, Burundi, Chad, Colombia, Eritrea, Etiopia, Federazione Russa, Guinea,
Haiti, Indonesia, Iran, Liberia, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo,
Repubblica Democratica Popolare di Corea, Serbia e Montenegro, Sierra Leone,
Somalia, Sri Lanka, Sudan, Tagikistan, Territori palestinesi occupati, Uganda,
Zimbabwe.
Base legale:
Risoluzione 46/182
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7) Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)
Scopo:
Obiettivo del WHO, come stabilito nella sua Costituzione, è il raggiungimento
da parte di tutti i popoli del livello di salute più elevato possibile. La salute è
definita, nella Costituzione del WHO, come uno stato di completo benessere
fisico, mentale e sociale e non come mera assenza di malattia o infermità.
Stati membri:
Il WHO ha 192 Stati membri, inclusi tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite
ad eccezione del Liechtenstein, e 2 Stati non membri dell’ONU, Niue e le Isole
Cook. I territori che non sono membri dell’ONU possono unirsi come Membri
associati (con piena informazione ma con limiti sulla partecipazione e i diritti
di voto)se approvati da un voto dell’Assemblea. Portorico e Tokelau sono
Membri associati. A queste entità può essere conferito anche lo status di
osservatori – gli esempi includono l’Organizzazione per la Liberazione della
Palestina e il Vaticano. Taiwan sta conducendo una campagna per lo status di
osservatore, con l’opposizione della Cina che è già membro del WHO e
considera Taiwan parte integrante della Cina stessa.
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Unità 7: “Principali attori nella struttura europea
allertati in caso di crisi sociale nell’UE”
Panoramica delle reti e degli strumenti UE
e altre organizzazioni
Altri attori a livello europeo
1) Uffici di collegamento
Contatto:
Attraverso il Centro Situazionale Congiunto (SitCen) del Segretariato del
Consiglio
Attività:
Rete di cooperazione tra i Ministeri dell’Interno degli Stati membri nel campo
della sicurezza interna
2) Eurojust
Attività:
Eurojust stimola e migliora il coordinamento delle indagini e dell’azione
penale fra le autorità competenti negli Stati membri. Eurojust migliora la
cooperazione fra le autorità competenti degli Stati membri, in particolare
facilitando l’attuazione della mutua assistenza legale internazionale e
l’attuazione delle richieste di estradizione. Eurojust sostiene le autorità
competenti degli Stati membri al fine di rendere le loro indagini e azioni penali
più effettive quando so occupano di crimini transfrontalieri.
Scopo:
Eurojust è un nuovo organismo europeo fondato nel 2002 per migliorare
l’efficacia delle autorità competenti all’interno degli Stati membri quando
stanno conducendo indagini o azioni penali contro grandi crimini
transfrontalieri e organizzati.
Eurojust è la prima rete permanente di autorità giudiziarie ad essere fondata al
mondo. Eurojust ospita riunioni, con servizi d’interpretariato, tra investigatori
e procuratori da diversi Stati che affrontano singoli casi a livello strategico e
tipi specifici di criminalità. Eurojust ricopre un ruolo unico come nuovo corpo
permanente nell’area legale europea. La sua missione è di migliorare lo
sviluppo della cooperazione in tutta Europa sui casi di giustizia criminale.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Partecipanti:
Il Collegio di Eurojust è ora comporto da 25 membri nazionali, ciascuno
nominato da ogni Stato EU membro.
Base legale:
Decisione del Consiglio del 28 febbraio 2002 che fonda l’Eurojust con lo scopo di
rafforzare la lotta contro il crimini più gravi (2002/187/JHA)
3) Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC)
Attività:
Il Centro sviluppa la sorveglianza epidemiologica a livello europeo. In questo
lavoro, il Centro potrebbe usare sia il proprio staff sia lo staff di reti dedicate
alla sorveglianza sia, in alcuni casi, subappaltare alcuni compiti a un centro
nazionale di eccellenza. Il Centro potrebbe anche identificare e mantenere reti
di laboratori di riferimento e migliorare gli schemi di sicurezza di qualità dei
laboratori microbiologici.
Scopo:
Per essere efficace, il primo sistema di allerta e risposta (EWRS) richiede una
disponibilità 24 ore su 24 di specialisti in malattie contagiose. Mentre la
responsabilità dell’azione resterà agli Stati membri e alla Commissione,
l’operatività tecnica del EWRS sarà portata avanti dal Centro e dalle sue reti.
Partecipanti:
Tutti i 25 Paesi membri dell’EU, Islanda, Liechtenstein, Norvegia
Base Legale:
Direttiva (EC) n. 851/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 21 aprile
2004 che fonda un Centro europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie
4) Schema Europeo di Sorveglianza sull’Influenza (EISS)
Attività:
L’EISS aiuta a ridurre il carico di malattie associate all’influenza in Europa
raccogliendo e scambiando tempestive informazioni sull’attività
dell’influenza, contribuendo alla determinazione annuale del contenuto del
vaccino antinfluenzale, fornendo informazioni utili sull’influenza al personale
sanitario e al pubblico e contribuendo alle attività preparatorio alla pandemia
influenzale in Europa. Scopo dell’EISS è contribuire alla riduzione della
morbosità e della mortalità dell’influenza in Europa.
Scopo:
raccogliere e scambiare informazioni tempestive sull’attività dell’influenza in
Europa;
aggregare, interpretare e rendere pubblicamente disponibili i dati clinici e
virologici riguardanti l’attività dell’influenza in Europa;
rafforzare, e armonizzare quando necessario, i metodi epidemiologici e
virologici, basati soprattutto sul modello della sorveglianza integrata, per
valutare l’attività dell’influenza in Europa;
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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contribuire alla determinazione annuale del contenuto del vaccino
antinfluenzale ;
monitorare le politiche di prevenzione e controllo dell’influenza in Europa,
incluso l’utilizzo del vaccino antinfluenzale;
contribuire alla pianificazione e alla risposta dell’Europa all’influenza
pandemica tramite la sorveglianza, le indagini e la resa di informazioni;
promuovere la ricerca a sostegno degli obiettivi sopra riportati;
fondare e rendere operativa in Europa una Rete Comunitaria di laboratori di
riferimento nazionale per l’influenza umana.
Partecipanti:
Tutti i 25 Stati membri dell’Unione Europea, Norvegia, Romania e Svizzera
5) Europol
Attività:
L’Europol è l’Organizzazione di Polizia Europea il cui scopo è migliorare
l’efficacia e la cooperazione delle autorità competenti negli Stati membri nella
prevenzione e il contrasto al terrorismo, al traffico illegale di droga e altre
gravi forme di crimine organizzato internazionale.
Partecipanti:
I Membri dell’UE
Base legale:
Convenzione Europol
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Unità 8
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U8 - Lezione: unità nazionali con le legislazioni e regolamenti
nazionali di base
Orario
14.45
Durata
60'
N°
Attività
1 Il formatore utilizza le relative
presentazioni nazionali e
descrive la legislazione
nazionale che sia attinente
all'argomento delle crisi
sociali.
2 Descrivere i regolamenti
nazionali
3 Domande e risposte
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Durata
Compiti
formatore Corsisti
x
x
Diapositive
(Unità8_CZ,
Unità8_BG,
Unità8_IT,
Unità8_PT)
Diapositive
x
81
Supporti
Note
Il formatore potrebbe
usare le presentazioni
nazionali degli altri paesi
per una comparazione.
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Unità 8: unità nazionale
STRUTTURA DELLA GESTIONE DI CRISI
NAZIONALE
Sistema nazionale di gestione crisi
Bulgaria
1
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
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“ DEVE ESSERE RICORDATO CHE NULLA E’
E’ PIU’
PIU’
DIFFICILE DA PIANIFICARE, PIU’
PIU’ DUBBIO A
SUCCEDERE O PIU’
PIU’ PERICOLOSO DA GESTIRE
CHE LA CREAZIONE DI UN NUOVO SISTEMA. PER
COLUI CHE LO PROPONE, CIO’
CIO’ PRODUCE
L’INIMICIZIA DI COLORO I QUALI TRAGGONO
PROFITTO NEL PRESERVARE L’
L’ANTICO E SOLO
DEI TIEPIDI SOSTENITORI IN COLORO CHE
SAREBBERO AVVANTAGGIATI DAL NUOVO”
NUOVO”
Machiavelli (15
(1515)
NICCOLO MACCHIAVELLI
2
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MATERIA DI LEGGE DELLA GESTIONE
DELLA CRISI
DETERMINARE RUOLI E RESPONSABILITA’
RESPONSABILITA’ DI ISTITUZIONI
GOVERNATIVE A LIVELLO NAZIONALE, REGIONALE E
LOCALE
3
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LA CRISI E’:
QUALUNQUE CAMBIAMENTO NEL MODO DI VITA
PERMANENTE DI TERRITORI, SITI, SETTORI ECONOMICI E
VITA SOCIALE O AMBIENTE, CAUSATO DA ATTIVITA’
ATTIVITA’
UMANA O DA FENOMENI NATURALI, A CAUSA DEL QUALE
LE CONDIZIONI DI ESISTENZA E REALIZZAZIONE DI
ATTIVITA’
ATTIVITA’ NELL’
NELL’AMBIENTE STESSO SIANO
CONSIDEREVOLMENTE DANNEGGIATE
4
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IL DISASTRO E’:
UN EVENTO O UNA SERIE DI EVENTI, CAUSATI DA
FENOMENI NATURALI, AVVENIMENTI,INCIDENTI E ALTRE
EMERGENZE CHE COLPISCONO E MINACCIANO LA VITA O
LA SALUTE DELLA POPOLAZIONE, LA PROPRIETA’
PROPRIETA’ E
L’AMBIENTE IN PORTATA TALE DA RICHIEDERE
L’APPLICAZIONE DI MISURE IMMEDIATE O IL
COINVOLGIMENTO DI FORZE SPECIALI E L’
L’UTILIZZO DI
SPECIALI RISORSE
5
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GESTIONE DELLA CRISI
SERIE DI AZIONI, CONDOTTE DA ISTITUZIONI COMPETENTI,
CHE HANNO LO SCOPO DI PREVENIRE IL VERIFICARSI E
LO SVILUPPO DI SITUAZIONI DI CRISI E LORO GESTIONE
6
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SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE
CRISI
IL SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE CRISI (NCMS-National
Crisis Management system) VIENE SVILUPPATO PER GESTIRE
LE SITUAZIONI DI CRISI
IL SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE CRISI STABILISCE
AZIONI PER PREVENIRE E GESTIRE LE CRISI NEL
TERRITORIO DEL PAESE, E OLTRE I SUOI CONFINI,
LADDOVE DEBBA ADEMPIERE AD OBBLIGHI CHE SONO
MATERIA DI LEGGE INTERNAZIONALE E DI CUI LA BULGARIA
SIA PARTE
7
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SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE
CRISI
IL SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE CRISI SI SVILUPPA SIA
A LIVELLO CENTRALE CHE LOCALE
IL SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE CRISI INCLUDE:
ORGANI DI GESTIONE;
CENTRI DI GESTIONE;
SISTEMA DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE;
FORZE DI REAZIONE ALLA CRISI.
8
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SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE
CRISI
IL NCMS FORNISCE:
VALUTAZIONE E ANALISI DEL RISCHIO;
PRONTEZZA E SUPPORTO A REAGIRE IN SITUAZIONI DI
CRISI;
SCAMBIO DI INFORMAZIONI;
USO EFFICACE DI RISORSE DISPONIBILI;
COORDINAMENTO DI ATTIVITA’
ATTIVITA’ DI FORZE DI REAZIONE ALLA
CRISI
9
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SISTEMA NAZIONALE GESTIONE CRISI
ASSEMBLEA NAZIONALE
COMMISSIONI:
• POLITICA ESTERA E DIFESA
;
• SICUREZZA INTERNA E ORDINE
CIVILE
• DISASTRI, EMERGENZE,
CATASTROFI
CONSIGLIO DEI MINISTRI
PRESIDENTE
CONSIGLIO DI SICUREZZA
CONSIGLIO CONSULTIVO
COMMISSIONE SULLA
RICOSTRUZIONE E IL SOSTEGNO
DI SICUREZZA NAZIONALE
N
N
C
R
S
STAFF NAZIONALE
DI GESTIONE CRISI
E
W
S
CENTRO NAZIONALE
DI GESTIONE CRISI
N
EU
C
M
S
A
S
??????????
CMC
????????
C
I
REGIONALE
??????????
E
?? ?????
S
ORGANIZZAZIO
NI
NON GOVERNATIVE
MI
MOD
FORZE ARMATE
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LOCALE
MINISTERI
SERVIZI SPECIALI
PROTEZIONE CIVILE
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E AGENZIE DI
STATO
CENTRO NAZIONALE
DI
COORDINAMENTO
SANITARIO 10
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ORGANISMI DI GESTIONE
LA GESTIONE DI CRISI E’
E’APPLICATA DA :
ORGANISMI CENTRALI DI GOVERNO;
ORGANISMI REGIONALI DI GOVERNO;
ORGANISMI DI CUI ALL’
ALL’ ART. 19, ART. 4 DELLA LEGGE
SULL’
SULL’AMMINISTRAZIONE
QUANDO ESERCITA I SUOI POTERI, IL CONSIGLIO DEI
MINISTRI E’
E’ ASSISTITO DAL CONSIGLIO DI SICUREZZA
11
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ORGANISMI DI GESTIONE
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI:
SVILUPPA LA POLITICA NAZIONALE E GESTISCE
L’ATTUAZIONE DI TUTTE LE ATTIVITA’
ATTIVITA’ DI GESTIONE
CRISI;
SVILUPPA E GESTISCE IL SISTEMA NAZIONALE DI
GESTIONE CRISI;
PRENDE DECISIONI PER LA PARTECIPAZIONE NONMILITARE NELLA GESTIONE DELLA CRISI E FORNISCE
AIUTI UMANITARI AGLI ALTRI PAESI;
PERMETTE AIUTO INTERNAZIONALE NON-MILITARE IN
STATO DI CRISI SUL TERRITORIO DEL PAESE;
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ORGANISMI DI GESTIONE
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI:
DICHIARA LO STATO DI CRISI SUL TERRITORIO
DELL’
DELL’INTERO PAESE O PARTI DI ESSO E DETERMINA LE
NECESSARIE RESTRIZIONI E MISURE;
PRENDE DECISIONI RIGUARDO ALLA MOBILITAZIONE
DELLE RISORSE CIVILI;
PRENDE DECISIONI PER L’
L’EVACUAZIONE DI PERSONE E
ANIMALI, COME ANCHE PER LO SPOSTAMENTO DI VALORI
MATERIALI E CULTURALI AL DI FUORI DELLE REGIONI IN
PERICOLO;
CONVALIDA IL PIANO NAZIONALE PER LA GESTIONE DELLA
CRISI, APPROVA UN PROGRAMMA NAZIONALE E UN PIANO
NAZIONALE ANNUALE PER LA PROTEZIONE DI
INFRASTRUTTURE VITALI;
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ORGANISMI DI GESTIONE
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI:
DETERMINA IL TIPO, LE CONDIZIONI, E L’
L’ORDINE DI
CREAZIONE, USO E RECUPERO DELLE RISORSE DI
GESTIONE CRISI
DETERMINA LE PERSONE GIURIDICHE E I PROPRIETARI
UNICI A CUI, IN CONFORMITA’
CONFORMITA’ CON LE PROPRIE ATTIVITA’
ATTIVITA’,
VENGONO ASSEGNATI COMPITI E FUNZIONI DELLA
PIANIFICAZIONE E GESTIONE CRISI;
ASSEGNA LO SVILUPPO DI METODOLOGIE DI VALUTAZIONE
DEL RISCHIO;
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ORGANISMI DI GESTIONE
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI: :
ORGANIZZA LO SVILUPPO E L’
L’UTILIZZO DEL SISTEMA DI
INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DI GESTIONE CRISI;
ORGANIZZA LO SVILUPPO DI UN SISTEMA NAZIONALE DI
PRIMO AVVERTIMENTO E UN SISTEMA NAZIONALE DI
ALLERTA
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ORGANISMI DI GESTIONE
IL CONSIGLIO DI SICUREZZA:
ANALIZZA I RISCHI DI EVENTO DI CRISI E PROPONE
MISURE PREVENTIVE;
PROPONE AL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI DICHIARARE
STATO DI CRISI;
PROPONE AL CONSIGLIO DEI MINISTRI LA
PARTECIPAZIONE IN OPERAZIONI DI GESTIONE CRISI;
PREPARA IL REPORT ANNUALE DI PRONTEZZA DEL PAESE
NELLA GESTIONE DELLA CRISI.
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ORGANISMI DI GESTIONE
STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI:
IN CASO DI CRISI, IL CONSIGLIO DEI MINISTRI STABILISCE
UNO STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI
LO STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI INCLUDE
MINISTRI, VICE MINISTRI E CAPI DI AGENZIE DI STATO
LO STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI :
CONDUCE ANALISI SULLA SITUAZIONE, SULLA PRONTEZZA
DELLE FORZE DI REAZIONE ALLA CRISI COME ANCHE
SULLE MISURE PRESE PER SUPERARE LA CRISI;
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ORGANISMI DI GESTIONE
STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI:
ORGANIZZA E COORDINA LE ATTIVITA’
ATTIVITA’ DEI MINISTRI,
GOVERNATORI,SINDACI, IN RELAZIONE ALLA GESTIONE DELLA
CRISI;
CONTROLLA L’
L’ESECUZIONE DEI COMPITI E L’
L’APPLICAZIONE DI
MISURE PREVENTIVE O DI GESTIONE CRISI;
PROPONE AL CONSIGLIO DEI MINISTRI LA MOBILITAZIONE DI
RISORSE CIVILI, L’
L’EVACUAZIONE DI PERSONE E ANIMALI DALLE
REGIONI IN PERICOLO COME ANCHE L’
L’EVACUAZIONE DI BENI
MATERIALI E CULTURALI;
PROPONE AL CONSIGLIO DEI MINISTRI DI PRENDERE DECISIONI
SULL’
SULL’UTILIZZO DELLE RISORSE DI CRISI.
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ORGANISMI DI GESTIONE
MINISTRI E CAPI DI AGENZIE DI STATO:
I MINISTRI E GLI ORGANISMI DI CUI ALL’
ALL’ ART. 19, PARA. 4
DELLA LEGGE DELL’
DELL’AMMINISTRAZIONE:
CONDUCONO ATTIVITA’
ATTIVITA’ DI GESTIONE CRISI IN BASE ALLE
PROPRIE FUNZIONI GIURIDICHE E COMPETENZE;
ORGANIZZAZNO LO SVILUPPO E L’
L’APPROVAZIONE DI PIANI DI
GESTIONE CRISI;
ORGANIZZANO LO SVILUPPO E L’
L’APPROVAZIONE DI
PROGRAMMI PER LA PROTEZIONE DI INFRASTRUTTURE
CRUCIALI;
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ORGANISMI DI GESTIONE
MINISTRI E CAPI DI AGENZIE DI STATO:
SVILUPPANO E MANTENGONO:
I SISTEMI DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DEI
DIPARTIMENTI;
REGISTRI DI OGGETTI E SISTEMI DI INFRASTRUTTURE
CRUCIALI DEI DIPARTIMENTI;
ORGANIZZANO L’
L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE PER AZIONI DI
GESTIONE CRISI IN STRUTTURE SUBORDINATE;
PIANIFICANO E STANZIANO I BUDGETS PER LE ATTIVITA’
ATTIVITA’ DI
GESTIONE CRISI;
ORGANIZZANO LO SVILUPPO DI METODOLOGIE PER LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO.
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ORGANISMI DI GESTIONE
MINISTRI E CAPI DI AGENZIE DI STATO:
ISTITUISCONO FORZE DI REAZIONE ALLA CRISI;
PREPARANO FORZE E RISORSE PER LA PARTECIPAZIONE
ALLE OPERAZIONI DI GESTIONE CRISI DEI SISTEMI ALLEATI DI
GESTIONE CRISI.
I MINISTRI E I CAPI DELLE AGENZIE DI STATO SONO ASSISTITI
DAI CONSIGLI DI SICUREZZA E GESTIONE CRISI DEI
DIPARTIMENTI.
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ORGANISMI DI GESTIONE
GOVERNATORI REGIONALI :
ORGANIZZANO E GESTISCONO LA PROTEZIONE DAI DISASTRI;
ORGANIZZANO LO SVILUPPO E L’
L’APPROVAZIONE DI PIANI
REGIONALI PER LA PROTEZIONE DAI DISASTRI;
APPROVANO I PIANI REGIONALI PER LA GESTIONE DELLE
CONSEGUENZE;
ORGANIZZANO L’
L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE DELLA
PROTEZIONE DAI DISASTRI NELLE AMMINISTRAZIONI REGIONALI;
ORGANIZZANO E CONTROLLANO L’
L’APPLICAZONE DI MISURE
PREVENTIVE DI GESTIONE CRISI;
FORNISCONO INFORMAZIONI PER IL PIANO NAZIONALE PER LA
PROTEZIONE DAI DISASTRI;
ORGANIZZANO LA DICHIARAZIONE DI DISASTRI E EMERGENZE;
PRESENTANO UN REPORT ANNUALE SULLE ATTIVITA’
ATTIVITA’ RELATIVE
ALLA PROTEZIONE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA E DISASTRI
NATURALI.
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ORGANISMI DI GESTIONE
GOVERNATORI REGIONALI :
IN CASO DI EMERGENZA O DISASTRO :
ATTUANO IL PIANO REGIONALE PER LA PROTEZIONE CONTRO
I DISASTRI;
DICHIARANO LO STATO DI EMERGENZA SUL TERRITORIO
DELLA REGIONE O PARTI DI ESSA;
SCAMBIANO INFORMAZIONI CON IL CENTRO/STAFF NAZIONALE
DI GESTIONE CRISI;
ORGANIZZANO, COORDINANO E CONTROLLANO ASSISTENZA
E RECUPERO IN SITUAZIONI DI EMERGENZA;
COORDINANO LE OPERAZIONI DI RICERCA E SALVATAGGIO E I
LAVORI DI RECUPERO NELL’
NELL’EMERGENZA SUL TERRITORIO
DELLA REGIONE;
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ORGANISMI DI GESTIONE
CENTRI DI GESTIONE CRISI:
IL CENTRO NAZIONALE DI GESTIONE CRISI VIENE CREATO
ALL’
ALL’INTERNO DELL’
DELL’AMMINISTRAZIONE DEL CONSIGLIO DEI
MINISTRI
IN SITUAZIONI DI CRISI, IL CENTRO NAZIONALE DI GESTIONE
CRISI E’
E’ ASSISTITO DAL GRUPPO ESPERTO
INTERDIPARTIMENTALE
IL CENTRO NAZIONALE DI GESTIONE CRISI:
ASSISTE IL CONSIGLIO DEI MINISTRI E LO STAFF NAZIONALE DI
GESTIONE CRISI NEL GESTIRE E COORDINARE LE AZIONI
DEGLI ORGANI DI GOVERNO CENTRALI E LOCALI;
CONDUCE ANALISI E VALUTAZIONI DELLA SITUAZIONE,
PROPONE L’
L’ATTUAZIONE DI MISURE PREVENTIVE E GUIDA LE
OPERAZIONI DI GESTIONE CRISI;
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ORGANISMI DI GESTIONE
CENTRI DI GESTIONE CRISI :
INFORMA IL PRIMO MINISTRO SULLA SITUAZIONE DELLA CRISI,
COORDINA LE AZIONI IMMEDIATE FINO AL MOMENTO DELLA
CREAZIONE DELLO STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI;
FORNISCE ALLE ISTITUZIONI INFORMAZIONI SULLA GESTIONE
DELLA CRISI;
INSIEME AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI ORGANIZZA LA
COOPERAZIONE CON LA NATO, LA UE ED ALTRI SISTEMI DI
GESTIONE CRISI;
ORGANIZZA LO SVILUPPO DI UN PROGRAMMA NAZIONALE E
UN PIANO NAZIONALE ANNUALE PER LA PROTEZIONE DI
INFRASTRUTTURE VITALI;
MANTIENE:
UN REGISTRO CENTRALE DELLE FORZE DI REAZIONE ALLA
CRISI;
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elements for managing European social crisis with transnational impact
Basic
UN
REGISTRO CENTRALE DELLE
INFRASTRUTTURE VITALI;
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ORGANISMI DI GESTIONE
CENTRI DI GESTIONE CRISI :
LO STAFF NAZIONALE DI GESTIONE CRISI:
MANTIENE IL COMPITO OPERATIVO CONTINUATIVO;
MANTIENE PRONTO ALL’
ALL’USO IL SISTEMA DI INFORMAZIONE E
COMUNICAZIONE;
FORNISCE LA SORVEGLIANZA, L’
L’ANALISI E LA VALUTAZIONE
DELLA SITUAZIONE;
SVILUPPA LA PREVISIONE DI GESTIONE CRISI;
I CENTRI DI GESTIONE CRISI:
CRISI:
DANNO I SEGNALI DI ALLERTA DI UNO STATO DI CRISI;
FORNISCONO SCAMBI DI INFORMAZIONI NEL PROCESSO DI
GESTIONE CRISI;
CREANO E MANTENGONO UN DATABASE DI GESTIONE CRISI;
SVILUPPANO PIANI DI GESTIONE CRISI.
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Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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ORGANISMI DI GESTIONE
FORZE DI REAZIONE ALLA CRISI:
LE FORZE DI REAZIONE ALLA CRISI SONO:
STRUTTURE PRESSO LE AMMINISTRAZIONI GOVERNATIVE;
COSTITUZIONI DI ENTITA’
ENTITA’ GIURIDICHE;
GRUPPI DI CENTRI MEDICI DI PRIMO SOCCORSO ED ALTRI
CENTRI MEDICI O OSPEDALI;
FORMAZIONI VOLONTARIE SECONDO LA LEGGE DI
PROTEZIONE DAI DISASTRI.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DETERMINA GLI ORGANI
GOVERNATIVI CHE ISTITUISCONO LE FORZE DI REAZIONE
ALLA CRISI.
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ALLARME DI CRISI
ALLARME NEL SISTEMA NAZIONALE DI GESTIONE CRISI :
IL SISTEMA NAZIONALE DI ALLARME E’
E’ UN SOTTOSISTEMA DEL
SISTEMA DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DI GESTIONE
CRISI;
RETE DI COMUNICAZIONE PER LE CHIAMATE DI EMERGENZA;
MASS MEDIA .
L’ORGANO GOVERNATIVO CHE CONDUCE LE LE ATTIVITA’
ATTIVITA’ DI
GESTIONE CRISI INFORMA LA POPOLAZIONE
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PIANIFICAZIONE DI GESTIONE CRISI
GLI ORGANISMI DI GESTIONE CRISI SVILUPPANO:
UN PIANO ANNUALE;
PIANO DI GESTIONE CRISI
IL
PIANO DI GESTIONE CRISI INCLUDE:
PREVISIONI
DEI RISCHI;
VALUTAZIONE
FORZE
DI POSSIBILI CONSEGUENZE DI CRISI;
DI REAZIONE ALLA CRISI;
GESTIONE
ALLARMI
CRISI E CONSEGUENTI MISURE DI GESTIONE;
DI CRISI.
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REAZIONE ALLA CRISI
LE MISURE PREVENTIVE PER LA GESTIONE DELLA CRISI
INCLUDONO: MONITORAGGIO, ANALISI E VALUTAZIONE DELLA
SITUAZIONE E DEL RISCHIO, ALLERTE DI CRISI E
PIANIFICAZIONE DI AZIONE DI GESTIONE CRISI.
IN CASI DI AUMENTATI RISCHI O MINACCE DI CRISI, GLI
ORGANISMI DI GESTIONE CRISI ANNUNCIANO LO STATO DI
ALLERTA E RELATIVE MISURE E PRECAUZIONI.
IN CASO DI ATTO TERRORISTICO O UTILIZZO DI ARMI DI
DISTRUZIONE DI MASSA, VENGONO PIANIFICATE E APPLICATE
SPECIALI MISURE DI GESTIONE CRISI.
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REAZIONE ALLA CRISI
LE MISURE SPECIALI DI GESTIONE CRISI INCLUDONO:
UN MAGGIORE SCAMBIO DI INFORMAZIONI,
L’INTERRUZIONE DI SPOSTAMENTO NON REGOLATO DI
PERSONE E MATERIALI
UN MAGGIORE CONTROLLO SULL’
SULL’USO DI ARMI
IL CONTROLLO SUL TRASPORTO E L’
L’ACCESSO AD IMPIANTI
NUCLEARI
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SISTEMA NAZIONALE DI
GESTIONE CRISI
COL D-R ENG. MITKO STOYKOV
[email protected]
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Unit 8: Unità Nazionale
Repubblica Ceca
LEGISLAZIONE ED IMPOSTAZIONI DELLA
REPUBBLICA CECA NEL RISPONDERE
ALLE CRISI SOCIALI A LIVELLO DI
FUNZIONARI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE
Assoc. Prof. Dr. Dana Procházková, PhD., D.Sc.
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CONTESTO DI SICUREZZA.
Scopo - territorio sicuro / organizzazione sicura,
avendo il potenziale sviluppo sostenibile.
Interessi
pubblici di base
protetti (beni)
BEZPECÍ
SICUREZZA+
A
SVILUPPO
UDRŽITELNÝ
ROZVOJ
SOSTENIBILE
INFRASTRUKTURY
A TECHNOLOGIE
ŽIVOTNÍ PROSTREDÍ
MAJETEK
A VEREJNÉ BLAHO
ŽIVOTY A ZDRAVÍ LIDÍ
Gi interessi protetti
dell’organizzazione
sono:
ambiente
- tutti gli interessi di Vite umane e
salute
base protetti,
- esecuzione di
compiti per cui
infrastrutture
Proprietà e
l’organizzazione è
e
welfare
stata creata,
tecnologie
- prosperità (profitto),
- Armonia legislativa
SICUREZZA
BEZPECNOST
con il rispetto degli
obblighi verso lo Stato
Security (sicurezza) è uno stato di sistema nel quale vi è una probabilità
“accettabile” che avvenga un danno agli interessi protetti (ossia: si è quasi sicuri
che il danno non avverrà). A ciò appartiene anche una certa stabilità sicura del
sistema nel tempo e nello spazio, ossia uno sviluppo sostenibile nel tempo e
nello spazio).
Safety (sicurezza) è un insieme di misure umane di attività per assicurare la
sicurezza e lo sviluppo sostenibile del sistema e i suoi interessi protetti.
Concetto: territorio e organizzazione = complesso recepito come
sistema = soggetto gestito
Ogni soggetto gestito è un sistema aperto, es. il suo stato è determinato non
solo da processi e fenomeni all’interno ma anche da processi e fenomeni nelle
sue vicinanze, es.nella società umana,ambiente, sistema planetario, galassia e altri
grandi sistemi.
Territorio sicuro – tutti gli interessi protetti di base sono in sicurezza e possono
essere sviluppati in modo sostenibile.
Organizzazione sicura – tutti gli interessi protetti di organizzazione sono in sicurezza
e possono essere sviluppati in modo sostenibile.
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Nella gestione è necessaro distinguere
Disastri – Pericolo
Rischio - Emergenza
In relazione alle fonti di rischio
In relazione agli interessi protetti
Contesti:
•
Il sistema umano è un sistema dinamico aperto in cui ci sono processi, azioni, fenomeni
ed eventi le cui fonti sono all’interno ed all’esterno del sistema. I loro risultati sono i
disastri.
L’accadimento di un disastro in un certo luogo e tempo dipende dalle proporzioni e dalla
natura fisica di un disastro, come pure dal grado di vulnerabilità e dal numero degli
interessi protetti in un dato luogo, con conseguenti perdite e danni agli interessi protetti,
e quindi una conseguente emergenza.
•
DISASTRI
EMERGENZE
CONSEGUENZE
cause
Prevenzione, rinnovamento
Risultati di processi
V
ýs ledk y proce
su
e
all’interno
probíhajícdella
ích v Terra
ne i
all’esterno
uvnitr pla nety Zeme
Prontezza, Reazione
Výsl edk y proce su
Risultati di processi
v lids kém tel e,
nel corpo umano,
v chová ní lidí a
comportamento e
processocietà
u v li ds ké
spolecnos ti
V ýsl edky
proces
Risultati
di u
a processi
cinnostíe attività
i nstalova
nýc h lidmi
create dall’uomo
DISASTRI
POHROMY
Intera kce
Interazioni
plane
ty Zedella
me aTerra
e dell’ambiente
životního prostre dí
con le attività umane
na c innosti lidí
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Nell’ambiente, società
umana e
in infrastrutture vitali
100
V nitrní
zá vislos ti
Interdipendenze
v lidsk
ém
ystému
naturali escreate
prirozenénel
nebo
dall’uomo
sistema
l idmi vumano
ytvorené
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Malattie umane, animali
e di piante
naturali
Erosione del paesaggio
e contaminazione dell’ambiente
causate dalle attività umane
DISASTRI
Colpe
del
comportamento
Fenomeni
umano
progettati
Colpe della
società
umana
Incidenti tecnologici e
fallimenti di
infrastrutture e tecnologie
Interdipendenze
naturali e create
dall’uomo
nel sistema
umano
Reazione della Terra e
dell’ambiente
alle attività umane
Disastro
condizioni
impatti
SISTEMA
SISTEMA
NEL DISASTRO
Le
conseguenze
sono i risultati
della resilienza,
vulnerabilità,
adattabilità e
impatti del
sistema
NESSUNA
AZIONE
PICCOLO
CAMBIAMENTO
CAMBIAMENTI
CON
DANNI
Concezione di possibilità del comportamento di sistema
nel disastro.
L’ago della bilancia che decide sulle conseguenze è
la vulnerabilità del sistema (soggetto gestito).
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Evento straordinario
infortunio
EMERGENZA
alluvione
Condizioni
di emergenza
di elettricità,
riscaldamento,
gas,acqua,
cibo etc
Colpa
esterna di
sicurezza
Colpa
interna
di
sicurezza
Epidemia e pandemia
catastrofe
debiti,
indebitamenti e
fenomeni simili
calamità
I principali problemi odierni dei soggetti gestiti, vale a dire di un dato
sistema dei sistemi, sono osservabili in presenza di disastri che
vanno oltre il prevedibile o di disastri male affrontati. Essi diventano
causa di crisi sociali.
životy,
zdravísalute
a bezpečí
lidí
vita umana,
e sicurezza
proprietà
majetek
benessere
veřejné
blaho
Nadprojektová
Disastro
/ Extrémní
estremo
pohroma
životní
prostředí
ambiente
PROBLEMI
energetika
energia
interdipendenze
acqua
vodní hospodářství
kanalizace
fogne
impatti
Dopady
diretto
přímé
doprava
trasporti
Comunicazione
e aand
telekomunikace
IT IT
infrastrutture
secondario
druhotné
infrastruktura
.
Misure
preparate
připravená
mitigazione
zmdi
írňující
opatření
Finanza+banche
finance a banky
nouzové
služby
Servizi
d’emergenza
základní
Utilità dislužby
base
Oggi soffriamo
per la criticità
delle infrastrutture.
veřejná správa
amministrazione
nucleare
jaderné
technologie
tecnologie
chemické
chimica
biotechnologie
biotecnologia
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Esse esistono nel:
- corpo umano,
- società umana,
- ambiente,
- infrastruttura
e li attraversano.
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La buona gestione (e buon governo)
del soggetto gestito
DEVE essere basata su una pianificazione
PROATTIVA, STRATEGICA E QUALIFICATA,
che consideri la NATURA DI SISTEMA del
soggetto,
ES.
DEVE interconnetere sistematicamente
TUTTI I SETTORI DI VITALE IMPORTANZA
all’interno e all’esterno del soggetto per
assicurare la sua sicurezza e lo sviluppo
sostenibile.
Gestione di sicurezza
e sviluppo
sostenibile del
soggetto gestito
Gestione di emergenza
(I ruoli speciali sono di pertinenza dei servizi di emergenza)
Gestione delle crisi
(sopravvivenza + continuità)
La buona
governance dei
soggetti gestiti
è data dalla
gestione della
sicurezza in
forma di
gestione di
progetto e
processo, nel
quale il ruolo
principale è
svolto dalla
“negoziazione”
dei rischi
Il sistema di gestione della sicurezza ed i
suoi livelli
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STRUMENTI con i quali gli esseri umani assicurano sicurezza e sviluppo sostenibile del
sistema, in altre parole la conservazione e la protezione degli interessi protetti sono:
• sistema interconnesso di gestione (strategico, tattico e operativo basato su dati
qualificati, valutazioni professionali e metodi corretti di decision-making,
• istruzione ed educazione dei cittadini,
• scienza, ricerca e TSO (Organizzazione di supporto tecnico) / organizzazioni
professionali che assicurano il sostegno professionale al settore pubblico e privato,
• istruzione specifica e formazione dei lavoratori tecnici e di gestione,
• standards, norme e regolamenti tecnici, medici, ecologici, sociali, cyber, etc.,
• ispezioni / controlli interni di gestione,
• unità professionali per rispondere alle emergenze,
• sistemi di risposta alle situazioni critiche,
• pianificazione – sicurezza (es. uso del territorio), emergenza e crisi,
• gestione specifica per rispondere alle situazioni critiche (nella Rep. Ceca si usa la
dicitura “gestione della crisi”; nel resto del mondo si usa di più la gestione di risposta o la
gestione del disastro con impatto catastrofico).
La
giurisdizione
è la capacità
e l’autorità di
intraprendere
azioni sulla
base della
conoscenza.
capacità
conoscenza
autorità
GIURISDIZIONE
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Informazioni rilevanti per la gestione della sicurezza
1. Relazione tra disastri e
situazione di
emergenza.
2. Considerare tutti i
possibili disastri
NOUZOVÁ
SITUACE
– cioè l’AVVICINARSI DI
OGNI RISCHIO.
EMERGENZA
POHROMA
DISASTRI
•
Corretta comprensione
della sicurezza integrale
– cioè considerare
anche i rischi trasversali
e incrociati.
•
Buon governo della
sicurezza integrale nel
soggetto gestito – cioè
la gestione dei rischi
trasversali e incrociati.
NÁSLEDEK
CONSEGUENZE
PRÍCINA
CAUSA
lSvolgono un ruolo
laR
vulnerabilità
locale,
oli hrajemístnízranitelnost,
i fallimenti
del sistema
selháníochranných
systému,
protetto, le responsabilità
chybynella
lidí pririsposta
odezve, aj.
umane
ecc.
odezva
Risposta +
+ připravenost
preparazione
prevence
Prevenzione
++obnova
rinnovo
Z . č . 1 /1 99 3 S b.
Z. č. 7 6/ 20 02 S b .
Z. č . 2 3/ 19 91 S b .
Z . č . 1 14/ 19 92 S b .
Z. č. 2/ 19 69 S b .
Z . č . 2 74/ 2 001 S b.
V yh l . č. 23 6/ 20 02 S b .
Z. č. 1 28 /2 00 0 S b .
Z. č. 129 / 200 0 S b .
V yh l . č . 4 71/ 2 001 S b.
V yh l . č . 4 70/ 20 01 S b.
Z . č . 13 1/ 20 00 S b .
Z .č . 2 58 /2 000 S b.
V yh l . č . 2 12/ 20 02 S b.
Z . č . 1 83/ 20 00 S b .
N O RNORMALE
M Á LN Í S IT U A C E
Z . č . 1 7/ 199 2 S b .
V y hl . č. 1 95 /2 00 2 S b
p r ev e n ti v n+í opreparazione
p a tře n í
prevenzione
Z . č . 1 23/ 19 98 S b .
Z . č . 10 0/ 20 01 S b .
LEGISLAZIONE
sulle
ALLUVIONI
p ř i p ra v en o st
V yh l. č. 59 0/ 20 02 S b .
V yh l . č . 5 00/ 2 006 S b.
M eto d ic ké p o ky ny
No rm y ČS N a TN V
Z á k o nn°
č.
Legge
. 2 54 / 2 00 1
Z . č . 23 9/ 20 00 S b .
N O U ZO V Á S IT U A C E
EMERGENZA - risposta
o p a tř e n í k e z v l ád n u tí p o vo d n ě, o d e z v a
Z . č . 2 38/ 2 000 S b.
Z . č . 5 53/ 1 991 S b.
CRISI
K R IZ O V Á S ITU A C E
Z . č. 22 2/ 19 99 S b .
Z . č. 2 40 /2 00 0 S b .
V y hl . č. 3 28 /2 00 1 S b .
Z . č. 1 10 /1 99 8 S b .
obnov a
RINNOVAMENTO
Z . č . 2 41/ 20 00 S b.
V y hl . č. 4 34 /1 99 2 S b.
Z . č . 13 3/ 19 85 S b .
Z . č. 19 /1 99 9 S b .
Z . č . 2 83/ 1 991 S b.
Z . č . 1 2/ 200 2 S b .
Nař . v. č . 4 62/ 20 00 S b .
V y hl . č . 1 86 /2 00 2 S b.
V yh l . č . 2 70/ 1 998 S b.
ZN Á Z O RN ĚN Í P ŘEH L ED U L EG I SL AT I VY - PO V O DN Ě
LEGISLAZIONE SULLE ALLUVIONI NELLA REP. CECA
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Contiene
misure
professionali
ed anche
organizzative
ai fini della
sicurezza
GESTIONE DELLA SICUREZZA
LEGGE
SPECIALE:
ad es. IL DANNO
TOTALE NON
DEVE ESSERE
SUPERIORE A:
- 0,1% del
budget annuale,
- assicurazione
annuale,
- n = numero di
vittime umane,
- m = danni
accertati
alla salute,
alla proprietà, ecc.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
In caso di necessità
di risposta, le IZS
o le unità speciali
(lo HZS, il PČR,
Il servizio sanitario, ecc.)
vengono interessate
ai sensi delle
leggi speciali
GESTIONE
DELLE
EMERGENZE
La risposta
Odezva se
è regolata
řídí
dalla
krizovým
legge sulle
zákonem
crisi
GESTIONE
DELLE CRISI
Nel decisionmaking del
soggetto gestito
devono esserci
standards
stabiliti per
determinare
l’accettabilità,
.
IZS – sistema integrato di recupero
HZS – servizi antincendio e soccorso
PČR – Polizia della Repubblica Ceca
ACCETTABILITA’ DEL RISCHIO
PROBABILITA’
NON ACCETTABILE
Necessaria riduzione del rischio
mitigazione
del rischio
ACCETTABILE
MATRICE
DI RISCHIO
ACCETTABILE
CONDIZIONATAMENTE
MAGNITUDINE
Nel determinare differenti livelli di rischio, partiamo dalla
valutazione dell’impatto sugli interessi protetti, ricalcolato
secondo l’unità selezionata di territorio e l’unità selezionata
di tempo. L’uso delle finanze assicura la commensurabilità
delle quantità.
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La strategia gestionale per garantire la sicurezza e lo sviluppo sostenibile
del soggetto gestito consiste nel negoziare con i rischi. In tale ambito, secondo
le attuali possibilità della società umana, noi utilzziamo diversi modi per affrontare i rischi:
- parte del rischio è ridotto, ad es. con misure preventive si evita il verificarsi
del rischio,
- parte del rischio è mitigato, ad es. con misure preventive e con la prepara
zione (sistemi di allerta ed altre misure di emergenza e gestione della crisi)
gli impatti non accettabili sono ridotti o evitati,
- parte del rischio è ri-assicurato,
- parte del rischio per il quale vi sono risorse pronte per la
risposta ed il rinnovamento,
- parte del rischio per il quale è stato preparato un piano
contingente, ad es. per quella parte di rischio che non è controllabile o troppo
costosa o poco frequente.
A ciò si aggiunge la ripartizione dell’abbattimento del rischio fra tutti gli
stakeholders. La ripartizione in una buona gestione è effettuata secondo la regola
che tutti gli stakeholders hanno responsabilità nell’abbattimento del rischio, e che
l’abbattimento del rischio reale è assegnato al soggetto la cui preparazione risulta
essere la migliore.
Gestione del
Gestione del rischio
Determinazione
del rischio
Analisi
del rischio
Controllo e mitigazione del rischio
DecisionMaking
Valutazione
del rischio
rischio
Concetto
Pubblico
della legislazione
etica
Riduzione
del rischio
Risposta e
rinnovamento
Comunicazione del rischio
Accettazione
pubblica del rischio
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Valutazione del rischio
Analisi del rischiodi disastro
Identificazione del rischio di disastro
Criteri per un rischio accettabile/tollerabile
Selezione dello scenario del disastro
Leg islazione
Stima della probabilità di accadimento di uno scenario catastrofico
Giudizio critico
Stima della vulnerabilità del territorio rispetto a un dato disastro
Lezione ap presa per il
decision-making sul rischio
Serie di impatti di un disastro previsto nel territorio
Stima del rischio di disastro
Risposta e rinnovamento
Riduzione del rischio
Attività di emergenza
Pr evenz io n e
Evacuazione
P ro tezion e-m itig az io ne
Pian i di em erg en za
Sostegno e assistenza materiale
Pian i di evacuaz i on e
Rinnovamento/assistenza
post- disastro
Sistemi di aller ta
Esercizi e ad destr am en to
Valutazionedellasicurezzanelterritorio
Gestionedelasicurezzasulterritorio
D(1)…
.D(n)Gestionedelrischiodidisastro
RRD(1)
RRD(2)
Determ
inazionedelrischioresiduo
Dopolagestionedelrischiodidisastrosulterritorio
Livellodisicurezza
Valutazionedellasicurezza
ALTREMISURE
M
onitoraggio
RRD(3)
…
RRD(i)
Decision-Making
sullasicurezza
…
RRD(n-1)
Decision-M
aking Accettabile
sullasicurezza
Non-Accettabile
Rischioresiduointegrale
Accettabile
Nonaccettabile
RRD(n)
Attuazionedellem
isure
Monitoraggio
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Identificazionedellecause
Valutazionedelrischio
edeterm
inazione
persingolidisastri
dellem
isure
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Incidente stradale a un’autocisterna
Sostanze pericolose
Sostanze pericolose
NO
SI
Nessun
pericolo
Scoppio
incendio Falla
Scoppio,
incendio,falla
Scoppio,
incendio
Scoppio, incendio,
falla
falla
Lavori di recupero e liquidazione
Lavori di stabilizzazione
SI
Lavori di stabilizzazione
NO
Contaminazione ambientale
SI
Contaminazione ambientale
NO
BONIFICA DEL TERRITORIO
DATI FONDAMENTALI PER LE
CONDIZIONI DI CRISI – 4 stati (stato di
guerra, stato di minaccia, stato di emergenza,
stato di pericolo)
•
Nome dello stato di crisi: stato di guerra
•
Legislazione: Costituzione –Atto No. 1/1993 Col., Articolo
No. 43, Act No. 110 /1998 Col., sulla sicurezza della RC,
articolo No. 2
• Organismo promotore: Parlamento
• Motivo: Se la Repubblica Ceca viene attaccata o se deve
adempiere a impegni contrattuali internazionali sulla difesa
comune contro gli attacchi
• Territorio: Stato
• Durata: Non limitata
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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•
Nome dello stato: Stato di minaccia
•
Legislazione: Atto No.110/1998 Col., Articolo No. 7
•
Organismo promotore: Parlamento su proposta del
governo
• Motivo: Se vi è una minaccia imminente alla sovranità di
stato o alla integrità territoriale dello stato o ai suoi
fondamenti democratici.
•
Territorio: - intero stato
- territorio statale limitato
•
Durata: Non limitata
• Nome dello stato di crisi: stato di emergenza
• Legislazione: Atto No. 110/1998 Col., Articoli No. 5 and
No.6
•
Organismo promotore: Governo (Presidente del Governo)
• Motivo: In caso di disastri (naturali, tecnologici – es.
incidenti industriali, ecologici o altri - epidemie, problemi
economici, attacchi terroristici ecc.), che minaccia in larga
misura le vite umane e la salute o i beni pubblici o la
sicurezza interna.
•
Territorio:
- intero stato
- limitato territorio statale
•
Durata : Massimo 30 giorni
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
110
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• Nome dello stato di crisi: stato di pericolo
• Legislazione: Legge n° 240/2000 Col., sulla gestione
delle crisi (legge sulle crisi)
• Organismo promotore: Presidente del Consiglio
Regionale, Sindaco di Praga
• Motivo: in caso di disastro naturale o ecologico o di
incidente industriale o altro pericolo che minacci vite
umane. Salute, beni pubblici, ambiente o sicurezza
interna o ordine pubblico se l’intensità del pericolo non
raggiunge grande estensione e se non è possibile
evitare il pericolo con le attuali attività della pubblica
amministrazione e delle IZS.
• Territorio: - intera regione - parte di regione
• Durata: al massimo 30 giorni (prolungamento con
approvazione del governo)
Campi problematici della gestione di sicurezza sono:
1 Che disastri possono avvenire in un soggetto gestito e che impatti possono avere?
2 Dove possono avvenire dei disastri e come si propagano i relativi impatti nella gestione del
soggetto?
3 In base a quali condizioni possono avvenire dei disastri nel soggetto gestito e quali condizioni
possono causare un’escalation dei loro impatti?
4 Quanto spesso possono avvenire dei disastri in un soggetto gestito?
5 A partire da quale ampiezza i disastri hanno impatti indesiderabili nel soggetto gestito
causando danni agli interessi protetti?
6 Qual è l’ampiezza max. possibile (prevista) di un disastro in un soggetto gestito?
7 Quali danni agli interessi protetti possono essere causati dal massimo disastro possibile
determinato su uno specifico livello di credibilità? E quali possono essere gli impatti sul
soggetto gestito?
8 Che cosa è possibile fare nel soggetto gestito contro impatti catastrofici indesiderabili nel
settore della pianificazione di sicurezza, dell’urbanizzazione, progettazione, costruzione e
operatività di oggetti ed infrastrutture civili e tecnologiche, e forse in altri settori come il
monitoraggio, l’ispezione, l’istruzione, ecc. allo scopo di prevenire il verificarsi di disastri, dove
possibile, o almeno di prevenire o mitigare gli impatti indesiderabili tramite misure preventive,
preparazione, risposta adeguata al disastro, e tramite il rinnovamento, se dobbiamo
considerare il principio della prevenzione delle perdite e l’obiettivo dello sviluppo sostenibile?
9 Quali sono le misure necessarie contro i disastri reali nel soggetto gestito nei settori tecnici,
organizzativi, finanziari, sociali, legali, educativi e formativi?
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
111
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•
10. Quali rischi inaccettabili e residui (cioè impatti indesiderabili con
probabilità di accadimento superiore ad un limite stabilito) relativamente a disastri
in soggetti gestiti resteranno possibili, qualora il soggetto gestito può assicurare
misure razionali nei campi tecnici, organizzativi, finanziari, sociali, legali, educativi
e formativi?
11. Come organizzare la risposta al disastro, quali sono le priorità,i punti critici,ecc.?
12. Come operare il rinnovamento del soggetto gestito*) e dei suoi interessi protetti
allo scopo di usare razionalmente risorse, forze e mezzi per impedire ulteriori
perdite, migliorare la resistenza a possibili disastri e sviluppare ulteriormente il
soggetto gestito in relazione agli elementi dai quali dipende (ambiente, beni mobili
ed immobili, infrastrutture, servizi, ecc.)?
13. Qual è la forma di gestione adatta al rinnovamento del soggetto gestito ed alla
performance dei suoi interessi protetti*) in seguito a disastro, e come è possibile
realizzare tutto ciò?
14. In che modo il soggetto gestito crea la riserva monetaria per il proprio
rinnovamento razionale e per i propri interessi protetti*) dopo il disastro?
*)
Si tratta degli interessi protetti che possono essere rinnovati. Le vite umane non possono essere rinnovate:
nella reazione, quindi, l’attenzione principale è rivolta al salvataggio delle vite umane.
SOMMARIO
Lo scopo della società attuale è avere un sistema umano
sicuro con uno sviluppo sostenibile.
La sostenibilità è intesa come la capacità di raggiungere
determinati scopi in un dato spazio e in un dato tempo.
LA GESTIONE STRATEGICA E’ DIRETTA AD UNA
SOSTENIBILITA’ A LUNGA SCADENZA.
Il suo scopo è l’integrità del sistema perché le utilità di
sistema supportano le funzioni di sostegno vitali.
Il concetto di gestione strategica considera gli umani
come parte di un sistema, integra le attività umane con la
protezione dell’ambiente naturale e reagisce
sensibilmente ai bisogni umani in contesti di ecosistema.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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Il SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA HA 3
LIVELLI.
•
Ogni livello ha le sue
particolarità.
•
I livelli sono
interconnessi e diretti
verso un’unico scopo.
•
Sono responsabili
della gestione della
sicurezza gli organismi
competenti della
pubblica
amministrazione.
•
Tutti gli stakeholders
hanno dei compiti.
LA GESTIONE DELLA
SICUREZZA E’ UN
PROCESSO
CONTINUO.
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113
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Unit 8: Unità nazionale
Italia
1
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Grandi Eventi e Gestione della Crisi:
Una raccolta di base aggiornata di norme
nazionali
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Difesa Civile
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Servizio di Protezione Civile
Se nella maggioranza dei paesi europei la protezione civile
è centralizzata in una sola agenzia, in Italia il servizio di
protezione civile coinvolge tutte le istituzioni.
(1)
(1)Legge 24.02.1992, n.225 “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile ”. La prima legge
quadro era del 1970. Prima del 1992 la protezione civile era sotto la giurisdizione del Ministero
dell’Interno e di un Ministero indipendente. Oggi è sotto il diretto controllo della Presidenza del
Consiglio dei Ministri.
La moderna protezione civile è nata dopo i terremoti in Friuli (1976) e in Irpinia- Campania (1980) . Le
due emergenze sono state gestite da Giuseppe Zamberletti, Commissario Straordinario e padre della
protezione civile italiana.
Viceprefetto Gemma Ranucci– Ministero dell’Iinterno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico3
e Difesa Civile
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Sistema di Protezione Civile
Prima di tutto le amministrazioni locali:
• Comuni
• Consorzi di Comuni nelle zone montane
• Province
• Regioni
sono chiamate a occuparsi delle emergenze e hanno la
responsabilità di gestirle.
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Sistema di Protezione Civile
In ogni Comune, Provincia e Regione, anche in quelle con autonomia
speciale, un ufficio di protezione civile ha un ruolo attivo nel sistema.
Infatti la struttura organizzativa è fondata sui
principi di sussidiarietà e proporzionalità.
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Sistema di Protezione Civile
I comuni , consorzi di comuni nelle zone montane,
montane,
provincie e regioni,
regioni, sono coinvolti nel sistema di gestione
delle emergenze.Le
emergenze.Le amministrazioni locali ed autorità
hanno,
hanno, per legge,
legge, piena responsabilità nella protezione
civile.
.
civile
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Sistema di Protezione Civile
(2)
(3)
Regioni e province con autonomia speciale hanno la stessa
responsabilità
(2) Valle d’Aosta,Trentino Alto Adige,Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia
(3) Trento e Bolzano
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Sistema di Protezione Civile
A livello nazionale, all’interno della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, il Dipartimento Nazionale di
Protezione Civile – CPD(Civil
CPD(Civil Protection Department)
Department) –
coordina le attività e gli altri comitati.
A volte il CPD gestisce direttamente le
emergenze,almeno durante i primi giorni, o anche mesi,
a seconda delle loro dimensioni.
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Risorse e patrimonio del CPD
Circa 800 funzionari lavorano nel CPD
Il bilancio 2009 del CPD è poco più di 2 miliardi di euro
• 1,2 miliardi sono stati utilizzati per pagare i debiti contratti per il
lavoro di ricostruzione
• 600 milioni sono stati assegnati alla Regione Abruzzo
• 114 milioni sono stati assegnati per rendere sicuri gli edifici,
edifici,
• 160 milioni ogni anno vengono utilizzati per i salari,
salari, per 19 Canadair,
Canadair,
per la rete metereologica radar, per la gestione di controllo sismico.
sismico.
Viceprefetto Gemma Ranucci– Ministero dell’Iinterno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico9
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Componenti della Protezione Civile
In caso di emergenza,
emergenza, il CPD può mobilitare tutti i
componenti del Servizio di Protezione Civile4)
(
• Vigili del Fuoco , componenti di base;
• Forze di Polizia , locali e nazionali;
• Forze Armate;
• Istituti di Ricerca;
• Compagnie di servizio energetico e telefonico;
(5)
• Croce Rossa e altre 3990 organizzazioni volontarie,
in grado di riunire circa 1.200.000 membri.
(4) Legge 24.02.1992, n. 225 art.11
(5) DPR 08.02.2001 , n.194. “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni
di volontariato alle attività di protezione civile”.
10
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“ Metodo di Augusto ”
L’imperatore Augusto sosteneva che il valore di un
progetto diminuisce con l’aumentare della complessità
dell’evento.
Il sistema di coordinamento delle emergenze è ispirata
dalla massima:
• Il sistema permette ad ogni rappresentante di “funzione
di servizio attivo” (volontario, sicurezza, etc.)
etc.)
una diretta interazione.
11
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(6)
Dalle emergenze alla gestione dei Grandi
Eventi
L’allargamento delle funzioni del CPD inizia nel 2001.
L’idea era quella di garantire una gestione veloce degli
eventi complessi e di evitare la lentezza delle procedure
burocratiche, in modo da essere pronti in tempo
necessario.
(6) La concezione di “Grandi Eventi” è stata introdotta nel sistema nella protezione civile con il decreto legge
07.09.2001, n.343, convertito , con modifiche, nelle legge 09.11.2001,n.401.
Il grande evento è identificato, di volta in volta, da una delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Capo
Dipartimento della protezione civile.
12
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Dalle emergenze alla gestione dei Grandi
Eventi
(7)
Le gare di appalto sono state in questo modo sottratte alle
regole ordinarie di stanziamento e al controllo della
Corte dei Conti di Stato.
(7)Per il terremoto in Abruzzo in 300 giorni sono state fatte 286 gare d’appalto
13
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Grandi Eventi 2001/2010
Il CPD ha gestito circa 40 grandi eventi.
Spesso, i grande eventi sono stati religiosi o sportivi.
Talvolta, i grande eventi sono tutt’altro che imprevedibili ( 10)
o vicini nel tempo. (11)
(8)
(9)
(8) Cerimonie di canonizzazione di Padre Pio e Josè Maria Escrivà, beatificazione di MadreTeresa di
Calcutta, visite italiane di Papa Benedetto.
(9 ) pre-regata della 32° Coppa America di navigazi one, campionato mondiale di motocicletta di Varese ,
Giochi Olimpici invernali di Torino.
(10) Congresso europeo sulle famiglie allargate,ogni emergenza sui rifiuti.
(11) Il CPD è stato coinvolto in vertici mondiali, Il G8 alla Maddalena (tenutosi invece all’Aquila), e ha dato un
contributo nella preparazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
14
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Stato di applicazione del
Regolamento Europeo
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Leggi Europee vincolanti
Decisione 23.10.01 del Consiglio dell’UE(2001/792/CE,EURATOM)
•
Art. 2 : comunicazione,
comunicazione, in caso di emergenza o di minaccia di
emergenza con effetti transnazionali.
transnazionali.
•
Art.
Art. 3 : Attività di Protezione Civile fuori dal territorio italiano, quale
regola di cooperazione per gli Stati Membri.
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Regolamenti europei programmatici
Decisione del Consiglio UE 19.12.1997 (98/22/EC)
Programma di azione sugli obiettivi della Protezione Civile:
• Prevenzione di rischio e danno in caso di calamità naturali;
• Promozione del livello formativo delle persone coinvolte nelle
organizzazioni di protezione civile;
• Identificazione e studio delle cause di calamità naturali e disastri
tecnologici;
• Miglioramento dei metodi e delle tecniche di intervento nelle emergenze;
• Informazione, educazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Viceprefetto Gemma Ranucci– Ministero dell’Iinterno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico
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Unità 8: Unità nazionale
STRUTTURA NAZIONALE DI GESTIONE DELLA CRISI
Sistema nazionale di gestione crisi
Portogallo
Paulo Gomes
Luglio 2010
1
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1) Sistema portoghese di sicurezza nazionale
A. Quadro giuridico
La Legge di Sicurezza Interna del 2008 è basata su un
concetto strategico innovativo ed olistico di sicurezza
interna,
interna, che,
che, aggiornando le minacce e i rischi,
rischi, ha
permesso di istituire un Sistema Integrato di Sicurezza
Interna.
Interna.
Questo sistema ha una geometria variabile e include un
numero allargato di attori,
attori, sia pubblici che privati,
privati, civili e
militari,
militari, nazionali e locali,
locali, diretti da un Segretario
Generale,
Generale, che è il caposaldo del sistema.
sistema.
2
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B. Il modello di geometria variabile
Servizi
di Polizia
Municipale
Sistema
Fiscale e
Doganale
Emergenza
Medica
Protezione
Civile
Prigione e
Sistemi di libertà
vigilata
ISS
4 principali Forze/Servizi
di polizia:
Pubblica
Sicurezza,
Gendarmeria,
Frontiera/immigrazione e
polizia criminale
SG-ISS
Forze
Armate
Compagnie
private
di
Sicurezza
Altri
importanti
attori
Sistema
di giustizia
penale
Guardie
Notturne
Servizio di
Intelligence
Autorità
Marittima
SG-ISS
SegretarioGenerale di
Sistema di
Sicurezza
Interna
Autorità
di
Aviazione
Civile
3
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C. Il Segretario Generale:
Generale: caposaldo del sistema
Dipendente direttamente dal PrimoPrimo-Ministro,
Ministro, e con lo status di
Segretario di Stato:
Stato:
– assicura il coordinamento, la direzione, il comando e il
controllo delle Forze e Servizi di Polizia,
Polizia, in situazioni
speciali;
speciali;
– assicura l’articolazione tra La Difesa Nazionale e
Sicurezza e i Sistemi di Protezione Civile;
– Coopera con il Sistema Nazionale di Intelligence;
– Gestisce e fornisce servizi comuni e assicura la
interoperabilità
interoperabilità e l’accesso ai sistemi di informazione.
informazione.
4
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C. Il Segretario Generale: poteri
1 –Coordinamento
- armonizzazione di misure,
misure, piani o operazioni tra le forze e i servizi di
polizia,
polizia, e loro articolazione con altri organismi pubblici o privati,
privati,
nazionali e internazionali,
internazionali, in conformità
conformità con il “Piano generale sul
coordinamento,
coordinamento, controllo e comando operativo delle forze e i servizi
di sicurezza”
sicurezza”;
- articolazione con il Sistema Integrato delle Operazioni di Sicurezza;
Sicurezza;
- collegamento con strutture private, incluse compagnie private di
sicurezza,
sicurezza, ovvero quelle che gestiscono infrastrutture cruciali.
cruciali.
5
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C. Il Segretario Generale: poteri
2 –Controllo
- articolazione delle forze e servizi di sicurezza nelle loro missioni e
compiti specifici,
specifici, limitati dalla loro natura,
natura, tempo o spazio,
spazio, che
implicano una azione comune,
comune, in conformità
conformità al “Piano generale sul
coordinamento,
coordinamento, controllo e comando operativo”
operativo”;
- tramite i loro rispettivi comandanti in capo,
capo, l’articolazione delle forze
e servizi di sicurezza necessari per:
a) sorveglianza di eventi maggiori o internazionali o altre operazioni
pianificate di alto rischio o minaccia, basate su una comune decisione
dei Ministri degli Affari Interni e della Giustizia;
b) gestione di gravi incidenti tattici di polizia.
6
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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C. Il Segretario Generale:
Generale: poteri
3 – Comando Operativo:
Operativo:
- in situazioni straordinarie,
straordinarie, determinate dal Primo Ministro dopo
giustificata comunicazione al Presidente della Repubblica,
Repubblica, come
attacchi terroristici o gravi incidenti o catastrofi che richiedono
un’
un’azione comune e combinata delle forze e servizi di sicurezza e,
probabilmente del Sistema Integrato per le Operazioni di Sicurezza,
queste sono messe alla dipendenza operativa del Segretario Generale
del Sistema di Sicurezza Interna, tramite i loro massimi capi;;
- nell’
nell’ambito di questi poteri straordinari,
straordinari, il Segretario Generale del
Sistema di Sicurezza Interna ha poteri di pianificazione e
assegnazione di missioni o compiti che richiedono un intervento
comune di differenti forze e servizi di sicurezza,
sicurezza, come anche di
controllare la loro esecuzione,
esecuzione, secondo il Piano Generale.
Generale.
7
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2. Il Sistema Portoghese di Protezione
Civile
Struttura ed Organizzazione
i) Struttura di Protezione Civile
ii) Struttura delle Operazioni (SIOPS)*
* Sistema Integrato per le Operazioni di Sicurezza
8
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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A. Struttura e Organizzazione
Direzione
Organismi
Coordinamen
to
Protezione Civile
Esecuzione
Coordinamen
to
Istituzionale
Organismi
SIOPS
Comando
Operativo
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A. Struttura e Organizzazione
10
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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A. Struttura e Organizzazione
i) Protezione Civile
11
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A. Struttura e Organizzazione
i) Protezione Civile
12
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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A. Struttura e Organizzazione
i) Protezione Civile
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A. Struttura e Organizzazione
ii) Operazioni - SIOPS
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Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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A. Struttura e Organizzazione
ii) Operazioni - SIOPS
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A. Struttura e Organizzazione
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Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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B. Attivazione del sistema
Qual è la sequenza della procedura?
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Quando?
•
Allerta:
Allerta quando c’è la necessità di adottare misure
reattive speciali o preventive.
•
Contingenza:
Contingenza quando c’è la necessità di adottare
misure reattive speciali o preventive non disponibili
a livello municipale.
•
Calamità
Calamità: quando, a causa dell’intensità prevedibile
di un incidente, si riconosca la necessità di adottare
misure eccezionali che mirano a prevenire, reagire e
ristabilire le normali condizioni di vita nelle zone
colpite.
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Chi?
Sindaco:
Sindaco: situazione di allerta.
allerta.
Governatore Provinciale:
Provinciale: situazioni di allerta o
contingenza (in consultazione con i sindaci).
sindaci).
Ministro degli Affari Interni:
Interni: situazioni di allerta o
contingenza.
contingenza.
Governo:
Governo: situazioni di calamità
calamità (Delibera
(Delibera del
Consiglio dei Ministri o Decreto Congiunto del
Primo Ministro e del Ministro degli Affari Interni).
Interni).
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Ulteriori procedure
Allerta:
Allerta:
- convocazione della riunione del Comitato Municipale della
Protezione Civile;
Civile;
- creazione di procedure adeguate per il coordinamento
tecnico e operativo dei servizi ed agenti della protezione
civile,
civile, come anche delle risorse da essere utilizzate;
utilizzate;
- creazione di linee guida sulle procedure per il
coordinamento dell’
dell’intervento delle forze di polizia;
polizia;
- scelta di misure preventive adeguate;
adeguate;
- speciali doveri di collaborazione dei mezzi di
comunicazione.
comunicazione.
20
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Ulteriori Procedure
Contingenza:
Contingenza:
-
convocazione della riunione del Comitato Municipale della
Protezione Civile;
-
attuazione di piani di emergenza municipali e/o provinciali
per le zone colpite;
colpite;
scelta di misure preventive adeguate;
speciali doveri di collaborazione dei mezzi di comunicazione;
-
-
creazione di procedure adeguate per il coordinamento tecnico e
operativo dei servizi ed agenti della protezione civile,
civile, come
anche delle risorse da utilizzare;
creazione di linee guida sulle procedure per il coordinamento
dell’
dell’intervento delle forze di polizia.
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Ulteriori Procedure
Contingenza (cont
.)::
(cont.)
-
-
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
creazione di specifiche linee guida sull’
sull’attività
attività operativa
degli agenti di protezione civile;
civile;
creazione di criteri strutturali sull’
sull’intervento esterno e il
coordinamento operativo delle Forze di Polizia e delle
Forze Armate,
Armate, aumentando il livello di prontezza,
prontezza,
conformemente al relativo piano di emergenza;
emergenza;
richiedere e mettere sotto la coordinazione della struttura
per il coordinamento e il controllo delle risorse
disponibili,
disponibili, tutti i sistemi di sorveglianza e rilevamento del
rischio,
rischio, come anche le istituzioni la cui conoscenza è
importante per la previsione,
previsione, rilevamento,
rilevamento, valutazione e
avvertimento del rischio,
rischio, unitamente alla pianificazione
22
dell’
dell’emergenza.
emergenza.
133
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Ulteriori Procedure
Calamità
Calamità:
-
convocazione della riunione del Comitato Municipale della
Protezione Civile;
-
attuazione del piano di emergenza nazionale;
nazionale;
scelta di misure preventive adeguate;
-
- speciali doveri di collaborazione dei mezzi di comunicazione;
- creazione di procedure adeguate per il coordinamento tecnico e
operativo dei servizi ed agenti della protezione civile,
civile, come
anche delle risorse da utilizzare;
- creazione di linee guida sulle procedure per il coordinamento
dell’
dell’intervento delle forze di polizia.
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Ulteriori Procedure
Calamità
.)::
Calamità (cont
(cont.)
-
-
-
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
creazione di specifiche linee guida sull’
sull’attività
attività operativa degli
agenti di protezione civile;
civile;
creazione di criteri strutturali sull’
sull’intervento esterno e il
coordinamento operativo delle Forze di Polizia e delle Forze
Armate,
Armate, aumentando il livello di prontezza,
prontezza, conformemente al
relativo piano di emergenza;
emergenza;
richiedere e mettere sotto la coordinazione della struttura per il
coordinamento e il controllo delle risorse disponibili,
disponibili, tutti i
sistemi di sorveglianza e rilevamento del rischio,
rischio, come anche le
istituzioni la cui conoscenza è importante per la previsione,
previsione,
rilevamento,
rilevamento, valutazione e avvertimento del rischio,
rischio, unitamente
alla pianificazione dell’
dell’emergenza;
emergenza;
stabilire limiti sanitari e di sicurezza.
134
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B. Attivazione del sistema
Dichiarazione
Ulteriori Procedure
Calamità
Calamità(cont.)
cont.)::
- stabilire limiti/
limiti/condizioni sulla mobilità
mobilità o la presenza di
persone,
persone, animali o veicoli,
veicoli, attraverso controlli collettivi
per evitare epidemie;
epidemie;
- razionalizzare l’uso dei servizi pubblicipubblici- trasporti,
trasporti,
comunicazioni,
comunicazioni, fornitura di energia e acqua-,
acqua-, come anche
il consumo di beni essenziali;
essenziali;
- determinare la mobilitazione civile delle persone per un
determinato periodo di tempo;
- per ragioni di sicurezza,
sicurezza, possono essere stabilite
restrizioni sull’
sull’accesso e la circolazione di persone non
coinvolte nelle operazioni,
operazioni, inclusi i mass media.
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B. Attivazione del sistema
Notifica
Chi notifica?
26
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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B. Attivazione del sistema
Esecuzione
Che mette in atto il Piano?
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B. Attivazione del sistema
Esecuzione
Poteri dei Comitati (Provinciali
(Provinciali e Municipali):
Municipali):
promuovere la stesura,
stesura, monitorare l’esecuzione e
sottoporre all’approvazione del Comitato Nazionale, i
piani di emergenza provinciali o municipali;
municipali;
monitorare le politiche direttamente collegate al
sistema di protezione civile,
civile, sviluppate da agenti
pubblici;
pubblici;
determinare l’esecuzione dei piani;
piani;
promuovere esercizi di simulazione o addestramenti
operativi, per migliorare l’efficacia degli attori della
protezione civile coinvolti.
28
coinvolti.
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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B. Attivazione del sistema
Esecuzione
In caso di grave incidente:
incidente:
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Attivare il Meccanismo di Protezione Civile della
Comunità
Comunità, per facilitare la collaborazione rinforzata
negli interventi della protezione civile;
civile;
Raccogliere,
Raccogliere, attraverso verifiche o ricerche,
ricerche, tutte le
informazioni necessarie per una completa analisi
dell’
dell’incidente,con
incidente,con la collaborazione degli organismi
competenti;
I Servizi Municipali di Protezione Civile vengono
informati immediatamente sull’
sull’incidente;
incidente;
Se necessario,
necessario,
emergenza.
emergenza.
attivano
137
il
piano
esterno
di29
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Unità 9
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U9 - Gruppo di lavoro: creare tre gruppi di lavoro e dare a ciascuno
di loro un compito su come gestire una crisi di scipero del traffico/
questionario a risposta multipla
Orario
16.00
Durata
75'
N°
Attività
Durata
1 Dividere i partecipanti in 2/3
gruppi
2 Mostrare con il proiettore le
diverse missioni dei gruppi
3 Ogni gruppo sceglie una
missione
4 Dare ad ogni gruppo un foglio
con le linee guida e le
informazioni su come gestire i
propri obiettivi
1'
5 Ogni gruppo scrive un testo in
cui sono spiegate tutte le azioni
della missione
6 Prima della pausa caffè, dare
ai partecipanti il questionario a
risposta multipla
sull'apprendimento
7 Riempire il questionario a
risposta multipla
sull'apprendimento e restituirlo
al formatore
45'
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
5'
Compiti
Formatore Corsisti
x
x
3'
3'
3'
Supporti
Note
Diapositive
(Unità9)
x
x
Istruzioni dei
gruppi(Unità9
_Linee
guidaA,
Unità9_linee
guidaB,
Unità9_linee
guidaC)
Le missioni dei tre gruppi
sono:
- Identificazione
dell'ambiente e attori in
una crisi sociale UE
- Identificazione dei
bisogni e risorse UE
- Strategia e strumenti per
un primo piano di azione
Questionario
sull'apprendi
mento(Unità9
_questionario
sull'apprendi
mento)
Il questionario comprende
anche domande relative al
caso di studio della
Unità6.Se il formatore non
ha incluso questo caso,
dovrebbe saltare la
seconda parte del
questionario.
x
x
15'
x
138
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Unità 9: Gruppi di lavoro
Gruppo
1 - Identificazione dell’ambiente e
degli attori in una crisi sociale dell’UE
Gruppo
2 - Identificazione dei bisogni e
risorse dell’UE
Gruppo
3 - Strategia e strumenti per un primo
piano d’azione
1
Basic elements for managing European social crisis with transnational impact
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
139
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Unità 9: “Linee guida gruppo di lavoro A”
Identificazione di ambiente e attori in una crisi sociale dell’UE
Immaginiamo che nel vostro paese succeda ciò che segue:
Le strade sono interrotte a causa di qualche disastro naturale;
I supermercati sono chiusi a causa di uno sciopero
Non vi è accesso a una parte della città o del paese a causa di un disastro
naturale o di uno sciopero;
Vi è una interruzione di corrente dovuta ad una scarsità generale
Possiamo definire i suddetti casi come crisi sociali?
Si
No
Quali sono i cambiamenti comuni in un ambiente sociale in tutti i casi sopra
menzionati?
Identificare alcuni dei cambiamenti comuni:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Chi sono gli attori responsabili della soluzione delle crisi sociali?
Identificare gli attori a livello municipale nel vostro paese:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Identificare gli attori a livello statale nel vostro paese
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
140
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Perché alcune crisi sociali nel vostro paese possono avere un impatto in altri paesi
europei?
Identificare alcuni cambiamenti sociali che possono avvenire in altri paesi europei:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
141
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Unità 9: “Linee guida gruppo di lavoro B”
Identificazione di bisogni e risorse dell’UE
Immaginiamo che nel vostro paese succeda ciò che segue:
Le strade sono interrotte a causa di qualche disastro naturale;
I supermercati sono chiusi a causa di uno sciopero
Non vi è accesso a una parte della città o del paese a causa di un disastro
naturale o di uno sciopero;
Vi è una interruzione di corrente dovuta ad una scarsità generale
Quali sono le risorse necessarie per risolvere crisi sociali come quelle sopra
menzionate?
Identificare delle risorse a livello municipale nel vostro paese:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Identificare delle risorse a livello statale nel vostro paese:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Si rende necessario limitare l’impatto della crisi sociale negli altri paesi europei?
Si
No
Quali sono le risorse necessarie per limitare le conseguenze delle crisi sociali negli
altri paesi europei?
Identificare le risorse europee cui si deve il superamento delle conseguenze delle
crisi sociali nell’UE:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
142
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Unità 9: “Linee guida gruppo di lavoro C”
Strategia e strumenti per un primo piano d’azione
Immaginiamo che nel vostro paese succeda ciò che segue:
Le strade sono interrotte a causa di qualche disastro naturale;
I supermercati sono chiusi a causa di uno sciopero
Non vi è accesso a una parte della città o del paese a causa di un disastro
naturale o di uno sciopero;
Vi è una interruzione di corrente dovuta ad una scarsità generale
E’ necessaria una strategia per superare le crisi sociali?
Si
No
Perché è necessaria la strategia?
Descrivere qualche ragione:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Quale deve essere lo scopo principale della strategia?
Indicare uno scopo principale
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Quali devono essere gli scopi della strategia a livello operativo?
Definire alcuni scopi a livello operativo:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
143
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Quali sono le misure necessarie per l’attuazione della strategia?
Definire alcune misure:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Quali sono le principali fasi del piano di azione della strategia?
Indicare le principali fasi:
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
…………………..
Quali sono gli strumenti necessari per l’esecuzione del piano d’azione?
Identificare i principali strumenti per ogni fase del piano:
per la prima fase:
…………………..
…………………..
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per la seconda fase:
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…e così via.
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Transfer of Innovation in Methodologies for European Officials: Follow up a joint learning path
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Unità 9: “Questionario di valutazione di
apprendimento ”
(casi di studio)
1. Considerate le conseguenze dell’impatto transnazionale di uno sciopero dei
camionisti in Francia:
a) Restrizioni sul libero movimento dei cittadini;
b) Aumento di ingorghi di traffico nella città;
c) Restrizioni sul trasporto delle merci;
d) Restrizioni sulle comunicazioni veloci di affari;
e) incremento del traffico ferroviario e automobilistico;
f) diminuzione del giro d’affari totale nelle zone interessate dallo
sciopero;
g) aumento delle emissioni negative nell’aria;
h) paralisi dell’attività economica del paese;
2. Selezionare le risorse dell’UE che possano dare un aiuto al governo per porre
fine allo sciopero:
a) Parlamento europeo
b) Corte di giustizia europea
c) Commissione europea
d) Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo
e) Fondo Monetario Internazionale
3. Selezionare lo scopo principale della strategia per il superamento dello sciopero:
a) Successo delle negoziazioni tra i sindacati e gli impiegati dei
trasportatori stradali;
b) Annuncio del Ministero dei Trasporti della direttiva europea
“eurovignettе”;
4. Descrivete la vostra esperienza in un caso simile di sciopero, se ce ne sono stati,
nel vostro paese. Indicare le conseguenze di impatto trans-nazionale dello sciopero,
le risorse statali ed europee intervenute nella risoluzione del problema, e la
strategia che avete attuato per la risoluzione del problema
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5. Cosa ha causato un malcontento sociale di agricoltori nel paese X?
a) Le insufficienti sovvenzioni nazionali fornite dal governo del paese
X agli affari agricoli.
b) La restrizione politica del governo del paese X rispetto
all’esportazione di prodotti agricoli nel paese Y.
c) La politica del governo del paese X di ritardare i sussidi dell’UE per
l’agricoltura dell’anno precedente.
d) La restrizione politica del governo del paese Y nei confronti
dell’importazione di prodotti agricoli del paese X
La risposta corretta è la C
6. Durante le loro proteste, gli agricoltori avvisano il governo che bloccheranno:
a) Il Parlamento Nazionale
b) Il Ministero dell’Agricoltura
c) Il Ministero degli Affari Esteri
d) Le entrate di confine con il paese Y
La risposta corretta è la D
7. Le economie dei paesi X e Y dipendono da:
a) La distribuzione transfrontaliera di materie prime
b) La distribuzione transfrontaliera di produzione industriale chimica e
sartoriale
c) La distribuzione transfrontaliera di attrezzi agricoli
d) La distribuzione transfrontaliera di forza lavoro dal paese X al paese
Y
e) La distribuzione transfrontaliera di forza lavoro dal paese Y al paese
X
f) La distribuzione transfrontaliera di forza lavoro dall’Ue al paese X
Le risposte corrette sono A, B ed E
8. I varchi di confine tra il paese X e il paese Y sono:
a) Valichi di confine principali tra Asia ed Europa
b) Valichi di confine per merci e persone in ambedue le direzioni
c) Valichi di confine per attrezzi e prodotti agricoli
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d) Valichi di confine principali tra paesi dell’UE e paesi non dell’UE
e) Valichi di confine principali per il trasporto europeo
f) Valichi di confine principali per il trasporto asiatico
Le risposte corrette sono B ed E
9. Selezionare la ragione del fallimento delle negoziazioni tra i sindacati e il
governo del paese X:
a) Le negoziazioni tra i sindacati e il governo del paese X sono fallite a
causa dell’inflessibilità del governo.
b) Le negoziazioni tra i sindacati e il governo del paese X sono fallite a
causa dell’inflessibilità degli agricoltori.
La risposta corretta è la B, perchè:
Il governo ha una politica flessibile e promette di dare sovvenzioni nel
prossimo futuro.
Gli agricoltori sono inflessibili a causa delle loro richieste persistenti.
10. Selezionare il modo in cui gli agricoltori bloccano i varchi di confine tra il
paese X e Y:
a) Gli agricoltori del paese X ammassano i loro attrezzi agricoli sui
valichi di confine con il paese Y.
b) Gli agricoltori del paese X riversano i loro prodotti agricoli sui varchi
di confine con il paese Y.
La risposta esatta è A, perchè:
Gli agricoltori hanno accatastato le loro macchine ed attrezzi agricoli ai varchi
di confine.
Gli agricoltori non utilizzano prodotti agricoli per chiudere i varchi di confine.
11. I blocchi ai varchi:
a) Interrompono il traffico regolare nella regione
b) Interrompono le regolari attività agricole
c) Causano gravi perdite per le economie dei paesi X e Y
d) Causano gravi perdite per l’economia mondiale
e) Colpiscono i legami economici tra gli stati membri dell’UE
f) Colpiscono i legami economici tra paesi UE e non-UE
Le risposte corrette sono A, C ed E.
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12. A quali
paese Y?
a)
b)
c)
istituzioni si può rivolgere per il problema della crisi il governo del
Consiglio dell’UE , MIC, SITCEN
Commissione dell’UE, MIC, SITCEN
Consiglio dell’UE, Commissione dell’UE, Parlamento dell’UE, Corte di
giustizia dell’UE, , Presidenza dell’UE
d) Presidenza dell’UE, Commissione dell’UE
La risposta esatta è la C
13. A chi decide di indirizzare il problema il governo del paeseY?
a) Sindacati del paese X
b) Governo del paese Y
c) Parlamento del paese X
d) Rispettive istituzioni UE
La risposta corretta è D
14. Collega i possibili risultati dei coinvolti organismi UE di gestione della crisi,
relativi a soluzioni di crisi sociale, alle relative istituzioni e centri UE
1 Parlamento dell’UE
2 Consiglio dell’UE
3 Commissione dell’UE
4 Presidenza dell’UE
5 Corte di Giustizia dell’UE
6 Centro Situazionale Congiunto dell’UE
7 Centro di Informazione e Monitoraggio dell’UE
A mediatore nelle negoziazioni
B dichiarazione
C coinvolgimento dei commissari
D esposizione del caso
E informare gli stati membri
F sostegno del decision making del Consiglio
G informare
I corretti abbinamenti sono: 1b; 2a; 3c; 4g, 5d; 6f; 7e;
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Unità 10
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U10 - Feedback: valutazione sull'apprendimento/Feedback dai
partecipanti/Domande e discussione
Orario
17.15
Durata
30'
N°
Attività
1 Presentazione dei risultati dei
gruppi di lavoro ai partecipanti.
Scrivere le principali attività di
tutte e tre le missioni sulla
lavagna
2 Cominciare la discussione
sull'efficienza e l'efficacia di
tutte le soluzioni,comparate a
quella realmente adottata
3 Dare ai partecipanti (per
gruppi) un feedback sul
questionario a risposta multipla
sull'apprendimento
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Durata
10'
Compiti
Supporti
Formatore Corsisti
x
Lavagna a fogli
mobili
10'
x
10'
x
149
x
Questionario
sull'apprendimento
(Unità9_questionario
sull'apprendimento)
Note
Scrivere sulla
lavagna durante
l'esposizione del
gruppo
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Unità 11
Corso di formazione
Elementi di base per gestire le crisi sociali europee di
impatto transnazionale
Unità formativa
U11 - sessione di chiusura - reazione e sommario
Orario
17.45
Durata
15'
N°
Attività
1 Breve riassunto delle attività
della giornata - verificare che
tutti gli obiettivi della
formazione siano stati raggiunti
2 Dare ai partecipanti il
questionario di valutazione di
reazione
3 Riempire il questionario di
valutazione di reazione e
restituirlo al formatore
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Durata
5'
1'
Compiti
Supporti
Formatore Corsisti
x
Agenda del
meeting
x
4'
x
150
Questionario di
reazione(Unità11
_valutazione di
reazione)
Note
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Unità 11: “Valutazione di Reazione”
Questionario di valutazione sul seminario
1. Il seminario ha soddisfatto le tue aspettative?
Si
In parte
Non abbastanza
Per niente
2. Cosa ti ha dato questo seminario?
Nuove conoscenze riguardo le istituzioni europee, che possono aiutare il
governo in casi simili;
Aiuto per scambiare buone pratiche europee;
Creare un approccio unificato per la soluzione di casi simili in ogni stato
membro;
Il seminario sistemizza unicamente la mia esperienza precedente;
Il seminario non mi da tutte le informazioni su come le nostre istituzioni
nazionali devono comunicare con le istituzioni europee in questo caso.
3. Valuta il tuo docente con un voto: 5 (eccellente), 4 (buono) 3 (scarso)
Osservazioni riguardo:
Conoscenze
Capacità di presentazione
Capacità di facilitazione
Nome del docente:
4. Cosa pensi riguardo ai materiali formativi (specifica se i materiali formativi
potranno esserti utilii nella pratica futura)?
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Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
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5. Dai suggerimenti sul contenuto del seminario (cosa vorresti imparare da questo
tipo di seminario?)
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6. Cosa pensi della durata del seminario: è sufficiente?
………………………………………………………………………………………….
………………………………………………………………………………………….
7. Specifica cosa pensi riguardo all’organizzazione del seminario
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GLOSSARY - GLOSSARIO
Ability
capacità
Abuse
Abuso
Accessibility
accessibilità
Acceleration
accelerazione
Achievement
raggiungimento
Alarm
allarme
Alert
allerta
Segnale dato per avvertire di un pericolo prossimo ma
meno imminente che nel caso di un allarme.
Assessment
valutazione
L'atto o risultato del giudicare la prestazione di qualcosa
o qualcuno.
B
Biological disaster
disastro biologico
Disastro causato dall'esposizione di organismi viventi a
germi e sostanze tossiche.
C
Chemical accident
incidente chimico
Perdita accidentale avvenuta durante la produzione, il
trasporto o il trattamento di sostanze chimiche
pericolose.
Civil defence
difesa civile
Il sistema di misure, normalmente gestite da un'agenzia
governativa, per proteggere la popolazione civile durante
una guerra, per rispondere a disastri e per prevenire e
mitigare le conseguenze di grandi emergenze in tempo di
pace.
Claims
Rivendicazione
L'asserire un diritto (di ottenere denaro o beni)
Climatic change
cambiamento climatico
Cambiamento osservato nel clima a livello globale,
regionale o subregionale causato da processi naturali e/o
interventi umani
Atto del lavorare congiuntamente
A
Collaboration
collaborazione
Crisis
crisi
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L'abilità o la cognizione di fare qualcosa.
Trattamento crudele o inumano.
La qualità di essere a disposizione in caso di bisogno.
Un cambiamento di velocità nel tempo.
L'atto di realizzare qualcosa.
Segnale dato per avvertire di un pericolo.
Una condizione instabile, negli affari politici, sociali o
economici, che implica imminenti cambiamenti
significativi o decisivi.
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D
Cohesion (social)
Coesione (sociale)
Solidarietà tra membri di una società caratterizzata dal
rifiuto dell'esclusione sociale.
Damage classification
classificazione dei danni
Valutazione e registrazione dei danni alle strutture,
risorse o oggetti.
Database
Banca dati
Un archivio organizzato di informazioni correlate.
Data collection platform Unità di misurazione automatica con radio trasmittente
(DCP)
per fornire contatti e trasmissione di dati via satellite.
piattaforma di collezione dati
E
Declaration of disaster
dichiarazione di disastro
Dichiarazione ufficiale di uno stato di emergenza
conseguente al verificarsi di una calamità su vasta scala
al fine di attivare misure reattive.
Disaster
disastro
Una grave interruzione delle funzioni di una società che
causa diffuse perdite umane, materiali o ambientali
eccedenti la capacità della società colpita di reagire
usando solo le proprie risorse.
Disaster legislation
legislazione anticalamità
Insieme di leggi e regolamenti che regolano e
stabiliscono responsabilità per la gestione dei disastri
attraverso le varie fasi.
Disaster management
gestione delle calamità
L'insieme delle decisioni politiche ed amministrative e
conseguenti operazioni.
Disaster response
reazione alle calamità
L'insieme delle decisioni e delle azioni prese durante e
dopo una calamità, ivi compresi l'immediato aiuto
umanitario, il ripristino e la ricostruzione.
Disaster team
squadra anticalamità
Gruppo multidisciplinare e multisettoriale di persone
qualificate a valutare un disastro e portare i necessari
aiuti.
Disease control
controllo delle malattie
All policies, precautions and measures taken to prevent
the outbreak or spread of communicable diseases.
Qualsiasi misura, precauzione o politica atta a prevenire
lo scoppio o la diffusione di epidemie.
Elements at risk
elementi a rischio
La popolazione, gli edifici, opere di ingegneria civile,
attività economiche, servizi pubblici, utilità ed
infrastrutture ecc. esposte ad un pericolo.
Emergency
emergenza
Un evento improvviso e solitamente imprevisto che
richiede misure immediate per minimizzarne le
conseguenze negative.
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F
G
H
Emergency operations centre
(EOC)
centro operazioni di
emergenza
Environmental degradation
degrado ambientale
Organismo ufficialmente designato per la direzione ed il
coordinamento delle attività nella fase di risposta ad un
disastro.
Exercise
esercitazione
La ripetizione di un'attività per aumentare le proprie
capacità.
Experience
esperienza
Expert
esperto
Conoscenza o capacità ottenute dalla pratica.
First aid
primo soccorso
Le cure immediate ma temporanee date alle vittime di un
incidente o di una malattia improvvisa atte a evitare
complicazioni, ridurre la sofferenza e mantenerle in vita
fino a quando avranno l'assistenza di un servizio
competente o di un medico.
Forecast
previsione
Dichiarazione o stima statistica sull'accadimento di un
evento futuro. Tale termine viene utilizzato con
significati diversi in discipline diverse, oltre al settore
della previsione.
Famine
carestia
Una catastrofica carenza di cibo che affligge un gran
numero di persone per motivi climatici, ambientali e
socio economici.
Global
globale
Government
governo
Riguardante l'intero pianeta.
Group
gruppo
Un qualsiasi numero di entità considerate come un'unità.
Hazard
pericolo
Un evento minaccioso o la probabilità che si verifichi un
fenomeno potenzialmente dannoso in un determinato
momento e zona.
Una sostanza o materiale che un'autorità competente ha
stabilito essere in grado di mettere a serio rischio la
salute, la sicurezza e le cose.
Hazardous material
materiale pericoloso
I
Intensity
intensità
Partners: ILA - INA – SSAI - IPA
Modificazione sfavorevole dello Stato ecologico ed
ambientale causato da processi naturali e/o interventi
umani.
Una persona molto capace o altamente preparata ed
informata in un campo specifico.
È l'organismo che rappresenta l'autorità governativa di
una unità politica.
Grado o livello di qualità di un'operazione.
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Inclusion (social)
inclusione (sociale)
Integrazione di un gruppo sociale di minoranza l'opposto di esclusione sociale.
K
Knowledge
conoscenza
Il
risultato
psicologico
della
dell'apprendimento e del ragionamento.
L
Land Degradation
degradazione del terreno
Progressivo Deterioramento del terreno risultante da
fenomeni naturali o interventi umani.
Laws
leggi
Una serie di regolamenti creati per controllare le azioni
ed il comportamento delle persone.
Lifelines
Le strutture e i sistemi pubblici che forniscono servizi
vitali di base come l'acqua potabile, la corrente elettrica, i
servizi sanitari, le comunicazioni e i trasporti.
Logistics
logistica
La gamma di attività operative che riguardano la
fornitura, la gestione, il trasporto e la distribuzione di
materiali. Applicabile anche al trasporto delle persone.
Media
media
Tutti i mezzi di comunicazione quali i giornali, la radio e
la tv che forniscono al pubblico notizie, intrattenimento,
informazione, ecc.
Mitigation
mitigazione
Misure intraprese prima che un disastro abbia luogo
miranti a ridurre o eliminare l'impatto del disastro stesso
sulla società e sull'ambiente.
Mobile Satellite
Communication System
(SATCOM)
Sistema mobile di
comunicazione satellitare
Monitoring
monitoraggio
E’ utilizzato quando gli altri sistemi di comunicazione
non sono più funzionanti.
Need
bisogno
qualcosa che si richiede o di cui si necessita.
Non-governmental
organization (NGO)
organizzazione non
governativa
Organizzazione non di lucro operante a livello locale,
nazionale o internazionale. Distinto da un'associazione
governativa in quanto priva di legame legale con un
governo nazionale.
Non-profit
non di lucro
Official
funzionario
Non motivato da scopi commerciali.
M
N
O
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percezione,
Sistema che permette la continua osservazione,
misurazione e valutazione del progresso di un processo o
fenomeno al fine di prendere misure correttive.
Pubblico dipendente incaricato di una particolare area
che lavora per il bene dei cittadini.
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P
R
Oil spill
spargimento di petrolio
La contaminazione di petrolio di un tratto di terra o di
mare.
Panic
panico
Una schiacciante sensazione di paura ed ansia.
Policies
politiche
Linee tematiche che razionalizzano il corso dell'azione di
governo.
Pollution
inquinamento
Degrado di uno o più elementi o aspetti dell'ambiente
causato da rifiuti industriali, chimici o biologici
provenienti da scarti di prodotti manufatti o dalla
gestione sbagliata di risorse ambientali.
Population at risk
popolazione a rischio
Una parte ben definita della popolazione le cui vite, beni
e sostentamento sono minacciati da determinati pericoli.
Prediction
predizione
Enunciazione di un evento atteso.
Preparedness
preparazione
Prevention
prevenzione
Attività atte a minimizzare effetti dannosi.
Refugees
rifugiati
Secondo la legislazione internazionale si tratta di persone
che abbiano la fondata paura di essere perseguiti per
motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un
determinato gruppo sociale o opinione politica, per lo più
al di fuori del proprio paese di nazionalità, e che siano
incapaci di ritornare in quel paese o godere della sua
protezione. Può anche trattarsi di un esodo in massa di
genti in seguito a conflitti o disastri naturali che si
spostino al di fuori del proprio paese di origine.
Resettlement
reinsediamento
Azioni necessarie per il permanente insediamento di
persone in una zona differente dal loro luogo di origine.
Risk
rischio
Perdite previste (di vite, persone ferite, proprietà
danneggiate, attività economica interrotta) a causa di un
pericolo in una determinata zona e momento specifico.
Basandosi su un calcolo matematico, il rischio è il
prodotto di un pericolo e della conseguente vulnerabilità.
Roots
radici
La condizione di appartenere a un determinato gruppo o
luogo in virtù di discendenza etnica, sociale o culturale.
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Comprende attività atte a fornire una protezione
permanente da effetti dannosi. Essa include l'ingegneria
ed anche Misure legislative.
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S
T
U
V
Sanitation
Interventi sanitari
L'applicazione di misure tecniche mirate ad assicurare e
migliorare in generale l'igiene nella società, compresa la
raccolta, l'evacuazione e lo smaltimento di rifiuti liquidi
e solidi, oltre a misure per creare un ambiente favorevole
alla salute e alla prevenzione delle malattie.
Shelter
rifugio
Protezione fisica per le vittime di disastri che non hanno
più l'accesso a strutture abitative normali.
Social counselling
consulenza sociale
Servizio che fornisce alle persone le informazioni
necessarie, fa da tramite per i servizi di mantenimento ed
offre varie possibilità su come risolvere i loro problemi.
Di solito la consulenza sociale fa parte dei servizi sociali
oppure è fornita da un ente indipendente.
Society
società
Un gruppo di individui con propria organizzazione
culturale ed economica
Strike
sciopero
Sospensione del lavoro da parte di un gruppo per ottenere
retribuzioni più alte o condizioni di lavoro migliori.
Team
squadra
Technology transfer (or
cooperation)
trasferimento di tecnologia (o
cooperazione)
Un'unità di cooperazione.
Theory
teoria
Un sistema organizzato di conoscenze accettate
applicabili in varie circostanze per spiegare un
determinato tipo di fenomeni.
Movimento di persone o automobili, autocarri o altri
veicoli.
Radicalmente distinto da altri e senza eguali.
Traffic
traffico
Unique
unico
Voluntary agencies
agenzie di volontariato
W
Warning
avvertimento
Z
Zone
zona
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Informazioni ed attrezzature fornite da un Paese ad un
altro unitamente alla responsabilità per l’addestramento
delle persone che useranno queste informazioni,
tecnologie o attrezzature.
Agenzie non governative o organismi che esistono in
paesi del mondo in grado di ampliare il loro raggio
d'azione dal livello locale a quello nazionale ed
internazionale. Sono composte di persone addestrate a
fornire assistenza in caso di disastri o altri problemi
sociali.
Inoltro di un messaggio che segnala un pericolo
imminente spesso contenente anche consigli sulle
relative misure di protezione
Una regione geografica circoscritta caratterizzata da
alcuni elementi distintivi.
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