Relazione anno 2005 - linearosa.it – No alla violenza sulle donne
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Relazione anno 2005 - linearosa.it – No alla violenza sulle donne
Prot. n. 139/2006 Ravenna, 30/10/2006 • DATI RELATIVI ALL’ACCOGLIENZA • DATI RELATIVI ALL’OSPITALITA’ • ATTIVITA’ SVOLTE DALL’ASSOCIAZIONE LINEA ROSA NEL CORSO DELL’ANNO 2005 La Presidente Dr.ssa Alessandra Bagnara Redatto da Dr.ssa Sabrina Lupinelli Indice Capitolo I – L’accoglienza nell’anno 2005 1. Dati statistici dell’accoglienza Ravenna dal dicembre 1991 al 31/12/2005 2. Dati statistici dell’accoglienza a Ravenna nell’anno 2005 3. Dati statistici dell’accoglienza a Russi nell’anno 2005 4. Commenti e riflessioni a proposito dei dati dell’accoglienza Capitolo II – L’ospitalità nelle case rifugio nell’anno 2005 1. I dati statistici dell’ospitalità dall’apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto al 31 dicembre 2005 2. Dati statistici dell’ospitalità nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto nell’anno 2005 3. Dati statistici dell’ospitalità nella Casa Dafne nel 2005 4. Commenti riflessioni sui dati dell’ospitalità a) La Casa Rifugio b) La Casa Dafne 5. Il nostro lavoro politico con le donne: a) L’apertura della Casa Dafne b) Il Protocollo d’intenti con l’Azienda Usl di Ravenna 6. L’intervento con i bimbi nella casa rifugio: Il progetto “Ascoltare i minori maltrattati o abusati” 7. Sull’uscita dei bambini dalle case rifugio Capitolo III – La formazione 1. Formazione esterna: a) Percorso Formativo di base per operatrici/volontarie di accoglienza di 1° livello b) Progetto formativo “Lividi dentro” c) Convegno “Diritti Negati e violenza alla persona. Il fenomeno della violenza in famiglia: da questione privata a problema sociale” (Foggia, 14 aprile 2005) d) Corso di formazione R.S.U. – R.L.S.: la nuova dimensione sociale (20 aprile 2005) e) Corso di aggiornamento “Abuso sui minori:rilevazione e interventi in ambito scolastico” (11/04/2005) f) Il sé e l’altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze (ottobre-dicembre 2005) 2. Formazione interna: a) Percorso Formativo Specialistico di 2° livello per consulenti dei Centri Antiviolenza b) Corso di 2° livello: “Metodologia attiva, teorico-pratica, basata sulla costruzione e analisi di autocasi” c) Seminario internazionale di presentazione e discussione del manuale europeo per l’apertura e la gestione di un centro antiviolenza (Bologna, 11 febbraio 2005) d) Seminario di approfondimento sulla Convenzione di New York e sulla Convenzione di Strasburgo (Ravenna, 8 febbraio 2005) e) Seminario “Violenza assistita, violenza vissuta. La violenza domestica assistita dai bambini” (Bologna, 21 gennaio 2005) f) “Focus sull’ospitalità. Progetti, metodologie, buone pratiche nei centri”, Primo seminario di studi di Solidea Istituzione di Genere della Provincia di Roma per un confronto con la rete nazionale dei centri antiviolenza (Roma, 21-22 maggio 2005) g) Convegno “Per amore della differenza. Percorsi di uomini e donne per un altro rapporto fra i sessi” (Parma, 25 giugno 2005) h) Corso di formazione “Violenza contro le donne” promosso dall’Ausl di Lugo (Ravenna, 1920 settembre 2005) 2 i) “Corso di psichiatria” a cura dell’Università per la formazione permanente degli adulti Giovanna Bosi Maramotti (Ravenna, novembre – dicembre 2005) l) Conferenza internazionale “Io mi cerco e mi trovo” verso la costruzione di un approccio comune al contrasto alla violenza alle donne. Un confronto fra Italia e Svezia, organizzato dal Comune di Ravenna ed il Sern (Sweden – Emilia Romagna Network) nel dicembre 2005 m) Corso di formazione per ausiliari nella testimonianza dei minori”, organizzato dal Cismai (Milano, ottobre-dicembre 2005) n) Supervisione mensile delle operatrici e delle volontarie con una psicoterapeuta o) Incontri trimestrali con le avvocate che collaborano con Linea Rosa Capitolo IV – Progetti 1. Coordinamento Regionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna a) Il progetto di ricerca: l’Osservatorio delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell’Emilia Romagna. b) Il Coordinamento Regionale in occasione dell’8 marzo 2005 c) La campagna del Coordinamento Regionale in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne: 25 novembre 2005. 2. Coordinamento Nazionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza: a) Pubblicazione degli Atti del convegno “Le donne producono sapere, salute, cambiamento. Centri in movimento, il Movimento dei Centri Antiviolenza”, tenutosi a Marina di Ravenna il 28-29 novembre 2003. b) Le linee guida elaborate dal Coordinamento Nazionale delle Case delle Donne e dei Centri Antiviolenza 3. Altre iniziative di Linea Rosa a Ravenna in occasione del 25 novembre 2005: Convegno “Dalla Casa al Rifugio” (24 novembre 2005) 4. Progetto “Sostenere la genitorialità”, nell’ambito del “Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori”. 5. Progetto “Sportello di orientamento e accompagnamento al lavoro per donne che hanno subito violenza”, realizzato nell’ambito del programma “Vie d’Uscita, per-corsi di autonomia”. 6. Presentazione del libro “Il sé e l’altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze” 7. Guida ai Diritti delle Donne Capitolo V – Iniziative pubbliche 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Manifestazioni in occasione dell’8 marzo, in collaborazione con il Comune di Ravenna L’aggiornamento del sito www.linearosa.it Donne per il sì - Ravenna Incontro pubblico con Lia Inama, autrice del libro “Liberarsi dal troppo amore” Incontro pubblico “La violenza contro le donne è vicina. Azioni e interventi” (Coriano, 27 settembre 2005) La Festa del Volontariato 1° Raduno Nazionale Gold Wing (Ravenna, 3-5 giugno 2005) Deportivo La Curnanza: 5 anni di cammino insieme… La pesca benefica di Natale a Ravenna in collaborazione con l’associazione A.D.V.S. Appendice • Allegato 1: Questionario di valutazione somministrato alla donna in uscita dalla casa rifugio • Allegato 2: Depliant della Campagna di sensibilizzazione del Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza assieme alla Regione Emilia Romagna. • Allegato 3: Depliant del convegno “Dalla casa al Rifugio” • Allegato 4: Guida ai Diritti delle donne • Allegato 5: Curricula e Formazione dell’Equipe di gestione delle Case Rifugio. 3 Capitolo I – L’accoglienza nell’anno 2005 1. Dati statistici 31/12/2005 dell’accoglienza Ravenna dal dicembre 1991 al Dall’apertura del Centro sono state accolte 2330 donne. Di queste,1998 (85,7%) hanno subito una o più forme di violenza; e 390 (16.7%) sono le donne STRANIERE. L’ETA’ delle donne accolte va da un minimo di 17 anni ad un massimo di 78 anni. La fascia di età più rappresentata è quella compresa tra i 20 e i 50 anni (attorno al 70% del totale). Nel periodo 2001- 2005 le percentuali per fasce d’età sono così suddivise: (su un parziale di 1306 donne) 29-40 anni 502 38.4 % 41-50 196 15.0 % 51-60 99 7.6 % Sotto i 29 189 14.5 % Sopra i 60 26 2.0 % N.R. 294 22.5 % RESPONSABILI delle VIOLENZE (risposta multipla) Coniugi 467 40.5 % Conviventi 166 14.4 % Ex 158 13.7 % Fidanzati/amanti 43 3.7 % Altri familiari 191 16.6 % Estranei 92 8.0 % N.R. 35 3.0 % HA FIGLI/E circa il 70 % delle donne accolte. Nel periodo 2002/2005 oltre il 60% di tutti/e i figli/e risultavano aver subito una qualche forma di violenza (dato per difetto, essendo estrapolato dai colloqui di accoglienza svolti con le donne). 4 Le violenze ai figli/e sono così suddivise: Fisica 6.2 % Psicologica 22.4 % Economica 15.4 % Sessuale 2.5 % Assistita 44.3 % Altro 13.3 % RESPONSABILI delle violenze ai figli/e Padre 84.2 % Partner della madre 8.0 % Altri familiari (nonni, zii, fratelli,ecc.) 6.7 % Sconosciuti 0.5 % Madre 0.8 % 2. Dati statistici dell’accoglienza a Ravenna nell’anno 2005 Le donne accolte sono state 288, di cui 238 per la prima volta nell’anno in corso, mentre altre 50 hanno continuato nel 2005 un percorso col Centro iniziato negli anni precedenti. Sul totale, 238 (82.6%) hanno subito una o più forme di violenza (fisica, psicologica, economica, sessuale); Sono 203 (70.5%) che hanno figli/e; e 72 (25.0%) le donne straniere. Quest’ultime sono così suddivise: Area geografica Est Europa Africa Europa occidentale Asia Sud America Nord America N. R. Nr. Donne 33 20 3 3 9 1 3 Percentuale 45.8% 27.8% 4.2% 4.2% 12.5% 1.4% 4.2% La fascia d’età più rappresentata è quella che va dai 20 ai 50 anni (63.2%) Età 29-40 anni 41-50 51-60 sotto i 29 sopra i 60 N. R. Nr. Donne 93 53 26 36 10 70 Percentuale 32.3% 18.4% 9.0% 12.5% 3.5% 24.3% 5 RESPONSABILI DELLE VIOLENZE (risposta multipla) Coniuge Convivente Ex Fidanzato/amante Altri familiari Estranei/sconosciuti N. R. 116 42 51 9 45 17 23 38.3% 13.9% 16.8% 3.0% 14.8% 5.6% 7.6% 3. Dati statistici dell’accoglienza a Russi nell’anno 2005 54 DONNE ACCOLTE dall’apertura della sede nel gennaio 2002 Residenti nel Comune di Russi Residenti in altri Comuni 38 (73.1%) 14 (26.9%) 2 N.R. Italiane Straniere 51 (94.4%) 3 Hanno subito violenza 47 (87.0%) 5 N.R. Dall’apertura della sede è stata ospitata nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto assieme al suo bambino 1 donna residente nel Comune Nell’intero corso del 2005 sono state accolte 14 donne Nazionalità Italiane straniere Nr. Donne 14 - Residenza Comune di Russi Altri Comuni Nr. Donne 11 3 L' Età media delle donne è di circa 40 anni (22 anni la più giovane, 63 la meno) Stato Civile Coniugata Separata/divorz. Convivente Nubile Vedova N.R. Nr. Donne 5 2 3 2 1 1 Occupazione Occupata Non occupata Pensionata Studentessa N.R Nr. Donne 6 5 2 1 6 Violenze subite (Risposta multipla) Fisica Psicologica Economica Sessuale N.R Autori (Risposta Multipla) 8 donne 13 9 4 1 Età Figli/e Nr. Figli/e 0 - 5 anni 6 - 11 anni 12 - 17 anni > 18 anni 9 2 3 9 Coniuge Convivente Ex Fidanz./amante Altri familiari 7 3 2 1 4 Violenze subite dai figli/e∗ (Risposta Multipla) Fisica Psicologica Assistita Economica Nr. Figli/e 1 7 15 6 *In tutti questi casi l'autore delle violenze è il padre. 4. Commenti e riflessioni a proposito dei dati dell’accoglienza Nella totalità dei dati in nostro possesso, al momento siamo in grado di estrapolarne solo alcuni di quelli che ogni anni mettiamo a confronto con quelli degli anni precedenti. Siamo infatti ancora in attesa che vengano elaborati tutti i dati all’interno del Rapporto di Ricerca regionale realizzato dalle Case delle Donne e Centri Antiviolenza e finanziato per il 2005 dalla Regione Emilia Romagna. Dopo aver registrato un picco nell’anno precedente, il numero totale delle donne accolte nel 2005 è tornato a seguire un trend più stabile. In graduale ma costante crescita è il numero delle donne straniere, in larga maggioranza provenienti dall’Est Europeo, a seguire le donne africane, soprattutto originarie dell’area maghrebina. La distribuzione per età non subisce variazioni di rilievo, essendo la fascia tra i 29 ed i 40 anni la più rappresentativa. Le donne con figli/e si attesta sempre su una percentuale intorno al 70%; ed è confermato il dato dal quale risulta che i tre quarti delle donne accolte ha subito contemporaneamente più forme di violenza. Per quanto riguarda il responsabile delle violenze, prevale la categoria dei partners e quella degli ex (mariti, conviventi, fidanzati, amanti), con una tendenza all’aumento proprio di quest’ultima categoria. 7 Capitolo II- L’ospitalità nelle case rifugio nell’anno 2005 I dati statistici dell’ospitalità dall’apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto al 31 dicembre 2005 Dall’apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto (novembre 1998) al 31/12/’05, sono state ospitate 50 donne (27 italiane, 23 straniere) e 63 bambini/e. Il periodo di ospitalità va da un minimo di 1 giorno1 ad un massimo di 10 mesi Per 5 donne (oltre alle 50 ospitate a Ravenna) è stata richiesta ed ottenuta ospitalità in Centri Antiviolenza di altre città per motivi di sicurezza. D’accordo con la donna, si è valutato troppo rischiosa, anche se in struttura segreta, la permanenza nella città di residenza. L’età delle donne ospitate va da un minimo di 18 anni ad un massimo di 67 anni. Al - momento dell’ingresso nella casa: 24 donne risultavano disoccupate 20 occupate 1 studentessa 5 casalinghe Una volta inserite all’interno della Casa Rifugio: - 5 donne sono state allontanate dalla Casa Rifugio per gravi violazioni del Regolamento (firmato per accettazione dalle donne stesse al momento di essere inserite): violazione della segretezza rispetto all’indirizzo della casa rifugio (3 donne), consumo di alcool (1 donna) o sostanze stupefacenti (1 donna) all’interno della casa. - 1 donna se ne è andata dalla Casa Rifugio perché non accettava la convivenza con le altre donne. VIOLENZE SUBITE (risposta multipla) Violenza psicologica 50 donne Violenza economica 34 Violenza fisica 45 Minaccia di morte 24 Violenza sessuale 15 Tentato omicidio 4 1 Dato riferito ad una donna che, lo stesso giorno del suo ingresso, ha abbandonato la Casa Rifugio senza lasciare traccia e senza rimettersi successivamente in contatto col Centro. 8 RESPONSABILI Partner (marito o convivente) Padre Figlio estranei 46 donne 2 1 1 RICHIESTE E BISOGNI DELLE DONNE al momento dell’ingresso nella Casa Assistenza legale 33 donne Assegnazione della casa coniugale 8 Ricerca di nuova abitazione 30 Ricerca di lavoro 29 Richiesta di affidamento dei figli 23 Donne con figli affidati ai Servizi Sociali 9 SITUAZIONE DELLE DONNE DOPO IL PERIODO DI OSPITALITA’ Conseguimento separazione legale 13 Assegnazione casa coniugale 8 Reperimento di altra abitazione 21 Reperimento di nuova attività lavorativa 18 Ottenimento affido figli 13 Tornate col partner maltrattante∗ 12 Realizzazione separazione di fatto2 10 Allontanamento dal padre maltrattante 2 ∗E’ molto importante sottolineare che per quanto riguarda la voce delle donne “Tornate col partner maltrattante”, al loro rientro a casa, per 9 di queste donne c’è stato un miglioramento della relazione col partner. L’allontanamento temporaneo, con la dimostrazione di essere in grado di interrompere la situazione violenta e la consapevolezza di poter contare su sostegno e aiuto, ha reso più forti le donne; essere state sostenute, vedere riconosciute da parte di altri le violenze subite, ha permesso loro di “(ri)contrattare “ la propria libertà e il diritto al rispetto. E’ interessante notare, nonché spunto di riflessione, che la gran parte delle donne che sono tornate col partner maltrattante erano straniere, prevalentemente dell’area maghrebina e centroafricana; l’ipotesi è che ciò sia dovuto alla scarsa rete familiare ed amicale di sostegno nel reinserimento socioeconomico ma anche alle pressioni della comunità di riferimento. 2. Dati statistici dell’ospitalità nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto nell’anno 2005 Nel corso dell’anno 2005 sono state ospitate 7 donne (6 nuovi ingressi; e 1 donna che era entrata nell’ultimo periodo del 2004). Donne italiane Donne straniere Bambini/e 2 2 5 10 Dato riferito a donne non coniugate ma conviventi 9 Età delle donne: dai 20 ai 67 anni Età dei figli/e: 0-6 anni 6-12 annii Oltre i 12 anni 4 5 1 Scolarità delle donne Nessun titolo Elementari Scuola media inferiore Occupazione Occupata Disoccupata casalinga 3 3 1 Stato civile Coniugate Conviventi Nubili 4 1 2 1 5 Scuola media superiore Formaz. parauniversitaria Laurea 1 - Violenze subite (risposta multipla) Violenza fisica 7 Violenza psicologica 7 Violenza economica 4 Violenza sessuale 1 Richieste e bisogni delle donne al momento dell’ingresso nella casa (risposta multipla) Assistenza legale 6 Assegnaz.casa coniugale 3 Nuova abitazione 2 Lavoro 5 Affidamento figli/e 5 Donne con figli/e affidati/e ai 1 Servizi Sociali Responsabili delle violenze (risposta multipla) Coniuge 4 Convivente 1 Figlio 1 Estranei 1 Bambini/e ospitati/e che hanno subito violenza (risposta multipla) Violenza fisica 3 Violenza psicologica 5 Violenza sessuale 10 Violenza assistita Violenza economica 10 - Conseguenze sui bambini/e (risposta multipla) Agitazione/irrequietezza 6 Comportamenti aggressivi 3 Enuresi Paura 3 Ansia 4 Disturbi del sonno 1 Responsabili delle violenze ai bambini/e Padre 9 Partner della madre 1 3. Dati statistici dell’ospitalità nella Casa Dafne nel 2005 Aperta a gennaio 2005, sono state ospitate 5 donne: Donne italiane Donne straniere Bambini/e 4 1 6 Età delle donne: dai 20 ai 40 anni Età dei figli/e: 0-6 anni 6-12 anni Oltre i 12 3 2 1 Scolarità delle donne Nessun titolo Elementari Scuola media inferiore Scuola media superiore Formaz. parauniversitaria Laurea Occupazione Occupata Disoccupata Casalinga 2 2 1 - 2 3 - 11 Stato civile Coniugate Conviventi Nubili 1 3 1 Violenze subite (risposta multipla) Violenza fisica 4 Violenza psicologica 5 Violenza economica 3 Violenza sessuale 2 Richieste e bisogni delle donne al momento dell’ingresso nella casa (risposta multipla) Assistenza legale 4 Assegnaz.casa coniugale 1 Nuova abitazione 4 Lavoro 3 Affidamento figli/e 4 Donne con figli/e affidati/e ai 2 Servizi Sociali Responsabili delle violenze (risposta multipla) Coniuge 1 Convivente 3 Zio 1 Estranei Bambini/e ospitati/e che hanno subito violenza (risposta multipla) Violenza fisica 1 Violenza psicologica 4 Violenza sessuale Violenza assistita 5 Violenza economica 1 Conseguenze sui bambini/e (risposta multipla) Problemi scolastici 1 Agitazione/irrequietezza 3 Comportamenti aggressivi 1 Enuresi 1 Paura 2 Ansia 2 Disturbi del sonno 1 Responsabili delle violenze sui bambini/e Padre 4 Partner della madre 2 12 4. Commenti riflessioni sui dati dell’ospitalità a) La Casa Rifugio Il numero delle donne è fisiologicamente calato rispetto ai due anni precedenti (11 nel 2003, 7 nel 2005), e questo per l’apertura della Casa Dafne, in cui sono convogliate le “situazioni” che non necessitavano di misure di assoluta protezione e segretezza (5 donne nel 2005, per un totale di 12 donne ospitate tra tutte e due le case). Nel 2005 per la prima volta la Casa Rifugio ha ospitato una donna anziana, che ha chiesto aiuto per sottrarsi alle violenze da parte del figlio. Per il resto, l’età media delle donne ospitate ha seguito il trend usuale, dai 20 ai 40-50 anni. In questo senso possiamo considerare “eccezionale” l’anno 2004, quando la Casa Rifugio ha ospitato in prevalenza donne giovani. Il 2005 ha inoltre confermato il dato degli anni precedenti sulla scolarità, con un livello di istruzione meno elevato delle donne ospitate rispetto a quello delle donne accolte nel Centro di Prima Accoglienza. Non ha registrato nessuna variazione anche il dato sull’occupazione: le donne che lasciano la propria casa sono sia occupate che disoccupate che casalinghe. Le donne che lavorano, hanno però un impiego stabile. Connesso a questo dato è quello sulle richieste ed i bisogni espressi dalle donne: sono aumentate le donne che necessitano di assistenza legale, quasi sempre gratuita, per le condizioni economiche in cui versano, soprattutto quando sono costrette a lasciare la propria casa, e questo anche nel caso abbiano una occupazione. Tutte le donne ospitate nella Casa Rifugio hanno dichiarato di aver subito violenza fisica, psicologica ed economica; poche ospiti hanno invece dichiarato di aver subito violenza sessuale. I responsabili delle violenze sono sempre i partners (mariti e conviventi). Invariati sono anche i dati sui bambini ospitati che hanno subito violenza: tutti hanno assistito alle violenze; molti di loro hanno subito personalmente violenza psicologica, alcuni violenze fisiche. In conseguenza di ciò, i piccoli ospiti hanno manifestato stati di irrequietezza, stati d’ansia e spesso, se in età scolare, problemi di apprendimento e di socializzazione. I responsabili delle violenze sono, nella quasi totalità dei casi, i padri naturali. b) La Casa Dafne Gli obiettivi per i quali è stato realizzato il progetto della Casa Dafne, che a differenza della Casa Rifugio non ha come prima specificità la segretezza assoluta, sono stati raggiunti in maniera soddisfacente. La possibilità di fare entrare nella casa persone di fiducia delle donne, in accordo con le operatrici di Linea Rosa, ha permesso una migliore realizzazione o attivazione di alcuni percorsi di autonomia e di reinserimento socio-economico attraverso l’utilizzo di modalità nuove (es.: servizio di babisitteraggio svolta da persone esterne all’Associazione quando non dai familiari delle donne stesse). All’interno della Casa Dafne, le donne ospitate non presentavano situazioni tali da necessitare strette misure di sicurezza, quindi, hanno sentito meno il “peso dell’isolamento” e mantenuto più agevolmente le relazioni amicali precedenti. I “percorsi” nella Casa Dafne si sono contraddistinti sin’ora per la particolarità dei tempi di permanenza: si va da periodi di ospitalità lunghi (6-7 mesi e oltre) a periodi brevi (anche poche settimane). La Casa Dafne è aperta ancora da troppo poco tempo per potere già adesso estrapolare dai dati in nostro possesso tendenze ed indicatoritori significativi. A parte il livello di scolarità, che ha visto donne in Casa Dafne mediamente più istruite rispetto a quelle ospitate nella Casa Rifugio, gli altri dati riprendono quelli medi individuati per la Casa Rifugio. 13 5. Il nostro lavoro politico con le donne a) L’apertura della Casa Dafne Il progetto della “seconda casa” nasce dall’esigenza di sostenere il percorso di uscita dalla violenza delle donne che si rivolgono al Centro nella fase in cui viene superata l’emergenza e la necessità di offrire in primo luogo protezione alle donne minacciate nella loro incolumità fisica e psicologica. Quando la situazione di pericolosità lo richiede, le donne, con i/le figli/e, sono costrette a lasciare la propria casa ed a trovare ospitalità in strutture protette. Il cambiamento, pur presentando aspetti positivi in termini di messa in sicurezza, si rivela comunque traumatico sia per le donne che per i loro figli, che, per motivi legati alla loro sicurezza ed alla segretezza della struttura non possono, ad esempio, ricevere visite da parte di familiari ed amici. Se poi le donne trovano un lavoro, spesso in orari disagevoli e, comunque, al di fuori degli orari scolastici dei figli, non possono né far avvicinare, né tanto meno far entrare nella casa, persone che le aiutino nella gestione e nella cura dei figli. Cessata la situazione di pericolosità, per le donne diventa inoltre difficile osservare scrupolosamente il rigido regolamento che vige nella casa rifugio in quanto “segreta”. La Casa Dafne invece intende favorire il graduale reinserimento sociale delle donne offrendo loro un’ospitalità temporanea (da 4 a 6 mesi), nonché la cura e la sorveglianza dei figli, inoltre da alle donne l’opportunità di prendere coscienza delle proprie risorse, dei propri desideri e delle proprie necessità, attraverso l’autogestione della vita quotidiana. Il progetto è stato realizzato in convenzione con l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e con il contributo economico per il primo anno da parte della Fondazione Cassa di Risparmio, per l’acquisto dell’arredamento. Gli obiettivi della Casa Dafne sono: • • • • Favorire un graduale reinserimento sociale durante l’ospitalità temporanea Favorire la cura e la sorveglianza dei figli delle donne ospitate Conseguire sia la piena autonomia che la consapevolezza delle proprie risorse alle donne ospitate Aiutare la donna nella gestione del denaro Metodologia dell’accoglienza prevede: • Ospitalità temporanea nella Casa Dafne • Colloqui con la donna ospite della casa • Gruppi di sostegno fra le donne ospiti della casa e le donne accolte nel nostro Centro per favorire la maggiore integrazione sociale • Autogestione della vita quotidiana b) Il Protocollo d’intenti con l’Azienda Usl di Ravenna Un nuovo Protocollo per la promozione di buone prassi negli interventi d’aiuto a donne vittime di violenza, è stato siglato a Ravenna tra l’associazione Linea Rosa, l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e l’Azienda Usl. Il nuovo documento è stato presentato in occasione del convegno “Dalla Casa al Rifugio” (vedi al Capitolo IV paragrafo n. 3 della presente Relazione), organizzato da Linea Rosa per celebrare la giornata Onu contro la violenza alle donne. L’obiettivo è quello di individuare procedure standardizzate che prevedano, pur nel rispetto dei codici di accesso alle prestazioni medico sanitarie, la possibilità di attesa in luoghi di sicurezza; la possibilità di individuare codificazioni con le quali riconoscere, già all’accettazione, le donne ospiti nelle Case rifugio gestite da Linea Rosa; prevedere eventuali ricoveri anche di bambini assieme alle madri; ed assicurare percorsi intraospedalieri alle donne che hanno subito violenza, tali da garantire l’accesso a prestazioni specialistiche nel rispetto della riservatezza. Si tratta di un ulteriore strumento per contrastare un fenomeno che, come è stato ampiamente rimarcato nel 14 corso del convegno, avviene soprattutto all’interno delle mura domestiche, per mano di partners ed ex partners (il testo integrale del documento si può trovare sul sito www.linearosa.it). 6. L’intervento con i bimbi nella casa rifugio: Il progetto “Ascoltare i minori maltrattati o abusati” Nel momento di ospitalità di una donna che necessita di protezione da un partner violento, nel caso in cui vengano ospitati insieme a lei anche dei bambini, l’associazione ha previsto specificatamente per loro un progetto di osservazione dovuto al fatto che l’esperienza di ospitalità ci ha fatto imparare a non sottovalutare il vissuto dei bambini, che anche se non subiscono direttamente i maltrattamenti, sono vissuti in un ambiente violento, ne hanno respirato il clima, hanno visto con i loro occhi maltrattare, spesso anche fisicamente, le proprie mamme. La finalità di questo percorso, di cui la donna è informata sia dall’operatrice di riferimento che dalle referenti del progetto, è quella di monitorare lo stato di “salute psico-fisica” dei bambini nel periodo di permanenza nella casa. Tra le finalità c’è anche quella di aiutare le madri nella comprensione delle dinamiche legate alla situazione in cui i bambini si trovano; per fare questo vengono effettuati incontri mensili tra l’operatrice di riferimento, le referenti del progetto e la madre. Lo “stato di salute” si evidenzia in particolare modo nelle: • dinamiche relazionali che si sviluppano nel gruppo casa; • modalità di manifestare lo stato emotivo (in sovraccarico o anche in “congelamento” delle dette emozioni), o un eventuale disagio, che ci evidenzia una richiesta d’aiuto da parte del bambino e che ci porta a mettere in atto strategie di aiuto nei confronti di tale disagio. A livello metodologico utilizziamo l’osservazione dei giochi spontanei, poiché il gioco è la situazione perfetta in cui il bambino si esprime a tutti i livelli (corporeo, psico-affettivo, relazionale, creativo, cognitivo). Con l’aiuto di materiali “facilitatori”, lasciamo i bambini agire in libertà; la nostra supervisione è costante, l’atteggiamento dell’adulto è quello di garante della sicurezza e della giustizia. Questi materiali sono: • una batteria di materiali simbolici come teli e foulard di stoffa, pupazzi archetipici (l’eroe, il cattivo, i mostri, fattoria con animali, macchinine, ecc.) • una batteria di giochi da tavola (memory, tombola, gioco dell’oca, ecc. • materiali per la rappresentazione simbolica (colori, pennarelli, plastilina ecc.) Nel caso di visite vigilate e/o telefonate vigilate, con il coinvolgimento dei Servizi Sociali, si è valutata la necessità di affiancare a questo progetto un lavoro individuale con la/il bambina/o. In un caso particolare si è valutata la necessità di offrire alla bambina un momento pensato per lei, degli incontri individuali dove poter esprimere liberamente le proprie emozioni, sentimenti, vissuti cercando di elaborarli assieme ad una psicoterapeuta. L’intero progetto si è, quindi, sviluppato con osservazioni di gruppo e dei percorsi individuali. Sono stati previsti dei momenti di restituzione alla madre dei momenti di gioco e di osservazione della/l propria/o figlia/o, in cui la donna può confrontarsi e lavorare sull’hic et nunc, sulle sue eventuali difficoltà interattive con la/il bambina/o. Le osservazioni di gruppo si sono svolte 2 volte a settimana, per due ore ciascuna. Non sempre è stato possibile vedere tutti i bambini nei due pomeriggi previsti per alcuni loro impegni (scolastico, sportivo o altro) , tuttavia li abbiamo comunque visti almeno una volta a settimana. Principalmente le osservazioni si sono svolte all’interno della casa, ma abbiamo proposto anche delle uscite in certi luoghi significativi per i bambini, come la biblioteca per ragazzi “Casa Vignuzzi”, il laboratorio “La Lucertola”, il centro multimediale dell’emeroteca di Ravenna. Il lavoro individuale si è svolto una volta alla settimana presso l’Associazione e quando è stato possibile un secondo incontro, alla settimana, presso la Casa Rifugio o la Casa Dafne. Le osservazioni sia di gruppo sia individuali si sono svolte da settembre 2005 e termineranno a settembre 2006. 15 Nel periodo settembre 2005 - giugno 2006 abbiamo osservato 5 donne con 9 figli/e di età differente (8 maschi e 1 femmina di età varia). È stato previsto al momento dell’uscita della donna un questionario di valutazione (cfr. Allegato 1) i questionari somministrati e dai colloqui con le donne sono emersi i seguenti dati: la permanenza nella casa Rifugio e casa Dafne è stata valutata ottima e discreta per aver ritrovato una tranquillità e per essersi messa in una situazione protetta. La restituzione delle attività di gioco e di ascolto effettuate sono stati utili. In seguito all’inserimento nella casa Rifugio e casa Dafne vi è stato un cambiamento nella/l propria/o figlia/o, inizialmente a livello comportamentale la/il bambina/o era più aggressiva/o e agitata/o ma poi è diventata/o più rilassata/o e serena/o La relazione con le altre donne ospiti è stata ottima e discreta per un sostegno concreto e morale reciproco La relazione tra i bambini ospiti all’interno della stessa casa è stato ottimo, si sono trovati bene. Quando ci sono più bambini nella stessa casa, entrano sempre in relazione tra di loro, non sempre in modo armonioso ma attivano risorse da rafforzare. I bambini spesso esprimono il disagio che hanno vissuto per la violenza assistita attraverso “modalità caratteriali” (atteggiamenti regrediti, urli per un non nulla, messa alla prova nei confronti dell’adulto) e/o altre modalità come problemi legati al ritmo sonno-veglia, mal di stomaco, enuresi notturna etc. L’offrire a loro uno spazio, un gioco, un’attività dove esprimere il loro disagio permette di elaborarlo, di dare un senso alla sua esperienza. La vicinanza degli adulti permette di decolpevolizzare il bambino che invece si da la colpa di quanto accaduto; di dargli informazioni adeguate su cosa gli sta accadendo e su cosa potrà accadere. 7. Sull’uscita dei bambini dalle case rifugio Il progetto con i/le bambini/e ospiti nelle case rifugio di cui al paragrafo precedente, ci ha indotte a definire la condotta da tenere nel momento in cui i bambini che vengono seguiti nel suddetto progetto, stanno per lasciare la casa rifugio. In effetti, anche il momento dell’uscita dalla casa rappresenta un altro delicato passaggio che va opportunamente preparato dalle operatrici. Abbiamo così pensato ad un patto iniziale: spiegare ai bambini che il loro essere in casa rifugio è un tempo transitorio che avrà una fine. L’ospitalità in casa rifugio non può essere collocata in un tempo predefinito (in genere è predefinito in partenza poi il periodo di permanenza può variare successivamente), ma i bambini sanno già in partenza che il loro tempo nella casa avrà una fine, quindi, diventa più facile per l’operatrice dire che il momento di lasciare la casa sta per avvenire, preparandoli al distacco e alla fine di un rapporto. Questo è ovviamente possibile con i bambini di una certa età. Nel caso di bambini molto piccoli la nozione del tempo non essendo ancora integrata non si possono fare certi discorsi. Comunque anche con loro,nel momento in cui la madre decide di lasciare la casa da lì a poco, le operatrici che si occupano del progetto sui minori hanno il compito di dirlo al/alla bambino/a preparandolo/a all’uscita. 16 Capitolo III – La formazione 1. Formazione esterna a) Percorso Formativo di base per operatrici/volontarie di accoglienza di 1° livello Le Associazioni riunite nel Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna, di cui fa parte anche l’associazione Linea Rosa di Ravenna, hanno realizzato assieme all’En.A.I.P. Ferrara un corso di formazione destinato a donne intenzionate a svolgere attività di volontariato presso i Centri Antiviolenza, prive di esperienza o che vogliono acquisire maggiore professionalità nell’accoglienza a donne in situazione di grave disagio dovuto alla violenza. Il progetto formativo è nato sulla base di due precise motivazioni: la frequenza con la quale sempre più donne trovano il coraggio di rompere il silenzio sulla violenza, che colpisce loro stesse e i loro bambini, sia in ambito familiare che extrafamiliare; l’aumentata disponibilità al volontariato e all’impegno sociale da parte delle donne, così come dimostrano le numerose richieste rivolte alle associazioni no profit e ai centri antiviolenza in particolare. Le principali attività hanno riguardato: • • • La conoscenza del fenomeno della violenza di genere e dei centri antiviolenza La metodologia di accoglienza alle donne e ai minori che subiscono violenza La conoscenza e l’articolazione dei vari progetti attivi nei centri antiviolenza della regione Il corso è stato suddiviso in una parte teorica ed in una di tirocinio. La prima parte di si è articolata in 40 ore di lezione in aula (condotte nel periodo 3 settembre – 29 ottobre 2006), nel corso delle quali sono stati illustrati i seguenti argomenti: • Analisi delle motivazioni personali, politiche e professionali delle allieve • Presentazione delle attività di Linea Rosa • L’esperienza delle Case e dei Centri Antiviolenza in Italia e all’estero: la rete italiana ed europea • La storia delle Case delle donne in Italia e all’estero: pratiche politiche ed esperienze professionali • Aspetti teorici della violenza di genere: fenomeno; dinamiche; gli attori coinvolti; le conseguenze mediche, sociali e psicologiche; l’individuazione e i principi dell’intervento di aiuto (tipologie, ciclo della violenza, conseguenze) • Gli strumenti dell’accoglienza (la scheda, la mappa delle risorse territoriali, gli strumenti di comunicazione interna ed esterna); la raccolta dati sull’attività di accoglienza e ospitalità • Colloquio telefonico con Simulate; il colloquio vis à vis con Simulate • La metodologia dell’accoglienza: l’ascolto attivo e l’empowerment • Maltrattamento e l’abuso ai minori; l’intervento con i bambini ospiti nelle case rifugio • Legislazione vigente in materia di diritto di famiglia (separazione, affidamento dei figli minori, ecc.) • Il fenomeno della prostituzione coatta e legislazione vigente • Il Centro di Documentazione sulla violenza di genere 17 Per quanto riguarda la seconda parte del corso, si è articolata in 60 ore di stage, finalizzate all’acquisizione delle competenze necessarie a gestire autonomamente l’accoglienza e l’intervento all’interno del Centro di prima accoglienza gestito da Linea Rosa. Questo è avvenuto attraverso il confronto e l’interazione con le operatrici e le volontarie dell’Associazione, in affiancamento alla gestione reale di casi o attività specifiche intraprese. Nello specifico le iscritte al corso hanno svolto le seguenti attività: • sperimentazione dell’effettivo funzionamento del Centro Antiviolenza • attività di accoglienza telefonica, personale e di gruppo • ospitalità • attività con i minori e le loro madri • attività di accoglienza e ospitalità delle donne straniere • centro di documentazione • attività di promozione del Centro e foundraising La metodologia e gli strumenti utilizzati sono stati: • gestione dei casi e dei progetti in affiancamento • schede statistiche di accoglienza • apparecchiature telefoniche e telematiche Si sono iscritte al corso 14 aspiranti volontarie. Di queste, 2 si sono ritirate prima del termine. b) Progetto formativo “Lividi dentro” La violenza fa paura ma è anche possibile accostarvisi, soffermarsi ad osservarla ed a comprenderla; è soltanto attraverso ciò che si creano le premesse di base per generare processi di cambiamento. La violenza alle donne è un problema complesso e va contrastato su diversi livelli, a partire da quello preventivo e di informazione, operando sugli aspetti culturali e sociali che hanno determinato le differenze di genere e sulle diverse fasi del processo educativo e di formazione dell’identità di genere. Il progetto ha voluto facilitare nelle/i ragazze/i, pensieri ed azioni consapevoli ed efficaci per sé e per gli altri, che si possono attivare anche in occasione di un fatto casuale, di una notizia dei media, o di una riflessione (ad esempio su quanto stanno bene con il proprio partner). Nello specifico si è trattato di: - Offrire percorsi di conoscenza della tematica della violenza di genere e promozione di concetti quali la parità, la cooperazione, il reciproco rispetto e la condivisione tra uomini e donne - Offrire percorsi di prevenzione e conoscenza della tematica della differenza di genere, promuovendo una cultura di consapevolezza e riconoscimento reciproco delle differenze. - Apprendere nuove modalità di approccio nella relazione, adottare nuovi modelli di comportamento e d’intervento, promuovere l’ascolto e l’incontro con l’altro. - Avviare processi di consapevolezza, comprensione e gestione delle proprie emozioni relativamente alle tematiche trattate. Questo progetto formativo è stato realizzato con una metodologia caratterizzata da un “sistema integrato” a diversi livelli in cui si sono alternati momenti teorici a momenti esperienziali, all’interno dei quali, tuttavia, il “percorso laboratoriale” ha assunto particolare rilevanza. Si ritiene infatti che la metodologia dell’apprendimento-cambiamento attivo, vissuto in prima persona e in un contesto di gruppo, sia da prediligere. E’ stato inoltre proiettato il cdrom “La casa sul filo”, opera multimediale che ruota attorno a 33 parole chiave e che rappresenta una proposta di percorso di educazione antiviolenta al fine di esplorare le differenze ed insegnare i valori della relazione, in modo particolare rispetto al confronto femminile-maschile. Ognuna delle 33 parole chiave è stata scelta da piccoli gruppi di 2/3 persone come spunto di riflessione e di approfondimento per la produzione di una tesina finale. 18 Il percorso si è comunque rivolto ad un numero massimo di 20 studenti/esse delle ultime classi è si articolato in 12 incontri durante i quali le volontarie ed operatrici di Linea Rosa hanno trattato i seguenti argomenti: 1° INCONTRO: Presentazione dell’Associazione Linea Rosa, delle modalità e dei contenuti del percorso formativo, presentazione e aspettative dei partecipanti, proiezione del cdrom “La casa sul filo” 2° INCONTRO: La violenza di genere nella storia e nel mondo Alessandra Bagnara e Sabrina Lupinelli 3°INCONTRO: Le tipologie della violenza Monica Belogi 4°INCONTRO: Laboratorio Monica Belogi e Angela Gamberini 5°INCONTRO: La violenza domestica Monica Belogi e Angela Gamberini 6°INCONTRO: Laboratorio e questionario di verifica intermedia Monica Belogi e Angela Gamberini 7°INCONTRO: La violenza ai minori Monica Belogi e Angela Gamberini 8°INCONTRO: Laboratorio Monica Belogi e Angela Gamberini 9°INCONTRO: Violenza e mass media Sabrina Lupinelli 10°INCONTRO: Laboratorio Sabrina Lupinelli e Monica Belogi 11°INCONTRO: Aspetti giuridico-legali Cristina Morelli e Alessandra Bagnara 12°INCONTRO: Incontro conclusivo di confronto e valutazione dell’esperienza c) Corso di formazione R.S.U. – R.L.S.: la nuova dimensione sociale (20 aprile 2005) La Presidente di Linea Rosa è stata chiamata a condurre per il secondo anno una docenza nell’ambito del corso di formazione “La nuova dimensione sociale”, organizzato dalla Filcams- Cgil della Provincia di Ravenna. La lezione si è incentrata sulle tipologie delle violenze e gli effetti sulle donne e sul lavoro. In particolare gli argomenti trattati sono stati i seguenti: - Presentazione di Linea Rosa - Le tipologie della violenza - Alcuni dati statistici - Pregiudizi e luoghi comuni - Gli effetti della violenza sulla donna e sul lavoro (assenze dal lavoro, distrazione, infortuni, perdita del lavoro a causa delle violenze, difficoltà di gestione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro) 19 La rete che Linea Rosa negli anni ha creato con le Istituzioni, i Servizi attivi sul territorio, il Terzo Settore. Al corso erano presenti 26 delegati (uomini e donne). - d) Corso di aggiornamento “Abuso sui minori: rilevazione e interventi in ambito scolastico” (11/04/2005) Il corso è stato organizzato dall’Istituto Comprensivo “M. Montanari” di Ravenna per dotare gli insegnanti degli opportuni strumenti e competenze nei casi sospetto abuso e maltrattamento dei minori. A tale scopo, la presidente di Linea Rosa, dr.ssa Alessandra Bagnara, è intervenuta al 4° incontro dal titolo “Riflessioni su possibili percorsi di collaborazione e di gestione di un intervento in caso di sospetto abuso o maltrattamento. Analisi di casi indicati dai Servizi e dalla scuola”. In quell’occasione, la presidente ha presentato le attività del Centro di Prima Accoglienza di Linea Rosa e la gestione della Casa Rifugio ad indirizzo segreto e della Casa Dafne, focalizzando l’attenzione sulle attività e le progettualità riferite ai minori. e) Il sé e l’altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze (ottobredicembre 2005) Il corso si è svolto nel periodo ottobre-dicembre 2005 e ha previsto 6 incontri per un totale complessivo di 12 ore. Il corso è stato condotto da Monica B., Astrid Cossutta e Cinzia Sintini e si è rivolto a 26 insegnanti di asilo nido e scuola dell’infanzia. Questi gli argomenti affrontati: Principi teorici relativi alla costruzione dell’identità sessuale e alla differenza tra identità sessuale e di genere Elaborazione degli stereotipi individuali e di gruppo legati all’identità di genere Analisi di casi osservati dalle insegnanti nell’ambito della propria attività Il percorso si è posto le seguenti finalità: Avviare processi di consapevolezza, comprensione e gestione delle proprie emozioni in relazione alla costruzione dell’identità sessuale e di genere in bambini 0-6 anni Offrire un percorso di riflessione sulla differenza-relazione fra sé e l’altro da sé Analizzare la ricaduta che costrutti e stereotipi hanno sull’educazione dei bambini 2. Formazione Interna a) Percorso Formativo Specialistico di 2° livello per consulenti dei Centri Antiviolenza Il Percorso Formativo Specialistico di 2° livello è nato nell’ambito della collaborazione che il Coordinamento Regionale dei centri Antiviolenza e delle Case delle donne ha stretto con l’En.A.I.P. Ferrara. Il corso si è rivolto alle operatrici e volontarie che già da tempo prestano la loro opera presso i Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna allo scopo di acquisire una maggiore professionalità nell’ambito della progettualità dei centri, del dialogo con le istituzioni, della condivisione delle metodologie di fondo per la gestione delle case rifugio per donne che subiscono violenza. Il percorso formativo si è svolto nel periodo settembre 2005 – aprile 2006, per un totale di 77 ore. Al corso hanno partecipato 22 tra operatrici e volontarie dei centri antiviolenza di Bologna, Faenza, Ferrara, Imola, Modena, Piacienza, Parma, Ravenna, Reggio Emilia (per Linea Rosa, hanno partecipato 3 operatrici). 20 Il programma del corso ha previsto una parte teorica ed una laboratoriale. Le lezioni sono state condotte da: • dott.ssa Francesca Molfino, psicanalista e psicoterapeuta, per un confronto-riflessione sulla metodologia di accoglienza/ospitalità dei centri antiviolenza regionali, per ampliare la visione complessiva del lavoro di aiuto, individuando l’interazione degli effetti della violenza subita con un eventuale disagio preesistente, e per consolidare e rafforzare il patrimonio professionale delle operatrici dei centri. • Dott.ssa Teresa Bruno, psicoterapeuta (Ass. Artemisia di Firenze), sulle procedure impiegate nell’accoglienza e nei percorsi con le donne che hanno subito violenza; la 1° valutazione e il progetto con la donna (cosa si valuta, come, con quali strumenti); valutazione del percorso e dei risultati. • Kora Herrendorf, del Teatro Nucleo di Ferrara, per un laboratorio sul linguaggio del corpo. Al termine del corso, le partecipanti hanno ricevuto una Dichiarazione di competenza. b) Corso di 2° livello: “Metodologia attiva, teorico-pratica, basata sulla costruzione e analisi di autocasi” Al corso, tenuto dalla psicologa-psicoterapeuta Cinzia Sintini, hanno partecipato tutte le volontarie ed operatrici di Linea Rosa per analizzare assieme le problematiche che presentano le lunghe ospitalità (intendendo con ciò un’ospitalità che supera i sei mesi), anche se le medesime questioni possono ritrovarsi nelle situazioni d’accoglienza. Nel corso dei 3 incontri, che si sono svolti nel periodo ottobre-dicembre 2005, abbiamo osservato come, a volte, si venga a creare una sorta di spaccatura, frattura tra l’operatrice referente ed alcune delle operatrici della casa rispetto: - al vissuto nei confronti della donna - alle diverse interpretazioni di uno stesso comportamento adottato dalla donna Questo ci porta ad avere posizioni e percezioni fortemente discordanti e rende piuttosto difficoltoso il confronto tra le operatrici, nel corso della riunione, nel prendere decisioni in merito ad interventi da fare o richieste della donna da valutare. E quindi ci chiediamo: - cosa fare per non correre il rischio di mettere ingiustamente in discussione l’obiettività dell’operatrice di riferimento nel seguire una lunga ospitalità? - come riconoscere quando lo stare dalla parte della donna, fare il tifo per lei, fa perdere obiettività all’operatrice di riferimento? - è possibile che, in seguito a quanto detto sopra, l’operatrice di riferimento di una lunga ospitalità possa correre il rischio di perdere di credibilità e non sentirsi più investita della stessa fiducia iniziale da parte delle altre operatrici? Inizialmente assieme alla docente, abbiamo individuato alcune possibili motivazioni che possono aver creato la spaccatura descritta sopra: Dover gestire una seconda struttura ha aumentato la mole di lavoro; il fatto che la Casa Dafne abbia regole, soprattutto rispetto alla sicurezza, più elastiche e flessibili ci pone per la prima volta di fronte a questioni nuove. La casa infatti è aperta e si apre ad altre relazioni. Il gruppo casa si è allargato, sono presenti operatrici nuove e questo può rendere più complesso il lavorare insieme. La lunghezza dell’ospitalità può contribuire ad accentuare il conflitto tra operatrici. Rispetto alla differenza di interpretazione del comportamento delle donne da parte delle operatrici della casa e dell’operatrice referente per la donna, abbiamo rilevato come la differenza di opinioni possa contribuire a favorire ricchezza di contenuti ma anche ostacolarla. Nello specifico il problema non è tanto stabilire chi ha ragione o chi ha torto rispetto alla donna in quanto tutte le 21 diverse posizioni delle operatrici potrebbero essere vere, avendo ognuna ha il proprio osservatorio. Ad esempio, l’operatrice di riferimento ha un rapporto privilegiato con la donna e conosce lo spazio di esplorazione della motivazione in cui la donna si muove, quindi, si focalizza sulla relazione con “l’interno” della donna; mentre le operatrici della casa pongono l’attenzione alla relazione che la donna instaura con “l’esterno”. E comunque deve essere scontata la reciproca fiducia tra le operatrici. Se il feedback che ci si scambia in riunione crea attrito tra due persone è ben diverso che se la discussione avviene tra una operatrice e tutte le altre. Uno dei compiti dell’operatrice è certamente quello di comprendere ma anche, tenendo sotto controllo il progetto, restituire alla donna le cose sgradevoli e spiacevoli del suo comportamento, che possono impedirle la realizzazione del progetto. Il corso di II livello è stata un occasione per lavorare sull’emozioni e vissuti che nascono quando si lavora con donne che subiscono o hanno subito violenza, attraverso casi pratici abbiamo potuto lavorare sull’ascolto “interiore”, fornendo a tutte le operatrici e volontarie presenti al corso un apprendimento teorico e pratico. c) Convegno “Diritti Negati e violenza alla persona. Il fenomeno della violenza in famiglia: da questione privata a problema sociale” (Foggia, 14 aprile 2005) La presidente di Linea Rosa, dr.ssa Alessandra Bagnara, è intervenuta con una relazione intitolata “Le Buone Prassi di Linea Rosa” al convegno organizzato dall’Associazione Donna di Foggia. Scopo del convegno è stato quello di far conoscere il fenomeno della violenza alle donne e l’enorme lavoro svolto dai Centri Antiviolenza per l’accoglienza e l’ospitalità a donne sole o con figli/e che subiscono violenza. Altrettanto importante è stato il confronto ed il dibattito intorno alle reciproche esperienze anche in riferimento ai rapporti sinergici che si sono riusciti a creare con gli Enti Locali. Al seminario è intervenuta anche l’avvocata Anna Maria Bernardini Pace, autrice del libro “Calci nel cuore”. d) Seminario internazionale di presentazione e discussione del manuale europeo per l’apertura e la gestione di un centro antiviolenza (Bologna, 11 febbraio 2005) All’interno del progetto Daphne Guidelines for settino up and running a women’s refuge, è stato stilato “Via dalla violenza. Manuale per l’apertura e la gestione di un centro antiviolenza”, secondo standard di qualità europei. La rete europea di centri antiviolenza Wave (Women Against Violence in Europe) – in collaborazione con i centri antiviolenza del Portogallo, Romania, Ungheria, Germania, Austria, Grecia, Italia (Casa delle donne per non subire violenza di Bologna) – con questo progetto ha inteso fornire uno strumento pratico, oltre che teorico, a chi intenda aprire un centro antiviolenza o migliorare i servizi di un centro già esistente. Pertanto, il seminario organizzato a Bologna dalla Casa delle Donne, e al quale hanno partecipato anche due operatrici di Linea Rosa, si è proposto l’obiettivo, non solo di presentare il manuale, ma anche di discutere le pratiche di gestione dei centri antiviolenza italiani, approfondendole con il contributo di esperte europee - come Rosa Logar, curatrice del manuale, Judith Herman, dell’associazione NaNe (Ungheria), partner del progetto - ed italiane. e) Seminario di approfondimento sulla Convenzione di New York e sulla Convenzione di Strasburgo (Ravenna, 8 febbraio 2005) Il seminario è stato organizzato dal Gruppo Abuso e Maltrattamento dell’Azienda Usl di Ravenna per un approfondimento della Convenzione di New York e della Convenzione di Strasburgo. Vi ha partecipato, tra gli altri, una operatrice di Linea Rosa in qualità di uditrice. All’incontro è intervenuto come relatore il dott. Andrea Pinna, responsabile Settore Tutela Minori e Affari 22 Giuridici dell’Azienda Usl di Ferrare. Visto l’interesse della materia, riportiamo qui di seguito la relazione del suo intervento, contenente numerosi e significativi riferimenti storici. SULLA LEGGE 20 MARZO 2003 N. 77 E LEGGE 27 MAGGIO 1991 N. 176 Partiamo dalla definizione di abuso e maltrattamento. Fino al 2002 il punto di riferimento era la definizione data al IV Seminario del 1978, oggi la definizione di abuso e maltrattamento è tratta dall’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) che nel 2002 in una Conferenza dal titolo “Violenza e Salute” ha definito abuso e maltrattamento un cattivo trattamento fisico e affettivo (Vedi sito internet: Violenza e Salute). Inoltre si parla anche di violenza assistita, intesa come qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, economica subita direttamente o indirettamente dalla persona. A dicembre del 2003 si è svolto un convegno sulla violenza assistita e a Marzo uscirà un testo pubblicato dalla FrancoAngeli. La violenza assistita richiede un’attenzione e una formazione particolare. È solo dagli anni ’70 che il minore viene visto come soggetto non solo di diritti patrimoniali, ma anche di diritti personali, come ad esempio il diritto alla salute (Vedi articolo 31 della Costituzione). Nei diritti di personalità troviamo, anche, il diritto alla privacy, il diritto di essere educato, di essere protetto. Da notare che la potestà non è diritto (vedi l’Unione Europea che il 01 Marzo 2005 metterà in vigore una legge, dove si mette in evidenza che la potestà è un dovere e un diritto funzionale, cioè volto a raggiungere ciò che viene enunciato nell’art. 2 e 3 della Costituzione). Gli Stati Uniti e l’Etiopia non hanno firmato la Convenzione ONU (1991) in quanto nella Convenzione viene bandita la pena di morte, mentre negli Stati Uniti è ancora valida, anche in caso di minore. Già nel 1975, nella Riforma del diritto della Famiglia, i genitori hanno l’obbligo di formare il bambino guardando le inclinazioni proprie del figlio. Il diritto all’ascolto del minore l’abbiamo con la Convenzione Europea (2003), questa è già operativa in quanto non necessità di ulteriori leggi. La convenzione ONU non è semplicemente un elenco di diritti ma è uno statuto dei diritti, e la Corte Costituzionale, nel 2002, ha affermato che i diritti della Convenzione sono fonte di diritto superiori alle altre leggi. Ritornando alla patria podestà, ora si parla di podestà familiare o genitoriale, ma dal 1 marzo si parlerà di responsabilità genitoriale, sottolineando gli obblighi che i genitori hanno nei confronti dei figli. Il Regolamento Europeo dal 1 marzo tenta di lavorare su 3 punti: 1. diritto di visita (per contrastare il fenomeno della sottrazione dei minori) 2. riconoscimento della validità dei provvedimenti presi dal giudice di riferimento 3. criterio della vicinanza, il giudice di riferimento è quello più vicino a dove il minore risiede. LEGGE N. 176 (1991) Art. 3 Viene sottolineato l’aspetto della specializzazione dei servizi, anche nell’art. 31 della Costituzione se ne parla. Come viene ribadita l’importanza della formazione, aggiornamento e supervisione dei Servizi. Art. 9 Diritto del bambino a crescere nella propria famiglia, ma deve essere una famiglia protettiva. Il bambino ha il diritto di vedere entrambi i genitori in caso di separazione, ma senza andar contro al suo diritto alla salute. 23 Come si fa a valutare il miglior interesse del minore? Attraverso il confronto, il lavoro in èquipe multidisciplinare = psicologo, assistente sociale, pediatra, insegnanti, mediatore culturale (in caso di bambino straniero), tutte queste figure devono lavorare assieme per il bene del bambino. La regione Emilia-Romagna prevede anche il garante per il minore (è ancora un disegno di legge). Il minore non dimentichiamo che deve essere ascoltato, nel Codice del 1942 si legge che il Giudice ha l’obbligo di ascoltare il minore che abbia compiuto i 10 anni di età. Quando si lavora con i bambini bisogna sempre tenere in considerazione che i suoi tempi non sono i nostri, che è in evoluzione, inoltre la tutela del minore ci rimanda alla tutela di chi lavora con lui, degli operatori che si occupano di lui. LEGGE N. 77 (2003) ART. 3 Come deve avvenire l’ascolto del bambino? Ci si rifà alla Normativa del 1989 sul processo Penale Minorile, dove si legge che il minore deve essere ascoltato ma anche informato. È fondamentale rispettare i tempi emotivi del bambino. Ascoltarlo in un ambiente protetto = formula dell’incidente probatorio. Il minore deve essere ascoltato una sola volta in un contesto protettivo, non invasivo, munito di specchio unidirezionale e videoregistrato. f) Seminario dal titolo “Violenza assistita, violenza vissuta. La violenza domestica assistita dai bambini” (Bologna, 21 gennaio 2005) Il seminario sulla violenza domestica assistita dai bambini, al quale hanno partecipato anche un’operatrice ed una volontaria di Linea Rosa, è stata la restituzione dell’esperienza condotta dalla Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna su un progetto iniziato nel 2001. Il progetto è stato finanziato a partire da settembre 2001 nell’ambito della Legge 285/97 attraverso una convenzione con il Comune di Bologna. Il Gruppo sulla violenza ai minori (nato all’interno della Casa delle Donne di Bologna nel 1997), composto da figure professionali esperte quali psicologhe, psicoterapeute, educatrici ed avvocate, è in rete con altri centri italiani specializzati in questo ambito ed è iscritto al CISMAI – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia. Al seminario sono intervenute in qualità di relatrici: - Adriana Scaramuzzino (Vicesindaco di Bologna – Assessore ai Servizi Sociali del Comune); - Roberta Luberti (Associazione Artemisia di Firenze – Presidente CISMAI); - Francesca Pullini (Psicologa – Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna); - Maria Pia Artuso (Servizio Genitorialità e Infanzia – Servizi Sociali del Comune di Bologna). Moderatrice: - Elena De Concini (Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna). All’interno della Casa delle donne, il Gruppo sulla violenza ai minori ha attivato 2 progetti specifici: - Progetto “Accoglienza e sostegno nei casi di maltrattamento e violenza sessuale di minori e di sensibilizzazione dei contesti educativi”: colloqui di prima accoglienza ad adolescenti e madri di bambini/e vittime di violenza, nonché interventi rivolti ai contesti educativi, mediante consulenze ad insegnanti ed educatori. - Progetto “Piccoli ospiti”: rivolto ai minori ospiti nelle case rifugio con l’obiettivo di favorire l’inserimento e la permanenza del minore nella casa rifugio e di offrire un supporto alla funzione genitoriale della madre. 24 I concetti emersi nel corso del seminario seminario si possono così riassumere: - Genericamente, esiste poca attenzione e scarso riconoscimento della violenza assistita, nonostante sia stata riconosciuta dall’OMS come violenza; vi è inoltre una sottovalutazione dei danni che la violenza assistita può causare, allorché rappresenta la forma di violenza maggiormente diffusa. Assistere a violenze sulla madre (o su qualsiasi altra figura di riferimento affettivo significativa) è infatti violenza non minore della violenza diretta e costituisce un fattore di rischio rispetto ad altri tipi di violenza. - - - È stata evidenziata la necessità di un lavoro multidisciplinare e di rete tra le diverse istituzioni, possibile attraverso la creazione di spazi dove convergano i diversi saperi e punti di vista: il Comune di Bologna è stato promotore sul territorio di questo tipo di progetto, sottolineando inoltre l’importanza della tempestività nello scambio di informazioni. Relativamente all’importanza della prevenzione, la Casa delle Donne ha presentato il proprio lavoro, articolato su 3 diversi livelli: prevenzione primaria (formazione e informazione sul territorio, con attenzione specifica alle scuole), prevenzione secondaria (rilevazione precoce della violenza per attivare interventi tempestivi) e prevenzione terziaria (tentativi di recupero del danno subito). Per ciò che concerne l’intervento vero e proprio attuato nelle case rifugio gestite dalla Casa delle Donne di Bologna, è stato sottolineato come la presa in carico del minore comporti la relativa presa in carico della madre, anche attraverso strategie di supporto alla genitorialità e di aumento dell’autostima. g) “Focus sull’ospitalità. Progetti, metodologie, buone pratiche nei centri”, Primo seminario di studi di Solidea Istituzione di Genere della Provincia di Roma per un confronto con la rete nazionale dei centri antiviolenza (Roma, 21-22 maggio 2005) Alcune volontarie ed operatrici di Linea Rosa hanno partecipato ad un seminario organizzato a Roma da Solidea, struttura della Provincia di Roma che si occupa esclusivamente del tema della violenza contro le donne in tutti i possibili aspetti e situazioni. Fra i compiti di Solidea c’è quello di seguire, valorizzare e sostenere i Centri Antiviolenza. Per questo motivo ha voluto organizzare due giornate seminariali rivolta ai Centri Antiviolenza e alle Case delle donne italiani che offrono anche ospitalità a donne che subiscono violenza, per confrontarsi sulle metodologie, le pratiche, le difficoltà e progetti e ricevere nuovi ed utili imput da concretizzare nell’apertura di nuovi luoghi di protezione e aiuto locali alle donne vittime di violenza. h) Convegno “Per amore della differenza. Percorsi di uomini e donne per un altro rapporto fra i sessi” (Parma, 25 giugno 2005) Due operatrici ed una volontaria di Linea Rosa hanno partecipato al convegno organizzato a Parma dal locale Centro Antiviolenza in collaborazione con l’Assessorato alle Pari Opportunità della Provincia di Parma. Il convegno ha voluto essere un momento di confronto sui percorsi ed i pensieri femminili e maschili in un momento storico in cui le donne dei Centri Antiviolenza e più in generale dei Movimenti Femministi hanno messo in discussione consolidati stereotipi e dato risalto al pensiero della differenza; mentre gli uomini hanno cominciato, solo da breve tempo, a riflettere sulla propria trasformazione nel modo di intendere l’essere uomini, le relazioni con l’altro sesso, o le relazioni tra le diverse generazioni. Tra i relatori intervenuti al convegno, i rappresentanti del Gruppo Uomini di Verona, Gruppo “Maschile Plurale” di Roma; la filosofa Annarosa Buttarelli dell’Università di Verona, la filosofa Luisa Muraro della Comunità di Diotima e Lia Cigarini, avvocata e rappresentante della Libreria delle donne di Milano. 25 i) Corso di formazione “Violenza contro le donne” promosso dall’Ausl di Lugo (Ravenna,19-20 settembre 2005) Le due giornate di corso, al quale hanno partecipato anche tre operatrici di Linea Rosa, sono state organizzate sulla necessità degli operatori (sanitari, sociali e giudiziari) che si confrontano con il fenomeno della violenza contro le donne, con l’intento di favorire l’acquisizione condivisa di una specifica formazione che mira ai seguenti obiettivi: 1) capacità di rilevare i segnali indiretti di una violenza subita; 2) capacità di fare connessioni nella relazione tra lo stato di salute e la violenza subita; 3) capacità di instaurare raccordi interistituzionali e tra le diverse figure professionali che vengono a contatto con il problema. Il corso era infatti rivolto agli operatori di Pronto Soccorso (3), Ginecologia-Ostetricia (3), Consultorio Familiare (6), Pediatria di Comunità (3), Medicina Legale (1), Servizi Sociali (6) e Questura (1), ma l’invito è stato esteso anche alle operatrici dei tre Centri Antiviolenza operanti nella provincia di Ravenna (Ravenna, Faenza e Lugo), visti come un’importante componente in campo sociale, attivamente impegnata nel tema della violenza contro le donne. Il gruppo è stato condotto dalla Dott.ssa Daniela Bruno, una formatrice accreditata a livello nazionale ed internazionale sui temi dell’abuso e del maltrattamento ed ha inteso approfondire dal punto di vista psicologico i temi del Disturbo Post-Traumatico da Stress conseguente ad aggressioni esterne quali lo stupro, i vissuti e gli atteggiamenti della donna “vittima” di violenza nonché i meccanismi di difesa messi in atto per superare il trauma. l) “Corso di psichiatria” a cura dell’Università per la formazione permanente degli adulti Giovanna Bosi Maramotti (Ravenna, novembre – dicembre 2005) Una operatrice di Linea Rosa ha partecipato in qualità di corsista al corso di psichiatria organizzato dall’università permanente degli adulti per l’anno accademico 2005-2005. Il corso, articolato in 6 lezioni distribuite nel periodo novembre – dicembre 2005, ha riguardato tematiche di grande attualità: 9 9 9 9 9 9 Abusi sui minori e pedofilia – docente dott.ssa Valeria Savoia Aggressività e bullismo giovanile – docente dott.ssa Flavia Alberini Violenza, trauma e disturbi del comportamento alimentare – docenti dott.ssa Marinella Di Stani e Dr.ssa Laura Mazzotti Autoaggressività e suicidio – docenti Dott.ssa Giuseppina Correddu e Dr. Roberto Zanfoni Violenza e morte nel contesto familiare – docente Dott.ssa Dorotea Ricca Pulsione di morte e cultura del rispetto – docenti Dr. Raffaele Calabria e Dr. Ilo Rossi Gli argomenti sono stati trattati in modo elementare e sotto il profilo medico-psichiatrico, evidenziando una scarsa conoscenza o interesse da parte del pubblico e dei docenti sul tema della violenza di genere. m) Conferenza internazionale “Io mi cerco e mi trovo” verso la costruzione di un approccio comune al contrasto alla violenza alle donne. Un confronto fra Italia e Svezia, organizzato dal Comune di Ravenna ed il Sern (Sweden – Emilia Romagna Network) nel dicembre 2005 Questa conferenza internazionale è nata da una semplice considerazione: la violenza contro le donne è un fenomeno complesso e diffuso, tuttavia nelle nostre società se ne parla liberamente solo da pochi decenni. Pertanto, considerarlo come un problema politico e sociale è il risultato non facile di un processo culturale lungo e difficile. Occorre dunque condividere il sapere accumulato 26 nelle pratiche di contrasto alla violenza, affinché diventi patrimonio di un numero crescente di soggetti e che sempre più l’attenzione sia rivolta alla riflessione, alla sensibilizzazione, alla prevenzione ed all’agire in rete sul territorio. Così il seminario “Io mi cerco e mi trovo” è stato organizzato dai Comuni di Ravenna e Forlì in collaborazione con la rete transnazionale Sern per un confronto e scambio sulle migliori esperienze e pratiche realizzate. Alle e giornate di convegno sono intervenute in qualità di relatrici le rappresentanti dei Centri Antiviolenza di Ravenna (la presidente di Linea Rosa, Alessandra Bagnara), Forlì, Reggio Emilia, Bologna, Palermo; nonché rappresentanti dei Centri Antiviolenza e dei Comuni di alcune città svedesi. Gli argomenti discussi sono stati i seguenti: • Assetti istituzionali e organizzativi del sistema degli interventi di Welfare, con particolare riferimento al tema del contrasto alla violenza sulle donne: Italia e Svezia a confronto. • Confronto fra i Quadri normativi. • Il rapporto pubblico-privato. • Reti nazionali, regionali e locali. • Azioni sul territorio. • Interventi nelle scuole. • Raccolta e monitoraggio dei dati. Dal seminario è scaturita una proposta italo-svedese per la presentazione di un Progetto Daphne comune per l’anno 2006-2007. L’obiettivo del bando prescelto è stato: “Partecipazione di bambini, giovani e donne alla prevenzione della violenza e al supporto delle vittime”. n) Corso di formazione per ausiliari nella testimonianza dei minori”, organizzato dal Cismai (Milano, ottobre-dicembre 2005) Al corso hanno partecipato due operatrici dell’associazione Linea Rosa. La V° edizione del corso di formazione, proposta dal CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia), era rivolta agli ausiliari nell’audizione protetta durante il processo penale e nelle deposizioni di fronte alle Forze dell’Ordine dei minori abusati sessualmente e comunque vittime. In particolare, l’obiettivo è stato quello di far acquisire competenze a tutti coloro che, operando come ausiliari, assicurano assistenza al giudice per favorire una buona testimonianza del bambino attraverso la protezione-e stimolazione delle sue possibilità (ccp. Art. 348, comma 4). Contenuti: • Abuso sessuale sui bambini: protezione, valutazione e cura. In particolare sono stati illustrati i principi dell’intervento: la rivelazione, la segnalazione, la protezione, la diagnosi e il lavoro con i familiari. • Inquadramento giuridico: normativa, consuetudini, vincoli e opportunità dell’ausiliario. • Parte teorica sulle modalità e le caratteristiche dei racconti del minore traumatizzato e sugli strumenti valutativi delle dichiarazioni dei minori. • Parte metodologica su come condurre l’intervista, partendo da come instaurare una buona relazione con il bambino, mobilizzante ma non invasiva o inducente. • Parte esperienziale con l’uso di tapes di videoregistrazioni con più situazioni e più operatori esperti. o) Supervisione mensile delle operatrici e delle volontarie con una psicoterapeuta La supervisione resta un momento formativo obbligatorio per le volontarie ed operatrici di Linea Rosa. Sono incontri di gruppo mensili con una psicoterapeuta allo scopo di affrontare all’interno del gruppo eventuali problemi insorti nella relazione d’aiuto con una donna accolta e/o ospitata. Ogni mese una volontaria o una operatrice portano la discussione del “caso” specifico, che consiste innanzitutto nel raccontare in breve la storia della donna (come ha conosciuto il centro e 27 qual è stata la sua richiesta, l’età, lo stato civile, l’attività lavorativa e il grado di scolarità, la famiglia d’origine e quella attuale, il percorso svolto con l’operatrice/volontaria del centro, il suo progetto di uscita dalla violenza ecc.); e nell’esporre le proprie difficoltà nella relazione con la donna, se pensa di aver lavorato bene o male con la donna, i sentimenti che nutre nei suoi confronti, cosa spera di ottenere attraverso la supervisione, ecc. La supervisione costituisce infatti un momento altamente formativo per le volontarie ed operatrici di Linea Rosa, chiamate ogni giorno a confrontarsi con i problemi ed i traumi delle donne che si rivolgono al Centro di prima accoglienza. Da qui l’esigenza di sistematizzare ulteriormente la qualità della discussione intorno ad un caso. Per questo motivo si è stabilito un calendario di 10 incontri a cadenza mensile (con una sospensione nei mesi di luglio ed agosto). Dei 10 incontri stabiliti, 6 sono dedicati alle operatrici ed alle volontarie del gruppo casa, mentre 4 sono utilizzati dalle volontarie d’accoglienza le quali, oltre all’analisi di un caso, possono proporre anche approfondimenti teorici e/o metodologici. Ad ogni incontro sono assegnati due o più nominativi. Le persone indicate si devono accordare per tempo tra loro per decidere cosa portare in supervisione ed inviare una traccia scritta della supervisione a Cinzia Sintini e a tutte le volontarie ed operatrici non oltre 7 giorni prima dell’incontro e con l’invito per tutte a leggere la traccia e preparare eventuali domande ed osservazioni. Naturalmente, chiunque abbia l’emergenza di portare una questione in supervisione, può farlo accordandosi con le persone indicate per quel determinato incontro. p) Incontri trimestrali con le avvocate che collaborano con Linea Rosa Ogni 3-4 mesi circa le operatrici e le volontarie dell’Associazione si incontrano con il Gruppo delle Avvocate che collaborano con Linea Rosa, per approfondire le problematiche giuridiche inerenti la violenza alle donne ed al diritto di famiglia; eventualmente per discutere la situazione legale delle donne che le operatrici inviano loro; per innovare le modalità di cooperazione tra la volontaria/operatrice e la legale; e/o coinvolgere ed informare le avvocate sulle molte iniziative intraprese dall’Associazione. Inoltre, sono almeno due le avvocate che partecipano agli incontri della Rete Nazionale delle avvocate dei Centri Antiviolenza, riferendone poi gli esiti proprio in occasione dei nostri incontri trimestrali. Nel corso del 2005 con le avvocate di Linea Rosa abbiamo discusso e approfondito in particolare: • la proposta di legge dell’Affido Condiviso; delle iniziative della Rete Nazionale dei Centri antiviolenza. • La dichiarazione di accettazione del Regolamento della casa rifugio per le donne ospitate. • Le iniziative della Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza. • Le modalità di invio delle donne accolte da Linea Rosa per una consulenza legale. 28 Capitolo IV – Progetti 1. Coordinamento Regionale delle Antiviolenza dell’Emilia Romagna Case delle donne e dei Centri a) Il progetto di ricerca: l’Osservatorio delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell’Emilia Romagna. Dopo i due rilevamenti dei dati relativi alle donne accolte dalle Case e dai Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna nel 1997 e nel 2000, nel dicembre 2004 il Coordinamento Regionale ha firmato con la Regione Emilia Romagna una nuova convenzione per realizzare la ricerca “I dati delle Case delle Donne e dei centri antiviolenza. I dati di altri soggetti pubblici e privati che hanno contatto donne che subiscono violenza in Emilia-Romagna. Nuovo rilevamento regionale anno 2005”. La ricerca propone due schede di raccolta dati per soggetti pubblici e privati che si occupano di violenza alle donne. Questo rilevamento è iniziato il 1°gennaio 2005 e si è concluso il 31 dicembre dello stesso anno. Esso è stato finalizzato alla raccolta dei dati relativi alle donne nuove accolte. Ogni Centro antiviolenza ha infatti predisposto le proprie schede di accoglienza/rilevamento in modo che, al momento della compilazione, successiva al colloquio, esse fossero disponibili per l’operatrice d’accoglienza numerate in modo progressivo. La scheda è stata compilata per ciascuna donna nuova che si è rivolta al Centro antiviolenza, chiedendo aiuto o informazioni in prima persona. Non andava compilata per le segnalazioni di casi di violenza fatte da terzi (familiari, amiche, amici parenti, colleghi ecc…). Nel caso in cui la donna si sia rivolta più volte al Centro, andava utilizzata la stessa scheda aggiornando però i dati, ed aggiungendo le eventuali informazioni mancanti. Ogni scheda è stata poi informatizzata in una apposita maschera creata dal Gruppo di Lavoro della Ricerca costituitosi per l’apposita elaborazione dei dati (che verrà completata nel 2006). Il Gruppo di Lavoro della Ricerca ha svolto un ruolo fondamentale nel processo di elaborazione e rielaborazione della scheda. Nel corso del rilevamento, il ruolo delle REFERENTI, che compongono il Gruppo, è stato estremamente importante. Esse conoscono a fondo l’impianto della scheda e hanno il compito di farlo conoscere alle altre operatrici e di controllare e verificare la compilazione delle schede. Per lo stesso motivo, all’interno dell’associazione Linea Rosa si è costituito un piccolo gruppo che si è occupato dei dati. Oltre allo scopo di condividere la gravosa responsabilità del richiamo alla compilazione, il gruppo ha assunto inoltre il compito di ripensare alle modalità collettive di compilazione e di trarne dei suggerimenti utili per l’attività di accoglienza; di riflettere sui dati già raccolti in modo da raccogliere degli elementi conoscitivi utili alle attività del Centro, all’approfondimento del problema della violenza alle donne e al confronto con quanto avviene negli altri Centri. 29 b) Il Coordinamento Regionale in occasione dell’8 marzo 2005 In occasione dell’8 marzo 2005, per il secondo anno consecutivo, i Centri Antiviolenza riuniti nel Coordinamento Regionale sono usciti con un Comunicato comune per sensibilizzare le province emiliano-romagnole sul problema della violenza alle donne in regione. Ecco il Comunicato stampa: Il Coordinamento Regionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne dell’Emilia Romagna celebra l’8 marzo, la festa delle donne (La Casa delle Donne di Bologna, SoS Donna di Bologna, SoS Donna di Faenza, il Centro Donna Giustizia contro la Violenza alle Donne di Ferrara, Filo Donna di Forlì, La Cicoria di Imola, il Centro contro la violenza alle donne di Modena, il Centro Antiviolenza di Parma, la Città delle Donne di Piacenza, Linea Rosa di Ravenna e Associazione NondaSola di Reggio Emilia) L’ 8 marzo è convenzionalmente la Festa della Donna. Col tempo, forse, è andato via via sbiadendo in molte donne il significato simbolico di questa giornata, scelta a ricordo del primo sciopero nella storia delle donne quando, nel 1859, un gruppo di operaie tessili in America, chiese migliori condizioni di lavoro. Da allora altri eventi legati a rivendicazioni dei diritti delle donne si sono ripetuti in quella data simbolica e in altre, che non è possibile ricordare tutte. Molti obiettivi le donne li hanno raggiunti insieme, unendosi in associazioni o nei tanti movimenti che dall’inizio del ’900 in poi hanno prodotto in molte parti del Mondo, riflessioni, pensiero ed azioni sulla discriminazione delle donne e il principio di uguaglianza con gli uomini prima, sul valore della differenza di genere poi. Con quello stesso spirito, il Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle Donne dell’Emilia Romagna vuole in questa giornata ricordare quanto è stato fatto e quanto ancora si deve fare per rendere visibile, prevenire e contrastare il fenomeno della violenza alle donne. Si tratta di un problema ancora di scottante attualità, se pensiamo che nel 2004 i 10 centri riuniti nel Coordinamento Regionale hanno accolto circa 2000 donne vittime di violenza per lo più all’interno delle mura domestiche. Inoltre, già nel mese di gennaio 2005 la cronaca nera di alcune città emiliano- romagnole ci ha informato del brutale assassinio di 4 donne. D’altra parte, il Rapporto Eures 2004 sull’Omicidio volontario in Italia rivela che nel 2003 gli omicidi maturati all’interno dei “rapporti di prossimità” (famiglia, lavoro, conoscenti e vicinato) superano quelli legati alla criminalità comune e organizzata. Su un numero complessivo di 301 vittime, 201 sono delitti avvenuti in famiglia, 49 tra amici e conoscenti, 29 in ambito economico e lavorativo, e 22 di vicinato. Gli autori degli omicidi sono per l’88,6% uomini; mentre le vittime sono prevalentemente donne: 1 omicidio ogni 40 ore all’interno delle mura domestiche. E ancora, una notizia Ansa del 6 febbraio 2005 rivela che il 5% degli omicidi in Italia hanno avuto come prologo atti di “Stalking” (termine inglese che significa “fare la posta”). Le vittime sono soprattutto donne (80%), sottoposte ad appostamenti davanti a casa, ossessivo invio di lettere, telefonate, sms, e-mail, ma anche minacce e forme di persecuzione più violente. Aspettando l’8 marzo il pensiero delle donne impegnante quotidianamente nei centri antiviolenza e nelle Case delle donne dell’Emilia Romagna va alle donne italiane o straniere che si rivolgono alle associazioni femminili per maltrattamenti e violenza familiare ed extra familiare, e che sono ancora numerosissime. Sono donne che devono affrontare percorsi lunghi e dolorosi per riappropriarsi della loro vita, e per le quali la libertà e il rispetto della loro identità sono un raro privilegio e non, purtroppo, un diritto definitivamente acquisito. Per tutti questi motivi i Centri antiviolenza del Coordinamento Regionale in occasione della giornata dell’8 marzo 2005 promuoveranno nelle singole realtà locali una serie di iniziative pubbliche per approfondire e sensibilizzare sul fenomeno della Violenza. 30 Al termine del Comunicato ogni Centro aveva indicato le manifestazioni organizzate a livello locale in occasione dell’8 marzo∗. c) La campagna del Coordinamento Regionale in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne: 25 novembre 2005. Per il secondo anno consecutivo i Centri Antiviolenza e le Case delle donne dell’Emilia Romagna hanno unito le loro risorse per promuovere e dare visibilità pubblica alla giornata internazionale contro la violenza alle donne. Sebbene in Italia non esista ancora una ricerca statistica nazionale esauriente sulle donne vittime di violenza, sappiamo che nel 2004 i 10 Centri antiviolenza riuniti nel Coordinamento Regionale dell’Emilia Romagna hanno accolto circa 1996 donne vittime di violenza, mentre nel periodo gennaio-ottobre 2005 circa 1558 donne. Nella maggior parte dei casi le donne accolte hanno dichiarato di aver subito violenza all’interno delle mura domestiche. Questo dato è in linea con un altro dato allarmante diffuso dal Consiglio d’Europa: la violenza subita dal partner, marito, fidanzato o padre che sia, è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 ed i 44 anni, ancora prima del cancro, degli incidenti stradali e della guerra. Per il 25 novembre è prevista la diffusione regionale di manifesti e locandine dal titolo “Uscire dalla violenza si può”, che prevede la diffusione regionale di manifesti e locandine per la sensibilizzazione del problema della violenza alle donne e l’informazione sull’attività di accoglienza ed ospitalità alle donne sole, o con figli, vittima di maltrattamento, praticata dai singoli centri. Nella giornata del 25 novembre, inoltre, ogni Centro promuoverà iniziative locali per far conoscere alla cittadinanza le dimensioni del fenomeno della violenza a livello locale, regionale e nazionale, nonché promuovere le attività di sostegno ed aiuto praticate ogni giorno alle donne che si rivolgono ai Centri. Il Coordinamento stava inoltre predisponendo assieme alla Regione Emilia Romagna una campagna di sensibilizzazione sul problema della violenza alle donne per la realizzazione depliant e locandine da affiggere ai portapacchi dei treni interregionali e regionali in accordo con le Ferrovie dello Stato ed in collaborazione con l’Assessorato ai Trasporti della regione Emilia Romagna. Il pieghevole conterrà informazioni sul fenomeno della violenza, su come contrastarlo, sui Centri antiviolenza e le Case delle donne attive sul territorio regionale, ed in ultimo, ma non per importanza, una breve informazione tradotta in 5 lingu e diverse dall’italiano (vedi Allegato 2). 2. Coordinamento Antiviolenza Nazionale delle Case delle donne e dei Centri a) Pubblicazione degli Atti del convegno “Le donne producono sapere, salute, cambiamento. Centri in movimento, il Movimento dei Centri Antiviolenza”, tenutosi a Marina di Ravenna il 28-29 novembre 2003 La Rete nazionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle Donne ha pubblicato nella primavera del 2005 con Patron Editore di Bologna gli Atti del convegno “Le donne producono sapere, salute, cambiamento. Centri in movimento, il Movimento dei Centri Antiviolenza”, tenutosi a Marina di Ravenna il 28-29 novembre 2003. L’edizione è stata curata da Sabrina Lupinelli, dell’associazione Linea Rosa di Ravenna, e da Anna Pramstrahler, della Casa delle Donne di Bologna. All’incontro hanno preso parte più di 500 donne, provenienti da ogni angolo del Paese, in rappresentanza degli oltre 100 Centri Antiviolenza e Case delle Donne attivi oggi in Italia. In quell’occasione erano presenti anche moltissimi rappresentati delle Forze dell’Ordine, della Magistratura, dei Servizi Sociali, degli Enti Locali, dando vita ad una girandola di dibattiti, proposte e confronti ed amplificando lo “sguardo di genere” su di un universo di problematiche: migliaia di donne ∗ Per l’associazione Linea Rosa vedi al Capitolo V, paragrafo 1 della presente Relazione 31 subiscono maltrattamenti in famiglia, migliaia sono le straniere rese sempre più deboli dall’attuale politica migratoria, migliaia le vittime dello sfruttamento sessuale a scopo di lucro. A raccontare tutto ciò un “circo massmediatico” ridondante di stereotipi sessuali negativi. Tutti questi problemi sono stati visti ed analizzati attraverso il filtro dell’esperienza dei Centri Antiviolenza, che attualmente rappresentano la parte più vivace del Movimento delle donne. Attivi da più di 20 anni in Italia, i Centri Antiviolenza, sono stati una delle prime risposte al problema della violenza, affermando per primi che la violenza è prima di tutto violenza del genere maschile su quello femminile, portando finalmente alla luce il punto di vista femminile su maltrattamenti, stupri, molestie e violenze sessuali. Centinaia di donne trovano ogni giorno in questi Centri ascolto e risposte ai loro problemi; strutture protette di ospitalità in caso di pericolo; informazioni adeguate per conoscere e trovare le risorse necessarie sul territorio; e altre donne che hanno vissuto le stesse esperienze e con le quali confrontarsi. I primi Centri antiviolenza e Case delle donne che hanno iniziato ad incontrarsi all’inizio degli anni ’90 sono state quelle di Bologna, Ferrara, Milano, Modena e Venezia, alle quali si sono presto aggiunte quelli di Firenze, Roma e Ravenna. Si trattava ancora di incontri nazionali sporadici, senza un reale obiettivo politico comune, per il quale si dovette aspettare il 1° convegno nazionale, che si svolse sempre a Marina di Ravenna nel 1996. In quella occasione è iniziato un lento percorso di consolidamento che ha condotto al 2° convegno nazionale del 2003, dove le donne dei Centri si sono concretamente confrontate sulla metodologia e pratica politica, l’approccio con le donne, il rapporto con le istituzioni, la ricerca e la professionalità espressa dai Centri. Il convegno del 1996 è stato determinante anche per la successiva nascita dei primi gruppi e coordinamenti regionali in Italia. Il Coordinamento regionale dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne dell’Emilia Romagna, ha prodotto, ad esempio, diversi progetti comuni, come l’Osservatorio ed il lavoro di Ricerca, con l’elaborazione di una scheda statistica comune sulle donne accolte ed ospitate. b) Le linee guida elaborate dal Coordinamento Nazionale delle Case delle Donne e dei Centri Antiviolenza Sono proseguiti anche nel 2005 gli incontri del Coordinamento Nazionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle Donne, per l’organizzazione dei quali Linea Rosa ha svolto parte del lavoro di Segreteria. Questi incontri hanno conosciuto un rinnovato impulso ed interesse in seguito all’organizzazione e realizzazione del 2° convegno nazionale dei Centri Antiviolenza svoltosi a Marina di Ravenna nel novembre 2003. Nel 2005 le donne dei Centri si sono incontrate a Firenze nel mese di gennaio e a Bologna nel mese di settembre allo scopo di discutere nuove strategie comuni per la sensibilizzazione sul fenomeno della violenza alle donne e l’attività svolta dai Centri, e soprattutto per redarre un documento comune che stabilisca i principi in cui tutti i Centri e le Case delle donne si riconoscono. Riportiamo di seguito il documento finale (per consultare la “Carta della Rete nazionale dei Centri Antiviolenza vedi il sito www.women.it/centriantiviolenza). 3. Altre iniziative di Linea Rosa a Ravenna in occasione del 25 novembre 2005: Convegno “Dalla Casa al Rifugio” (24 novembre 2005) In occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne, l’associazione Linea Rosa torna a parlare di violenza alle donne con il convegno “Dalla Casa al Rifugio”, in programma a Ravenna, presso la Sala Mosaici, in piazza Kennedy, per il 24 novembre 2005, ore 15.30. L’obiettivo è quello di approfondire il problema della violenza alle donne ed il ruolo dei centri antiviolenza e delle case rifugio all’interno di un sistema integrato di contrasto alla violenza. All’evento interverranno tra gli altri, Lisa Dradi, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna, che illustrerà le “Politiche attive per rompere il silenzio”; Francesco Bruno, professore di psicopatologia forense – Università La sapienza di Roma – con un intervento dal titolo “Morire per amore, la violenza contro le donne”; l’avvocata Tina Lagostena Bassi, che ha raccontato “Storie di ordinaria violenza”, e 32 Stefano Rossi, dirigente della Squadra Mobile di Ravenna, per illustrare il “Sistema investigativo contro la violenza alle donne”. Molto spesso l’omicidio rappresenta il tragico epilogo di lunghe storie di violenza domestica tanto che lo stesso Consiglio d’Europa ha diffuso un dato allarmante: la violenza subita dal partner, marito, fidanzato o padre è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 ed i 44 anni, ancora prima del cancro, degli incidenti stradali e della guerra. In Italia, sebbene non esista ancora una ricerca statistica nazionale esauriente sulle donne vittime di violenza, sappiamo che nel 2004 i 10 Centri antiviolenza riuniti nel Coordinamento Regionale dell’Emilia Romagna hanno accolto circa 2000 donne vittime di violenza per lo più all’interno delle mura domestiche. Inoltre, le ricerche condotte dall’Eurispes e dall’Eures, istituti di ricerca privati, che utilizzano come strumento di rilevazione la stampa nazionale e locale, hanno evidenziato che nella maggior parte dei casi le donne vengono uccise dal partner dopo anni di violenze “coniugali”, di solito dopo la separazione o il divorzio (vedi Allegato 3). 4. Progetto “Sostenere la genitorialità”, nell’ambito del “Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori”. Il progetto è il frutto del lavoro congiunto tra l’associazione Linea Rosa, il Consorzio per i Servizi Sociali, la Provincia ed il Comune di Ravenna. Dopo la realizzazione del progetto Baby – Casa, grazie al quale Linea Rosa ha aiutato la donna/madre ospitata nella casa rifugio ad indirizzo segreto con un servizio di babisitteraggio per sostenerla nel raggiungimento dell’indipendenza economica, favorire la relazione madre-figlia/o ed infine ad aiutare i bambini ad elaborare modalità diverse da quelle violente alle quali il bambino è stato abituato; è stato istituito un gruppo di operatrici che sostengano la genitorialità delle donne ospiti e favoriscano l’ascolto del/i minore/i ospiti della Casa – Rifugio e della Casa Dafne. Il lavoro con le madri sulla genitorialità è molto importante, in quanto si può offrire un miglior sostegno alle necessità delle/i loro figlie e figli. Incrementare il benessere dei minori riconoscendo la madre come soggetto attivo e protagonista di scelte, e dare ascolto e accoglienza alle/ai bambine/i ospiti nella Casa Rifugio e della Casa Dafne, sono attività sempre più prioritarie di Linea Rosa. La disponibilità all’ascolto dell’adulto è una delle principali attività che possono contribuire a rendere sempre meno sommerso l’abuso sul minore. La rilevazione statistica condotta da Linea Rosa assieme ai Centri antiviolenza emiliano-romagnoli, in accordo con la Regione Emilia Romagna, dimostrano che le/i minori ospitati sono spesso vittime di violenza diretta da parte del partner della madre oppure della violenza agita sulla madre stessa. A tale proposito il presente progetto è già stato condiviso con l’Associazione SOS Donna di Faenza, che pur non gestendo una Casa Rifugio si trova, durante i colloqui di accoglienza, con donne che subiscono violenza, ad affrontare questa problematica. L’Associazione SOS Donna ha potuto, quindi, attivare il coinvolgimento del Distretto di Competenza, ottenendo un supporto di consulenza e di supervisione per eventuali casi di maltrattamento e/o disagio a danno di minori. L’abuso/maltrattamento è sempre una forma di violenza fisica e/o psicologica esercitata sui bambini in modo tale da non lasciare loro alcuna possibilità di esprimere il proprio consenso o rifiuto. Di norma l’abusante appartiene all’ambiente sociale in cui il bambino vive (padre, convivente della madre, ecc.). Si è accertato che il maltrattamento ha, di norma, come conseguenza l’arresto di uno sviluppo equilibrato del minore. I bambini violati sono feriti non solo sul piano fisico, ma anche a livello psicologico; i danni psicologici sono difficilmente individuabili e spesso affiorano solo dopo lungo tempo. 33 Dall’esperienza maturata si può affermare che quando il maltrattamento si consuma in ambito intrafamiliare, i colpevoli mettono volutamente discredito tra madre e figlio affinché sia possibile preservarsi dalla scoperta del crimine commesso. Critiche ingiustificate e osservazioni offensive da parte dell’autore dell’abuso svalutano la donna nel proprio ruolo di madre e moglie: “Tu sei la responsabile dell’educazione e non sei in grado di cavartela nemmeno con il bambino”. Diventa, quindi, importante il sostegno alla maternità, rivalutando il ruolo della donna come soggettorisorsa. Molto spesso, nonostante l’intimazione del silenzio, le vittime cercano aiuto. Inviano segnali, lasciano indizi per richiamare l’attenzione. Tutte le persone alle quali viene affidata la responsabilità sul bambino sono invitate a dare ascolto anche alle “grida silenziose”. Molti bambini non riescono a parlare delle loro esperienze, spesso è attraverso la comunicazione non verbale, il corpo, che esprimono il loro disagio o sofferenza. Le/i bambine/i che hanno assistito o sono state vittime di violenza spesso soffrono di mancanza di autostima, e in molti casi anche di disturbi d’ansia e di problemi legati all’aggressività. Alcune/i bambine/i potrebbero manifestare comportamenti autolesionisti. I sintomi psicosomatici sono molto frequenti (problemi legati al ritmo sonno-veglia, mal di stomaco, emicranie, enuresi notturna, disordini alimentari, ecc.). Secondo FREI (1993): Alcuni sintomi fisici e psicosomatici sono: - Cicatrici, ematomi; - Frequenti lamenti per mal di pancia; - Incontinenza urinaria, incapacità di trattenere le feci; - Stipsi – diarrea; - Altezza e peso inappropriati per l’età del bambino; - Frequente salute cagionevole; - Aspetto gracile, pallido, fiacco, stanco, stremato; - Asma o senso di soffocamento; - Eczema cutaneo; - Emicrania; - Svenimenti e disturbi dell’equilibrio; - Turbe del sonno, difficoltà a prendere sonno come pure a rimanere addormentati (interruzioni del sonno), incubi; - Fobie di ogni genere; - Balbuzie, mutismo; - Ritardo nello sviluppo della parola; - Il bambino riprende a succhiarsi il pollice, chiede il ciuccio, il biberon o il peluche, nonostante si sia disabituato da tempo a questi oggetti. Alcuni problemi alimentari sintomatici sono: - Coliche addominali o gastriche, dolori spastici; - Anoressia (per annullare i segni della femminilità); - Adiposità (grasso come strato protettivo); - Bulimia. Alcuni sintomi sul piano del rendimento sono: - Evidente calo di memoria a breve termine, attenzione, costanza; - Rapida diminuzione del rendimento scolastico; - Disturbi della concentrazione; - Evidente distrazione. Valutazione della genitorialità e della recuperabilità delle competenze genitoriali, interventi riparativi, adeguati, ristabilire una “sana” relazione con l’adulto, sono tutte tappe irrinunciabili se si vuole parlare di efficace presa in carico dei casi, nonché di prevenzione anche rispetto agli effetti a lungo termine e alla trasmissione intergenerazionale della violenza. 34 Obiettivi: • Prevedere il coinvolgimento dei Nuclei Distrettuali di Ravenna, Lugo e Faenza. • Ascolto del minore ospitato e osservazione. • Creare un nuovo strumento, la relazione tra un’operatrice/educatrice di Linea Rosa e la/il minore ospitata/o, per l’espressione del disagio portato dalla/o bambina/o. • Aumentare l’autostima del minore abusato o maltrattato conoscendo le conseguenze traumatiche che le violenze subite provocano. • Dare un’opportunità di un piacere relazionale che non era più possibile nell’ambiente domestico. • Madre e figlia possono vivere situazioni e momenti pensati appositamente per loro. • Aiutare la madre a lavorare sul’hic et nunc delle sue difficoltà interattive con il bambino. • Rimandare alla madre il senso del suo valore in quanto persona in grado di dare indicazioni affidabili. • Sensibilizzazione dell’argomento attraverso corsi specifici di formazione rivolti ad insegnanti, genitori, assistenti sociali ecc. in generale a tutto il mondo degli adulti che possono a vario titolo entrare in relazione con il minore abusato. • Rafforzamento e consolidamento della rete interistituzionale operante nel settore. • Rendere più visibile il fenomeno della violenza sui minori, in qualsiasi forma essa si manifesti; violenza fisica, sessuale, psicologica e assistita, creando momenti di dibattito pubblici e di informazione circa i risultati ottenuti (convegni, manifestazione pubbliche, opuscoli ecc.). • Ricerca di quella distanza ottimale tra adulto e bambino, infatti le madri mostrano spesso una certa difficoltà a trovare un giusto equilibrio in termini di distanza dal bambino. • Mamme e bambine/i hanno la possibilità di sperimentare i primi allontanamenti lungo percorsi che sono caratterizzanti da “andate e ritorni”. La madre e figli hanno l’opportunità di costruire insieme le basi per un’autonomia e un’indipendenza reciproca proprio a partire dai momenti di compresenza e vicinanza fisica. • Fare esperienza di gioco insieme. • Favorire la consapevolezza e la scoperta, da parte della donna, delle proprie capacità relazionali da parte dell’adulto. • Rendere più competente la madre a partire dalle loro stesse abilità e maggiormente capaci di mobilitare la propria rete sociale al fine di soddisfare i propri bisogni e quelli del propria/o figlia/o; più consapevole della propria esperienza genitoriale. • Rafforzare le risorse genitoriali attraverso il confronto e l’osservazione. • Supportare, rassicurare, incoraggiare e potenziare la madre perché possa sentirsi meglio con se stessa, e vivere in modo più gratificante la quotidianità famigliare. Nella fase di realizzazione del progetto, settembre 2005/settembre 2006, si è utilizzata la seguente metodologia: 1) 2) 3) 4) 5) 6) Incontri mensili con il Nucleo Operativo Distrettuale e con gli Operatori Territoriali Referenti del caso. Incontri con il Nucleo Operativo Distrettuale nel momento di ingresso della donna con i figli per progettare un intervento su “misura” della bambina/o ospite. Reazione di uno spazio specifico all’interno della casa rifugio di sostegno alle/ai bambine/i e alle loro madri. Attività strutturate attraverso cui bambine/i possono esprimere il loro vissuto rispetto alla violenza subita e all’ospitalità nella Casa Rifugio e nella Casa Dafne. Favorire l’apprendimento del bambino con specifici attività di sostegno e aiuto nell’espletamento delle attività scolastiche. Incoraggiare la madre ad esplorare modi nuovi e personali di stare con la/il bambina/o, valorizzando le parti più positive del suo repertorio di cura al fine di ridurre gli eventuali interventi non pertinenti. 35 7) Contenere i dubbi e le ansie della madre nella sua relazione con la/il bambina/o rispetto alla propria capacità genitoriale. 8) Restituire alla donna il senso del suo valore in quanto figura di accudimento. 9) Utilizzare una serie di domande e richieste, di esempi di domande, richieste di esempi concreti, problem solving, al fine di riportare l’attenzione della donna sulla sua relazione con la/il bambina/o, e sul proprio modo di interagire con la/il figlia/o. 10) Aiutare la donna ristabilire “la giusta distanza” con la/il bambina/o. 11) Aiutare la comunicazione tra madre e bambina/o, dove il comportamento, l’atteggiamento e il corpo sono atti della/del bambina/o che hanno un senso. 12) Educare alla gestione dei conflitti. 5. Progetto “Sportello di orientamento e accompagnamento al lavoro per donne che hanno subito violenza”, realizzato programma “Vie d’Uscita, per-corsi di autonomia”. nell’ambito del Il progetto dello Sportello, realizzato assieme all’Enaip Ferrara, è stato co-finanziato dal Fondo Sociale Europeo e approvato dalla Regione Emilia Romagna. Esso ha previsto l’apertura di uno sportello di orientamento al lavoro presso i Centri Antiviolenza di Piacenza, Ferrara, Ravenna, Parma e Bologna, per donne che, a causa di situazioni di violenza familiare, o di separazione dal coniuge, hanno avuto necessità di trovare, o cambiare lavoro. Il progetto è stato realizzato nel periodo Marzo 2005 – Febbraio 2006 (12 mesi per un totale di 200 ore di apertura di ogni sportello) e ha coinvolto 1 Project Leader, 5 Coordinatori/trici, 5 Operatori / operatrici del servizio, 5 Tutor e Operatrici per il servizio di babysitteraggio Per quanto riguarda lo Sportello lavoro attivato dall’associazione Linea Rosa, le attività sono state condotte da una Tutor e da un’Operatrice, entrambe appartenenti all’associazione. Nel periodo di apertura dello Sportello - Lavoro, l’Operatrice ha svolto colloqui di orientamento ed accompagnamento con 25 donne disoccupate e/o in difficoltà economiche a causa delle violenze subite dai rispettivi partners. Di queste, 10 erano donne straniere, così distribuite per nazionalità di appartenenza: Nazionalità Bulgaria Kenia Tunisia Nigeria Senegal Brasile Cuba Polonia Russia Nr. Donne 2 1 1 1 1 1 1 1 1 21 donne hanno figli in età minore. Con ognuna delle donne, residenti tutte nel Comune di Ravenna, l’operatrice ha svolto: • colloqui di accoglienza, per individuarne le richieste specifiche, quindi, fornire le informazioni più opportune rispetto ai Servizi ed alle Agenzie presenti sul territorio locale; • Colloqui di orientamento, per valutare le attitudini, le competenze e le eventuali precedenti esperienze lavorative; nonché le disponibilità delle singole donne a svolgere lavori in determinate giornate e orari, soprattutto per riuscire a conciliare l’attività lavorativa con l’attività di cura dei figli. Sono donne infatti intenzionate ad uscire da una relazione violenta, 36 che le ha escluse per diverso tempo dal mercato del lavoro o che le ha costrette a cambiare spesso attività lavorativa. Per tale motivo, l’Operatrice in fase di colloquio ha cercato assieme alle donne di valutarne le aspirazioni e le offerte disponibili sul mercato locale del lavoro (Ravenna, Faenza, Lugo, e Stagionali) • Composizione Curriculum Vitae • Ricerca in Internet delle offerte di lavoro (www.racine.ra.it) • Sostegno e preparazione della donna per il contatto diretto con le Aziende. Per quanto riguarda la Tutor, essa ha invece partecipato al Tavolo di lavoro per l’integrazione lavorativa, individuando altresì le esigenze locali relativamente all’offerta di lavoro. La Tutor ha così allacciato contatti diretti con altri Servizi e Agenzie locali che si occupano di inserimento al lavoro, promuovendo uno scambio di Buone Prassi. Inoltre, ha fornito supporto e supervisione all’attività dell’Operatrice, relativamente ai curricula e predisponendo materiale informativo circa l’attività dell’associazione Linea Rosa poi ampiamente diffuso sul territorio locale. 6. Presentazione del libro “Il sé e l’altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze” Nell’aprile del 2005 Linea Rosa ha presentato presso la scuola elementari Mordani di Ravenna il libro “Il sé e l’altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze”, risultato finale di un percorso educativo condotto nella Scuola dell’infanzia “Buon Pastore” di Ravenna nell’anno scolastico 2003-2004 e realizzato grazie alla collaborazione dell’Assessorato Pari Opportunità, della Direzione Didattica del 2° circolo di Ravenna e dell’associazione Linea Rosa. Gli interventi, a carattere laboratoriale e informativo-formativo, hanno coinvolto le/gli alunni dell’ultimo anno e le loro insegnanti e si sono posti, come finalità complessiva, la prevenzione della violenza attraverso lavori di consapevolezza di sé, dell’altro, delle differenze individuali e di genere. La testimonianza di questa esperienza è stata raccolta in un quaderno che verrà distribuito ai partecipanti come strumento di conoscenza per tutti coloro che siano interessati ad avviare in ambito educativo progetti di sensibilizzazione sul confronto maschile-femminile e di educazione antiviolenta. Alla presentazione del libro sono intervenute Lisa Dradi, assessora comunale Pari Opportunità; Susanna Tassinari, assessora comunale Infanzia e Scuola dell’Obbligo; Giorgio Gaudenzi, dirigente scolastico del 2° circolo didattico; Monica Belogi, psicologa e operatrice di Linea Rosa; Pascale Ribeiro, psicomotricista e volontaria di Linea Rosa; Astrid Cossutta, psicologa-psicoterapeuta, consulente di Linea Rosa. 7. Guida ai Diritti delle Donne Nel corso del 2005 le associazioni Linea Rosa di Ravenna e SOS Donna di Faenza hanno collaborato con i Coordinamenti femminili della CGIL nella realizzazione di una Guida ai Diritti delle Donne, rivolte in particolare alle donne lavoratrici italiane e straniere della provincia. Il progetto si è concretizzato nella realizzazione di tre depliant informativi sui temi • Riconoscere il maltrattamento familiare: come difendersi • Mobbing e molestie sessuali • Congedi parentali Ogni depliant contiene al suo interno definizioni e informazioni sui temi della violenza di genere, il maltrattamento intrafamiliare, il mobbing, la legislazione in materia di separazione/divorzio e congedi parentali. Il materiale realizzato è stato poi distribuito presso le sedi provinciali della CGil e nelle occasioni pubbliche alle quali i due Centri Antiviolenza hanno preso parte (Vedi Allegato 4). 37 Capitolo V – Iniziative pubbliche 1. Manifestazioni in occasione dell’8 marzo, in collaborazione con il Comune di Ravenna In occasione della Festa delle Donne, Linea Rosa nella giornata di domenica 6 marzo ha offerto un aperitivo agli amici e alle amiche dell’Associazione presso il ristorante Ca’ De Ven, in via C. Ricci a Ravenna. Nella giornata di martedì 8 marzo 2005, dalle ore 9 alle ore 13, le volontarie di Linea Rosa hanno inoltre allestito banchetti per la vendita della mimosa a Ravenna, davanti alla Chiesa di San Domenico, e a Russi, in piazza Farini. Il ricavato è stato destinato alle donne vittime di violenza che si rivolgono al centro di prima accoglienza. 2. L’aggiornamento del sito www.linearosa.it La tecnologia informatica ed internet sono diventati importanti strumenti di comunicazione e di promozione. Per questo motivo Linea Rosa continua ad aggiornare il proprio sito per raggiungere e sensibilizzare quante più persone possibili sul problema della violenza alle donne. Nel corso del 2005 il sito è stato aggiornato con: • depliant sugli eventi realizzati dall’Associazione. • Protocollo per la promozione di buone prassi negli interventi d’aiuto a donne vittime di violenza siglato a Ravenna tra l’associazione Linea Rosa, l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e l’Azienda Usl di Ravenna. • Bollettini quadrimestrali sulle attività di Linea Rosa distribuiti in ogni evento pubblico. • Depliant informativi e Regolamenti della Casa Rifugio ad indirizzo segreto e della Casa Dafne. • Atti del 2° convegno nazionale delle Case delle Donne e dei Centri Antiviolenza “Le donne producono sapere, salute, cambiamento. Centri in movimento, il Movimento dei Centri Antiviolenza” (Marina di Ravenna, 28-29 novembre 2003). • Convenzione con il Comune di Russi per la gestione del Centro di prima accoglienza sempre a Russi. • Il Corso di formazione “Donne e civiltà – I diritti delle donne in Oriente e in Occidente” rivolto alle 2° e 4° classi del Liceo Ginnasio “D. Alighieri” e dell’Istituto Magistrale “Margherita di Savoia”; il corso di formazione di 1° livello per le aspiranti nuove volontarie dell’Associazione. 38 3. Donne per il sì – Ravenna Linea Rosa, assieme a singole cittadine e ai gruppi Udi, Donne in Nero, Cgil e Arci, ha sostenuto con banchetti e la diffusione di materiali informativi, la libertà femminile, il diritto alla salute e ad una maternità consapevole e responsabile in previsione del Referendum del 12-13 giugno 2005 sulla “Procreazione Assistita” (legge 40/2004). 4. Incontro pubblico con Lia Inama, autrice del libro “Liberarsi dal troppo amore” Per riflettere assieme sul tema della dipendenza affettiva e sul come uscirne, l’associazione Linea Rosa, in collaborazione con l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna, ha organizzato per giovedì 30 giugno, ore 21, presso il Caffè Corte Cavour, un incontro pubblico con Lia Inama, autrice del libro “Liberarsi dal troppo Amore”, edito dalla Casa Editrice Erikson. Esperta di counseling e fondatrice dei gruppi “Amarsi per non amare troppo” di Trento, Lia Inama si occupa da anni di progettare e condurre corsi di formazione, gruppi di approfondimento, incontri e conferenze sui temi quali la comunicazione, le emozioni e l’autostima. Alla serata sono intervenute Lisa Dradi, assessora comunale alle Pari Opportunità, e Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa. Nel corso della serata è stato possibile acquistare il libro della Inama ed altri libri della Casa Editrice Erikson. 5. Incontro pubblico “La violenza contro le donne è vicina. Azioni e interventi” (Coriano, 27 settembre 2005) In previsione di un nuovo Centro di ascolto ed accoglienza per donne vittime di violenza, Il Comune di Coriano ha organizzato un incontro pubblico al quale sono intervenute Stefania Venturino, responsabile Circoscrizione Emilia Romagna Amnesty International; Antonella Oriani, presidente dell’associazione Sos Donna di Faenza; Alessandra Bagnara, presidente dell’associazione Linea Rosa di Ravenna; Maria Maffei Russo, responsabile Progetto Daphne - Ausl Rimini, Leonina Grossi consigliera delegata alle politiche di genere e alle pari opportunità della Provincia di Rimini. Nel corso della serata gli argomenti trattati sono stati i seguenti: • la violenza alle donne ed i diritti umani • le tipologie della violenza e la dimensione del fenomeno nell’esperienza di Linea Rosa • ruolo e funzioni di un centro antiviolenza • le proposte di intervento nella Provincia di Rimini. 6. La Festa del Volontariato Linea Rosa ha partecipato alla Festa del Volontariato svoltasi a Ravenna sabato 24 settembre, allestendo un proprio banchetto informativo ed una Pesca Benefica. Appuntamento tradizionale con la cittadinanza, è organizzato dalla Consulta delle Associazioni di Volontariato del Comune di Ravenna, con il Patrocinio di Comune e Provincia, ed in collaborazione, fra gli altri, con il Centro Servizi per il Volontariato. Nel corso della giornata, piazza del Popolo è stata animata con gli stand delle oltre 60 Associazioni attive sul nostro territorio, nei settori sanitario, socio-assitenziale, di tutela e promozione dei diritti, ecc. Il centro storico si è inoltre colorato con spettacoli, musiche, con le esibizioni dei pizzaioli e con stand gastronomici offerti dalla Consulta stessa in collaborazione col Sindacato Panificatori Ascom. 39 7. 1° Raduno Nazionale Gold Wing (Ravenna, 3-5 giugno 2005) Il Gold Wing Club Italia ha scelto Ravenna per il 1° Motoraduno Nazionale Gold Wing, che si è svolto a Ravenna da Venerdì 3 a domenica 5 giugno 2005 con il Patrocinio del Comune e Provincia di Ravenna. L’evento, unico nel suo genere per il prestigio delle moto Gold Wing, prodotte solo negli Usa, a Los Angeles, ha avuto un intento benefico tanto che i partecipanti hanno deciso di devolvere parte delle loro quote di iscrizione all’associazione Linea Rosa per le donne vittime di violenza. Le volontarie dell’Associazione hanno così partecipato, oltre alla serata benefica del sabato, nel corso della quale hanno ricevuto un generoso contributo del Gold Wing Club, anche venerdì pomeriggio in piazza Mameli con un banchetto informativo sulle attività dell’Associazione. 8. Deportivo La Curnanza: 5 anni di cammino insieme… Domenica 23 ottobre 2005, al campo sportivo di Casalborsetti, il Deportivo La Curanza, Associazione senza scopo di lucro, con finalità sportive, solidaristiche, culturali e ricreative, ha donato un generoso contributo a sostegno delle donne vittime di violenza che ogni giorno trovano accoglienza, sostegno ed aiuto nel Centro di prima accoglienza. In quell’occasione, l’Associazione Linea Rosa ha illustrato le proprie attività cui sono stati destinati i fondi raccolti dalla squadra. Il Depurativo La Curanza non è nuova a mostrare sensibilità ed attenzioni nei confronti delle attività svolte dall’associazione Linea Rosa. Nel giugno 2000 organizzò il Torneo benefico di Calcio in favore di Linea Rosa. Il Link dell’associazione Depurativo La Curanza è ora inserito nel sito di Linea Rosa. 9. La pesca benefica di l’associazione A.D.V.S. Natale a Ravenna in collaborazione con Nel periodo di Natale le associazioni Linea Rosa e A.D.V.S. hanno unito le loro forze per creare una serie di eventi intorno al grande albero di Natale in piazza del Popolo a Ravenna. Fino al 6 gennaio 2006, le due Associazioni, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, hanno allestito due casine di legno, all’interno delle quali si sono svolte ogni giorno una Pesca benefica (per opera di Linea Rosa) e la Lotteria con estrazione di ricchi premi nel giorno della Befana (A.D.V.S.). Il ricavato della pesca benefica di Linea Rosa è andata a sostegno delle donne vittime di violenza. 40 Allegato 1 QUESTIONARIO PER L’OPERATRICE N. SCHEDA: ETA’ DELLA DONNA: N. DEI/LLE FIGLI/E: SESSO DEI/DELLE FIGLI/E: ETA’ DEI/DELLE FIGLI/E: OSPITALITA’: CASA DAFNE CASA RIFUGIO TEMPO DI PERMANENZA NELLA CASA: QUESTIONARIO 1) Come valuti la tua permanenza nella casa ____________: Ottima [ ] Buona [ ] Discreta [ ] Mediocre [ ] Insufficiente [ ] Per quale motivo? 2) La restituzione delle “attività di gioco e di ascolto” effettuate con il tuo/a figlio/a, secondo il tuo parere, è stata utile? SI [ ] NO [ ] 3) La restituzione ha messo in evidenza degli aspetti del/la figlio/a di cui non ne eri a conoscenza? SI [ ] Quali? NO [ ] 4) Ti sei sentita aiutata nella tua relazione con il/la tuo/a figlio/a: SI [ ] NO [ ] In che modo? In che modo avresti voluto essere aiutata? 41 5) In seguito all’inserimento nella Casa _____________, hai notato in tuo/a figlio/a dei cambiamenti (ad esempio verbali, comportamentali o di altra natura)? SI [ ] Quali NO [ ] 6) Come valuti la tua relazione con le altre donne presenti nella Casa ___________________: Ottima [ ] Buona [ ] Discreta [ ] Mediocre [ ] Insufficiente [ ] Per quale motivo? Sostegno concreto e morale reciproco [ ] Sostegno concreto e morale solo da parte mia [ ] Sostegno concreto e morale solo da parte delle altre donne, presenti nella Casa [ ] Solo sostegno morale [ ] Solo sostegno concreto [ ] Indifferenza, disinteresse [ ] Inesistente [ ] _________________________________ 7) Come valuti la relazione tra i tuoi figli e quelli delle altre donne presenti nella Casa ___________________: Ottima [ ] Buona [ ] Discreta [ ] Mediocre [ ] Insufficiente [ ] Per quale motivo?: 8) Come valuti la tua relazione con i figli delle donne presenti nella Casa ___________________: Ottima [ ] Buona [ ] Discreta [ ] Mediocre [ ] Insufficiente [ ] Per quale motivo?: 9) Nel tuo percorso con l’Associazione hai ricevuto: Sostegno concreto e morale [ ] Solo sostegno morale [ ] Solo sostegno concreto [ ] Indifferenza, disinteresse [ ] Inesistente [ ] Per quale motivo? 42 10) Per quanto riguarda il regolamento della Casa, c’è qualcosa che avresti voluto cambiare? SI [ ] NO [ ] Perché? 11) C’è qualcosa del regolamento che avresti voluto aggiungere? SI [ ] NO [ ] Perché? 12) Come ti senti nel lasciare la casa? FIRMA _________________________________ DATA DI COMPILAZIONE: _________________________________ 43 Allegato 2 44 Allegato 3 45 Allegato 4 Allegato 4 46 Allegato 4 47 Allegato 5: Curricula e Formazione dell’Equipe di gestione delle Case Rifugio 48 Tutto quanto attiene la Casa Rifugio e la Casa Dafne (la convivenza e la vita delle donne con o senza figli, che vengono ospitate; i gruppi-casa con le donne ospitti; i progetti di uscita dalla relazione violenta, ecc.) è seguito da una Equipe interna all’Associazione Linea Rosa, che si incontra regolarmente una volta alla settimana, per fare il punto sulle diverse attività ed i progetti in corso con le donne ospiti. Di questo gruppo fanno parte le operatrici ed alcune volontarie di Linea Rosa, i cui compiti all’interno dell’Associazione sono esplicitati nel Mansionario che riportiamo qui di seguito. Per maggiore completezza, nonché allo scopo di rimarcare la professionalità delle persone componenti l’Equipe di gestione delle Case Rifugio, proponiamo al termine di questa lunga relazione i curricula formativi delle stesse. MANSIONARIO Belogi Monica Attività di accoglienza Progetti specifici Referente supervisione Redazione calendario settimanale per pulizie Redazione calendario mensile per pranzo coordinamento e verbalizzazione riunioni gruppo – casa Predisposizione segreteria telefonica Bellucci Cecilia Attività di accoglienza Archivio Fotografie manifestazioni e attività dell’associazione Bacheca interna, pubblico, bacheca foto uomini maltrattanti Inserimento schede/donne Ricerca bandi e concorsi Verifica e acquisti generi alimentari e pulizia per Centro di Prima Accoglienza Aggiornamento Legge Privacy Damassa Olivia Attività di accoglienza Aggiornamento sito internet Aggiornamento agenda numeri utili Predisposizione materiale da portare alle iniziative Supplente gruppi di auto e mutuo aiuto Aggregata inserimento schede/donne Gamberini Angela Attività di accoglienza Gruppi di auto e mutuo aiuto Coordinamento nazionale Corso di formazione per nuove volontarie Progetti specifici Supplente coordinamento regionale 49 Lupinelli Sabrina Attività di accoglienza Biblioteca Bollettino trimestrale Referente avvocate Comunicati stampa Relazione annuale Centro di Prima Accoglienza – Casa Rifugio – Casa Dafne Predisposizione volantino informativo chiusura del Centro di Prima Accoglienza Mazzoni Grazia Supporto scolastico ai bambini ospiti delle case – rifugio Visite alle strutture residenziali Rapporti con l’estero Gruppi donne ospiti Casa Rifugio e Casa Dafne Mattei Monica Visite Casa – Rifugio Visite Casa Dafne Acquisto generi alimentari Baby sitteraggio Barbara Panizza Contabilità del Centro di Prima Accoglienza Contabilità dei Progetti Banchetti – iniziative Referente per le strutture residenziali Referente per l’acquisto dei generi alimentari per le strutture Responsabile cellulare donne ospiti delle strutture Provinzano Gabriella Attività di accoglienza Statistica Referente Osservatorio regionale Sportello Russi Coordinamento regionale OGNI REFERENTE DI PROGETTI E/O ATTIVITA’ SPECIFICHE DOVRA’ RELAZIONARE PERIODICAMENTE, PREVIO APPUNTAMENTO, ALLA PRESIDENTE CIRCA LO STATO DEI LAVORI, LE PROBLEMATICHE RISCONTRATE, LE NECESSITA’ EMERSE ECC. LA QUALE DECIDERA’ SE ALLARGARE L’INCONTRO ALL’INTERO GRUPPO E/O ALL’ASSEMBLEA. Alessandra Bagnara, nata a Ravenna il 24/01/1965. 50 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Laureata in Sociologia all’Università di Urbino nel 1993 Dal 1987 è dipendente del Comune di Ravenna ed attualmente con carica dirigenziale all’interno della Polizia Municipale con qualifica di Commissario Dal 1995 Presidente dell’Associazione “Linea Rosa” e socia fondatrice della medesima Ha partecipato al corso di perfezionamento “Le forme della violenza contro le donne. Luoghi della riflessione e stili della prevenzione” ( Venezia, dicembre 1996 – dicembre 1997) ed ha svolto il tirocinio pratico presso la Casa delle Donne per non Subire Violenza di Bologna nell’ambito della conduzione dei gruppi di auto aiuto e nella gestione della Casa – Rifugio. Dal 1997 è membro del Comitato Direttivo della Consulta del Volontariato Ravennate e dal 2001 al 2005 è stata la Vice Presidente Dal 1998 conduce i gruppi delle donne ospiti della casa – rifugio di Linea Rosa Ha realizzato e seguito il corso di formazione “ Gruppi di sostegno – Da Donna a Donna” (Ravenna, gennaio 2000) condotto da un’operatrice del centro antiviolenza di Bologna ed ha partecipato a diversi “Laboratori di autostima” condotti da una psicologa – psicoterapeuta nell’ambito della formazione permanente dell’Associazione Fa parte da gennaio 2000, del gruppo di ricerca La Casa Sul Filo che ha realizzato il Cd Rom omonimo Il 28 gennaio 2000 ha partecipato al Seminario organizzato dal Gruppo Tecnico Aziendale “Abuso e Maltrattamento” Azienda USL di Ravenna dal titolo Abuso sui minori e abuso sessuale sulle donne relatrice Dr.ssa Maria Stella D’Andrea Azienda A.USL di Reggio Emilia Fa parte dall’anno 2000 del Gruppo Tecnico Prefettizio “Maltrattamento e abuso all’infanzia e all’adolescenza” Nel Dicembre del 2000 a Faenza ha tenuto una lezione sulla tematica delle Molestie sessuali sul luogo di lavoro organizzato dal Centro Ricerche Sociologiche ed Economiche Progetti di intervento sociale Negli anni 2001 e 2002 ha coordinato la segreteria del coordinamento regionale dei centri antiviolenza e Case delle Donne dell’Emilia Romagna Fa parte dal gennaio 2001 della Commissione Pari Opportunità costituitasi in seno al Provveditorato di Ravenna Nell’anno 2001 ha svolto alcune lezioni per la gestione di una casa – rifugio presso l’associazione Donne Contro la Violenza di Pavia Il 22,23 e 24 marzo 2001 ha partecipato al Seminario di Formazione “Abuso e Maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza – dalla sofferenza all’intervento integrato” organizzato dalla Procura, Questura, Provveditorato agli Studi e A. USL di Ravenna Nell’anno 2001 ha tenuto alcune lezioni all’interno del corso di formazione per aspiranti nuove volontarie presso l’Associazione SOS Donna di Faenza Nell’anno 2001 ha tenuto una lezione all’interno del corso organizzato dalla AGEFORM S.C.R.L. di Bologna presso l’ENFAP di Ravenna sulla materia “I servizi sul territorio della Provincia” riservato ai Delegati sociali 7 marzo 2002 – Bologna ha partecipato al Convegno “Violenza contro le donne e percorsi di uscita dalla violenza in Emilia Romagna” promosso dall’assessorato alle politiche sociali, immigrazione, progetto giovani, cooperazione internazionale della Regione Emilia Romagna, con un intervento dal titolo: “Presentazione pubblica dei dati relativi al 2000 della ricerca delle Case delle Donne e dei Centri Antiviolenza emiliano-romagnoli” Nell’anno 2002 ha partecipato al corso di formazione permanente di 38 ore organizzato dal C.F.P.P. con la Dr.ssa Cinzia Sintini dal titolo “Consapevolezza di sé e strategie di coping” Nel mese di settembre 2002 ha svolto un corso per la gestione e conduzione dei gruppi di auto e mutuo aiuto per l’associazione Donne Contro la Violenza di Pavia Gennaio – giugno 2003 ha tenuto docenze nelle sedi della Scuola di Polizia di Piacenza, Bologna e Cesena all’interno dell’Aggiornamento professionale congiunto tra Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Polizia Municipale illustrando le attività di Linea Rosa 10 marzo 2003 ha tenuto una conferenza dal titolo “Linea Rosa: la nostra esperienza cittadina” organizzata dall’Associazione “Maria Cristina” di Ravenna 51 • • • • • • • • • • • • • • • • 12 marzo 2003 ha partecipato all’iniziativa promossa dalla Prima Circoscrizione del Comune di Ravenna, rivolta agli alunni delle scuole medie tenendo una lezione di presentazione dell’associazione Linea Rosa e delle attività da essa svolte 13 marzo 2003 ha partecipato in qualità di relatrice alla rassegna “Solitudini? Assenze e presenze femminili” organizzato da I.T.S.C.T. “Ginanni” di Ravenna, Ministero dell’istruzione dell’Università e della Ricerca, Centro Servizi Amministrativi di Ravenna – Commissione Pari Opportunità e Comune di Ravenna Marzo 2003 Socia fondatrice e membro del consiglio direttivo dell’Associazione di Volontariato “Dalla Parte dei Minori” 20 ottobre 2003 ha partecipato all’incontro pubblico dal titolo “In cammino verso l’8 marzo ….” organizzato dal Comune di Alfonsine, Assessorato Pari Opportunità. Assessorato alla Cultura, Polizia Muncipale, UDI e Cif di Alfonsine con un intervento dal titolo: “Ascolto, accoglienza, ospitalità: le attività di Linea Rosa” 28-29 novembre 2003 – presieduto le due giornate del Secondo Convegno nazionale dei Centri Antiviolenza e Case delle Donne di Italia tenutosi a Marina di Ravenna dal titolo “ Le donne producono: sapere-salute-cambiamento. Centri in movimento – Il movimento dei Centri Antiviolenza” 07 febbraio 2004 Faenza partecipato alla presentazione del CD Rom “La Casa sul filo. Identità differenza e relazioni di genere”, un cd rom per la scuola in qualità di relatrice 19-20 febbraio 2004 ha partecipato in qualità di membro della segreteria scientifica ed organizzativa al seminario promosso dall’Associazione Dalla Parte dei Minori dal titolo “Abuso e maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza. Dalla sofferenza all’intervento integrato” 11 novembre 2004 ha partecipato in qualità di relatrice al seminario, organizzato da Regione Emilia Romagna Assessorato alle Politiche Sociali, Immigrazione, Progetto giovani, Cooperazione internazione, Provincia di Ravenna e Azienda USL di Ravenna dal titolo “Abuso e maltrattamento confronto con i mass media” 18 novembre 2004 ha tenuto una lezione dal titolo “I servizi sul territorio della Provincia in tema di violenza contro le donne – le attività di Linea Rosa” riservato ai Delegati sociali organizzato da ENFAP di Ravenna dal titolo “L’azienda come luogo dell’azione sociale: il delegato sociale” 24 novembre 2004 Trento – relatrice alla Conferenza pubblica “Mobbing familiare” dal titolo “Violenza domestica: dati statistici nazionali e internazionali. Tipologie della violenza e stereotipi” 24 novembre 2004 sottoscritto il “Protocollo per la definizione di buone prassi per interventi di aiuto a donne, sole o con figli, che hanno subito violenza” con Assessorato Pari Opportunità e Commissione Pari Opportunità del Comune di Ravenna 25 novembre 2004 intervento all’iniziativa pubblica commemorativa della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne” organizzata dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e dall’Associazione Culturale Italo Spagnola – Ispano Americana di Ravenna 17 febbraio 2005 Docenza :”presentazione dell’Associazione Linea Rosa, delle modalità e dei contenuti del percorso formativo, presentazione e aspettative delle partecipanti” corso rivolto a studentesse del Liceo Classico ad indirizzo Psico-pedagogico dal titolo: “Lividi dentro” Riflessioni sulla violenza di genere a donne e minori 22 febbraio 2005 docenza “La violenza di genere nella storia e nel mondo” corso rivolto a studentesse del Liceo Classico ad indirizzo Psico-pedagogico dal titolo: “Lividi dentro” Riflessioni sulla violenza di genere a donne e minori 11 aprile 2005 ha partecipato come testimone di esperienze professionali al corso di aggiornamento dal titolo “Abuso sui minori: rilevazione e interventi in ambito scolastico” organizzato dall’Istituto comprensivo “M. Montari” di Ravenna aperto agli insegnanti dell’Istituto Comprensivo organizzante 14 aprile 2005 – Foggia - è stata invitata come relatrice al Convegno pubblico “Diritti Negati e Violenza alle persone. Il fenomeno della violenza in famiglia: da questione privata a problema sociale” dal titolo “ Nascita, attività ed esperienza dei centri di aiuto” 52 • • • • • 20 aprile 2005 docenza Corso di Formazione R.S.U.-R.L.S. La nuova dimensione sociale organizzato da CGIL–FILCAMS Provincia di Ravenna argomento trattato: “Tipologia della violenza. Gli effetti sulla violenza e sul lavoro. Rete dei servizi. 29 aprile 2005 ha coordinato la presentazione dell’Opuscolo scaturito dalla realizzazione del percorso educativo condotto nella Scuola dell’Infanzia “Buon Pastore” di Ravenna nell’anno scolastico 2003-2004 “Il sé e l’altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze” 30 giugno 2005 Ravenna - ha partecipato e organizzato la presentazione del libro “Liberarsi dal troppo amore” con partecipazione dell’autrice del libro 18 novembre 2005 Pisa – è stata invitata come formatrice al corso di formazione organizzato dalla casa delle Donne di Pisa “Buone Prassi: lavoro di rete – Protocolli di intervento” che ha visto fra i suoi partecipanti forze dell’ordine, assistenti sociali, medici e operatrici del centro 24 novembre 2005 – Ravenna – intervento al convegno organizzato da Linea Rosa “Dalla Casa al Rifugio – Molto spesso l’omicidio rappresenta il tragico epilogo di lunghe storie di violenza domestica” dal titolo: “Dall’accoglienza all’Ospitalità – Dall’Ospitalità alla Protezione”. Cecilia Bellucci, nata a Campiglia Marittima (LIVORNO) il 29/04/’77 Formazione • 1996: Maturità scientifica conseguita presso il liceo Scientifico “Carlo Cattaneo” di Follonica. • Febbraio 2005: Laurea in Psicologia Clinica e d Comunità conseguita presso la Facoltà di Psicologia di Firenze con votazione di 100/110 con una tesi dal titolo “La perizia psicologia nella legislazione penale minorile”. • Settembre-ottobre 2005: corso di Formazione di 1° livello per aspiranti volontarie dell’associazione Linea Rosa. Il corso è stato organizzato in collaborazione con l’Enaip Ferrara e patrocinato dalla Regione Emilia Romagna. Il corso prevedeva inoltre una parte pratica, consistente in 40 ore di Tirocinio presso il Centro di Prima Accoglienza di Linea Rosa. • Settembre 2005-marzo 2006: tirocinio post laurea sempre presso il Centro di Prima Accoglienza di Linea Rosa, affiancando la psicomotricista nel progetto di osservazione dei bambini ospiti nelle case rifugio. Esperienze lavorative: • Settembre 2001-Giugno 2003, collaborazione con il Doposcuola per le scuole medie presso il Comune di Follonica in qualità di insegnante di sostegno per i ragazzi con difficoltà di apprendimento. • Dicembre 2003-Aprile 2004, collaborazione con l’ Associazione Culturale Teatridisabbia di Follonica (GR) in qualità di assistente ad un corso di teatro improvvisato per bambini con la finalità di sciogliere i freni inibitori. • Settembre 2004-Aprile 2005, collaborazione con il Centro di Ascolto per Adolescenti di Forlì in qualità di operatore nelle visite guidate per classi di scuole medie superiori • Dicembre 2005: collaborazione con il Polo Clinico “L’Acchiappasogni” di Forlì in qualità di assistente negli incontri di prevenzione della salute e prevenzione nuove droghe. • Marzo 2005: tirocinio presso il Servizio Tossicodipendenze Ausl di Forlì. Monica Belogi, nata a Ravenna il 05.09.1969 Formazione • Maturità scientifica nel 1988. 53 • • • • • • • • • • • Laurea in psicologia, Indirizzo Clinico e di Comunità, conseguita il 14 luglio 1994 presso l'Università di Padova con voto di 104/110. Tesi di laurea: "Uno studio longitudinale sul disagio professionale (burnout) di un gruppo di insegnanti di scuola media superiore" (Relatore: Prof. Massimo Santinello, docente di Psicologia di Comunità). Tirocinio: dal 15/9/94 al 15/9/95 ha prestato servizio presso il S.I.M.A.P. ed il SER.T. del distretto di Ravenna. Nel corso del primo semestre ha frequentato un centro diurno con finalità riabilitative per pazienti dimessi dall’ospedale psichiatrico e con patologie eterogenee. Nel secondo semestre ha partecipato ai "gruppi psicoeducazionali" con l’obiettivo di promuovere una presa di coscienza cognitiva e culturale del problema alcool e di facilitare la comunicazione di vissuti legati al mondo interno e relazionale. Iscrizione all’Albo Professionale: è abilitata all’esercizio della professione di psicologo dal 20.06.1996 ed è iscritta all’Albo degli Psicologi della Regione Emilia Romagna dal 05.09.1996, con numero progressivo 1749. "La complessità e l’importanza dei rapporti umani nella società attuale", corso organizzato dal Comune e dall’AUSL di Ravenna in collaborazione con l’associazione Spartaco, finanziato dal Ministero degli Affari Sociali su progetto presentato come prevenzione alle tossicodipendenze e al disagio giovanile e svolto in 35 ore (1992). "Infanzia spensierata fra mito e realtà: un percorso nel disagio infantile ed adolescenziale", corso di aggiornamento approvato dal Provveditorato agli studi di Ravenna e svolto in 18 ore (1995). "Corso per volontari in assistenza psichiatrica", organizzato dal comune di Ravenna, Ass. Sanità-Servizi Sociali, Consulta del volontariato, Dip. Salute mentale AUSL e svolto in 22 ore (1995). "Dalla psicologia, alla musica, alla musicoterapia", corso di aggiornamento riconosciuto dal Provveditorato agli Studi di Ravenna e articolato in 6 lezioni (1995). "La cultura della violenza alle donne", corso di aggiornamento organizzato dall’Assessorato Politiche Sociali e familiari, Scuola, Qualità urbana della regione Emilia Romagna e svolto in 28 ore (1995-’96). “Che cosa è la differenza sessuale?”, corso di aggiornamento riconosciuto dal Provveditorato agli Studi di Ravenna ed articolato in cinque lezioni (1997). Dall’ ottobre 1995 ha frequentato, presso l’Università di Cesena, il corso di formazione per "Psicologo operatore di gruppo analisi in carcere" che si è concluso nell’aprile 1997. Questo corso, articolato in 1.500 ore, è nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Bologna, la Regione Emilia Romagna, il Fondo Sociale Europeo e alcune istituzione carcerarie e si è posto come obiettivo quello di creare una nuova figura professionale a cui vengano fornite conoscenza e capacità nell'ambito della teoria gruppo analitica per operare non solo in carcere ma anche nel recupero, nella riabilitazione e nel sostegno di soggetti inseriti in istituzioni terapeutiche e in condizioni di disagio psichico. Il corso, inoltre, le ha dato l’opportunità di intraprendere un cammino terapeutico della durata di un anno attraverso la partecipazione ad un gruppo di psicoterapia gruppo analitica condotto dal Prof. Jaime Ondarza Linares. Altri momenti formativi centrali del corso sono state le visite guidate all’Istituto Penitenziario di Grendon Underwood in Inghilterra, alla Tavistock Portman Clinic di Londra e le 300 ore di stage svolte presso la Casa Circondariale di Ravenna e la Comunità per il recupero dei tossicodipendenti “Papa Giovanni XXIII”. In particolare all’interno del penitenziario di Ravenna ha condotto per 3 mesi un gruppo di 8 detenuti offrendo a questi ultimi, utilizzando una forma sperimentale di intervento, un aiuto psicologico, un’opportunità di ripensamento sulla loro condizione ed un tentativo di risocializzazione. Infine ha condotto alcuni piccoli gruppi eterocentrati composti da studenti dell’ultimo anno del Corso di Laurea in Psicologia sul tema “L’hic et nunc del vostro percorso formativo”. Laboratorio di psicodramma: “La tecnica attiva nel lavoro di gruppo”, corso di formazione all’uso di tecniche attive da poter utilizzare nella gestione di gruppi terapeutico-educativi, svolto in 35 ore (1999). 54 • “Corso base di formazione per operatori di Comunità Terapeutica” organizzato dalla F.I.C.T. (Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche) e dall’Istituto di ricerca e formazione “Progetto Uomo”, svolto in 190 ore (2000). • "Abuso e maltrattamento all'infanzia e all'adolescenza" 1° seminario di formazione organizzato da Procura, Questura, Provveditorato agli Studi e A.U.S.L. di Ravenna, svolto in 3 giornate (2001). • "Consapevolezza di sé e strategie di coping" corso di aggiornamento organizzato dal Cfp di Bagnacavallo (Ra), svolto in 38 ore (2002). • "Abuso e maltrattamento in danno a minori. Intervento di formazione per operatori sociali, sanitari, giudiziari, educativi" corso di formazione organizzato dall'ausl di Ravenna, svolto in 60 ore (2003). Questa iniziativa ha aperto un percorso di formazione permanente svoltasi nell'arco di 2 giornate e dal titolo: "Abuso e maltrattamento all'infanzia e all'adolescenza-il percorso giudiziario e quello dei servizi sociali, sanitari, educativi-prospettive nella realtà di Ravenna" e "Abuso e maltrattamento-confronto con i mass media" (2004) • "Abuso e maltrattamento all'infanzia e all'adolescenza" 2° seminario di formazione organizzato da Procura, Questura, Ministero Istruzione Università Ricerca e A.U.S.L. di Ravenna, svolto in 2 giornate (2004). • "L'evento nascita nelle altre culture". Corso organizzato dal Centro per la Formazione e l'Aggiornamento della Ausl di Forlì, svolto in 15 ore (2004) • "Corso di formazione per ausiliario di polizia nella testimonianza dei minori", organizzato dal C.I.S.M.A.I. (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l'abuso all'infanzia), svolto in 36 ore (2005) • Ha concluso nel 2005 il Corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia centrata sul cliente (sede di Firenze), riconosciuto dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica ai sensi della legge 56/89 art. 3 (esercizio dell'attività di Psicoterapia). Pubblicazioni: • “La violenza maschile contro le donne: spunto di riflessione” e “La violenza familiare: caratteristiche, dinamiche e conseguenze” sono stati pubblicati all’interno del libro “La violenza contro le donne a Ravenna” (1999) redatto a cura dell’Associazione Linea Rosa con il patrocinio e la collaborazione della Provincia e del Comune di Ravenna. • Ha curato la pubblicazione "Il sé e l'altro. Alla scoperta della propria identità e delle differenze. Laboratorio con i bambini della scuola Buon Pastore" (2005). Esperienze lavorative: • Da novembre 1996 a maggio 1997 ha svolto attività di docenza all’interno di un progetto dal titolo “Iniziativa per la formazione di formatori coinvolti in azioni di formazione, orientamento ed inserimento professionale rivolte a donne dell’Unione Europea” approvato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e promosso dall’Unione Europea all’interno di un programma “Occupazione e Valorizzazione delle Risorse Umane” NOW di cui è titolare e soggetto attuatore l’AECA (Associazione Emiliana Centri Autonomi). In particolare si è occupata, all’interno del modulo “Le donne nella storia, nella società e nell’economia” di favorire la conoscenza e la corretta informazione del concetto di violenza alle donne ed ha tutorato il project work consistente nella realizzazione di un manuale contenente la mappatura dettagliata dei servizi offerti dai centri e dalle associazioni di aiuto alle donne presenti sul territorio dell’Emilia Romagna. • Dal gennaio 1997 al febbraio 1998 ha lavorato a Faenza presso la Cooperativa di solidarietà sociale “Laura” che si occupa di riabilitazione di donne con problemi di disagio psicologicopsichiatrico e sociale. • Dal settembre 1998 svolge attività di libera professione in qualità di psicologa. • Dal marzo 1998 al novembre 2000 ha lavorato a Ravenna per la cooperativa di solidarietà sociale “La casa” che si occupa di riabilitazione dalle tossicodipendenze. All’interno del programma terapeutico-educativo, ha lavorato nella fase di prima accoglienza denominata “Centro di osservazione e diagnosi” i cui obiettivi erano la disintossicazione da sostanze, l’approfondimento diagnostico e la formulazione di una proposta di intervento. In seguito ha lavorato nella fase di accoglienza nella quale si dà l’avvio al progetto personalizzato 55 lavorando sulla motivazione al cambiamento e sul livello comportamentale nel “qui ed ora”. Infine ha lavorato nella fase della comunità caratterizzata da una elaborazione dei propri vissuti, agiti nel “là e allora”. • Sempre all’ interno di questa attività ha seguito, in qualità di tutor, alcuni neo laureati in psicologia. • Dal dicembre 2000 lavora per il Centro Antiviolenza “Linea Rosa” di Ravenna che offre una consulenza telefonica e un supporto psicologico alle donne che subiscono violenza e/o che si trovano in situazioni difficili. Oltre ad offrire counseling telefonico, svolge colloqui di prima accoglienza e di sostegno psicologico sia per le donne che arrivano dal territorio che per quelle ospiti, insieme ai propri figli, della "Casa Rifugio" ad indirizzo segreto e della "Casa Dafne" ad indirizzo pubblico. In qualità di referente dell'area progetti/formazione, progetta e coordina gli interventi nelle scuole, sia con insegnanti che con studenti ed è responsabile dell’attività di supervisione dei casi. Inoltre svolge attività di formazione presso altri Centri Antiviolenza e le Forze dell’Ordine. Per alcuni anni ha organizzato e coordinato il corso di formazione, della durata di tre mesi, per volontarie svolgendo, in seguito, i colloqui di selezione di queste ultime ed ha condotto i gruppi di sostegno "Da donna a Donna" che offrono un percorso alternativo e/o parallelo a quello individuale. Infine, sempre all’ interno di questa attività, segue, in qualità di tutor, alcune neo laureate in psicologia e specializzande in psicoterapia. • Da gennaio 2003 collabora con il Centro Famiglie del Comune di Forlì (Servizio Politiche di Welfare) alla formulazione di percorsi di accompagnamento alla nascita e alla genitorilità, nell'ambito del progetto Percorso Nascita. In particolare conduce gruppi d'incontro con genitori in attesa ed ha condotto, fino a febbraio 2004, gruppi nell'immediato post parto. Inoltre conduce incontri a tema e cicli formativi di base rivolti a genitori ed insegnanti all'interno del "Percorso Crescita" dal titolo: "Sos genitori ovvero….far bene i genitori fa bene ai bambini". • Da marzo 2003 svolge attività di ausiliario di Polizia Giudiziaria in qualità di consulente tecnico psicologo per la 2° sezione della squadra mobile della Questura di Ravenna. Nello specifico interviene nella fase della raccolta delle informazioni testimoniali (S.i.t.) di minori vittime di abuso e maltrattamento. • Ha partecipato come relatrice a moduli formativi, seminari e convegni sulle tossicodipendenze, la sicurezza in città, l'abuso e il maltrattamento a donne e minori e tematiche relative alla genitorialità. Altro: Dall’ottobre 1994 al novembre 2000 è stata membro del Consiglio dell’associazione di volontariato "Linea Rosa" di Ravenna, continuando ad essere, a tutt'oggi, socia volontaria. Ha partecipato alla realizzazione del progetto regionale contro lo sfruttamento della prostituzione svolgendo attività di accoglienza presso l'appartamento gestito dai Servizi Sociali di Ravenna che ospita donne straniere che sono state obbligate a prostituirsi e che hanno denunciato i loro sfruttatori. Ha svolto attività di volontariato presso l'Associazione Nazionale Lotta contro i Tumori occupandosi, nello specifico, della raccolta di fondi. Olivia Damassa, nata a Ravenna il 02.04.1979 Formazione: • Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità, conseguita il 15/02/2005 presso l’Università di Bologna. Votazione 101/110. Tesi di Laurea: “Indagine esplorativa sulle motivazioni al volontariato delle socie fondatrici del Centro Antiviolenza Linea Rosa di Ravenna” (Relatore: Prof. Giorgio Rifelli – Docente di Psicologia e Psicopatologia del comportamento sessuale). • Maturità classica conseguita nel 1998 presso il Liceo Ginnasio Statale “D. Alighieri” di Ravenna. Votazione 41/60; 56 • Tirocinio Post-Lauream presso la Neuropsichiatria Infantile dell’Ausl di Ravenna (partecipazione a colloqui svolti dalla tutor, partecipazione a riunioni d’equipe, partecipazione a convegni e seminari, stesura di relazioni e verbali, inserimento dati informatizzati). • Partecipazione al percorso formativo specialistico per consulenti dei Centri Antiviolenza (II° Livello), organizzato dall’Enaip Regionale con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in svolgimento a Bologna nel periodo settembre 2005 – aprile 2006; • Partecipazione al Seminario “La relazione terapeutica. Mondo interno del paziente e del terapeuta: una relazione circolare”, organizzato dall’Ausl di Ravenna e svoltosi a Faenza il 10.11.2005; • Partecipazione al Seminario “Percorsi per donne tossicodipendenti e/o alcoldipendenti e loro figli”, organizzato dall’Ausl di Ravenna e svoltosi a Ravenna il 28-29.10.2005; • Partecipazione al Corso di formazione per operatori che impattano donne che hanno subito violenza, organizzato dall’Ausl di Ravenna e svoltosi a Ravenna il 19-20.09.2005; • Partecipazione al Corso di Formazione per Moderatori di Gruppi di Auto-Aiuto nell’ambito della Dipendenza Affettiva, organizzato dall’Associazione A.M.A. di Trento e svoltosi a Trento 24-25.02.2005; • Partecipazione al Seminario “Violenza assistita, violenza vissuta. La violenza domestica assistita dai bambini” organizzato da “Casa delle Donne per non subire violenza” di Bologna e svoltosi a Bologna il 21.01.2005; • Partecipazione al Seminario “Le Mutilazioni Genitali Femminili” organizzato dall’Università di Bologna e svoltosi a Cesena il 12.04.2004; • Partecipazione al Seminario “Ritmi biologici e comportamento” organizzato dall’Università di Bologna e svoltosi a Cesena il 16-17.05.2002; • Partecipazione al Seminario “Prevenzione in popolazione a rischio di disturbi alimentari” organizzato dall’Università di Bologna e svoltosi a Cesena nel periodo marzo-maggio 2002; • Partecipazione al Seminario “Individuazione delle variabili di genere nel colloquio clinico” organizzato dall’Università di Bologna e svoltosi a Cesena nel periodo marzo-aprile 2002; Esperienze professionali • Da Gennaio 2004 al Centro Antiviolenza “Linea Rosa” di Ravenna in qualità di Operatrice di Accoglienza e conduzione di colloqui telefonici e personali a donne vittime di violenza, gestione dei percorsi di autonomia delle donne ospiti delle Case-Rifugio e dei loro figli. • Maggio 2004 – Ottobre 2004: collaborazione con il Centro per i Servizi di Ravenna per un progetto di sbobinatura di un corso di formazione organizzato in collaborazione con l’Associazione “Linea Rosa” di Ravenna. Angela Gamberini, nata a Ravenna il 30/11/’72 • Diploma di Assistente per comunità infantile conseguito nel 1992 presso l'Istituto Professionale di Stato “E. Stoppa” per il commercio con sezione annessa Assistente per l'Infanzia di Lugo (RA). • Laurea in Psicologia indirizzo Clinico e di Comunità, conseguita il 12/02/98 con votazione 107/110 presso l'Università di Bologna. • Abilitazione alla Professione di Psicologo conseguita nella II sessione dell'Esame di Stato anno 1999. • Iscrizione all'Albo degli Psicologi della Regione Emilia Romagna in data 08/06/00. • Specializzata in Psicoterapia, in data 21/02/2004 con votazione 50/50 e Lode, presso l'Istituto di Analisi Immaginativa Scuola Superiore di Formazione in Psicoterapia sede di Cremona. • Autorizzazione ad esercitare l’attività di Psicologo-Psicoterapeuta ricevuta dall’Ordine degli Psicologi Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna in data 11/03/2004. • Corso Professionale di Operatore Programmatore conseguito nel 1992 presso la Divisione Aziende & Formazione IBIMEC. • RICERCHE: 57 Tesina sul “Senso di colpa”. Ricerca sull'inserimento delle persone con handicap nelle scuole dell'obbligo, superiori e nel mondo del lavoro. - Tesina su “AIDS: un'indagine conoscitiva. Un'inevitabile riferimento al burnout. Un'analisi della situazione nella città di Ravenna”. - Tesi di Laurea in Teoria e Tecniche dei Tests e della personalità dal titolo “Affettività e il disturbo di obesità in età evolutiva”. Relatore: Dott. Ugo Uguzzoni. - Articolo dal titolo “Il disturbo di obesità in età evolutiva” pubblicato il 10/07/01 in Psiconline www.psiconline.it. - Tesi di Specializzazione dal titolo “Il simbolo della caverna nella storia, nei miti, nell’arte e nell’immaginario”. Relatore: Dott.ssa Marisa Callegari. Partecipazione all'incontro “L'abuso sessuale nella donna e sui minori: l'esperienza della Clinica Mangiagalli di Milano” svoltasi a Ravenna il 22/05/00. Partecipazione alla giornata studio “I disturbi del comportamento alimentare: l'integrazione multidisciplinare” svoltasi a Ravenna il 02/06/00. Partecipazione al Seminario sulla “Psicologia Forense” tenuto dal Dott. Bellussi presso l'Istituto di Analisi Immaginativa sede di Cremona. Corso di “Psicodiagnostica e Teorie della personalità” finalizzato all'apprendimento e utilizzo del Test di Rorscach tenuto dal Dott. Sparacino presso l'Istituto di Analisi Immaginativa sede di Cremona. Corso sui “Fiori di Bach” tenuto a Forlì dall'Associazione Medica Italiana di Floriterapia. Attestato di partecipazione al Corso di Formazione sul “Modello di Terapia Integrata nel Disturbo da Attacchi di Panico” organizzato dalla LIDAP ONLUS. Consulente LIDAP (Lega Italiana contro i Disturbi d'Ansia, d'Agorafobia e di Attacchi di Panico) Corso di Training Autogeno di J.H. Schultz e relativo attestato per la sua conduzione. Corso effettuato presso l'Istituto di Analisi Immaginativa sede di Cremona. Attestato di partecipazione al Seminario di Formazione: “I disturbi del comportamento alimentare in adolescenza” tenuto a Forlì il 12-13/02/2003. Attestato di partecipazione al Congresso Internazionale: “Adolescenza: il cambiamento che impegna” tenuto a Forlì il 14-15/02/2003. Attestato di partecipazione al Seminario “Ratifica ed esecuzione della Convenzione sui diritti del fanciullo” tenuto a Ravenna il 08/02/2005. Attestato di partecipazione al Seminario “Via dalla violenza. seminario internazionale di presentazione e discussione del manuale europeo per l’apertura e la gestione di un centro antiviolenza” svoltosi a Bologna l’11 febbraio 2005. Attestato di partecipazione al Corso di Formazione sull’auto mutuo aiuto nell’ambito della dipendenza affettiva, organizzato dall’Associazione A.M.A. Onlus di Trento svolto nei giorni 24 e 25 Febbraio 2005 per un totale di 14 ore. Attestato di partecipazione al Corso di Formazione per Ausiliari nella Testimonianza dei minori, organizzato dai CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia) svolto a Milano nel periodo ottobre-novembre 2005. Partecipazione al percorso formativo specialistico per consulenti dei centri Antiviolenza (II° Livello) organizzato dall’Enaip Regionale Emilia Romagna e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali svoltosi a Bologna nel periodo settembre 2005 – aprile 2006. Esperienza pratica guidata presso il Consultorio Giovani di Ravenna Circoscrizione Seconda Partecipazione ai Corsi di Formazione inerenti all'Educazione alla Salute effettuati dall'A.USL di Ravenna presso varie scuole elementari e medie inferiori di Ravenna. Partecipazione ai Corsi di Formazione inerenti all'Educazione Sessuale effettuati dall'A.USL di Ravenna presso varie scuole elementari e medie inferiori di Ravenna. Esperienza pratica guidata in “Lettura della domanda sessuologica” svolto presso l'Università di Bologna. Relatore: Dott. Rifelli. Volontariato presso il CEIS (Centro di Solidarietà per Tossicodipendenti) di Ravenna. Dal Marzo 1998 al Marzo 1999 tirocinio annuale post-laurea presso l'A.USL di Ravenna presso il Consultorio Familiare (sei mesi) e nel Centro Prevenzione Oncologica (sei mesi). Attività - • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • 58 • • • • • • prevalentemente svolte: partecipazione ai progetti di prevenzione dell'abitudine al fumo e ai disturbi alimentari. Collaborazione al progetto Screening. Partecipazione ai gruppi di auto-aiuto organizzati dallo IOR (Istituto Oncologico Romagnolo). Dal 14/02/2000 al 14/08/2000 per un totale di ore 300: Tirocinio Volontario presso l’A.USL di Ravenna, Servizio U.O.NPI Distretto Darsena, dove mi sono occupata principalmente di Disturbi di Apprendimento nell'Età Evolutiva, osservazione e discussione casi clinici, siglatura tests, incontri con operatori delle scuole, incontri con operatori U.O.NPI e del Servizio Sociale per la stesura e programmazione di percorsi terapeutici riabilitativi dei casi in carico; aggiornamento cartelle cliniche, partecipazione a conferenze e alla formazione aziendale, consultazione materiale sui “Disturbi dell’apprendimento”. Dal 01/09/2001 al 30/11/2001 (per un totale di ore 150) Tirocinio Volontario presso l’A.USL di Ravenna, Servizio U.O.NPI, svolgendo le seguenti attività: osservazione e discussione casi clinici, siglatura tests, incontri con operatori delle scuole, incontri con operatori U.O.NPI e del Servizio Sociale per la stesura e programmazione di percorsi terapeutici riabilitativi dei casi in carico; aggiornamento cartelle cliniche. Dal 01/01/2002 al 31/12/2002 (per un totale di ore 200) Tirocinio Volontario presso l’A.USL di Ravenna, Servizio U.O.NPI, svolgendo le seguenti attività: osservazione non partecipata in ambito scolastico, osservazione e discussione casi clinici, somministrazione e siglatura tests, incontri con operatori delle scuole, incontri con operatori U.O.NPI e del Servizio Sociale per la stesura e programmazione di percorsi terapeutici riabilitativi dei casi in carico; partecipazione al seminario sui Disturbi dell‘Apprendimento. Dal 01/01/2003 al 31/07/2003 (per un totale di ore 200) Tirocinio Volontario presso l’A.USL di Ravenna, Servizio U.O.NPI, svolgendo le seguenti attività: osservazione non partecipata in ambito scolastico, osservazione e discussione casi clinici, somministrazione e siglatura tests, incontri con operatori delle scuole, incontri con operatori U.O.NPI e del Servizio Sociale per la stesura e programmazione di percorsi terapeutici riabilitativi dei casi in carico. Partecipazione gratuita come Psicoterapeuta per attività di supervisione presso i gruppi di auto-aiuto organizzati dalla LIDAP, sede di Cesena. In qualità di socia attiva e operatrice di Linea Rosa: a. Relatrice alla Conferenza “Mobbing Familiare”, tenutasi il 24 Novembre 2004, presso l’Aula Magna Oratorio del Duomo, città di Trento, con un intervento dal titolo “Le conseguenze psicologiche della violenza domestica e modalità di intervento” b. 22 marzo 2005 Docenza “La violenza domestica”: corso rivolto a studentesse del Liceo Classico ad indirizzo Psico-pedagogico di Ravenna, dal titolo “Lividi Dentro. Riflessioni sulla violenza di genere a donne a minori” c. 12 aprile 2005 Docenza “La violenza ai minori”: corso rivolto a studentesse del Liceo Classico ad indirizzo Psico-pedagogico di Ravenna, dal titolo “Lividi Dentro. Riflessioni sulla violenza di genere a donne a minori” d. 15 Ottobre 2005 Docenza “Il maltrattamento e l’abuso ai minori e i l’intervento con i bambini ospiti nelle case rifugio” corso rivolte alle nuove volontarie del Centro Antiviolenza Linea Rosa (Ravenna) SOS Donna (Faenza) e Filo Donna (Forlì) tenutosi presso la Casa del Volontariato Ravenna e. 29 Ottobre 2005 Docenza “Il sostegno del gruppo e l’accoglienza nell’ospitalità con eventualmente Simulate” corso rivolte alle nuove volontarie del Centro Antiviolenza Linea Rosa (Ravenna) SOS Donna (Faenza) e Filo Donna (Forlì) tenutosi presso la Casa del Volontariato Ravenna Sabrina Lupinelli, nata a Ravenna il 27/04/1970. 59 Formazione: • Diploma di Maturità Magistrale e Diploma del V° anno Integrativo conseguiti negli anni 1988’89 presso l’Ist. Margherita di Savoia di Ravenna. • Laurea in Storia indirizzo Moderno conseguita presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna nel 1997 con votazione di 110 su 110. Attività lavorative e di volontariato: • Nel 1996 ha svolto attività di promozione della rassegna di teatro contemporaneo “Nodi” promosso dalla Coop. RavennaTeatro. • Dal 1999 collabora in qualità di giornalista per il settimanale Ravenna&Dintorni (che fino al 2002 circa si chiamava Ravenna&Ravenna): per questo settimanale oltre a scrivere articoli di cronaca locale, ha curato alcune inchieste giornalistiche: una indagine sulle strutture ed i servizi presenti nella Provincia di Ravenna per le persone affette da disagio psichico; una inchiesta sulle “nuove povertà” a Ravenna. • Negli anni 1997-2000 volontaria dell’associazione Linea Rosa di Ravenna. • Dal dicembre 2000 è operatrice del Centro di Prima Accoglienza e della casa Rifugio dell’associazione Linea Rosa. • In qualità di operatrice di Linea Rosa, oltre all’attività di ascolto, sostegno ed aiuto alle donne vittime di violenza che si rivolgono all’Associazione, svolge le seguenti attività: 1. è responsabile della Biblioteca e del Centro di Documentazione dell’Associazione. 2. Ha frequentato i corsi formativi organizzati da Linea Rosa quasi ogni anni per aspiranti volontarie e per le volontarie dell’Associazione stessa. 3. Ha partecipato al Convegno “La casa: nido o prigione?” (Faenza, 29/09/2001). 4. Ha partecipato al seminario “La fiducia tradita” (Modena, 5 marzo 2003). 5. Ha frequentato il corso di formazione “Consapevolezza di sé e strategie di Coping” gestito dal Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo nell’anno 2002. 6. Ha partecipato al seminario “Abuso e maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza. Dalla sofferenza all’intervento integrato”, organizzato dall’associazione Dalla Parte dei Minori il 19-20/02/2004. 7. Ha frequentato il corso di formazione“Il maltrattamento familiare: violenza assistita e subita da bambine e bambini” gestito dal Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo e svoltosi nel periodo 2003-2004. 8. Ha partecipato in qualità di relatrice al seminario “Abuso e maltrattamento confronto con i mass media”, organizzato dall’Azienda Usl di Ravenna (Ravenna, 11/11/2004). In quell’occasione ha presentato una ricerca dal Titolo “E’ vero, l’ho letto sul giornale! La violenza contro le donne ed i minori sui mass media”. 9. Nel 2005 ha curato la pubblicazione degli Atti del 2° convegno nazionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle donne dal titolo “Le donne producono sapere, salute e cambiamento”, e pubblicato con Patron Editore di Bologna. Il testo è inserito nel Polo Romagnolo delle Biblioteche. 10. Nella primavera del 2005 ha tenuto 2 lezioni sul centro di documentazione di Linea Rosa e sul linguaggio dei media in tema di violenza alle donne e ai minori, alle studentesse del Liceo Classico ad indirizzo Psico-pedagogico di Ravenna iscritte al corso organizzato dall’Associazione stessa, dal titolo: “Lividi dentro. Riflessioni sulla violenza di genere a donne e minori”. 11. Ha frequentato il Percorso Formativo Specialistico di 2° livello per consulenti dei Centri Antiviolenza, realizzato dal Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza e delle Case delle donne dell’Emilia Romagna con l’En.A.I.P. Ferrara. Il percorso formativo si è svolto nel periodo settembre 2005 – aprile 2006, per un totale di 77 ore, al termine del quale è stato rilasciato un attestato di partecipazione. M. Grazia Mazzoni, nata a Bologna il 05/10/’38 60 Formazione • Maturità classica • Proficiency CertificA IN English British Council di Bologna, seguito da soggiorni in Inghilterra. • Attestato in Deutsche Handelskorrespondenz (Berlitz Schule di Bologna). • Frequenza di corsi per docenti organizzati dalla Regione Emilia Romagna. • Formazione psicolinguistica presso il Cilta di Bologna dal 1979 al 1982. • Formazione in materia di Riconversione nel settore dell’Organizzazione Aziendale e Gestione di impresa. Attività lavorative • Impiego semestrale presso l’azienda Phillis Carbon Black di Ravenna. • 1973-1996, insegnamento della lingua inglese con orientamento commerciale nei corsi di formazione professionale presso Enap, poi Engim di Ravenna. • Attività di coordinamento nei corsi di formazione di contabilità presso Engim Ravenna. A partire dal 1997, a seguito della frequenza al Corso di Formazione di 1° e 2° livello per aspiranti volontarie e alla successiva partecipazione ai corsi di Formazione permanente e alle periodiche Supervisioni organizzate da Linea Rosa è impegnata in attività di volontariato, sia in accoglienza presso il centro, sia nelle Case Rifugio gestite da Linea Rosa. Inoltre: • Ha partecipato al corso di formazione “Gruppi di sostegno – Da Donna a Donna” (Ravenna, gennaio 2000) condotto da un’operatrice del Centro Antiviolenza di Bologna ed ha partecipato a diversi “Laboratori di autostima” condotti da una psicologa – psicoterapeuta nell’ambito della formazione permanente dell’Associazione; • Nell’anno 2002 ha partecipato al corso di formazione permanente di 38 ore organizzato dal C.F.P.P. con la Dr.ssa Cinzia Sintini dal titolo “Consapevolezza di sé e strategie di coping”; • Ha partecipato all’organizzazione del 1° e 2° convegno nazionale dei Centri Antiviolenza, realizzato a Marina di Ravenna rispettivamente nel 1996 e 2003. • Ha frequentato il corso di formazione “Il maltrattamento familiare: violenza assistita e subita da bambine e bambini” gestito dal Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo e svoltosi nel periodo 2003-2004. • Conduce i gruppi settimanali con le donne ospiti della casa rifugio e della Casa Dafne. • Svolge le visite giornaliere nella casa rifugio e nella casa Dafne; segue i/le bambini/e per lo svolgimento dei compiti di scuola, e presta aiuto nelle attività di babisitteraggio. • Svolge colloqui motivazionali con le aspiranti socie volontarie da selezione per la loro partecipazione ai corsi di formazione organizzati appositamente da Linea Rosa. Monica Mattei, nata a Riccione (RM) il 26/09/’64 • • • • In • • • 1983: diploma conseguito presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Ginanni” di Ravenna. 1988-‘89: Corso professionale presso Enfap di Ravenna per “Coordinatore di unità di vendita”. Attualmente dipendente presso un’azienda impegnata nel settore della ristorazione. 1991: socia fondatrice dell’associazione Linea Rosa, svolgendo attività di volontariato inizialmente solo come accoglienza telefonica (essendo Linea Rosa in quei primissimi anni solo un punto di ascolto telefonico presso la sede della Pubblica Assistenza di Ravenna), poi accoglienza personale e partecipazione all’organizzazione degli eventi pubblici. qualità di volontaria dell’associazione Linea Rosa ha partecipato a tutti corsi di formazione organizzati dall’associazione per le aspiranti socie volontarie; ha partecipato alle Supervisioni rivolte alle volontarie che svolgono attività di accoglienza; Ha partecipato alla realizzazione del progetto regionale contro lo sfruttamento della prostituzione svolgendo attività di accoglienza presso l'appartamento gestito dai Servizi Sociali di Ravenna che ospitava donne straniere obbligate a prostituirsi e che hanno denunciato i loro sfruttatori; 61 • • • • • • ha seguito il corso di formazione “ Gruppi di sostegno – Da Donna a Donna” (Ravenna, gennaio 2000) condotto da un’operatrice del centro antiviolenza di Bologna ed ha partecipato a diversi “Laboratori di autostima” condotti da una psicologa – psicoterapeuta nell’ambito della formazione permanente dell’Associazione; Nell’anno 2002 ha partecipato al corso di formazione permanente di 38 ore organizzato dal C.F.P.P. con la Dr.ssa Cinzia Sintini dal titolo “Consapevolezza di sé e strategie di coping”; Ha partecipato all’organizzazione del 1° e 2° convegno nazionale dei Centri Antiviolenza, realizzato a Marina di Ravenna rispettivamente nel 1996 e 2003. Ha frequentato il corso di formazione“Il maltrattamento familiare: violenza assistita e subita da bambine e bambini” gestito dal Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo e svoltosi nel periodo 2003-2004. Ha partecipato al Convegno “Per amore della differenza. Percorsi di uomini e donne per un altro rapporto fra i sessi” (Parma, 25 giugno 2005) Dal 2004 in qualità di volontaria si occupa dell’organizzazione della casa rifugio ad indirizzo segreto e dal 2005 anche della casa dafne: acquisto generi alimentari, suppellettili e tutto quanto occorre; accompagnamenti delle donne ospiti ed eventuali figli/e (ospedale, Forze dell’Ordine, scuola, ecc.). Barbara Panizza, nata a Ravenna il 05/06/1976. • • • • • • • • • • • Diploma di Scuola Media inferiore conseguito nel 1990. Partecipazione a corsi tenuti dalla Confesercenti di Ravenna per la gestione della contabilità e l’Amministrazione in genere delle attività commerciali. Arbitro di calcio iscritto alla Federazione A.I.A dal 1994; Arbitro Nazionale iscritto alla Federazione A.I.A. dal 2004. Socia dell’associazione Linea Rosa dal 1996, ha frequentato i corsi di formazione annuali organizzati dall’Associazione e partecipato agli eventi pubblici realizzati sempre dall’Associazione per sensibilizzare la cittadinanza sul problema della violenza alle donne. 1996-2000: proprietaria e gestore di un’attività commerciale nell’area della ristorazione. Marzo 2000-marzo 2001, dipendente in qualità di assistente alla poltrona presso uno studio dentistico di Ravenna. Operatrice di Linea Rosa dal 2001, svolge accoglienza telefonica, colloqui di prima accoglienza sia per le donne che arrivano dal territorio che per quelle ospiti, insieme ai propri figli, della Casa Rifugio e della Casa Dafne. Inoltre, è la referente delle due Case Rifugio: organizza le visite delle operatrici nelle due Case Rifugio, l’acquisto dei generi alimentari, mobilio e tutto quanto possa rendersi necessario ad ospitare le donne vittime di violenza ed i loro figli. Nella stessa veste si occupa degli eventuali accompagnamenti delle donne e dei loro figli (scuola, visite mediche, ecc) qualora fossero impossibilitati a muoversi da soli, ed è responsabile del cellulare di reperibilità destinato alle donne ospiti delle due Case Rifugio. E’ inoltre referente per l’organizzazione di banchetti e eventi pubblici dell’Associazione aventi lo scopo di far conoscere il problema della violenza e raccogliere fondi a sostegno delle donne vittime di violenza. Infine, è la referente per la Contabilità del Centro di Prima Accoglienza e per la Contabilità dei progetti. Ha partecipato al Convegno “La casa: nido o prigione?” (Faenza, 29/09/2001). Ha partecipato al convegno “Uscire dal deserto: madri e figlie” (Milano, 2001). 7 marzo 2002 – Bologna: ha partecipato al Convegno “Violenza contro le donne e percorsi di uscita dalla violenza in Emilia Romagna” promosso dall’assessorato alle politiche sociali, immigrazione, progetto giovani, cooperazione internazionale della Regione Emilia Romagna. Nell’anno 2002 ha partecipato al corso di formazione permanente di 38 ore organizzato dal C.F.P.P. con la Dr.ssa Cinzia Sintini dal titolo “Consapevolezza di sé e strategie di coping”. 62 • • • • • • 20 ottobre 2003 ha partecipato all’incontro pubblico dal titolo “In cammino verso l’8 marzo ….” organizzato dal Comune di Alfonsine, Assessorato Pari Opportunità. Assessorato alla Cultura, Polizia Muncipale, UDI e Cif di Alfonsine. 28-29 novembre 2003 – ha partecipato alle due giornate del Secondo Convegno nazionale dei Centri Antiviolenza e Case delle Donne di Italia tenutosi a Marina di Ravenna dal titolo “ Le donne producono: sapere-salute-cambiamento. Centri in movimento – Il movimento dei Centri Antiviolenza” Ha frequentato il corso di formazione“Il maltrattamento familiare: violenza assistita e subita da bambine e bambini” gestito dal Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo e svoltosi nel periodo 2003-2004. 25 novembre 2004 intervento all’iniziativa pubblica commemorativa della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne” organizzata dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e dall’Associazione Culturale Italo Spagnola – Ispano Americana di Ravenna. 30 giugno 2005 Ravenna - ha partecipato e organizzato la presentazione del libro “Liberarsi dal troppo amore” con partecipazione dell’autrice del libro. 24 novembre 2005 – Ravenna – intervento al convegno organizzato da Linea Rosa “Dalla Casa al Rifugio – Molto spesso l’omicidio rappresenta il tragico epilogo di lunghe storie di violenza domestica” dal titolo: “Dall’accoglienza all’Ospitalità – Dall’Ospitalità alla Protezione”. Gabriella Provinzano, nata a Butera (CL) il 22/05/1955 Formazione • Diploma di Maturità Scientifica conseguito presso il “Liceo Scientifico Statale di Desio (MI) • Frequenza ed esami del 1°, 2°, 3°, 4° anno del corso di Medicina e Chirurgia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pavia Esperienze professionali • 1980 impiegata presso privato. • 1998-2000 volontaria dell’associazione Linea Rosa per l’accoglienza telefonica e colloqui personali. • Dal 2000 operatrice del Centro di Prima Accoglienza di Ravenna e delle Case Rifugio di Linea Rosa. • Dal 2001 operatrice e responsabile del Centro di Prima accoglienza di Russi di Linea Rosa All’interno dell’associazione: • responsabile della raccolta, elaborazione ed informatizzazione dei dati statistici interni relativi all’accoglienza e all’ospitalità. • Referente del Coordinamento regionale dei Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna. • Referente del “gruppo osservatorio statistico” del Coordinamento regionale dei Centri dell’Emilia Romagna. • Referente del sottogruppo di lavoro “ricerca-azione-formazione” della Rete nazionale dei Centri Antiviolenza. • Relatrice, responsabile costruzione strumento di rilevazione dati statistici, elaborazione ed informatizzazione al Corso di Formazione agli Agenti di Polizia Municipale della Provincia di Ravenna svolto nel 2004. Formazione • seminari, corsi monografici di igiene mentale, psichiatria presso l’Ateneo di Pavia. • corso sulla genitorialità (Ravenna). • corso sulla paternità (Ravenna). • corso di formazione per volontarie di Linea Rosa. • 1997-2003 partecipazione ai successivi corsi organizzati dall’associazione per la formazione di aspiranti volontarie. 63 • • • • • • • • • • • • • • • • • 2000 Incontri organizzati dall’ASL di Ravenna su “Abuso sui minori e abuso sessuale sulle donne” (Ravenna). 2000 Convegno “Dire no alla violenza, basta?” (Trieste). 2000 Convegno Internazionale sul tema della violenza di genere (Ravenna). 2001 Seminario di formazione “Abuso e maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza” (Ravenna). 2001 Convegno “Uscire dal deserto: madri e figlie” (Milano). 2001 Convegno “La casa: nido o prigione?” (Faenza). 2001 Convegno di Operatori a confronto per la tutela delle donne vittime di violenza (Ancona). 2002 Corso di formazione del Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo “Consapevolezza di sé e strategie di coping” (Ravenna). 2002 Convegno “Violenza contro le donne e percorsi d’uscita dalla violenza (Bologna). 2002 Terzo Convegno Nazionale delle realtà di Auto-aiuto (Trento). 2003 Seminario URBAN sul tema della violenza alle donne e ai bambini e sul lavoro con gli uomini maltrattanti (Trieste). 2003 Seminario “La fiducia tradita” (Modena). 2003 Secondo Convegno nazionale dei Centri Antiviolenza. 2003-2004 Corso di Formazione del Consorzio Provinciale per la Formazione Professionale di Bagnacavallo “Il maltrattamento familiare: violenza assistita e subita da bambini e bambine” (Ravenna ). 2004 Seminario “La violenza domestica è un problema. Di chi?” (Aosta). 2005 Focus sull’ospitalità, confronto con la rete nazionale dei Centri (Roma). 2005 Incontri per la progettazione di seminario italo-svedese sulla violenza alle donne della Rete SERN. Pascale Ribeiro, psicomotricista. Formazione: • 1971: maturità scientifica presso il Lycée d’état Jeanne d’Arc di Clermont-Ferrand (Francia) • 1997-1999: corso di specializzazione in PSICOMOTRICITA’ metodo AUCOUTURIER presso l’IFRA di Bologna. • 1983-1984: studi presso la SORBONNE PARIS IV di Psicologia e di Sociologia. • 1972-1974: studi di Fisioterapia presso la Scuola di Fisioterapia dell’Università di Medicina di Clermont-Ferrand. Studi Artistici: • dall’età di 6 anni: studio della Danza Classica • dal 1969 : inizio dello studio della Danza Contemporanea • dal 1978 ad oggi: studio della Danza Spagnola e Flamenco, del mimo, delle danze popolari arricchito da discipline parallele quali il Tai chi chuan, lo Yoga, la Biodanza • 1993: abilitazione all’insegnamento della Danza dal Ministero della Cultura francese Conoscenze linguistiche • Madre lingua: francese • Seconda lingua: italiano con un buon livello della lettura, scrittura ed espressione orale • Terza lingua: inglese con un livello elementare. Esperienze lavorative ¾ SETTORE INFANZIA: • A contatto con il mondo dell’infanzia dal 1975. • dal 1999 ad oggi: collaborazione come Psicomotricista presso l’Asilo nido privato “Il paese delle meraviglie” di Ravenna. • dal 1995 al 2002: esperienze di Psicomotricità presso diverse Scuole dell’Infanzia e Nuove Tipologie del Comune di Ravenna (Mezzano, Roncalceci, Scuola dell’infanzia M.Pasi di Ravenna). 64 • 2001: prima classificata al concorso di “atelierista” per l’area corporeo motoria, bandito dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Ravenna. • dal 1975 al 2000: insegnamento della Danza in Francia poi in Italia presso diverse Scuole di Danza ed associazioni sportive e culturali. • dal 2004: conduce con l’associazione Linea Rosa un progetto di osservazione dei bambini delle madri che hanno subito violenza e sono ospitate nelle case rifugio dell’associazione. ¾ SETTORE DISAGIO MENTALE: • conduzione come maestro d’opera di attività corporeo-espressiva dal 1990: • dal 1994 ad oggi: collaborazione don l’ENAIP di Bologna con intervento presso il Day Hospital del SIMAP di Lugo (RA). • dal 1998 ad oggi: collaborazione con il SIMAP di Ravenna con intervento presso il centro diurno "Il Campetto" di Ravenna. • 1996-1999: collaborazione con la Cooperativa ZeroCento di Faenza con intervento presso il Presidio Psichiatrico di Brisighella (RA). • 1990-1996: collaborazione con la Cooperativa Tragitti di Forlì con intervento presso diverse strutture (Day Hospital e gruppo appartamento del SIMAP di Forlì, centro diurno di Santa Sofia per handicappati, Ospedale Psichiatrico di Imola). • 1995: collaborazione con il CFP di Faenza con intervento presso la Scuola di Arti Applicate "Tommaso Garzoni" di Bagnacavallo (RA). ¾ SETTORE ARTISTICO: • 1975-2000: insegnamento della Danza Classica e Contemporanea in Francia poi in Italia, rivolto a bambini, adolescenti ed adulti, presso diverse scuole di Danza ed associazioni sportive e culturali • 1975-2000: carriera di ballerina-performer con partecipazione a spettacoli, concorsi ecc. • Dal 1975 ad oggi: coreografie per saggi, spettacoli, laboratori, seminari ecc. ¾ SETTORE DIDATTICO: dal 2003: conduce percorsi formativi per le educatrici e le maestre della Scuola dell’Infanzia. Esperienze extra-lavorative ¾ VOLONTARIATO: • dal 1990: esperienze saltuarie con handicappati con l'associazione AMARE RAVENNA • dal 2001: formazione e impegno continuo in 2 settori: • la violenza sulle donne con l'associazione LINEA ROSA • di Ravenna • i gruppi di auto-mutuo aiuto (self-help) con formazione di "facilitatore" di gruppo fatta presso il centro Erickson di Trento • dal 2002: socia attiva di LINEA ROSA • dal 2003: conduzione di un gruppo di auto-mutuo aiuto con l'associazione ARMONIA 2000 di Ravenna, impegnata nel disagio mentale MonicaVodarich nata a Cervia (RA) il 09-10-1964. • • • • • • • Diploma di Scuola Media inferiore conseguito nel 1977. 1978 Corso di informatica di I e II livello svolto presso la sede centrale dell’IBM a Modena. Buona conoscenza in qualità di operatrice di programmi Office (Word, Excel, Access) e Web. Conoscenza scolastica lingua inglese e francese. Dal 1978 al 1982 impiegata presso la società Ferruzzi Immagini srl in qualità di segretaria personale del Presidente. Dal 1982 al 1984 impiegata presso la sede a Parigi (Francia) della società Eco France SA consociata del gruppo in qualità di responsabile promozione concimi naturali. Dal 1984 al 1987 Responsabile Amministrativa dell’Azienda Agricola Ferruzzi srl (produzione di concimi biologici). 65 • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Dal 1987 responsabile Emilia Romagna dell’ANVOLT (Associazione Nazionale Volontari Lotta contro i Tumori) per l’assistenza domiciliare ai malati terminali di cancro. Nel 1993 ha vinto il concorso letterario “Scrivi la paura”. Nello stesso anno ha pubblicato il romanzo “Una trappola per Peggy” Editrice La Tartaruga-Gruppo Mondadori. Il libro è stato per tre settimane consecutive al secondo posto della classifica nazionale di vendite nel settore narrativa italiana. Nel 1995 ha partecipato a una serie in incontri pubblici nell’ambito dell’iniziativa organizzata dal Comune di Cervia “Scrittori che Leggono”. La Biblioteca di Cervia ha chiesto ad alcuni scrittori di proporre al pubblico le tappe significative delle loro esperienze di lettori. Nel 1997-1998 ha pubblicato numerosi racconti sul giornale “La Voce di Romagna”. Nel 1999 ha vinto il Primo Concorso di scrittura femminile dal titolo “Donna portatrice di valori” promosso a Ravenna dal C.I.F. Nel 1999 ha partecipato ottenendo menzione di merito al Concorso Letterario Nazionale “Voci di donne” indetto dall’Assessorato alla cultura della Provincia di Savona. Nel 2000 si è aggiudica il secondo premio al Concorso Letterario Nazionale “La Nereide” – Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa con il racconto “Safa” . Nel 2001 si è classificata terza al Concorso Internazionale “L’arte fra Letteratura e Cinematografia” indetto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Roma, con il racconto “I colori di Sara”. Nel 2001 ha ottenuto menzione di merito per la sceneggiatura con la quale ha partecipato al concorso Nazionale Premio Dora 2001 “Valori e ruolo del volontariato nella società” promosso dalla Rai Segretariato Sociale e Torino Film Festival con la sceneggiatura completa di una puntata di una Miniserie composta da sei episodi dal titolo “Casa dolce casa” centrata sul quotidiano della gestione di un centro di prima accoglienza per donne che subiscono violenza. Nel 2005 ha vinto il concorso Nazionale a tema libero indetto dall’Editore Firenze Libri con il romanzo “Il passato ritorna” in corso di pubblicazione. Socia fondatrice dell’associazione Linea Rosa nel 1991. Consigliera dal 1991. Vice presidente di Linea Rosa dal 1994. Ha frequentato il primo corso di formazione nel 1991/1992 per la formazione di operatrici di accoglienza della durata di sei mesi con incontri settimanali. Dal 1991 ha svolto accoglienza telefonica, colloqui di prima accoglienza e di sostegno psicologico. Ha partecipato a tutte le iniziative per la promozione dell’Associazione, per la divulgazione dell’operato della stessa e per la raccolta di fondi. Dal 1993 al 1996 ha partecipato a tutti i corsi di formazione di primo e secondo livello per operatrici di accoglienza indetti dall’associazione Linea Rosa. Nel 1996 ha collaborato all’organizzazione del primo Convegno Nazionale dei Centri Antiviolenza e Case delle Donne tenutosi a Marina di Ravenna il 15 e 16 maggio. Nel 1998 organizzazione e partecipazione al Convegno svoltosi a Ravenna dal titolo “Una casa perche ?” Linea Rosa e le istituzioni per offrire un rifugio a donne che hanno subito violenza. Nel 1999 applicazione sul territorio del progetto finanziato dal Dipartimento Affari Sociali Osservatorio Nazionale del volontariato per un “Baby centro” aperto in orari e giornate particolari per offrire sostegno a donne sole nella gestione dei bambini. Nel 2000 (dal 23 al 25 ottobre) ha partecipato al Convegno Internazionale organizzato da Linea Rosa dal titolo “Diritti delle Donne” tenutosi a Ravenna presso Il Teatro Alighieri. Dal 2000 fa parte del “Gruppo Casa” che si incontra settimanalmente per seguire i percorsi delle donne ospiti nelle case rifugio. Nel 2000 ha partecipato a “Laboratori di autostima” condotti da una psicologa-picoterapeuta nell’ambito della formazione permanente dell’Associazione Linea Rosa. Ha partecipato al Convegno “La casa nido o prigione ?” (Faenza 29/09/2001) Nell’anno 2002 ha partecipato al corso di formazione permanente di 38 ore organizzato dal C.F.P.P. con la Dott.ssa Cinzia Sintini dal titolo “Consapevolezza di sé e strategie di coping” 66 • • • 2003 – Partecipazione al secondo Convegno Nazionale dei Centri Antiviolenza e della Case delle donne dal titolo “Le donne producono sapere, salute, cambiamento” (Marina di Ravenna 28-29 novembre). 2003 – Realizzazione insieme ad Alessandra Bagnara della pubblicazione “Chiacchiere di donne “ che descrive un decennio di vita dell’associazione Linea Rosa. 24 novembre 2005 ha partecipato al Convegno organizzato da Linea Rosa “Dalla casa al rifugio” – Molto spesso l’omicidio rappresenta il tragico epilogo di lunghe storie di violenza domestica” dal titolo : “Dall’accoglienza all’Ospitalità- Dall’ospitalità alla Protezione”. 67