Decidendo come ha fatto più recentemente circa il decreto

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Decidendo come ha fatto più recentemente circa il decreto
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IV
FASCICOLO
ROMA, 4 MARZO
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1900
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Politica, parlamentare, sociale, artistica
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Decidendo come ha fatto più recentemente
circa il decreto-legge, la Cassazione s'è lasciata impressionare da argomenti di politica
partigiana, ovvero s'è ispirata alle ragioni
più pure della giustizia?
Se ne può discutere, sebbene quando la
Rivista sarà pubblicata, la Camera avrà risoluto tutte le questioni che sono pregiudiziali all'esame degli articoli del decreto da
convertirsi in legge.
Tutti sanno quale e il nostro ordinamento
costituzionale: il potere esecutivo ha il diritto
di proporre al Parlamento i disegni di legge
che crede necessarii; il Parlamento ha un
dovere costituzionale assoluto, imperioso: deliberare validamente su quelle proposte, con
facoltà di accettarle, modificarle, o respingerle, 0 dichiarare di non volerle discutere.
Questo è, giova ripeterlo, un assoluto dovere
costituzionale.
L'anno scorso il Governo credette necessarle e urgenti talune modificazioni alla legge
di pubblica sicurezza e all'editto albertino
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disegno di legge. La Camera, dichiarò, con
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metterne la massima: in merito
con lunga e indubbia manifestazione di non
modo legittimo
né un no, e neppure un non voglio discutere,
ma
minoranza, di ostruzionismo legittim
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aveva obbligo di deliberare, obbligo costituzionale, statutario. Essa mancò a tale obbligo,
non deliberò e diede luogo alla certezza che
non avrebbe deliberato.
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Che fece il Groverno, che riteneva la nenecessità e urgenza dei provvedimenti proposti regolarmente?
Non avendo potuto aver su di essi un voto
definitivo della Camera, pose un termine perentorio al giudizio costituzionalmente chiesto
alla Camera stessa.
I rappresentanti della nazione non deliberano, una minoranza audace si ribella e si
impone, una maggioranza^ fortissima per numero, resta interdetta e incapace: il Governo,
dopo larga attesa, chiude la sessione, ed applica il decreto.
Chi è fuori dello statuto? Evidentemente,
la Camera. I provvedimenti non son necessari, sono dannosi, sono iniqui, sono assurdi?
Sia pure: la Camera doveva pronunziarsi; e
poiché non volle pronunziarsi, il dovere del
Governo, come il suo diritto, erano evidenti,
ne poteva disconoscerli senza rendersi colpevole d'inescusabile debolezza,
La Cassazione che giudica in base alla
legge deve conoscere lo statuto, e non le è
dato di affermare che la Camera j^ossa opporsi alla funzione legislativa, altrimenti che
con dei voti regolari. In dritto privato il potere giudiziario fissa termini perentori per
l'adempimento delle obbligazioni. In dritto
costituzionale il Governo li fissa alla Camera
quando questa, che può rovesciarlo con un
voto, non obbedisce allo statuto che le impone la partecipazione all'esercizio del potero legislativo, e, dopo aver deliberato l'accettazione in massima delle proposte del Governo, non delibera in merito, senza dichiarare di non voler deliberare. Il modo di
esplicazione di tale disobbedienza non riguarda che la Camera ; di se essa risponde.
e se si annulla da sé è responsabile dinanzi a
coloro che le dettero il mandato, cioè al Paese,
Riaperta la sessione, il Governo presenta
il R. Decreto 22 giugno 1899 per la sua con-
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RIVISTA D I ROMA
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versione in legge e domanda nuovamente
concorso della Camera a senso delFart. 3 de
statuto, per Tesercizio collettivo degli enti che
costituiscono il potere legislativo. La Commissione tarda nei suoi lavori di ritocco, poi
finalmente la relazione Grù-ardi si distribuisce.
e tutti desiderano che la questione sia finita,
Ma
l'Estrema Sinistra, le celate simpatie di parte
dell'opposizione verso l'ostruzionismo e la debolezza della sua maggioranza, propone che
oramai, mese più mese meno, il decreto resti
decreto e si discutano taluni progetti di legge
di grave momento per Teconomi
E la Camera cosi delibera.
Quando
Decreto
posta di legge, senza valore iinchè legge non
diventi.Sipotrebbe osservare chela Sezionell
non disse lo stesso, disaccordo degno di
an^arf^ cori siderazioni, ma ciò rÌ2:uarderebbe
le persone e ristituto, non il punto giuridico,
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La Cassazione non può ignorare, non deve
ignorare la successione dei fatti, essa non
può, non deve ignorare come esplicano la
loro funzione i grandi poteri dello Stato in
base allo Statuto.
Il decreto legge è legittimo, indipendentemente dalle sue disposizioni, poiché il potere
legislativo ha mancato al suo dovere statutario con forma insanabile. Esso è valido dal
di che fu sancito in base al diritto creato da
tale mancanza e non può esser messo nel nulla
che da un altro regio Decreto che lo ritiri,
0 dal ritorno della Camera alle sue funzioni
costituzionali, cioè da un suo voto di approvazione o di rigetto,
La ripresentazione alla Camera del Decreto
per la conversione in legge, e lo stato di
ame o discussione in cui si trova, non
alterano la successione dei fatti precedenti,
non diminuiscono il diritto del Groverno di
corrispondere a ciò che esso crede, sia pure
erroneamente, ma sempre sotto la propria responsabilità, necessità attuale e permanente
di ordine pubblico. Tale necessità sussiste in
dritto, finché la Camera non abbia regolarmente deliberato di escluderla, ed a talenecesr
sita, che è, per intanto, la verità costìtuzionaie, anche se Jion sussiste nella verità quale
sarà regolarmente affermata dal collettivo potere legislativo, corrisponde la applicazione
del legittimo provvedimento che visi informò,
Tale e non altra è la posizione della questione, secondo i più elevati concetti dei
diritti e doveri dei poteri costituzionali.
Del come e perchè la Camera si regoli come
si regola è inutile discorrerej 8i parla di " diritti „ delle minoranze ; in realtà è da lamentare ohe la situazione non sia rovesciata, e
che non siano i moderati o costituzionali a
far deirostruzionismo. Sene udrebbero dibelle,
da parte dei partiti estremi, qualora ad essi
spettasse di combattere Tostruzionismo! I motivi di esso, il modo provocante e sedizioso
col quale si svolge, sono un ammonimento,
o almeno lo sarebbero se fossimo diversi da
quello che siamo. E d un ammonimento, grave
anch'esso, è pure la decisione della Cassazione,
cui ha partecipato il deputato Luigi Lucanimo, e la tem
peranza nel sentire la politica,
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ormai diventato una necessità
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La Rivista di Roma si pubblica ogni domenica
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RIVISTA DI ROMA
CoDoressfl flepli Orientalisti
e gli studi italiani
(Contin. e fine).
La branca più importante e ricca di lavori,
delia V I Sezione, fu quella consacrata alr India.
Nella prima seduta sir Charles Lyall presento da parte del dottor Grierson, u n rapporto sulle molteplici lingue e di-aletti parlati
attualmente neirindia. Seguì una discussione
sulFuso e sulla segnatura dei segni fometici
deìV anusvdra e del visarga. L a seconda seduta fu dedicata principalmente alla filosofìa
e cominciò con la lettura di una memoria del
signor Babu Brajendranàth Seal, delegato del
Governo di Ooocli Behar, intitolata: una pagina di filosofia hindii. I n essa afferma che
i concetti cardinali attorno ai quali si aggira,
la filosofìa hindu non solo ma ogni filosofìa
sono: 1*^ una scienza dei metodi per la scoperta del vero (logica) e 2*^ uno stabilimento
delle esperienze quotidiane su basi razionali,
seguendo i metodi di cui sopra. Segui il professore P . Deussen, che trattò della filosofìa
degli Upanishad e della sua storia. Negli
'' Upanishad ,, (commenti ai Veda) si distinguono secondo lui, sei periodi:
1^ u n idealismo, che ammette soltanto
la esistenza dello spirito (àtman) ;
2^ u n panteismo, che identifica Tàtman
col mondo (prakriti);
3*^ u n cosmogonismo — o meglio detto
dualismo trascendente — che distingue àtman e prakriti;
4P u n teismo
che distingue l'àtman
creatore (Dio) dall'àtman individuale (purucia)
a lui opposto;
o*^ u n ateismo — che ammette solo l'anima individuale e il mondo materiale.
Il professore H a r d y discorse infine su due
libri ascetici dell'antico buddismo; il Pettavatthu e il Vimanavatthu, che risalgono almeno al i n secolo avanti Cristo.
c e l l a seduta generale dell'S ottobre, il pròfessore Macauliffe pronunciò in inglese u n
forbito discorso sulla vita e gli scritti del
guru Grobind Singh, decimo guru dei Sikh. I
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professori Schroeder e Sénart raccomandano
al Governo dell'India e agli attuali capi Sikh
di dare il loro appoggio al signor Macauliffe
affinchè possa condurre a termine la edizione
e traduzione dei libri sacri dei Sikh stessi.
Nella seduta seguente il professore L e u mann parlò del ciclo delle leggende che si riferiscono al re Brahmadatta di Kàmpilza e
i professori K u h n e Pavolini aggiunsero alcune considerazioni in proposito.
Il signor Gerson De Cunha parlò sulle medaghe Rama-tankas.
Miss E . Plunkert lesse quindi un discorso
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sull astronomia nei Veda. ,, I n esso vuole
dare una spiegazione astronomica dei miti
vedici di Indra, del Soma, di Agni e dei fratelli A9vini-, concludendo che noi non dobbiamo considerare come affatto impossibile
che i Brahmani dell'India abbiano conosciuto
la divisione dello zodiaco e altre antiche costellazioni ben prima della conquista d'Alessandro. Perchè le ricerche archeologiche di
questi ultimi tempi hanno stabilito il fatto
che le dodici costellazioni dello zodiaco (detto
greco) erano conosciate agli abitatori dell'Asia
occidentale ben 4000 anni avanti Cristo. I
professori Kern, Jacobi e Burgess si felicitano con la relatrice pur conservando la loro
personale opinione che gli Indiani abbiano
appreso le loro cognizioni di astronomia dai
Greci. Prende in seguito la parola il professore Carlo Formichi. Con critica interna di
due luoghi del Kamandakìya Nìtisàra, tende
a dimostrare che tale opera non potè essere
composta prima del v o iv secolo dell'era
volgare.
Nella seduta del giorno 10 il signor L a
Terza lesse una memoria sul poeta Bhartrihari, che fu un vedantino vissuto probabilmente nel V secolo dopo Cristo.
Ma il clou delle sedute si ebbe il giorno 11
eoa la audizione dei rapporti delle recenti scoperle fatte nell'Asia centrale. Riferi prima
il professore Hoernle sulla ^ BritishCollection
of Central Asian Antiquities, „ mostrando manoscritti, xylografi, medaglie, terrecotte, ecc..
provenienti da quei luoghi. Tra i manoscritti
avvene uno pahlavico che rimonta al iv o v
secolo di Cristo. I xylografi mostrano non dif•
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