di andrej longo

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di andrej longo
LIBRO
IN ASSAGGIO
DIECI
DI ANDREJ LONGO
Dieci
DI ANDREJ LONGO
A LUCY, SPLENDIDA
Uno
IO SONO IL SIGNORE DIO TUO, NON AVRAI ALTRO DIO AL DI FUORI DI
ME
È bellella assaie Vanessa. Quando si mette le calze nere e la gonna corta di
pelle pare proprio ‘na femmina. Quando si trucca con la matita sotto agli occhi
e se n’esce con le scarpe coi tacchi, è roba che fa girare la testa, pure se
tiene quattordici anni, pure se ride come a ‘na criatura. Io ce lo dico sempre:
«Vanè, si’ troppa bella».
« Che si’ geloso? » risponde.
Sì, è overo, so’ geloso. E normale. Ma il fatto non è questo. Il fatto è che lei è
troppo appariscente, ogni giorno che passa si fa più bella, e prima o poi
succede una questione, ‘o saccio, ma non ce lo dico pecché nun voglio fa
verè che sto preoccupato.
Papilù statte accorto. Papilù vire ‘e nun fà guaie. Papilù, siente a me, nun
t’ammischià. Papilù, chi t’ ‘o fa fà, tu si’ ‘nu buono guaglione. Papilù,
p’ammore d’ ‘a Maronna.
Io, considerati i tempi, mi sento un tipo responsabile, e la fine di mio padre
che sta a Poggioreale tre mesi sì e uno no, ho deciso che non la voglio fare.
Studio, il pomeriggio lavoro dentro un bar a portare i caffè, e cerco di non
prendermi questioni con nessuno, soprattutto con quelli che lavorano per
Giggino Mezzanotte, che comanda tutti i vicoli qua intorno e lo chiamano
Mezzanotte perché ci piace la vita notturna. A Giggino Mezzanotte lo portano
in palmo di mano come a un Dio, perché una maniera o l’altra in tanti si
abbuscano qualcosa per mezzo suo. Chi a spacciare, chi a nascondere la
roba e chi le armi, chi a vendere il falsificato, chi a prendere una fatica in
qualche cantiere o dentro alle imprese di pulizia. Io, se posso, a Giggino
Mezzanotte non ci voglio chiedere niente né ora né mai, perché una volta che
sei entrato dentro al sistema sei fottuto e non decidi più niente della vita tua.
Decide lui al posto tuo, ti dice quello che devi e non devi fare, e se non vuoi
stare alle regole lui sicuro ti fa sparare in testa. Perché è così che qua
funziona. A te ti danno una pippata di tabacco ogni tanto, per far vedere, per
tenerti buono, per illuderti che prima o poi ti spetta una vita normale. E intanto
si mettono i milioni sopra alla banca, si comprano i motoscafi e le macchine
potenti, si costruiscono le ville blindate e si fanno gli interessi loro, questo si
fanno, alla stessa maniera dei politici, che dicono tante belle parole e poi ci
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azzuppano a tutto andare. Sono anche peggio quelli, che pensano solo ai voti
e alla maniera di guadagnarci sopra. E ogni tanto, quando i morti sono troppi,
quando i giornali si mettono a scrivere, mandano la polizia per fare cinque sei
arresti, per buttare fumo negli occhi, per farsi belli alla televisione, pe’ fà verè
che si preoccupano. Ma stai sicuro che non si preoccupano. Non gliene fotte
niente. Niente. Per loro siamo la monnezza del mondo. Questo siamo.
Monnezza.
Però a diciassette anni non ce la fai più a portare caffè facendo finta di niente,
perché poi finisce i caffè li porti tutta la vita. E la vita mica aspetta a te e ai
caffè che porti, stai fresco che ti aspetta. E non sai come devi fare, non sai da
che parte cominciare. Ti sforzi di tenerti lontano dai guai, di studiare ma tanto
lo sai che dopo, qua, lavoro non ne trovi. Mettiamo per esempio che io voglio
fare il meccanico. Mi voglio aprire un’officina. Riesco pure a trovare i soldi per
aprirla. E dopo che me la sono aperta sai che succede? Che arriva qualcuno
e dice:
«Papilù, se vuoi lavorare tranquillo, mi devi dare un tanto a mese». Garantito
che succede.
E tu ce lo vuoi pure dare quello che ti hanno chiesto, perché vorresti vivere
tranquillo e restare fuori dai problemi, sai che non è giusto però ce lo dai quel
tanto al mese.
Ma non basta, non basta mai. Sono come le zoccole, che prima stavano
‘nzerrate da dentro e mò si sosciano al sole perché non tengono paura più di
niente. Sono come le zoccole, che più mangiano e più gli viene fame perché
ci hanno preso gusto. Così arriva il momento che ti chiedono di più, sempre di
più.
E allora che fai? Chiami la polizia? E che ci dici alla polizia?
« Scusate, tengo le zoccole sotto casa che si stanno sosciando, non è che
potete venire a dare una pulita?».
Se chiami la polizia hai finito di campare. Bene che va ti sparano nelle cosce
mentre torni a casa. E dopo ti appicciano l’officina. Perciò l’officina non te la
puoi aprire. E allora dimmelo tu che devi fare. Che devi fare? Intanto sei
giovane. Tieni gli ormoni a mille. Tieni l’energia che ti esce dalla pelle. Non
puoi aspettare. Non puoi sempe fà fint’ ‘e niente.
Aggiornata il mercoledì 16 luglio 2008
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