VIVERE DA DEMOCRATICI Studi su Lisia e la democrazia ateniese

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VIVERE DA DEMOCRATICI Studi su Lisia e la democrazia ateniese
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VIVERE DA DEMOCRATICI
Studi su Lisia e la democrazia ateniese
Cinzia Bearzot
<<L'ERMA di BRETSCHNEIDER
Loratore Lisia, siracusano ma vissuto ad
Atene nella condizione giudirica di meteco, si inserl pienamente, con la sua famiglia, nel contesto
ideate dell'esperienza democratica ateniese, dall'età di Pericle agli anni delta restaurazione degli
inizi del IV secolo. Ii volume raccoglie una serie
di saggi (editi fra 111991 e it 2002, con l'aggiunta
di un inedito) che delineano un percorso di approfondimento del rapporto fra Lisia e la democrazia ateniese, lasciando emergere una voce coerentemente "democratica" sul piano ideologico,
anche se paradossalmente non cittadina, sulle vicende di Atene a cavallo fra V e IV secolo: gli anni delta sconfitta in guerra, delta crisi costituzionale, delta restaurazione democratica, del difficile recupero della concordia civica. L'attacco alla
memoria dell'ambiguo Teramene, la contestazione dell'amnistia, la delegittimazione sistematica
del movimento oligarchico, la convinta rivendi cazione dei valori democratici rivelano che Lisia,
pur relegato in un ruolo giuridicamente subordinato, non si sentI estraneo alla comunità civica
democratica, ma espresse anzi un'adesione profonda at suo sistema di valori.
CINZIA BEARZOT (Milano, 1955) è ordinario di Storia greca nell'Università Cattolica di Milano. E autrice di monografie su Focione (1985),
su Pausania e la storia ellenistica (1992), su Senofonte e 11 federalismo (2004), nonche di un
commento alle orazioni XII (Contro Eratostene) e
XIII (Contro Agorato) di Lisia (1997). Net2005 e
uscito un suo Manuale di storia greca (Ii Mulino).
Ha pubblicato inoltre un centinaio di saggi minori su diversi term di storia politica ed istituzionale e di storiografia greca.
In sovracopertina:
•Democrazia che incorona it Demos (stele delta
legge di Eucrate, 337/6 a.C.)
CENTRO RICERCHE E DOCUMENTAZIONE
SULL'ANTICHITA CLASSICA
MONOGRAFIE
29
Cinzia Bearzot
VIVERE DA DEMOCRATICI
STUDI SU USIA E LA DEMOCRAZIAATENIESE
<<L'ERMA>> di BRETSCF[NEIDER
CINZIA BEARZOT
Vivere da democratici
Studi su Lisia e la democrazia ateniese
© Copyright 2007: <<L'ERMA>> di Bretschneider Roma - Via Cassiodoro, 19
http://www.lerma.it
Bearzot, Cinzia
Vivere da democratici : studi su Lisia e la democrazia ateniese I Cinzia Bearzot.
- Roma: <<L'ERJvIA>> di BRETSCHNEIDER, 2007. - 222 p. ; 25 cm. (Centro
ricerche e documentazione sull'antichità classica. Monografie ; 29)
ISBN 978-88-8265-447-4
CDD21. 321.809385
1. Lisia
2. Democrazia - Concezione —Atene - Sec. 5. a.C. - Fonti letterarie
3. Politica - Concetto - Grecia antica
Questo volume è stato finanziato dai fondi di ricerca dell'Universitá Cattolica di Milano.
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(Lys. XII, 4)
INDICE
Introduzione
.
9
1. Per una nuova immagine di Teramene. P Mich. inv. 5982
e iiprocesso di Eratostene ............................................ 15
2. Lisia e 1 'amnistia: lo sfondo politico deli 'orazione XXV........... 37
3. Criteri aiternativi di applicazione deli'amnistia in Lisia........... 55
4. La terminologia deli 'opposizione politica in Lisia:
interventi assembleari (é vavTloIual, 6Vrz2i.Eyw)
e trame occulte (éici/3ov25(v) ........................................ 87
5. Stasis epolemos nel 404 ............................................. 101
6.
'Airpay/iornvTh identità del meteco e valori
democratici in Lisia. .................................................. 121
7. La XX orazione pseudolisiana e la "prima restaurazione"
della democrazia neZ 410 ............................................ 141
8. La sesta orazionepseudolisiana e ii suo contributo
al dibattito sull'amnistia ............................................. 157
9. La "vittoria dei barbari" neil'Epitajlo di Lisia (II, 59) ........... 177
Bibliografia ................................................................ 199
Indice dei nomi di persona ............................................... 211
Indice del nomi di luogo e di popolo .................................... 213
Indice delle fonti .......................................................... 215
INTRODUZIONE
Ii titolo sceito per questo volume di saggi su Lisia, Vivere da democratici, si richiama a XII, 4, in cui l'oratore presenta al suo uditorio - i giudici
del processo di Eratostene - la propria famiglia: "per trent'anni ... abbiamo
vissuto sotto la democrazia senza far torto ad altri e senza subirne". Concludendo un mio contributo del 2001, AirpayjioYvi, identità del meteco
e valor democratici in Lisia, qui ripubblicato alle pagine 121-140, ho reso
l'espressione thicoijiev 11JIoKpcctoDJIEvo, con una consapevole forzatura linguistica, con "abbiamo vissuto da democratici", cogliendo nel passo,
ed enfatizzando quindi nella traduzione, la volontà di Lisia di sottolineare
ii pieno inserimento della sua famiglia nel contesto ideale dell'esperienza
democratica ateniese, nonostante l'esclusione giuridica legata alia condizione metecica.
La sostanziale validità, almeno sul piano ideale, di quel modo di intendere il passo mi sembra possa trovare conferma nei saggi qui raccoiti, editi
fra il 1991 e il 2002, dunque nell'arco di poco pii di un decennio; saggi
che, insieme alla monografia Lisia e la tradizione su Teramene. Commento storico alle orazioni XII e XIII del corpus lysiacum (1997), delineano
un percorso di approfondimento del rapporto fra Lisia e la democrazia
ateniese. L'immagine di Lisia che questi contributi, visti nel loro insieme,
propongono è quella di una voce coerentemente democratica, direi quasi
non priva di rigore ideologico, anche se paradossalmente non cittadina,
sulle vicende ateniesi a cavallo fra V e IV secolo: gil anni della sconfitta
in guerra, della crisi costituzionale, della restaurazione democratica, del
difficile recupero della concordia civica.
Ii primo saggio qui ripubblicato, Per una nuova immagine di Teramene. P Mich. inv. 5982 e ilprocesso di Eratostene (1991), costituisce un
primo approccio alla questione del ruolo di Lisia neila formazione della
tradizione su Teramene, che ha trovato poi ampio sviluppo nel piü amplo contributo monografico del 1997. Tale ruolo consiste essenzialmente
nei sistematico tentativo, condotto da Lisia, in particoiare, attraverso le
orazioni Contro Eratostene e Contro Agorato, di destituire di credibilità
l'immagine idealizzata di Teramene delineata dalla nascente propagan-
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VIVERE DA DEMOCRATICI
da in suo favore, la cui prima fase corrisponde appunto al processo di
rendiconto deli' oligarca Eratostene. La visione lisiana, dichiaratamente
di parte anche per la natura stessa del genere deli'oratoria giudiziaria, trova sostanziaie conferma in fonti storiografiche contemporanee tutt'aitro
che pregiudizialmente ostili a Teramene, come Senofonte e ii "papiro di
Teramene", e si rivela quindi degna di attenzione e assai preziosa per la
ricostruzione di una serie di avvenimenti a noi noti da una tradizione storiografica prevalentemente orientata in senso non democratico.
I due saggi successivi, Lisia e 1 'amnistia: lo sfondo politico deli 'orazioneXXi/(1997), e Criteri aiternativi di applicazione dell'amnistia in Lisia (1998), delineano un Lisia impegnato, sia personalmente (nella Contro
Eratostene), sia attraverso la sua attività logografica, nel tentativo di accreditare una interpretazione alternativa, e dunque una diversa applicazione
concreta, dell'amnistia che chiuse la guerra civile del 404/3 e pose le basi
per la rifondazione della comunità civica ateniese. Certamente favorevole
al recupero deli'unità nazionale che vedeva impegnati i democratici dopo
la restaurazione, ma ostile ad un'aninistia intesa come "colpo di spugna"
che annullava ogni responsabilità in nome della ritrovata concordia civica, Lisia, pur nella sua delicata posizione giuridica di non cittadino, mostra una singolare coerenza nel proporre una sorta di "terza via" tra la
vendetta indiscriminata, che avrebbe impedito 1' auspicata riconciliazione
nazionale, e un'applicazione troppo generosa dell'amnistia, che avrebbe
consentito un pieno reinserimento nella vita politica e civile della restaurata democrazia ateniese anche a persone gravemente compromesse con
l'oligarchia e corresponsabili del delitti da essa perpetrati. Le convenzioni
d'amnistia prevedevano infatti la possibi!ità del rendiconto anche per gli
oligarchi e, di fatto, consentivano di punire solo i colpevoli di omicidio o
di tentato omicidio di propria mano, i cosiddetti c'cóstpEç: una categona estremamente difficile da individuare e da colpire, giacché la necessità
di dimostrare rigorosamente l'ccô'topia esciudeva dal perseguimento
tutti i mandanti e persino molti degli esecutori. Lisia proponeva in alternativa, con maggiore severità, di escludere dall'amnistia tutti gli oligarchi
(come risulta dal caso di Eratostene) e tutti quanti avevano rivestito canche ufficiali sotto l'oligarchia (i "collaborazionisti"), nonché i colpevoli di
omicidio (senza ulteriori specificazioni relative alla modalità deli' azione)
e i responsabili di cnimini gravi di minor portata, quali arresti, deiazioni, spoliazioni, forme di favoreggiamento o di persecuzione. Una verifica
sull'intero corpus di Lisia, lungi dal riflettere !'ambiguità e l'indifferenza
ideologica che gli sono state talora nimproverate, mostra neil'oratore un
rifenimento coerente a questi criteri in tema di applicazione dell'amnistia,
INTRODUZIONE
I
in orazioni scritte per occasioni diverse sul piano cronologico e giuridico
e per uomini di diversa parte politica e con differenti gradazioni di responsabilità. Ne emerge un Lisia testimone prezioso dell'aspro dibattito
interno al movimento democratico sulle modalità e gli obiettivi della riconciliazione.
L'inquadramento del pensiero di Lisia nel contesto dell'ideologia democratica trova conferma nei due saggi dedicati a!l'oratoria usiana come fonte privilegiata per l'identificazione di una terminologia designante l'opposizione politica e le sue modalità di azione: La terminologia
dell 'opposizione politica in Lisia: interventi assembleari (évavriojiai,
6vTz2éçyo) e trame occulte (ézov)tsw) (2000), e Stasis e polemos nel
404 (2001). Nel delineare le vicende della lotta politica ateniese sullo
scorcio del V secolo, Lisia ricompone un quadro di netta contrapposizione
tra i democratici, visti come protagonisti di un dibattito aspro ma legittimo, e i sostenitori dell'oligarchia, individuati piuttosto come instancabili
tessitori di illegittime trame sotterranee. A1l'ideologia e alla prassi democratica, caratterizzata da libera, franca contrapposizione e da correttezza
di metodi, si contrappongono nettamente gli oligarchici, le cui forme di
espressione politica si collocano invece fuori dalla legalità. Questi ultimi
appaiono come i principali responSabili di un grave rovesciamento del
rapporti all'interno della polis e di una profonda perversione del valori,
tali da portar con sé una sorta di "disintegrazione" della comunità civica.
Su queSto come su altri temi, Lisia si rivela ideologo democratico convinto, poco disposto a riconoscere all'avversario pari dignita ideologica e
politica: con un atteggiamento certamente duro ma parzialmente giustificato dal!'esperienza Storica contemporanea, in cui gli antidemocratici mostravano di preferire la via dell'opposizione clandestina e rivoluzionaria a
quella dell'attiva presenza critica all'interno delle istituzioni.
I! saggio Airpaylothi vii, identità del meteco e valori democratici in
Lisia (2001) studia l'autorappresentazione di Lisia e della sua famiglia
come rappresentanti ideali del gruppo sociale del meteci, condotta datl'oratore soprattutto nella Contro Eratostene e nella frammentaria Contro Ippoterse. Sottolineando insistentemente, in prospettiva "periclea", ii
valore della partecipazione per ii cittadino democratico, Lisia prospetta
per ii meteco un'identità complessa, in cui la disponibilità a contribuire
finanziariamente alla vita della polis e la discrezione nell'uso degli Spazi
offerti alla sua iniziativa, soprattutto in campo giudiziario, si affiancano
ad una devozione assoluta alla democrazia. In questo senso, il meteco
lisiano si sente certamente migliore - e come tale si presenta, senza mezzi
termini, in tribunale - di taluni cittadini, indifferenti alla partecipazione
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VIVERE DA DEMOCRATICI
o addirittura espressamente antidemocratici. Lungi dal provare un senso
di estraneità rispetto alla comunità civica democratica, egli vi è anzi profondamente inserito, se pure in un ruolo subordinato la cui accettazione
costituisce, a sua volta, ii segno dell'adesione profonda ad un sistema di
valori che si intende condividere senza riserve: ii meteco democratico puô
allora apparire persino come ii miglior rappresentante del valori della democrazia ateniese, rispetto al cittadino "traditore" di questi valori.
Un capitolo a parte è costituito dalle orazioni del corpus lysiacum che
SOflO State considerate spurie e che tuttavia presentano una significativa
analogia di ispirazione con i testi genuini. I due saggi sulle orazioni VI e
XX del corpus (LaXXorazionepseudoiisiana eta "prima restaurazione"
delia democrazia net 410, 2001; La sesta orazione pseudolisiana e ii suo
contributo at dibattito suit 'amnistia, 2002) mettono in evidenza come la
posizione di Lisia nell'ambito del dibattito sull'amnistia non sia affatto da
ritenere isolata. L'autore della VI orazione del corpus, la Contro Andocide,
comunque si debba risolvere ii problema della natura del testo (orazione
giudiziaria o pamphlet?), mostra di non condividere l'eccessiva generosità delle convenzioni e unisce la sua voce a quella di Lisia nel rivendicare
la legittimità della vendetta giudiziaria, pur adeguatamente regolamentata,
nei confronti delle persone pii gravemente compromesse con l'oligarchia.
Ne consegue che la posizione critica di Lisia sull'amnistia era condivisa
nell'ambito del movimento democratico. Analogamente, l'orazione XX
del corpus, la Per Polistrato, rivela che i "criteri altemativi" di Lisia nell'applicazione dell'amnistia (che prendevano in considerazione l'esercizio
di cariche ufficali e gli eventuali reati commessi sotto l'oligarchia) erano
già stati discussi all'epoca della prima restaurazione democratica, all'indomani della crisi costituzionale del 411, quando si era già posto, se pure
in forme meno drammatiche, ii problema della pacificazione nazionale.
Lisia, con la suaproposta sull'applicazione delle convenzioni del 403, non
si basava dunque esciusivamente su convinzioni personali, ma attingeva
ad un patrimonio di idee elaborato nell'ambito del movimento democratico nel corso di un articolato dibattito sul problema del collaborazionismo,
che aveva appassionato l'opinione pubblica ateniese, negli anni della crisi
della democrazia, fin dal 410. Anche su questo versante, Lisia ci appare
dunque pienamente inserito nel movimento democratico ateniese, e anzi
portavoce di una sua corrente rappresentativa e agguerrita.
Ii volume comprende anche un Saggio inedito, Una presunta atiusione
atta battaglia di Cnido neii'Epitafio di Lisia (II, 59), dedicato ad un'orazione, l'Epitajlo, la cui autenticità è stata molto discussa, anche se le voci
puut recenti propendono unanimemente in favore di essa. Anche 1'Epitafio,
INTROJJUZIONE
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nel suo carattere epidittico, mostra una significativa consonanza con ii
complesso del pensiero di Lisia e con l'ispirazione democratica che emerge coerente, al di là delle questioni della committenza e dell'occasione,
dall'analisi dell'oratoria giudiziaria. Ii saggio discute un passo controverso del testo (II, 59-60) che è stato inteso, da antichi e moderni, come un
riferimento fortemente critico alla battaglia di Cnido: cosa che sembra
improbabile proprio alla luce di considerazioni di carattere ideologico, ii
cui peso è determinante in un'orazione di questa natura. Che l'autore sia
Lisia, come pare probabile, 0 un democratico che si muove sulla stessa
linea ideale, il testo mostra una coerenza ideologica che impone una pin
adeguata comprensione dill, 59-60 e una piii attenta considerazione delle
implicazioni che l'interpretazione del passo comporta in merito alla cr0nologia e al genere lefterario. Con quest'ultimo lavoro si intende, dunque,
contribuire a rivendicare al corpus di Lisia una sua coerenza interna, delineandolo come un contributo sostanzialmente unitario alla ricostruzione
di alcune linee portanti del pensiero democratico ateniese.
I saggi già editi vengono ripubblicati nella loro forma originaria, salvo gli
interventi destinati ad uniformare I sistemi di citazione o a coneggere evenmali errori; anche per quanto riguarda l'aggiomamento bibliografico, i singoli contributi sono stati considerati come autonomi (riproponendo, dunque,
i medesimi riferimenti dove necessario). In merito alla questione dell'aggiornamento, segnalo che uno strumento davvero prezioso è costituito dalla rassegna curata da M. WEISSENBERGER, Lysias 1905-2000, Lustrum 45 (2003),
7-166: una vasta e approfondita bibliografia ragionata, che ha, fra molti altni, ii
merito di prendere in attenta considerazione anche i contributi scritti in lingue
diverse dall'inglese. L'area anglosassone dell'antichistica va ormai da tempo per la sua strada, con una autoreferenzialità che puô essere comprensibile
nella misura in cui riflette un'egemonia linguistica di di sarebbe sciocco non
prendere atto, ma che è certamente ingiustificata, ed inopportuna, dal punto di
vista scientifico e culturale: il lavoro necessario per l'aggiomamento di questi
miei saggi me ne ha offerto, purtroppo, diverse e spiacevoli testimonianze.
Si deve dunque gratitudine a chi ritiene ancora doverosa, per ii progresso dei
nostri studi, la fatica di confrontarsi con gli studiosi che si esprimono nelle
principali lingue della tradizione storiografica europea.
Milano, gennaio 2007
CINzIA BEARZOT
PER UNA NUOVA IMMAGfNE DI TERAMENE.
P. MICH. NV. 5982 E IL PROCESSO DI ERATOSTENE*
Dall'epoca della sua pubblicazione, nel 1968, ii "cosiddetto papiro di
Teramene" (Pap. Mich. inv. 5982)', che ci fornisce particolari di estremo
interesse, non reperibili in altre fonti, su un momento delle trattative fra
Sparta e Atene dopo la battaglia di Egospotami - ii dibattito assembleare
a proposito dell'invio di Teramene presso Lisandro 2, ha suscitato tra
gli studiosi un intenso dibattito, articolato su diversi temi. Da una parte
Si posto ii problema del genere letterario dell'opera cui ii frammento
papiraceo appartiene, cUl si collega quello, pin arduo, della sua paternità;
particolare attenzione, in questo contesto, merita - ed ha in effetti ricevuto
- la questione della tendenza che ii testo esprime rispetto al protagonista
dell'episodio, Teramene, la quale, ad una prima lettura, non risulta immediatamente evidente. D'altro canto, non si è mancato di porre l'accento
sul complesso rapporto con la tradizione parallela, soprattutto contemporanea, rappresentata da Senofonte (Hell. II, 2, 16 ss.), da cui ii testo papiraceo appare indipendente, e soprattutto da Lisia (XII, 68 ss.; cfr. XIII, 5
ss.), con cui invece i rapporti, di consonanza su alcuni punti, ma polemici
nella sostanza, sono di evidenza innegabile; mentre un confronto con la
tradizione piü tarda (Eforo-Diodoro, 1'Athenaion politeia di Aristotele, la
Vita di Lisandro di Plutarco) è reso impossibile dal fatto che quest'u!tima ignora unanimamente gli avvenimenti cui il testo papiraceo dedica
la propria attenzione. Tale dibattito ha generato le ipotesi pifi disparate
ed appare, a tutt'oggi, aperto: credo pertanto non inopportuno riprendere
questi problemi, con un duplice obiettivo. Prima di tutto quello di chiarire
ii rapporto, a mio parere non ancora sufficientemente messo a fuoco, con
la Contro Eratostene di Lisia, con cui in particolare ii testo rivela molti
punti di contatto e, soprattutto, impressionanti coincidenze lessicali (11. 1lO/Lys. XII, 69). In secondo luogo, e di conseguenza, quello di illuminare
* In L 'immagine deli 'uoino politico: vita pubblica e morale nell 'antichità, CISA 17, Milano
1991, 65-87.
H.C. YouTIE - R. MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus fiber Theramenes, ZPE 2 (1968), 161-169.
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VIVERE DA DEMOCRATICI
l'avvenimento che fa fa sfondo all'orazione lisiana - ii processo di Eratostene - nella sua funzione di contesto della fase iniziale di elaborazione
della tradizione del IV secolo su Teramene: contesto che vede contrapporsi
un primo contributo, da parte filoterameniana, alla costruzione di una immagine credibile per un uomo politico ambiguo, giudicato con ostilità o
comunque con distacco da tutta la tradizione contemporanea pur nella sua
varietà di orientamenti 3 , e la precisa volontà, da parte antiterameniana, di
cogliere l'occasione per destituire di credibilità questa immagine e vanificare gli obiettivi propagandistici ai quali essa appariva funzionale4.
1. Genere letterario e tendenza
L'ipotesi che ii frammento papiraceo appartenga ad un'opera storica
- quella che piü immediatamente si affaccia alla mente del lettore - fu
avanzata dagli editori 5 ed accolta con favore dal primi commentatori del
testo 6 ; in seguito essa e stata confermata con nuovi argomenti da R. Sealey', il quale, fra l'altro, ha proposto per l'ultimo dei quattro frammenti
di cui il testo e composto (lasciato in sospeso dagli editori a causa del
pessimo stato di conservazione) un'integrazione che sembrerebbe rivelare
che in esso si parlava della spedizione di Pausania II in Attica del 4038.
2
Xen. Hell. II, 2, 15 ss. parla di due assemblee e due missioni, la prima presso Lisandro, la Seconda a Sparta; l'assemblea di CUi si parla nel papiro corrisponde alla prima assemblea senofontea
(YOUTIE—MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus, 164).
Per un quadro generale delle valutazioni espresse dalle fonti antiche (e dai modemi) su Teramene cfr. P.J. RHODES, A Commentary on the Aristotle s Athenaion Politeia, Oxford 1981, 359-360. Pin
analiticamente Cfr. C. BEARZOT, Teramene tra storiografia epropaganda, RIL 113 (1979), 195-219;
R.J. BUCK, The Character of Theramenes, AHB 9 (1995), 14-23; EAD., Lisia e la tradizione su Teramene. Conimento storico alle orazioni XII e XIII del corpus lysiacum, Biblioteca di Aevum Antiquum 10, Milano 1997, 1 ss. A quest'ultimo studio si rirnanda per approfondimenti e integrazioni su
tutti i passi delle orazioni XII e XIII citati nel testo.
' Un aggiornamento sul vasto dibattito suscitato dal Papiro di Teramene si troverà in C. BEARZOT,
Ilpapiro di Teramene e le Elleniche di Ossirinco, Sileno 27 (2001) ( Le "Elleniche di Ossirinco" a
cinquanta anni dallapubblicazione deiframmentifiorentini, 1949-1999, Atti del Convegno, Firenze
22-23 novembre 1999), 9-23.
Cfr. YOUTJE - MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus, 161-162.
Cfr. A. HENRICHS, Zur Interpretation des Michigan-Papyrus über Theramenes, ZPE 3 (1968),
101-108; M. TREU, Einwdnde gegen die Demokratie in der Literatur des 5-4. Jh., StudClas 12
(1970), 17-31.
Cfr. R. SEALEY, Pap. Mich. inv. 5982: Theramenes, ZPE 16(1975), 279-288, in particolare 287-288.
Ecco ii testo proposto da Sealey: [ puveI'ccrL oiv / 6 H csvisxç] etc toy [Hspcu2 I icaX6iv
dv'ccov tibv] ieptbv. [eiize'co be / atpatu CK T6i]v it62sxo[v itcxaibv it2v / 'tv Botort]6v xcd t[v
KoprvOtcov./ ic:xt itcpfiaav 610 p1ev 'ttiiv Opópniv,/ Atiluc be tte'c t ]v 'cptpw[v c 9I,cx3cv /
c'bç / itpOc 'toiç Cv 'rib HeipcueI 2C'yEtJ. Cfr. Xen. Hell. 11,4,28-31.
it]6gfcg [M 6
PER UNA NUOVA IMMAGINE DI TEuAMENE 17
Se l'integrazione suggerita da Sealey è esatta, ne consegue che ii papiro
non parlava soltanto di Teramene, ma di tutti gli avvenimenti storici di
questo periodo, compresi quelli che non lo vedevano diretto protagonista:
e con ciô verrebbe a cadere l'ipotesi alternativa, formulata da Andrewes9,
secondo cui ii frammento farebbe parte non di un testo storico, ma di un
pamphlet in difesa di Teramene, scritto dopo la sua morte e dopo il processo di Eratosten&°. L'ipotesi del pamphlet, che nonostante i dinieghi
di Andrewes 1 ' ripropone di fatto ii celebre e fantomatico "libello filoterameniano" di Wilamowitz' 2 , respinto recisamente da Jacoby", ha avuto
una certa fortuna 14 , anche a motivo della difficoltà di attribuire una sicura
paternità all'opera storica in questione. Ma va detto subito che essa appare
in ogni caso meno probabile, a motivo del tono pacato, quasi "obiettivo"
della ricostruzione, che ha indotto qualcuno a dubitare della stessa tendenza filoterameniana del testo, opportunamente messa in luce da Henrichs'5:
tono che non si addice ad un pamphlet e che sembra invece ben conciliarsi
con le esigenze della storiografia. Una storiografia che, in ogni caso, appare tutt'altro che priva di un suo orientamento: la tendenza pacatamente ma sostanzialmente filoterameniana del testo, ad onta della sua non
immediata evidenza, e stata in genere riconosciuta 1t ed è anzi servita da
fondamento al dibattito sul possibile carattere pamphletistico dell'opera
cui il frammento appartiene. Per contro, Sealey' 7 nega recisarnente che il
II carattere storico del testo e ora confermato dal nuovo frammento pubblicato da A. LOFTUS, A New
Fragment of the Theramenes Papyrus (P Mich. 5796 b), ZPE 133 (2000), 11-20, ii cui contenuto
sembra far riferirnento ad eventi della guerra di Corinto.
Cfr. A. ANDREWES, Lysias and the Theramenes'Papyrus, ZPE 6(1970), 35-38.
0
Perché risponderebbe alle accuse formulate da Lisia nella Contra Eratostene: sul problerna cfr.
infra, 27 ss.
Cfr. ANDREWES, Lysias, 36 nota 2.
Cfr. U. VON WILAMOWITZ-MOELLENDORFF, Aristoteles undAthen, i, Berlin-Dublin- ZUrich 1966
(- Berlin 1893), 161 ss.
° Cfr. F. JACOBY, Die Fragmente dergriechischen Historiker iii B Suppl. 2, Leiden 1954, 99-100.
" Cfr. G.A. LEHMANN, Die revoiutionäre Machtergre(fimg der ,,Dreissig" und die staatiiche Teilung Attikas (404-40110 v. C/or.), in Feslschr(ft Stier Munster 1972, 201-233, 205-206; Ph. HARDING,
The Theramenes Myth, Phoenix 28 (1974), 101-111, 108-109; inoltre, J. ENGELS, Der Michigan2
Papyrus ilber Theramenes und die A usbildung des "Theramenes-Mythos ", ZPE 99 (1993), 125-155.
Contro questa ipotesi 6 stato comunque fatto osservare che la sopravvivenza di un testo pamphietistico fino a! II secolo d.C. e improbabile: cfr. G.E. PESELY, The Origin and Value of the Theramenes Papyrus, AHB 3 (1989), 29-35, 32; G. BASTIANINI, Osservazionisul "Papiro di Teramene", in
HOIKIAMA. Studi Cataudeila, 1, La Spezia 2002, 81-87, 87.
° Cfr. HENRICHS, Zur Interpretation, 107-108. Per la messa a fuoco del rapporto trail papiro e ii
resto della tradizione cfr. BEARZOT, Lisia cia tradizione su Terainene, 188 ss., 246 ss.
Cfr. ANDREWES, Lysias, 36; TREU, Einwhnde, 21 nota 10.
17
Cfr. SEALEY, Pap. Mich. inv. 5982, 280-281. Le sue argomentazioni appaiono convincenti a P.
KRENTZ, The Thirty atAthens, Ithaca - London 1982, 35 nota 17. Solo per scrupolo ricordo I'articolo
18
VIVERE DA DEMOCRATIC
testo contenga elementi capaci di suggerire un orientamento favorevole a
Teramene: ma la sua interpretazione appare improntata ad eccessivo scetticismo. B' vero che quando 1'A. del papiro, a conclusione del discorso di
Teramene riportato in forma diretta (11. 11-30), commenta che egli, a giudizio del populo, "parlô giustamente" (11. 33-35: ito2c/{I316)v öè ôpothç
Xéyv c/['tô]v ô &oç), riferisce la valutazione dell'opinione pubblica
contemporanea e non ii proprio parere personale: ma è anche vero che con
cia egli sottolinea ii carattere convincente del discorso di Teramene e la fiducia che, di conseguenza, ii popolo gli accordô, senza suggerire in alcun
modo che tale scelta fosse ingiustificata 18 . Inoltre è significativo che FA.
riporti per esteso, e in forma diretta, le argomentazioni di Terarnene, che
appaiono peraltro assai ragionevoli e abilmente presentate, sintetizzando
invece in forma indiretta gli argomenti degli oppositori (11. 1-10): proprio
ii contrario di ciô che fa Lisia (XII, 68-70), ii quale, nella sua violenta
ostilità nei confronti di Teramene, pone invece in primo piano le recriminazioni dell'opposizione democratica. Ne va dimenticato che, nel papiro,
a Teramene è lasciata l'ultima parola: alle sue giustificazioni non segue
alcun contraddittorio, cosicché ii lettore ne trae l'impressione che egli abbia saputo mettere a tacere gli avversari. Ciô sembra costituire, da parte
deli' A., una precisa sceita di campo, anche se essa appare compiuta con la
prudenza dello storico e non con la viruienza del partigiano. Ma c'è un altro elemento, a mio parere dirimente, che Sealey non ha notato: nel papiro
Si riferisce della missione di Teramene presso Lisandro (11. 38-43) senza
sottolineare quella lunga ed ingiustificata permanenza per la quale Senofonte (Hell. II, 2, 16) accusava ii figiio di Agnone di tradimento' 9 ; a questa
di C. SAN CLEMENTE, Teramene e un nuovopapiro di Karanis, RIL 104 (1970), 202-2 18, per molti
versi discutibile, in cui si sostiene che ii testo è opera di uno storico di scarso valore che, pur condividendo la tendenza antiterameniana di Lisia, ha accostato la versione dell'oratore ad altre notizie di
diversa provenienza ed orientamento, fornendo un ritratto involontariamente positivo di Teramene.
IS
Cfr. ii diverso trattamento dell'episodio in Lisia, ii quale insiste sul fatto che ii popolo si lascih
indurre a dar retta a Teramene nonostante ii suo comportamento palesemente ambiguo fosse stato
ampiamente denunciato in assemblea (XII, 68-69) e nonostante la hoieiltcwlsx sfavorevole delI'anno
precedente avesse già messo in luce i suoi sentirnenti antidemocratici (XIII, 9-10), creando un drammatico contrasto tra I'evidenza dell'inganno e la fiducia erroneamente concessa dagli Ateniesi.
19
L'accusa ritorna in Lys. XIII, 11 (per una missione che, pur corrispondendo alla prima di Senofoote, ha come obiettivo Sparta, a motivo della contrazione delle vicende che caratterizza ii racconto
lisiano: cfr. infra, nota 29). Le accuse convergenti di Senofonte e di Lisia, unite al silenzio imbarazzato delle fonti favorevoli, contemporanee (come ii papiro) e no (cfr. infra, nota 54), fanno dubitare fortemente della correttezza di Teramene in questo episodio (cfr. LEHMANN, Die revolutiondre
Machtergre fung, 206 ss.), nonostante recenti ed ingegnosi tentativi di giustificazione (KRENTZ, The
Thirty, 34 ss.; cfr. P. CHIRON, Lysias demagogue dans le "Contre Eratosthène ", in Papers on Rhetoric, IV, Bologna 2002, 41-59, 54 ss.; inoltre, M. EDWARDS - S. USHER, in Greek Orators, I: Antiphon
PER UNA NUOVA IMMAGINE DI TERAMENE 19
significativa omissione è accostata l'affermazione che Lisandro avrebbe
ordinato a Teramene di recarsi presso gli Spartani (11. 43-45: &r / [à]
Aotvpoç atèv à1c-/[?E'o]Ev AaKE&xt[o]vIo[ç ... ). Ii verbo i2ixo,
utilizzato nel papiro, ricorre anche in Xen. Hell. II, 2, 17, dove Teramene,
tomato in Atene dopo tre mesi di permanenza presso Lisandro senza aver
concluso nulla, si giustifica dicendo che ii navarco, dopo averlo trattenuto, gli aveva intimato di recarsi a Sparta: 'yet2Ev ày àicicXrIçt on
ct.'b'rôv Ax5ctv6poç 'téco; ièy iccc'céot, d'ccc KX,Iot ciq AwcE&xullovcc
iévca. Ii rapporto fra i due passi - notato già dagli editori 20, che non ne
hanno tuttavia tratto le conseguenze - è molto significativo: nel papiro
è riportata infatti la stessa giustificazione dell'operato di Teramene che,
secondo Senofonte, Teramene stesso aveva fornito al rientro dalla sua
missione21 . Pertanto la tendenza filoterameniana del papiro, al di là della
pacatezza del tono, non puO essere negata: FA. infatti si fa portavoce di
Teramene, riproponendo in sede storiografica la sua versione, necessariamente autogiustificativa, degli avvenimenti. Nella sostanza ii testo si rivela fortemente orientato: ii tono freddo, apparentemente "obiettivo" della
narrazione non dipende dal fatto che PA. non ha una sua opinione, ma dal
carattere storiografico, e non pamphietistico, della sua opera 22.
Mi sembra pertanto che si possa concludere che ii testo papiraceo costituisce ii frammento di un'opera storica (sulla cui paternità tomeremo
in seguito) che interpretava gli avvenimenti del 404 in base ad un orientamento filoterameniano, moderato nella forma, ma, al di là della prima
impressione, deciso nella sostanza.
& Lysias, Warminster 1986, 235 ss.); cfr. ora, da un punto di vista non direttamente "terarneniano",
le conclusioni di J.-F. BOMMELAER, Lysandre de Sparte. Histoire et traditions, Paris 1981, p. 142 ss.,
sui possibili accordi intercorsi Ira Teramene e Lisandro sia a proposito della capitolazione di Atene
che dell'instaurazione dei Trenta. A questi recenti lavori si rimanda per la bibliografia specifica
sulI'argomento.
20
Cfr. Youiie, MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus, 169, nota aIla 1. 44.
21
Anche ii fatto che nel papiro (11. 41-43) Si affermi che Teramene, recatosi a Samo presso Lisandro, tentd di trattare la pace con lui (2tp6ç sivov / [bCjCX6PFL itpáo't'tev 'r& / [itep] 'rfç eipvç)
potrebbe essere un intento di giustificazione nei confronti dello Stirieo: con ciô FA. vuol suggerire
che la permanenza presso Lisandro non fu tempo perso, ma rientrava nelle sue competenze di ambasciatore inviato 'u)v eipi)viv / [mojnpYójsevov (11. 36-37). In realth la missione presso Lisandro non
poteva avere questo scopo (cfr. infra, nota 26) e la permanenza presso ii navarco non poteva essere
giustiflcata invocando un tentativo di concludere la pace direttamente con lui.
22
PESELY, The Origin and Value of the Theramenes Papyrus, 29-35, pur sostenendo a sua volta
ii carattere non storiograflco del testo, preferisce ipotizzarne l'appartenenza all'opera di Ermippo
di Smirne, e precisamente ai tre libri dedicati ad Isocrate e ai suoi allievi (FF 64-78 Wehrli): ii
frammento rivelerebbe infatti un interesse retorico che, accanto all'assenza di un contributo Storico
rilevante, indirizzerebbe, pid che versa un'opera storica del IV secolo, versa un'opera biografica
ellenistica. Cfr. la discussione in ENGELS, Der Michigan-Papyrus tiber Theramenes, 137 ss.
20
VIVERE DA DEMOCRATICI
2. Ii rapporto con Lisia
Ii confronto fra ii testo papiraceo e Lys. XII, 68-69, come mette in
evidenza ii parallelismo presentato da Heinrichs 23 , rivela l'esistenza di un
rapporto che investe diversi aspetti: non solo nei due passi si narrano gli
stessi avvenimenti, ma tanto la struttura logica del raccont0 24 quanto alcune espressioni linguistiche (11. 1-10/ XII, 69)25 sono le medesime. Si puô
affermare che, a proposito dell'opposizione democratica a Teramene nel
corso di quella che in Senofonte appare come la prima assemblea sulle
traftative, FA. del papiro e Lisia esprimono gli stessi contenuti con gli
Stessi strumenti lessicali. I rapporti tra i due testi non si limitano comunque a questo: diversamente da Senofonte, secondo cui Teramene ottenne
l'incarico di np 3u'nç c oi'pdccwp, insienie a nove compagni, solo
durante la seconda assemblea, svoltasi dopo ii suo rientro dalla prima missione presso Lisandr0 26 , e quindi per la seconda missione, che ebbe come
Cfr. HENRICHS, Zur Interpretation, 106.
In entrambi i testi la successione degli eventi è la seguente: richiesta di Teramene di essere
inviato come ambasciatore; promessa di ottenere la pace a buone condizioni e rifiuto di spiegare
ii modo in cui le trattative verranno condotte; vivace opposizione; discorso di Teramene, in cui
egii motiva ii sun rifiuto e chiede fiducia; decisione del popoio, convinto dal discorso, in favore di
Teramene.
25 Li. 1-10: (...) &v-/'c2c'ov aiciir (pc6oK[ov-J/tsç it6vwv &colcb{t-/Tov airtôv
6xltp6CcTao[Ocel], I rohç rèv yp 22ou ¶[&-]/slóppfl'ta storeloOcri icpô[ç] I 'toç itol.e[glioDc,
iceIv[ov] / 6è step! ibv ¶oIç ixopoIc I pcIv 2Acc{v} ta3'ca it[pôç] / 'to'bç ltoXiTaç Xá7euv I13i
'coXidv (ri 'to7u2v 2yecv, secondo la proposta di BAsTIANINI, Osservazioni sul "Papiro di Teramene", 81-87). Lys. XII, 69: ici ö6... &vsce'yóv'crnv öè to2dBv Oipcqtvac, et66taç öè dct
ot ièv 62Xoc dvOpcoscoc cCov itoXejitcov iveKcc T tóppsycce itoso7vccrr, KcIvoç ö' iv tolç cdrcob
7t02LI'tatç oiuc Oi9posv cutel y ceO' & itpàç to'bç 7COXqLiOuq tcXXav 6pelv.
26
Missione che Xen. Hell. II, 2, 16 descrive come di carattere esciusivamente esplorativo (essa
non riguardava, nella stessa richiesta di Teramene, le trattative di pace, ma se mai un preventivo
chiarimento deil'atteggiamento spartano a proposito delle Lunghe Mura) e che non poteva che essere tale: gli Ateniesi infatti sapevano bene, grazie a due diversi precedenti (uno immediato, Xen.
Hell. II, 2, 11-13; uno risalente al 411, Thuc. VIII, 71, 3: cfr. SEALEY, Pap. Mich. inv. 5982, 284),
che Lisandro non aveva ii potere di trattare la pace (BOMMELAER, Lysandre, 142-143). Ii conferimento di on incarico autocratico per questo tipo di missione (e per di p10 ad una sola persona,
fatto estraneo alla tradizione ateniese) sarebbe stato pertanto privo di senso. Su questo come su
aitri punti, ii racconto di Senofonte, coerente ed articolato, 6 apparso preferibile, da ED. SCHWARTZ
(Quellenuntersuchungen zur griechischen Geschichte, RhIVI 44, 1889, 104-126) in poi, a queiio,
p10 confuso ed evidenternente contratto dal punto di vista cronoiogico (cfr. infra, nota 29), di Lisia,
anche dopo la riapenura del dibattito in seguito alia pubbhcazione del papiro: cfr. HENRICHS, Zur
Interpretation, 105 ss.; ANDREWES, Lysias, 35; LEHMANN, Die revolutionäre MachtergreJhng, 207.
Diversa la posizione di SEALEY, Pap. Mich. inv. 5982, 283 ss., il quale ritiene che, date le condizioni
disperate in cui Atene versava, l'incarico autocratico sia stato conferito subito a Terarnene (insierne
ad altri nove compagni: nh Lisia, né il papiro esciuderebbero esplicitarnente la loro presenza) per
una missione unica, diretta a Sparta per trattare la pace: i'idea di andare da Lisandro sarebbe stata
messa in atto da Teramene senza consuitare l'assembiea. Questa ipotesi, per moiti versi non convincente (per esempio i'insistenza suila gravità della situazione in cui Atene versava appare eccessiva,
23
24
PER UNA NUOVA IMMAGINE DI TERAMENE
-- 21
destinazione Sparta (Hell. II, 2, 17), secondo l'A. del papiro Teramene fu
eletto itpe D'cic ccu'to1cp6c'ccop per trattare la pace ('ri'iv sip1v1 lconlojIEvov) già durante la prima assemblea, quella che prelude al sno invio
presso Lisandro (11. 35 ss.). Ora, ad un incarico autocratico già per la prima
missione, e conferito pertanto durante la prima assemblea, sembra alludere anche Lisia nd § 69 della Contro Eratostene, laddove rimproveta gli
Ateniesi per aver messo ii loro destino nelle mani di Teramene, cedendo
alla sua promessa di Etpi 11\' toiv E1cETpEl]Jc'CE ccrc4 lccctpI&L iccd
i&xç iccd yDvcu1'cç Kca jiç ccô'roç 27 . Ma quella che nella Contro
Eratostene è solo una incerta allusione diventa affermazione esplicita - e
trova perciO conferma nella Contro Agorato, dove Lisia ricorda l'elezione di Teramene a itpc EiYcl'jç c'cop'rwp per le trattative di pace (itEp
'c flç Eip'Ivrç) nel corso della prima assemblea (XIII, 8_ 10)21. E chiaro che
Lisia aveva in mente una sequenza del fatti diversa da quella senofontea, e
analoga a quella proposta dall'A. del papiro29 : e se, anche su questo punto,
ii rapporto fra ii testo papiraceo e la Contro Eratostene sembra venir con-
giacché nella prima assemblea di Senofonte, che corrisponde all'assemblea di Lys. XII e XIII e del
papiro, Atene appare ancora in grado di dettare condizioni), ha fra l'altro ii grave torto di liquidare
troppo semplicisticamente ii racconto di Senofonte come frutto di errori dovuti a cattiva informazione, laddove la ricostruzione dello storico rivela una rigorosa coerenza interna: cfr. le obiezioni
di KRENTZ, The Thirty, 34-35, note 17-18, ii quale, pur pronunciandosi in favore del conferirnento
dell'autocrazia fin dall'inizio a Teramene come misura eccezionale, ritiene che si debba conservare
l'articolazione senofontea in due missioni. La mia impressione e che sul problema dell'incarico
autocratico tanto FA. del papiro quanto Lisia presentino un fraintendimento (forse intenzionale)
della situazione: Teramene parti in effetti per la prima missione, di carattere esplorativo, senza alcun
condizionamento da parte dell'assernblea, che aveva rinunciato per espressa richiesta di Teramene a
discutere i contenuti della missione stessa (YOUT1E - MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus, 164). E
possibile che queste fonti abbiano avuto interesse (cfr. infra, nota 53) a presentare questa assenza di
condizionamenti come un'autocrazia, anche Se, per una missione ufficiosa, l'uso del termine tecnico
di itpeal3ciYci)c cd'roKpá4'twp e certamente ingiustificato.
27
Cfr. Y0uTIE - MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus, 164.
28
Cfr. XIII, 8: zpci)'nl icXTIuUx zepi 'cç atpivç. Per la corrispondenza fra l'assemblea di cui si parla in Lys. XII e XIII e la prima assemblea di Senofonte, cfr. YOUTIE - MERKELBACI-I, Em
Michigan-Papyrus, 163-164; SEALEY, Pap. Mich. mv. 5982, 283.
29
Sia in XII, 68-70 che in XIII, 8-11, Lisia opera una contrazione cronologica, per cui Ic due
missioni di Senofonte diventano una, e lo stesso accade per le due assemblee di Senofonte ridotte
ad un'unica missione (cfr. YouTIE - MERKELBACH, Ein Michigan-Papyrus, 163-164). Sia l'assernblea che la missione presentano perô, fusi insieme, particolari che nel racconto di Senofonte sono
distribuiti ed articolati nelle due diverse fasi: I'assemblea di Lisia si svolge in una situazione ancora
aperta, quando Atene puô dettare condizioni (prima assemblea di Senofonte), ma in essa Teramene
riceve l'incarico autocratico per trattare la pace (seconda assemblea di Senofonte); la missione di
Teramene in Lisia si caratterizza per una lunga ed ingiustificata permanenza (prima assemblea di
Senofonte), ma la sua destinazione e direttamente Sparta (seconda missione di Senofonte). Oltre
all'intento di mettere esasperatamente in luce la perfidia di Terarnene (cfr. SCHWARTZ, Quellenuntersuchungen, 108 ss.; BOMMELAER, Lysandre, 143 ss.), ragiuni di sintesi e di incisività possono aver
guidato la scelta lisiana (sul modo di argomentare di Lisia cfr. J.J. BATEMAN, Some Aspects of Lysias'
Argumentation, Phoenix 16, 1962, 157-177).