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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO POLITICO RELIGIOSO GIORNALE QUOTIDIANO Non praevalebunt Unicuique suum Anno CLIII n. 42 (46.286) Città del Vaticano mercoledì 20 febbraio 2013 . Impegno Ue sui diritti umani Fallito il tentativo di formare un Governo a esclusiva partecipazione di tecnici Priorità alla libertà religiosa Getta la spugna il premier tunisino BRUXELLES, 19. La libertà di religione o di credo è una delle priorità in tema di diritti umani da promuovere nelle sedi internazionali. In questo senso si è espresso il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione europea, che ieri a Bruxelles ha elaborato un elenco di priorità da sostenere quest’anno sia al Consiglio per i Diritti umani sia nelle altre sedi delle Nazioni Unite. «L’Unione europea — si legge nelle conclusioni del Consiglio — continuerà a presentare risoluzioni sulla libertà di religione alle Nazioni Unite». Inoltre, l’Ue parteciperà alla discussione sul prossimo rapporto del relatore speciale del Consiglio dell’Onu per i Diritti umani «che sarà centrato sulla situazione delle persone appartenenti alle minoranze religiose». Particolare soddisfazione ha espresso il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, il quale ha ribadito che «l’inserimento di un paragrafo sulla libertà religiosa era il nostro obiettivo». Tra gli altri punti, il Consiglio ha stabilito che l’Unione europea chiederà la denuncia della «grave situazione dei diritti umani» in diversi Paesi. Nel documento si citano, tra gli altri, la Siria e la Corea del Nord . «Grave preoccupazione» è espressa anche per la Bielorussia e si chiede di tenera alta l’attenzione in Myanmar, oltre che nella Repubblica Democratica del Congo, in Eritrea, Sudan e Sud Sudan. L’Unione europea solleciterà in ogni sede internazionale a mantenere alta la vigilanza su questa cruciale questione. Manifestazione di sostenitori del partito islamico Ennhadha (Afp) TUNISI, 19. È fallito in Tunisia il tentativo del primo ministro, Hamadi Jebali, di effettuare un rimpasto totale di Governo e inserire tecnici non espressione dei partiti nei ruoli chiavi. Lo ha confermato ieri lo stesso capo dell’Esecutivo, al termine di una giornata convulsa, che rischia di fare ripiombare il Paese nel caos e nell’instabilità. Un annuncio che sta creando nelle ultime ore un clima da ultima spiaggia, con una delicata crisi politico istituzionale dietro l’angolo. «Riconosco che la mia iniziativa per un Governo composto da membri non appartenenti ad alcun partito A gennaio le immatricolazioni calate dell’8,5 per cento Mercato dell’auto a picco in Europa y(7HA3J1*QSSKKM( +@!"!$!$!z BRUXELLES, 19. Il 2013 dell’auto in Europa parte con un nuovo record negativo. A gennaio le immatricolazioni hanno toccato il livello più basso dal 1990, segnando nei ventisette Paesi Ue più quelli compresi nell’Efta (Associazione europea di libero scambio) la quota di appena 918.280 unità, in flessione dell’8,5 per cento rispetto a 1.003.763, cifra registrata un anno fa. Lo ha comunicato oggi l’Acea, l’associazione dei costruttori di auto presenti in Europa. Nella sola eurozona il calo del mercato dell’auto a gennaio è stato pari all’8,9 per cento a 857.510 unità e nell’Europa a ventisette dell’8,7 a 885.159 unità. Per quanto riguarda i singoli Paesi, solo la Gran Bretagna fa segnare a gennaio volumi in progresso (più 11,5 per cento a 143.643 unità). Prosegue invece il calo del mercato tedesco (meno 8,6 per cento a 192.090), già evidenziato nel 2012 (il dato era pari al meno 2,9 per cento), così come quello a due cifre di Francia (meno 15,1 a 124.798 unità) e Italia (meno 17,6 a 113.525). La Spagna invece, pur contenendo il ribasso al 9,6 per cento (a 49.671 unità), a gennaio è stata scavalcata come quinto mercato in Europa dal Belgio, che immatricola 50.684 nuove vetture, con un progresso del 13,3 per cento. Tra tutti i Paesi, il progresso più accentuato l’ha però segnato l’Islanda, con un incremento del 43,8 per cento. Il record negativo spetta invece alla Grecia (meno 34,5 per cento), seguita a sorpresa dall’Olanda (meno 31,2). Intanto, il gruppo Bmw ha annunciato di aver richiamato circa 750.000 auto in tutto il mondo, di diversi modelli, per problemi elettrici. L’operazione — riferisce la France Presse — riguarda non solo gli Stati Uniti, dove i veicoli richiamati sono mezzo milione, ma anche il Giappone, il Canada e il Sud Africa, mentre l’Europa risulterebbe esclusa. I modelli coinvolti sono la Z4, la X1, la Serie 3 e la Serie 1, costruite tra marzo 2007 e luglio 2011. Il problema elettrico riscontrato potrebbe — ha spiegato la casa — per esempio «impedire l’apertura dell’auto o l’avviamento del motore». non ha ottenuto il necessario consenso», ha detto alla stampa il premier. Jebali non ha comunque escluso di potere trovare soluzioni politiche diverse per affrontare la grave crisi che attanaglia la Tunisia. La conclusione negativa della lunga maratona con le delegazioni dei partiti era comunque nell’aria, perché Jebali è alle prese con un duro confronto con l’opposizione del suo stesso raggruppamento, l’islamista Ennhadha di cui è segretario, che governa la Tunisia dalla caduta di Zine El Abidine Ben Ali. Durante i colloqui, Ennhadha non è infatti arretrata di un millimetro davanti alla decisione di osteggiare il tentativo di formare un Governo tecnico, ritenendo che solo un Esecutivo politico possa affrontare al meglio la crisi politica e finanziaria (con tutti gli indicatori economici in rosso profondo). Una posizione sostenuta in particolare dal Consiglio della Shura, il più importante organo collegiale del partito, guidato dal presidente e leader di Ennhadha, Rached Gannouchi. A sconvolgere il panorama politico tunisino è stata l’uccisione, il 6 febbraio scorso, di Chokri Belaid, esponente di spicco dell’opposizione. Nel tempo di quaresima Il silenzio necessario di ALBERTO FABIO AMBROSIO nternet è davvero una bella invenzione perché — sebbene faccia talvolta perdere tempo — permette di scoprire iniziative per le quali fino a qualche anno fa si poteva impiegare un tempo considerevole. Mi sono imbattuto recentemente in quella che mi è sembrata una novità che meritava attenzione. Un’accademia del silenzio, con sede ad Anghiari e patrocinata da un buon numero di professori, scrittori e giornalisti italiani. L’idea, frutto di Duccio Demetrio e di Nicoletta Polla-Mattiot, è aperta al grande pubblico e tutti, via internet, possono iscriversi. Associata a questa iniziativa è la collana «Taccuini del silenzio» edita da Mimesis. Sei volumetti sono già disponibili in libreria e altri sono in preparazione. Tra le tante riletture della mia vocazione religiosa — mi sia permesso questo inciso — c’è anche il filo rosso dell’amore per il silenzio. Da una buona ventina d’anni accumulo materiale sul silenzio, in campo religioso e filosofico oltre che antropologico. L’esistenza quotidiana mi pone invece di fronte all’inquinamento acustico di una megalopoli, Istanbul, che sa raccogliersi in silenzio solo in occasione delle feste religiose. Compenso la mancanza di silenzio ambiente con la lettura e la scrittura del silenzio teorizzato. Idealmente cerco di permanere il più possibile legato a quanto si ritiene come essenziale, la via del silenzio. In questi ultimi anni le pubblicazioni mi hanno poi aiutato in questa ricerca religiosa. Accanto alla più ampia offerta in tema religioso, si affiancano le fini analisi storiche sulla società del rumore e di un necessario ritorno a una convivenza immersa nella profondità silenziosa (Stefano Pivato, I A New Delhi la trilaterale fra India, Stati Uniti e Afghanistan Diplomazia in aiuto di Kabul NEW DELHI, 19. Si apre oggi, a New Delhi, il secondo dialogo trilaterale fra India, Stati Uniti e Afghanistan, che ha come principale obiettivo un attento esame della complessa situazione regionale dal punto di vista militare ed economico. L’area, infatti, continua a essere segnata dalle violenze scatenate dai miliziani. Nello stesso tempo i riflettori saranno puntati sulle strategie miranti a rafforzare l’economia afghana in vista del completo ritiro del contingente della coalizione entro il 2014. La comunità internazionale condivide la preoccupazione di Kabul riguardo allo stato dell’economia del Paese anche alla luce del disimpegno militare della coalizione. La concentrazione sull’elemento militare nell’ottica di assicurare la sicurezza al territorio, rilevano gli analisti, potrebbe far dimenticare, infatti, le delicate questioni legate all’economia di una Nazione il cui tasso di povertà è molto elevato. La Un falò per combattere il freddo in una strada di Kabul (LaPresse/Ap) trilaterale servirà dunque, almeno negli auspici, a individuare gli strumenti idonei a impostare un’azione ad ampio raggio per sostenere, nella sua globalità, il processo di ricostruzione dell’Afghanistan. La delegazione afghana, informano le fonti diplomatiche, è guidata dal vice ministro degli Esteri, Jawed Ludin; quella statunitense dall’assistente segretario di Stato per gli Affari dell’Asia meridionale e centrale, Robert O. Blake, e quella indiana dal sottosegretario aggiunto agli Esteri per Pakistan, Afghanistan e Iran, Y. K. Sinha. Il primo dialogo trilaterale si è svolto il 25 settembre 2012 a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’O nu. Sempre riguardo all’Afghanistan si segnala che le vittime civili del conflitto sono diminuite nel 2012 per la prima volta da sei anni. Il dato è sottolineato nel rapporto curato dalla missione delle Nazioni Unite di assistenza all’Afghanistan (Unama). Preparato in coordinamento con l’alto commissario Onu per i Diritti umani, il rapporto sulla protezione dei civili nel conflitto armato rivela che la diminuzione delle vittime rispetto al 2011 è del dodici per cento. Commentando queste stime, il rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu in Afghanistan, Jan Kubis, ha detto che «la riduzione delle vittime civili è veramente benvenuta, anche se il costo umano del conflitto resta ovviamente inaccettabile». Ci sono tuttavia anche dati allarmanti. Il dossier infatti evidenzia che nell’arco del 2012 gli omicidi e i ferimenti di dipendenti del Governo afghano sono aumentati. E oggi intanto si è appreso che un commando armato, al confine tra Afghanistan e Pakistan ha attaccato un convoglio di automezzi pesanti della Nato: due degli autisti sono stati uccisi. Un terzo è rimasto ferito. Il secolo del rumore) e quelle filosofiche (Carlo Sini, Il silenzio e la parola; Roberto Mancini, Il silenzio, via verso la vita). Con i maneggevoli «Taccuini del silenzio», una vera e propria iniziativa editoriale, si inaugura una nuova fase. Il silenzio esce definitivamente dal campo del religioso, del contemplativo o forse anche del puro filosofico per cercare spazi vitali. Nella lettura dei sei volumetti finora usciti si intuisce la formazione di una nuova cultura antropologica e sociale, lontana dal frastuono della gloria gridata ai quattro venti, ma radicata nell’intimo della coscienza. Ricordo di aver scovato parecchi anni fa un’etimologia del termine silenzio che mi ha segnato a vita. Il dizionario etimologico latino faceva risalire il significato nascosto della parola silentium per via di metatesi (inversione sillabica) al termine exilium. Cioè dalla parola exilium, si è passati a silex (l’austerità e la durezza del deserto di roccia?) e da qui a silentium. Anche se questa etimologia è dubbia, il significato è davvero suggestivo. Il silenzio è un esilio volontario nei meandri della nostra coscienza. Di questo l’epoca contemporanea ha davvero bisogno, e a tutti i livelli! Se la ricerca anche “laica” si appropria della formazione al silenzio, non si può non andare con la mente ai richiami al silenzio fatti da Papa Benedetto XVI. È un filo rosso che si ritrova nel suo magistero, attento al richiamo — nel frastuono mondano — al silenzio divino. L’attenzione a questa nuova forma di ecologia non può lasciarci indifferenti e di fatto — questa iniziativa lo dimostra — non lascia indifferenti nemmeno coloro che non necessariamente vivono in meditazione continua. Che il richiamo venga da un monaco è scontato, ma che venga da un professore di epistemologia (penso a Stuart Sim, Manifesto per il silenzio), è ancora più significativo. In questo periodo di quaresima, non è fuori luogo riprendere questi spunti, per educare la parola ed educarsi al silenzio. Digiuno, preghiera ed elemosina, a ben pensarci, hanno questo stesso denominatore comune. Possiamo forse immaginare di praticare il digiuno, di vivere la preghiera e di rendersi solidali producendo rumore? Il silenzio è quindi quell’ambiente vitale dove la vita divina può svilupparsi più agevolmente. Il messaggio che Benedetto XVI aveva rivolto per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali (20 maggio 2012) costituisce un buon programma di pratica quaresimale: dalle prime frasi di questo messaggio: «Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto», si perviene a una conclusione teologica davvero pregnante: «Nel silenzio della Croce parla l’eloquenza dell’amore di Dio vissuto sino al dono supremo». Alla presenza del Papa proseguono gli esercizi spirituali in Vaticano D io si manifesta nel tempo PAGINA 8 NOSTRE INFORMAZIONI Provvista di Chiesa In data 19 febbraio, il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Tuxtla Gutiérrez (Messico) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Fabio Martínez Castilla, finora Vescovo di Ciudad Lázaro Cárdenas.