di - Voce Isontina

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Anno LI - Numero 18
Società
3
Speciale
4-5
Società
Costruire
la riconciliazione
Cristiani
perseguitati
"Io, aquilano
sismoleso"
storica e rapporti
di collaborazione
situazione in molti
Paesi africani
decisamente
lontana per L’Aquila
n cammino
U
da percorrere
cercando verità
EDITORIALE
A me interessa!
uesta settimana
Q
focus
sulla difficile
sei anni
A
dal terremoto
la ricostruzione pare
9 maggio 2015 - Euro 1,00
6
Evangelizzazione 10-11
La missione
vista dai bambini
disegni realizzati
Imaterna
dalla scuola
dell’Istituto
"Nostra Signora"
di Gorizia
Domenica 10 maggio
di don Paolo Zuttion
L
a scorsa settimana stavo
percorrendo la piazza San
Francesco a Gorizia insieme ai
miei pensieri, circondato da
giovani Afgani che bivaccavano, ad un
tratto una signora dal volto gentile mi
fermò con molto garbo, tra me e me
pensai: "Ecco l’ennesima che mi ferma per
insultarmi ritenendomi responsabile della
presenza di questi giovani".
Grande fu la mia sorpresa quando la
signora con voce calma mi disse: "Don
Paolo, Lei non sa quanta pena mi fanno
questi giovani costretti a lasciare le loro
case, i loro affetti per poi trovarsi qui a
vivere in queste condizioni, sto andando
in chiesa per pregare per loro".
Mi ha commosso questa donna e
consolato: la crudeltà non ha attanagliato
tutti i cuori.
Nella nostra Gorizia, nella nostra Italia,
nella nostra Europa, ci sono ancora
uomini e donne che hanno rispetto per i
loro simili, che hanno compassione per
coloro che sono nel bisogno; che
esprimono la tenerezza che una madre sa
esprimere verso il proprio figlio, vedendo
il volto di lui in questi giovani feriti dalla
vita.
Uno che prova questi sentimenti viene
catalogato dai grandi strateghi della
nostra società con una parola orribile:
"Buonista". Come se la bontà fosse segno
di lassismo, di mancanza d’intelligenza,
di incapacità di interpretare gli
avvenimenti.
Ma ottusi sono coloro che pensano sia
necessario agire senza pietà, usando il
pugno di ferro verso questi giunti fin qui
per invaderci e toglierci l’illusione del
nostro effimero benessere.
Ormai quasi non ci scandalizziamo più
dinanzi ad un’Europa incapace di trovare
soluzioni condivise di fronte al problema
dei richiedenti asilo: ogni Stato cerca solo
il suo interesse. "Avanti disuniti" titolava
l’Osservatore Romano in un articolo sulle
ultime (non)decisioni di Bruxelles.
Stiamo precipitando verso una società
invivibile, priva di legami dove l’uomo
vive disperato, affogato nella sua
solitudine.
Perchè questo non avvenga, perchè i
rapporti nella nostra società non si
riducano all’homo homini lupus un ruolo
importante è quello che deve svolgere la
Politica.
L’immigrazione è un banco di prova da
cui nessuno può sottrarsi: da esso
dipende il futuro della nostra società e va
quindi governato con grande attenzione
e lungimiranza.
continua a pagina 7
Il“grazie”
alle mamme!
Domenica 17 maggio le comunità sono invitate
ad esprimere la propria solidarietà
alle popolazioni del Nepal colpite
da un devastante terremoto che ha provocato
migliaia di vittime ed ingentissimi danni.
Le offerte raccolte andranno consegnate
all'Ufficio Cassa della Curia
Chiesa
7
L’annuale incontro
delle Zelatrici
col vescovo Carlo
Mandamento 21
Amianto:
la vita prima
del profitto
Mandamento 20
Pieris e Fiumicello
aprono i campanili
ai visitatori
Aquileia
19
La Settimana
di Studi dal 14
al 16 maggio
Società
Sabato, 9 maggio 2015
3
Un cammino da percorrere non solo cercando la verità storica ma costruendo
con pazienza rapporti di conoscenza, di perdono, di stima, di collaborazione
Costruire la riconciliazione
"L
a riconciliazione può
avvenire non solo
cercando la verità
storica ma costruendo con pazienza, proprio a partire dai torti subiti e dal riconoscimento di quelli perpetrati,
rapporti di conoscenza, di perdono, di stima, di collaborazione per un mondo più giusto".
È stato questo uno dei passaggi
centrali dell’omelia che l’arcivescovo Carlo ha pronunciato domenica scorsa nella chiesa del
Sacro Cuore durante l’annuale
celebrazione in suffragio di
quanti furono deportati da Gorizia al termine del secondo
conflitto mondiale.
Pubblichiamo i passi centrali
dell’omelia del vescovo.
Il Vangelo di oggi con un’immagine semplice e insieme efficace quella della vite e dei tralci - ci
ricorda con chiarezza due realtà.
Una esplicita e una implicita.
Anzitutto che noi, i tralci, staccati dalla vite che è Cristo, privi
della linfa vitale che ci proviene
dallo Spirito Santo, siamo destinati a non portare frutto, a morire, a finire in nulla, anzi - come ricordava oggi papa
Francesco al Regina Coeli - a diventare dannosi per la comunità.
Questa è la realtà esplicita.
Quella implicita, ma non meno
vera, è che la vite senza i tralci
non può fare niente. Dio ci ha
voluti liberi e quindi responsabili. Vuole agire attraverso di
noi. Se noi non collaboriamo
con Dio, blocchiamo tutto, perché Lui non forza la nostra libertà. Se, per esempio, non c’è nessuno che ascolta e annuncia il
Vangelo, il Vangelo - che è parola
di vita - diventa lettera morta.
Se poi non solo non collaboriamo, ma scegliamo esplicitamente il contrario della volontà di
salvezza di Dio, chiudendoci
nella negatività, allora il nostro
destino è l’autodistruzione. Purtroppo fin dai tempi di Adamo
ed Eva, di Caino e Abele, la nostra libertà è stata giocata contro Dio e, quindi, inevitabilmente, contro noi stessi, gli altri, il
creato.
Queste semplici verità spiegano
la bellezza e insieme la tragicità
della vicenda umana. Bellezza
perché Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, niente di
meno che suo figlie e suoi figli;
tragicità, perché continuamente
nella storia questa immagine è
stata calpestata, vilipesa, annientata sia in chi ha subito violenza e ingiustizia, sia in chi si è
fatto artefice o complice di tutto
ciò sfigurando dentro di sé l’impronta di Dio.
Direttore responsabile: Mauro Ungaro
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"Preghiamo per le vittime di 70
anni fa, ma anche per chi
allora ha commesso ingiustizie
e vendette e che solo il Signore
può alla fine giudicare con la
sua giustizia e la sua
misericordia.
Preghiamo per chi vive
purtroppo vicende simili
e ancora più tragiche oggi"
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La rovina dell’umanità è sempre
più grande quando diventa contagiosa, quando una malvagità
ne autorizza un’altra, quando
una vendetta ne innesca un’altra, quando un odio ne giustifica un altro…
Mi sono spesso domandato come
mai la Chiesa e, più recentemente con esiti non sempre brillanti,
la stessa comunità internazionale, hanno cercato in qualche
modo non di rendere umana la
guerra, ma di renderla meno disumana. La risposta viene dall’esperienza: se, senza in qualche
modo reagire o limitarne la portata, si permette una gravissima
e continuata ingiustizia, si lascia spazio all’odio senza limiti,
si cerca il proprio tornaconto a
ogni costo, … se, come ci ricordava papa Francesco lo scorso
anno a Redipuglia, lo slogan
dell’umanità diventa quello di
Caino "a me che importa?", allora parte una spirale, una catena
di sofferenze, di cattiverie, di risentimenti, di vendette, di odii
che è difficilissimo bloccare.
La causa di tutto è spiegata dal
Vangelo: se si perde l’innesto in
Dio - esplicito per chi crede, implicito per chi non crede ma sente che c’è un qualcosa che deve
essere una radice indiscussa
dell’umanità e della sua dignità
-, allora c’è poco da fare già in
partenza. Perché allora, prima
ancora che si arrivi alla violenza, istanze positive come il desiderio di giustizia, l’impegno per
il riscatto sociale, la valorizzazione della propria cultura, la
tutela della famiglia, il giusto
orgoglio per la propria patria,
ecc. invece che valori diventano
ideologie estremizzate e contrapposte. Oltre a portare alla
violenza, diventano alibi per interessi personali, vendette, cattiverie.
Occorre allora ritrovare il rapporto con Dio e con la verità della nostra umanità.
Come fare?
La seconda lettura afferma che
se il nostro cuore ci rimprovera
o, potremmo dire ha dentro di sé
delle negatività (e anche il ricordo di sofferenze passate può esserlo), il Signore è più grande del
nostro cuore e può perdonarci,
guarirci, riconciliarci dandoci la
pace interiore che sola può essere forza per la riconciliazione
con gli altri.
Una riconciliazione che può avvenire non solo cercando la verità storica - cosa che è importante, ma non deve avere come
scopo semplicemente vedere chi
è stato più ingiusto, chi ha più
ucciso o chi al contrario ha più
subito: chi in ipotesi è stato il
che se non pubblicati, non si restituiscono.
Il settimanale usufruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.
Informativa: Ai sensi dell'art. 13 del Dlgs del
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sottoscrizione dell'abbonamento o diversamente acquisiti da enti collegati con l'Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, verranno utilizzati dalla stessa Arcidiocesi di Gorizia -
meno cattivo non per questo diventa il più bravo -, ma costruendo con pazienza, proprio
a partire dai torti subiti e dal riconoscimento di quelli perpetrati, rapporti di conoscenza, di
perdono, di stima, di collaborazione per un mondo più giusto.
E’ un impegno importante per
chi è credente. Il credente non
chiude gli occhi sulle ingiustizie
e le sofferenze subite e nemmeno
su quelle di cui la propria "parte" è stata purtroppo protagonista, ma affida tutto alla misericordia del Signore. Il credente
prega per i propri morti, a prescindere che siano stati vittime o
forse, almeno parzialmente, collaboratori di ingiustizie; ma prega anche per chi in una "parte"
avversa alla sua o semplicemente diversa - ma per il credente
ogni "parte" viene superata
dall’appartenenza al popolo di
Dio - ha subito ingiustizie o si è
fatto protagonista di esse.
Il credente in particolare sa che
l’umanità può rovinare la sua
immagine e somiglianza con
Dio, può sfigurarla fino a renderla irriconoscibile. Sa che questo non è avvenuto qui da noi
solo 70 o 100 anni fa, ma accade
purtroppo tutt’ora in quella che
sempre papa Francesco ha definito come la terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Sa però - e questo lo riempie di
speranza - che la massima sfigurazione dell’umanità è avvenuta
sulla croce. Dio ha voluto essere
Lui lo sfigurato (ricordate il canto del servo di Isaia: "Non ha apparenza né bellezza per attirare i
nostri sguardi, non splendore
per poterci piacere. Disprezzato
e reietto dagli uomini, uomo dei
dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si
copre la faccia; era disprezzato e
non ne avevamo alcuna stima":
Isaia 53,2-3 ) perché nel suo volto insanguinato il Padre potesse
riconoscere il volto di ogni uomo
e di ogni donna - vittima o carnefice, Abele o Caino (o spesso
tutte le due cose insieme) -, per
ridargli la dignità di chi è chiamato a essere figlio e figlia.
Preghiamo allora per le vittime
di 70 anni fa, ma anche per chi
allora ha commesso ingiustizie e
vendette e che solo il Signore può
alla fine giudicare con la sua
giustizia e la sua misericordia.
Preghiamo per chi vive purtroppo vicende simili e ancora più
tragiche oggi.
Lo facciamo celebrando l’Eucaristia, il dono di sé che Gesù ha
compiuto sulla croce per riscattare la nostra dignità di figli e figlie di Dio.
† Vescovo Carlo
Voce Isontina, editrice del settimanale, per essere inseriti in un archivio informatizzato idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza.
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Questo numero è stato chiuso in redazione
alle 13 di martedì 5 maggio 2015
4
Speciale
Sabato, 9 maggio 2015
L’impegno e la preghiera della Chiesa diocesana dal 10 al 16 maggio per l’Africa
Somali: cristiani
perseguitati. Da tutti
Senza un governo funzionante,
i cristiani sono stati bersaglio
dei terroristi islamici
ma, con un governo islamico,
anche le autorità statali
finiscono per perseguitarli
N
ella World Watch List 2015
(WWL) che classifica i Paesi del
mondo secondo l’intensità della persecuzione verso i cristiani, subito dopo la Corea del Nord (di cui
ci siamo occupati la scorsa settimana),
troviamo la Somalia.
I cristiani in Somalia sono per lo più
convertiti con un background islamico
o stranieri che lavorano per ONG, senza alcuna visibilità a causa dell’alto grado di persecuzione. Senza un governo
funzionante, i cristiani sono stati bersaglio dei terroristi islamici e dei capiclan, ma, con un governo islamico che
ottiene maggiore influenza, anche le
autorità statali finiscono per perseguitare i cristiani.
Fonti della persecuzione
La maggioranza della popolazione in
Somalia è musulmana, e si suppone
che nessuno sia cristiano. Inoltre i leader religiosi islamici dichiarano pubblicamente che non c’è posto per il cristianesimo, i cristiani e le chiese in
Somalia. Questa visione è categoricamente espressa nella costituzione e in
altre leggi del Somaliland, della Somalia e del Puntland, dove all’islam è concesso lo status di religione di stato, e il
cristianesimo è estromesso dalla vita
pubblica. Oltretutto Al-Shabaab, un
gruppo terrorista islamico, che agisce
al di fuori del controllo dello stato, sottoscrive la dottrina wahhabita e vuole
la sharia come base che regoli ogni
aspetto di vita nel paese (politico, sociale ed economico), usando la sua pre-
senza in varie parti del paese per radicalizzare le comunità a spese del cristianesimo in generale e dei singoli credenti in particolare. All’interno di
questo processo, Al-Shabaab non è una
minaccia solo per i pochi cristiani, ma
anche per la popolazione musulmana
in generale. Terroristi stranieri nel paese hanno reso la situazione dei cristiani persino peggiore. L’estremismo islamico non è limitato ai soli militanti. I
cristiani affrontano persecuzioni serie
anche dalla famiglia estesa e dalla comunità.
La situazione
In Somalia, l’islam era già fermamente
stabilito prima dell’arrivo del cristianesimo. Fin dagli interventi coloniali dell’Italia e della Gran Bretagna, una forte
resistenza è scattata contro la cristianità occidentale.
Il fattore relativamente nuovo, è l’islam
radicale. Dalla caduta di Ziad Barre nel
1991, la Somalia è diventata un rifugio
sicuro per il radicalismo islamico. Questo è diventato più aggressivo e intolle-
I cristiani vengono sempre considerati cittadini di seconda classe
Sudan: chi si converte
è condannato a morte
S
esto nella WWL, il Sudan ha sempre avuto molto ben radicato nella propria società l’Islam, comprese le tendenze radicali. Questo si traduce in
pressioni e violenza contro i cristiani che vivono nel Paese. La stragrande
maggioranza della popolazione in Sudan è musulmana per lo più sunnita, ma ci sono anche comunità sciite: la sharia è il fondamento del sistema giuridico. L’apostasia è criminalizzata, punibile con la pena di morte ed inoltre, si
utilizzano le leggi sulla blasfemia a livello nazionale per perseguitare i cristiani,
soprattutto quelli convertiti da un background musulmano.
La situazione
Come dicevamo, l’islam è profondamente radicato nella società sudanese. Paradossalmente, anche se ha preceduto l’islam in Sudan di centinaia
di anni, il cristianesimo è percepito
come estraneo alla cultura sudanese.
La secessione del Sud Sudan non ha
risolto i problemi dei cristiani (soprattutto neri africani), dato che un
numero significativo di cristiani vive
ancora nella parte meridionale del
Sudan (monti Nuba). Nel perseguimento della sua politica di arabizzazione e islamizzazione, il presidente
Al-Bashir ha continuato a mettere
grande pressione sui cristiani neri rimasti in Sudan, in particolare nel
Sud Kordofan e nello stato del Nilo Blu.
La vita quotidiana
Alcuni fattori hanno contribuito al progressivo peggioramento della vita dei
cristiani sudanesi.
Il primo fattore è la fuga dei cristiani dal
Sudan al Sud Sudan, che lasciano uno
Stato dominato dalla maggioranza musulmana. Il secondo fattore riguarda gli
sforzi del presidente del Sudan, Al-Bashir, e dei suoi collaboratori, per mantenere la sua posizione di potere nel Paese.
Il terzo fattore riguarda un aumento di
tendenze radicali islamiche nella società del Sudan.
Il quarto fattore è il conflitto nel Sud
Il cristianesimo
è percepito
come estraneo
alla cultura sudanese
Kordofan tra il governo sudanese e il
SPLM-N. Inoltre, ciò che aggrava la situazione è l’utilizzo che il presidente AlBashir fa dell’ascesa dell’islam radicale
per mantenere la sua base di potere.
I cristiani, considerati sempre cittadini
di seconda classe, nel Paese affrontano
la persecuzione anche nella vita privata.
La legge punisce la conversione dall’islam ad un’altra religione con la morte; quindi, non c’è spazio per nessuno di
esprimere la propria fede in qualsiasi
forma.
La vita della Chiesa è molto limitata e le
forze di sicurezza possono interrompere
eventuali incontri cristiani di culto/preghiera e persino confiscare Bibbie, documenti e computer.
rante verso i cristiani nel paese. I cristiani in Somalia non sopravvivrebbero
a una Kangaroo Court (o tribunale locale). Non avrebbero nemmeno la possibilità di essere spediti in un campo di
lavoro. Un semplice sospetto porta infatti alla decapitazione pubblica.
Attualmente la Somalia è sostanzialmente rimasta solo con credenti ex
musulmani, dato che la stretta e il tormento del paese ha portato a una totale migrazione dei cristiani stranieri.
Nella storia molto recente del paese, gli
ex musulmani convertiti al cristianesimo (o quelli accusati di esserlo) sono
stati uccisi sul posto quando sono stati
scoperti. Di conseguenza i cristiani devono fare tutto il possibile per mantenere segreta la loro fede.
Sfere della vita
In Somalia ormai i cristiani non possono vivere come tali. Devono nascondere la loro conversione a Cristo non solo
alla loro famiglia estesa e ai membri del
clan, ma anche ai membri della loro famiglia ristretta. La famiglia allargata e
la famiglia in sé non solo non sono favorevoli al cristianesimo, ma hanno anche paura di essere sospettati di essersi convertiti. Non possono possedere
materiali cristiani e la Bibbia perché
potrebbero esporli al pericolo.
Celebrare matrimoni cristiani o feste
cristiane in famiglia è diventato impossibile. I bambini cristiani devono seguire corsi obbligatori alla madrasa o
in classi islamiche.
I cristiani somali, poi, devono mantenere nascosta la loro religione per poter
avere accesso alle necessità basilari
quali servizi sociali e istruzione. C’è anche un abbigliamento islamico a cui i
cristiani devono attenersi.
La vita di chiesa è contenuta e deve rimanere per evitare di subire violenze
da parte degli stessi familiari, del clan,
delle autorità e delle milizie.
✎Preghiera per l’Africa
O Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa,
grazie a Te, nel giorno dell’Annunciazione,
all’alba dei tempi nuovi,
tutto il genere umano con le sue culture
s’è rallegrato di scoprirsi capace del Vangelo.
Il popolo di Dio a Te si rivolge
e insieme con Te implora:
l’effusione dello Spirito Santo
faccia delle culture africane
luoghi di comunione nella diversità,
trasformando gli abitanti
di questo grande continente
in figli generosi della Chiesa,
che è Famiglia del Padre, Fraternità del Figlio,
germe e inizio in terra di quel Regno eterno
che avrà la sua pienezza
nella Città il cui costruttore è Dio:
Città di giustizia, di amore e di pace.
Proteggi i tuoi figli
ingiustamente perseguitati per la fede in Gesù;
intercedi per le fanciulle
rapite per essere violate,
per i bambini costretti a combattere,
per le madri ed i giovani costretti a fuggire
per la miseria, la violenza, la persecuzione.
Salva i tanti giovani e ragazzi nel deserto,
nei campi di raccolta e nel mar Mediterraneo,
migranti alla ricerca di pace e di prosperità.
Intenerisci i cuori nostri
e quelli di tutti i violenti.
Prega per la pace e la salvezza
dell’amata Africa.
Amen.
(Libero adattamento dall’esortazione
apostolica post-sinodale
Ecclesia in Africa, 1995)
Speciale
Sabato, 9 maggio 2015
5
Oltre 4000 morti per lo più cristiani nel 2014
Nigeria: la violenza
di Boko Haram
negli Stati della Sharia
L
a situazione dei cristiani in
"Il califfato si è esteso, almeno
Nigeria, particolarmente nelterritorialmente, disseminado
le regioni del nord, si è deteriorata drammaticamente
migliaia di vittime che sono
nel corso del 2014 ed oggi il Paese si
per la maggior parte cristiani
trova alla posizione numero 10 della
WWL 2015. Il governo continua a ese una mutua sfiducia fra cristiani
sere inefficace nel contenimento
e musulmani in tutto il Paese"
della setta Boko Haram che semina
violenza e terrore senza tregua. Gli
effetti della legge islamica sono visibili nella vita di mol- la Nigeria settentrionale, la configurazione della perseti cristiani nei 12 stati del nord già sottoposti alla sha- cuzione è molto più complicata che il solo uccidere e ferire cristiani (e musulmani moderati) da parte del grupria.
Mentre i media mondiali sono concentrati sulla violen- po islamico terrorista. Ciò è particolarmente vero nei 12
za con cui lo Stato Islamico IS opprime il Medio Orien- Stati della sharia dove i governi locali e i gruppi sociali
te, Boko Haram ha proclamato un califfato simile e se permettono ai cristiani pochissimo spazio vitale.
possibile anche peggiore nella città di Gwoza nel nord Boko Haram utilizzando la retorica dell’islam politico
della Nigeria, esteso a tutto lo stato di Borno e a parte ha dichiarato il califfato islamico di Gwoza, stato di Bordello stato di Adamawa. Boko Haram è colpevole di no nell’agosto 2014. Il califfato si è esteso, almeno terquasi 4.000 morti nel 2014, dei quali probabilmente la ritorialmente, disseminado migliaia di vittime che sono per la maggior parte cristiani e una mutua sfiducia
maggior parte sono cristiani.
A ciò va aggiunta anche la pressione anticristiana di fra cristiani e musulmani nell’intera regione, per non
dire in tutto il Paese.
gruppi di allevatori musulmani Hausa-Fulani.
Fonti di persecuzione
Contesto
Sebbene il gruppo islamico terrorista Boko Haram sia
più spesso associato alla persecuzione dei cristiani nel-
La persecuzione dei cristiani da parte dell’estremismo
islamico non si estende a tutta la Nigeria.
Il nord (19 stati e il territorio federale della capitale Abuja) è prevalentemente musulmano e gli Stati a maggioranza cristiana costituiscono la cintura nel mezzo di cui
però ampie zone sono diventate parte degli Stati della
sharia. Il sud (17 stati) è prevalentemente cristiano, ma
il sud-ovest (Yoruba) ha una vasta popolazione musulmana.
Sfere della vita
Nei 12 stati della Sharia, i cristiani non possono seppellire i loro morti nei cimiteri pubblici. Nella scuola
pubblica i bambini cristiani sono obbligati a partecipare alle lezioni sull’islam. Le comunità cristiane sono
ampiamente trascurate dal governo. I cristiani qualificati per ottenere impiego spesso non vi possono accedere, ad altri viene chiesto di rinunciare alla loro fede
cristiana poter lavorare.
Dalla caduta di Gheddafi gli islamici radicali hanno acquisito maggior sostegno
Libia: tutti sono "sunniti", per definizione
A
l 13° posto nella WWList del 2015,
in Libia è il Paese del Nord Africa
dove peggiore è la condizione dei
cristiani.
In un contesto di persistente anarchia e assenza dello stato di diritto, i cristiani - sia i
cittadini che gli stranieri - sono nella morsa dei gruppi religiosi fanatici e delle bande criminali.
Fonti della persecuzione
L’estremismo islamico: si manifesta in modi diversi. Agisce attraverso una cultura che
è profondamente islamica, nella quale chi si
converte al cristianesimo affronta enormi
pressioni da parte dei familiari e della comunità. Dalla caduta di Gheddafi, una varietà di gruppi islamici radicali, tra cui i salafiti jihadisti e altri, hanno inoltre campo
libero nel Paese e hanno acquisito un maggiore sostegno.
Contesto
Importare Bibbie in arabo rimane severamente vietato e questo impedisce la crescita
della Chiesa indigena: il proselitismo di
musulmani e l’attività missionaria sono ufficialmente vietati. A causa dell’oppressione
causata dall’intolleranza della società e dei
parenti, i cristiani libici difficilmente osano
informare gli altri della loro fede. Gli islamisti in Libia sono diventati così radicali
che anche i sufi vengono perseguitati.
Il governo sostiene che tutti i cittadini siano
sunniti per definizione. Questa imposizione
si unisce ad ampi divieti di qualsiasi tipo di
associazione politica indipendente, impedendo ai cittadini di identificarsi come
membri di un gruppo religioso o politico.
In Libia sono presenti due tipi di cristianesimo: un piccolo gruppo di cittadini libici
(che sono tutti convertiti dall’islam) e immigrati stranieri, la maggior parte dei quali provenienti dall’Africa sub-sahariana e
alcuni dall’Egitto.
I cittadini libici cristiani mantengono segreta la loro fede. Le chiese per libici sono
vietate e la conversione dall’islam comporta pressione sociale.
I lavoratori immigrati cristiani hanno la
possibilità di avere le loro chiese, ma i libici
non possono entrarci.
Nel corso del 2014, sono aumentati gli episodi di violenza subita sia dai cristiani libici che dagli stranieri. Almeno 12 cristiani sono stati uccisi (tra loro 5 egiziani e 1
filippino). Inoltre, durante uno dei disordini a Tripoli, due chiese sono state gravemente danneggiate.
Un Paese dove sino poco tempo fa i cristiani ed i musulmani sembravano convivere pacificamente
Kenya: il nuovo focolaio dell’estremismo islamico
P
ur avendop l’80% della popolazione
cristiana, il Kenya si colloca alla 19^
posizione nel WWL 2015. Il livello di
violenza per motivi legati alla fede è
aumentato nelle zone di Nairobi, nel Nordest del paese e nelle regioni costiere, e la
morsa della persecuzione in differenti
aspetti della vita dei cristiani si è intensificata nella maggior parte del paese.
Fonti di persecuzione
L’estremismo islamico è la principale fonte
di persecuzione nel paese. Dal 10 al 15% della popolazione Keniota è musulmana, per lo più sunnita, mentre meno del 10% è sciita. I kenioti musulmani tendono a vedere una relazione tra politica e religione, e tra loro circa i due terzi vorrebbero che la Sharia venisse integrata alla legislazione nazionale. La
popolazione musulmana, collocata principalmente sulle aree costiere ma sparsa anche in altre parti del paese, ha iniziato a reagire a quella che è avvertita come una limitazione della libertà della società keniota.
Un’altra fonte emergente di persecuzione
in Kenya è quella dell’antagonismo tribale.
Il paese ospita più di quaranta tribù differenti: soprattutto nella zona nordorientale
del paese l’estremismo islamico e l’antagonismo tribale siano strettamente intrecciati fra loro: in questo contesto, la persecuzione si scatena principalmente quando un
membro di una tribù si converte a Cristo.
Un altro elemento da considerare per capire le dinamiche di persecuzione in Kenya è
il ruolo che la religione gioca nel paese. Fino ai tempi recenti, il Kenya non aveva alle proprie spalle una storia di conflitti interreligiosi e inoltre, cristiani e musulmani
sembravano convivere in un clima di relativa pace. Nel 2014 c’è stato un drammatico cambiamento, che ha visto in particolare le aree nordorientali e quelle costiere
divenire punti caldi dell’estremismo isla-
mico, a seguito di numerosi episodi di violenza legata a motivi religiosi.
Inoltre, il Kenya è militarmente coinvolto
in Somalia e ospita un alto numero di rifugiati provenienti da diversi paesi vicini, inclusi quelli somali, che vengono usati dagli
estremisti per radicalizzare l’islam all’interno della popolazione keniota.
In questo clima i credenti kenioti si sentono confusi, e che in alcune chiese si installano dei metal detector per paura di attacchi suicida, o si pagano dei poliziotti per
restare di guardia durante i culti. In questo
clima di insicurezza, la presenza dei fedeli
alle funzioni di chiesa è in diminuzione,
non solo perché i credenti temono degli attacchi, ma anche perché gli estremisti stessi li minacciano affinché non si rechino ai
culti. Questo accade, in parte, anche a Nairobi e in altri centri urbani.
6
Società
Sabato, 9 maggio 2015
A sei anni dal devastante terremoto che colpì l’Abruzzo nell’aprile 2009,
il tempo della ricostruzione pare ancora decisamente lontano per L’Aquila
"Io, aquilano sismoleso"
A
ngelo De Nicola è una
delle anime che ha
raccontato, vivendolo
in prima persona, il
devastante terremoto de
L’Aquila in quell’aprile del
2009. Un collega, giornalista
professionista dal 1991, ha iniziato a collaborare a 15 anni
con "Il Messaggero", nella cui
redazione aquilana ha svolto la
sua trentennale esperienza.
Angelo quella notte si trovava
nella sua casa a L’Aquila e già
dalle prime ore del mattino nonostante l’angoscia, nonostante una città distrutta - riprendeva servizio nella sua redazione, per raccontare quello
che stava succedendo, per aiutare anche lui la sua città e i
suoi cittadini. Dal racconto di
quei giorni è nato il libro "Il
nostro terremoto", quasi un
diario per "fissare le emozioni.
Le fortissime emozioni di
quella maledetta notte ma anche dei tragici giorni successivi, quando lo sbandamento è
stato più forte di quelle scosse
a ripetizione dopo l’ululato
dell’orco alle 3 e 32". Lo abbiamo incontrato durante il convegno della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici,
svolto proprio a L’Aquila, e da
lui ci siamo fatti raccontare le
"sensazioni" di quella lunga
notte e, a distanza di sei anni,
cosa rimane della sua città.
Angelo, sfogliando il tuo sito, quando presenti il tuo
lavoro "Il nostro terremoto", parli spesso di emozioni. Emozioni sicuramente
amare. Quali sono- a distanza di sei anni- i tuoi ricordi di quei primissimi
giorni? Una cosa che ha
molto toccato tutti nel corso della nostra visita in città, è stato il silenzio e l’odore di calce e polvere. Quali
quindi anche i tuoi ricordi
"sensoriali" di quei giorni
(certamente diversi da
quelli provati da noi)?
Ogni notte, prima di addormentarmi, il mio ultimo pensiero va a quella notte. Ed è un
accavallarsi di ricordi, di rumori (quel rombo che si "ricaricava"), di odori (quello del
gas che di attanagliava la gola), di colori (quello del sangue), di sensazioni (terrore,
gioia, strazio, speranza). Tutte
le notti. Sono un malato di terremoto. Lavoro, soffro, gioisco,
parto, ritorno, spero, pago, impreco, faccio il tifo per l’Inter,
vado allo stadio per vedere
L’Aquila Calcio, mi arrabbio
per le sconfitte dell’Italia di
rugby al 6 Nazioni, vado a
sciare e ogni tanto a prendere
una pizza con gli amici, mi indigno spesso davanti alla Tv...
una vita normale, come tanti,
come prima. Sono tornato alla
normalità (o quasi) di una
bella casetta nella frazione di
Pagliare di Sassa. Eppure non
va. Sono malato dentro. Sono,
come tantissimi aquilani, un
"sismoleso". Mia figlia Camilla, che il 6 aprile aveva 12 anni, ancora oggi che ne ha 18
dorme sempre con le calze infilate come se dovesse essere
"Quei ventidue
maledetti secondi
hanno distrutto,
soprattutto,
l’identità secolare
di un popolo"
pronta a scappare, se dovesse
servire, senza ferirsi i piedi su
spine di macerie come accadde quella notte. Camilla non
vuole che si chiuda la porta di
casa a chiave, quella porta che
quella maledetta notte non
voleva saperne di aprirsi, compressa dalla mano dell’orco
affamato di morte che ci ha lasciati vivi non senza prima divertirsi a guardarci negli occhi
per interminabili minuti.
Emozioni.
Durante il Convegno hai
raccontato di aver preso
servizio già dalle prime ore
dopo la scossa, "perché era
quello che io sapevo fare".
Quanto è stato importante
per te raccontare quello che
stava succedendo, mettere
"nero su bianco" emozioni
e cronaca?
Il lavoro come dovere civico
ma anche come terapia. Pur
ferito- non gravemente: uno
squarcio sul capo ed uno sul
volto, un braccio ammostatosotto un crollo nella mia abitazione, una volta curato e
medicato all’ospedale di Pescara nel tardo pomeriggio di
quel maledetto 6 aprile, ed
una volta messa al sicuro la
mia famiglia nella casetta delle vacanze a Francavilla al
Mare, lì a due passi, ho ritenuto che la cosa più sensata da
fare fosse quella di mettermi
subito a disposizione della redazione del mio giornale, Il
Messaggero, nel capoluogo
adriatico, come penso debbano fare in questi casi i medici,
gli ingegneri, gli operai, ecc. In
quel momento, ho pensato,
ognuno doveva fare quello che
sapeva fare. Così, quella sera
stessa, è nato il drammatico
articolo che è, poi, diventato
l’incipit del mio libro. Nei giorni successivi, mi sono tuffato
nel lavoro per cercare di lenire
le "ferite" dentro. E lavorare
mi ha fatto bene: la depressione, in questi casi è dietro l’angolo.
Guardando ora la città, com’è cambiato il suo tessuto
sociale? Oltre alla perdita
della casa, del luogo di lavoro, con quali altri problemi
hanno dovuto fare i conti gli
aquilani?
Quei ventidue maledetti secondi hanno distrutto, soprattutto, l’identità di un popolo,
gli aquilani, da secoli abbarbicati più psicologicamente
che economicamente (1.300
attività) e socialmente (12mila, sul totale di 70mila, residenti nel perimetro delle mura
antiche), attorno al loro centro storico, ai suoi vicoli, ai
suoi profumi, ai suoi silenzi,
alle sue antiche pietre bianche
di palazzi e chiese. Il sesto centro storico in Italia- e, dunque,
al mondo- per numero di monumenti importanti. Quel
centro storico non c’è più e difficilmente risorgerà in tempi
brevi visto che, secondo le primissime stime, occorrono 300
milioni di euro soltanto per i
46 monumenti principali, i
"gioielli" si direbbe, la cui lista
non comprende, ad esempio,
tantissime chiese e monasteri
nè palazzi gentilizi che pullulano nel cuore della città.
L’Aquila sarà ricostruita, ma
se non dovesse rinascere il suo
centro storico, che ne è l’acropoli, la madre di una città e di
tutto un territorio, "L’Aquila
non sarà".
Una cosa che ci ha colpiti è
stato rendersi conto che i
ragazzi che ora hanno una
decina di anni non hanno
praticamente mai cono-
sciuto la loro città... hai
avuto modo di confrontarti
con loro o con i loro genitori? Come vivono questo fattore?
Gli studenti adolescenti sono
stati decisivi, nell’immediato
post sisma: sono stati loro che,
scegliendo in maniera determinata di voler tornare a
scuola all’Aquila in quel settembre del 2009, hanno portato lo stendardo del rientro delle loro famiglie in una città
che rischiava, in quel momento di snodo, di restare fantasma. Se in quell’avvio di anno
scolastico non si fosse fatto il
"miracolo" di realizzare, in
tempi record, i "Musp" (costruzioni scolastiche modulari provvisorie), oggi staremmo
raccontando tutta un’altra
storia visto che a sei anni dal 6
aprile nessuna delle tante
scuole pubbliche danneggiate
sono state riparate o ricostruite nè si vede l’avvio di un qualche progetto per avviarne il recupero Quei ragazzi che,
invece, non erano nell’adolescenza, non hanno conosciuto
L’Aquila, lo struscio sotto i Portici, gli odori, i sapori, la luce
abbacinante del sole che si rifrange sui palazzi di pietra
bianca. Pensano che L’Aquila
sia il centro commerciale che,
inevitabilmente, oggi frequentano per poter socializzare. Si
salteranno intere generazioni
di aquilani. Un altro costo, altissimo, della tragedia. E i genitori, presi da una vita che
anche per loro non ha più le
certezze anche civiche di un
tempo, appaiono sfiduciati.
Recuperare la memoria appare, perciò, un dovere. E non è
un’operazione nostalgia. Ma
un’operazione verità.
Per concludere: purtroppo
abbiamo visto che il lavoro
da fare per far "risorgere"
L’Aquila è ancora molto;
quali sono, da cittadino
aquilano, le tue speranze
per il futuro di questa città e
"I ragazzi che
allora non erano
nell’adolescenza,
non hanno potuto
conoscere
L’Aquila"
dei tanti giovani che qui
hanno scelto di continuare
a vivere e studiare?
Ricostruire L’Aquila, L’Aquila
quella vera, è una sfida enorme. Dopo il devastante terremoto del 1703, gli aquilani la
vinsero. La mia speranza è che,
anche stavolta, ce la facciamo.
Lo dobbiamo a gli sforzi che
fecero quegli uomini e quelle
donne nel Settecento, quando
non c’era certo la crisi economica che attanaglia il pianeta
oggi ma nemmeno le tecnologie di cui oggi disponiamo.
L’Aquila è patrimonio dell’umanità. Ce la deve fare. Ce
la dobbiamo fare. Ma per farcela gli aquilani devono tornare a sentirsi Aquilani. Prendo a prestito le parole del
saggio, contenuto nel mio libro, dell’avvocato Attilio Cecchini, autorità morale cittadina: "Ma l’Aquilanitas non
demorde, malgrado tutto
quello che produce ’desinit in
piscem’. Dissacrante, permalosa, anticonformista, trasgressiva, trasversale, controversa,
anacronistica, essa continuerà a spruzzare adrenalina e
veleno negli ingranaggi della
futura rinascita, perché della
polis è la radice più profonda.
Questa è la nostra divisa da
755 anni, la cifra esistenziale
di una comunità unica al
mondo, rissosa e campanilista
in tempi sia di vacche grasse
che di miseria, libertaria ed
anarchica secondo l’omaggio
che le rese Niccolò Machiavelli, irriducibile come purtroppo constatò a sue spese Braccio da Montone".
a cura di Selina Trevisan
Chiesa
Sabato, 9 maggio 2015
Annuale incontro delle Zelatrici con il vescovo Carlo
7
Agenda
■ Mercoledì 13
AdP a Monte Grisa
L’Apostolato della Preghiera diocesano
organizza l’annuale pellegrinaggio in
pullmann con i gruppi regionali dell’AdP
mercoledì 13 maggio al Santuario di Maria
Madre e Regina a Monte Grisa (TS).
Partenza alle 14 da Lucinico e fermate a
Gradisca d’Isonzo, Ronchi dei Legionari,
Monfalcone. Alle 15.30 recita del santo
rosario, alle 16 s. messa e solenne
benedizione con il Vescovo di Trieste
Mons. Crepaldi. Per informazioni ed
iscrizioni chiamare ai numeri
328/2645873, 339/8607859 oppure
333/1070689.
■ In memoria
Gasparina Basso
nella Casa del Padre
In preghiera per le vocazioni
N
ella giornata del Buon Pastore,
ingrati che, essendosi appropriati
nell’Antico Testamento non ha saputo
domenica 26 aprile, come
della vigna, uccidono tutti coloro che
sempre prendersi cura del suo gregge
Zelatrici del Seminario della
ne vengono a reclamare il raccolto.
e lo ha lasciato in preda ai lupi. Nel
diocesi di Gorizia ci siamo
Alla fine uccidono persino il figlio del
Nuovo testamento egli è colui che si
strette attorno all’Arcivescovo Carlo
padrone.
carica sulle spalle la pecorella
per un momento di preghiera e di
Ebbene Gesù, nell’ultima cena, rivela
smarrita. Ebbene Gesù, sulla croce, si
agape fraterna. L’incontro,
di essere Lui stesso la vera vite, si
fa Agnello in un totale dono di sé. Da
particolarmente partecipato, si è
immedesima nella vigna perché possa
Lui il sostegno e la forza per essere veri
svolto presso la comunità sacerdotale
portare frutti in abbondanza.
cristiani. Concludendo, mons. Carlo,
di Gorizia.
Un’altra immagine è quella del pane:
ha ricordato a tutti che l’impegno a
Oltre a don Nicola e ad Angela,
nel deserto gli israeliti sono nutriti di
sostenere economicamente il
rispettivamente assistente e
manna, Gesù stesso moltiplica il pane
Seminario Interdiocesano di
coordinatrice del gruppo, era presente
per sfamare la moltitudine.
Castellerio è sempre uguale per la
anche il seminarista goriziano Diego
Nell’ultima cena rivela che Lui è il
nostra diocesi, che siano o meno
che ci ha reso partecipi della sua
pane spezzato per tutti, entra a far
presenti seminaristi provenienti dalle
quotidianità fatta di studio, di
parte integrante della nostra vita.
nostre comunità. Ci sono poi famiglie
preghiera e servizio, anche se non
Terza immagine il Buon Pastore, che
che non possono permettersi di
mancano momenti ludici.
mantenere un figlio in
L’Arcivescovo ci ha
seminario, o famiglie che
ringraziato per il
ostacolano la vocazione,
perseverante impegno
togliendo qualsiasi aiuto
profuso nelle nostre
economico al figlio. Tutto
a domenica del Buon Pastore è anche, tradizionalmente,
comunità, nel mantenere
questo deve far riflettere e
l’occasione in cui le Zelatrici consegnano nelle mani dell’arsempre viva la preghiera
deve essere segno nelle
civescovo le offe te per il Seminarioi. Pubbliciamo di seguiper le vocazioni sacerdotali
nostre comunità.
to l’elenco.
e di speciale consacrazione.
Sono state ricordate, nella
Aquileia 460,00; Begliano 527,00; Campolongo 170,00; Capriva
Ci ha poi donato tre spunti
preghiera, le zelatrici che
del Friuli 500,00; Cervignano del Friuli 40,00; Cormons 1.300,00;
di riflessione, di come Gesù
stanno vivendo la prova
Farra d’Isonzo 370,00; Gorizia Cattedrale 625,00; Gorizia Lucinico
si fa vivo in noi. Ha preso ad
della sofferenza nella
740,00; Gorizia S. Anna 555,00; Gorizia S. Ignazio 670,00; Gorizia
esempio la vigna, che
malattia. L’arrivederci è
S. Rocco 1.000,00; Gradisca Duomo 620,00; Grado 500,00;
nell’Antico Testamento è
all’incontro del 15 maggio
Mariano: 500,00; Monfalcone Duomo 420,00; Moraro 240,00;
identificata nel popolo
dove, nel pomeriggio,
Mossa 695,00; Pieris 520,00; Romans d’Isonzo 260,00; Ronchi
ebraico, ed è vista come
raggiungeremo Castellerio
Maria Madre 200,00; Ronchi Vermegliano 400,00; S. Lorenzo
ingrata nei confronti
per vivere un momento
Isontino 260,00; S. Pier d’Isonzo 250,00; S. Vito al Torre 250,00;
dell’agricoltore che la cura
fraterno e di preghiera con i
Sistiana 250,00; Staranzano 105,00; Villaggio del Pescatore
amorevolmente, perché dà
seminaristi che
300,00; Villesse 850,00; Offe te libere 283,00.
frutti acerbi. Nel Nuovo
attualmente sono ben
Il totale della raccolta per il Seminario è di euro 13.860,00.
Testamento si parla
ventotto.
addirittura di vignaioli
Barbara Bertin
L’offerta per il seminario
L
Redipuglia
In cammino verso il Risorto
SI È SVOLTA GIOVEDÌ 30 APRILE A REDIPUGLIA LA VIA LUCIS, IL
CAMMINO CHE PORTA AD INCONTRARSI COL RISORTO. A PARTIRE DAL
SALUTO CHE IL RISORTO RIVOLGE AI DISCEPOLI "PACE A VOI", I
GIOVANI PRESENTI HANNO RIPERCORSO ALCUNI TESTI DELLA
SCRITTURA CHE PARLANO DI PACE E DI CUI IL VESCOVO CARLO AVEVA
PARLATO NELLA SUA LETTERA "EGLI È LA NOSTRA PACE". AD OGNI
TAPPA È STATA PROPOSTA ANCHE UNA PICCOLA ESPERIENZA:
PREGARE PER UNO DEI SOLDATI CUSTODITI NEL CIMITERO DI
REDIPUGLIA, SCRIVERE UN MESSAGGIO DI PACE, PENSARE A QUALI
DIVISIONI RICOMPORRE. LA PREGHIERA SI È CONCLUSA NELLA
CAPPELLA DEL SACRARIO CON UN MOMENTO DI ADORAZIONE E LA
RIFLESSIONE PIÙ ARTICOLATA DEL VESCOVO CARLO.
✎ L’EDITORIALE |
dalla prima
Volevo citare a questo
proposito un passaggio
dell’intervento del vescovo Carlo
nell’incontro avvenuto lo scorso
Natale con gli amministratori
pubblici: "Le emozioni e gli
umori della gente sono
determinanti per decidere la pace
o il conflitto. Chi ha autorità deve
sapere interpretarli, ma anche
gestirli ed evitare la tentazione di
cavalcarli per i propri interessi o
per quelli della sua parte. Le
emozioni e le passioni non sono
necessariamente qualcosa di
negativo. (…) Ci vuole però molta
lucidità, molta forza e serenità
interiore, per non lasciarsi
travolgere e condizionare dalle
passioni e dalle emozioni proprie
e degli altri, in particolare per
non cadere in tranelli e ricatti. E
ci vuole molto controllo di sé,
molto disinteresse e molta
Lunedì 27 aprile ha concluso il suo
pellegrinaggio terreno, assistita e
accompagnata con straordinario amore
da tutti i suoi familiari, Gasparina Basso,
di anni 104, mamma di Monsignor Liberio
Andreatta. Le esequie sono state
presiedute da Sua Eminenza il Card.
Agostino Vallini,
Vicario Generale di Sua
Santità per la Diocesi
di Roma, venerdì 1°
maggio nella Chiesa
Parrocchiale di Fietta
di Paderno del Grappa
(TV). Mamma e nonna
Gasparina riposa ora nella nuova Cappella
del Cristo Risorto nel Cimitero di Fietta
del Grappa.
A mons. Andreatta la vicinanza nel
ricordo e nella preghiera anche da parte
della redazione di Voce Isontina.
■ Zelatrici
Intenzioni di maggio
- Perché i credenti affidino og
ingiustizia e soffe enza alla misericordia
del Signore, giocando così la libertà di
figli di Dio nel diventare suoi preziosi e
particolari collaboratori nella salvezza
dell’umanità.
- Preghiamo per i cristiani perseguitati nel
mondo. Invochiamo lo Spirito Santo
perché li sostenga e conforti nelle tante
prove alle quali sono sottoposti. Fa, o
Signore, che tutti noi partecipiamo alle
loro soffe enze, oltre che con la
preghiera, anche con aiuti concreti.
- Perché nessuno, né soprattutto i giovani
si allontanino dalla Chiesa, ma
nonostante i loro dubbi, incertezze e
delusioni, attendano fiduciosi la Parola
del Signore per loro, così da poter
riconoscere nel Cristo morto e risorto il
loro Signore e il loro Dio.
di don Paolo Zuttion (*)
A me interessa!
lungimiranza per non cadere
nella tentazione di sfruttare le
emozioni della gente. Quella più
facile da sfruttare, ma anche la
più pericolosa verso la pace, è la
"paura". (...). Per esempio, la
paura del diverso, dello straniero
che diventa l’uomo nero che ci
faceva spaventare da piccoli
quando la mamma spegneva la
luce dopo averci messo a letto.
Sfruttare questa paura della
gente - che ha anche fondamenti
oggettivi, non lo nego (e non
propongo alcun buonismo o
irenismo..) - può portare, a breve,
consensi e forse voti, ma, alla
lunga, mina gravemente la
possibilità di una convivenza
serena".
Anche la comunità cristiana è
chiamata a confrontarsi con
questo fenomeno partendo dalla
Parola di Dio e da quanto
Papa Francesco continua
a ribadire rispetto
all’accoglienza (una delle tre
priorità indicate dal Papa alla
Chiesa italiana in questo tempo
insieme alla famiglia ed al
problema dei disoccupati).
Purtroppo sento crescer nelle
nostre comunità atteggiamenti
xenofobi, di chiusura di non
accoglienza che nulla hanno a
che vedere con il Vangelo.
Per questo voglio concludere
ringraziando la signora che
definirei "della tenerezza",
perchè non ha girato la testa
dall’altra parte ma ha affermato
con i suoi gesti e con le sue
parole "a me interessa ogni
ragazzo che viene qui; io ne sono
il custode".
Ed è questo che fonda il nostro
vivere assieme altrimenti ci sarà
solo il nulla.
(*) direttore Caritas diocesana
8
Chiesa Locale
Sabato, 9 maggio 2015
VI^ domenica di Pasqua
I
l brano offerto dalla Liturgia di questa sesta domenica
di Pasqua è ripreso nuovamente dal Vangelo di Giovanni ed è in continuazione con
quello della metafora della vite
presentato domenica scorsa. La
fecondità dei tralci viene dall’essere collegati a lui o dal rimanere, "dimorare", in Lui. O meglio.
Questa "seconda parte" ci invita
a rimanere in Cristo perché solo
così la nostra gioia sarà piena,
abbondante. Il portare frutto inizia da noi.
Il verbo "rimanere", infatti, è
usato più volte nel Vangelo d’oggi ed esprime continuità e profondità di rapporto contro la
tendenza alla superficialità,
emotività o all’usa e getta così
prevalente nei rapporti oggi. Dice Silvano Fausti: "la parola dimorare, cara a Giovanni, richiama relazioni, affetti, amore.
L’uomo dimora dove ha il cuore:
abita dove ama, è di casa in colui che ama. In Gesù, Figlio
✎ LA PAROLA DELLA DOMENICA |
di mons. Paolo Nutarelli
Dimorare nel Signore
dell’uomo e Figlio di Dio, anche
noi siamo figli, rivolti verso il seno del Padre. L’unione con Dio
non è vago affetto, una speculazione esoterica o un’illuminazione intellettuale: è vita concreta,
spesa nell’amore per i fratelli.
L’amore si prova coi fatti più che
con i sentimenti e le parole… Dimorare nel suo amore ci rende figli di Dio, ci rende capaci di portare frutto, di amare i fratelli con
lo stesso amore."
Solo rimanendo in Lui, innestati
"come il tralcio nella vite" potremo osservare i suoi comandamenti che possiamo tradurli come il cercare di mettere in
pratica la Parola, la Parola di
Gesù.
Nel brano di oggi, il discorso si
svolge come in un catena di
espressioni che si richiamano e si
specificano sempre di più. Ecco
allora che da rimanere si passa
all’osservare/vivere la Parola che
ci porta a sperimentare la bellezza dell’essere amico di Gesù, a
conoscere il senso profondo della
sua missione ed il significato
della sua vita.
Ecco, allora, che la parola chiave
del discorso è il "come": come io
ho amato voi, così anche voi
amatevi gli uni gli altri… È perché ho fatto esperienza di Gesù
che mi accoglie, che trovo la forza di amare gli altri gratis… fare
dell’altro un valore così grande
da dare la vita per lui.
La parola "amore", così banalizzata nella nostra cultura contemporanea, viene rivista in forma concreta: amare è dare la
vita senza se e senza ma.
Ma questo per noi è possibile?
È sufficiente un po’ di onestà per
dire che non ne siamo capaci da
soli, ma sarebbe un segno di
grande sfiducia nei confronti di
Dio dire che è impossibile. Vorrebbe dire dare del crudele a Gesù che ci ha comandato di amarci gli uni gli altri come egli ha
amato noi; oppure anche del fallito, dal momento che ha dato la
sua vita per questo; oppure infi-
Sabato 23 maggio a Gradisca
Dall’agenda dell’arcivescovo
Vegliare a Pentecoste
perchè "Servono
ponti, non muri"
L
a vigilia di Pentecoste nella
nostra diocesi da molto tempo è
un giorno per vivere un po’ la
comunione che viene dal fatto
di vivere tutti nello stesso Spirito
ricevuto nel battesimo. In particolare è
stata l’occasione per i giovani da molto
tempo, e più recentemente anche per
le Aggregazione Laicali, di esprimere la
bellezza dell’unità nella diversità.
Quest’anno l’incontro di Pentecoste si
svolgerà a Gradisca, chiaramente
sabato 23 maggio, vigilia di
Pentecoste.
Considerando che ci troviamo a 100
anni dalla Prima Guerra Mondiale, a
70 anni dalla Seconda Guerra
Mondiale e a 25 anni dal crollo del
muro di Berlino, seguendo lo spunto
proveniente dal Servizio Nazionale di
Pastorale Giovanile, il tema sarà
"Servono ponti non muri". È lo Spirito
che permette di superare le divisioni
rappresentate dai muri e di vivere a
pieno la comunione rappresentata dai
ponti.
L’incontro sarà piuttosto articolato.
Per i giovani il ritrovo sarà alle 17.00
Domenica 10 maggio
- Alle 10.00, nella Parrocchia di
Maria Madre della Chiesa di Ronchi
dei Legionari, celebrazione del
Sacramento della Confermazione.
- Alle 16.00, presso il Convento dei
Cappuccini a Gorizia, incontro del
Gruppo Samuel.
Per i giovani ritrovo
alle ore 17
presso la chiesa
di SanValeriano;
alle 20.30 la veglia
inizierà sul ponte
fra Gradisca e Sdraussina
presso la chiesa di S. Valeriano. Ci si
dividerà poi in quattro gruppi che si
confronteranno con diversi "muri" in
diverse zone della cittadina: il muro
davanti allo straniero, il muro davanti
alla diversità/malattia, il muro davanti
alla tecnologia, il muro davanti alla
dittatura dell’apparenza.
Alle 19.30 si convergerà al Coassini
dove verrà fornito uno spuntino.
Alle 20.30 ci sarà l’inizio del momento
di preghiere presieduta dal vescovo:
simbolicamente il momento della
ne dell’ingenuo, visto che ci ha
scelti per portare un frutto di
amore che rimanga. Dare la vita
non è semplice né piacevole: altruismo compiaciuto, buonismo
e filantropia non ne sono nemmeno un pallido riflesso. Dare la
vita significa rafforzare di giorno
in giorno in noi una scelta, cioè
la stessa scelta di Gesù. E come la
si rafforza? Chiedendo e accogliendo con Fede e riconoscenza
il dono dello Spirito Santo.
La vita e le parole di Gesù, la sua
morte e risurrezione ci hanno
preparato a questo immenso dono che non ci lascerà soli lungo il
cammino, ma ci permetterà vivere il grande comandamento
del Signore. Ecco la vera gioia:
sentire che Cristo ha fatto questa
scelta per noi e che in noi questa
scelta cresce di momento in momento, mediante l’ascolto del
Vangelo e la contemplazione
piena di meraviglia di tutto
quello che Dio ha compiuto per
trasmetterci la sua vita e il suo
amore. La sua gioia sarà noi, la
nostra gioia sarà piena.
- Alle 20.00, presso il Kulturni Center
"Lojze Bratu¬" (Gorizia), spettacolo
"Viale dei Ciliegi,17 - cercasi tata per
due adorabili bambini" del gruppo "I
Tubi Innocenti".
Martedì 12 Maggio
- Alle 9.00, a Zelarino (Ve),
Conferenza Episcopale Triveneta.
veglia comincerà sul ponte che collega
Gradisca a Sdraussina.
Ci si sposterà poi nella chiesa di S.
Spirito (Mercaduzzo) dove si
concluderà l’ascolto della Parola di
Dio e l’invocazione dello Spirito.
Gli adulti delle Aggregazioni Laicali,
rispondendo all’invito della Lettera
Pastorale, pregheranno per i giovani
della diocesi alternandosi dalle 17.30
alle 21.00 nella chiesa di S. Spirito, per
poi partecipare insieme al momento
di preghiera col vescovo.
- Alle 18.30, Basilica di San Marco Venezia, S. Messa di suffragio nel
primo anniversario della morte del
Patriarca Marco Cè.
Mercoledì 13 Maggio
- Dalle 9.30, in Arcivescovado,
udienze libere riservate ai soli
sacerdoti.
Giovedì 14 Maggio
e venerdì 15 Maggio
- Roma, Pontificia Università
Gregoriana, lezione presso la Facoltà
di Diritto Canonico.
✎ FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS |
L
a risposta è complessa e occuperà
più "puntate".
Fin dall’inizio i
cristiani hanno cercato
di riassumere i contenuti essenziali della propria fede.
Già nel I secolo si diffondono
delle "regole della fede" che
sintetizzano le principali linee
dottrinali della comunità: erano delle brevi formulazioni di
fede in Dio Padre creatore, in
Gesù Cristo suo Figlio incarnato per la nostra salvezza,
nello Spirito annunciato dai
profeti. Chiaramente all’inizio
non erano delle professioni di
fede con formulazione fissa,
ma si cercava il modo per
esprime il contenuto centrale
della fede trasmessa da Cristo
tramite gli apostoli alla Chiesa.
In base alla "regola della fede"
si interpreta la Scrittura e si
di Don Nicola Ban
Da dove viene il "Credo"
che si recita la domenica?
misurano le nuove formule di insegnamento.
La "regola della fede" dà
una visione coerente di
Dio, della creazione, della vita nel mondo.
Queste sintesi della fede sono
diventate importanti prima
per la liturgia battesimale e
poi per assicurare la propria
ortodossia.
La professione di fede veniva
chiamata "simbolo" che nel significato originale indica un
pezzo di coccio spezzato che
permetteva alle persone di riconoscersi. Il credo è quel testo
che permette ai credenti di riconoscersi tra di loro come
parte di un’unica comunità.
Questo simbolo nel corso della
catechesi in preparazione al
battesimo veniva prima consegnato ai catecumeni che poi
facevano pubblicamente la
propria professione di fede.
Sabato 16 Maggio
- Alle 18.00, nella Basilica di
Aquileia, celebrazione del
sacramento della Confermazione.
Domenica 17
Maggio
- Alle 9.30, nella Parrocchia di San
Michele Arcangelo di Cervignano,
celebrazione del sacramento della
Confermazione.
- Alle 11.30, nella Parrocchia di
Santa Maria Assunta di Farra
d’Isonzo celebrazione del
sacramento della Confermazione.
- Alle 17.00, nella Parrocchia di San
Rocco di Turriaco, celebrazione del
sacramento della Confermazione.
10
Sabato, 9 maggio 2015
Evangelizzazione
Realizzati dagli alunni della scuola materna dell’Istituto "Nostra Signora" di Gorizia
La missione nei disegni dei bambini
È UN’ATTENZIONE CHE NEL CORSO DEGLI ANNI NON È MAI VENUTA MENO QUELLA CHE DIMOSTRANO NEI RIGUARDI DELLE OPERE MISSIONARIE DIOCESANE I PICCOLI FREQUENTANTI LA SCUOLA
MATERNA DELL’ISTITUTO "NOSTRA SIGNORA" DI GORIZIA. E COSÌ NELLE SCORSE SETTIMANE HANNO CONSEGNATO QUANTO RACCOLTO NELLE MANI DEL DIRETTORE DEL CMD, DON FRANCO GISMANO.
DALLA SUA VOCE HANNO ASCOLTATO COSA FA LA NOSTRA DIOCESI IN TANTE PARTI DEL MONDO SOPRATTUTTO A FAVORE DEI LORO COETANEI E QUINDI HANNO ESPRESSO COI LORO DISEGNI COME
LORO IMMAGINANO L’IMPEGNO MISSIONARIO. IL MINIMO CHE POTESSIMO FARE PER RINGRAZIARLI DI QUESTA LORO SENSIBILITÀ ERA PUBBLICARE IL FRUTTO DELLE LORO FATICHE. SE QUALCHE ALTRA
SCUOLA VUOLE UNIRSI SAREMO BEN LIETI DI METTERE A DISPOSIZIONE GLI SPAZI DI VOCE ISONTINA.
Evangelizzazione
Sabato, 9 maggio 2015
11
14
Dialogo Aperto
Sabato, 9 maggio 2015
Lettori in dialogo
Che volto avrai
stamane Signore?
Alcuni giorni fa, poiché combattevo
i fantasmi di una crisi che sussisteva dentro e fuori da me, decisi di
andare a fare una corsetta a piedi.
Mentre correvo di buon passo sulla
strada che passa accanto ai Laghetti Rossi di Capriva, fui superato da
una giovane donna che sorrideva e
guardava diritto davanti a se.
Costei era la mia vita ed io invano
accelerai per raggiungerla.
Fui poi superato da un uomo in bicicletta che portava lunghi capelli
neri e che reggeva nella mano destra un vessillo bianco con una sottile croce di color rosso.
Costui era il Signore Gesù, il quale
giunto ad un bivio si fermò e dopo
che l’ebbi raggiunto mi disse: "E’
tanto che ti aspetto, Aldo; adesso
che sei vecchio e che ti presenti con
il tuo carico di peccati, mi puoi incontrare. Ora fermati a mangiare
con me questo pesce in riva al lago".
Questi pensieri liberi mi passavano
per la testa mentre partecipavo agli
esercizi di C. L.
Oggi voglio comunicare anche a voi
quello che ho capito e cioè che è ineludibile il faccia a faccia con Cristo
secondo modalità di tempo e di
luogo diverse per ciascuno di noi .
Che volto avrai stamane Signore?
E quando ti presenterai ti riconoscerò?
Questi sorprendenti esercizi si sono
svolti sotto il segno di Papa Francesco e di Don Giussani.
Infatti Don Carron ha ripreso le due
sottolineature del Papa rivolte al
Movimento nel recente incontro di
Piazza San Pietro, riguardanti l’autoreferenzialità e la centratura in
Cristo.
Nel pomeriggio di sabato poi è stato
trasmesso in video l’intervento integrale di Don Giussani agli universitari del ’94.
Che sorpresa!
Sembrava di essere tornati ai vecchi
tempi e si è sentita anche la commozione del Gius per la lettera di
un malato di AIDS che aveva ritrovato la fede poco prima di morire.
La ritrasmissione delle parole di ieri
del Gius e l’adesione alle parole attuali di Francesco ci aiutano a restare nel solco di Santa Madre Chiesa con la voglia di annunciare agli
uomini la bellezza dell’incontro con
il Signore.
Aldo Garra
La cultura
esempio malato
Ci sono mali endemici nella società
moderne che vengono accettati da
tutti come fossero "naturali", convinti ci si possa tuttavia costruire
sopra una riconosciuta dignità sociale.
Per esempio: una visione integralista della società finisce col favorire
una parte, quella corporativa, e sicuramente quella dominante, nei
confronti dell’inerme cittadino e dei
suoi diritti. E le pubbliche nostalgie
verso l’associazionismo?, da sempre, dietro l’ideologia si nascondono interessi e privilegi di gruppo.
Ma anche il comportamento di alcune strutture che dovrebbero essere
culturali, come cinema televisione
nuove tecnologie mass-mediatiche
stanno a riscontro di in costume vistosamente tarato sul profitto e l’interesse privato di pochi. Certo, il
mercato e l’economia hanno le loro
leggi, ma sappiamo anche che il
mercato viene promosso e preparato, e che l’economia non è stata in
passato il solo scopo dell’ industria
culturale.
Nelle grandi imprese editoriali non
esistono più uomini liberi, e come
diceva lo scrittore Gogol: "La servitù
non ha bisogno di essere sollecitata", e purtroppo ci si appresta alle
solite "operazioni ambigue", dove si
sviluppa una passiva e massiva
rincorsa al denaro facile, alla finanziarietà clientelare, all’adesione al mercato inattivo, e non si vuol
COME
RIFERIAMO IN
ALTRA PAGINA, SI
È SVOLTO
DOMENICA
L’INCONTRO
DELLE ZELATRICI
COL VESCOVO.
NELLA FOTO
PARTE
DELLE
INTERVENUTE
capire di sollecitare le capacità e
l’intelligenza delle voci creative e libere.
Penso che la cultura non debba giudicare secondo ideologia, ma secondo qualità e livelli di creatività; perché qui sta la chiave di ogni
processo veramente illuminista.
Giuseppe Marcuzzi
Musica, Sport & Spettacoli
✎A tutto sport
Lettera a Totò Di Natale
L’
Udinese calcio ha avuto nella sua
storia fior di attaccanti, basti citare i vari Selmosson, Bierhoff,
Balbo, Alexis Sanchez e Zico.
Ma nessuno è stato (e lo sarà chissà per
quanti anni a venire) come lui; Totò Di Natale, che a trentasette anni riesce ancora a
regalare delle vere proprie perle, come la rete di tacco segnata domenica scorsa al Bentegodi di Verona contro quell’Hellas in cui
gioca un altro grande bomber di razza a cui
gli anni sembrano non passare mai, come
Luca Toni.
Perchè questa lettera a Totò?
Non per elogiarne le sue doti tecniche, realizzative e altro ma bensì per fargli un appello.
"A fine stagione non andare a cercare avventure più o meno esotiche, non rovinare
un curriculum di tutto rispetto andando a
giocare in campionati, dove l’unica attrattiva sono i lauti ingaggi (che pur in un solo
anno mettono a posto un paio di generazioni)".
Fabio Cannavaro, Nesta, Del Piero e altri
ancora lo hanno fatto: altri come per esempio Diamanti o proprio Luca Toni, capendo
l’errore sono ritornati indietro.
Speriamo che in questo ultimo mese scarso
di campionato, arrivi il ripensamento.
A Udine chiudendo la carriera, Di Natale
verrebbe osannato e ricordato per sempre.
Nel corso della sua carriera più volte società come Milan, Juventus e Napoli: allora
avremmo capito il desiderio prima e la decisione poi di tentare di calcare palcoscenici più importanti di quelli che la provincia
può dare.
Ma andare a svernare in Paesi come il Qatar, Emirati o Cina, questo probabilmente i
tifosi friulani non riuscirebbero a capirlo.
Allora l’invito a Totò è di guardare ad altri
campioni come Maldini, Bergomi, Zanetti,
che pur avendo avuta l’opportunità di monetizzare gli ultimi anni di carriera in qualche Paese esotico, hanno preferito concluderla nella società che era stata per loro
trampolino di lancio nel panorama nazionale ed internazionale.
Ecco, caro Totò, pensa a loro e aggiungiti
anche tu a questa lista di campioni che non
hanno dato retta, a fine carriera al canto
delle sirene.
Paolo Nanut
Aldo Policardi,
una vita in musica
nel monfalconese
L’impegno costante del Maestro
per promuovere con forza e impegno
ogni forma d’arte nella città dei cantieri
Il suo pubblico gli ha tributato
riconoscimenti
col Premio Seghizzi
per una vita nella direzione corale e
con la Rocca d’oro, dedicata alle
personalità distintesi per i loro
meriti artistici e professionali
N
on sarà facile trovare un corrispettivo al Maestro Aldo Policardi, vera e propria forza motrice della vita culturale
monfalconese, classe 1921, uscito di
scena mercoledì 22 aprile. Il Maestro si
associa infatti nel suo ruolo a Tranquillo Marangoni, Silvano Del Missier, Vittorio Parovel, Mafaldo Debiasi che hanno illustrato la storia della città dei
cantieri dove egli era nato da genitori originari di Pola - il padre Ireneo, la madre Eugenia Kunstel, di ascendenze austro-ungariche-.
Proprio la signora Eugenia aveva aperto a Monfalcone, in via 9 giugno, un negozio di articoli musicali la cui gestione sarebbe poi passata al figlio Aldo. Un
ambiente, dunque, che avrebbe acquisito via via sempre maggiore importanza, tappa obbligata per gli studenti dei Conservatori di Udine e Trieste
nonché del liceo musicale di Gorizia per l’orientamento dei loro studi.
Policardi, studente di liceo scientifico e poi alla facoltà di Ingegneria a Bologna, aveva iniziato presto gli studi di violino, entrando a far parte d’un complesso cameristico proprio nell’ambito dell’ateneo bolognese. Avevano fatto seguito a questa esperienza varie direzioni corali e orchestrali. Nella sua
città, il musicista sarebbe rimasto soprattutto noto come fondatore e diret-
Sabato, 9 maggio 2015
tore del coro "Grion", condotto con zelo e
perizia nel trentennio 1952- 1982 e guidato con successo ai riconoscimenti internazionali nelle rassegne di Gorizia e Arezzo.
Grazie al suo insegnamento, la compagine
ha potuto vantare una ragguardevole ampiezza di repertorio, con particolare attenzione alla musica sacra del XVI secolo. C’è
da sottolineare inoltre che la RAI, a suo
tempo, ha incaricato il Maestro di catalogare le più pregevoli pagine corali in ossequio alla sua sicura esperienza. Senza contare che il 2 giugno 1988 è stata assegnata
al musicista monfalconese l’onoreficenza
di Commendatore dell’Ordine al Merito
della Repubblica Italiana.
Personalità ruvida, ma dotato di un sincero senso di riconoscenza e di incondizionata stima per quanti diffondono la vera
cultura - soprattutto per i giovani studiosi, Policardi si è sempre caratterizzato quale
strenuo portavoce della classicità nei confronti di qualsiasi linea di pensiero culturale. Propenso a ribadire il suo impegno per
ogni forma d’arte, è stato pure componente del direttivo del centro intitolato a "Tranquillo Marangoni".
Uomo di solida fede e nemico della volgarità, ha trovato un’ideale compagna di vita
e d’arte nella professoressa Edda Moretti,
violinista, docente e cantante lirica, allieva
d’armonia di Giulio Viozzi.
La signora Edda ha condiviso con Aldo Policardi più di 50 anni di matrimonio e di vita familiare. Proprio dopo la scomparsa
della moglie adorata, avvenuta dopo lunga
malattia, il musicista ha vissuto l’ultimo
decennio della sua esistenza in un doloroso riserbo, dedicandosi ancora ad alcune
interpretazioni nel corso di manifestazioni
musicali.
Il suo pubblico gli ha tributato ulteriori riconoscimenti col Premio Seghizzi per una
vita nella direzione corale (2006) e con la
Rocca d’oro, dedicata alle personalità distintesi per i loro meriti artistici e professionali (2011).
Oggi, il nostro pensiero va ai figli del musicista e della signora Edda, Giorgio, Fulvio e
Alda, ai nipoti e ai loro cari. Nella memoria
di tutti, Aldo Policardi rimarrà sempre come infaticabile didatta e promotore d’ogni
attività culturale, sicuro - con la perizia dello studioso di solido sostrato - che per smascherare i falsi intellettuali non erano necessarie geniali qualità, bastava una cosa
sola: aver studiato. E ci rideva sopra.
Chiara Facis
Ottimo mondiale per l’atleta friulana
Agenda
Caterina Plet,
da Aiello ai vertici
dello sci paraolimpico
■ Giovedì 7
F
orse non tutti sanno che ad Aiello c’è una pluricampionessa italiana di sci alpino, Caterina Plet.
Negli ultimi campionati paraolimpici disputati a Colle Isarco (Bz), ha
ottenuto tre medaglie d’oro e precisamente nello slalom speciale, nel super G
e nella combinata, e una medaglia d’argento nello slalom gigante.
Questi risultati hanno dato il passaporto a Caterina per partecipare ai mondiali di Klövsjö (a 400 chilometri da
Stoccolma) in Svezia, dove ha disputato
un ottimo mondiale anche se non è salita sul podio, visto anche il livello dell’agguerrita pattuglia delle avversarie.
Un grosso rammarico è stato quando
nello slalom speciale, nel quale aveva
ottenuto il secondo miglior intertempo,
a sole tre porte dalla fine della prima
manches, ha inforcato. Un vero peccato
perchè l’atleta friulana si era preparata
molto bene per questa competizione,
ma sicuramente si prenderà la rivincita
nel prossimo campionato che si disputerà in Polonia.
Caterina, 33 anni, è un vulcano di volontà, caparbietà e voglia di fare, lo si de-
FuoriRotta
Dopo le tre medaglie
d’oro e una medaglia
d’argento ai campionati
paralimpici
di Colle Isarco,
l’esperienza in Svezia
nota da tutto il lavoro atletico e tecnico
che svolge settimanalmente con il suo
allenatore, ma un grande sostegno le
viene soprattutto dalla famiglia, mamma Laura, papà Gerardo e i sui tre meravigliosi fratelli Sara, Stefania e Pietro
sempre presenti, che fanno per lei un tifo appassionato.
Caterina sin da piccola ha avuto una
grande passione per lo sport in generale, e ricorda con grande soddisfazione
che ha vinto più di un titolo italiano di
nuoto, per poi dedicarsi completamente allo sci.
Nel 2004 ha debuttato nel suo primo
campionato italiano classificandosi 3a
e conquistando perciò la sua prima medaglia (bronzo). La sua abnegazione e
15
impegno la portano a conquistare medaglie importanti che le permettono di
entrare a far parte, in modo permanente, della nazionale italiana partecipando
a sette campionati mondiali (due in Italia, Francia e Turchia e uno in Svezia)
conquistando, fino ad ora, tre medaglie
di bronzo.
Ora la stagione della neve è conclusa,
ma sta già facendo progetti per il prossimo anno, stimoli ce ne sono e gli
obiettivi non mancano tra campionati
italiani e mondiali, perciò si deve farle
gli auguri, un grande in bocca al lupo a
Caterina, che con tanto lavoro ha raggiunto traguardi importanti e che le auguriamo di migliorare ancora.
Livio Nonis
Giovedì 7 al Kinemax di piazza Vittoria a
Gorizia il regista e documentarista Andrea
Segre racconta il suo ultimo lavoro
"FuoriRotta - Diari di viaggio" (libro edito
da Marsilio) attraverso le immagini dei
suoi documentari: "A metà" (2001),
"Marghera Canale Nord" (2003), "La
Mal’Ombra" (2007) e alcune riprese
inedite. Un viaggio tra parole e immagini
dedicate al viaggio e alla sua necessità.
"FuoriRotta" è un progetto (articolato in
più linguaggi: cinema-documentario,
diari, reportage) di Andrea Segre, Simone
Falso e Matteo Calore.
Che cosa sia esattamente questo progetto
lo spiegano gli ideatori attraverso le
pagine del sito dedicato: "FuoriRotta
vuole suggerire la necessità di cambiare i
destini di viaggiatori impossibili e di
viaggiatori preconfezionati. Il mondo
sembra diviso in queste due categorie: da
una parte coloro a cui è negato il diritto al
viaggio, dall’altro chi pur godendone non
ne vive l’esperienza di conoscenza ma si
affida a organizzazioni comm ciali e
omologanti che proteggono ma nello
stesso tempo limitano l’esperienza stessa.
Tra i viaggiatori impossibili vi sono tanto i
migranti, alcuni di loro in fuga, bloccati
dalle fortezze e dai muri di protezione dei
Paesi più ricchi quanto i cittadini
all’interno delle fortezze stesse
schiacciati dalla crisi e dalle sue
conseguenze.
Lo spettacolo unico avrà inizio alle ore
20.45 con biglietto di 5 euro.
16
Sabato, 9 maggio 2015
Musica, Sport & Spettacoli
Musicalmente
Alcune novità musicali
dal variegato panorama
internazionale
C
ari amici eccoci qui anche questa settimana. In
attesa del nuovo album di Charles Azanavour vi
proponiamo alcuni album novità del panorama
internazionale.
Traveller (Chris Stapleton) Questo artista viene da
Nashville. È noto come autore, in quanto ha scritto canzoni per gente come Chesney, Strait, Stuart, Bryan etc.
Esordisce come solista con un disco di grande spessore che non è assolutamente country, non nel senso che
si usa Nashville. Country, ma influenzato dalla musica
sudista (Chris ha una voce che richiama quella di Gregg
Allman) e ben prodotto da Dave Cobb (Sturgill Simpson, Jason Isbell). Traveller contiene canzoni di Chris
e due cover poco note. E’ un signor disco, dove il country incontra rock e blues, dove una voce notevole si fa
notare al primo colpo. Da memorizzare, a nostro avviso farà strada anche come solista.
Suffer in peace (Tyler Farr) Undici nuove canzoni,
un duetto con Jason Aldean, per un musicista in decisa
crescita, dopo il debutto dello scorso anno con Redneck
Crazy. Country elettrico, sul genere di Jason Aldean,
senza dubbi di sorta. Canzoni come C.O.U.N.T.R.Y.,
Damn Good Friends e Why We Live Here rappresentano alla perfezione il sound di questo interessante artista.
Low down (Delta moon)
Band southern blues, molto
seguita anche in Italia, i
Delta Moon ci presentano il
nuovo album. Un disco di
rock con forti venature
blues e due chitarre a dettare legge. Infatti il marchio di
fabbrica della band è quello delle twin guitars ( Tom
Gray e Marc Johnson, che poi sono anche i leader della
band ). Il quartetto esegue materiale proprio ma anche
canzoni di altri. Ci sono brani di Tom Waits, Skip James
e Bob Dylan e la bravura della band sta nel dare una
unitarietà di stile, sia al proprio materiale che a quello
degli altri.
ra abbastanza anomala: è un barroom country rocker,
ma anche un poeta. Infatti i suoi dischi mischiano classico country elettrico alla texana, ma hanno dei testi
spesso quasi letterari che danno al personaggio uno
status decisamente diverso, rispetto a quello di altri suoi
coetanei. Ma le canzoni, nel più classico texan style, sono quello che piace a chi cerca questo tipo di musica.
Goin’ down howlin’(Ron Hacker) Questo artista I nostri preferiti
con il suo trio (Artis Joyce al basso e Ronnie Smith alla
batteria), pur restando sempre fedele al suo stile, paga
un dovuto tributo alle sue radici, ai musicisti che la hanno influenzato. Hacker non tradisce il suo suono, sempre molto elettrico, ma questa volta fa un disco solido
e ben definito, forse il migliore della sua rimarchevole
discografia. E mantiene il suo stile, unico e personale.
Texas like that (Zane Williams) Texano, Zane non è
al suo primo disco. Già si era fatto notare coi precedenti
Hurry Home ed Overnight Success. Williams è un figu-
1(1) Shadows in the night - Bob Dylan
2(2) Wallflower - Diana Krall
3(3) Prima di parlare - Nek-Filippo Neviani
4(-) Rhytmotlight - Lorenzo Ghetti Alessandri
5(-) Porti di mare - Marco Castelli
6(4) Tracker - Mark Knopfler
7(5) Afrodezia - Marcus Miller
8(6) Marie - Rachele Bastrenghi
9(7) Terraplane - The Steve Earle and the Dukes
10(8) Qui per te - Giovanni Caccamo.
Giuliano Almerigogna
Bande giovanili a Turriaco
Note di primavera
(Foto Rinaldo Baldo)
D
omenica 3 maggio la musica ha riempito piazza Libertà
a Turriaco.
Ciò è accaduto grazie alla Società filarmonica di Turriaco che ha organizzato la settima edizione di "Note di primavera", rassegna transfrontaliera di bande giovanili, Come altre iniziative del periodo anche questa si è inserita all’interno delle
manifestazioni di Note di Costituzione proposta dall’amministrazione comunale locale.
Musica, formazione giovanile, ma anche tanta allegria e sano divertimento: questi sono stati gli ingredienti dell’iniziativa che ogni
anno acquista sempre maggiore spessore. Ben cinque sono stati i
sodalizi coinvolti nell’iniziativa patrocinata dall’amministrazione comunale e realizzata con il contributo della Fondazione Carigo e dell’Anbima regionale e provinciale: sul sagrato di piazza Libertà a partire dalle 17, si sono succeduti la Baby Orchestra e la
banda Giovanile della Società filarmonica di Turriaco dirette da
Fulvia Anotniali e Gabriele Zimolo, l’Insieme giovanile della banda di Reana del Rojale diretto dalla maestra Irina Guerra Lig Long,
il gruppo di Musica d’Insieme della Banda civica di Grado diretto dal maestro Nevio Lestuzzi e la Banda d’ottoni della comunità
degli italiani di Buie diretta dal maestro Corrado Moratto.
Tutti i gruppi hanno allietato il pubblico presente con svariati
brani tratti da colonne sonore anche molto recenti e famose o dalla tradizione bandistica più stretta ognuno manifestando le proprie intrinseche caratteristiche.
Presenti il consigliere regionale Diego Moretti, la presidente provinciale Anbima Annamaria Dentitarzia, il sindaco Enrico Bullian, il parroco don Enzo Fabrissin e il presidente della Bcc di Turriaco Roberto Tonca, tutti hanno espresso parole di lode per
un’iniziativa in grado di coinvolgere tanti ragazzi e di allargarsi
persino oltre i confini nazionali.
"Lavoriamo per una manifestazione che, di anno in anno, cresce
e promuove nuovi gruppi in modo da valorizzare diverse realtà
musicali e tutto ciò che esse fanno per valorizzare la musica tra i
giovani. Un impegno notevole, ma che sentiamo importante per
lo sviluppo delle nostre comunità" Ha affermato il presidente del
sodalizio turriachese, Andrea Baldo al momento della consegna
delle targhe ricordo ai partecipanti. La serata si è conclusa con
un momento conviviale nell’oratorio della parrocchia.
Gorizia
● Le iniziative
del progetto
de "La Ginestra"
I
● Una serata
all’osservatorio di Farra
guardando il cielo stellato
Sabato, 9 maggio 2015
● Alla scoperta
della fauna carsica
e del Goriziano
"Nonsolodoposcuola":
fra storia e natura
l progetto "Nonsolodoposcuola" dell’associazione familiare "La Ginestra"
di Gorizia ha offerto in quest’anno
scolastico molte iniziative collaterali,
che hanno coinvolto attivamente i ragazzi partecipanti e le loro famiglie.
Oltre al servizio di doposcuola e dei laboratori educativi, promossi con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia,
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, BCC di Lucinico - Farra - Capriva e la
Fondazione Brovedani, sono state promosse anche alcune visite d’istruzione.
La prima, svolta nel mese di gennaio, ha
portato i ragazzi all’Osservatorio Scientifico di Farra d’Isonzo, dove hanno trascorso - assieme agli educatori volontari
e alle famiglie - la serata a guardare il cielo stellato, giocando a individuare le costellazioni e osservando, per mezzo dei
telescopi, i pianeti e i loro satelliti.
La serata è stata anche l’occasione per osservare la cometa Lovejoy, in quei giorni
di passaggio vicinissima alla Terra.
Il mese di marzo ha portato la seconda
visita d’istruzione, all’Ufficio Gestione
Faunistico - Venatoria e Risorse Naturali
della Provincia di Gorizia.
Qui i giovani studenti si sono lasciati affascinare dalla fauna carsica e del goriziano, avendo anche la possibilità di os-
servare da vicino diverse specie di animali imbalsamati. I ragazzi - grazie a questa visita - hanno compreso l’importanza
del mantenere un comportamento corretto nei confronti della natura e delle
specie che la abitano, rispettandole. Un
esempio su tutti che li ha molto colpiti:
non si devono toccare cuccioli di animali selvatici - qualora se li incontrino -, poiché la madre li riconosce in base all’odore; trasferire su di loro il nostro odore,
comporterebbe l’abbandono materno.
In aprile i giovani partecipanti a "Nonsolodoposcuola", nel corso di un pomeriggio di compiti, hanno ricevuto un’ina-
spettata visita: due soldati e una crocerossina direttamente dalla I Guerra Mondiale!
I tre membri del Gruppo Storico Culturale "I Grigioverdi del Carso" hanno tenuto una breve lezione storica, che ha introdotto i ragazzi alla successiva visita
guidata alle trincee, alla grotta e alla Rocca di Monfalcone, svolta il 25 aprile.
Qui i ragazzi hanno camminato lungo le
trincee, scoprendo le incisioni lasciate
dai soldati nel corso del conflitto. Si sono
dimostrati da subito molto curiosi e interessati, prendendo appunti e domandando chiarimenti e curiosità sulla vita
quotidiana nelle trincee.
Entrando nella grotta - sotto la supervisione del gruppo speleologico - i partecipanti hanno anche sperimentato il buio
e lo spazio ristretto, dove si sistemavano
centinaia di soldati, toccando così con
mano e sperimentando con i propri sensi quelle che erano le condizioni di vita di
ragazzi poco più grandi di loro nel corso
del conflitto.
Visto il grande successo delle visite guidate svolte finora, lo staff organizzativo
di "Nonsolodoposcuola" sta valutando la
promozione di un’ulteriore visita guidata
prima della fine dell’anno scolastico.
Valentina Feresin e Selina Trevisan
17
Dal Decanato
■ San Rocco
Incontro con don Santi
Martedì 12 alle 20.30 presso la Sala
"Incontro" della parrocchia S. Rocco di
Gorizia don Santi Grasso terrà il secondo
dei quattro incontri che avranno per
oggetto "Le Parabole della Misericordia".
Tema del secondo incontro sarà: "Il buon
samaritano: la misericordia oltre il
confine"
I prossimi appuntamenti saranno martedì
19 su "La pecora smarrita, la dramma, il
fariseo e il pubblicano: la misericordia per
il deviante" e martedì 26 su "Il padre e i
due figli: a misericordia gratuita". Gli
incontri sono un momento di rif essione
in preparazione del giubileo straordinario
indetto da papa Francesco.
■ S.Anna
Mostra missionaria
Dall’8 al 10 maggio presso l’oratorio della
parrocchia di S. Anna a Gorizia, si terrà la
tradizionale Mostra Missionaria con il
seguente orario: mattino dalle ore 8.30
alle 12.30 e al pomeriggio dalle 15 alle
20.
Si possono trovare oggetti ricamati dalle
signore del gruppo missionario e un
fornitissimo "banco dolce".
Inaugurazione venerdì 8 maggio alle ore
9.30.
18
Bassa Friulana
Sabato, 9 maggio 2015
Due parchi restituiti
ai cervignanesi
Il parco del Pradulin e il parco di Muart de Carot ceduti al Comune:
già all’opera gruppi di volontari per raccogliere l’immondizia
ed effettuare una prima manutenzione delle aree
C
i sono voluti circa vent’anni, ma, finalmente, il parco del Pardulin e il
parco di Muart de Carot saranno ceduti al Comune di Cervignano. Si
tratta di una vittoria dei cittadini. Ovvia la soddisfazione sia da parte di
questi ultimi sia da parte dell’amministrazione civica, che è stata avvisata di un tanto.
Il Comune di Cervignano sarà posto nelle condizioni di dare ai volontari la possibilità di operare all’interno di queste due importanti aree verdi. Non ci si nasconde che il momento economico è particolarmente difficile, ma ci si darà da
fare per poter rendere fruibili questi due spazi all’intera collettività.
Non sarà facile, viste le pessime condizioni in cui versano attualmente i due
parchi. La vegetazione e le alberature andranno adeguatamente sistemate e va-
Conferenza
■ Giovedì 7
"Chiesa cattolica
e Grande guerra"
Giovedì 7 maggio, con inizio alle ore 18,
presso la Sala "Don Bosco" di via Mercato
n.1 a Cervignano avrà luogo la penultima
conferenza del ciclo storico "Storie di
guerra della nostra gente, 1914/1920".
Sarà presente la prof. Liliana Ferrari Presidente dell’Istituto di Storia Sociale
Religiosa di Gorizia - che parlerà su:"La
Chiesa cattolica e la prima guerra
mondiale".
Intanto giovedì scorso 30 aprile Giorgio
Milocco ha tenuto una relazione sui
"Dannati dell’Asinara - Testimonianze
raccolte in ambito locale".
Una storia questa del tutto sconosciuta e
che solo negli ultimi anni alcuni storici se
ne sono occupati. Milocco nel corso di
una ricerca specifica e mi ata ha
recuperato nomi e cognomi di militari
a.u. di lingua italiana della Bassa
Orientale e del goriziano.
Una ricerca successivamente trasformata
in una serie di elenchi suddivisi: in
Serbia, deceduti e rigionieri e all’Asinara
con i deceduti e i prigionieri friulani.
Hanno completato la serata alcune
immagini inedite sul fronte serbo e
dell’isola della Asinara dove si trovava il
più esteso campo di concentramento
italiano.
In apertura il prof. Enrico Cernigoi ha
introdotto l’argomento con una breve
presentazione del fronte serbo mentre la
signora Lugano-Antonelli Vanilla di Ruda
ha letto alcuni brani tratti dal volume di
Valentino Semi.
lorizzate, ma ci sono anche grandi problemi strutturali, come quelli che si registrano
ai piccoli ponti sugli specchi d’acqua e all’accesso al parco.
Ora sarà tempo per reperire le adeguate risorse economiche per mettere in sicurezza
queste aree verde di Cervignano. Si confida
che anche la Provincia di Udine, che ha
provveduto a rendere operativo il provvedimento di cessione, possa fornire qualche
risorsa per la messa in sicurezza della zona.
Intanto, un plauso va dato ai volontari che,
muniti di pale, sacchi di immondizie e carriole, si sono dati da fare per incominciare
l’opera di pulizia della zona del Pradulin.
C’è anche il progetto di coinvolgere i cittadini, per sensibilizzarli sulle due aree verdi,
facendogli comprendere la validità di un
intervento di recupero che ora diventerà
realtà.
Dopo tante promesse, dopo tante parole,
dopo tanti progetti, ora è giunto finalmente il momento del fare, del vedere come un
progetto diventa realtà. Si tratta di un grande progetto, per una comunità piccola ma
attiva come quella di Cervignano che, si-
curamente, saprà valorizzare una zona di
grande pregio e ci auguriamo che anche le
nuove generazioni sappiano portare avanti questi ideali.
Bruno Arcangeli
❚❚ Settanta ospiti a Ruda ospiti sfidare la "cultura dello scarto"
"Festa dei nonni... e non"
D
omenica 19 aprile, presso il Ricreatorio "don Valeriano Lepre"
di Ruda si è tenuta la terza edizione della "Festa dei nonni... e
non", appuntamento dedicato a tutti gli
anziani e le anziane della comunità che
volessero trascorrere una giornata in compagnia, diversa dal solito. Con un’offerta
minima di cinque euro si poteva godere di
un lauto pranzo, trascorrere il pomeriggio
con canti e balli a cura di "nonno Vittorio",
e concludere poi la festa con una divertente tombola.
La giornata, iniziata con la Messa delle 11
celebrata in chiesa dal parroco don Piero,
è stata sostenuta dal generoso pranzo preparato da una squadra di volontarie e volontari della comunità rudese, col "servizio in sala" gestito da una decina di
giovani del Gruppo Parrocchiale Giovanile. Nell’offerta simbolica di cinque euro
erano compresi tre antipasti, un bis di primi, secondo, contorno, caffè, bevande e un
souvenir della giornata; dolci e desserts sono stati invece preparati ad arte dagli stessi partecipanti al pranzo, che quest’anno
sono stati addirittura settanta.
La prima edizione della manifestazione,
svoltasi ad aprile 2013, aveva visto una
quarantina di partecipanti, saliti poi a sessanta nell’edizione 2014. Il desiderio comune è che questi momenti di scambio tra
giovani e anziani diventino sempre più frequenti, essendo un’occasione di arricchimento per entrambe le parti. Come ha sottolineato recentemente il Papa, la Chiesa
deve essere capace di "sfidare la cultura
dello scarto, con la gioia traboccante di un
nuovo abbraccio tra giovani ed anziani".
Forti del successo di questa manifestazione, si guarda ora alla prossima estate,
quando oltre al centro estivo "Settimana
Joannis:
iscrizioni
aperte
al Centro
estivo
Gita culturale il 1° maggio per un gruppo di parrocchiani di Perteole
dell’Amicizia" in programma a fine agosto,
la struttura di via Roma verrà aperta in
numerosi pomeriggi durante la settimana,
per permettere a tutti, specialmente ai più
giovani, di ritrovarsi, giocare e trascorrere
del tempo all’aria aperta.
Simone Quargnal
Sono aperte le iscrizioni al Centro
Estivo 2015 organizzato dalla
scuola dell’infanzia paritaria (con
asilo nido integrato) Fondazione
Casa De Senibus. L’ormai
tradizionale appuntamento si
svolgerà presso l’ampio parco della
scuola sita in via L. Da Vinci 5 a
Joannis di Aiello del Friuli da lunedì
29 giugno a venerdì 31 luglio e sarà
rivolto ai bambini della scuola
dell’infanzia ma anche ai loro
fratellini ed amici che hanno
appena concluso le classi I e II della
scuola primaria.
L’orario sarà dal lunedì al venerdì
dalle 8:30 alle 15:30 con mensa
interna alla scuola e possibilità di
pre-accoglienza già dalle 7:30. Nel
corso del centro estivo sono
previste le ormai tradizionali uscite
in piscina e le visite alle fattorie
didattiche. Per informazioni ed
iscrizioni: telefono 0431/999713,
e-mail: [email protected], sito
internet www.asilojoannis.it.
Alla scoperta di Conegliano
Ruda
I 100 anni
di nonna Ivolina
(LUIGI RENDINA) ANCHE SE IL TEMPO ERA UN PO’ INCERTO, UNA TRENTINA DI PARROCHIANI INSIEME AL
PARROCO DON PIERO HA VISITATO NELLA GIORNATA DI SAN GIUSEPPE LAVORATORE CONEGLIANO ED I SUOI
DINTORNI. DOPO UNA GIORNATA INTESA DI VISITE, C’È STATO UN MOMENTO DI RACCOGLIMENTO CON UNA SANTA
MESSA CELEBRATA DA DON PIERO NELLA CAPPELLA DELL’ABBAZIA DI FOLLINA.
lettata già da diversi
anni ma lucida nella
mente, Ivolina Rigonat
ved. Urban ha festeggiato, nel giorno di S. Giorgio, il
raggiungimento del secolo di vita.
Attorniata da figli e nipoti ha
vissuto con gratitudine la festa
iniziatasi con una S.Messa celebrata da don Giampietro Facchinetti, che ha ricordato le peripezie della lunga vita di
nonna Ivolina, densa di eventi
gioiosi ma anche costellata di
dure tappe da superare.
Anche il Sindaco Palmina Mian ha salutato con partecipazione
una delle nonne più anziane della comunità rudese ed ha espresso anche il proprio plauso alla famiglia per l’assistenza prestata.
La torta celebrativa e un caloroso brindisi ha suggellato la giornata di festa.
E.R.
A
Bassa Friulana - Grado
Sabato, 9 maggio 2015
Dal 14 al 16 maggio la 46^ Settimana di Studi Aquileiesi
Come ci si alimentava
nell’antichità?
A
d Aquileia, dal 14 al 16 maggio
presso la Sala del Consiglio
Comunale, si terranno i lavori
della "XLVI Settimana di Studi
Aquileiesi" dedicata a
"L’alimentazione nell’Antichità".
L’iniziativa scientifica è organizzata
dal Centro di Antichità Altoadriatiche
(associazione culturale fondata alla
fine degli anni Sessanta da Mario
Mirabella Roberti e da 15 anni guidata
da Giuseppe Cuscito, già ordinario di
Archeologia cristiana e profondo
conoscitore della realtà aquileiese) in
collaborazione con la Fondazione
Aquileia, con il Dipartimento di Studi
Umanistici dell’Università degli Studi
di Trieste e con la Scuola Interateneo
di Specializzazione in Beni
Archeologici delle Università di
Trieste-Udine-Venezia ca’ Foscari.
L’argomento dell’incontro scelto di
quest’anno riprende e approfondisce
alcune tematiche già affrontate
durante la Settimana di Studi del 2012
dedicata a "Le modificazioni del
paesaggio" e ben si inquadra nel
contesto dei numerosi eventi dedicati
al cibo sull’onda di EXPO 2015.
Durante la tre giorni scientifica si
parlerà del cibo nell’arte (attraverso
l’analisi dei dati offerti dalla pittura,
dalla scultura, e dal mosaico), del cibo
nella Bibbia e nella letteratura latina e
cristiana, dei gusti alimentari e delle
tecniche di preparazione dei cibi
(desumibili da ceramiche, anfore e
altre classi di materiali e dalle
tipologie delle cucine), dei dati sulle
produzioni, sulle importazioni e sulle
esportazioni alimentari ricavabili
dalle fonti archeologiche e
archeometriche.
L’orizzonte cronologico coperto dalle
26 relazioni (con 42 relatori
provenienti da Atenei e Istituti di
ricerca italiani, francesi, sloveni e
croati) parte dalla preistoria per
arrivare all’Alto Medioevo. L’ambito
geografico, centrato ovviamente su
Aquileia, investe l’area compresa tra
le Alpi, la Cisalpina e l’Istria.
Durante il Convegno saranno
organizzate anche due visite guidate
al Museo Archeologico Nazionale e
alla Basilica di Aquileia. Le due visite,
gratuite, sono riservate ai convegnisti
e agli iscritti ai lavori.
Tra le iniziative di contorno all’evento
scientifico, piace segnalare quella di
venerdì 15: presso l’Hotel Patriarchi
sarà organizzato un "pranzo romano".
19
Agenda
■ Aiello
Storie di donne forti
La citazione di Virginia Woolf, "In
quanto donna non ho patria, in quanto
donna non voglio patria alcuna, in
quanto donna la mia patria è il mondo
intero", che dà il titolo al nuovo libro
della giornalista Elisabetta Pozzetto non
è stata scelta a caso.
"La mia patria è il mondo intero - Donne
che segnano il cambiamento", sarà
presentato giovedì 7 maggio, alle 20.30,
presso la Sala Civica di Aiello, in via
Battisti 25.
L’autrice, in questa occasione
intervistata dalla giornalista Elisa
Michelut, presenterà le storie delle venti
protagoniste del volume, raccolte ai
quattro angoli del mondo e raccontano
la vita, le idee, le carriere, le esperienze
e le avventure imprenditoriali di alcune
donne di raro spessore; donne forti,
speciali, che hanno sviluppato
un’attività o una professione
dimostrando di saper mettere in pratica
idee ed intraprendenza fuori dal
comune.
Un fi o rosso le unisce: sono nate e si
sono formate in Friuli Venezia Giulia. Il
primo incontro Elisabetta Pozzetto lo fa
con Rosi Braidotti, Carla Gravina e
ancora: Ida Vallerugo, Fiorenza Cedolins,
Lidia Bastianich, Anita Cossettini, Maria
Zorzon, Patrizia Moroso, Alessandra
Verona, Marzia Caravelli, Tiziana Finzi,
Barbara Franchin, Federica Manzon,
Stefania Lucchetti, Alessandra Luchini,
Maria Rosa Pelizzo, Fiorella Kostoris,
Anna Puccio e Paola Del Din.
Grado
Git: nuovo presidente
A
lessandro Lovato è il nuovo presidente della Git, la società d’area che gestisce l’impianto balneo-curativo gradese.
È stato nominato dall’assemblea dei soci dopo le modifiche, apportate dagli stessi, allo statuto della società che prevedono anche la riduzione del consiglio di amministrazione da 5 a
3 consiglieri.
Oltre a Lovato sono stati eletti nel nuovo cda Mauro Bigot che diventerà l’amministratore delegato (dopo l’indicazione l’incarico
sarà deliberato dal cda) e Bruno Ledri consigliere. I primi due
indicati dalla Regione (86,21% delle quote), Ledri dal Comune
(10,61%). All’assemblea hanno partecipato oltre a Turismo Fvg
per conto della Regione, con il direttore generale Michele Bregant, il vicesindaco Gianni Di Mercurio, Michela Cecotti per la
Camera di Commercio (2,55%) e Adriano Bernardis in rappresentanza dei privati della Itur (0,62%).
"Il nostro primo impegno - dice il neoeletto - è di focalizzare l’attenzione attorno all’ospite. Mi riferisco al tema dell’accoglienza
che non deve essere un mero slogan ma un recupero dei valori
del passato". Lovato anticipa alcuni punti del programma: "Utilizzando i sistemi informatici intendo dare una trasparenza totale della Git, anche e soprattutto verso i cittadini. Per questo intendo rendere pubblici i rapporti mensili della società, per far
capire e vedere che la Git in primis è di Grado".
Sull’andamento dell’assemblea il direttore di Turismo Fvg, Bregant, si è limitato a illustrare le variazioni dello statuto, l’approvazione del bilancio che chiude con un passivo di circa 230mila
euro e infine le nomine. Tutti i punti sono stati approvati all’unanimità. Il cda si riunirà nei prossimi giorni, la prima uscita
dei neoeletti sarà quella di sabato 16 per l’inaugurazione della
stagione turistica 2015.
20
Mandamento
Sabato, 9 maggio 2015
Domenica 10 la quarta edizione della manifestazione
promossa dai "Campanari del Goriziano"
PieriseFiumicelloaprono
ilorocampaniliaivisitatori
D
Il programma
Pieris
campanile chiesa parrocchiale di Sant’Andrea apostolo
- 15.00 - 19.00: Apertura campanile
- 15.30: "Storia di un campanile" - visita guidata con Ivan
Portelli
- 16.30: Dimostrazione di scampanio manuale
Fiumicello
campanile chiesa parrocchiale di San Valentino martire
- 15.00 - 19.00: Apertura campanile
- 17.30: "Storia di un campanile" - visita guidata con
Ferruccio Tassin
- 18.30: Dimostrazione di scampanio manuale
omenica 10 maggio si rinnova, per la quarta edizione,
l’iniziativa "Campanili aperti" organizzata dall’associazione "Campanari del Goriziano".
Per l’intero pomeriggio i campanili di
Pieris e Fiumicello saranno eccezionalmente aperti al pubblico, con la
possibilità per i visitatori di salire sino in cima e osservare un panorama
del tutto inusuale sul territorio.
Durante il pomeriggio, alle 15.30 a
Pieris e alle 17.30 a Fiumicello ci sarà
la possibilità di una visita guidata
per conoscere i "segreti" dei rispettivi
campanili, prima di concludere con
un intervento dei campanari del luogo che daranno voce alle campane
delle torri con alcune melodie tratte
dalla tradizione campanaria goriziana.
L’iniziativa è nata dal desiderio di far
conoscere anche ai non "addetti ai lavori" i nostri campanili, luoghi solitamente frequentati da soli campanari. Il desiderio di questa giornata è
anche quello di risvegliare un "sano
campanilismo": non quello che im-
pedisce la collaborazione, ma quello
che spinge a valorizzare, a far conoscere le ricchezza di ogni comunità, in
primis la bellezza del suo campanile
e delle sue campane.
Momento centrale della giornata saranno le visite guidate a Pieris con
Ivan Portelli, presidente dell’Associazione Culturale Bisiaca, e a Fiumicello con Ferruccio Tassin, vice presidente dell’Istituto di Storia Sociale e
Religiosa di Gorizia, posizionate in
orari differenziati per facilitare la
partecipazione ad entrambe.
Anche quest’anno verranno aperti al
pubblico due campanili con una storia importante: il primo, quello di
Pieris, compie i suoi primi 90 anni in
quanto venne riedificato nel 1925 dopo gli ingenti danni del primo conflitto mondiale. La torre è stata completamente restaurata tra il 2007 e il
2008: intervento che ha riguardato
anche il rifacimento delle scale lignee.
Nel campanile è presente ancora una
campana ottocentesca, la mezzana
che risale al 1870 ed è stata fusa da
Sebastiano Broili.
Una curiosa scoperta nello strumento della chiesa di Fogliano
I nomi degli organisti
sulla porta dell’organo
L’
organo di Fogliano fu
costruito nel 1730 per il
duomo di Gemona da Pietro
Nachini (nome italianizzato
di Petar Naki¤), universalmente noto
come il maestro dell’arte organaria
veneta. Il Nachini, infatti, nato nel
1694 a Bulic, vicino Zara, dopo aver
preso i voti all’età di ventuno anni
cominciò ad interessarsi della
costruzione di organi e divenne il
principale costruttore di strumenti
liturgici a canne.
Si contano tutt’oggi sui cinquecento
strumenti sparsi nei territori della
Serenissima di allora (Friuli, Veneto,
Istria e Dalmazia). Tra i suoi allievi
annoveriamo il Comelli, il Callido, il
Dacci e il Chrismann (attivo poi in
Austria). Pietro Nachini morì poi il 16
Pellegrinaggio
alla Sindone
i sta completando ormai la raccolta delle adesioni
S
per il pellegrinaggio a Torino, organizzato dalla
parrocchia Maria Madre della Chiesa di Ronchi dei
Legionari e dalla parrocchia Marcelliana di
Monfalcone,
che avrà luogo da giovedì 21 maggio a domenica 24
maggio. C’è ancora tempo per iscriversi, sono
aprile 1769 a Conegliano dove tuttora è
sepolto. Ritornando allo strumento
costruito per il duomo di Gemona,
esso fu poi acquistato dalla Pieve di
Romans d’Isonzo nel 1763. Qui vi
rimase fino al 1924 quando venne
trasferito presso la parrocchiale di
Santa Elisabetta d’Ungheria a Fogliano
(dove tuttora accompagna le
celebrazioni liturgiche). Interessante è
la storia che racconta la porta laterale
dello stesso organo.
Aprendola, infatti, si possono notare
alcuni nomi scritti a matita: sono gli
organisti che si sono succeduti alla sua
tastiera nel periodo in cui esso
permase a Romans.
Il primo in ordine di tempo è tale
Antonio Olivo che nel 1852 scrive:
"Suonò per la Durata di Ben 59 anni".
Si può quindi presumere che il suo
servizio alla Chiesa iniziò nel 1793.
Altri nomi poi si succedono e sono
Luigi Noachig "Romans, 29 Novembre
1911, nato 16 otto. 1890", Niccolò Prez
1901, Giacomo Prez 1905-1924 (con
interruzioni), Angelo Prez (1901-1924).
Un altro nome è poi trascritto ed è
Giacomo Postir, segnato dal 1923 al
1941, presumibilmente ha continuato
saltuariamente a suonare nonostante
l’organo fosse ormai da tempo stato
spostato definitivamente presso la
chiesa di S. Elisabetta in Fogliano.
La loro memoria di umili lavoratori
non verrà così dimenticata.
Ivan Bianchi
disponibili altri dieci posti!
Si ricorda che i fedeli, che parteciperanno a questa
esperienza,
avranno la possibilità di visitare i luoghi originari di
Don Bosco e tutti quelli che sono stati segnati dal
suo passaggio. Ci sarà, inoltre, la possibilità di
andare a Torino a visitare il Museo Egizio e ad
assistere all’Ostensione della Sacra Sindone nella
Cattedrale della città.
Tutti coloro che desiderino
partecipare al pellegrinaggio di Torino, si rivolgano
a Don Umberto al numero 0481 779250.
B.B.
Il campanile di Fiumicello è da pochi
mesi nuovamente accessibile, dopo i
lunghi lavori di ripristino della vicina
chiesa di San Valentino. Notevole e rara l’iscrizione sulla campana maggiore, in cui riecheggiano i nomi del
Pontefice Leone XIII, dell’Imperatore
Francesco Giuseppe, del Principe Arcivescovo Missia e del parroco decano Zanetti. Il concerto di campane è
uno dei più imponenti dell’Arcidiocesi assieme a quello del Duomo di Gorizia.
Determinante, quest’anno, la collaborazione con la Società Filologica
Friulana che ha inserito la manifestazione nell’ambito della "Settimana della cultura friulana", un cartellone regionale di eventi e
manifestazioni, che consentirà sicuramente una più ampia diffusione e
conoscenza dell’iniziativa.
Importante altresì la collaborazione
con l’ISSR di Gorizia e con le parrocchie di Pieris e di Fiumicello che hanno dato pronta disponibilità ad ospitare l’evento.
Andrea Nicolausig
Dal Decanato
■ Ronchi
Incontri comunitari
La festa del perdono e della misericordia è
stata celebrata lunedì 27 e martedì 28
aprile a San Lorenzo di Ronchi e a Santo
Stefano in Vermegliano. Il sacramento
della penitenza è stato vissuto insieme ai
bambini delle classi terze della primaria
di primo grado, che stanno seguendo un
percorso di catechismo per la comunione,
e alle loro famiglie.
La devozione alla Madre di Dio ricorda a
tutti l’appuntamento quotidiano della
preghiera del mese mariano.
Le celebrazioni avranno questo orario : a
San Lorenzo alle 17,30 la preghiera del
Rosario e alle 18 la celebrazione della
Messa; nella chiesetta antica di Santo
Stefano alle 20 la celebrazione della
Messa e alle 20.30 la preghiera del
Rosario.
Gli appuntamenti mensili per celebrare la
Madre di Dio avranno luogo venerdì 8 alle
20 in via XXV Aprile; venerdì 15 alle 20.30
a san Vito; Venerdì 22 alle 20.30 in via
Mitraglieri e venerdì 29 alle 20.30 a Selz.
Sono state apportate alcune modifich
per quel che riguarda gli orari estivi delle
Messe: da sabato 2 la Messa prefestiva a
San Lorenzo ha luogo alle 19.
Da non dimenticare inoltre gli
appuntamenti delle prossime settimane:
domenica 17 avranno luogo le
celebrazioni delle Prime Comunioni a
Santo Stefano, mentre a San Lorenzo si
terranno domenica 24.
Alla fine del mese ci sa à invece la
possibilità di partecipare, come ogni
anno, al pellegrinaggio parrocchiale a
Barbana che avrà luogo sabato 30 con
partenza alle 15 dal piazzale della chiesa.
In giugno si celebrerà il Corpus Domini
con la processione da San Lorenzo fin
alla chiesa della Santissima Trinità,
giovedì 4 giugno alle 20, a cui
parteciperanno tutte le parrocchie
ronchesi. La festa di San Vito sarà
celebrata il sabato 6 giugno alle 20 con la
Messa all’aperto negli spazi della ditta
Bertinazzi. Il mese giugno sarà inoltre
festeggiato dalla Parrocchia di Santo
Stefano con la tradizionale Festa de la
Cesa a Vermegliano che inizierà venerdì 5
giugno.
Beatrice Branca
Mandamento
Sabato, 9 maggio 2015
21
Incontro e testimonianza a Monfalcone
Amianto: la vita
prima del profitto
S
otto la pioggia di primavera
"Bisogna parlare di assunzioni di
un bel gruppo di familiari responsabilità e di un cambio
presenti l’arcivescovo
mons. Carlo Roberto Maria
di mentalità perché sia garantito
Redaelli ed il sindaco Silvia Altran
un equilibrio umano tra diritto al
- ha celebrato, martedì 28 aprile,
la Giornata nazionale dedicata
lavoro, rispetto della salute e tutela
alle vittime dell’amianto davanti
dell’ambiente"
al monumento che sorge a
Panzano per iniziativa
primo posto, le persone e la salute sono state
dell’associazione presieduta da Carmelo Cuscunà.
giudicate meno importanti".
È stata una testimonianza ed un impegno di
Cuscunà si è preoccupato del passato, ma ha anche
rinnovata solidarietà all’associazione e di amicizia
chiesto che per il futuro si impongono nuove scelte
ai soci impegnati in questa battaglia umana e
sia per la costruzione delle navi che per il loro
politica.
smantellamento, specialmente quando queste
Davanti al monumento della piazzetta è stata posta
avviene in terre dove sono coinvolte anche le donne
anche una corona che ha rinnovato per tutti la
ed i bambini. Ha chiesto un gesto di pentimento per
portata della scritta che la accompagna e che
chi sapeva ed un impegno per il domani.
accoglie tutti i visitatori: "Costruirono le stelle del
La vicinanza alle famiglie ed alle persone che hanno
mare, li uccise la polvere, li tradì il profitto".
pagato un prezzo alto in termini di vita e di affetti
Un tema, che è insieme denuncia e constatazione,
da parte delle comunità cristiane del decanato è
che è stato al centro delle parole del presidente
stata espressa con un breve incontro di preghiera.
Cuscunà il quale con parole generose e decise ha
Ha fatto da introduzione la lettura del vangelo di
dato il benvenuto all’arcivescovo ed all’incontro.
Giovanni che raccontando, la guarigione del
"Noi non abbiamo mai voluto - ha aggiunto giovane cieco, invita a guardare con fede, nella
vendetta. Per decenni gli operai hanno respirato la
consapevolezza che malattie e mali non sono opera
polvere di amianto e le loro mogli hanno lavato le
di Dio ma invitano ad alzare lo sguardo ed a
tute. Il profitto - ha concluso - è stato messo al
esprimere solidarietà e condivisione, soprattutto
perchè i diritti dei colpiti siano riconosciuti, il
lavoro sia assicurato nel rispetto delle condizioni
ambientali.
L’arcivescovo Redaelli ha commentato il brano
evangelico ribadendo con forza che la "vita viene
prima del profitto" e che dunque occorre per
rispetto delle vittime, occorre "parlare di assunzioni
di responsabilità e di un cambio di mentalità perché
sia garantito un equilibrio umano tra diritto al
lavoro, rispetto della salute e tutela dell’ambiente".
"Al primo posto - ha concluso l’arcivescovo - viene
la dignità della persona".
Dopo le intenzioni di preghiera e la benedizione,
l’associazione ha ringraziato l’arcivescovo che ha
salutato tutti i presenti con parole di fraterna
condivisione e di solidarietà.
R.B.
19 bambini domenica scorsa hanno ricevuto la prima Comunione
Dal Decanato
■ Turriaco
Nonni in festa
(FOTO LEBAN)
Maria Madre della Chiesa:
maggio di festa e di gioia
M
aria Madre della Chiesa vive in questo periodo un clima di festa e gioia!
Domenica 3 ha avuto luogo la celebrazione della Prima Comunione di 19
bambini che, dopo un lungo cammino di gioia con il sostegno dei catechisti e dei genitori, preparati dalle Suore Passioniste presenti in parrocchia, hanno accolto Gesù nel loro cuore. La messa è iniziata con la processione dalla casa parrocchiale fino alla chiesa di Maria Madre, portando la statua di Gesù
bambino. ed è stata accompagnata dal piccolo coro parrocchiale.
Il parroco don Umberto traendo spunto dal brano tratto dal Vangelo secondo Giovanni, ha fatto un riflessione sul significato della Prima Comunione e sull’importanza della presenza di Gesù nella vita
degli uomini.
l’Eucarestia si impegnano infatti ad es"Come il tralcio non può portare frutto sere guidati da Cristo e a diventare granda sè stesso se non rimane nella vite, co- di, non nelle cose materiali, ma in bonsì neanche voi se non rimanete in me. Io tà, carità, solidarietà. Essi sono inoltre
sono la vite, voi i tralci".
chiamati a testimoniare Gesù al resto
Don Umberto ha spiegato queste espres- dell’umanità e a portare attraverso i suoi
sioni del Vangelo: Gesù vuole entrare nel insegnamenti la luce nella vita di tutti.
cuore degli uomini ed essere loro amico. I bambini hanno quindi rinnovato i loColoro che ricevono per la prima volta ro impegni del battesimo e hanno letto
per i fedeli alcune preghiere.
Durante la Liturgia Eucaristica i piccoli
fedeli hanno ricevuto tre doni: il primo,
quello del pane e del vino, frutto del lavoro di tante persone, che sono stati trasformati nel corpo di Gesù per sostenere
gli uomini nella loro vita; il secondo dono è stato quello del cesto di pane, da
condividere con i parenti e gli amici in
questa giornata di festa; il terzo dono è
stato quello della candela accesa, simbolo di fede e di impegno ad essere luce nel
mondo attraverso le proprie buone azioni.
Domenica 10 alle 10.30, invece, la comunità di Maria Madre accoglierà il vescovo per la celebrazione della Cresima
di diciannove ragazzi della terza media,
che hanno frequentato per due anni un
percorso di formazione , guidati da Denis Del Bello. La sera invece alle ore 20 la
parrocchia festeggerà la festa della
mamma, nonché la patrona Maria Madre. Avrà luogo dunque una processione
con la venerata immagine della Madonna, che sarà presieduta da Don Giulio
Boldrin.
Beatrice Branca
Anche quest’anno la parrocchia San Rocco
di Turriaco - come ormai lunga e
apprezzata tradizione - ha voluto
festeggiare in modo particolare tutti i
suoi "Nonni".
La celebrazione della Santa Messa della
domenica è stata, infatti, dedicata ancora
una volta a tutti gli ultraottantenni
residenti in paese.
Il parroco don Enzo Fabrissin, all’inizio
del rito nella parrocchiale, ha salutato
con aff tto gli anziani che hanno potuto
partecipare ricordando però anche chi,
per motivi di salute, non ha potuto essere
presente alla festa fisicamente ma era
senz’altro vicino spiritualmente ai suoi
coetanei.
Al termine della celebrazione il parroco
ha consegnato a tutti gli intervenuti un
piccolo ricordo e il momento di festa è
stato suggellato con una fotografia che
immortala il gruppo sull’altare maggiore
della parrocchiale.
A conclusione tutti si sono ritrovati
nell’oratorio intitolato a “don Bruno
Cargnel” per un momento di festa ed un
rinfresco, divenuto in verità poi un vero e
proprio pranzo grazie alla disponibilità e
alla generosità di alcune persone della
parrocchia.
A festeggiare assieme a don Enzo e alla
comunità sono stati quest’anno: Bianca
Visintin, Fedora Pozzar, Gualtiero Cosolo,
Lucilla Spanghero, Silvan Tomasella,
Mario zanette, Zaira Buttus, Galeone Lo
Franco, Giovanni Zorba, Adelina Canciani,
Ortensia Marconato, Alvise Sell, Antonia
Tomasella, Evelina Nrizzi, Luciana Turel e
Mario Nocent.
Elisa Baldo
22
Cormonese - Gradiscano
Sabato, 9 maggio 2015
Agenda
La commemorazione nel mese di maggio
■ Farra
Sono trascorsi 20 anni
dalla ricostruzione
del Santuario del Preval
Conferenza e mostra
Il Centro Culturale "Tullio Crali",
nell’ambito delle celebrazioni per il
Centenario, pubblica, grazie al contributo
della CA.Ri.Go., un libretto "La Grande
Guerra vissuta dai Goriziani dal 1914 al
1916" (a cura di Liliana Mlakar") e dal
poeta-soldato Giuseppe Ungaretti" (a
cura di Rosaria De Vitis).
L’interessante ricerca della Mlakar,
affondando o sguardo nella microstoria,
narra attraverso le cronache del tempo,
lettere e cartoline, il calvario di una città
sconvolta dall’evento bellico, scoppiato
all’improvviso nel pieno di una vivace
vitalità socio-culturale.
Di diverso tenore la narrazione poetica
della De Vitis, che fa percorrere, in prima
persona, la metamorfosi del poeta da
futurista-interventista ad "uomo di
pena" levigato dalle acque dell’Isonzo.
La presentazione, allietata dai canti
d’epoca di Andrea Ianesch e Marco Zitter,
sarà affianc a all’inaugurazione della
mostra di opere pittoriche sullo stesso
tema eseguite da: Bruna Albertin,
Roberta Bighetti, Edi Bramuzzo, Bruno
Civran, Annamaria Fabbroni,Gabriella
Frandoli, Annamaria Gargano, Thea
Geromin, Giorgio Geromet, Emilija Mask,
Grazia Russo, Karmela Rusjan, Giuseppe
Scek, Aloisa Schleindler, Caterina Trevisan
Mulitsch e Adriano Velussi.
L’incontro è previsto per venerdì 8 17.30
presso la Sala Mostre del Museo della
Civiltà Contadina a Farra.
La mostra sarà visitabile fino al 13 maggio
dalle 16.30 alle 18.30.
F
ervono i preparativi per la comunità di Mossa che, a partire da domenica 10 maggio, si appresta a
celebrare i vent’anni dalla ricostruzione del suo Santuario.
La chiesa del Preval, risalente al 1400,
dopo un periodo in cui versava in stato
di degrado venne ricostruita e riportata
al culto dei fedeli il 14 maggio 1995. Nella sua storia la chiesetta, ora Santuario
Diocesano intitolato per volontà di Papa Giovanni Paolo II a Santa Maria Regina dei Popoli, ha da sempre rappresentato un punto di passaggio e di
incontro per le numerose popolazioni
del Collio e del Brda che si affacciano
sulla piana del Preval per poi diventare
meta anche delle comunità dell’intero
ambito isontino. Ancora si registrano
numerosi pellegrinaggi e visite di molti
fedeli provenienti dall’Italia e da altri
Paesi della Mitteleuropa.
La Parrocchia, in collaborazione con il
Comune di Mossa, ha organizzato un
calendario con alcune significative iniziative che si svolgeranno tutte presso il
Santuario. Si inizierà domenica 10 maggio, alle ore 18.00, con la Santa Messa
La chiesetta ha sempre
rappresentato un punto
di passaggio
e di incontro
per le popolazioni
del Collio e del Brda
solenne celebrata da mons. Mauro Belletti, parroco di Mossa al tempo della ricostruzione del Santuario. Durante la
funzione religiosa ci sarà anche il dono
dell’olio per la lampada votiva da parte
dell’Amministrazione Comunale.
Giovedì 14 maggio, giorno in cui ricadono esattamente i 20 anni dalla ricostruzione, alle ore 20.30 si svolgerà una conferenza dal titolo "Il Preval fra fede,
storia, arte e cultura". Realizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia, vedrà la presenza della dott.ssa Elisa Tofful, autrice
del volume "La Chiesa del Preval" pubblicato dal Comune di Mossa, e della
prof.ssa Liliana Ferrari, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese
presso l’Università degli Studi di Trieste.
Nelle giornate di domenica 17 e 24 maggio, saranno organizzate delle aperture
straordinarie del Santuario dalle ore 16
alle ore 18.
Durante le aperture, con inizio alle ore
16.30, ci sarà la possibilità di assistere a
visite guidate con la dott.ssa Elisa Tofful
che illustrerà ai visitatori aspetti artistici, storici e culturali della chiesa del Preval.
Appuntamenti importanti per la comunità di Mossa ma anche per l’intera Arcidiocesi, invitata a celebrare uno dei
suoi Santuari e ad approfondire particolari aspetti e curiosità legati alla sua
storia.
Andrea Bullitta
Domenica 10 a Gradisca
La festa del perdono
L
(Foto Alberto Garbari)
a celebrazione della prima confessione si è ormai da molti
anni trasformata giustamente in una festa, la festa del perdono, un piccolo evento sempre carico di emozione e di attesa da parte dei bambini.
Ma non basta non insistere tanto sui peccati, evocare la bella figura del padre misericordioso che perdona sempre, fare la festicciola finale, rimane un nodo, e non da poco, quello che ogni iniziazione può avvenire solo in un contesto che fa da
grembo-generatore della fede (in primis la famiglia).
E oggi, come un po’ tutti anche la famiglia, che già vive una condizione di debolezza strutturale, fa fatica a mettere in parole e in
gesti quotidiani la dimensione credente della vita, nella quale la
misericordia ha un suo spazio preciso. E’ vero che i bambini sono
stati accompagnati da una pluralità di figure educative, che le
hanno studiate tutte, si sono confrontate per realizzare, calibrare
l’esperienza e, a seconda dell’interiorizzazione fatta propria dai
bambini, progettato i passi ulteriori e i cambiamenti di percorso.
Ma rimane la mancanza di una patto educativo e di evangelizzazione che non si è riusciti a varare. Si è cercato di venire incontro ai bisogni delle famiglie, ma salvaguardando il fatto che si è
educati da e nella domenica, nel vivere il giorno del Signore, non
nel senso dell’assolvimento del precetto, ma della comunità riunita dal Risorto che celebra la vita e che è custodia dell’identità cristiana. Infine, se oggi la Chiesa di papa Francesco vuol essere riconosciuta, prima che per ogni altro aspetto, come la casa della
misericordia che, nel dialogo tra la debolezza degli uomini e la pazienza di Dio, accoglie, accompagna, aiuta a trovare la "buona
notizia" della grande speranza cristiana, dobbiamo dire che per
la nostra esperienza di Chiesa c’è ancora tanta strada da fare. L’augurio è che per il futuro ci si possa ritrovare, sacerdoti, famiglie e
catechisti per la progettazione di un percorso condiviso nel quale far sperimentare in modo più significativo queste preziose realtà
spirituali.
don Maurizio
Cormonese - Gradiscano
Sabato, 9 maggio 2015
◆ Brazzano
23
In agenda
Celebrato
con solennità
il patrono S.Giorgio
A
nche Brazzano ha celebrato il
patrono San Giorgio. Come
vuole la tradizione, la comunità
si é ritrovata, sabato 25 aprile, a
celebrare la sua festa patronale, nel ricordo della Dedicazione della chiesa di
San Giorgio sul colle.
Purtroppo il tempo incerto ha impedito che la celebrazione si svolgesse all’esterno della chiesa di San Giorgio,
che come è noto è da lungo inagibile e
in attesa che l’amministrazione comunale provveda ai lavori di restauro. La
messa, presieduta dal parroco don Pao-
■ Cormons
lo Nutarelli è stata celebrata nella chiesa parrocchiale. Presente il vicesindaco Lucia Toros; ha animato l’Eucarestia
la corale San Giorgio.
Nell’omelia, don Paolo in riferimento
alla storia di San Giorgio ha voluto richiamare il coraggio della testimonianza e della necessità di non scappare davanti all’ostacolo: "Drago é tutto ciò
che ci impedisce di essere se stessi, che
ci blocca; di fronte ad esso non possiamo scappare".
Facendo riferimento alla contemporanea festa nazionale della Liberazione,
don Paolo ha ricordato come oggi sia
necessario una nuova liberazione morale da un sistema che ci rende numeri, dove il criterio di scelta sono i soldi.
"Questo ë sicuramente un drago che
dobbiamo affrontare", ha affermato il
parroco.
Al termine della messa la festa é continuata nei locali parrocchiali.
Il Sacramento della Cresima celebrato dal vescovo Carlo a Cormons
Giovani confermati nello Spirito
Appuntamenti
con il mese mariano
E’ iniziato il mese mariano nellee
parrocchie dell’Unità pastorale di
Cormons.
Questi i prossimi appuntamenti, A
Cormons da lunedì 4 a venerdì 8 maggio il
rosario sarà recitato nel nuovo piazzale
interno al convento di Rosa Mistica
(entrata portineria del convento di Largo
Scrosoppi), dall’11 al 15 maggio in via
San Daniele (Giardinetto), dal 18 al 22
all’esterno della chiesa di San Leopoldo e
dal 25 al 29 in via Filanda sotto la
ciminiera.
A Borgnano il rosario sarà celebrato alle
19 nella chiesa di Santa Fosca.
A Brazzano alle 18 nella chiesa di San
Rocco e dall ’11 al 16 maggio nella chiesa
di Santo Stefano a Giassico.
A Dolegna del Collio appuntamento con il
rosario alle 20 nelle chiese dei Santi Vito e
Modesto a Ruttars e di San Giuseppe nel
capoluogo.
■ Domenica 10
La Festa di Prima
Comunione
IN QUESTA PRIMA DOMENICA DI MAGGIO, 43 GIOVANI DELLE NOSTRE COMUNITÀ VIVONO IL ACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE, GRAZIE
AL GESTO APOSTOLICO DELL’IMPOSIZIONE DELLE MANI DELL’ARCIVESCOVO CARLO ED ALL’UNZIONE CON IL SACRO CRISMA.
Domenica 10 maggio sia a Cormons,
durante la S. Messa delle 10, sia a
Brazzano, durante la S. Messa delle
11.30, i bambini delle nostre Comunità si
accosteranno, per la prima volta, alla
mensa del signore.
Un appuntamento importanti per l’intera
comunità. saranno momenti di festa non
solo per i bambini ma anche per le loro
famiglie.
Il Premio Sant’Adalberto 2015
La testimonianza
di Franco: fare del bene
agli altri aiuta a crescere
D
"Tutti debbono cercare
di aiutare gli altri,
quelli che hanno bisogno,
dare una mano,
dare un consiglio"
a quasi 60 anni vive la sua domenica in un campo di calcio. Prima
con la giacchetta nera e il fischietto in bocca, poi da osservatore dei giovani arbitri ai quali ama dispensare più consigli che rimproveri. Una
"passionaccia", come direbbe Nicolò Carosio tanto per rimanere in temi calcistici,
che non impedisce a Franco Ceschia di
dedicare parte del suo tempo libero per fare un po’ di volontariato quello con la V maiuscola nella parrocchia e nelle associazioni cormonesi.
Un volontariato fatto con discrezione, in silenzio e con
grande sensibilità e per questo ancora più da apprezzare.
Uno dei motivi che il Consiglio pastorale parrocchiale di
Cormons gli ha conferito lo scorso 23 aprile il premio Sant’Adalberto in occasione della r4icorrenda del patrono.
"Ogni sabato mattina, una volta stampata, preparo "Settimana insieme" per la distribuzione alle varie parrocchie e consegno direttamente il foglio parrocchiale a Brazzano e al santuario di Rosa Mistica".
Franco, tra i tuoi servizi c’è anche quello di accompagnare il sacerdote durante i funerali. Una presenza decennale la tua, silenziosa e discreta, dimostrando partecipazione nei confronti delle famiglie che vivono un
momento doloroso. Non è da tutti.
Gentile e servizievole, sei sempre pronto a dare una
mano a tutti, insieme alla moglie Aurora, ad aiutare a
chi lo chiede, dai vicini di casa ad alcune associazioni
della comunità cormonese. Cosa ti spinge a fare tutto
questo?
"E’ nato quasi per caso. E’ stato don Sergio anni fa a chiedermi la prima volta se lo accompagnavo a un funerale.
Poi piano piano è diventato un servizio che faccio volentieri. Mi capita spesso in cimitero di portare anche la croce. Ho notato che è un servizio che la gente apprezza".
"Tutti debbono cercare di aiutare gli altri, quelli che hanno bisogno, dare una mano, dare un consiglio. Ho sempre
detto di sì, nel limite delle possibilità a chi mi ha chiesto e
mi chiede un aiuto. E questo lo faccio d’accordo con la
moglie, senza nulla togliere alla famiglia".
Ma dai una mano anche in parrocchia…
Oltre alla parrocchia, quali sono le altre occupazioni da
volontario, esclusa la sezione degli arbitri che resta al
centro della tua attività?
"Faccio parte dell’associazione "Fulcherio Ungrispach" e
dell’associazione del Fante. Partecipo all’attività, aiuto
nel lavoro da segreteria. Non mi costa fatica perché mi
piace stare con la gente".
Un consiglio da dare ai giovani?
"Fare volontariato e aiutare gli altri sono delle gratificazioni innanzitutto per se stessi, è una soddisfazione impagabile. Ai giovani, ma anche a tutte le persone, dico che
fare del volontariato nelle associazioni è un modo per crearsi nuovi amici, è un modo per instaurare un rapporto
positivo con la gente. Tutto ciò non può fare che del bene
e aiuta a crescere".