Parte IX - Centro Regionale Studi di Storia Militare Antica e Moderna
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Parte IX - Centro Regionale Studi di Storia Militare Antica e Moderna
L’avventura messicana e lo scontro di Helgoland Con questo viaggio la Fregata S.M. Novara e con essa la Marina austriaca sale sulla ribalta internazionale e l’idea di utilizzare delle navi militari per viaggi di studio e per cercare di allacciare nuovi contatti economici diventa parte integrante del programma dell’Austria negli anni successivi. La bandiera Austriaca sventola ora veramente sull’intero globo e principalmente in missione pacifica. Nel 1859 scoppia la guerra fra l’Austria e il Regno di Piemonte e Sardegna con l’appoggio di Napoleone III. Come già nel 1848, l’obiettivo è di liberare i territori italiani sotto il dominio austriaco e di addivenire all’unità d’Italia. Gli Austriaci sono battuti a Magenta e Solferino dalle truppe alleate franco-italiane e secondo l’armistizio di La S.M. Novara in fiamme durante l’istallazione delle caldaie Villafranca, è deciso che l’Austria deve cedere la Lombardia all’Italia mentre rimane sempre il possesso del Veneto. Con questo trattato il Regno di Piemonte e Sardegna realizza consistenti acquisizioni territoriali e due anni dopo Vittorio Emanuele assume il titolo di Re d’Italia. Tuttavia in questo conflitto la Marina Austriaca non deve sostenere nessuna azione bellica. Durante la trasformazione della S.M. Novara e l’istallazione delle caldaie nell’Arsenale di Trieste, a bordo si sviluppa un incendio che la danneggia in parte. Tra il 1861 e il 1867, Napoleone interviene più volte nella politica messicana sino a invadere il paese e un’assemblea di notabili convocata dai francesi proclama l’Impero del Messico e offre la corona all’arciduca Ferdinando Massimiliano. Egli accetta, rinuncia a tutti i diritti di successione e il La fucilazione dell’Arciduca Massimiliano Imperatore del Messico 14 aprile 1864, assieme alla moglie Carlotta, salÉdouard Manet (1832–1883) – Kunsthalle Mannheim pa da Miramare a bordo della S.M. Novara che esibisce il gran pavese, accompagnato da vari ufficiali e aristocratici austriaci fra cui il conte Johann Carl von Khevenhüller-Metsch autore di un diario dettagliato dei tre anni passati in Messico. Alla fine di maggio la S.M. Novara arriva a Vera Cruz e in luglio la coppia imperiale fa il proprio ingresso nella capitale. 49 A seguito di una nuova guerra civile, Massimiliano viene catturato e un tribunale militare lo condanna a morte e viene fucilato a Queretaro il 19 giugno 1867, assieme ad alcuni suoi generali. L’arrivo del corpo di Massimiliano d’Austria nel porto di trieste a bordo della fregata S.M. Novara ma di Massimiliano che poi viene sepolto a Vienna. Sei mesi dopo la sua morte Tegetthoff è incaricato dalla famiglia imperiale di recuperare dai nuovi governanti del Messico le spoglie mortali di Massimiliano, cosa che gli riesce dopo lunghe trattative e la S.M. Novara riporta a Trieste la sal- Il Ministero della Marina, che, dal 1862, aveva assorbito per desiderio dell’Arciduca sia la Marina da Guerra sia quella Mercantile, è disciolto e le competenze della Marina da Guerra passano al Ministero della Guerra. La Battaglia di Helgoland Nel frattempo Tegetthoff diviene comandante della flotta austriaca del Levante e, nel 1864, la Danimarca dimostra l’intenzione di annettersi i territori del ducato di Schleswig-Holstein. Una delle misure militari dei Danesi è di bloccare la foce dell’Elba e il porto di Amburgo al fine di paralizzare la navigazione mercantile. L’Austria, che in quel momento è l’unica potenza marinara di rilievo all’interno della Confederazione Germanica, ordina al contrammiraglio Bernhard von Wüllenstorf-Urbair, che ricorderemo come comandante della S.M. Novara durante il giro del mondo, di salpare da Pola alla volta del Mare del Nord con una squadra navale che comprende il piroscafo S.M. Kaiserin Elisabeth, il pirovascello S.M. Kaiser, la fregata corazzata S.M. Don Juan d’Austria e la corvetta S.M. Erzherzog Fredrich. La fregata a elica S.M. Schwarzenberg Contemporaneamente ordina a Tegetthoff di muovere con la flotta del Levante, che comprende le fregate ad elica S.M. Schwarzenberg (50 cannoni) e S.M. Radetzky (31 cannoni) e la cannoniera S.M. Seehund, da Rodi, ove si trova, a Lisbona ed attendere l’arrivo della squadra da Pola al cui comandante era stata affidato il comando supremo di tutta l’operazione. Nel corso del viaggio da Rodi, la squadra austriaca deve separarsi dalla S.M. Seehund, che è colpita da gravi avarie nella Manica e deve riparare in un porto britannico. Ad inizio di maggio la squadra giunge al largo dell'isola di Texel nei Paesi Bassi, dove è raggiunta dalle cannoniere prussiane Basilisk e Blitz nonché dalla nave a vapore Preussischer Adler, tutte armate di due cannoni ciascuna. Per far fronte alla minaccia, la Danimarca costituisce la squadra del mare del Nord, affidata al capitano Edouard Suenson, e composta dalla Niels Juel (42 cannoni), dalla Dagmar e dalla corvetta ad elica Heimdal (16 cannoni). La squadra riceve l'incarico di proteggere il commercio marittimo danese, di catturare tutte le navi battenti bandiera tedesca e di affrontare tutte le navi da guerra nemiche. Nel giro di breve tempo, la Dagmar è rimpiazzata dalla fregata corazzata Jylland, dotata di 44 cannoni. 50 La squadra proveniente da Pola tarda ad arrivare e Tegetthoff, unitosi alla piccola squadra prussiana sosta a Cuxhaven. I Danesi sapendo del ritardo della squadra Austriaca, cercano la battaglia. La mattina del 9 maggio la squadra danese, proveniente da nord, avvista verso le ore dieci una nave di fronte a Helgoland, la fregata britannica Aurora. Subito dopo però i danesi scoprono ulteriori cinque navi in direzione sud-sudovest e le due squadre iniziarono ad avvicinarsi. Verso le 13:15 è la S.M. Schwarzenberg ad aprire il fuoco, ma i danesi rispondono solo dopo essersi avvicinati maggiormente. Quando gli austriaci prendono una rotta più verso ovest per incrociare i navigli danesi, questi ultimi virano leggermente a babordo. La cannoniera S.M. Seehund Mentre le cannoniere rimangono indietro, le rimanenti navi si sottopongono a vicenda ad un cannoneggiamento intenso. Tegetthoff vira immediatamente per impedire che le cannoniere siano tagliate fuori e, seguendo una rotta verso sudovest, le due squadre si inseguono sotto un nutrito scambio di artiglieria. Mentre la Niels Juel e la S.M. Schwarzenberg si colpiscono a vicenda, la Jylland e la Hejmdal si concentrarono sulla S.M. Radetzky; totalmente inutili sono le cannoniere prussiane, il cui fuoco da lunga distanza non ha alcun effetto. Verso le 15:30 l'albero della S.M. Schwarzenberg prende fuoco; risultato chiaro che la nave ammiraglia non avrebbe potuto proseguire la battaglia, Tegetthoff da ordine di cessare il fuoco e di ritirarsi, sotto il fuoco di copertura della S.M. Radetzky, nelle acque neutrali di Helgoland. Il tentativo danese di inseguire il nemico non Le Fregate S.M. Schwarzenberg, S.M. Radetzky, Niels Juel e ha successo, in quanto l'ammiraglia Jylland viene rallenJylland, e la corvetta Hejmdal durante il cannonneggiamento tata da un colpo ricevuto sul ponte di comando. L'Aurora, che aveva osservato l'intera battaglia da lontano, è inoltre pronta a difendere le acque territoriali inglesi, cosicché Suenson deve rinunciare verso le 16:30 all'inseguimento. La battaglia termina, con 14 morti e 55 feriti da parte danese e 32 morti e 59 feriti da parte austriaca; solo le navi prussiane escono incolumi dalle acque di Helgoland. La tattica usata da Tegetthoff di spezzare la linea del nemico numericamente superiore e arrivare a breve distanza per sfruttare al massimo l’effetto delle artiglierie ha successo e i Danesi la definiscono come un “audacissimo sfondamento”. Pur essendo state le perdite austriache maggiori di quelle danesi, lo scontro di Helgoland è considerato come un successo data la rottura del blocco navale e la liberazione del Mare del Nord dalla flotta Danese. Le fregate S.M. Schwarzenberg (a destra) e S.M. Radetzky (a sinistra). Josef Carl Barthold Puettner (1821-1881) 51 IL 20 luglio 1864 è stipulata a Vienna la pace fra i membri della Confederazione Germanica e la Danimarca che rinuncia alle proprie rivendicazioni sullo Schleswig-Holstein. Cesare dell’Acqua Cesare dell’Acqua nasce a Pirano d’Istria il 22 luglio 1821 e muore a Bruxelles nel 1905 Dopo un viaggio condotto nelle capitali europee quali Vienna, Monaco e Parigi, Dell'Acqua, nel 1848 si stabilisce a Bruxelles presso uno dei suoi fratelli. Nella capitale belga entra nello studio del pittore storico Louis Gallait e nel 1855 sposa Carolina van der Elst dalla quale ha due figlie, Eva e Alina. Nonostante risieda in Belgio, Dell'Acqua mantiene costanti contatti con la città di Trieste. Per la chiesa greco-ortodossa esegue due grandi tele nel 1852 e nel '54, S. Giovanni che predica nel deserto e il dipinto Cristo e i pargoli. Poiché molti suoi dipinti rappresentano vicende importanti della storia di Trieste tra il 1855 e il '56 il Barone Pasquale Revoltella gli richiede di eseguire due grandi composizioni storiche per una sala del suo palazzo triestino, La proclamazione del porto franco di Trieste e La dedizione di Trieste alla Casa d'Austria che attualmente sono conservate al Civico Museo Revoltella. L'arciduca Massimiliano d'Austria, dopo aver ammirato le sue opere acquistate dagli amici Revoltella e Bottacin, prende contatti con lui durante una sua visita a Bruxelles per sposare la principessa Carlotta del Belgio e lo incarica di riprendere la propria cerimonia di nozze con Carlotta del Belgio. Successivamente viene coinvolto nell'esecuzione di una serie di dipinti per una sala del Castello di Miramare già progettata da tempo dall'arciduca. La sala deve rievocare eventi storicamente memorabili avvenuti nella località di Miramare, sul promontorio di Grignano. A tale scopo, lo storico triestino Pietro Kandler viene incaricato di ricostruire la storia del sito dall'antichità. Dopo aver scelto i soggetti, egli fornisce al pittore le indicazioni storiche per consentirgli di predisporre i primi bozzetti da sottoporre all'arciduca e idea le epigrafi in latino poi intagliate nelle cornici di ciascun dipinto della sala. In occasione del suo matrimonio, Massimiliano commissiona a Bruxelles i primi due dipinti al Dell'Acqua, l'uno riferibile a un fatto storico documentato legato all'imperatore Leopoldo, l'altro a una rievocazione d'età romana che aveva visto protagonista Livia, la moglie di Augusto. Come avvenuto con il quadro raffigurante l'arrivo dell'imperatrice Elisabetta a Miramare, Cesare Dell'Acqua riceve anche una commissione per fare un dipinto raffigurante la partenza di Massimiliano e Carlotta per il Messico. Dal momento che il pittore non era presente chiede a Pietro Kandler, che era stato presente, una descrizione della scena. Le informazioni che Kandler indubbiamente gli fornisce e il grande talento e inventiva di Cesare Dell'Acqua, gli permette di descrivere in dettaglio quei cittadini che erano accorsi a vedere Massimiliano e Carlotta fuori dal porto del Castello di Miramare, visibile in scorcio in alto a sinistra. Dell'Acqua insiste sui dettagli mondani nella sua rappresentazione della folla allegra che si affolla nell'angolo sinistro del dipinto. La coppia Arciducale è ritratta in costume di viaggio a bordo della scialuppa con issata la bandiera imperiale messicana nel momento di recarsi a bordo della nave S.M. Novara, raffigurata sullo sfondo La parte centrale della composizione rappresenta tre scialuppe, in cui i marinai a bordo alzare i remi in segno di saluto. Grazie alla fama raggiunta in Belgio, nel 1875 il Comune di Trieste commissiona a Dell'Acqua una grande tela per la sala del consiglio municipale. L'opera intitolata Prosperità commerciale di Trieste è portata a termine nel 1877 e firmata Caesar Dell'Acqua civis tergestinum . Tra il 1879 e il 1881 il pittore riceve un'altra commissione triestina: l'amico Leopoldo Vianello gli richiede, per la sua villa, una serie di tele che esaltino il genio italiano. 52