La progettazione del dispositivo didattico
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La progettazione del dispositivo didattico
Provincia di Bolzano Progetto Copernicus L’accesso individualizzato all’apprendimento professionale Studio di fattibilità Fase 5 La progettazione del dispositivo didattico Report di fase A cura di Gianni Marconato e Inge Keymeulen 1 Indice 1. un paio di questioni preliminari ........................................................................................ 3 2. riferimenti concettuali ....................................................................................................... 5 2.2. le teorie dell'apprendimento () ................................................................................ 5 2.2.1. la trasmissione di conoscenza ............................................................................ 5 2.2.2. la costruzione di conoscenza .............................................................................. 5 2.2.3. le implicazioni didattiche ..................................................................................... 6 2.3. ruolo delle tecnologie ................................................................................................ 7 2.3.1. apprendere dalle tecnologie................................................................................ 7 2.3.2. apprendere con le tecnologie.............................................................................. 8 2.4. il paradigma adottato ................................................................................................. 8 3. modelli operativi ............................................................................................................. 10 3.1. Descrizione dei modelli operativi ............................................................................. 10 3.1.1. Risorse di Copernicus usate come parte integrativa di attività d’aula usando pacchetti didattici esistenti .......................................................................................... 10 3.1.2. Risorse di Copernicus usate come parte integrativa di attività d’aula usando tools di collaborazione ................................................................................................ 11 3.1.3. Risorse di Copernicus usate in azioni interamente in FaD con pacchetti didattici esistenti ...................................................................................................................... 11 3.1.4. Risorse di Copernicus usate in azioni interamente in FaD con pacchetti didattici da sviluppare ex novo ................................................................................................. 12 3.1.5. Risorse di Copernicus usate in azioni interamente in FaD con knowledge base e tools di collaborazione ............................................................................................. 12 3.1.6. Risorse di Copernicus usate in forme miste di autoapprendimento assistito e apprendimento collaborativo ....................................................................................... 13 3.2. Modelli didattici di attività formative che utilizzano il sistema Copernicus ............... 14 3.3. Modello organizzativo e didattico di un corso sulle ICT ........................................... 15 3.3. Modello organizzativo e didattico di una azione formativa in apprendimento collaborativo ................................................................................................................... 17 4. La formazione dei formatori ........................................................................................... 18 4.1. La formazione dei tutor e dei docenti on-line ........................................................... 18 4.1.1. Una premessa di metodo .................................................................................. 18 4.1.2. Le tipologie delle azioni di formazione dei formatori ......................................... 19 4.1.3. La formazione dei gestori del sistema .............................................................. 23 4.2. Analisi dei costi di una azione di formazione formatori (tutor) ................................. 24 4.3. Formazione dei formatori secondo un modello “aperto” .......................................... 24 5. il Centro Comune di Risorse - CCR ............................................................................... 25 Allegati ............................................................................................................................... 26 2 Il dispositivo didattico La tematica del dispositivo didattico o, meglio, dei dispositivi didattici, richiede una breve premessa teorica perché la questione dell’uso delle ICT nei processi educativi e formativi sta assumendo particolare rilevanza in un momento in cui si hanno segnali, ancora deboli, di crisi dell’e-learning dovuti, a parere di chi scrive, ad una carente concettualizzazione della funzione didattica delle ICT e ad un ruolo eccessivamente trainante dei fornitori di tecnologie nella determinazione delle forme della loro integrazione nei processi d’istruzione e di formazione. 1. un paio di questioni preliminari La prima questione rimanda al problema dell’efficacia dell’apprendimento. Ripercorrendo la storia dei sistemi d’istruzione, assistiamo alla nascita dei cosi detti sistemi formali (la “scuola”) come risposta organizzativa all’aumento del numero di persone che necessitavano di una “istruzione” formale, aumento che non rendeva più possibile, per ragioni economiche ma, anche, per carenza di quelle che oggi chiameremo “risorse professionali”, l’insegnamento socratico ed un rapporto individualizzato tra insegnante ed allievo. L’evoluzione dei sistemi scolastici, delle concettualizzazioni pedagogiche e delle strategie didattiche si è estrinsecata lungo la direttrice della massimizzazione dei risultati di apprendimento con il contenimento delle risorse allocate. Molti autori denominano questo orientamento una “industrializzazione” dei processi d’insegnamento e di apprendimento. Le teorie psicologiche comportamentistiche hanno massicciamente informato la pratica didattica di questi ultimi decenni e l’”Instructional Design”, teoria sistematica dell’insegnamento, ha guidato, e guida, l’azione di moltissimi insegnanti ed ha determinato il modello scolastico e di insegnamento che noi tutti conosciamo che è basato, sostanzialmente, sulla classica “lezione” d’aula, guidata dalla struttura e dalle esigenze della disciplina, sull’insegnante come detentore della conoscenza disciplinare, da un modello trasmissivo e sommativo di conoscenza e da un allievo che “non sa” e che deve sapere: un allievo come un vaso da riempire. L’Instructional Design (ID) si è, consapevolmente, posto come teoria prescrittiva dell’insegnamento in grado di identificare soluzioni (“strategie”) didattiche capaci di rendere massimo l’apprendimento con il minor consumo di risorse possibile. A distanza di anni, l’ID ha rivelato tutti i suoi limiti in termini di efficacia dell’apprendimento reso possibile attraverso le tecniche da esso derivate. Clamoroso è il caso statunitense dove con il rapporto “USA, una nazione a rischio” alcuni anni or sono venne messo sotto accusa il sistema educativo di quel paese – per la scarsa performance dei sui studenti – pesantemente basato sull’ID ed il conseguente avvio di consistenti innovazioni didattiche caratterizzate dalla messa al centro del processo formativo non più la disciplina, ma l’allievo. Pur nel riconoscimento delle controversie teoretiche che caratterizzano il dibattito internazionale che non consentono di formulare un giudizio radicalmente negativo dell’ID, si può affermare che lo stesso consente di attivare strategie didattiche “cost-effective” e 3 quindi adeguate ad un sistema d’istruzione di massa, riconoscendo, però che la qualità dell’apprendimento che genera è certamente bassa, cioè, “di massa”. Se l’obiettivo è, invece, l’assicurazione di esperienze di apprendimento di qualità, l’epistemologia, la teoria dell’apprendimento e le strategie didattiche, devono informarsi a paradigmi diversi (di tipo “soggettivista”) che mettono a disposizione soluzioni meno industrializzate (meno “ingegnerizzate”) e, guardano la questione in termini puramente contabili, a maggior costo apparente. Quindi, per tornare alla questione sollevata in apertura,il discorso sui modelli didattici va di pari passo con la considerazione dell’efficacia d’apprendimento che s’intende ottenere (vale la pena ricordare che s’impara anche leggendo un libro) e dei costi immediati e di lungo periodo, associati. La questione del dispositivo didattico rimanda, anche, ad una seconda questione: quale uso fare delle tecnologie nei processi d’istruzione. Anche qui la storia è piena di clamorosi insuccessi tanto che sempre più persone si domandano se l’e-learning (nella forma commerciale che conosciamo) sia un ulteriore caso di fallimento (alcuni indicatori empirici ci dicono che si sta, seriamente, correndo questo rischio). Un “professor emeritus”, lo statunitense David Jonassen, studioso di processi cognitivi e di uso, in essi, delle ICT presenta la seguente metafora per descrivere l’uso di queste che attualmente si sta facendo: “…. il camioncino del lattaio porta e distribuisce latte dando, così, modo alle persone di berlo. Così facendo le persone si nutrono. Allo stesso modo, le tecnologie trasportano conoscenze e le trasmettono alle persone. In questo modo le persone apprendono”. Jonassen afferma che il parallelismo è errato perché è vero nella sua prima parte ma errato nella seconda perché le conoscenze non si trasmettono; forse, si trasmettono le informazioni ma tra informazione e conoscenza c’è uno spazio che va riempito dall’apprendimento. Ciò nonostante, l’uso che si sta facendo delle ICT è proprio quello che dà per vera la metafora del camioncino. In realtà, ciò che si sta facendo sotto la denominazione di e-learning è quasi sempre una “erogazione” (proprio come fa il camioncino del latte) di contenuti/informazioni sotto forma di courseware mettendo come accessorie, opzionali ed incidentali varie forme di comunicazione. Come già detto, non si può negare il valore formativo della lettura di un libro, un contesto dove non esiste un insegnante ed una strategia didattica, ma una libreria o una biblioteca non sono “scuole” (e nessuno vuol farlo credere). I sistemi attuali di e-learning altro non sono che (più o meno grandi) biblioteche digitali alle quali accedere a bisogno. Chiarito questo fatto, le risorse disponibili e gli approcci ora in uso nell’e-learning possono avere una certa utilità perché si possono ipotizzare differenti forme organizzative dell’offerta formativa. Più avanti sarà illustrato un modello generale di utilizzo delle ICT nella formazione nonché alcune esemplificazioni. 4 Prima, però, faremo una breve presentazione delle basi teoriche dei possibili approcci alla questione. 2. riferimenti concettuali 2.2. le teorie dell'apprendimento (*) Le pratiche pedagogiche utilizzate nei sistemi d’istruzione contemporanei sono riconducibili a due grandi famiglie teoretiche che hanno basi filosofiche ed epistemologiche consolidate: il comportamentismo ed il costruttivismo riferibili, rispettivamente, a posizioni positiviste/oggettiviste e idiosincratiche/soggettivistiche. Tradotte nei termini della pedagogia, i due approcci si possono identificare con riferimento a come viene concettualizzato lo sviluppo della conoscenza da parte di una persona: il comportamentismo afferma che la conoscenza si sviluppa per trasmissione da una persona che già possiede quella conoscenza ad una che ne è priva; per il costruttivismo la conoscenza viene costruita dalla persona che apprende. 2.2.1. la trasmissione di conoscenza Nella prospettiva comportamentistica, gli assunti guida sono i seguenti: la conoscenza è un dato oggettivo: il significato delle cose è incorporato in esse ed è quel significato univoco che costituisce l’oggetto dell’apprendimento; la conoscenza , i processi ed i risultati dell’apprendimento sono sempre determinabili con precisione; la padronanza (mastery) della conoscenza in un determinato dominio è la finalità dell’apprendimento; il processo d’apprendimento è una azione causa-effetto: ad un input corrisponde sempre lo stesso output: il processo d’apprendimento è largamente nelle mani dell’insegnante: da lui e dal suo lavoro dipende il risultato che sarà possibile conseguire; l’apprendimento è un processo additivo: le singole parti messe assieme danno forma al tutto; il criterio regolatore dell’insegnamento è la disciplina da apprendere: da questa deriva la strategia ottimale per attivare l’apprendimento. 2.2.2. la costruzione di conoscenza Nella prospettiva costruttivista, per contro, i punti cardine sono i seguenti l’apprendimento è un processo personale ed è: attivo, costruttivo, intenzionale, autentico e collaborativo; l’apprendimento è mediato dal pensiero; il pensiero è innescato dall’attività del soggetto. Il pensiero non è, mai, separato dall’azione; * alcuni passaggi sono tratti da: G. Marconato (2002), Oltre l’e-learning, (in via di pubblicazione) 5 - la fonte dell’apprendimento non è una realtà oggettiva ma la comprensione personalizzata basata sull’esperienza delle cose e del mondo; il collegamento tra gli obiettivi assunti dall’insegnante e le sue attività didattiche e l’apprendimento realizzato dall’allievo è incerto e poco chiaro; criterio regolatore dell’apprendimento è il soggetto che apprende, non la disciplina che deve essere appresa. 2.2.3. le implicazioni didattiche Gli assunti teorici sulla natura della conoscenza e dell’apprendimento portano a due approcci didattici differenti e riassumibili nelle seguenti affermazioni: Comportamentismo: si apprende sotto la guida di un insegnante che organizza e trasmette le informazioni desunte dalla disciplina, informazioni che devono essere recepite dalla persona che apprende. Costruttivismo: si apprende con il supporto di un insegnante che facilita il processo d’apprendimento che consiste in attività (mentali e/o materiali) svolte dalla persona che apprende. Uno schema più analitico illustra le posizioni: Insegnamento come “distribuzione d’informazioni”Focalizzazione sulle attività dell'insegnante: la chiave dell'apprendimento è nella struttura dell'insegnamento;La conoscenza è trasmessa dall'insegnante allo studente;Alla base dell'apprendimento stanno i contenuti e l'organizzazione del curricolo;L’insegnante determina ciò che è "significativo" per l'apprendimento;La conoscenza è costruita da idee che l'allievo gradualmente assembla, come una "parete" cui si aggiungono nuovi "mattoni";Le conoscenze precedentemente acquisite rappresentano la guida per la strategia dell'insegnante;L'apprendimento è una questione di "quantità" (di conoscenza), ovvero di "memorizzazione";L'insegnante è guidato, nella sua azione didattica, dalla logica della "disciplina.L’insegnamento come facilitazione dell’apprendimento - La focalizzazione è sulla persone che apprende: la chiave dell'apprendimento è nella persona che apprende; - Il ruolo dell'insegnante è quello di fare in modo che l'apprendimento abbia luogo attraverso la guida e la facilitazione; - Le conoscenze precedentemente acquisite determinano l'approccio che la persona darà ai compiti d'apprendimento; - La conoscenza è costruita in modo personale, come una "rete" in cui si aggiungono nuovi "nodi" e "collegamenti"; - Ciò che è "significativo" per l'apprendimento è determinato dal soggetto che apprende; - L'apprendimento è una questione di "qualità" (dei legami tra gli elementi della conoscenza), ovvero di "comprensione"; - L'insegnante è guidato, nella sua azione didattica dalla logica della disciplina e dalla soggettività dell'allievo. 6 2.3. ruolo delle tecnologie 2.3.1. apprendere dalle tecnologie Come detto nel paragrafo introduttivo, l’utilizzo che correntemente viene fatto delle tecnologie nella formazione, è riconducibile al modello “apprendere dalle tecnologie”. Nel linguaggio comune di chi si occupa di e-learning sono presenti termini come: erogare e distribuire materiale didattico, trasmettere informazioni e “conoscenze”. In questo linguaggio è implicito l’assunto che le tecnologie servono per distribuire e comunicare informazioni agli studenti nella speranza che queste vengano comprese e che da esse si apprenda. Secondo questa visione, le persone apprendono dalle tecnologie, cioè, si apprende guardando film didattici e la televisione, rispondendo ai test su carta o su PC allo stesso modo in cui si imparerebbe ascoltando una lezione tenuta dall’insegnante. Come si impara ciò che l’insegnante sa, con le tecnologie si impara ciò che le tecnologie sanno. Siamo, evidentemente, in pieno paradigma “trasmissione di conoscenza”: dall’insegnante all’allievo; dal libro all’allievo, dalla tecnologia all’allievo. Alle tecnologie è, quindi, riservato il compito di distribuire i contenuti in modo da liberare i docenti dal lavoro di trasmettere direttamente loro stessi la conoscenza: le tecnologie, sono strumenti che aiutano nelle operazioni d’insegnamento più “terrene” e facilitano la logistica delle attività didattiche più meccaniche Così operando, insegnanti ed allievi si possono concentrare sulle attività a maggior valore aggiunto. Numerose ricerche sull’apprendimento hanno, invece, dimostrato che “…non si impara dalla tecnologia, come non si impara dall’insegnante. Si impara attraverso il pensiero: pensando a cosa si sta facendo o alle cose in cui si crede, a cosa altri hanno fatto o sulle cose in cui altri credono, pensando al processo che il pensiero svolge. Il pensiero media l’apprendimento. L’apprendimento è il risultato del pensiero”. Se dalle tecnologie non si impara, a cosa servono? Considerato l’uso che se ne fa, le tecnologie sono certamente utili ad efficientizzare il processo di gestione logistica delle informazioni: messe su web occupano meno spazio che sulla carta, inviate per posta elettronica o scaricate da web rendono più rapida e meno costosa la loro distribuzione, aggiornare un materiale digitale e rilasciare la nuova versione è molto più veloce e molto meno costoso che se fosse sviluppato su supporto analogico. Il formato digitale rende possibile utilizzare, in una unica “pagina” codici comunicativi differenti come il testo scritto, le animazioni, l’audio ed il video rendendo più efficace la comunicazione, come, anche, rendere più efficiente l’utilizzo del materiale che, attraverso i link, può essere acceduto agevolmente anche trattandosi di corposi testi enciclopedici. Con la sua struttura ipertestuale, il materiale digitale può essere “navigato” in modo non lineare adattandosi meglio alla forma erratica del pensiero. Tutte queste caratteristiche del media tecnologico lo rendono, certamente, utile ma il vero valore lo si avrà usandolo come vero e proprio “strumento cognitivo”. 7 2.3.2. apprendere con le tecnologie Operando un parallelismo tra quanto è avvenuto in edilizia con l’utilizzo delle macchine operatrici, identifichiamo il ruolo, appropriato, che possono avere le tecnologie: le macchine operatici non hanno, solo, alleviato la fatica fisica degli operai e facilitato il lavoro di tutte le persone coinvolte ma ha, anche consentito la concezione di più ardite soluzioni ingegneristiche ed architettoniche. Allo stesso modo, nell’insegnamento, i nuovi strumenti a disposizione non limitano il loro apporto alla facilitazione delle operazioni più routinarie (“…rendere l’apprendimento più veloce e più facile”), ma consentono l’utilizzo di approcci didattici più complessi e di più elevato livello. I computer, secondo nuove concettualizzazioni, sono utensili intellettuali per stimolare ed utilizzare il pensiero critico, qualsiasi argomento si stia apprendendo: questi rendono possibile realizzare attività da loro mediate che accrescono il pensiero. Le tecnologie diventano strumenti che interagiscono con chi apprende facilitandogli i processi di pensiero, di riflessione, di esplorazione e scoperta, di costruzione di significato e di conoscenza, impegnandolo in attività significative, consentendogli la conversazione, il confronto, la collaborazione. E’ in questo uso cognitivo delle tecnologie che identifichiamo il vero valore aggiunto delle stesse, quel valore che consente di superare l’handicap dato da un’altra loro caratteristica: quella di rappresentare un “costo” aggiuntivo sia in termini economici che sociali, di rappresentare una barriera all’accesso e nuova occasione di esclusione. Un utilizzo appropriato delle tecnologie, quello che si propone di fare nel progetto Copernicus, renderà evidente la loro utilità. 2.4. il paradigma adottato Coerentemente con le riflessioni sinteticamente presentate in precedenza, si ritiene che un sistema d’offerta formativa che integra in esso le ICT debba avere una forte fondazione pedagogica e non ridursi ad un mero utilizzo del mezzo digitale per “distribuire” informazioni. Schematizzando, si propone un modello pedagogico basato principalmente su “attività” che gli utilizzatori del sistema svolgeranno con il supporto delle ICT. In un sistema così concepito, i contenuti della formazione hanno la funzione di rappresentare risorse grezze con le quali lavorare per sviluppare l’apprendimento. Per rendere evidente la differenza di questo approccio con quanto si fa attualmente sotto l’ombrello dell’e-learning, va tenuto presente che, qui, i contenuti rappresentano l’essenza, il tutto del sistema didattico (sulla questione dei “materiali didattici” si rimanda al capitolo quarto del report di fase 1). Le soluzioni organizzative e didattiche proposte tengono conto dei diversi contesti di utilizzo delle risorse del sistema come sono stati evidenziati nel corso dei colloqui avuti con i potenziali “mediatori” dell’offerta formativa che spaziano da forme di integrazione con le attività d’aula a forme di uso puro dell’on-line; da forme legate a modelli d’istruzione 8 formale (un “corso”) a forme più simili al knowledge management ed ispirate al paradigma della “comunità di pratiche”. In questa logica possiamo pensare a differenti modalità organizzative che si possono situare all’interno di un continuum che ha ad uno dei suoi estremi il modello dell’ autoapprendimento assistito ed all’altro quello dell’apprendimento collaborativo. Per autoapprendimento assistito intendiamo un modello didattico in cui le persone studiano autonomamente su materiali appositamente predisposti e sono supportati in questa loro attività da servizi didattici che ne facilitano il compito. Per apprendimento collaborativo intendiamo un diverso modello sulla base del quale le persone apprendono attraverso lo svolgimento di “attività” svolte collaborativamente (con parti di lavoro individuale) on-line con il supporto delle tecnologie e di servizi didattici. Lo schema seguente, adattato da Marconato (2002), analizza le caratteristiche di ciascuno dei due approcci. Modelli di uso delle ICT nella formazione Dimensione Autoapprendimento assistito Apprendimento collaborativo Teoria dell’apprendimento guida Instructional Design Costruttivismo Approccio all’apprendimento Atomistico, oggettivistico Olistico, soggettivistico Centratura delle strategie Sulla disciplina Sul soggetto che apprende didattiche Strategie didattiche utilizzabili Presentazione, lezione, tutorial, drillProject-based Learning, Problem-based and-practice… Learning, Collaborative Learning Livello di transfer Basso Elevato dell’apprendimento Domini di conoscenza cui può Procedurali e strutturati (sticklyDispositivi e non pre-strutturati (illessere associata structured) structured) Tipologie di Apprendimento Riproduttivo, superficiale Produttivo, profondo sostenute Obiettivi di apprendimento Esecuzione di procedure Soluzione di problemi caratteristici conseguibili Ruolo della tecnologia Sostituzione dell’analogico con il Sostegno di Comunità di apprendimento; digitale nel sostegno dei processi miglioramento dell’apprendimento; formativi cognitive tool Modalità di organizzazione dei Courseware Knowledge-base contenuti Fattore critico di successo Tecnologia Pedagogia Principali fattori di costo del Courseware e tecnologia Servizi didattici sistema Ruolo dell’insegnante Organizzatore dei contenuti Sostenitore dei processi d’apprendimento Attività svolte da chi apprende Lettura, memorizzazione, ripetizione, Comprensione, esercizio del pensiero risposta a domande chiuse critico, interpretazione, applicazione, collaborazione Metafora organizzativa Sistema industriale Sistema artigianale Struttura dei processi formativi Standardizzati Individualizzati Adeguatezza allo sviluppo di Bassa Elevata “competenze professionali” Adeguatezza a servire elevati Elevata Bassa volumi d’utenza 9 Oggetto della valutazione degli apprendimenti/output della formazione Tipologia delle attività svolte online Funzione della comunicazione Uso delle ICT nel processo didattico Memorizzazione, comprensione Comprensione, consapevolezza, applicazione Studio individuale di materiali didattici Comunicazione Opzionale ed integrativa all'autoapprendimento Sviluppo di multimedialità, uso dell’ipertestualità, information retrieval Svolgimento collaborativo di “attività” Componente essenziale del programma formativo (a sostegno delle “attività”) Facilitazione della ricerca di informazioni, della collaborazione tra pari, del lavoro da prospettive multiple, della riflessione 3. modelli operativi La domanda di quali forme possono avere le attività denominabili genericamente come “elearning” va riformulato in “secondo quali modalità si possono utilizzare le risorse attivate nell’ambito del servizio Copernicus?”; in quali modi, cioè, le ICT possono essere integrate in attività d’insegnamento e di apprendimento? Il riferimento concettuale è stato esplicitato nel capitolo precedente; ora presenteremo dei modelli di riferimento e per alcuni descriveremo la forma organizzativa ed effettueremo una analisi dei costi. 3.1. Descrizione dei modelli operativi 3.1.1. Risorse di Copernicus usate come parte integrativa di attività d’aula usando pacchetti didattici esistenti Nell’ambito di attività formativa basate principalmente su formazione d’aula, alcune parti dello stesso possono essere realizzate in formazione a distanza utilizzando pacchetti didattici presenti sul sistema o da sviluppare appositamente. La scelta di trattare alcune parti del corso “a distanza” è collegata alle scelte didattiche che si sono compiute in fase di sua progettazione. Le motivazioni pedagogiche che potrebbero motivare questa scelta saranno trattate nei lavori della fase 6. 10 3.1.2. Risorse di Copernicus usate come parte integrativa di attività d’aula usando tools di collaborazione Le attività d’aula potrebbero beneficiare delle risorse tecnologiche di Copernicus per realizzare alcune parti del programma che richiedono attività di collaborazione, magari tra studenti di diverse scuole. Si può trattare di svolgimento di “progetti” interdisciplinari formali o di più semplici ricerche disciplinari. I tools di collaborazione e di “knowledge building” di Copernicus possono supportare attività didattiche d’impronte costruttivista come la discussione, lo studio di un documento, lo sviluppo di un elaborato. Tutta l’area delle key skils, o “competenze trasversali”, può trarre enorme beneficio dal supporto degli strumenti di collaborazione. Gli stessi strumenti possono essere utilizzati, anche, per continuare “fuori dall’aula” il lavoro che lì si è svolto, come attività post corso, specie nella formazione continua dove vi sono utili opportunità di apprendimento nelle logica delle learning communities. 3.1.3. Risorse di Copernicus usate in azioni interamente in FaD con pacchetti didattici esistenti Sono tipiche azioni di "autoapprendimento assistito" nelle quali le persone intraprendono un percorso di studio individuale utilizzando uno o più pacchetti didattici tra quelli in dotazione al servizio. L'utente svolge il proprio lavoro sulla base di un piano di lavoro concordato con il tutor, piano che prevede i pacchetti da studiare, la durata del percorso, le modalità di utilizzo delle risorse del sistema. L'utente può accedere al servizio da casa o dal lavoro oppure da un Learning Centre. I servizi didattici attivati vanno da una semplice tutorship attivata a richiesta dell'utente, a servizi di assistenza online con l'integrazione di attività di presenza. La qualità del servizio didattico erogabile è correlata alle risorse finanziarie disponibili. In questa opzione, i pacchetti didattici – che sono il "cuore" dell'attività – sono presenti nel sistema; per questo le attività formative sono facilmente attivabili ed hanno un costo contenuto rispetto a quelle attivabili nell'ambito del modello descritto al punto successivo perché il costo del pacchetto è imputabile ad un vasto numero di utenti. I contenuti formativi affrontabili attraverso questo modello sono quelli d'interesse generale, come l'informatica e le lingue o trasversali alle diverse aree professionali come la qualità, la gestione aziendale, la sicurezza…. 11 3.1.4. Risorse di Copernicus usate in azioni interamente in FaD con pacchetti didattici da sviluppare ex novo Le caratteristiche di questa tipologia d'attività sono le stesse del punto precedente con la differenza che i materiali di studio (i pacchetti didattici o "courseware") devono essere sviluppati appositamente per l'iniziativa che si intende lanciare. Lo sviluppo ad hoc del materiali consente la trattazione di un argomento in modo da corrispondere ad esigenze specifiche (es: la gestione aziendale per imprese cooperative). Ciò che può limitare il ricorso a questo tipo di offerta formativa è il suo costo; si tratta, infatti, di sviluppare un courseware per quella specifica iniziativa. Il costo dello sviluppo di un courseware è, di norma, elevato e dipende dalle soluzioni tecnologiche che si intendono applicare (animazione, multimedialità, simulazione, ecc…). Lo sviluppo ad hoc di un courseware comporta, anche, tempi relativamente lunghi tra il momento in cui si prende la decisione di attivare l'offerta ed il momento in cui la stessa sarà realmente utilizzabile dall'utenza. La decisione di attivare questa tipologia di attività è correlata, anche, al numero di utenti che si stima possano fruire del prodotto. 3.1.5. Risorse di Copernicus usate in azioni interamente in FaD con knowledge base e tools di collaborazione L'apprendimento collaborativo è il modello didattico che meglio utilizza le potenzialità pedagogiche delle tecnologie ed è, anche, un approccio pedagogico che consente di ottenere obiettivi di apprendimento significativo. L'organizzazione di una offerta formativa improntata a questo approccio è meno legata (rispetto alle 2 precedenti) agli "strumenti" presenti nel sistema (soprattutto i courseware) e maggiormente dipendente dalle competenze dei docenti e tutor che la progetteranno e gestiranno. La principale caratteristica di questo tipo di attività formativa è l'essere una azione "personalizzata" sulle esigenze di un ben specifico target: non è mai una offerta standard. Le sue "forme", sono molteplici e fanno riferimento ad azioni di lavoro collaborativo in rete: l'apprendimento si sviluppa attraverso lo sviluppo di progetti, lo studio di casi, il confronto e la condivisione di esperienze, la discussione finalizzata, la soluzione di problemi. In queste applicazioni, l’”istruzione” si integra con il knowledge management. Dal punto di vista delle risorse, questo modello formativo è fortemente caratterizzato dall'utilizzo di competenze professionali più che dalle tecnologie (courseware, in modo particolare): cruciale è, quindi, la formazione dei "progettisti" e degli "animatori" delle comunità di apprendimento. 12 3.1.6. Risorse di Copernicus usate in forme miste di autoapprendimento assistito e apprendimento collaborativo Una attività formativa può, infine, essere caratterizzata dalla composizione dei due principali modelli "puri": l'autoapprendimento assistito e l'apprendimento collaborativo. Le "dosi" dei due modelli possono variare in relazione alla strategia didattica scelta, ai vincoli presenti ed alle risorse disponibili. Un approccio di questo tipo può essere utilizzato, ad esempio, per "mitigare" la forma standardizzata di una offerta basata esclusivamente su courseware personalizzandola sulle esigenze di uno specifico gruppo d'utenza o per migliorare l'apprendimento realizzato nelle attività di autoapprendimento. Lo schema che segue riepiloga questi modelli. Il significato delle diverse sezioni è il seguente: - modello formativo: indica il contesto formativo di utilizzo, cioè quale forma può assumere l’azione formativa in cui si utilizzano le risorse di Copernicus; - strategia didattica: indica la strategia didattica che lo caratterizza tra l’autoapprendimento assistito e l’apprendimento collaborativo - risorse necessarie: sono indicate le risorse necessarie a realizzare l’azione formativa in oggetto. Queste si articolano in: o VLE: utilizzo della piattaforma standard; o CW: utilizzo di courseware appartenente al sistema o sviluppato; appositamente per l’azione in oggetto; o KB: utilizzo di una raccolta di contenuti (knowledge base) sviluppata per l’azione in questione; o Tutor: intervento del tutor; o Docente: intervento del docente; o Aula MM: utilizzo di una aula multimediale; o Sviluppo strategie didattica: ideazione ed implementazione di una specifica strategia didattica; o PC personale: utilizzo di un PC proprio, (da casa, lavoro, ...), non facente parte, cioè, delle risorse di Copernicus. Dopo lo schema sono sviluppati i due modelli base delle possibili applicazioni: l'autoapprendimento assistito e l'apprendimento collaborativo. . 13 3.2. Modelli didattici di attività formative che utilizzano il sistema Copernicus Esemplificazione di riferimento Modello didattico 3.3. 3.1.1.come parte integrativa di attività d’aula usando pacchetti didattici esistenti 3.4. 3.1.2. come parte integrativa di attività d’aula usando tools di collaborazione 3.1.3. interamente come fad usando pacchetti didattici esistenti 3.1.4. interamente come fad usando pacchetti didattici da sviluppare ex novo 3.1.5. interamente come fad usando knowledge base e tools di collaborazione 3.1.6. Forme miste di autoapprendimento assistito e apprendimento collaborativo 3.3. 3.3. più i costi dei nuovi materiali 3.4. Mix di 3.3. e 3.4. Strategia didattica Aula + autoapprendimento assistito Aula + apprendimento collaborativo Autoapprendimento assistito Autoapprendimento assistito Apprendimento collaborativo Integrata Risorse necessarie VLE CW X X (di sistema) X X X Sviluppo PC Strategia personale didattica limitato opzione X X X X X X opzione X X opzione limitato X X X opzione limitato X X X X opzione X X X X X opzione X X X (di sistema) X (da sviluppare) X Aula MM X X X X KB Tutor Docente 14 3.3. Modello organizzativo e didattico di un corso sulle ICT La simulazione didattica ed economica ha le seguenti caratteristiche generali: - il dispositivo didattico per l'assistenza all'autoapprendimento è piuttosto sofisticato e ricco prevedendo servizi in presenza ed a distanza, individuali e di gruppo. Nella pratica operativa, in ragione di scelte didattiche o vincoli finanziari, questi servizi possono solo essere diminuiti; - il repertorio di titoli di pacchetti didattici è piuttosto ampio: 20 titoli (10 titoli in lingua italiana e 10 titoli in lingua tedesca); - i costi sono stati stimati sulla base delle tipologie e dei paramenti del FSE e comprendono tutte le attività che possono generare costi; - la simulazione dei costi considera la modalità di servizio a maggior costo, quello erogato presso Learning Centre (vedi tab. 1). Ciò significa che la stessa massa di attività realizzata completamente a distanza, cioè con accesso da un PC privato, ha un costo inferiore (vedi tab. 2). Strategia didattica: autoapprendimento assistito presso Learning Centre o a distanza integrato da servizi in presenza Strumenti didattici utilizzati nella simulazione dei costi: 10 titoli di courseware in lingua IT e 10 titoli in lingua DE Presso Learning Centre Servizi Didattici - Da postazione personale (casa o lavoro) 1 colloquio di orientamento individuale di 1 ora per progettare il percorso formativo individualizzato; 1 tutorial in coppia di 2 ore per l’utilizzo delle risorse del sistema; 4 workshop di gruppo di 2 ore ciascuno, per l’approfondimento dei temi dei courseware; 1 sessione di lavoro in piccolo gruppo di 5 persone, per la valutazione degli apprendimenti. autoapprendimento assistito: 20 ore accesso ai sevizi didattici: 13 ore tutoraggio: 4,4 ore - tutoraggio 2,4 ore docenza: 2,8 ore - docenza: 1,8 ore - 33 ore - Carico di lavoro per gli utenti Carico di lavoro per il servizio didattico per ciascun utente Utilizzo PC del sistema (LC centre) - 13 ore 15 Modello organizzativo didattico dei servizi di assistenza di un corso tipo della durata di 30 ore/allievo caso 1: servizi didattici per allievo presso un learning centre. Distribuzione ore di impegno: alle 20 ore di autoapprendimento assistito vengono aggiunti servizi didattici di vario genere per un totale di n° 13 ore come segue: ore modalità risorse didattiche risorse didattiche risorse didattiche unitarie tutor docente orientamento: 1 indiv. 1 1 tutorial di base 2 2 pers. 0,5 1 autoapprendimento assistito 20 5 pers. 0,2 2 workshop (4 x 2 ore) 8 10 pers. 0,1 valutazione finale 2 0,2 TOTALE 33 di cui presso learning centre 33 5 pers. entità del servizio didattico per allievo in ore: 2 0,8 0,4 4,4 2,8 7,2 caso 2: servizi didattici per allievo nella formazione a distanza alle n° 20 ore di autoapprendimento non assistito v engono aggiunti servizi didattici di vario genere per un totale di n° 13 ore come segue: ore modalità risorse didattiche tutor in loco unitarie Tutor presso LC risorse didattiche Docente presso LC orientamento: 1 indiv. 1,00 1 tutorial di base docente junior on-line tutoraggio 2 2 pers. 0,50 1 20 20 pers. 0,05 1 workshop (4 x 2 ore) 8 10 pers. 0,10 0,8 valutazione finale 2 0,20 TOTALE 33 di cui presso learning centre 13 5 pers. entità del servizio didattico per allievo in ore: 0,4 2,4 1,8 4,2 16 3.3. Modello organizzativo e didattico di una azione formativa in apprendimento collaborativo La simulazione didattica ed economica ha le seguenti caratteristiche generali: - l'azione formativa è stata quantificata in 100 ore di lavoro per ciascun allievo distribuite in un periodo di 4 mesi; - i servizi didattici in fase di preparazione e gestione sono stati stimati ad un livello medio; - i costi sono stati stimati sulla base delle tipologie e dei paramenti del FSE e comprendono tutte le attività che possono generare costi; Strategia didattica: apprendimento collaborativo guidato da docenti e tutor Strumenti didattici utilizzati: tools di collaborazione, knowledge base Servizi didattici: facilitazione delle attività di apprendimento Carico di lavoro per gli utenti: 100 ore in quattro mesi Carico di lavoro per il servizio didattico per ciascun utente ; Ogni allievo “lavora” per 100, durante le quali: - legge/studia materiali preselezionati dai docenti per 20 ore; - ricerca e legge altri materiali rilevanti per 15 ore; - svolge attività d’apprendimento (assegnate e/o autodeterminate dal gruppo): o discute con docenti e colleghi (comunica in modo sincro e asincro) per 20 ore; o elabora e rielabora materiale individualmente o in gruppo (scrive) per 25 ore; o svolge attività sul campo per 10 ore; - partecipa ad attività in presenza per 10 ore. Criteri per la determinazione dei costi: FASE DI PREPARAZIONE: Progettazione dell’ambiente di apprendimento Sviluppo knowledge base Sviluppo delle “attività” individuali e di collaborazione Sviluppo dell’ambiente informatico di supporto alle attività di apprendimento Sviluppo strumenti per la valutazione dell’apprendimento 5 gg 10 gg 5 gg 3 gg 2 gg 17 FASE DI GESTIONE DELL’AZIONE FORMATIVA: Docenza - aula - online ore 10 3 Tutoraggio 1 Help desk Assistenza tecnologica docenti e tutor 20 20 Per allievo e fino a 15-20 allievi. Poi un docente junior ogni altri 15 allievi Per allievo fino a 15-20 allievi, per numeri superiori viene sostituito da un docente junior In tutto Per il dettaglio dei costi relativi a questa azione si rimanda alla tabella 3. 4. La formazione dei formatori Le figure professionali coinvolte nell’erogazione della formazione online e che utilizza le ICT possono essere ricondotte a due tipologie: l’esperto dei contenuti e l’esperto dei processi. Il primo è il “docente on-line”, il secondo il “tutor on-line”. I modelli generali del loro percorso formativo sono stati descritti nel report di fase 3, che si riporta. 4.1. La formazione dei tutor e dei docenti on-line Si possono identificare alcuni possibili soluzioni per la formazione delle competenze metodologiche necessarie. Queste soluzioni sono determinate dal profilo di partenza degli utenti relativamente: alle conoscenze e dalle competenze pedagogiche generali e specifiche; al tempo che potranno dedicare alla propria formazione. 4.1.1. Una premessa di metodo La formazione dei docenti e dei tutor on-line, nelle diverse soluzioni organizzative di seguito prospettate, sarà sempre caratterizzata dai seguenti elementi di metodo: le conoscenze e le competenze di riferimento saranno sviluppate contestualmente allo sviluppo di parti dei diversi progetti formativi e/o di allestimento del sistema. Non si farà, cioè, in un primo momento una formazione teorica da applicare, successivamente ed a cura degli "allievi" nella pratica professionale, ma la competenza necessaria sarà sviluppata mentre si lavora alla realizzazione di quella attività; alcuni moduli dell'azione formativa (la cui incidenza percentuale sulla durata dell'intero programma è variabile in funzione delle soluzioni che si attiveranno) saranno svolti con un approccio più convenzionale; in questi si utilizzeranno massicciamente i metodi e gli strumenti oggetto dell'apprendimento. Si farà, 18 - cioè, pesante utilizzo delle tecnologie e dei metodi dell'e-learning per apprendere, sperimentandolo in prima persona, l'e-learning; le attività d'apprendimento richiederanno una significativa parte di lavoro individuale sotto forma di lavoro di ricerca, di analisi, di riflessione, di dibattito, di letture ed implicheranno altrettanto significative attività d'interazione con i docenti, i tutor ed i colleghi di corso. Tutte le soluzioni implicheranno un consistente impegno personale da parte delle persone frequentati. 4.1.2. Le tipologie delle azioni di formazione dei formatori In considerazione delle risorse umane e professionali disponibili, dei vincoli del loro utilizzo, delle scelte strategiche formulate dagli stakeholders intervistati, delle potenzialità di sviluppo del sistema di e-learning, si prospettano i seguenti tipi di azione formativa: formazione di tutor per l'e-learning: giovani ed esterni alla formazione professionale pubblica Ruolo del tutor per l'e-learning Assistere, in presenza ed in online, gli utenti nella formulazione e nello sviluppo del proprio "piano individualizzato d'apprendimento". L'assistenza ed il supporto dato è legato alle dinamiche del processo d'apprendimento e non ai suoi contenuti. Conoscenze e competenze da sviluppare Conoscenze: - teorie dell'apprendimento; - teorie della formazione a distanzia; - casi di fad e di e-learning: panorama internazionale; - le tecnologie per l'insegnamento e l'apprendimento: il lato tecnologico e quello pedagogico; - hardware: connettività e periferiche; - il software per lo sviluppo di applicazioni multimediali (Flash, Director, Power Point, pagine web). Competenze: - utilizzo del VLE adottato nelle funzioni iscrizione allievo, attribuzione corsi, gestione comunicazione sincrona e asincrona, preparazione, somministrazione e valutazione delle attività di verifica, redazione di report; - animazione di forum di discussione; - gestione di colloqui di orientamento; - formulazione di un piano individualizzato di apprendimento; - monitoraggio delle attività dei gruppi e dei singoli utenti; - sostegno alla motivazione ed all'apprendimento; - gestione del rapporto tra gli allievi ed i docenti; - manutenzione ordinaria dell'hardware e del software in dotazione; 19 Requisiti per l'ammissione al corso Caratteristiche dell'azione formativa laurea in disciplina psico-pedagogiche; utilizzo dei più comuni applicativi della suite Office di Microsoft; - utilizzo di Internet e della posta elettronica; - conoscenza della lingua inglese; - bilinguismo italiano e tedesco; - disponibilità di un PC personale e di un collegamento ad Internet da casa o da altro luogo a disposizione dell'allievo. percorso formativo di 700 ore di cui: - attività in aula 120 ore: - autoapprendimento assistito 160 ore; - apprendimento collaborativo 160 ore; - stage 240 ore. che comprende: - sviluppo di un project work; - autostage presso uno dei progetti formativi da implementare; - utilizzo del VLE adottato; - formazione di tutor per l'e-learning: insegnanti e tutor della formazione professionale Ruolo del tutor per l'e-learning Assistere gli utenti nella formulazione e nello sviluppo del proprio "piano individualizzato d'apprendimento". L'assistenza data è legata alle dinamiche del processo d'apprendimento e non sui suoi contenuti. Conoscenze e competenze da sviluppare Conoscenze: - teorie dell'apprendimento; - teorie della formazione a distanzia; - casi di fad e di e-learning: panorama internazionale; - le tecnologie per l'insegnamento e l'apprendimento: il lato tecnologico e quello pedagogico; - hardware: connettività e periferiche; - il software per lo sviluppo di applicazioni multimediali (Flash, Director, Power Point, pagine web). Competenze: - utilizzo del VLE adottato nelle funzioni iscrizione allievo, attribuzione corsi, gestione comunicazione sincrona e asincrona, preparazione, somministrazione e valutazione delle attività di verifica, redazione di report; - animazione di forum di discussione; - gestione di colloqui di orientamento; - formulazione di un piano individualizzato di apprendimento; - monitoraggio delle attività dei gruppi e dei singoli utenti; - sostegno alla motivazione ed all'apprendimento; 20 gestione del rapporto tra gli allievi ed i docenti; manutenzione ordinaria dell'hardware e del software in dotazione. - utilizzo dei più comuni applicativi della suite Office di Microsoft; - utilizzo di Internet e della posta elettronica; - conoscenza della lingua inglese; - bilinguismo italiano e tedesco; - disponibilità di un PC personale a casa o a scuola e di un collegamento ad Internet da casa o da scuola. percorso formativo di 300 ore di cui: - attività in aula 60 ore; - autoapprendimento assistito 120 ore; - apprendimento collaborativo 120 ore; che comprende: - sviluppo di un project work; - autostage presso uno dei progetti formativi da implementare; - utilizzo del VLE adottato. Questo percorso formativo si differenzia da quello per tutor destinato a “giovani” e/o ad “esterni” al sistema della FP solo per la sua minore durata. Si presume, infatti, che le conoscenze e le abilità di base siano già possedute e che le abituali attività lavorative rappresentino il contesto in cui svolgere le attività d’apprendimento previste nello “stage” del gruppo precedente. - Pre condizioni per l’ammissione al corso Caratteristiche dell’azione formativa Note formazione docenti per l'e-learning: docenti esterni alla formazione professionale pubblica (liberi professionisti) Ruolo del docente per l'e-learning Sviluppare i materiali didattici necessari nell’azione formativa assemblando materiali esistenti e sviluppandone ex novo (materiali di studio, attività, valutazioni …). Gestire, con l’assistenza del tutor, il processo formativo proponendo e gestendo i materiali di studio e le attività. Conoscenze e competenze da sviluppare Conoscenze - elementi di teorie dell'apprendimento; - le tecnologie per l'insegnamento e l'apprendimento: il lato tecnologico e quello pedagogico; - le strategie didattiche utilizzabili nell’e-learning; - il software per lo sviluppo di applicazioni multimediali (Flash, Director, Power Point, pagine web); Competenze: - utilizzo del VLE adottato nelle funzioni “docente”; - sviluppo delle risorse didattiche necessarie in un percorso di e-learning; - gestione delle attività d’apprendimento on-line; - preparazione e gestione delle attività di valutazione. 21 Pre condizioni per l’ammissione al corso Caratteristiche dell’azione formativa Note consolidata esperienza di docenza in aula con adulti; utilizzo dei più comuni applicativi della suite Office di Microsoft; - utilizzo di Internet e della posta elettronica; - disponibilità di un PC personale e di un collegamento ad Internet. percorso formativo di 120 ore così articolato: - attività in aula 20 ore; - apprendimento collaborativo 40 ore; - affiancamento nello sviluppo di una attività 60 ore con l'utilizzo del VLE adottato. Questo percorso è destinato a persone che hanno come occupazione principale una attività diversa dall'insegnamento e per i quali lo sviluppo di abilità didattiche riveste un obiettivo marginale per la propria professionalità. - formazione di docenti per l'e-learning: insegnati della formazione professionale Ruolo del docente per l'e-learning Sviluppare i materiali didattici necessari nell’azione formativa assemblando materiali esistenti e sviluppandone ex novo (materiali di studio, attività, valutazioni…). Gestire, con l’assistenza del tutor, il processo formativo proponendo i materiali di studio e le attività e gestendo le attività stesse. Conoscenze e competenze da sviluppare Conoscenze: - elementi di teorie dell'apprendimento; - le tecnologie per l'insegnamento e l'apprendimento: il lato tecnologico e quello pedagogico; - le strategie didattiche utilizzabili nell’e-learning; - il software per lo sviluppo di applicazioni multimediali (Flash, Director, Power Point, pagine web; Competenze: - utilizzo del VLE adottato nelle funzioni “docente”; - sviluppo delle risorse didattiche necessarie in un percorso di e-learning; - gestione delle attività d’apprendimento on-line; - preparazione e gestione delle attività di valutazione. Pre condizioni per l’ammissione al corso - consolidata esperienza di docenza in aula con adulti; - utilizzo dei più comuni applicativi della suite Office di Microsoft; - utilizzo di Internet e della posta elettronica; - disponibilità di un PC personale e di un collegamento ad Internet. Caratteristiche dell’azione formativa percorso formativo di 240 ore così articolato: - attività in aula 40 ore; - studio individuale 40 ore; - apprendimento collaborativo 80 ore; - project work 40 ore; affiancamento nello sviluppo di una attività 40 ore che comprende l'utilizzo del VLE adottato 22 Note Questo percorso formativo si differenzia da quello per docenti destinato a consulenti esterni al sistema della FP solo per la sua maggiore durata. Si presume, infatti, che svolgendo questi destinatari in modo continuativo l’attività d’insegnamento, possano dedicare allo sviluppo di competenze nell’insegnamento on-line una maggiore quantità di tempo ed apprendere, così, conoscenze ed abilità utilizzabili in più di un contesto. 4.1.3. La formazione dei gestori del sistema Le figure necessarie a gestire il sistema nei suoi aspetti organizzativi, strumentali e didattici sono di numero inferiore sia ai tutor che ai docenti (utenti della formazione descritta nel paragrafo precedente) e possiedono competenze specialistiche oltre che competenze comuni o ai docenti o ai tutor. Candidati ideali a queste funzioni sono alcune delle persone che hanno partecipato ai corsi descritti in precedenza e durante i quali hanno sviluppato parte delle competenze necessarie. La formazione dei “gestori” del sistema sarà qui descritta come moduli di specializzazione dei percorsi precedenti. Modulo di specializzazione per l’amministratore del VLE Finalità del modulo Essere in grado di gestire il VLE personalizzandolo in funzione delle esigenze di un programma formativo, di un docente, di una organizzazione erogatrice di formazione. Conoscenze e - le funzionalità presenti nel VLE; competenze da - le strategie didattiche utilizzabili nell’on-line learning; sviluppare - i tool a disposizione per l’implementazione di differenti strategie didattiche; - la ricerca di nuovi tool; - la personalizzazione delle interfacce, dei servizi, degli strumenti: aspetti informatici e didattici. Conoscenze e - basi di didattica; competenze in ingresso - basi tecnologiche e didattiche dell’e-learning; - utilizzo di un VLE in ambiente tutor o docente. Caratteristiche dell’azione - durata 80 ore così articolate: formativa - studio del VLE attraverso formazione in aula ed auto-apprendimento 40 ore; - supervisione per implementazione di soluzioni personalizzate 40 ore. 23 Modulo di specializzazione per lo sviluppo di ambienti d’apprendimento basati su VLE Finalità del modulo Essere in grado concepire, progettare e realizzare ambienti d’apprendimento basati su VLE, di monitorarne l’utilizzo e di supervisionare il lavoro di tutor e di docenti su quell’ambiente. Conoscenze e - le basi pedagogiche degli ambienti d’apprendimento basati su VLE; competenze da sviluppare - le strategie didattiche utilizzabili nell’on-line learning; - la progettazione di un ambiente d’apprendimento; - lo sviluppo di un ambiente d’apprendimento per l’e-learning:la knowledge base e le attività di collaborazione; - i tool a disposizione per l’implementazione di differenti strategie didattiche; - l’integrazione con i tecnologi e gli esperti disciplinari; - il meta-monitoraggio delle attività didattiche e le azioni di retroazione. Conoscenze e - basi di didattica; competenze in ingresso - basi tecnologiche e didattiche dell’e-learning; - utilizzo di un VLE in ambiente tutor o docente. Caratteristiche dell’azione - durata 120 ore così articolate: formativa - approfondimento delle basi teoriche di riferimento (aula, auto-apprendimento ed apprendimento collaborativo) 40 ore; - realizzazione di applicazioni in lavoro collaborativo supervisionato 80 ore. 4.2. Analisi dei costi di una azione di formazione formatori (tutor) Nella tabella 4 viene presentata l’analisi dei costi di una azione di formazione di tutor sul modello di un corso strutturato della durata di 700 ore suddivise in: - aula - ore 120 - autoapprendimento - ore 160 - apprendimento collaborativo – ore 160 - stage – ore 200 - visite didattiche – ore 40 4.3. Formazione dei formatori secondo un modello “aperto” I modelli di formazione dei formatori sopra riportati implicano l’attivazioni di azioni formative con un inizio ed un termine ed un numero ben definito di partecipanti. Si tratta di una situazione che ben difficilmente potrà verificarsi nel contesto della provincia di Bolzano, almeno nella fase di avvio delle azioni formative, a meno che non si decida di formare un gruppo di giovani non ancora inseriti nel mercato del lavoro nella prospettiva di occuparli in future azioni di supporto delle attività formative che saranno realizzate. Sulla base delle riflessioni compiute dagli stakeholders, si ipotizza, quindi, un dispositivo di formazione “aperto”, capace di rispondere alle diverse esigenze dei soggetti che opereranno fin dall’inizio nelle attività formative. 24 Il dispositivo ha le seguenti caratteristiche: - sviluppo di “risorse” informative (in forma di knowledge base, KB) sui contenuti delle attività delle diverse figure formatrici da rendere disponibili via internet. Le aree di competenza interessate sono: 1. la progettazione di un ambiente di apprendimento on-line; 2. la docenza on-line; 3. il tutoraggio on-line; 4. lo sviluppo di knowledge base; 5. la gestione di “learning communities” virtuali; 6. le tecnologie per la didattica on-line. - attivazione di una iniziativa di formazione di un primo gruppo di formatori (persone già inserite nelle Organizzazioni che gestiranno un progetto pilota) sotto forma di “assistenza tecnica” o “affiancamento” realizzata attraverso: 1. formazione d’aula; 2. studio individuale sui materiali presenti nella KB; 3. apprendimento collaborativo; 4. assistenza tecnica nell’implementazione del Progetto affidato; - sviluppo di un modulo informativo e di sensibilizzazione sull’uso delle tecnologie e delle risorse di Copernicus da destinare a tutti gli insegnanti composto di: 1. produzione di materiale informativo a stampa e digitale; 2. azione d’informazione dell’esistenza delle risorse on-line; 3. brevi workshop nelle scuole; 4. attivazione ed animazione di una “learning community” virtuale (per un anno scolastico); Per ulteriori dettagli che riguardano i costi si rimanda alla tabella 5. 5. il Centro Comune di Risorse - CCR Una prima ipotesi operativo del CCR è stata presentata nell'ambito del report di fase 3. Quella ipotesi viene qui precisata e sviluppata considerando il coinvolgimento delle tre Ripartizioni formative. I servizi da erogare sono quelli descritti nella prima colonna. Le attività sono state stimate per due anni; per ulteriori dettagli circa l’impegno di risorse umane si rimanda alla tabella 6. 25 Allegati 26