MTH portatore d`acqua per la vita di un villaggio nel nord del Mali

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MTH portatore d`acqua per la vita di un villaggio nel nord del Mali
C e r ch i a m o p o r t a t o r i d ’ a cq u a
per 500.000 persone di 9
P a es i d ’ A f r i ca
MTH portatore d’acqua per la
vita di un villaggio nel nord
del Mali
Un sostegno prezioso alla popolazione nomade del Comune di Bourem
– Regione di Gao - Mali
Segreteria organizzativa:
LVIA Torino - Via Borgosesia, 30 - 10145 Torino - Tel. 011.7412507 – Fax. 011.745261
[email protected] - www.acquaevita.it
Contesto Nazionale
Il Mali si trova nella parte nord-occidentale del continente
africano, compreso nella regione saheliana tra i 10° e i 24°
gradi Nord di latitudine e tra i 5° ovest e i 4° est di
longitudine.
Confina a Nord con l’Algeria ad Est con il Niger ed il
Burkina Faso, a Sud con la Costa d’Avorio e la Guinea, infine
ad Ovest con il Senegal e la Mauritania.
La sua superficie complessiva è di 1.241.300 km2 ed è
attraversata da due grandi fiumi: il Niger, che scorre per ben
1700 km, ed il fiume Senegal. Il territorio si suddivide in
diversi comprensori:
regione sud - occidentale, occupata dall’altopiano mandingo con un’altezza compresa tra i 400 e gli
800 metri sul livello del mare terminante ad occidente con le ripide scarpate del Tambaoura ,
confinante con le pianure della Faléme e del Diourou, che si prolungano nel Kaarta;
altopiano Dogon, delimitato ad est dalle scarpate del Bandiangara che si congiungono con le terre
basse della Macina, inondate annualmente da settembre a dicembre dal fiume Niger; l’altopiano
prosegue fino alle pendici del monte Hombori, che, con un’altezza di 1155 slm, domina la pianura
di Gourma;
a nord e a nord-ovest les Falaises de Bandiagara, grandi speroni rocciosi, che sovrastano gli altopiani
e le pianure delle anse del fiume Niger.
Il clima è caratterizzato da una netta diminuzione pluviometrica procedendo da sud verso nord. Si
osserva un cambiamento climatico, da un clima subtropicale nelle aree sud ad uno prettamente
desertico nel nord. In media ogni anno si hanno tre stagioni: un periodo caldo asciutto da febbraio
a giugno, la stagione delle piogge, da giugno a novembre ed il periodo freddo asciutto da
novembre a febbraio un periodo in cui è presente l’Harmattan, il vento del deserto.
Il sottosuolo è abbastanza ricco di risorse naturali: si trovano giacimenti minerali ricchi di ferro (a
sud di Kita), bauxite (nell’altopiano mandingo), litio e manganese (nei pressi di Ansongo sulla riva
a sinistra del Niger), infine giacimenti di fosfati, oro, gesso e depositi di calcare e caolino,
recentemente sono stati scoperti dei notevoli depositi di rame.
Le terre utilizzabili rappresentano soltanto il 33% della superficie totale e sono così rappresentate:
− il 2% terre coltivabili;
− il 25% pascoli permanenti;
− il 6% foreste.
Le ripetute annualità con una piovosità al di sotto della media (200 mm) rendono ardue lo
svolgimento delle attività di produzioni agricole e zootecniche, di conseguenza il verificarsi di una
condizione economica stabile per le popolazioni locali.
Nel 2000 sono stati stimati 10,685 milioni di cittadini maliani, di cui l’80% vive nelle aree rurali; la
distribuzione della popolazione per fasce d’età viene illustrata nella seguente tabella:
Tabella 1: Distribuzione delle popolazione
Fascia d’età
tra 0 e 14 anni:
tra i 15 e i 64 anni:
oltre i 65 anni :
Percentuale sul totale
47% (2.537.586 maschi e 2.508.782 femmine)
50% (2.524.969 maschi e 2.781.762 femmine)
3% (maschi 156.447 e 176.402 femmine)
Fonte: The World Factbook 2000
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Il tasso di crescita della popolazione nel 2002 è stato stimato a 2,2%, il tasso di natalità 50
nascite/1000 abitanti, il tasso di mortalità 19 morti/1000 abitanti; il tasso di mortalità infantile
stimato a 113 morti/1000 nati.
Nel paese sono presenti quattro grandi gruppi etnici:
− il gruppo Mandinga, che rappresenta il 50% della popolazione maliana, a cui appartengono le
etnie Bambara, Maliké e Dioula,
− il gruppo Voltaïque, cui appartiene il 12% dei maliani, dove si riconoscono le etnie dei Mossi, dei
Bobo, dei Minianka e dei Sénoufo,
− il gruppo sudanese (composto dall’6% della popolazione
totale), che comprende i Sarakolé, i Songhoï, i Dogon e i Bozo;
− il gruppo dei nomadi rappresentati dai Peulh (con il 17%
sul totale della popolazione), dai Tuareg e dai Maures (che
rappresentano insieme il 10% della popolazione maliana);
− sono state registrate minoranze etniche tra cui Toucouler,
Wolof, Khassonké e Ouassoulounké.
Il Mali é collocato al 171° posto su 173 Paesi, rispetto alla scala redatta per calcolare l’indice di
sviluppo umano. L’indice di sviluppo umano è un indice composito, basato su tre componenti;
l’aspettativa di vita alla nascita, l’istruzione (misurata attraverso due variabili; analfabetismo degli
adulti e la media di frequenza di anni di scuola) ed il reddito a parità di potere di acquisto.
Dal rapporto UNDP 2003 emerge un Indice di Povertà Umana per il Mali del 55,1%, il che pone il
Mali come il quarto paese più povero tra quelli in via di sviluppo e indica che più della metà della
sua popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
Il Mali è una Repubblica (Republique Democratique du Mali) dal 22 settembre del 1960, giorno in
cui il Paese ha ottenuto la propria indipendenza dalla Francia.
La capitale è Bamako, con circa un milione di abitanti. Il territorio nazionale è suddiviso dal punto
di vista amministrativo in 8 regioni, Gao, Kayes, Kidal, Koulikoro, Mopti, Segou, Sikasso e
Timbuctù.
Il sistema legislativo è stato approvato dalla Corte Costituzionale (9 marzo del 1994), istituito
principalmente sul sistema legale civile francese. Il potere legislativo è rappresentato
dall’Assemblea Nazionale composta da 147 membri, che vengono eletti ogni 5 anni; possono
votare tutti i cittadini (uomini e donne) che abbiano compiuto il 21 anno di età. Al potere esecutivo
è preposto il Presidente della Repubblica, eletto direttamente dal popolo. Attualmente ricopre
questa carica Amadu Toumani Touré, eletto democraticamente nel 2002 dopo due legislazioni che
hanno visto come presidente Alfa Oumar Konaré, attualmente presidente dell’Unione degli Stati
Africani. Il presidente ha l’incarico di nominare il Primo Ministro, che successivamente nominerà
tutto il Consiglio dei Ministri.
L’economia del Mali si basa principalmente sull’agricoltura e la pastorizia; le esportazioni
nazionali sono rappresentate esclusivamente da prodotti primari; sono fortemente soggette alle
oscillazioni dei prezzi nei mercati mondiali, soprattutto quello del cotone, che rappresenta la prima
voce attiva del bilancio coprendo il 50% del valore totale.
Il Mali riceve cospicui aiuti alimentari internazionali (nel 1998 sono stati pari a 596 milioni di
dollari).
Ultimamente diverse compagnie multinazionali hanno l’obbiettivo di accrescere lo sfruttamento
dei giacimenti auriferi, tanto che il Governo maliano punta a diventare il primo produttore subsahariano di oro.
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L’inflazione è relativamente bassa, nel 1998 il suo tasso annuale è stato stimato intorno al 5%1;
nello stesso anno il debito estero raggiungeva i 3,1 miliardi di dollari; le esportazioni, soprattutto
destinate alla Tailandia, l’Italia e la Cina, contribuivano per le casse maliane con 590 milioni di
dollari. Le importazioni, provenienti soprattutto dalla Costa d’Avorio e dalla Francia,
riguardavano soprattutto macchine, strumenti meccanici, materiali per le costruzioni, petrolio e
beni alimentari e tessili, per un importo totale di 600 milioni di dollari.
Il contesto dell’area di intervento della LVIA: regione di Gao
La Regione di Gao (amministrativamente chiamata 7°
Regione) è situata nella parte settentrionale del paese e
la sua estensione è pari a 175 867 km2 (pari al 60% del
territorio italiano). Confina a nord con la regione di
Kidal, a est con il Niger, a sud con il Burkina Faso e a
ovest con la regione di Tombouctou. Il capoluogo
regionale è rappresentato dalla città di Gao, sulla riva
sinistra del Niger, città storica fondata dai Songhai nel
690 d.C., e che fu la capitale amministrativa e politica
del loro impero. In seguito alla decadenza dell’impero
(avvenuta nel 1700), dovuta sia alle invasioni marocchine che alle razzie perpetrate dai Tuaregs, la
regione passò un lungo periodo di isolamento che terminò con la conquista da parte dei francesi.
Nel 1960, raggiunta l’indipendenza del Mali, la regione fu divisa in 4 provincie (cercles), a loro
volta suddivisi in 22 territori comunali, come illustrato in tabella 3:
Tabella 3 Divisione amministrativa della VII Regione (Gao)
Provincie
Comuni
Gao
Gao, Anchawadi, Gabero, Gounzoureye,
N’Tillit, Sony Aliber, Tilemsi
Ansongo
Bara, Bourra, Ouattagouna, Talataye, Tessit,
Tin-Hama, Ansongo.
Bourem
Bamba, Taboye, Tarkint, Temera, BouremFoghas
Menaka
Menaka,
Inekar,
Tidermene,
Anderaboukane, Alata
Superficie in km2
31.250
22.813
42.000
79.804
Il clima, tipico delle regione, é sub-desertico, con una piovosità media annua che si aggira intorno
ai 200 mm e temperature annue che oscillano tra gli 8 e i 50° centigradi. Il territorio è pressapoco
diviso in due zone: Houssa, situata a nord del fiume Niger, e Gourma localizzata sotto il fiume. La
prima zona è costituita da grandi vallate e da dune sabbiose, formatesi principalmente per l’azione
erosiva piovana e eolica, il sottosuolo è poco fertile. Nella zona di Gourma, il suolo è più fertile,
soprattutto intorno ai laghi non permanenti, vi è una maggiore copertura vegetale composta
prevalentemente da arbusti.
Nel 1987 la popolazione della regione era costituita da 380,7 mila abitanti, con una densità media
di 2,16 abitanti per km2 (la zona più densamente popolata del Paese è quella di Gao, con 4,84
persone per km2, mentre quella meno popolata è Ménaka con 0,69 abitanti, sempre per km2); si
stima che la popolazione attuale della regione abbia raggiunto le 450 mila unità. Le etnie
autoctone presenti sono quella Songhai, stanziale, ed il gruppo Tuareg, di abitudini nomadi, ma
nella regione vi sono anche Houssa, Arma, Grassa, Bambara, Dogon e altre etnie minori.
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Il Mali è inserito nell’area monetaria del Franco CFA, legato con un rapporto di cambio fisso con il Franco Francese (1 FrF= 100 FCFA).
Questo determina una relativa stabilità monetaria interna, ed alcune particolari dinamiche sui prezzi all’importazione ed
all’esportazione.
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Attività LVIA nel Paese
La prima presenza LVIA nel Paese risale al 1985, quando vennero avviati studi sul territorio che
evidenziarono la scarsità d’acqua come il principale fattore limitante il miglioramento delle
condizioni di vita delle popolazioni e quindi come possibile campo d’intervento per le future
azioni della ONG.
Dopo la prima installazione sperimentale di una pompa eolica nella regione di Gao, nel 1989 LVIA
avviò il suo primo progetto idrico finanziato dal MAAEE.
A causa delle gravi condizioni di insicurezza provocate dalla ribellione dei Tuareg che coinvolse
Gao nella seconda metà del 1991, L.V.I.A. fu costretta a sospendere il progetto nella regione
(giunto allora al 70% della sua realizzazione).
Nel 1997, dopo la cessazione ufficiale delle ostilità
tra il governo maliano e le forze ribelli Tuareg,
simboleggiata dalla cerimonia della “Fiamma della
pace” a Tombouctou nel marzo 1996, venne
lanciato un vasto piano di urgenza finanziato da
ECHO. Il piano si proponeva di consolidare la pace
facilitando il rientro dei rifugiati e il reinserimento
degli ex-combattenti.
LVIA partecipò attivamente ai progetti di
emergenza dal ’97 al ’99 tornando ad operare nella
VII^ regione, quella di Gao, nei cercles di Gao e
Menaka.
Gli interventi riguardarono il settore sanitario (riabilitazione dei centri di salute e fornitura di
equipaggiamento, appoggio alle campagne di vaccinazione e formazione del personale), la
sicurezza alimentare (costruzione di banche rurali e formazione dei comitati di gestione,
sistemazione di terreni da coltivare e pascoli), il settore idrico (realizzazione e riabilitazione di
pozzi e riparazione di pompe precedentemente installate) e l’allevamento (acquisto e distribuzione
di alimenti per bestiame).
Chiusa la fase di emergenza, nel 2000 LVIA ha avviato un nuovo progetto, terminato nel 2004, per
lo sviluppo rurale dei cercles di Gao e Menaka, che si propone, in primo luogo, di riavviare un
processo di crescita socio economica a partire dal consolidamento dei risultati raggiunti nel
biennio precedente.
Agli inizi del 2003, è stato avviato un nuovo progetto idrico che ha l’obiettivo di aumentare la
disponibilità d’acqua dei cercles di Gao, Ansongo e Bourem, dotando pozzi già realizzati con
pompe solari, serbatoi, fontane e riparando impianti già realizzati ma non funzionanti. Durante lo
stesso programma si è visto il consolidamento dell’equipe idrica che si è costituita, con l’aiuto di
LVIA e del suo partner Tassaght, in officina meccanica autonoma.
Il 2004 ha visto il consolidamento delle attività sul cercle di Menaka attraverso la costituzione di
una cooperativa di associazioni di consumatori e la costruzione di un magazzino centrale di
stoccaggio e distribuzione di alimenti di prima necessità.
Nello stesso anno la LVIA è stata promotrice di un programma sanitario materno-infantile
consortile di 6 ONG europee (MSF, MDM, HI, ACF, SMARA e LVIA) e di un secondo
programma di sanità di base a favore delle popolazioni nomadi del nord Mali.
All’inizio del 2005 il cercle di Menaka si è trovato agitato da movimenti socio-politici tra le frazioni
di Tuareg e quelle dei Bella che hanno costretto la LVIA, per mantenere la propria autonomia
sociale e politica, a sospendere le attività nel cercle di Menaka e a riorientarle nel cercle di Bourem.
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Problematica delle risorse idriche nella zona.
L’acqua nella zona saheliana è una risorsa molto
preziosa, sia per quanto riguarda la sua scarsità
quantitativa sia per quella qualitativa con una
percentuale della popolazione che ha accesso all’acqua
potabile ferma al 41%. Bisogna ricordare infatti, che la
zona d’intervento è un’area soggetta a siccità
intervallate, dove l’acqua diviene una risorsa naturale
ancora più preziosa per le condizioni di vita delle
comunità locali. In particolare, nella zona in questione,
essa assume un alto significato in termini di
stabilizzazione del territorio e di prevenzione dei
conflitti tra le differenti comunità. Il nord del Mali è attraversato infatti, da profonde tensioni
riguardo l’utilizzazione delle terre che vedono contrapposti principalmente allevatori ed agricoltori.
In mancanza di piani di sviluppo di zona, capaci di recepire e formalizzare gli antichi usi
sull’accesso e l’utilizzo delle terre, queste tensioni si trasformano in veri e propri conflitti per la
sopravvivenza in questi territori marginalizzati ed isolati.
Il settore agricolo-rurale-pastorale riveste infatti un ruolo fondamentale nell’economia della zona,
attraversata da profondi cambiamenti nell’organizzazione produttiva e nella struttura sociale. Tali
dinamiche, accelerate dalle grandi siccità dei decenni ’70 ed ’80, disegnano uno scenario complesso
ed articolato; esso sembra caratterizzato dalla triste spirale tra desertificazione, povertà e conflitti,
dalla quale si può uscire solo attraverso uno sviluppo centrato su una gestione diffusa delle risorse
primarie capace di armonizzare le esigenze dei campi con quelle dei pascoli.
Tuttavia, ancora oggi, le popolazioni della settima regione vivono in una condizione che viene
comunemente definita ‘insicurezza alimentare’ dovuta, ad una complessità di fattori. Tra questi, gli
scarsi livelli di produzione agricola e la ciclica mancanza di acqua risultano drammaticamente
interconnessi nel determinare una forte insicurezza ed un’eccessiva variabilità delle fonti di reddito.
A ciò si aggiunge anche un’altra problematica fortemente sentità, non soltanto dalle comunità di
questi luoghi ma, anche, dalle diverse autorità competenti in matreria: quella della qualità
dell’acqua. Da sempre infatti, le popolazione di questi luoghi si trovano costrette ad utilizzare per i
bisogni loro e quelli del bestiame, i bacini di acqua piovana che si formano naturalmente con le
pioggie. Ciò provoca evidentemente grosse problematiche sanitarie che colpiscono soprtattutto le
fasce più deboli delle popolazioni nella fattispecie le donne ed i bambini.
Obiettivi del progetto :
Garantire fonti di approvvigionamento di acqua ad uso agricolo, pastorale ed alimentare nella
misura di 20lt/g, ad un minimo di 1.000 persone stanziate nel comune di Bourem
Attività :
La strategia per affrontare questa problematica prevede l’installazione di una pompa manuale su
di un forage (trivellazione) pre esistente e il rafforzamento delle capacità gestionali, nella
prospettiva di aumentare la sostenibilità dell’azione.
La scelta è indirizzata su di una pompa manuale che risulta essere la più adatta alle zone più remote
in cui, non solo l’isolamento ma anche i bassissimi costi di riparazione, consentono alle comunità di
gestire in maniera efficiente e duratura questo genere di istallazioni che non presentano complessità
tecniche rilevanti.
Più specificatamente le attività previste sono :
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•
•
•
•
•
•
•
Studio d’identificazione dei siti dove procedere alle installazioni in collaborazione con la
DRHE.
Sensibilizzazione ed animazione delle comunità in ordine ad un corretto utilizzo della risorsa
acqua, alla gestione ed alla manutenzione delle installazioni.
Costituzione di un comitato di gestione, incaricato della manutenzione, della gestione e del
funzionamento giornaliero della installazione.
Stesura di un protocollo d’accordo tra LVIA, Direction Régional de l’Hydraulique, Comuni e
autorità di riferimento sul sito, al fine di assicurare il massimo coinvolgimento degli attori
presenti sul territorio.
Verifiche della portata del furage nel quale si installerà la pompa manuale
Installazione di una pompa manuale modello INDIA MALI IV ad utilizzo specifico su di 1 sito
del comune di Bourem caratterizzato dall’isolamento geografico, dalla scarsa disponibilità
d’acqua e dalla presenza di comunità stanziali, per far fronte a delle situazioni di insicurezza
delle popolazioni o del bestiame così come al fabisogno della produzione agricola. Per quel che
riguarda la dislocazione delle risorse idriche in contesto pastorale, occorre sottolineare
l’importanza della corretta collocazione di questi punti acqua, che inducono ad una maggiore
presenza di capi di bestiame, con il rischio di un sovrasfruttamento delle risorse pastorali, ed, in
ultima analisi, di modificare l’assetto del territorio. Per tali ragioni, questo genere di iniziative
verranno condotte in stretto coordinamento con le autorità locali competenti.
Monitoraggio e accompagnamento delle attività per un periodo di 6 mesi successivo alle
installazioni. Tale attività mira a garantire la perennizzazione delle attività appoggiando le
comunità nel corretto utilizzo delle risorse idriche.
Beneficiari diretti ed indiretti
Le province nei quali si prevede di intervenire sono abitati da comunità tamacheq e songhay, per le
quali, il miglioramento dell’accesso all’acqua è senza dubbio un bisogno pressante. Beneficiari
dell’azione saranno dunque le famiglie di allevatori ed agricoltori che vivono situazioni di
accentuata precarietà nei siti presi in considerazione dal seguente progetto. A queste si aggiungono
anche le comunità nomadi che gravitano intorno alla zona in questione, che potranno beneficiare
della maggiore disponibilità d’acqua. In tutto si prevede di garantire l’autosufficienza idrica ad una
popolazione stimata intorno alle 1.500 persone più stimabile a 5.000 di animali domestici (mucche,
cammelli, capre e montoni).
Partner del progetto
a. Pater istituzionali
Come già sottolineato in precedenza, la dislocazione dei punti d’acqua sul territorio è un aspetto
centrale per lo sviluppo di comunità agricolo-pastorali. Ben consci di questo aspetto, la LVIA ha da
sempre sviluppato le proprie attività coordinandosi con le Direzioni Idriche Regionali, enti
incaricati della realizzazione delle politiche governative in materia d’acqua. Inoltre, una proficua
collaborazione è stata portata avanti anche con i Comuni -soggetti di recentissima istituzione- ai
quali, la nuova politica di decentralizzazione ha assegnato ampi poteri riguardo ai piani di sviluppo
locale.
b. Partner Operativi
Nella prospettiva di assicurare sostenibilità alle azioni condotte dalla LVIA nella zona interessata, già
dal 1997 si è cominciato a sperimentare delle forme di collaborazione via via sempre più stretta con
l’ONG nazionale TASSAGHT. Il significato di questa parola in lingua tamacheq è IL LEGAME e
testimonia in maniera inequivocabile gli scopi e la filosofia di questa associazione. Nata nel
novembre 1984, il suo obiettivo principale è quello di migliorare le condizioni di vita (economico,
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culturale e sociale) delle popolazioni rurali, attraverso la realizzazione di progetti che identifichino i
reali bisogni dei beneficiari nel rispetto della loro cultura e tradizione. Il solo sviluppo sostenibile
infatti, è quello che riesce a legare gli elementi dinamici della tradizione con la modernità, così
come le differenti componenti etniche e sociali delle complesse società africane. La sede principale
dell’ONG è a Gao, l’ organizzazione è costituita da un’assemblea generale, un comitato di
sorveglianza e di un comitato esecutivo.
c. Partner Esecutivi
In particolare, per quel che riguarda il settore idrico
TASSAGHT ed LVIA hanno sin dal 1997 costituito
un’équipe mista allo scopo di garantire la manutenzione delle
numerose installazioni idriche esistenti. Nel corso del 2003,
grazie al progetto Développement des capacités de gestion des
systèmes hydrauliques dans les cercles de Gao et Ansongo
finanziato dall’Unione Europea, le due organizzazioni hanno
ampliato il campo di competenza di questa struttura nell’ambito
della gestione di tutti i sistemi idrici presenti nel territorio della
regione (in particolare la tecnologia manuale e solare per la quale è stata organizzata un’apposita
formazione in collaborazione con la DNH). A seguito di questo processo (accompagnato anche da una
formazione sulle tecniche di gestione contabile ed amministrative), è stato costituito un G.I.E.
autonomo e funzionale al quale sono stati messi a disposizione un stock di attrezzi e di pezzi di
ricambio ed un veicolo 4x4 per gli spostamenti. A questa struttura saranno affidate le installazioni e le
eventuali riparazioni che saranno a carico delle comunità.
Risultati attesi
I risultati attesi da questa azione si riferiscono principalmente ad un aumento della disponibilità e
della qualità d’acqua nel comune di Bourem, fattore essenziale per un sensibile miglioramento della
qualità della vita delle comunità e del loro sviluppo economico.
Più precisamente:
1. n. 1 sito identificato.
2. n. 1 comunità animata e sensibilizzata sull’utilizzo, la gestione e la manutenzione dei punti
d’acqua.
3. n. 1 comitato di gestione creato.
4. n. 1 protocolli d’accordo redatti tra DRH, LVIA e rappresentanti delle autorità locali
(amministrative e tradizionali)
5. n. 1 installazione realizzata, capace di assicurare un’autonomia idrica di 20lt/giorno ad una
popolazione di circa 1.500 persone.
6. monitoraggio ed accompagnamento delle azioni assicurato per i 6 mesi successivi alle
realizzazioni ed alla nascita dei comitati di gestione.
La Pompa India: una soluzione economica e pratica ai problemi idrici in Africa
Le pompe manuali sono state largamente utilizzate in Europa ed America sin dal secolo scorso
sino allo sviluppo dei reseau idrici pressoché ovunque. I modelli che hanno dato buoni risultati nel
nord mal si adattano alle condizioni dell’Africa per due motivi:
- le pompe sono utilizzate intensivamente sino a 20 ore al giorno da centinaia di persone
differenti;
- le prevalenze (dislivello in m della colonna d’acqua) sono soventi molto importanti (anche 100150 m)
- la manutenzione pone sovente dei problemi per una carenza di organizzazione sociale
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Per installare una pompa manuale in un contesto rurale in Africa è quindi essenziale soddisfare
due condizioni :
- scegliere un modello robusto, affidabile, sperimentato e facilmente gestibile dalle popolazioni
- formare dei tecnici che si occupino della gestione e della manutenzione della pompa
Principio di funzionamento della pompa India:
un pistone effettua dei movimenti alternativi all’interno di un cilindro. Quando il pistone è in alto
del cilindro si crea una depressione sull’acqua contenuta nel tubo di aspirazione, permettendo
all’acqua di montare. Quando il cilindro è piazzato in superficie è la depressione in rapporto alla
pressione atmosferica che permette all’acqua di entrare nella pompa.
Quando il pistone è in basso l’acqua che è bloccata nel cilindro da delle guarnizioni viene spinta
con forza verso l’alto.
La pompa a mano India si adatta perfettamente a contesti africani ed è così costituita :
(Source : DILUCA C.,1987, Les pompes à main en hydraulique villageoise, Dossier technologies et développement,
Ministère de la Coopération, Comité Interafricain d’Etudes Hydrauliques)
Dispositivo
Opzione
Pompaggio
Cilindro/pistone
Involucro elastico
Rotore/Statore
Tringlerie
Trasmissione
Cavo o catena di trasmissione
Idraulica (attraverso tubi )
Leva
Comandi
Volante
Manovella
I rendimenti variamo molto a secondo della profondità di installazione e del diametro dei cilindri in
generale si può considerare un rendimento medio di 15 l/minuto per un totale di 900 l/ora
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