Fratelli d`Italia – Alleanza Nazionale Trentino Sede di Trento

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BIGNAMINO DEL GENDER
1. IDENTITA’ DI GENERE E SESSO
I fautori della teoria gender definiscono l’aspetto di identificazione sessuale nella
combinazione di tre livelli: biologico (apparati sessuali), di identificazione (come uno
si sente) e di ruolo (che posizione, come viene percepito dalla società). Il genere è la
fotografia della combinazione di questi fattori che, di volta in volta e di persona in
persona, si andranno a rappresentare.
Il rovescio della medaglia è l’essere “eterosessista”, termine utilizzato alla stregua di
un’accusa, cioè dare per scontato che un uomo sia uomo ed una donna sia donna,
come un padre debba fare il padre e lo stesso valga per la figura materna.
2. OMOFOBIA? PROBLEMA SOCIALE
Si è di fronte ad un fenomeno del tutto minoritario che si vorrebbe far passare
come problema esiziale. Basti pensare che, in ambito lavorativo, negli ultimi tre
anni non sono arrivate a 10 le cause con addotte motivazioni di ordine omofobico.
Penale: esiste già l’aggravante di motivi abbietti.
Unioni civili? Il diritto privato fornisce già tutti gli strumenti necessari e sufficienti
per fissare dei diritti e doveri reciproci. Anzi, in molti studi notarili è stato elaborato
una sorta di formulario che contempla questo fascio di obbligazioni. A questo si
aggiungono pacchetti assicurativi per la reversibilità etc… Ovviamente non si parla di
matrimonio perché quello ha connotati di investitura pubblica, nel momento in cui
chiami a testimone la società dell’impegno che stai assumendo dato che da esso
nascerà la cellula fondamentale della comunità. Fare questo discrimine non può
essere definita omofobia.
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3. OMOFOBIA CAVALLO DI TROIA
L’omofobia viene utilizzata come cavallo di Troia, come del resto il ddl FirmaLove ne
è dimostrazione, per instillare nel territorio le buone prassi finalizzate a creare le
condizioni affinché si addivenga presto al riconoscimento delle coppie GLBT al pari
della famiglia tradizionale.
I passaggi negli altri Stati dove ad oggi si ha una totale equiparazione sono stati i
seguenti: legge sull’omofobia, riconoscimento unioni di fatto, matrimonio,
adozioni. Ogni tassello è concatenato al primo: innescato il meccanismo, l’effetto
domino procede sino a quando ha abbattuto l’ultimo punto: il diritto alla
genitorialità.
4. EDUCARE A SCUOLA
È in atto in moltissime scuole un vero e proprio indottrinamento in cui si presentano
agli alunni, sin dalle scuole d’infanzia, modelli comportamentali GLBT (attraverso
libri, favole, giochi, filmati, giochi di ruolo…). Tali progetti trovano conformità nelle
linee guida dell’Ordine mondiale della Sanità e nei fascicoli predisposti in Italia
dall’UNAR.
In molti casi ciò si è concretizzato nel vestire i bambini da bambine e viceversa,
presentare favole con personaggi transessuali, incitare i ragazzi a scegliere da sé il
proprio genere d’appartenenza. Il tutto corroborato da un’educazione sessuale
legata al mero aspetto meccanico, nelle linee guida dell’UNAR si parla, per esempio,
di educare alla masturbazione sin dai 4 anni d’età.
Non si tratta di essere credenti o meno, ma di rispettare la crescita naturale del
bambino ed il diritto, che trova dignità costituzionale nell’art. 30, della famiglia di
essere responsabile dell’educazione del proprio figlio.
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5. QUALITA’ DELLA VITA
Siamo bombardati da storie, soprattutto tramite tv e web, di esaltazione del
cambiamento di genere od addirittura al cambiamento di sesso tramite operazione:
una specie di spot promozionale.
In realtà queste pratiche conducono a grossi problemi di ordine emozionale ed
esistenziale che sfociano in disturbi molto gravi che, a loro volta, portano ad una
percentuale inaccettabile di suicidi.
Depressione: 71,4% degli omosessuali (38% eterosessuali)
Ansia generalizzata: 28,5% omosessuali (12% eterosessuali)
Dipendenza da nicotina: 64% omosessuali (26% eterosessuali)
Dato emblematico è il suicidio
28% degli omosessuali ha tentato di togliersi la vita
41% dei transessuali
1,6% degli eterosessuali
(fonti: “Transgender Americans face high suicide risk. New survey paints a portrait of
trans people’s lives in the U.S.” di Clara Moskowitz; “Transgender Mortality Rate:
Suicide, Medical, Violence.” di Laura Amato;,”Is sexual orientation related to mental
health problems and suicidality in young people?” di D. FERGUSSON, L. HORWOOD,
A. BEAUTRAIS)
Cause dei problemi che portano al suicidio? Non l’omofobia bensì l’instabilità
media dei rapporti. Lo dimostra il fatto che in uno Stato gay friendly come la
Danimarca, anche dopo l’introduzione del matrimonio per gli omosessuali, il tasso di
suicidi tra la popolazione gay è 8 volte superiore rispetto a quella etero ed è
addirittura superiore quella di uomini sposati con un uomo rispetto all’uomo con
semplici tendenze gay (quindi senza relazione che, di suo, dovrebbe invece essere
motivo di serenità e stabilità).
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(fonte: “Homosexualities: A study of diversity among men and women, Simon &
Schuster”di A. P. BELL, M. S. WEINBERG)
6. FAMIGLIA OMOPARENTALE
Prima questione: una coppia GLBT certamente non può avere figli quindi o se li
procura (inseminazione artificiale eterologa, utero in affitto, adozione) oppure
considera come figlio un bambino/ragazzo nato in una coppia eterosessuale poi
separata o da genitore single.
Secondo punto: qualità della vita dei figli (dato che sono i bambini ad avere diritto
di vivere in una famiglia, nessuna famiglia ha invece il diritto di avere dei bambini).
Da diversi studi emerge che i “figli cresciuti da coppie omogenitoriali hanno una
maggiore probabilità di manifestare problemi comportamentali, livelli di
depressione maggiore ed instabilità affettiva, oltre ad una propensione verso
relazioni di tipo omosessuale oppure un vero e proprio rifiuto verso qualsiasi
relazione affettiva.”
(fonte: Ricerca di Mark Regnerus su “Social Science Research” 2012)
7. NECESSITA’ DI UNA LEGGE AD HOC?
Principio generale dovrebbe essere legiferare il meno possibile e, soprattutto
quando si entra in ambito penale, definire in modo preciso e fattivo la fattispecie di
reato. Qui invece si andrebbe a configurare non solo un reato cosiddetto
d’opinione, quindi per nulla oggettivo, ma anche lesivo della libertà di pensiero di
ciascuno, nell’ambito delle proprie convinzioni.
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