Convegno del 28 marzo 2008 C/O Hotel Del Real Orto Botanico, Via
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Convegno del 28 marzo 2008 C/O Hotel Del Real Orto Botanico, Via
ACU-Associazione Consumatori Utenti Sede regionale Campania Via A Telesino 13 - Napoli Convegno del 28 marzo 2008 C/O Hotel Del Real Orto Botanico, Via Foria 192 Napoli LE CLASS ACTION, STRUMENTO DEI CITTADINI : il ruolo delle associazioni dei consumatori e quello dell’avvocatura militante ; il caso Campania; la class action per danno collettivo da malagestione dei rifiuti. Avv. Maurizio Marfucci : Rifiuti Tossici, rapporto commissariato di Governo e pubblica autorità Uno sguardo ed una riflessione sulla drammatica situazione della Campania di fronte al problema dello smaltimento dei rifiuti non è solo una storia di cattiva politica e di camorra come molti vorrebbero far credere. Ponendo la questione in questi termini si corre il rischio, come solitamente si è inclini a fare, di liquidare il problema ovvero la maggiore responsabilità in qualcosa o qualcuno che è sempre altro da noi, è sempre fuori dalla nostra sfera di influenza ciò con grande soddisfazione per le nostre coscienze. Lo stato attuale di crisi, rectius la cosiddetta “emergenza rifiuti” dura da circa un quarto di secolo e dimostra senza rischi di smentita che la “monezza” in Campania vale oro e davanti a tale valore non contano le differenze tra destra e sinistra. La società moderna in ogni angolo del mondo deve pagare questo prezzo della modernità, la produzione, il benessere, presentano il conto ed il sistema sociale - politico in senso lato non è stato in grado di approcciare alla giusta soluzione ricorrendo alla logica dell’emergenza. Nei primi anni novanta la gestione dei rifiuti faceva capo al partito Liberale Italiano ed in particolare all’assessore all’ecologia della Provincia di Napoli, Raffaele Perrone Capano. Viene dunque creata nel 1997 la figura del Commissariato di Governo per l’emergenza rifiuti col compito di risolvere l’emergenza fuori dalle logiche burocratiche e politiche della Giunta Regionale grazie all’attribuzione di poteri speciali . Questa nuova figura ad hoc con attribuzione di poteri speciali sarà nel corso degli anni, sino al seconda metà degli anni 2000, ora di destra e ora di sinistra senza soluzione di continuità circa l’aggravamento dell’emergenza. Per garantire al Commissario di Governo mani libere dagli intoppi che il sistema normativo e amministrativo avesse potuto creare si è di fatto determinato l’arretramento della funzione pubblica a vantaggio di quella privata. L’individuazione delle aree di stoccaggio dei rifiuti come dei siti di smaltimento e incenerimento viene affidata ai privati che non gestiscono nell’interesse della collettività bensì nell’interesse proprio. Si apre dunque la stagione della proliferazione di società e consorzi a tempo determinato, creati ad hoc per durare qualche mese giusto il tempo necessario per acquistare qualche terreno agricolo o qualche cava a prezzi ridicoli per poi rivenderli e fittarli a costi molto maggiori. E’ il caso della Fibe S.p.a. aggiudicataria, dal 2000 in via definitiva, del servizio di smaltimento rifiuti per la provincia di Napoli e per la creazione degli inceneritori secondo il piano del Commissario Rastrelli che acquista le cave di Chiaiano sborsando circa 2 miliardi e 200 milioni delle vecchie lire ad una società che solo qualche mese prima le aveva pagate 200 milioni. Ancora la Futurgea compra le cave dei Sette Cainati in località Giugliano e poi le rivende alla Fibe ad un prezzo 4 volte superiore. In altri termini i privati che gestiscono nel loro interesse spendono i soldi pubblici senza tener conto di ciò che acquistano di chi vende né dell’impatto ambientale col solo intento primario di spendere. Durante questo pluriennale sperpero di risorse, come sempre accade, chi ha fornito elementi di riflessione, chi ha denunciato, chi ha dichiarato il pericolo e il proprio dissenso è restato solo ed isolato. Questa è la riflessione che serenamente dovrebbe farci riflettere sul perché solo oggi tutti si dicono indignati e umiliati, solo oggi la popolazione è parte offesa. Eppure la magistratura, non indenne da critiche di miopia per non aver visto ciò che si sapeva, ha condotto numerose indagini che hanno portato in luce i percorsi della mondezza dal nord al sud, alla mappatura dei siti di smaltimento illecito ed alla quantificazione delle diverse centinaia di migliaia di tonnellate sversate . Le indagini partono da lontano infatti già ne 1991 il Tribunale di Napoli a conclusione dell’inchiesta Adelphi condanna sei imprenditori per reati legati al traffico e lo smaltimento illecito dei rifiuti e individua la Campania come la pattumiera d’Italia. Tra il 2004 ed il 2006 l’operazione Eco mette sotto la lente di ingrandimento il clan dei Casalesi accertando lo smaltimento di migliaia di tonellate di rifiuti col sistema della giro bolla che consiste nel falsificare il modulo di identificazione dei rifiuti. In pratica i rifiuti solo cartolarmente transitano da un sito all’altro con la conseguente declassificazione dei codi CER mentre in realtà giungono a destinazione senza alcun trattamento. Nell’anno 2001 la Procura di Milano scopre un colossale traffico di rifiuti tra Brescia, Napoli e Caserta. Oltre 18000 tonnellate di rifiuti transitano dalla Lombardia alla Campania per finire in discariche abusive oltre a quella autorizzata di Tufino. Partecipano al sodalizio criminale camionisti compiacenti, agricoltori senza scrupoli amministratori e imprenditori, il giro di affari è quantificato in circa 6,5 milioni di € . Sempre nel 2001 viene condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere l’operazione Cassiopea che vede indagati ben 93 persone tra imprenditori ed amministratori locali, l’inchiesta accerta lo smaltimento illegale di circa 1 milione di tonnellate di rifiuti tossici ( Cadmio, Zinco, arsenico, Piombo ) scomparsi tra casal di Principe , Santa Maria la Fossa, Castelvolturno , Lago patria e Villa Literno. Tali rifiuti di varia natura tra tossici urbani e pericolosi venivano trasportati da tir che assicuravano circa 100 viaggi settimanale con efficienza Svizzera. Tra le inchieste più recenti ricordiamo l’Operazione Terra Mia condotta dalla Procura di Nola e dal Corpo Forestale dello Stato che ha individuato il cosiddetto triangolo della morte che comprende i Comuni tra Nola, Acerra e Marigliano. Ciò che vale la pena sottolineare per tornare alla riflessione iniziale è che in questo caso la Procura precisa che la camorra c’entra poco o nulla poiché tutti gli arrestati non erano legati ad alcun Clan criminale bensì trattatasi di imprenditori spregiudicati. Vi sono numerose altre indagini a riguardo e ogni Procura della Campania si è resa protagonista di indagini scottanti. Alle inchieste giudiziarie si sono accompagnate ricerche scientifiche promosse da singoli privati, da Enti di rilievo nazionale che hanno lanciato l’allarme igienico - salutare denunciando l’aumento degli indici di mortalità in area Campana per tumori. Nel 2003 l’Archivio Tumori della ASL 4 Na evidenziava le differenze tra le percentuali di decessi nell’area del distratto 73 che comprende l’area del cosiddetto Triangolo della Morte rispetto al resto del comprensorio di competenza territoriale. Nel 2004 il ricercatore del CNR di Pisa Dott. Alfredo Mazza pubblica sulla rivista “Lancet Oncology “ un articolo secondo cui l’indice di mortalità per tumore al fegato nell’area del triangolo della morte è, per ogni 100.000 abitanti, pari al 35% rispetto alla media del 14% del resto d’Italia. Dello stesso tenore è il risultato dello studio “Trattamento dei rifiuti in Campania impatto sulla salute umana” condotto dall’Istituto Superiore di Sanità secondo cui in provincia di Caserta e Napoli l’incidenza della mortalità per leucemia è in eccesso rispetto alla media nazionale del 20% a Caserta e del 35 % a Napoli. Lo sconcertante e preoccupante quadro che consegue alle citate inchieste e denuncie stride con le cifre spese per risolvere il problema rifiuti. Basta pensare che negli ultimi cinque anni di gestione commissariale si stima siano stati spesi ben 9 milioni di euro in consulenze a svariato titolo richieste con la finalità di dare soluzioni al problema. Questa breve analisi che sostanzialmente richiama e mette insieme alcuni dati riferiti alla gestione rifiuti non vuole offrire spunti per la soluzione del problema, né prestare il fianco alla ventata di giustizialismo di cui oggi tutti si fanno palatini bensì vuole essere l’invito per il futuro a pretendere una classe dirigente e politica idonea ed adeguata in linea con gli standard di altri paesi cosiddetti sviluppati. Il ruolo delle associazioni può esprimersi al meglio non solo con attività di supporto legale ma soprattutto con la denuncia ed il costante e vigile controllo dell’operato di coloro che istituzionalmente sono a ciò preposti.
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