di - Voce Isontina
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Poste Italiane s.p.a. | Spedizione in Abbonamento Postale | D:L: 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma, 1, NE/PD | tassa riscossa/taxe perçue/Padova WWW.VOCEISONTINA.EU Anno LI - Numero 18 Società 3 Speciale 4-5 Società Costruire la riconciliazione Cristiani perseguitati "Io, aquilano sismoleso" storica e rapporti di collaborazione situazione in molti Paesi africani decisamente lontana per L’Aquila n cammino U da percorrere cercando verità EDITORIALE A me interessa! uesta settimana Q focus sulla difficile sei anni A dal terremoto la ricostruzione pare 9 maggio 2015 - Euro 1,00 6 Evangelizzazione 10-11 La missione vista dai bambini disegni realizzati Imaterna dalla scuola dell’Istituto "Nostra Signora" di Gorizia Domenica 10 maggio di don Paolo Zuttion L a scorsa settimana stavo percorrendo la piazza San Francesco a Gorizia insieme ai miei pensieri, circondato da giovani Afgani che bivaccavano, ad un tratto una signora dal volto gentile mi fermò con molto garbo, tra me e me pensai: "Ecco l’ennesima che mi ferma per insultarmi ritenendomi responsabile della presenza di questi giovani". Grande fu la mia sorpresa quando la signora con voce calma mi disse: "Don Paolo, Lei non sa quanta pena mi fanno questi giovani costretti a lasciare le loro case, i loro affetti per poi trovarsi qui a vivere in queste condizioni, sto andando in chiesa per pregare per loro". Mi ha commosso questa donna e consolato: la crudeltà non ha attanagliato tutti i cuori. Nella nostra Gorizia, nella nostra Italia, nella nostra Europa, ci sono ancora uomini e donne che hanno rispetto per i loro simili, che hanno compassione per coloro che sono nel bisogno; che esprimono la tenerezza che una madre sa esprimere verso il proprio figlio, vedendo il volto di lui in questi giovani feriti dalla vita. Uno che prova questi sentimenti viene catalogato dai grandi strateghi della nostra società con una parola orribile: "Buonista". Come se la bontà fosse segno di lassismo, di mancanza d’intelligenza, di incapacità di interpretare gli avvenimenti. Ma ottusi sono coloro che pensano sia necessario agire senza pietà, usando il pugno di ferro verso questi giunti fin qui per invaderci e toglierci l’illusione del nostro effimero benessere. Ormai quasi non ci scandalizziamo più dinanzi ad un’Europa incapace di trovare soluzioni condivise di fronte al problema dei richiedenti asilo: ogni Stato cerca solo il suo interesse. "Avanti disuniti" titolava l’Osservatore Romano in un articolo sulle ultime (non)decisioni di Bruxelles. Stiamo precipitando verso una società invivibile, priva di legami dove l’uomo vive disperato, affogato nella sua solitudine. Perchè questo non avvenga, perchè i rapporti nella nostra società non si riducano all’homo homini lupus un ruolo importante è quello che deve svolgere la Politica. L’immigrazione è un banco di prova da cui nessuno può sottrarsi: da esso dipende il futuro della nostra società e va quindi governato con grande attenzione e lungimiranza. continua a pagina 7 Il“grazie” alle mamme! Domenica 17 maggio le comunità sono invitate ad esprimere la propria solidarietà alle popolazioni del Nepal colpite da un devastante terremoto che ha provocato migliaia di vittime ed ingentissimi danni. Le offerte raccolte andranno consegnate all'Ufficio Cassa della Curia Chiesa 7 L’annuale incontro delle Zelatrici col vescovo Carlo Mandamento 21 Amianto: la vita prima del profitto Mandamento 20 Pieris e Fiumicello aprono i campanili ai visitatori Aquileia 19 La Settimana di Studi dal 14 al 16 maggio Società Sabato, 9 maggio 2015 3 Un cammino da percorrere non solo cercando la verità storica ma costruendo con pazienza rapporti di conoscenza, di perdono, di stima, di collaborazione Costruire la riconciliazione "L a riconciliazione può avvenire non solo cercando la verità storica ma costruendo con pazienza, proprio a partire dai torti subiti e dal riconoscimento di quelli perpetrati, rapporti di conoscenza, di perdono, di stima, di collaborazione per un mondo più giusto". È stato questo uno dei passaggi centrali dell’omelia che l’arcivescovo Carlo ha pronunciato domenica scorsa nella chiesa del Sacro Cuore durante l’annuale celebrazione in suffragio di quanti furono deportati da Gorizia al termine del secondo conflitto mondiale. Pubblichiamo i passi centrali dell’omelia del vescovo. Il Vangelo di oggi con un’immagine semplice e insieme efficace quella della vite e dei tralci - ci ricorda con chiarezza due realtà. Una esplicita e una implicita. Anzitutto che noi, i tralci, staccati dalla vite che è Cristo, privi della linfa vitale che ci proviene dallo Spirito Santo, siamo destinati a non portare frutto, a morire, a finire in nulla, anzi - come ricordava oggi papa Francesco al Regina Coeli - a diventare dannosi per la comunità. Questa è la realtà esplicita. Quella implicita, ma non meno vera, è che la vite senza i tralci non può fare niente. Dio ci ha voluti liberi e quindi responsabili. Vuole agire attraverso di noi. Se noi non collaboriamo con Dio, blocchiamo tutto, perché Lui non forza la nostra libertà. Se, per esempio, non c’è nessuno che ascolta e annuncia il Vangelo, il Vangelo - che è parola di vita - diventa lettera morta. Se poi non solo non collaboriamo, ma scegliamo esplicitamente il contrario della volontà di salvezza di Dio, chiudendoci nella negatività, allora il nostro destino è l’autodistruzione. Purtroppo fin dai tempi di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, la nostra libertà è stata giocata contro Dio e, quindi, inevitabilmente, contro noi stessi, gli altri, il creato. Queste semplici verità spiegano la bellezza e insieme la tragicità della vicenda umana. Bellezza perché Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, niente di meno che suo figlie e suoi figli; tragicità, perché continuamente nella storia questa immagine è stata calpestata, vilipesa, annientata sia in chi ha subito violenza e ingiustizia, sia in chi si è fatto artefice o complice di tutto ciò sfigurando dentro di sé l’impronta di Dio. Direttore responsabile: Mauro Ungaro Direzione, Redazione, Amministrazione: 34170 Gorizia - Via Seminario, 7 Telefono 0481 531663 - Fax 0481 532878 email:[email protected] Autorizzazione Tribunale di Gorizia n. 33 del Registro 7-1-1964 Stampa: CENTRO STAMPA DELLE VENEZIE Soc. Coop. a r. l.,Via Austria 19/b - 35127 Padova PD, tel. 049 8700713; email: [email protected]. Pubblicità: PUBLISTAR, Via Treppo, 5/B - 33100 "Preghiamo per le vittime di 70 anni fa, ma anche per chi allora ha commesso ingiustizie e vendette e che solo il Signore può alla fine giudicare con la sua giustizia e la sua misericordia. Preghiamo per chi vive purtroppo vicende simili e ancora più tragiche oggi" - Udine - Tel. +39 0432 299664 Email: [email protected] www.publistarudine.com Spedizione in abbonamento postale Abbonamenti: Ordinario (annuo): Euro 45,00 - Sostenitore: Euro 50,00 - Benemerito: 100,00 - Estero: Paesi europei: Euro 100,00 - Paesi extraeuropei (via aerea): Euro 125,00 - Prezzo di una copia Euro 1,00 - Una copia arretrata Euro 2,00 - L’importo dell’abbonamento può essere direttamente versato all’Amministrazione, Giornale Locale di Informazione Generale oppure a mezzo C.C.P. n. 10656494 intestato a Voce Isontina, via Arcivescovado, 4 - 34170 Gorizia Pubblicità: Tariffe a modulo (mm. 40 x 42 mm.): Euro 18; finanziari, legali: Euro 26 Tutti i diritti riservati - Esce ogni sabato. I manoscritti e le fotografie inviati alla redazione, an- La rovina dell’umanità è sempre più grande quando diventa contagiosa, quando una malvagità ne autorizza un’altra, quando una vendetta ne innesca un’altra, quando un odio ne giustifica un altro… Mi sono spesso domandato come mai la Chiesa e, più recentemente con esiti non sempre brillanti, la stessa comunità internazionale, hanno cercato in qualche modo non di rendere umana la guerra, ma di renderla meno disumana. La risposta viene dall’esperienza: se, senza in qualche modo reagire o limitarne la portata, si permette una gravissima e continuata ingiustizia, si lascia spazio all’odio senza limiti, si cerca il proprio tornaconto a ogni costo, … se, come ci ricordava papa Francesco lo scorso anno a Redipuglia, lo slogan dell’umanità diventa quello di Caino "a me che importa?", allora parte una spirale, una catena di sofferenze, di cattiverie, di risentimenti, di vendette, di odii che è difficilissimo bloccare. La causa di tutto è spiegata dal Vangelo: se si perde l’innesto in Dio - esplicito per chi crede, implicito per chi non crede ma sente che c’è un qualcosa che deve essere una radice indiscussa dell’umanità e della sua dignità -, allora c’è poco da fare già in partenza. Perché allora, prima ancora che si arrivi alla violenza, istanze positive come il desiderio di giustizia, l’impegno per il riscatto sociale, la valorizzazione della propria cultura, la tutela della famiglia, il giusto orgoglio per la propria patria, ecc. invece che valori diventano ideologie estremizzate e contrapposte. Oltre a portare alla violenza, diventano alibi per interessi personali, vendette, cattiverie. Occorre allora ritrovare il rapporto con Dio e con la verità della nostra umanità. Come fare? La seconda lettura afferma che se il nostro cuore ci rimprovera o, potremmo dire ha dentro di sé delle negatività (e anche il ricordo di sofferenze passate può esserlo), il Signore è più grande del nostro cuore e può perdonarci, guarirci, riconciliarci dandoci la pace interiore che sola può essere forza per la riconciliazione con gli altri. Una riconciliazione che può avvenire non solo cercando la verità storica - cosa che è importante, ma non deve avere come scopo semplicemente vedere chi è stato più ingiusto, chi ha più ucciso o chi al contrario ha più subito: chi in ipotesi è stato il che se non pubblicati, non si restituiscono. Il settimanale usufruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250. Informativa: Ai sensi dell'art. 13 del Dlgs del 30.06.2003 n° 196 (Codice Privacy), si precisa che i dati dei destinatari del giornale, da tempo in nostro possesso, forniti all'atto della sottoscrizione dell'abbonamento o diversamente acquisiti da enti collegati con l'Arcidiocesi di Gorizia - Voce Isontina, verranno utilizzati dalla stessa Arcidiocesi di Gorizia - meno cattivo non per questo diventa il più bravo -, ma costruendo con pazienza, proprio a partire dai torti subiti e dal riconoscimento di quelli perpetrati, rapporti di conoscenza, di perdono, di stima, di collaborazione per un mondo più giusto. E’ un impegno importante per chi è credente. Il credente non chiude gli occhi sulle ingiustizie e le sofferenze subite e nemmeno su quelle di cui la propria "parte" è stata purtroppo protagonista, ma affida tutto alla misericordia del Signore. Il credente prega per i propri morti, a prescindere che siano stati vittime o forse, almeno parzialmente, collaboratori di ingiustizie; ma prega anche per chi in una "parte" avversa alla sua o semplicemente diversa - ma per il credente ogni "parte" viene superata dall’appartenenza al popolo di Dio - ha subito ingiustizie o si è fatto protagonista di esse. Il credente in particolare sa che l’umanità può rovinare la sua immagine e somiglianza con Dio, può sfigurarla fino a renderla irriconoscibile. Sa che questo non è avvenuto qui da noi solo 70 o 100 anni fa, ma accade purtroppo tutt’ora in quella che sempre papa Francesco ha definito come la terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Sa però - e questo lo riempie di speranza - che la massima sfigurazione dell’umanità è avvenuta sulla croce. Dio ha voluto essere Lui lo sfigurato (ricordate il canto del servo di Isaia: "Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima": Isaia 53,2-3 ) perché nel suo volto insanguinato il Padre potesse riconoscere il volto di ogni uomo e di ogni donna - vittima o carnefice, Abele o Caino (o spesso tutte le due cose insieme) -, per ridargli la dignità di chi è chiamato a essere figlio e figlia. Preghiamo allora per le vittime di 70 anni fa, ma anche per chi allora ha commesso ingiustizie e vendette e che solo il Signore può alla fine giudicare con la sua giustizia e la sua misericordia. Preghiamo per chi vive purtroppo vicende simili e ancora più tragiche oggi. Lo facciamo celebrando l’Eucaristia, il dono di sé che Gesù ha compiuto sulla croce per riscattare la nostra dignità di figli e figlie di Dio. † Vescovo Carlo Voce Isontina, editrice del settimanale, per essere inseriti in un archivio informatizzato idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo espresso divieto scritto degli interessati, oltre che per il rispetto del rapporto di abbonamento o di invio di pacchi, anche per le proprie attività istituzionali ivi comprese la comunicazione, l'informazione e la promozione, nonché per conformarsi ad obblighi normativi e di legge. Questo numero è stato chiuso in redazione alle 13 di martedì 5 maggio 2015 4 Speciale Sabato, 9 maggio 2015 L’impegno e la preghiera della Chiesa diocesana dal 10 al 16 maggio per l’Africa Somali: cristiani perseguitati. Da tutti Senza un governo funzionante, i cristiani sono stati bersaglio dei terroristi islamici ma, con un governo islamico, anche le autorità statali finiscono per perseguitarli N ella World Watch List 2015 (WWL) che classifica i Paesi del mondo secondo l’intensità della persecuzione verso i cristiani, subito dopo la Corea del Nord (di cui ci siamo occupati la scorsa settimana), troviamo la Somalia. I cristiani in Somalia sono per lo più convertiti con un background islamico o stranieri che lavorano per ONG, senza alcuna visibilità a causa dell’alto grado di persecuzione. Senza un governo funzionante, i cristiani sono stati bersaglio dei terroristi islamici e dei capiclan, ma, con un governo islamico che ottiene maggiore influenza, anche le autorità statali finiscono per perseguitare i cristiani. Fonti della persecuzione La maggioranza della popolazione in Somalia è musulmana, e si suppone che nessuno sia cristiano. Inoltre i leader religiosi islamici dichiarano pubblicamente che non c’è posto per il cristianesimo, i cristiani e le chiese in Somalia. Questa visione è categoricamente espressa nella costituzione e in altre leggi del Somaliland, della Somalia e del Puntland, dove all’islam è concesso lo status di religione di stato, e il cristianesimo è estromesso dalla vita pubblica. Oltretutto Al-Shabaab, un gruppo terrorista islamico, che agisce al di fuori del controllo dello stato, sottoscrive la dottrina wahhabita e vuole la sharia come base che regoli ogni aspetto di vita nel paese (politico, sociale ed economico), usando la sua pre- senza in varie parti del paese per radicalizzare le comunità a spese del cristianesimo in generale e dei singoli credenti in particolare. All’interno di questo processo, Al-Shabaab non è una minaccia solo per i pochi cristiani, ma anche per la popolazione musulmana in generale. Terroristi stranieri nel paese hanno reso la situazione dei cristiani persino peggiore. L’estremismo islamico non è limitato ai soli militanti. I cristiani affrontano persecuzioni serie anche dalla famiglia estesa e dalla comunità. La situazione In Somalia, l’islam era già fermamente stabilito prima dell’arrivo del cristianesimo. Fin dagli interventi coloniali dell’Italia e della Gran Bretagna, una forte resistenza è scattata contro la cristianità occidentale. Il fattore relativamente nuovo, è l’islam radicale. Dalla caduta di Ziad Barre nel 1991, la Somalia è diventata un rifugio sicuro per il radicalismo islamico. Questo è diventato più aggressivo e intolle- I cristiani vengono sempre considerati cittadini di seconda classe Sudan: chi si converte è condannato a morte S esto nella WWL, il Sudan ha sempre avuto molto ben radicato nella propria società l’Islam, comprese le tendenze radicali. Questo si traduce in pressioni e violenza contro i cristiani che vivono nel Paese. La stragrande maggioranza della popolazione in Sudan è musulmana per lo più sunnita, ma ci sono anche comunità sciite: la sharia è il fondamento del sistema giuridico. L’apostasia è criminalizzata, punibile con la pena di morte ed inoltre, si utilizzano le leggi sulla blasfemia a livello nazionale per perseguitare i cristiani, soprattutto quelli convertiti da un background musulmano. La situazione Come dicevamo, l’islam è profondamente radicato nella società sudanese. Paradossalmente, anche se ha preceduto l’islam in Sudan di centinaia di anni, il cristianesimo è percepito come estraneo alla cultura sudanese. La secessione del Sud Sudan non ha risolto i problemi dei cristiani (soprattutto neri africani), dato che un numero significativo di cristiani vive ancora nella parte meridionale del Sudan (monti Nuba). Nel perseguimento della sua politica di arabizzazione e islamizzazione, il presidente Al-Bashir ha continuato a mettere grande pressione sui cristiani neri rimasti in Sudan, in particolare nel Sud Kordofan e nello stato del Nilo Blu. La vita quotidiana Alcuni fattori hanno contribuito al progressivo peggioramento della vita dei cristiani sudanesi. Il primo fattore è la fuga dei cristiani dal Sudan al Sud Sudan, che lasciano uno Stato dominato dalla maggioranza musulmana. Il secondo fattore riguarda gli sforzi del presidente del Sudan, Al-Bashir, e dei suoi collaboratori, per mantenere la sua posizione di potere nel Paese. Il terzo fattore riguarda un aumento di tendenze radicali islamiche nella società del Sudan. Il quarto fattore è il conflitto nel Sud Il cristianesimo è percepito come estraneo alla cultura sudanese Kordofan tra il governo sudanese e il SPLM-N. Inoltre, ciò che aggrava la situazione è l’utilizzo che il presidente AlBashir fa dell’ascesa dell’islam radicale per mantenere la sua base di potere. I cristiani, considerati sempre cittadini di seconda classe, nel Paese affrontano la persecuzione anche nella vita privata. La legge punisce la conversione dall’islam ad un’altra religione con la morte; quindi, non c’è spazio per nessuno di esprimere la propria fede in qualsiasi forma. La vita della Chiesa è molto limitata e le forze di sicurezza possono interrompere eventuali incontri cristiani di culto/preghiera e persino confiscare Bibbie, documenti e computer. rante verso i cristiani nel paese. I cristiani in Somalia non sopravvivrebbero a una Kangaroo Court (o tribunale locale). Non avrebbero nemmeno la possibilità di essere spediti in un campo di lavoro. Un semplice sospetto porta infatti alla decapitazione pubblica. Attualmente la Somalia è sostanzialmente rimasta solo con credenti ex musulmani, dato che la stretta e il tormento del paese ha portato a una totale migrazione dei cristiani stranieri. Nella storia molto recente del paese, gli ex musulmani convertiti al cristianesimo (o quelli accusati di esserlo) sono stati uccisi sul posto quando sono stati scoperti. Di conseguenza i cristiani devono fare tutto il possibile per mantenere segreta la loro fede. Sfere della vita In Somalia ormai i cristiani non possono vivere come tali. Devono nascondere la loro conversione a Cristo non solo alla loro famiglia estesa e ai membri del clan, ma anche ai membri della loro famiglia ristretta. La famiglia allargata e la famiglia in sé non solo non sono favorevoli al cristianesimo, ma hanno anche paura di essere sospettati di essersi convertiti. Non possono possedere materiali cristiani e la Bibbia perché potrebbero esporli al pericolo. Celebrare matrimoni cristiani o feste cristiane in famiglia è diventato impossibile. I bambini cristiani devono seguire corsi obbligatori alla madrasa o in classi islamiche. I cristiani somali, poi, devono mantenere nascosta la loro religione per poter avere accesso alle necessità basilari quali servizi sociali e istruzione. C’è anche un abbigliamento islamico a cui i cristiani devono attenersi. La vita di chiesa è contenuta e deve rimanere per evitare di subire violenze da parte degli stessi familiari, del clan, delle autorità e delle milizie. ✎Preghiera per l’Africa O Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, grazie a Te, nel giorno dell’Annunciazione, all’alba dei tempi nuovi, tutto il genere umano con le sue culture s’è rallegrato di scoprirsi capace del Vangelo. Il popolo di Dio a Te si rivolge e insieme con Te implora: l’effusione dello Spirito Santo faccia delle culture africane luoghi di comunione nella diversità, trasformando gli abitanti di questo grande continente in figli generosi della Chiesa, che è Famiglia del Padre, Fraternità del Figlio, germe e inizio in terra di quel Regno eterno che avrà la sua pienezza nella Città il cui costruttore è Dio: Città di giustizia, di amore e di pace. Proteggi i tuoi figli ingiustamente perseguitati per la fede in Gesù; intercedi per le fanciulle rapite per essere violate, per i bambini costretti a combattere, per le madri ed i giovani costretti a fuggire per la miseria, la violenza, la persecuzione. Salva i tanti giovani e ragazzi nel deserto, nei campi di raccolta e nel mar Mediterraneo, migranti alla ricerca di pace e di prosperità. Intenerisci i cuori nostri e quelli di tutti i violenti. Prega per la pace e la salvezza dell’amata Africa. Amen. (Libero adattamento dall’esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Africa, 1995) Speciale Sabato, 9 maggio 2015 5 Oltre 4000 morti per lo più cristiani nel 2014 Nigeria: la violenza di Boko Haram negli Stati della Sharia L a situazione dei cristiani in "Il califfato si è esteso, almeno Nigeria, particolarmente nelterritorialmente, disseminado le regioni del nord, si è deteriorata drammaticamente migliaia di vittime che sono nel corso del 2014 ed oggi il Paese si per la maggior parte cristiani trova alla posizione numero 10 della WWL 2015. Il governo continua a ese una mutua sfiducia fra cristiani sere inefficace nel contenimento e musulmani in tutto il Paese" della setta Boko Haram che semina violenza e terrore senza tregua. Gli effetti della legge islamica sono visibili nella vita di mol- la Nigeria settentrionale, la configurazione della perseti cristiani nei 12 stati del nord già sottoposti alla sha- cuzione è molto più complicata che il solo uccidere e ferire cristiani (e musulmani moderati) da parte del grupria. Mentre i media mondiali sono concentrati sulla violen- po islamico terrorista. Ciò è particolarmente vero nei 12 za con cui lo Stato Islamico IS opprime il Medio Orien- Stati della sharia dove i governi locali e i gruppi sociali te, Boko Haram ha proclamato un califfato simile e se permettono ai cristiani pochissimo spazio vitale. possibile anche peggiore nella città di Gwoza nel nord Boko Haram utilizzando la retorica dell’islam politico della Nigeria, esteso a tutto lo stato di Borno e a parte ha dichiarato il califfato islamico di Gwoza, stato di Bordello stato di Adamawa. Boko Haram è colpevole di no nell’agosto 2014. Il califfato si è esteso, almeno terquasi 4.000 morti nel 2014, dei quali probabilmente la ritorialmente, disseminado migliaia di vittime che sono per la maggior parte cristiani e una mutua sfiducia maggior parte sono cristiani. A ciò va aggiunta anche la pressione anticristiana di fra cristiani e musulmani nell’intera regione, per non dire in tutto il Paese. gruppi di allevatori musulmani Hausa-Fulani. Fonti di persecuzione Contesto Sebbene il gruppo islamico terrorista Boko Haram sia più spesso associato alla persecuzione dei cristiani nel- La persecuzione dei cristiani da parte dell’estremismo islamico non si estende a tutta la Nigeria. Il nord (19 stati e il territorio federale della capitale Abuja) è prevalentemente musulmano e gli Stati a maggioranza cristiana costituiscono la cintura nel mezzo di cui però ampie zone sono diventate parte degli Stati della sharia. Il sud (17 stati) è prevalentemente cristiano, ma il sud-ovest (Yoruba) ha una vasta popolazione musulmana. Sfere della vita Nei 12 stati della Sharia, i cristiani non possono seppellire i loro morti nei cimiteri pubblici. Nella scuola pubblica i bambini cristiani sono obbligati a partecipare alle lezioni sull’islam. Le comunità cristiane sono ampiamente trascurate dal governo. I cristiani qualificati per ottenere impiego spesso non vi possono accedere, ad altri viene chiesto di rinunciare alla loro fede cristiana poter lavorare. Dalla caduta di Gheddafi gli islamici radicali hanno acquisito maggior sostegno Libia: tutti sono "sunniti", per definizione A l 13° posto nella WWList del 2015, in Libia è il Paese del Nord Africa dove peggiore è la condizione dei cristiani. In un contesto di persistente anarchia e assenza dello stato di diritto, i cristiani - sia i cittadini che gli stranieri - sono nella morsa dei gruppi religiosi fanatici e delle bande criminali. Fonti della persecuzione L’estremismo islamico: si manifesta in modi diversi. Agisce attraverso una cultura che è profondamente islamica, nella quale chi si converte al cristianesimo affronta enormi pressioni da parte dei familiari e della comunità. Dalla caduta di Gheddafi, una varietà di gruppi islamici radicali, tra cui i salafiti jihadisti e altri, hanno inoltre campo libero nel Paese e hanno acquisito un maggiore sostegno. Contesto Importare Bibbie in arabo rimane severamente vietato e questo impedisce la crescita della Chiesa indigena: il proselitismo di musulmani e l’attività missionaria sono ufficialmente vietati. A causa dell’oppressione causata dall’intolleranza della società e dei parenti, i cristiani libici difficilmente osano informare gli altri della loro fede. Gli islamisti in Libia sono diventati così radicali che anche i sufi vengono perseguitati. Il governo sostiene che tutti i cittadini siano sunniti per definizione. Questa imposizione si unisce ad ampi divieti di qualsiasi tipo di associazione politica indipendente, impedendo ai cittadini di identificarsi come membri di un gruppo religioso o politico. In Libia sono presenti due tipi di cristianesimo: un piccolo gruppo di cittadini libici (che sono tutti convertiti dall’islam) e immigrati stranieri, la maggior parte dei quali provenienti dall’Africa sub-sahariana e alcuni dall’Egitto. I cittadini libici cristiani mantengono segreta la loro fede. Le chiese per libici sono vietate e la conversione dall’islam comporta pressione sociale. I lavoratori immigrati cristiani hanno la possibilità di avere le loro chiese, ma i libici non possono entrarci. Nel corso del 2014, sono aumentati gli episodi di violenza subita sia dai cristiani libici che dagli stranieri. Almeno 12 cristiani sono stati uccisi (tra loro 5 egiziani e 1 filippino). Inoltre, durante uno dei disordini a Tripoli, due chiese sono state gravemente danneggiate. Un Paese dove sino poco tempo fa i cristiani ed i musulmani sembravano convivere pacificamente Kenya: il nuovo focolaio dell’estremismo islamico P ur avendop l’80% della popolazione cristiana, il Kenya si colloca alla 19^ posizione nel WWL 2015. Il livello di violenza per motivi legati alla fede è aumentato nelle zone di Nairobi, nel Nordest del paese e nelle regioni costiere, e la morsa della persecuzione in differenti aspetti della vita dei cristiani si è intensificata nella maggior parte del paese. Fonti di persecuzione L’estremismo islamico è la principale fonte di persecuzione nel paese. Dal 10 al 15% della popolazione Keniota è musulmana, per lo più sunnita, mentre meno del 10% è sciita. I kenioti musulmani tendono a vedere una relazione tra politica e religione, e tra loro circa i due terzi vorrebbero che la Sharia venisse integrata alla legislazione nazionale. La popolazione musulmana, collocata principalmente sulle aree costiere ma sparsa anche in altre parti del paese, ha iniziato a reagire a quella che è avvertita come una limitazione della libertà della società keniota. Un’altra fonte emergente di persecuzione in Kenya è quella dell’antagonismo tribale. Il paese ospita più di quaranta tribù differenti: soprattutto nella zona nordorientale del paese l’estremismo islamico e l’antagonismo tribale siano strettamente intrecciati fra loro: in questo contesto, la persecuzione si scatena principalmente quando un membro di una tribù si converte a Cristo. Un altro elemento da considerare per capire le dinamiche di persecuzione in Kenya è il ruolo che la religione gioca nel paese. Fino ai tempi recenti, il Kenya non aveva alle proprie spalle una storia di conflitti interreligiosi e inoltre, cristiani e musulmani sembravano convivere in un clima di relativa pace. Nel 2014 c’è stato un drammatico cambiamento, che ha visto in particolare le aree nordorientali e quelle costiere divenire punti caldi dell’estremismo isla- mico, a seguito di numerosi episodi di violenza legata a motivi religiosi. Inoltre, il Kenya è militarmente coinvolto in Somalia e ospita un alto numero di rifugiati provenienti da diversi paesi vicini, inclusi quelli somali, che vengono usati dagli estremisti per radicalizzare l’islam all’interno della popolazione keniota. In questo clima i credenti kenioti si sentono confusi, e che in alcune chiese si installano dei metal detector per paura di attacchi suicida, o si pagano dei poliziotti per restare di guardia durante i culti. In questo clima di insicurezza, la presenza dei fedeli alle funzioni di chiesa è in diminuzione, non solo perché i credenti temono degli attacchi, ma anche perché gli estremisti stessi li minacciano affinché non si rechino ai culti. Questo accade, in parte, anche a Nairobi e in altri centri urbani. 6 Società Sabato, 9 maggio 2015 A sei anni dal devastante terremoto che colpì l’Abruzzo nell’aprile 2009, il tempo della ricostruzione pare ancora decisamente lontano per L’Aquila "Io, aquilano sismoleso" A ngelo De Nicola è una delle anime che ha raccontato, vivendolo in prima persona, il devastante terremoto de L’Aquila in quell’aprile del 2009. Un collega, giornalista professionista dal 1991, ha iniziato a collaborare a 15 anni con "Il Messaggero", nella cui redazione aquilana ha svolto la sua trentennale esperienza. Angelo quella notte si trovava nella sua casa a L’Aquila e già dalle prime ore del mattino nonostante l’angoscia, nonostante una città distrutta - riprendeva servizio nella sua redazione, per raccontare quello che stava succedendo, per aiutare anche lui la sua città e i suoi cittadini. Dal racconto di quei giorni è nato il libro "Il nostro terremoto", quasi un diario per "fissare le emozioni. Le fortissime emozioni di quella maledetta notte ma anche dei tragici giorni successivi, quando lo sbandamento è stato più forte di quelle scosse a ripetizione dopo l’ululato dell’orco alle 3 e 32". Lo abbiamo incontrato durante il convegno della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici, svolto proprio a L’Aquila, e da lui ci siamo fatti raccontare le "sensazioni" di quella lunga notte e, a distanza di sei anni, cosa rimane della sua città. Angelo, sfogliando il tuo sito, quando presenti il tuo lavoro "Il nostro terremoto", parli spesso di emozioni. Emozioni sicuramente amare. Quali sono- a distanza di sei anni- i tuoi ricordi di quei primissimi giorni? Una cosa che ha molto toccato tutti nel corso della nostra visita in città, è stato il silenzio e l’odore di calce e polvere. Quali quindi anche i tuoi ricordi "sensoriali" di quei giorni (certamente diversi da quelli provati da noi)? Ogni notte, prima di addormentarmi, il mio ultimo pensiero va a quella notte. Ed è un accavallarsi di ricordi, di rumori (quel rombo che si "ricaricava"), di odori (quello del gas che di attanagliava la gola), di colori (quello del sangue), di sensazioni (terrore, gioia, strazio, speranza). Tutte le notti. Sono un malato di terremoto. Lavoro, soffro, gioisco, parto, ritorno, spero, pago, impreco, faccio il tifo per l’Inter, vado allo stadio per vedere L’Aquila Calcio, mi arrabbio per le sconfitte dell’Italia di rugby al 6 Nazioni, vado a sciare e ogni tanto a prendere una pizza con gli amici, mi indigno spesso davanti alla Tv... una vita normale, come tanti, come prima. Sono tornato alla normalità (o quasi) di una bella casetta nella frazione di Pagliare di Sassa. Eppure non va. Sono malato dentro. Sono, come tantissimi aquilani, un "sismoleso". Mia figlia Camilla, che il 6 aprile aveva 12 anni, ancora oggi che ne ha 18 dorme sempre con le calze infilate come se dovesse essere "Quei ventidue maledetti secondi hanno distrutto, soprattutto, l’identità secolare di un popolo" pronta a scappare, se dovesse servire, senza ferirsi i piedi su spine di macerie come accadde quella notte. Camilla non vuole che si chiuda la porta di casa a chiave, quella porta che quella maledetta notte non voleva saperne di aprirsi, compressa dalla mano dell’orco affamato di morte che ci ha lasciati vivi non senza prima divertirsi a guardarci negli occhi per interminabili minuti. Emozioni. Durante il Convegno hai raccontato di aver preso servizio già dalle prime ore dopo la scossa, "perché era quello che io sapevo fare". Quanto è stato importante per te raccontare quello che stava succedendo, mettere "nero su bianco" emozioni e cronaca? Il lavoro come dovere civico ma anche come terapia. Pur ferito- non gravemente: uno squarcio sul capo ed uno sul volto, un braccio ammostatosotto un crollo nella mia abitazione, una volta curato e medicato all’ospedale di Pescara nel tardo pomeriggio di quel maledetto 6 aprile, ed una volta messa al sicuro la mia famiglia nella casetta delle vacanze a Francavilla al Mare, lì a due passi, ho ritenuto che la cosa più sensata da fare fosse quella di mettermi subito a disposizione della redazione del mio giornale, Il Messaggero, nel capoluogo adriatico, come penso debbano fare in questi casi i medici, gli ingegneri, gli operai, ecc. In quel momento, ho pensato, ognuno doveva fare quello che sapeva fare. Così, quella sera stessa, è nato il drammatico articolo che è, poi, diventato l’incipit del mio libro. Nei giorni successivi, mi sono tuffato nel lavoro per cercare di lenire le "ferite" dentro. E lavorare mi ha fatto bene: la depressione, in questi casi è dietro l’angolo. Guardando ora la città, com’è cambiato il suo tessuto sociale? Oltre alla perdita della casa, del luogo di lavoro, con quali altri problemi hanno dovuto fare i conti gli aquilani? Quei ventidue maledetti secondi hanno distrutto, soprattutto, l’identità di un popolo, gli aquilani, da secoli abbarbicati più psicologicamente che economicamente (1.300 attività) e socialmente (12mila, sul totale di 70mila, residenti nel perimetro delle mura antiche), attorno al loro centro storico, ai suoi vicoli, ai suoi profumi, ai suoi silenzi, alle sue antiche pietre bianche di palazzi e chiese. Il sesto centro storico in Italia- e, dunque, al mondo- per numero di monumenti importanti. Quel centro storico non c’è più e difficilmente risorgerà in tempi brevi visto che, secondo le primissime stime, occorrono 300 milioni di euro soltanto per i 46 monumenti principali, i "gioielli" si direbbe, la cui lista non comprende, ad esempio, tantissime chiese e monasteri nè palazzi gentilizi che pullulano nel cuore della città. L’Aquila sarà ricostruita, ma se non dovesse rinascere il suo centro storico, che ne è l’acropoli, la madre di una città e di tutto un territorio, "L’Aquila non sarà". Una cosa che ci ha colpiti è stato rendersi conto che i ragazzi che ora hanno una decina di anni non hanno praticamente mai cono- sciuto la loro città... hai avuto modo di confrontarti con loro o con i loro genitori? Come vivono questo fattore? Gli studenti adolescenti sono stati decisivi, nell’immediato post sisma: sono stati loro che, scegliendo in maniera determinata di voler tornare a scuola all’Aquila in quel settembre del 2009, hanno portato lo stendardo del rientro delle loro famiglie in una città che rischiava, in quel momento di snodo, di restare fantasma. Se in quell’avvio di anno scolastico non si fosse fatto il "miracolo" di realizzare, in tempi record, i "Musp" (costruzioni scolastiche modulari provvisorie), oggi staremmo raccontando tutta un’altra storia visto che a sei anni dal 6 aprile nessuna delle tante scuole pubbliche danneggiate sono state riparate o ricostruite nè si vede l’avvio di un qualche progetto per avviarne il recupero Quei ragazzi che, invece, non erano nell’adolescenza, non hanno conosciuto L’Aquila, lo struscio sotto i Portici, gli odori, i sapori, la luce abbacinante del sole che si rifrange sui palazzi di pietra bianca. Pensano che L’Aquila sia il centro commerciale che, inevitabilmente, oggi frequentano per poter socializzare. Si salteranno intere generazioni di aquilani. Un altro costo, altissimo, della tragedia. E i genitori, presi da una vita che anche per loro non ha più le certezze anche civiche di un tempo, appaiono sfiduciati. Recuperare la memoria appare, perciò, un dovere. E non è un’operazione nostalgia. Ma un’operazione verità. Per concludere: purtroppo abbiamo visto che il lavoro da fare per far "risorgere" L’Aquila è ancora molto; quali sono, da cittadino aquilano, le tue speranze per il futuro di questa città e "I ragazzi che allora non erano nell’adolescenza, non hanno potuto conoscere L’Aquila" dei tanti giovani che qui hanno scelto di continuare a vivere e studiare? Ricostruire L’Aquila, L’Aquila quella vera, è una sfida enorme. Dopo il devastante terremoto del 1703, gli aquilani la vinsero. La mia speranza è che, anche stavolta, ce la facciamo. Lo dobbiamo a gli sforzi che fecero quegli uomini e quelle donne nel Settecento, quando non c’era certo la crisi economica che attanaglia il pianeta oggi ma nemmeno le tecnologie di cui oggi disponiamo. L’Aquila è patrimonio dell’umanità. Ce la deve fare. Ce la dobbiamo fare. Ma per farcela gli aquilani devono tornare a sentirsi Aquilani. Prendo a prestito le parole del saggio, contenuto nel mio libro, dell’avvocato Attilio Cecchini, autorità morale cittadina: "Ma l’Aquilanitas non demorde, malgrado tutto quello che produce ’desinit in piscem’. Dissacrante, permalosa, anticonformista, trasgressiva, trasversale, controversa, anacronistica, essa continuerà a spruzzare adrenalina e veleno negli ingranaggi della futura rinascita, perché della polis è la radice più profonda. Questa è la nostra divisa da 755 anni, la cifra esistenziale di una comunità unica al mondo, rissosa e campanilista in tempi sia di vacche grasse che di miseria, libertaria ed anarchica secondo l’omaggio che le rese Niccolò Machiavelli, irriducibile come purtroppo constatò a sue spese Braccio da Montone". a cura di Selina Trevisan Chiesa Sabato, 9 maggio 2015 Annuale incontro delle Zelatrici con il vescovo Carlo 7 Agenda ■ Mercoledì 13 AdP a Monte Grisa L’Apostolato della Preghiera diocesano organizza l’annuale pellegrinaggio in pullmann con i gruppi regionali dell’AdP mercoledì 13 maggio al Santuario di Maria Madre e Regina a Monte Grisa (TS). Partenza alle 14 da Lucinico e fermate a Gradisca d’Isonzo, Ronchi dei Legionari, Monfalcone. Alle 15.30 recita del santo rosario, alle 16 s. messa e solenne benedizione con il Vescovo di Trieste Mons. Crepaldi. Per informazioni ed iscrizioni chiamare ai numeri 328/2645873, 339/8607859 oppure 333/1070689. ■ In memoria Gasparina Basso nella Casa del Padre In preghiera per le vocazioni N ella giornata del Buon Pastore, ingrati che, essendosi appropriati nell’Antico Testamento non ha saputo domenica 26 aprile, come della vigna, uccidono tutti coloro che sempre prendersi cura del suo gregge Zelatrici del Seminario della ne vengono a reclamare il raccolto. e lo ha lasciato in preda ai lupi. Nel diocesi di Gorizia ci siamo Alla fine uccidono persino il figlio del Nuovo testamento egli è colui che si strette attorno all’Arcivescovo Carlo padrone. carica sulle spalle la pecorella per un momento di preghiera e di Ebbene Gesù, nell’ultima cena, rivela smarrita. Ebbene Gesù, sulla croce, si agape fraterna. L’incontro, di essere Lui stesso la vera vite, si fa Agnello in un totale dono di sé. Da particolarmente partecipato, si è immedesima nella vigna perché possa Lui il sostegno e la forza per essere veri svolto presso la comunità sacerdotale portare frutti in abbondanza. cristiani. Concludendo, mons. Carlo, di Gorizia. Un’altra immagine è quella del pane: ha ricordato a tutti che l’impegno a Oltre a don Nicola e ad Angela, nel deserto gli israeliti sono nutriti di sostenere economicamente il rispettivamente assistente e manna, Gesù stesso moltiplica il pane Seminario Interdiocesano di coordinatrice del gruppo, era presente per sfamare la moltitudine. Castellerio è sempre uguale per la anche il seminarista goriziano Diego Nell’ultima cena rivela che Lui è il nostra diocesi, che siano o meno che ci ha reso partecipi della sua pane spezzato per tutti, entra a far presenti seminaristi provenienti dalle quotidianità fatta di studio, di parte integrante della nostra vita. nostre comunità. Ci sono poi famiglie preghiera e servizio, anche se non Terza immagine il Buon Pastore, che che non possono permettersi di mancano momenti ludici. mantenere un figlio in L’Arcivescovo ci ha seminario, o famiglie che ringraziato per il ostacolano la vocazione, perseverante impegno togliendo qualsiasi aiuto profuso nelle nostre economico al figlio. Tutto a domenica del Buon Pastore è anche, tradizionalmente, comunità, nel mantenere questo deve far riflettere e l’occasione in cui le Zelatrici consegnano nelle mani dell’arsempre viva la preghiera deve essere segno nelle civescovo le offe te per il Seminarioi. Pubbliciamo di seguiper le vocazioni sacerdotali nostre comunità. to l’elenco. e di speciale consacrazione. Sono state ricordate, nella Aquileia 460,00; Begliano 527,00; Campolongo 170,00; Capriva Ci ha poi donato tre spunti preghiera, le zelatrici che del Friuli 500,00; Cervignano del Friuli 40,00; Cormons 1.300,00; di riflessione, di come Gesù stanno vivendo la prova Farra d’Isonzo 370,00; Gorizia Cattedrale 625,00; Gorizia Lucinico si fa vivo in noi. Ha preso ad della sofferenza nella 740,00; Gorizia S. Anna 555,00; Gorizia S. Ignazio 670,00; Gorizia esempio la vigna, che malattia. L’arrivederci è S. Rocco 1.000,00; Gradisca Duomo 620,00; Grado 500,00; nell’Antico Testamento è all’incontro del 15 maggio Mariano: 500,00; Monfalcone Duomo 420,00; Moraro 240,00; identificata nel popolo dove, nel pomeriggio, Mossa 695,00; Pieris 520,00; Romans d’Isonzo 260,00; Ronchi ebraico, ed è vista come raggiungeremo Castellerio Maria Madre 200,00; Ronchi Vermegliano 400,00; S. Lorenzo ingrata nei confronti per vivere un momento Isontino 260,00; S. Pier d’Isonzo 250,00; S. Vito al Torre 250,00; dell’agricoltore che la cura fraterno e di preghiera con i Sistiana 250,00; Staranzano 105,00; Villaggio del Pescatore amorevolmente, perché dà seminaristi che 300,00; Villesse 850,00; Offe te libere 283,00. frutti acerbi. Nel Nuovo attualmente sono ben Il totale della raccolta per il Seminario è di euro 13.860,00. Testamento si parla ventotto. addirittura di vignaioli Barbara Bertin L’offerta per il seminario L Redipuglia In cammino verso il Risorto SI È SVOLTA GIOVEDÌ 30 APRILE A REDIPUGLIA LA VIA LUCIS, IL CAMMINO CHE PORTA AD INCONTRARSI COL RISORTO. A PARTIRE DAL SALUTO CHE IL RISORTO RIVOLGE AI DISCEPOLI "PACE A VOI", I GIOVANI PRESENTI HANNO RIPERCORSO ALCUNI TESTI DELLA SCRITTURA CHE PARLANO DI PACE E DI CUI IL VESCOVO CARLO AVEVA PARLATO NELLA SUA LETTERA "EGLI È LA NOSTRA PACE". AD OGNI TAPPA È STATA PROPOSTA ANCHE UNA PICCOLA ESPERIENZA: PREGARE PER UNO DEI SOLDATI CUSTODITI NEL CIMITERO DI REDIPUGLIA, SCRIVERE UN MESSAGGIO DI PACE, PENSARE A QUALI DIVISIONI RICOMPORRE. LA PREGHIERA SI È CONCLUSA NELLA CAPPELLA DEL SACRARIO CON UN MOMENTO DI ADORAZIONE E LA RIFLESSIONE PIÙ ARTICOLATA DEL VESCOVO CARLO. ✎ L’EDITORIALE | dalla prima Volevo citare a questo proposito un passaggio dell’intervento del vescovo Carlo nell’incontro avvenuto lo scorso Natale con gli amministratori pubblici: "Le emozioni e gli umori della gente sono determinanti per decidere la pace o il conflitto. Chi ha autorità deve sapere interpretarli, ma anche gestirli ed evitare la tentazione di cavalcarli per i propri interessi o per quelli della sua parte. Le emozioni e le passioni non sono necessariamente qualcosa di negativo. (…) Ci vuole però molta lucidità, molta forza e serenità interiore, per non lasciarsi travolgere e condizionare dalle passioni e dalle emozioni proprie e degli altri, in particolare per non cadere in tranelli e ricatti. E ci vuole molto controllo di sé, molto disinteresse e molta Lunedì 27 aprile ha concluso il suo pellegrinaggio terreno, assistita e accompagnata con straordinario amore da tutti i suoi familiari, Gasparina Basso, di anni 104, mamma di Monsignor Liberio Andreatta. Le esequie sono state presiedute da Sua Eminenza il Card. Agostino Vallini, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, venerdì 1° maggio nella Chiesa Parrocchiale di Fietta di Paderno del Grappa (TV). Mamma e nonna Gasparina riposa ora nella nuova Cappella del Cristo Risorto nel Cimitero di Fietta del Grappa. A mons. Andreatta la vicinanza nel ricordo e nella preghiera anche da parte della redazione di Voce Isontina. ■ Zelatrici Intenzioni di maggio - Perché i credenti affidino og ingiustizia e soffe enza alla misericordia del Signore, giocando così la libertà di figli di Dio nel diventare suoi preziosi e particolari collaboratori nella salvezza dell’umanità. - Preghiamo per i cristiani perseguitati nel mondo. Invochiamo lo Spirito Santo perché li sostenga e conforti nelle tante prove alle quali sono sottoposti. Fa, o Signore, che tutti noi partecipiamo alle loro soffe enze, oltre che con la preghiera, anche con aiuti concreti. - Perché nessuno, né soprattutto i giovani si allontanino dalla Chiesa, ma nonostante i loro dubbi, incertezze e delusioni, attendano fiduciosi la Parola del Signore per loro, così da poter riconoscere nel Cristo morto e risorto il loro Signore e il loro Dio. di don Paolo Zuttion (*) A me interessa! lungimiranza per non cadere nella tentazione di sfruttare le emozioni della gente. Quella più facile da sfruttare, ma anche la più pericolosa verso la pace, è la "paura". (...). Per esempio, la paura del diverso, dello straniero che diventa l’uomo nero che ci faceva spaventare da piccoli quando la mamma spegneva la luce dopo averci messo a letto. Sfruttare questa paura della gente - che ha anche fondamenti oggettivi, non lo nego (e non propongo alcun buonismo o irenismo..) - può portare, a breve, consensi e forse voti, ma, alla lunga, mina gravemente la possibilità di una convivenza serena". Anche la comunità cristiana è chiamata a confrontarsi con questo fenomeno partendo dalla Parola di Dio e da quanto Papa Francesco continua a ribadire rispetto all’accoglienza (una delle tre priorità indicate dal Papa alla Chiesa italiana in questo tempo insieme alla famiglia ed al problema dei disoccupati). Purtroppo sento crescer nelle nostre comunità atteggiamenti xenofobi, di chiusura di non accoglienza che nulla hanno a che vedere con il Vangelo. Per questo voglio concludere ringraziando la signora che definirei "della tenerezza", perchè non ha girato la testa dall’altra parte ma ha affermato con i suoi gesti e con le sue parole "a me interessa ogni ragazzo che viene qui; io ne sono il custode". Ed è questo che fonda il nostro vivere assieme altrimenti ci sarà solo il nulla. (*) direttore Caritas diocesana 8 Chiesa Locale Sabato, 9 maggio 2015 VI^ domenica di Pasqua I l brano offerto dalla Liturgia di questa sesta domenica di Pasqua è ripreso nuovamente dal Vangelo di Giovanni ed è in continuazione con quello della metafora della vite presentato domenica scorsa. La fecondità dei tralci viene dall’essere collegati a lui o dal rimanere, "dimorare", in Lui. O meglio. Questa "seconda parte" ci invita a rimanere in Cristo perché solo così la nostra gioia sarà piena, abbondante. Il portare frutto inizia da noi. Il verbo "rimanere", infatti, è usato più volte nel Vangelo d’oggi ed esprime continuità e profondità di rapporto contro la tendenza alla superficialità, emotività o all’usa e getta così prevalente nei rapporti oggi. Dice Silvano Fausti: "la parola dimorare, cara a Giovanni, richiama relazioni, affetti, amore. L’uomo dimora dove ha il cuore: abita dove ama, è di casa in colui che ama. In Gesù, Figlio ✎ LA PAROLA DELLA DOMENICA | di mons. Paolo Nutarelli Dimorare nel Signore dell’uomo e Figlio di Dio, anche noi siamo figli, rivolti verso il seno del Padre. L’unione con Dio non è vago affetto, una speculazione esoterica o un’illuminazione intellettuale: è vita concreta, spesa nell’amore per i fratelli. L’amore si prova coi fatti più che con i sentimenti e le parole… Dimorare nel suo amore ci rende figli di Dio, ci rende capaci di portare frutto, di amare i fratelli con lo stesso amore." Solo rimanendo in Lui, innestati "come il tralcio nella vite" potremo osservare i suoi comandamenti che possiamo tradurli come il cercare di mettere in pratica la Parola, la Parola di Gesù. Nel brano di oggi, il discorso si svolge come in un catena di espressioni che si richiamano e si specificano sempre di più. Ecco allora che da rimanere si passa all’osservare/vivere la Parola che ci porta a sperimentare la bellezza dell’essere amico di Gesù, a conoscere il senso profondo della sua missione ed il significato della sua vita. Ecco, allora, che la parola chiave del discorso è il "come": come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri… È perché ho fatto esperienza di Gesù che mi accoglie, che trovo la forza di amare gli altri gratis… fare dell’altro un valore così grande da dare la vita per lui. La parola "amore", così banalizzata nella nostra cultura contemporanea, viene rivista in forma concreta: amare è dare la vita senza se e senza ma. Ma questo per noi è possibile? È sufficiente un po’ di onestà per dire che non ne siamo capaci da soli, ma sarebbe un segno di grande sfiducia nei confronti di Dio dire che è impossibile. Vorrebbe dire dare del crudele a Gesù che ci ha comandato di amarci gli uni gli altri come egli ha amato noi; oppure anche del fallito, dal momento che ha dato la sua vita per questo; oppure infi- Sabato 23 maggio a Gradisca Dall’agenda dell’arcivescovo Vegliare a Pentecoste perchè "Servono ponti, non muri" L a vigilia di Pentecoste nella nostra diocesi da molto tempo è un giorno per vivere un po’ la comunione che viene dal fatto di vivere tutti nello stesso Spirito ricevuto nel battesimo. In particolare è stata l’occasione per i giovani da molto tempo, e più recentemente anche per le Aggregazione Laicali, di esprimere la bellezza dell’unità nella diversità. Quest’anno l’incontro di Pentecoste si svolgerà a Gradisca, chiaramente sabato 23 maggio, vigilia di Pentecoste. Considerando che ci troviamo a 100 anni dalla Prima Guerra Mondiale, a 70 anni dalla Seconda Guerra Mondiale e a 25 anni dal crollo del muro di Berlino, seguendo lo spunto proveniente dal Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile, il tema sarà "Servono ponti non muri". È lo Spirito che permette di superare le divisioni rappresentate dai muri e di vivere a pieno la comunione rappresentata dai ponti. L’incontro sarà piuttosto articolato. Per i giovani il ritrovo sarà alle 17.00 Domenica 10 maggio - Alle 10.00, nella Parrocchia di Maria Madre della Chiesa di Ronchi dei Legionari, celebrazione del Sacramento della Confermazione. - Alle 16.00, presso il Convento dei Cappuccini a Gorizia, incontro del Gruppo Samuel. Per i giovani ritrovo alle ore 17 presso la chiesa di SanValeriano; alle 20.30 la veglia inizierà sul ponte fra Gradisca e Sdraussina presso la chiesa di S. Valeriano. Ci si dividerà poi in quattro gruppi che si confronteranno con diversi "muri" in diverse zone della cittadina: il muro davanti allo straniero, il muro davanti alla diversità/malattia, il muro davanti alla tecnologia, il muro davanti alla dittatura dell’apparenza. Alle 19.30 si convergerà al Coassini dove verrà fornito uno spuntino. Alle 20.30 ci sarà l’inizio del momento di preghiere presieduta dal vescovo: simbolicamente il momento della ne dell’ingenuo, visto che ci ha scelti per portare un frutto di amore che rimanga. Dare la vita non è semplice né piacevole: altruismo compiaciuto, buonismo e filantropia non ne sono nemmeno un pallido riflesso. Dare la vita significa rafforzare di giorno in giorno in noi una scelta, cioè la stessa scelta di Gesù. E come la si rafforza? Chiedendo e accogliendo con Fede e riconoscenza il dono dello Spirito Santo. La vita e le parole di Gesù, la sua morte e risurrezione ci hanno preparato a questo immenso dono che non ci lascerà soli lungo il cammino, ma ci permetterà vivere il grande comandamento del Signore. Ecco la vera gioia: sentire che Cristo ha fatto questa scelta per noi e che in noi questa scelta cresce di momento in momento, mediante l’ascolto del Vangelo e la contemplazione piena di meraviglia di tutto quello che Dio ha compiuto per trasmetterci la sua vita e il suo amore. La sua gioia sarà noi, la nostra gioia sarà piena. - Alle 20.00, presso il Kulturni Center "Lojze Bratu¬" (Gorizia), spettacolo "Viale dei Ciliegi,17 - cercasi tata per due adorabili bambini" del gruppo "I Tubi Innocenti". Martedì 12 Maggio - Alle 9.00, a Zelarino (Ve), Conferenza Episcopale Triveneta. veglia comincerà sul ponte che collega Gradisca a Sdraussina. Ci si sposterà poi nella chiesa di S. Spirito (Mercaduzzo) dove si concluderà l’ascolto della Parola di Dio e l’invocazione dello Spirito. Gli adulti delle Aggregazioni Laicali, rispondendo all’invito della Lettera Pastorale, pregheranno per i giovani della diocesi alternandosi dalle 17.30 alle 21.00 nella chiesa di S. Spirito, per poi partecipare insieme al momento di preghiera col vescovo. - Alle 18.30, Basilica di San Marco Venezia, S. Messa di suffragio nel primo anniversario della morte del Patriarca Marco Cè. Mercoledì 13 Maggio - Dalle 9.30, in Arcivescovado, udienze libere riservate ai soli sacerdoti. Giovedì 14 Maggio e venerdì 15 Maggio - Roma, Pontificia Università Gregoriana, lezione presso la Facoltà di Diritto Canonico. ✎ FAQ - FREQUENTLY ASKED QUESTIONS | L a risposta è complessa e occuperà più "puntate". Fin dall’inizio i cristiani hanno cercato di riassumere i contenuti essenziali della propria fede. Già nel I secolo si diffondono delle "regole della fede" che sintetizzano le principali linee dottrinali della comunità: erano delle brevi formulazioni di fede in Dio Padre creatore, in Gesù Cristo suo Figlio incarnato per la nostra salvezza, nello Spirito annunciato dai profeti. Chiaramente all’inizio non erano delle professioni di fede con formulazione fissa, ma si cercava il modo per esprime il contenuto centrale della fede trasmessa da Cristo tramite gli apostoli alla Chiesa. In base alla "regola della fede" si interpreta la Scrittura e si di Don Nicola Ban Da dove viene il "Credo" che si recita la domenica? misurano le nuove formule di insegnamento. La "regola della fede" dà una visione coerente di Dio, della creazione, della vita nel mondo. Queste sintesi della fede sono diventate importanti prima per la liturgia battesimale e poi per assicurare la propria ortodossia. La professione di fede veniva chiamata "simbolo" che nel significato originale indica un pezzo di coccio spezzato che permetteva alle persone di riconoscersi. Il credo è quel testo che permette ai credenti di riconoscersi tra di loro come parte di un’unica comunità. Questo simbolo nel corso della catechesi in preparazione al battesimo veniva prima consegnato ai catecumeni che poi facevano pubblicamente la propria professione di fede. Sabato 16 Maggio - Alle 18.00, nella Basilica di Aquileia, celebrazione del sacramento della Confermazione. Domenica 17 Maggio - Alle 9.30, nella Parrocchia di San Michele Arcangelo di Cervignano, celebrazione del sacramento della Confermazione. - Alle 11.30, nella Parrocchia di Santa Maria Assunta di Farra d’Isonzo celebrazione del sacramento della Confermazione. - Alle 17.00, nella Parrocchia di San Rocco di Turriaco, celebrazione del sacramento della Confermazione. 10 Sabato, 9 maggio 2015 Evangelizzazione Realizzati dagli alunni della scuola materna dell’Istituto "Nostra Signora" di Gorizia La missione nei disegni dei bambini È UN’ATTENZIONE CHE NEL CORSO DEGLI ANNI NON È MAI VENUTA MENO QUELLA CHE DIMOSTRANO NEI RIGUARDI DELLE OPERE MISSIONARIE DIOCESANE I PICCOLI FREQUENTANTI LA SCUOLA MATERNA DELL’ISTITUTO "NOSTRA SIGNORA" DI GORIZIA. E COSÌ NELLE SCORSE SETTIMANE HANNO CONSEGNATO QUANTO RACCOLTO NELLE MANI DEL DIRETTORE DEL CMD, DON FRANCO GISMANO. DALLA SUA VOCE HANNO ASCOLTATO COSA FA LA NOSTRA DIOCESI IN TANTE PARTI DEL MONDO SOPRATTUTTO A FAVORE DEI LORO COETANEI E QUINDI HANNO ESPRESSO COI LORO DISEGNI COME LORO IMMAGINANO L’IMPEGNO MISSIONARIO. IL MINIMO CHE POTESSIMO FARE PER RINGRAZIARLI DI QUESTA LORO SENSIBILITÀ ERA PUBBLICARE IL FRUTTO DELLE LORO FATICHE. SE QUALCHE ALTRA SCUOLA VUOLE UNIRSI SAREMO BEN LIETI DI METTERE A DISPOSIZIONE GLI SPAZI DI VOCE ISONTINA. Evangelizzazione Sabato, 9 maggio 2015 11 14 Dialogo Aperto Sabato, 9 maggio 2015 Lettori in dialogo Che volto avrai stamane Signore? Alcuni giorni fa, poiché combattevo i fantasmi di una crisi che sussisteva dentro e fuori da me, decisi di andare a fare una corsetta a piedi. Mentre correvo di buon passo sulla strada che passa accanto ai Laghetti Rossi di Capriva, fui superato da una giovane donna che sorrideva e guardava diritto davanti a se. Costei era la mia vita ed io invano accelerai per raggiungerla. Fui poi superato da un uomo in bicicletta che portava lunghi capelli neri e che reggeva nella mano destra un vessillo bianco con una sottile croce di color rosso. Costui era il Signore Gesù, il quale giunto ad un bivio si fermò e dopo che l’ebbi raggiunto mi disse: "E’ tanto che ti aspetto, Aldo; adesso che sei vecchio e che ti presenti con il tuo carico di peccati, mi puoi incontrare. Ora fermati a mangiare con me questo pesce in riva al lago". Questi pensieri liberi mi passavano per la testa mentre partecipavo agli esercizi di C. L. Oggi voglio comunicare anche a voi quello che ho capito e cioè che è ineludibile il faccia a faccia con Cristo secondo modalità di tempo e di luogo diverse per ciascuno di noi . Che volto avrai stamane Signore? E quando ti presenterai ti riconoscerò? Questi sorprendenti esercizi si sono svolti sotto il segno di Papa Francesco e di Don Giussani. Infatti Don Carron ha ripreso le due sottolineature del Papa rivolte al Movimento nel recente incontro di Piazza San Pietro, riguardanti l’autoreferenzialità e la centratura in Cristo. Nel pomeriggio di sabato poi è stato trasmesso in video l’intervento integrale di Don Giussani agli universitari del ’94. Che sorpresa! Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi e si è sentita anche la commozione del Gius per la lettera di un malato di AIDS che aveva ritrovato la fede poco prima di morire. La ritrasmissione delle parole di ieri del Gius e l’adesione alle parole attuali di Francesco ci aiutano a restare nel solco di Santa Madre Chiesa con la voglia di annunciare agli uomini la bellezza dell’incontro con il Signore. Aldo Garra La cultura esempio malato Ci sono mali endemici nella società moderne che vengono accettati da tutti come fossero "naturali", convinti ci si possa tuttavia costruire sopra una riconosciuta dignità sociale. Per esempio: una visione integralista della società finisce col favorire una parte, quella corporativa, e sicuramente quella dominante, nei confronti dell’inerme cittadino e dei suoi diritti. E le pubbliche nostalgie verso l’associazionismo?, da sempre, dietro l’ideologia si nascondono interessi e privilegi di gruppo. Ma anche il comportamento di alcune strutture che dovrebbero essere culturali, come cinema televisione nuove tecnologie mass-mediatiche stanno a riscontro di in costume vistosamente tarato sul profitto e l’interesse privato di pochi. Certo, il mercato e l’economia hanno le loro leggi, ma sappiamo anche che il mercato viene promosso e preparato, e che l’economia non è stata in passato il solo scopo dell’ industria culturale. Nelle grandi imprese editoriali non esistono più uomini liberi, e come diceva lo scrittore Gogol: "La servitù non ha bisogno di essere sollecitata", e purtroppo ci si appresta alle solite "operazioni ambigue", dove si sviluppa una passiva e massiva rincorsa al denaro facile, alla finanziarietà clientelare, all’adesione al mercato inattivo, e non si vuol COME RIFERIAMO IN ALTRA PAGINA, SI È SVOLTO DOMENICA L’INCONTRO DELLE ZELATRICI COL VESCOVO. NELLA FOTO PARTE DELLE INTERVENUTE capire di sollecitare le capacità e l’intelligenza delle voci creative e libere. Penso che la cultura non debba giudicare secondo ideologia, ma secondo qualità e livelli di creatività; perché qui sta la chiave di ogni processo veramente illuminista. Giuseppe Marcuzzi Musica, Sport & Spettacoli ✎A tutto sport Lettera a Totò Di Natale L’ Udinese calcio ha avuto nella sua storia fior di attaccanti, basti citare i vari Selmosson, Bierhoff, Balbo, Alexis Sanchez e Zico. Ma nessuno è stato (e lo sarà chissà per quanti anni a venire) come lui; Totò Di Natale, che a trentasette anni riesce ancora a regalare delle vere proprie perle, come la rete di tacco segnata domenica scorsa al Bentegodi di Verona contro quell’Hellas in cui gioca un altro grande bomber di razza a cui gli anni sembrano non passare mai, come Luca Toni. Perchè questa lettera a Totò? Non per elogiarne le sue doti tecniche, realizzative e altro ma bensì per fargli un appello. "A fine stagione non andare a cercare avventure più o meno esotiche, non rovinare un curriculum di tutto rispetto andando a giocare in campionati, dove l’unica attrattiva sono i lauti ingaggi (che pur in un solo anno mettono a posto un paio di generazioni)". Fabio Cannavaro, Nesta, Del Piero e altri ancora lo hanno fatto: altri come per esempio Diamanti o proprio Luca Toni, capendo l’errore sono ritornati indietro. Speriamo che in questo ultimo mese scarso di campionato, arrivi il ripensamento. A Udine chiudendo la carriera, Di Natale verrebbe osannato e ricordato per sempre. Nel corso della sua carriera più volte società come Milan, Juventus e Napoli: allora avremmo capito il desiderio prima e la decisione poi di tentare di calcare palcoscenici più importanti di quelli che la provincia può dare. Ma andare a svernare in Paesi come il Qatar, Emirati o Cina, questo probabilmente i tifosi friulani non riuscirebbero a capirlo. Allora l’invito a Totò è di guardare ad altri campioni come Maldini, Bergomi, Zanetti, che pur avendo avuta l’opportunità di monetizzare gli ultimi anni di carriera in qualche Paese esotico, hanno preferito concluderla nella società che era stata per loro trampolino di lancio nel panorama nazionale ed internazionale. Ecco, caro Totò, pensa a loro e aggiungiti anche tu a questa lista di campioni che non hanno dato retta, a fine carriera al canto delle sirene. Paolo Nanut Aldo Policardi, una vita in musica nel monfalconese L’impegno costante del Maestro per promuovere con forza e impegno ogni forma d’arte nella città dei cantieri Il suo pubblico gli ha tributato riconoscimenti col Premio Seghizzi per una vita nella direzione corale e con la Rocca d’oro, dedicata alle personalità distintesi per i loro meriti artistici e professionali N on sarà facile trovare un corrispettivo al Maestro Aldo Policardi, vera e propria forza motrice della vita culturale monfalconese, classe 1921, uscito di scena mercoledì 22 aprile. Il Maestro si associa infatti nel suo ruolo a Tranquillo Marangoni, Silvano Del Missier, Vittorio Parovel, Mafaldo Debiasi che hanno illustrato la storia della città dei cantieri dove egli era nato da genitori originari di Pola - il padre Ireneo, la madre Eugenia Kunstel, di ascendenze austro-ungariche-. Proprio la signora Eugenia aveva aperto a Monfalcone, in via 9 giugno, un negozio di articoli musicali la cui gestione sarebbe poi passata al figlio Aldo. Un ambiente, dunque, che avrebbe acquisito via via sempre maggiore importanza, tappa obbligata per gli studenti dei Conservatori di Udine e Trieste nonché del liceo musicale di Gorizia per l’orientamento dei loro studi. Policardi, studente di liceo scientifico e poi alla facoltà di Ingegneria a Bologna, aveva iniziato presto gli studi di violino, entrando a far parte d’un complesso cameristico proprio nell’ambito dell’ateneo bolognese. Avevano fatto seguito a questa esperienza varie direzioni corali e orchestrali. Nella sua città, il musicista sarebbe rimasto soprattutto noto come fondatore e diret- Sabato, 9 maggio 2015 tore del coro "Grion", condotto con zelo e perizia nel trentennio 1952- 1982 e guidato con successo ai riconoscimenti internazionali nelle rassegne di Gorizia e Arezzo. Grazie al suo insegnamento, la compagine ha potuto vantare una ragguardevole ampiezza di repertorio, con particolare attenzione alla musica sacra del XVI secolo. C’è da sottolineare inoltre che la RAI, a suo tempo, ha incaricato il Maestro di catalogare le più pregevoli pagine corali in ossequio alla sua sicura esperienza. Senza contare che il 2 giugno 1988 è stata assegnata al musicista monfalconese l’onoreficenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Personalità ruvida, ma dotato di un sincero senso di riconoscenza e di incondizionata stima per quanti diffondono la vera cultura - soprattutto per i giovani studiosi, Policardi si è sempre caratterizzato quale strenuo portavoce della classicità nei confronti di qualsiasi linea di pensiero culturale. Propenso a ribadire il suo impegno per ogni forma d’arte, è stato pure componente del direttivo del centro intitolato a "Tranquillo Marangoni". Uomo di solida fede e nemico della volgarità, ha trovato un’ideale compagna di vita e d’arte nella professoressa Edda Moretti, violinista, docente e cantante lirica, allieva d’armonia di Giulio Viozzi. La signora Edda ha condiviso con Aldo Policardi più di 50 anni di matrimonio e di vita familiare. Proprio dopo la scomparsa della moglie adorata, avvenuta dopo lunga malattia, il musicista ha vissuto l’ultimo decennio della sua esistenza in un doloroso riserbo, dedicandosi ancora ad alcune interpretazioni nel corso di manifestazioni musicali. Il suo pubblico gli ha tributato ulteriori riconoscimenti col Premio Seghizzi per una vita nella direzione corale (2006) e con la Rocca d’oro, dedicata alle personalità distintesi per i loro meriti artistici e professionali (2011). Oggi, il nostro pensiero va ai figli del musicista e della signora Edda, Giorgio, Fulvio e Alda, ai nipoti e ai loro cari. Nella memoria di tutti, Aldo Policardi rimarrà sempre come infaticabile didatta e promotore d’ogni attività culturale, sicuro - con la perizia dello studioso di solido sostrato - che per smascherare i falsi intellettuali non erano necessarie geniali qualità, bastava una cosa sola: aver studiato. E ci rideva sopra. Chiara Facis Ottimo mondiale per l’atleta friulana Agenda Caterina Plet, da Aiello ai vertici dello sci paraolimpico ■ Giovedì 7 F orse non tutti sanno che ad Aiello c’è una pluricampionessa italiana di sci alpino, Caterina Plet. Negli ultimi campionati paraolimpici disputati a Colle Isarco (Bz), ha ottenuto tre medaglie d’oro e precisamente nello slalom speciale, nel super G e nella combinata, e una medaglia d’argento nello slalom gigante. Questi risultati hanno dato il passaporto a Caterina per partecipare ai mondiali di Klövsjö (a 400 chilometri da Stoccolma) in Svezia, dove ha disputato un ottimo mondiale anche se non è salita sul podio, visto anche il livello dell’agguerrita pattuglia delle avversarie. Un grosso rammarico è stato quando nello slalom speciale, nel quale aveva ottenuto il secondo miglior intertempo, a sole tre porte dalla fine della prima manches, ha inforcato. Un vero peccato perchè l’atleta friulana si era preparata molto bene per questa competizione, ma sicuramente si prenderà la rivincita nel prossimo campionato che si disputerà in Polonia. Caterina, 33 anni, è un vulcano di volontà, caparbietà e voglia di fare, lo si de- FuoriRotta Dopo le tre medaglie d’oro e una medaglia d’argento ai campionati paralimpici di Colle Isarco, l’esperienza in Svezia nota da tutto il lavoro atletico e tecnico che svolge settimanalmente con il suo allenatore, ma un grande sostegno le viene soprattutto dalla famiglia, mamma Laura, papà Gerardo e i sui tre meravigliosi fratelli Sara, Stefania e Pietro sempre presenti, che fanno per lei un tifo appassionato. Caterina sin da piccola ha avuto una grande passione per lo sport in generale, e ricorda con grande soddisfazione che ha vinto più di un titolo italiano di nuoto, per poi dedicarsi completamente allo sci. Nel 2004 ha debuttato nel suo primo campionato italiano classificandosi 3a e conquistando perciò la sua prima medaglia (bronzo). La sua abnegazione e 15 impegno la portano a conquistare medaglie importanti che le permettono di entrare a far parte, in modo permanente, della nazionale italiana partecipando a sette campionati mondiali (due in Italia, Francia e Turchia e uno in Svezia) conquistando, fino ad ora, tre medaglie di bronzo. Ora la stagione della neve è conclusa, ma sta già facendo progetti per il prossimo anno, stimoli ce ne sono e gli obiettivi non mancano tra campionati italiani e mondiali, perciò si deve farle gli auguri, un grande in bocca al lupo a Caterina, che con tanto lavoro ha raggiunto traguardi importanti e che le auguriamo di migliorare ancora. Livio Nonis Giovedì 7 al Kinemax di piazza Vittoria a Gorizia il regista e documentarista Andrea Segre racconta il suo ultimo lavoro "FuoriRotta - Diari di viaggio" (libro edito da Marsilio) attraverso le immagini dei suoi documentari: "A metà" (2001), "Marghera Canale Nord" (2003), "La Mal’Ombra" (2007) e alcune riprese inedite. Un viaggio tra parole e immagini dedicate al viaggio e alla sua necessità. "FuoriRotta" è un progetto (articolato in più linguaggi: cinema-documentario, diari, reportage) di Andrea Segre, Simone Falso e Matteo Calore. Che cosa sia esattamente questo progetto lo spiegano gli ideatori attraverso le pagine del sito dedicato: "FuoriRotta vuole suggerire la necessità di cambiare i destini di viaggiatori impossibili e di viaggiatori preconfezionati. Il mondo sembra diviso in queste due categorie: da una parte coloro a cui è negato il diritto al viaggio, dall’altro chi pur godendone non ne vive l’esperienza di conoscenza ma si affida a organizzazioni comm ciali e omologanti che proteggono ma nello stesso tempo limitano l’esperienza stessa. Tra i viaggiatori impossibili vi sono tanto i migranti, alcuni di loro in fuga, bloccati dalle fortezze e dai muri di protezione dei Paesi più ricchi quanto i cittadini all’interno delle fortezze stesse schiacciati dalla crisi e dalle sue conseguenze. Lo spettacolo unico avrà inizio alle ore 20.45 con biglietto di 5 euro. 16 Sabato, 9 maggio 2015 Musica, Sport & Spettacoli Musicalmente Alcune novità musicali dal variegato panorama internazionale C ari amici eccoci qui anche questa settimana. In attesa del nuovo album di Charles Azanavour vi proponiamo alcuni album novità del panorama internazionale. Traveller (Chris Stapleton) Questo artista viene da Nashville. È noto come autore, in quanto ha scritto canzoni per gente come Chesney, Strait, Stuart, Bryan etc. Esordisce come solista con un disco di grande spessore che non è assolutamente country, non nel senso che si usa Nashville. Country, ma influenzato dalla musica sudista (Chris ha una voce che richiama quella di Gregg Allman) e ben prodotto da Dave Cobb (Sturgill Simpson, Jason Isbell). Traveller contiene canzoni di Chris e due cover poco note. E’ un signor disco, dove il country incontra rock e blues, dove una voce notevole si fa notare al primo colpo. Da memorizzare, a nostro avviso farà strada anche come solista. Suffer in peace (Tyler Farr) Undici nuove canzoni, un duetto con Jason Aldean, per un musicista in decisa crescita, dopo il debutto dello scorso anno con Redneck Crazy. Country elettrico, sul genere di Jason Aldean, senza dubbi di sorta. Canzoni come C.O.U.N.T.R.Y., Damn Good Friends e Why We Live Here rappresentano alla perfezione il sound di questo interessante artista. Low down (Delta moon) Band southern blues, molto seguita anche in Italia, i Delta Moon ci presentano il nuovo album. Un disco di rock con forti venature blues e due chitarre a dettare legge. Infatti il marchio di fabbrica della band è quello delle twin guitars ( Tom Gray e Marc Johnson, che poi sono anche i leader della band ). Il quartetto esegue materiale proprio ma anche canzoni di altri. Ci sono brani di Tom Waits, Skip James e Bob Dylan e la bravura della band sta nel dare una unitarietà di stile, sia al proprio materiale che a quello degli altri. ra abbastanza anomala: è un barroom country rocker, ma anche un poeta. Infatti i suoi dischi mischiano classico country elettrico alla texana, ma hanno dei testi spesso quasi letterari che danno al personaggio uno status decisamente diverso, rispetto a quello di altri suoi coetanei. Ma le canzoni, nel più classico texan style, sono quello che piace a chi cerca questo tipo di musica. Goin’ down howlin’(Ron Hacker) Questo artista I nostri preferiti con il suo trio (Artis Joyce al basso e Ronnie Smith alla batteria), pur restando sempre fedele al suo stile, paga un dovuto tributo alle sue radici, ai musicisti che la hanno influenzato. Hacker non tradisce il suo suono, sempre molto elettrico, ma questa volta fa un disco solido e ben definito, forse il migliore della sua rimarchevole discografia. E mantiene il suo stile, unico e personale. Texas like that (Zane Williams) Texano, Zane non è al suo primo disco. Già si era fatto notare coi precedenti Hurry Home ed Overnight Success. Williams è un figu- 1(1) Shadows in the night - Bob Dylan 2(2) Wallflower - Diana Krall 3(3) Prima di parlare - Nek-Filippo Neviani 4(-) Rhytmotlight - Lorenzo Ghetti Alessandri 5(-) Porti di mare - Marco Castelli 6(4) Tracker - Mark Knopfler 7(5) Afrodezia - Marcus Miller 8(6) Marie - Rachele Bastrenghi 9(7) Terraplane - The Steve Earle and the Dukes 10(8) Qui per te - Giovanni Caccamo. Giuliano Almerigogna Bande giovanili a Turriaco Note di primavera (Foto Rinaldo Baldo) D omenica 3 maggio la musica ha riempito piazza Libertà a Turriaco. Ciò è accaduto grazie alla Società filarmonica di Turriaco che ha organizzato la settima edizione di "Note di primavera", rassegna transfrontaliera di bande giovanili, Come altre iniziative del periodo anche questa si è inserita all’interno delle manifestazioni di Note di Costituzione proposta dall’amministrazione comunale locale. Musica, formazione giovanile, ma anche tanta allegria e sano divertimento: questi sono stati gli ingredienti dell’iniziativa che ogni anno acquista sempre maggiore spessore. Ben cinque sono stati i sodalizi coinvolti nell’iniziativa patrocinata dall’amministrazione comunale e realizzata con il contributo della Fondazione Carigo e dell’Anbima regionale e provinciale: sul sagrato di piazza Libertà a partire dalle 17, si sono succeduti la Baby Orchestra e la banda Giovanile della Società filarmonica di Turriaco dirette da Fulvia Anotniali e Gabriele Zimolo, l’Insieme giovanile della banda di Reana del Rojale diretto dalla maestra Irina Guerra Lig Long, il gruppo di Musica d’Insieme della Banda civica di Grado diretto dal maestro Nevio Lestuzzi e la Banda d’ottoni della comunità degli italiani di Buie diretta dal maestro Corrado Moratto. Tutti i gruppi hanno allietato il pubblico presente con svariati brani tratti da colonne sonore anche molto recenti e famose o dalla tradizione bandistica più stretta ognuno manifestando le proprie intrinseche caratteristiche. Presenti il consigliere regionale Diego Moretti, la presidente provinciale Anbima Annamaria Dentitarzia, il sindaco Enrico Bullian, il parroco don Enzo Fabrissin e il presidente della Bcc di Turriaco Roberto Tonca, tutti hanno espresso parole di lode per un’iniziativa in grado di coinvolgere tanti ragazzi e di allargarsi persino oltre i confini nazionali. "Lavoriamo per una manifestazione che, di anno in anno, cresce e promuove nuovi gruppi in modo da valorizzare diverse realtà musicali e tutto ciò che esse fanno per valorizzare la musica tra i giovani. Un impegno notevole, ma che sentiamo importante per lo sviluppo delle nostre comunità" Ha affermato il presidente del sodalizio turriachese, Andrea Baldo al momento della consegna delle targhe ricordo ai partecipanti. La serata si è conclusa con un momento conviviale nell’oratorio della parrocchia. Gorizia ● Le iniziative del progetto de "La Ginestra" I ● Una serata all’osservatorio di Farra guardando il cielo stellato Sabato, 9 maggio 2015 ● Alla scoperta della fauna carsica e del Goriziano "Nonsolodoposcuola": fra storia e natura l progetto "Nonsolodoposcuola" dell’associazione familiare "La Ginestra" di Gorizia ha offerto in quest’anno scolastico molte iniziative collaterali, che hanno coinvolto attivamente i ragazzi partecipanti e le loro famiglie. Oltre al servizio di doposcuola e dei laboratori educativi, promossi con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, BCC di Lucinico - Farra - Capriva e la Fondazione Brovedani, sono state promosse anche alcune visite d’istruzione. La prima, svolta nel mese di gennaio, ha portato i ragazzi all’Osservatorio Scientifico di Farra d’Isonzo, dove hanno trascorso - assieme agli educatori volontari e alle famiglie - la serata a guardare il cielo stellato, giocando a individuare le costellazioni e osservando, per mezzo dei telescopi, i pianeti e i loro satelliti. La serata è stata anche l’occasione per osservare la cometa Lovejoy, in quei giorni di passaggio vicinissima alla Terra. Il mese di marzo ha portato la seconda visita d’istruzione, all’Ufficio Gestione Faunistico - Venatoria e Risorse Naturali della Provincia di Gorizia. Qui i giovani studenti si sono lasciati affascinare dalla fauna carsica e del goriziano, avendo anche la possibilità di os- servare da vicino diverse specie di animali imbalsamati. I ragazzi - grazie a questa visita - hanno compreso l’importanza del mantenere un comportamento corretto nei confronti della natura e delle specie che la abitano, rispettandole. Un esempio su tutti che li ha molto colpiti: non si devono toccare cuccioli di animali selvatici - qualora se li incontrino -, poiché la madre li riconosce in base all’odore; trasferire su di loro il nostro odore, comporterebbe l’abbandono materno. In aprile i giovani partecipanti a "Nonsolodoposcuola", nel corso di un pomeriggio di compiti, hanno ricevuto un’ina- spettata visita: due soldati e una crocerossina direttamente dalla I Guerra Mondiale! I tre membri del Gruppo Storico Culturale "I Grigioverdi del Carso" hanno tenuto una breve lezione storica, che ha introdotto i ragazzi alla successiva visita guidata alle trincee, alla grotta e alla Rocca di Monfalcone, svolta il 25 aprile. Qui i ragazzi hanno camminato lungo le trincee, scoprendo le incisioni lasciate dai soldati nel corso del conflitto. Si sono dimostrati da subito molto curiosi e interessati, prendendo appunti e domandando chiarimenti e curiosità sulla vita quotidiana nelle trincee. Entrando nella grotta - sotto la supervisione del gruppo speleologico - i partecipanti hanno anche sperimentato il buio e lo spazio ristretto, dove si sistemavano centinaia di soldati, toccando così con mano e sperimentando con i propri sensi quelle che erano le condizioni di vita di ragazzi poco più grandi di loro nel corso del conflitto. Visto il grande successo delle visite guidate svolte finora, lo staff organizzativo di "Nonsolodoposcuola" sta valutando la promozione di un’ulteriore visita guidata prima della fine dell’anno scolastico. Valentina Feresin e Selina Trevisan 17 Dal Decanato ■ San Rocco Incontro con don Santi Martedì 12 alle 20.30 presso la Sala "Incontro" della parrocchia S. Rocco di Gorizia don Santi Grasso terrà il secondo dei quattro incontri che avranno per oggetto "Le Parabole della Misericordia". Tema del secondo incontro sarà: "Il buon samaritano: la misericordia oltre il confine" I prossimi appuntamenti saranno martedì 19 su "La pecora smarrita, la dramma, il fariseo e il pubblicano: la misericordia per il deviante" e martedì 26 su "Il padre e i due figli: a misericordia gratuita". Gli incontri sono un momento di rif essione in preparazione del giubileo straordinario indetto da papa Francesco. ■ S.Anna Mostra missionaria Dall’8 al 10 maggio presso l’oratorio della parrocchia di S. Anna a Gorizia, si terrà la tradizionale Mostra Missionaria con il seguente orario: mattino dalle ore 8.30 alle 12.30 e al pomeriggio dalle 15 alle 20. Si possono trovare oggetti ricamati dalle signore del gruppo missionario e un fornitissimo "banco dolce". Inaugurazione venerdì 8 maggio alle ore 9.30. 18 Bassa Friulana Sabato, 9 maggio 2015 Due parchi restituiti ai cervignanesi Il parco del Pradulin e il parco di Muart de Carot ceduti al Comune: già all’opera gruppi di volontari per raccogliere l’immondizia ed effettuare una prima manutenzione delle aree C i sono voluti circa vent’anni, ma, finalmente, il parco del Pardulin e il parco di Muart de Carot saranno ceduti al Comune di Cervignano. Si tratta di una vittoria dei cittadini. Ovvia la soddisfazione sia da parte di questi ultimi sia da parte dell’amministrazione civica, che è stata avvisata di un tanto. Il Comune di Cervignano sarà posto nelle condizioni di dare ai volontari la possibilità di operare all’interno di queste due importanti aree verdi. Non ci si nasconde che il momento economico è particolarmente difficile, ma ci si darà da fare per poter rendere fruibili questi due spazi all’intera collettività. Non sarà facile, viste le pessime condizioni in cui versano attualmente i due parchi. La vegetazione e le alberature andranno adeguatamente sistemate e va- Conferenza ■ Giovedì 7 "Chiesa cattolica e Grande guerra" Giovedì 7 maggio, con inizio alle ore 18, presso la Sala "Don Bosco" di via Mercato n.1 a Cervignano avrà luogo la penultima conferenza del ciclo storico "Storie di guerra della nostra gente, 1914/1920". Sarà presente la prof. Liliana Ferrari Presidente dell’Istituto di Storia Sociale Religiosa di Gorizia - che parlerà su:"La Chiesa cattolica e la prima guerra mondiale". Intanto giovedì scorso 30 aprile Giorgio Milocco ha tenuto una relazione sui "Dannati dell’Asinara - Testimonianze raccolte in ambito locale". Una storia questa del tutto sconosciuta e che solo negli ultimi anni alcuni storici se ne sono occupati. Milocco nel corso di una ricerca specifica e mi ata ha recuperato nomi e cognomi di militari a.u. di lingua italiana della Bassa Orientale e del goriziano. Una ricerca successivamente trasformata in una serie di elenchi suddivisi: in Serbia, deceduti e rigionieri e all’Asinara con i deceduti e i prigionieri friulani. Hanno completato la serata alcune immagini inedite sul fronte serbo e dell’isola della Asinara dove si trovava il più esteso campo di concentramento italiano. In apertura il prof. Enrico Cernigoi ha introdotto l’argomento con una breve presentazione del fronte serbo mentre la signora Lugano-Antonelli Vanilla di Ruda ha letto alcuni brani tratti dal volume di Valentino Semi. lorizzate, ma ci sono anche grandi problemi strutturali, come quelli che si registrano ai piccoli ponti sugli specchi d’acqua e all’accesso al parco. Ora sarà tempo per reperire le adeguate risorse economiche per mettere in sicurezza queste aree verde di Cervignano. Si confida che anche la Provincia di Udine, che ha provveduto a rendere operativo il provvedimento di cessione, possa fornire qualche risorsa per la messa in sicurezza della zona. Intanto, un plauso va dato ai volontari che, muniti di pale, sacchi di immondizie e carriole, si sono dati da fare per incominciare l’opera di pulizia della zona del Pradulin. C’è anche il progetto di coinvolgere i cittadini, per sensibilizzarli sulle due aree verdi, facendogli comprendere la validità di un intervento di recupero che ora diventerà realtà. Dopo tante promesse, dopo tante parole, dopo tanti progetti, ora è giunto finalmente il momento del fare, del vedere come un progetto diventa realtà. Si tratta di un grande progetto, per una comunità piccola ma attiva come quella di Cervignano che, si- curamente, saprà valorizzare una zona di grande pregio e ci auguriamo che anche le nuove generazioni sappiano portare avanti questi ideali. Bruno Arcangeli ❚❚ Settanta ospiti a Ruda ospiti sfidare la "cultura dello scarto" "Festa dei nonni... e non" D omenica 19 aprile, presso il Ricreatorio "don Valeriano Lepre" di Ruda si è tenuta la terza edizione della "Festa dei nonni... e non", appuntamento dedicato a tutti gli anziani e le anziane della comunità che volessero trascorrere una giornata in compagnia, diversa dal solito. Con un’offerta minima di cinque euro si poteva godere di un lauto pranzo, trascorrere il pomeriggio con canti e balli a cura di "nonno Vittorio", e concludere poi la festa con una divertente tombola. La giornata, iniziata con la Messa delle 11 celebrata in chiesa dal parroco don Piero, è stata sostenuta dal generoso pranzo preparato da una squadra di volontarie e volontari della comunità rudese, col "servizio in sala" gestito da una decina di giovani del Gruppo Parrocchiale Giovanile. Nell’offerta simbolica di cinque euro erano compresi tre antipasti, un bis di primi, secondo, contorno, caffè, bevande e un souvenir della giornata; dolci e desserts sono stati invece preparati ad arte dagli stessi partecipanti al pranzo, che quest’anno sono stati addirittura settanta. La prima edizione della manifestazione, svoltasi ad aprile 2013, aveva visto una quarantina di partecipanti, saliti poi a sessanta nell’edizione 2014. Il desiderio comune è che questi momenti di scambio tra giovani e anziani diventino sempre più frequenti, essendo un’occasione di arricchimento per entrambe le parti. Come ha sottolineato recentemente il Papa, la Chiesa deve essere capace di "sfidare la cultura dello scarto, con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra giovani ed anziani". Forti del successo di questa manifestazione, si guarda ora alla prossima estate, quando oltre al centro estivo "Settimana Joannis: iscrizioni aperte al Centro estivo Gita culturale il 1° maggio per un gruppo di parrocchiani di Perteole dell’Amicizia" in programma a fine agosto, la struttura di via Roma verrà aperta in numerosi pomeriggi durante la settimana, per permettere a tutti, specialmente ai più giovani, di ritrovarsi, giocare e trascorrere del tempo all’aria aperta. Simone Quargnal Sono aperte le iscrizioni al Centro Estivo 2015 organizzato dalla scuola dell’infanzia paritaria (con asilo nido integrato) Fondazione Casa De Senibus. L’ormai tradizionale appuntamento si svolgerà presso l’ampio parco della scuola sita in via L. Da Vinci 5 a Joannis di Aiello del Friuli da lunedì 29 giugno a venerdì 31 luglio e sarà rivolto ai bambini della scuola dell’infanzia ma anche ai loro fratellini ed amici che hanno appena concluso le classi I e II della scuola primaria. L’orario sarà dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 15:30 con mensa interna alla scuola e possibilità di pre-accoglienza già dalle 7:30. Nel corso del centro estivo sono previste le ormai tradizionali uscite in piscina e le visite alle fattorie didattiche. Per informazioni ed iscrizioni: telefono 0431/999713, e-mail: [email protected], sito internet www.asilojoannis.it. Alla scoperta di Conegliano Ruda I 100 anni di nonna Ivolina (LUIGI RENDINA) ANCHE SE IL TEMPO ERA UN PO’ INCERTO, UNA TRENTINA DI PARROCHIANI INSIEME AL PARROCO DON PIERO HA VISITATO NELLA GIORNATA DI SAN GIUSEPPE LAVORATORE CONEGLIANO ED I SUOI DINTORNI. DOPO UNA GIORNATA INTESA DI VISITE, C’È STATO UN MOMENTO DI RACCOGLIMENTO CON UNA SANTA MESSA CELEBRATA DA DON PIERO NELLA CAPPELLA DELL’ABBAZIA DI FOLLINA. lettata già da diversi anni ma lucida nella mente, Ivolina Rigonat ved. Urban ha festeggiato, nel giorno di S. Giorgio, il raggiungimento del secolo di vita. Attorniata da figli e nipoti ha vissuto con gratitudine la festa iniziatasi con una S.Messa celebrata da don Giampietro Facchinetti, che ha ricordato le peripezie della lunga vita di nonna Ivolina, densa di eventi gioiosi ma anche costellata di dure tappe da superare. Anche il Sindaco Palmina Mian ha salutato con partecipazione una delle nonne più anziane della comunità rudese ed ha espresso anche il proprio plauso alla famiglia per l’assistenza prestata. La torta celebrativa e un caloroso brindisi ha suggellato la giornata di festa. E.R. A Bassa Friulana - Grado Sabato, 9 maggio 2015 Dal 14 al 16 maggio la 46^ Settimana di Studi Aquileiesi Come ci si alimentava nell’antichità? A d Aquileia, dal 14 al 16 maggio presso la Sala del Consiglio Comunale, si terranno i lavori della "XLVI Settimana di Studi Aquileiesi" dedicata a "L’alimentazione nell’Antichità". L’iniziativa scientifica è organizzata dal Centro di Antichità Altoadriatiche (associazione culturale fondata alla fine degli anni Sessanta da Mario Mirabella Roberti e da 15 anni guidata da Giuseppe Cuscito, già ordinario di Archeologia cristiana e profondo conoscitore della realtà aquileiese) in collaborazione con la Fondazione Aquileia, con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste e con la Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici delle Università di Trieste-Udine-Venezia ca’ Foscari. L’argomento dell’incontro scelto di quest’anno riprende e approfondisce alcune tematiche già affrontate durante la Settimana di Studi del 2012 dedicata a "Le modificazioni del paesaggio" e ben si inquadra nel contesto dei numerosi eventi dedicati al cibo sull’onda di EXPO 2015. Durante la tre giorni scientifica si parlerà del cibo nell’arte (attraverso l’analisi dei dati offerti dalla pittura, dalla scultura, e dal mosaico), del cibo nella Bibbia e nella letteratura latina e cristiana, dei gusti alimentari e delle tecniche di preparazione dei cibi (desumibili da ceramiche, anfore e altre classi di materiali e dalle tipologie delle cucine), dei dati sulle produzioni, sulle importazioni e sulle esportazioni alimentari ricavabili dalle fonti archeologiche e archeometriche. L’orizzonte cronologico coperto dalle 26 relazioni (con 42 relatori provenienti da Atenei e Istituti di ricerca italiani, francesi, sloveni e croati) parte dalla preistoria per arrivare all’Alto Medioevo. L’ambito geografico, centrato ovviamente su Aquileia, investe l’area compresa tra le Alpi, la Cisalpina e l’Istria. Durante il Convegno saranno organizzate anche due visite guidate al Museo Archeologico Nazionale e alla Basilica di Aquileia. Le due visite, gratuite, sono riservate ai convegnisti e agli iscritti ai lavori. Tra le iniziative di contorno all’evento scientifico, piace segnalare quella di venerdì 15: presso l’Hotel Patriarchi sarà organizzato un "pranzo romano". 19 Agenda ■ Aiello Storie di donne forti La citazione di Virginia Woolf, "In quanto donna non ho patria, in quanto donna non voglio patria alcuna, in quanto donna la mia patria è il mondo intero", che dà il titolo al nuovo libro della giornalista Elisabetta Pozzetto non è stata scelta a caso. "La mia patria è il mondo intero - Donne che segnano il cambiamento", sarà presentato giovedì 7 maggio, alle 20.30, presso la Sala Civica di Aiello, in via Battisti 25. L’autrice, in questa occasione intervistata dalla giornalista Elisa Michelut, presenterà le storie delle venti protagoniste del volume, raccolte ai quattro angoli del mondo e raccontano la vita, le idee, le carriere, le esperienze e le avventure imprenditoriali di alcune donne di raro spessore; donne forti, speciali, che hanno sviluppato un’attività o una professione dimostrando di saper mettere in pratica idee ed intraprendenza fuori dal comune. Un fi o rosso le unisce: sono nate e si sono formate in Friuli Venezia Giulia. Il primo incontro Elisabetta Pozzetto lo fa con Rosi Braidotti, Carla Gravina e ancora: Ida Vallerugo, Fiorenza Cedolins, Lidia Bastianich, Anita Cossettini, Maria Zorzon, Patrizia Moroso, Alessandra Verona, Marzia Caravelli, Tiziana Finzi, Barbara Franchin, Federica Manzon, Stefania Lucchetti, Alessandra Luchini, Maria Rosa Pelizzo, Fiorella Kostoris, Anna Puccio e Paola Del Din. Grado Git: nuovo presidente A lessandro Lovato è il nuovo presidente della Git, la società d’area che gestisce l’impianto balneo-curativo gradese. È stato nominato dall’assemblea dei soci dopo le modifiche, apportate dagli stessi, allo statuto della società che prevedono anche la riduzione del consiglio di amministrazione da 5 a 3 consiglieri. Oltre a Lovato sono stati eletti nel nuovo cda Mauro Bigot che diventerà l’amministratore delegato (dopo l’indicazione l’incarico sarà deliberato dal cda) e Bruno Ledri consigliere. I primi due indicati dalla Regione (86,21% delle quote), Ledri dal Comune (10,61%). All’assemblea hanno partecipato oltre a Turismo Fvg per conto della Regione, con il direttore generale Michele Bregant, il vicesindaco Gianni Di Mercurio, Michela Cecotti per la Camera di Commercio (2,55%) e Adriano Bernardis in rappresentanza dei privati della Itur (0,62%). "Il nostro primo impegno - dice il neoeletto - è di focalizzare l’attenzione attorno all’ospite. Mi riferisco al tema dell’accoglienza che non deve essere un mero slogan ma un recupero dei valori del passato". Lovato anticipa alcuni punti del programma: "Utilizzando i sistemi informatici intendo dare una trasparenza totale della Git, anche e soprattutto verso i cittadini. Per questo intendo rendere pubblici i rapporti mensili della società, per far capire e vedere che la Git in primis è di Grado". Sull’andamento dell’assemblea il direttore di Turismo Fvg, Bregant, si è limitato a illustrare le variazioni dello statuto, l’approvazione del bilancio che chiude con un passivo di circa 230mila euro e infine le nomine. Tutti i punti sono stati approvati all’unanimità. Il cda si riunirà nei prossimi giorni, la prima uscita dei neoeletti sarà quella di sabato 16 per l’inaugurazione della stagione turistica 2015. 20 Mandamento Sabato, 9 maggio 2015 Domenica 10 la quarta edizione della manifestazione promossa dai "Campanari del Goriziano" PieriseFiumicelloaprono ilorocampaniliaivisitatori D Il programma Pieris campanile chiesa parrocchiale di Sant’Andrea apostolo - 15.00 - 19.00: Apertura campanile - 15.30: "Storia di un campanile" - visita guidata con Ivan Portelli - 16.30: Dimostrazione di scampanio manuale Fiumicello campanile chiesa parrocchiale di San Valentino martire - 15.00 - 19.00: Apertura campanile - 17.30: "Storia di un campanile" - visita guidata con Ferruccio Tassin - 18.30: Dimostrazione di scampanio manuale omenica 10 maggio si rinnova, per la quarta edizione, l’iniziativa "Campanili aperti" organizzata dall’associazione "Campanari del Goriziano". Per l’intero pomeriggio i campanili di Pieris e Fiumicello saranno eccezionalmente aperti al pubblico, con la possibilità per i visitatori di salire sino in cima e osservare un panorama del tutto inusuale sul territorio. Durante il pomeriggio, alle 15.30 a Pieris e alle 17.30 a Fiumicello ci sarà la possibilità di una visita guidata per conoscere i "segreti" dei rispettivi campanili, prima di concludere con un intervento dei campanari del luogo che daranno voce alle campane delle torri con alcune melodie tratte dalla tradizione campanaria goriziana. L’iniziativa è nata dal desiderio di far conoscere anche ai non "addetti ai lavori" i nostri campanili, luoghi solitamente frequentati da soli campanari. Il desiderio di questa giornata è anche quello di risvegliare un "sano campanilismo": non quello che im- pedisce la collaborazione, ma quello che spinge a valorizzare, a far conoscere le ricchezza di ogni comunità, in primis la bellezza del suo campanile e delle sue campane. Momento centrale della giornata saranno le visite guidate a Pieris con Ivan Portelli, presidente dell’Associazione Culturale Bisiaca, e a Fiumicello con Ferruccio Tassin, vice presidente dell’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia, posizionate in orari differenziati per facilitare la partecipazione ad entrambe. Anche quest’anno verranno aperti al pubblico due campanili con una storia importante: il primo, quello di Pieris, compie i suoi primi 90 anni in quanto venne riedificato nel 1925 dopo gli ingenti danni del primo conflitto mondiale. La torre è stata completamente restaurata tra il 2007 e il 2008: intervento che ha riguardato anche il rifacimento delle scale lignee. Nel campanile è presente ancora una campana ottocentesca, la mezzana che risale al 1870 ed è stata fusa da Sebastiano Broili. Una curiosa scoperta nello strumento della chiesa di Fogliano I nomi degli organisti sulla porta dell’organo L’ organo di Fogliano fu costruito nel 1730 per il duomo di Gemona da Pietro Nachini (nome italianizzato di Petar Naki¤), universalmente noto come il maestro dell’arte organaria veneta. Il Nachini, infatti, nato nel 1694 a Bulic, vicino Zara, dopo aver preso i voti all’età di ventuno anni cominciò ad interessarsi della costruzione di organi e divenne il principale costruttore di strumenti liturgici a canne. Si contano tutt’oggi sui cinquecento strumenti sparsi nei territori della Serenissima di allora (Friuli, Veneto, Istria e Dalmazia). Tra i suoi allievi annoveriamo il Comelli, il Callido, il Dacci e il Chrismann (attivo poi in Austria). Pietro Nachini morì poi il 16 Pellegrinaggio alla Sindone i sta completando ormai la raccolta delle adesioni S per il pellegrinaggio a Torino, organizzato dalla parrocchia Maria Madre della Chiesa di Ronchi dei Legionari e dalla parrocchia Marcelliana di Monfalcone, che avrà luogo da giovedì 21 maggio a domenica 24 maggio. C’è ancora tempo per iscriversi, sono aprile 1769 a Conegliano dove tuttora è sepolto. Ritornando allo strumento costruito per il duomo di Gemona, esso fu poi acquistato dalla Pieve di Romans d’Isonzo nel 1763. Qui vi rimase fino al 1924 quando venne trasferito presso la parrocchiale di Santa Elisabetta d’Ungheria a Fogliano (dove tuttora accompagna le celebrazioni liturgiche). Interessante è la storia che racconta la porta laterale dello stesso organo. Aprendola, infatti, si possono notare alcuni nomi scritti a matita: sono gli organisti che si sono succeduti alla sua tastiera nel periodo in cui esso permase a Romans. Il primo in ordine di tempo è tale Antonio Olivo che nel 1852 scrive: "Suonò per la Durata di Ben 59 anni". Si può quindi presumere che il suo servizio alla Chiesa iniziò nel 1793. Altri nomi poi si succedono e sono Luigi Noachig "Romans, 29 Novembre 1911, nato 16 otto. 1890", Niccolò Prez 1901, Giacomo Prez 1905-1924 (con interruzioni), Angelo Prez (1901-1924). Un altro nome è poi trascritto ed è Giacomo Postir, segnato dal 1923 al 1941, presumibilmente ha continuato saltuariamente a suonare nonostante l’organo fosse ormai da tempo stato spostato definitivamente presso la chiesa di S. Elisabetta in Fogliano. La loro memoria di umili lavoratori non verrà così dimenticata. Ivan Bianchi disponibili altri dieci posti! Si ricorda che i fedeli, che parteciperanno a questa esperienza, avranno la possibilità di visitare i luoghi originari di Don Bosco e tutti quelli che sono stati segnati dal suo passaggio. Ci sarà, inoltre, la possibilità di andare a Torino a visitare il Museo Egizio e ad assistere all’Ostensione della Sacra Sindone nella Cattedrale della città. Tutti coloro che desiderino partecipare al pellegrinaggio di Torino, si rivolgano a Don Umberto al numero 0481 779250. B.B. Il campanile di Fiumicello è da pochi mesi nuovamente accessibile, dopo i lunghi lavori di ripristino della vicina chiesa di San Valentino. Notevole e rara l’iscrizione sulla campana maggiore, in cui riecheggiano i nomi del Pontefice Leone XIII, dell’Imperatore Francesco Giuseppe, del Principe Arcivescovo Missia e del parroco decano Zanetti. Il concerto di campane è uno dei più imponenti dell’Arcidiocesi assieme a quello del Duomo di Gorizia. Determinante, quest’anno, la collaborazione con la Società Filologica Friulana che ha inserito la manifestazione nell’ambito della "Settimana della cultura friulana", un cartellone regionale di eventi e manifestazioni, che consentirà sicuramente una più ampia diffusione e conoscenza dell’iniziativa. Importante altresì la collaborazione con l’ISSR di Gorizia e con le parrocchie di Pieris e di Fiumicello che hanno dato pronta disponibilità ad ospitare l’evento. Andrea Nicolausig Dal Decanato ■ Ronchi Incontri comunitari La festa del perdono e della misericordia è stata celebrata lunedì 27 e martedì 28 aprile a San Lorenzo di Ronchi e a Santo Stefano in Vermegliano. Il sacramento della penitenza è stato vissuto insieme ai bambini delle classi terze della primaria di primo grado, che stanno seguendo un percorso di catechismo per la comunione, e alle loro famiglie. La devozione alla Madre di Dio ricorda a tutti l’appuntamento quotidiano della preghiera del mese mariano. Le celebrazioni avranno questo orario : a San Lorenzo alle 17,30 la preghiera del Rosario e alle 18 la celebrazione della Messa; nella chiesetta antica di Santo Stefano alle 20 la celebrazione della Messa e alle 20.30 la preghiera del Rosario. Gli appuntamenti mensili per celebrare la Madre di Dio avranno luogo venerdì 8 alle 20 in via XXV Aprile; venerdì 15 alle 20.30 a san Vito; Venerdì 22 alle 20.30 in via Mitraglieri e venerdì 29 alle 20.30 a Selz. Sono state apportate alcune modifich per quel che riguarda gli orari estivi delle Messe: da sabato 2 la Messa prefestiva a San Lorenzo ha luogo alle 19. Da non dimenticare inoltre gli appuntamenti delle prossime settimane: domenica 17 avranno luogo le celebrazioni delle Prime Comunioni a Santo Stefano, mentre a San Lorenzo si terranno domenica 24. Alla fine del mese ci sa à invece la possibilità di partecipare, come ogni anno, al pellegrinaggio parrocchiale a Barbana che avrà luogo sabato 30 con partenza alle 15 dal piazzale della chiesa. In giugno si celebrerà il Corpus Domini con la processione da San Lorenzo fin alla chiesa della Santissima Trinità, giovedì 4 giugno alle 20, a cui parteciperanno tutte le parrocchie ronchesi. La festa di San Vito sarà celebrata il sabato 6 giugno alle 20 con la Messa all’aperto negli spazi della ditta Bertinazzi. Il mese giugno sarà inoltre festeggiato dalla Parrocchia di Santo Stefano con la tradizionale Festa de la Cesa a Vermegliano che inizierà venerdì 5 giugno. Beatrice Branca Mandamento Sabato, 9 maggio 2015 21 Incontro e testimonianza a Monfalcone Amianto: la vita prima del profitto S otto la pioggia di primavera "Bisogna parlare di assunzioni di un bel gruppo di familiari responsabilità e di un cambio presenti l’arcivescovo mons. Carlo Roberto Maria di mentalità perché sia garantito Redaelli ed il sindaco Silvia Altran un equilibrio umano tra diritto al - ha celebrato, martedì 28 aprile, la Giornata nazionale dedicata lavoro, rispetto della salute e tutela alle vittime dell’amianto davanti dell’ambiente" al monumento che sorge a Panzano per iniziativa primo posto, le persone e la salute sono state dell’associazione presieduta da Carmelo Cuscunà. giudicate meno importanti". È stata una testimonianza ed un impegno di Cuscunà si è preoccupato del passato, ma ha anche rinnovata solidarietà all’associazione e di amicizia chiesto che per il futuro si impongono nuove scelte ai soci impegnati in questa battaglia umana e sia per la costruzione delle navi che per il loro politica. smantellamento, specialmente quando queste Davanti al monumento della piazzetta è stata posta avviene in terre dove sono coinvolte anche le donne anche una corona che ha rinnovato per tutti la ed i bambini. Ha chiesto un gesto di pentimento per portata della scritta che la accompagna e che chi sapeva ed un impegno per il domani. accoglie tutti i visitatori: "Costruirono le stelle del La vicinanza alle famiglie ed alle persone che hanno mare, li uccise la polvere, li tradì il profitto". pagato un prezzo alto in termini di vita e di affetti Un tema, che è insieme denuncia e constatazione, da parte delle comunità cristiane del decanato è che è stato al centro delle parole del presidente stata espressa con un breve incontro di preghiera. Cuscunà il quale con parole generose e decise ha Ha fatto da introduzione la lettura del vangelo di dato il benvenuto all’arcivescovo ed all’incontro. Giovanni che raccontando, la guarigione del "Noi non abbiamo mai voluto - ha aggiunto giovane cieco, invita a guardare con fede, nella vendetta. Per decenni gli operai hanno respirato la consapevolezza che malattie e mali non sono opera polvere di amianto e le loro mogli hanno lavato le di Dio ma invitano ad alzare lo sguardo ed a tute. Il profitto - ha concluso - è stato messo al esprimere solidarietà e condivisione, soprattutto perchè i diritti dei colpiti siano riconosciuti, il lavoro sia assicurato nel rispetto delle condizioni ambientali. L’arcivescovo Redaelli ha commentato il brano evangelico ribadendo con forza che la "vita viene prima del profitto" e che dunque occorre per rispetto delle vittime, occorre "parlare di assunzioni di responsabilità e di un cambio di mentalità perché sia garantito un equilibrio umano tra diritto al lavoro, rispetto della salute e tutela dell’ambiente". "Al primo posto - ha concluso l’arcivescovo - viene la dignità della persona". Dopo le intenzioni di preghiera e la benedizione, l’associazione ha ringraziato l’arcivescovo che ha salutato tutti i presenti con parole di fraterna condivisione e di solidarietà. R.B. 19 bambini domenica scorsa hanno ricevuto la prima Comunione Dal Decanato ■ Turriaco Nonni in festa (FOTO LEBAN) Maria Madre della Chiesa: maggio di festa e di gioia M aria Madre della Chiesa vive in questo periodo un clima di festa e gioia! Domenica 3 ha avuto luogo la celebrazione della Prima Comunione di 19 bambini che, dopo un lungo cammino di gioia con il sostegno dei catechisti e dei genitori, preparati dalle Suore Passioniste presenti in parrocchia, hanno accolto Gesù nel loro cuore. La messa è iniziata con la processione dalla casa parrocchiale fino alla chiesa di Maria Madre, portando la statua di Gesù bambino. ed è stata accompagnata dal piccolo coro parrocchiale. Il parroco don Umberto traendo spunto dal brano tratto dal Vangelo secondo Giovanni, ha fatto un riflessione sul significato della Prima Comunione e sull’importanza della presenza di Gesù nella vita degli uomini. l’Eucarestia si impegnano infatti ad es"Come il tralcio non può portare frutto sere guidati da Cristo e a diventare granda sè stesso se non rimane nella vite, co- di, non nelle cose materiali, ma in bonsì neanche voi se non rimanete in me. Io tà, carità, solidarietà. Essi sono inoltre sono la vite, voi i tralci". chiamati a testimoniare Gesù al resto Don Umberto ha spiegato queste espres- dell’umanità e a portare attraverso i suoi sioni del Vangelo: Gesù vuole entrare nel insegnamenti la luce nella vita di tutti. cuore degli uomini ed essere loro amico. I bambini hanno quindi rinnovato i loColoro che ricevono per la prima volta ro impegni del battesimo e hanno letto per i fedeli alcune preghiere. Durante la Liturgia Eucaristica i piccoli fedeli hanno ricevuto tre doni: il primo, quello del pane e del vino, frutto del lavoro di tante persone, che sono stati trasformati nel corpo di Gesù per sostenere gli uomini nella loro vita; il secondo dono è stato quello del cesto di pane, da condividere con i parenti e gli amici in questa giornata di festa; il terzo dono è stato quello della candela accesa, simbolo di fede e di impegno ad essere luce nel mondo attraverso le proprie buone azioni. Domenica 10 alle 10.30, invece, la comunità di Maria Madre accoglierà il vescovo per la celebrazione della Cresima di diciannove ragazzi della terza media, che hanno frequentato per due anni un percorso di formazione , guidati da Denis Del Bello. La sera invece alle ore 20 la parrocchia festeggerà la festa della mamma, nonché la patrona Maria Madre. Avrà luogo dunque una processione con la venerata immagine della Madonna, che sarà presieduta da Don Giulio Boldrin. Beatrice Branca Anche quest’anno la parrocchia San Rocco di Turriaco - come ormai lunga e apprezzata tradizione - ha voluto festeggiare in modo particolare tutti i suoi "Nonni". La celebrazione della Santa Messa della domenica è stata, infatti, dedicata ancora una volta a tutti gli ultraottantenni residenti in paese. Il parroco don Enzo Fabrissin, all’inizio del rito nella parrocchiale, ha salutato con aff tto gli anziani che hanno potuto partecipare ricordando però anche chi, per motivi di salute, non ha potuto essere presente alla festa fisicamente ma era senz’altro vicino spiritualmente ai suoi coetanei. Al termine della celebrazione il parroco ha consegnato a tutti gli intervenuti un piccolo ricordo e il momento di festa è stato suggellato con una fotografia che immortala il gruppo sull’altare maggiore della parrocchiale. A conclusione tutti si sono ritrovati nell’oratorio intitolato a “don Bruno Cargnel” per un momento di festa ed un rinfresco, divenuto in verità poi un vero e proprio pranzo grazie alla disponibilità e alla generosità di alcune persone della parrocchia. A festeggiare assieme a don Enzo e alla comunità sono stati quest’anno: Bianca Visintin, Fedora Pozzar, Gualtiero Cosolo, Lucilla Spanghero, Silvan Tomasella, Mario zanette, Zaira Buttus, Galeone Lo Franco, Giovanni Zorba, Adelina Canciani, Ortensia Marconato, Alvise Sell, Antonia Tomasella, Evelina Nrizzi, Luciana Turel e Mario Nocent. Elisa Baldo 22 Cormonese - Gradiscano Sabato, 9 maggio 2015 Agenda La commemorazione nel mese di maggio ■ Farra Sono trascorsi 20 anni dalla ricostruzione del Santuario del Preval Conferenza e mostra Il Centro Culturale "Tullio Crali", nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario, pubblica, grazie al contributo della CA.Ri.Go., un libretto "La Grande Guerra vissuta dai Goriziani dal 1914 al 1916" (a cura di Liliana Mlakar") e dal poeta-soldato Giuseppe Ungaretti" (a cura di Rosaria De Vitis). L’interessante ricerca della Mlakar, affondando o sguardo nella microstoria, narra attraverso le cronache del tempo, lettere e cartoline, il calvario di una città sconvolta dall’evento bellico, scoppiato all’improvviso nel pieno di una vivace vitalità socio-culturale. Di diverso tenore la narrazione poetica della De Vitis, che fa percorrere, in prima persona, la metamorfosi del poeta da futurista-interventista ad "uomo di pena" levigato dalle acque dell’Isonzo. La presentazione, allietata dai canti d’epoca di Andrea Ianesch e Marco Zitter, sarà affianc a all’inaugurazione della mostra di opere pittoriche sullo stesso tema eseguite da: Bruna Albertin, Roberta Bighetti, Edi Bramuzzo, Bruno Civran, Annamaria Fabbroni,Gabriella Frandoli, Annamaria Gargano, Thea Geromin, Giorgio Geromet, Emilija Mask, Grazia Russo, Karmela Rusjan, Giuseppe Scek, Aloisa Schleindler, Caterina Trevisan Mulitsch e Adriano Velussi. L’incontro è previsto per venerdì 8 17.30 presso la Sala Mostre del Museo della Civiltà Contadina a Farra. La mostra sarà visitabile fino al 13 maggio dalle 16.30 alle 18.30. F ervono i preparativi per la comunità di Mossa che, a partire da domenica 10 maggio, si appresta a celebrare i vent’anni dalla ricostruzione del suo Santuario. La chiesa del Preval, risalente al 1400, dopo un periodo in cui versava in stato di degrado venne ricostruita e riportata al culto dei fedeli il 14 maggio 1995. Nella sua storia la chiesetta, ora Santuario Diocesano intitolato per volontà di Papa Giovanni Paolo II a Santa Maria Regina dei Popoli, ha da sempre rappresentato un punto di passaggio e di incontro per le numerose popolazioni del Collio e del Brda che si affacciano sulla piana del Preval per poi diventare meta anche delle comunità dell’intero ambito isontino. Ancora si registrano numerosi pellegrinaggi e visite di molti fedeli provenienti dall’Italia e da altri Paesi della Mitteleuropa. La Parrocchia, in collaborazione con il Comune di Mossa, ha organizzato un calendario con alcune significative iniziative che si svolgeranno tutte presso il Santuario. Si inizierà domenica 10 maggio, alle ore 18.00, con la Santa Messa La chiesetta ha sempre rappresentato un punto di passaggio e di incontro per le popolazioni del Collio e del Brda solenne celebrata da mons. Mauro Belletti, parroco di Mossa al tempo della ricostruzione del Santuario. Durante la funzione religiosa ci sarà anche il dono dell’olio per la lampada votiva da parte dell’Amministrazione Comunale. Giovedì 14 maggio, giorno in cui ricadono esattamente i 20 anni dalla ricostruzione, alle ore 20.30 si svolgerà una conferenza dal titolo "Il Preval fra fede, storia, arte e cultura". Realizzato in collaborazione con l’Istituto di Storia Sociale e Religiosa di Gorizia, vedrà la presenza della dott.ssa Elisa Tofful, autrice del volume "La Chiesa del Preval" pubblicato dal Comune di Mossa, e della prof.ssa Liliana Ferrari, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso l’Università degli Studi di Trieste. Nelle giornate di domenica 17 e 24 maggio, saranno organizzate delle aperture straordinarie del Santuario dalle ore 16 alle ore 18. Durante le aperture, con inizio alle ore 16.30, ci sarà la possibilità di assistere a visite guidate con la dott.ssa Elisa Tofful che illustrerà ai visitatori aspetti artistici, storici e culturali della chiesa del Preval. Appuntamenti importanti per la comunità di Mossa ma anche per l’intera Arcidiocesi, invitata a celebrare uno dei suoi Santuari e ad approfondire particolari aspetti e curiosità legati alla sua storia. Andrea Bullitta Domenica 10 a Gradisca La festa del perdono L (Foto Alberto Garbari) a celebrazione della prima confessione si è ormai da molti anni trasformata giustamente in una festa, la festa del perdono, un piccolo evento sempre carico di emozione e di attesa da parte dei bambini. Ma non basta non insistere tanto sui peccati, evocare la bella figura del padre misericordioso che perdona sempre, fare la festicciola finale, rimane un nodo, e non da poco, quello che ogni iniziazione può avvenire solo in un contesto che fa da grembo-generatore della fede (in primis la famiglia). E oggi, come un po’ tutti anche la famiglia, che già vive una condizione di debolezza strutturale, fa fatica a mettere in parole e in gesti quotidiani la dimensione credente della vita, nella quale la misericordia ha un suo spazio preciso. E’ vero che i bambini sono stati accompagnati da una pluralità di figure educative, che le hanno studiate tutte, si sono confrontate per realizzare, calibrare l’esperienza e, a seconda dell’interiorizzazione fatta propria dai bambini, progettato i passi ulteriori e i cambiamenti di percorso. Ma rimane la mancanza di una patto educativo e di evangelizzazione che non si è riusciti a varare. Si è cercato di venire incontro ai bisogni delle famiglie, ma salvaguardando il fatto che si è educati da e nella domenica, nel vivere il giorno del Signore, non nel senso dell’assolvimento del precetto, ma della comunità riunita dal Risorto che celebra la vita e che è custodia dell’identità cristiana. Infine, se oggi la Chiesa di papa Francesco vuol essere riconosciuta, prima che per ogni altro aspetto, come la casa della misericordia che, nel dialogo tra la debolezza degli uomini e la pazienza di Dio, accoglie, accompagna, aiuta a trovare la "buona notizia" della grande speranza cristiana, dobbiamo dire che per la nostra esperienza di Chiesa c’è ancora tanta strada da fare. L’augurio è che per il futuro ci si possa ritrovare, sacerdoti, famiglie e catechisti per la progettazione di un percorso condiviso nel quale far sperimentare in modo più significativo queste preziose realtà spirituali. don Maurizio Cormonese - Gradiscano Sabato, 9 maggio 2015 ◆ Brazzano 23 In agenda Celebrato con solennità il patrono S.Giorgio A nche Brazzano ha celebrato il patrono San Giorgio. Come vuole la tradizione, la comunità si é ritrovata, sabato 25 aprile, a celebrare la sua festa patronale, nel ricordo della Dedicazione della chiesa di San Giorgio sul colle. Purtroppo il tempo incerto ha impedito che la celebrazione si svolgesse all’esterno della chiesa di San Giorgio, che come è noto è da lungo inagibile e in attesa che l’amministrazione comunale provveda ai lavori di restauro. La messa, presieduta dal parroco don Pao- ■ Cormons lo Nutarelli è stata celebrata nella chiesa parrocchiale. Presente il vicesindaco Lucia Toros; ha animato l’Eucarestia la corale San Giorgio. Nell’omelia, don Paolo in riferimento alla storia di San Giorgio ha voluto richiamare il coraggio della testimonianza e della necessità di non scappare davanti all’ostacolo: "Drago é tutto ciò che ci impedisce di essere se stessi, che ci blocca; di fronte ad esso non possiamo scappare". Facendo riferimento alla contemporanea festa nazionale della Liberazione, don Paolo ha ricordato come oggi sia necessario una nuova liberazione morale da un sistema che ci rende numeri, dove il criterio di scelta sono i soldi. "Questo ë sicuramente un drago che dobbiamo affrontare", ha affermato il parroco. Al termine della messa la festa é continuata nei locali parrocchiali. Il Sacramento della Cresima celebrato dal vescovo Carlo a Cormons Giovani confermati nello Spirito Appuntamenti con il mese mariano E’ iniziato il mese mariano nellee parrocchie dell’Unità pastorale di Cormons. Questi i prossimi appuntamenti, A Cormons da lunedì 4 a venerdì 8 maggio il rosario sarà recitato nel nuovo piazzale interno al convento di Rosa Mistica (entrata portineria del convento di Largo Scrosoppi), dall’11 al 15 maggio in via San Daniele (Giardinetto), dal 18 al 22 all’esterno della chiesa di San Leopoldo e dal 25 al 29 in via Filanda sotto la ciminiera. A Borgnano il rosario sarà celebrato alle 19 nella chiesa di Santa Fosca. A Brazzano alle 18 nella chiesa di San Rocco e dall ’11 al 16 maggio nella chiesa di Santo Stefano a Giassico. A Dolegna del Collio appuntamento con il rosario alle 20 nelle chiese dei Santi Vito e Modesto a Ruttars e di San Giuseppe nel capoluogo. ■ Domenica 10 La Festa di Prima Comunione IN QUESTA PRIMA DOMENICA DI MAGGIO, 43 GIOVANI DELLE NOSTRE COMUNITÀ VIVONO IL ACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE, GRAZIE AL GESTO APOSTOLICO DELL’IMPOSIZIONE DELLE MANI DELL’ARCIVESCOVO CARLO ED ALL’UNZIONE CON IL SACRO CRISMA. Domenica 10 maggio sia a Cormons, durante la S. Messa delle 10, sia a Brazzano, durante la S. Messa delle 11.30, i bambini delle nostre Comunità si accosteranno, per la prima volta, alla mensa del signore. Un appuntamento importanti per l’intera comunità. saranno momenti di festa non solo per i bambini ma anche per le loro famiglie. Il Premio Sant’Adalberto 2015 La testimonianza di Franco: fare del bene agli altri aiuta a crescere D "Tutti debbono cercare di aiutare gli altri, quelli che hanno bisogno, dare una mano, dare un consiglio" a quasi 60 anni vive la sua domenica in un campo di calcio. Prima con la giacchetta nera e il fischietto in bocca, poi da osservatore dei giovani arbitri ai quali ama dispensare più consigli che rimproveri. Una "passionaccia", come direbbe Nicolò Carosio tanto per rimanere in temi calcistici, che non impedisce a Franco Ceschia di dedicare parte del suo tempo libero per fare un po’ di volontariato quello con la V maiuscola nella parrocchia e nelle associazioni cormonesi. Un volontariato fatto con discrezione, in silenzio e con grande sensibilità e per questo ancora più da apprezzare. Uno dei motivi che il Consiglio pastorale parrocchiale di Cormons gli ha conferito lo scorso 23 aprile il premio Sant’Adalberto in occasione della r4icorrenda del patrono. "Ogni sabato mattina, una volta stampata, preparo "Settimana insieme" per la distribuzione alle varie parrocchie e consegno direttamente il foglio parrocchiale a Brazzano e al santuario di Rosa Mistica". Franco, tra i tuoi servizi c’è anche quello di accompagnare il sacerdote durante i funerali. Una presenza decennale la tua, silenziosa e discreta, dimostrando partecipazione nei confronti delle famiglie che vivono un momento doloroso. Non è da tutti. Gentile e servizievole, sei sempre pronto a dare una mano a tutti, insieme alla moglie Aurora, ad aiutare a chi lo chiede, dai vicini di casa ad alcune associazioni della comunità cormonese. Cosa ti spinge a fare tutto questo? "E’ nato quasi per caso. E’ stato don Sergio anni fa a chiedermi la prima volta se lo accompagnavo a un funerale. Poi piano piano è diventato un servizio che faccio volentieri. Mi capita spesso in cimitero di portare anche la croce. Ho notato che è un servizio che la gente apprezza". "Tutti debbono cercare di aiutare gli altri, quelli che hanno bisogno, dare una mano, dare un consiglio. Ho sempre detto di sì, nel limite delle possibilità a chi mi ha chiesto e mi chiede un aiuto. E questo lo faccio d’accordo con la moglie, senza nulla togliere alla famiglia". Ma dai una mano anche in parrocchia… Oltre alla parrocchia, quali sono le altre occupazioni da volontario, esclusa la sezione degli arbitri che resta al centro della tua attività? "Faccio parte dell’associazione "Fulcherio Ungrispach" e dell’associazione del Fante. Partecipo all’attività, aiuto nel lavoro da segreteria. Non mi costa fatica perché mi piace stare con la gente". Un consiglio da dare ai giovani? "Fare volontariato e aiutare gli altri sono delle gratificazioni innanzitutto per se stessi, è una soddisfazione impagabile. Ai giovani, ma anche a tutte le persone, dico che fare del volontariato nelle associazioni è un modo per crearsi nuovi amici, è un modo per instaurare un rapporto positivo con la gente. Tutto ciò non può fare che del bene e aiuta a crescere".