L`importanza della pianificazione a lungo termine per la

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L`importanza della pianificazione a lungo termine per la
L’INTERVENTO SULLA SPIAGGIA DEL POETTO A CAGLIARI E LE ESPERIENZE IN SPAGNA E NEL LAZIO
Da alcuni decenni i temi legati
alla salvaguardia ambientale vanno assumendo sempre crescente attenzione
presso l'opinione pubblica e la comunità scientifica e tecnica, in tutto il mondo; ciò è dovuto al fatto che l'ambiente
e la sua salvaguardia sono entrati stabilmente nella scala dei valori sociali
rilevanti. In particolare, in zone di elevata importanza turistica e/o valenza
naturalistica e ambientale, l'erosione
delle fasce costiere sabbiose e l'evoluzione della linea di battigia costituiscono spesso una vera emergenza.
Le soluzioni più avanzate della
moderna ingegneria costiera attribuiscono grande importanza al ruolo degli
arenili per la loro capacità di dissipazione dell'energia delle onde. L'obiettivo è quello di contrastare l'erosione e
di difendere dalle mareggiate la linea
di costa e gli abitati prossimi al mare,
ottenendo tra l'altro anche il miglioramento del paesaggio e dell'ambiente
della fascia costiera. La presente nota
esamina come si sono affrontati negli
ultimi anni i problemi di erosione dei
litorali, in Italia e in Spagna, in relazione al recente ripascimento della spiaggia del Poetto.
La difesa delle coste assume un
significato sempre più connesso con le
attività produttive che si esercitano sui
litorali. Il risultato è che aree costiere
un tempo deserte oggi sono in genere
intensamente utilizzate, spesso capillarmente urbanizzate e sensibili ad
arretramenti della linea di costa. Se i
fattori economici interagiscono sempre
più spesso con quelli ambientali, va rilevato che nel nostro paese le risorse
finanziarie destinate alla salvaguardia
ambientale appaiono ancora troppo
modeste in assoluto e in relazione alle
risorse assegnate alla tutela di altri fattori propri dello stato di diritto (giustizia, difesa ed ordine pubblico) e di quello della qualità della vita (scuola, pre-
videnza, sanità, trasporti e comunicazioni, acqua ed energia).
Fino agli anni Settanta le attrezzature di dragaggio erano concepite principalmente per scavi di manutenzione e
costruzione di nuovi porti. A partire dagli anni Ottanta e nel decennio successivo sono stati progettati mezzi per costruire terre nuove per utilizzo industriale, ma anche per l'urbanistica e in particolare per il ripascimento di spiagge e
la riattivazione o potenziamento del turismo balneare. La ricarica idraulica con
sabbia marina è da diversi anni un veloce, sicuro ed economico sistema per proteggere la terraferma dalle azioni del
mare e del vento.
In realtà detti fenomeni sono stati
presi in considerazione (anche
operativamente) da tempo in diversi
paesi, soprattutto a vocazione turistica
(Spagna, Francia, USA) o con notevoli
tradizioni tecniche in materia di idraulica e bonifiche (Paesi Bassi), in cui tra
l'altro si è sviluppata anche la tecnologia necessaria. In altri paesi (Principato
di Monaco, Hong Kong, Giappone) le
colmate a mare hanno costituito e costituiscono un sistema per realizzare
aree edificabili e importanti opere pubbliche, sottraendole al mare.
In Italia si segnalano alcuni significativi interventi di ripascimento di
spiagge per usi balneari o per la protezione della costa dall'erosione: per
esempio nel litorale laziale (Ostia), in
Campania, in Friuli (Grado), in Veneto
(Pellestrina e Cavallino), in Emilia
Romagna (Riccione). Detti interventi, a
parte quelli del Lazio, sono da considerare per lo più come isolati e a carattere sperimentale, ben diversi da quelli
massicci e sistematici attuati in paesi
come la Spagna.
Anche in Sardegna, con oltre 1.700
km di coste per lunghi tratti sabbiose,
in questi anni si è assistito a fenomeni
di erosione del litorale: basta pensare
pagina
5
L’AUTORE.
L’ingegner Paolo Steri
svolge l'attività di libero professionista
nel campo dell'ingegneria civile.
telefono e fax: 070.496650
e-mail: [email protected]
al Poetto e a Giorgino/Capoterra, a Cagliari; alle spiagge di Cala Gonone (su
cui si è attuato alcuni anni fa un intervento di ripascimento, seppur limitato);
alla spiaggia della Pelosa, a Stintino;
alla spiaggia del Riso, a Villasimius.
In Europa è senz'altro la Spagna
il paese che ha eseguito i più importanti interventi di ripascimento a usi balneari. Ciò è dovuto al fatto che sin dal
1982 si è attribuito al risanamento degli arenili un'importanza strategica di
rilevanza nazionale, soprattutto in termini economici, turistici ed ambientali. In attuazione di un organico e complesso "Piano delle coste", si sono realizzate numerose opere per il miglioramento, l’ampliamento e la rigenerazione delle spiagge e di riabilitazione
dei litorali. Così nel decennio 1983-92
sono stati versati oltre 51 milioni di mc
di sabbia marina per ripascimento di
spiagge, che hanno consentito la creazione di circa 7,7 milioni di mq di nuova spiaggia, utilizzati da 2 milioni di
nuovi utenti. Nel quinquennio 1993-97
si è avuto un brusco incremento degli
interventi: 58 milioni di mc di sabbia,
che hanno consentito la creazione di
8,7 milioni di mq di nuova spiaggia, per
97
L’importanza della pianificazione a lungo termine
per la salvaguardia dei litorali sabbiosi
INFORMAZIONE
AMBIENTE.
97
INFORMAZIONE
TABELLA 1 - Interventi di ripascimento in Spagna: costi, quantità, distanze.
ANNO
IMPORTO
LAVORI
DESCRIZIONE DELL’OPERA
(milioni di lire)
1987
1988
1988
1988
1989
1990
1990
1990
1990
1990-91
1990-91
1991
1992
1993
1993
1993
1993-94
1994
1994-95
1995
1996
1996
QUANTITÀ DISTANZA CAVA
DI SABBIA
SOTTOMARINA
(m3 x 1.000)
(miglia nautiche)
ripascimento della spiaggia di Denia/Alicante
ripascimento delle spiagge nella provincia di Almeria (Aguadulce, Adra,
Balerma, Guainos)
riporto e costruzione delle spiagge di Maresme e Marbella, Barcellona
costruzione delle spiagge di Poble Nou; Villa Olimpica 1992, Barcellona
(Nueva Icaria, Bogatell)
costruzione delle spiagge nella provincia di Almeria
(San Miguel, Villa Garcia, Las Conchas, El Zapillo)
ripascimento della spiaggia di Carihuela, Torremolinos, Malaga
ripascimento delle spiagge di Rincon de la Victoria e Cala del Moral, Malaga
ripascimento della spiaggia Arroyo de Granadilla, Benagalbón, Malaga
ripascimento della spiaggia Caleta de Vélez, Malaga
ripascimento delle spiagge di Marbella e San Pedro de Alcantara, Malaga
ripascimento, protezione della spiaggia e modifica del lungomare
di Villajoyosa, Alicante
2.629,20
580
4
1.885,00
3.665,20
305
500
2-3
6
978,2
120
7
1.461,70
4.234,80
5.156,40
3.121,20
2.688
9.414
225
897
500
145
355
1197
3,5
7
5
4
4
17
ripascimento della spiaggia di San Yuan y Muchavista, Alicante
ripascimento della spiaggia di Regla y Canteras, fase II, Chipiona, Cadice
ripascimento della spiaggia di L'Hospitalet de l'Infant, Tarragona
ripascimento delle spiagge di Calafell, El Vendrell e Roda de Bara, Tarragona
ripascimento del Maresme, tratto Premia del Mar, Barcellona
ripascimento del Maresme, tratto El Balis Arenys de Mar, Barcellona
ripascimento della spiaggia di Tossa del Mar, Gerona
ripascimento della spiaggia di Mataró, Barcellona
ripascimento della spiaggia di Postiguet, Alicante
ripascimento delle spiagge di Mojacar e Carboneras, Almeria
spiaggia Zapillo, Almeria
somma:
11.816,40
5.121,60
1.419,60
17.020,80
2.582,40
16.190,40
843,60
4.456,80
549,60
3.728,40
2.234,40
107.255,30
l'utilizzazione da parte di altri 2,2 milioni di nuovi utenti.
Questi numeri - riassunti nella tabella 1 - la dicono lunga sul perché negli anni '90 la Spagna sia risultata uno
dei principali paesi turistici del mondo,
con un'incidenza di circa 8% del mercato mondiale (contro il 6,2% dell'Italia). Più dell'80% di questi flussi si è
radicato nella fascia costiera. Non è da
trascurare poi che la Spagna, sebbene
sia entrata nell'Unione Europea ben più
tardi di noi, sia stata molto più brava
nello sfruttare in questo settore le ingenti
risorse comunitarie per la salvaguardia
delle coste.
Nel nostro paese il primo intervento di ripascimento di un certo impegno
si è attuato in Veneto: il Consorzio Venezia Nuova dal 1991 aveva eseguito
opere di difesa del litorale veneziano
su circa 60 km di costa, dal fiume Piave
al fiume Adige, con le opere più importanti a Pellestrina e Cavallino. A
Pellestrina la spiaggia scomparsa da
secoli è stata completamente ricostruita ed anzi ampliata; lavori analoghi
sono stati avviati nelle vicine Jesolo,
Sottomarina e Isola Verde. Nel 1997 è
stato completato l'intervento di
ripascimento di 11 km di spiaggia lungo il litorale del Cavallino, con l'apporto di oltre 2 milioni di tonnellate di sabbia, prelevata in mare a circa 20 km
dalla costa veneziana. La nuova spiaggia è stata protetta con 32 scogliere in
roccia trasversali alla costa (pennelli),
opportunamente orientati. Il ripascimento è stato eseguito in progressione
da sud verso nord e ha previsto prima la
costruzione, ogni 300 m, di tutti i pennelli in massi e pietrame, quindi il versamento della sabbia tra uno e l'altro.
Tornando alla realtà sarda, negli
ultimi tempi ha creato forte attenzione
(e anche aspre polemiche) l'intervento
di ripascimento della spiaggia del
Poetto a Cagliari, secondo un programma avviato da qualche anno dalla Provincia di Cagliari e tutt'ora in fase di
pagina
6
6.057,60
385
8
1192
562
228
2.700
610
3.761
100
850
100
1.100
150
16.562
10
4
3
8
2
4
5
2
14
7
30
ultimazione. Nella nostra regione può
ritenersi questo il primo intervento significativo di ripascimento di spiaggia,
a parte quello già citato di Cala Gonone
negli anni '90, che però era molto limitato e comunque eseguito con sabbia
prelevata da cave terrestri.
Già in occasione del concorso
nazionale (bandito dal Comune di Cagliari nel 1994-96) per la riqualificazione
del lungomare via Roma-Sant’Elia, chi
scrive aveva proposto di attuare un
ripascimento morbido nel lungomare di
San Bartolomeo-Sant'Elia, ora caratterizzato da una poco gradevole scogliera a protezione della retrostante area riportata e un tempo addirittura acquitrinosa, zona tutt'ora amorfa e sottoutilizzata. Il progetto prevedeva, al posto dell'attuale scogliera lineare, la
rimodellazione del litorale con sabbia
marina, dalla radice esterna del molo
di Levante fin quasi alla torre de “Su
Perdusemini”, mediante lo sversamento
di circa 500.000 mc di sabbia, che
INFORMAZIONE
Ambiente
97
avrebbe consentito di creare un suggestivo litorale a spiaggia di circa 2 km di
lunghezza per una profondità di 60-80
m (circa 140.000 mq di nuova spiaggia). Non risulta che tale proposta, fortemente qualificante per il litorale e
idonea a rompere la cesura del quartiere Sant'Elia rispetto alla città, abbia mai
avuto seria considerazione, seppur inserita in un piano approvato e premiato
dall'Amministrazione.
L'attuale intervento al Poetto ha
sversato circa 370.000 mc, tra la prima
fermata e lo stabilimento dell'Aeronautica, e deve considerarsi come ripascimento pilota ed a carattere sperimentale, in quanto il piano generale della
Provincia per il risanamento di tutta la
spiaggia prevede complessivamente la
posa 2,1 mil. di mc di sabbia.
Il problema dell'erosione della
spiaggia del Poetto non può dirsi recente, ma la considerazione da parte della
collettività sembra abbia assunto un brusco impulso dopo la demolizione dei
casotti in legno. Infatti diversi hanno
imputato a tale intervento una delle
cause della crescente erosione, reputando che essi costituissero una efficace
barriera al trasporto della sabbia per effetto del vento.
Ma altre opinioni l'attribuiscono
all'intensa attività di prelievo di sabbia
marina (per edilizia, stimati ca. 2 milioni di tonnellate sabbia) da parte di
una draga, che operò nel golfo per circa 30 anni e che molti di noi ancora
ricordano. Altri lamentano la diminuzione di apporti solidi dai corsi d'acqua a
monte e dalle lagune limitrofe
(Molentargius e Santa Gilla), conseguenti alle modifiche del territorio a monte,
in particolare con sbarramenti a uso
idrico e idroelettrico e opere per la difesa degli abitati da inondazioni. E c’è
infine chi imputa il fenomeno addirittura alla costruzione del porto canale o
genericamente a imprecisate e poco
accorte opere antropiche.
In effetti a tutt'oggi non pare si sia
ancora definito un quadro abbastanza
preciso dell'evolversi del fenomeno e
della sua dinamica, pur tenendo conto
dell'aleatorietà delle problematiche in
campo marittimo. Non è difficile pensare che tutte le attività testè descritte
possano aver influenzato in qualche
modo il fenomeno erosivo, ma è molto
IL PRIMO TRATTO DELLA SPIAGGIA DEL POETTO, A CAGLIARI, DOPO IL RIPASCIMENTO
più arduo definire con esattezza la loro
incidenza nel fenomeno considerato
nella sua globalità e definire quindi gli
interventi più mirati a risolvere i problemi e le priorità.
In realtà si deve considerare che
l'erosione del litorale è l'effetto di complesse dinamiche costiere e continentali, essendo la natura un'entità non
statica ed immutabile, ma in evoluzione verso una continua ricerca di nuovi
equilibri morfologici dinamici tra terre
emerse e mare, per lo più ancora poco
pagina
7
conosciuti, almeno in termini globali.
A tal fine appare ancor più indispensabile un minuzioso monitoraggio post
operam dei litorali del golfo, per trarne
le utili indicazioni e, se necessario, porre
correttivi e calibrare le strategie, in vista dei successivi interventi, ben più
massicci ed importanti su tutto il sistema ambientale.
Il ripascimento attuato al Poetto è
di tipo morbido, ossia con apporto di
sola sabbia, quindi senza opere integrative, quali scogli soffolti (cioè a breve
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ga. Sono iniziate quindi le operazioni
di dragaggio con successive passate
sull'area di prelievo per aspirare la miscela di sabbia ed acqua da immettere
nei pozzi di carico (la sabbia è il 3040% della miscela aspirata). Per ottenere i 370.000 mc di sabbia necessaria
si è dovuto prelevare dal sito di
dragaggio (di circa 1 km quadrato:
2.000x500 m), uno spessore di sabbia
pari a circa 0,40 m; in questo modo
(spessore limitato per ampia superficie)
si è ridotto notevolmente il rischio di
alterazioni dell'ambiente marino. Da
notare che la zona era al di fuori della
prateria di poseidonia oceanica.
In base alla tecnologia utilizzata
ed alle condizioni ambientali, la draga
compiva un ciclo completo (caricamento, spostamenti, rifluimento) in cir-
Figura 1. Costi dei ripascimenti con sabbia marina
25.000
prezzo, in lire/m3
INFORMAZIONE
distanza, 150-200 metri dal litorale) o
scogliere emerse a ridosso del litorale.
È ormai convinzione pressoché generalizzata che - dal punto di vista della
difesa delle coste - le strutture di difesa
morbida costituiscono una delle soluzioni più idonee sia per l'efficacia (dissipazione diffusa dell'energia), sia sotto
l'aspetto funzionale (contenuta compromissione dei litorali sottoflutto), sia sotto l'aspetto ambientale (ricostituzione
dell’habitat preesistente). Dal punto di
vista operativo, si è scelto di utilizzare
la draga “Antigoon”, cioè una draga
auto-propulsa aspirante-refluente, con
sistema di prelievo a sorbona, con capacità di carico effettiva di circa 7.000
mc. (capacità dei pozzi di carico di
8.000-9.000 mc). La sabbia (370.000
mc) è stata prelevata da una cava sot-
20.000
15.000
10.000
5.000
0
0
10
20
30
40
distanza dalla cava sottomarina, in miglia
tomarina a circa 5 miglia di distanza
dalla costa, ad una profondità di 45
metri.
Da notare che all'inizio degli anni
'90 il limite fisico di aspirazione per le
draghe era di circa -50 m sotto il livello
del mare, ma oggi sono già disponibili
draghe (jumbo hopper) in grado di aspirare sabbia a -100 m; questo notevole
sviluppo aumenta notevolmente la disponibilità di sabbia marina e diminuisce il costo specifico del materiale
rifluito.
Prima dell'intervento della draga
si è provveduto ad installare sulla costa
da ripascere una serie di condotte in
acciaio, necessarie per lo spandimento
del materiale, con un tratto di tubazione a mare per il collegamento alla dra-
ca 5-6 ore, riuscendo ad operare 4-5 cicli al giorno (28-35.000 mc/giorno).
Collegata la tubazione al pontone terminale di appoggio, si è proceduto, tramite la condotta a mare, al versamento
sulla spiaggia della sabbia presente nelle stive. Una volta a terra, le pale meccaniche hanno provveduto a realizzare
la sagoma di progetto. La seconda fase
termina, quindi, con il ritorno al sito di
prelievo ottenendo così che, per un ciclo completo di prelievo e versamento
di 7.000 mc di sabbia, occorrono 5-6
ore circa (1170-1450 mc/h). Per l'esecuzione dell'intero lavoro di dragaggio
e versamento di 370.000 mc sono occorsi 14 giorni lavorativi (a parte qualche giorno di fermo tecnico, per problemi alle pompe), effettuando nelle 24
pagina
8
ore giornaliere 4-5 cicli di lavorazioni
con adeguate turnazioni del personale.
Complessivamente, inserendo anche un tempo per la mobilitazione della draga (10 giorni) e gli imprevisti (14
giorni), si può definire in 30 giorni lavorativi (4 settimane), dall'inizio dei lavori veri e propri di ripascimento, il tempo di esecuzione degli stessi. Tale termine è stato quello strettamente necessario per l'esecuzione effettiva dei lavori sotto il profilo tecnico. I lavori comunque hanno potuto avere inizio solo
al momento in cui tutte le autorità competenti avevano espresso il loro parere
circa l'intervento in questione. Contemporaneamente al lavoro da mare, il
materiale è stato verificato ed accettato dalla direzione lavori, prima del versamento, tramite la produzione di documentazione ed analisi fisico-chimiche sulla natura del materiale stesso.
Dalla tabella 2 è facile rendersi
conto che interventi dell'ordine di
225.000-355.000 mc richiedono dalle 2
alle 6 settimane operative; ciò appare
non discostarsi da quanto avvenuto al
Poetto. In proposito da più parti è stata
rilevata una discrepanza dei tempi di
posa della sabbia, rispetto al capitolato, da 25 giorni a 6 mesi: ciò può trovare ragionevole giustificazione nel fatto
che originariamente non era esclusa la
possibilità che la sabbia potesse provenire da cave terrestri; solo in questa
eventualità si può ritenere che i lavori
dovessero durare circa 6 mesi (circa
40.000 viaggi di camion su strada).
In questa ipotesi, con mezzi della
capacità unitaria di carico di ca. mc 9
di materiale, sarebbero occorsi 220 viaggi al giorno per 180 giorni, cioè 16 viaggi all'ora in 14 ore giornaliere (un camion ogni 4 minuti). C'è da chiedersi
quale impatto avrebbe potuto creare sul
sistema infrastrutturale e cittadino una
simile modalità di ripascimento, soprattutto durante la stagione estiva.
D'altra parte dalla tabella 2 si rileva anche che la durata massima dei
ripascimenti esaminati è stata di 16 settimane, ma per sversare ben 3,76 mil.
di mc di sabbia. I tempi ridotti sono
dovuti all'elevata produttività delle
moderne draghe per ripascimento e all'elevato costo del noleggio (per
l'Antigoon circa 120.000 euro/giorno).
Sempre la tabella 2 mostra i costi
TABELLA 2 - Interventi di ripascimento in Spagna: tempi, velocità costo unitario.
contratto
2.659,2
1.885,0
3.665,2
978,2
1.461,7
4.234,8
5.156,4
3.121,2
2.688,0
9.414,0
6.057,6
11.816,4
5.121,6
1.419,6
17.020,8
2.582,4
16.190,4
843,6
4.456,8
549,6
3.728,4
2.234,4
attrezzatura
di dragaggio
capacità
draga ( m3 )
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Volvox Delta
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Volvox Delta
Volvox Delta
Volvox Delta
Volvox Scaldia
Volvox Scaldia
Alpha B
Volvox Iberia
Alpha B
Volvox Iberia
Volvox Iberia
Volvox Scaldia
Alpha B
Costa Blanca
Costa Blanca
Costa Blanca
Volvox Iberia
Volvox Iberia
2.500
2.500
2.500
2.500
2.500
8.100
2.500
2.500
2.500
8.100
8.100
8.100
2.500
2.500
4.500
6.000
4.500
6.000
6.000
2.500
4.500
1.450
1.450
1.450
6.000
6.000
unitari di ripascimento (con riferimento
agli interventi indicati nella precedente tabella 1). È evidente come incidano
i tre principali fattori di costo di un
ripascimento morbido: la distanza della cava sottomarina, la capacità di trasporto della draga, la velocità di costruzione in m3/settimana. In particolare,
riguardo la distanza della cava sottomarina, si può riportare in diagramma
la distribuzione statistica (figura 1) ed
è facile vedere che, per distanze inferiori a 10 miglia, il costo unitario della
sabbia generalmente non supera le
10.000 lire/mc. Analogamente, per capacità di carico della draga inferiori a
8.000 mc, il costo unitario rimane contenuto in 10.000 lire/mc; e per velocità
di costruzione inferiori a 100.000 mc/
settimana, il costo unitario non supera
ancora le 10.000 lire/mc.
Tali dati sono da intendere orientativi e di larga massima, risultando ogni
caso da studiare nella propria specificità, con un'attenta considerazione e
ponderazione di tutti fattori locali; infatti sul costo possono incidere in ma-
quantità
(
settimane
operative
distanza cava
sottomarina
580
305
500
120
225
897
500
145
355
1.197
385
1.192
562
228
12
4
16
4
8
11
7
2
6
10
2
8
12
4
4
2-3
6
7
3,5
7
5
4
4
17
8
10
4
3
48.333
76.250
31.250
30.000
28.125
81.545
71.429
72.500
59.167
119.700
192.500
149.000
46.833
57.000
2.700
12
8
225.000
610
2
2
305.000
3.761
100
850
100
1.100
150
16
3
14
3
11
4
4
5
2
14
7
30
235.063
33.333
60.714
33.333
100.000
37.500
m3 x
1000 )
niera importante altri fattori, quali la
facilità del dragaggio di sabbia (per presenza di pelite superficiale in cava), la
distanza di refluimento dalla spiaggia
(da 300 a 5.000 m), i criteri di deposito
della sabbia (m3/m di sezione di spiaggia), il metodo di misurazione (a bordo
della draga o misurato sulla sezione di
spiaggia), etc.
La maggiore (e forse unica) controindicazione dell'operazione ripascimento è rappresentata dall'elevato costo delle opere e della loro manutenzione, che deriva da un aspetto quantitativo (grandi quantità di materiale) e
da un costo specifico elevato del materiale di base (sabbia). Il maggiore problema dei lavori di ripascimento è, quindi, legato all'approvvigionamento della sabbia da versare. Il problema va
quindi affrontato con specifici e approfonditi studi per la valutazione delle
condizioni di intervento ottimali ed economicamente compatibili. La scelta che
si pone sulla qualità delle sabbie è poi
legata alla possibilità di intervenire su
tratti più o meno ampi in relazione alle
pagina
9
velocità
(
m3/settimana
costo
)
( lire / m3 )
4.566
6.180
7.330
8.152
6.496
4.721
10.313
21.526
7.572
7.865
15.734
9.913
9.113
6.226
6.304
6.304
4.233
4.233
4.305
4.305
4.305
8.436
5.243
5.496
3.389
14.896
disponibilità finanziarie, sapendo peraltro che interventi su tratti molto limitati
hanno un efficacia molto inferiore.
Le azioni per ridurre gli aspetti
quantitativi in termini globali, possono
essere così inquadrate:
a) verifica qualitativa e quantitativa del
litorale in erosione con individuazione di eventuali cause localizzate in
qualche misura rimovibili sulla base
di valutazioni costi-benefici;
b) analisi dell'insieme del litorale di cui
si è appurato un fenomeno di
arretramento dovuto a cause strutturali e non rimovibili nel medio termine, al fine di selezionare i tratti di
costa da difendere ed i tratti di costa
da lasciare erodere, secondo una classificazione articolata su diversi livelli e gradi di difesa; i criteri di scelta
possono essere legati alla salvaguardia di infrastrutture strategiche od elevato valore sociale (difesa a tutti i
costi), alla salvaguardia di attività
turistico-ricreative esistenti (difesa con
partecipazione del privato) o alla salvaguardia di presenze minori o atti-
97
( milioni lire )
INFORMAZIONE
Ambiente
97
INFORMAZIONE
TABELLA 3 - Fabbisogno di ripascimento sul litorale laziale.
arco di litorale
( escluse isole )
estensione
( km )
tratti
in arretramento
( km )
Argentario-Capo Linaro
Capo Linaro - Palo
Palo - Fiumicino
Fiumicino - Capo D'anzio
Capo D'anzio - Circeo
Circeo - Gaeta
Gaeta - Garigliano
totali
56,9
25,4
24
53,2
53,4
49,6
23
285,5
14
6,4
14,8
20,6
38,1
27,9
3,7
125,5
vità turistico-ricreative programmate
(difesa con prevalente contributo privato); in proposito è utile rilevare la
forte valenza turistico-alberghiera attribuita dal recente P.U.C. di Cagliari
alla fascia costiera del Poetto;
c) scelta, in relazione al grado ed al
pregio della costa da difendere, della
granulometria (dimensione media dei
granuli) e composizione mineralogica del materiale di ripascimento; per
es., dalla letteratura e dagli studi specifici effettuati sulla costa laziale
(Delft Hydraulics, Haecon) risulta che
il fattore di trasporto tra una sabbia
ghiaiosa (D50=1 mm) ed una sabbia
medio-fine (D50=250µm) può raggiungere valori pari a 5 (Bijker). Per
esempio, a Ostia tutti gli studi effettuati hanno dimostrato l'impossibilità
di utilizzare le sabbie marine immediatamente antistanti il litorale: si
sono dovute individuare altre cave
marine distanti diverse miglia dal sito
di sversamento.
Con l'applicazione sistematica di
tali azioni, è possibile raggiungere notevoli riduzioni delle quantità di materiale per il ripascimento.
Per quanto riguarda il bilancio
ambientale ed economico, c'è da osservare che il prelievo di sabbia da cave
terrestri per sversarlo sulle spiagge, oltre a rappresentare una diseconomia in
termini commerciali, è una grave
diseconomia in termini eco-ambientali. Infatti il materiale sabbioso delle
spiagge è un materiale di transito che
viene costantemente sottratto alla terraferma ed avviato dalle correnti (e ovviamente dalla forza di gravità) verso
gli abissi marini. Le correnti
longitudinali spostano lungo i litorali il
Deficit unitario
( mc/anno/ml )
minimo
massimo
4,5
4,5
4
4
5
5
5
6
6
8
15
10
7,5
7,5
materiale sabbioso ma non lo sottraggono ad essi; le correnti trasversali (alla
linea di costa) invece lo sottraggono in
maniera definitiva.
Nel momento in cui ci si deve
porre il problema di contrastare il fenomeno dell'erosione delle coste, il punto più naturale ed ecologico di
captazione del materiale sabbioso è situato all'inizio del suo tragitto verso gli
abissi, ovvero ai limiti della zona attiva di trasporto longitudinale (usualmente oltre la batimetrica -10 mt). Le cave
a mare sono il luogo più naturale di prelievo, perché il materiale che si preleva è quello che preesisteva sulle spiagge e perché ad esse tornerà di nuovo.
Se la coltivazione delle cave è calibrata
con il loro ricostituirsi, si tratterebbe di
un ciclo il cui unico fattore significativo di decadimento ecologico è costituito dall'energia necessaria per il trasporto del materiale. In questo caso oltre al
rispetto di un naturale ciclo
sedimentologico si aggiunge un notevole risparmio in termini di costo del
materiale di ripascimento (valutabile
nell'ordine di 10-15.000 lire/mc, contro
le 30.000 lire/mc della sabbia di cava)
nonché un ridottissimo impatto
costruttivo (eliminazione trasporto da
terra, solo trasporto via mare). Vi è poi
da rilevare la limitatezza dei tempi di
esecuzione dei lavori.
Il problema fondamentale è costituito dalla reperibilità di stratificazioni
consistenti di materiale sabbioso con
granulometria tollerabile ed a profondità sicuramente non interessate da fenomeni di trasporto da parte del moto
ondoso (oltre -15 mt sotto il livello medio marino). Nel passato per il Poetto non
sono stati effettuati studi sistematici, con
pagina
10
Fabbisogno
( mc/anno/ml )
minimo
63.000
28.800
59.200
82.400
266.700
139.500
18.500
658.100
massimo
84.000
38.400
118.400
309.000
381.000
209.250
27.750
1.167.800
un dettaglio operativo, dei sedimenti
sottocosta prelevabili ai fini del
ripascimento. Un significativo quadro
d'insieme potrebbe essere definito con
una carta della distribuzione dei sedimenti e delle praterie di poseidonia oceanica,
come si è fatto in Lazio; carta che ha
indicato significativi giacimenti sabbiosi oltre la batimetrica -15, principalmente a Sud di Nettuno, a sud di Foce Verde
e ad Ovest del Circeo. Sono da rilevare
anche situazioni particolarmente favorevoli quali quelle costituite dagli accumuli di sabbia (fleshes) che avvolgono
le testate sopraflutto dei moli portuali;
in queste zone si accumulano notevoli
quantitativi di ottimo materiale che evidentemente viene sottratto ai litorali
sottoflutto, più o meno lontani.
In questa ottica la Regione Lazio
è intervenuta sui litorali di Terracina ed
Anzio, tramite l'utilizzo di materiale
proveniente dall'escavo del canale di
accesso del porto ci si sta adoperando
(con analisi chimico-microbiologiche
dei sedimenti, avvio procedura richiesta per versamento a terra del materiale dragato, ecc.) per la verifica della
fattibilità del dragaggio annuale, e successivo ripascimento del materiale sabbioso, che periodicamente ostruisce
l'imboccatura dei porti; è da rilevare ,
nel caso di Anzio, che i quantitativi di
accumulo risultano stimati con valori
compresi tra 30.000 e 50.000 mc/anno,
equivalenti a ca. 1-1,5 miliardi di lire/
anno di ripascimento artificiale effettuato con materiale da cava terrestre.
Con uno studio affidato all'Università di Roma si è avviata, in modo sistematico, la ricerca di cave marine adatte al prelievo di materiale sabbioso utilizzabile per ripascimenti. Si sono così
TABELLA 4 - Interventi di ripascimento artificiale protetto effettuati in Lazio dal 1985.
arco di litorale
stralcio
volumi di
ripascimento ( mc )
Tarquinia
Tarquinia
Tarquinia
1°-2°
3°A
3°B
49.200
59.000
21.600
Focene-Fiumicino
Focene-Fiumicino
Ostia Ponente
1°
2°
1° e 2°A
Ostia Ponente
2°B e 4°
importo
( mld )
inizio
lavori
fine
lavori
note
2,00
2,90
1,70
1990
1996
1999
1995
in corso
in corso
pennelli e ripascimenti
pennelli e ripascimenti
pennelli e ripascimenti
135.000
184.000
10,03
5,00
9,50
1995
1999
1997
in corso
in corso
in corso
96.400
4,00
1999
in corso
120.000
1,50
1998
in corso
92.000
75.000
2,80
5,80
2,03
1998
1998
1986
in corso
in corso
1992
pennelli e barriera soffolta
ripascimento
pennelli soffolti
e ripascimento
pennelli soffolti e
ripascimento
ripascimento
con sabbia dragata
scogliere
barriera e ripascimento
barriera e ripascimento
113.000
3,00
1986
1992
25.000
150.000
1,00
4,90
1998
1990
in corso
1994
150.000
5,10
1990
1995
20.000
110.000
1,20
3,50
1998
1996
in corso
in corso
150.000
85.000
1.635.200
6,20
2,90
75,00
1986
1986
1991
1991
Capo Linaro - Palo
Palo - Fiumicino
Fiumicino Capo D'anzio
Anzio
Capo D'anzio Circeo
Circeo - Gaeta
Gaeta - Garigliano
Anzio
2°A
Nettuno
1° e 2°
Foce Verde
1°
Rio Martino
Rio Martino2°
Sabaudia
Foce Verde
Circeo-C.Sisto1° e 2°
PortatoreTerracina
Circeo-C.Sisto- 3°A,3°V,3°C
PortatoreTerracina
Terracina
1°
Torre Truglia1°
Sperlonga
Formia-Vindicio
Minturno-Scauri
totali
individuati due siti (a largo di Capo
d'Anzio ed a Montalto di Castro) nei
quali sono state avviate indagini più
specifiche. Le indicazioni scaturite dalla ricerca hanno consentito una prima
individuazione, tramite rilievi sismografici, dei siti di prelievo; tali siti sono
stati individuati anche considerando i
limiti operativi tecnologici attuali (profondità di estrazione, capacità di trasporto, ecc.). Il sito di Anzio è stato
oggetto, inoltre, di vibrocarotaggi per
la taratura del rilievo sismico. Le indagini hanno accertato la presenza di sabbia sotto uno spessore di circa un metro
di pelite, per cui si è potuto verificare
le ipotesi di presenza di sabbia nei siti
precedentemente indicati per la zona
di Anzio. Tale zona è posta a una profondità media di 50 m sotto il livello
medio marino e a una distanza di 45
km dal sito di versamento, ovvero il litorale di levante del Lido di Ostia.
Il progetto per il ripascimento dei
litorali di Ostia prevedeva l'utilizzazione di sabbia dragata (circa 600.000 mc.)
a largo di capo d'Anzio ad una profondità di -50 metri. Il ripascimento unitario previsto in sede di progetto generale
sull'intero arco di litorale di circa 3,5
km risultava quindi essere di 160.000
mc/km, con avanzamenti stimati medi
della battigia compresi tra 20 e 60 m,
con la linea finale di costa che risultava mediamente avanzata di circa 40
metri. Inizialmente solo la necessità di
assicurare immediatamente il rifornimento di materiale adeguato per il
ripascimento ha imposto l'utilizzazione di sabbia proveniente da cave a terra, in particolare per ciò che riguarda i
lavori di Ostia ponente, per l'estrema
urgenza di intervenire su di un fronte di
circa 1,2 km sottoposto ad un attacco
episodico ma particolarmente intenso da
parte del mare.
pagina
11
ripascimento
Le iniziative del Lazio danno attuazione a quanto previsto dalla L.R. n.
53 del 1998 (legge regionale per la difesa del suolo, ex L. 183/89), che prevede di organizzare anche il controllo
delle dinamiche costiere ed in particolare le attività per l'individuazione delle cave marine e la loro tutela mediante l'istituzione di uno specifico Osservatorio del litorale.
Il riferimento alla Regione Lazio
non è casuale: infatti in Italia i più importanti ed organici interventi di
ripascimento del litorale sono stati
senz'altro quelli attuati a partire dal
1985 circa da quella amministrazione,
che ha affrontato gli interventi di
ripascimento assumendosene l'intero
onere, senza un coinvolgimento finanziario dei comuni interessati e dei privati. Dal 1985 si è dato luogo, in termini di importi, a più di 1/3 dei lavori progettati (100 mld di lire su 255 mld). Di
97
Argentario Capo Linaro
località
INFORMAZIONE
Ambiente
97
INFORMAZIONE
questi, i 4/5 (pari a circa £ 85 mld) sono
stati realizzati o avviati dopo il 1995.
Nel Lazio la Regione ha rilevato
che il fronte di spiagge in arretramento
è di circa 125 km sui 340 km totali, e
su 62 km (il 50% delle coste in
arretramento, rispetto ai 125 km progettati) è già intervenuta l’amministrazione. Dei circa 100 miliardi di lavori intrapresi per la difesa delle coste dal
1985, oltre i 3/4 sono stati avviati dopo
il 1995 (interventi di Tarquinia, Focene,
Ostia, Anzio, Nettuno, Foceverde,
Terracina, Fondi e Sperlonga). Il
fabbisogno iniziale di sabbia è stato stimato secondo la tabella 3. Sulla base
di tali stime si è proceduto nel decennio 1985/1995 agli interventi di
ripascimento, secondo la tabella 4.
Tuttavia i costi per affrontare il
problema nella forma con la quale fino
ad ora si è proceduto - ovvero a tutto
campo ed a totale carico della Regione - sono ritenuti di fatto insostenibili:
oltre 400 mld di interventi ed oneri
manutentivi, a regime, dell'ordine di
20 mld/anno. Il quantitativo di sabbia
posata in opera sui litorali laziali fino
al 1999 è stato di circa 1,6 milioni di
mc; tale quantitativo arriva a quasi 3
milioni di mc, comprendendo anche i
lavori eseguiti o in esecuzione relativi
al triennio 1999-2001. Ma con il piano
generale, avviato nel 1985 (interventi
progettati per 255 miliardi di lire), i volumi di ripascimento previsti superano
i cinque milioni di mc e l'incidenza
unitaria media di ripascimento è di circa 82 mc/ml. Mediamente, a tale incidenza corrisponde, su spiagge con
pendenza all'1%, un avanzamento
compreso tra 8 e 16 metri.
Il costo di intervento unitario medio è dell'ordine di 4 mld/km, risultando più basso per gli interventi di semplice ripascimento o con difese costituite da pennelli in sacchi (3-3,5 Mld/km)
e più alto con gli interventi a barriera
soffolta (5-6,5 mld/km).
Per quanto riguarda le stime degli
oneri di manutenzione, le valutazioni
sono estremamente variabili e fluttuano
tra i 0,6 e 0,15 mld/km/anno. I valori più
alti sono in effetti attribuibili ad interventi di ripascimento eseguiti in condizioni di pendenza artificialmente accentuata (2%) per il tipo di sabbia esistente
(D50=300µm ); per le situazioni più or-
LA “ROTONDA” DELLO STABILIMENTO IL LIDO, AL POETTO, QUALCHE ANNO FA....
dinarie, sono senz'altro più indicativi i
valori intorno a 0,2 mld/km/anno.
A puro titolo di confronto, si consideri che il recente intervento sul Poetto
ha comportato la posa di ca. 370.000
mc di sabbia, mentre il programma generale della Provincia prevede lo
sversamento di circa mc 2,1 mil. di sabbia in tutto. Con riferimento al lotto in
fase di conclusione, deve rilevarsi che
è stato paventato che, dopo la posa dei
primi 370.000 mc al Poetto, una parte
di questa sabbia verrebbe riassorbita dal
mare in tempi brevi, con un arretramento della battigia rispetto alle condizioni della sabbia appena posata.
Questo fatto non è da considerare come
un fenomeno eccezionale o anomalo,
né tanto meno dovuto a mancata previsione o cattiva esecuzione dell'opera,
ma del tutto normale e fisiologico: a
tutt'oggi, in tutti i ripascimenti effettuati
al mondo, risulta che dopo un certo periodo parte della sabbia versata in mare
venga di nuovo inghiottita dal mare.
I fenomeni di perdita dei sedimenti
sono legati essenzialmente a due fattori:
a) la naturale tendenza evolutiva del
litorale contraddistinta da una
ridistribuzione dei sedimenti di
ripascimento lungo la fascia costiera
per effetto delle componenti longitudinali del moto ondoso (flusso longitu-
pagina
12
dinale) e per la deriva dei sedimenti
all'esterno della fascia attiva (flusso
trasversale);
b) la sabbia comunque estratta da cave
viene prelevata da una condizione
sedimentaria stabile spesso da tempi
geologici e posta in una fascia particolarmente attiva sottoposta a continue azioni idrodinamiche del moto
ondoso; tale circostanza comporta
una naturale azione di riselezione
granulometrica (e talvolta mineralogica) del materiale di apporto, consentendo l'effettiva sedimentazione di
una parte sola dello stesso materiale.
È da evidenziare l'impossibilità di
porre in opera i volumi di ripascimento
secondo il “profilo di equilibrio” che
contraddistingue la fascia costiera. La
sagoma di versamento della sabbia di
ripascimento è destinata ad essere modellata dall'azione diretta del moto
ondoso e delle correnti; nel breve e
medio termine si ha una drastica migrazione dei sedimenti in senso trasversale, essenzialmente verso il largo, con
la tendenza a sagomare un profilo trasversale di equilibrio sino alla “profondità di chiusura” della fascia costiera.
Solitamente è necessario aspettare almeno un ciclo climatico annuale
affinché, ad opera del moto ondoso e
delle correnti, i volumi delle sabbie di
ripascimento conformino il profilo di
equilibrio. Questo significa che, se si
vuole che il litorale del Poetto conservi
la linea definita dopo il primo
sversamento di sabbia, si deve mettere
in conto la possibilità di provvedere a
uno o più correttivi successivi e periodici (a cadenza di 1-3 anni circa), con
ulteriore sversamento di sabbia, ma comunque con quantitativi notevolmente
inferiori a quelli iniziali (dell'ordine di
7.000-10.000 mc/anno).
In questo modo ha senso parlare
di successive manutenzioni periodiche
(ripascimenti manutentivi, che costano
anch'essi): interventi talvolta chiamati
di pediatria balneare. In alcuni casi, per
limitare questo fenomeno si sono adottati altri interventi integrativi, quali l'aggiunta di barriere soffolte (ossia con sommità a - 0,50-2 m al di sotto del livello
medio marino, a breve distanza dal litorale); dette soluzioni appaiono del
tutto inadatte per il Poetto, sia in termini di impatto ambientale (radicale trasformazione della struttura della spiaggia e alterazione dell'equilibrio
morfologico dell'arenile), sia in termini
economici, visto che tale tipologia comporta comunque più elevati costi iniziali
(dell'ordine di 20-25 mld di lire a km) e
di manutenzione (dell'ordine di 200-500
milioni di lire a km e all'anno, a secon-
da delle circostanze).
A titolo di confronto, si pensi che
per il litorale di Ostia ponente, a fronte
dello sversamento di oltre mc 400.000
di sabbia, si è ben consapevoli della
necessità di aggiungerne altri 10.000 mc
all'anno, quelli che si prevede possano
essere reinghiottiti dal mare. Da questo
punto di vista, un approfondito studio per
individuare cave di prestito idonee consentirà al soggetto preposto alla manutenzione (eventualmente gli stessi operatori balneari) di intervenire in futuro con
l'apporto graduale di sabbia prelevata da
cave marine, assicurando la massima
compatibilità possibile in termini
granulometrici, mineralogici ed anche
cromatici con la situazione preesistente
ai fenomeni erosivi.
Il ruolo delle Amministrazioni centrali nell'ambito dei ripascimenti protetti si è limitato ad un contribuito in
termini finanziari per alcuni degli interventi sul litorale a sud del Circeo. In
precedenza, l'Ufficio del Genio Civile
per le Opere Marittime del Ministero
dei Lavori pubblici aveva eseguito diversi interventi a difesa della costa,
peraltro realizzati prevalentemente con
scogliere emerse a ridosso dei manufatti da proteggere o a qualche distanza
dalla battigia.
Nell'ambito dei ripascimenti arti-
pagina
13
97
.... E DOPO L’INTERVENTO DI RIPASCIMENTO TRA MARZO E APRILE 2002
ficiali protetti sono tuttavia da segnalare un intervento dell'estensione di circa
3 km, realizzato sul litorale di Ostia (tra
il Pontile della Vittoria ed il Canale dei
Pescatori) dall'Ufficio del Genio Civile
(1991) su progetto elaborato dalla Delft
Hydraulics, costituito da una barriera di
scogli soffolta posta a circa 200 mt dalla
riva e da ripascimento in sabbia a tergo
della stessa e l'intervento ad Ostia Ponente costituito da una barriera di scogli
soffolta posta a circa 50 mt dalla riva a
tergo della quale la Regione ha organizzato un progetto di ripascimento. Gli interventi di difesa curati dal Genio Civile
Opere Marittime per altro sono stati eseguiti nell'ambito della legge 542/1907 e
quindi sempre orientati alla sola difesa
del centro abitato (di Ostia), senza una
finalizzazione specifica per quel che riguarda la ricostituzione delle spiagge che
hanno continuato a subire il fenomeno
erosivo.
È utile ricordare quali sono le diverse competenze in materia di spiagge. La prima legge italiana in materia
di difesa delle spiagge è la n. 542 del
14 luglio 1907. I principi fondamentali
sono condensati nell'art. 14:
a. per opere di difesa delle spiagge si
intendono pennelli di imbonimento,
dighe di protezione “ed ogni altra
opera che abbia lo scopo di arrestare
il processo di corrosione”;
b. alla esecuzione di tale opere si provvede soltanto su domanda del Comune interessato ed a cura dello Stato,
quando “si tratti di difendere gli abitati dalle corrosioni prodotte dal mare”;
c. la spesa è per 3/4 a carico dello Stato ed 1/4 a carico del Comune interessato, il quale può a sua volta
cointeressare, per non oltre 1/3 della
propria quota (1/12 del totale), i privati “direttamente beneficiati dalle
opere eseguite”;
d. la manutenzione delle opere “è obbligatoria e posta ad esclusivo carico
del Comune”.
Il dettaglio procedurale e la ricchezza di contenuti della legge 542/
1907 costituiscono un punto di riferimento giuridico ancora valido e vigente,
anche se al tempo non potevano
ipotizzarsi le moderne tecnologie di
ripascimento morbido. In relazione al
punto a), si rileva che secondo quanto
deliberato dal Consiglio Superiore dei
INFORMAZIONE
Ambiente
97
INFORMAZIONE
Lavori pubblici, circa la definizione di
opere di difesa: “...le spiagge possono
dissipare efficacemente l'energia dell'onda e pertanto sono classificate fra
le strutture di difesa della costa”.
La legge 542/1907 è, quindi, perfettamente applicabile per la realizzazione di ripascimenti a difesa di “abitati”, intesi come insieme di infrastrutture pubbliche e private regolarmente
insediate. Nel Lazio il riordino e la
razionalizzazione della materia sono
stati impostati con la legge regionale
11/12/1998 n. 53, “Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della l. 183/89”, che, tra l'altro, sancisce il principio di cointeressare
finanziariamente le amministrazioni
comunali ed i privati che vengono
beneficiati dagli interventi, coinvolgendo quindi la comunità locale sia in fase
preventiva (realizzazione di infrastrutture su zone a rischio) sia in fase di intervento risanatore (istituzione di vincoli, protezione della spiaggia
commisurata al vantaggio atteso), sia
in fase di manutenzione (gestione dell'intervento). In detta legge gli articoli
più specificatamente riferiti alla difesa
delle coste sono il 7 (Opere di difesa
delle coste), il 18 (Osservatorio regionale dei litorali) e il 33 (Manutenzione
delle opere di difesa delle coste).
In Sardegna manca ancora (fra le
poche regioni in Italia) la normativa
regionale di attuazione della legge 183/
89. Ciò potrebbe avere come conseguenza la creazione di un organico programma di salvaguardia delle coste, atto
ad evitare di dissipare un bene di così
rilevante valenza ambientale e
naturalistica e con ingenti ricadute economiche e sociali.
L'articolazione delle competenze
in materia di difesa delle coste ha subito una lenta ma importante evoluzione
nel corso del tempo. Con le prime
attribuzioni di poteri alle Regioni, si
ebbe solo un parziale passaggio di competenze sancito dall'art. 69, 6o comma,
del DPR 24 luglio 1977 n. 616: “Le Regioni possono altresì provvedere alle
opere destinate alla difesa delle coste
interessanti il rispettivo territorio previa
autorizzazione dello Stato”.
La Regione Lazio sostanziò questa possibilità di intervento con l'approvazione della legge 18/11/1977, n. 44,
istituendo uno specifico capitolo di spesa per studi e per la realizzazione di
opere di difesa delle coste anche di carattere sperimentale e, nella fattispecie,
con ripascimenti artificiali di sabbia
difesi da opere trasversali (pennelli) o
longitudinali (barriere soffolte). C'è da
osservare che, in tale quadro, l'autorizzazione dello Stato interveniva ancora
per ciascun intervento in quanto questi
insistevano su proprietà del demanio
marittimo e l'Autorità marittima
(Capitanerie di Porto) per consegnare le
aree per i lavori, doveva in ogni caso
acquisire il parere dell'organo tecnico
preposto (Genio Civile Opere Marittime) il quale a sua volta poteva chiedere il conforto del parere del Consiglio
Superiore dei Lavori pubblici.
A modificare tale quadro di competenze ed a sancire una piena responsabilità regionale è intervenuta, poi, la
legge 183/89 (art. 10 comma 7) che ha
introdotto la piena delega della difesa
delle coste alle regioni territorialmente
competenti, fatte salve le aree prospicienti bacini di interesse nazionale.
Tuttavia anche questo provvedimento
non ha automaticamente distinto le
competenze in termini di gestione e
controllo, subordinandone l'effettiva attribuzione alla definizione, con apposito provvedimento, delle aree prospicienti i bacini di interesse nazionale (dove
rimane la competenza statale). Non è
difficile pensare a un nuovo assetto di
competenze a breve, dopo l'entrata in
vigore della modifica dell'art. 117 della Costituzione (legge federalista).
La Regione Lazio, tramite l'Autorità dei bacini regionali, ha trasmesso sin
dal 1995 la propria proposta di definizione dei litorali prospicienti, identificando i confini di ciascun bacino, proposta
fatta propria dai Comitati Istituzionali
delle Autorità di bacino del Tevere e del
Liri-Garigliano, e definitivamente approvata solo nel 1998. Intanto, con il D.Lgs.
n. 112/98, art. 89, sono state definitivamente trasferite alle Regioni le funzioni relative alla programmazione, pianificazione e gestione integrata degli
interventi di difesa delle coste e degli
abitati costieri.
La piena attuazione del citato
D.Lgs. n. 112/98 avrebbe dovuto consentire finalmente di superare una situazione operativa complessa in quanto -
pagina
14
anche dove era affermata la competenza regionale - rimaneva in ogni caso il
parere vincolante di strutture dello Stato per l'esecuzione di lavori su proprietà demaniale marittima. In tale contesto legislativo transitorio e non ancora
compiutamente definito, si può pensare unicamente di operare sulla base del
buon senso e con spirito di collaborazione tra i vari enti coinvolti, attivando
preliminarmente a ciascun intervento
rapporti di verifica e coordinamento.
Le strategie di intervento di difesa globale del litorale con opere di
ripascimento mostrano una scarsa
realizzabilità se affrontate nei termini
suddetti. Quindi occorre delineare dei
nuovi spunti di pianificazione basati su
strategie di reale riequilibrio
morfologico, di economizzazione, di
sinergie operative e di prevenzione. Infatti, nell'ambito di una pianificazione
della difesa della costa, un aspetto da
considerare con molta attenzione è un
più esteso coinvolgimento finanziario di
tutti i soggetti pubblici e privati interessati per affrontare gli oneri di costruzione, manutenzione e prevenzione.
Nel Lazio, per una realistica capacità di intervento su tutto il litorale,
si è ritenuto opportuno inoltre estendere la compartecipazione dei privati agli
oneri di manutenzione. Nella legge regionale n. 53 del 1998 (ex l. 183/89) è
prevista una attribuzione di tali oneri
agli enti locali ed ai privati concessionari di litorali già oggetto di interventi
di protezione. Nel 1998, con il “Protocollo d'Intesa per la difesa e la ricostituzione del litorale di Ostia”, promosso dalla Regione Lazio e stipulato
tra la stessa regione, il Ministero Lavori
Pubblici, il Comune di Roma e gli operatori balneari (Assobalneari), si è avviata una radicale inversione di tendenza. Oltre ad impegnare risorse pubbliche provenienti dai diversi soggetti (Stato, Regioni, Enti locali) per la realizzazione di un progetto complessivo e unitario di ripascimento, teso alla difesa
dell'abitato e alla ricostituzione della
spiaggia, si è stabilito, anticipando le
disposizioni della L.R. n. 53 del 1998,
di attribuire al Comune e agli operatori
balneari l'onere della conservazione e
manutenzione delle opere, individuando anche i costi di tali operazioni e la
ripartizione degli stessi.
sce ai Comuni la responsabilità principale della manutenzione dei litorali e
presuppone, ove siano presenti concessionari, che il Comune stesso provveda
a calibrare una quota di partecipazione
agli oneri a carico degli stessi concessionari, con un coinvolgimento diretto
ed una co-responsabilizzazione di questi ultimi nella difesa del litorale. Per
quanto riguarda la compartecipazione
dello Stato, è stata attuata con successo una sinergia operativa con l'Ufficio
del Genio Civile per le Opere Marittime per quanto riguarda, ad esempio, gli
interventi sul litorale di Ostia, dove il
coordinamento operativo e la comunità di intenti e di orientamenti progettuali
ha consentito e consentirà un ottimale
impiego delle risorse finanziarie.
Per la protezione di litorali con
particolari fattori di pregio naturali e
paesaggistici occorre inoltre attivare tutti
i canali di finanziamento previsti nel
settore specifico dall’Unione Europea.
Occorre tuttavia - per assicurare un effettivo sbocco a queste iniziative - una
modifica profonda degli strumenti finanziari della UE, che oggi non sembrano
in grado di concorrere in modo adeguato alla salvaguardia del grande patrimonio ambientale costituito dalle spiagge
italiane.
Da quanto sopra detto, è facile rendersi conto che gli interventi di
ripascimento nel Lazio non sono casuali, ma rientrano in un più ampio Programma di Salvaguardia delle Coste, quale
strumento di riferimento per la difesa
delle coste. Con esso si prevede ed organizza una serie di attività, fra cui:
- individuazione ed eliminazione di
cause locali di erosione;
- selezione, per classi di intervento,
dei litorali con maggiore o minore
priorità di difesa e con totale o parziale carico della Regione;
- selezione della tipologia di intervento per ciascuna classe di litorale;
- individuazione delle cave marine di
materiale per ripascimento;
- coordinamento delle attività di
dragaggio con attività di
ripascimento (se compatibili);
- coinvolgimento dei privati e dei comuni nelle spese di intervento e manutenzione.
Anche in Liguria è operativo dal
1999 il Piano Territoriale per le Coste,
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che definisce le zone in erosione e sulla
base del quale vengono decise le priorità d'intervento e le risorse necessarie.
In Sardegna qualche anno fa l'assessorato regionale degli Enti Locali,
nell'ambito del progetto comunitario
Interreg II (finanziato dall'Unione Europea per una somma di 250 milioni),
aveva promosso la creazione di un osservatorio ambientale permanente che
potesse quantificare e qualificare tutti i
movimenti - naturali e umani - delle
zone costiere, dando vita a un sistema
informativo territoriale che riuscisse a
rendere omogenea quella massa di dati
sugli insediamenti costieri custoditi, pare
gelosamente, dai vari assessorati.
Lo stesso assessorato nel 1999 aveva proposto il PUL - Piano di Utilizzazione dei Litorali -, strumento volto più
che altro a disciplinare e regolamentare, sotto l'aspetto amministrativogestionale, l'organizzazione dei servizi turistico-ricreativi sulle aree del demanio marittimo statale, su cui la Regione Sardegna esercita per delega le
funzioni amministrative (per altro da rivedere, alla luce delle recenti norme
in materia di devolution). Detto Piano approvato dalla Giunta Regionale nel
1999 ma non ancora operativo - costituisce sicuramente un primo tentativo
di porre ordine nel frammentato mondo
delle attività e competenze nelle fasce
costiere, ma dovrebbe essere aggiornato con una rivisitazione molto più approfondita sulla morfologia e sulle dinamiche in atto sulle coste.
Sembra comunque superfluo sottolineare quanto sia indifferibile che
anche la nostra Regione si doti dell'apposita normativa regionale di attuazione della legge 183/89 (tutt'ora mancante, anche se a buon punto). E che si dia
corpo ad un organico programma di salvaguardia delle coste, che possa evitare di dissipare un bene di così rilevante
valenza ambientale e naturalistica e
con ingenti ricadute economiche e sociali. Sarebbe poi opportuno che interventi strutturali di così grande respiro
potessero trovare un adeguato sostegno
finanziario nei programmi dell'Unione
Europea, in modo particolare per la salvaguardia delle aree di maggior pregio
ambientale, prendendo esempio da
quanto fatto in Spagna.
PAOLO STERI
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I compiti dei singoli soggetti partecipanti sono stati definiti con riferimento alle competenze in materia di
difesa delle coste dettate dalla legge n.
542 del 14 luglio 1907 (art. 14), dal DPR
n. 616 del 24 luglio 1977 (art. 69, 6o
comma) e dalla legge n. 183 del 18
maggio 1989 (art. 10, 7o comma); con
l'intendimento, per altro, di procedere,
nello svolgimento delle attività previste dall'intesa, secondo uno spirito di
collaborazione reciproca e di recepimento congiunto delle istanze di ciascun partecipante. È stato così possibile definire il seguente schema generale
delle competenze:
• Regione Lazio: interventi straordinari per la ricostituzione degli
arenili (Ostia Ponente ed Ostia Levante);
• Ministero Lavori Pubblici: interventi
straordinari per la realizzazione di
opere a difesa dei centri abitati (pennelli, barriere soffolte, ripascimenti
protettivi, ecc.);
• Comune di Roma: manutenzione
ordinaria delle opere protettive e
degli arenili pubblici e in concessione, opere di sistemazione locale (bypass Canale dei Pescatori), ecc.
• Assobalneari: manutenzione ordinaria, in collaborazione con il Comune di Roma, degli arenili in concessione.
Nella fattispecie di Ostia, causa
determinante dell'accentuazione dei
fenomeni erosivi è risultata la drastica
diminuzione del trasporto solido fluviale, in particolare del Tevere. Non si può
ipotizzare nel medio periodo, anche con
adeguate politiche di bacino, un'inversione sostanziale di questa situazione.
Quindi per attuare, con soluzioni adeguate ed a costi sostenibili per le collettività interessate, un programma efficace di salvaguardia delle coste, si
rende indispensabile co-responsabilizzare anche economicamente i soggetti
(come l'ENEL), che attraverso la realizzazione e la gestione degli invasi hanno concorso e concorrono a determinare la diminuzione degli apporti fluviali
di materiale sabbioso. La Regione Lazio
ha, a questo proposito, aperto una vera
e propria vertenza.
Negli ultimi anni in Lazio si delinea una situazione nuova che attribui-
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Ambiente