Santa Francesca Cabrini
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Santa Francesca Cabrini
Francesca Saverio Cabrini , (Sant’Angelo Lodigiano, 1850 – Chicago, 1917), Santa - Patrona degli Emigranti Nacque da una famiglia cattolicissima, diplomata maestra elementare maturò la vocazione religiosa e prese i voti nel 1874. Nel 1880 fondò a Codogno la Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù . Nel 1889 raggiunse gli Stati Uniti per prestare assistenza agli immigrati italiani; a New York aprì un orfanotrofio e una scuola gratuita nella Little Italy. Costruì asili, scuole, convitti per studentesse, orfanotrofi, case di riposo,ospedali e 80 istituti in altri 7 paesi del continente. Fu la prima ad affrontare l’impegno missionario tradizionalmente prerogativa degli uomini e ad essere totalmente autonoma e non dipendente da una figura maschile. Santa Francesca Cabrini nella letteratura Spesso, specialmente nella bella stagione, lo zio materno don Luigi Oldoini, la ospitava a Livraga, un paese del lodigiano da Sant'Angelo. Qui, nei giorni di primavera, quando le rogge scorrevano piene d'acqua per irrorare i campi e le violette di prato della Venera, che scorrevano poco lontano dall'abitazione dello zio. Si divertiva a ripiegare piccoli fogli di carta, ne faceva delle barchette e le riempiva con le viole raccolte tra l'erba delle sponde, poi posava le barchette sull'acqua e le affidava alla corrente. L'acqua le cullava dolcemente e le portava via, attraverso i verdi prati. Francesca le seguiva con i grandi occhi azzurri spalancati sul suo sogno: le barchette erano bastimenti, le violette tante Suore Missionarie, le sue missionarie! Un giorno era tanto immersa nel sogno che non si accorse di protendersi troppo sull'acqua: le barchette navigavano, lei le seguiva con lo sguardo e tendeva le mani quasi a dirigerle... E si trovò nell'acqua fresca, mentre gli spruzzi ricadevano intorno a lei. A poca distanza, le acque della Venera entravano in una specie di tunnel oscuro: un ponticello sotto cui la Venera passava al di là della strada del paese. Tratto da “Non era un sogno”, Barbato Orione editore. Le caratteristiche del fiore: la violetta La violetta è un genere di piante della famiglia Violaceae, diffuso in Europa, nelle zone tropicali e in America del nord, centrale e del sud. La viola è sempre stata uno dei fiori più apprezzati, sia per l'aspetto estetico e per la delicata profumazione, da tutti i popoli e in tutti i tempi. Gli antichi romani e le popolazioni arabe erano solite aggiungere alle bevande fiori di viola oppure estratti della stessa, al fine di rendere più delicata e gradevole la consumazione. Molti poeti hanno celebrato e inserito nelle proprie opere la viola, come uno dei fiori più belli e delicati; altrettanto ricorrente è la rappresentazione del fiore in dipinti e decorazioni. Famoso è infine l'utilizzo del fiore per ottenere profumi ed essenze. Nel linguaggio dei fiori la viola è l'emblema dell'umiltà e della modestia e anche pudore e timidezza. Un mito greco racconta di come la ninfa Ianthis, per sfuggire dal corteggiamento del divino Apollo, perdutamente innamorato di lei, nascondendosi nei boschi chiede aiuto a Diana che prontamente la trasforma nell’umile fiore per sfuggire alle attenzioni del Dio del sole.La violetta assume anche un forte significato mistico, infatti, il profumo del fiore, associato alla salma di Padre Pio, è percepito ogniqualvolta sia concessa una grazia dal santo.
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