Pag. 4 - Cassa Forense

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Pag. 4 - Cassa Forense
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Novembre 2003
MODELLO 5
La relazione sul restauro della proprietà di Collesalvetti illustra la storia della tenuta della Cassa
Il patrimonio di villa Carmignani
Oltre gli immobili anche una collezione di quadri e la biblioteca
vorno a partire dagli anni ’50.
Poco dopo l’armistizio, il 23
Il conflitto mondiale l’aveva novembre, nella villa si inseprivata di parte della famiglia diarono i tedeschi, utilizzane dei consistenti mezzi di cui dola come stazione per la podisponeva la casata: aveva per- sta militare. Al centro del parso infatti sotto i bombarda- co fu installata un’officina.
menti la madre, in un incidente Venne poi il turno degli alleadi volo il fratellastro militare, ti, che occuparono la proprietà
e il palazzo di famiglia sul lun- il 18 luglio 1944, usandola per
garno pisano, distrutto dai te- l’acquartieramento delle trupdeschi in ritirata; il padre, in- pe e prolungando la loro pervece, l’aveva perso a soli tre manenza per oltre un anno; rianni. Fece dunque della villa sulta che, alla fine, tutte le fiI CARMIGNANI
di Collesalvetti la sua resi- nestre erano prive di vetri, gli
Le fortune dei Carmignani denza, cercando nel
sono legate alla notorietà ac- corso del tempo di riquisita nella prima metà del portarla agli antichi
XIX secolo da Giovanni, illu- fasti, nonostante che
stre giurista, a lungo profes- le occupazioni in sesore di diritto penale e di filo- quenza del regime, dei
sofia del diritto all’Università tedeschi e degli alleadi Pisa, in contatto con pres- ti avessero profondasoché tutti i più importanti mente inciso sullo staesponenti della cultura e del- to di manutenzione
la politica nel periodo a cavallo della proprietà.
Ultima erede direttra l’Illuminismo e il Romanticismo. Anche il fratello Vin- ta dei Carmignani,
cenzo, medico e naturalista, si Giuliana non si sposò
guadagnò una certa fama, con- mai, né ebbe figli; si
Un interno della casa colonica
seguendo tra l’altro la carica spense nel 1979 per un
di responsabile della manu- tumore, tre mesi dopo la so- impianti elettrici erano scomtenzione dei monumenti della rellastra Maria Teresa, con cui parsi, una cospicua parte deconviveva a Collesalvetti, di- gli alberi era stata tagliata per
Piazza dei Miracoli di Pisa.
Con il loro avvento, la dina- sponendo che la villa andasse favorire le comunicazioni instia, fino ad allora di sempli- alla Cassa Forense affinché la terne al parco e per il riscalci agricoltori, entrava nel giro utilizzasse come casa di ripo- damento della truppa.
La proprietà si compone deldella grande nobiltà europea, so per avvocati anziani.
la ottocentesca casa padronadal quale non sarebbe uscita
le, di una dipendenza distacse non due generazioni dopo.
VILLA CARMIGNANI
cata dal corpo principale defiAnche la generazione successiva, infatti, si distinse a
La villa, la cui genesi si può nita limonaia, di una cappella
ascrivere alla gentilizia, di una casa coloniprima metà del ca, e di un terreno di oltre dieXIX secolo – la ci ettari, distribuito tra bosco
casa padronale ceduo, seminativo e prato.
Nel Piano Regolatore Generisulta in una
mappa catasta- rale, le costruzioni insistono su
le del 1817 -, aree ricadenti in Zona F3A: Atr a p p r e s e n t ò trezzature di interesse comuuna sorta di ne; la restante parte della pro“casa di cam- prietà è destinata a verde, zopagna” per la ne boscate e agricole.
dinastia Carmignani fino
LA CASA PADRONALE
alla seconda
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La
costruzione è costituita da
L’esterno della casa colonica
diale, quando un corpo principale a tre piavari livelli, dando a Pisa negli le vicende particolarmente ni e a cinque assi di bucature,
ultimi anni del secolo un sin- drammatiche della famiglia la con un marcato impianto simdaco, Giuliano, combattente costrinsero a trasferirvisi in metrico, accentuato dai leggenella II Guerra d’Indipenden- pianta stabile, e Giuliana ne ri risalti della facciata e da un
za; questi sposò la contessa An- fece la propria residenza.
corpo secondario a due piani
na Baciocchi, imparentata con
Divenuta all’inizio del seco- sul lato sinistro, dall’impiani Napoleonidi, ma i due non lo una delle famiglie più ric- to compositivo molto meno forebbero figli, al contrario del che della Toscana, con decine male.
fratello di lui, l’avvocato Gio- di poderi di proprietà, la faL’edificio, anche se in realtà
vanni Antonio che, pur morto miglia Carmignani abitava in- unico, è composto in modo che
relativamente giovane, ne la- fatti abitualmente in un pa- la porzione a tre piani si cosciò tre, tra i quali Giovanni, lazzo sul lungarno pisano, di- stituisca come fronte princidivenuto poi ingegnere, non- strutto nel maggio 1944 dai te- pale, simmetrico e decorato con
ché sindaco di Collesalvetti.
deschi che, in ritirata, fecero fasce marcapiano, cornici e baQuest’ultimo contrasse an- saltare i ponti e tutto ciò che samento; mentre la porzione a
ch’egli un matrimonio di pre- gli era adiacente. A quell’epo- due piani, separata da un legstigio, con Adele Sella, nipote ca la famiglia si era trasferi- gero arretramento di parte del
di Quintino, uno dei più gran- ta a Collesalvetti da circa un filo esterno, si presenta come
di statisti italiani dell’800, e anno, ma non aveva trovato la pertinenza, dalla facciata liscia
vedova del barone Fassini-Ca- pace neanche in campagna. Il e priva di risalti e cornici. Anamossi, dal quale aveva già avu- 19 giugno 1943, infatti, il re- logamente, sul fronte posteto due figli. Dalla loro unione gime aveva requisito la villa riore, anche se la porzione a
nacque nel 1918 Giuliana, lau- al fine di trasferirvi la Regia tre piani è comunque priva di
reatasi in Giurisprudenza du- Conservatoria delle ipoteche di qualsiasi elemento decorativo,
rante l’ultima guerra, la qua- Livorno “onde sottrarre detto quella a due piani risulta cole esercitò la professione di av- ufficio ad eventuali distruzio- me un’appendice per il fatto
vocato presso uno studio di Li- ni per incursioni nemiche”.
che aggetta dal filo di facciaModello 5 pubblica uno
stralcio della relazione
sul restauro di Villa Carmignani in Collesalvetti,
curato dall’Arch. Nestore
Flaviani, dall’Ing. Fabio
Alessandrelli e dal Dott.
Andrea Frediani, del Servizio Gestione Patrimonio
Immobiliare della Cassa
Forense)
ta del resto del fabbricato.
La geometria della costruzione, tipica delle residenze
della campagna toscana, ma
soprattutto il ricco contesto
ambientale ed architettonico
nel quale essa è inserita, ne
fanno un manufatto di esemplare bellezza.
PREESISTENZA
DI UN’ALA DELLA CASA
PADRONALE ORA DEMOLITA
Nel corso delle indagini preliminari al
progetto sono state
scoperte le fondazioni
di un originario corpo
di fabbrica, simmetrico all’ala sinistra del
corpo principale della
villa, successivamente
demolito, come documentano le fotografie
di seguito riprodotte.
Tracce di tale preesistenza sono state anche rinvenute sul prospetto laterale destro
della casa padronale. Questa
scoperta, successivamente confermata da una cartolina d’epoca, offre una futura possibilità di ricostruire l’ala demolita e riconferire alla villa la giusta simmetria e la forma originaria.
Difatti la villa, che oggi si presenta costituita, come premesso, da un corpo principale e da
un corpo secondario, possedeva originariamente, e fino a
tempi non lontani, una seconda ala a destra, simmetrica a
quella oggi rimasta, tale da costituire nell’insieme un impianto molto più monumentale dell’attuale. Di questa situazione rimane testimonianza in una cartolina d’epoca e
nella mappa del catasto terreni ancora nel 1984, anche se è
noto da testimonianze dirette
che la demolizione è avvenuta
molto tempo prima, probabilmente negli anni venti.
Si ha un’ulteriore prova di ciò
da un appunto su uno schizzo
planimetrico conservato nella
villa stessa, datato 1934: in esso, l’anonimo scrivente manifesta l’intenzione di voler demolire anche l’ala tuttora esistente, che viene
chiamata “casina rossa”, mentre l’altra ala non
è rappresentata,
e quindi era sicuramente già
stata demolita.
Tracce del corpo di fabbrica
preesistente sono state messe in
luce durante i
saggi propedeutici al progetto di restauro.
LA EX CASA COLONICA
Costruita tra il 1925 e il 1930,
la casa colonica - che denota le
linee semplici ed essenziali delle costruzioni con destinazione
agricola -, è posta all’estremità
est della zona edificata ed è a
due piani.
L’edificio comprendeva al piano terreno tutti i locali per la
conservazione e la lavorazione
dei prodotti agricoli, nonché per
il ricovero degli attrezzi e del
bestiame, ovvero la cantina, la
tinaia, il garage e la stalla, mentre il primo piano era diviso in
due appartamenti, uno di quattro vani, l’altro di due, oltre ai
rispettivi cucina e bagno.
I lavori hanno permesso il recupero, anche urbanistico, di un
edificio in cui cospicue porzioni non costituivano superfici
agibili, legittimandone e ampliandone nel contempo la volumetria. La messa in luce delle voltine a mattoni ha valorizzato i locali originariamente ad uso stalle e cantine, facendone degli ambienti molto
eleganti, caratterizzati da materiali semplici ma di indubbia
qualità.
Tali interventi hanno pertanto consentito di superare la
modestia delle funzioni dell’edificio, conferendogli un prestigio tale da renderlo utilizzabile per riunioni, mostre e
manifestazioni. Il fabbricato
può pertanto costituire, adesso, una importante sede di riunioni per l’Avvocatura nonché
una vetrina per avvenimenti sociali e culturali.
LA LIMONAIA
Nonostante la destinazione
agricola che ne ha motivato la
realizzazione - originariamente questo piccolo edificio era destinato a serra per agrumi -, la
limonaia si presenta di pregevole fattura e di elegante aspetto formale: secondo l’opinione
comune, è il più caratteristico
dell’intera proprietà. Gli ornamenti architettonici ne fanno
un corpo di fabbrica la cui valorizzazione sarebbe opportuna,
ai fini di una completa restituzione della villa a una fisionomia d’epoca.
Nel dettaglio si tratta di una
La limonaia
piccola costruzione posta ad est
del fabbricato principale, a un
solo piano, con ampie porte-finestra sul lato ovest. Le murature in elevazione sono ordi-