grazia e misericordia!

Transcript

grazia e misericordia!
o.- Ott
N. 3 Ag
. 2016
Anno L - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma
grazia
e
misericordia!
Domenica Guatteri pf
Grazia! Dono di grazia! È la manifestazione del Volto di Dio.
Volto che guarda la realtà umana; Volto che scruta in profondità
l’abisso e l’oscurità di un mondo che, affannosamente, ricerca la
verità. Volto che cammina in noi e con noi, condivide la fatica e si
lascia guardare, solo di spalle, dall’umanità assetata di pace. Volto
che precede ed accompagna, Volto che entra ed esce, dalle porte
della vita per piantare semi di luce, di amore, di tenerezza, di fedeltà
e per dare riposo…
Dio è “un Dio geloso che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni…”
Dono di grazia! Nel tempo per l’eternità. Dono incarnato nella
storia degli uomini che camminano, passo dopo passo, alla ricerca
del Soffio di vita.
Cammino. Ricerca. Incontro. “Alla tenda del convegno si reca chiunque vuole ascoltare il Signore…” dunque, è dono, volere e potere
seguire le orme di un Dio che ha battuto le strade della quotidianità;
è dono avere l’ansia della ricerca del volto del Signore e cadere nelle
sue braccia misericordiose, approdare al Cuore di Cristo ed accostare
le labbra alla sorgente dell’amore misericordioso.
“Vieni a questo Cuore, vieni con il desiderio di stare tra le sue braccia
e vedrai quanto è misericordioso…nel suo Cuore apre tutti i tesori di
grazia, di amore, di santificazione e di salvezza!” (A. Chieppi)
Misericordia: cammino di fede, di appartenenza, di affidamento!
Beati coloro che, nell’oscurità, tracciano sentieri di luce, piantano
semi di tenerezza e rimangono prostrati, davanti alla “tenda del
convegno”, tabernacolo dove Cristo rimane in attesa con il cuore
squarciato e le braccia spalancate.
Misericordia: credo, io fragile e misera creatura, perché ho bisogno;
credo quando mi affido all’Amore, in umiltà e semplicità; credo e mi
fido di quel Gesù che è amore del Padre, amore di sposo con le sue
spose; amore di fratello con i fratelli; amore di amico che chiama,
illumina, guida e invia.
Misericordia: è appartenenza! Il cuore ricco di miseria, fiuta l’aria
della speranza, scruta l’orizzonte antico e trova la novità della vita,
si affida alle ali dell’amore, piccola occasione, per fare della scintilla
una luce sfolgorante e vedere passare, davanti agli occhi, tutta la
Sua bontà!
Misericordia: è affidamento! Non avere paura di guardarti dentro,
di fissare lo sguardo sul volto di Gesù, di ascoltare
il silenzio delle sue parole, di intercettare i movimenti del suo amore. Cerca
SOMMARIO
la tenda, trova il tabernacolo, prostrati
OTES
e adora. Nel Cuore di Gesù c’è solo e
2-3 BLOC-riN
Perù
Espe enze in Parma
sempre, bontà infinita, eterna, immua
i
ov
Occhi nu
kavu
tabile. Non avere paura, come lui fatti
Noviziato a Bu
misericordia. E, il Dio con noi, ti beneIA
4-5 SINFOISNER
dirà quando ti fai abbraccio, quando la
ICORDIA
DI M
tua pietà si fa tenerezza, il tuo dolore
LAICALE
si fa pane per l’affamato e la tua gioia
6 ASSOCIAZIONE
diventa acqua che vivifica e disseta.
LI
7-8 PROFI
PICCOLE FIGLIE
1
AGO. - OTT. 2016
Huacho (Perù) Sabato 13 luglio.
Alle ore nove del mattino, si snoda
il pellegrinaggio giubilare con un
centinaio di fedeli della Parrocchia di
san Giuseppe.
Ci guida il parroco, padre Victor; è
un “andare” con fede e in preghiera,
verso la Porta Santa della Misericordia, simbolo del cammino della vita
verso l´abbraccio eterno col Padre.
Con una previa preparazione siamo
entrati nella spiritualità del giubileo,
con la consapevolezza delle nostre
colpe, che non devono abitare nel
nostro cuore a lungo, ma muoverci
verso l´incontro con Gesù che perdona, che fascia le ferite e rigenera la
vita dello spirito.
Mentre la processione si avvicina alla
Chiesa Madre, la gioia è grande per
la certezza che Gesù non si stanca
mai di spalancare la porta del Suo
Cuore e donare il perdono e la consolazione.
ricchezza
gustate e vedete
quanto è buono il signore
Dalla prima fila all´ultima, come
un’eco, si sente pregare il salmo
136: “perché eterna è la Tua Misericordia”.
Giunti alla Cattedrale deponiamo i
diversi cartelli e slogan, attraversiamo
in silenzio e raccoglimento
la Porta Santa, ci disponiamo
nei banchi per adorare Gesù
Eucaristia esposto sull´altare.
La preghiera ci guida e tutti
siamo con gli occhi fissi verso
il Santissimo. Il sacerdote in
confessionale è disponibile a
celebrare il Sacramento della
Riconciliazione.
nella
povertà
Silvia F., una giovane volontaria dell’Associazione
Missione Insieme, si è recata presso le nostre
comunità del Perù e comunica qualche frammento della
sua esperienza.
“Q uesto è l´ombelico del mondo,
è qui che c´è il pozzo dell’immaginazione, dove convergono le esperienze
e si trasformano in espressione, dove
la vita si fa preziosa e il nostro amore
diventa azione”.
Perù. Una parola, uno stato, un viaggio che è rimasto nella mia immaginazione per tanto tempo, ma che il 6
agosto è diventato realtà. Una realtà
forte che apparentemente non offre
altro che povertà, tristezza e desolazione. Una realtà con un popolo che
lotta ogni giorno per poter guadagnare 1 sol in più, per poter arrivare
più lontano del giorno prima, per
poter costruire una casa più solida,
una casa più sicura.
E allora si scopre che la realtà viene
sconfitta dai sorrisi, dall’impegno,
dal cuore aperto e dalla voglia di
vivere, perché “la vita si fa preziosa”
e lo si capisce solo in una situazione
dove non ci sono distrazioni e pensieri effimeri. Si fanno “esperienze
che si trasformano
in espressione”,
esperienze che si
costruiscono grazie
all´incontro con
l’altro, alle storie di
ogni giorno.
Non rimane altro
che mettersi in
gioco, sporcarsi
le mani con questo popolo che ti
accoglie a braccia
aperte, ti fa conoscere la sua storia, ti ringrazia per
avergli dedicato il
PICCOLE FIGLIE
2
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Segue la Santa Messa: incontro intimo e riconoscente con Colui che è la
Misericordia: Gesù, che dona la vita
per insegnarci come il Padre ci ama
e come amare i fratelli. Conclusa la
celebrazione, tutti insieme professiamo il Credo e preghiamo secondo
le intenzioni del Papa. Terminiamo
contenti, cantando a Maria che ha
accompagnato i nostri passi a Gesù.
Fuori dalla Chiesa ci abbracciamo
dalla gioia e ritorniamo alle nostre
case pieni di stupore per quello che
l´amore di Dio ha operato in noi, per
quello che abbiamo visto e vissuto
insieme.
tuo tempo e perché “il tuo amore
diventa (don)azione”. E quanta forza
si può trarre da ciò? Da persone che
costruiscono il loro futuro anche se
non hanno nient’altro che loro stessi?
Alla fine di questo viaggio ho capito
come nel deserto ci sia più acqua di
quanto si creda, più ricchezza che
povertà e come le parole “speranza”
e “coraggio” sono impresse nel cuore
dei peruviani.
Non mi resta altro da dire se non
“Grazie Perù”.
occhi nuovi
“Occhi nuovi per vedere la bellezza” è il titolo della missione degli
Universitari che si è tenuta a Parma
dal 17 al 21 ottobre scorso, culminata
con il Giubileo degli Universitari in
Cattedrale.
Quale bellezza si è vista in questa
settimana? Soprattutto quella di
centinaia di giovani che i missionari
hanno incontrato nei vari dipartimenti di Ingegneria, Architettura,
Medicina, Lettere, Filosofia, Psicologia, Giurisprudenza, Lingue, Farmacia
etc… Erano giovani di varie nazioni,
religioni, costumi, molti provenienti
dall’Italia del Sud, quasi sempre sorridenti e accoglienti.
Effettivamente gli Universitari sono
una folla notevole (circa 26.000) che
normalmente sfugge ai circuiti della
pastorale delle parrocchie…. Ma certamente ben presenti davanti a Dio!
A tutti loro è stata rivolta una parola
amica, un sorriso, un invito a ritrovarci tutti insieme nelle serate (4 serate)
di festa e testimonianze o nei gruppi
o nel volontariato o in laboratori
sociali dell’Università. Con qualcuno
BUKAVU (RD Congo) sabato, 1°
ottobre. Nella cappella della Casa
di formazione a Bukavu , tre giovani
rispondono con gioia alla chiamata
del Signore. Con un rito semplice,
inserito nella liturgia della Parola,
hanno iniziato il noviziato: Anne
Marie Jolie Bigati. Elisabeth Imani,
Eveline Mwinja.
Tutte hanno incontrato e conosciuto
le Piccole Figlie nella loro parrocchia
di origine: Anne Marie a Ndosho
- Goma, Elisabeth e Eveline a Cahi Bukavu. Sono state condotte da altre
giovani che frequentavano il gruppo
vocazionale e conoscendoci sono
state attirate in particolare dall’attitudine di servizio delle suore,
ognuna secondo la sua sensibilità,
hanno sottolineato: un servizio senza condizione con i giovani; essere
piccole con i piccoli e
per i piccoli nella pastorale dei bambini;
un servizio semplice
nella semplicità senza
ostentazione.
Il rito dell’entrata in
noviziato prevede
un’esortazione della
superiora. Ecco alcuni
stralci della riflessione di sr Brigitte
Angela Giubertoni pf
si è aperto un dialogo,
un confronto semplice
e profondo.
La bellezza era anche
splendente negli occhi
gioiosi e luminosi di
giovani frati e novizi,
suore e postulanti,
giovani e ragazze che
al mattino si ritrovavano presto a
pregare in San Tommaso (in Via Farini) per poi spargersi a coppie nei vari
dipartimenti con passione e insieme
con trepidazione. Si sono visti camminare e pregare insieme Francescani
e Saveriani, Elisabettine e Fratelli di
Betania, Piccole Figlie e Francescane Missionarie, Giovani G.fra, Fuci
e Comunione e Liberazione mentre
un folto gruppo di giovani suore di
Maria Stella del Mattino (venute da
Fontanellato) restavano in ginocchio
tutto il giorno tra canti e preghiere
ai piedi di Gesù Eucarestia per implorare la forza dello Spirito Santo: una
Chiesa giovane per i giovani!
Nelle serate dal 18 al 21 ottobre si è
respirato un clima gioioso “carico di
“tu
mi
chiami,
Barhame, delegata per
il Congo: “il noviziato è
un’iniziazione, cioè imparare i primi elementi
della vita religiosa. Come
nella cultura africana in
particolare, è previsto
un tempo di iniziazione
per conoscere lo spirito
del clan ed è fonda mentale nel passaggio
dall’adolescenza all’età
adulta, così nel tempo del noviziato si conosce, ci si lascia investire
dallo spirito della famiglia religiosa e si mette alla prova la propria
motivazione alla sequela di Cristo.
Nel contesto della vita fraterna in
PICCOLE FIGLIE
spiritualità” ha detto una ragazza
stupita per tanto calore. I testimoni
invitati, numerosi e molto efficaci,
hanno veramente saputo scaldare il
cuore di tutti. Don Umberto Cocconi
(che con Fr. Francesco Ravaioli e Fr.
Daniele La Pera è responsabile della
Pastorale Universitaria e di questa
missione in particolare) ha detto
alla fine della settimana: “Abbiamo seminato. Ora ci vorrà tempo e
pazienza per innaffiare, concimare,
coltivare… Una cosa bella abbiamo
già lasciato nel cuore di tanti: la
GIOIA. Dicono: “Perché sono tanto
felici?”. Speriamo che sia un punto
di partenza per un rinnovato incontro con Dio, sorgente di bellezza,
pace e amore.
3
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a
seguirti”
comunità e guidate da
Maria... Come per il
tempo dell’iniziazione
culturale si è condotti
dalle persone sagge del
clan, così le novizie sono
affidate alla mediazione
della Madre Maestra”.
Il rito si è concluso con
l’atto di affidamento a
Maria, davanti la grotta
nel giardino. Alla fine le
tre giovani novizie hanno espresso il
primo sentimento che hanno vissuto:
“Gioia e abbandono fiducioso al Signore; gioia e senso di appartenenza
alla famiglia religiosa con una vita
povera richiamata dall’abito (divisa)
che ha indossato; gioia e fiducia
con uno sguardo rivolto a Maria per
imparare a contemplare il Cuore di
Gesù”.
Questo avvenimento non ci lasci
indifferenti, lasciamoci interpellare
dal fatto che Gesù chiama sempre
e ovunque a seguirlo, anche oggi.
Diamo la possibilità alle giovani di
ascoltarlo e di seguirlo. È la giovinezza dello Spirito, la giovinezza
della Chiesa.
Una sinfonia di misericordia
Vito Pongolini
Sabato 9 ottobre, 15 anni dopo la
beatificazione, le Piccole Figlie hanno
invitato tanti amici presso i Missionari
Saveriani a condividere la gioia del
dono che Madre Eugenia Picco è stata
per la Congregazione e la Chiesa di
Parma.
Il fatto che la ricorrenza sia
caduta nel Giubileo della
misericordia ha naturalmente orientato lo svolgimento
dell’incontro.
Attraverso la ricerca e la presentazione di testimonianze
delle suore che la conobbero, si è infatti mostrato
come Madre Eugenia abbia
cercato, nel corso della sua
esistenza, di vivere intensamente le opere di misericordia, spendendosi senza sosta
per tutti coloro che all’epoca
di trovavano nella necessità e
nel bisogno.
Madre Eugenia ha saputo
incarnare in modo autentico e profondo il carisma dell’Istituto fondato
da don Agostino Chieppi, puntando
soprattutto sull’umiltà e sulla capacità
di scorgere i bisogni dei fratelli che le
circostanze le facevano incontrare.
L’incontro è tuttavia servito
anche - e forse soprattutto
- per provare a raccontare il
tanto bene che, sulle orme
di Madre Eugenia, è scaturito a fianco e in compagnia
delle Piccole Figlie. In tempi e
modi diversi sono infatti nati
diversi gruppi e aggregazioni
di laici che si sono messi in
gioco per espandere e sviluppare i tanti germi di bene
che la Congregazione ha
saputo piantare, far nascere
e germogliare.
Erano pertanto presenti realtà che operano a favore delle
missioni delle Piccole Figlie
(il gruppo “Rafiki – Amici
PICCOLE FIGLIE
4
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del Congo” e “Missione insieme” che
focalizza il suo impegno per il Perù),
come realtà che affiancano l’opera
delle suore nel “Centro di Cure Palliative” per malati terminali di via Po (è il
caso dell’Associazione di volontariato
Amici delle Piccole Figlie e dell’Associazione “Claudio Bonazzi”).
Insieme all’Associazione laicale aggregata alla Congregazione (presenza
questa pensata e voluta dal Fondatore
fin dall’inizio), tutte queste realtà hanno provato a raccontare come, nel loro
operare, cercano di vivere e attualizzare le opere di misericordia. Lo hanno
fatto con semplicità, mostrando i volti
di bambini e bambine congolesi o raccontando una giornata speciale di un
malato terminale.
Ne è venuto fuori un interessante quadro, anzi, come suggerito dal titolo, ci
si è resi conto che davvero è possibile
comporre insieme una vera e propria
sinfonia di misericordia. Non per il gusto di volersi ergere a maestri o di pensare di essere migliori di altri, ma semplicemente per ringraziare il Signore
del tanto bene che è possibile costruire
mettendosi insieme e rendendosi docili
all’azione dello Spirito. La presenza di
3 giovani alunni del Conservatorio di
Parma (Emanuele Trivioli al violino, Gia-
como Bertolini al violoncello e Beatrice
Trivioli al flauto traverso) che hanno
eseguito nel corso dell’incontro alcuni
brani musicali, ha reso ancor più evidente la bellezza che deriva dalle diversità
che si mettono insieme per ottenere un
risultato di armonia.
“L’avete fatto a me”: non è un’idea o
un’immagine sfuocata. È l’indicazione
precisa che il Signore si fa trovare, ama-
re e servire nel povero, nel carcerato,
nell’ammalato, nell’ignorante, nel dubbioso. Con Madre Eugenia quale esempio, dunque, e in ascolto dell’invito di
Papa Francesco contenuto nella bolla
di indizione dell’Anno Santo, quanto si
è vissuto sabato 9 ottobre è stato un tenere fisso lo sguardo sulla misericordia
per diventare segno efficace dell’agire
del Padre.
Madre Eugenia donna di Misericordia
Testimonianze di chi l’ha conosciuta
Sr Luigia Sella racconta:
Ricordo che Madre Eugenia al tempo della Guerra
‘15-‘18 quando veniva a
visitare i poveri sofferenti
e i soldati nell’Ospedale,
non sapeva distaccarsi
dai loro letti e aveva per
tutti parole di bontà e di
conforto. Animava tutti
alla santa pazienza, alla
conformazione al divino
volere e a noi sorelle in­
fermiere raccomandava con parole
penetranti la santa Carità verso tutti,
senza differenza. Anzi voleva più carità con quelli che erano più noiosi e
più ingrati.
“Per i soldati era una gioia quando
ella passava per le corsie dell’Ospedale “Maria Luigia”. Ricordo che quelli
che non potevano alzarsi, facevano
sforzi per vederla almeno in faccia, e
ascoltavano le sue parole
tutti felici.
trasformazioni transitorie
di Opere per assistenza
ai figli dei richiamati,
laboratori per giovani,
ospedali militari talvolta
sistemati in luoghi di fortuna; reparti per militari
convalescenti o feriti …
Durante la guerra del
1915-1918 un giorno le
fui compagna nella visita
all’Ospedale di Gualtieri
nel ricovero degli anziani. Madre Eugenia si fermava presso il
letto dei feriti e diceva parole di conforto e d’incoraggiamento e ricordo
che i soldati e gli anziani guardavano
sorridenti quella buona madre ed
esprimevano in tanti modo la loro
riconoscenza…
Sr Rosina Ilariuzzi: “…andava negli
uffici, si presentava ad ogni sorta di
Sr Scolastica, scrive:
“Madre Eugenia visse
momenti difficili e tristi
della storia… Essa fu
sempre pronta ad aprire
cuore e case per sollevare
le sofferenze di tutti, disponibile con le sue suore,
e coinvolgendo anche le
amministrazioni laiche a
PICCOLE FIGLIE
5
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persone, non solo per provvedere ai
bisogni della Congregazione, ma anche di tante famiglie e specialmente
dei bambini poveri. Con la sua parola
semplice, chiara, persuasiva, riusciva
quasi sempre ad ottenere quel che
chiedeva.
Sr Giuseppina Donati: Era commovente la sua tenerezza verso i
bambini…quando, mi pare nel 1920,
un terremoto danneggiò parecchi paesi della Toscana e dell’Emilia, Madre
Eugenia accolse parecchie bambine
nella nostra casa di Cadiroggio. Un
giorno seppe che una povera famiglia
profuga era in misere condizioni in
una umile stanzetta a piano terreno
presso la corte d’appello: vi era la
mamma ammalata con una creatura
di pochi mesi. Eugenia vi andò subito,
e si prodigò per provvedere il latte
alla bambina e il sostentamento alla
madre, andò di persona al Commissario Mattei, incaricato degli sfollati, per
raccomandare il caso.
Rosanna Antonelli
7 maggio 2016. il raggruppamento
di Roma ha trascorso insieme ad amici
e simpatizzanti una “giornata di primavera”, recandosi nella mattinata al
lago di Posta Fibreno e nel pomeriggio
all’Abbazia di Casamari. A nessuno di
noi è negato di risvegliarsi da un periodo di sofferenze: è possibile liberando
la mente da bisogni non del tutto
necessari, arricchendosi della bellezza
che risiede nelle cose più semplici che
ci circondano e apprezzando ogni momento quotidiano… La PRIMAVERA è
il momento più opportuno.
4 Giugno. Nelle varie zone abbiamo
vissuto insieme alle suore l’esperienza
del giubileo con il passaggio della
Michele de Marinis
15 giugno 1940 >12 luglio 2016
Che la mia bontà e allegria
lasci il segno in ognuno di
voi.
Non siate tristi per me,
ricordatemi con un sorriso.
Michele De Marinis, romano di adozione ma molisano di origine, era sposato
con Miryam, sorella laica
della nostra Famiglia Religiosa. Dalla loro unione sono nati
quattro figli, ed era nonno di cinque
nipoti. Aveva appena compiuto 76
anni quando ci ha lasciati.
Uomo semplice, arrivato a una fede
granitica attraverso un cammino lungo, che il Signore ha colmato con la
Ha amato Dio sopra ogni cosa e in
ogni fratello e sorella.
Alba Nani pf
sua grazia, fino a scegliere
di condividere con la sua
sposa il dono di essere
fratello laico. Nell’Associazione ha sempre garantito
un impegno attivo, intelligente , costruttivo e di
responsabilità ( per due
mandati, 6 anni, è stato
anche consigliere). Si presentava con una simpatia
innata che spingeva a volergli bene,
subito. Quando lo conoscevi più in
profondità lo sentivi amabile, mite,
cordiale, accogliente, disponibile fino
alla rinuncia di sé per il bene dell’altro.
È vissuto ripetendo, “sia fatta la sua
Santa Volontà”, fino all›ultimo respiro.
PICCOLE FIGLIE
Porta Santa; a Roma abbiamo prima
percorso Via della Conciliazione in
pellegrinaggio pregando e scambiandoci la croce poi abbiamo passato la
Porta Santa di San Pietro. Abbiamo
condiviso un momento particolarmente emozionante dove ognuno di
noi ha affidato le proprie intenzioni
a Maria.
6
AGO. - OTT. 2016
Michele, parlare di te per noi amici non
è facile! Ci legano a te anni di amicizia
nata nella scuola frequentata dai nostri
figli. Abbiamo camminato insieme,
guidati dalla stessa fede, dal medesimo
impegno di crescita spirituale. La tua
costante presenza nella nostra associazione laicale ci ha insegnato, quale
grande valore sia l’amore per tutti. La
tua disponibilità, generosità d’animo si
è sempre manifestata con la tenerezza
e la presenza a chiunque chiedeva il
tuo sostegno. Per tutti avevi la parola
giusta, pacata e convincente. Ora sei
“all’ombra delle ali di Dio”… porgi il
tuo sguardo e il tuo sorriso su tutti noi
che ti vogliamo bene.
Adriana Tramontana
ero
carcerato
N ei giorni 3-5 ottobre 2016 si è
realizzato a Chaclacayo, Perù, il XIV
incontro della pastorale carceraria
nazionale, organizzato dal C.E.A.S.
(Conferenza episcopale di azione
sociale). Hanno partecipato a questo
evento così importante i cappellani
e i coordinatori della pastorale carceraria. I partecipanti laici erano una
settantina di persone, entusiaste,
preparate e molto impegnate, felici
di quello che fanno in favore dei
fratelli privati di libertà. Le riflessioni
tutte erano orientate su due argomenti: colui che è privato di libertà è
SR TERESA CARBOGNANI
Bannone di Traversetolo 08.10.1933
> Parma 16.06.2016
Sr Teresa, dopo 83 anni
tutti spesi per il suo
Signore e per i fratelli,
conclude con animo se­
reno il suo pellegrinag­
gio terreno il giorno 16
giugno 2016. Nata da
famiglia molto religiosa
nel 1933, entra nel 1954
all’età di 21 anni seguendo le orme di sua
sorella sr Ebe, di quattro zie (sr Angela,
sr Anna, sr Dorotea, sr Decima), di tre
cugine (sr Tina Carbognani, sr Tersilla
Carbognani, sr Iolanda Adorni). Emette
la prima professione nel 1957.
Dal 1960 ha sempre servito i fratelli come
infermiera o come animatrice pastorale
in ambito sanitario.
Ricordiamo in particolare il suo servizio
presso la cinica S. Chiara di Locarno (CH)
dal 1965 al 1999 e a Gordola (CH), presso
la Casa di Riposo Solarium, dal 2005 al
2016, finché le forze glielo permisero.
Le scriveva Madre Gina Provinciali nel
1998 “ti riconosco nella tua umiltà, delicatezza “silenziosa”, attenta alle necessità dei pazienti come fossero tutti parte
viva della tua stessa vita… Ti vedo operare con il cuore di una mamma, più che di
una sorella… Ringraziamo il Signore per
questa forza interiore che non può venire
se non da una intimità di comunione con
il Padre che sta nei cieli”.
Sr Christina Lang, a nome di ogni con­
sorella e dei collaboratori laici la ricorda
con grande affetto con una lettera che
riportiamo: “Carissima sr Teresa, ti scrivo
a nome di tutte le consorelle che con te
hanno condiviso un tratto di strada, a
nome di una moltitudine di ammalati,
persone sole, anziani e di quanti hanno
e siete venuti a
visitarmi
Lucia Martini pf
un fratello che ha bisogno del nostro
aiuto, di essere accompagnato in un
cammino di reinserimento nel tessuto
sociale, per rielaborare la sua condotta e ritrovare il senso profondo
della vita, il valore della famiglia, del
vivere in società e del bene comune;
la comunità ha il serio dovere di occuparsi dei fratelli che sono caduti, giacché anch’essi in qualche modo sono
il frutto e la conseguenza anche dei
nostri sbagli, della nostra mancanza
d’impegno perseverante nella famiglia, nella scuola, nelle parrocchie:
non si insegna più infatti ai giovani
e ai ragazzi a discernere tra il bene
e il male. Ci vuole un lavoro di prevenzione educativa nella educazione
ai valori della vita, di vivere a livello
personale e in società.
Ringrazio per l’opportunità che ho
avuto di partecipare a questo evento, con il piccolo gruppo di operatori
della pastorale carceraria di Huacho.
Spero di essere riuscita a comunicare
quello che ho ricevuto e ad animarci
sempre di più nella nostra missione
con gli interni del Carcere di Carquin,
ho la speranza che altri si sentano
spinti a collaborare con noi.
collaborato con te e che tu hai saputo
accogliere e con amore incondizionato,
secondo le necessità di ciascuno. [… ] So
bene che tu non lo vorresti svelare, ma
il tuo esempio di umiltà e di dedizione,
di professionalità, rimane un’eredità
preziosa per ognuno di noi. Hai risposto
al desiderio del Fondatore che esortava
le sue “Figlie” a misurare l’amore sul
bisogno del prossimo. Invocavi spesso
Maria che contemplavi nel suo “andare
in fretta” dalla cugina Elisabetta. Alla
tua partenza da Gordola, i collaboratori
hanno lasciato questa testimonianza: “…
Ci spronava come buona maestra a dare
il meglio nel nostro lavoro quotidiano.
Le sue mani esperte non stavano mai in
ozio, lavoravano sollecite o si congiungevano in preghiera per chi si apprestava
a fare l’ultimo cammino terreno. […]
paziente, umile, attenta ad ogni bisogno,
oggi siamo qui per ringraziarla di cuore
per la sua bontà e professionalità …”.
Durante la malattia ti sei affidata a Maria
Santissima, Madre esperta nel soffrire
e con lei ha percorso un cammino non
facile.
Il tuo ultimo pensiero scritto lo hai attinto dall’Eucaristia: “Grazie Padre Santo,
Signore e creatore del mondo e fonte di
ogni vita, tu non ci lasci mai soli nel cammino, ma sei vivo ed operante in mezzo
a noi, ci guidi nei sentieri del tempo alla
gioia perfetta del tuo Regno”.
Cara Sr Teresa,
La prima volta che ti ho incontrata eri in Clinica Santa Chiara, io ero una ragazzina, venivo a trovare la mia
nonna molto malata, che ci stava per lasciare. Ti prendevi cura di lei con tanto amore e dopo le cure stavi accanto a lei e spesso vi trovavo in preghiera, con la corona del rosario stretta nelle vostre mani. La nonna ci ha
lasciato e tu subito hai sostenuto la mia mamma che ancora oggi ricorda la tua presenza così carica di tanto
bene. Forza e sostegno non le sono mancati. E poi ti ho ritrovato alcuni anni fa, in casa anziani, tu infermiera e
io responsabile cure. Ti guardavo, ti osservavo ed ero contenta di averti ritrovata e giorno dopo giorno le nostre
vite si intrecciavano sempre più, in una condivisione, in un coinvolgimento continuo e costante.
Ti vedo ancora girare in modo silenzioso nei vari reparti, entrare nelle camere dei nostri anziani quasi in punta
di piedi. Ti intrattenevi con loro in un dialogo sereno e pregando con loro e per loro. Quando ti informavo che
un anziano non stava bene subito ti affrettavi ad andare da lui e stavi lì, semplicemente con lui, una presenza
che era colma di quel Amore che continuamente trasmettevi a me ed a tutti. Quando un anziano era in fase
terminale eri sempre pronta ad alternare la tua presenza con la mia. Quanti di questi momenti intensi di dolore,
di fatica abbiamo condiviso, sono perle preziose.
Mi mancano i nostri momenti, i nostri dialoghi le nostre “confessioni” come le chiamavo io. Prima di una riunione particolare venivo da te, ti trovavo sempre in cappella e ti chiedevo aiuto, consiglio e poi andavo tranquilla
certa che le cose sarebbero andate bene. Bussavi in modo discreto alla porta del mio ufficio ed entravi, ti sedevi
e mi dicevi sempre in confidenza cosa si poteva fare di meglio per i nostri anziani, non ti sei mai permessa di
fare una critica, un reclamo, un’osservazione poco opportuna non era nel tuo stile ma quanto mi esponevi era
già in positivo e le cose avevano già il sapore del miglioramento. Ci siamo raccontate tante cose, tu recipiente
sempre aperto raccoglievi le mie confidenze, le mie fatiche, le mie sconfitte, le mie gioie e sapevo sempre di
poter contare su di te, filo diretto con il nostro Dio. Durante la tua malattia, hai sempre condiviso con me le tue
fatiche, le tue sofferenze, le lacrime e questo per me è stato un dono. Alla notizia che avevi raggiunto il cielo, un
velo di tristezza mi ha avvolto ma ora sono certa che tu sei nella pace con il tuo Signore e la mia quotidianità
è colma della tua presenza. Ti voglio bene suor Teresa.
Ciao. tua Antonella
PICCOLE FIGLIE
7
AGO. - OTT. 2016
SR ANNA ROCCHI
Sestola (MO) 05.10.1920
> Parma 19.05.2016
Sr Anna Rocchi il
19 maggio 2016 ha
concluso il suo cammino terreno.
Nata a Sestola (MO)
da famiglia cristiana, era entrata nella
congregazione delle Piccole Figlie nel
1944. Cosa la distinse e quali servizi ha
ricoperto?
Nell’attestato conferito al termine del
corso biennale per educatrici promosso
dalla FIRE, a Roma, è dichiarata “Idonea a svolgere le funzioni di educatrice
dell’Infanzia e della gioventù”. Dote
che seppe dimostrare nei diversi servizi
svolti in opere dell’Istituto, nelle scuole
materne e nelle parrocchie.
Si è distinta come educatrice, maestra
di sartoria e di maglieria, responsabile
di farmacia, assistenza ai bambini della
scuola dell’Infanzia, addetta alle manutenzioni.
Tutto questo nel Bellunese (Fusine, Voltago, Misurina); nel Parmense (Villa S.
Maria, Casa Madre, Soragna, Fontanellato, Palanzano, S. Leonardo); nel Reggiano e Modenese (villa Ospizio, S. Croce
di Carpi); nel Genovese (Rapallo, Zoagli);
in Svizzera (Locarno - Clinica S. Chiara).
In tutto ha rivelato un carattere gioviale,
intelligente, vivace, forte, intraprendente e disponibile.
Depongono di lei alcune testimonianze.
«Sapeva fare di tutto (lavori femminili,
falegnameria, e manutenzioni); aveva
capacità organizzativa e senso dell’umorismo, era aperta nelle relazioni». (B.A.)
«Sr Anna Rocchi é stata una delle suore
della mia fanciullezza, in quel di Voltago A., ricordata ancora oggi per il suo
carattere gioviale, inventivo, laborioso
e di attaccamento al Signore.
Lei con sr Cecilia Zini, sr Ione Ferrarini,
sr Giuseppina Schiappa, erano l’anima
della parrocchia, il riferimento del paese, “le buone samaritane” per ogni
necessità, le guide sicure dei bambini,
ragazzi e giovani.
Sr Anna era la più vivace del “quartetto”, “le nostre suore”, che hanno
segnato sul nascere la mia vocazione
di Piccola Figlia. Risento le sue risate ai
nostri scherzi, i suoi incoraggiamenti, le
parole buone che calavano nel cuore, e,
perché no, i rimproveri quando le nostre birichinate erano di troppo. Sento
ancora il tepore della stufa in mattoni
nel rigore dell’inverno, mentre le nostre
mani intirizzite imparavano a maneggiare aghi e ferri al ritmo dei canti mariani
o montani e le brevi preghiere; sento il
buon profumo delle mele che cuocevano
su quella unica stufa: una vera, affiatata
famiglia. Sempre con noi nel gioco, nel
lavoro, nelle recite, nelle passeggiate, in
chiesa per il Rosario, la Messa, i vespri.
Sempre una parola consolatoria per
chi era nel lutto, nella fatica del lavoro
etc…
Altri tempi? Sì, i tempi in cui la suora era
una figura “sacra”, il perno del vivere
civile e cristiano.
Grazie, sr Anna per tutto il bene che mi
e ci hai voluto e fatto, ce lo ritroveremo
lassù». (C.C.)
«Abbiamo vissuto insieme momenti forti
con le ragazze del Gruppo Samuel, che
la Congregazione ha organizzato per
molti anni come segno dell’attenzione
alla pastorale vocazionale. Sr Anna, specie negli anni in cui era a Villa Ospizio,
mi chiamava spesso e partecipava agli
incontri parmensi con un gruppo folto di
ragazze, tenaci e sincere come lei». (T.B.)
La parola a lei, dal suo testamento spirituale: «S. Esercizi 1998. Sono riconoscente
a Dio per tutto ciò che mi ha dato: la vita,
la famiglia, la vocazione nella Congregazione delle Piccole Figlie, vocazione
completamente gratuita. Ringrazio i
Superiori passati che mi hanno accolta
e amata. Ringrazio i presenti della loro
comprensione e amore.
Chiedo perdono delle mie debolezze e
se sono stata involontariamente causa di
sofferenza.
Pregate per me, perché quanto prima
possa contemplare il volto festoso del
nostro Salvatore e della buona e cara
madre Maria. Grazie».
SR ANNA SILVESTRI
Cadiroggio di Castellarano (RE) 21.04.1922
> Parma 05.09.2016
Il 5 settembre 2016 è
arrivato per sr Anna il
momento atteso del­
l’incontro con il suo
Signore.
Era nata a Castellarano
(RE) nel 1922 da ge­
nitori profondamente
credenti, era stata alunna delle Piccole
Figlie nella scuola elementare del paese.
È entrata in Congregazione all’età di 15
anni. Fece la prima professione nel 1940.
Ha prestato la sua opera in numerose
comunità, a servizio dei bambini della
scuola materna, nell’educazione delle
ragazze come maestra di ricamo e di
cucito, nell’animazione liturgica in par­
rocchia come maestra di canto e come
musicista; apprezzata da tutti.
Alcune ragazze di Poiago, il 19 marzo
1974, scrivono di lei alla Madre Genera­
le: “È poco tempo che Suor Anna è con
noi però dobbiamo dire fin da ora che
si è già meritata tutta la nostra stima,
la nostra fiducia e soprattutto il nostro
affetto. Per quello che ne possiamo
sapere noi, anche le suore che tuttora
sono a servizio della Casa di Riposo, sono
soddisfatte del suo comportamento,
così semplice e così buono che chiunque
lo noterebbe sin dal primo istante… Ci
sentiamo il dovere di ringraziarla ancora
perché la suora che ci ha mandato è proprio la suora che abbiamo sempre desiderato, essendo piena di belle qualità, di
bontà, di grazia che ha nei confronti di
tutti sia internamente che esternamente
alla Casa di riposo.”
Sebbene la sua vita di donazione a Dio
PICCOLE FIGLIE
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AGO. - OTT. 2016
e ai fratelli sia stata fortemente segnata
da una malattia grave, che le ha provo­
cato sofferenze interiori e difficoltà rela­
zionali, sr Anna ha continuato a donarsi
a tutti con animo generoso.
Nel 1987, sr Anna annotava qualche im­
pegno spirituale: “In questo anno mariano mi propongo in particolare di vivere
con Maria, operare per Maria, fare vita
di unione con Maria. Cercherò di portare, accettare, accogliere, fare ciò che mi
è di peso reprimendo l’insofferenza. Cercherò di praticare l’exinanivit, le occasioni non mancano, di avere per quanto
mi è possibile il sorriso che distenda. Per
ricordare maggiormente Maria, cercherò
di parlarne ai bambini nel catechismo e
insegnerò qualche canto mariano.”
Nell’ultimo periodo, trascorso dal 1988
ad oggi nella comunità di Villa Chieppi,
ha intensificato la vita di preghiera e
coltivato appassionatamente l’amore
alla Madonna con cui aveva un rap­
porto tutto speciale e di cui cercava di
diffondere il culto. Tutte ricordano il suo
sorriso e il suo abbandono alla Vergine
anche nell’ultima malattia.
Direttore Responsabile
Tilla Brizzolara pf
In Redazione
Angela Giubertoni pf
Domenica Guatteri pf
Hanno collaborato a questo numero
Pongolini Vito
Silvia F.
Sorelle del Perù e del Congo
Associazione Laicale
Alba Nani pf
Amministrazione
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
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Fax 0521.235753
Aut. Trib. di Parma n. 387 del 21.1.1986
Redazione:
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
e-mail: [email protected]
Progetto grafico:
Studio Zani (Parma)
Impaginazione e Stampa
Tipografia Pubbliprint Grafica
Traversetolo (Parma)
La Congregazione “Piccole Figlie”
esprime il suo più vivo ringraziamento
a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno
inviato offerte per il presente Giornalino,
l’Hospice, il Congo, il Perù e le tante
necessità a cui la carità ci spinge...