latte, il futuro è nella programmazione e nei formaggi alternativi.

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latte, il futuro è nella programmazione e nei formaggi alternativi.
Periodico della Confagricoltura
di Mantova in abbonamento
postale
chiuso in tipografia il 10 marzo 2016
Anno LXVII - N. 5 - 14 marzo 2016
Il materiale non pubblicato
non si restituisce - Direz.,
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- LO/MN
LATTE, IL FUTURO È NELLA PROGRAMMAZIONE
E NEI FORMAGGI ALTERNATIVI.
S
ul latte i nodi da sciogliere restano
tanti, troppi. La fine delle quote ha
stravolto la situazione di mercato e
Confagricoltura Mantova, attraverso l’incontro tra produttori e presidenti dei consorzi di tutela di Grana Padano e Parmigiano Reggiano - a cui hanno partecipato
anche Cia, Coldiretti e Confcooperative
- ha provato a delineare nuove strategie
per uscire dalla difficile fase di stallo che
attanaglia il comparto. Perché - come evidenziato dai relatori della serata - l’unica
cosa che conta, ora, è guardare avanti. La
domanda è: cosa si può fare per risollevare il mercato? «Per esempio, usare bene
uno strumento utile come la programmazione produttiva - ha detto Gabriele
Canali dell’università Cattolica del Sacro
Cuore - Ma anche tentare strade alternative producendo altri formaggi. Insomma,
non si può avere la botte piena e la moglie
ubriaca». Fondamentale anche la tutela
dei marchi: «Personalmente non firmerei
MAIS, SÌ ALL’AGRICOLTURA
DI PRECISIONE E ALLE TECNICHE
CONSERVATIVE.
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mai un Ttip che non riconosca in maniera
assolutamente trasparente la provenienza
geografica di questi prodotti». Infine una
riflessione sull’export perché sì, l’estero è
l’unico sbocco interessante, «ma per conquistare altri mercati bisogna avvalersi di
studi approfonditi, analisi mirate, e credo
che da questo punto di vista i consorzi
avrebbero potuto fare di più e meglio».
«Programmazione strategica significa anche rinunciare a qualcosa - ha aggiunto
Giuseppe Alai, presidente del consorzio
di tutela del Parmigiano Reggiano - Ogni
quantità ha i suoi consumatori, ma a prezzo variabile. E qui iniziano i problemi legati al condizionamento reciproco che c’è
tra quantità e quotazione. Nessun prodotto va sul mercato facendone fin quando
se ne ha voglia. La programmazione strategica, per funzionare, va inserita in un
piano strutturale ben più ampio e di cui
rappresenterebbe solo un aspetto. Molto
resta da fare anche sul fronte della pro-
AGRICOLTURA BIOLOGICA,
PARTE IL BANDO
PER I FINANZIAMENTI.
confagricolturamantova.it
mozione perché quando si va all’estero bisogna conoscere perfettamente il Paese in
cui si va, sapere cosa chiede e in che quantità. Troppo facile dire “noi produciamo
un tot e il consorzio ce lo deve vendere”,
non è così che funziona. La strada dei piani produttivi è come uno sport individuale, ma che si deve giocare in squadra».
Più pessimista Cesare Baldrighi, alla guida
del consorzio di tutela de Grana Padano:
«Per quanto ci riguarda, abbiamo cercato soprattutto di regolare gli incrementi e
combattere la concorrenza dei similari. Se
vogliamo difendere il prezzo, è chiaro che
dobbiamo essere disposti a perdere una certa fetta di consumatori. Non dimentichiamo
che la domanda è scesa a livello internazionale e che per andare all’estero servono le
dimensioni. Solo in Italia, il consumo di latte
fresco cala dell’8% all’anno e non riesco a
non vedere, in prospettiva, una selezione
violenta che probabilmente andrà a discapito delle stalle meno attrezzate.».
DEROGA NITRATI, VIA LIBERA
PER LOMBARDIA E PIEMONTE.
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ATTUALITÀ
L’
MAIS, SÌ ALL’AGRICOLTURA DI PRECISIONE
E ALLE TECNICHE CONSERVATIVE.
Unione europea chiede ai maiscoltori rese più alte e maggiori tutele per
l’ambiente. Di introdurre innovazione tecnologica, ma anche aggregazione.
Di passare dalle lavorazioni tradizionali a
quelle conservative. In sintesi, un cambio
di mentalità che premierà i comportamenti più virtuosi. Se ne è parlato ampiamente
durante l’incontro dal titolo ‘Mais 2016,
agricoltura di precisione, tecniche conservative e opportunità di finanziamento’,
organizzato da Confagricoltura Mantova.
Un convegno tecnico molto partecipato
per prepararsi alle novità che stanno investendo la maiscoltura italiana e europea.
Come sottolineato da Roberto Bartolini,
agronomo e giornalista: «Ogni azienda
dovrebbe provare a coltivare almeno una
parte con tecniche di minima lavorazione
o di semina su sodo», che evitano l’aratura
e riducono l’utilizzo di carburanti e l’emissione di CO2. Bartolini si è inoltre soffermato sull’utilità delle mappe che sono alla
base dell’agricoltura di precisione: «Utilizzarle vuol dire produrre di più, anche qualitativamente, laddove è possibile. E diminuire gli input se le condizioni del terreno
non danno speranze».
Sulle opportunità di finanziamento previste dal Piano di sviluppo rurale si è concentrato, invece, Massimo Battisti, vicedirettore di Confagricoltura Mantova: «Il
secondo pilastro della Pac - ha spiegato
- ha affidato alla Lombardia 1,2 miliardi
di euro da spendere entro il 2020. Tra le
misure più importanti, segnalo la 4.1 che
riguarda gli incentivi per gli investimenti,
con 310 milioni di euro a disposizione e
bandi pronti ad aprile. Oppure la numero
10, per l’agroambientale, con 492 milioni
di euro e domande aperte dal 31 marzo
al 15 maggio. Contributi significativi - ha
puntualizzato Battisti - arriveranno anche
per il settore agrobiologico».
A chiudere la serata l’intervento tecnico
di Samuele Tirelli, agronomo Dekalb, focalizzato sulle opportunità offerte dall’agricoltura di precisione e in particolare
dalla sperimentazione della semina a rateo variabile, che consente un utilizzo più
razionale dei mezzi tecnici a costi più sostenibili.
“CHI HA PAURA DEGLI OGM?”. L’INCHIESTA DI PRESA DIRETTA
LI SCAGIONA, CONFAGRICOLTURA SODDISFATTA.
I
2
n Italia non solo è vietata la coltivazione di Organismi geneticamente modificati, ma anche la ricerca in campo aperto. È giustificato questo proibizionismo?
Che conseguenze avrà nei prossimi anni?
Negli altri paesi europei, pur vigendo una
legislazione molto restrittiva, la ricerca sugli Ogm procede e non solo in laboratorio, ma anche nei campi. Questo vuol dire
occupazione, generazioni di scienziati che
portano avanti il loro lavoro, produzione
di brevetti, indotto economico. Insomma,
una bella fetta di Pil. È quanto emerso
dall’inchiesta di Presa Diretta, trasmessa
domenica sera, e incentrata sulla domanda
che più di tutte divide l’opinione pubblica:
gli Ogm fanno male?
Studi scientifici italiani e internazionali come confermato dall’approfondimento
del programma condotto da Riccardo Iacona - concordano sul fatto che gli Ogm non
interagiscono negativamente con l’uomo o
con gli animali. In poche parole, non nuocciono alla salute. A dirlo sono l’Accademia
dei Lincei; la Federazione italiana Scienze
e Vita, che rappresenta più di 10mila scienziati italiani; la Royal society, la più prestigiosa Accademia delle scienze inglese; l’Organizzazione mondiale della sanità; l’Efsa,
ovvero l’Autorità europea sulla sicurezza
alimentare e altri ancora. Allora perché
quando si parla di Ogm si punta sempre a
creare allarmismo nell’opinione pubblica?
«Finalmente un’inchiesta imparziale e non
denigratoria sugli Ogm, su cui da anni chie-
diamo un confronto serio e supportato
scientificamente» spiega Matteo Lasagna,
presidente di Confagricoltura Mantova.
Com’è noto, l’organizzazione che presiede ha lanciato una petizione per chiedere
la sperimentazione di mais geneticamente
modificato. Non solo. Ha portato a Mantova alcuni fra i massimi esperti sull’argomento tra cui la senatrice e scienziata Elena Cattaneo, protagonista di una battaglia
per la ricerca senza precedenti; e Dario
Bressanini, chimico e divulgatore scientifico che già nel 2010 ha parlato di colture
biotech sia alla Millenaria di Gonzaga che
al Festivaletteratura.
«Ricordiamo che la ricerca pubblica può
consentire di studiare miglioramenti anche
su colture che non interessano le multinazionali - ha precisato Lasagna - ma che
sono importanti per le nostre produzioni
di qualità. Come sottolineato più volte, la
maggior parte della carne, del latte, dei
salumi, formaggi, latticini, yogurt e così
via che troviamo sulle nostre tavole hanno
nella loro filiera produttiva mais e soia biotech. Però coltivati all’estero. Un paradosso che sta causando danni di proporzioni
inimmaginabili. Non ci stancheremo mai di
puntare l’indice contro questo controsenso
tutto italiano e utilizzeremo ogni mezzo in
nostro potere per farla finita con la truffa
dell’Ogm brutto e cattivo».
SICUREZZA ALIMENTARE,
AUMENTANO I PRODOTTI ITALIANI IRREGOLARI.
E’
stato recentemente pubblicato dal
ministero della Salute un rapporto riguardante le principali problematiche
sanitarie emerse nel corso del 2015, mettendo
in evidenza i rischi notificati dai Paesi membri.
La relazione è stata redatta tramite il sistema
di allerta rapido per alimenti e mangimi in ambito europeo (RASFF), che consente di notificare in tempo reale i rischi diretti e indiretti per
la salute pubblica connessi ad alimenti, mangimi e materiali a contatto con gli alimenti. E, di
conseguenza, adottare le opportune misure di
salvaguardia.
Nel 2015 il sistema di allerta rapido europeo
ha rilevato 2.967 notifiche contro le 3.097 del
2014 e le 3.136 del 2013. Si evidenzia, quindi,
una diminuzione delle notifiche come avvenuto negli ultimi anni, a partire dal 2012. Di
fatto, aumentano i prodotti italiani irregolari.
Il nostro è il quinto Paese europeo per numero di notifiche ricevute (era sesto nel 2014), e
l’ottavo considerando anche i paesi terzi. Tra
ATTUALITÀ
le 115 segnalazioni ricevute, la maggior parte
riguarda i prodotti della pesca, l’alimentazione
animale, frutta e vegetali. Veneto (37), Lombardia ed Emilia Romagna (18) e Piemonte (14)
sono le prime tre regioni d’origine dei prodotti
interessati dall’allerta. Le principali anomalie
sono dovute a contaminazioni microbiologiche - come la presenza di Salmonella, E. coli e
Listeria - allergeni non dichiarati in etichetta,
micotossine, residui di fitofarmaci (in calo rispetto al 2014), oltre che metalli pesanti (mercurio, cadmio e piombo), additivi e coloranti,
immissione di Ogm non autorizzati, presenza
di corpi estranei (vetro e metalli), residui di farmaci veterinari.
Siamo invece il primo Paese membro per numero di segnalazioni inviate alla Commissione
europea, con un totale di 511 notifiche (pari al
17,2%). Nel 2014 le notifiche trasmesse dall’Italia sono state 506 (il 16,3%). Il Paese di origine
delle merci per il quale si registrano più notifiche è la Cina (386), seguita da Turchia e India.
DIMISSIONI ONLINE, TUTTE LE NOVITÀ.
D
al 12 marzo i dipendenti
a tempo indeterminato e
determinato (operai e impiegati) devono comunicare le
proprie dimissioni e la risoluzione
consensuale del rapporto di lavoro per via telematica. Dimissioni
rassegnate con modalità diverse
sono inefficaci. Vediamo cosa prevedono, nel dettaglio, le nuove
disposizioni:
• la trasmissione del modulo
viene effettuata direttamente
dal lavoratore che può delegare
questa incombenza a dei soggetti abilitati: patronati, organizzazioni sindacali, enti bilaterali e
commissioni di certificazione.
• Il modulo, una volta compilato, viene inviato all’indirizzo
di posta elettronica certificata
(Pec) del datore di lavoro e alla
Direzione territoriale del lavoro
competente.
• Il lavoratore ha diritto, nei sette
giorni successivi alla trasmissione
del modulo, al “ripensamento”
attraverso la revoca delle dimissioni o della risoluzione consensuale. In questo caso, il rapporto
di lavoro si riattiva dal giorno
successivo alla comunicazione di
revoca non maturando nulla per
il periodo di interruzione.
• Un lavoratore - qualora volesse provvedere autonomamente
a comunicare le sue dimissioni
- dovrà registrarsi sul sito cliclavoro.gov.it (Ministero del lavoro
e delle Politiche Sociali); registrarsi al sito dell’INPS e avere
un PIN personale; compilare un
modello telematico con i propri
Se rassegnate
con modalità diverse
sono inefficaci.
dati, quelli del datore di lavoro
e i dati del rapporto di lavoro. E
inviare il tutto telematicamente.
• Il soggetto finalizzato ad accertare e irrogare la sanzione
amministrativa, in caso di alterazione dei moduli da parte del
datore di lavoro, è la competente Direzione territoriale del lavoro. La sanzione è compresa tra
i 5.000 e 30.000 euro, ferma restando l’ipotesi che il fatto non
costituisca un reato.
La nuova procedura non è applicabile al lavoro domestico e alle dimissioni o risoluzioni consensuali
avvenute davanti alla commissione di conciliazione istituita presso
la Direzione territoriale del lavoro, in sede sindacale, davanti alle
commissioni di certificazione e in
sede giudiziale.
Infine, restano escluse dalle nuove disposizioni le dimissioni presentate durante il periodo in cui
vige il principio del divieto di licenziamento (es. per la madre
fino al compimento dell’anno
di età del bambino, per il padre
qualora abbia usufruito del periodo garantito in sostituzione della
moglie, fino a un anno dall’ingresso in famiglia in caso di adozione). In questi casi le dimissioni
vanno convalidate davanti al personale della Direzione territoriale
del lavoro.
3
PSR 2014 - 2020
E
4
ntro il prossimo 15 maggio i produttori agricoli che operano nell’ambito
dell’agricoltura biologica sono chiamati a presentare domanda di contributo ai
sensi della Misura 11 “Agricoltura biologica” del PSR 2014-2020. Questi in sintesi, le
disposizioni regionali per la presentazione
delle domande.
Cosa viene finanziato.
La Misura 11 finanzia gli impegni che i richiedenti assumono volontariamente aderendo al metodo di produzione biologica in
conformità al regolamento CE n. 834/07 e
s.m.i. e al regolamento CE n. 889/08 e s.m.i.
Descrizione delle operazioni e degli impegni.
La misura 11 è articolata in due operazioni,
come segue:
11.1.01 “Conversione all’agricoltura biologica”
11.2.01 “Mantenimento dell’agricoltura
biologica”.
Le operazioni che compongono la Misura
11 prevedono rispettivamente il sostegno
alla conversione dall’agricoltura tradizionale a quella biologica, nonché al suo mantenimento, mediante la compensazione dei
maggiori costi e dei minori ricavi che comporta il passaggio da un sistema intensivo
più produttivo ad un sistema più sostenibile
dal punto di vista ambientale, ma economicamente meno redditizio, a causa dei rischi
legati al limitato utilizzo di fertilizzanti e
prodotti fitosanitari e alla conseguente perdita o riduzione di produzione. Le suddette
operazioni vengono descritte congiuntamente, evidenziando ove opportuno le differenti condizioni.
Impegni delle Operazioni 11.1.01 “Conversione all’agricoltura biologica” e 11.2.01
“Mantenimento dell’agricoltura biologica”.
La durata degli impegni per le aziende che
aderiscono alla Misura 11 nell’anno 2016 è
di 6 anni. Gli impegni sottoscritti dal richiedente con la domanda si riferiscono all’anno solare (1° gennaio - 31 dicembre). Gli
impegni di Misura per le operazioni 11.1.01
“Conversione all’agricoltura biologica” e
11.2.01 “Mantenimento al metodo di agricoltura biologica” sono i seguenti:
A. Adottare/mantenere il metodo di produzione biologica, come definito ai sensi del
regolamento (CE) n. 834/2007 e del regolamento (CE) n. 889/2008 e s.m.i, e dal D.M.
MIPAAF n. 18354 del 27.11.2009 (Disposizioni per l’attuazione dei regolamenti comunitari n. 834/2007 e n. 889/2008) su tutta la
SAU1 aziendale biologica.
B. Sulle superfici richieste a premio deve
essere portato a termine il ciclo colturale
ordinario, che si conclude con la raccolta
delle produzioni destinate ad uso alimentare o zootecnico. Tale impegno si intende
rispettato anche per i nuovi impianti di colture frutticole e viticole seppur non ancora
produttivi.
La perdita della certificazione biologica
(iscrizione all’elenco degli operatori biologici) comporta la decadenza totale della
AGRICOLTURA BIOLOGICA,
PARTE IL BANDO PER I FINANZIAMENTI.
domanda in quanto tale fattispecie si configura come impegno essenziale.
Combinabilità degli impegni della Misura
11.
Per combinabilità si intende la possibilità di
adottare, su una stessa particella e per una
medesima coltura , contestualmente agli
impegni della Misura 11 anche gli impegni a
valere su Misure/Operazioni diverse.
La Misura 11 è combinabile esclusivamente:
a) con le seguenti operazioni della Misura
10 “Pagamenti per impegni agro-climaticoambientali” del PSR 2014-20:
- 10.1.03 “Conservazione della biodiversità
nelle risaie”;
- 10.1.10 “Tecniche di distribuzione degli effluenti di allevamento”;
- 10.1.03 “Conservazione della biodiversità
nelle risaie” + 10.1.10 “Tecniche di distribuzione degli effluenti di allevamento”;
b) con l’azione I “Conservazione della biodiversità nelle risaie” della Misura 214 Pagamenti Agroambientali del PSR 2007-13.
Entità del premio annuale.
E’ concesso un pagamento annuale per la
sola coltura principale, indicata nel campo
rotazione primaria del fascicolo aziendale.
Ai fini della presente Misura le colture ammesse sono ricondotte ai seguenti gruppi
coltura: seminativi, colture orticole, colture
arboree, prato permanente e colture foraggere per aziende zootecniche.
La durata del periodo di conversione per i
seminativi è pari a due anni e per le colture
perenni diverse dai prati permanenti, è pari a
tre anni, così come previsto dai Regolamenti
(CE) n. 834/2007 e n. 889/2008 e s.m.i.
Il premio dovuto alle superfici biologiche che
per qualsiasi motivo, prima dell’adesione alla
Misura 11 o durante il periodo di impegno,
abbiano subito da parte dell’Organismo di
Controllo a cui afferiscono, un declassamento da “biologico” a “in conversione al metodo biologico”, sarà comunque quello indicato come mantenimento.
Il premio relativo al gruppo coltura “Colture foraggere per aziende zootecniche” può
essere riconosciuto solo ad aziende zootecniche con allevamento certificato biologico,
che reimpieghino, nella dieta delle specie
allevate e certificate biologiche, il prodotto
ottenuto dalle superfici ammesse a premio
utilizzabili (conversione o mantenimento). Il
premio quindi non è concesso nel caso in cui
il prodotto ottenuto venga ceduto (a titolo
oneroso o meno) ad altre aziende biologiche
o convenzionali. Le aziende zootecniche con
allevamento biologico non hanno l’obbligo
di richiedere le superfici aziendali in questo
gruppo coltura .
Condizioni relative al richiedente.
Possono presentare domanda per accedere
ai benefici della Misura 11 solo i soggetti che
soddisfano contestualmente i requisiti di seguito precisati:
1. risultano essere “agricoltore in attività.
2. hanno presentato notifica d’attività per
l’iscrizione all’elenco regionale degli operatori biologici entro il 31 Dicembre 2015 e al
momento della domanda sono già iscritti a
tale elenco;
3. hanno presentato notifica d’attività per
l’iscrizione all’elenco regionale degli operatori biologici entro il 31 Dicembre 2015, al
momento della domanda sono in possesso
del documento giustificativo rilasciato dall’
Organismo di Controllo (ai sensi dell’art. 9.3
del D.M. n. 18354/2009). I richiedenti che abbiano soddisfatto le condizioni del presente
punto 3, non saranno comunque ammissibili
alla Misura qualora la loro iscrizione all’elenco regionale degli operatori biologici avvenga oltre la data del 30 giugno 2016.
La cancellazione dall’elenco regionale degli
operatori biologici, durante il periodo di impegno, comporta la decadenza totale della
domanda con conseguente restituzione dei
premi percepiti.
Condizioni relative alle aziende miste.
Le aziende miste sono ammesse ai benefici
della Misura 11 solo qualora soddisfino contemporaneamente i seguenti requisiti:
a) siano costituite da unità di produzione biologica separate e distinguibili dalle unità non
biologiche; la separazione deve essere garantita da fasce tampone, siepi e filari, strade;
b) le superfici delle unità di produzione biologica e convenzionale devono essere destinate a colture che non appartengono al
medesimo gruppo coltura, di cui al precedente paragrafo 4. Tale criterio deve essere
rispettato anche qualora le unità produttive
aziendali siano poste in Comuni diversi della
Lombardia, anche non contigui, e/o in Regioni confinanti.
Le condizioni di cui ai punti a) e b) si intendono rispettate qualora un’azienda mista sia
composta da unità di produzione convenzionali site in Regioni non confinanti, in quanto
è garantita la separazione fisica tra i corpi
aziendali ed è improbabile un utilizzo promiscuo dei mezzi di produzione.
Per informazioni e per la presentazione della
domanda di aiuto, rivolgersi all’ufficio tecnico di Confagricoltura Mantova, telefono
0376/330711, oppure agli uffici zona.
Premi annuali:
Gruppo coltura
Conversione (Euro/ha)
Mantenimento (Euro/ha)
Seminativi
375
345
Colture orticole
600
540
Colture arboree e vigneti
900
810
Prato permanente
125
110
Colture foraggere per
aziende zootecniche
600
540
PIANO ASSICURATIVO
AGRICOLO 2016,
CHIARIMENTI OPERATIVI.
TECNICO-ECONOMICO
I
l ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha comunicato nei
giorni scorsi alcuni chiarimenti relativi
alle modalità di stipula delle polizze di assicurazione agevolate sulle produzioni vegetali per il 2016. In particolare, i chiarimenti
vertono su:
• in caso di reimpiego in Azienda di produzioni erbacee da destinare ad alimentazione del bestiame (escluse le colture
permanenti) o utilizzo come biomasse per
la produzione di energia rinnovabile con
impianto aziendale, al posto della documentazione probatoria della resa (fatture,
bollettini di conferimento, perizie ecc.), è
ammesso l’utilizzo del dato di riferimento
medio (“benchmark”) calcolato da ISMEA
secondo le modalità previste dal decreto
dell’Autorità di gestione del Programma
di Sviluppo Rurale Nazionale 2014-2020 n.
11709 del 29 maggio 2015;
• relativamente all’obbligo di assicurare
l’intera produzione aziendale ottenuta
da terreni ubicati nello stesso comune per
specie vegetale, il MIPAAF ha specificato
che: “questo è finalizzato esclusivamente
a tenere separate le produzioni sotto protezione (reti antigrandine, teli, impianti
antibrina, ecc,) rispetto a quelle in pieno
campo, in quanto ai fini assicurativi devono
essere considerati prodotti diversi perché,
pur appartenendo alla stessa “specie vegetale”, sono soggetti a rischi diversi; per
tutto il resto dei prodotti vegetali si deve
far riferimento alle specie vegetali senza
distinguere, ad esempio, le varietà precoci
dalle tardive o sulla base dell’utilizzazione
del prodotto, es. mais da granella e mais da
insilato. Tale principio, oltre a costituire un
obbligo per l’accesso agli aiuti, deve essere
considerato dal perito assicurativo in sede
di stima dei danni per accertare il superamento della soglia di danno del 30% ai fini
dell’accesso al risarcimento.”
Il Consorzio Agridifesa Lombardia ha in corso la stipula di convenzioni con tutte le maggiori compagnie assicuratrici per la copertura delle produzioni vegetali. Per tutte le informazioni, rivolgersi agli uffici di Agridifesa
Lombardia, telefono 389-5436262 o consultare il sito www.agridifesalombardia.it
AFLATOSSINE DEL LATTE, RAFFORZATI I CONTROLLI NELLE AZIENDE.
I
servizi veterinari regionali
hanno emesso una nota divulgativa inerente il piano di
sorveglianza 2016 sulle aflatossine. Gli uffici della Regione Lombardia, considerato il perdurare
della criticità rappresentata dal
rischio di presenza aflatossina
m1 nel latte prodotto e in attesa
di raccogliere ulteriori dati dallo
specifico piano di sorveglianza,
chiedono che le aziende di trasformazione di latte e gli allevamenti di produzione modifichino i loro piani di autocontrollo
aumentando il numero dei campioni per la ricerca di aflatossina
m1 previsti sul latte in entrata.
Tale frequenza, sino a nuove indicazioni , dovrà essere almeno
settimanale negli impianti di
trasformazione e ad ogni cambio della razione alimentare
negli allevamenti di vacche da
latte. Le indicazioni date devono tenere conto della tipologia
strutturale delle strutture da
sottoporre a controllo. Nel caso
in cui le soluzioni adottate non
porteranno, nel breve periodo,
a un significativo miglioramento
della situazione, gli uffici della
Sanità prevedono di adottare le
procedure straordinarie di controllo, previste dal ministero della Salute.
DEROGA NITRATI, VIA LIBERA
PER LOMBARDIA E PIEMONTE.
L
a Lombardia e il Piemonte
hanno ottenuto il via libera
della direzione generale Ambiente della Commissione europea
alla deroga sui limiti di spandimento previsti dalla direttiva nitrati per il quadriennio 2016-2019.
Le aziende agricole di entrambe
le regioni potranno superare il
vincolo dei 170 chilogrammi annuali di azoto per ettaro derivato
da effluenti zootecnici nelle zone
vulnerabili, fino ad arrivare a 250
chilogrammi. Perché la decisione
diventi operativa, sarà necessario che la Commissione europea
emani un apposito atto esecutivo
contenente, tra l’altro, le regole
Le domande
di adesione
potranno essere
presentate entro
il 30 giugno.
transitorie per l’applicazione della deroga entro quest’anno. L’atto
della Commissione è previsto per
fine aprile. Secondo le intenzioni
della direzione generale Agricoltura della Regione Lombardia, le
domande di adesione alla deroga
potranno essere presentate entro
il 30 giugno.
5
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Oglio Po non è possibile applicare lo sconto perchè
direttamente fatturati dagli ospedali di pertinenza.
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Listino n. 10
Giovedì 10 marzo 2016
FRUMENTO TENERO:
Panificabile Superiore (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a
Kg. 80/hl; u. max. 14%; prot. 13% min.; w min. 250)
alla ton. € 184,00 - 190,00
Superfino (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 78/hl;
u. max. 14%; prot. 12% min.) alla ton. € 164,00 167,00
Fino (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 78/hl; u. max.
14%; prot. 11% min.) alla ton. € 164,00 - 167,00
Buono mercantile (p.s. non inf. a Kg. 76/hl; c.e. 1%
max.; u. max. 14%) alla ton. € 159,00 - 162,00
Mercantile (p.s. non inf. a Kg. 74/hl; c.e. 3% max.;
u. max. 14%) alla ton. € 151,00 - 156,00
Mercantile (p.s. inf. a Kg. 73/hl; u. max. 14%) non
quotato
Andamento del mercato: calmo
FRUMENTO DURO NAZIONALE (Produzione Nord)
(Mercato di Bologna del 03 marzo 2016 €/ton)
Fino (79/80kg/hl,ce 1+1%,b.30/35%,v.6%,p12,5%)
236,00 - 241,00
Buono
mercantile
(77/78
kg/hl,ce
1,5+1,5%,b.50/60%,v.8%,p11,5%) 226,00 - 231,00
Mercantile (74/75 kg/hl,ce 2+2%,v. 10%) non quotato
Andamento del mercato: in diminuzione
GRANOTURCO:
Granoturco nazionale-alimentare-u.max 14%-conforme ai Reg.UE 1881/2006;1126/2007;165/2010
alla ton. non quotato
Granoturco nazionale-zoot.-aflat. B1 inf. a 0,005
ppm (5ppb)-DON inf. a 4 ppm (4.000 ppb)-u.max
14% alla ton. 167,00 - 169,00
Granoturco nazionale, a f. farinosa, ibridi e similari
(u. max. 14%) alla ton. € 161,00 - 163,00
Granoturco naz.le, a f. farinosa, ibridi e similari, da
fuori provincia, f. arrivo (u. max. 14%) alla ton. €
168,00 - 170,00
Granoturco estero, f. arrivo (camion ribaltabile) comunitario alla ton. € 169,00 - 171,00
Granoturco estero, f. arrivo (camion ribaltabile) non comunitario alla ton. € 177,00 - 179,00
Granella verde, umidità al 25% uso foraggero non
quotato
Trinciati di mais 1° raccolto non quotato
Andamento del mercato: calmo
SEMI OLEOSI:
Semi di soia nazionali (umidità 14% - impurità 2%
max) alla ton. € 331,00 - 334,00
Semi di soia esteri (franco arrivo) non quotato
Semi di soia esteri geneticamente modificati (franco arrivo) 337,00 - 342,00
Andamento del mercato: buono
CEREALI MINORI
Orzo nostrano in natura: p.s. min. 55 sino a 60
(umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato
Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 60 sino a 63
(umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato
Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 63 sino a 65
(umidità max. 14 %) alla ton. € 156,00 - 160,00
Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 65 sino a 70
(umidità max. 14 %) alla ton. € 161,00 - 165,00
Orzo estero p.s. 63/64 (franco destino del compratore) alla ton. € 162,00 - 167,00
Orzo estero p.s. oltre 66 (franco destino del com-
IL MERCATO DELLA SETTIMANA
pratore) alla ton. € 166,00 - 171,00
Andamento del mercato: calmo
FORAGGIO SECCO
Maggengo di 1° taglio 2015 - in campo alla ton.
€ non quotato
Maggengo di 1° taglio 2015 - in cascina alla ton.
€ 90,00 - 95,00
Fieno di 2° taglio 2015 - in campo alla ton. € non
quotato
Fieno di 2° taglio 2015 - in cascina alla ton. € 80,00
- 85,00
Fieno di 3° taglio 2015 - in campo alla ton. € non
quotato
Fieno di 3° taglio 2015 - in cascina alla ton. € 70,00
- 75,00
Fieno di 4° taglio 2015 in campo alla ton. € non
quotato
Fieno di 4° taglio 2015 in cascina alla ton. € 60,00
- 65,00
Erba medica fienata di 1° taglio 2015- in campo alla
ton. € non quotato
Erba medica fienata di 1° taglio 2015- in cascina
alla ton. € 90,00 - 95,00
Erba medica fienata di 2° taglio e successivi 2015 in campo alla ton. € non quotato
Erba medica fienata di 2° taglio e successivi 2015 in cascina alla ton. € 110,00 - 115,00
Andamento del mercato: calmo (prezzi indicativi)
PAGLIA di frumento pressata
da mietitrebbia in campo (Rotoballe) alla ton. €
non quotato
da mietitrebbia in cascina (Rotoballe) alla ton. €
45,00 - 50,00
Andamento del mercato: stazionario
RISONE
Vialone nano (resa 50 - 56) alla ton. € 450,00 520,00
Carnaroli (resa 55-61) alla ton. € 640,00 - 690,00
Arborio (resa 52 - 57) alla ton. € 650,00 - 700,00
Andamento del mercato: calmo
RISO:
Vialone nano alla ton. € 1.300,00 - 1.390,00
Carnaroli alla ton. € 1.540,00 - 1.590,00
Arborio alla ton. € 1.480,00 - 1.530,00
Andamento del mercato: calmo
FORMAGGIO GRANA PADANO
Stagionatura di 10 mesi e oltre al kg € 6,500 - 6,600
Stagionatura da 14 e oltre al kg € 7,250 - 7,350
Stagionatura di 20 mesi e oltre al kg € 7,750 - 7,850
GRANA (con bollo provvisorio di origine del Grana
Padano) - Stagionatura tra i 60 e i 90 giorni fuori
sale al Kg € 5,350 - 5,500
Andamento del mercato: calmo
FORMAGGIO PARMIGIANO REGGIANO
Stagionatura di 12 mesi e oltre al kg € 8,250 - 8,450
Stagionatura di 18 mesi e oltre al kg € 8,950 - 9,100
Stagionatura di 24 mesi e oltre al kg € 9,500 - 9,700
Andamento del mercato: stazionario
BURRO:
Zangolato di creme fresche per la burrificazione al
kg. € 1,150
Burro mantovano pastorizzato al kg. € 1,350
Burro mantovano fresco classificazione CEE, al Kg.
€ 2,350
Andamento del mercato: calmo
SUINI da allevamento (a peso vivo) del peso:
di 7 Kg al capo € 51,200
di 15 kg. al kg. € 4,460
di 25 kg. al kg. € 3,090
di 30 kg. al kg. € 2,920
di 40 kg. al kg. € 2,360
di 50 kg. al kg. € 1,940
di 65 kg. al kg. € 1,520
di 80 kg. al kg. € 1,350
di 100 kg. al kg. € 1,330
Andamento del mercato: buono
SUINI da macello:
oltre 130 a 145 kg. al kg. € non quotato
oltre 145 a 160 kg. al kg. € non quotato
oltre 160 a 180 kg. al kg. € non quotato
oltre 180 kg. al kg. € non quotato
Andamento del mercato: non quotato
VACCHE da macello (a peso vivo):
vacche 1°qualità (O2 - O3 - R2 - R3) al kg. € 0,790
- 0,890
vacche 2° qualità (P2 - P3) al kg. € 0,560 - 0,660
vacche 3° qualità (P1) al kg. € 0,390 - 0,490
Andamento del mercato: stazionario
VITELLONI da macello (a peso vivo):
Vitelloni incroci naz. con tori Pie Blue belga (U2 U3 - R2 - R3) al kg. € 2,330 - 2,450
Vitelloni incroci naz. con tori da carne (limousine,
charolaise e piemontese) (O2 - O3 - R2 - R3) al kg.
€ 2,010 - 2,110
Vitelloni limousine (U2 - U3 - E2 - E3) al kg. € 2,840
- 2,990
Vitelloni charolaise (U2 - U3 - E2 - E3) al kg. € 2,620
- 2,710
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli maschi pezzati neri:
da 40 a 45 kg. al kg. € non quotato
da 46 a 55 kg. al kg. € 1,450 - 1,650
da 56 a 70 kg. al kg. € 1,350 - 1,550
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli femmine pezzate nere ( a parità di peso e
categoria le femmine vengono valutate € 0,30 in
meno al Kg. dei maschi)
Vitelli maschi incroci con tori limousine, charolaise
e piemontese:
da 46 a 55 kg. al kg. € 1,850 - 2,050
da 56 a 70 kg. al kg. € 1,850 - 2,050
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli femmine incroci con tori da carne (a parità di
peso e razza le femmine vengono valutate € 0,30
in meno al Kg dei maschi)
Vitelli maschi incroci con tori pie blue belga:
da 46 a 55 kg. al kg. € 3,700 - 4,200
da 56 a 70 kg. al kg. € 4,200 - 4,700
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli femmine incroci con tori pie blue belga (a
parità di peso e razza le femmine vengono valutate € 0,70 in meno al Kg dei maschi)
VACCHE da macello (a peso morto):
Razze da carne (R2 - R3 - U2 - U3) oltre 340 kg. € 2,050 - 2,150
Pezzate nere o altre razze (O2-O3) da 300 a 350 kg. € 1,900 - 2,000
Pezzate nere o altre razze (O2-O3) da 351 kg. e oltre € 2,050 - 2,150
Pezzate nere o altre razze (P3) da 270 a 300 kg. € 1,630 - 1,730
Pezzate nere o altre razze (P3) da 301 e oltre € 1,780 - 1,880
Pezzate nere o altre razze (P2) da 240 a 270 kg € 1,550 - 1,650
Pezzate nere o altre razze (P2) da 271 e oltre € 1,600 - 1,700
Pezzate nere o altre razze (P1) fino a 210 kg. € 1,150 - 1,300
Pezzate nere o altre razze (P1) da 211 a 240 kg. € 1,300 - 1,400
Pezzate nere o altre razze (P1) da 241 kg e oltre € 1,400 - 1,500
Andamento del mercato: stazionario
VITELLONI da macello (a peso morto):
Limousine (U2 - U3 - E2 - E3)
da 350 a 380 kg. al kg. € 4,740 - 4,890
da 381 a 400 kg. al kg. € 4,580 - 4,680
da 401 kg. e oltre al kg. € 4,380 - 4,480
Charolaise o incr. francesi (U2 - U3 - E2 - E3)
da 380 a 420 kg. al kg. € 4,420 - 4,500
da 421 a 450 kg. al kg. € 4,380 - 4,470
da 451 kg. e oltre al kg. € 4,230 - 4,310
Andamento del mercato: stazionario
SCOTTONE da macello (a peso morto):
Limousine (U2 - U3 - E2 - E3)
da 230 a 270 kg. al kg. € 4,890 - 4,990
da 271 a 300 kg. al kg. € 4,630 - 4,730
da 301 kg. e oltre al kg. € 4,560 - 4,620
Charolaise o incr. francesi (U2 - U3 - E2 - E3)
da 260 a 300 kg. al kg. € 4,410 - 4,510
da 301 a 340 kg. al kg. € 4,370 - 4,470
da 341 kg. e oltre al kg. € 4,350 - 4,450
Andamento del mercato: stazionario
Uova Nazionali fresche colorate in natura (€/Kg)
Prezzi I.v.a. Esclusa - Franco azienda. Quotazioni del mercato avicunicolo del
comune di Forli’ (www.avicola-forli.com) Listino dei prezzi rilevati del 07 marzo
2016
Uova nat. S - meno di 53 gr. al Kg € 0,8800 - 0,920
Uova nat. M - da 53 a 63 gr. al Kg € 0,9800 - 1,020
Uova nat. L - da 63 a 73 gr. al Kg € 0,9800 - 1,020
Uova Nazionali Fresche Colorate e Selezionate (€/100pz)
Prezzi I.v.a. Esclusa - Franco centro imballaggio. Quotazioni del mercato avicunicolo del comune di Forli’ (www.avicola-forli.com) Listino dei prezzi rilevati
del 07 marzo 2016
Uova sel. S. - meno di 53 gr. €/100 pz 8,7000 - 8,9000
Uova sel. M. - da 53 a 63 gr. €/100 pz 9,7000 - 9,9000
Uova sel. L - da 63 a 73 gr. €/100 pz 10,700 - 10,900
Uova sel. XL - da 73 gr. e più €/100 pz 12,700 - 12,900
GASOLIO AGRICOLO
Prezzi al consumo Iva esclusa consegne a destino del 29 febbraio 2016
- Fino a litri 1.000 €/Lt 0,677
- da litri 1.001 a 2.000 €/Lt. 0,666
- da litri 2.001 a 5.000 €/Lt. 0,653
- da litri 5.001 a 10.000 €/Lt. 0,644
- oltre litri 10.000 €/Lt. 0,639
Prezzi medi informativi rilevati in provincia di Mantova
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Stampa: Publi Paolini
Autorizzazione Tribunale MN - n. 14 del 6-6-1949
Iscrizione ROC N. 7843 - del 29 agosto 2001
7
ESTERO
AGROALIMENTARE SERBO,
CRESCONO LE ESPORTAZIONI.
I
La ministra dell’Agricoltura serba,
Snežana Bogosavljevic’ Boškovic’, ha reso
noto che la Serbia, nel 2015, ha esportato prodotti agroalimentari per un valore di
2,6 miliardi di euro, realizzando un surplus
pari a 1, 2 miliardi. Si tratta di un risultato particolarmente significativo, tenendo
conto del crollo dei prezzi dei prodotti agricoli del 19-20% rispetto al 2014. Il calo si
è registrato soprattutto nel settore lattiero caseario (28,5%) e in quello delle carni
(15%). Per quanto riguarda le esportazioni
verso il mercato russo, invece, si registra un
netto incremento di frutta e verdura, con
un aumento di circa il 50% rispetto al 2014.
Tendenza che, stando alle previsioni, si dovrebbe mantenere anche per quest’anno.
Facile immaginare che alla base di questo
fenomeno ci sia l’embargo imposto dalla
Russia alle produzioni europee.
(Fonte: ICE Agenzia).
UCRAINA, VOLA L’EXPORT DI FRUMENTO.
N
el periodo compreso tra luglio del
2015 e gennaio del 2016 le esportazioni di frumento dell’Ucraina hanno
toccato quota 10,99 milioni di tonnellate. Si
tratta di un aumento di quasi il 30% rispetto
allo stesso periodo dello scorso anno. La Tailandia si conferma essere il maggior importatore di frumento ucraino e l’Indonesia, la Malesia e le Filippine continuano ad aumentare
gli acquisti dal Paese. Nello stesso periodo le
esportazioni di frumento dirette verso i Paesi
del sud-est Asiatico hanno raggiunto quota
3,489 milioni di tonnellate contro gli 1,212
milioni di tonnellate dell’anno precedente.
Nella stagione 2015/16 questi Paesi hanno importato il 32% di tutte le esportazioni ucraine di frumento (rispetto all’11% dello scorso
anno). In base alle stime diffuse dalla UkrAgroConsult, nella stagione in corso l’Ucraina
potrebbe esportare una quantità record di
frumento, pari a 14 milioni di tonnellate. Nei
primi sette mesi dell’anno commerciale il Paese ha spedito all’estero il 78% della sua capacità di esportazione della commodity.
(Fonte: “Black sea grain” tramite Agra press).
SUCCESSO PER IL BIOLOGICO ITALIANO IN EUROPA.
I
dati recentemente pubblicati sull’export
delle produzioni biologiche in Italia dimostrano l’importanza del comparto. Il
fatturato sviluppato nel 2014 è stato di 1,4
miliardi di euro, ovvero il 4% dell’export
agroalimentare italiano. Val la pena ricordare che il 24% del prodotto bio nazionale
è destinato a raggiunge i mercati internazionali. I principali Paesi di sbocco sono la
Germania (24%), la Francia (20%) e quelli
del nord Europa in generale. Gli Stati Uniti
sono il primo mercato di riferimento extra
UE (4%). La frutta e gli ortaggi sono i primi
prodotti esportati (20%), seguiti dagli ali-
menti sostitutivi del latte (bevande vegetali, soia, ecc.) con il 16%. Secondo un’analisi
del Nomisma, la propensione verso i mercati esteri sarà molto forte nei prossimi anni.
Ben il 57% delle aziende bio italiane ha manifestato l’intenzione di farlo.
(Fonte: Confagricoltura, SINAB, ISMEA).
ISRAELE, BENE L’EXPORT DI VINO.
I
n base ai dati divulgati dall’Israel Export and International Cooperation
Institute, nel 2015 le esportazioni
di vino israeliano sono aumentate del
6% sull’anno precedente, per un valore di 39 milioni di US$. Da un’analisi
effettuata dal Dipartimento Economico
dell’Export Institute, l’Asia è risultato
essere il Continente dove è stata esportata la maggior parte di vino ed altre
bevande alcoliche. In particolare le
esportazioni israeliane verso l’Asia sono
aumentate del 16% (per un valore di
2.6 milioni di US$) e quelle verso il Nord
America sono cresciute dell’8% (25 mi-
lioni di dollari), mentre l’export
verso l’Unione Europea ha segnato una diminuzione del 18% attribuita principalmente alla crisi
dell’euro. L’Export Institute ha divulgato anche alcuni dati riferiti
al mercato locale: in Israele sono
presenti circa 300 aziende vinicole che producono annualmente
un totale di 40 milioni di bottiglie
di vino ed alcolici, più 10 milioni
di bottiglie di succo d’uva. Il 20%
della produzione locale risulta
destinata all’export.
(Fonte: ICE Agenzia).
RUSSIA, BLOCCO DELLE IMPORTAZIONI DI MAIS E SOIA DAGLI USA.
L
8
a Russia ha bloccato dallo scorso 15
febbraio le importazioni di mais e di
soia dagli Stati Uniti. La motivazione
tecnica alla base di questo ulteriore blocco
dell’import da parte della Federazione è la
mancanza del rispetto degli standard fitosanitari richiesti dalle autorità di Mosca. Lo
rende noto l’ente russo che si occupa dei
controlli in agricoltura e zootecnia, Rosselkhoznadzor.
(Fonte: ANSA).
confagricolturamantova.it