B-DISCIPL DESCR DEF 2°-rev 05052011

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B-DISCIPL DESCR DEF 2°-rev 05052011
COMUNE DI ROVIGO- NUOVA PALESTRA DI BORSEA
2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
REGIONE VENETO
PROVINCIA DI ROVIGO
COMUNE DI ROVIGO
Via Savonarola - BORSEA
COSTRUZIONE DI UNA NUOVA
COMUNALE IN FRAZIONE DI BORSEA
PALESTRA
2° STRALCIO
DEFINITIVO
PROGETTO
A
COMPLETAMENTO
–
DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRESTAZIONALE
DEGLI ELEMENTI TECNICI
*******************************************
NATURA ED OGGETTO DELL'OPERA
Il presente PROGETTO DEFINITIVO DI 2° STRALCIO viene redatto per l’esecuzione di tutte le
opere e la fornitura di tutte le provviste occorrenti per la realizzazione del :
COMPLETAMENTO DELLA NUOVA PALESTRA COMUNALE NELLA FRAZIONE DI BORSEA DEL
COMUNE DI ROVIGO, nell’area catastalmente iscritta al foglio al foglio 7, mappali 107, 296 per una consistenza di circa mq 5.037,00, di cui il 1° stralci o è in corso di esecuzione.
E' compresa l'esecuzione di tutte le finiture e degli impianti elencati e specificati negli elaborati di
progetto o comunque occorrenti a consegnare il fabbricato con i locali completamente ultimati ed agibili,
con gli impianti perfettamente funzionanti, compresi gli allacciamenti ai pubblici servizi, fino ai punti di erogazione delle ditte fornitrici.
Le caratteristiche sommarie dell’immobile di progetto sono descritte nella Relazione Illustrativa e
negli altri elaborati, le quantità previste e la descrizione delle lavorazioni sono descritte nell’Elenco Prezzi
e nel Computo Metrico Estimativo, mentre le caratteristiche prestazionali sono esposte di seguito nel presente Disciplinare.
PREMESSE
Le prescrizioni di Qualità Tecnologica contenute negli elaborati grafici di Progetto sono da considerarsi parte integrante del presente Disciplinare, e sono ritenute inderogabili sia per quanto riguarda la conformazione e la descrizione tecnologica, sia per quanto riguarda tutte le voci dell’Elenco Prezzi allegato, di
cui pure sono da considerarsi parte integrante.
L’accettazione in sede esecutiva da parte della D.L. dei materiali e delle lavorazioni proposte
dall’Appaltatore, non solleverà in ogni caso lo stesso dalla responsabilità in ordine al rispetto della Normativa di riferimento contenuta nelle Prescrizioni, che dovrà essere comprovata con certificazioni ufficiali o
con prove in opera eseguite in laboratorio.
Tutti i materiali dovranno essere sottoposti al visto e all’accettazione della D.L. prima della loro posa
in opera.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
PRESCRIZIONI TECNICHE
Art. 29
(Accettazione, qualità e impiego dei materiali)
Art. 29.00 - MATERIALI IN GENERE
I materiali tutti dovranno corrispondere perfettamente alle prescrizioni di legge e del Capitolato
Generale, essi dovranno essere della migliore qualità' e perfettamente lavorati.
L'accettazione dei materiali sarà definitiva dopo la loro posa in opera; la Direzione dei Lavori avrà
la facoltà di rifiutare in qualunque tempo i materiali che fossero deperiti dopo l'introduzione in cantiere o
che, per qualsiasi causa, non fossero conformi alle condizioni del contratto; l'Appaltatore dovrà rimuoverli
dal cantiere o sostituirli con altri a sue spese.
Ove l'appaltatore non effettui la rimozione del termine prescritto dalla Direzione dei Lavori, l'Amministrazione potrà provvedere a spese dell'Appaltatore, a carico del quale resterà anche qualsiasi danno
derivante dalla rimozione eseguita d'ufficio.
Qualora si scoprisse che i materiali accettati e già posti in opera sono di cattiva qualità', l'Appaltatore dovrà demolire a totale sue spese e rischio i lavori che la Direzione riconoscerà eseguiti senza diligenza o
con materiali diversi dai prescritti per qualità', misure, peso e, comunque, non rispondenti alle prove di carico.
Queste prescrizioni non potranno in ogni caso pregiudicare i diritti dell'Amministrazione appaltante
nella collaudazione finale.
Art. 29.01 - ACQUA, CALCE, LEGATI IDRAULICI, POZZOLANE, GESSO
a) Acqua - L'acqua dovrà essere dolce, limpida e scevra da materie terrose.
b) Calce - Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento dell'esecuzione dei lavori.
La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente, perfetta ed uniforme cottura,
non bruciata né vitrea né pigra ad idratarsi ed infine di qualità' tale che, mescolata con la sola quantità' di
acqua dolce necessaria alla estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5% dovuti a parti non bene decarburate, silicone od altrimenti
inerti.
La calce viva in zolle al momento dell'estinzione dovrà essere perfettamente anidra: sarà' rifiutata quella ridotta in polvere o sfiorita, e perciò' si dovrà provvedere la calce viva a misura del bisogno e conservarla in luoghi asciutti e ben riparati dall’umidità'.
Dopo l'estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o di muratura, mantenendola coperta con uno strato di arena. La calce grassa destinata agli intonaci dovrà essere spenta almeno sei mesi prima dell'impiego; quella destinata alle murature da almeno 15 giorni.
c) Leganti idraulici - I cementi, da impiegare in qualsiasi lavoro dovranno rispondere alle norme di accettazione di cui al D.M. 3 giugno 1968, e successive modifiche ed integrazioni. Essi dovranno essere
conservati in modo da restare perfettamente riparati dall’umidità'.
d) Pozzolane - Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze
eterogenee o di parti inerti; qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti
dal R.D. 16 novembre 1939, n. 2230 e successive modifiche ed integrazioni.
e) Gesso - Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee
e senza parti alterate per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti ben riparati dall’umidità'.
Art. 29.02 - SABBIA, PIETRISCO E GHIAIA
a) Ghiaia, pietrisco e sabbia - Le ghiaie, i pietrischi e la sabbia da impiegarsi nella formazione dei calcestruzzi, dovranno avere le qualità' stabilite dal D.M. 27 luglio 1985 e successive modifiche ed integrazioni, che approva le "Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche".
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La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso uno staccio con maglie circolari del diametro di 2 mm. per murature di parametro od in pietra da taglio.
L’accettabilità' della sabbia dal punto di vista del contenuto in materie organiche verrà definita con i criteri indicati nell'allegato 1 del già' citato D.M. 3 giugno 1968 e successive modifiche ed integrazioni, sui
requisiti di accettazione dei cementi.
Per quanto riguarda le dimensioni delle ghiaia e dei pietrischi, gli elementi di essi dovranno essere tali
da passare attraverso un vaglio di fori circolari del diametro:
di 5 cm. se si tratta di lavori corretti di fondazione o di elevazione, muri di sostegno piedritti, rivestimenti
di scarpe e simili;
di 4 cm. se si tratta di volti di getto;
di 3 cm. se si tratta di cappe di volti o di lavori in cemento armato od a pareti sottili.
Gli elementi più piccoli delle ghiaie e dei pietrischi non devono passare in un vaglio a maglie rotonde in
un centimetro di diametro, salvo quando vanno impiegati in cappe di volti od in lavori in cemento armato
ed a pareti sottili, nei quali casi sono ammessi anche elementi più piccoli.
b) Pietre naturali - Le pietre naturali da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro, dovranno
essere a grana compatta e monde da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, da screpolature, peli,
venature, interclusioni di sostanze estranee; dovranno avere dimensioni adatte al particolare loro impiego,
offrire una resistenza proporzionata all’entità' della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere
un’efficace adesività' alle alte.
Saranno assolutamente escluse le pietre marnose e quelle alterabili all'azione degli agenti atmosferici
e dell'acqua corrente.
Le pietre da taglio oltre a possedere i requisiti e di caratteri generali sopra indicati, dovranno avere
struttura uniforme, scevre da fenditure, cavità e litoclasi, sonore alla percussione e di perfetta lavorabilità'.
Il tufo dovrà essere di struttura litoide, compatto ed uniforme, escludendo il cappellaccio, quello pomicioso e facilmente friabile.
L'ardesia in lastre per la copertura dovrà essere di 1^ scelta e di spessore uniforme; le lastre dovranno
essere sonore, di superficie piuttosto rugosa che liscia, e scevra da inclusioni e venature.
I marmi dovranno essere della migliore qualità', perfettamente sani, senza scaglie, brecce, vene, spaccature, nodi, peli o altri difetti che ne infirmino l’omogeneità' e la solidità'. Non saranno tollerate stuccature,
tasselli, rotture, scheggiature.
Art. 29.03 - LATERIZI
I laterizi da impiegare per lavori di qualsiasi genere, dovranno corrispondere alle norme per l'accettazione di cui al R.D. 16 novembre 1939, n. 2233 e al D.M. 27 luglio 1985, allegato 7, ed alle norme U.N.I.
vigenti.
I mattoni pieni per uso corrente essere parallelepipedi, di lunghezza doppia della larghezza, salvo diverse proporzioni dipendenti da uso locale, di modello costante, presentare, sia all'asciutto che dopo prolungata immersione nell'acqua una resistenza alla compressione non inferiore a 30 kg. per centimetro
quadrato.
I mattoni forati, le volterrane ed i tavelloni dovranno pure presentare una resistenza alla compressione
di almeno 16 kg. per centimetro quadrato di superficie totale premuta.
Le tegole piane o curve, di qualsiasi tipo siano, dovranno essere esattamente adattabili le une sulle altre senza sbavature e presentare tinta uniforme: appoggiate su due regoli posti a 20 mm. dai bordi estremi dei due lati più corti, dovranno sopportare sia un carico concentrato nel mezzo gradualmente fino a 120
kg., sia l'urto di una palla di ghisa del peso di 1 kg. cadente dell'altezza di 20 cm. Sotto un carico di 50
mm. d'acqua mantenuta per 24 ore le tegole devono risultare impermeabili.
Le tegole piane infine non devono presentare difetto alcuno nel nasello.
Art. 29.04 - MATERIALI FERROSI E METALLI VARI
a) Materiali ferrosi - I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature, paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura,
fucinatura e simili.
Essi dovranno rispondere a tutte le condizioni previste dal citato D.M. 27 luglio 1985, allegati n.1, 3 e 4
alle norme U.N.I. vigenti, e presentare inoltre, a seconda della loro qualità', i seguenti requisiti:
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1) Ferro - Il ferro comune dovrà essere di prima qualità', eminentemente duttile e tenace e di marcatissima struttura fibrosa. Esso dovrà essere malleabile, liscio alla superficie esterna, privo di screpolature,
senza saldature aperte, e senza altre soluzioni di continuità'.
2) Acciaio trafilato e laminato - Tale acciaio, nella varietà' dolce (cosiddetto ferro omogeneo), semiduro e
duro, dovrà essere privo di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni di continuità. In particolare, per la prima varietà sono richieste perfetta malleabilità e la lavorabilità a freddo e a caldo, senza che
ne derivino screpolature o alterazioni; esso dovrà essere altresì saldabile e non suscettibile di prendere la
tempera; alla rottura dovrà presentare struttura lucente e finemente graduale.
3) Acciaio fuso in getti - L'acciaio in getti per cuscinetti, cerniere, rulli e per qualsiasi altro lavoro, dovrà essere di prima qualità', esente da soffiature o da qualsiasi altro difetto.
4) Ghisa - La ghisa dovrà essere di prima qualità' e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile, facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di fattura grigia finemente granosa e perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere inoltre perfettamente modellata.
E' assolutamente escluso l'impiego di ghise fosforose.
5) Acciaio per cemento armato - L'acciaio impiegato nelle strutture in conglomerato cementizio armato
dovrà rispondere alle prescrizioni di cui al D.M. 27 luglio 1985, Parte Prima, punto 2.2, se normale, e punto 2.3, se precompresso, nonché' alle prescrizioni di cui agli Allegati 3,4,5 e 6, e alla Circ. M.LL.PP. 1 settembre 1987, n. 29010.
Il Direttore dei lavori, a suo insindacabile giudizio, effettuerà' i controlli in cantiere, a norma dei
punti 2.2.8.4 e 2.3.3.1 della suddetta Parte Prima.
6) Acciaio per strutture metalliche - L'acciaio impiegato nelle strutture metalliche dovrà corrispondere alle
prescrizioni di cui al D.M. 27 luglio 1985, Parte Seconda, punto 2.1 per acciaio laminato, punto 2.2 per acciaio per getti, punto 2.3 per acciaio per strutture saldate; gli elettrodi per saldature dovranno rispondere
alle prescrizioni di cui al punto 2.4, mentre i bulloni e i chiodi ai punti 2.5, 2.6 e 2.7; la fornitura dovrà essere accompagnata dalla certificazione di cui al D.M. 27 luglio 1985, Allegato 8.
Il Direttore dei lavori, qualora lo ritenga opportuno, ed a suo insindacabile giudizio, potrà' effettuare controlli, a norma del suddetto Allegato 8, anche su prodotti qualificati.
b) Metalli vari - Il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame e tutti gli altri metalli o leghe metalliche da impiegare
nelle costruzioni devono essere delle migliori qualità', ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori a
cui sono destinati, e scevri da ogni impurità' o difetto che ne vizi la forma, o ne alteri la resistenza o la durata.
Art. 29.05 - LEGNAMI
I legnami, da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano dovranno rispondere a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 30 ottobre 1912, ed alle norme U.N.I. vigenti, saranno provveduti fra le più' scelte qualità' della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso
a cui sono destinati.
I legnami destinati alla costruzione degli infissi dovranno essere di prima scelta, di struttura e fibra
compatta e resistente non deteriorata, perfettamente sana, dritta, e priva di spaccature sia in senso radiale che circolare. Essi dovranno essere perfettamente stagionati, a meno che' non siano stati essiccati artificialmente, presentare colore e venatura uniforme, essere privi di alburno ed esenti da nodi, cipollature,
buchi od altri difetti.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze alla sega e
si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal tronco dell'albero e non dai rami, dovranno essere sufficientemente diritti, in modo che la congiuntura dei centri delle due basi non debba uscire in alcun modo
dal palo, dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie; la differenza fra i diametri medi delle estremità' non dovrà oltrepassare i 15 millesimi della lunghezza né il quadro
del maggiore dei 2 diametri.
Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno e lo smusso in misura non maggiore di un sesto del lato
della sezione trasversale.
I legnami a spigolo vivo dovranno essere lavorati e squadrati a sega con le diverse facce esattamente
spianate, senza rientranze o risalti, e con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smussi di sorta.
Art. 29.06 - MATERIALE PER PAVIMENTAZIONE
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I materiali per pavimentazione, pianelle di argilla, mattonelle o marmette di cemento, mattonelle greificate, lastre e quadrelli di marmo, mattonelle di asfalto, dovranno corrispondere alle norme di cui al R.D.
16 novembre 1939, n. 2234 ed alle norme U.N.I. vigenti.
a) Mattonelle, marmette e pietrini di cemento - Le mattonelle, le marmette ed i pietrini di cemento dovranno essere di ottima fabbricazione a compressione meccanica, stagionati da almeno tre mesi, ben calibrati,
a bordi sani e piani; non dovranno presentare né carie, né peli, né tendenza al distacco tra il sottofondo e
lo strato superiore.
La colorazione del cemento dovrà essere fatta con colori adatti, amalgamati, uniformi.
Le mattonelle, di spessore complessivo non inferiore a 25 mm. avranno uno strato superficiale di assoluto cemento colorato, di spessore costante non inferiore a 7 mm. costituito da un impasto di cemento,
sabbia e scaglie di marmo.
Le marmette avranno anch'esse uno spessore complessivo di 25 mm. con uno strato superficiale di
spessore costante non inferiore a 7 mm. costituito da un impasto di cemento, sabbia e scaglie di marmo.
I pietrini avranno uno spessore complessivo non inferiore a 30 mm. con lo strato superficiale di assoluto cemento di spessore non inferiore a 8 mm.; la superficie dei pietrini sarà liscia, bugnata o scanalata secondo il disegno che sarà' prescritto. Vedasi UNI 2623-44.
b) Pietrini e mattonelle di terracotta greificate - Le mattonelle ed i pietrini saranno di prima scelta, greificati per tutto intero lo spessore, inattaccabili dagli agenti chimici e meccanici, di forme esattamente regolari, a spigoli vivi, a superficie piana. Vedasi UNI 6506-69.
Sottoposte ad un esperimento di assorbimento, mediante gocce d'inchiostro, queste non dovranno essere assorbite neanche in minima misura.
Per locali di abitazione ed ambienti di vita in genere, sarà' richiesto il grès ceramico (smaltato), di cui
alle norme UNI 6872-71: per locali di servizi igienici il Direttore dei lavori potrà prescrivere elementi a tesserina di cm. 2x2, con spessore mm. 5.
c) Graniglia per pavimenti alla veneziana - La graniglia di marmo o di altre pietre idonee dovrà' corrispondere, per tipo e granulosità', ai campioni di pavimento prescelti e risultare perfettamente scevra di
impurità'.
d) Pezzami per pavimenti e bollettonato - I pezzami di marmo o di altre pietre idonee dovranno essere
costituiti da elementi, dello spessore da 2 a 3 cm, di forma e dimensioni opportune secondo i campioni
prescelti.
e) Linoleum e rivestimenti in plastica - Dovranno rispondere alle norme vigenti, presentare superficie
liscia priva di discontinuità', strisciature, macchie e screpolature.
Salvo il caso di pavimentazione da sovrapporsi ad altre esistenti, gli spessori non dovranno essere inferiori a 2 mm. con una tolleranza non superiore al 5%.
Lo spessore verrà determinato come media di dieci misurazioni eseguite sui campioni prelevati, impiegando un calibro che dia l'approssimazione di 1/10 di millimetro con piani di posamento del diametro di
almeno 10 mm.
Il peso a metro quadrato non dovrà essere inferiore a 1,2 kg. per millimetro di spessore.
Il peso verrà determinato sopra provini quadrati del lato di 0,50 m. con pesature che diano l'approssimazione di un grammo.
Esso non dovrà avere stagionature inferiori a mesi quattro.
Tagliando i campioni a 45 gradi nello spessore, la superficie del taglio dovrà risultare uniforme e compatta e dovrà essere perfetto il collegamento fra i vari strati.
Un pezzo di tappeto di forma quadrata di 0,20 m. di lato dovrà potersi curvare col preparato in fuori sopra un cilindro del diametro 10 x (s+1) millimetri, dove s rappresenta lo spessore in millimetri, senza che si
formino fenditure e screpolature. Dovranno rispondere alle norme UNI 8298\1-16, ediz. 81-86.
I materiali vinilici risponderanno alle norme UNI 5573-72 e 7071-72.
I materiali in gomma risponderanno alle norme UNI 8272\1-11, ediz. 1981-87.
f) Pavimenti in legno - Saranno di tre tipi in relazione alle dimensioni degli elementi: 1) a doghe di piccole dimensioni in larghezza cm 3,5-5 e lunghezza cm 20-40, di spessore cm 0,6-1,2, da montare per incollaggio; 2) a formelle premontate, di dimensioni quadrate, rettangolari, con listoncini, e con disegni vari,
da montare per incollaggio, oppure da posare con incastri a secco; 3)a listoni delle dimensioni in larghezza cm 12-20 e lunghezza cm 400, con spessore di cm 2-2,5 da posare con incastri a secco. Gli elementi
di pavimentazione risponderanno alle norme UNI 4373-59, 4374-59, 4375-59.
g) Pavimenti in masselli di calcestruzzo - Saranno utilizzati prevalentemente all'esterno, e risponderanno alle norme UNI 9065-87 e 9066\1 e 2-87. Il massello sarà' a doppio strato, autobloccante e realizzato
mediante stampaggio multiplo in calcestruzzo pressovibrato, di dimensioni approssimative mm 220 x 70,
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con spessore di mm 60-70, potranno essere utilizzate, a discrezione del Direttore dei lavori, anche misure
diverse, come ad esempio cm 20 x 40. L'impasto dello strato superficiale sarà a base di quarzo, colorato
con pigmenti di ossidi di ferro.
h) Pavimenti in ceramica - Potranno essere fabbricate con procedimenti diversi e di varie dimensioni,
purché' siano garantite le seguenti caratteristiche fisico - chimiche: alto peso specifico, minimo assorbimento d'acqua, elevata resistenza a flessione, resistenza all'usura, al gelo, agli sbalzi di temperatura, alle
azioni chimiche di acidi e basi. Gli elementi risponderanno ai criteri di accettazione di cui alle norme UNI
EN 163-85.
Art. 29.07 - COLORI E VERNICI
I materiali impiegati nelle opere da pittore dovranno essere sempre della migliore qualità'.
a) Olio di lino cotto - L'olio di lino cotto sarà' ben depurato, di colore assai chiaro e perfettamente limpido, di odore forte ed amarissimo al gusto, scevro di adulterazioni con olio minerale, olio di pesce, ecc.
Non dovrà lasciare alcun deposito né essere rancido, e disteso sopra una lastra di vetro o di metallo dovrà
essiccare completamente nell'intervallo di 24 ore. Avrà acidità' nella misura del 7%, impurità' non superiore all'1% ed alla temperatura di 15 gradi C presenterà' una densità' compresa fra 0,91 e 0,93.
b) Acquaragia (essenza di trementina) - Dovrà essere limpida, incolore, di odore gradevole e volatilissima. La sua densità' a 15 gradi C sarà' di 0,87.
c) Biacca - La biacca o cerussa (carbonato basico di piombo) deve essere pura, senza miscele di sorta
e priva di qualsiasi traccia di solfato di bario.
d) Bianco di zinco - Il bianco di zinco dovrà essere in polvere finissima, bianca, costituita da ossido di
zinco e non dovrà contenere più' del 4% di sali di piombo allo stato di solfato, né più' dell'1% di altre impurità'; l’umidità' non deve superare il 3%.
e) Minio - Sia il piombo (sesquiossido di piombo) che l'alluminio (ossido di alluminio) dovrà essere costituito da polvere finissima e non contenere colori derivati dall'anilina, né oltre il 10% di sostanze estranee
(solfato di bario, ecc.)
f) Latte di calce - Il latte di calce sarà preparato con calce grassa, perfettamente bianca, spenta per
immersione. Vi si potrà' aggiungere la quantità' di nerofumo strettamente necessaria per evitare la tinta
giallastra.
g) Colori all'acqua, a colla o ad olio - Le terre coloranti destinate alle tinte all'acqua, a colla o ad olio,
saranno finemente macinate e prive di sostanze eterogenee e dovranno venire perfettamente incorporate
nell'acqua, nelle colle e negli oli, ma non per infusione. Potranno essere richieste in qualunque tonalità'
esistente.
h) Vernici - Le vernici che si impiegheranno per gli interni saranno a base di essenza di trementina e
gomme pure e di qualità' scelta; disciolte nell'olio di lino dovranno presentare una superficie brillante.
E' escluso l'impiego di gomme prodotte da distillazione.
Le vernici speciali eventualmente prescritte dalla Direzione dei lavori dovranno essere fornite nei loro
recipienti originali chiusi.
i) Encaustici - Gli encaustici potranno essere all'acqua o all'essenza, secondo le disposizioni della Direzione lavori.
La cera gialla dovrà risultare perfettamente disciolta, a seconda dell'encaustico adottato, o nell'acqua
calda alla quale sarà' aggiunto sale di tartaro, o nell'essenza di trementina.
Art. 29.08 - MATERIALI DIVERSI
a) Asfalto - L'asfalto sarà naturale e proverrà dalle miniera più reputate; sarà in pani, compatto, omogeneo, privo di catrame proveniente dalla distillazione del carbon fossile; il suo peso specifico varierà fra i
limiti di 1104 e 1205 kg.
b) Bitume asfaltico - Il bitume asfaltico proverrà dalla distillazione di rocce di asfalto naturale, sarà mollo, assai scorrevole, di colore nero e privo dell'odore proprio del catrame minerale proveniente dalla distillazione del carbone fossile e del catrame vegetale.
c) Vetri e cristalli - I vetri e cristalli dovranno essere, per le richieste dimensioni, di un solo pezzo, di
spessore uniforme, di prima qualità, perfettamente incolori, molto trasparenti, privi di scorie, bolle soffiature, ondulazioni, nodi, opacità, lattiginose, macchie e di qualsiasi altro difetto.
d) Materiali ceramici - I prodotti ceramici più comunemente impiegati per rivestimenti di pareti, tubazioni, ecc., dovranno presentare struttura omogenea, superficie perfettamente liscia, non scheggiata e di colore uniforme, con lo smalto assolutamente privo di peli, cavillature, bolle, soffiature o simili difetti.
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e) Tegolazza - (pezzame di laterizio) - Dovrà essere scelta scevre di materiale omogeneo, ben pulita e
della pezzatura che sarà prescritta dalla Direzione Lavori.
f) Lamiera zincata - dovrà essere della migliore qualità, di spessore uniforme, senza screpolature, fenditure e ossidazioni. La lavorazione per la curvatura dovrà essere eseguita nel senso della laminazione.
g) Rete metallica da soffitti - Dovrà essere in filo ramato o zincato del diametro di mm. 0,50 a maglie
non superiori a mm. 7 e peso non inferiore a kg. 0,500 per mq.
Art. 29.09 - TUBAZIONI
a) Tubi di ghisa - I tubi di ghisa saranno perfetti in ogni loro parte, esenti da ogni difetto di fusione, di
spessore uniforme e senza soluzione di continuità'. Prima della loro messa in opera, a richiesta della Direzione dei lavori, saranno incatramati a caldo internamente ed esternamente.
b) Tubi in acciaio - I tubi di acciaio dovranno essere trafilati e perfettamente calibrati.
Quando i tubi di acciaio saranno zincati dovranno presentare una superficie ben pulita e scevra da
grumi; lo strato di zinco sarà' di spessore uniforme e bene aderente al pezzo, di cui dovrà' ricoprire ogni
parte.
c) Tubi di grès - I materiali di grès ceramico devono essere a struttura omogenea, smaltati internamente ed esternamente con smalto vetroso, non deformato, privi di screpolature, lavorati accuratamente e con
innesto a manico o bicchiere.
I tubi saranno cilindrici e diritti tollerandosi solo eccezionalmente nel senso della lunghezza, curvature
con freccia inferiore a 1/100 della lunghezza di ciascun elemento.
In ciascun pezzo i manicotti devono essere conformati in modo da permettere una buona giunzione, e
l’estremità' opposta sarà' lavorata esternamente a scannellatura.
I pezzi battuti leggermente con un corpo metallico dovranno rispondere con un suono argentino per
denotare buona cottura ed assenza di screpolature non apparenti.
Lo smalto vetroso deve essere liscio specialmente all'interno, aderire perfettamente alla pasta ceramica, essere di durezza non inferiore a quella dell'acciaio ed inattaccabile dagli alcali e dagli acidi concentrati, ad eccezione soltanto del fluoridrico.
La massa interna deve essere semifusa, omogenea, senza noduli estranei, assolutamente priva di calce, dura, compatta, resistente agli acidi (escluso il fluoridrico) ed agli alcali, impermeabile, in modo che un
pezzo immerso, perfettamente secco, nell'acqua non ne assorba più' del 3,5% in peso; ogni elemento di
tubazione, provato isolatamente, deve resistere alla pressione interna di almeno tre atmosfere.
d) Tubi di cemento - I tubi di cemento dovranno essere confezionati con calcestruzzo sufficientemente
ricco di cemento, ben stagionati, ben compatti, levigati, lisci, perfettamente rettilinei a sezione interna esattamente circolare di spessore uniforme e scevri affatto da screpolature. Le superfici interne dovranno
essere intonacate e lisciate. La frattura dei tubi di cemento dovrà essere pure compatta, senza fessure ed
uniforme. Il ghiaietto di calcestruzzo dovrà essere cosi' intimamente mescolato con la malta, che i grani
dovranno rompersi sotto l'azione del martello senza distaccarsi dalla malta.
e) Tubi di ardesia artificiale - I tubi di ardesia artificiale (tipo Eternit o simili) dovranno possedere un'elevata resistenza alla trazione ed alla flessione congiunta ad una sensibile elasticità', inalterabilità' al gelo
ed alle intemperie, assoluta impermeabilità' all'acqua e resistenza al fuoco con scarsa conducibilità' del
calore. Dovranno inoltre essere ben stagionati mediante immersione in vasche d'acqua per il periodo di
almeno una settimana.
In materia si fa richiamo al D.M.12/12/1985 n.61 del 14/3/1986 riguardante "Norme tecniche relative
alle tubazioni".
f) Tubi in poli - cloruro di vinile (PVC) - I tubi di PVC dovranno avere impressi sulla superficie esterna,
in modo evidente, il nominativo della ditta costruttrice, il diametro, l'indicazione del tipo e della pressione di
esercizio; sulle condotte per acqua potabile dovrà essere impressa una sigla per distinguerle da quelle per
altri usi, come disposto dalla Circ. Min. Sanità' n. 125 del 18 luglio 1967.
Come previsto dalle norme UNI 7441-75, 7443-75, 7445-75, 7447-75 i tubi si distinguono in:
- tipo 311, per fluidi non alimentari in pressione, con temperature fino a 60°;
- tipo 312, per liquidi alimentari e acqua potabile in pressione, per temp. fino a 60°;
- tipo 313, per acqua potabile in pressione;
- tipo 301, per acque e ventilazione nei fabbricati, per temp. max., perm. di 50°;
- tipo 302, per acque di scarico, per temp. max perm. di 70°;
- tipo 303, per acque di scarico, interrate, per temp. max perm. di 40°.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Il Direttore dei lavori potrà prelevare a suo insindacabile giudizio dei campioni da sottoporre a prove, a
cura e spese dell'Appaltatore, e qualora i risultati non fossero rispondenti a quelli richiesti, l'Appaltatore
sarà' costretto alla completa sostituzione della fornitura, ancorché' messa in opera, e al risarcimento dei
danni diretti ed indiretti.
g) Tubi di polietilene (PE) - I tubi in PE saranno prodotti con PE puro stabilizzato con nero fumo in
quantità' del 2-3% della massa, dovranno essere perfettamente atossici ed infrangibili ed in spessore funzionale alla pressione normalizzata di esercizio (PN 2,5 4,6 10). Il tipo a bassa densità' risponderà' alle
norme UNI 6462-69 e 6463-69, mentre il tipo ad alta densità' risponderà' alle norme UNI 711, 7612, 7613,
7615.
h) Tubi drenanti in PVC - I tubi drenanti saranno in PVC duro ad alto modulo di elasticità', a basso coefficiente di scabrezza, conformi alle DIN 16961, DIN 1187 e DIN 7748.
I tubi si distinguono nei seguenti tipi:
1) tipo flessibile corrugato a sez. circolare, anche rivestito di filtro in geotessile o polipropilene, fessure
di mm. 1,3 di larghezza (d.e. mm da 50 a 200);
2) tipo rigido a doppia parete corrugato, sez. circolare, fessure di mm 0,8 di larghezza, (d.i. mm da 100
a 250);
3) tipo tunnel corrugato con suola d'appoggio liscia , fessure mm 0,8 di larghezza (D.N. mm da 80 a
300).
Art. 30
(Modo di esecuzione dei lavori)
Tutti i lavori devono essere eseguiti in piena sicurezza, secondo le migliori regole d'arte, ogni prescrizione e norme tecniche in vigore al momento dell'esecuzione, e secondo le indicazioni della Direzione;
in particolare devono essere osservate le modalità' di seguito riportate.
Art. 30.01 - METODOLOGIE D’INDAGINE
Le indagini preliminari che potranno essere utilizzate saranno di due tipi:
a) indagini non distruttive;
b) indagini minimamente distruttive.
Nel primo caso si utilizzeranno tecnologie di analisi dei materiali o degli elementi da sottoporre ad
opere, che escludano interventi artificiali o a carattere invasivo tali da alterare in qualsiasi modo le caratteristiche fisico - chimiche delle parti oggetto di indagine.
A questa prima categoria appartengono le seguenti tecnologie:
1) fotogrammetria per la ripresa e restituzione di immagini fotografiche completamente prive di distorsioni provocate dall'impiego delle ottiche normalmente utilizzate;
2) termovisione per il rilevamento delle radiazioni elettromagnetiche (comprese tra 0,4 e 0,75 micron) e di immagini non comprese nella banda del visibile ma estese nel campo dell'infrarosso e più precisamente nella regione spettrale compresa tra 2 e 5,6 micron visualizzando su un monitor la mappa termica o termogramma della distribuzione della temperatura superficiale dei vari materiali;
3) misurazione della temperatura e dell'umidità effettuata con termometri ed igrometri in grado di
fornire i valori relativi alle superfici prese in esame; tali misurazioni possono essere eseguite anche con
strumentazioni elettroniche di precisione e con l'umidometro a carburo di calcio;
4) misurazione dei valori di inquinamento atmosferico attraverso la rilevazione dei dati sulle radiazioni solari, la direzione del vento, le precipitazioni e la pressione esterna;
5) la rilevazione fotografica con pellicole normali o all'infrarosso per un'analisi più approfondita delle
caratteristiche dei materiali e delle loro specificità fisico - chimiche;
6) endoscopia necessaria per l'esame ottico di condotti o cavità di piccole dimensioni per mezzo di
piccole telecamere o strumenti fotografici integrati con apparecchi illuminanti e, a volte, con l'impiego di
fibre ottiche;
7) misurazione degli inquinanti atmosferici effettuata con strumenti specifici per la rilevazione dei
parametri di anidride carbonica, anidride solforosa, anidride solforica, ossidi di azoto, acido cloridrico, polveri totali, solfati, cloruri, nitrati ed altre sostanze presenti in sospensione nell'aria o depositate sul terreno;
8) magnetometria impiegata per la rilevazione dei materiali ferrosi anche inglobati in altre sostanze;
la ricerca è basata sul principio dell'induzione elettromagnetica e lo strumento utilizzato è il metal -
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
detector che localizza la presenza di metalli con emissioni magnetiche effettuate da bobine o altri generatori di campi;
9) colorimetria che analizza il manufatto sulla base dell'indagine fotografica effettuata con una serie
di colorimetri standardizzati secondo la scala Munse che consentono l'individuazione delle varie sostanze
presenti nelle parti analizzate.
Esistono, inoltre, degli altri tipi di indagine che rientrano sempre tra quelli classificati non distruttivi ma con
piccolo grado di invasività, quali:
10) misurazioni del suono effettuate con fonometri in grado di emettere e captare delle onde sonore
registrando la deformazione delle onde elastiche che forniscono elementi per la valutazione del degrado
delle murature o eventuale presenza di lesioni;
11) indagini con ultrasuoni eseguite per mezzo di fonometri particolari in grado di emettere dei segnali su frequenze tra 0,5 e 1,5 MHz che vengono registrati da un captatore (interno all'apparecchio stesso) che misura:
- la velocità del suono in superficie per individuare le alterazioni superficiali dei materiali,
- le misure radiate, non sempre possibili (in quanto registrate sulla superficie esterna e su quella
interna), per verificare l'omogeneità dei materiali;
12) il rilievo della luminosità che viene misurato con un luxmetro che verifica l'illuminazione dei vari
oggetti, con un ultraviometro che misura la radiazione ultravioletta, con termometri e termografi per la misurazione della temperatura di colore - i dati rilevati vanno comparati a parametri standard che prevedono
un'illuminazione max di 250-300 lux per pietre e metalli, 180 lux per legno e dipinti (il lux equivale all'illuminazione prodotta da una sorgente di 1 candela su una superficie ortogonale ai raggi ad una distanza di
1 metro), temperatura di colore 4.000 K, umidità relativa 55-60%.
Oltre a quelle già descritte potranno essere utilizzate delle tecniche di analisi con caratteristiche distruttive di lieve entità, necessarie per la valutazione di alcuni parametri:
13) analisi con i raggi x per l'identificazione della struttura di una sostanza cristallina individuandone
i vari componenti;
14) prove chimiche necessarie per stabilire la composizione della malta che viene analizzata con:
- dissoluzione del campione in acido cloridrico con concentrazioni e temperature variabili;
- quantità di gas carbonico nei componenti carbonati;
- dosaggio per perdita al fuoco dell'acqua di assorbimento;
- dosaggio sostanze organiche;
15) analisi spettrofotometriche per l'identificazione ed il dosaggio degli ioni presenti in una soluzione
acquosa - campo del visibile (0,4-0,8 micron), ultravioletto (0,000136-0,4 micron) e infrarosso (0,8-400
nm);
16) microscopia ottica per l'analisi del colore, dei caratteri morfologici e delle caratteristiche specifiche di ciascuna sostanza;
17) microscopia elettronica per lo studio della distribuzione delle singole parti e dei prodotti di alterazione;
18) studio petrografico in sezione sottile per analizzare sezioni di materiale di spessore molto ridotto
ed osservate al microscopio elettronico a scansione;
19) analisi conduttometriche per la valutazione della presenza di sali solubili in acqua nel campione
esaminato senza stabilire il tipo di sale eventualmente presente.
Nei processi di analisi dei campioni potranno essere richieste anche le seguenti prove fisiche e meccaniche:
20) valutazione della porosità con porosimetri a mercurio e picnometri Beckman in grado di definire,
conseguentemente, il livello di permeabilità all'acqua e quindi lo stato di degrado di un materiale;
21) analisi granulometrica con setacci a maglie da 60 a 400 micrometri per la definizione della distribuzione del materiale e lo studio dei parametri conseguenti;
22) capacità di imbibizione definita con il controllo del peso prima e dopo l'immersione dei vari
campioni di materiali;
23) assorbimento per capillarità misurata su campioni posti a contatto con una superficie liquida;
24) prove di compressione, taglio e trazione eseguite sui campioni di vari materiali per la definizione
delle caratteristiche di ciascun elemento.
Art. 30.02 - SCAVI IN GENERE
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Gli scavi in genere per qualsiasi lavoro a mano o con mezzi meccanici dovranno essere eseguiti secondo i disegni di progetto e le particolari prescrizioni che saranno date all'atto esecutivo dalla Direzione
dei lavori.
Nell'esecuzione degli scavi in genere l'Impresa dovrà procedere in modo da impedire scoscendimenti e
franamenti, restando essa, oltreché' totalmente responsabile di eventuali danni alle persone ed alle opere,
altresì' obbligata a provvedere a suo carico e spese alla rimozione delle materie franate.
L'Impresa dovrà inoltre provvedere a sue spese affinché' le acque scorrenti alla superficie del terreno
siano deviate in modo che non abbiano a riversarsi nei cavi.
Le materie provenienti dagli scavi in genere, ove non siano utilizzabili, o non ritenute adatte, a giudizio
insindacabile della Direzione, ad altro impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto fuori dalla sede
del cantiere, ai pubblici scarichi, ovvero su aree che l'Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese.
Qualora le materie provenienti dagli scavi dovessero essere utilizzate per tombinamenti o rinterri esse dovranno essere depositate in luogo adatto, accettato dalla Direzione dei Lavori, per essere poi riprese a
tempo opportuno.
In ogni caso le materie depositate non dovranno riuscire di danno ai lavori, alle proprietà' pubbliche o
private ed al libero deflusso delle acque scorrenti in superficie.
La Direzione dei lavori potrà fare asportare, a spese dell'Impresa, le materie depositate in contravvenzione alle precedenti disposizioni.
30.02.01 - SCAVI DI SBANCAMENTO
Per scavi di sbancamento o sterri andanti s'intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione del terreno su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili,
giardini, scantinati, piani di appoggio per platee di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali
ecc. e in genere tutti quelli eseguiti a sezione aperta su vasta superficie ove sia possibile l'allontanamento
delle materie di scavo evitandone il sollevamento, sia pure con la formazione di rampe provvisorie, ecc.
Saranno pertanto considerati scavi di sbancamento anche quelli che si trovano al di sotto del piano di
campagna o del piano stradale (se inferiore al primo), quando gli scavi rivestano i caratteri sopra accennati.
30.02.03 - SCAVI DI FONDAZIONE
Per scavi di fondazione in generale si intendono quelli incassati ed a sezione ristretta necessari per dar
luogo ai muri o pilastri di fondazione propriamente detti.
In ogni caso saranno considerati come scavi di fondazione quelli per dar luogo alle fogne, condutture,
fossi e cunette.
Qualunque sia la natura e la qualità' del terreno, gli scavi per fondazione dovranno essere spinti fino
alla profondità' che dalla Direzione dei Lavori verrà ordinata all'atto delle loro esecuzioni tenendo in debito
conto il D.M. 11 marzo 1988 riguardante le norme tecniche in terreni, nelle opere di sostegno e di fondazione e la relativa Circ. M. LL.PP. 24 settembre 1988, n. 30483.
Le profondità' che si trovino indicate nei disegni di consegna sono perciò' di semplice avviso e l'Amministrazione appaltante si riserva piena facoltà' di variarle nella misura che reputerà' più conveniente, senza
che ciò' posa dare all'Impresa motivo alcuno di fare eccezioni o domande di speciali compensi, avendo
essa soltanto diritto al pagamento del lavoro eseguito, coi prezzi contrattuali stabiliti per le varie profondità'
da raggiungere.
E' vietato all'Impresa, sotto pena di demolire il già' fatto, di por mano alle murature prima che la Direzione dei lavori abbia verificato ed accettato le fondazioni.
I piani di fondazione dovranno essere generalmente orizzontali, ma per quelle opere che cadono sopra
falde inclinate, dovranno, a richiesta della Direzione dei lavori, essere disposti a gradini ed anche con determinate contropendenze.
Compiuta la muratura di fondazione, lo scavo che si fosse dovuto fare in più' all'ingiro della medesima,
dovrà essere diligentemente riempito e costipato, a cura e spese dell'Impresa, con le stesse materie scavate, sino al piano del terreno naturale primitivo.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorre, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con
robuste armature, in modo da assicurare abbondantemente contro ogni pericolo gli operai, ed impedire
ogni smottamento di materiale durante l'esecuzione tanto degli scavi quanto delle murature.
L'Impresa e' responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che potessero
accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali essa deve prov-
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
vedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie, senza rifiutarsi per nessun motivo di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo le venissero impartite dalla Direzione dei lavori.
Col procedere delle murature l'Impresa potrà recuperare i legami costituenti le armature, semprechè non
si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà dell'Amministrazione; i legnami pero', che a giudizio della Direzione dei lavori, non potessero essere tolti senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.
30.02.04 - SCAVI SUBACQUEI E PROSCIUGAMENTI
Se dagli scavi in genere e dai cavi di fondazione, malgrado l'osservanza delle prescrizioni di cui all'art.
7.01, l'Impresa, in caso di sorgive o filtrazioni, non potesse far defluire l'acqua naturalmente, e' in facoltà'
della Direzione dei lavori di ordinare, secondo i casi, e quando lo riterrà opportuno, l'esecuzione degli scavi subacquei, oppure il prosciugamento.
Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità' maggiore di 20
cm. sotto il livello costante, a cui si stabiliscono le acque sorgive dei cavi, sia naturalmente, sia dopo un
parziale prosciugamento ottenuto con macchine o con l'apertura di canali fugatori.
Il volume di scavo eseguito in acqua, sino ad una profondità' non maggiore di 20 cm. da suo livello costante, verrà perciò' considerato come scavo in presenza d'acqua ma non come scavo subacqueo.
Quando la Direzione dei lavori ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto, sia durante l'escavazione, sia durante l'esecuzione delle murature o di altre opere di fondazione, gli esaurimenti relativi verranno eseguiti in economia, e l'Impresa, se richiesta, avrà l'obbligo di fornire le macchine e gli operai necessari.
Per i prosciugamenti praticati durante l'esecuzione delle murature, l'Impresa dovrà adottare tutti quegli
accorgimenti atti ad evitare il dilavamento delle malte.
Art. 30.03 - RILEVATI E RINTERRI
Per la formazione dei rilevati o per qualunque opera di rinterro, ovvero per riempire i vuoti tra le pareti
dei cavi e le murature, o da addossare alle murature, e fino alle quote prescritte dalla Direzione dei Lavori,
si impiegheranno in generale, e, salvo quanto segue, fino al loro totale esaurimento, tutte le materie provenienti dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti sul lavoro, in quanto disponibili ed adatte, a giudizio della
Direzione dei lavori, per la formazione dei rilevati.
Quando venissero a mancare in tutto o in parte i materiali di cui sopra, si provvederanno le materie occorrenti prelevandole ovunque l'Impresa crederà' di sua convenienza, purché' i materiali siano riconosciuti
idonei dalla Direzione dei lavori.
Per i rilevati e i rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose, restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e,
in genere, di tutte quelle che con l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perché' la
loro esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie ben sminuzzate con la maggiore regolarità' e precauzione, in modo da caricare uniformemente le
murature su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito.
Le materie trasportate in rilievo o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera per essere riprese poi
e trasportate con carriole, barelle ed altro mezzo, purché' a mano, al momento della formazione dei suddetti rinterri.
Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie stesse, da farsi
secondo le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei lavori.
E' vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata o imperfetta osservanza delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completa carica dell'Impresa.
E' obbligo dell'Impresa, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati durante la loro costruzione,
quelle maggiori dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinché' all'epoca del collaudo i rilevati
eseguiti abbiano dimensioni non inferiori a quelle ordinate.
L'Impresa dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate con i cigli ben allineati e profilati
e compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli,
la ripresa e la sistemazione delle scarpate e l'espurgo dei fossi.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
La superficie del terreno sul quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà scorticata ove occorre e, se inclinata sarà tagliata a gradoni con leggere pendenze verso monte.
Art. 30.04 - PARATIE E CASSERI
Le paratie o casseri in legname occorrenti per le fondazioni debbono essere formati con pali o tavoloni o
palancole infissi nel suolo, e, con longarine o filagne di collegamento in uno o più ordini, a distanza conveniente. della qualità e dimensioni prescritte. I tavoloni devono essere battuti a perfetto contatto l'uno con
l'altro; ogni palo o tavolone che si spezzi sotto la battitura, o che nella discesa devii dalla verticale, deve
essere dall'Impresa, a sue spese, estratto e sostituito o rimesso regolarmente se ancora utilizzabile.
Le
teste dei pali e dei tavoloni, previamente spianate, devono essere, a cura e spese dell'Impresa, munite di
adatte cerchiature in ferro per evitare scheggiature e gli altri guasti che possono essere causati dai colpi di
maglio.
Quando poi la Direzione dei lavori lo giudichi necessario, le punte dei pali e dei tavoloni debbono essere munite di puntazze di ferro del modello e peso prescritti.
Le teste delle palancole debbono essere portate regolarmente a livello delle longarine, recidendone la
parte sporgente, quando sia riconosciuta l'impossibilita' di farle maggiormente penetrare nel suolo.
Quando le condizioni del sottosuolo lo permettono, i tavoloni o le palancole, anziché infissi, possono
essere posti orizzontalmente sulla fronte dei pali stessi con robusta ed abbondante chiodatura, in modo
da formare una parte stagna e resistente.
Art. 30.05 - DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
30.05.00 LINEE GENERALI
Le demolizioni di murature, calcestruzzi ecc., sia in rottura che parziali o complete, devono essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni, in modo da non danneggiare le residue murature, da
prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da evitare incomodi o disturbo.
Rimane pertanto vietato di gettare i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati
in basso, e di sollevare polvere, per il che tanto le murature quando i materiali di risulta dovranno essere
opportunamente bagnati.
Nelle demolizioni o rimozioni l'Impresa deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature
per sostenere le parti che devono restare e disporre in modo da non deteriorare i materiali risultanti, i quali
tutti devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di danni a favore dell'Amministrazione appaltante.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza
di puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno
pure a cura e spese dell'Impresa, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente demolite.
Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei lavori, devono essere opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi deposito che verranno indicati dalla
Direzione stessa usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel
loro arrestamento e per evitare la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà' dell'Amministrazione appaltante, la quale potrà' ordinare all'Impresa di impiegarli in tutto o in parte nei lavori appaltati, ai sensi dell'art. 40 del vigente Capitolato generale, con i prezzi indicati nell'elenco del presente Capitolato.
I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni devono sempre dall'Impresa essere trasportati fuori dal cantiere nei punti indicati od alle pubbliche discariche.
In particolare:
30.05.01 DISPOSITIVI AMBIENTALI DI PROTEZIONE
Sono considerati come dispositivi ambientali di protezione quei dispositivi atti a prevenire la dispersione di
un agente di rischio oltre i confini dominabili del cantiere.
Le opere di demolizione che possono coinvolgere, per natura dei materiali oggetto della demolizione, per particolarità dei mezzi impiegati e per dimensioni, l'intorno ambientale del sito oggetto della demolizione medesima devono essere, a cura dell'APPALTATORE, adeguatamente protetti in modo da evitare
l'innesco di fenomeni di dispersione ambientale di materiali, liquidi, gas, polveri, rumore, vibrazioni e di
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
ogni altro agente di rischio capace di travalicare i confini ristretti del cantiere medesimo e di conseguenza
impedirne il facile ed economico controllo.
Particolare attenzione dovrà essere posta nell'allestimento del cantiere di demolizione allo scopo di
predisporre idonei strumenti di confinamento del sito, di scelta della stagione, dell'orario di lavoro, di restrizione organizzata della libertà di movimento di terzi, di organizzazione delle porte di accesso alla zona
di lavoro, di controllo dell'interferenza operativa con altre attività economico - produttive ed ogni altra possibile azione capace di estendere o allargare gli effetti di un’eventuale contaminazione esterna da parte
degli agenti di rischio.
Il processo di verifica dell'attendibilità del sistema di protezione previsto dovrà essere tarato sulle
seguenti fasi di controllo a cascata degli effetti:
1. sistema o procedura di protezione principale;
2. sistema o procedura di emergenza atto ad intervenire in automatico in caso di avaria del sistema
principale di protezione;
3. sistema o procedura secondaria di intervento in caso di mal funzionamento o avaria del sistema
o della procedura di emergenza;
4. sistema o procedura di intervento in caso di mancato dominio degli agenti per mal funzionamento
dei sistemi di protezione previsti o per eventuali processi di contaminazioni su cui non è stato possibile attuare protezione preliminare progettata.
Gli operatori del cantiere dovranno essere adeguatamente formati a cura dell'APPALTATORE sull'utilizzo e il mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione ambientale.
La STAZIONE APPALTANTE autorizza la DIREZIONE DEI LAVORI alla verifica dell'esistenza di
adeguate protezioni ambientali, e a segnalare per raccomandata espresso, con preavviso a mezzo facsimile destinato all'APPALTATORE e per conoscenza alla STAZIONE APPALTANTE, ogni imperizia nell'espletamento delle predette opere. Questa materia può essere oggetto di sospensione dei lavori e di rivalsa economica nei confronti della garanzia fideiussoria prestata dall'APPALTATORE al momento della stipula del contratto.
Dette opere non possono essere subappaltate dall'APPALTATORE senza la preventiva autorizzazione da parte della STAZIONE APPALTANTE, ovvero, della DIREZIONE DEI LAVORI.
30.05.02 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA DEGLI OPERATORI
Sono considerati sistemi di protezione collettiva degli operatori quei dispositivi che vengono predisposti preventivamente all'insorgenza del rischio e che fanno parte dell'allestimento del cantiere o della
specifica fase di lavoro.
Le opere di demolizione che coinvolgono maestranze o operatori che a vario livello e con differente
mansione frequentano il sito del cantiere devono essere organizzate prevedendo, ove possibile, un sistema o una procedura di prevenzione collettiva.
Il processo di verifica dell'attendibilità del sistema di protezione collettiva previsto dovrà essere tarato sulle seguenti fasi di controllo a cascata degli effetti:
1. il rischio dovrà essere annullato all'origine a cura dell'APPALTATORE;
2. qualora ciò non sia possibile in tutto o in parte sarà obbligo dell'APPALTATORE predisporre
strumenti di protezione collettiva atti a diminuire gli effetti di pericolosità e nocività dell'azione produttiva;
3. di conseguenza ad una non completa attenuazione dei rischi dovranno essere predisposti, a cura
dell'APPALTATORE, idonei dispositivi individuali di protezione capaci di intervenire come secondo livello
di protezione in caso di inefficienza o inefficacia dei livelli complessivi di protezione adottati.
Per dispositivi di protezione collettiva vanno genericamente intesi tutti gli strumenti e le procedure
atti a determinare una complessiva protezione degli operatori coinvolti indistintamente dalla loro individuale posizione o azione produttiva. Sono intendibili come efficaci strumenti atti allo scopo tutti quei dispositivi
atti a delimitare o attenuare il rischio alla zona operativa ove a luogo la mansione interessata direttamente
dal rischio.
Sono considerati come strumenti collettivi di protezione particolarmente importanti nell'organizzazione del cantiere di demolizione i dispositivi atti a:
- evitare la caduta dall'alto degli operatori;
- evitare il franamento dei materiali e dei terreni;
- evitare il cedimento o la rovina di parti o di complessi di fabbricato oggetto di azioni produttive;
- evitare la dispersione di polveri, rumore, vibrazioni, schegge, gas, fumi, liquidi, materiali solidi tossici o nocivi ed ogni altro agente di rischio noto negli effetti dannosi al momento dell'appalto, al di sopra
dei limiti previsti dalle disposizioni vigenti;
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
- evitare la caduta dall'alto di macerie o di attrezzature o parti di esse;
- evitare la frequentazione del cantiere da parte di persone non autorizzate;
- segnalare la presenza di carichi sospesi, di mezzi o impianti in movimento, di pericoli generici in
atto, di possibili folgorazioni elettriche, di presenza di materiali infiammabili ed esplosivi;
- segnalare la presenza di operazioni di particolare rischio;
- segnalare la presenza di percorsi obbligati;
- segnalare l'obbligo di particolari comportamenti degli operatori;
- permettere una protetta ed ergonomica azione produttiva da parte degli operatori del cantiere.
I dispositivi collettivi di protezione devono essere predisposti a cura dell'APPALTATORE prima dell'insorgenza del rischio o dell'inizio dell'operazione o lavorazione che ne è fonte. La loro esecuzione, se
del caso, deve essere oggetto di opportuna progettazione commissionata dall'APPALTATORE a tecnico
abilitato di sua fiducia.
Gli operatori del cantiere dovranno essere adeguatamente formati a cura dell'APPALTATORE sull'utilizzo e il mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione collettiva.
La STAZIONE APPALTANTE autorizza la DIREZIONE DEI LAVORI alla verifica dell'esistenza di
adeguate protezioni collettive e di segnalare per raccomandata espresso, con preavviso a mezzo facsimile destinato all'APPALTATORE e per conoscenza alla STAZIONE APPALTANTE, ogni imperizia nell'espletamento delle predette opere. Questa materia può essere oggetto di sospensione dei lavori e di rivalsa economica nei confronti della garanzia fideiussoria prestata dall'APPALTATORE al momento della stipula del Contratto.
Dette opere non possono essere subappaltate dall'APPALTATORE senza la preventiva autorizzazione da parte della STAZIONE APPALTANTE, ovvero, della DIREZIONE DEI LAVORI.
30.05.03 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
Sono considerati dispositivi di protezione individuale gli strumenti e le procedure atti a proteggere in
ultima istanza il lavoratore singolo da rischi che non possano essere annullati o attenuati da dispositivi di
protezione collettiva.
I dispositivi di protezione individuale dovranno essere posti a disposizione della richiesta e dell'utilizzo dei lavoratori in piena efficienza d'uso a cura dell'APPALTATORE per tutta la durata del rischio.
Sono considerati come dispositivi di protezione individuale, particolarmente indispensabili in caso di
demolizione, gli strumenti o le procedure atti a:
- evitare la caduta dall'alto degli operatori;
- evitare l'assunzione di polveri, rumore, vibrazioni, schegge, gas, fumi, liquidi, materiali solidi tossici
o nocivi ed ogni altro agente di rischio noto negli effetti dannosi al momento dell'appalto al di sopra dei limiti previsti dalle disposizioni vigenti;
- proteggere dalle cadute dall'alto di macerie o di attrezzature o parti di esse;
- permettere una protetta ed ergonomica azione produttiva da parte degli operatori del cantiere.
Gli operatori del cantiere dovranno essere adeguatamente formati a cura dell'APPALTATORE sull'utilizzo e il mantenimento in efficienza dei dispositivi di protezione individuale.
La STAZIONE APPALTANTE autorizza la DIREZIONE DEI LAVORI alla verifica dell'esistenza e
l'utilizzo di adeguate protezioni individuali e di segnalare per raccomandata espresso, con preavviso a
mezzo facsimile destinato all'APPALTATORE e per conoscenza alla STAZIONE APPALTANTE, ogni imperizia nell'espletamento delle predette opere. Questa materia può essere oggetto di sospensione dei lavori e di rivalsa economica nei confronti della garanzia fideiussoria prestata dall'APPALTATORE al momento della stipula del Contratto.
30.05.04 VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE
L'esecuzione di talune opere di demolizione, in particolari condizioni di rischio o in presenza di entità particolarmente estese per dimensioni, potrà richiedere una preventiva elaborazione di valutazioni di
impatto ambientale rivolte a dimensionare e comprendere le misure di protezione messe in atto allo scopo
di eliminare o attenuare o proteggere dall'insorgenza di un rischio ambientale di particolari dimensioni ed
estensione. Detta procedura dovrà essere predisposta a cura dell'APPALTATORE mediante il coinvolgimento informativo della STAZIONE APPALTANTE, ovvero, della DIREZIONE DEI LAVORI.
Opere di demolizione effettuate con particolari mezzi, la collocazione di impianti di frantumazione in
loco, la realizzazione di evidenti e ingombranti opere provvisionali destinate ad impegnare suolo pubblico
in presenza di zone ambientalmente tutelate per lunghi periodi, ecc. potrebbero essere vincolate dall'am-
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
ministrazione competente che si riserva di rilasciare concessione alle opere solo previa presentazione di
una documentazione comprovante l'avvenuta valutazione del rischio presente e il programma di intervento
da esse derivante.
La STAZIONE APPALTANTE autorizza la DIREZIONE DEI LAVORI alla verifica del completo espletamento da parte dell'APPALTATORE delle procedure amministrative relative a eventuali richieste di
valutazione ambientale in riferimento all'oggetto ed alle attrezzature impiegate nella demolizione e di verificare eventuali inadempienze in proposito segnalandole per raccomandata espresso, con preavviso a
mezzo facsimile destinato all'APPALTATORE e per conoscenza alla STAZIONE APPALTANTE.
Questa materia può essere oggetto di sospensione dei lavori e di rivalsa economica nei confronti
della garanzia fideiussoria prestata dall'APPALTATORE al momento della stipula del Contratto.
30.05.05 DISCONNESSIONE DA RETI URBANE D’APPROVVIGIONAMENTO
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere affinché tutte le forniture di acqua, gas, energia elettrica,
ecc. siano in stato di assoluto controllo intendendo con questo la possibilità, se richiesta, di avere un solo
punto di allaccio, evidenziato con i dovuti modi, eliminando tutti gli altri punti in modo definitivo.
Rimane a carico dell'APPALTATORE l'onere dell'utilizzo di strumenti adeguati per l'individuazione
dei relativi impianti esistenti e l'eventuale richiesta agli organi competenti di un sopralluogo onde evidenziare la presenza di altre fonti non evidentemente utilizzate e/o indicate in progetto.
30.05.06 MODALITA’ DI SMONTAGGIO E DEMOLIZIONE DELLE PARTI D'OPERA
Con la presentazione dell’offerta, anche per l’opera di demolizione l'APPALTATORE dichiara di aver presa visione dello stato di fatto delle opere da eseguire e della natura dei manufatti. Così pure per la
descrizione delle disposizioni di smontaggio e demolizione delle parti d'opera sostenute nel presente Capitolato.
Manufatti decorativi e opere di pregio.
Per manufatti decorativi e opere di pregio si intendono tutti i manufatti di qualsiasi materiale che costituiscono parte integrante dell'edificio e dei suoi caratteri stilistici interni ed esterni. Sono altresì considerati allo stesso modo i decori o manufatti realizzati in passati allestimenti dell'edificio e volutamente occultati da successive operazioni di ristrutturazione e manutenzione. Tali manufatti potrebbero essere oggetto
di tutela in quanto patrimonio storico, archeologico, architettonico e sottoposti a vincolo da parte dell'autorità competente.
La STAZIONE APPALTANTE riporterà in progetto o segnalerà per iscritto all'APPALTATORE prima
dell'avvio delle opere (inizio lavori), la presenza di manufatti di decoro o di pregio estetico connessi o fissati ai paramenti murari, soffitti, pavimenti, ecc. di cui si intende salvaguardare l'integrità.
Per ogni altro manufatto decorativo applicato o integrato nella costruzione l'APPALTATORE potrà
procedere con i mezzi di demolizione, ove previsto dalle indicazioni di progetto, nei tempi e nelle modalità
ritenute utili.
Durante i lavori di demolizione, il ritrovamento di decori o manufatti di evidente pregio storico, tipologico, sacro, artistico, o comunque di pregevole manifattura saranno immediatamente segnalati alla
DIREZIONE DEI LAVORI che, di concerto con la STAZIONE APPALTANTE, indicherà all'APPALTATORE le condizioni e le operazioni necessarie alla salvaguardia e rimozione del manufatto, al loro temporaneo stoccaggio in luogo protetto e opportunamente assicurabile.
Ogni occultamento o rovina dolosa di tali manufatti o decori, prima o dopo la loro asportazione e fino alla loro permanenza in cantiere, sarà motivo di annullamento del contratto e rivalsa della STAZIONE
APPALTANTE nei confronti dell'APPALTATORE attraverso azione sulle garanzie fideiussorie prestate alla
sottoscrizione del Contratto.
Serramenti.
Per serramenti si intendono tutti i sistemi di protezione delle aperture disposte sull'involucro esterno
dell'edificio e sui paramenti orizzontali e verticali interni sia intermedi che di copertura, a falde orizzontali o
inclinate che siano.
Tali serramenti potranno essere in legno, acciaio, PVC, alluminio, materiali polimerici non precisati,
ecc., e sono solitamente costituiti da un sistema di telai falsi, fissi e mobili.
Prima dell'avvio della rimozione dei serramenti l'APPALTATORE procederà a rimuovere tutti i vetri
e abbassarli alla quota di campagna per l'accatastamento temporaneo o per il carico su mezzo di trasporto alle pubbliche discariche.
I serramenti, in caso di demolizione parziale, dovranno essere rimossi senza arrecare danno ai paramenti murari ovvero tagliando con mola abrasiva le zanche di ancoraggio del telaio o del falso telaio alla
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
muratura medesima, senza lasciare elementi metallici o altre asperità in sporgenza dal filo di luce del vano.
Qualora la STAZIONE APPALTANTE intenda riutilizzare tutti o parte dei serramenti rimossi dovrà
segnalare o in progetto o per iscritto all'APPALTATORE prima dell'inizio lavori, il numero, il tipo e la posizione degli stessi che, saranno rimossi integralmente e stoccati in luogo protetto dalle intemperie e dall'umidità di risalita o dagli urti, separatamente dagli altri in attesa di definizione della destinazione.
Impianti.
Per impianti si intendono tutti gli apparati destinati alla produzione, approvvigionamento e distribuzione dell'acqua potabile, del gas, del vapore, del riscaldamento dei locali, del loro refrigeramento o condizionamento termico, dell'energia elettrica in ogni forma e potenza erogata, di allarme, di rilevazione fumi
e gas, di circuitazione chiusa delle immagini o delle comunicazioni sonore, di irrigazione, di raccolta e
convogliamento delle acque di scarico e di convogliamento delle acque meteoriche, di raccolta convogliamento e stazionamento delle acque nere, di raccolta e convogliamento delle acque reflue domestiche,
di aspirazione forzata, di circuitazione tra apparecchi di ricezione ed antenne, di telefonia interna o esterna, di scarico dei fumi, di sifonaggio.
Gli impianti sono genericamente classificabili ai termini della demolizione in varie tipologie:
1. impianti con centrale di produzione e rete di distribuzione in pressione dei fluidi;
2. impianti con centrale di produzione e rete di distribuzione di gas o aria compressa;
3. impianti con contatore centrale e rete di distribuzione di corrente elettrica o di segnali elettrici;
4. impianti di scarico dei fluidi;
5. impianti di scarico dei fumi;
6. impianti di trasferimento dell'aria.
Indistintamente dalla tipologia di impianto la prima operazione di cui l'APPALTATORE deve accertarsi è che l'apparato di produzione risulti spento e scollegato dalla rete di alimentazione, ovvero impossibilitato a rimettersi in funzione accidentalmente; che l'impianto sia svuotato dei fluidi o dei gas residui presenti nella rete di distribuzione interna all'edificio o all'unità immobiliare; che l'utilizzatore finale sia scollegato da alimentazioni ausiliarie di energia.
Sarà inoltre accertato a cura dell'APPALTATORE che non vi siano impianti di emergenza attivabili
autonomamente all'interruzione del sistema principale o che gli stessi vengano opportunamente isolati,
che sia comunque accertato l'ingresso dell'alimentazione di corrente elettrica, gas e acqua all'interno del
cantiere di demolizione.
L'APPALTATORE, per gli scopi produttivi e di igiene che caratterizzano i suoi temporanei bisogni, si
avvarrà di appositi allacci sia in alimentazione che in scarico.
Non dovranno in alcun modo essere utilizzati dall'APPALTATORE gli approvvigionamenti elettrici, di
gas e di acqua dell'edificio da demolire totalmente o parzialmente.
L'intervento sull'impianto dell'abitazione dovrà lasciare in ogni momento piena funzionalità agli approvvigionamenti del cantiere.
La demolizione degli impianti sarà effettuata in relazione alle indicazioni progettuali previste dagli
specifici allegati. In particolare sarà posta dall'APPALTATORE una cura specifica nella rimozione preventiva delle parti metalliche, dei canali, delle gronde, dei pluviali, delle colonne e degli utilizzatori integrati o
non con gli elementi murari.
La demolizione delle canne fumarie o delle colonne di scarico in amianto cemento sarà effettuata
prima della demolizione parziale o totale della cortina muraria che li contiene, previa attuazione della procedura prevista nello specifico punto del presente Capitolato.
Solo ad operazione di bonifica effettuata sarà possibile procedere con la demolizione.
Sarà cura dell'APPALTATORE controllare che gli impianti di produzione del vapore, dell'acqua calda, del freddo e dell'aria compressa siano stati scollegati dagli impianti di produzione con il dovuto anticipo
e opportunamente spurgati dei residui di pressione accumulati.
La demolizione degli impianti di scarico dovrà essere effettuata dall'Appaltatore curando la chiusura e lo
scollegamento della rete dalla fossa di raccolta tipo Imhoff, allo scopo di evitare il rigurgito di fluidi e l'ingresso di scorie e detriti nell'impianto qualora questo debba essere riutilizzato.
Prima della rimozione dei canali di scarico interrati e della fossa biologica di raccolta o delle vasche
di sedimentazione dei residui organici occorre che apposito APPALTATORE abbia provveduto, per nome
e per conto dell'APPALTATORE, a svuotare gli stessi.
Controsoffitti.
Per controsoffitti si intendono i sistemi o componenti o prodotti di varia natura, forma e tipologia di
ancoraggio che possono essere applicati all'intradosso delle partizioni intermedie con scopo fonoassorbente, isolante, estetico di finitura, ecc.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Tali apparati devono essere rimossi preventivamente alla rimozione dei serramenti applicati alle
chiusure esterne verticali e orizzontali allo scopo di contenere la dispersione di polveri, fibre, ecc.
Prima della rimozione degli apparati di controsoffittatura l'Appaltatore dovrà accertarsi che siano state
prese alcune importanti precauzioni:
- disconnessione della rete impiantistica elettrica di alimentazione degli utilizzatori presenti nel controsoffitto;
- disconnessione di ogni rete passante tra intradosso del solaio e controsoffitto;
- accertamento per prelievo ed esame di laboratorio della presenza di amianto, fibre tossiche, o altro agente di rischio per gli operatori e per gli abitanti.
Qualora il controsoffitto contenga fibre tossiche per l'organismo umano se respirate, l'ambiente oggetto della demolizione dovrà essere restituito alla STAZIONE APPALTANTE previa pulitura di ogni superficie per aspirazione e certificazione scritta di avvenuta bonifica dei locali e di restituzione in condizioni
di inquinamento di fondo al di sotto delle soglie di rischio.
I materiali componenti il controsoffitto, qualora sia ravvisata la presenza di fibre e sostanze tossiche
per inalazione, saranno smaltite con le stesse precauzioni osservate per la sostanza tossica.
I materiali metallici componenti l'apparato di controsoffittatura sono di proprietà dell'APPALTATORE
che potrà valutarne l'utilizzo o lo smaltimento nei limiti consentiti dalla legislazione vigente.
Tamponamenti e intercapedini.
Per tamponamenti e intercapedini si intendono le partizioni interne opache e le chiusure verticali esterne prive di funzione strutturale atte a chiudere e garantire adeguato isolamento termico - acustico e
impermeabilizzazione con l'esterno.
Prima di attuare la demolizione di tali parti strutturali l'APPALTATORE avrà cura di effettuare sondaggi anche parzialmente distruttivi atti a verificare la consistenza materica, le altezze e gli spessori in gioco.
Prima della demolizione delle intercapedini e dei tamponamenti l'Appaltatore valuterà se del caso di lasciare i serramenti di chiusura verticale allo scopo di circoscrivere la rumorosità e la polverulenza dell'operazione, oppure di apporre apposite temporanee chiusure sulle aperture da cui i serramenti sono già stati
rimossi.
Ravvisata la presenza di materiali non omogenei l'APPALTATORE provvederà a effettuare una
demolizione parziale delle parti realizzate in materiale inerte o aggregato di inerti procedendo dall'interno
verso l'esterno e dal basso verso l'alto, rimuovendo le macerie del piano prima di iniziare le operazioni del
piano superiore.
Prima della rimozione degli apparati di intercapedini e tamponamenti l'APPALTATORE dovrà accertarsi che siano state prese alcune importanti precauzioni:
- disconnessione della rete impiantistica elettrica di alimentazione degli utilizzatori presenti nelle pareti;
- accertamento per prelievo ed esame di laboratorio della presenza di amianto, fibre tossiche, o altro agente di rischio per gli operatori e per gli abitanti.
Qualora le pareti contengano materiali a base di fibre tossiche per l'organismo umano, se respirate,
l'ambiente oggetto della demolizione dovrà essere restituito alla STAZIONE APPALTANTE previa pulitura
di ogni superficie per aspirazione e certificazione scritta di avvenuta bonifica dei locali e di restituzione in
condizioni di inquinamento di fondo al di sotto delle soglie di rischio.
La presenza di eventuali membrane polimero - bituminose o strati in PVC destinati a barriera vapore dovranno essere rimossi a parte e non aggregati alle macerie inerti.
La conservazione in cantiere di tali materiali dovrà tenere conto della loro facile infiammabilità.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei tamponamenti e delle strutture verticali.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta, gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
Durante le lavorazioni l'APPALTATORE dovrà attenersi scrupolosamente alle disposizioni e istruzioni per la demolizione delle strutture verticali, dovrà utilizzare attrezzature per il taglio dei ferri di armatura dei pilastri conformi alle norme di sicurezza, le demolizioni per rovesciamento, per trazione o spinta saranno effettuate solo per strutture fino ad altezza pari a m 10,00 , l'utilizzo delle attrezzature per il rovesciamento dovranno essere conformi alle norme di sicurezza, dovrà essere garantito l'utilizzo di schermi,
mantovane, ecc. per evitare la caduta di materiale durante l'operazione ed in ogni modo dovrà essere delimitata l'area soggetta a caduta di materiale durante l'operazione specifica.
Sottofondi.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Per sottofondi si intendono gli strati di materiale che desolidarizzano le partizioni intermedie o di
chiusura orizzontale dell'edificio dal rivestimento posto in atto.
Tali sottofondi possono essere rimossi dopo che è stata verificata la disconnessione delle reti idrauliche di approvvigionamento, di riscaldamento e di fornitura della corrente elettrica che in essi possono
essere state annegate.
Qualora la polverosità dell'operazione risulti particolarmente evidente e le protezioni o il confinamento ambientale siano inefficaci l'APPALTATORE avrà cura di bagnare continuamente il materiale oggetto dell'operazione allo scopo di attenuarne la polverosità.
Tale verifica sarà effettuata a cura dell'APPALTATORE che procederà alla demolizione dei sottofondi secondo procedimento parziale o insieme alla demolizione della struttura portante. Prima della demolizione parziale del sottofondo di pavimentazione all'interno di un'unità immobiliare parte di una comunione di unità l'APPALTATORE dovrà accertarsi che all'interno di questo sottofondo non siano state poste
reti di elettrificazione del vano sottostante, che nella fattispecie possono non essere state disconnesse.
La demolizione parziale del sottofondo di aggregati inerti produce particolare polverulenza che
dovrà essere controllata dall'APPALTATORE allo scopo di limitarne e circoscriverne la dispersione.
La scelta delle attrezzature destinate alla demolizione parziale del sottofondo dovrà tenere in considerazione la natura della struttura portante, la sua elasticità, l'innesco di vibrazioni e la presenza di apparecchiature di particolare carico concentrato gravanti sul solaio portante della partizione orizzontale.
Manti impermeabilizzanti e coperture discontinue.
Per manti impermeabilizzanti si intendono le membrane di materiale prodotto per sintesi polimerica o polimero - bituminosa, che possono essere individuate nella rimozione della stratigrafia di chiusura
orizzontale opaca allo scopo di garantirne l'impermeabilità.
Tali componenti devono essere rimossi prima della demolizione del sottofondo e della demolizione dello
stesso solaio e a cura dell'Appaltatore devono essere accatastati in separata parte del cantiere allo scopo
di prevenire l'incendiabilità di tali materiali stoccati.
La sfiammatura delle membrane allo scopo di desolidarizzarne l'unitarietà nei punti di sovrapposizione sarà effettuata da personale addestrato all'utilizzo della lancia termica e al camminamento delle coperture, dotato di idonei dispositivi individuali di protezione, previsti i necessari dispositivi collettivi di protezione dalle cadute dall'alto.
Sporti, aggetti, cornicioni e manufatti a sbalzo.
Per sporti si intendono tutte le partizioni o chiusure orizzontali o inclinate che fuoriescono a sbalzo
dalla sagoma dell'edificio. Tali manufatti possono essere generalmente costruiti in cemento armato, legno, acciaio; in talune occasioni hanno parti di riempimento in latero - cemento, o laterizio.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle parti d'opera in aggetto.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
L'operazione di demolizione di tali manufatti sarà eseguita dall'Appaltatore dopo aver curato la desolidarizzazione di ringhiere metalliche o lignee dalla muratura di chiusura verticale dell'edificio, con idonee cesoie idrauliche montate su macchina operatrice da cantiere o mediante martello demolitore con operatore
posto su struttura provvisionale non ancorata alla chiusura portante solidale con il manufatto a sbalzo.
L'operatore deve preferibilmente essere posto ad una quota superiore al piano di calpestio dell'aggetto e non deve in ogni modo farsi sostenere dalla struttura a sbalzo.
La demolizione parziale o totale dello sporto avverrà solamente dopo che a cura dell'APPALTATORE saranno state chiuse tutte le aperture sottostanti all'aggetto ed impedito il transito temporaneo di
chiunque nella zona di possibile interferenza del crollo del manufatto.
Lattonerie.
Per lattonerie si intendono i manufatti metallici o in materiali polimerici che perimetrano le coperture, gli aggetti e gli sporti.
Tali manufatti saranno rimossi dall'APPALTATORE prima di dar luogo alla demolizione strutturale
del manufatto a cui sono aderenti.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle lattonerie.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
Il loro accatastamento in cantiere deve avvenire, a cura dell'APPALTATORE, in zona distante dalle
vie di transito. Se si prevede un lungo stoccaggio in cantiere di tali manufatti metallici rimossi si rende ne-
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
cessario che l'APPALTATORE provveda ad un collegamento degli stessi con un sistema temporaneo di
messa a terra a protezione delle scariche atmosferiche.
Prima della loro rimozione l'APPALTATORE verificherà che il manto di copertura a cui sono solidarizzati i canali di gronda non sia in amianto cemento. In tale situazione l'APPALTATORE procederà a notifica all'organo di controllo procedendo in seguito a benestare dello stesso con procedura di sicurezza per
gli operatori di cantiere.
Canne fumarie e fumaioli.
I fumaioli sono la parte terminale delle canne di scarico delle esalazioni o dei fumi prodotti internamente all'edificio.
Prima della demolizione di tali manufatti sarà cura dell'APPALTATORE verificare il cessato funzionamento dell'utilizzatore di cui sono scarico, ed alla chiusura della bocca interna di collegamento alla canna fumaria medesima.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei fumaioli e delle canne fumarie.
Di conseguenza sarà cura dell'Appaltatore considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali accorgimenti.
La demolizione dei fumaioli sarà effettuata dall'Appaltatore, prima della demolizione delle falde di
copertura, curando che lo scivolamento delle macerie sulla falda della copertura non sia ostacolato o trattenuto da compluvi di falde o da altri manufatti, e con preoccupazione di stabilire il raggio di azione della
caduta delle macerie medesime a quota del piano di campagna o su aggetti e sporti sottostanti.
Sono a carico dell'APPALTATORE tutte le opere provvisionali che la stessa dovrà predisporre per
fermare o deviare la caduta o lo scivolamento delle macerie.
Per canne fumarie si intendono i canali verticali o inclinati interni o esterni allo spessore della muratura atti a convogliare fumi o esalazioni oltre la quota di copertura.
L'APPALTATORE prima di dare luogo alla demolizione di canne fumarie o di parti di muratura ove è
probabile o nota la presenza di canne fumarie deve accertarsi che tali manufatti non siano realizzati in amianto cemento. Qualora sussista tale probabilità in modo incerto saranno, a cura dell'APPALTATORE,
prelevati ed esaminati a spese dell'APPALTATORE stesso, campioni del materiale costituente. L'evidenza
di un materiale contenente amianto compatto o friabile nella realizzazione o nella fasciatura delle canne
fumarie deve prevedere notifica all'ente di controllo e avvio della procedura di sicurezza per la protezione
dei lavoratori coinvolti.
La demolizione di murature contenenti canne fumarie può dare luogo allo scivolamento di macerie
lungo il canale stesso oltre la quota più bassa di demolizione. Allo scopo di prevenire l'accadimento l'APPALTATORE provvederà a chiudere le canne oggetto di demolizione alla quota più bassa prima dell'avvio
della demolizione.
Manufatti in amianto cemento.
Per manufatti in amianto cemento si intendono parti integranti dell'edificio oggetto di demolizione
parziale o completa realizzate con unione di altri materiali a fibre di amianto.
Solitamente sono rinvenibili due tipologie differenti di manufatti: quelli a matrice friabile e quelli a
matrice compatta. Data l'usura e l'invecchiamento o le condizioni di posa del materiale taluni materiali inizialmente integrati in matrice compatta possono, con il tempo, essere diventati friabili. La misurazione di
tale fenomeno e la relativa classificazione possono essere effettuate tramite schiacciamento e pressione
con le dita della mano dell'operatore che in tal modo può rendersi conto della capacità del manufatto di
offrire resistenza a compressione. Se le dita della mano dell'operatore riescono a comprimere o distaccare parti del manufatto stesso questo è classificabile a matrice friabile.
L'APPALTATORE al momento del sopralluogo ai manufatti oggetto di demolizione è tenuto a verificarne la presenza e classificarne il livello di rischio.
Qualora il manufatto presenti qualche sembianza affine ai manufatti contenenti amianto, sarà cura
dell'APPALTATORE provvedere a campionare parti dello stesso e provvedere a far analizzare i campioni
presso laboratorio attrezzato e autorizzato.
Valutata da parte dell'APPALTATORE la presenza di manufatti contenenti amianto, l'APPALTATORE provvederà a notificare l'azione di bonifica presso l'organismo di controllo disponendo un piano di lavoro in funzione della valutazione dei rischi effettuata ai sensi della Legge 277/91.
Sarà cura dell'APPALTATORE segnalare nel piano di lavoro l'intero procedimento fino allo smaltimento definitivo delle macerie di demolizione contenenti amianto.
L'APPALTATORE è produttore del rifiuto mediante azione demolitrice e deve quindi provvedere all'onere dello smaltimento corretto del rifiuto medesimo.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
E’ impedito all'APPALTATORE effettuare un deposito delle macerie contenenti amianto nella zona
delimitata del cantiere ed in altra zona di proprietà della STAZIONE APPALTANTE.
L'eventuale stoccaggio temporaneo del materiale contenente amianto dovrà essere segnalato nel
piano di lavoro ed il luogo di accoglimento del materiale stesso sarà allo scopo predisposto.
E’ cura dell'Appaltatore verificare prima della demolizione del manufatto che non siano presenti all'interno della medesima quantità qualsiasi d’amianto floccato o manufatti di qualsivoglia natura contenenti
amianto. Tali manufatti, qualora presenti, saranno considerati come rifiuto a cui l'Appaltatore deve provvedere secondo le modalità previste dalla legislazione vigente in materia, alla stessa stregua dei materiali
facenti parte dell'immobile.
La demolizione parziale o totale non potrà essere iniziata prima dell'avvenuto smaltimento di questi
rifiuti.
L'APPALTATORE deve organizzarsi affinché la procedura di sicurezza sia circoscritta alle sole fasi
in cui viene trattato materiale contenente amianto.
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere al termine della bonifica a consegnare certificato di collaudo e riconsegna dei locali bonificati. Tale attestazione dovrà fare riferimento al D.lgs. 6 settembre
1994.
Qualora l'intervento di bonifica da amianto non abbia esito positivo la STAZIONE APPALTANTE avrà diritto a far subentrare l'APPALTATORE specializzato di propria fiducia con l'obiettivo di ripristinare il
livello di inquinamento di fondo previsto dalla legislazione vigente. L'importo di tale intervento sarà a carico
dell'APPALTATORE.
Parti strutturali in elevazione, orizzontali e verticali.
Per parti strutturali in elevazione si intendono le strutture portanti fuori terra dell'edificio o del manufatto oggetto di demolizione, siano esse orizzontali o verticali.
La demolizione di queste parti dovrà avvenire a cura dell'APPALTATORE una volta verificata la
massima demolizione effettuabile di parti interne o esterne prive di funzione strutturale.
Tale operazione ha lo scopo di alleggerire quanto più possibile la parte strutturale del carico che su
di essa grava.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione dei solai.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
E’ cura dell'APPALTATORE valutare il più idoneo strumento di demolizione delle parti strutturali tenendo in considerazione la relazione con l'intorno e gli agenti di rischio da quest'azione conseguenti.
In caso di contatto strutturale della parte portante orizzontale o verticale dell'edificio o del manufatto
oggetto dell'intervento di demolizione con altri attigui che devono essere salvaguardati sarà cura dell'APPALTATORE chiedere ed ottenere lo sgombero integrale degli occupanti di tali edifici o manufatti limitrofi.
L'Appaltatore curerà sotto la propria responsabilità ogni intervento utile a desolidarizzare le parti
strutturali in aderenza con altri fabbricati intervenendo, qualora utile a suo giudizio, anche con il preventivo
taglio dei punti di contatto.
Prima della demolizione di parti strutturali in edifici che sono inseriti a contatto con altri sarà cura
dell'APPALTATORE testimoniare e accertarsi dello stato di integrità dei fabbricati aderenti, anche attraverso documentazione fotografica ed ogni altra attestazione che sia rivolta ad accertare lo stato degli
stessi prima dell'intervento di demolizione.
Parti strutturali interrate, palificazioni e tiranti.
Per parti strutturali interrate si intendono le palificazioni o le fondazioni in profondità, i diaframmi, le
sottofondazioni, le fondazioni e le strutture portanti in elevazione che non fuoriescono dalla quota media
del piano di campagna.
La demolizione di tali parti d'opera, ove prevista, deve essere svolta a cura dell'APPALTATORE
previa demolizione delle strutture portanti in elevazioni su di queste gravanti.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle parti interrate in generale.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
La demolizione parziale o integrale delle parti strutturali interrate deve essere effettuata previa verifica da parte dell'APPALTATORE della desolidarizzazione delle stesse da parti di fondazione o di strutture
collegate con gli edifici o con i manufatti confinanti.
In presenza di un regime di falda sotterranea presente a livello superficiale, o comunque interferente con
le escavazioni destinate alla demolizione parziale o totale delle fondazioni è a cura dell'Appaltatore che
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
deve essere posto in essere un adeguato sistema di captazione temporanea di dette falde allo scopo di
evitare ogni azione di disturbo e/o inquinamento della falda sotterranea e permettere l'azione di scavo
senza l'intervento dell'agente di rischio determinato dalla presenza di sortumi o accrescimenti del livello
superficiale delle acque.
La demolizione parziale o totale delle parti strutturali interrate prevede il corrispondente riempimento con materiale dichiarato dall'Appaltatore e la formazione di uno o più pozzi di ispezione della consistenza del materiale impiegato, secondo le indicazioni ricevute dal Progettista.
La demolizione di palificazioni o tiranti interrati sarà posta in essere a cura dell'APPALTATORE dopo che progettista abilitato di fiducia del medesimo avrà valutato e redatto un’apposita valutazione dei rischi e delle conseguenze derivanti da questa azione.
Qualora tale azione lo richieda, dovrà essere coinvolto a cura dell'APPALTATORE un geologo abilitato allo scopo di estendere la valutazione dei rischi alle problematiche di dinamiche delle terre ed alle
specifiche della tettonica compromessa da quest'azione.
Fognature.
Per fognature si intendono le condotte coperte o a vista atte alla raccolta ed al convogliamento delle
acque nere di scarico civili e industriali presenti sulla rete privata interna al confine di proprietà dell'unità
immobiliare o dell'insieme di unità immobiliari oggetto della demolizione parziale o totale.
L'APPALTATORE dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi, castelli, ecc. per la demolizione delle fognature.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
Tale demolizione deve essere svolta dall'APPALTATORE dopo aver verificato la chiusura del punto
di contatto della fognatura con la rete urbana pubblica, allo scopo di evitare che macerie o altri frammenti
della demolizione possano occludere tali condotte.
Le operazioni di demolizione delle condotte di scarico devono altresì avvenire con l'osservanza da
parte dell'Appaltatore delle norme di protezione ambientali e degli operatori di cantieri per quanto riguarda
la possibilità di inalazione di biogas o miasmi dannosi o tossici per la salute umana.
Le macerie della demolizione delle fognature saranno allontanate dal cantiere senza che i materiali
da queste derivanti possano sostare nei pressi dei cantieri neanche per uno stoccaggio temporaneo non
previsto e comunicato per tempo alla STAZIONE APPALTANTE.
La demolizione parziale delle fognature deve essere effettuata a cura dell'Appaltatore con la precauzione
di apporre sezionatori sulla stessa conduttura sia a monte che a valle della medesima allo scopo di confinare l'ambito operativo ed impedire inopportune interferenze.
La verifica della presenza di materiali reflui presenti nella condotta o nelle fosse intermedie di raccolta classificabili come rifiuti speciali o tossico nocivi deve essere effettuata a cura dell'APPALTATORE
che provvederà di conseguenza allo smaltimento dei medesimi attraverso la procedura prevista in merito
dalla legislazione vigente.
Muri di sostegno e massicciate varie.
Per muri di sostegno e massicciate varie s’intendono manufatti artificiali atti a sostenere lo scivolamento naturale delle terre, siano essi manufatti agenti a gravità o a sbalzo o per reggimentazione trattenuta tramite tiranti interrati.
L'Appaltatore dovrà provvedere puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione dei muri di sostegno e delle massicciate in genere.
Di conseguenza sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi a tali
accorgimenti.
La demolizione di tali manufatti richiede che l'APPALTATORE appaltante definisca in merito una valutazione dei rischi determinata dalle reazioni della tettonica interferente con l'azione di trattenimento posta in
essere dalla presenza del manufatto. Tale relazione deve essere posta in essere da tecnico geologo abilitato o da geotecnico di fiducia dell'Appaltatore medesimo.
Qualora l'operazione coinvolga, anche solo in ipotesi di relazione dei rischi, porzioni di terreno poste
al di fuori dei confini della proprietà della STAZIONE APPALTANTE, sarà cura dell'APPALTATORE verificare la disponibilità dei confinanti pubblici e privati a sgomberare dal transito e da ogni possibile conseguenza alle persone ed alle cose l'ambito di possibile pertinenza del movimento di terra.
In materia si fa riferimento in generale alle disposizioni del D.P.R. 164/56 e del D.P.R. 547/55.
30.05.07 MODALITÀ DI TRATTAMENTO PER IL RECUPERO DEI MATERIALI
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Salvo differente pattuizione, ogni materiale naturale o artificiale derivante dalla demolizione è di proprietà dell'APPALTATORE.
Allo scopo di definire eventuali deroghe dalla presente norma di Capitolato il PROGETTO definisce
la lista dei manufatti o dei materiali che rimangono di proprietà della STAZIONE APPALTANTE definendone con precisione la destinazione provvisoria o definitiva allo scopo di permettere all'APPALTATORE di
organizzare tale movimentazione e prevedere i costi relativi.
In assenza di precisazioni specifiche di capitolato l'APPALTATORE è considerabile produttore del
rifiuto.
In assenza di differenti pattuizioni è cura dell'APPALTATORE destinare o stoccare temporaneamente i rifiuti prodotti in funzione della destinazione finale da questa prevista e in osservanza alle disposizioni legislative in materia.
Qualora sia differentemente pattuito i materiali oggetto di recupero che rimangono di proprietà della
STAZIONE APPALTANTE devono essere trattati secondo le seguenti disposizioni:
Metalli.
I metalli o i materiali da questi derivanti o composti in grande parte devono essere accatastati in
luogo separato da altri materiali, in condizioni di isolamento dal terreno, su bancali o altri dispositivi isolanti, con l'avvertenza di predisporre, in caso di stoccaggio temporaneo o prolungato, di idonei dispositivi di
messa a terra degli stessi a mezzo legatura con cavi agganciati a dispersore idoneamente interrato secondo le disposizioni vigenti in materia.
Laterizi.
I manufatti in laterizio devono essere separati dallo strato di malta aderente e accatastati su bancali
secondo sagome geometriche definite in quantità e pesi gestibili attraverso pallettizzazione dei medesimi
bancali.
Detti materiali devono essere posti al riparo dal gelo, protetti superficialmente dalle intemperie e
movimentati in cantiere in modo da salvaguardarne l'integrità e la funzione.
Il loro accatastamento in cantiere deve avvenire in zona distante e protetta dalla movimentazione
dei mezzi da cantiere. E’ da evitare l'accatastamento di più bancali gli uni sopra gli altri.
Calcestruzzi armati.
I manufatti in calcestruzzo armato derivanti da smontaggio o da demolizione devono essere accatastati su idonei bancali e fissati a questi a mezzo di regge di materiale plastico o funi allo scopo di evitarne lo scivolamento o il danneggiamento durante la movimentazione ed il trasporto. Il loro accatastamento
in cantiere deve avvenire in zona distante e protetta dalla movimentazione dei mezzi da cantiere. E’ da evitare l'accatastamento dei bancali gli uni sopra gli altri.
Legno.
I manufatti in legno devono essere posti in luogo coperto e protetto dalle intemperie. disposti su
bancali o elementi isolanti dal terreno con segnalazione dell'infiammabilità degli stessi.
Il loro accatastamento in cantiere deve avvenire in zona distante e protetta dalla movimentazione
dei mezzi da cantiere.
Aggregati.
Gli aggregati oggetto di cavatura a causa di operazioni di demolizione parziale o totale devono essere accumulati in cantiere, separatamente da altri materiali in piazzale idoneamente atto allo scarico e
carico mediante macchine movimento terra.
Il loro stoccaggio temporaneo in cantiere dovrà avvenire separatamente dai terreni asportati e la
disposizione dei mucchi di materiale dovrà avvenire in modo che eventuali franamenti o slittamenti delle
pendici non facciano fuoriuscire gli aggregati dai confini della proprietà della STAZIONE APPALTANTE.
Materiali polimerici.
I materiali polimerici dovranno essere accatastati in containers per conto proprio in modo da facilitarne il trasporto e lo smaltimento alle pubbliche discariche o il trattamento per fusione a bassa temperatura e trafilatura.
Le parti in vetro a questi eventualmente assimilate dovranno essere separate prima del loro conferimento nel vano di stoccaggio temporaneo.
I containers recheranno idonea segnaletica che informa sull'infiammabilità del contenuto.
Bitumi e asfalti.
I materiali a base di bitumi o gli asfalti rimossi durante le operazioni di demolizione dovranno essere
stoccati in vasche atte al trasporto o containers sigillati dove è stata posta idonea segnaletica di materiale
infiammabile.
Terreni.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
I terreni oggetto di cavatura a causa di operazioni di demolizione parziale o totale devono essere
accumulati in cantiere, separatamente da altri materiali in piazzale idoneamente atto allo scarico e carico
mediante macchine movimento terra.
Il loro stoccaggio temporaneo in cantiere dovrà avvenire separatamente dai terreni asportati e la
disposizione dei mucchi di materiale dovrà avvenire in modo che eventuali franamenti o slittamenti delle
pendici non facciano fuoriuscire gli aggregati dai confini della proprietà della STAZIONE APPALTANTE.
Pietre.
I manufatti lapidei dovranno essere trattati, in funzione delle dimensioni e del peso secondo due
modalità distinte:
- i manufatti di modesta dimensione dovranno essere accatastati su bancali e a questi fissati con
regge non metalliche o mediante legatura. I bancali così formati non dovranno esser accatastati ad altri e
trattenuti in posizione del cantiere distante dai percorsi dei mezzi;
- i manufatti di eccezionale dimensione e peso dovranno essere fatti scivolare in posizione distante
dalle operazioni di movimentazione di cantiere in modo da rendere agile il loro eventuale caricamento per
il trasporto.
Materiali a matrice fibrosa.
I materiali a matrice fibrosa non compatta dovranno essere accumulati in zona coperta e protetta
dal vento, racchiusi in sacchi di poliestere di adeguato spessore e insilati.
Gesso.
I manufatti decorativi in gesso dovranno essere accatastati su bancali ed a questi fissati mediante
regge non metalliche o legatura, disposti in zona coperta e protetta dalle intemperie, distante dalla movimentazione di cantiere.
I bancali così disposti non dovranno essere accatastati l'uno sull'altro.
Vetro.
I manufatti e le lastre in vetro o cristallo dovranno essere disposti su cavalletti inclinati o quasi verticali con dispositivi atti a frenare l'eventuale scivolamento o ribaltamento, intervallati da strati di contatto
adeguati, protetti dalle intemperie e in zona distante dalla movimentazione del cantiere.
30.05.08 BONIFICA DA VEGETAZIONE
Per bonifica da vegetazione si intendono le lavorazioni di:
- sfoltimento della vegetazione su ruderi e immobili in stato di abbandono;
- scoticamento del manto erboso da superfici orizzontali o verticale e inclinate;
- abbattimento di alberi e fronde di questi;
- decespugliamento;
- eliminazione di rampicanti per mettere a nudo la struttura dell'involucro o della copertura.
Tali operazioni devono essere effettuate con sistemi di tipo meccanico manuale o con attrezzature
specifiche, comunque senza utilizzo di fuoco, prodotti chimici, agenti di altro genere.
L'eventuale utilizzo di altri strumenti o dispositivi di bonifica sarà preventivamente autorizzato dalla
DIREZIONE LAVORI.
Ogni eventuale ed autorizzato utilizzo di altri sistemi di bonifica, nonché l'utilizzo dei sistemi meccanici di rimozione della vegetazione dall'oggetto della lavorazione di demolizione, deve tenere in considerazione le problematiche della sicurezza e della salute degli operatori. Sarà cura ed onere dell'APPALTATORE prevedere in tal senso un adeguato piano di lavoro rivolto ad attenuare, proteggere o eliminare gli
effetti degli agenti di rischio fisici, chimici o biologici provocati da tali operazioni.
30.05.09 MEZZI D'OPERA E’ MODALITA’ D’IMPIEGO
Allo scopo di ottenere i livelli di qualità e protezione ambientale, nonché la sicurezza e la protezione
dei lavoratori sottoposti alle azioni di demolizione l'APPALTATORE avrà cura di utilizzare le attrezzature e
i mezzi idonei a suo giudizio opportuni per ogni fase lavorativa prevista. In particolare l'operato dell'APPALTATORE terrà conto che:
L'utilizzo di martello demolitore a mano produce vibrazioni, polvere e rumore dai quali deve essere
protetto l'operatore a mezzo di idonei dispositivi individuali. Oltre a ciò è opportuno che i turni di lavoro tengano conto della pesantezza e del disagio fisico a cui è sottoposto l'operatore.
L'utilizzo di demolitori a mezzo di palla di acciaio mossa da elevatori a funi o idropneumatici comporta la possibilità di proiezione di detriti sulla cabina di controllo che deve essere preventivamente protetta e pericolo di ribaltamento del mezzo a cui è appeso alla palla di acciaio.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
L'utilizzo di esplosivi richiede una manipolazione accurata in fase di preparazione e la certezza che
vengano rispettate in cantiere e nelle zone di rispetto previste le distanze di sicurezza degli operatori e di
terzi. In generale l'utilizzo di questa tecnica richiede una valutazione specifica sull'applicabilità in relazione
all'ambiente circostante, la definizione di procedure scritte, la determinazione e la delimitazione di distanze
di sicurezza, l'individuazione di vie di accesso e la loro delimitazione, l'utilizzo di personale addestrato e
sensibilizzato alle problematiche della prevenzione dei rischi, l'adozione di eventuali sistemi di contenimento delle macerie derivanti per proiezione o caduta dei gravi
In materia si fa riferimento in particolare agli articoli 71 e 76 del D.P.R. 164/56, agli articoli 250, 259,
377 e 385 del D.P.R. 547/55, agli articoli 20 e 38 del D.P.R. 302/56.
L'utilizzo di utensili dotati di carotatrici diamantate produce polvere, rumore da cui l'operatore deve
essere protetto con idonei dispositivi individuali. In particolare l'utilizzo di queste strutture deve essere effettuato su superfici verticali o orizzontali capaci di sostenere il peso dell'utensile.
L'utilizzo di seghe diamantate produce polvere e rumore da cui l'operatore deve essere protetto
mediante dispositivi individuali. L'acqua di raffreddamento deve essere controllata per evitare rischio di
bagnamento sulle strutture sottostanti o su materiali o manufatti di particolare pregio.
L'utilizzo di troncatrici manuali può produrre la proiezione di detriti, e problemi ergonomici o di postura nell'operatore, che pertanto sarà protetto da opportuni dispositivi individuali e informato sulle corrette
posizioni di lavoro e di impugnatura dell'utensile.
L'utilizzo di seghe a tuffo produce rumore pertanto l'operatore sarà protetto con idonei dispositivi
individuali.
L'utilizzo di seghe a catena manuali produce vibrazioni, rumore e polvere da cui l'operatore deve
essere protetto con idonei dispositivi individuali e turni di lavoro adeguati.
L'utilizzo di seghe a filo diamantato necessita che l'operatore sia posizionato in zona di sicurezza
per evitare eventuali distacchi o rotture del filo.
L'utilizzo di pinze o cesoie idrauliche necessita che la macchina operatrice sia disposta a distanza
adeguata dal manufatto oggetto della demolizione, l'utilizzo di quelle manovrate dall'operatore produce
polvere e proiezione di detriti per cui l'operatore deve essere protetto con idonei dispositivi individuali.
L'utilizzo di spaccaroccia chimici deve prevedere la libertà del materiale di espandersi liberamente, i
ferri di armatura vanno tagliati in un secondo tempo ed è necessario proteggere la zona operativa dalla
pioggia o da eventuale altro tipo di bagnamento.
Il prodotto chimico deve essere conservato in cantiere in luogo idoneo e protetto.
L'utilizzo di spaccaroccia meccanici deve prevedere la libertà del materiale di espandersi liberamente, i ferri di armatura vanno tagliati in un secondo tempo.
L'utilizzo di scarificatrici o demolitrici a getto d'acqua prevede la proiezione di detriti e la rumorosità
elevata dalle quali l'operatore deve essere protetto con idonei dispositivi individuali; la grande liberazione
di acqua deve essere prevista e reggimentata per evitare che danneggi parti sottostanti o produca problemi di scivolosità delle superfici del cantiere.
Le lance termiche possono sviluppare radiazioni caloriche, fumi, gas, vapori, spruzzi e proiezione di
materiali e lapilli incandescenti. L'operatore deve essere addestrato e protetto con idonei dispositivi individuali.
I mezzi d'opera e gli utensili impiegati devono essere conformi alle disposizioni legislative ed alla
normativa vigente.
30.05.10 CARATTERISTICHE GEOMECCANICHE DEL TERRENO
Prima di procedere alle operazioni di definizione dei mezzi e delle modalità di demolizione, qualora non
presente in progetto l'Appaltatore provvederà all'effettuazione di un'indagine sulle caratteristiche geomeccaniche del terreno interessato dalle lavorazioni e dal transito dei mezzi d'opera impiegati, allo scopo di
prevedere nell'elenco prezzi le voci relative agli oneri di consolidamento eventualmente necessari.
Macchine, attrezzature e impianti delle Imprese esecutrici devono in ogni modo essere rispondenti
alle norme specifiche di sicurezza e prevenzione del ribaltamento e di protezione degli operatori.
In caso di rilevazione, durante l'esecuzione delle opere, di inadeguata consistenza dei terreni oggetto delle lavorazioni di demolizione l'APPALTATORE dichiarerà l'immediata sospensione temporanea dei
lavori e lo sfollamento delle maestranze di cantiere dalle zone di eventuale imminente pericolo.
Sarà cura dell'APPALTATORE effettuare controlli periodici della stabilità del terreno oggetto delle
lavorazioni di demolizione.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
In particolare sarà cura dell'APPALTATORE provvedere a controlli speciali della stabilità del terreno
oggetto delle lavorazioni prima della ripresa dei lavori in seguito a sospensioni temporanee determinate
da eventi atmosferici avversi e comunque in seguito a rovesci meteorici di particolare entità.
Sarà cura dell'APPALTATORE conservare in cantiere alla disponibilità degli operatori gli strumenti
individuali di protezione necessari a far fronte ad emergenze specifiche.
In materia si fa riferimento agli articoli 12 e 13 del D.P.R. 164/56, all'articolo 377 del D.P.R. 547/55
e all'articolo 36 del D.lgs 626/94.
30.05.11 CARATTERISTICHE CLIMATICHE DEL SITO
Sarà cura dell'APPALTATORE valutare preventivamente all'avvio delle opere di demolizione le probabili escursioni termiche, dei carichi aggiuntivi in caso di precipitazioni (neve, vento, ecc.), le corrivazioni
dovute a forte precipitazione, ecc. e la programmazione e adozione dei relativi provvedimenti.
In caso di rilevazione, durante l'esecuzione delle opere, di instabilità delle strutture e del terreno oggetto delle lavorazioni di demolizione l'APPALTATORE dichiarerà l'immediata sospensione temporanea
dei lavori e lo sfollamento delle maestranze di cantiere dalle zone di eventuale imminente pericolo.
Sarà cura e onere dell'APPALTATORE provvedere alla costruzione di eventuali opere di canalizzazione delle acque che si renderanno necessarie prima e durante l'esecuzione delle lavorazioni di demolizione allo scopo di convogliare e allontanare le precipitazioni dalla zona operativa.
Sarà cura e onere dell'APPALTATORE raccogliere e allontanare la neve dalle strutture oggetto della demolizione prima della ripresa dei lavori di demolizione.
Sarà cura e onere dell'APPALTATORE controllare la stabilità delle strutture e dei terreni nonché
l'efficienza dei puntellamenti e dei rafforzamenti alle strutture prima della ripresa dei lavori di demolizione
in seguito a sospensioni temporanee determinate da eventi atmosferici.
Sarà cura e onere dell'APPALTATORE provvedere alla disponibilità in cantiere di indumenti e dispositivi personali di protezione adeguati alle condizioni ambientali e climatiche vigenti nel luogo durante
le lavorazioni di demolizione.
In materia si fa riferimento agli articoli 12 e 13 del D.P.R. 164/56 e agli articoli 377, 378 e 379 del
D.lgs 626/94 successive modifiche ed integrazioni.
30.05.12 INQUINAMENTO DEL SITO
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere ad un’analisi preventiva delle condizioni del sito oggetto
delle lavorazioni di demolizione allo scopo di determinarne eventuali stati di inquinamento non manifesti.
A questo scopo sarà cura dell'APPALTATORE considerare nell’atto dell’offerta gli oneri relativi alle
indagini geologiche ed all'eventuale operazione di bonifica.
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere all'immediata sospensione temporanea dei lavori in caso di sospetta presenza di sostanze tossiche o nocive nei materiali oggetto delle lavorazioni di demolizione o nei siti comunque interferenti con l'attività dell'APPALTATORE.
A tale proposito sarà cura dell'APPALTATORE avvisare l'organismo di controllo competente in materia ed attenersi alle specifiche disposizioni, previa consultazione con la DIREZIONE DEI LAVORI.
E’ cura e onere dell'APPALTATORE provvedere comunque, in presenza di agenti inquinanti, ad installare sistemi adeguati di abbattimento degli effetti inquinanti o di protezione dei lavoratori esposti prima
di riprendere le lavorazioni di demolizione.
Allo scopo, a cura dell'APPALTATORE, saranno presenti in cantiere adeguati dispositivi individuali
di protezione oltre a maschere e respiratori di emergenza.
In materia si fa riferimento agli articoli 377, 378, 387 e 379 del D.P.R. 547/55, agli articoli 63, 64, 65,
66, 78, 79 e 80 del D.lgs 626/94, alla Legge 915/82 e successive modificazioni, alla Legge 277/91 e successive modificazioni, al D.lgs 6 settembre 1994, al D.P.R. 8 agosto 1994.
30.05.13 INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere alle valutazioni preliminari delle caratteristiche di inquinamento atmosferico del sito ove risiede l'opera oggetto delle lavorazioni di demolizione.
A tale scopo sarà cura dell'APPALTATORE considerare nell’atto dell’offerta gli oneri relativi all'adozione delle misure atte ad evitare o attenuare ai livelli di soglia previsti dalla legislazione di riferimento gli
effetti degli agenti inquinanti (polveri, fumi, gas).
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
A tale proposito le macchine e i sistemi produttori di gas da combustione saranno dotati di idonei
dispositivi di depurazione degli stessi, e l'APPALTATORE è tenuto ad osservare in proposito le prescrizioni imposte dal locale organismo di controllo.
In presenza di probabilità o possibilità di sviluppo degli agenti inquinanti a livello atmosferico durante le lavorazioni di demolizione sarà cura e onere dell'APPALTATORE provvedere a periodici controlli di
verifica del livello di inquinamento, con particolare attenzione all'avvio delle lavorazioni di demolizione di
partizioni a più strati, di centrali termiche, di locali seminterrati o interrati privi di idonei ricambi di aerazione.
E’ cura e onere dell'APPALTATORE provvedere comunque, in presenza di agenti inquinanti, ad installare sistemi adeguati di abbattimento degli effetti inquinanti o di protezione dei lavoratori esposti prima
di riprendere le lavorazioni di demolizione.
In materia si fa riferimento agli articoli 18, 19, 21, 25 e 26 del D.P.R. 303/56 e all'articolo 20 dello
stesso aggiornato dall'articolo 36 del D.lgs 626/94, alla Legge 277/91 e successive modificazioni, al D.lgs
6 settembre 1994, al D.P.R. 8 agosto 1994.
30.05.14 INQUINAMENTO ACUSTICO
E’ cura dell'APPALTATORE provvedere, prima dell'avvio delle lavorazioni di demolizione, alla valutazione della rumorosità di fondo del sito dove si trova il manufatto oggetto delle lavorazioni di demolizione. A tale scopo sarà cura dell'APPALTATORE considerare nell’atto dell’offerta gli oneri delle rilevazioni
acustiche in sito e gli eventuali oneri di costruzione di una barriera di assorbimento acustico.
Tutte le macchine, le attrezzature e gli impianti utilizzati in cantiere dovranno essere insonorizzati
del rispetto della legislazione vigente. Qualora determinate lavorazioni producano comunque livelli di inquinamento acustico superiore ai livelli massimi di esposizione previsti sarà cura e onere dell'APPALTATORE provvedere alla dotazione di barriere fonoassorbenti e di idonei dispositivi individuali di protezione,
ciò in riferimento anche all'eventualità che il cantiere produca livelli di inquinamento acustico ambientale
che travalicano i limiti dello stesso.
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere a periodici controlli atti a prevenire il superamento prolungato dei livelli di inquinamento acustico previsti dalla legge.
In materia si fa riferimento all'articolo 1 del DPCM 1/3/91 e all'articolo 41 del D.lgs 626/94.
30.05.15 PIANIFICAZIONE DEI LAVORI
E’ cura dell'APPALTATORE verificare, preventivamente all'avvio dei lavori di demolizione, le condizioni di conservazione e di stabilità dell'opera nel suo complesso, delle singole parti della stessa, e degli
eventuali edifici adiacenti all'oggetto delle lavorazioni di demolizione.
E’ altresì indispensabile che il documento di accettazione dell'appalto e di consegna dell'immobile
da parte della STAZIONE APPALTANTE sia accompagnato da un programma dei lavori redatto dall'APPALTATORE consultata la DIREZIONE DEI LAVORI e completo anche dell'indicazione della tecnica di
demolizione selezionata per ogni parte d'opera, dei mezzi tecnici impiegati, del personale addetto, delle
protezioni collettive ed individuali predisposte, della successione delle fasi di lavorazione previste.
In seguito all'accettazione scritta da parte della DIREZIONE DEI LAVORI di tale documento di sintesi della programmazione dei lavori sarà autorizzato l'inizio lavori, previa conferma che l'APPALTATORE
provvederà all'immediata sospensione dei lavori in caso di pericolo per le persone, le cose della
STAZIONE APPALTANTE e di terzi.
Ogni lavorazione sarà affidata a cura ed onere dell'APPALTATORE a personale informato ed addestrato allo scopo e sensibilizzato ai pericoli ed ai rischi conseguenti alla lavorazione.
L'APPALTATORE, all’atto dell’offerta, dichiara di utilizzare esclusivamente macchine ed attrezzature conformi alle disposizioni legislative vigenti, e si incarica di far rispettare questa disposizione capitolare
anche ad operatori che per suo conto o in suo nome interferiscono con le operazioni o le lavorazioni di
demolizione (trasporti, apparati movimentatori a nolo, ecc.).
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere alla redazione di un piano di emergenza per le eventualità di pericolo immediato con l'obiettivo di proteggere gli operatori di cantiere, le cose della STAZIONE
APPALTANTE e di terzi, l'ambiente e i terzi non coinvolti nelle lavorazioni di demolizione.
In materia si fa riferimento agli articoli 71, 72, 73, 74, 75 e 76 del D.P.R. 164/56 e all'articolo 377 del
D.P.R. 547/55.
30.05.16 INTERFERENZA CON LINEE AEREE
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
E’ cura dell'APPALTATORE verificare, preventivamente all'avvio delle lavorazioni di demolizione, la
presenza di linee aeree nel sito oggetto delle lavorazioni stesse.
Allo scopo di non interferire con tali linee durante l'esecuzione dei lavori sarà cura e onere dell'APPALTATORE modificare il programma dei lavori e la successione delle lavorazioni. Qualora tale presenza sia di
ostacolo alle lavorazioni o di limitazione economica eccessiva all'appalto, sarà cura dell'Appaltatore richiedere agli organismi erogatori competenti lo spostamento, anche temporaneo, di tali linee o il loro temporaneo disattivamento.
Durante le lavorazioni di demolizione dovranno essere scrupolosamente tenute le distanze di sicurezza da tali linee.
In materia si fa riferimento all'articolo 11 del D.P.R. 164/56 e agli articoli 377, 322 e 323 del D.P.R.
547/55.
30.05.17 INTERFERENZA CON EDIFICI ADIACENTI
Sarà cura dell'APPALTATORE provvedere, prima dell'avvio delle lavorazioni di demolizione, all'effettuazione di controlli strumentali relativamente alle strutture degli edifici adiacenti all'oggetto delle lavorazioni di demolizione.
A tale scopo l'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta i costi relativi alle operazioni di diagnostica non distruttiva sulle strutture attigue, delle opere di consolidamento e puntellamento delle strutture a scopo preventivo e protettivo, delle opere di protezione da caduta di gravi sulle persone e sulle cose
di terzi.
Sarà cura dell'APPALTATORE interrompere immediatamente i lavori in caso di manifestazioni di
pericolo per le cose e per le persone nell'edificio attiguo a quello oggetto delle lavorazioni di demolizione.
In materia si fa riferimento all'articolo 377 del D.P.R. 547/55 e all'articolo 12 del D.P.R. 164/56.
30.05.18 CIRCOLAZIONE DEGLI ADDETTI
Sarà cura dell'APPALTATORE considerare all’atto dell’offerta gli oneri relativi all'adozione di dispositivi di protezione e di delimitazione delle zone di possibile caduta (balconi, sporti, aperture ad altezza
d'uomo, ecc.) e delle passerelle, scale, ecc. provvisorie atte a garantire gli spostamenti del personale addetto.
Sarà quindi cura dell'APPALTATORE installare in cantiere ogni dispositivo che riterrà opportuno
collocare allo scopo di proteggere e prevenire il rischio di caduta dall'alto delle persone.
A tale scopo sarà cura dell'APPALTATORE utilizzare anche la segnaletica di sicurezza, la chiusura
delle aperture in prossimità delle zone di passaggio, provvedere a mantenere sgombre da materiale e detriti le vie di esodo e di circolazione.
In materia si fa riferimento agli articoli 71, 76, 4 e 5 del D.P.R. 164/56, agli articoli 186, 377, 8 e 11
del D.P.R. 547/55 aggiornati dall'articolo 33 del D.lgs 626/94.
30.05.19 TRASPORTO MATERIALI
E’ cura dell'APPALTATORE provvedere, prima dell'avvio delle lavorazioni di demolizione, all'individuazione di tutte le tipologie di materiale dell'opera oggetto di demolizione ed, in conseguenza a ciò ed alle tipologie di lavorazione previste, all'elencazione delle tipologie di rifiuto prodotto. In funzione di tale classificazione è possibile determinare le seguenti tipologie di rifiuto:
Rifiuto assimilabile ai rifiuti solidi urbani
Macerie da demolizione
Rifiuto speciale
Rifiuto tossico e nocivo
Per ognuna delle precedenti tipologie di rifiuto definito dalla legislazione vigente è prevista una specifica modalità di stoccaggio temporaneo in cantiere, una modalità di trasporto e di conferimento in discarica, una tipologia di discarica.
Sarà cura dell'Appaltatore considerare, all’atto dell’offerta, le differenti tipologie di costo conseguenti in
funzione della localizzazione del cantiere e della natura dei rifiuti producibili.
Sarà in particolare cura dell'APPALTATORE provvedere all'autorizzazione preventiva per l'accettazione in discarica autorizzata del rifiuto prodotto in funzione delle categorie previste dal documento programmatico in precedenza redatto.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Sarà altresì cura dell'APPALTATORE la predisposizione di siti opportunamente attrezzati allo stoccaggio temporaneo dei materiali da riutilizzare e delle altre tipologie di rifiuto in funzione della natura fisica,
e delle condizioni e quantità degli stessi, nonché in funzione dell'economicità di trasporto e di movimentazione.
Sarà cura dell'APPALTATORE considerare, all’atto dell’offerta, gli oneri relativi ai mezzi speciali destinati al sollevamento di manufatti di particolare peso o dimensioni.
E’ fatto assoluto divieto all'APPALTATORE di scaricare materiale di rifiuto in zone diverse da quelle
previste nel documento di programmazione dei lavori. Tutti gli apparecchi di sollevamento e trattamento
dei rifiuti in cantiere dovranno essere rispondenti alle norme specifiche in materia di sicurezza.
Il conferimento in discarica autorizzata è a cura ed onere dell'APPALTATORE che deve valutare
l'entità e l'opportunità dei conferimenti in funzione delle disposizioni vigenti in materia, delle disponibilità
all'accettazione della discarica, della propria disponibilità di spazio in cantiere, dell'economicità del proprio
esercizio.
Ogni sito di stoccaggio temporaneo dei rifiuti speciali e di quelli tossici e nocivi sarà opportunamente segnalato e delimitato a cura ed onere dell'APPALTATORE.
In materia si fa riferimento agli articoli 71 e 76 del D.P.R. 164/55, all'articolo 377 del D.P.R. 547/56,
alla Legge 915/82 e successive modificazioni, alla Legge 277/91, al D.P.R. 8 agosto 1994, alla Legge 6
settembre 1994.
30.05.20 MATERIALI IN GENERE, LORO ACCETTAZIONE, MODO DI DEMOLIZIONE
I materiali in genere derivanti dalla demolizione delle opere saranno ad insindacabile giudizio della
DIREZIONE DEI LAVORI diretti alle discariche opportune oppure conservati in cantiere a seconda che si
tratti di materiali di possibile recupero.
Di conseguenza a ciò l'APPALTATORE dovrà provvedere nel modo più opportuno alla demolizione degli stessi, e, dove richiesto, provvedere all'accatastamento nell'ambito del cantiere.
ART. - 30.06 PONTEGGI-STRUTTURE DI RINFORZO
Tutti i ponteggi e le strutture provvisorie di lavoro dovranno essere realizzati in completa conformità
con la normativa vigente per tali opere e nel rispetto delle norme antinfortunistiche.
1) Ponteggi metallici - dovranno rispondere alle seguenti specifiche:
- tutte le strutture di questo tipo con altezze superiori ai m 20 dovranno essere realizzate sulla base
di un progetto redatto da un ingegnere o architetto abilitato;
- il montaggio di tali elementi sarà effettuato da personale specializzato;
- gli elementi metallici (aste, tubi, giunti, appoggi) dovranno essere contrassegnati con il marchio
del costruttore;
- sia la struttura nella sua interezza che le singole parti dovranno avere adeguata certificazione ministeriale;
- tutte le aste di sostegno dovranno essere in profilati senza saldatura;
- la base di ciascun montante dovrà essere costituita da una piastra di area 18 volte superiore all'area del poligono circoscritto alla sezione di base del montante;
- il ponteggio dovrà essere munito di controventature longitudinali e trasversali in grado di resistere
a sollecitazioni sia a compressione che a trazione;
- dovranno essere verificati tutti i giunti tra i vari elementi, il fissaggio delle tavole dell'impalcato, le
protezioni per battitacco, i corrimano e le eventuali mantovane o reti antidetriti.
2) Ponteggi a sbalzo - saranno realizzati, solo in casi particolari, nei modi seguenti:
- le traverse di sostegno dovranno avere una lunghezza tale da poterle collegare tra loro, all'interno
delle superfici di aggetto, con idonei correnti ancorati dietro la muratura dell'eventuale prospetto servito
dal ponteggio;
- il tavolato dovrà essere aderente e senza spazi o distacchi delle singole parti e non dovrà, inoltre,
sporgere per più di 1,20 m.
3) Puntellature - dovranno essere realizzate con puntelli in acciaio, legno o tubolari metallici di varia
grandezza solidamente ancorati nei punti di appoggio, di spinta e con controventature che rendano solidali
i singoli elementi; avranno un punto di applicazione prossimo alla zona di lesione ed una base di appoggio
ancorata su un supporto stabile.
4) Travi di rinforzo - potranno avere funzioni di rinforzo temporaneo o definitivo e saranno costituite
da elementi in legno, acciaio o lamiere con sezioni profilate, sagomate o piene e verranno poste in opera
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
con adeguati ammorsamenti nella muratura, su apposite spallette rinforzate o con ancoraggi adeguati alle
varie condizioni di applicazione.
5) Cestelli di sollevamento - saranno conformi alla normativa vigente e in perfetta armonia con le
strutture esistenti in cantiere onde non essere pericolo per le maestranze.
Art. 30.07 - MALTE E CONGLOMERATI
I tipi di malta e le loro classi sono definite nel D.M. 09/01/87.
I quantitativi dei diversi materiali da impiegare per la composizione delle malte e dei conglomerati, secondo le particolari indicazioni che potranno essere imposte dalla Direzione dei lavori o stabilite nell'elenco prezzi, dovranno corrispondere alle seguenti proporzioni:
a) Malta comune
Calce spenta in pasta
0,25-0,40 m3
Sabbia
0,85-1,00 "
b) Malta comune per intonaco rustico (rinzaffo)
Calce spenta in pasta
0,20-0,40 "
Sabbia
0,90-1,00 "
c) Malta comune per intonaco civile (stabilitura)
Calce spenta in pasta
0,35-0,45 "
Sabbia vagliata
0,800 "
d) Malta grossa di pozzolana
Calce spenta in pasta
0,22
"
Pozzolana grezza
1,10
"
e) Malta mezzana di pozzolana
Calce spenta in pasta
0,25
"
Pozzolana vagliata
1,10
"
f) Malta fina di pozzolana
Calce spenta in pasta
0,28
"
g) Malta idraulica
Calce idraulica
da 3 a 5 q.
Sabbia
0,90
m3
h) Malta bastarda
Malta di cui alle lettere a),b), g)
1,00
"
Agglomerante cementizio a lenta presa
1,50
i) Malta cementizia forte
Cemento idraulico normale
da 3 a 6 q
Sabbia
1,00
m3
l) Malta cementizia debole
Agglomerato cementizio a lenta presa da 2,5 a 4 q
Sabbia
1,00
m3
m) Malta cementizia per intonaci
Agglomerato cementizio a lenta presa 6,00
q
Sabbia
1,00
m3
n) Malta fine per intonaci
Malta di cui alle lettere c),f),g)
vagliata allo staccio fino
o) Malta per stucchi
Calce spenta in pasta
0,45
m3
Polvere di marmo
0,90
"
p) Calcestruzzo idraulico di pozzolana
Calce comune
0,15
"
Pozzolana
0,40
"
Pietrisco o ghiaia
0,80
"
q) Calcestruzzo in malta idraulica
Calce idraulica
1,5-3 q
Sabbia
0,40
m3
Pietrisco o ghiaia
0,80
"
q
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
r) Conglomerato cementizio per muri, fondazioni, sottofondi
Cemento
1,5-2,5 q
Sabbia
0,40
m3
Pietrisco o ghiaia
0,80
"
s) Conglomerato cementizio per strutture sottili
Cemento
3-3,5 q
Sabbia
0,40
m3
Pietrisco o ghiaia
0,80
"
Quando la Direzione dei Lavori ritenesse di variare tali proporzioni, l'Impresa sarà obbligata ad uniformarsi alle prescrizioni della medesima, salvo le conseguenti variazioni di prezzo in base alle nuove proporzioni previste. I materiali, le malte ed i conglomerati, esclusi quelli forniti in sacchi di peso determinato,
dovranno ad ogni impasto essere misurati con apposite casse, della capacita' prescritta dalla Direzione
dei lavori, che l'Impresa sarà' in obbligo di provvedere a mantenere a sue spese costantemente su tutti i
piazzali ove verrà effettuata la manipolazione.
La calce spenta in pasta non dovrà essere misurata in fette, come viene estratta con badile dal calcinato, bensì' dopo essere stata rimescolata e ricondotta ad una pasta omogenea consistente e bene unita.
L'impasto dei materiali dovrà essere fatto a braccia d'uomo, sopra aree convenientemente pavimentate, oppure a mezzo di macchine impastatrici o mescolatrici.
I materiali componenti le malte cementizie saranno prima mescolati a secco, fino ad ottenere un miscuglio di tinta uniforme, il quale verrà poi asperso ripetutamente con la minore quantità' di acqua possibile, ma sufficiente, rimescolando continuamente.
Nella composizione di calcestruzzi con malte di calce comune od idraulica, si formerà' prima l'impasto
della malta con le proporzioni prescritte, impiegando la minore quantità' di acqua possibile, poi si distribuirà' la malta sulla ghiaia o pietrisco e si mescolerà' il tutto fino a che ogni elemento sia per risultare uniformemente distribuito nella massa ed avviluppato di malta per tutta la superficie.
Per i conglomerati cementizi semplici od armati gli impasti dovranno essere eseguiti in conformità' alle
prescrizioni contenute nel D.M. 26 marzo 1980 - D.M. 27 luglio 1985 e successive modifiche ed integrazioni.
Gli impasti, sia di malta che di conglomerato, dovranno essere preparati soltanto nella quantità' necessaria, per l'impiego immediato, cioè' dovranno essere preparati volta per volta e per quanto possibile in
vicinanza del lavoro. I residui di impasto che non avessero, per qualsiasi ragione, immediato impiego dovranno essere gettati a rifiuto, ad eccezione di quelli formati con calce comune, che potranno essere utilizzati pero' nella sola stessa giornata del loro confezionamento.
L'appaltatore dotato di proprio impianto di betonaggio, dovrà disporre in cantiere di tutta l'attrezzatura
adatta per eventuali controlli che la D.L. intendesse effettuare.
Art. 30.08 - MURATURE IN GENERE
Le murature con funzione strutturale portante saranno eseguite secondo le prescrizioni di cui alla
legge 2 febbraio 1974, n. 64, al D.M. 24 gennaio 1986 e alla relativa circolare M.LL.PP. 19 luglio 1986, n.
27690, al D.M. 20 novembre 1987 per gli edifici in muratura e il loro consolidamento.
Nelle costruzioni delle murature in genere verrà curata la perfetta esecuzione degli spigoli, delle voltine, sordine, piattabande, archi e verranno lasciati tutti i necessari ricavi, sfondi, canne e fori:
per ricevere le chiavi e i capichiavi delle volte, gli ancoraggi delle catene e delle travi a doppio T, le testate delle travi in legno ed in ferro, le pietre da taglio e quanto altro non venga messo in opera durante le
formazione delle murature;
per il passaggio dei tubi pluviali, dell'acqua potabile, canne di stufa e camini, cessi orinatoi, lavandini,
immondizie, ecc.;
per il condutture elettriche di campanelli, di telefono e di illuminazione;
per le imposte delle volte e degli archi;
per gli zoccoli, arpioni di porte e finestre, zanche, soglie, ferriate, ringhiere, davanzali, ecc.
Quanto detto, in modo che non vi sia mai bisogno di scalpellare le murature eseguite.
La costruzione delle murature deve iniziarsi e proseguire uniformemente, assicurando il perfetto collegamento sia con le murature esistenti, sia fra le varie parti di esse, evitando nel corso dei lavori di formazione di strutture eccessivamente emergenti dal resto della costruzione.
La muratura procederà' a filari rettilinei, coi piani di posa normali alle superfici viste o come altrimenti
venisse prescritto.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
All'innesto con muri da costruirsi in tempo successivo dovranno essere lasciate opportune ammorsature in relazione al materiale impiegato.
I lavori di muratura, qualunque sia il sistema costruttivo adottato, debbono essere sospesi nei periodi di
gelo, durante i quali la temperatura si mantenga, per molte ore, al di sotto di 0 gradi C.
Quando il gelo si verifichi solo per alcune ore della notte, le opere in muratura ordinaria possono essere eseguite nelle ore meno fredde del giorno, purché' al distacco del lavoro, vengano adottati opportuni
provvedimenti per difendere le murature dal gelo notturno.
Le facce delle murature in malta dovranno essere mantenute bagnate almeno per giorni 15 dalla loro
ultimazione od anche più se sarà' richiesto dalla Direzione dei lavori.
Le canne, le gole da camino e simili, saranno intonacate a grana fine; quelle di discesa delle immondezze saranno intonacate a cemento liscio. Si potrà ordinare che tutte le canne, le gole, ecc. nello spessore dei muri siano lasciate aperte sopra una faccia, temporaneamente, anche per tutta la loro altezza; in
questi casi, il tramezzo di chiusura si eseguirà' posteriormente.
Le impostature per le volte, gli archi ecc. devono essere lasciate nelle murature sia con gli addentellati
d'uso, sia col costruire l'origine delle volte e degli archi a sbalzo mediante le debite sagome, secondo
quanto verrà prescritto.
La Direzione stessa potrà' ordinare che sulle aperture di vani di porte e finestre siano collocate degli
architravi in cemento armato delle dimensioni che saranno fissate in relazione alla luce dei vani, allo
spessore del muro e del sovraccarico.
Quando venga ordinato, sui muri delle costruzioni, nel punto di passaggio fra le fondazioni entro terra e
la parte fuori terra, sarà disteso uno strato d’asfalto formato come quello per pavimenti, esclusa la ghiaietta, dell'altezza in ogni punto di almeno 2 cm. La muratura su di esso non potrà' essere ripresa che dopo il
suo consolidamento.
In tutti i fabbricati a più' piani dovranno eseguirsi, ad ogni piano e su tutti i muri portanti, cordoli di conglomerato cementizio armato per assicurare un perfetto collegamento e l'uniforme distribuzione dei carichi. Tale cordolo in corrispondenza delle aperture sarà' opportunamente rinforzato con armature di ferro
supplementari in modo da formare architravi portanti, ed in corrispondenza delle aperture sarà' opportunamente rinforzato con armature di ferro supplementari in modo da formare architravi portanti, ed in corrispondenza delle canne, fori, ecc. sarà pure opportunamente rinforzato perché' presenti la stessa resistenza che nelle altre parti.
In corrispondenza dei solai con putrelle, queste, con opportuni accorgimenti, saranno collegate al cordolo.
30.08.01 - MURATURE E RIEMPIMENTI IN PIETRAME SECCO - VESPAI
a) Murature in pietrame a secco - Dovranno essere eseguite con pietre ridotte col martello alla forma
più che sia possibile regolare, restando assolutamente escluse quelle di forma rotonda. Le pietre saranno
collocate in opera in modo che si colleghino perfettamente fra loro; scegliendo per i parametri quelle di
maggiori dimensioni, non inferiori a 20 cm. di lato, e le più' adatte per il miglior combaciamento, onde
supplire cosi' con l'accuratezza della costruzione alla mancanza di malta.
Si eviterà' sempre la ricorrenza delle connessure verticali. Nell'interno della muratura si farà' uso delle
scaglie soltanto per appianare i corsi e riempire gli interstizi tra pietra e pietra.
La muratura in pietrame a secco per muri di sostegno in controriva o comunque isolati sarà' sempre
coronata da uno strato di muratura in malta di altezza non minore di 30 cm.; a richiesta della Direzione dei
lavori vi si dovranno eseguire anche opportune feritoie regolari regolarmente disposte, anche a più' ordini,
per lo scolo delle acque.
b) Riempimenti in pietrame a secco (per drenaggi, fognature, banchettoni di consolidamento e simili) Dovranno essere formati con pietrame da collocarsi in opera a mano su terreno ben costipato, al fine di
evitare cedimenti per effetto dei carichi superiori.
Per drenaggi o fognature si dovranno scegliere le pietre più grosse e regolari e possibilmente a forma
di lastroni quelle da impiegare nella copertura dei sottostanti pozzetti o cunicoli; oppure infine negli strati
inferiori il pietrame di maggiore dimensione, impiegando nell'ultimo strato superiore pietrame minuto,
ghiaia o anche pietrisco per impedire alle terre sovrastanti di penetrare e scendere otturando cosi' gli interstizi tra le pietre. Sull'ultimo strato di pietrisco si dovranno pigiare convenientemente le terre, con le
quali dovrà completarsi il riempimento dei cavi aperti per la costruzione di fognature e drenaggi.
c) Vespai e intercapedini - Nei locali in genere i cui pavimenti verrebbero a trovarsi in contatto con il
terreno naturale, potranno essere ordinati vespai in pietrame o intercapedini in laterizio. In ogni caso il ter-
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
reno di sostegno di tali opere dovrà essere debitamente spianato, bagnato e ben battuto con la mazzaranga per evitare qualsiasi cedimento.
Per i vespai in pietrame si dovrà formare anzitutto in ciascun ambiente una rete di cunicoli di ventilazione, costituita da canaletti paralleli aventi interasse massimo di 1,50 m.; essi dovranno avere sezioni
non minore di 15x20 (di altezza) cm2 ed un sufficiente sbocco all'aperto, in modo da assicurare il ricambio
dell'aria.
Ricoperti tale canali con adatto pietrame di forma pianeggiante, si completerà il sottofondo riempendo
le zone rimaste fra il cunicolo e cunicolo con pietrame in grossi scheggioni disposti con l'asse maggiore
verticale ed in contrasto fra loro, intessendo i grossi vuoti con scaglie di pietra e spargendo infine uno strato di ghiaietto di conveniente grossezza sino al piano prescritto.
Le intercapedini, a sostituzione di vespai, potranno essere costituite da un piano di tavelloni mutati in
malta idraulica fine e poggianti su muretti in pietrame o mattoni, ovvero da voltine di mattoni ecc.
30.08.02 - MURATURE DI MATTONI
I mattoni, prima del loro impiego, dovranno essere bagnati fino a saturazione per immersione prolungata in appositi bagnaroli e mai per aspersione.
Essi dovranno mettersi in opera con le connessure alternative in corsi ben regolari e normali alla superficie esterna; saranno posati sopra un abbondante strato di malta e premuti sopra di esso in modo che
la malta rifluisca all'ingiro e riempia tutte le connessure.
La larghezza delle connessure non dovrà esser maggiore di 8 né minore di 5 mm.
I giunti non verranno rabboccati durante la costruzione per dare maggiore presa all'intonaco od alla
stuccatura col ferro.
Le malte da impiegarsi per l'esecuzione di questa muratura dovranno essere passate al setaccio per
evitare che i giunti fra i mattoni riescano superiori al limite di tolleranza fissato.
Le murature di rivestimento saranno fatte a corsi bene allineati e dovranno essere opportunamente
ammorsate con la parte interna.
Se la muratura dovesse eseguirsi a paramento visto (cortina) si dovrà avere cura di scegliere per le
facce esterne i mattoni di migliore cottura, meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità' e ricorrenza nelle connessure orizzontali, alternando con precisione i giunti verticali.
In questo genere di paramento le connessure di faccia vista non dovranno avere grossezza maggiore
di 5 mm. e, previa raschiatura e pulitura, dovranno essere profilate con malta idraulica o di cemento, diligentemente compresse e lisciate con apposito ferro, senza sbavatura.
Le sordine, gli archi, le piattabande e le volte dovranno essere costruite in modo che i mattoni siano
sempre disposti in direzione normale alla curva dell'intradosso e le connessure dei giunti non dovranno
mai eccedere la larghezza di 5 mm. all'intradosso e 10 mm. all'estradosso.
30.08.03 - PARETI D’UNA TESTA ED IN FOGLIO CON MATTONI PIENI E FORATI
Le pareti di una testa ed in foglio verranno eseguite con mattoni scelti, esclusi i rottami, i laterizi incompleti e quelli mancanti di qualche spigolo.
Tutte le dette pareti saranno eseguite con le migliori regole d'arte, a corsi orizzontali ed a perfetto filo,
per evitare la necessita' di forte impiego di malta per l'intonaco.
Nelle pareti in foglio, quando la Direzione dei lavori lo ordinasse, saranno introdotte nella costruzione
intelaiature in legno attorno ai vani delle porte, allo scopo di poter fissare i serramenti al telaio, anziché'
alla parete, oppure ai lati od alle sommità' delle pareti stesse, per il loro consolidamento, quando esse
non arrivano fino ad un'altra parete od al soffitto.
Quando una parete deve eseguirsi fino sotto al soffitto, la chiusura dell'ultimo corso sarà ben serrata,
se occorre, dopo congruo tempo con scaglie e cemento.
30.08.04 - MURATURE DI GETTO O CALCESTRUZZI
Il calcestruzzo da impiegarsi per qualsiasi lavoro sarà messo in opera appena confezionato e disposto
a strati orizzontali di altezza da 20 a 30 cm., su tutta l'estensione della parte di opera che si esegue ad un
tempo, ben battuto e costipato, per modo che non resti alcun vano nello spazio che deve contenerlo e nella sua massa.
Quando il calcestruzzo sia da collocare in opera entro cavi molto stretti od a pozzo esso dovrà essere
calato nello scavo mediante secchi a ribaltamento.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Solo nel caso di cavi molto larghi, la Direzione dei lavori potrà consentire che il calcestruzzo venga gettato liberamente, nel qual caso prima del conguagliamento e della battitura deve, per ogni strato di 30 cm.
d'altezza, essere ripreso dal fondo del cavo e rimpastato per rendere uniforme la miscela dei componenti.
Quando il calcestruzzo sia da calare sott'acqua, si dovranno impiegare tramogge, casse apribili o quegli altri mezzi d'immersione che la Direzione dei lavori prescriverà', ed usare la diligenza necessaria ad
impedire che, nel passare attraverso l'acqua, il calcestruzzo si dilavi con pregiudizio della sua consistenza.
Finito che sia il getto e, spianata con ogni diligenza la superficie superiore, il calcestruzzo dovrà essere
lasciato assodare per tutto il tempo che la Direzione dei lavori stimerà necessario.
Art. 30.09 - OPERE IN CEMENTO ARMATO E CEMENTO ARMATO PRECOMPRESSO
Nell'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso l'Impresa dovrà attenersi a
tutte le norme contenute nella Legge 5 novembre 1971, n. 1086 - D.M. 27 luglio 1985 relativa circolare M.
LL.PP. 31.10.1988, n. 27996.
Tutte le opere in cemento armato facenti parte dell'opera appaltata saranno eseguite in base ai calcoli
di stabilita' accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che dovranno essere, secondo le indicazioni, parte del contratto in quanto predisposto dalla Stazione Appaltante; o essere redatti e firmati da
un tecnico libero professionista iscritto all'Albo, e che l'Impresa dovrà presentare alla Direzione dei lavori
entro il termine che le verrà prescritto, attenendosi agli schemi e disegni facenti parte del progetto ed allegati al contratto o alle norme che le verranno impartite, a sua richiesta all'atto della consegna dei lavori.
L'esame e verifica da parte della Direzione dei lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non esonera in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità' ad essa derivanti per legge e per le precise
pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere eseguiti dalla Direzione dei lavori nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione, l'Impresa stessa rimane unica
e completa responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che
per la qualità' dei materiali e la loro esecuzione; di conseguenza essa dovrà rispondere degli inconvenienti
che avessero a verificarsi, di qualunque natura, importanza e conseguenze essi potessero risultare.
Avvenuto il disarmo, la superficie delle opere sarà regolarizzata con malta cementizia del tipo di cui all'art. 7.09 e precedente. L'applicazione si farà' previa pulitura e lavatura delle superfici delle gettate e la
malta dovrà essere ben conguagliata con cazzuola e frattazzo, con l'aggiunta di opportuno spolvero di
cemento puro.
Qualora la resistenza caratteristica dei provini assoggettati a prove nei laboratori fosse inferiore al valore di progetto, il Direttore dei lavori potrà', a suo insindacabile giudizio, ordinare la sospensione dei getti
dell'opera interessata e procedere, a cura e spese dell'Appaltatore, ad un controllo teorico e/o sperimentale della struttura interessata dal quantitativo di calcestruzzo carente, sulla base della resistenza ridotta,
oppure ad una verifica della resistenza con prove complementari, o con prelievo di provini per carotaggio
direttamente dalle strutture, oppure con altri strumenti e metodi di gradimento della Direzione lavori. Tali
controlli formeranno oggetto di apposita relazione nella quale sia dimostrato che, ferme restando le ipotesi
di vincolo e di carico delle strutture, la resistenza caratteristica e' ancora compatibile con le sollecitazioni
di progetto, secondo la destinazione d'uso dell'opera e in conformità' delle leggi in vigore.
Art. 30.10 - SOLAI, SOFFITTI E CONTROSOFFITTI
Le coperture a solaio degli ambienti e dei vani saranno eseguite secondo gli ordini della Direzione Lavori.
In particolare:
a) solai in cemento armato;
b) solai di tipo misto in cemento armato ed elementi forati dei tipi correnti e brevettati.
Dovranno essere osservate tutte le norme prescritte dall'art. 33 per le opere in cemento armato e dal
D.M.
9/01/89.
Particolare cura dovrà aversi nella collocazione dei ferri di armatura prima di iniziare il getto di calcestruzzo i laterizi dovranno essere convenientemente bagnati.
I solai di cemento armato avranno l'altezza che risulta dai calcoli tenuto conto delle norme prescritte
più sotto.
I solai di tipo misto e laterizio avranno una cappa di almeno 4 cm. di spessore sotto alla quale saranno
posti ferri di ripartizione distribuiti in senso trasversale rispetto ai ferri di armatura ed agganciati ai cordoli
di calcestruzzo stesi sulle murature in corrispondenza dei solai.
Tali ferri di ripartizione saranno di ferro omogeneo a maglia elettrosaldata diametro 4 20x20 uniformemente distribuita.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
L'altezza dei solai compresa la cappa, non potrà essere inferiore alle seguenti misure:
- per vano ricoperto di luce netta fino a m. 3,5; H = 16,5 compresa cappa;
- per vano ricoperto di luce netta da m. 3,5 a 5,5; H = 20,5 compresa cappa;
- per vano ricoperto di luce netta da m. 5,5 a 7,5; H = 24,5 compresa cappa;
- per luci maggiori verranno adottati particolari tipi di solaio.
I cordoli di ancoraggio di tutti i solai sulle murature saranno armati con almeno 4 diametro 14 e staffe
diametro 6 ogni 30 cm. disposte ed ancorate secondo quanto prescritto dal D.M. 9.01.87 o dalla normativa vigente.
Gli sforzi di taglio saranno calcolati e verificati a norma del citato D.M. 9.01.87.
Soffitti - I soffitti potranno essere formati con:
a) travetti portanti in cemento armato con plafonatura in tavelle doppie intere e non divisibili;
b) travetti portanti del tipo misto cemento armato - laterizio di luce variabile, accostati oppure abbinati.
L'altezza utile dei travetti sarà in relazione alla campata, al peso proprio ed al sovraccarico che dovrà
essere secondo le norme in vigore e in ogni caso mai minore di 80 kg/mq..
I travetti in laterizio dovranno essere incastrati in un cordolo continuo di calcestruzzo armato almeno
con 4 diametro 14 continui e staffe diametro 6 ogni cm. 30.
I travetti su campate continue dovranno essere di calcestruzzo a sezione piena oltre che alle testate
anche negli appoggi intermedi.
In questo caso dovranno essere interposti gli spezzoni per la continuità.
Per gli sforzi di taglio vale quanto detto per i solai.
Per particolari tipi di soffitto la Direzione dei lavori impartirà norme precise di volta in volta.
Controsoffitti - Tutti i controsoffitti in genere dovranno eseguirsi con cure particolari allo scopo di ottenere superfici orizzontali (od anche sagomate secondo le prescritte centine), senza ondulazioni od altri difetti e di evitare in modo assoluto la formazione, in un tempo più o meno prossimo, di crepe, crinature, o
distacchi dell'intonaco. Al manifestarsi di tali screpolature la Direzione dei lavori avrà la facoltà', a suo insindacabile giudizio di ordinare all'Impresa il rifacimento, a carico di quest'ultima, dell'intero controsoffitto
con l'onere del ripristino di ogni altra opera già eseguita (stucchi, tinteggiature, ecc.).
Dalla faccia inferiore di tutti i controsoffitti dovranno sporgere i ganci di ferro appendi lumi di cui all'art.
7.16. Tutti i legnami impiegati per qualsiasi scopo nei controsoffitti dovranno essere abbondantemente
spalmati di carbolinio su tutte le facce.
La Direzione dei lavori potrà prescrivere anche la predisposizione di adatte griglie o sfiatatoi in metallo
per la ventilazione dei vani racchiusi dai controsoffitti.
a) Controsoffitto in rete metallica (cameracanna).
I controsoffitti in rete metallica saranno composti:
1 - dell'armatura principale retta o centinata in legno di abete, formata con semplici costoloni di 6x12 cm2,
oppure con centine composte di due o tre tavole sovrapposte ed insieme collegate ad interasse di 100
cm.;
2 - dell'orditura di correntini in abete della sezione di 4x4 cm2, posti alla distanza di 30 cm. gli uni dagli altri
e fissati solidamente con chiodi e reggette alle centine od ai costoloni di cui sopra ed incassati ai lati entro
le murature in modo da assicurare l’immobilità';
3 - della rete metallica, in filo di ferro lucido del diametro di 1 mm. circa con maglie di circa 15 mm. di lato,
che sarà' fissata all'orditura di correntini con opportune grappette;
4 - del rinzaffo di malta bastarda o malta di cemento, secondo quanto prescritto, la quale deve risalire superiormente alla rete;
5 - dell'intonaco (eseguito con malta di calce e sabbia e incollato a colla di malta fine) steso con le dovute
cautele e con le migliori regole d'arte perché riesca del minore possibile, con superficie piana e liscia.
b) Controsoffitto tipo "Perret".
I controsoffitti eseguiti con materiale laterizio speciale tipo "Perret", "Italia" o simili saranno costituiti da
tavelline sottili di cotto dello stesso spessore di 2,5 cm. armate longitudinalmente da tondini d'acciaio annegato in malta a 3 q. di cemento Portaland per m3 di sabbia, il tutto ancorato al solaio sovrastante mediante robusti cavallotti di ferro posti ad opportuna distanza.
La faccia vista del controsoffitto sarà sbruffata con malta bastarda di cui all'art. 48-h.
c) Controsoffitto in graticcio tipo "Stauss"
I controsoffitti con graticcio di cotto armato tipo "Stauss" o simile saranno costituiti essenzialmente da
strisce di rete di filo di ferro ricotto del diametro di 1 m. a maglie di 20 mm. di lato aventi gli incroci annegati in crocettine di forma poliedrica in argilla cotta ad alta temperatura, che assicurano alla malta una
buona superficie di aderenza.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Dette strisce, assicurate agli estremi a tondini di ferro da 8 mm. almeno ancorati a loro volta nelle murature perimetrali con opportune grappe poste a distanza di 25 cm., e ben tese mediante
taglie tendifili, verranno sostenute con cavalloni intermedi (a distanza di circa 0,40 m) ed occorrendo mediante irrigidimenti di tondino di ferro da 3 mm. in modo da risultare in tutta la superficie saldamente fissate al soffitto senza possibilità di cedimenti.
Per l'intonacatura si procederà come per un controsoffitto normale: la malta gettata con forza contro il
graticcio deve penetrare nei fori fra le varie crocette, formando al di la' di esse tante piccole teste di fungo
che trattengono fortemente l'intonaco alla rete.
Trattandosi di rivestire superfici curve comunque centinate, la rete metallica del controsoffitto tanto del
tipo comune (lett. a) che del tipo "Stauss" (lett. c) dovrà seguire le sagome di sostegno retrostanti opportunamente disposte ed essere fissata ad esse con tutti i necessari accorgimenti per assicurare la rete e
farle assumere la curvatura prescritta.
Art. 30.11 - COPERTURE A TETTO
In laterizio e cemento armato.
Sarà formato da travetti di cemento armato oppure da travetti abbinati del tipo misto in laterizio e cemento, armato con ferri che risulteranno dai calcoli, da tavelloni sottotegola e tegole piane od a canale.
Sarà ad una o più falde e calcole per un sovraccarico netto di kg. 150 per mq. di falda. I travetti saranno collegati, all'appoggio sui muri, da un cordolo continuo di calcestruzzo di cemento armato con tondini
da 14 mm. e staffe diametro 6 ogni cm. 30.
Le parti sporgenti di cornice si potranno creare tanto con gli stessi travetti opportunamente sagomati,
quanto con tavelloni Hourdis delle dimensioni necessarie ed ancorati e contrappesati a regola d'arte,
quanto ancora con una soletta in calcestruzzo di cemento armato, sagomata come dai disegni forniti dalla
Direzione dei lavori.
Qualora fosse ordinato dalla Direzione dei lavori l’impermeabilizzazione del coperto, questa sarà fatta
stendendo sull'impalcatura della falda una cappa di calcestruzzo di cemento a q.li 2,00 dello spessore di
cm. 3. Su questa cappa verranno fissati con le norme dell'articolo 39 numero due strati di cartone feltro,
dopo di che verranno poste le tegole.
Coperture di tegole curve e coppi. La copertura di tegole a secco si farà passando sulla superficie da
coprire un primo strato di tegole con la convessità rivolta in basso, disposta a filari ben allineati ed attigui,
accavallate per cm. 15 ed assicurate con frammenti laterizi.
Su questo strato se ne collocherà un secondo con la convessità rivolta in alto, similmente accavallate
per cm. 15 disposte in modo da ricoprire la connessura fra le tegole sottostanti.
Le teste delle tegole in ambedue gli strati saranno perfettamente allineate con la cordicella, sia nel senso parallelo alla gronda che qualunque senso diagonale.
I comignoli, i displuvi ed i compluvi saranno formati con tegoloni e sotto di questi delle ampie converse
in lamiera zincata.
I tegoloni del comignolo e dei displuvi saranno diligentemente suggellati con malta e così pure saranno suggellate tutte le tegole che formano contorno delle falde, che poggiano contro i muri, lucernari, canne da camino e simili.
Le tegole che andranno in opera sulle murature verranno posate su letto di malta.
Copertura di tegole piane. Nella copertura di tegole piane ad incastro, dovranno essere impiegate
mezze tegole rette e diagonali alle estremità delle falde e negli spigoli in modo da alternarne le tegole da
un filare all'altro.
Sopra gli spigoli saranno disposti tegoloni di colmo che saranno murati, con malta di calce idraulica
come pure le tegole di gronda o contro muri, lucernari, ecc. come detto per le tegole a canale.
In ciascuna falda di coperto dovrà essere collocato in opera un numero adeguato di cappucci di aerazione.
Art. 30.12 - IMPERMEABILIZZAZIONI E ISOLAMENTI TERMOACUSTICI
Saranno eseguiti con le tecniche e materiali previsti dal progetto. La posa in opera dovrà essere effettuata in funzione delle caratteristiche e rispettando le norme prescritte dalle aziende produttrici qualificate
e conosciute sul mercato secondo le norme riportate nella Certificazione di Qualità.
Il prodotto da usarsi verrà campionato con allegate le caratteristiche tecniche e con riserva di accettazione
da parte della Direzione Lavori.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
A seconda del tipo di lavoro, i materiali saranno contabilizzati a metro quadrato o a metro cubo, computando la qualità effettiva del prodotto posto in opera; nel prezzo sono compresi tagli, cali, sfridi e sovrapposizioni.
In particolare:
ASFALTI: I pani dovranno avere una percentuale di bitume non inferiore al 15%.
BITUMI: a secondo dei tipi di impiego, dovranno avere rientrate nei limiti; penetrazione 40-50 Dover; duttilità 50-100 cm.; rammollimento 50°-58° e rispondent i alle norme UNI 4157-4162-4163.
BITUMI ELASTOMETRICI: punto di rammollimento 98-100°C, penetrazione minim a 40-25°C, fillerizzazione massimo 20%, granulometria inferiore a 100 micron; dovranno inoltre corrispondere alle norme
ANFOR NFT 66 004 e 008.
CARTONFELTRI BITUMATI: dovranno contenere un peso non più dell’8-10% di ceneri minerali e del 510% di umidità (norme UNI 3838).
MEMBRANE PREFABBRICATE IMPERMEABILIZZANTI: si distruggono in armate con velo vetro rinforzato e con tessuto non tessuto di poliestilene di filo continuo SPUNDBOND, si distruggono inoltre quelle
costruite da bitumi elastometrici, polimeri elastoplastometrici, polimeri plastometrici, tutte le membrane
dovranno comunque corrispondere alle norme UNI 8202, alle norme ASTM D71 mod. a 20°C, alle norme
NFT 460002, ed alle norme ICITE in base alle direttive UEATC.
FOGLI DI GOMMA SINTETICA: dovranno corrispondere alle norme 4914-4916-6065-7092-8202 ed alle
norme ASTM D412.
FOGLI IN GOMMA VULCANIZZATA EPDM: dovranno essere i requisiti delle norme ASTM D412-D568D624.
FOGLI IMPERMEABILIZZANTI IN CLORURO DI POLIVENILE (PVC): dovranno essere in conformità
con le norme DIN 4062-4102-16734-16938-53352-53354 e ASTM D638.
MEMBRANE ELASTOMETRICHE IN DISPERSIONE ACQUOSA O IN SOLVENTE: dovranno avere un
peso specifico 1300-1400 grammi per 1 m2, un allungamento a +20°C maggiore del 500% e a -10°C
maggiore di 250%.
MANTI IMPERMEABILI: con uno o più cartoni bitumati alternati con spalmature di bitume, devono avere i
giunti in sovrapposizione non inferiori a cm. 10.
MANTI IN GOMMA VULCANIZZATA, SINTETICA O IN PVC: dovranno avere i sormonti di almeno cm. 7.
Art. 30.13 - INTONACI
Gli intonaci in genere dovranno essere eseguiti in stagione opportuna, dopo aver rimossa dai giunti
delle murature la malta poco aderente, ed avere ripulita e abbondantemente bagnata la superficie della
parete stessa.
Gli intonaci, di qualunque specie siano (lisci, a superficie rustica, a bugne, per cornici e quanto altro),
non dovranno mai presentare peli, screpolature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli, od altri difetti.
Quelli comunque difettosi o che non presentassero la necessaria aderenza alle murature, dovranno
essere demoliti e rifatti dall'Impresa a sue spese.
La calce da usarsi negli intonaci dovrà essere estinta da almeno tre mesi per evitare scoppiettii, sfioriture e screpolature, verificandosi le quali sarà a carico dell'Impresa il fare tutte le riparazioni occorrenti.
Ad opera finita l'intonaco dovrà avere uno spessore non inferiore ai 15 mm.
Gli spigoli sporgenti o rientranti verranno eseguiti ad angolo vivo oppure con opportuno arrotondamento a seconda degli ordini che in proposito darà la Direzione dei lavori.
Particolarmente per ciascun tipo d'intonaco si prescrive quanto appresso:
a) Intonaco grezzo o arricciatura - Predisposte le fasce verticali, sotto regolo di guida, in numero sufficiente, verrà applicato alle murature un primo strato di malta da 1,5 cm., detto rinzaffo, gettato con forza in
modo che possa penetrare nei giunti e riempirli. Dopo che questo strato sarà alquanto asciutto, s'applicherà su di esso un secondo strato della medesima malta che si estenderà con la cazzuola o col frattone
stuccando ogni fessura e togliendo ogni asprezza, sicchè le pareti riescano per quanto possibile regolari.
b) Intonaco comune o civile - Appena l'intonaco grezzo avrà preso consistenza, si distenderà su di esso
un terzo strato di malta fina (Art. 7.09 n), che si conguaglierà con le fasce di guida in modo che l'intera superficie risulti piana ed uniforme, senza ondeggiamenti e disposta a perfetto piano verticale o secondo le
superfici degli intradossi.
c) Intonaci colorati - Per gli intonaci delle facciate esterne, potrà essere ordinato che alla malta da adoperarsi sopra l'intonaco grezzo siano mischiati i colori che verranno indicati per ciascuna parte delle facciate
stesse.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Per dette facciate potranno venire ordinati anche i graffiti, che si otterranno aggiungendo ad uno strato
d'intonaco colorato, come sopra descritto, un secondo strato pure colorato ad altro colore, che poi verrà
raschiato, secondo opportuni disegni, fino a far apparire il precedente. Il secondo strato d'intonaco colorato dovrà avere lo spessore di almeno 2 mm.
d) Intonaco a stucco - Sull'intonaco grezzo sarà sovrapposto uno strato alto almeno 4 mm di malta per
stucchi (Art. 7.09 a) che verrà spianata con piccolo regolo e governata con la cazzuola così da avere pareti perfettamente piane nelle quali non sarà tollerata la minima imperfezione.
Ove lo stucco debba colorarsi, nella malta verranno stemperati i colori prescelti dalla Direzione dei lavori.
e) Intonaco a stucco lucido - verrà preparato con lo stesso procedimento dello stucco semplice; l'abbozzo
però deve essere con più diligenza apparecchiato, di uniforme grossezza e privo affatto di fenditure.
Spianato lo stucco, prima che esso sia asciutto si bagna con acqua in cui sia sciolto del sapone di Genova e quindi si comprime e si tira a lucido con ferri caldi, evitando qualsiasi macchia, la quale sarà sempre
da attribuire a cattiva esecuzione del lavoro.
Terminata l'operazione, si bagna lo stucco con la medesima soluzione saponacea lisciandolo con pannolino.
f) Intonaco di cemento liscio - L'intonaco a cemento sarà fatto nella stessa guisa di quello di cui sopra alla
lettera a) impiegando per rinzaffo la malta cementizia normale di cui all'Art. 7.09 i) e per gli strati successivi quella di cui allo stesso articolo (7.09 l).L'ultimo strato dovrà essere tirato liscio col ferro e potrà essere
ordinato anche colorato.
g) Rivestimento in cemento a marmiglia martellinata - Questo rivestimento sarà formato in conglomerato
di cemento (Art. 7.09 r) nel quale sarà sostituita al pietrisco la marmiglia della qualità, delle dimensioni e
del colore che saranno indicati. La superficie in vista sarà lavorata a bugne, a fasce, a riquadri eccetera
secondo i disegni e quindi martellinata, ad eccezione di quegli spigoli che la Direzione ordinasse di formare lisci o lavorati a scalpello piatto.
h) Rabboccature - Le rabboccature che occorressero su muri vecchi o comunque non eseguiti con
faccia vista o sui muri a secco, saranno formate con malta idonea.
Prima dell'applicazione della malta, le connessure saranno diligentemente ripulite, fino a conveniente profondità, lavate con acqua abbondante e poi riscagliate e profilate con apposito fetto.
i) Intonaco spruzzato (gunite) - Se la superficie da trattare è in cemento armato dovrà essere preventivamente spicconata con martello pneumatico munito di utensile adeguato, quindi lavata a pressione. Qualora la superficie presentasse disgregazione, sfarinamento superficiale o polverosità è necessario lavare a
spruzzo e applicare una rabboccatura a sbruffo.
La sabbia per l'impasto dovrà essere silicea e di adeguata granulometria, impastata con 500 Kg/mc di
cemento 325.
Lo spessore sarà da 2 a 3 cm, ed il getto dovrà essere eseguito con lancia in posizione perpendicolare
alla parete ed in due strati. Qualora se ne renda necessario si potranno aggiungere, con l'autorizzazione
scritta del Direttore dei lavori, uno o più additivi alla malta, ed eventualmente, in caso di maggiori spessori,
si potrà applicare una rete metallica elettrosaldata da fissare alla parete.
Per le esecuzioni in ambienti particolarmente umidi, o con presenza di acqua di percolazione, si dovranno applicare dei tubetti del diametro di un pollice in corrispondenza di uscite d'acqua, da asportare ad
una settimana di tempo, chiudendo il foro con cemento a rapida presa.
Nel caso il rivestimento debba essere eseguito su pareti rocciose, o contro terra, si applicherà cemento
tipo 425.L'esecuzione potrà essere preceduta da una regolarizzazione della parete con intonaco grezzo
tirato a frattazzo, per consentire l'eventuale esecuzione di una guaina impermeabile.
l) intonaci isolanti: dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche e posti in opera secondo le indicazioni
contenute nella documentazione allegata alla Certificazione ICITE, che è obbligatoria per l’accettazione
della tipologia e marca da parte della D.L.
Art. 30.14 - DECORAZIONI
Nelle facciate esterne, nei pilastri e nelle pareti interne, saranno formati i cornicioni, le cornici, le lesene,
gli archi, le fasce, gli aggetti, le riquadrature, i bassifondi, ecc. in conformità dei particolari che saranno
forniti dalla Direzione dei lavori, nonché fatte le decorazioni, anche policrome, che pure saranno indicate,
sia con colore a tinta, sia a graffito.
L'ossatura dei cornicioni, delle cornici e delle fasce sarà formata, sempre in costruzione, con più ordini di
pietre o di mattoni e anche in conglomerato semplice od armato, secondo lo sporto e l'altezza che le conviene.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Per i cornicioni di grande sporto saranno adottati i materiali speciali che prescriverà la Direzione dei lavori
oppure sarà provveduto alla formazione di apposite lastre in cemento armato con o senza mensole.
Tutti i cornicioni saranno contrappesati opportunamente e, ove occorra, ancorati alle murature inferiori.
Per le pilastrate o mostre e finestre, quando non sia diversamente disposto dalla Direzione dei lavori, l'ossatura dovrà sempre venire eseguita contemporaneamente alla costruzione. Predisposti i pezzi dell'ossatura nelle stabilite proporzioni e sfettate in modo da presentare l'insieme del proposto profilo, si riveste tale
ossatura con un grosso strato di malta, e si aggiusta alla meglio con la cazzuola. Prosciugato questo primo strato si abbozza la cornice con un calibro o sagoma di legno, appositamente preparato, ove sia tagliato il controprofilo della cornice, che si farà scorrere sulla bozza con la guida di un regolo di legno.
L'abbozzo come avanti predisposto, sarà poi rivestito con apposita di stucco da tirarsi e lisciarsi convenientemente.
Quando nella costruzione delle murature non siano state predisposte le ossature per lesene, cornici, fasce, ecc. e queste debbano quindi applicarsi completamente in oggetto, o quando siano troppo limitate
rispetto alla decorazione, o quando infine possa temersi che la parte di rifinitura delle decorazioni, per eccessiva sporgenza o per deficiente aderenza all'ossatura predisposta, col tempo possa staccarsi, si curerà di ottenere il maggiore e più solido collegamento della decorazione sporgente alle pareti od alle ossature mediante infissione in esse di adatti chiodi, collegati tra loro con filo di ferro del diametro di 1 mm, attorcigliato ad essi e formante maglia di 10 cm. circa di lato.
Decorazioni a cemento -= Le decorazioni a cemento delle porte e delle finestre e quelle della parte ornata
delle cornici, davanzali, pannelli, ecc. verranno eseguite in conformità dei particolari architettonici forniti
dalla Direzione dei lavori. Le parti più sporgenti del piano della facciata ed i davanzali saranno formati con
speciali pezzi prefabbricati di conglomerato cementizio dosato a 400 kg. gettato in apposite forme all'uopo
predisposte a cura e spese dell'Impresa, e saranno opportunamente ancorati alle murature. Il resto della
decorazione, meno sporgente, sarà fatta in posto, con ossatura di cotto o di conglomerato cementizio, la
quale verrà poi, con malta di cemento, tirata in sagoma e liscia.
Per le decorazioni in genere, siano queste da eseguirsi a stucco, in cemento od in pietra l'Impresa e'
tenuta ad approntare il relativo modello in gesso al naturale, a richiesta della Direzione dei lavori.
Art. 30.15 - PAVIMENTI
La posa in opera dei pavimenti di qualsiasi tipo o genere dovrà venire eseguita in modo che la superficie
risulti perfettamente piana ed osservando scrupolosamente le disposizioni che, di volta in volta, saranno
impartite dalla Direzione dei lavori.
I singoli elementi dovranno combaciare esattamente tra di loro, dovranno risultare perfettamente fissati al
sottostrato e non dovrà verificarsi nelle connesse dei diversi elementi a contatto la benché minima ineguaglianza.
I pavimenti si addentreranno per 15 mm entro l'intonaco delle pareti, che sarà tirato verticalmente sino al
pavimento, evitando quindi ogni raccordo o guscio.
Nel caso in cui venga prescritto il raccordo, debbono sovrapporsi al pavimento non solo il raccordo
stesso, ma anche l'incontro per almeno 15 mm.
I pavimenti dovranno essere consegnati diligentemente finiti lavorati e senza macchie di sorta.
Resta comunque contrattualmente stabilito che per un periodo di almeno dieci giorni dopo l'ultimazione di
ciascun pavimento, l'Impresa avrà l'obbligo di impedire l'accesso di qualunque persona nei locali; e ciò
anche per pavimenti costruiti da altre Ditte. Ad ogni modo, ove i pavimenti risultassero in tutto o in parte
danneggiati per i passaggio abusivo di persone e per altre cause, l'Impresa dovrà a sua cura e spese ricostruire le parti danneggiate.
L'Impresa ha l'obbligo di presentare alla Direzione dei lavori i campionari dei pavimenti che saranno prescritti. Tuttavia la Direzione dei lavori ha piena facoltà di provvedere il materiale di pavimentazione. L'Impresa, se richiesta, ha l'obbligo di provvedere alla posa in opera al prezzo indicato nell'elenco ed eseguire
il sottofondo secondo le disposizioni che saranno impartite dalla Direzione stessa.
a) Sottofondi - Il piano destinato alla posa dei pavimenti, di qualsiasi tipo essi siano, dovrà essere opportunamente spianato mediante un sottofondo, in guida che la superficie di posa risulti regolare e parallela a
quella del pavimento da eseguire ed alla profondità necessaria.
Il sottofondo potrà essere costituito, secondo gli ordini della Direzione dei lavori, da un massetto di calcestruzzo idraulico o cementizio o da un gretonato, di spessore minore di 4 cm. in via normale, che dovrà
essere gettato in opera a tempo debito per essere lasciato stagionare per almeno 10 giorni. Prima della
posa del pavimento le lesioni eventualmente manifestarsi nel sottofondo saranno riempite e stuccate con
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
un beverone di calce o cemento, e quindi vi si stenderà, se prescritto, lo spianato di calce idraulica (camicia di calce) dello spessore da 1,5 a 2 cm.
Nel caso che si richiedesse un massetto di notevole leggerezza la Direzione dei lavori potrà prescrivere
che sia eseguito in calcestruzzo di pomice o altro inerte leggero.
Quando i pavimenti dovessero poggiare sopra materie comunque compressibili il massetto dovrà essere
costituito e fortemente battuto, in maniera da evitare qualsiasi successivo cedimento.
b) Pavimenti di laterizi - I pavimenti in laterizi, sia con mattoni di piatto che di costa, sia con pianelle, saranno formati distendendo sopra il massetto uno strato di malta crivellata (art. 7.09 a), sul quale i laterizi si
disporranno a filari paralleli, a spina di pesce, in diagonale, ecc. comprimendoli affinché la malta rifluisca
nei giunti. Le connessure devono essere allineate e stuccate con cemento e la loro larghezza non deve
superare 3 mm, per i mattoni e le pianelle non arrotati, e 2 mm. per quelli arrotati.
c) Pavimenti in mattonelle di cemento con o senza graniglia - Tali pavimenti saranno posati sopra un
letto di malta cementizia normale (art. 7.09 i) distesa sopra il massetto; le mattonelle saranno premute finche' la malta rifluisca dalle connessure. Le connessure debbono essere stuccate con cemento e la loro
larghezza non deve superare 1 mm.
Avvenuta la presa della malta i pavimenti saranno arrotondati con pietra pomice ed acqua o con mole
carborundum o arenaria, a seconda del tipo, e quelli in graniglia saranno spalmati in un secondo tempo
con una mano di cera, se richiesta.
d) Pavimenti in mattonelle greificate - Sul massetto in calcestruzzo di cemento, si distenderà uno strato di
malta cementizia magra (art. 7.09 i) dello spessore di 2 cm. che dovrà essere ben battuto e costipato.
Quando il sottofondo avrà preso consistenza si poseranno su di esso a secco le mattonelle a seconda del
disegno o delle istruzioni che verranno impartite dalla Direzione. Le mattonelle saranno premunite in modo che la malta riempia e sbocchi dalle connessure e verranno stuccate di nuovo con malta liquida di puro
cemento distesavi sopra. Infine la superficie sarà pulita e tirata a lucido con segatura bagnata e quindi con
cera.
Le mattonelle greificate, prima del loro impiego, dovranno essere bagnate a rifiuto per immersione.
e) Pavimenti in lastre di marmo - Per i pavimenti in lastre di marmo si useranno le stesse norme stabilite per i pavimenti in mattonelle di cemento.
f) Pavimenti in getto di cemento - Sul massetto in conglomerato cementizio verrà disteso uno strato di
malta cementizia grassa (art. 7.09 i), dello spessore di 2 cm ed un secondo strato di cemento assoluto
dello spessore di 5 mm, lisciato, rigato o rullato, secondo quanto prescriverà la Direzione dei lavori.
g) Pavimenti alla veneziana - Sul sottofondo previamente preparato in conglomerato cementizio, sarà disteso uno strato di malta, composta di sabbia e cemento colorato misto a graniglia, nella quale verranno
incorporate scaglie di marmo ed eseguiti giunti con lamine di zinco od ottone, dello spessore di 1 mm disposte a riquadri con lato non superiore a 1 m ed appoggiate sul sottofondo.
Detto strato sarà battuto a rifiuto e rullato.
Per pavimenti a diverso colore, la gettata della malta colorata sarà effettuata adottando opportuni accorgimenti perché il disegno risulti ben delimitato con contorni netti e senza soluzione di continuità.
Quando il disegno deve essere ottenuto mediante cubetti di marmo, questi verranno disposti sul piano di
posa prima di gettare la malta colorata di cui sopra.
Le qualità dei colori dovranno essere adatte all'impasto, in modo da non provocarne la disgregazione; i
marmi in scaglie tra 10 e 25 mm, dovranno essere non gessosi e il più possibile duri (giallo, rosso e bianco di Verona; verde, nero e rosso di Levanto; bianco, venato e bardiglio di Serravezza, ecc.).
I cubetti di marmo di Carrara dovranno essere pressoché perfettamente cubici, di 15 mm circa di lato, con
esclusione degli smezzati; le fasce e le controfasce di contorno, proporzione all'ampiezza dell'ambiente.
L'arrotatura sarà fatta a macchina, con mole di carborundum di grana grossa e fine, fino a vedere le scaglie nettamente rifinite dal cemento poi con mole leggera, possibilmente a mano, e ultimate con due passate di olio di lino crudo, a distanza di qualche giorno, e con un'ulteriore mano di cera.
h) Pavimenti a bollettonato.- Su di un ordinario sottofondo si distenderà uno strato di malta cementizia
normale (art. 7.09 i), per lo spessore minimo di 1,5 cm sul quale verranno posti a mano pezzami di marmo
colorato di varie qualità, di dimensione e forme atte e scopo e precedentemente approvati dalla Direzione
dei lavori. Essi saranno disposti in modo da ridurre al minimo di interspazi di cemento.
Sul tale strato di pezzami di marmo, sarà gettata una boiacca di cemento colorato, distribuita bene ed abbondantemente sino a rigurgito, in modo che ciascun pezzo di marmo venga circondato da tutti i lati dalla
malta stessa. Il pavimento sarà poi rullato.
Verrà eseguita una duplice arrotatura a macchina con mole carborundum di grana grossa e fina ed eventualmente la lucidatura a piombo.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
i) Pavimenti in legno ("parquet"). - Tali pavimenti dovranno essere eseguiti con legno di 1a o 2a scelta
ben stagionato e profilato di tinta e grana uniforme. Le doganelle delle dimensioni prescritte, unite a maschio e femmina, saranno chiodate sopra un'orditura di listelli della sezione opportuna ed interasse prescritto dalla D.L..
L'orditura di listelli sarà fissata al sottofondo mediante grappe di ferro opportunamente murate.
Lungo il perimetro degli ambienti dovrà collocarsi un profilo in legno all'unione tra pavimento e pareti.
La posa in opera si effettuerà solo dopo il completo prosciugamento del sottofondo e dovrà essere fatta a
perfetta regola d'arte, senza discontinuità, gibbosità od altro; le doghe saranno disposte a spina di pesce
con l'interposizione di bindelli fra il campo e la fascia di quadratura.
I pavimenti di parquet dovranno essere lavati e lucidati con doppia spalmatura di cera, da eseguirsi l'una a
lavoro ultimato, l'altra all'epoca che sarà fissata dalla Direzione dei lavori.
l) Pavimenti d'asfalto.- Il sottofondo dei pavimenti in asfalto sarà formato con conglomerato cementizio
dosato a 250 kg, e avrà lo spessore di almeno 5 cm. Su di esso sarà colato uno strato dell'altezza di 4 cm
di pasta d'asfalto, risultante dalla fusione del mastice d'asfalto naturale e bitume, mescolati a ghiaietta o
graniglia nelle proporzioni di 50 parti di asfalto, quattro di bitume e 46 di ghiaietta passata tra vagli di 5 e
10 mm.
La ghiaietta sarà ben lavata, assolutamente pura ed asciutta.
Nella fusione i componenti saranno ben mescolati perché l'asfalto non carbonizzi e l'impasto diventi omogeneo.
L'asfalto sarà disteso a strati di 2 cm di spessore ognuno a giunti sfalsati.
Sopra l'asfalto appena disteso, mentre e' ben caldo, si spargerà della sabbia silicea di granulatura uniforme la quale verrà battuta e ben incorporata nello strato asfaltico.
m) Pavimenti in linoleum. Posa in opera.- Speciale cura si dovrà adottare per la preparazione dei sottofondi, che potranno essere costituiti da impasto di cemento e sabbia, o di gesso e sabbia.
La superficie superiore del sottofondo dovrà essere perfettamente piana e liscia, togliendo gli eventuali
difetti con stuccatura e gesso. L'applicazione del linoleum dovrà essere fatta su sottofondo perfettamente
asciutto; nel caso in cui per ragioni di assoluta urgenza non si possa attendere il perfetto prosciugamento
del sottofondo, esso sarà protetto con vernice speciale detta antiumido. Quando il linoleum debba essere
applicato sopra vecchi pavimenti, si dovranno innanzitutto fissare gli elementi del vecchio pavimento che
non siano fermi, indi si applicherà su di esso uno strato di gesso dello spessore da 2 a 4 mm, sul quale
verrà fissato il linoleum.
Applicazione.- L'applicazione del linoleum, dovrà essere fatta da operai specializzati, con mastice di resina
o con altre colle speciali.
Il linoleum dovrà essere incollato su tutta la superficie e non dovrà presentare rigonfiamenti od altri difetti
di sorta.
La pulitura dei pavimenti di linoleum dovrà essere fatta con segatura (esclusa quella di castagno), inumidita con acqua dolce leggermente saponata, che verrà passata e ripassata sul pavimento fino ad ottenere
pulitura.
Dovrà poi il pavimento essere asciugato passandovi sopra segatura asciutta e pulita, e quindi strofinato
con stracci imbevuti con olio di lino cotto.
Tale ultima applicazione contribuirà a mantenere la plasticità ed ad aumentare l'impermeabilità del linoleum.
Art. 30.16 - RIVESTIMENTI DI PARETI
I rivestimenti in materiale di qualsiasi genere dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte, con il materiale prescelto dall'Amministrazione appaltante, e conformemente ai campioni che verranno volta a volta
eseguiti, a richiesta della Direzione dei lavori.
Particolare cura dovrà porsi nella posizione in sito degli elementi, in modo che questi a lavoro ultimato risultino perfettamente aderenti al retrostante intonaco.
Pertanto, i materiali porosi prima del loro impiego, dovranno essere immersi nell'acqua fino a saturazione, e dopo aver abbondantemente innaffiato l'intonaco delle pareti, alle quali deve applicarsi il rivestimento, saranno allettati con malta cementizia normale, nelle qualità necessarie e sufficienti.
Gli elementi del rivestimento dovranno perfettamente combaciare fra loro e le linee dei giunti, debitamente
stuccate con cemento bianco o diversamente colorato, dovranno risultare, a lavoro ultimato, perfettamente allineate. I rivestimenti dovranno essere convenientemente lavati e puliti.
L'applicazione del linoleum alle pareti sarà fatta nello stesso modo che per i pavimenti, avendo, anche per
questo caso, cura di assicurarsi che la parete sia ben asciutta.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Art. 30.17 - OPERE IN MARMO E PIETRE, NORME GENERALI
Le opere in marmo, pietre naturali od artificiali dovranno in genere corrispondere esattamente alle forme e
dimensioni risultanti dai disegni di progetto ed essere lavorate a seconda delle prescrizioni generali del
presente Capitolato o di quelle particolari impartite dalla Direzione dei lavori all'atto dell'esecuzione.
Tutti i materiali dovranno avere le caratteristiche esteriori (grana, coloritura e venatura) e quelle essenziali
della specie prescelta.
Prima di cominciare i lavori, qualora non si sia provveduto in merito avanti l'appalto da parte dell'Amministrazione appaltante, l'Impresa dovrà preparare a sue spese i campioni dei vari marmi o pietre e delle loro
lavorazioni, e sottoporli all'approvazione della Direzione dei lavori, alla quale spetterà in maniera esclusiva
di giudicare se essi corrispondono alle prescrizioni.
Detti campioni, debitamente contrassegnati, resteranno depositati negli Uffici della Direzione dei lavori,
quali termini di confronto e di riferimento.
Per quanto ha riferito con le dimensioni di ogni opera nelle sue parti componenti, la Direzione dei lavori
ha la facoltà di prescrivere le misure dei vari elementi di un'opera qualsiasi (rivestimento, copertina, cornice, pavimento, colonna, ecc.) la formazione e disposizione dei vari conci e lo spessore delle lastre, come
pure di precisare gli spartiti, la posizione dei giunti, la suddivisione dei pezzi, l'andamento della venatura,
ecc., secondo i particolari disegni costruttivi che la stessa Direzione dei lavori potrà fornire all'Impresa all'atto dell'esecuzione; quest'ultima avrà l'obbligo di uniformarsi a tali norme, come ad ogni altra disposizione circa la formazione di modanature, scorniciature, gocciolatoi, ecc.
Per le opere di una certa importanza, la Direzione dei lavori potrà, prima che esse vengano iniziate, ordinare all'Impresa la costruzione di modelli in gesso, anche in scala al vero, il tutto a spese dell'Impresa
stessa, sino ad ottenere l'approvazione, prima di procedere all'esecuzione della particolare finitura.
Per tutte le opere infine e' fatto obbligo all'Impresa di rilevare e controllare, a propria cura e spese, la corrispondenza delle varie opere ordinate dalla Direzione dei lavori alle strutture rustiche esistenti, e di segnalare tempestivamente a quest'ultima ogni divergenza od ostacolo, restando essa Impresa in caso contrario unica responsabile della perfetta rispondenza dei prezzi all'atto della posa in opera. Essa avrà pure
l'obbligo di apportare alle stesse, in corso di lavoro, tutte quelle modifiche che potessero essere richieste
dalla Direzione dei lavori.
Art. 30.18 - MARMI E PIETRE NATURALI
a) Marmi. - Le opere in marmo dovranno avere quella perfetta lavorazione che e' richiesta dall'opera
stessa, congiunzioni senza risalti e piani perfetti.
Salvo contraria disposizione, i marmi dovranno essere di norma lavorati in tutte le facce viste a pelle liscia,
arrotate e pomiciate.
I marmi colorati devono presentare in tutti i pezzi le precise tinte e venature caratteristiche della specie
prescelta.
Potranno essere richiesti, quando la loro venatura si presti, con la superficie vista a spartito geometrico, a
macchina aperta, a libro o comunque giocata.
b) Pietra da taglio.- La pietra da taglio da impiegare nelle costruzioni dovrà presentare la forma e le
dimensioni di progetto, ed essere lavorata, secondo le prescrizioni che verranno impartite dalla Direzione
dei lavori all'atto dell'esecuzione, nei seguenti modi:
a) a grana grossa;
b) a grana ordinaria;
c) a grana mezza fina;
d) a grana fina;
Per pietra da taglio a grana grossa, si intenderà quella lavorata semplicemente con la grossa punta senza
fare uso della martellina per lavorare le facce viste, né allo scalpello per ricavarne spigoli netti.
Verrà considerata come pietra da taglio a grana ordinaria quella le cui facce viste saranno lavorate con la
martellina a denti larghi.
La pietra da taglio s'intenderà lavorata a grana mezza fina e a grana fina, se le facce predette saranno lavorate con la martellina a denti mezzani e, rispettivamente, a denti finissimi.
In tutte le lavorazioni, esclusa quella a grana grossa, le facce esterne di ciascun concio della pietra da taglio dovranno avere gli spigoli vivi e ben cesellati per modo che le connesse fra concio e concio non eccedano la larghezza di 5 mm per la pietra a grana ordinaria e di 3 mm per le altre.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Qualunque sia il genere di lavorazione delle facce viste, i letti di posa e le facce di combaciamento dovranno essere ridotti a perfetto piano e lavorati a grana fina. Non saranno tollerate né smussature agli spigoli, né cavità nelle facce, né stuccature in mastice o rattoppi. La pietra da taglio che presentasse tali difetti verrà rifiutata e l'impresa sarà in obbligo di sostituirla immediatamente, anche se le scheggiature od
ammacchi si verificassero dopo il momento della posa in opera e ciò fino al collaudo.
Art. 30.19 - PIETRE ARTIFICIALI
La pietra artificiale, ad imitazione della naturale, sarà costituita da conglomerato cementizio, formato con
cementi adatti, sabbia silicea, ghiaino scelto sottile lavato, e graniglia della stessa pietra naturale che s'intende imitare. Il conglomerato così formato sarà gettato entro apposite casseforme, costipandolo poi mediante battitura a mano o pressione meccanica.
Il nucleo sarà dosato con non meno di 3,5 q di cemento Portland per 1 m cubo di impasto e non meno di
4 q quando si tratti di elementi sottili, capitelli, targhe e simili. Le superfici in vista, che dovranno essere
gettate contemporaneamente al nucleo interno, saranno costituite, per uno spessore non inferiore a 2 cm,
da impasto più ricco formato con cemento bianco, graniglia di marmo, terre colorate e polvere della pietra
naturale che si deve imitare.
Le stesse superfici saranno lavorate all'utensile, dopo perfetto indurimento, in modo da presentare struttura identica per l'apparenza della grana, tinta e lavorazione, alla pietra naturale imitata. Inoltre la parte superficiale sarà gettata con dimensioni esuberanti rispetto a quelle definitive, in modo che queste ultime
possano poi ricavarsi asportando materia a mezzo di utensili da scalpellino, essendo vietate in modo assoluto le stuccature, le tassellature ed in generale le aggiunte del materiale.
I getti saranno opportunamente armati con tondini di ferro e lo schema dell'armatura dovrà essere preventivamente approvato dalla Direzione dei lavori.
Per la posa in opera dei getti sopra descritti valgono le stesse prescrizioni indicate per i marmi in genere.
La dosatura e la stagionatura degli elementi di pietra artificiali devono essere tali che il conglomeramento
soddisfi alle seguenti condizioni:
1) inalterabilità agli agenti atmosferici;
2) resistenza alla rottura per schiacciamento superiore a 300 kg/cm2 dopo 28 giorni;
3) le sostanze coloranti adoperate nella miscela non dovranno agire chimicamente sui cementi sia con azione immediata, che con azione lenta e differita; non conterranno quindi acidi, né anilina, né gesso; non
daranno aumento di volume durante la presa né successiva sfioritura e saranno resistenti alla luce.
La pietra artificiale, da gettare sul posto come parametro di ossature grezze, sarà formata da rinzaffo ed
arricciature in malta cementizia, e successivo strato di malta di cemento, con colori e graniglia della stessa pietra naturale da imitare.
Quando tale strato debba essere sagomato per formazione di cornici, oltre che a soddisfare tutti i requisiti
sopra indicati, dovrà essere confezionato ed armato nel modo più idoneo per raggiungere la sua perfetta
adesione alle murature sottostanti, che saranno state in precedenza debitamente preparate, rese nette e
levate abbondantemente dopo profonde incisioni dei giunti con apposito ferro.
Le facce viste saranno poi ottenute in modo perfettamente identico a quello della pietra preparata fuori
d'opera, nel senso che saranno ugualmente ricavate dallo strato esterno a graniglia, mediante i soli utensili da scalpellino o marmista, vietandosi in modo assoluto ogni opera di stuccatura, riporti, ecc.
Art. 30.20 - OPERE IN LEGNAME - OPERE DA CARPENTIERE
Tutti i legnami da impiegarsi in opere permanenti da carpentiere (grossa armatura di tetto, travature per
solai, impalcati, ecc.), devono essere lavorati con la massima cura e precisione, secondo ogni buona regola d'arte ed in conformità alle prescrizioni date dalla Direzione dei lavori.
Tutte le giunzioni dei legnami debbono avere la forma e le dimensioni prescritte, ed essere nette e precise in modo da ottenere un perfetto combaciamento dei prezzi che devono essere uniti.
Non e' tollerato alcun taglio in falso, né zeppe o cunei, né qualsiasi altro mezzo di guarnitura o ripieno.
Qualora venga ordinato dalla Direzioni dei lavori, nelle facce di giunzione verranno interposte delle lamine
di piombo o di zinco od anche del cartone incatramato.
Le diverse parti componenti di un'opera in legname devono essere fra loro collegate solidamente caviglie,
chiodi, squadre, staffe di ferro, fasciature di reggia od altro, in conformità alle prescrizioni che saranno date.
Dovendosi impiegare chiodi per collegamento dei legnami, e' espressamente vietato farne l'applicazione
senza apparecchiarne prima il conveniente foro con succhiello.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
I legnami prima della loro posizione in opera e prima dell'esecuzione della spalmatura di catrame o della
coloritura, se ordinata, debbono essere congiunti in prova nei cantieri, per essere esaminati ed accettati
provvisoriamente dalla Direzione dei lavori.
Tutte le parti dei legnami che rimangono incassate nella muratura, devono prima della posa in opera, essere convenientemente spalmate di catrame vegetale o di carbolineum e tenute, almeno lateralmente e
posteriormente, isolate in modo da permettere la permanenza in uno strato di aria possibilmente ricambiabile.
Art. 30.21 - INFISSI IN LEGNO - NORME GENERALI
Per l'esecuzione dei serramenti od altri lavori in legno, l'Impresa dovrà servirsi di una Ditta specialista e
ben accetta alla Direzione dei lavori. Essi saranno sagomati e muniti degli accessori necessari, secondo i
disegni di dettaglio, i campioni e le indicazioni che darà la Direzione dei lavori.
Il legname dovrà essere perfettamente lavorato e piallato e risultare, dopo ciò, dello spessore richiesto,
intendendosi che dimensioni dei disegni e gli spessori debbono essere quelli del lavoro ultimato, né saranno tollerate eccezioni a tale riguardo.
I serramenti e gli altri manufatti saranno piallati e raspati con carta vetrata e pomice in modo da fare
scomparire qualsiasi sbavatura. E' proibito inoltre assolutamente l'uso del mastice per coprire difetti naturali di legno o difetti di costruzione.
Le unioni dei ritti con traversi saranno eseguite con le migliori regole dell'arte: i ritti saranno continui per
tutta l'altezza del serramento, ed i traversi collegati a dente e mortisa, con caviglie di legno duro e con
biette, a norma delle indicazioni che darà la Direzione dei lavori.
I denti e gli incastri a maschio e femmina dovranno attraversare dall'una all'altra parte i pezzi in cui verranno calettati, e le linguette avranno comunemente la grossezza di 1/3 del legno e saranno incollate.
Nei serramenti ed altri lavori a specchiature i pannelli saranno uniti a telai ed ai traversi intermedi mediante scanalature nei telai e linguette nella specchiatura, con sufficiente riduzione dello spessore per non indebolire soverchiamente il telaio. Fra le estremità della linguetta ed il fondo della scanalatura deve lasciarsi un gioco per consentire i movimenti del legno della specchiatura.
Nelle fodere dei serramenti e dei rivestimenti, a superficie o perlinata, le tavole di legno saranno connesse, a richiesta della
Direzione dei lavori, o a dente e canale ed incollatura, oppure a canale unite da apposita animella o linguetta di legno duro incollata a tutta la lunghezza.
Le battute delle porte senza telaio verranno eseguite a risega, tanto contro la mazzetta quanto fra le imposte.
Le unioni delle parti delle opere in legno e dei serramenti verranno fatte con viti; i chiodi o le punte di Parigi saranno consentiti solo quando sia espressamente indicato dalla Direzione dei lavori.
Tutti gli accessori, ferri ed apparecchi di chiusura, di sostegno, di manovra, ecc., dovranno essere, prima
della loro applicazione, accettati dalla Direzione dei lavori.
La loro applicazione ai vari manufatti dovrà venire eseguita a perfetto incastro, per modo da non lasciare
alcuna discontinuità, quando sia possibile, mediante bulloni a viti.
Quando trattasi di serramenti da aprire e chiudere, ai telai od ai muri dovranno essere sempre assicurati
appositi ganci, catenelle od altro, che, mediante opportuni occhielli ai serramenti, ne fissino la posizione
quando i serramenti stessi debbono restare aperti. Per ogni serratura di porta od uscio dovranno essere
consegnate due chiavi. A tutti i serramenti ed altre opere in legno, prima del loro collocamento in opera e
previa accurata pulitura a raspa e carta vetrata, verrà applicata una prima mano di olio di lino cotto accuratamente spalmato in modo che il legno ne resti bene impregnato. Essi dovranno conservare il loro colore naturale e, quando la prima mano sarà ben essiccata, si procederà alla loro posa in opera e quindi alla
loro pulitura con pomice e carta vetrata.
Per i serramenti e le loro parti saranno osservate le prescrizioni che saranno impartite dalla Direzione dei
lavori all'atto pratico.
Resta inoltre stabilito che quando l'ordinazione riguarda la fornitura di più serramenti, appena avuti i particolari per la costruzione di ciascun tipo, l'Impresa dovrà allestire il campione di ogni tipo che dovrà essere
approvato dalla Direzione dei lavori e verrà depositato presso di essa. Detti campioni verranno posti in
opera per ultimi, quando tutti gli altri serramenti saranno stati presentati ed accettati.
Ciascun manufatto in legno o serramento prima dell'applicazione della prima mano d'olio cotto dovrà essere sottoposto all'esame ed all'accettazione provvisoria della Direzione dei lavori, la quale potrà rifiutare
tutti quelli che fossero stati verniciati o colorati senza tale accettazione.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
L'accettazione dei vari serramenti e delle altre opere in legno non e' definitiva se non dopo che siano stati
posti in opera, e se, malgrado ciò, i lavori andassero poi soggetti a fenditure e screpolature, incurvamenti
e dissesti di qualsiasi specie, prima che l'opera sia definitivamente collaudata, l'Impresa sarà obbligata a
rimediarvi, cambiando a sue spese i materiali e le opere difettose.
Art. 30.22 - OPERE IN FERRO - NORME GENERALI E PARTICOLARI
Nei lavori in ferro, questo deve essere lavorato diligentemente con maestria, regolarità di forme e precisione di dimensioni, secondo i disegni che fornirà la Direzione dei lavori, con particolare attenzione nelle
saldature e bolliture. I fori saranno tutti eseguiti col trapano, le chiodature, ribattiture, ecc. dovranno essere perfette, senza sbavature; i tagli essere rifiniti a lima.
Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentino imperfezione od indizio di imperfezione.
Ogni pezzo ad opera completa in ferro dovrà essere fornita a pie' d'opera colorita a minio.
Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione dei lavori, l'Impresa dovrà presentare il relativo modello,
per la preventiva approvazione.
L'impresa sarà in ogni caso obbligata a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le misure esatte
delle diverse opere in ferro, essendo essa responsabile degli inconvenienti che potessero verificarsi per
l'omissione di tale controllo.
In particolare si prescrive:
a) inferriate, cancellate, ecc. - Saranno costruiti a perfetta regola d'arte, secondo i tipi che verranno indicati all'atto esecutivo. Essi dovranno presentare tutti i regoli ben dritti, spianati ed in perfetta composizione. I
tagli delle connessure per i ferri incrociati mezzo a mezzo dovranno essere della massima precisione ed
esattezza, ed il vuoto di uno dovrà esattamente corrispondere al pieno dell'altro, senza la minima ineguaglianza o discontinuità.
Le inferriate con regoli intrecciati ad occhio non presenteranno nei buchi, formati a fuoco, alcuna fessura.
In ogni caso l'intreccio dei ferri dovrà essere diritto ed in parte dovrà essere munito di occhi, in modo che
nessun elemento possa essere sfilato.
I telai saranno fissati ai ferri di orditura e saranno muniti di forti grappe ed arpioni, ben chiodati ai regoli di
telaio in numero, dimensioni e posizioni che verranno indicate.
b) Infissi in ferro.- Gli infissi per finestre, vetrate ed altro, potranno essere richiesti con profilati ferro - finestra o con ferri comuni profilati.
In tutti e due i casi dovranno essere simili al campione che potrà richiedere o fornire l'Amministrazione. Gli
infissi potranno avere parte fissa od apribile, anche a vasistas, se sarà richiesto; le chiusure saranno eseguite a ricupero ad asta rigida, con corsa inversa ed avranno il ferro inferiore e superiore. Il sistema di
chiusura potrà essere a leva od a manopola a seconda di come sarà richiesto. Le cerniere dovranno essere a quattro maschiettature in numero di due o tre parti per ciascuna partita dell'altezza non inferiore a
12 cm con ghiande terminali.
Gli apparecchi di chiusura e di manovra in genere dovranno risultare bene equilibrati e non richiedere eccessivi sforzi per la chiusura.
Le manopole e le cerniere, se richiesto, saranno cromate.
Le ante apribili dovranno essere munite di gocciolatoio.
Le ferramenta di ritegno dovranno essere proporzionate alla robustezza dell'infisso stesso.
Per le strutture metalliche si dovranno osservare le norme del D.M. 27 luglio 1985, le norme U.N.I. e le
norme tecniche C.N.R. pertinenti.
Art. 30.23 - OPERE DA VETRAIO
Le lastre di vetro saranno di norma chiare, del tipo indicato nell'elenco prezzi; per le latrine si adotteranno
vetri rigati o smerigliati, il tutto salvo più precise indicazioni che saranno impartite all'atto della fornitura
dalla Direzione dei lavori.
Per quanto la posa in opera, le lastre di vetro verranno normalmente assicurate negli appositi incavi dei
vari infissi in legno adatte puntine e mastice da vetraio (formato con gesso e olio di lino cotto), spalmando
prima uno strato sottile di mastice sul margine verso l'esterno del battente nel quale deve collocarsi la
lastra.
Collocata questa in opera, saranno stuccati i margini verso l'interno col mastice ad orlo inclinato a 45
gradi, ovvero si fisserà mediante regoletti di legno e viti.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Potrà essere richiesta la posa delle lastre entro intelaiature ad incastro, nel qual caso le lastre, che verranno infilate dall'apposita fessura praticata nella traversa superiore dell'infisso, dovranno essere accuratamente fissate con spessori invisibili, in modo che non vibrino.
Sugli infissi in ferro le lastre di vetro potranno essere montate o con stucco ad orlo inclinato, come sopra
accennato, o mediante regoletti di metallo o di legno fissato con viti; in ogni caso si dovrà avere particolare cura nel formare un finissimo strato di stucco su tutto il perimetro della battuta dell'infisso contro cui dovrà appoggiarsi poi il vetro, e nel ristuccare accuratamente dall'esterno tale strato con altro stucco, in modo da impedire in maniera sicura il passaggio verso l'interno dell'acqua piovana battente a forza contro il
vetro e far si che il vetro riposi tra due strati di stucco (uno verso l'esterno e l'altro verso l'interno).
Potrà essere richiesta infine la fornitura di vetro isolante e diffusore (tipo "Termolux" o simile), formato da
due lastre di vetro chiaro dello spessore di 2,2 mm, racchiudenti uno strato uniforme (dello spessore di 3
mm) di feltro di fili e fibre di vetro trasparente, convenientemente disposti rispetto alla direzione dei raggi
luminosi, racchiuso e protetto da ogni contatto con l'aria esterna mediante un bordo perimetrale di chiusura, largo da 10 a 15 mm, costituito da uno speciale composto adesivo resistente all'umidità.
Lo stucco da vetraio dovrà sempre essere protetto con una verniciatura a base di minio ed olio cotto;
quello per la posa del "Termolux" sarà del tipo speciale adatto.
Il collocamento in opera delle lastre di vetro, cristallo, ecc. potrà essere richiesto a qualunque altezza ed in
qualsiasi posizione, e dovrà essere completato da una perfetta pulitura delle due facce delle lastre stesse,
che dovranno risultare perfettamente lucide e trasparenti.
L'impresa ha l'obbligo di controllare gli ordinativi dei vari tipi di vetri passati dalla Direzione dei lavori, rilevandone le esatte misure ed i quantitativi, e di segnalare a quest'ultima le eventuali discordanze, restando
a suo completo carico gli inconvenienti di qualsiasi genere che potessero derivare dall'omissione di tale
tempestivo controllo.
Essa ha anche l'obbligo della posa in opera di ogni specie di vetri o cristalli, anche se forniti da altre Ditte,
a prezzi di tariffa.
Ogni rottura di vetri o cristalli, avvenuta prima della presa in consegna da parte della Direzione dei lavori,
sarà a carico dell'Impresa.
Art. 30.24 - OPERE DA STAGNAIO IN GENERE
I manufatti in latta, in lamiera di ferro nera o zincata, in ghisa, in zinco, in rame, in piombo, in ottone, in alluminio o in altri materiali dovranno essere delle dimensioni e forme richieste nonché lavorati a regola
d'arte, con la maggiore precisione.
Detti lavori saranno dati in opera, salvo contraria precisazione contenuta nella tariffa dei prezzi, completi in
ogni accessorio necessario al loro perfetto funzionamento, come raccordi di attacco, coperchio, viti di
spurgo in ottone e bronzo, pezzi speciali e sostegni di ogni genere (braccetti, grappe, ecc.). Saranno inoltre verniciati con una mano di catrame liquido, ovvero di minio di piombo ed olio di lino cotto, od anche
con due mani di vernice comune, a seconda delle disposizioni della Direzione dei lavori.
Le giunzioni dei pezzi saranno fatte mediante chiodature, ribattiture, o scaldature, secondo quanto prescritto dalla stessa Direzione ed in conformità ai campioni, che dovranno essere presentati per l'approvazione.
L'Impresa ha l'obbligo di presentare, a richiesta della Direzione dei lavori, i progetti delle varie opere, tubazioni, reti di distribuzione, di raccolta, ecc. completi dei relativi calcoli, disegni e relazioni, di apportarvi le
modifiche che saranno richieste e di ottenere l'approvazione da parte della Direzione stessa prima dell'inizio delle opere stesse.
Art. 30.25 - CANALI DI GRONDA E TUBI PLUVIALI
I canali di gronda per pluviali saranno in lamiera di rame o in lamiera di ferro zincato a doppia zincatura
dello spessore di 6/10 di mm. Verranno sagomati tondi od a gola con riccio esterno o a quadri pure con
riccio ed avranno normalmente lo sviluppo di cm. 50 saranno provvisti e collocati in opera compresi i risvolti, i risalti, le chiodature con cinque chiodi di rame e la saldatura forte ad ogni unione; saranno munite
delle occorrenti imboccature per i tubi di caduta dei traversini di ferro piombato o zincato a distanza di m.
1,00 pure chiodati con chiodi di rame e delle cicogne robuste di ferro per sostegno a distanza non maggiore di m. 1,00 una dall'altra da inchiodarsi alla cornice di gronda da munirsi con apposita zanca e posa.
Tanto le docce quanto le cicogne saranno colorite a doppia mano di minio e biacca colorata.
I tubi aggraffati di lamiera di ferro zincato a doppia zincatura dello spessore di 6/10 di mm. saranno di
diametro di cm. 10 saldati a forte nelle unioni, nelle quali si sovrapporranno per almeno cm. 9. Essi saranno muniti delle curve occorrenti, pure aggraffate, e nel loro collocamento tenuti, a seconda degli ordini,
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
aderenti al muro oppure alla distanza da esso di cm. 10 mediante opportuni braccioli snodati e con gli anelli relativi da collocarsi a distanza non maggiore di m. 2,00 l'uno dall'altro.
Il tubo verrà quindi colorito ad olio di lino cotto nel colore che sarà indicato.
I tubi di ghisa od acciaio se prescritti, saranno collocati nella parte inferiore del fabbricato con le migliori
regole dell'arte e gli occorrenti braccioletti di ferro snodati da infiggersi nel muro a distanza non maggiore
di m. 0,80 l'uno dall'altro ed a norma di quanto verrà prescritto dalla Direzione dei lavori.
Detti tubi, prima del loro impiego, dovranno essere accettati e verificati dalla Direzione dei lavori, quindi
catramati a caldo per quelli in ghisa e verniciati a fuoco quelli in acciaio.
Non si accetteranno quelli difettosi che dovranno, a semplice richiesta della Direzione, essere allontanati
dal cantiere.
Art. 30.26 - TUBI DI FIBROCEMENTO E PLASTICO - CANNE IN LATERIZIO E TORRETTE
ASPIRATORI - TUBAZIONI PER FOGNA - VASCHE BIOLOGICHE E POZZETTI.
A) Tubazioni in fibrocemento per colonna di scarico verticali, orizzontali e canne fumo, dovranno essere
munite di apposito bicchiere di raccordo.
Le saldature fra i vari elementi e pezzi speciali saranno fatte con stoppacci di canapa sufficientemente
compressi nella giuntura e quindi stuccate con malta di cemento.
Il manufatto si intende completo di tutti i pezzi speciali di raccordo e riduzioni occorrenti e necessari alla
perfetta funzionalità.
Le tubazioni esterne oltre a quanto sopra detto dovranno essere fissate alle murature mediante robuste
cravatte di ferro e di sostegno debitamente numerate e in numero di uno per ciascun elemento.
Quanto sopra vale anche per tubazioni in cloruro di polivinile, la cui saldatura fra i vari elementi sarà fatta
con materia colante o mastice speciale.
Le canne in laterizio per scarichi di fumo e vapori saranno ad elementi prefabbricati ad intercapedine uniti
fra di loro a maschio e femmina incassati oppure esterni alle murature, intonacate oppure rivestite con tavelle forate.
Le canne fumo si intendono complete di fori di bocchette di innesto in ottone in numero di 2 per ogni piano.
Tutti i passaggi attraverso strutture in c.a. o miste (travi, solai, soffitti, coperti, ecc.) dovranno essere eseguiti in modo da non compromettere la statica delle strutture provvedendo con accorgimenti adeguati a
dare la massima garanzia.
B) Aspiratori elettrici dei tipi migliori in commercio completi in opera su canna predisposta o a soffitto, con
capacità di aspirazione della quantità di mc. d'aria fissata alla voce di elenco.
C) Torrette sopra il coperto per l'uscita di fumi a vapore costituiti sia da pezzi speciali prefabbricati in laterizio o fibrocemento, sia di tipi brevettati a più elementi del tipo più idoneo in commercio.
Le torrette saranno costituite da base di livellazione in calcestruzzo di cemento a muratura in mattoni intonacata e tinteggiata di altezza e dimensioni stabilite dalla D.L. complete di converse in lamiera zincata da
6/10.
D) Tubazioni in cemento per fognature, composte da elementi prefabbricati saldati fra di loro con malta di
cemento e basi di appoggio in calcestruzzo delle giunzioni, in piano di posa dovrà essere preventivamente
ben battuto; le tubazioni dovranno essere in esatto allineamento seguendo la regolarità delle livellette.
E) Bacini chiarificatori ad una o due vasche dei tipi prefabbricati brevettati, in calcestruzzo di cemento armato vibrato a più elementi completi di ogni parte ed accessorio per il perfetto funzionamento biologico, in
opera su terreno ben battuto e costipato, compresi i raccordi con le tubazioni di entrata e di uscita.
F) Pozzetti per fognature in cemento armato vibrato dei tipi prefabbricati in commercio con coperchio a
sifone o ispezione e innesti per le tubazioni di entrata o di uscita posti in opera su terreno ben battuto.
I pozzetti potranno essere costruiti in muratura di mattoni ad una testa su base in calcestruzzo di cemento.
Potranno essere dei tipi abbinati o singoli intonacati o stilati internamente muniti di sigillo a ispezione o sifone.
Le colonne di scarico dovranno essere collocate in opera incassate o sottopavimento, le relative derivazioni dovranno avere pendenza non inferiore all'1%, le derivazioni di scarico dovranno essere raccordate
fra di loro e con le colonne principali sempre nel senso del flusso, con angolo tra gli assi non superiore a
45°.
Lo svuotamento degli apparecchi dovrà comunque risultare rapido ed assolutamente silenzioso.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Tutte le giunzioni tra i vari pezzi impiegati dovranno essere eseguite a perfetta regola d'arte e secondo le
prescrizioni fissate dalle Ditte produttrici del materiale tenendo conto del coefficiente di dilatazione del materiale stesso.
Per l'unione di tubazioni di diverso diametro dovranno essere impiegate apposite riduzioni.
E' vietata qualunque curvatura dei tubi in cantiere dovendosi adottare sempre relativi pezzi speciali, come
pure la formazione di bicchieri.
Tutte le tubazioni dovranno essere ancorate con idonee staffe e collari alle distanze minime previste dalla
Ditta produttrice, in modo da garantire loro una perfetta stabilità e funzionalità.
Le giunzioni a manicotto semplice o scorrevole dovranno essere protette contro l'introduzione di polvere
od altro nel manicotto stesso.
Le colonne saranno complete di ventilazione primaria fino alla sommità del coperto e nel prezzo della colonna devono anche intendersi compresi gli oneri per fornitura e posa in opera di torrino in laterizio o di
tegola alla cappuccina provvista di reticella anti - volatili.
Nei prezzi sono da intendersi compresi anche tutti gli oneri per fornitura e posa in opera di tutti i pezzi speciali, nessuno escluso per il perfetto funzionamento della rete di scarico.
Per le tubazioni interrate si dovranno osservare gli opportuni accorgimenti necessari ad impedirne lo
schiacciamento e quindi si dovranno ricoprire e rinfiancare con materiale incoerente quale la sabbia preventivamente vagliata per uno spessore minimo di cm. 20, il fondo del cavo che alloggerà le tubazioni dovrà essere stabile ed accuratamente livellato in modo da evitare gibbosità ed avvallamenti e su di esso
verrà steso un letto di sabbia di almeno cm. 20, ed il tutto sarà da intendersi compreso nel prezzo delle
tubazioni interrate stesse.
Tutti i materiali saranno da impiegare delle migliori marche esistenti in commercio e sottoposti al preventivo parere della Direzione Lavori.
Tutti i prezzi seguenti si intendono comprensivi di ogni onere necessario per dare il lavoro finito e funzionante a perfetta regola d'arte, comprensivi quindi anche di tutte le opere murarie ed assistenze occorrenti
al rivestimento delle colonne e delle tubazioni ed impedire screpolature e sgretolamento di intonaci esistenti o di nuova formazione eventualmente presenti, nel caso in incasso nelle murature, ed agli oneri ed
assistenze necessarie al rivestimento con tavelle di laterizio, comprese nel prezzo, nel caso che le colonne e le tubazioni siano previste contenute in cavedio.
Anche se non esplicitato nei singoli prezzi delle condutture interrate o comunque in orizzontale, deve intendersi compreso sempre l'onere per scavo, rinterro, carico e trasporto a rifiuto del materiale di risulta, ed
il successivo riempimento con sabbia od altro materiale indicato dalla Direzione Lavori.
Le condutture di scarico verticale dovranno essere realizzate in PHED del tipo rigido saldate per fusione o
con l'ausilio degli appositi elementi di giunzione forniti dalla stessa Ditta produttrice, le colonne potranno
essere rivestire in cavedio o incassate nelle murature a seconda delle ipotesi progettuali e delle indicazioni fornite dalla Direzione Lavori.
Sono da intendersi compresi nei prezzi tutti gli oneri necessari all'imboccamento nei pozzetti, i collegamenti agli scarichi orizzontali provenienti dagli apparecchi, i fissaggi ed in generale quant'altro occorra per
dare il lavoro perfettamente funzionante in opera e rispondente in tutto e per tutto alle indicazioni della Ditta produttrice.
Tubazioni per fognature in PVC del tipo rigido pesante a marchio IIP-UNI 7447-75 303/2 per fognature,
in elementi della lunghezza standard in opera su letto di sabbia con rinfianco e copertura su tutta la circonferenza, compresa la fornitura e posa dei giunti, delle gomme, dei pezzi speciali, dei raccordi, le sigillature ai pozzetti ed alle vasche, le prove di tenuta ed ogni onere relativo a scavo, rinterro, eventuale carico
e trasporto a rifiuto del materiale di risulta di qualsiasi genere e quant'altro occorra per dare il lavoro perfettamente finito e funzionante a regola d'arte.
Art. 30.27 - OPERE DA PITTORE - NORME GENERALI
Qualunque tinteggiatura, coloritura o verniciatura, dovrà essere preceduta da una conveniente ed accuratissima preparazione delle superfici, e precisamente da raschiature, scrostature, eventuali riprese di spigoli e tutto quanto occorre per uguagliare le superfici medesime.
Successivamente le dette superfici dovranno essere perfettamente levigate con carta vetrata e, quando
trattasi di coloriture e verniciature, nuovamente stuccate, quindi pomiciate e lisciate, previa imprimitura,
con modalità e sistemi atti ad assicurare la perfetta riuscita del lavoro.
Speciale riguardo dovrà aversi per le superfici da rivestire con vernici. Per le opere in legno, la stuccatura
ed imprimitura dovrà essere fatta con mastici adatti, e la levigatura e rasatura delle superfici dovrà essere
perfetta.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Per le opere metalliche la preparazione delle superfici dovrà essere preceduta dalla raschiatura delle parti
ossidate.
Le tinteggiature, coloriture e verniciature dovranno, se richiesto, essere anche eseguite con colori diversi
su una stessa parete, complete di filettature, zoccoli e quant'altro occorre per l'esecuzione dei lavori a regola d'arte.
La scelta dei colori e' dovuta al criterio insindacabile della Direzione dei lavori e non sarà ammessa nessuna distinzione tra colori ordinari e colori fini, dovendosi in ogni caso fornire i materiali più fini e delle migliori qualità.
Le successive passate di coloriture ad olio e verniciature dovranno essere di tonalità diverse, in modo che
sia possibile, in qualunque momento, controllare il numero delle passate che sono state applicate.
In caso di contestazione, qualora l'Impresa non sia in grado di dare la dimostrazione del numero di passate effettuate, la decisione sarà a sfavore dell'Impresa stessa. Comunque essa ha l'obbligo, dopo l'applicazione di ogni passata e prima di procedere all'esecuzione di quella successiva, di farsi lasciare dal personale della Direzione dei lavori una dichiarazione scritta.
Prima d'iniziare le opere da pittore, l'Impresa ha inoltre l'obbligo di eseguire nei luoghi e con le modalità
che le saranno prescritti, i campioni dei vari lavori di rifinitura, sia per la scelta delle tinte che per il genere
di esecuzione, e di ripeterli eventualmente con le varianti richieste, sino ad ottenere l'approvazione della
Direzione dei lavori. Essa dovrà infine adottare ogni precauzione e mezzo atti ad evitare spruzzi o macchie di tinte o vernici sulle opere finite (pavimenti, rivestimenti, infissi, ecc.), restando a suo carico ogni lavoro necessario a riparare i danni eventualmente arrecati.
Art. 30.28 - ESECUZIONI PARTICOLARI
Le opere dovranno eseguirsi di norma combinando opportunamente le operazioni elementari e le particolari indicazioni che seguono.
La Direzione dei lavori avrà la facoltà di variare, a suo
insindacabile giudizio, le opere elementari elencate in appresso, sopprimendone alcune od aggiungendone altre che ritenesse più particolarmente adatte al caso specifico e l'Impresa dovrà uniformarsi a tali prescrizioni senza potere perciò sollevare eccezioni di sorta. Il prezzo dell'opera stessa subirà in conseguenza semplici variazioni in meno od in più, in relazioni alle varianti introdotte ed alle indicazioni, della tariffa
prezzi, senza che l'Impresa possa accampare perciò diritto a compensi speciali di sorta.
A) Tinteggiatura a calce.- La tinteggiatura a calce degli intonaci interni e la relativa preparazione consisterà in:
1) spolveratura e raschiatura delle superfici;
2) prima stuccatura a gesso e colla;
3) levigamento con carta vetrata;
4) applicazione di due mani di tinta a calce.
Gli intonaci nuovi dovranno aver ricevuto la mano di latte di calce denso (sciabaltura).
B) Tinteggiatura a colla e gesso. - Saranno eseguite come appresso:
1) spolveratura e ripulitura delle superfici;
2) prima stuccatura a gesso e colla;
3) levigamento con carta vetrata;
4) spalmatura di colla temperata;
5) rasatura dell'intonaco ed ogni altra idonea preparazione;
6) applicazione di due mani di tinta a colla e gesso.
Tale tinteggiatura potrà essere eseguita a mezze tinte oppure a tinte forti e con colori finiti.
C) Verniciature ad olio. - Le verniciature comuni ad olio su intonaci interni saranno eseguite come appresso:
1) spolveratura e ripulitura delle superfici;
2) prima stuccatura a gesso e a colla;
3) levigamento con carta vetrata;
4) spalmatura di colla forte;
5) applicazione di una mano preparatoria di vernice ad olio con aggiunta di acquaragia per facilitare l'assorbimento, ed eventualmente di assiccativo;
6) stuccatura con stucco ad olio;
7) accurato levigamento con carta vetrata e lisciatura;
8) seconda mano di vernice ad olio con minori proporzioni di acquaragia;
9) terza mano di vernice ad olio con esclusione di diluente;
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Per la verniciatura comune delle opere in legno, le operazioni elementari si svolgeranno come per la verniciatura degli intonaci, con l'omissione dei nn. 2 e 4; per le opere in ferro, l'operazione n. 5 sarà sostituita
con una spalmatura di minio, la n. 7 sarà limitata ad un conguagliamento della superficie e si ometteranno
le operazioni nn. 2, 4 e 6.
D) Verniciature a smalto comune.- Saranno eseguite con appropriate preparazioni, a seconda del grado di rifinitura che la Direzione dei lavori vorrà conseguire ed a seconda del materiale da ricoprire (intonaci, opere in legno, ferro, ecc.).
A superficie debitamente preparata si eseguiranno le seguenti operazioni:
1) applicazioni di una mano di vernice a smalto con lieve aggiunta di acquaragia;
2) leggera pomiciatura a panno;
3) applicazione di una seconda mano di vernice a smalto con esclusione di diluente;
E) Verniciatura con vernici pietrificanti a base di bianco di titanio (tipo "Cementite" o simili), su intonaci:
a) Tipo con superficie finita liscia o "buccia d'arancio":
1) spolveratura, ripulitura e levigamento delle superfici con carta vetrata;
2) stuccatura a gesso e colla;
3) mano di leggera soluzione fissativa di colla in acqua;
4) applicazione di uno strato di standolio con leggera aggiunta di biacca in pasta, il tutto diluito con acquaragia;
5) applicazione a pennello di due strati di vernice a base di bianco di titanio diluita con acquaragia e con
aggiunta di lino cotto in piccola percentuale; il secondo strato sarà eventualmente battuto con spazzola
per ottenere la superficie a buccia d'arancio.
b) Tipo "battuto" con superficie a rilievo. - Si ripetono le operazioni sopra elencate dai nn. 1 a 3 per il
tipo E), indi:
4) applicazione a pennello di uno strato di vernice come sopra cui sarà aggiunto del bianco di Meudon in
polvere della percentuale occorrente per ottenere il grado di rilievo desiderato;
5) battitura a breve intervallo dall'applicazione 4), eseguita con apposita spazzola, rulli di gomma, ecc.
Art. 30.29 - TAPPEZZERIA CON CARTA
Le pareti sulle quali dovrà essere applicata la tappezzeria saranno preparate diligentemente come prescritto all'art. 7.35 per le tinteggiature, e successivamente lavata con acqua di colla.
La tappezzeria verrà applicata con colla di farina scevra di granuli e dovrà risultare perfettamente distesa
ed aderente, senza asperità, con le giunzioni bene sovrapposte ed esattamente verticali, in modo che vi
sia esatta corrispondenza nel disegno; sarà, inoltre, completata in alto ed in basso con fasce e bordature
e con filettature a tinta in corrispondenza dei vani di finestra o di porta.
Se richiesto dalla Direzione dei lavori, le pareti saranno preventivamente ricoperte da un primo strato di
carta fodera.
Art. 30.30 - IMPIANTO DI GAS-RISCALDAMENTO-VENTILAZIONE
Gli impianti dovranno essere studiati ed eseguiti secondo le prescrizioni delle aziende erogatrici, i contatti
con le quali dovranno essere presi a cura e spese dell'Appaltatore, è quindi suo obbligo accertare preventivamente ogni elemento possa occorrere per l'esecuzione dell'impianto, rimanendo esso responsabile di
ogni conseguenza derivante da omessi, errati od insufficienti accertamenti.
L'impianto avrà origine dal luogo ove saranno installati i contatori e /o i dispositivi di stoccaggio e porterà
l'utenza fino agli apparecchi di utilizzazione, la posizione dei contatori sarà definita dalle Aziende Erogatrici
senza che da ciò derivi alcun pretesto per l'Appaltatore per richiedere speciali compensi oltre ai prezzi descritti, qualora le previsioni di progetto riguardo l'ubicazione dei contatori, non fossero rispettate per volontà dell'Azienda Erogatrice.
Tali prezzi si intendono quindi comprensivi di ogni fornitura ed onere occorrente per il perfetto e completo
funzionamento dell'impianto sia nel suo insieme, che in ogni sua singola parte. Ed inoltre devono intendersi compensati tutti i lavori, gli oneri, i magisteri occorrenti per l'allacciamento dell'impianto alla rete di
fornitura
L'esecuzione degli impianti dovrà avvenire nel rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni dell'Azienda Erogatrice, in particolare si richiamano i seguenti provvedimenti:
- circolare n. 68 del 25/11/1969;
- circolare n. 26 del 23/02/1970;
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
- Legge 06/12/1971, n. 1083;
- Legge 30/04/1976, n. 373;
- Legge 05/03/1990, n. 46;
- Legge 09/01/1991, n. 10;
- Norme UNI-CIG;
L'impianto sarà composto dalle tubazioni che dai contatori adducono il combustibile fino agli apparecchi
utilizzatori dei vari alloggi od eventualmente del vano comune. Ogni alloggio sarà quindi fornito di una propria rete di distribuzione in acciaio senza saldatura di tipo Mannesmann o altro a scelta della Direzione
Lavori, dette tubazioni potranno essere parte in sottosuolo, e parte esterne.
La posa in opera delle tubazioni orizzontali dovrà essere realizzata in modo da evitare che si abbiano disturbi per condensazione adottando pendenze non inferiori all'1%, collocando nei punti più bassi dell'impianto i normali dispositivi per la raccolta e lo scarico delle condensazioni.
Qualora siano collocate tubazioni in sottosuolo, queste dovranno essere adeguatamente protette.
Tutte le varie reti di distribuzione dovranno essere, dopo la loro posa in opera e prima della loro ricopertura accuratamente verificate in modo che ne sia garantita la tenuta perfetta, i terminali di presa od attacchi
non allacciati sia ad apparecchi di erogazione che al contatore dovranno essere accuratamente chiusi e
sigillati mediante cuffie o tappi filettati e non essere sotto traccia.
La realizzazione dell'impianto, le sue modalità tecniche di installazione e la sua dotazione di apparecchiature di sicurezza, dovranno essere nel pieno rispetto delle norme UNI-CIG sopracitate.
L'impianto dovrà essere altresì testato con prova di tenuta all'aria mediante pressione di 10 atm. od all'acqua con pressione di 10.000 mm.H2o, da misurarsi nel punto più elevato se il fluido usato è l'acqua; la
prova della durata di 24 ore avrà esito positivo se la pressione si manterrà nei valori iniziali senza interventi esterni. Di tale prova dovrà essere redatto verbale da consegnare alla Stazione Appaltante.
L'esame dell'impianto sia da parte della Direzione Lavori, che da parte delle aziende erogatrici, non esonera l'Appaltatore dalla più ampia responsabilità derivante dalla sua esecuzione.
Anche se non specificato nei singoli prezzi, ognuno di essi si intende comprensivo di oneri per assistenze
murarie di ogni genere ed in generale di qualunque magistero, apparecchiatura e dotazione necessaria al
completo e perfetto funzionamento in opera.
Art. 30.31 - IMPIANTO IDRICO SANITARIO
L'Appaltatore dovrà presentare a sua cura e spese alla Direzione Lavori il progetto dell'impianto idrico sanitario nel rispetto della normativa vigente e delle prescrizioni del presente Capitolato.
Si fa quindi obbligo all'Appaltatore di accertare preventivamente ogni elemento che possa occorrere per il
progetto, rimanendo esso responsabile di ogni conseguenza derivante da omessi, errati od insufficienti
accertamenti; alla fine dei lavori, su richiesta discrezionale della Direzione Lavori, l'Appaltatore sarà altresì
tenuto a consegnare un lucido con riportati i tracciato delle varie condutture.
L'Appaltatore dovrà produrre la campionatura delle apparecchiature, delle rubinetterie e delle tubazioni di
ogni genere per ottenerne la debita autorizzazione alla posa.
Nell'esecuzione degli impianti dovranno essere osservate le norme e disposizioni emanate dalle Autorità
che per legge hanno competenza riguardo agli impianti medesimi, ed in particolare le prescrizioni degli
Uffici Sanitari od uffici delle USSL competenti per territorio nel Comune ove verrà realizzato l'intervento.
Sono altresì a carico dell'Appaltatore tutti gli adempimenti richiesti dalle suddette Autorità, ivi compreso
l'onere di richiedere ed ottenere il rilascio del certificato di idoneità degli impianti alle Norme in vigore, ed
ogni altro onere o spesa derivante da tale adempimento.
Gli impianti dovranno essere studiati ed eseguiti secondo le particolari indicazioni fornite dalle Società erogatrici od Enti distributori, ed i collegamenti con tali uffici, la raccolta di informazioni preventive e l'effettuazione ogni altra pratica o controllo, da tali uffici espletata, è un onere che si dichiara essere contrattualmente dovuto dall'Appaltatore alla Stazione Appaltante.
Le condutture di adduzione dell'acqua calda e fredda per uso sanitario saranno realizzate in tubazione di
polietilene reticolato tipo WIRSBO PEX od equivalenti, od in tubazione di polipropilene tipo NIRON,
ACQUATERM od equivalenti, date in opera complete di pezzi speciali quali raccordi, collettori complanari,
staffe di fissaggio, raccordi zincati e quant'altro occorra.
Nella scelta delle condutture si rammenta che esse dovranno essere garantite contro fenomeni di dispersione termica per le condutture di acqua calda e contro fenomeni di condensa per le condutture dell'acqua
fredda, nel rispetto dei dettami di cui alla L. 373/76.
Il prezzo di appalto per ogni singola opera, così come descritta alle voci seguenti, comprende ogni fornitura e prestazione occorrente, ogni opera muraria entro e fuori terra per tagli, aperture e chiusure di tracce,
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
fori anche passanti in murature, calcestruzzi od altro, sia in muro che in solaio, fornitura e posa di grappe,
staffe ed ogni altro genere di sostegno.
Sono contrattualmente previste come a carico dell'Appaltatore la prova preliminare degli impianti a freddo,
eseguita con una pressione di 2 kg/cmq, superiore alla normale pressione di esercizio, con esito positivo
se in assenza di fughe.
Il completamento di tale prova, dovrà avere luogo subito dopo il collocamento in opera delle condutture e
sarà a carico dell'Appaltatore anche la fornitura dell'acqua o quant'altro occorra per la prova, tutto ciò prima della chiusura delle tracce e della posa di intonaci, rivestimenti e pavimenti.
Anche se non specificato nelle singole descrizioni, è da intendersi compreso qualunque onere necessario
per opere murarie, assistenze varie e altro per dare i lavori in opera perfettamente funzionanti a regola
d'arte.
La posizione degli elementi sanitari, negli ambienti ad essi destinati, è riportata indicativamente negli elaborati di progetto per quanto riguarda i bagni con caratteristiche di futura adattabilità, ai sensi della l.13/89
e successive modificazioni, integrazioni o decreti attuativi, fatto comunque salvo il completo e perfetto
funzionamento delle partizioni quali porte e finestre ed elementi come gli elementi radianti; mentre negli
ambienti bagno con caratteristiche di accessibilità, sempre ai sensi delle l.13/89, le posizioni degli elementi sanitari, sempre indicativamente riportate negli elaborati di progetto, dovranno essere stabilite nel rispetto delle prescrizioni inderogabili, che fanno parte integrante del Capitolato Speciale d'Appalto e nel rispetto
delle prescrizioni della riportata legge, qualora mancanti od incomplete.
Rimane pertanto a carico dell'Appaltatore ogni onere per spostamenti, rimozioni, ripristini od altro, dovesse rendersi necessario in ogni momento per il rispetto dei dettami di cui alla Norma citata.
Art. 30.32 - IMPIANTO ELETTRICO
Gli impianti elettrici e d’ascensore dovranno essere eseguiti secondo le migliori regole dell'arte e nel rispetto di tutte le relative norme emesse dagli organismi preposti, quali: CEI, CNR, UNEL, ex ENPI; nonché di tutti i vincoli e prescrizioni particolari richiesti dalle aziende erogatrici, dal Comando VVFF e dalle
USSL.
Saranno a carico dell'Appaltatore tutti gli adempimenti, i contatti ed ogni altro onere derivante dai rapporti
con tali Enti per l'espletamento di tutte le pratiche necessarie, nonché le richieste d’autorizzazione, ecc.;
inoltre sono a carico dell'Appaltatore tutte le opere, gli oneri ed i magisteri necessari per l'allacciamento
degli impianti alla rete di fornitura.
Anche se previsto tra gli elaborati di progetto, per tutti gli impianti e le installazioni di cui gli edifici saranno
dotati, l'Appaltatore avrà l'obbligo di presentare a sua cura e spese, un progetto dettagliato degli stessi a
firma di un tecnico abilitato, ed il rispetto di quant'altro dettato dalla L. 05/03/1990, n. 46, ed ogni altra successiva modificazione, integrazione o decreto attuativo, ed inoltre fornire alla Stazione Appaltante ogni tipo
di certificazione finale prevista dalle Norme.
Tutti gli impianti elettrici o similari saranno collegati a terra secondo le vigenti norme CEI, il conduttore di
terra collegherà tutti i punti luce, le prese di corrente ed ogni altro comando da proteggere, esso sarà posto nella tubazioni di linea ed avrà sezione ed isolamento uguale a quello degli altri conduttori, con un minimo di 2,5 mmq.; a detto impianto sarà collegato il sistema delle tubazioni metalliche accessibili destinate
ad adduzione e scarico delle acque, nonché tutte le masse metalliche accessibili esistenti nell'area dell'impianto utilizzatore.
L'impianto, se non diversamente od esplicitamente previsto, è da realizzare sotto traccia, i tubi da impiegare devono essere in materiale termo - plastico del tipo leggero per le parti sotto intonaco e del tipo pesante per le parti sotto pavimento; il tracciato dei tubi deve essere rettilineo e le variazioni di percorso devono avvenire entro scatole di derivazione del tipo a forte isolamento, il tutto senza pregiudicare la sfilabilità dei cavi, l'infilaggio dei quali deve comunque avvenire dopo l'esecuzione di massetti ed intonaci, all'interno delle scatole di derivazione, la giunzione dei conduttori, avverrà mediante morsetti a vite con barrette.
Gli impianti elettrici partiranno immediatamente a valle dei contatori che saranno posti a cura dell'ENEL
ove detto Ente riterrà opportuno, sia si tratti d’interno, che d’esterno, che della recinzione.
Entro gli alloggi dovranno essere previsti due circuiti distinti a partire dal centralino di protezione e precisamente uno per illuminazione e prese di luce ed uno per prese di forza motrice ed elettrodomestici, le
prese di corrente saranno bipolari con terra, saranno conformi al marchio IMQ con grado di sicurezza 2,1,
del tipo ad alveoli protetti da schermo isolante, adatti per spine con spinotti provvisti di guaina isolante.
I comandi saranno con azionamento a bilanciere aventi portata nominale di 10 A e di 16 A a 250 V e garantiti dal marchio IMQ.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Tutti gli apparecchi saranno del tipo a frutti modulari montati su scatole di forma esclusivamente rettangolare con placche e supporti in resina termo - plastica, gli interruttori ed i pulsanti interni saranno in genere
installati alle altezze preferenziali indicate dalla L. 13/89 e così anche le prese, salvo diverse indicazioni di
progetto o della Direzione Lavori.
L'Appaltatore dovrà far eseguire a sua cura e spese le seguenti verifiche, delle quali dovrà essere redatto
apposito verbale:
- verifica della sfilabilità dei conduttori;
- misura della resistenza di isolamento;
- verifica della corretta esecuzione dei circuiti di protezione contro le tensioni di contatto e della resistenza
dell'impianto di messa a terra.
Si precisa che i conduttori dovranno essere in treccia flessibile di rame di tipo HO7V, a tensione nominale
450/750 V. con isolamento a 3000 V. con colorazioni previste dalle vigenti tabelle CEI-UNEL, in particolare:
- conduttore di neutro - azzurro chiaro;
- conduttore di protezione - giallo - verde;
- conduttore di fase - nero, cenere, marrone, rosso.
Le sezioni minime dovranno essere le seguenti:
- montante 6 mmq.;
- alimentazione apparecchi di cottura e simili 4 mmq.;
- forza motrice o simili 2,5 mmq.;
- luce e prese 1,5 mmq.
Per gli impianti interni agli alloggi si specifica che ognuno di essi sarà completamente autonomo con frutti
in quantità, tipo e posizione come da schemi di progetto e l’eventuale linea di alimentazione dei servizi dell'alloggio, quali cantine e garages, dovrà essere a detto impianto collegata ed asservita alle stesse protezioni.
Per quanto concerne gli impianti elettrici delle zona comuni, si precisa che dovranno essere realizzati due
impianti distinti, uno per i corridoi di accesso agli alloggi, vani scale compresi, ed uno per i corridoi di accesso ai servizi degli alloggi stessi.
Nei vani scala ed accessi agli alloggi, saranno poste in opera plafoniere stagne a soffitto od a parete del
tipo a scelta della Direzione lavori, tartaruga esclusa, fornite di lampada da 60 W., mentre nei servizi comuni saranno poste in opera plafoniere stagne del tipo a tartaruga complete di lampada da 60 W., il tutto
alimentato da linea partente dai contatori. Questi elementi saranno del tipo a protezione IP 44, le linee saranno in canalette auto - estinguenti ed i due impianti saranno comandati da interruttori a tempo indipendenti e protetti.
Ove sia previsto un impianto di illuminazione esterna, esso sarà realizzato interrato con appositi pozzetti di
ispezione in posizione e quantità come da disegno e comandato da apposito interruttore.
Anche se non espressamente citato nei seguenti prezzi unitari, ogni lavoro si deve intendere comprensivo
di opere ed assistenze murarie di ogni tipo, di frutti, scatole, tubi, cavi, placche ed in generale di ogni altro
onere ed accessorio necessario per dare il lavoro perfettamente finito e funzionante a regola d'arte.
Si rammenta inoltre che le posizioni dei frutti o di ogni altro dispositivo di comando sono fissate dalle prescrizioni inderogabili allegate al Capitolato Speciale d'Appalto per il rispetto della L.13/89 e successive
modificazioni, integrazioni o decreti attuativi, dovrà essere comunque cura dell'Appaltatore fare riferimento
alla Norma citata per qualsiasi indicazione mancante, non esplicita o difforme dalla Norma stessa, in
mancanza di ordine scritto da parte della Direzione Lavori.
Art. 31
(Opere in particolare)
La posa in opera di qualsiasi materiale, apparecchio o manufatto, consisterà in genere nel suo
prelevamento dal luogo di deposito, nel suo trasporto in sito (intendendosi con ciò tanto il trasporto in piano o in pendenza, che il sollevamento in alto o la discesa in basso, il tutto eseguito con qualsiasi sussidio
o mezzo meccanico, opera provvisionale, ecc.) nonché nel collocamento nel luogo esatto di destinazione,
a qualunque altezza o profondità ed in qualsiasi posizione, ed in tutte le opere conseguenti (tagli di strutture, fissaggio, adattamento, stuccatura e riduzione in pristino).
L'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire il collocamento di qualsiasi opera od apparecchio che gli
venga ordinato dalla Direzione dei Lavori, anche se forniti da altre ditte.
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2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
Il collocamento in opera dovrà eseguirsi con tutte le cure e cautele del caso, il materiale o manufatto dovrà essere convenientemente protetto, se necessario, anche dopo collocato, essendo l'Appaltatore
unico responsabile dei danni di qualsiasi genere che potessero essere arrecati alle cose poste in opera,
anche dal solo traffico degli operai durante e dopo l'esecuzione dei lavori sino al loro termine e consegna,
anche se il particolare collocamento in opera si svolge sotto la sorveglianza o assistenza del personale
d'altre ditte fornitrici del materiale e del manufatto.
Art. 32
(Prescrizioni di qualità tecnologica)
Le Prescrizioni di Qualità Tecnologica contenute nel presente elaborato sono da ritenersi parte integrante del Capitolato Speciale d’Appalto e dell’Elenco Prezzi, e sono da considerarsi inderogabili sia per
quanto riguarda le descrizioni tecnologiche dei materiali sia per le metodologie d’applicazione o posa.
Tutti i materiali dovranno essere sottoposti al visto e all’accettazione della D.L. prima della loro posa in
opera; l’accettazione da parte della D.L. dei materiali e delle lavorazioni proposte dall’Appaltatore, non solleva in ogni caso lo stesso dalla responsabilità in ordine al rispetto della Normativa di riferimento contenuta nelle presenti prescrizioni, che dovrà essere comprovata con certificazioni ufficiali o con prove sia in
opera da eseguire in laboratorio, ai sensi del Capitolato Speciale d’Appalto.
Prescrizioni di Qualità Tecnologica delle Componenti Edilizie
Componente edilizia
OPERE EDILI E AFFINI
Strutture
- Pali di fondazione
- Calcestruzzi
- Aggregati per calcestruzzi
- Laterizi per murature
- Laterizi per coperture
- Laterizi per tavelle e tavelloni
Materiali ferrosi
- Acciaio per armatura C.1
Legnami
- legname per opere stabili
Norma di riferimento per la qualità tecnologica
D.M. 11/03/1988 – par. C.5
D.M. 09/01/1996 – all.1
UNI 8520/1-22 (1984/86)
UNI 8942/1-3 (86)
UNI 5967/67
UNI 2619-44
UNI 2620-44
UNI 2105-2106-2107
DM 27/07/85/1^ parte - punti 2.2 Circ M.
LL. PP. 1/09/87 n° 29010
DM 30/10/1992
UNI 2853-57
UNI 4144-58
Materiali da pavimentazioni
- Masselli di calcestruzzo
- Pavimenti in linoleum in teli o piastelle
- Pavimenti vinilici (PVC)
- Pavimenti in gomma in teli o piastelle
- Pavimenti in ceramica
Materiali impermeabilizzanti
- Asfalto
- Bitume asfaltico
- Membrana
UNI 9065-87
UNI 9066/1 e 2/87
UNI 8298\1-16, ediz. 81-86.
UNI 5573-72 e 7071-72.
UNI 8272\1-11, ediz. 1981-87.
UNI ed 163-85
UNI 5654-65 e leggi
UNI 4157-87
UNI 8201/8202-24 (1988)
UNI 8629
UNI 9307/1
Vetri e cristalli
53
COMUNE DI ROVIGO- NUOVA PALESTRA DI BORSEA
2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
- In generale
UNI EN ISO 140/3, UNI 6534/00, UNI EN
572/1, UNI 7170, UNI 7172/00, UNI 7142/00,
UNI 7143/00, UNI 7144/00.
- Vetrate antisfondamento
UNI 9186-87
UNI 5832 (2.4.2)
UNI 7142-7143-7144
UNI 7170-7697-6534
-Vetrocamera
Materiali ceramici
- apparecchi igienico - sanitari in ceramica
- apparecchi igienico - sanitari in vetro - china
UNI 4543/1-2/86
UNI 8949/86
UNI 8950/86
UNI 8951/80
Tubazioni
- Tubazioni in PVC per ventilazione (tipo 301)
UNI 7441-75
UNI 7443-75
- Tubazioni in PVC per acque di scarico interrate (tipo UNI 7445-75
303)
UNI 7447-75
- Tubazioni in PEHD bassa densità (PN2-5/4-6/10)
UNI 6462-69
UNI 6463-69
- Tubazioni in PEHD (alta densità)
UNI 711
UNI 7612
UNI 7613
UNI 7615
Isolamento Termo - Acustico
- Lana di roccia/lana di vetro/polistirolo espanso ecc.
UNI 7745/77
UNI 7891/78
UNI 8804/87
UNI 9233/88
Serramenti
- In generale
Resistenza al vetro V3
Resistenza all’aria A3
Resistenza all’acqua E3
UNI 9030/UNI EN 1134
FA 214 - UNI EN 117-118
Serramenti in lega di alluminio
UNI 4522/00 (66-07),
UNI 4522/00
UNI 9006/1 (88/09
Rivestimenti
- Rivestimenti a “CAPPOTTO”
Certificazione d’idoneità tecnica ICITE
D.C. UEA tc.
- Intonaci Minerali termocoibenti
IMPIANTI TECNOLOGICI MECCANICI A FLUIDI
Impianti Termo - Sanitari
- Corpi scaldanti
- Ventilconvettori
- Rubinetteria per edilizia
- Caldaia
UNI 6514/87
UNI 7940/1-2 (79)
UNI 7021/72
EN 246/89
EN 248/89
UNI 8124-8125 (82)
54
COMUNE DI ROVIGO- NUOVA PALESTRA DI BORSEA
2° STRALCIO DI COMPLETAMENTO – PROGETTO DEFINITIVO
UNI 7138-39
Impianti Gas
- Impianto per uso domestico
UNI 7128-7129 (72)
IMPIANTI ELETTRICI, SPECIALI E D’ASCENSORE
- ascensori idraulici
- Impianti elettrici e telefonici
- Quadri elettrici
- Cavi
- Apparecchi d’illuminazione
- Interruttori, prese, tubi
ISO 4190/1-5-6 (83)
ISO 7465 (75)
EN 81/2 (89)
CEI 64-65
CEI 17-13
CEI 20- (varie)
CEI 34- (varie)
CEI 23- (varie)
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55