grazia e misericordia!
Transcript
grazia e misericordia!
o.- Ott N. 3 Ag . 2016 Anno L - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma grazia e misericordia! Domenica Guatteri pf Grazia! Dono di grazia! È la manifestazione del Volto di Dio. Volto che guarda la realtà umana; Volto che scruta in profondità l’abisso e l’oscurità di un mondo che, affannosamente, ricerca la verità. Volto che cammina in noi e con noi, condivide la fatica e si lascia guardare, solo di spalle, dall’umanità assetata di pace. Volto che precede ed accompagna, Volto che entra ed esce, dalle porte della vita per piantare semi di luce, di amore, di tenerezza, di fedeltà e per dare riposo… Dio è “un Dio geloso che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni…” Dono di grazia! Nel tempo per l’eternità. Dono incarnato nella storia degli uomini che camminano, passo dopo passo, alla ricerca del Soffio di vita. Cammino. Ricerca. Incontro. “Alla tenda del convegno si reca chiunque vuole ascoltare il Signore…” dunque, è dono, volere e potere seguire le orme di un Dio che ha battuto le strade della quotidianità; è dono avere l’ansia della ricerca del volto del Signore e cadere nelle sue braccia misericordiose, approdare al Cuore di Cristo ed accostare le labbra alla sorgente dell’amore misericordioso. “Vieni a questo Cuore, vieni con il desiderio di stare tra le sue braccia e vedrai quanto è misericordioso…nel suo Cuore apre tutti i tesori di grazia, di amore, di santificazione e di salvezza!” (A. Chieppi) Misericordia: cammino di fede, di appartenenza, di affidamento! Beati coloro che, nell’oscurità, tracciano sentieri di luce, piantano semi di tenerezza e rimangono prostrati, davanti alla “tenda del convegno”, tabernacolo dove Cristo rimane in attesa con il cuore squarciato e le braccia spalancate. Misericordia: credo, io fragile e misera creatura, perché ho bisogno; credo quando mi affido all’Amore, in umiltà e semplicità; credo e mi fido di quel Gesù che è amore del Padre, amore di sposo con le sue spose; amore di fratello con i fratelli; amore di amico che chiama, illumina, guida e invia. Misericordia: è appartenenza! Il cuore ricco di miseria, fiuta l’aria della speranza, scruta l’orizzonte antico e trova la novità della vita, si affida alle ali dell’amore, piccola occasione, per fare della scintilla una luce sfolgorante e vedere passare, davanti agli occhi, tutta la Sua bontà! Misericordia: è affidamento! Non avere paura di guardarti dentro, di fissare lo sguardo sul volto di Gesù, di ascoltare il silenzio delle sue parole, di intercettare i movimenti del suo amore. Cerca SOMMARIO la tenda, trova il tabernacolo, prostrati OTES e adora. Nel Cuore di Gesù c’è solo e 2-3 BLOC-riN Perù Espe enze in Parma sempre, bontà infinita, eterna, immua i ov Occhi nu kavu tabile. Non avere paura, come lui fatti Noviziato a Bu misericordia. E, il Dio con noi, ti beneIA 4-5 SINFOISNER dirà quando ti fai abbraccio, quando la ICORDIA DI M tua pietà si fa tenerezza, il tuo dolore LAICALE si fa pane per l’affamato e la tua gioia 6 ASSOCIAZIONE diventa acqua che vivifica e disseta. LI 7-8 PROFI PICCOLE FIGLIE 1 AGO. - OTT. 2016 Huacho (Perù) Sabato 13 luglio. Alle ore nove del mattino, si snoda il pellegrinaggio giubilare con un centinaio di fedeli della Parrocchia di san Giuseppe. Ci guida il parroco, padre Victor; è un “andare” con fede e in preghiera, verso la Porta Santa della Misericordia, simbolo del cammino della vita verso l´abbraccio eterno col Padre. Con una previa preparazione siamo entrati nella spiritualità del giubileo, con la consapevolezza delle nostre colpe, che non devono abitare nel nostro cuore a lungo, ma muoverci verso l´incontro con Gesù che perdona, che fascia le ferite e rigenera la vita dello spirito. Mentre la processione si avvicina alla Chiesa Madre, la gioia è grande per la certezza che Gesù non si stanca mai di spalancare la porta del Suo Cuore e donare il perdono e la consolazione. ricchezza gustate e vedete quanto è buono il signore Dalla prima fila all´ultima, come un’eco, si sente pregare il salmo 136: “perché eterna è la Tua Misericordia”. Giunti alla Cattedrale deponiamo i diversi cartelli e slogan, attraversiamo in silenzio e raccoglimento la Porta Santa, ci disponiamo nei banchi per adorare Gesù Eucaristia esposto sull´altare. La preghiera ci guida e tutti siamo con gli occhi fissi verso il Santissimo. Il sacerdote in confessionale è disponibile a celebrare il Sacramento della Riconciliazione. nella povertà Silvia F., una giovane volontaria dell’Associazione Missione Insieme, si è recata presso le nostre comunità del Perù e comunica qualche frammento della sua esperienza. “Q uesto è l´ombelico del mondo, è qui che c´è il pozzo dell’immaginazione, dove convergono le esperienze e si trasformano in espressione, dove la vita si fa preziosa e il nostro amore diventa azione”. Perù. Una parola, uno stato, un viaggio che è rimasto nella mia immaginazione per tanto tempo, ma che il 6 agosto è diventato realtà. Una realtà forte che apparentemente non offre altro che povertà, tristezza e desolazione. Una realtà con un popolo che lotta ogni giorno per poter guadagnare 1 sol in più, per poter arrivare più lontano del giorno prima, per poter costruire una casa più solida, una casa più sicura. E allora si scopre che la realtà viene sconfitta dai sorrisi, dall’impegno, dal cuore aperto e dalla voglia di vivere, perché “la vita si fa preziosa” e lo si capisce solo in una situazione dove non ci sono distrazioni e pensieri effimeri. Si fanno “esperienze che si trasformano in espressione”, esperienze che si costruiscono grazie all´incontro con l’altro, alle storie di ogni giorno. Non rimane altro che mettersi in gioco, sporcarsi le mani con questo popolo che ti accoglie a braccia aperte, ti fa conoscere la sua storia, ti ringrazia per avergli dedicato il PICCOLE FIGLIE 2 AGO. - OTT. 2016 Segue la Santa Messa: incontro intimo e riconoscente con Colui che è la Misericordia: Gesù, che dona la vita per insegnarci come il Padre ci ama e come amare i fratelli. Conclusa la celebrazione, tutti insieme professiamo il Credo e preghiamo secondo le intenzioni del Papa. Terminiamo contenti, cantando a Maria che ha accompagnato i nostri passi a Gesù. Fuori dalla Chiesa ci abbracciamo dalla gioia e ritorniamo alle nostre case pieni di stupore per quello che l´amore di Dio ha operato in noi, per quello che abbiamo visto e vissuto insieme. tuo tempo e perché “il tuo amore diventa (don)azione”. E quanta forza si può trarre da ciò? Da persone che costruiscono il loro futuro anche se non hanno nient’altro che loro stessi? Alla fine di questo viaggio ho capito come nel deserto ci sia più acqua di quanto si creda, più ricchezza che povertà e come le parole “speranza” e “coraggio” sono impresse nel cuore dei peruviani. Non mi resta altro da dire se non “Grazie Perù”. occhi nuovi “Occhi nuovi per vedere la bellezza” è il titolo della missione degli Universitari che si è tenuta a Parma dal 17 al 21 ottobre scorso, culminata con il Giubileo degli Universitari in Cattedrale. Quale bellezza si è vista in questa settimana? Soprattutto quella di centinaia di giovani che i missionari hanno incontrato nei vari dipartimenti di Ingegneria, Architettura, Medicina, Lettere, Filosofia, Psicologia, Giurisprudenza, Lingue, Farmacia etc… Erano giovani di varie nazioni, religioni, costumi, molti provenienti dall’Italia del Sud, quasi sempre sorridenti e accoglienti. Effettivamente gli Universitari sono una folla notevole (circa 26.000) che normalmente sfugge ai circuiti della pastorale delle parrocchie…. Ma certamente ben presenti davanti a Dio! A tutti loro è stata rivolta una parola amica, un sorriso, un invito a ritrovarci tutti insieme nelle serate (4 serate) di festa e testimonianze o nei gruppi o nel volontariato o in laboratori sociali dell’Università. Con qualcuno BUKAVU (RD Congo) sabato, 1° ottobre. Nella cappella della Casa di formazione a Bukavu , tre giovani rispondono con gioia alla chiamata del Signore. Con un rito semplice, inserito nella liturgia della Parola, hanno iniziato il noviziato: Anne Marie Jolie Bigati. Elisabeth Imani, Eveline Mwinja. Tutte hanno incontrato e conosciuto le Piccole Figlie nella loro parrocchia di origine: Anne Marie a Ndosho - Goma, Elisabeth e Eveline a Cahi Bukavu. Sono state condotte da altre giovani che frequentavano il gruppo vocazionale e conoscendoci sono state attirate in particolare dall’attitudine di servizio delle suore, ognuna secondo la sua sensibilità, hanno sottolineato: un servizio senza condizione con i giovani; essere piccole con i piccoli e per i piccoli nella pastorale dei bambini; un servizio semplice nella semplicità senza ostentazione. Il rito dell’entrata in noviziato prevede un’esortazione della superiora. Ecco alcuni stralci della riflessione di sr Brigitte Angela Giubertoni pf si è aperto un dialogo, un confronto semplice e profondo. La bellezza era anche splendente negli occhi gioiosi e luminosi di giovani frati e novizi, suore e postulanti, giovani e ragazze che al mattino si ritrovavano presto a pregare in San Tommaso (in Via Farini) per poi spargersi a coppie nei vari dipartimenti con passione e insieme con trepidazione. Si sono visti camminare e pregare insieme Francescani e Saveriani, Elisabettine e Fratelli di Betania, Piccole Figlie e Francescane Missionarie, Giovani G.fra, Fuci e Comunione e Liberazione mentre un folto gruppo di giovani suore di Maria Stella del Mattino (venute da Fontanellato) restavano in ginocchio tutto il giorno tra canti e preghiere ai piedi di Gesù Eucarestia per implorare la forza dello Spirito Santo: una Chiesa giovane per i giovani! Nelle serate dal 18 al 21 ottobre si è respirato un clima gioioso “carico di “tu mi chiami, Barhame, delegata per il Congo: “il noviziato è un’iniziazione, cioè imparare i primi elementi della vita religiosa. Come nella cultura africana in particolare, è previsto un tempo di iniziazione per conoscere lo spirito del clan ed è fonda mentale nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta, così nel tempo del noviziato si conosce, ci si lascia investire dallo spirito della famiglia religiosa e si mette alla prova la propria motivazione alla sequela di Cristo. Nel contesto della vita fraterna in PICCOLE FIGLIE spiritualità” ha detto una ragazza stupita per tanto calore. I testimoni invitati, numerosi e molto efficaci, hanno veramente saputo scaldare il cuore di tutti. Don Umberto Cocconi (che con Fr. Francesco Ravaioli e Fr. Daniele La Pera è responsabile della Pastorale Universitaria e di questa missione in particolare) ha detto alla fine della settimana: “Abbiamo seminato. Ora ci vorrà tempo e pazienza per innaffiare, concimare, coltivare… Una cosa bella abbiamo già lasciato nel cuore di tanti: la GIOIA. Dicono: “Perché sono tanto felici?”. Speriamo che sia un punto di partenza per un rinnovato incontro con Dio, sorgente di bellezza, pace e amore. 3 AGO. - OTT. 2016 a seguirti” comunità e guidate da Maria... Come per il tempo dell’iniziazione culturale si è condotti dalle persone sagge del clan, così le novizie sono affidate alla mediazione della Madre Maestra”. Il rito si è concluso con l’atto di affidamento a Maria, davanti la grotta nel giardino. Alla fine le tre giovani novizie hanno espresso il primo sentimento che hanno vissuto: “Gioia e abbandono fiducioso al Signore; gioia e senso di appartenenza alla famiglia religiosa con una vita povera richiamata dall’abito (divisa) che ha indossato; gioia e fiducia con uno sguardo rivolto a Maria per imparare a contemplare il Cuore di Gesù”. Questo avvenimento non ci lasci indifferenti, lasciamoci interpellare dal fatto che Gesù chiama sempre e ovunque a seguirlo, anche oggi. Diamo la possibilità alle giovani di ascoltarlo e di seguirlo. È la giovinezza dello Spirito, la giovinezza della Chiesa. Una sinfonia di misericordia Vito Pongolini Sabato 9 ottobre, 15 anni dopo la beatificazione, le Piccole Figlie hanno invitato tanti amici presso i Missionari Saveriani a condividere la gioia del dono che Madre Eugenia Picco è stata per la Congregazione e la Chiesa di Parma. Il fatto che la ricorrenza sia caduta nel Giubileo della misericordia ha naturalmente orientato lo svolgimento dell’incontro. Attraverso la ricerca e la presentazione di testimonianze delle suore che la conobbero, si è infatti mostrato come Madre Eugenia abbia cercato, nel corso della sua esistenza, di vivere intensamente le opere di misericordia, spendendosi senza sosta per tutti coloro che all’epoca di trovavano nella necessità e nel bisogno. Madre Eugenia ha saputo incarnare in modo autentico e profondo il carisma dell’Istituto fondato da don Agostino Chieppi, puntando soprattutto sull’umiltà e sulla capacità di scorgere i bisogni dei fratelli che le circostanze le facevano incontrare. L’incontro è tuttavia servito anche - e forse soprattutto - per provare a raccontare il tanto bene che, sulle orme di Madre Eugenia, è scaturito a fianco e in compagnia delle Piccole Figlie. In tempi e modi diversi sono infatti nati diversi gruppi e aggregazioni di laici che si sono messi in gioco per espandere e sviluppare i tanti germi di bene che la Congregazione ha saputo piantare, far nascere e germogliare. Erano pertanto presenti realtà che operano a favore delle missioni delle Piccole Figlie (il gruppo “Rafiki – Amici PICCOLE FIGLIE 4 AGO. - OTT. 2016 del Congo” e “Missione insieme” che focalizza il suo impegno per il Perù), come realtà che affiancano l’opera delle suore nel “Centro di Cure Palliative” per malati terminali di via Po (è il caso dell’Associazione di volontariato Amici delle Piccole Figlie e dell’Associazione “Claudio Bonazzi”). Insieme all’Associazione laicale aggregata alla Congregazione (presenza questa pensata e voluta dal Fondatore fin dall’inizio), tutte queste realtà hanno provato a raccontare come, nel loro operare, cercano di vivere e attualizzare le opere di misericordia. Lo hanno fatto con semplicità, mostrando i volti di bambini e bambine congolesi o raccontando una giornata speciale di un malato terminale. Ne è venuto fuori un interessante quadro, anzi, come suggerito dal titolo, ci si è resi conto che davvero è possibile comporre insieme una vera e propria sinfonia di misericordia. Non per il gusto di volersi ergere a maestri o di pensare di essere migliori di altri, ma semplicemente per ringraziare il Signore del tanto bene che è possibile costruire mettendosi insieme e rendendosi docili all’azione dello Spirito. La presenza di 3 giovani alunni del Conservatorio di Parma (Emanuele Trivioli al violino, Gia- como Bertolini al violoncello e Beatrice Trivioli al flauto traverso) che hanno eseguito nel corso dell’incontro alcuni brani musicali, ha reso ancor più evidente la bellezza che deriva dalle diversità che si mettono insieme per ottenere un risultato di armonia. “L’avete fatto a me”: non è un’idea o un’immagine sfuocata. È l’indicazione precisa che il Signore si fa trovare, ama- re e servire nel povero, nel carcerato, nell’ammalato, nell’ignorante, nel dubbioso. Con Madre Eugenia quale esempio, dunque, e in ascolto dell’invito di Papa Francesco contenuto nella bolla di indizione dell’Anno Santo, quanto si è vissuto sabato 9 ottobre è stato un tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare segno efficace dell’agire del Padre. Madre Eugenia donna di Misericordia Testimonianze di chi l’ha conosciuta Sr Luigia Sella racconta: Ricordo che Madre Eugenia al tempo della Guerra ‘15-‘18 quando veniva a visitare i poveri sofferenti e i soldati nell’Ospedale, non sapeva distaccarsi dai loro letti e aveva per tutti parole di bontà e di conforto. Animava tutti alla santa pazienza, alla conformazione al divino volere e a noi sorelle in fermiere raccomandava con parole penetranti la santa Carità verso tutti, senza differenza. Anzi voleva più carità con quelli che erano più noiosi e più ingrati. “Per i soldati era una gioia quando ella passava per le corsie dell’Ospedale “Maria Luigia”. Ricordo che quelli che non potevano alzarsi, facevano sforzi per vederla almeno in faccia, e ascoltavano le sue parole tutti felici. trasformazioni transitorie di Opere per assistenza ai figli dei richiamati, laboratori per giovani, ospedali militari talvolta sistemati in luoghi di fortuna; reparti per militari convalescenti o feriti … Durante la guerra del 1915-1918 un giorno le fui compagna nella visita all’Ospedale di Gualtieri nel ricovero degli anziani. Madre Eugenia si fermava presso il letto dei feriti e diceva parole di conforto e d’incoraggiamento e ricordo che i soldati e gli anziani guardavano sorridenti quella buona madre ed esprimevano in tanti modo la loro riconoscenza… Sr Rosina Ilariuzzi: “…andava negli uffici, si presentava ad ogni sorta di Sr Scolastica, scrive: “Madre Eugenia visse momenti difficili e tristi della storia… Essa fu sempre pronta ad aprire cuore e case per sollevare le sofferenze di tutti, disponibile con le sue suore, e coinvolgendo anche le amministrazioni laiche a PICCOLE FIGLIE 5 AGO. - OTT. 2016 persone, non solo per provvedere ai bisogni della Congregazione, ma anche di tante famiglie e specialmente dei bambini poveri. Con la sua parola semplice, chiara, persuasiva, riusciva quasi sempre ad ottenere quel che chiedeva. Sr Giuseppina Donati: Era commovente la sua tenerezza verso i bambini…quando, mi pare nel 1920, un terremoto danneggiò parecchi paesi della Toscana e dell’Emilia, Madre Eugenia accolse parecchie bambine nella nostra casa di Cadiroggio. Un giorno seppe che una povera famiglia profuga era in misere condizioni in una umile stanzetta a piano terreno presso la corte d’appello: vi era la mamma ammalata con una creatura di pochi mesi. Eugenia vi andò subito, e si prodigò per provvedere il latte alla bambina e il sostentamento alla madre, andò di persona al Commissario Mattei, incaricato degli sfollati, per raccomandare il caso. Rosanna Antonelli 7 maggio 2016. il raggruppamento di Roma ha trascorso insieme ad amici e simpatizzanti una “giornata di primavera”, recandosi nella mattinata al lago di Posta Fibreno e nel pomeriggio all’Abbazia di Casamari. A nessuno di noi è negato di risvegliarsi da un periodo di sofferenze: è possibile liberando la mente da bisogni non del tutto necessari, arricchendosi della bellezza che risiede nelle cose più semplici che ci circondano e apprezzando ogni momento quotidiano… La PRIMAVERA è il momento più opportuno. 4 Giugno. Nelle varie zone abbiamo vissuto insieme alle suore l’esperienza del giubileo con il passaggio della Michele de Marinis 15 giugno 1940 >12 luglio 2016 Che la mia bontà e allegria lasci il segno in ognuno di voi. Non siate tristi per me, ricordatemi con un sorriso. Michele De Marinis, romano di adozione ma molisano di origine, era sposato con Miryam, sorella laica della nostra Famiglia Religiosa. Dalla loro unione sono nati quattro figli, ed era nonno di cinque nipoti. Aveva appena compiuto 76 anni quando ci ha lasciati. Uomo semplice, arrivato a una fede granitica attraverso un cammino lungo, che il Signore ha colmato con la Ha amato Dio sopra ogni cosa e in ogni fratello e sorella. Alba Nani pf sua grazia, fino a scegliere di condividere con la sua sposa il dono di essere fratello laico. Nell’Associazione ha sempre garantito un impegno attivo, intelligente , costruttivo e di responsabilità ( per due mandati, 6 anni, è stato anche consigliere). Si presentava con una simpatia innata che spingeva a volergli bene, subito. Quando lo conoscevi più in profondità lo sentivi amabile, mite, cordiale, accogliente, disponibile fino alla rinuncia di sé per il bene dell’altro. È vissuto ripetendo, “sia fatta la sua Santa Volontà”, fino all›ultimo respiro. PICCOLE FIGLIE Porta Santa; a Roma abbiamo prima percorso Via della Conciliazione in pellegrinaggio pregando e scambiandoci la croce poi abbiamo passato la Porta Santa di San Pietro. Abbiamo condiviso un momento particolarmente emozionante dove ognuno di noi ha affidato le proprie intenzioni a Maria. 6 AGO. - OTT. 2016 Michele, parlare di te per noi amici non è facile! Ci legano a te anni di amicizia nata nella scuola frequentata dai nostri figli. Abbiamo camminato insieme, guidati dalla stessa fede, dal medesimo impegno di crescita spirituale. La tua costante presenza nella nostra associazione laicale ci ha insegnato, quale grande valore sia l’amore per tutti. La tua disponibilità, generosità d’animo si è sempre manifestata con la tenerezza e la presenza a chiunque chiedeva il tuo sostegno. Per tutti avevi la parola giusta, pacata e convincente. Ora sei “all’ombra delle ali di Dio”… porgi il tuo sguardo e il tuo sorriso su tutti noi che ti vogliamo bene. Adriana Tramontana ero carcerato N ei giorni 3-5 ottobre 2016 si è realizzato a Chaclacayo, Perù, il XIV incontro della pastorale carceraria nazionale, organizzato dal C.E.A.S. (Conferenza episcopale di azione sociale). Hanno partecipato a questo evento così importante i cappellani e i coordinatori della pastorale carceraria. I partecipanti laici erano una settantina di persone, entusiaste, preparate e molto impegnate, felici di quello che fanno in favore dei fratelli privati di libertà. Le riflessioni tutte erano orientate su due argomenti: colui che è privato di libertà è SR TERESA CARBOGNANI Bannone di Traversetolo 08.10.1933 > Parma 16.06.2016 Sr Teresa, dopo 83 anni tutti spesi per il suo Signore e per i fratelli, conclude con animo se reno il suo pellegrinag gio terreno il giorno 16 giugno 2016. Nata da famiglia molto religiosa nel 1933, entra nel 1954 all’età di 21 anni seguendo le orme di sua sorella sr Ebe, di quattro zie (sr Angela, sr Anna, sr Dorotea, sr Decima), di tre cugine (sr Tina Carbognani, sr Tersilla Carbognani, sr Iolanda Adorni). Emette la prima professione nel 1957. Dal 1960 ha sempre servito i fratelli come infermiera o come animatrice pastorale in ambito sanitario. Ricordiamo in particolare il suo servizio presso la cinica S. Chiara di Locarno (CH) dal 1965 al 1999 e a Gordola (CH), presso la Casa di Riposo Solarium, dal 2005 al 2016, finché le forze glielo permisero. Le scriveva Madre Gina Provinciali nel 1998 “ti riconosco nella tua umiltà, delicatezza “silenziosa”, attenta alle necessità dei pazienti come fossero tutti parte viva della tua stessa vita… Ti vedo operare con il cuore di una mamma, più che di una sorella… Ringraziamo il Signore per questa forza interiore che non può venire se non da una intimità di comunione con il Padre che sta nei cieli”. Sr Christina Lang, a nome di ogni con sorella e dei collaboratori laici la ricorda con grande affetto con una lettera che riportiamo: “Carissima sr Teresa, ti scrivo a nome di tutte le consorelle che con te hanno condiviso un tratto di strada, a nome di una moltitudine di ammalati, persone sole, anziani e di quanti hanno e siete venuti a visitarmi Lucia Martini pf un fratello che ha bisogno del nostro aiuto, di essere accompagnato in un cammino di reinserimento nel tessuto sociale, per rielaborare la sua condotta e ritrovare il senso profondo della vita, il valore della famiglia, del vivere in società e del bene comune; la comunità ha il serio dovere di occuparsi dei fratelli che sono caduti, giacché anch’essi in qualche modo sono il frutto e la conseguenza anche dei nostri sbagli, della nostra mancanza d’impegno perseverante nella famiglia, nella scuola, nelle parrocchie: non si insegna più infatti ai giovani e ai ragazzi a discernere tra il bene e il male. Ci vuole un lavoro di prevenzione educativa nella educazione ai valori della vita, di vivere a livello personale e in società. Ringrazio per l’opportunità che ho avuto di partecipare a questo evento, con il piccolo gruppo di operatori della pastorale carceraria di Huacho. Spero di essere riuscita a comunicare quello che ho ricevuto e ad animarci sempre di più nella nostra missione con gli interni del Carcere di Carquin, ho la speranza che altri si sentano spinti a collaborare con noi. collaborato con te e che tu hai saputo accogliere e con amore incondizionato, secondo le necessità di ciascuno. [… ] So bene che tu non lo vorresti svelare, ma il tuo esempio di umiltà e di dedizione, di professionalità, rimane un’eredità preziosa per ognuno di noi. Hai risposto al desiderio del Fondatore che esortava le sue “Figlie” a misurare l’amore sul bisogno del prossimo. Invocavi spesso Maria che contemplavi nel suo “andare in fretta” dalla cugina Elisabetta. Alla tua partenza da Gordola, i collaboratori hanno lasciato questa testimonianza: “… Ci spronava come buona maestra a dare il meglio nel nostro lavoro quotidiano. Le sue mani esperte non stavano mai in ozio, lavoravano sollecite o si congiungevano in preghiera per chi si apprestava a fare l’ultimo cammino terreno. […] paziente, umile, attenta ad ogni bisogno, oggi siamo qui per ringraziarla di cuore per la sua bontà e professionalità …”. Durante la malattia ti sei affidata a Maria Santissima, Madre esperta nel soffrire e con lei ha percorso un cammino non facile. Il tuo ultimo pensiero scritto lo hai attinto dall’Eucaristia: “Grazie Padre Santo, Signore e creatore del mondo e fonte di ogni vita, tu non ci lasci mai soli nel cammino, ma sei vivo ed operante in mezzo a noi, ci guidi nei sentieri del tempo alla gioia perfetta del tuo Regno”. Cara Sr Teresa, La prima volta che ti ho incontrata eri in Clinica Santa Chiara, io ero una ragazzina, venivo a trovare la mia nonna molto malata, che ci stava per lasciare. Ti prendevi cura di lei con tanto amore e dopo le cure stavi accanto a lei e spesso vi trovavo in preghiera, con la corona del rosario stretta nelle vostre mani. La nonna ci ha lasciato e tu subito hai sostenuto la mia mamma che ancora oggi ricorda la tua presenza così carica di tanto bene. Forza e sostegno non le sono mancati. E poi ti ho ritrovato alcuni anni fa, in casa anziani, tu infermiera e io responsabile cure. Ti guardavo, ti osservavo ed ero contenta di averti ritrovata e giorno dopo giorno le nostre vite si intrecciavano sempre più, in una condivisione, in un coinvolgimento continuo e costante. Ti vedo ancora girare in modo silenzioso nei vari reparti, entrare nelle camere dei nostri anziani quasi in punta di piedi. Ti intrattenevi con loro in un dialogo sereno e pregando con loro e per loro. Quando ti informavo che un anziano non stava bene subito ti affrettavi ad andare da lui e stavi lì, semplicemente con lui, una presenza che era colma di quel Amore che continuamente trasmettevi a me ed a tutti. Quando un anziano era in fase terminale eri sempre pronta ad alternare la tua presenza con la mia. Quanti di questi momenti intensi di dolore, di fatica abbiamo condiviso, sono perle preziose. Mi mancano i nostri momenti, i nostri dialoghi le nostre “confessioni” come le chiamavo io. Prima di una riunione particolare venivo da te, ti trovavo sempre in cappella e ti chiedevo aiuto, consiglio e poi andavo tranquilla certa che le cose sarebbero andate bene. Bussavi in modo discreto alla porta del mio ufficio ed entravi, ti sedevi e mi dicevi sempre in confidenza cosa si poteva fare di meglio per i nostri anziani, non ti sei mai permessa di fare una critica, un reclamo, un’osservazione poco opportuna non era nel tuo stile ma quanto mi esponevi era già in positivo e le cose avevano già il sapore del miglioramento. Ci siamo raccontate tante cose, tu recipiente sempre aperto raccoglievi le mie confidenze, le mie fatiche, le mie sconfitte, le mie gioie e sapevo sempre di poter contare su di te, filo diretto con il nostro Dio. Durante la tua malattia, hai sempre condiviso con me le tue fatiche, le tue sofferenze, le lacrime e questo per me è stato un dono. Alla notizia che avevi raggiunto il cielo, un velo di tristezza mi ha avvolto ma ora sono certa che tu sei nella pace con il tuo Signore e la mia quotidianità è colma della tua presenza. Ti voglio bene suor Teresa. Ciao. tua Antonella PICCOLE FIGLIE 7 AGO. - OTT. 2016 SR ANNA ROCCHI Sestola (MO) 05.10.1920 > Parma 19.05.2016 Sr Anna Rocchi il 19 maggio 2016 ha concluso il suo cammino terreno. Nata a Sestola (MO) da famiglia cristiana, era entrata nella congregazione delle Piccole Figlie nel 1944. Cosa la distinse e quali servizi ha ricoperto? Nell’attestato conferito al termine del corso biennale per educatrici promosso dalla FIRE, a Roma, è dichiarata “Idonea a svolgere le funzioni di educatrice dell’Infanzia e della gioventù”. Dote che seppe dimostrare nei diversi servizi svolti in opere dell’Istituto, nelle scuole materne e nelle parrocchie. Si è distinta come educatrice, maestra di sartoria e di maglieria, responsabile di farmacia, assistenza ai bambini della scuola dell’Infanzia, addetta alle manutenzioni. Tutto questo nel Bellunese (Fusine, Voltago, Misurina); nel Parmense (Villa S. Maria, Casa Madre, Soragna, Fontanellato, Palanzano, S. Leonardo); nel Reggiano e Modenese (villa Ospizio, S. Croce di Carpi); nel Genovese (Rapallo, Zoagli); in Svizzera (Locarno - Clinica S. Chiara). In tutto ha rivelato un carattere gioviale, intelligente, vivace, forte, intraprendente e disponibile. Depongono di lei alcune testimonianze. «Sapeva fare di tutto (lavori femminili, falegnameria, e manutenzioni); aveva capacità organizzativa e senso dell’umorismo, era aperta nelle relazioni». (B.A.) «Sr Anna Rocchi é stata una delle suore della mia fanciullezza, in quel di Voltago A., ricordata ancora oggi per il suo carattere gioviale, inventivo, laborioso e di attaccamento al Signore. Lei con sr Cecilia Zini, sr Ione Ferrarini, sr Giuseppina Schiappa, erano l’anima della parrocchia, il riferimento del paese, “le buone samaritane” per ogni necessità, le guide sicure dei bambini, ragazzi e giovani. Sr Anna era la più vivace del “quartetto”, “le nostre suore”, che hanno segnato sul nascere la mia vocazione di Piccola Figlia. Risento le sue risate ai nostri scherzi, i suoi incoraggiamenti, le parole buone che calavano nel cuore, e, perché no, i rimproveri quando le nostre birichinate erano di troppo. Sento ancora il tepore della stufa in mattoni nel rigore dell’inverno, mentre le nostre mani intirizzite imparavano a maneggiare aghi e ferri al ritmo dei canti mariani o montani e le brevi preghiere; sento il buon profumo delle mele che cuocevano su quella unica stufa: una vera, affiatata famiglia. Sempre con noi nel gioco, nel lavoro, nelle recite, nelle passeggiate, in chiesa per il Rosario, la Messa, i vespri. Sempre una parola consolatoria per chi era nel lutto, nella fatica del lavoro etc… Altri tempi? Sì, i tempi in cui la suora era una figura “sacra”, il perno del vivere civile e cristiano. Grazie, sr Anna per tutto il bene che mi e ci hai voluto e fatto, ce lo ritroveremo lassù». (C.C.) «Abbiamo vissuto insieme momenti forti con le ragazze del Gruppo Samuel, che la Congregazione ha organizzato per molti anni come segno dell’attenzione alla pastorale vocazionale. Sr Anna, specie negli anni in cui era a Villa Ospizio, mi chiamava spesso e partecipava agli incontri parmensi con un gruppo folto di ragazze, tenaci e sincere come lei». (T.B.) La parola a lei, dal suo testamento spirituale: «S. Esercizi 1998. Sono riconoscente a Dio per tutto ciò che mi ha dato: la vita, la famiglia, la vocazione nella Congregazione delle Piccole Figlie, vocazione completamente gratuita. Ringrazio i Superiori passati che mi hanno accolta e amata. Ringrazio i presenti della loro comprensione e amore. Chiedo perdono delle mie debolezze e se sono stata involontariamente causa di sofferenza. Pregate per me, perché quanto prima possa contemplare il volto festoso del nostro Salvatore e della buona e cara madre Maria. Grazie». SR ANNA SILVESTRI Cadiroggio di Castellarano (RE) 21.04.1922 > Parma 05.09.2016 Il 5 settembre 2016 è arrivato per sr Anna il momento atteso del l’incontro con il suo Signore. Era nata a Castellarano (RE) nel 1922 da ge nitori profondamente credenti, era stata alunna delle Piccole Figlie nella scuola elementare del paese. È entrata in Congregazione all’età di 15 anni. Fece la prima professione nel 1940. Ha prestato la sua opera in numerose comunità, a servizio dei bambini della scuola materna, nell’educazione delle ragazze come maestra di ricamo e di cucito, nell’animazione liturgica in par rocchia come maestra di canto e come musicista; apprezzata da tutti. Alcune ragazze di Poiago, il 19 marzo 1974, scrivono di lei alla Madre Genera le: “È poco tempo che Suor Anna è con noi però dobbiamo dire fin da ora che si è già meritata tutta la nostra stima, la nostra fiducia e soprattutto il nostro affetto. Per quello che ne possiamo sapere noi, anche le suore che tuttora sono a servizio della Casa di Riposo, sono soddisfatte del suo comportamento, così semplice e così buono che chiunque lo noterebbe sin dal primo istante… Ci sentiamo il dovere di ringraziarla ancora perché la suora che ci ha mandato è proprio la suora che abbiamo sempre desiderato, essendo piena di belle qualità, di bontà, di grazia che ha nei confronti di tutti sia internamente che esternamente alla Casa di riposo.” Sebbene la sua vita di donazione a Dio PICCOLE FIGLIE 8 AGO. - OTT. 2016 e ai fratelli sia stata fortemente segnata da una malattia grave, che le ha provo cato sofferenze interiori e difficoltà rela zionali, sr Anna ha continuato a donarsi a tutti con animo generoso. Nel 1987, sr Anna annotava qualche im pegno spirituale: “In questo anno mariano mi propongo in particolare di vivere con Maria, operare per Maria, fare vita di unione con Maria. Cercherò di portare, accettare, accogliere, fare ciò che mi è di peso reprimendo l’insofferenza. Cercherò di praticare l’exinanivit, le occasioni non mancano, di avere per quanto mi è possibile il sorriso che distenda. Per ricordare maggiormente Maria, cercherò di parlarne ai bambini nel catechismo e insegnerò qualche canto mariano.” Nell’ultimo periodo, trascorso dal 1988 ad oggi nella comunità di Villa Chieppi, ha intensificato la vita di preghiera e coltivato appassionatamente l’amore alla Madonna con cui aveva un rap porto tutto speciale e di cui cercava di diffondere il culto. Tutte ricordano il suo sorriso e il suo abbandono alla Vergine anche nell’ultima malattia. Direttore Responsabile Tilla Brizzolara pf In Redazione Angela Giubertoni pf Domenica Guatteri pf Hanno collaborato a questo numero Pongolini Vito Silvia F. Sorelle del Perù e del Congo Associazione Laicale Alba Nani pf Amministrazione Parma - Piazzale S. Giovanni, 7 Tel. 0521.280311 Fax 0521.235753 Aut. Trib. di Parma n. 387 del 21.1.1986 Redazione: Parma - Piazzale S. Giovanni, 7 e-mail: [email protected] Progetto grafico: Studio Zani (Parma) Impaginazione e Stampa Tipografia Pubbliprint Grafica Traversetolo (Parma) La Congregazione “Piccole Figlie” esprime il suo più vivo ringraziamento a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno inviato offerte per il presente Giornalino, l’Hospice, il Congo, il Perù e le tante necessità a cui la carità ci spinge...