Rivista 03 - Pen Club Italia
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Rivista 03 - Pen Club Italia
Poets Essayists Novelists P.PE.N. CLUB .E.N. C LUB ITALIA ITALIA Oonlus NLUS Filippo T. Marinetti Evgenij Le lingue Adottato Scrittori Evtushenko minoritarie poeta cinese perseguitati Teorico e fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti (18761944) è stato il terzo presidente del Pen Club italiano. Una figura geniale e controversa. Presentati a Milano (al Mondadori Multicenter) i primi due numeri della rivista del Pen da Evgenij Evtushenko, (del Pen russo), Sebastiano Grasso e Vittorio Sgarbi. Su oltre 6000 idiomi parlati nel mondo, solo poco più di un centinaio sono «lingue di Stato». Verso il riconoscimento delle «lingue minoritarie». Il Pen italiano «adotta» (sostegno economico e morale) il poeta cinese Yang Tongyan condannato a 12 anni di carcere per articoli critici verso il suo governo. In America Latina, a settembre, il prossimo Congresso mondiale del Pen. I casi di cinque scrittori e giornalisti perseguitati dai governi dei rispettivi Paesi. Pagine 2-3 Pagine 4-5 Pagine 7 e 9 Pagina 12 Pagina 13 T r i m e s t r a l e , A n n o I I , n . 3 • Ap r i l e - gi u g n o 2 0 08 • D i r e z i o n e : 2 0 1 2 2 M i l a n o , v i a D a v e r i o 7 • T el ./ f a x : 0 2 / 5 46 1 3 6 5 • e- m a i l : p e n c l u b @ d i n et .i t • w w w .p e n c l ub i t al i a. o r g • C C p o s t a l e n . 8 8 3 4 1 0 94 Poste italiane spa. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1 dcb Milano • CC bancario Monte dei Paschi: Iban IT15R0103001609000000365918 Devastante anglomania FOTO D’AUTORE ANNA MARIA FERRARI «L etteratura in Italia» o «letteratura italiana»? si chiede Sergio Gilardino. Più logico usare il primo termine. Oggi, spiega, sopravvivono in Italia circa trecento lingue ancestrali e ci si può riferire ad esse chiamandole «minoritarie», «regionali», «locali», «ancestrali», «dialetti», a seconda della gamma di valori socio-linguistici adottati. Vale a dire che la stessa parlata può essere definita in maniera diversa. Nessun Paese europeo ha una produzione letteraria in «lingue minoritarie» come quella italiana. C’è di più: l’Italia possiede l’intera gamma delle lingue europee e medio-orientali (neolatine, germaniche, slave, albanesi, greche, arabe), ad eccezione del gruppo ugrofinnico. Inoltre, nello Stivale tuttora si parlano le più antiche lingue neogermaniche e neolatine come il Walserdeutsch, il ladino e il provenzale. La Francia, la Spagna, l’antica Jugoslavia, l’ex Unione Sovietica hanno una situazione più semplice: due o tre lingue letterarie, una sola delle quali è lingua di Stato. Purtroppo per noi il problema si complica non solo per l’esistenza di una pletora di lingue minori, ma anche per l’indebolimento progressivo di quella nazionale, non sorretta da consuetudini popolari e, invece, continuamente aggredita da una devastante anglomania, per lo più ingiustificata, anche perché il novanta per cento dei termini stranieri usati hanno già il loro corrispettivo nella lingua italiana. Un problema? Certamente. Non semplice da definire e non facile da risolvere. Certamente da affrontare. Cominciamo da questo numero. Verona, 19 marzo 2008: il poeta Evgenij Evtushenko bacia il seno della statua di Giulietta nel cortile della casa dedicata ai due personaggi di Shakespeare UB nlus I LIBRI DEL PEN P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 2 NARRATIVA a cura di VANNI RONSISVALLE Barbery, del Adelia Battista, Ortese segreta, Muriel L’eleganza Voto Voto Giuseppe Lotta, Messina 1908, Voto Minimum fax, pp. 106, € 7,50 riccio, Edizioni e/o, pp. 326, € 18 Pungitopo, pp.122, € 12 Nel 1953 letterati napoletani Un romanzo pubblicato con il Un giallo politico, un romanzo suscettibili non perdonarono ad sostegno dello Stato, che si vende a corale: un assassinio, un Annamaria Ortese il più bel libro centinaia di migliaia di copie: 13 incolpevole in galera, una sulla loro città ritratta con edizioni in pochi mesi. Accade in sollevazione di anarchici che ne complicata passione e «strutture di Italia? No, in Francia. Portinaia proclamano l’innocenza con un luce». La Battista racconta anche coltissima in una Parigi immenso affollarsi di barche nello della straordinaria liaison spirituale altoborghese cova un antico segreto; stretto di Messina. Il terremoto che fanciulla di buona famiglia è tra un poeta moribondo, Dario annientò quella città il 28 dicembre incline al suicidio. Ma mente. Bellezza, e la grande scrittrice. del 1908 azzera vittime e assassini. 7 I PRESIDENTI ITALIANI DEL PEN 1 7 8 1932: Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) Fischiato, sfida a duello i suoi critici Le prime esperienze influenzate da Mallarmé e D’Annunzio di EMANUELE BETTINI N ato ad Alessandria d’Egitto nel 1876, Emilio Angelo Carlo (è questo il vero nome di Marinetti) già da studente si sente fortemente attratto dal mondo letterario e fonda la rivista scolastica Papyrus. I Gesuiti, presso i quali studiava, lo minacciano d’espulsione perché ha portato a scuola un romanzo di Émile Zola. La famiglia decide di mandarlo a studiare a Parigi. Rientrato in Italia, si laurea in giurisprudenza nel 1899. La prematura morte a soli 21 anni del fratello Leone dà una svolta alla sua giovane vita. Sconvolto dalla tragedia familiare, subito dopo la laurea abbandona la strada forense per dedicarsi alla letteratura, firmandosi Filippo Tommaso Marinetti. Le prime esperienze poetiche sono in lingua francese di stampo simbolista e risentono dell’influenza di Mallarmé e D’Annunzio. Tra il promettente Filippo Tommaso e il «Vate» nasce una rivalità, che li vede contrapposti sotto il profilo letterario. Pur ispirandosi al grande poeta pescarese, Marinetti si distingue per il gusto dell’orrido e del grottesco. I rapporti con D’Annunzio, soprattutto a livello aneddotico, sono raccolti nei volumi D’Annunzio intime e Les Dieux s’en vont, D’Annunzio reste pubblicati a Parigi. Nel 1905 con Sem Benelli e Vitaliano Ponti fonda la rivista Poesia. Che, nel 1909, diventerà l’organo ufficiale del movimento poetico futurista. In Asia scoppia il conflitto fra Cina e Giappone, l’Europa è in fermento, si stanno avvicinando i venti di guerra. Marinetti interviene con forza: occorre chiudere i ponti col passato, «distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie», e cantare «le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa»; «glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna». Il Pen non è ancora fondato, dovranno passare una decina d’anni prima che a Londra la scrittrice Dawson Scott decida di dar vita alla gloriosa associazione. Nel frattempo le idee contenute nel Manifesto di Marinetti dilagano in tutta Europa, ma le sue opere non sono molto apprezzate. Fischiato più volte dal Filippo Tommaso Marinetti seduto al tavolo di un caffè a Parigi nel 1893 pubblico, il poeta sfida a duello i suoi critici: nasce così il mito dell’uomo ribelle. Seguono denunce e processi, finché nel 1910 Filippo Tommaso viene assolto dall’accusa di oltraggio al pudore per il romanzo Mafarka. Al futurismo aderiscono molti intellettuali, pittori e scrittori, fra cui Aldo Palazzeschi che, assieme a Marinetti, organizza le famose «serate futuriste». Si tratta di spettacoli teatrali in cui gli autori si esibiscono nella lettura di testi. La gente partecipa e contesta, lanciando oggetti e ortaggi. Anche se il risultato è questo, Filippo Tommaso non si sconcerta. Anzi. Dal campanile di San Marco lancia il manifesto «Contro Venezia passatista», in cui propone di «colmare i piccoli canali puzzolenti con le macerie dei vecchi palazzi crollanti e lebbrosi» per «preparare la nascita di una Venezia industriale e militare che possa dominare il mare Adriatico, gran lago italiano». Lo scoppio della Prima guerra mondiale lo vede protagonista di imprese eroiche a fianco di Gabriele D’Annunzio e di azioni clamorose come l’incendio di bandiere austriache in piazza Duomo a Milano. Esperienze belliche di cui scriverà ne L’Alcova d’acciaio. Finita la guerra, il poeta è a fianco di Mussolini in piazza San Sepolcro a Milano tra i fondatori dei Fasci di Combattimento. Ma le divergenze con Mussolini lo porteranno a distaccarsi, pur restando nell’orbita fascista, dal futuro dittatore. Sostenuto dalla sua nuova compagna Benedetta Cappa, scrittrice e pittrice, e da amici come Corrado Govoni (che gli succederà alla presidenza del Pen Italia) e dallo stesso Papini, fonda il Tattilismo, concepito come un’evoluzione multi-sensoriale del Futurismo. La sua vena poetica si riaccosta al Fascismo e nel 1925 firma il Manifesto degli intellettuali fascisti in contrapposizione a quello degli oppositori al regime. Nel 1929 il Duce lo nominerà Accademico d’Italia. La sua adesione al Pen lo trova in contrasto con Lauro De Bosis e con Tommaso Gallarati Scotti, ferventi oppositori del regime fascista. Il mondo letterario italiano di quegli anni è profondamente spaccato dalla nascente ideologia e la dittatura non lascia grande margine alla libertà d’espressione, obiettivo principale dell’Associazione mondiale degli scrittori. Sul piano internazionale, il Pen di Londra si oppone alla dittatura italiana di Mussolini e a quella ottomana di Ataturk. Germania e Austria sono percorse dai tumulti che porteranno alla Repubblica di Weimar e al Nazionalsocialismo. La Spagna si avvia verso una resa dei conti interna, che sfocerà nella guerra civile. Non meno cruciale è la situazione in Russia, travolta dalla rivoluzione, dove la barbarie prende il sopravvento e il regime comunista semina terrore. Ecco la situazione politica in cui si trovava ad agire il Pen internazionale e, soprattutto, quello italiano. Lo scontro ideologico fra scrittori vedrà Filippo Tommaso Marinetti messo in stato d’accusa nel congresso di Dubrovnik. Wells chiede espressamente se il Pen Italiano dev’essere ancora considerato fra i Pen democratici od esserne escluso. Il congresso si conclude con un forte appello alla tutela della libertà d’espressione. Significativa la partecipazione di Marinetti al congresso di Buenos Aires, durante il quale egli si schiera contro il Nazismo, nonostante sostenga il regime fascista in quanto più tollerante verso gli artisti dissidenti. Sono affermazioni che portano ad uno scontro con lo scrittore francese Jules Romains, che chiede l’estromissione del Pen italiano. L’anno successivo il congresso mondiale si svolge a Parigi, ma la delegazione italiana non partecipa: non sono accettate le idee «antidemocratiche» del suo presidente. Il Pen italiano arriva ad una svolta. Siamo nel 1938. Marinetti lascia la presidenza. Gli succede il poeta Corrado Govoni, anch’egli fascista, ma più moderato. Il 1938 è anche l’anno in cui nel Teatro delle arti il poeta Filippo Tommaso si presenta con una mitragliatrice in spalla e attacca ferocemente i critici filo-tedeschi, il gerarca Roberto Farinacci e Telesio Interlandi. Sul palco, con lui, ci sono anche la moglie e le tre figlie. Ma ormai il declino di Marinetti è segnato. Rieccolo, a 66 anni, tenente-colonnello delle Camicie nere nella Campagna di Russia. Partecipa alla battaglia del Don da cui ritorna stanco e ammalato. Muore d’infarto a Bellagio, sul lago di Como, il 2 dicembre 1944. Nel Pen italiano è già icominciata la presidenza Govoni, l’ultima prima che tutto venga travolto dalla guerra. I LIBRI DEL PEN SAGGISTICA a cura di PIERLUIGI BATTISTA Filippo la Porta, Maestri irregolari, Voto Marcello Veneziani, Rovesciare il ‘68, Voto Anna Baldini, Il comunista, Voto Bollati Boringhieri, pp. 154, € 14 Mondadori, pp. 176, € 17 Utet, pp. 222, € 17,50 Un ritratto a più voci dei maestri Nel mare magnum di celebrazioni Un tempo protagonista di romanzi dell’anticonformismo novecentesco: dell’anno in cui l’immaginazione e racconti, il «comunista» oggi è da George Orwell a Albert Camus, da sarebbe dovuta andare al potere, scomparso dalla nostra immaginazione Simone Weil a Nicola Chiaromonte, un’analisi corrosiva e beffarda dei relegato negli archivi. Eppure, da fino a Pier Paolo Pasolini. Gli luoghi comuni, in auge in un anno Calvino a Morselli, da FenoglioP. aE.N. CLUB P. E.N. CLUB intellettuali che hanno saputo dire di che «merita di andare in pensione». la figura del «comunista» Meneghello,ITALIA ITALIA onlus ONLUS «no», gelosi della loro indipendenza e Purché ci vada senza esaltatori e è stata al centro della letteratura, del inclassificabilità, refrattari detrattori che spendono il resto della cinema, dell’arte. Tutto dimenticato. all’irreggimentazione ideologica. Una loro vita ad azzuffarsi su un evento Il crollo del Muro ha travolto anche lezione per il nostro presente. che ha compiuto i suoi primi 40 anni. l’ispirazione letteraria. 7 I PRESIDENTI ITALIANI DEL PEN 2 7 6 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 3 1932: Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) E l’Italia rischia di essere espulsa Mancato intervento su scrittori in carcere per motivi politici di ROBERTA TRICE I n una lettera del 27 aprile 1932, Corrado Govoni, informa Hermon Ould, segretario del Pen Club inglese, che dopo un lungo periodo di inattività (Lauro de Bosis era stato l’ultimo esponente del direttivo italiano negli anni Venti), il Pen Club di Roma aveva ripreso a funzionare, eleggendo suo presidente Filippo Tommaso Marinetti e chiede che la notizia venga pubblicata sul Pen News. L’anno dopo, il 17 novembre 1933, Marinetti viene personalmente contattato da Ould, a nome dell’«International executive committee», che gli chiede informazioni sulla sorte di due scrittori italiani (Francesco Renda e Paolo Vinciguerra) imprigionati per ragioni politiche: «Senza entrare nel merito, noi sentiamo che il Pen ha il diritto di fare quanto può a favore degli scrittori in disgrazia». La risposta giunge il 3 gennaio 1934. Il presidente italiano dà rassicurazioni sulla sorte dei due scrittori: «Data poi la clemenza che anima il Duce e l’attuale smobilitazione della Colonia penale di Lipari [...] se essi daranno prova di buona condotta, gli anni da scontare (15, ridotti a 5 ndr) saranno aboliti. Con viva simpatia, F. T. Marinetti». Nel gennaio 1934 il Pen tedesco viene escluso dal Pen Internazionale («Il Centro tedesco ha voluto estromettere alcuni scrittori su base politica») e per il Pen italiano le cose si complicano perché il Pen americano nutre dubbi sulla situazione del nostro Paese. Ould chiede allora a Govoni di inviare una conferma scritta sull’apertura del Pen italiano a tutti gli scrittori, indipendentemente da ragioni politiche; non ricevendo alcuna risposta invia una richiesta di chiarificazioni allo stesso Marinetti e, in nome dei buoni rapporti esistenti con l’Italia, lo informa del prossimo congresso in Scozia: «Spero di avere il piacere di vedervi». Da Roma, silenzio. Seguono altre due missive (in luglio e in ottobre) con la richiesta pressante da parte di Ould di avere informazioni sullo Statuto del Pen italiano, invitando Marinetti a Londra per chiarire la situazione durante la riunione del Comitato internazionale il cui esecutivo si sarebbe riunito nel mese di novembre («Saremmo felici di avervi nostro ospite al pranzo che avrà luogo»). Di fronte ad «Le Figaro» con il manifesto sul Futurismo (20 febbraio 1909) e la copertina di «Mafarka» (1909) Marinetti in una foto del 1896 e una «Caricatura di Marinetti» (1916) di Marietta Angelini un nulla di fatto, Ould decide di informare della spinosa questione Ugo Ojetti e Massimo Bontempelli: «Siamo particolarmente desiderosi che non ci sia alcuna rottura con gli scrittori italiani, e dubitiamo che l’opinione espressa dal signor Marinetti sia davvero rappresentativa dei suoi colleghi del Pen». Il 29 novembre 1934 il Pen Club italiano mette le cose in chiaro con una lettera firmata dal presidente: «Illustre amico [...] dato che oggi non esiste al mondo scrittore italiano che manifesti una azione contro l’Italia fascista, il Pen Club Italiano, che io ho l’onore di rappresentare come presidente, è lieto di dichiararsi aperto a tutti gli scrittori italiani senza distinzione. Saluti cordialissimi, F. T. Marinetti». Paradosso o raggiro, il risultato è conforme al dettato e la risposta lascia trasparire un respiro di sollievo: «Siamo davvero contenti di annunciare che...» tanto che lo stesso presidente Herbert George Wells commenterà la lettera con un: «Viva l’Italia!». Le cose si complicano però nel 1935, quando Marinetti rilascia alla stampa alcune dichiarazioni decisamente anglofobe. Il Pen inglese chiede spiegazioni e da Roma arriva una dichiarazione d’intenti firmata da diversi scrittori italiani, fra cui Luigi Pirandello, Ugo Ojetti e Massimo Bontempelli: «Tutti gli scrittori italiani soci del Pen approvano l’atteggiamento del loro presidente Marinetti, le cui idee sono note fino dal 1909 e che per l’Italia e per esse è oggi volontario combattente in Africa Orientale. Con i cordiali saluti, mi creda suo Corrado Govoni». L’ambiguità dei rapporti tra il Pen internazionale e il Pen italiano diventa palese nel 1936 durante il XlV Congresso internazionale di Buenos Aires presieduto da Victoria Ocampo. Nonostante l’atteggiamento dichiaratamente favorevole alla guerra, Marinetti sottoscrive e proclama «il pieno diritto dello scrittore di esprimersi liberamente» e condanna quanto accade in Germania dove si bruciano i libri dichiarando che in Italia una cosa simile sarebbe impensabile visto che uno scrittore come Croce poteva esprimersi liberamente. Ma se il Congresso si chiude con una patetica raccomandazione ai governi e ai popoli chiedendo di fare tutto il possibile per salvaguardare la pace, l’atteggiamento di Marinetti, che controfirma la «Risoluzione finale», desta una forte reazione nel Pen francese, tanto che Jules Romains e Benjamin Crémieux chiedono l’uscita del Pen italiano. Crémieux fa inoltre presente l’ambiguità dell’atteggiamento italiano. «Cita un articolo di Marinetti – si legge nel verbale ufficiale – in cui si esortava l’Italia a prepararsi alla guerra, dichiarando che la guerra era l’unica, vera igiene del mondo». Per evitare una rottura, il Congresso adotta allora una soluzione intermedia, di ripiego, affermando che: «Le opinioni attribuite al signor Marinetti precedevano la sua accettazione della “risoluzione” che, d’altra parte, non doveva essere retroattiva». Il congresso si chiude con la nomina di Jules Romains a nuovo presidente per il biennio 1936-1937, con il tributo di Stephan Zweig a Wells per il suo operato e con la proposta ufficiale di Marinetti di tenere il successivo congresso a Roma nell’ottobre 1937 (si terrà invece a Parigi nel mese di giugno). Seguiranno Praga nel 1938, Stoccolma nel 1939, Bombay o Tokio nel 1940. Ma la Storia avrebbe deciso altrimenti. UB nlus I LIBRI DEL PEN P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 4 LETTERATURA SCANDINAVA a cura di MARIA CRISTINA LOMBARDI Torgny Lindgren, Per non saper Voto Henning Mankell, Scarpe italiane, Voto Ingmar Bergman, Tre diari, Voto né leggere né scrivere, Marsilio, pp. 332, € 15 Iperborea, pp. 264, € 15 Iperborea, pp. 236, € 15 Stavolta, il personaggio di Mankell Un diario scritto a tre mani: dal Originalissima, l’opera di Lindgren è è un ex-chirurgo di mezza età, regista svedese, da poco scomparso, anche un’amara riflessione sulla rifugiatosi su un’isola di Stoccolma, dall’ultima delle sue mogli, Ingrid, e insufficienza della scrittura in favore prigioniero di un mare di ghiaccio. da Maria, nata dalla relazione tra i D’improvviso il puzzle della sua dell’immagine. Racconta il rapporto due alla fine degli anni ’50, simbiotico fra l’edizione della Bibbia vita si ricompone e Louise, figlia riconosciuta dal padre solo da di Doré e il protagonista, affetto da che ignorava di avere, gli regalerà adulta. È la cronaca della malattia di una malattia che gli impedisce di un paio di scarpe su misura, Ingrid, dall’inizio, ottobre 1994, imparare a leggere e a scrivere. simbolo di un’esistenza «calzante». fino alla sua morte, novembre 1995. EVENTI 1 7 6 7 Milano: presentata al Mondadori Multicenter la rivista del Pen Invidia di Stalin per gli applausi all’Akhmatova L’episodio ricordato dal poeta russo Evgenij Evtushenko resentati a Milano, al Mondadori Multicenter di piazza Duomo, il 18 marzo scorso, da Evgenij Evtushenko, Sebastiano Grasso e Vittorio Sgarbi, i primi due numeri della rivista del Pen Club italiano. In sala era presente anche il poeta albanese Visar Zhiti, attualmente ministro consigliere dell’Ambasciata d’Albania a Roma. Nel 1979, Zhiti venne arrestato e condannato a 10 anni di carcere perché la polizia dell’ufficio politico albanese aveva sequestrato in tipografia le bozze del suo libro Rapsodia poetica della vita delle rose, versi pieni di metafore contro la dittatura dell’allora presidente Enver Honxa ed anche perché aveva tradotto alcuni poeti proibiti, «capitalisti e revisionisti», italiani e russi (come Evtushenko, colpevole di aver scritto una poesia contro il dittatore Honxa). Zhiti è stato invitato a parlare della propria drammatica esperienza. Poi s’è parlato anche dell’ultimo libro di Evtushenko, Nel paese di Come se (Vienne), di cui sono stati letti alcuni testi dallo stesso poeta e da Sgarbi. Evtushenko, cofondatore del Pen russo, è diventato socio ordinario anche di quello italiano. Pubblichiamo, qui sotto, il suo intervento. P 1914: guerra evitata con Lev Tolstoj vivo? di EVGENIJ EVTUSHENKO C ari colleghi, voglio ringraziarvi dell’onore che mi avete fatto, accettando me – uno dei fondatori del Pen russo – come membro del vostro Pen Club Italia. Ciò non sarebbe stato possibile ai tempi di Mandel’shtam, che dietro il filo spinato del Gulag sognava «le colline toscane di tutta l’umanità». Denutrito, fu spinto lentamente alla morte. Non sarebbe stato possibile quando diedero del «vigliacco» e dell’«antipatriota» a Pasternak, il quale aveva fatto sapere al mondo intero che la storia dell’amore tragico fra Yury Zhivago e Lara non era meno preziosa della Storia con la «esse» maiuscola. E non sarebbe stato possibile quando Anna Akhmatova, che aveva scritto grandi versi sull’assedio di Leningrado, Da sinistra: Vittorio Sgarbi, Evgenij Evtushenko, Sebastiano Grasso e Visar Zhiti al Mondadori Multicenter di Milano in una mozione del partito, dopo la guerra, venne definita un incrocio tra «una monaca e una meretrice». Voglio esprimere la mia gratitudine all’Italia, perché fu proprio un professore italiano, Angelo Maria Ripellino, a tradurre, per la prima volta in Europa, le poesie di Mandel’shtam; perché fu proprio un editore italiano, Giangiacomo Feltrinelli, a far conoscere a tutto il mondo il romanzo Il dottor Zivago di Pasternak e perché furono proprio gli scrittori italiani ad attribuire il Premio EtnaTaormina ad Anna Akhmatova e a convincere il governo sovietico a concederle, per la prima volta in trentaciqnue anni, il permesso di raggiungere l’Italia, la patria del suo amante, il grandissimo Amedeo Modigliani. Si dice che il motivo principale dell’ira e dell’invidia di Stalin fosse dovuta al fatto che quando l’Akhmatova apparve sul palcoscenico a Mosca, tutti nella sala si alzarono in piedi ed applaudirono per una quindicina di minuti. Nei luoghi pubblici questo era possibile solo quando appariva Stalin. E quando gli riferirono dell’accaduto, Stalin fece qualche sbuffata con la pipa e chiese: «Chi ha organizzato la cosa?». Che uomo infelice. Conosceva solo «l’amore ben organizzato». Cerchiamo di non avere paura del fatto che noi scrittori non siamo molto ben organizzati! È la nostra forza, ma anche, talvolta, la nostra debolezza. Difendere la libertà di scrittura da un lato e insistere in tv, giornali, insomma coi mezzi di comunicazione, per organizzare incontri, attraverso recital, dibattiti, ecc. ecc., non solo fra gli stessi scrittori, ma con tutti i lettori. Un grazie personale ai colleghi italiani, perché hanno sostenuto sia me che gli altri autori della mia generazione, quando ci volevano isolare dall’Europa. Ma anche adesso, come si vede, in Russia ci sono dei politici che vogliono metterci da parte; e anche all’estero ci sono persone che non vogliono una Russia forte e cercano di isolarla. Ma la Russia era, è e sarà parte integrante dell’Europa e fra gli intellettuali russi ci saranno sempre quelli che porteranno avanti la causa di Sakharov, non permettendo che vengano perseguitati coloro che difendono i diritti umani. Ma queste parole hanno forza solo se trovano una grande eco. Sapete che cosa manca all’umanità? Mancano i grandi scrittori. Quelli davanti ai quali proveremmo vergogna se ci guardassero negli occhi. Che cosa ci impedisce di essere grandi? Forse, la nostra timidezza. Tentiamo lo stesso! Un proverbio orientale dice: «Cento gatti non fanno un leone». Di miagolii ce ne sono tanti, ma non ci sarebbe motivo di ruggire tanto forte da farsi sentire da tutti? Recentemente un vecchio amico mi ha detto: «Se Lev Tolstoj fosse stato vivo nel 1914, la Prima guerra mondiale non sarebbe probabilmente iniziata. Avrebbero avuto paura di farla, perché Tolstoj avrebbe scritto qualcosa che li avrebbe fatti vergognare tutti …». Ma la storia non si fa con i condizionali. (Traduzione di Ljudmilla Psenitsnaja) I LIBRI DEL PEN LETTERATURA INGLESE a cura di SERGIO PEROSA Christopher Woodward, Tra le Voto Penney, La tenerezza dei lupi, Voto Alan Bennett, La sovrana lettrice, Voto rovine, Guanda, pp. 254, € 16 Einaudi, pp. 460, € 17,80 Adelphi, pp. 96, € 12 Tipico del grande «dilettantismo» Per chi ama le avventure su paesaggi Drammaturgo e sceneggiatore, inglese, uno studio in stile narrativo selvaggi, ecco intrecci complicati, Bennett ci dà uno dei suoi libri dell’attrazione per le rovine misteri e angosciose ricerche per leggerissimi e svolazzanti. Può una attraverso i secoli, dai desolati risolverli, con l’immancabile storia regina come Elisabetta II, oberata P. E.N. CLUB P. E.N. amante CLUB di cani paesaggi della Roma post-medievale d’amore. Sullo sfondo, le vaste dai suoi compiti, e ITALIA ITALIA ONLUS fino ad oggi, con le ricorrenti visioni solitudini del Canada (che l’autrice, cavalli, appassionarsi d’un tratto alla onlus letterarie, figurative e del cinema al suo primo romanzo, dichiara di lettura? Da qui una meditazione del nostro pianeta ridotto in cenere non aver mai visitato) dei cacciatori sulle lettere, con sconvolgenti dall’apocalisse atomica. di pellicce nel lontano ’800. conseguenze sulla vita di corte. 8 EVENTI 2 7 9 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 5 Milano: recital di versi editi e inediti al Piccolo Teatro Studio Ricordando De Sica e un bambino prodigio Versi per «Ladri di biciclette» e per un cantante dodicenne «M ilano per Evtushenko ». È il titolo della serata dedicata al poeta russo (Zimà, Siberia, 1933) al Piccolo Teatro Studio, lunedì 17 marzo scorso, da parte del Comune di Milano e del Pen Club Italia. Uno straordinario recital di versi da parte dell’autore di Baby Yar, coadiuvato, per alcuni testi in italiano, dall’attore Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel italiano. Accompagnamento musicale della pianista Mariko Kitazato e della soprano Yuko Sakaguchi (il tema di Lara, tratto dal romanzo). Alcune poesie facevano parte della raccolta Nel paese di Come se, tradotte da Elena Pascucci e premiate nel 2006 con il «Librex Montale». Di due poemetti inediti, Bruno ed Enzo e Robertino Loreti, è stata letta la versione italiana di Ljudmilla Psenitsnaja. Si tratta di due omaggi all’Italia del poeta russo che ha preso spunto da Ladri di biciclette di Vittorio De Sica (Enzo Staiola è l’attore che ha impersonato il bambino del film) e dall’enfant prodige Robertino Loreti, che negli anni Sessanta, dodicenne, fece una tournée in Russia, dove con la sua «voce d’usignolo» divenne popolarissimo. Evtushenko è riuscito a ritrovare una registrazione di allora della canzone Santa Lucia, e l’ha riproposta al pubblico del Piccolo Teatro Studio. I due poemetti, assieme ad un terzo dedicato a Federico Fellini, verranno pubblicati dalle Edizioni d’arte Colophon. Sopra: il poeta russo Evgenij Evtushenko fotografato da Ferdinando Scianna mentre, lunedì 17 marzo 2008, recita al Piccolo Teatro Studio di Milano Da sinistra: il primo numero della rivista del Pen, il manifesto del Piccolo Teatro Studio di Milano e il secondo numero della rivista del Pen I LIBRI DEL PEN LETTERATURA LATINO AMERICANA Adriana Lisboa, Sinfonía in bianco, Voto Edmundo Paz Soldán, La materia del desiderio, Fazi, pp. 312, € 18 Angelica, pp. 240, € 16 Traduzione di Sara Favilla Traduzione di Stefano Tummolini Sullo sfondo di una Rio de Janeiro Per fuggire dal rapporto morboso appena accennata, nella fazenda di con la sua allieva Ashley, Pedro, una campagna silenziosa ma animata giovane docente universitario di da una natura prorompente, la storia New York, torna in Bolivia, suo di una famiglia apparentemente Paese natale, in cerca di notizie sul normale, di una cava proibita su cui padre guerrigliero morto in volano le farfalle e di segreti terribili un’imboscata. Resterà intrappolato che pesano su due bambine. in una rete di tradimenti politici. 7 DOCUMENTI 1 a cura di FABIO RODRIGUEZ AMAYA Voto Rosalba Campra, Gli anni Voto dell’arcangelo, Il Filo, pp. 148, € 14 Traduzione di Francesco Fava A metà fra il romanzo storico e il romanzo di formazione, questo surreale e ironico trattatello di P. E.N. CLUB E.N. CLUB angelologiaP.descrive, con un tono onlus ONLUS e insieme partecipe,ITALIA il irriverente ITALIA lungo viaggio di un personaggio alla ricerca di se stesso nei meandri della storia argentina profonda e segreta. 5 8 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 7 Ne sopravvivono all’incirca tremila. E con esse l’intera gamma europea e medio-orientale Lingue minoritarie in Italia Il diritto a usare il proprio idioma di ANNA GRIBAUDO F ra le oltre seimila lingue attualmente parlate nel mondo, solo poco più di un centinaio sono «lingue nazionali» (cioè lingue di Stato) e di queste ormai solo l’inglese è riconosciuto come lingua della globalizzazione. A distanza, il francese, che vanta secoli di supremazia nei circoli della diplomazia, e lo spagnolo, che fra le lingue indoeuropee conta il maggior numero di parlanti. L’avvenire dirà quale sorte verrà riservata al cinese e all’hindi… Ma sull’onda del progressivo riconoscimento da parte della comunità internazionale di un’abbondante varietà di diritti umani, fra cui quello di usare la propria lingua materna – ancorché non lingua nazionale – tornano alla ribalta centinaia, anzi migliaia, di lingue storiche, regionali, minoritarie o minori, che a fatica si fanno largo fra le consorelle giuridicamente e politicamente affermate, le lingue nazionali. L’assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato Giornata mondiale della lingua il 21 febbraio di ogni anno e ha incaricato l’Unesco di incoraggiare dibattiti, seminari, esposizioni di libri di letteratura nelle lingue anche minori. In contemporanea (come ogni anno, a partire dal 1996) il 23 aprile, l’Unesco celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore (secondo la vulgata, 23 aprile 1616 è la data della scomparsa di William Shakespeare, Miguel de Cervantes e Garcilaso de la Vega). Tema principale, la lingua madre. Il Pen Club italiano intende esplorare gli aspetti che più lo interessano, quelli letterari, di questo «rinascimento» delle lingue minori. Qual è stato, qual è e quale potrà essere il loro contributo alla cultura mondiale attraverso una letteratura di altissimo livello? Quali realtà, inoltre, hanno Francia, Spagna, Regno Unito e Irlanda? La parola a Sergio Gilardino. Fotografia di Ferdinando Scianna di SERGIO GILARDINO i si può riferire alla stessa entità linguistica con diversi appellativi: «lingua minoritaria», «lingua regionale», «lingua locale», «lingua ancestrale», «dialetto», a seconda della gamma di valori socio-linguistici che uno adotta. In altre parole, la stessa parlata può essere etichettata in modi diversi. Ma sono pure possibili i fraintesi, a seconda che con il nome di una di queste «piccole lingue» (il piemontese, ad esempio) ci si riferisca C ad un suo dialetto, parlato oramai soprattutto da pochi anziani in una località geofisicamente ben ristretta, con pochi termini di contado, ovvero si parli di una illustre lingua letteraria servita a grandi creatori per opere di teatro, lirica, prosa: la gamma lessicale muta drasticamente e la coscienza dei parlanti pure. Nessuna terra europea conosce una produzione letteraria in lingue minoritarie paragonabile a quella italiana, a tal punto che sarebbe più opportuno parlare di «letteratura in Italia» che di «letteratura italiana». Per l’Italia inoltre si pone il problema delle antiche lingue di stato (il veneziano e il sabaudo, servite a dogi, duchi, re, condottieri e a interi Stati come «lingue totali» per molti più secoli che non l’odierno italiano) o di lingue come il siciliano che trovano «unità» solo nelle opere di un grande autore (il Meli) o di gerghi cittadini portati al rango di grandi lingue letterarie grazie all’opera di un solo genio letterario (Porta per il meneghino, Belli per il romanesco). Fatto è che nel 1861, l’anno dell’unificazione manu militari dell’Italia, meno dell’1 per cento della I LIBRI DEL PEN LETTERATURA ARABA a cura di FAWZI AL DELMI Abu Nuwas, Così rossa è la rosa Voto Abd al-Rahman Munif, Città Voto Isabella Camera D’Afflitto, Voto Carocci, pp. 136, € 13,80 di sale, Baldini Castoldi Dalai, Cento anni di cultura palestinese, pp. 592, € 19 Carocci Editore, pp.. 264, € 22 Abu Nuwas e la sua scuola, nella Baghdad del IX secolo, rinnovano la Città di sale è il romanzo più Questo libro, arricchito da poesia araba in modo così profondo importante di Munif (1930-2004), numerosi passi antologici, da creare le premesse per un genere nato in Giordania da madre irachena ripercorre le fasi salienti della di poesia particolare, che amplia la e padre saudita. Di grande attualità, recente storia palestinese P. E.N. CLUB P. E.N. CLUB tematica letteraria dell’amore e di tocca molti temi che hanno attraverso ITALIA l’origineONLUS della stampa, la onlus ITALIA chi ne è colpito: se l’amore è una sconvolto il Medio Oriente. Un’opera nascita del romanzo e del teatro malattia, Abu Nuwas conferisce coraggiosa e raffinata, che sfida le moderno, l’affermazione della all’amante disperato, il «folle interdizioni politiche e le violazioni poesia, prima patriottica, poi di d’amore», una nuova connotazione. della libertà nel mondo arabo. respiro sempre più universale. 6 DOCUMENTI 2 popolazione peninsulare capiva l’italiano (in un’epoca in cui il francese, l’inglese, l’olandese, lo spagnolo, il portoghese e, per altre vie, il tedesco, erano lingue nazionali e popolari già da secoli). Se si pensa che Johann Wolfgang Goethe nei suoi Italienische Reisen descrive l’Italia come terra di canti e di teatri, c’è da chiedersi in quali lingue venisse veicolata questa vitalissima e fertilissima cultura teatrale e lirica. Sempre all’unificazione risale il livellamento linguistico della penisola, con la scuola d’obbligo e la Chiesa che si sforzano, con ogni mezzo pratico e psicologico, di portare la ritardataria patria all’unità linguistica, pena l’esclusione dal consesso delle grandi monarchie europee, a scapito delle lingue locali. Inizia il sistematico smantellamento delle lingue ancestrali del popolo italiano e la messa al bando della produzione letteraria in quelle lingue come indegna di persone colte e responsabili. Ne deriva per l’Italia una spaventosa carenza di letteratura popolare, compendiata solo in parte dal genere operistico. Oggi sopravvivono in Italia all’incirca 300 lingue ancestrali, alcune documentatissime (in primis il piemontese, ex lingua di Stato, che conta più di 30 dizionari grandi e piccoli), altre del tutto incodificate, latrici di un immenso patrimonio di conoscenze pratiche (agresti, zootecniche) e ancestrali (miti, leggende, racconti, fiabe, personaggi, fatti, eventi), di cui si colgono scorci nelle opere ottocentesche del Pitrè e del Nigra. Degno di nota il fatto che l’Italia possieda l’intera gamma delle lingue europee e medio-orientali (neo-latine, germaniche, slave, albanesi, greche, arabe), ad eccezione del gruppo ugrofinnico. Le più antiche lingue germaniche e neolatine sono tutt’ora parlate in Italia (Walserdeutsch, ladino, provenzale). Da distinguere, inoltre, l’opera di codificazione da quella di rivitalizzazione: mentre urge una codificazione (con dizionari e grammatiche) delle lingue prive di tali supporti filologici, si assiste – soprattutto da parte di volontari e di associazioni locali – ad una vigorosa, ancorché tardiva, opera di insegnamento e sensibilizzazione. Mentre la Francia, la Spagna, l’antica Jugoslavia, l’ex Unione Sovietica presentano quadri più semplici (due o tre lingue letterarie, una sola delle quali diventa lingua di Stato), per l’Italia il problema si complica non 8 8 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 9 Lingue minoritarie in Italia Fotografia di Ferdinando Scianna solo per la presenza di una pletora di lingue minori, ma per l’indebolimento progressivo di quella nazionale, non sorretta da consuetudini popolari e aggredita da una devastante anglomania. Lo Stato italiano è recentemente intervenuto a favore della conservazione delle lingue ancestrali, delegandone l’amministrazione dei programmi alle Regioni. Questi programmi conoscono sviluppi molto diversi, con il Piemonte, il Veneto e il Friuli come capofila nella campagna di conservazione e rivitalizzazione. Ma è un fatto che, nel contesto europeo, l’Italia è il fanalino di coda in questa iniziativa, che vede la Spagna al primo posto, seguita da Francia e Irlanda. La Francia presenta varie lingue regionali, alcune delle quali codificate, ma anche un caso singolare: quello del provenzale, la prima lingua della rinascenza culturale e letteraria dell’Europa all’inizio del secondo millennio (le varianti più antiche di provenzale sono parlate in Italia). Dopo il declino del provenzale, se ne ebbe la rinascita inopinata ad inizio Novecento, ad opera di Frédéric Mistral, che gli diede il dizionario e il capolavoro letterario. Un caso a parte è pure quello del bretone, tutt’ora parlato nell’omonima penisola, fatto che apparenta la Francia al mondo celtico insulare. Bretone e provenzale non sono classificati al livello di langues régionales, ma come vere e proprie langues mineures, con insegnamento nelle scuole e statuti scolastici speciali. La Spagna conosce forse la forma più spinta di «diglossia», con il catalano – antica e prestigiosa lingua letteraria e culturale – utilizzata prevalentemente in tutta la Cataluña (Barcelona, Valencia) tanto nella vita quotidiana, quanto alla televisione e nella stampa. Accanto a questo «dualismo» di stato vi sono idiomas minores, come il gallego e il basco; infine, le lingue locali. L’Irlanda è linguisticamente più il frutto di una reazione che di una realtà. Quando negli anni Venti ottenne la sua indipendenza dal Regno Unito, la lingua ancestrale celtica fu elevata ad unica lingua ufficiale di Stato (per reazione all’odiosamato inglese, ormai però parlato da tutti). La realtà è che solo nel nord-ovest dell’Irlanda e in alcune zone insulari il celtico è ancora lingua diffusa. In parlamento, pochissimi potrebbero parlarlo e se lo facessero occorrerebbero interpreti per la stragrande maggioranza dei deputati. Ma l’Irlanda è ben lungi dal cambiare la norma costituzionale e il celtico rimane la sola lingua ufficiale di Stato. La situazione si complica negli altri Paesi europei nelle cosiddette zone «allofone», per lo più zone di confine in cui minoranze parlano una lingua che è nazionale in un altro Paese: rumeno, ungherese, albanese, ecc. Importante in questo contesto distinguere tra dialetto e lingua (nella psicolinguistica questa distinzione è più un fatto di coscienza che di disponibilità lessicale) e tra lingue codificate e lingue solamente orali. La battaglia per la sopravvivenza delle piccole lingue deve essere combattuta su due livelli. Primo: disponibilità di capolavori letterari che conservano una grande valenza ancestrale (tradizioni, conoscenze, valori). Secondo: validità per l’identificazione di un popolo anche in epoca di globalizzazione: la lingua ancestrale veicola valori e conoscenze che nessun’altra lingua può comunicare. La bibliografia su questi argomenti è sterminata e va affrontata per comparti (regione, linguistica, sociolinguistica, letteratura, ecc.). Gli approfondimenti possono essere fatti se è nota la destinazione di uno scritto o di uno studio. Cambia inoltre l’impostazione del discorso a seconda dell’ambito in cui esso viene composto e dell’utenza finale: in ambito europeo il discorso è completamente diverso da quello fatto in contesto nazionale. S. G. I LIBRI DEL PEN LETTERATURA CINESE a cura di PAOLA TROTTA Zhang Ailing, Lussuria, Voto Chun Shu, Ragazza di Pechino, Voto Alai, Rossi fiori del Tibet, Voto Bur, pp. 172, € 9,20 Guanda, pp 250, € 14 Bur, pp. 480, € 8.50 Ignorata dalla Cina maoista, nel 1952 Romanzo d’esordio, autobiografico, La saga della potente famiglia di Zhang Ailing (1920-1995) lascia quasi una confessione di questa feudatari Maichi, raccontata Shanghai per gli Usa. E proprio nella giovanissima autrice. Chun Shu dall’ultimo discendente. Siamo negli Shanghai anni 40 la protagonista (Pechino, 1959) racconta il suo anni Trenta, la vita è ferma da secoli: Qiqiao vive fra disperazione e follia. male di vivere, la ribellione, le feudatari, schiavi, concubine edP. E.N. CLUB P. E.N. CLUB Sposata ad un uomo invalido, prime esperienze sessuali e eserciti familiari. Ma la modernità fa onlus ITALIA ITALIA ONLUS innamorata del cognato, riversa le sue sentimentali, la passione per la irruzione. Rivalità familiari e lotte di frustrazioni in un comportamento poesia e, soprattutto, per la musica potere, quasi una favola dove bellezza cinico e crudele, che la porterà a rock. Il percorso ci porta dentro il e violenza si completano a vicenda nel distruggere la vita dei propri figli. dramma di una intera generazione. romanzo di Alai (Tibet, 1959). 5 6 DISSIDENTI 1 7 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 11 Pechino: braccio di ferro tra il regime e gli intellettuali Poeta cinese «adottato» dal Pen Italia Condannato a 12 anni di carcere per articoli contro il governo I l Pen Club italiano, nell’ottica di quanto sancito dallo Statuto internazionale in merito alla tutela dei diritti umani e alla difesa della libertà d’espressione, ha deciso di «adottare» lo scrittore e giornalista dissidente Yang Tongyan perseguitato dal regime di Pechino. L’adozione consiste nell’interessamento diretto presso le autorità cinesi affinché gli vengano prestate le cure necessarie per migliorare le sue condizioni di salute. Il Pen italiano ha inoltre deciso, tramite l’interessamento della sede centrale di Londra e del Centro Pen della Cina indipendente (che comprende gli scrittori cinesi in esilio), di inviare un contributo economico alla sua famiglia per migliorarne le condizioni di vita e per aiutarla nel pagamento delle spese legali sostenute nel ricorso presso la Corte d’appello. Il 16 maggio 2006 la Corte della provincia di Jiangsu condannava, dopo un processo sommario durato solo tre ore, lo scrittore e giornalista Yang Tongyan (Yang Tianshui) a 12 anni di carcere per attentato alla sicurezza dello Stato. Colpe? L’aver pubblicato su giornali web alcuni articoli critici verso il governo cinese, apparsi a più riprese dal 2002 al 2005, su October First is China’s Day of Calamity, An Admonition to the Chinese Communist Ruling Clique, Everyone has the Right to Oppose Tyranny, Our Hopes for the Great Democracy Party e Pondering the Chinese Democracy Movement. Fermato nel dicembre del 2005, Yang Tongyan è stato ufficialmente arrestato il 20 gennaio 2006. Sentenza: «La libertà di parola e di associazione sono i diritti politici dei cittadini sanciti dalla costituzione in Cina, ma la Costituzione stabilisce chiaramente che nell’esercizio di tali diritti politici, i cittadini non devono mettere in pericolo gli interessi o la sicurezza dello Stato […] attaccando la leadership del Partito comunista cinese e il sistema socialista […] Egli ha cospirato per sovvertire il potere statale in Cina». Nato nel 1962, si è laureato in Storia presso la Normale di Pechino. Poeta, scrittore e giornalista, nel 1990 era già stato arrestato e condannato a 10 anni di carcere duro, per aver assunto una posizione critica contro l’esercito dopo i fatti di Piazza Tian’anmen e privato per 4 anni dei diritti politici. Fra le accuse Il poeta e giornalista cinese Yang Tongyan, condannato a dodici anni di carcere anche quella di trasferimento illegale di fondi per essersi attivato nell’assistenza economica ai famigliari dello scrittore dissidente Wang Wenjiang. Yang Tongyan è anche poeta e autore di vari libri. Durante la detenzione si è ammalato di diabete e le sue condizioni sono notevolmente peggiorate nel corso di questi ultimi tempi. La situazione cinese relativamente al rispetto dei diritti umani è oggi molto precaria. Se ne stanno interessando diverse organizzazioni umanitarie tra cui Amnesty International, Human Rights Watch e Human Rights in China e, naturalmente, l’International Pen. Secondo un rapporto del febbraio 2008, redatto dal Comitato scrittori in prigione del Centro Pen cinese indipendente, i casi di scrittori perseguitati ammontano a 78 e tutti con l’accusa di attività sovversiva ai danni dello Stato; quarantacinque casi riguardano la regione autonoma del Tibet. L’adozione dello scrittore dissidente Yang Tongyan da parte del Pen Club italiano e la raccolta di firme per la sua liberazione, in occasione dei giochi olimpici di Pechino di quest’anno rappresentano una pietra miliare verso l’abolizione della censura e la tutela della libertà di stampa nella Cina moderna. È un passaggio obbligato, ma irrinunciabile, per la democratizzazione di un’area che rappresenta circa un terzo della popolazione del pianeta. E. B. Poesie di Yang Tongyan SALENDO SUL MONTE QUIXIA Travolgenti le onde del vento che corre verso Est La straordinaria Qixia sovrasta l’immensa foresta E il cielo terso, dopo impetuose arie d’oro Un infinito blu scuro abbraccia la terra Il piccolo cuore rosso riempie il mondo intero Chi ha coraggio saluta la tomba dei martiri Si alzeranno milioni di leoni in sonno E in tuta la Cina sventoleranno bandiere di guerra CONTEMPLANDO L’AUTUNNO Immerso nella foschia della pianura il tramonto [d’autunno I monti desolanti nascosti dalla nebbia Aspettando che l’imperatore di giada Cacci via la notte buia con il sole rosso MIO AMORE Presentazione Il muro alto, freddo, indifferente, immobile, La rete elettrica, lì resta, giorno e notte, Isolando il salice verde, il fiume, la piantagione [di grano, Dalla mia vista di prigioniero Ostacolando il volo delle oche libere Eppure la luna è lì, rifiuta manipolazione, monopolio Offre la stessa luce d’amore a tutto il mondo Il suo viso, gentile, affettuoso, sereno, Suscita infiniti sogni e nostalgia VIAGGIO IMMAGINARIO IN TERRA CINESE Il muro alto, la rete elettrica, Silenziosi, fanno la guardia Le cime dei monti lontani, la pianura immensa, le [nuvole vaganti, Solite immagini nel cuore del prigioniero La pioggia primaverile, la rugiada estiva, Con la loro grazia leniscono il cuore dalla solitudine La brina autunnale, la neve d’inverno, Sono prove che suscitano canti di lode Con pensieri, con nostalgia, nei sogni, Ho attraversato l’immensa patria, La bellezza dei monti, dei fiumi, la bontà di ogni [creatura, Mandando in frantumi ansia e depressione Doni del Creatore che hanno reso la Cina Terra di poesia, di pittura, di tessuti preziosi (Traduzione di Stella Ku Pan) N. CLUB IA onlus I LIBRI DEL PEN LETTERATURA TEDESCA a cura di ANNA MARIA CARPI Thomas Mann, Romanzi, I Voto Karl Kraus, Con le donne monologo Voto Friederike Mayroecker, Gli addii, Voto Buddenbrook, Altezza reale, spesso, a cura di Irene Santappié, a cura di Marco Rispoli, Mondadori, pp. 1398, € 64 Castelvecchi, pp. 142, € 8,50 Forum, pp. 180, € 16,40 Nei «Meridiani» una nuova traduzione Raccolta di aforismi e fulminanti Singolare prosa di una protagonista dell’opera del grande conservatore interventi sull’eros nella Vienna inizio (1924) della neoavanguardia cosmopolita. Il capolavoro, dove si ’900, dalla penna misantropa e austriaca. Magici fondali, improvvisi P. E.N.eCLUB rispecchia tutto l’800 tedesco, e la misogina del famoso polemista. Ironia squarci sul reale discese nel P. E.N. CLUB ITALIA onlus ONLUS ITALIA lieta «fiaba» matrimoniale, cui seguirà e ferocia a tutto raggio sull’ipocrisia struggente monologo profondo: uno borghese di maschi e femmine in La montagna incantata, sono immaginario con l’amato sullo strazio tema di verginità, aborto, maternità, corredati da due scritti di Marcel delle ripetute separazioni di cui femminismo e pornografia. Reich-Ranicki e di Luca Crescenzi. consiste la vulnerabile vita umana. 8 6 7 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 13 Bogotà: dal 15 al 22 settembre il 74 ° Congresso mondiale del Pen DISSIDENTI 2 Nell’America Latina della repressione Cinque scrittori perseguitati dell’America latina CUBA Processo: agenti segreti PERÙ Assiste ad un Congresso si spacciano per giornalisti In carcere «per terrorismo» G iornalista, poeta e narratore, Ricardo Severino González Alfonso (1950) è stato condannato a 20 anni di carcere per «attentato all’integrità dello Stato». Arrestato nel 2003 perché accusato da due finti giornalisti, riconosciuti poi come agenti segreti, Ricardo Severino González è attualmente richiuso nel carcere della capitale. González è in condizioni precarie di salute (negli ultimi tre anni ha subìto varie operazioni) tanto che le autorità cubane hanno deciso di trasferirlo nell’infermeria del carcere militare annesso al penitenziario. Ai famigliari vengono negate le visite e a lui l’uso del telefono per comunicare con i parenti. González è membro di Reporter senza frontiere. L’International Pen ha chiesto chiarimenti, ma senza ottenerli. S COLOMBIA Narcotraffico: VENEZUELA «Fondi dalla Cia MESSICO Nel suo sequestro Guillén accusa Alvaro Uribe per assassinare Hugo Chávez» coinvolto un governatore? D al 15 al 22 settembre 2008 si terrà in Colombia, a Bogotà il 74° Congresso mondiale del Pen. È una tappa importante perché è la prima volta, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, che un congresso si tiene in un’area fortemente critica per il rispetto dei diritti umani e della libertà d’espressione. Nonostante le difficoltà economiche incontrate per la creazione di nuovi Centri, il Pen cerca di portare all’attenzione mondiale il clima di repressione e di minacce che si respira nell’intero panorama latino americano. I problemi fondamentali da affrontare nel Centro e Sud America sono la repressione del regime cubano e l’impunità di cui godono molti Stati latino americani. Ecco cinque casi emblematici: quelli di Ricardo Severino González Alfonso (Cuba), Melissa Rocío Patiño Hinostroza (Perù), Gonzalo Guillén (Colombia), Roger Santodomingo (Venezuela) e Lydia Cacho Ribeiro Messico). E. B. C orrispondente del settimanale in lingua spagnola El Nuevo Herald, Gonzalo Guillén (1950) riceve minacce di morte dal 2007, da quando si è interessato dei collegamenti fra l’amministrazione del presidente Alvaro Uribe, alcuni gruppi Gonzalo Guillén paramilitari e i trafficanti di droga. Negli interventi del giornalista-scrittore emergevano i collegamenti fra la massima carica dello Stato e il narcotrafficante Pablo Escobar, ripresi dalla stampa estera. Uribe ha accusato apertamente Gonzalo Guillén di aver danneggiato la sua immagine. Le accuse del presidente sono state citate nel libro di Guillén I confidenti di Pablo Escobar. Pen Club Italiano Onlus Trimestrale italiano Pen 20122 Milano, via Daverio 7 Tel./fax: 02/5461365 www. penclubitalia.org e-mail: [email protected] P. E.N. CLUB dell’International ITALIA onlus R oger Santodomingo (1973), direttore della testata web Noticiero Digital, nel maggio del 2007 è stato accusato con altri giornalisti delle tv Globovisión e Radio Caracas Televisión, contrari al presidente Hugo Chávez, di aver Roger Santodomingo ricevuto finanziamenti Cia per destabilizzare il Paese. Il 28 maggio 2007 il giornalista è stato ufficialmente accusato di aver ordito un complotto per assassinare il presidente Hugo Chávez e di aver ricevuto fondi americani per attuare il progetto. È stato oggetto di vari attentati fra cui l’esplosione della sua macchina per mezzo di una bomba. Questo numero è stato curato da Sebastiano Grasso (direttore responsabile), Carlo Montaleone e Liliana Collavo Registrazione Tribunale di Milano n. 26 del 10 gennaio 2008 Comitato direttivo Pen Presidente onorario: Lucio Lami crittrice, Melissa Rocío Patiño Hinostroza (1988) fa parte del gruppo di poesia «Circulo del Sur» di Lima e lavorava in una radio privata. Venne arrestata il 29 febbraio 2008 a Tumbes perché aveva assistito ad un congresso della Coordinadora continental Melissa Rocío Patiño bolivariana, che è un movimento politico ispirato alla rivoluzione boliviana di stampo venezuelano. Due delle sei persone arrestate con lei sono accusate di appartenere a un movimento marxista, ma la poetessa è completamente estranea ai fatti di terrorismo. Melissa avrebbe partecipato al congresso solo per motivi culturali e su invito di un collega giornalista della stessa radio in cui lei lavorava. I suoi genitori erano perfettamente al corrente della sua presenza al congresso. D irettrice editoriale del settimanale Esta boca es mía, la scrittrice e giornalista, Lydia Cacho Ribeiro (1963) ha ricevuto diverse minacce di morte e da tempo vive costantemente sotto scorta. Nel dicembre 2005 è stata arrestata perché nel suo libro I demoni dell’Eden, il Lydia Cacho Ribeiro potere dietro la pornografia emergevano collegamenti tra l’uomo d’affari tessile José Camel Nacif Borge e l’americano Jean Succar Kuri, attualmente detenuto negli Usa per aver gestito un network pedopornografico. Nei suoi articoli, la Cacho Ribeiro, impegnata anche nel campo sociale, si è occupata delle violenze contro le donne. Presidente: Sebastiano Grasso ([email protected]) Vice-presidente e tesoriere: Carlo Montaleone ([email protected]) Segretario: Emanuele Bettini ([email protected]) Laurana Berra Palombi Anna Economu Gribaudo, Paola Lucarini, Renato Minore, Sergio Perosa, Anna Santoliquido Impaginazione: Officina d’arte grafica Lucini, Milano www.lucinisrl.com Stampa: La Tipografica Varese S.p.A. 21100 Varese, via Cherso, 2 Tel. 0332/330444 Tiratura: 20.000 copie I LIBRI DEL PEN FOTOGRAFIA a cura di FERDINANDO SCIANNA Federica Muzzarelli, Le origini Voto Gabriele Basilico, Roma 2007, Voto Ivo Saglietti, Niger Delta, Voto contemporanee della fotografia, Baldini Castoldi Dalai, pp. 128, € 45 Prospekt, pp. 32, € 15 Editrice Quinlan, pp. 128, € 9,90 Una Roma d’acqua, con il Tevere Una giovane agenzia milanese di protagonista, e un Basilico fotogiornalismo dà il via, con Docente universitaria a Bologna, la inaspettato, romantico, addirittura questa plaquette, ad una Muzzarelli pubblica un saggio agile a colori, con un occhio rivolto alla interessante iniziativa editoriale. Un sulle origini contemporanee della pittura di paesaggio settecentesca. reportage approfondito, P. E.N. CLUB P. E.N. CLUB un testo fotografia. Un originale punto di vista Inaspettato, ma non sorprendente essenziale. Eccellente informativoITALIA che indaga le strette corrispondenze ITALIA onlus ONLUS per chi conosceva questa felice reporter italiano, Saglietti ci offre tra le esperienze con l’obiettivo negli vena del fotografo italiano espressa immagini partecipi, trasparenti, anni vicini alla sua invenzione e i già nelle suggestive vedute bord de attente alle vicende di uomini la cui recenti sviluppi sul versante dell’uso mer francesi di qualche anno fa. vita è dura lotta e sofferenza. artistico della fotografia. 7 8 7 P. E.N. CLUB ITALIA P.E.N. Conlus LUB ITALIA 15 Libri dei soci Notizie Pen Italia Assemblea generale soci Venerdì 23 maggio 2008, alle ore 15, a Milano, presso la Società Umanitaria di via Daverio 7, annuale assemblea generale dei soci per deliberare su bilancio conclusivo 2007, bilancio preventivo 2008, revisione dello Statuto, rinnovo cariche sociali e varie. Nuovi soci del Pen Nuovi soci ordinari: Gino Agnese, Francesca Albini, Al Delmi Fawzi, Giulio Anselmi, Franco Battiato, Maria Grazia Beverini, Giorgio Bonsanti, Mayda Bucchioni, Giovanni Carandente, Anna Maria Carpi, Giampiero Casagrande, Mario Cavallaro, Fabio Cescutti, Gian Fausto Cicciò, Gavina Ciusa, Vittoria Coen, Mario Daniele, Giuliano Dego, Paolo Di Stefano, Adele Dei, Evgenij Evtushenko, Andrea Genovese, Anna Maria Ferrari, Rachele Ferrario, Sergio Gilardino, Rodolfo Grassi, Camilla Guaita, Vivian Lamarque, Elisabetta Longari, Niva Lorenzini, Giancarlo Macaluso, Rosetta Andrea Zanzotto Migliorini Fissi, Gioia Mori, Marzia Pieri, Francesca Pini, Ljudmilla Psenitsnaja, Ugo Ronfani, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Gregorio Scalise, Paola Trotta, Alfonso Sciacca, Arturo Schwarz, Alberto Sinigaglia, Bijan Zarmandili, Cesare Viviani, Carlo Vulpio, Andrea Zanzotto, Visar Zhiti, Riccardo Zipoli. Due premi al romanzo di Laurana Berra A Laurana Berra, per Nel bozzolo dorato (Edizioni Moby Dick), sono stati assegnati i premi di narrativa «Città di Salò» e «San Marco – Città di Venezia». Camilla Baresani, Allan Bay La cena delle meraviglie Feltrinelli, pp. 166, € 14 Pietrangelo Buttafuoco L’ultima del diavolo Mondadori, pp. 266, € 18 Giuseppe Conte L’adultera Longanesi, pp. 290, € 16,60 Giuliano Dego Moravia in bianco e nero Casagrande, pp. 210, € 15 Umberto Eco Dall’albero al labirinto Bompiani, pp. 636, € 25 Andrea Genovese L’anfiteatro di Nettuno Intilla, pp. 262, € 13 Flaminio Gualdoni Una storia del libro Skira, pp. 144, € 25 Lucio Lami, La cacciata dei musulmani dall’Europa Mursia, pp. 230, € 18 Ettore Mo Ma nemmeno malinconia Rizzoli, pp. 192, € 17,50 Giuseppe Rando Alfieri europeo Rubettino, pp. 320, € 19 Ferdinando Scianna Fotografie Contrasto, pp. 134, € 12,59 Roberta Trice La traversata Philobiblon, pp. 164, € 12 Maria Valbonesi, Letteratura a Pistoia, Brigata del Leoncino, pp. 266, € 20 Silvia Venuti I giardini dell’anima G. Mondadori, pp. 120, € 10 Maurizio Vitale, L’officina linguistica del Tasso epico Led, 2 voll., pp. 904, € 71 Adachiara Zevi, Peripezie del dopoguerra nell’arte italiana Einaudi, pp. 200, € 15 Presentato il libro di Maria Brunelli Carlo Montaleone e Carlo Sini hanno hanno presentato a Milano, il 17 marzo scorso, La pianista di Sambor (Carte scoperte), romanzo postumo di Maria Brunelli, per lunghi anni vicepresidente del Pen Club italiano. Demoskopea e Premio Pen Club Secondo una ricerca Demoskopea per Bookshoop, i libri cui vengono attribuiti premi nazionali trovano immediato riscontro nelle vendite. Così è avvenuto per Alla cieca di Claudio Magris (Garzanti) e per L’imbroglio del turbante di Serena Vitale (Mondatori), vincitori del Premio Pen, rispettivamente nel 2006 e nel 2007. Irpef: al Pen Club Italia il 5 per mille Soci, familiari, amici, simpatizzanti del Pen Club Italia posso devolvere il 5 per mille dell’Irpef al nostro sodalizio. Il meccanismo è semplice: basterà indicare nell’apposito riquadro della dichiarazione dei redditi il codice fiscale del Pen Club Centro Italiano Onlus (97085640155) e ricordarsi di firmare. Chi ha solo il Cud potrà consegnare in banca o in posta il modello compilato nella parte che reca l’indicazione «scelta per la destinazione del 5 per mille». Tutto ciò non costa nulla: si devolve una parte delle proprie imposte già destinate allo Stato. Inoltre, non si tratta di un’alternativa all’8 per mille: infatti è possibile fare entrambe le scelte. Via Torricelle, 1 32100 Belluno Italia www.colophonarte.it [email protected] Sebastiano Grasso / Agostino Bonalumi Sotto la camicia di perla 36x26 (38x28x8) cm / 52 pp. / 75+XV PA (45+XV) Edizioni Colophon tel. 0039.0437.941480 cell. 335.6751854
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