1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati
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1) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse 2) Distintivi dorati
1) 2) 3) 4) 5) 6 7) 8) Distintivi con decorazione e Dame Patronesse Distintivi dorati: piccoli, medi e grandi Portachiavi: smaltato Orologio Crest grande Labaretto Emblema Araldico Cartolina, cartoncino doppio e busta 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) Fermacarte in onice Posacenere Attestato di Benemerenza Cravatta: disponibile in lana e seta Foulards in seta Mug Fermacarte peltro Copricapo a bustina Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale. PERIODICO NAZIONALE DELL’ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALORE MILITARE ANNO XLX - N. 3 - MAG./GIU. 2011 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma EROGAZIONI LIBERALI AL NASTRO AZZURRO Con il riconoscimento ufficiale dell’interesse storico dell’archivio della Presidenza Nazionale è ora possibile effettuare erogazioni liberali finalizzate alla “Conservazione, potenziamento e valorizzazione dell’archivio Storico dell’Istituto del Nastro Azzurro”, per le quali è prevista la detrazione fiscale sulla dichiarazione dei redditi. (art. 15 comma 1 lettera h del D.P.R. 917/1986). Le erogazioni devono essere effettuate intestandole a “Istituto del Nastro Azzurro - Presidenza Nazionale” tramite banca, ufficio postale, assegni bancari o circolari versati sul c/c postale o bancario indicati nel riquadro a fondo pagina, specificando la motivazione indicata in grassetto più sopra. * * * DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO Anche quest’anno si può destinare il "5 per mille" dell'IRPEF a sostegno delll'Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, in base all'art.10, comma 1, lettera a, del D.Lgs. n. 460/97. È possibile, con tale scelta, sostenere gli impegni che l’Istituto si è assunto per diffondere il rispetto e l'amore per la Patria e dei doveri verso di essa, assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali e materiali della categoria, mantenere vivi i contatti con le Forze Armate e con le Associazioni Combattentistiche e d'Arma. La scelta si può esprimere apponendo, nell'apposito spazio, sia del Mod. UNICO che del 730, la propria firma ed inserendo il Codice Fiscale dell'Istituto 80226830588 e non comporta oneri per il contribuente. * * * SALVIAMO LA DOCUMENTAZIONE ITALIANA SULLA DALMAZIA Il Nastro Azzurro, sempre sensibile alle vicende delle terre orientali dell'Adriatico, chiede aiuto agli Azzurri d'Italia, a nome della Società Dalmata di Storia Patria, istituzione culturale che si occupa di salvaguardare la memoria della cultura di matrice italiana viva per secoli in Dalmazia. Purtroppo le tragiche vicende storiche hanno procurato notevoli danni all'archivio della Società. Ai molti Italiani che, per vari motivi, conservano testimonianze di un loro passaggio in Dalmazia (lettere, cartoline, documenti, foto, cimeli), si chiede se siano disposti a cederli alla Società Dalmata di Storia Patria che li conserverebbe nel suo archivio. Ovviamente la Società Dalmata di Storia Patria garantisce anche la conservazione della memoria delle persone che vorranno donare documenti e cimeli. Si invita pertanto chi volesse rispondere a questo appello a scrivere in via Reiss Romoli 19, 00143 Roma, oppure a [email protected], oppure a contattare il tesoriere: Carlo C. Cipriani, 06.7962365. • Comunicazioni • Editoriale: L’Ordine del Tricolore • Si è riunito il Consiglio Nazionale • Lettere a “Il Nastro Azzurro” • La Marcia dell’Unità d’Italia all’epilogo (vari) • L’Aeronautica Militare celebra il suo 88° anniversario • Consegnato all’A.M. il primo KC-767A • Rivoluzione islamica: sogno e realtà • 25 aprile 2011: liberazione tra le polemiche • MOVM eccellenti: M.llo m. Vincenzo Giudice • La beatificazione di Giovanni Paolo II il Papa di valore • Detto fra noi • Notizie in Azzurro • Indipendenza, unione e libertà • Il contributo della Cavalleria all’Unità d’Italia • Savoia Cavalleria • Voloire • Gaetano Laj • Febo • Potenziamento giornale • Consigli Direttivi • Azzurri che si fanno onore • Azzurri nell’azzurro del cielo • Cronache delle Federazioni • Recensioni • Oggettistica del Nastro Azzurro Pag. “” “” “” “” 2 3 3 4 6 “” “” “” “” “” 14 15 16 18 20 “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” “” 22 24 25 26 34 33 33 34 35 36 36 37 37 38 46 48 In copertina: Si conclude la marcia dell’Unità d’Italia: 4.200 km da Trieste a Torino “IL NASTRO AZZURRO” Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924 (La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951) Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Francesco Maria Atanasio, Graziano Maron, Antonio Teja, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Federico Vido, Giorgio Zanardi - Segretaria di Redazione: Barbara Coiante - Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa: Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: maggio 2011 Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 - C.F. 80226830588 Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre. 2 Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana IL NASTRO EDITORIALE: L'ORDINE DEL TRICOLORE no la proposta un progetto di ribaltamento della verità l 1968 è rimasto famoso storica, un tentativo di equiparare "le vittime con i loro come l' anno della contestazione giovanile nelle aguzzini, i torturati con i torturatori, i fucilati con i fuciUniversità, delle barricate latori". costruite dagli studenti parigiDopo la presentazione della proposta di legge, su ni, dei forti movimenti libertadelega dell'allora Presidente Giorgio Zanardi ho parteciri ed antimilitaristi alimentati pato ad una riunione della Confederazione tra le dalla sanguinosa guerra nel Associazioni Combattentistiche e Partigiane, per rappreVietnam. Ma era anche l'anno sentare il parere dell'Istituto: assolutamente favorevole in cui ricorreva il 50° annivernella considerazione che i beneficiari della ricompensa, sario della Vittoria nella prima tutti ultraottantenni, al tempo della guerra avevano più guerra mondiale e la nostra o meno vent'anni, non ricoprivano certamente incarichi classe politica varò la legge 263/1968 che istituiva direttivi o decisionali, la loro scelta di parte era stata l'Ordine di Vittorio Veneto: un'ospesso condizionata più dalle norificenza riservata ai Reduci di coordinate geografiche all'atto ... IL PARERE DELL'ISTITUTO: quell'immane conflitto. dell'armistizio che da una reale ASSOLUTAMENTE FAVOREVOLE NELLA Nel 2008 alla Camera dei convinzione. Il mio intervento è CONSIDERAZIONE CHE I BENEFICIARI DELLA Deputati veniva presentata una stato ascoltato con sufficiente RICOMPENSA, TUTTI ULTRAOTTANTENNI, AL proposta di legge per l'istituzione indifferenza da parte dei presenti, TEMPO DELLA GUERRA AVEVANO PIÙ O dell'Ordine del Tricolore che, anai quali hanno ovviamente redatto MENO VENT'ANNI, NON RICOPRIVANO logamente con quanto previsto un comunicato ufficiale che espriCERTAMENTE INCARICHI DIRETTIVI O dall'Ordine di Vittorio Veneto, meva un parere nettamente conDECISIONALI, LA LORO SCELTA DI PARTE attribuiva un riconoscimento ed trario. ERA STATA SPESSO CONDIZIONATA PIÙ un assegno vitalizio annuo (200 Non ho idea dell'esito della DALLE COORDINATE GEOGRAFICHE ALL'ATTO DELL'ARMISTIZIO CHE DA UNA euro) a tutti coloro che sesproposta di legge, ma confesso REALE CONVINZIONE ... sant'anni prima avevano "impuche non sono molto ottimista. Mi rimane la speranza che prima o gnato le armi ed operato una poi anche noi si smetta di ricordascelta di schieramento convinti re ciò che piace o non piace, che si cominci a guardare della bontà della loro lotta per la rinascita della Patria". alla sostanza delle cose ed agli interessi nazionali, che si E qui sorge il problema: l'onorificenza era prevista per nomini una sparuta pattuglia di ultraottantenni Cavalieri coloro che avevano combattuto nelle Forze Armate, nelle di quella Patria che hanno servito con onore in armi formazioni partigiane, nel Corpo volontari della Libertà e anche se per alcuni in un campo politicamente sbagliato. nelle formazioni che facevano riferimento alla Giunga a tutti voi il mio fraterno abbraccio. Repubblica Sociale. Inutile dire che l'estensione dell'onorificenza ai "repubblichini" ha prodotto una sollevazione Carlo Maria Magnani da parte delle varie associazioni partigiane che riteneva- I SI È RIUNITO IL CONSIGLIO NAZIONALE Oltre ai cambi al vertice di cui è già stata data notizia sul precedente n.° 2-2011, nella colonnina delle Comunicazioni a pag. 2, il Consiglio Nazionale, svoltosi a Roma il 28 marzo 2011, ha approvato il bilancio consuntivo 2010, presentato dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, ing. Pariset, e il bilancio di previsione per il 2011, sul quale gravano i pesanti tagli operati dallo Stato che imporranno un forte cambiamento di rotta nella gestione dell’Istituto. Successivamente, il Consiglio Nazionale ha licenziato definitivamente, con i suggerimenti proposti anche dalle Federazioni, il nuovo “Regolamento”, resosi necessario per armonizzare l’applicazione del nuovo Statuto approvato dall’Assemblea nazionale al Congresso di Bologna dell’ottobre 2009. Il nuovo Regolamento è immediatamente consultabile e scaricabile dal sito dell’Istituto. Infine, il Consiglio Nazionale ha consolidato il programma di massima della “Giornata del Decorato 2011” (che ha avuto luogo sabato 21 maggio - ndr) con la consueta cerimonia di deposizione di una corona d’alloro all’Altare della Patria insieme ai rappresentanti nazionali del Gruppo Medaglie d’Oro. Allo stesso tempo sono state valutate tutte le ipotesi per ridare nuova linfa al nostro Istituto restituendogli il prestigio che merita nelle diverse realtà locali, dove si rende necessaria una forte attività di proselitismo, soprattutto tra i congiunti dei Decorati, prestando nello stesso tempo grande attenzione alla valutazione delle differenti situazioni al fine dell’individuazione delle soluzioni più idonee a garantire la piena funzionalità degli Organi Periferici. Inoltre, il 2 maggio 2011, per la prima volta nella storia del nostro Istituto, la Giunta Esecutiva Centrale si è riunita a Milano. IL NASTRO AZZURRO 3 LETTERE A “IL NASTRO AZZURRO” Risponde il generale Carlo Maria Magnani, Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e Direttore Editoriale della rivista “Il Nastro Azzurro”. Egregio Direttore, mi riferisco all'articolo a firma cc Cav. Uff. Antonio Di Girolamo, di cui al n.° 4 (luglio - agosto 2010) pag. 36 della nostra rivista. … concordo che questa specialità - la Ricognizione Marittima Lontana, pressoché dimenticata - durante il secondo conflitto mondiale versò tanto sangue da costellare il Mediterraneo di tanti nomi di eroi. Debbo però ricordare che, per lo meno una volta, la Ricognizione Marittima venne citata nei bollettini di guerra e precisamente in quello n.° 698 del 29 aprile 1942 che recitava tra l'altro: "… Un velivolo della ricognizione marittima di scorta ad un convoglio nel Mediterraneo Centrale respingeva vittoriosamente l'offesa di tre Bristol Blenheim colpendone efficacemente uno, il nostro ricognitore (Cant.Z 501 - ndr) danneggiato nel corso dello scontro rientrava alla base con tre feriti a bordo … L'equipaggio era così composto: 1° Pilota Comandante Capitano Genta Oreste 2° Pilota Sergente Maggiore Brembati Aldo Osservatore Tenente Bersaglieri Corbelli Giuseppe Marconista 1° Aviere Agostini Luigi Motorista Aviere Fungo Alessandro …" Fu una situazione veramente seria: il velivolo fu colpito da 54 colpi avversari, furono tranciati i cavi del comando di direzione per cui il timone era ingovernabile, fu distrutta l'unica bussola di bordo e feriti: il primo pilota, il secondo e il marconista. Qualche giorno dopo un dispaccio del Ministero comunicava che all'equipaggio erano state conferite cinque Medaglie d'Argento al Valor Militare sul campo. Gen. S.A. Oreste Genta Caro Gen. Genta, il ricordo di un'azione eroica condotta molto bene in una situazione di evidente e grave inferiorità numerica deve essere di monito alle giovani generazioni di cosa e come viene richiesto ai Combattenti e quanto essi devono confidare nelle proprie forze e capacità, non tanto e non solo per assicurare la vittoria alla Patria, ma spesso solo per salvare la propria vita e quella dei commilitoni. L'episodio ricordato ne è una testimonianza evidente: tre contro uno! Una situazione che poteva considerarsi chiusa in partenza, eppure la tenacia, il coraggio e la perizia dell'equipaggio hanno fatto la differenza. Quei cinque eroi, tra i quali Lei era il Comandante, pur con gravi ferite e danni gravissimi al velivolo, hanno vinto l'impari scontro meritando la Decorazione al Valor Militare. Oggi sentiamo rulli di tamburi di guerra provenienti dal Nord Africa. Dobbiamo ricordare questi episodi per capire cosa sarebbe un conflitto: non la spada di una giustizia vindice ed invincibile, ma lo scontro tra uomini preparati ed addestrati a gestire il massimo grado di rischio i quali dovrebbero affrontarsi per una posta che, ben lungi dall'essere ciò che si legge sui giornali (in articoli forse scritti con troppa leggerezza), è solo una diversa spartizione delle risorse prodotte da quelle terre. Spett. le direzione ho letto per la prima volta la vostra rivista e la trovo interessante in quanto competente degli argomenti trattati. Pertanto, come attento osservatore e studioso degli avvenimenti storici che hanno interessato la nostra nazione, vorrei porre una domanda sperando di trovare la risposta. Quando il 25 luglio Mussolini è stato esautorato dal suo ruolo non è successo assolutamente nulla. Camicie nere, battaglioni emme, avanguardisti, gerarchi che per vent'anni lo avevano seguito, la potente polizia OVRA che tanto timore incuteva, dove erano? come mai nessuno ha tentato la resistenza? L'avvenimento fu talmente banale che una autoambulanza, con autista e due carabinieri prelevarono il duce, su ordine non si capisce ancora di chi, e lo portarono in giro per Roma non sapendo dove portarlo, anche se sembrava che dovesse essere portato in Sardegna. Cambiarono idea e nessuno reagì. I casi sono due: o era tutto una tigre di carta ben mascherata per vent'anni o, da buoni italiani, avevano subito capito che il vento era cambiato. Gli americani quando vennero in Italia dissero che vi erano 40 milioni di italiani: 20 milioni di fascisti e 20 milioni di antifascisti. Giusta affermazione. Confidando in una risposta vi saluto. Bruno Mincione Gent.mo signor Mincione, in realtà l'esautorazione di Mussolini, avvenuta appunto il 25 luglio, costituisce l'epilogo di un piano accuratamente preparato ed eseguito dal Re, dai vertici delle Forze Armate e da molti gerarchi fascisti componenti il Gran Consiglio, l'organo cioè che, per Regio Decreto - non dobbiamo dimenticarlo - aveva sostituito le camere nella struttura dello Stato italiano dal 1925, cioè dalla "Secessione dell'Aventino" susseguente al delitto Matteotti. È chiaro che, in questa situazione, nessuno muove un dito, proprio perché tutti gli attori sono concordi nel compiere ciò che a tutti gli effetti è un colpo di stato. E del resto, chi avrebbe avuto voglia o interesse a difendere Mussolini? Non la popolazione che, stanca di una guerra difficile e costellata di cocenti sconfitte (il fronte ormai aveva raggiunto il suolo nazionale), con la depo- 4 IL NASTRO AZZURRO sizione di Mussolini si aspettava la pace; non i vertici militari, che vedevano in Mussolini il responsabile di una guerra che essi avevano considerato "persa in partenza"; non i gerarchi, che la notte prima avevano votato al Gran Consiglio in 19 contro 8 l'Ordine del Giorno Grandi, col quale, intendendo restituire al Re ed agli organi costituzionali le proprie prerogative, sospese come si è detto dal 1925, si era formalmente aperta la crisi del fascismo; non gli apparati di sicurezza (Milizia, Carabinieri, Polizia) tutti integrati nel colpo di stato al punto che l'ambulanza cui Lei fa cenno, era una copertura ideata proprio dai Carabinieri per poter portare un Mussolini, ormai esautorato dal potere, via da Villa Savoia senza che occhi indiscreti lo notassero. Ciò che accadde nei giorni immediatamente successivi alla deposizione del duce (spontanee manifestazioni di piazza, distruzione dei simboli fascisti in tutte le città e i paesi, ecc …) fu l'evidenza che nessuno si sarebbe sognato di muovere quel famoso dito: neppure i pochi italiani disposti a considerarsi ancora fascisti che erano semmai ansiosi di scaricare sul "capo" gli insuccessi della guerra autoassolvendosi del disastro. Non si può dire che Mussolini fosse stato una tigre di carta, ma certamente la sua figura era stata completamente logorata dall'esito della guerra. Il duce aveva dominato il Paese per vent'anni non col terrore come si vuole spesso far intendere, ma col fascino e con l'attrazione di una grandezza nazionale alla quale gli italiani, appena figli e nipoti dei protagonisti del Risorgimento, non potevano resistere. In questo solco non aveva commesso errori politici di rilievo fino a quando aveva deciso l'entrata nella seconda guerra mondiale (con quasi un anno di ritardo sullo scoppio delle ostilità in Europa) affermando che gli occorreva "… qualche migliaio di morti per sedere da "vincitore" alla conferenza di pace …": le cose andarono ben diversamente e gli italiani, Re in testa, reagirono alla loro più cocente disillusione addossandogli tutte le responsabilità. In questa ottica si può comprendere la sostanziale perdita di consenso del dittatore che, comunque, era stato quello delle adunate oceaniche, degli "alalà", della fede nella missione superiore, della superiorità degli italiani che, discendenti dalla civiltà romana che ha influenzato tutta l'Europa per millenni, non potevano perdere e … quando è successo, i conti non tornarono più. Mi dispiace che l'esiguità dello spazio mi impedisce di approfondire ancora il tema, comunque la ringrazio e la invito a seguirci sempre col medesimo interesse. Egregio Signor Presidente, siamo i familiari di Salvatore Angelo Serra (Nu 1919 - Ca 2000) e riceviamo con piacere il periodico" Il Nastro Azzurro". Il nostro congiunto, sottotenente 12° artiglieria"Savona", ha combattuto in Africa Settentrionale. Dopo due anni fu fatto prigioniero dagli inglesi e deportato in India dove vi rimase per cinque anni. Dopo oltre sette anni d'assenza dall'Italia vi fece rientro e conseguì la laurea in Lettere ed insegnò Latino ed Italiano nei licei classici. Ricorrendo nel mese di Febbraio l'11° anniversario dal suo decesso lo vorremmo ricordare, se possibile, nel vostro periodico perché padre e marito esemplare. Gli è stata conferita la Croce al Merito di Guerra e la Medaglia di Bronzo per il seguente motivo: "In servizio presso un osservatorio di batteria continuamente sottoposto ad intenso e preciso tiro d'artiglieria, dava prova di spiccato coraggio fornendo precisi dati e spesso dirigendo egli stesso il tiro della propria batteria con efficaci risultati. Attaccato il caposaldo da preponderanti forze protette da carri corazzati pesanti, travolti i primi centri di resistenza, difendeva la sua posizione con accanita decisione. Circondato, riusciva dopo aspra lotta a ripiegare, combattendo, su posizioni arretrate" A.S.: 22 Novembre 1941 La ringraziamo e porgiamo cordiali saluti Famiglia Serra Gentili amici della Famiglia Serra, credo che non sia necessario alcun commento a ricordo del vostro congiunto Salvatore Angelo: la motivazione della Decorazione al Valor Militare parla da sola e il vostro affettuoso ricordo conferma la sua grandezza d'animo. Un cordiale saluto a tutti. Egregio Direttore, siamo alla vigilia del 25 aprile e, come ogni anno, assisto alle solite assurde prese di posizione di coloro che dal 1946 si arrogano il diritto di sentirsi gli unici attori (prima) o i legittimi eredi (oggi) della guerra di liberazione. E quindi a Sindaci, Presidenti di Provincia appartenenti a schieramenti non di sinistra viene impedito di commemorare la ricorrenza con pesanti contestazioni: un esempio eclatante furono i fischi e gli insulti riservati anni fa a Letizia Moratti, Sindaco di Milano, che accompagnava il padre, ex internato e Decorato al Valor Militare. Ma è possibile che dopo oltre 60 anni dalla fine della guerra non si riesca a festeggiare serenamente ed unitariamente una ricorrenza così importante? Ringrazio per l'attenzione Mariarita Macario Gent.ma Signora, per rispondere alla sua lettera prendo in prestito le parole di Giampaolo Pansa che al termine della nota introduttiva al suo ultimo libro "I vinti non dimenticano" dopo aver citato alcuni aspetti della guerra di liberazione quali le divisioni all'interno dello schieramento antifascista, la ferocia evidenziata da molte formazioni garibaldine nelle numerose uccisioni di partigiani non comunisti e le mattanze del primo dopoguerra si pone una domanda "…dobbiamo ancora considerare una festa unitaria il 25 aprile? Dobbiamo celebrarla tutti insieme? Democratici e postcomunisti. Liberali contrari a ogni dittatura e staliniani falliti. Cittadini che ricordano il 25 aprile come l'inizio della democrazia repubblicana e quelli che lo giudicano soltanto la misera tappa di un cammino rivoluzionario interrotto e strillano ancora alla Resistenza incompiuta. Non è strano andare in piazza l'uno accanto all'altro? Vedendo ogni anno anziani partigiani bianchi insultati da giovani estremisti rossi? Qui non voglio dare una risposta. La lascio ai lettori." La risposta è molto semplice: basta leggere l'articolo apparso su "La Stampa" del 24 apr. 2011 dall'eloquente titolo "Che sia giornata di lotta oltre che di celebrazioni" oppure seguire i telegiornali e la carta stampata dei due giorni seguenti. Non ci sono speranze! Purtroppo. IL NASTRO AZZURRO 5 LA MARCIA DELL’UNITÀ D’ITALIA ALL’EPILOGO artedì 9 febraio, Michele Maddalena, allo sbarco dalla nave proveniente da Cagliari è stato ricevuto dal consigliere segretario e dai marescialli Maraglino e Liccardo della Federazione Provinciale di Napoli che lo hanno accompagnato alla sede della Regione ove erano ad attenderlo il Presidente Gennaro Perrella, il prof. Pasquale Campo e l'alfiere Elio Fernandes con il Labaro della Federazione. La delegazione è stata ricevuta dall'assessore Pasquale Ammese che ha rivolto un breve indirizzo di saluto al marciatore consegnandogli un medaglia della Regione Campania e ha firmato le 17 copie della pergamena su delega del Presidente Caldoro. M Napoli: Udienza in Regione Campania DA NAPOLI A VITERBO PASSANDO PER ROMA iprendiamo a seguire le vicende della Marcia dell'Unità d'Italia, che l'azzurro Michele Maddalena, partito da Trieste il 3 novembre 2010, ha effettuato nella ricorrenza del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia. Con lo scorso numero de "Il Nastro Azzurro" lo avevamo lasciato in Sardegna. Riprendiamo a seguirlo quando egli è giunto in nave a Napoli: era la mattinata di martedì 8 febbraio e, dopo una breve sosta istituzionale nella città partenopea, ha subito ripreso la risalita della penisola dirigendo verso Roma. Prima di raggiungere la Capitale, Maddalena è passato per Caserta poi, sabato 12 febbraio, ha partecipato alla trasmissione "Cucina all'italiana" su RAI 1 per poi raggiungere Anzio dove ha reso omaggio ai Caduti sepolti nel cimitero di guerra americano di Nettuno alle ore 11,30 ed a quelli sepolti nel cimitero inglese alle 13,00. Il 13 febbraio Maddalena ha reso omaggio anche ai Caduti tedeschi sepolti a Pomezia. Il 14 febbraio, dopo una tappa ad Ardea dove si è svolta una cerimonia presso il locale monumento ai Caduti, Maddalena è giunto alle Fosse Ardeatine alle 11,00. Le cerimonie ai cimiteri R 6 Ardea (RM): dopo la cerimonia IL NASTRO AZZURRO Roma: omaggio alle Fosse Ardeatine di guerra del secondo conflitto mondiale non hanno attinenza col 150° Anniversario dell'Unità nazionale ma, dice Michele Maddalena: "Meritano comunque il rispetto che si deve a chi ha combattuto per la Libertà e per la Patria". Alle ore 12.30 il marciatore è giunto al Campidoglio dove è stato ricevuto dall'Assessore Antonino Torre che, in rappresentanza del Sindaco Gianni Alemanno, ha apposto la propria firma DA PORTA PIA A MENTANA opo una breve ma intensa cerimonia, cui ha fatto seguito una visita illustrata del Museo dei Bersaglieri, Michele Maddalena ha lasciato Roma passando attraverso la storica Porta Pia, luogo sacro del Risorgimento: il luogo dove si concluse l’annosa questione romana col trionfale ingresso dei Bersaglieri attraverso la breccia aperta a cannonate nelle mura aureliane. Partito di buonora dal Museo dei Bersaglieri di Porta Pia, il marciatore ha fatto il suo trionfale ingresso nel Parco mentanese intorno alle ore 15.00. Festosamente accolto da una schiera di studenti, autorità Roma: Michele Maddalena visita il civili e militari, Maddalena si è commosso. Al cospetto dell'austera Ara museo dei Bersaglieri Ossario che dal lontano 1867 custodisce i resti onorati dei caduti nelle battaglie sostenute dai soldati e dai volontari garibaldini per la ricongiunzione di Roma al nuovo Regno d'Italia, Michele è stato premurosamente applaudito da una schiera di sensibilissimi amici. Numerosi i Labari delle Associazioni e molte la autorità che hanno voluto stringere la mano all'intrepido "ragazzo azzurro". Uomo, gentiluomo e sportivo a 24 karati, Michele Maddalena ha già inanellato 88 Tappe per un totale di circa 3.500 dei 4.250 km che costituiscono il percorso della lunga Marcia che lo porterà a Torino proprio il 17 marzo, anniversario dell'Unità d'Italia. Tra i tanti che venerdì 18 febbraio sono accorsi per complimentarsi con lui, il Sindaco di Mentana Guido Tabanella, l'Assessore alla cultura, lo staff del Museo Nazionale della Campagna dell’Agro Romano per la liberazione di Roma, con il presidente Francesco Guidotti, il Gen. Antonio Daniele, Direttore de "Il Nastro Azzurro" e il Col. Giancarlo Martini, Presidente della Sezione "Sabino-Romana" della Federazione di Roma del Nastro Azzurro, il Presidente del Rotary Club di Monterotondo-Mentana Ettore Benedetti con il Labaro del Club e i soci Antonio Borghese e Vito De Pasquale, il Cap. Martinelli Comandante della Compagnia di Monterotondo con i M.lli Sgueglia e Cruciani, il Luogotenente della G.d.F. De Gasperis, il Col. Cosint Mario Leacche, il cap. Levatino, il C.te della Polizia Municipale, le Ass. d'Arma, la Protezione Civile e tanti altri amici. Un momento topico e solenne per salutare un gagliardo italiano e con esso, effondere un tributo di riconoscenza e di deferente stima ai "Padri della Patria" e di quanti lottarono e si sacrificarono per dare a noi posteri una Nazione unita, orgogliosa e rispettata nel mondo. Un accadimento sensibile e di grande visibilità anche perché si perpetua nel momento in cui in tutta Italia fervono i preparativi per celebrare nel modo più Mentana (RM): Nel museo garibaldino D IL NASTRO AZZURRO 7 alto e rispettoso lo straordinario ricordo della nostra Unità Nazionale. Un palinsesto di pregnante qualità questa Marcia sia per concezione, quanto ardita ed unica per ciò che propone. Conclusione nella sala convegno del Museo dove, in ricordo dello straordinario evento, il Sindaco ha consegnato al marciatore una medaglia ricordo, il Gen. Daniele ed il Presidente del Rotary International un attestato e il Guidoncino del Club eretino ed il prof. Guidotti alcune pubblicazioni edite dal “Centro Studi Garibaldini”. Dopo il saluto da parte del sindaco Tabanella e del Gen. Daniele, rappresentante dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, ed un florilegio di scatti fotografici, il marciatore è partito alla volta dell'altra città garibaldina di Viterbo. sulla pergamena che Maddalena porterà al Presidente della Repubblica, a testimonianza della sua eccezionale impresa. Michele Maddalena, accompagnato dal generale Antonio Daniele, Direttore Responsabile della rivista "Il Nastro Azzurro", mercoledì 16 febbraio, ha incontrato presso gli uffici della Presidenza Regionale, l'Assessore alla Cultura, Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Lazio, On. Anna Santini che ha apposto la propria firma sulla pergamena istituzionale in rappresentanza della Presidente On. Renata Polverini. La On. Santini si è dimostrata molto interessata all'impresa ed ha subissato di domande e di lodi il nostro marciatore. Inoltre, giovedì 17 febbraio alle ore 15,00, Maddalena ha incontrato il Vice Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, On. avv. Ignazio LA RUSSA, al quale, in un clima cordiale e amichevole, alla presenza del Presidente Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro, generale Carlo Maria Magnani, del Direttore de "Il Nastro Azzurro", generale Antonio Daniele, del Presidente Roma: l’Assessore Anna Santini firma le pergamenene 8 Roma: cerimonia in Campidoglio Nazionale dell'UNUCI, generale Tricomi, ha relazionato sullo svolgimento della prima parte della marcia che, come noto, ha potuto registrare notevole incremento di interesse anche grazie all'ottimale supporto logistico fin qui prestato dai Rotary Club italiani. A suggello di tale supporto, la sera del 17 febbraio, Michele Maddalena è stato ospite del Rotary Club "Roma Prati" in occasione della visita ufficiale a tale Club del Governatore del Distretto 2080 del Rotary International, avv. Roberto Scambelluri. In tale evento sia il Governatore, sia il Presidente del Club hanno firmato la speciale pergamena dedicata ai Rotary Club del Distretto 2080. La marcia è ripresa il 18 febbraio con una tappa decisa ex novo per recuperare i due giorni in più trascorsi a Roma. Il percorso è stato inusitatamente breve, "Roma Mentana", ma pregno di significato patriottico e risorgimentale. La partenza da Roma è avvenuta dalla Sede del Museo dell'Arma dei Bersaglieri sito nelle immediate vicinanze di Porta Pia, il luogo dal quale, nel 1870, proprio i Bersaglieri fecero breccia per assicurare all'Italia la Città Eterna come sua Capitale. A Mentana, Michele Maddalena è stato ricevuto con grande calore dalle autorità cittadine presso il "Museo Nazionale della Campagna dell'Agro Romano per la Liberazione di Roma". Dopo l'incontro, il marciatore è stato trasportato a Viterbo, dove è giunto alle 17,30. A Porta Romana lo ha accolto una staffetta della polizia locale che lo ha accompagnato a piazza del Sacrario dove, alla presenza del presidente del Rotary Club, Fosca Mauri Tasciotti, e del generale Mario Mochi in rappresentanza del Presidente della locale Fedrazione del Nastro Azzurro, ha deposto una corona di fiori al sacrario del Caduti. Quindi è stato accompagnato a Palazzo dei Priori. Dopo le digressioni romane, da Viterbo in poi la marcia è proseguita verso la Torcana seguendo rigidamente il percorso previsto. IL NASTRO AZZURRO IL 22 FEBBRAIO A MONTEVARCHI Martedì 22 febbraio Michele Maddalena è giunto a Montevarchi dove è stato ricevuto dal Sindaco, Giorgio Valentini, dal Presidente del Consiglio Comunale, Gianluca Monicolini, da Stefano Mangiavacchi, Presidente della Federazione Provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro, dalle Autorità Civili e Militari e dalle Associazioni Combattentistiche, d'Arma e del Volontariato. L'incontro ha avuto luogo alle ore 17.00 nella Sala Conferenze del Centro Polivalente "La Bartolea". Congiuntamente alla cerimonia di benvenuto, una corona di alloro è stata deposta al Monumento ai Caduti per l'Unità d'Italia sotto il loggiato del Comune. IL 23 FEBBRAIO A SAN GIOVANNI VALDARNO Il 23 febbraio Michele Maddalena è partito di buon mattino da Montevarchi per sostare alle ore 9,00 al monumento ai Caduti nel Lungarno Risorgimento a San Giovanni Valdarno, dove unitamente al Sindaco Maurizio Viligiardi e al Consigliere Provinciale Cristiano Marini, ha reso omaggio alla memoria dei Caduti per l'Unità d'Italia. Nel primo pomeriggio il marciatore ha raggiunto Firenze dove la Vice Presidente della Regione Toscana Stella Targetti ha apposto la propria firma sulla pergamena che sarà consegnata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A sinistra: lettera di ringraziamento di Michele Maddalea al Presidente della Federazione di Siena Marco Cetoloni Siena: Michele Maddalena e Marco Cetoloni ospiti al 186° Rgt. Paracadutisti “Folgore” IL NASTRO AZZURRO 9 Firenze: la Vice Presidente regionale Stella Targetti firma la pergamena IL 24 FEBBRAIO A FIRENZE Michele Maddalena è stato ricevuto a Firenze dalla vicepresidente della Regione Toscana, Stella Targetti, nel suo studio di piazza Duomo 10, alle ore 15:30 di giovedì 24 febbraio. Il giorno successivo è ripartito per giungere, con una nuova tappa, a Pistoia (vds ritaglio di giornale alla precedente pag. 9) dove ha incontrato le autorità istituzionali e il Presidente della Federazione pistoiese del Nastro Azzurro Mario Livi. IL 1 MARZO A MASSA Michele Maddalena ha raggiunto Massa Carrara il 1 marzo ed è stato ricevuto da un ospite d’eccezione: il Presidente Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, generale Carlo Maria Magnani, massese di origine. I due hanno percorso insieme l’ultimo tratto che li ha condotti alla sede del Municipio dove sono stati accolti dalle autorità istituzionali (Sindaco, Prefetto, Presidente della Provincia, ecc ...) e dal Presidente della Federazione del Nastro Azzurro di Massa Carrara, generale Pierpaolo Battistini. (Sotto: il manifesto diffuso a Massa per l’occasione) 10 Massa: il Presidente Magnani e Michele Maddalena camminano insieme IL NASTRO AZZURRO IL 7 MARZO A PAVIA Pavia: Michele Maddalena accolto dalle autorità e dai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma IL 12 MARZO A NOVARA Michele Maddalena è giunto Pavia Lunedì 7 marzo accolto da tanto calore umano. I Sindaci dei Comuni interessati al passaggio gli hanno offerto assistenza. A Cava Manara, viene ricordato alla presenza del Sindaco il valore del generale dei Bersaglieri Luciano Manara. A Pavia, presso il monumento eretto in onore della Famiglia Cairoli, luogo simbolo dell'indipendenza italiana, riceve l'accoglienza ufficiale da parte dei rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Nei loro interventi il colonnello Raffaele Babuscio, Presidente della Federazione di Pavia dell'Istituto del Nastro Azzurro, il Presidente dell'Istituto di Storia del Risorgimentoe e l'Assessore in rappresentanza del Sindaco, esprimono il significato che la "Marcia per l'Unità d'Italia" ha nell'ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia e rendono gli onori ai Caduti. La marcia riprende il giorno dopo in direzione Milano. La tappa novarese non era prevista dal percorso originale, ma è stata giustamente inserita per ricordare la sfortunata battaglia che ebbe luogo alle porte di questa città e che concluse sia la prima guerra d'indipendenza, sia il regno di Carlo Alberto. Michele Maddalena ha incontrato le autorità cittadine, i rappresentanti della locale Federazione dell'Istituto del Nastro Azzurro e il Presidente Magnani il quale ha così preso commiato dalla "Marcia" poiché il 17 marzo ha dovuto presenziare alle commemorazioni del 150° Anniversario dell'Unità che si sono svolte a Roma. Il marciatore ha svolto un percorso storico turistico per la città potendo osservare che essa è piena di luoghi e monumenti che ricordano il Risorgimento ed il Valore dei militari italiani. Novara: sotto al Monumento a Vittorio Emanuele II FINALMENTE A TORINO: È L’APOTEOSI! l 16 marzo 2011, come programmato, è terminata a Torino la Marcia dell'Unità d'Italia, effettuata dal prof. Michele Maddalena, socio della Federazione Provinciale di Latina dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, nella ricorrenza del 150° Anniversario della Proclamazione dello Stato Unitario. Michele Maddalena, in quasi quattro mesi, ha percorso circa I Novara: omaggio al Monumento a Carlo Emanuele Buscaglia l’asso degli aerosiluranti italiani IL NASTRO AZZURRO 11 Torino: il manifesto della “Parata Tricolore” 4.200 chilometri attraversando tutta l'Italia, isole comprese, con tappe giornaliere di circa quaranta chilometri ciascuna. Iniziata un po' in sordina, la marcia, man mano che proseguiva, ha potuto registrare un notevole incremento di interesse sui mass media, soprattutto locali, e tra la popolazione di città e paesi di volta in volta toccati. Procedendo, il marciatore ha raccolto su apposite pergamene le firme dei Governatori delle regioni italiane che hanno aderito ad un messaggio di unità e patriottismo scritto in calce alle pergamene stesse. Il supporto offerto dai Rotary Club è stato sancito su altre pergamene, sulle quali era sempre scritto un analogo messaggio, ove i pre- Michele Maddalena entra a Milano accompagnato dal Gen. Cassano, Vice Presidente Nazionale, e dagli atleti dell’Esercito 12 sidenti dei Club che hanno sostenuto logisticamente l'impresa, hanno apposto la loro firma. Tutte le pergamene saranno consegnate al Presidente della Repubblica in Torino: con gli studenti di occasione di un'apposiMinturno ta udienza ai vertici dell'Istituto del Nastro Azzurro. Michele Maddalena, partito da Chivasso alle ore 06.00 del 16 marzo, è giunto alle porte di Torino intorno alle ore 10.00. Lo attendevano una pattuglia della Benemerita e due ex alunni del Collegio Militare "Morosini" di Venezia, che lo hanno accompagnato per tutto il corso Giulio Cesare fino alle Porte Palatine, dove era in attesa il vice presidente nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro, generale Giuseppe Picca, insieme al Labaro della Federazione Provinciale di Torino portato dai coniugi Azzurri Giovanna Cresta e Franco Provero. Dopo le rituali interviste (Rai 3 e un'altra TV locale), il gruppo si è recato alla Caserma della Guardia di Finanza di via IV Novembre dove l'ANFI ha organizzato una piccola conviviale di benvenuto. Alle 15.30, ha avuto luogo l'incontro ufficiale con i soci della Federazione di Torino del Nastro Azzurro, presso la sede provinciale e, alle 16.30, accompagnato dagli alunni del Liceo Scientifico "Leon Battista Alberti" di Minturno, il marciatore è stato ricevuto dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. Alle 17.30, appuntamento alla Regione Piemonte, sempre accompagnato dagli alunni suddetti e dai rappresentanti del Nastro Azzurro: la firma sulla pergamena è stata apposta dal segretario del presidente della Regione Piemonte On. Roberto Cota. La manifestazione per l'arrivo a Torino della Marcia dell'Unità d'Italia si è conclusa alle 23.30, quando, accolto da bande e fanfare, Michele Maddalena è giunto in piazza Castello. Il generale Torino: in Regione per l’ultima Picca, rappresentante firma ufficiale del Nastro Azzurro (il Presidente Nazionale, generale Carlo Maria Magnani, era contemporaneamente impegnato nelle cerimonie istituzionali che si sono svolte a Roma), ha illustrato alla folta platea le fasi salienti della marcia. Lo sparo di mortaretti tricolori ha sancito la chiusura della immane fatica, dopo oltre quattromila chilometri in giro per l'Italia. Il termine vero e proprio della marcia è simbolicamente avvenuto alle ore 09,00 della mattina del 17 marzo, giorno del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, quando Michele Maddalena è giunto in piazza Castello, accompagnato dalle massime autorità del Nastro Azzurro presenti a Torino, e ha assistito alla cerimonia dell'Alzabandiera, evento che ha aperto le celebrazioni ufficiali dell'importante ricorrenza. Antonio Daniele IL NASTRO AZZURRO LA MARCIA DELL'UNITÀ D'ITALIA Dalla Torre di San Giusto alle Torri Palatine ercoledì 16 marzo a Torino, sotto una pioggia Torino 16 marzo 2011 battente, si è conclusa la lunga marcia del Prof. Maddalena, iniziata il 3 novembre scorso da La Marcia dell'unità d'Italia, per quanto Trieste, la città di San Giusto, e proseguita per 4215 km, attinente la prestazione fisica, è giunta al terattraverso tutte le Regioni (su 122 lunghe tappe di una mine. Partito da Chivasso (Ritz Hotel) alle ore quarantina di chilometri), fino alla meta finale: Torino 06.00, sono giunto alle porte di Torino intorno prima Capitale d'Italia. alle ore 10.00. Ho trovato ad attendermi una L'ultima tappa, che per ovvi motivi non poteva essepattuglia della Benemerita e due ex alunni del re uguale a quelle che l'avevano preceduta, si e svolta in "Morosini", che mi hanno accompagnato per tre fasi. La prima è stata quella della marcia vera e protutto il corso Giulio Cesare fino alle Porte pria, da Chivasso alle Torri Palatine di Torino, dove i soci Palatine, dove era in attesa il vice presidente della Federazione hanno atteso il marciatore e lo hanno Nastro Azzurro, gen. Giuseppe Picca insieme al accompagnato in albergo. La seconda fase è stata quelLabaro della Federazione Provinciale di la degli incontri ufficiali, al Municipio prima e alla Torino, portato dai coniugi Giovanna Cresta e Regione Piemonte poi, per la firma della pergamena Franco Provero. ricordo. In precedenza però vi erano stati altri incontri Dopo le rituali interviste (Rai 3 e un'altra nella sede del Comando Regionale della GdF e nella sede TV locale), siamo andati di corsa alla Caserma della Federazione Provinciale dell'Istituto del Nastro della Guardia di Finanza di via IV Novembre, Azzurro. La terza ed ultima fase è stata quella dei festegdove l'ANFI ha organizzato una piccola convigiamenti, promossi dalla Federazione torinese ed orgaviale di benvenuto. nizzati alla grande dal "Comitato di benvenuto a Torino" Alle 15.30, visita alla sede provinciale del dove, oltre a quello della pioggia incessante, un vero e N.A. e, alle 16.30, accompagnato dagli alunni proprio bagno di folla ha accolto il prof. Michele del Liceo Scientifico "Leon Battista Alberti" di Maddalena in Piazza Statuto dove ha avuto inizio la Minturno, sono stato ricevuto dal sindaco di "Parata Tricolore". Per tre ore migliaia di cittadini hanno Torino, Sergio Chiamparino. Alle 17.30, appunfatto ala al lungo cortamento alla Regione Piemonte, sempre accomteo (aperto dal marpagnato dagli alunni suddetti e dai rappresenCol Sindaco di Torino Paolo ciatore, dalle autorità tanti del Nastro Azzurro. La firma sulla perChiamparino cittadine e dal Gen. gamena è stata apposta dal segretario del Picca, vice presidenPresidente della Regione Piemonte. Alle 23.30, accolto da bande e fanfare, sono giunto in piazte nazionale del za Castello. Il gen. Picca, rappresentante uffiNastro Azzurro) che ciale del Nastro Azzurro, ha illustrato alla si è snodato per le folta platea le fasi salienti della marcia. Lo principali vie cittadisparo di mortaretti tricolori ha sancito la chiune (mai i portici sono sura della immane fatica, dopo oltre quattrostati cosi provvidenmila chilometri in giro per l'Italia. ziali) fino alla storica L'indomani mattina, alle ore 09.00, accomPiazza Castello. Qui, da un tribuna appositamente allepagnato dalle massime Autorità del Nastro stita, il Gen. Picca, unico oratore ufficiale, ha ringraziaAzzurro presenti a Torino, ho assistito all'Alza to, a nome dell'Istituto, le Autorità e il numeroso pubbliBandiera. co che aveva sfidato la pioggia per applaudire il marciaMichele Maddalena tore, ed infine ha ringraziato il Professor Maddalena per avere ideato e portato a temine un'impresa cosi straordinaria nel cuore dell'inverno. “Questa marcia - ha detto il gen. Picca - non solo ha avuto una grande valenza sportiva, ma ha avuto una valenza patriottica ancora più grande: essa infatti è stata la risposta di un cittadino, innamorato dell'Italia, alle tante voci di dissenso che si sono sentite, purtroppo, contro l'unità. Con questa marcia infatti, come ebbe a dire il Governatore di una delle Regioni attraversate, Michele Maddalena, percorrendo a piedi tutta la Penisola, ha voluto ricordare a tutti noi che l'Italia è una e meravigliosa, in un'espressione, e soprattutto, come detta la Costituzione, è Una e Indivisibile e tale deve restare.” Gen. Giuseppe Picca (Vice Presidente Nazionale) M N O T A: Il Presidente della Federazione di Torino, assente per motivi di salute, è stato validamente sostituito dalla Signora Egle Crocetti e dai suoi collaboratori, i coniugi Dronero e la signora D'Afflitto. A tutti il sentito ringraziamento della Presidenza Nazionale. Chi è Michele Maddalena? Un Azzurro a 24 carati: professore in pensione, uomo di cultura, ricercatore storico, scrittore di romanzi, sportivo e, soprattutto, un Azzurro che ama la sua Patria. Un uomo che vuole, con l'impresa che ha compiuto, dare un contributo personale alla celebrazione del 150° Anniversario della proclamazione dell'Unità Nazionale. IL NASTRO AZZURRO 13 L’AERONAUTICA MILITARE CELEBRA IL SUO 88o ANNIVERSARIO Roma - Palazzo Aeronautica: lo schieramento i è svolta venerdì 1° Aprile, presso il Palazzo Aeronautica a Roma, la cerimonia solenne per gli 88 anni dalla costituzione dell'Aeronautica Militare come Forza Armata autonoma, avvenuta ufficialmente il 28 Marzo del 1923. All'evento, che ha avuto inizio alle ore 11,00 presso il piazzale antistante il monumentale ingresso dei "Tre archi" del Palazzo Aeronautica, ha presenziato il Presidente della Repubblica, on. Sen. Giorgio Napolitano, il Ministro della Difesa, on. Ignazio La Russa, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Biagio Abrate, ed il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Giuseppe Bernardis. Inoltre, hanno preso parte all'e- S vento i vertici delle Forze Armate e dei Corpi Armati dello Stato, nonché i rappresentanti delle Istituzioni locali. Il Generale Bernardis, nel suo intervento, ha voluto ringraziare il Presidente della Repubblica, a nome di tutti gli uomini e le donne dell'Aeronautica Militare, per aver voluto onorare la celebrazione con la sua presenza. Ha poi ringraziato tutto il personale che "ovunque, in Italia e all'estero, anche nelle più avverse condizioni ambientali ed operative, continua a fornire il proprio qualificato contributo" sottolineando che "operiamo, insieme alle altre Forze Armate, con totale dedizione ed osservanza della nostra carta primaria anche quando ci è richiesto l'uso delle armi di cui siamo sì gelosi custodi ma non certamente entusiasti propugnatori." In conclusione, nel ricordare l’attento processo di rinnovamento della Forza Armata, in cui l'uomo riveste un ruolo determinante, ha affermato che la Forza Armata è "efficiente, viva, efficace e perfettamente integrata nel sistema difensivo nazionale, che potremo consegnare con orgoglio alle future generazioni. A questo fondamentale compito tendiamo, ricercando costantemente di ottimizzare al meglio le limitate risorse disponibili, partecipando a programmi nazionali ed internazionali, portando avanti il nostro impegno nel settore aerospaziale, avviando e consolidando i rapporti di collaborazione con la società civile e con il mondo scientifico ed industriale." Il Generale Abrate, nel suo intervento, ha voluto evidenziare come le cerimonie, oltre al valore simbolico, rappresentino un'occasione per "rinsaldare importanti legami generazionali fra tutti coloro che, in una rinnovata conti- LE MEDAGLIE AL VALORE AERONAUTICO CONSEGNATE DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - Medaglia d'Argento all'equipaggio dell'elicottero HH-3F del 15° Stormo CSAR (Magg. Guadalupi, Cap. Russo, M.llo 1^ Cl. Origlio, M.llo 1^ Cl. La Rosa, M.llo 1^ Cl. Di Domenico, M.llo 1^ Cl. Savarese e M.llo 1^ Cl. Adragna), con la seguente motivazione: "i c o m p o n e n t i l ' e q u i p a g g i o i m p e g n a t o n e l r e c u p e r o d i 1 6 naufraghi da una barca a vela australiana, hanno operato in circostanze particolarmente proibitive, a m b i e n t a l i e m e t e o r o l o g i c h e , t a l e d a e s p o r r e l a l o r o v i t a a d u n e c c e z i o n a l e p e r i c o l o , d e n o t a n d o s i n g o l ar e p e r i z i a , e c c e l l e n t i d o t i u m a n e , e n c o m i a b i l e d e d i z i o n e a l d o v e r e e d i n d i s c u s s o c o r a g g i o , r e n d e n d o l ' ev e n t o p a r t i c o l a r m e n t e m e r i t e v o l e e c o m m e n d e v o l e. " Cieli di Palermo, 25 MN nord da Castellammare del Golfo, notte del 21 Ottobre 2007". - Medaglia d'Argento al Primo Maresciallo Fabio Fabbri con la seguente motivazione: "i l P r i m o M a r e s c i a l l o Fabbri Fabio, nell'incidente di volo avvenuto durante la missione 'Leone 1' nonostante le ferite riportate n e l l ' i m p a t t o c o n i l m a r e , i n c u r a n t e d e l p r o p r i o s t a t o d i s a l u t e , s i è a d o p e r a t o s e n z a e s i t a z i o n i , c o n s p r e zzo del pericolo ed altissimo senso del dovere, nel trasportare a bordo del battellone di emergenza tutto i l p e r s o n a l e , i n p a r t i c o l a r e u n m e m b r o d e l l ' e q u i p a g g i o i n d i f f i c o l t à e d i l s e c o n d o p i l o t a a r i s c h i o i p o t e rm i a , d i m o s t r a n d o s i n g o l a r e p e r i z i a e d e s p o n e n d o l a s u a v i t a a d e c c e z i o n a l e p e r i c o l o". Pratica di Mare, 07 Maggio 2008. - Medaglia di Bronzo al Maresciallo di 1^ Classe Calogero Perrone con la seguente motivazione: "S o t t u f f i c i a l e o p e r a t o r e s a n i t a r i o f a c e n t e p a r t e d i u n e q u i p a g g i o d i v o l o s u u n v e l i v o l o H H - 3 F , r e c u p e r a i n m a r e u n a p e r s o n a d i n a z i o n a l i t à t u r c a i n i m m i n e n t e p e r i c o l o d i v i t a e , n o n o s t a n t e l e c r i t i c h e c o n d i z i on i m e t e o , m e t t e v a i n s i c u r e z z a l ' i n f o r t u n a t o . E s e m p i o d i s u p r e m o c o r a g g i o e p r o f e s s i o n a l i t à". Mazzara del Vallo (TP), 12 Marzo 2006. 14 IL NASTRO AZZURRO nuità di pensiero e azione, hanno scelto di servire le Istituzioni in uniforme." Ha inoltre sottolineato quanto tutti i militari tengano alto il nome del Paese nelle missioni internazionali in cui operano a fianco delle altre Nazioni, anche nelle attuali operazioni sotto egida della NATO tese alla salvaguardia della popolazione civile libica. Quindi, dopo un breve escursus storico, il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha affermato che "l'Aeronautica Militare è il frutto dell'evoluzione di uno strumento di difesa che è riuscito a giocare da protagonista questo primo, intenso, secolo di civiltà aerospaziale. E tutto questo grazie alla professionalità del personale, sostenuto dal consenso meritato da parte degli italiani." Ha poi ricordato il conferimento del 3° Winning Italy Award alla Pattuglia Acrobatica Nazionale e la consegna della Il Presidente decora il t.col. Guadalupi Bandiera Italiana da parte del Presidente della Repubblica al Colonnello Roberto Vittori: l'astronauta la porterà con sé ad disponibilità e qualità ottenendo il consenso del Paese. Ha aprile quando, con lo Shuttle raggiungerà la Stazione infine affermato che ancorché giovane, l'Aeronautica Spaziale Internazionale. Ha, infine, concluso che "con le Militare ha saputo subito affermarsi nelle proprie tradiziomissioni di supporto e concorso fuori area, le Forze Armate ni e valori militari. associano oggi alla tradizionale attività di difesa territoriaNel contesto della cerimonia, il Presidente della le altre e nuove funzioni. Ed è lo scenario internazionale ad Repubblica ha consegnato tre Medaglie al Valore aver mutato la ragione stessa dell'impiego militare." Aeronautico. Al termine, ha visitato le Sale storiche di Il Ministro della Difesa, dopo aver correlato l'anniversario dell'Aeronautica Militare con le celebrazioni dei 150 Palazzo Aeronautica, che quest'anno celebra gli 80 anni anni dell'Unità d'Italia, ha voluto ricordarne i Caduti, i cui dall'inaugurazione, nelle quali è stata allestita una mostra nomi sono scolpiti sulle colonne di Palazzo Aeronautica. Ha sull'edificio e due stand rappresentanti l'evoluzione nel quindi evidenziato come per l'operazione internazionale in tempo dell'equipaggiamento di volo per i piloti Libia l'Aeronautica Militare ha risposto con la tradizionale dell'Aeronautica Militare. CONSEGNATO ALL’A.M. IL PRIMO KC-767A iovedì 27 Gennaio è stato consegnato il primo velivolo KC767-A all'Aeronautica Militare, che lo sottoporrà ad una serie di prove e attività per il successivo impiego operativo. Il velivolo, è il primo delle quattro aerocisterne previste dal programma, è stato ritirato direttamente dagli stabilimenti Boeing di Wichita (Kansas) USA. All'evento, tenutosi presso l’aeroporto di Pratica di Mare (RM), hanno presenziato, tra gli altri, il Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Giuseppe Bernardis, e il Presidente di Boeing Italia, Amb. Rinaldo Petrignani. Il KC767-A sostituisce il glorioso ma ormai obsoleto Boeing B-707/TT nelle operazioni di rifornimento in volo e trasporto aereo strategico assicurando la capacità di proiezione della componente aerea nazionale e NATO. La flessibilità di configurazione del velivolo consentirà contemporaneamente missioni di rifornimento in volo e di trasporto logistico passeggeri e/o cargo, nonché la capacità di operare in contesti di emergenza umanitaria. Il KC767-A nasce dalla cellula del velivolo Boeing 767, ampiamente diffuso in ambito civile. La modifica peculiare, della versione italiana, incorpora tre punti di rifornimento del tipo "probe and drogue" e di un punto di rifornimento rigido del tipo "Boom". Questa singolarità, unica nel settore, consentirà il rifornimento a tutte le tipologie di velivoli sia da combattimento, sia da trasporto in linea con le forze aeree di tutti i paesi della NATO. La moderna tecnologia avionica di cui beneficia il velivolo consente un equipaggio di soli 3 membri per le missioni di trasporto logistico, che sale a 4 membri per le missioni di rifornimento in volo. L'operatore al rifornimento in volo dispone di una stazione altamente automatizzata dalla quale vengono gestiti i velivoli ricevitori, gli impianti di rifornimento ed i flussi carburante. Il velivolo è a sua volta dotato di un punto di rifornimento sul dorso all'altezza del cockpit, che lo mette in grado di rifornirsi da un altro Tanker incrementando, così, le già notevoli capacità operative e il raggio d'azione. Presso gli stabilimenti Boeing è in fase di collaudo Il Boeing KC-767A atterra a Pratica di Mare anche un secondo velivolo prossimo alla consegna. G IL NASTRO AZZURRO 15 LA RIVOLUZIONE ISLAMICA: SOGNO E REALTÀ eneralmente le manifeDio, rese noti i dettami stazioni di piazza nei La rivoluzione tunisina ha dato il via alle rivolte della religione islamica. Tali paesi democratici islamiche dettami consistono praticavogliono rappresentare al mente in una raccolta di governo un malcontento diffuparabole, o "sure", chiamaso su determinati argomenti ta "Corano", cioè il libro politici o sociali. Negli stati non sacro dell'Islam. democratici, al contrario, Successivamente, lo hanno lo scopo di ribadire l'apstesso Maometto fu gravepoggio popolare alla politica mente contestato sul piano del governo quando esso è in teologico e proprio da dove difficoltà. meno se lo aspettava: dal Finora, eravamo abituati a fido cugino Alì che lo accudimostrazioni molto ampie e sò di "interpretare" il chiassose di questo secondo Corano e non di applicarlo tipo nei paesi islamici, anche correttamente cioè alla letse, già da un paio di anni si tera. Le contestazioni di Alì avevano notizie di sporadiche divenivano sempre più assidimostrazioni di piazza in dissenso nei confronti di qualche due e pesanti, finché un giorno Alì fu ucciso. I sospetti cadgoverno di paese arabo islamico. Ma nessuna persona di dero ovviamente su Maometto, che però aveva quello che buon senso avrebbe mai immaginato che a cavallo tra il oggi chiameremmo un alibi di ferro. I seguaci di Alì non 2010 e il 2011 governi da sempre stabili come quello di Ben poterono mai provare l'implicazione di Maometto nell'assasAlì in Tunisia e quello di Mubharak in Egitto sarebbero stati sinio del cugino, ma ne furono talmente scossi che decisero rovesciati a furor di popolo e che il dittatore libico di "rifondare" la religione musulmana e diedero luogo ad Muhammar el Gheddafi, da quarantadue anni al potere conuno scisma: da qui il nome di musulmani "Sciiti", cioè gli sciquistato con un colpo di stato, avrebbe dovuto difendere il smatici, ma anche coloro che "applicano" gli insegnamenti suo regime bombardando il suo popolo in rivolta e dando del Corano. I seguaci di Maometto, da allora, sono noti come così il via alla risoluzione con la quale il Consiglio di Sicurezza "Sunniti", cioè coloro che "interpretano" il Corano. dell'ONU ha autorizzato nazioni europee inizialmente, la Ma la religione è soprattutto una filosofia di vita sociale NATO poi, ad attuare una "no fly zone" necessaria affinché e come tale, da sempre, tende a fare da riferimento etico fosse evitato ai rivoltosi di subire bombardamenti aerei. alla politica, cioè all'esercizio del potere costituito, legittiIntanto lo Yemen, la Siria, il Barhein, il Marocco, la mandolo agli occhi del popolo. Giordania e, forse quando leggerete questo articolo, ancora Solo nei paesi democratico liberali occidentali ciò non è altri paesi del Medio Oriente, sono preda di agitazioni popopiù vero. Infatti, la democrazia è una conquista filosofica ed lari apertamente contrarie ai rispettivi governi. Molti comintellettuale, prima che sociale, dell'occidente. Essa prende mentatori parlano di "democrazia che avanza" nel mondo le mosse dall'antica "Poleis" greca, si diffonde grazie arabo. Se fosse vero le centrali del terrorismo mondiale finalall'Impero romano (Roma quando comincia ad espandersi è mente non potrebbero più contare sulle protezioni e conniuna "repubblica") e si perfeziona nei secoli, fino ad affermarvenze dei governi totalitari a matrice islamica. si definitivamente come forma di governo in Europa grazie La simultaneità con cui le sommosse popolari si sono difall'Illuminismo che, con l'avvento della "Ragione" nella vita fuse lascia davvero perplessi. Molti hanno sostenuto che filosofica e sociale riesce, per la prima volta nella storia, a internet ha favorito la rivoluzione. Ma internet è solo il più relegare la Religione (quella Cristiana) nel solo ambito spirirecente dei mezzi di comunicazione di massa, è molto vertuale e personale dei fedeli. La rivoluzione sociale in Europa satile, ma non per questo è più convincente di un articolo di si fa attendere ancora quasi un secolo, poi quando avviene, giornale. ha un unico obiettivo: la "Costituzione", cioè la legge delle Forse la funzione di internet potrebbe essere stata quelleggi, alla quale anche i regnanti devono adeguarsi. la di coordinare le sommosse, ma la partecipazione è stata Per arrivare a tanto, l'Occidente ha impiegato ben milsicuramente da parte di persone già a conoscenza di un leottocento anni dopo la nascita di Cristo. piano generale in cui erano state inserite le rispettive azioni. Perché anche l'Islam diventi democratico dovrà avere il E qui sorge l'interrogativo: cosa c'è dietro a tutte queste suo "Illuminismo". Ma prima che ciò accada, i paesi islamici sommosse nei paesi islamici? saranno governati ancora sulla base della "legge coranica", Spesso in Italia siamo portati a pensare a tali paesi come non importa da quale partito o da quale "Presidente". Infatti, ad un unicum distribuito su una vasta regione del mondo la Costituzione degli stati islamici, sia sciiti che sunniti, è il situata tra il nord Africa, il Medio Oriente e l’Asia equatoriaCorano ed è in base ad esso che vengono promulgate le le, a una società pressoché omogenea, monoculturale e a leggi ordinarie ed amministrata la giustizia. È chiaro che gli tratti poco comprensibile, invece si tratta di una molteplicità stati a matrice sciita sono più rigidi ed intolleranti, mentre di nazioni diverse, con culture, storie, governi, popolazioni, quelli a matrice sunnita appaiono più liberi e "democratici". interessi, aspirazioni e collocazioni geopolitiche diverse. Un esempio lampante è dato dall'abbigliamento femminile: In quest'ottica, la quasi contemporaneità delle rivolte e le donne dell'area afgana controllata dai Talebani, sono la sua diffusione a macchia di leopardo lascia ancora più percoperte quasi integralmente e indossano il burqha, le donne plessi: perché in Iran non si muove una paglia? E in Arabia magrebine (area sunnita) si limitano a portare un foulard in Saudita? E in Pakistan? testa, ma girano a volto scoperto. Per darci una possibile risposta, proviamo a risalire nella I paesi in cui si sono verificate sommosse popolari, sono storia fino all'epoca di Maometto. Come tutti sanno, il tutti a maggiore diffusione del credo sunnita. Anche i goverProfeta visse nel VII secolo e, dichiarandosi in contatto con ni sono quindi di ispirazione sunnita, generalmente più aper- G ti e tolleranti nell'applicazione dei principi religiosi islamici. Da ciò un più diffuso benessere sociale ed una minore caratterizzazione clericale del potere costituito, a differenza degli stati in cui dominano gli sciiti (Iran per esempio), i quali, pur sembrando in base al metro di giudizio occidentale, stati meno liberi e più socialmente oppressivi e retrogradi, sono stati interessati solo marginalmente dall'ondata di protesta generale. Il ché è un'evidente contraddizione. Possiamo quindi azzardare una prima ipotesi: forse la regia di questa ondata di sommosse popolari va ricercata nei settori sciiti, più retrogradi ed integralisti, della società islamica. Se è così, altro che rivoluzione democratica! Pensare che quanto sta sconvolgendo il mondo islamico possa preludere ad una diffusione della democrazia come la intendiamo noi occidentali, è una pia illusione. Qui siamo in presenza di un vero e proprio tentativo di restaurazione, analogo alla "Controriforma" con la quale nel XVI secolo la Chiesa Cattolica si oppose al dilagare del protestantesimo in Europa. Quindi è ancora più illusorio pensare che i paesi occidentali debbano sostenere economicamente, politicamente e addirittura militarmente le sommosse, per poter facilitare il raggiungimento della "democrazia" nei paesi islamici. Peraltro questo tentativo di esportazione politica del "prodotto democrazia" in Iraq e in Afghanistan sta già mostrando limiti insormontabili. Alla luce di questa analisi, appare ancora più difficile comprendere perché il presidente francese Nicolas Sarkozy ha voluto affrettare l'intervento militare in soccorso ai ribelli anti Gheddafi. Sulla base di quanto accaduto a Ben Alì ed a Mubharak, il Rais libico è stato considerato subito spacciato, pertanto occorreva prendere immediatamente il sopravvento sulla rivoluzione libica e indirizzarla verso una soluzione moderata e filooccidentale. Ciò anche a monito verso eventuali manovratori delle rivoluzioni tunisina e egiziana ancora in atto, e delle incipienti rivolte negli altri paesi sunniti. L'Italia, in tale spericolata manovra, non poteva giocare un ruolo primario, nonostante i legami economici e politici preferenziali con la Libia, anzi proprio a causa di questi ed anche per la tradizionale allergia alle scelte importanti in politica estera, ma ha dovuto accettare un'imbarazzata condizione di subalternità alla Francia obbligandosi a mettere a disposizione le proprie basi aeree militari e, solo dopo aver faticosamente ottenuto il coinvolgimento totale della NATO nella faccenda, anche la propria Aeronautica Militare nella campagna di sostegno all'insurrezione libica. Molti hanno sostenuto che una posizione più sganciata, analoga a quella tedesca, per intenderci, sarebbe stata migliore, ma la Germania è nel centro dell'Europa, l'Italia è in prima linea e non può sottrarsi alla situazione. Il cuore del problema è costituito proprio dall'intreccio di interessi economici e politici che l'Europa e l'Occidente hanno nei paesi nordafricani e mediorientali mentre si sta diffondendo una rivolta che sembra volersi rivolgere alla tradizione islamica più pura, e ciò alimenterà a dismisura il conflitto latente che già da decenni sta montando tra mondo occidentale e mondo islamico. In quest'ottica si può comprendere l'intervento armato europeo a sostegno di una fazione che, forse, avrebbe IL NASTRO AZZURRO Combattimenti con armamenti di fortuna vinto anche senza di esso, ma che così sarà debitrice all'Europa, alla NATO e all'ONU della sua vittoria e dovrà per forza venirci a patti. Si può anche comprendere l'imbarazzo e la lentezza dell'Italia nel decidere la partecipazione a tale intervento: l'ENI è l'azienda occidentale che ha il monopolio dell'estrazione e della distribuzione del petrolio libico. Cosa sta accadendo adesso agli impianti di estrazione di quel petrolio? Cosa succederà a conflitto terminato, quando il nuovo governo libico vorrà discutere con l'Unione Europea delle forniture di greggio e di gas? Quale ruolo avranno i dirigenti dell'ENI se l'Italia non avrà fatto la sua parte? In conclusione, l'estrema complicazione delle vicende che stanno interessando i paesi islamici, quindi, non può essere spiegata col semplicismo degli idealisti, che vorrebbero vedervi un risveglio politico popolare paragonabile alla rivoluzione francese del 1789. Un esempio è costituito dall'assassinio di Vittorio Arrigoni, molto noto per le sue idee estremiste contrarie alla politica israeliana e per l'attività di sostegno alla causa palestinese da lui condotta in loco (da anni viveva e operava a Gaza); eppure è stato assassinato da membri di una cellula "Salafita", cioè da palestinesi estremisti anti israeliani che lo hanno considerato non abbastanza anti israeliano perché fosse degno di vivere. Antonio Daniele Tornado italiani sulla Libia 17 25 APRILE 2011: LIBERAZIONE TRA LE POLEMICHE Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’Altare della Patria l Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha aperto ufficialmente le celebrazioni per il 25 Aprile con la posa della corona d'alloro all'Altare della Patria. La cerimonia, sotto una fastidiosa pioggia, è continuata con la consegna della Medaglia d'Oro al Merito Civile alla memoria di Mario Pucci, un giovane di 20 anni ucciso dai fascisti a Firenze il 13 giugno 1938. Napolitano ha ricordato che il 25 Aprile quest'anno si I L’ANPI ha indetto manifestazioni in tutta Italia (la foto si riferisce a quella di Roma) 18 inserisce nelle celebrazioni per il 150° dell'Unità d'Italia e ha parlato di "forze migliori della nazione impegnate a perseguire gli stessi ideali di libertà, indipendenza e unità". Valori che, ha ricordato il capo dello Stato, nati dall'esperienza risorgimentale, "dovettero poi essere recuperati tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945". Napolitano ha ricordato che la Liberazione coincise anche con la riunificazione del Paese e ha tracciato un parallelo con "le sfide che ci attendono per il futuro" e che "richiedono un nuovo senso di responsabilità nazionale, una rinnovata capacità di coesione, nel libero confronto delle posizioni e delle idee, e insieme nella ricerca di ogni possibile terreno di convergenza". "Non facciamo prevalere il cieco e acceso scontro" ha sottolineato Napolitano aggiungendo che Bisogna tenere fermo ciò che ci unisce e che ci tiene uniti come italiani. Il presidente della Repubblica ha anche fatto riferimento ad un "clima politico elettorale" ed alla necessità di guardare alla carta costituzionale: le prossime elezioni andranno affrontate "senza mettere in forse quei principi, quella sintesi di diritti e di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici, che la Costituzione ha sancito nella sua prima parte". Un nuovo senso di responsabilità nazionale: è IL NASTRO AZZURRO questo ciò che serve, secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al nostro Paese. Erano presenti il presidente del Senato, Renato Schifani, e i ministri della Difesa Ignazio La Russa fischiato all'inizio del suo intervento da un gruppo di persone che assistevano alla cerimonia - e dell'Interno Roberto Maroni. Il corteo celebrativo principale si è svolto invece nel pomeriggio a Milano. Vi hanno preso parte tra gli altri il leader del Pd, Pier Luigi Bersani e il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Il sindaco Letizia Moratti ha presenziato solo al momento conclusivo in piazza. Le celebrazioni della Liberazione si sono svolte quest'anno in un clima particolarmente teso. Nei giorni precedenti atti vandalici e provocazioni hanno avvelenato la vigilia e da alcuni esponenti del centrodestra sono arrivate prese di posizione nei riguardi della celebrazione, considerata non rappresentativa di tutti gli italiani. Il ministro per l'Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, ha avuto il compito di richiamare tutti all'ordine invitando anche gli esponenti della propria parte politica a riconoscere il valore della ricorrenza. A Roma, manifesti che richiamavano l'iconografia fascista, hanno augurato per il 25 aprile una Buona Pasquetta. Il sindaco Alemanno li ha fermamente condannati. In provincia di Rieti, a Poggio Bustone, la lapide del monumento intitolato al tenente dei partigiani Emo Battisti è stata divelta. A Corsico, invece, sconosciuti hanno incendiato parzialmente gli addobbi sistemati in vista della ricorrenza sul monumento alla Resistenza e asportato quelli presenti su un altro dedicato agli Alpini. Tutti Il manifesto della discordia episodi che hanno rischiato di accendere tensioni e rinfocolare vecchie contrapposizioni ideologiche. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, si è invece recato a Herat per una visita ai militari italiani impegnati in Afghanistan. Fini, che indossava il giubbetto mimetico dell'esercito, è stato accompagnato dal deputato di Fli Gianfranco Paglia, ex parà della Folgore a suo tempo impegnato nella missione in Somalia, e ha incontrato i membri del locale “Provincial Reconstruction Team” (PRT) e i soldati del contingente italiano nella base di "Camp Arena". "Oggi è la festa della Liberazione. - ha detto parlando ai militari - Credo che ognuno di voi sia la dimostrazione di come la lotta per la libertà non conosce confini geografici e di come in nome della libertà occorre continuare con il massimo dell'impegno". Il ministro La Russa contestato durante l’intervento IL NASTRO AZZURRO 19 MEDAGLIE D'ORO ECCELLENTI Maresciallo Maggiore G.d.F. VINCENZO GIUDICE incenzo Giudice nasce ad Eboli (Salerno) il 24 marzo 1891. Nell'ottobre del 1911 si arruola nella Regia Guardia di Finanza e, grazie alle numerosi attestazioni positive, nel maggio 1915 viene promosso Sottobrigadiere. Partecipa attivamente al 1° conflitto mondiale nel XVI Battaglione, combattendo sempre in prima linea e distinguendosi per le doti morali e per un sereno coraggio. Nel marzo 1920 viene promosso Maresciallo Ordinario, due anni dopo Maresciallo Capo e nel 1929 Maresciallo Maggiore. Si sposa con Margherita Gambaccini e dallo loro unione nascono Anna Maria e Marcello. All'inizio della seconda guerra mondiale Vincenzo Giudice viene destinato al Comando della Sezione del Corpo di Marina di Carrara. Successivamente, in seguito ad un bombardamento che distrugge completamente la casa in cui abitava, decide di sfollare con la famiglia a Bergiola Foscalina (Carrara). Nel giugno 1944, dopo lo sfondamento della linea difensiva tedesca e la liberazione di Roma da parte delle forze Alleate, la linea di contatto si sposta più a nord fino ad un V irrigidimento delle forze tedesche su posizioni predisposte da tempo lungo il tratto che correva da Massa a Pesaro attraverso le dorsali dell'Appennino toscoemiliano, cui era stato dato il nome di "linea gotica". La linea fortificata costituisce un notevole ostacolo all'avanzata degli Alleati che non riescono a superarla di slancio e nel contempo provoca un aumento dell'attività resistenziale alle spalle del fronte tedesco, diretta ad ostacolare il flusso di uomini e mezzi. I tedeschi nella zona di Massa e Carrara rispondono con feroci rappresaglie, nelle quali si distingue il XVI battaglione SS, guidato dal Magg. Walter Reder: S.Anna di Stazzema (560 vittime) - Valla (107) - San Terenzio - Vinca Fivizzano - Frigido (108). Il 16 settembre fu la volta di Bergiola Foscalina, piccolo Comune vicino a Carrara. A Bergiola Foscalina era sfollata la famiglia del Maresciallo Vincenzo Giudice, comandante della Sezione della Guardia di Finanza di Marina di Carrara, che era stato costretto a spostarsi con tutti i componenti della locale Compagnia a La Spezia. L'uccisione di un militare tedesco in una località vicino a Bergiola Foscalina fu il pretesto per pro- Giuramento nella Caserma di Coppito (AQ) intitolata a Vincenzo Giudice 20 IL NASTRO AZZURRO LA MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE "S o t t u f f i c i a l e d e l l a G u a r d i a d i F i n a n z a , a v v e r t i t o c h e l a r a p p r e s a g l i a t e d e s c a s i a p p r e s t a v a a m i e t e r e v i t t i me innocenti fra la popolazione civile, si presentava al comandante la formazione SS operante, offrendo la p r o p r i a v i t a p u r c h e f o s s e r o s a l v a t i g l i o s t a g g i , f r a i q u a l i l a m o g l i e e l a f i g l i a . D i f r o n t e a l l ' o b i e z i o n e e s s ere egli un militare, si liberava prontamente della giubba ed offriva il petto alla vendetta nemica. Crivellato d i c o l p i , p r e c e d e v a i c i v i l i s u l l ' A l t a r e d e l m a r t i r i o" Bergiola Foscalina di Carrara, 16 settembre 1944 vocare la rappresaglia tedesca. Il Maresciallo Giudice, mentre fa ritorno a casa dalla propria sede di servizio, si accorge subito della situazione anomala che si presenta ai suoi occhi: strade mute, attrezzi di lavoro buttati a terra ed infine apprende che i Tedeschi hanno preso in ostaggio 70 abitanti e li hanno portati nella scuola elementare. Giudice, consapevole di chi si potrebbe trovare nella scuola, si precipita nel centro del paese per tentare di sventare la strage. Durante il tragitto apprende il motivo che ha condotto a quella situazione: un partigiano ha ucciso un tedesco alla base della collina; un abitante di Bergiola, rinvenuto il cadavere e nel timore di essere incolpato, fugge nei boschi lasciando sul posto il suo zaino. Dall'indirizzo rilevato sullo zaino, i nazisti risalgono al piccolo comune apuano, dove si portano rapidamente e si apprestano a vendicare il loro caduto. Il Maresciallo Giudice giunto presso l'edificio scolastico e accorgendosi che tra gli ostaggi vi sono anche la moglie e la figlia, tenta di convincere il Comandante nemico a desistere dai suoi intendimenti, cercando di far capire che una strage di donne, vecchi e bambini era del tutto inutile. Ma quando si rende conto che le sue parole sarebbero rimaste inascoltate, decide di sacrificare la propria vita per salvare altri innocenti. La sua richiesta di essere fucilato viene respinta in quanto la rappresaglia non può esercitarsi su di un militare in divi- sa. Il Sottufficiale a questo punto capisce che l'unica soluzione possibile è quella di fare a meno del suo stato di militare, quindi si spoglia della giubba dell'uniforme e, dopo averla baciata, la depone a terra dicendo "Ecco! Ora non sono più un militare! Uccidetemi pure!" I Tedeschi rimangono impassibili e con freddezza aprono il fuoco uccidendo il Maresciallo. Il suo sacrificio è purtroppo vano: il plotone uccide tutti i 72 gli ostaggi, comprese la moglie e i due figli (Maria 21 anni e Marcello 16 anni) del Sottufficiale. Quindi viene appiccato il fuoco con i lanciafiamme. Bassorilievo raffiguarnte il martirio di Vincenzo Giudice LE TESTIMONIANZE "L a m a t t i n a d e l g i o r n o 1 6 i l T e n . F o f f o a l c o m a n d o d i 2 2 u o m i n i s i è p o r t a t o i n l o c a l i t à F o c e d i C a r r a r a p e r s b a n c a r e u n c a n n o n e d a 1 4 9 e s e m i p e s a n t i a u t o m a t i c h e . G i u n t i i n d e t t o l u o g o n o n è s t a t a t r o v a t a l a p o s t azione, bensì una quindicina di tedeschi che bivaccavano in mezzo a famiglie abitanti in una casa colonica … per non provocare disgrazie fra i civili il Ten. Foffo non attaccava i detti tedeschi, ma la sentinella che, d i s t a n t e c i r c a 3 0 0 m e t r i , c o n t r o l l a v a i d o c u m e n t i d i c i r c o l a z i o n e . Q u e s t a r i m a n e v a u c c i s a a l l a p r i m a s c a r ic a … i l g r u p p o d e l T e n . F o f f o e r a c o s t r e t t o a r i t i r a r s i f i n s u i m o n t i d i B e r g i o l a F o s c a l i n a , d a l q u a l p u n t o f a c ev a p o i r i e n t r o i n s e d e . N e l p o m e r i g g i o è g i u n t a n o t i z i a c h e i b r i g a n t i d e l l ' e s e r c i t o n a z i f a s c i s t a s i e r a n o p o rt a t i i n B e r g i o l a . I l c o m a n d o c o m p a g n i a i n v i a v a n u o v a m e n t e i l T e n . F o f f o c o n 1 2 u o m i n i" da Diario storico del Gruppo Patrioti apuani " D a l l a f i n e s t r a h o v i s t o p a r t i r e d u e c a m i o n c a r i c h i d i f a s c i s t i e d i S S . S i d i r e s s e r o v e r s o B e r g i o l a" testimonianza di Almo Franceschi di Carrara "E n e l p o m e r i g g i o d e l 1 6 s e t t e m b r e u n a f o r t i s s i m a c o l o n n a d i t e d e s c h i e f a s c i s t i , c i r c o n d a t a B e r g i o l a , d a v a i n i z i o a n u o v i i n c e n d i e m a s s a c r i …" da Memorie partigiane di Nardo Dunchi "V e r s o l e o r e s e d i c i u n a v e n t i n a d i S S m o n t a t e s u a u t o m e z z i e a c c o m p a g n a t e d a a p p a r t e n e n t i a l l e f o r m a zioni fasciste, si portarono a Bergiola Foscalina, da dove si presumeva fosse partito il colpo d'arma da f u o c o c h e u c c i s e i l t e d e s c o" da una testimonianza fornita dall'ANPI di Carrara. "A l l e 1 4 , 0 0 d e l 1 6 s e t t e m b r e u n c o l p o d i f u c i l e u c c i d e u n m i l i t a r e t e d e s c o i n l o c a l i t à F o c e … a l l e 4 d e l pomeriggio entra in Bergiola il battaglione di SS comandato dal Magg. Reder con al seguito alcuni uomini di reparti repubblichini. In paese trovano solo vecchi, donne e bambini. Gli uomini avevano abbandonate l e c a s e , a l c u n i g i à a l c u n i g i o r n i p r i m a , g l i a l t r i n o n a p p e n a v i d e r o s a l i r e a l p a e s e g l i a u t o b l i n d o d e i n a z i s t i" dal sito web resistenza toscana.it IL NASTRO AZZURRO 21 LA BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II IL PAPA DI "VALORE" Giovanni Paolo II a Città del Messico el giorno della Beatificazione di Giovanni Paolo II un sole che non può non apparire simbolico ha invaso la capitale. Il soffitto azzurro di questo particolare primo maggio romano è sembrato una specie di miracolo tutto dedicato ai pellegrini, dopo la pioggia scura e persistente degli ultimi giorni. La proclamazione ufficiale si è svolta la mattina col rito solenne presieduto da Papa Benedetto XVI sul sagrato della basilica di san Pietro in presenza di oltre un milione di pellegrini. La commozione era tanta in piazza, e non ha risparmiato neppure papa Benedetto XVI che, per l'occasione ha indossato i paramenti sacri del suo predecessore durante la celebrazione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi hanno avuto un breve colloquio con papa Benedetto XVI all'interno della Basilica di San Pietro al termine della cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II. Tra il Pontefice e le due autorità italiane il colloquio è durato il tempo di un cordiale scambio di saluti. Uscendo dalla sagrestia dove si è svolto il breve incontro sia Napolitano che Berlusconi sono apparsi sorridenti. "Quello che ho trovato magnifico è stato l'afflusso della folla, come un fiume carsico che improvvisamente è venuto fuori.". Così il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha commentato il milione e mezzo di pellegrini che hanno seguito la beatificazione di Giovanni Paolo II. "Una folla estremamente composta - ha aggiunto - che non aveva fretta né rabbia di arrivare in prima fila. L'importante era esserci e partecipare a questa festa, per essere in contatto per un giorno e per sempre con Giovanni Paolo II". N 22 I cattolici in tutto il mondo hanno seguito l'evento. Veglie di preghiera e maxischermi hanno raccolto folle di fedeli dall'Australia alle Filippine, all'America Latina e all'Europa, che hanno potuto seguire la cerimonia di Piazza San Pietro oltre che con le dirette delle televisioni di tutto il mondo e via web. A Sydney centinaia di persone si sono raccolte nella cattedrale di Saint Mary, dove é stata celebrata una messa speciale per la beatificazione. Sulla piazza davanti all'entrata c'era uno schermo gigante che ha trasmesso la cerimonia di San Pietro. A Manila l'Arcidiocesi ha organizzato anche una corsa non competitiva per celebrare la beatificazione di Giovanni Paolo II, che visitò il paese due volte, con all'arrivo una messa celebrata dal vescovo ausiliario Broderick Pabillo. In America Latina, continente visitato più volte da Karol Wojtyla, migliaia di fedeli hanno seguito all'alba la cerimonia vaticana, raccogliendosi da Lima a Città del Messico davanti ai maxischermi che hanno trovato davanti alle parrocchie, nelle piazze e anche in molti stadi. A Londra grandi schermi sono stati installati alla cattedrale di Westminster mentre in tutta la Francia sono state celebrate "messe di comunione" con quella di beatificazione in Vaticano. Nel centro di Madrid, in Calle Princesa, è stato collocato un maxischermo davanti alla chiesa del Buen Suceso. In Belgio, un maxischermo é stato allestito a Bruxelles davanti alla basilica di Koekelberg e un altro a Namur, fuori dalla chiesa di Hingeon. A Varsavia le immagini di quanto accadeva a Roma sono state viste dalla folla in piazza Pilsudski, la stessa in cui nel 1979 l'appena eletto Giovanni Paolo II pronunciò le famose parole che diedero la spinta propulsiva a IL NASTRO AZZURRO Solidarnosc: "Non abbiate paura, cambiate il mondo". A Cracovia 100.000 persone hanno sfidato il freddo per pregare nella chiesa della Divina Pietà, nel quartiere di Lagiewniki, dove è custodita una fiala contenete il sangue di Giovanni Paolo II. Grazie alla guarigione inspiegabile dal morbo di Parkinson di suor Marie Somon Pierre, la giovane religiosa francese, è stata possibile una beatificazione in tempi record. La cerimonia di beatificazione, non a caso, è avvenuta nel giorno in cui la Chiesa festeggia la domenica della Divina Misericordia, festa istituita dallo stesso pontefice pochi anni prima del suo ritorno alla Casa del Padre. Giovanni Paolo II è beato perché ha saputo vivere il Vangelo in semplicità e umiltà e ha guidato la Chiesa verso il Cristo Risorto con sapienza e giustizia. In pratica, un pontefice di grande “Valore” umano e spitrituale. Il suo pontificato ha attraversato lo scorcio finale del ventesimo secolo portando con determinazione il messaggio di fratellanza dell’umanià al là degli steccati creati dall’antagonismo dei due blocchi. La sua azione politica è stata determinante nel condurre al crollo l’ideologia comunista. I suoi viaggi in tutto il mondo sono stati essenziali nell’unire cercando le similitudini, dove ci si contrapponeva cercando le differenze. Indubbiamente Giovanni Paolo II è stato un personaggio di grandissismo Valore e di fortissimo carisma. La folla di fedeli presenti al suo funerale già chiedeva gli onori degli altari per il papa polacco: "Santo subito!" inneggiavano numerosi cartelli. La sua memoria sarà celebrata il 22 ottobre. Il passo successivo sarà la canonizzazione. "È necessario un nuovo segno dall'alto, una voce di Dio che ci spinga a proclamare Giovanni Paolo II Santo". Lo afferma il postulatoSuor Marie Somon Pierre è guarita dal re della causa del morbo di Parkinson per intercessione P a p a di Giovanni Paolo II polacco, monsignor Slawomyr Oder. “Il mio compito perciò, adesso, è quello” - spiega alla R a d i o Vaticana “di vigilare per poter rendersi conto e presentare alla Chiesa un caso che potrebbe IL NASTRO AZZURRO I fedeli si sono dati convegno a Piazza San Pietro fin dalla notte essere riconosciuto come un miracolo attribuito ad intercessione di Giovanni Paolo II e, in questo modo, creare le premesse per la canonizzazione. Quello che veramente colpisce” - aggiunge il sacerdote commentando la presenza oggi a Roma di un milione e mezzo di fedeli - la percezione che le persone hanno avuto durante la sua vita e che continuano ad avere: la percezione della paternità che Giovanni Paolo II incarnava; la paternità che significa la vicinanza, la presenza, la partecipazione ai sentimenti, alle gioie e ai dolori, la partecipazione alle vicende delle persone e delle famiglie". Monsignor Oder commenta nell'intervista anche "il modo in cui le persone si rivolgono a Giovanni Paolo II sono legate ad appellativi di familiarità. Lo chiamano: papà, nonno, fratello, amico, Karol. Tutti appellativi, questi, che esprimono la costante presenza di Giovanni Paolo II nei cuori e nelle case delle persone. La constatazione della Santità - ricorda in proposito il postulatore - la prova della Santità, parte dalla constatazione della presenza nel popolo di Dio della fama di Santità, e questa fama di Santità è esplosa così visibilmente, in modo così tangibile, nei giorni della sua malattia, della sua morte, del suo funerale, quando è diventato addirittura il grido "Santo subito". Questa convinzione - rileva monsignor Oder - continua ad esistere nella Chiesa. A testimonianza di questa realtà ci sono innumerevoli pellegrinaggi che ogni giorno visitano la tomba di Giovanni Paolo II. Lui è rimasto con noi, lui è rimasto come un buon amico che vigila, intercede, che protegge e prega per noi". Per il postulatore è importante la scelta di Benedetto XVI di aver elevato all'onore degli altari il suo predecessore nella Domenica in Albis e Domenica della Divina Misericordia. "Non è - sottolinea - una coincidenza, non è un caso, ma una scelta ben ponderata e voluta dal Pontefice. Si tratta di una realtà molto presente nella vita di Giovanni Paolo II, una dimensione della sua spiritualità, che sicuramente ha caratterizzato sia la sua vita personale sia la sua attività pastorale". Secondo, monsignor Oder, "non è però - l'unico significato, quello di richiamare la sua morte, 'pia morte', alla vigilia della Divina Misericordia". Infatti, "il primo maggio è anche l'inizio del mese mariano". E così, "abbiamo anche la presenza di Maria, che lui ha amato tanto. In qualche modo questa data conclude e incorona il suo Pontificato, ponendo un sigillo sul 'Totus Tuus'". 23 D E T T O MINORANZE RUMOROSE on queste righe non intendo affatto prendere le difese del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, lui stesso ha altri e più efficaci modi per farlo, ma voglio solo sottolineare che, almeno dal mio punto di vista di libero cittadino ed elettore in un paese democratico, non ne posso più! Non è possibile che l'Italia vada letteralmente alla deriva in una situazione politica ed economica così complessa e difficile, mentre quella solita "minoranza rumorosa", che fa credere da anni nell'esistenza di un'opinione pubblica che in realtà è solo un'opinione "pubblicata", sta facendo di tutto per "mandare a casa" il Capo del Governo che, senza tema di smentita, è stato designato dal Capo dello Stato a seguito di un responso inequivocabile delle urne, e neppure si preoccupa di dire al popolo sovrano, che cosa vorrebbe proporre per il dopo. Sono costretto, mio malgrado, a dire che "per fortuna" il caporal maggiore Luca Sanna ha trovato la morte in Afghanistan in un momento in cui quella "minoranza rumorosa" non "aveva tempo" per esprimere le solite lamentele sull'inutilità della nostra permanenza in quel martoriato paese, mettendo le premesse per il successivo e più temibile attentato ai nostri ragazzi in uniforme; aveva tempo solo per rinnovare giornalmente un indegno gossip sulle discutibili attività di escort, o meglio, prostitute, approfittatori e altra ignobile feccia che si sarebbe attaccata, come una colonia di cozze su uno scoglio, a casa Berlusconi, per non parlare dei fragorosi "annunci" delle relative inchieste giudiziarie di contorno. Mi sento molto più vicino alle bellissime parole di Giuseppe Sanna, fratello di Luca, che, ospite della trasmissione di Rai Due "I fatti vostri" condotta da Giancarlo Magalli, otto giorni dopo l'uccisione del giovane alpino in Afghanistan ha detto: "... La missione deve andare avanti ... Far tornare i nostri militari in Italia vanificherebbe il sacrifico di Luca e di tutti i ragazzi morti in missione". Antonio Daniele (Direttore Responsabile de “Il Nastro Azzurro) C CRITICHE CRITICHE CRITICHE uando si scrive o ci si riunisce per festeggiare una data, una ricorrenza importante, come il primo secolo e mezzo della nostra unità nazionale che, storicamente parlando, di anni ne ha quasi tre mila, si deve essere convinti che è una festa che santifica il passato guardando al futuro, al quale futuro auguro, tra 150 anni, di contare almeno come il nostro recente passato. A chi ha avuto la fortuna di nascere nel Bel Paese, … anche se qualcuno pensa che Bel Paese sia un tipo di formaggio come il "Nastro Azzurro" una nota marca di birra … vorrei ricordare che … pensando ai nostri primi 150 anni: "Per amare il tuo paese devi conoscerlo, per conoscerlo devi amarlo" farina di Seneca e "Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese" farina di J. F. Kennedy. A tale proposito riprendo la riflessione di un "vecchio soldato" che fece e continua a fare il proprio dovere nella società moderna (Pur avendo ampiamente superato gli ottantacinque anni, è ancora un professionista molto attivo): "Prima che arrivino le "belinate" di destra, del centro, di sinistra, che ci sommergeranno, ci sia consentito di commemorare, a modo nostro, i 150 anni dell'unità d'Italia, glorificando i tre personaggi che la vollero e ne furono autori, promotori e protagonisti, sottoposti domani - c'è da scommetterci - all'esame microscopico revanscista dei controllori-interpreti a posteriori. Immagino già le critiche dei dotti spulciatori del passato, che tutto sanno fare fuorché mettersi nei panni dei protagonisti di allora e inserirsi nella loro mentalità, nel grado d'evoluzione culturale dell'epoca, nella specialità, nella visuale politica di quei tempi, nei sinceri sentimenti d'amor patrio, nella rigida concezione del dovere, nel senso dell'onore, nell'ossequio alla maestà del sovrano, nella rabbia contro lo straniero dominante; insomma, in uno stringato concetto: che parlano col senno di poi, ignorando le condizioni culturali, mentali, sentimentali, sociali, ataviche ed emotive dell'epoca. L'unità d'Italia l'unità della Patria che noi abbiamo amato e servito - è stata frutto dell'opera (sia pure non fra loro coordinata e, a volte, contrastante) dei tre personaggi qui si seguito ricordati; personaggi che (nonostante i loro difetti, ma chi non li ha?) noi dovremmo semplicemente ringraziare, onorare e commemorare: Vittorio Emanuele II, Camillo Benso di Cavour e Giuseppe Garibaldi." Anticipo, con queste citazioni, quello che sarà il motivo dominante dell'anno in corso: critiche, critiche, critiche. Giovanni Bartolozzi (Vice Presidente della Federazione di Lecco) Q F R A N O I 24 CONDANNATI A RIPETERE esperienza è un pettine che la natura dona ai calvi. L'antica ironia cinese illustra perfettamente l'ottusità umana che considera la saggezza acquisita con le prove della vita come "un regalo utile che non serve a niente". Chi non conserva la lezione ricevuta attraverso l'esperienza della vita è inesorabilmente destinato a inciampare di nuovo in errori e fallimenti. Purtroppo l'umanità si ripresenta sempre sugli stessi abissi, pronta a precipitarvi. Ecco perché il ricordo diventa fondamentale proprio per il progresso e non tanto per la conservazione. E invece la smemoratezza contemporanea è convinta che, senza lo scrigno del ricordo, si possa procedere più spediti. In realtà si commettono errori che erano già stati vissuti, identificati e bollati dalla storia. Ma in positivo, si perdono anche tutti i valori, le intuizioni, le creazioni che il passato ci ha lasciato come patrimonio. Gianfranco Ravasi L' IL NASTRO AZZURRO NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO Intestata una saletta del Museo di Castel del Rio al T.Col. bers. Aurelio Barnabè MAVM Su segnalazione del figlio della MAVM, cap. med. Cpl. In congedo Mario Barnabè, si è appreso che recentemente è stata intestata una saletta del Museo della Guerra di Castel del Rio, comune dell'Appennino Imolese che nella seconda guerra mondiale si trovava sulla Linea gotica. Nel museo sono presenti numerosi e interessanti cimeli dell’eroe imolese che, richiamato come ufficiale di complemento al VI reggimento Bersaglieri, fu sul fronte iugoslavo e poi sul fronte russo dove, come comandante della III Compagnia, meritò un encomio solenne, una Medaglia di Bronzo "sul campo" e una Medaglia d'Argento. Ferito al petto sull'ansa del Don, fu per mesi in pericolo di vita. Rientrato alla vita civile come dirigente bancario e deceduto nel 1994, ricevette numerosi onori postumi. L'Etiopia firma un trattato di pace con la fazione ribelle dell'Ogaden 13 ottobre - L'Etiopia ha firmato ieri un trattato di pace che, secondo entrambe le parti, è destinato a porre fine al conflitto con la fazione ribelle che ha costituito per vent' anni la principale minaccia al flusso di petrolio delle società straniere nella regione contesa dell'Ogaden. Abai Tsehaye, consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro Meles Zenawi, ha accolto la firma del trattato come un elemento capace di rafforzare l'unità nella regione del Corno d'Africa. L'ONLF si batteva per l'indipendenza di questa provincia, a maggioranza etnica somala. La fazione firmataria dell'accordo con Addis Abeba rappresenta l'80% dei ribelli che minacciavano il blocco energetico nell'Ogaden, regione confinante con la Somalia. Al 41° Stormo il premio "Scudi di San Martino" Il 13 novembre, nel Palazzo Vecchio di Firenze, il col. pil. Luca Tonello, comandante del 41° Stormo, ha ricevuto l'attestato di benemerenza degli "Scudi di San Martino" dell'omonimo Istituto di Firenze, riconoscimento che insieme agli "scudi" d'argento e a quelli di bronzo, viene annualmente attribuito dal 1986 a persone ed enti che si sono particolarmente distinti per impegno, spirito di sacrificio e coraggio a favore dei più deboli, dei bisognosi e delle persone in grave pericolo. Nella motivazione del premio concesso al 41° Stormo dell’A.M. viene sottolineato che, oltre ad aver garantito con la propria attività di costante pattugliamento del Mediterraneo "sicurezza e prosperità delle rotte commerciali operanti nel bacino di competenza" lo Stormo "talvolta in condizioni di estremo disagio meteo-ambientale" ha svolto numerose missioni di ricerca e soccorso in mare che "hanno consentito, nel corso degli anni, molteplici localizzazioni di profughi su gommoni e barconi - con conseguente salvataggio di vite umane che, senza l'impegno, la dedizione e l'intimo coinvolgimento degli equipaggi e del restante personale tecnico e logistico, avrebbero potuto subire ben differenti destini". Nell'occasione è stato ricordato che tra i premiati "storici" vi sono Madre Teresa di Calcutta, i Vigili del fuoco di Chernobyl e di New York e l'organizzazione premio Nobel "Medici Senza Frontiere". Allievo dell' Accademia Aeronautica nominato "Alfiere del Lavoro" Il 17 novembre, in occasione della cerimonia per il conferimento delle insegne di Cavaliere dell'Ordine "Al Merito del Lavoro" che, presieduta dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha avuto luogo al Quirinale, sono stati anche consegnati i tradizionali premi "Alfieri del Lavoro" a 25 studenti classificatisi i migliori tra quelli diplomati nelle scuole superiori, premi che intendono costituire un legame ideale fra gli studenti stessi e i Cavalieri. Tra i premiati, l'allievo del 1° anno del Corpo del Genio Aeronautico Pietro De Lellis frequentatore del corso "Marte V" dell'Accademia Aeronautica, che - come gli altri - ha ricevuto dal Capo dello Stato dello Stato l'attestato d'onore e la Medaglia del Presidente della Repubblica, Una nota dell'AM ricorda in proposito che "che dal 1961 al 2010 sono stati premiati 1.255 "Alfieri del Lavoro". Per il 2010 gli studenti segnalati sono stati 1.635, dei quali 1.340 rispondenti ai requisiti previsti ('ottimo' alla licenza media, medie annuali dei primi quattro anni della scuola secondaria superiore, non inferiori, per ciascun anno, a 8/10, votazione di 100/100 all'esame di Stato - requisito chiesto successivamente solo per i premiati). Fra i segnalati c'erano 520 ragazzi e 820 ragazze. La media degli studenti premiati va dal 9,51 al 10. Inoltre, 18 hanno ottenuto la lode all'esame di Stato". IL NASTRO AZZURRO 25 INDIPENDENZA, UNIONE E LIBERTÀ l'idea politica di Ciro Menotti per l'Unità d'Italia l 17 marzo 1861, a Torino, "Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e i suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato". Torino addì 17 marzo 1861. È la proclamazione ufficiale del Regno d'Italia. Per la realizzazione della sua idea, Ciro Menotti, il 26 maggio 1831, sale sul patibolo. Il cronista della Corte Ducale di Modena, Francesco Sossai, così scrive "Dalle ore 6,30 alle 7,30 sul bastione davanti alla destra della Cittadella vengono tratti a morte primo il Dottor Vincenzo Borelli, poscia in altra forca vicina Ciro Menotti…..". Le ultime parole di Ciro sono "La delusione che mi conduce a morire farà aborrire agli Italiani ogni ingerenza straniera nei loro interessi, e li avvertirà a non fidarsi che nel soccorso del loro braccio … Io muoio innocente; non ho immaginato mai di uccidere il Duca: gli ho salvato anzi due volte la vita. Non me ne pento: perdono a colui che mi assassina e prego che il mio sangue non cada su di lui e su i suoi figli". I 26 Il supplizio dura lento e atroce e al Menotti si nega l'uffizio del tirapiedi; da qui traspare la crudeltà di Francesco IV e la rabbia per una speranza sfumata e rinnegata. - sfumata: perché i moti del 31 erano stati organizzati come "insurrezione di popolo con re da effettuarsi senza ira ed offesa"; - rinnegata dopo l'intervento austriaco, richiesto dal Papa Gregorio XVI. L'accusa è: - per Vincenzo Borelli l'aver rogato, dopo la fuga del Duca a Mantova, l'atto di decadenza della dinastia degli Estensi. - per Ciro Menotti di lesa maestà. Lesa Maestà? Facendo leva sull'ambizione di Francesco IV d'Este, che fin dal Congresso di Vienna aveva dimostrato di volere allargare i suoi domini, l'Avv. Enrico Misley, consigliere del Duca, e Ciro Menotti, imprenditore d'avanguardia, organizzano un moto, che lo stesso Duca sovvenziona. Considerata la situazione internazionale favorevole all'attuazione della rinascita dello Stato Italia, si dà origine a quella che è chiamata la "congiura estense" . Organizzatori del moto, che doveva dalle "Alpi all'Etna" riscattare l'Italia a Nazione, sono, per motivi di opportunità, a livello nazionale, Ciro Menotti e, a livello internazionale, per i suoi contatti con i Comitati Cosmopoliti di Parigi e di Londra, costituitisi come coordinatori dei rivoluzionari di ogni nazione, Enrico Misley. Fra i due corre un'amicizia fraterna. Dalle lettere scritte da Ciro al Misley nel 1830: “A Roma si teme che il Conclave venga distrutto dal Popolo…" "A Roma tutto va lietamente, perché non si vuole dalla Romagna fare da sé: prima vogliono essere bene organizzati sul piano da noi ideato e vogliono che Parigi dica come e quando tutti dovranno incominciare.." "Questa sera andrò da S.A.R. per il noto affare: da Roma sono stati esiliati quei Romagnoli tutti che vi erano, fra loro Malmusi …" "Eccoti gli affari di Roma. Il 13 doveva essere preso il Castello S. Angelo, perché custodito da soldati compri. Luigi Napoleone montò a cavallo per andare al Luogo ove 500 congiurati dovevano trovarsi. Non v'erano o ve ne erano pochi. Al Castello non era più la truppa compra …" "La Francia interverrà si o no se l'Austria passasse il Po? Ecco le notizie che vogliamo sapere …" "Sicuri del concorso di Francia l'entusiasmo sarà al colmo" "La gioventù è ansiosa di slanciarsi …" Il Duca vi partecipa da assente finché la mutata situazione francese e il rumore austriaco lo inducono a rinunciare alle sue aspirazioni di espansione territoriale e a rinnegare il patto di reciproco aiuto stretto con Ciro Menotti: "questi non avrebbe mai attentato alla vita del Duca e della sua famiglia, quegli assicurava al Menotti che in ogni evento IL NASTRO AZZURRO di Bologna, quando il vento ad essa recò l'eco del cannone avrebbe salva la vita". La data stabilita è la notte del 5 febbraio 1831. L'arresto di Modena, all'entusiasmo della gioventù parmigiana non del giovane Nicola Fabrizi fa precipitare gli eventi. avvertita, non coordinata, alle stampe, ai bandi, alla Ciro riunisce nella sua casa in Corso Canalgrande una Bandiera che sventolò tra quei moti. Quella bandiera fu la quarantina di amici (43) e anticipa la rivolta con poche armi bandiera italiana, quei colori erano i nazionali italiani, quele una bandiera tricolore, cucita dalla contessa Rangoni. le prime voci erano voci di Patria, di fratellanza. Quel fremiLa notte del 3 febbraio scocca la scintilla che avrebbe to, quel tumulto, quel moto era il voto dei forti concentrato portato all'Unità d'Italia. Un battaglione di linea apre il fuoco allora intorno ad un nome: al vecchio nome d'Italia, a quel contro la casa di Ciro. Lo scontro è aspro. Tuona il cannonome immenso di memorie, di gloria, di solenne sventura, ne. La congiura è soffocata. Ciro fatto prigioniero e condotche i secoli di muto servaggio non avevano potuto spegneto nelle carceri della Cittadella in attesa del boia. La casa re. perquisita. Tutti i documenti distrutti. Gli insorti volevano l'unità, l'indipendenza, la libertà La rivolta divampa a Parma, a Ferrara, a Bologna, nelle dell'Italia; volevano una Patria, volevano un nome con il quale Marche, nell'Umbria. Il Duca abbandona Modena e si dirige potersi presentare al congresso futuro dei popoli liberi. verso Mantova portando con sé Menotti prigioniero, ora La gioventù insorta non si arrestava davanti ad ostacovisto non più come minaccia ma come ostaggio. li di lunga guerra o di disagi d'ogni genere: chiedeva la gioGiuditta Sidoli innalza il Tricolore sul balcone del palazventù bolognese d'invadere la Toscana; chiedevano i naziozo comunale di Modena; si applaude alla libertà e all'indipendenza italiana. Il Duca Francesco IV D’Este Viene istituito un Governo provvisorio e nominato dittatore Biagio Nardi, che, accettato l'incarico, così esordisce: "È giunta un'epoca felice in cui l'uomo recupera la sua dignità di uomo, deponendo la figura dei bruti che è stato costretto ad assumere da molti secoli. ... Voi siete liberi, o Modenesi e abitanti di questa Provincia, perché comandate ed obbedite a voi stessi, o per meglio dire non comandate né ubbidite ad alcuno: è la legge che comanda a tutti, e tutti a quella debbono ubbidire". ... “L'Italia è una sola, la Nazione italiana è una sola, perché a tutti gli abitatori d'Italia appartiene questa classica terra, perché la bella lingua italiana tutti gli italiani unisce in una grande famiglia, composta di circa sedici milioni di abitanti. È sempre stata disgrazia per noi italiani l'essere divisi da governi, ma ciò non toglie il carattere nostro nazionale….." Modena fu il primo territorio sul quale sventolò il Tricolore di un'Italia indipendente e libera dalla dominazione dello straniero, anche se solo per la durata di un mese. Intanto anche Roma si ribella ma la sommossa di Piazza Colonna viene subito repressa. L'insurrezione si ripercuote fino a Palermo. Così scrive Giuseppe Mazzini in "D'alcune cause che impedirono finora lo sviluppo della libertà in Italia". “Che volevano gli insorti? Chiedetelo al pensiero che ordinava quei moti, chiedetelo al fremito generoso che invase l'intera penisola, quando narrarono i colpi di fucile tratti dalla casa Menotti, all'ardore che fece correre all'armi la gioventù IL NASTRO AZZURRO 27 nali di Reggio e Modena di conquistare Massa e Carrara alla libertà; chiedevano le guardie civiche, condotte da Zucchi, di muovere per la strada del Furlo al Regno di Napoli. Ogni uomo a quei giorni - tranne chi reggeva - sentiva profondamente che si trattava d'una causa italiana, non bolognese o modenese; ogni uomo - tranne quei del governo - sentiva ch'era venuto tempo per gli Italiani di manifestare alla Nazione e all'Europa con qualche atto solenne il loro concetto, il principio che li guidava, la intenzione in che s'erano mossi - del resto non curavano. Quel primo momento di rivoluzione, di manifestazione generosa è si bello, bello di sacrificio individuale, di speranza infinita e di audacia titanica, che può scontrarsi colla morte in campo o sul palco; né gli insorti pensavano allora doverlo, per inerzia di pochi, scontar col ludibrio..." A Bologna è ratificata: la dichiarazione di decadenza del potere temporale dei Papi la Costituzione di un Governo delle "Provincie Unite Italiane". Il Papa Gregorio XVI chiede l'intervento austriaco. A Rimini il 25 marzo il primo Esercito Italiano, formato da 5000 volontari e comandato dal Gen. Conte Carlo Zucchi sostiene con grande valore l'urto. dell'esercito austriaco, composto da 15000 soldati, perfettamente armati ed equipaggiati. Dallo scritto: "Una notte di Rimini nel 1831" di Giuseppe Mazzini "riporto la descrizione del campo di battaglia, dopo lo scontro. Era la notte del 26 marzo. Una notte bella, quieta, serena; la luna illuminava col suo dolce chiarore la campagna di Rimini…. Ma vi erano là, sotto quel cielo puro e sereno, su quella terra fertile e ridente, degli uomini… Era Monumento a Ciro Menotti uno spettacolo terribile: moschetti spezzati, sciabole il cui taglio era smussato a forza di colpire, tronconi di spade, crani fessi, cadaveri sparsi. Eravi un vessillo tricolore; la luna vi batteva in pieno e vi si sarebbe potuto leggere queste due parole: indipendenza italiana! Era un vessillo annerito dal fumo, traforato dalle pallottole, come una vecchia bandiera di Austerlitz; eppure non era un mese che la giovinetta che l'aveva ricamato lo dette con l'ultimo bacio al giovane studente bolognese; il braccio che l'aveva sostenuto eravi attaccato; la morte aveva potuto agghiacciarlo, ma non farglielo abbandonare; si era irrigidito contro la morte e il brando austriaco non aveva potuto che separarlo dal tronco". Il Gen. Zucchi doveva raggiungere a Fano le restanti truppe per poi riunirsi a quelle improvvisate guidate dal Gen. Giuseppe Sercognani che era arrivato fino a Rieti. Insieme dovevano muovere su Roma. Ma il Governo di Bologna, composto da liberali "vecchi", inclini ad impostare i problemi politici in modo dottrinario e legalistico, temendo complicazioni internazionali, "non seppe strappare alla mano del tempo l'ora della resurrezione e fece cadere l'Italia nel gemito della paura anziché nel ruggito del lione ferito, affidando i destini della Patria ad una illusione di tutela straniera". La Convenzione di Ancona, stipulata fra il Governo di 28 IL NASTRO AZZURRO Bologna ed il Card. Benvenuti e ratificata il 27 marzo 1831, statuiva il ristabilimento del governo papale e poneva fine ai moti del 1831. Il giornale "La Voce della Verità", il cui primo numero uscì il 5 luglio del 1831, (chiamato dai liberali "la Tromba della Menzogna"), non esitava ad accusare con calunnie e diffamazioni di ogni sorta gli artefici del moto, etichettando i liberali come veri e propri anticristi, per aver mosso guerra alla Chiesa. La Famiglia Menotti, il 26 maggio 1831, con l'impiccagione di Ciro e la confisca dei beni tutti, ricca solo di quei insegnamenti che scaturiscono dall'ultima lettera del condannato a morte alla moglie, lettera donata al Comitato Nazionale del Risorgimento Italiano in Roma, comincia il suo esilio prima nel Gran Ducato di Toscana, in quanto non gradita nello Stato Pontificio, poi in Francia. Bisognava aspettare l'anno 1919 quando Amelia e Celina, figlie di Celeste, fratello di Ciro, donano alla Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna lettere e documenti di famiglia, raccomandando al Direttore della biblioteca, Prof. Albano Sorbelli, l'importanza di un doppio grande foglio perfettamente bianco, senza traccia di scrittura, solo ingiallito un poco per il volgere degli anni. Sono pagine scritte con inchiostro simpatico. Il Prof. Sorbelli invano cerca di leggere quel foglio; gli viene in aiuto l'Ing. Guido Ruffini, che, essendosi dedicato allo studio dei moti del 31, soprattutto nei riguardi di Enrico Misley, ben conosceva il reagente chimico per averlo già adoperato su lettere del Menotti scritte con inchiostro simpatico. Applicato il reagente con un pennellino alle quattro carte bianche del foglio, dopo un lieve segno d'un nero rossiccio esse divennero leggibili. Nel timore che lo scritto avesse a scomparire il Prof. Sorbelli fa fotografare il prezioso documento e ne fa fare un clichè, conservato alla Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna. È l'originale autografo dello scritto di Ciro Menotti, citato negli atti del processo e sul quale viene fondata l'accusa di lesa maestà, contenente il Piano particolareggiato dei moti coi quali egli intendeva attuare la rivoluzione ed organizzare e costituire il nuovo Regno d'Italia con capitale Roma. Ecco l'idea politica del Menotti: "idee per organizzare delle intelligenze fra tutte le città dell'Italia per la sua indipendenza, unione e libertà. " Un estratto: "….Lo scopo di tutti questi Comitati (che si formeranno in ogni città d'Italia) deve essere l'adempimento dei voti degli Italiani, i quali tutti reclamano in silenzio e fremendo l'Indipendenza, l'Unione e la Libertà di tutt'Italia". A questo fine tutti devono tendere e formare poscia dell'Italia una Monarchia Rappresentativa, dando la corona a quel soggetto che verrà scelto dall'Assemblea o Congresso Nazionale e che Roma fosse la Capitale, quella IL NASTRO AZZURRO Ciro Menotti Roma che non ebbe eguale e che non l'avrà mai nell'opinione dei presenti e dei posteri. "Indipendenza, Unione e Libertà siano il grido dell'Italia rigenerata, e lo stendardo dei tre colori, verde, rosso e bianco, sia composto ancora della Croce, ché così avremo il simbolo del trionfo della Libertà e della Religione. Senza il vessillo della religione si potrebbe temere di trovare una reazione."…. "Queste idee, gettate là, sono quelle della universalità degli Italiani i più illuminati di Parma, Reggio, Modena, Bologna, tutta la Romagna, Roma e Firenze…." La costituzione del Regno d'Italia, sotto il vessillo tricolore: queste le premesse ideali dei moti del 1831. L'idea viene a realizzarsi il 17 marzo 1861, dopo 30 anni dal martirio di Ciro Menotti promotore dell'unità nazionale, di cui oggi si festeggiano i 150 anni. Anna Maria Menotti (socia della Federazione di Roma) 29 IL CONTRIBUTO DELLA CAVALLERIA ALL'UNITÀ D'ITALIA Ottocento rappresenta il secolo d'oro della cavalleria e delle sue tradizioni di romantica signorilità. Pur nell'avanzare progressivo del macchinismo, continua ancora a prevalere quello stile di vita di cui il cavaliere è il rappresentante più seducente. Gli stessi aspetti esteriori dell'uniforme, che nella "belle époque" raggiungono il massimo splendore, confermano un'apparenza che si traduce in sostanza al momento di salire in sella e caricare il nemico. In questo clima inizia il risorgimento, durante il quale con il parallelo diffondersi degli ideali liberali e costituzionali, si concretizzano le ulteriori fasi della lotta per la libertà dalla dominazione straniera e la conquista dell'unità nazionale. Per effetto della restaurazione del 1814, ossia della restituzione, dopo la caduta di Napoleone, del Piemonte al re di Sardegna, si ricostituiscono gli antichi reggimenti sabaudi: due di dragoni, due di cavalleria, due di cavalleggeri. Dopo che, in seguito alla partecipazione di alcuni di essi ai moti liberali del 1821, si sono avuti alcuni scioglimenti e riordinamenti, sette reggimenti, ognuno dei quali assume il nome di una regione o provincia del regno, si ritrovano con la riforma del 1832. In questo periodo le uniformi e gli armamenti subiscono evoluzioni attraverso cui esprimono, nella forma e nella sostanza le accentuate funzioni spirituali ed operative della cavalleria. Il copricapo, che è l'elemento più appariscente dell'uniforme, subisce varie trasformazioni: si passa da un iniziale caschetto di cuoio per dragoni e cavalieri allo shako (1819) per i soli cavalleggeri. In seguito tutti i reggimenti adottano un elmo di metallo, ricoperto con una fascia di pelle d'orso, poi di foca, ispirato alle linee armoniche dell'elmo ellenico. Nel 1843 la croce di Savoia in ferro lucido sostituisce il fregio dorato con l'aquila di Savoia, così come la coccarda azzurra viene, nell'entrare in guerra nel 1848, sostituita da quella tricolore. Sotto Carlo Alberto la varia- L' Il Savoia Cavalleria è erede delle tradizioni della Cavalleria piemontese 30 zione più importante riguarda la giubba che, da abito con falde posteriori raccorciate, passa alla foggia di tunica con doppia abbottonatura, restando in uso fino al 1871. L'armamento, nel 1814, è eterogeneo, di importazione straniera, ma viene sostituito, subito dopo, da quello fabbricato in Piemonte. Nel 1836 uno squadrone per ogni reggimento viene dotato di lancia. Progressivamente quest'arma, estremamente efficace nelle cariche e non più adoperata dal medioevo, torna ad essere assegnata a tutti gli squadroni, unitamente alla sciabola e al pistolone (una specie di moschetto a canna corta) da appendere alla rangona (bandoliera) in sostituzione delle due pistole da sella settecentesche. La banderuola a due punte della lancia, che è originariamente rossa con croce bianca sabauda al centro, diviene tutta azzurra ed ancor oggi in cerimonie e ricorrenze, la cavalleria usa la lancia con la banderuola dello stesso colore. L'impiego operativo dell'arma nelle prime campagne risorgimentali è assai frequente, sovente in prima linea anche in appoggio ed a difesa di altri corpi. Le azioni di particolare rilievo e di valore militare vengono attestate, anche attraverso le ricompense collettive che l'Arma si è meritata. Le esperienze di tali campagne dimostrano come terreni particolarmente sfavorevoli, per la loro compartimentazione dovuta a culture, canali, boschine, ecc., come quelli del Lombardo - Veneto, siano poco idonei a massicci complessi di cavalleria e quanto sia importante l'attività delle unità leggere, soprattutto in funzione esplorativa. In seguito a queste considerazioni, i nove reggimenti esistenti nel 1850 si ripartiscono in cavalleria di linea, costituita dai primi quattro reggimenti, i più antichi, che mantengono invariati l'armamento e l'uniforme, e in cavalleria leggera o cavalleggeri, che meglio si adattano alle diverse necessità ambientali od operative, rappresentata dagli altri cinque. I cavalleggeri sostituiscono la lancia con il moschetto e l'elmo con il kepì, adottando come distintivo, anziché l'intero colletto colorato, le fiamme a tre punte, tipiche da allora della cavalleria. Da questo periodo la lancia diviene il principale, anche se non assolutamente vincolante, elemento distintivo dei reparti più idonei all'intervento a massa nel combattimento. Nel 1855-1856 il comando e lo Stendardo di "Alessandria" sono alla testa di un reggimento di cavalleggeri provvisorio, IL NASTRO AZZURRO gimenti nuovi, con l'incorporazione di alcune unità militari inviato dal sapiente intuito di Cavour in Crimea, e formato con squadroni forniti da tutti e cinque i reggimenti cavalleggeri. Il loro impiego è limitato dal tipo di guerra ossidionale e dalla falcidia che la nota epidemia di colera determina nel corpo di spedizione. Con la seconda guerra d'indipendenza si riprende il cammino, seguendo il corso del Po, verso oriente. A Montebello il 20 maggio 1859 si distinguono "Novara", "Aosta" e "Monferrato", che riescono, con ripetute cariche a rallentare l'avanzata di una grossa formazione austriaca che procede verso Voghera, favorendo l'azione di una divisione alleata francese che l'arresta definitivamente. In seguito a questo fatto particolarmente degno di essere ricordato, viene formata una nuova unità, "Montebello" l'unico reggimento ad essere chiamato con il nome di un combattimento. Importante è l'azione che "Alessandria" svolge sulla Sesia, a Palestro ed a Borgo Vercelli, così come quella di "Monferrato" a San Martino. Le "Guide" di Garibaldi si segnalano nel corso delle operazioni che da Varese portano alla Valtellina. Man mano che, con le successive annessioni, il I Cavalleggeri regno di Sardegna si fa più consistente, si formano reg- IL NASTRO AZZURRO 31 Roma nel 1870 vengono impiegati cinque reggimenti e degli stati annessi, (Lombardia e Lega dell'Italia Centrale), o viene, quindi, formato il 20° che assume il fatidico nome attraverso volontari, o ancora, per coscrizione, assumendo i della nuova capitale del regno. nomi di grandi città, in prevalenza capoluoghi di provincia, Si è compiuto un altro passo avanti nella formazione che passano sotto la giurisdizione del regno, divenuto ormai dell'Italia. Mancano ancora le terre venete che sono dette d'Italia, anche a seguito delle annessioni meridionali. "irredente" cioè non ancora liberate dalla dominazione I reggimenti assommano nel 1860 a diciassette: quataustro-ungarica. Occorreranno ancora quarantotto anni tro di cavalleria, sei di lancieri, cinque di cavalleggeri, uno per realizzare l'obiettivo finale, tale che per molti storici la di guide ed uno di ussari; questi due ultimi in pratica sono prima guerra mondiale viene considerata, e direi giustacavalleggeri sia pure con uniformi particolari per foggia e mente, la nostra quarta guerra d'indipendenza. colore; inoltre per circa un anno (1859-1860) le quattro unità di linea vengono denominate "corazzieri", anche se Giovanni Bartolozzi non portano corazza. ( Vice Presidente della Federazione di Lecco) Nel 1860-1861 cinque reggimenti partecipano alla campagna di guerra nelle Marche, nell'Umbria e nell'Italia meridionale, distinguendosi particolarmente a Senigallia ("Milano"), a Castelfidardo, e nei pressi di Isernia, al Macerone ("Novara"), sul Garigliano ("Piemonte Reale"). Nella lotta contro il brigantaggio (1860-1870), conseguente a detta campagna, quasi tutta la cavalleria viene impegnata in diverse epoche e zone, in uno stillicidio di scontri, costituendo prevalentemente colonne mobili. Nella campagna del 1866, proprio nell'infausta giornata del 24 giugno, "Aosta", a Monte Vento di Custoza, si merita la Medaglia d'Oro allo Stendardo e si mettono in luce le "Guide" ed "Alessandria", rispettivamente a Mozambano di Custoza e a Villafranca. Nella prosecuzione della campagna "Firenze" si segnala a Ponte di Versa (Udine). La Cavalleria moderna utilizza i corazzati Centauro Nelle operazioni per la conquista di 32 IL NASTRO AZZURRO SAVOIA CAVALLERIA: BREVE STORIA DEL REGGIMENTO AL QUALE APPARTENNE LA M.A.V.M. GENESIO VALSECCHI DI LECCO l Reggimento "Savoia Cavalleria" (3°) fu costituito il 23 Luglio 1692 nel ducato di Savoia per ordine del Duca Vittorio Amedeo, e affidato al comando del Colonnello Gian Michele de Rossi di Piossasco Conte di None, che ne aveva curato il reclutamento riunendo alcune compagnie di "genti d'arme", reparti fra i più scelti dell'epoca. L'organico era di 450 uomini. Si distinse in numerosi fatti d'arme a cavallo dei primi due secoli e il suo motto: "Savoye Bonnes Nouvelles" prende vita da un episodioleggendario accaduto il 7 Settembre 1706, quando un portaordini del Reggimento è lanciato al galoppo per comunicare la notizia della vittoria sui francesi al Duca Vittorio Amedeo n che si trovava sul colle di Superga. Nel mentre galoppava, scorto da un drappello avversario, era circondato; nella breve e violenta lotta che ne segue riceve un fendente che gli squarcia la gola, ma continua a galoppare fino a raggiungere le proprie linee; si presenta davanti al Duca ed ha appena il tempo di esclamare" Savoye Bonnes Nouvelles" che cade esanime mentre dalla gola ferita il sangue esce a fiotti colorando il bavero e il petto. Per onorarlo, Vittorio Amedeo n stabilì che da allora in poi il Reggimento avrebbe indossato la cravatta rossa e che quella frase pronunciata dal valoroso "portaordini" sareb- I be stata il motto del Reggimento, in luogo del detto latino in precedenza adottato: "Secta et ligata refloret". Savoia fu impegnato, insieme agli altri trenta Reggimenti di Cavalleria nella prima guerra mondiale e nel corso della seconda, "Savoia" fa parte del C.S.I.R e il Reggimento, lontanissimo dalla madrepatria, armato ancora di cavallo, sciabola, moschetto e poche mitragliatrici, compie imprese indimenticabili scritte a caratteri indelebili nella motivazione della Medaglia di Bronzo, per le azioni dell'agosto 1941 e maggio 1942 e della Medaglia d'Oro, concessa allo stendardo, per la carica d'Isbuscenskji del 24 agosto 1942, alla quale prese parte il caporal maggiore Genesio Valsecchi di Lecco, Decorato in quell'occasione di M.A.V.M. A Genesio Valsecchi è intitolata la sezione lecchese dell'A.N.A.C. “Savoia (3°)” con “Piemonte”, “Nizza” e “Genova”, è uno dei quattro più antichi reggimenti italiani che hanno compiuto il tricentenario: il primo è “Genova”, costituito nel 1683. DECORAZIONI ALLO STENDARDO: M.B.V.M.1918. M.B.V.M. 1941, 1942. M.O.V.M. 24 Agosto 1942 Isbuscenskji BREVE STORIA DEL REGGIMENTO DI ARTIGLIERIA TERRESTRE A CAVALLO "VOLOIRE" aricat! Voloire! – È il grido di battaglia che prorompe dai cuori delle Criniere Nere di tutti i tempi, da quando, il quel di Venaria Reale, l'8 Aprile del 1831, a seguito della firma delle Regie Patenti da parte di Sua Maestà la Regina Cristina di Borbone, nascono le Batterie a Cavallo. Esse rappresentano il risultato di attente considerazioni di un giovane Ufficiale del Regno di Sardegna, il Luogotenente Alfonso Ferrero della Marmora. La tradizione militare di cui é erede il Reggimento Artiglieria a Cavallo, risale alle prime campagne del Risorgimento Italiano quando le Batterie evidenziano tutto il loro valore a Mantova, Pastrengo, Goito, Governolo, Sommacampagna, Custoza, S. Lucia. Nel 1915, entra in azione su quattro gruppi a cavallo. Prende parte con i suoi gruppi motorizzati alla seconda guerra mondiale in Africa Settentrionale, lasciando in Patria il gruppo a Cavallo. Inquadrato prima con la Divisione “Pavia”, poi con la “Cabrata” e infine con la “Littorio”, il reggimento partecipa alla riconquista della Cirenaica e all'assedio di Tobruk e durante l'offensiva del 1942 giunge fino a El Alamein, dove tra il 24 ottobre e il 4 novembre, immolandosi a q. 28 di El Alamein, il reggimento è considerato disciolto per eventi bellici. Il primo luglio 1941 è ricostituito il Reggimento a Cavallo riunendo i tre gruppi a cavallo già assegnati al 1 °,2° e 3° Reggimento Artiglieria Celere ed è destinato al Corpo di spedizione Italiano in Russia. Inquadrato nella 3^ Divisione Celere, parte nel luglio stesso per il fronte orientale e fino al Gennaio 1943 i suoi reparti si coprono di gloria, dimostrandosi degni eredi delle più fulgide tradizioni dell'Arma e di quelle delle "Batterie a Cavallo". Quattro M.A.V.M concesse allo Stendardo sono la tangibile dimostrazione dell'eroico comportamento in Russia degli artiglieri di ogni grado. Il motto del Reggimento è: "In hostem celerrime volant". Inoltre il Reggimento è Cittadino Onorario di Milano dal 1981; Biella dal 1994, Venaria Reale dal 2001 e Goito dal 2007. È la storia che ha assegnato la cittadinanza onoraria, per avere partecipato e contribuito attivamente alla nostra Unità, dalla costituzione a oggi. La breve storia lo vede protagonista in tutte le guerre che, senza retorica, hanno portato alla nostra unità. Si concede la cittadinanza onoraria all'unità militare che ha contribuito a scrivere la storia della nostra Nazione che, come tutte le storie dei popoli, è scritta col sangue degli Eroi Caduti. C Le decorazioni allo Stendardo: M.O.V.M. Africa Settentrionale 1942: M.A.V.M. Africa Settentrionale 1941: M.A.V.M. Fronte Russo 1941, M.A.V.M. Fronte Russo 1942, M.A.V.M. Fronte Russo 1942, M.A.V.M. Fronte Russo 1943. M.B.V.M. Africa Settentrionale 1941. Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica Milano 1981 IL NASTRO AZZURRO 33 IL GENERALE MEDICO CHIRURGO CAGLIARITANO GAETANO LAJ on grandi sacrifici iniziò la carriera militare e, nel contempo, frequentò la scuola di chirurgia nell'ospedale Civile di Cagliari. A 23 anni, con sole sette lire in tasca, partì per Genova con la divisa dei "cacciatori sardi" e fu il primo studente cagliaritano che intraprese la carriera della sanità militare. Da Torino (dove conseguì la laurea), Genova e Cagliari visse gli anni dell'università e del primo periodo di giovane ufficiale, superando ostacoli e privazioni di ogni genere. Il neodottore lo troviamo a Goito dove, l'8 aprile 1848 si compì una vera carneficina tra piemontesi e austriaci. Il giovane medico per tutto il giorno curò centinaia di feriti e lo stesso generale Alessandro La Marmora, ferito da una pallottola che gli aveva trapassata la mandipola. Lai lo salvò, da quel momento tra i due nacque un'autentica amicizia tanto che il generale se lo portò come medico in Crimea. Dopo Goito l'esercito piemontese vittorioso inseguì il nemico e lo sconfisse ancora a Pastrengo e Verona dove Lai fu promosso sul campo. Ma la guerra non era finita e il giovane cagliaritano si ritrovò coinvolto nella decisiva battaglia di Novara. Siamo nel 1855 e in Crimea da due anni infuria la guerra che vede i russi in difesa di Sebastopoli assediata dagli eserciti dell'alleanza inglese, francese, turca e piemontese. Infatti, Cavour, per legittimare il ruolo del regno sardo piemontese nell'agone europeo, vi aveva inviato un corpo di spedizione forte di 15.000 uomini. Con i bersaglieri c'è anche Lai promosso capitano. A lui spetta la direzione dell'ospedale da campo dove si cerca di dare conforto a centinaia di soldati e ufficiali colpiti dal colera che farà strage dell'esercito alleato. Muore anche il generale La Marmora, assistito da Lai sino all'ultimo. Ma il Risorgimento avanza galoppante e con i fatti del 1859 e la spedizione dei Mille, il medico sardo gira tutta l'Italia. Ha 53 anni e fa a tempo a partecipare anche alla terza guerra d'Indipendenza al comando delle ambulanze del sesto corpo d'armata. "Pochi veterani del nostro Risorgimento e forse nessun altro ufficiale medico possono vantare uno stato di servizio così brillante". C Viene ricordato che, durante la visita a Cagliari di Umberto I e Margherita nel maggio 1899, l'anziano dottor Lai che ormai non usciva più di casa volle recarsi alla Marina con i reduci delle patrie battaglie per rendere omaggio ai sovrani. Fra i reduci schierati spiccava quest'uomo dalla barba imbiancata e col petto coperto di Decorazioni. Il Re, colpito, si soffermò e gli strinse con effusione la mano. Si chiude così la narrazione della vita di un grande medico chirurgo cagliaritano, forse poco ricordato dai sardi. Era nato a Cagliari l'anno 1813 ed è morto nel 1907: aveva 94 anni. Antonio Di Girolamo (Presidente della Federazione di Cagliari) Laj dott. Gaetano “Medico divisionale nel Corpo Sanitario Militare”: Conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare” da “Ordine del Giorno” n. 42 pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Regio Esercito di Piemonte e Sardegna del 1859 34 IL NASTRO AZZURRO FEBO vevamo in casa un gatto e un cane. Il gatto se ne stava quasi sempre per i fatti suoi in giro chissà dove nei campi adiacenti alla nostra abitazione o a scaldarsi al tepore del sole sdraiato sul muro di cinta. Alla sera rientrava a casa e si accovacciava vicino alla stufa della stanza da pranzo. Incurante di tutti gli altri andava invece incontro a mio padre quando veniva a casa. Il cane si chiamava Febo. Avevo 11 anni quando entrò a far parte della nostra famiglia. Ne avevamo avuti già altri due. Il primo, che si chiamava Riff, una notte graffiò la porta della stanza da letto di mio fratello Gianni, accanto alla quale dormiva, e morì poco dopo tra le sue braccia dimenandosi per i dolori, avvelenato probabilmente da ladri. Mio padre prese subito dopo un pastore belga, ancora cucciolo, al quale demmo il nome di Febo. Ma dopo appena un anno si ammalò di cimurro e non ci furono possibilità di salvarlo. Mia madre non ne volle più sapere di altri cani, ma alcuni giorni dopo mio padre arrivò a casa portando in braccio un cucciolo di pochi giorni, donato da un noto allevatore e accolto con gioia da parte di noi figli. Gli fu dato il nome di Febo come il cane precedente. Era un fox-terrier intelligentissimo. Aveva imparato subito che non doveva prendere mai cibi da estranei e a fare la guardia girando continuamente intorno al muro di cinta del giardino e dell'orto sul retro della casa. Eseguiva questo compito con tanto impegno che abbaiava e si avventava anche contro gli amici di famiglia se aprivano il cancello del giardino o superavano il muretto di cinta della casa senza il nostro consenso. Unica eccezione era il postino che portava tutti i giorni a mia sorella Clelia le lettere del fidanzato. Vedeva che mia sorella lo accoglieva festosamente e la imitò. Aspettava ciascuno di noi al ritorno dalla scuola e mio padre dall'ufficio saltando il muretto di cinta e correndo incontro come impazzito dalla gioia. Bisognava sempre frenare l'irruenza dei suoi salti affettuosi sulla nostra persona. Non tollerava né il guinzaglio né di essere legato alla catena vicina alla sua cuccia. Il guinzaglio perciò non lo usammo mai quando lo portavamo a passeggio o al mare, perché era del tutto innocuo ed ubbidiente. A meno che qualcuno non si rivolgesse nei nostri confronti con un tono alterato di voce o che a lui sembrasse minacciosa. In tal caso si metteva in posizione di attacco ed abbaiava. Se c'era qualche discussione in famiglia si metteva dapprima a guaire e poi ad abbaia- A IL NASTRO AZZURRO re verso chi usava il tono più aspro. Quando aspettavamo molti ospiti lo legavamo precauzionalmente alla catena accanto alla cuccia. Ubbidiva all'ordine di avvicinarsi al collare ma lo faceva con ostentato disappunto; poi si stendeva su un fianco e non si muoveva da quella posizione per nessun motivo, rifiutando persino i pasti. Sin da cucciolo gli fu insegnato a dover sopportare il gatto e quest'ultimo ne profittò in maniera sempre più sfacciata. Al punto di rubargli i pezzi di carne dalla ciotola. Febo si limitava ad abbaiare. D'inverno il gatto si metteva a dormire accostato alla sua pancia e quando Febo se ne accorgeva cambiava posto. D'estate ci seguiva al mare e si divertiva a rincorrere i pesciolini fin dove il mare gli lambiva il ventre. Oltre non andava spontaneamente e tanto meno ne voleva sapere di venire in barca. Soltanto l'attaccamento per i padroni superava la paura del mare. Quando vedeva che la barca si allontanava con noi, dapprima guaiva e infine decideva di buttarsi in mare e raggiungerci. All'epoca dei bombardamenti assunse un nuovo ruolo importantissimo. Anticipava sempre la sirena dell'allarme aereo con il suo abbaiare. Dopo l'occupazione di Zara si era abituato a fare la spola tra la nostra abitazione, Febo per metà requisita, e quella di mia sorella accompagnando ogni mattina mio padre che andava a prendere il nipotino Gianni e lo riaccompagnava alla sera. Quando mio padre era impegnato andava da solo a casa di mia sorella per ritrovarsi con il piccolo Gianni al quale consentiva pazientemente anche ad essere tirato per la coda. Quando nel giugno 1948 abbiamo lasciato per sempre la nostra casa, con l'esodo, Febo era rimasto da mia sorella. Avrebbe dovuto venire in Italia con lei appena ottenuto il nulla-osta. Dopo la nostra partenza andava a rivedere tutti i giorni la nostra casa ormai abitata da altri. Clelia con il marito e il piccolo Gianni lasciarono Zara otto mesi dopo. La partenza avvenne al mattino e appena uscito dalla casa di Clelia Febo corse a rivedere come di consueto la sua vecchia casa. Fu impossibile rintracciarlo prima della partenza del piroscafo. Poi ci hanno riferito che vagabondava tutto il giorno tra la sua vecchia casa e quella di Clelia sotto la quale si metteva a guaire finché un giorno qualcuno lo attese e gli sparò. Giuseppe Vuxani (Presidente della Federazione di Trieste) 35 POTENZIAMENTO GIORNALE CONSIGLI DIRETTIVI Fed. e Sez. ALESSANDRIA Presidente: Gen. Luigi TURCHI Vice Presidente: Arch. Alessandro CORSICO Segretario-Tesoriere: Geom. Vittorio CALIGIURI Consiglieri: Cav. Ivan KRIZMAN, Sig.ra Rosanna GUAGNANO LUPI, Dott. Mario PASINO, Rag. Gianantonio PICCIONE Presidente del Collegio provinciale dei Sindaci: Dott. Pietro MARELLA Sindaci: Azzurro Leo CANTATORE, Cav. Pietro CHERUBINI Fed. ALESSANDRIA - Sezione di Casale Monferrato Presidente: Comm. Francesco RONDANO 36 Vice Presidente: M.O.V.M. Andino BIZZARRO Segretario-Tesoriere: Gen. Gaetano RESTIVO C o n s i g l i e r i: M.O.V.M. Natale LUSTRISSIMI, M.O.V.M. Italo ROSSI Presidente del Collegio sezionale dei Sindaci: Dott. Pier Luigi CAPRIOGLIO S i n d a c i: Azzurro Luigi SANLORENZO Fed. ALESSANDRIA - Gruppo di Tortona Presidente: Dott. Domenico MARUCCHI Vice Presidente: M.O. Francesco CAPPELLETTI Segretario-Tesoriere: Azzurro Fabrizio CORTE IL NASTRO AZZURRO AZZURRI CHE SI FANNO ONORE MARIO ILARDO È “UFFICIALE” Il 1° Ottobre u.s. si è svolta, presso la Prefettura di Napoli, la cerimonia della consegna dell'onorificenza di "Ufficiale al merito della Repubblica Italiana” all’Azzurro Mario Ilardo (al centro nella foto), già Cavaliere del medesimo Ordine. La Presidenza Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro si unisce alla Federazione Provinciale di Napoli, della quale l’Ufficiale è socio, nel congratularsi con Mario Ilardo per l’importante riconoscimento di cui è stato insignito. CARLO PRAVATO È CAVALIERE Su seganalazione della Presidenza Nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro, Carlo Pravato, valoroso Combattente Decorato in A.O. nel 1936 di Medaglia di Bronzo al Valor Militare e socio della Sezione di Gallarate, inqadrata nella Federazione Provinciale di Varese, è stato insignito dell’Onorificenza di Cavaliere al Meriot della Repubblica. La Presidenza Nazionale si unisce alla federazione di Varese nel congratularsi col Cav. Carlo Pravato. AZZURRI NELL’AZZURRO DEI CIELI FED. AREZZO: Sig.ra Piera LAZZERINI vedova dell’Azzurro Alfredo Pellegrini (M.A.V.M. – M.B.V.M.). FED. BRESCIA: Sig.ra Gloriana CERESA. FED. FIRENZE: Sig.ra Carla BANCHI ARCANGELI. FED. LA SPEZIA: Azzurro Giovanni VILARDI (C.G.V.M.). FED. LIVORNO: Azzurro Livio MORTULA (C.G.V.M.), già Consigliere della Sezione di Porotferraio. FED. REGGIO EMILIA: C.le Ettore BARBIERI (M.B.V.M.), già Consigliere della Federazione; Serg. Camillo MARMIROLI (M.A.V.M.); C.le Achille PARENTI (M.BV.M.). FED. ROMA: Gen.C.A.(T.O.) Dott. Cav. Ennio BELLEI (M.A.V.M. - Prom. M.G.); Gen.C.A.(T.O.) Cav. Uff. Enzo CORSELLI (M.B.V.M. ‘sul campo’); Dott. Vito LIBRANDO figlio del IL NASTRO AZZURRO S.Ten.f. Gaetano Librando (M.B.V.M.); Sig. Paolo PERRONI, genero del S.Ten.A.A.(R.O.) Cav. Luigi Mascolo (C.G.V.M. ‘sul campo’); Gen.Div. Cav. Carlo MASSONI (M.A.V.M.); Amm. Isp. (c.a.) Avv. Arnaldo VAGLIO. FED. ROVIGO: Sig. Nello ZERBIN. FED. SIENA: Azzurro Mario GALLI (C.G.V.M.); Azzurro Giuseppe ROSSI (C.G.V.M.). FED. TORINO: Serg. Tolmino ZANARINI (M.A.V.M.). FED. VENEZIA: Azzurro Comm. Arnaldo DARAI (C.G.V.M.), già Presidente della Federazione. Alle famiglie colpite da queste dolorose perdite giungano le espressioni del più vivo cordoglio della Presidenza Nazionale e di tutti gli Azzurri. 37 CRONACHE DELLE FEDERAZIONI ALESSANDRIA La Federazione Provinciale di Alessandria negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 18 novembre alle ore 11,00 nella storica Sala Consiliare di Palazzo Ghilini, è stato presentato il secondo volume dell'Albo d'Oro dei Decorati al Valor Militare della provincia. Presenti le massime autorità civili e militari, tra cui il Prefetto dott. Francesco Paolo Castaldo, il Vice Questore, il Sindaco di Novi Ligure, l'Assessore ai Trasporti di Alessandria in rappresentanza del sindaco, il Presidente della Provincia dott. Paolo Filippi, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Gr. Uff. Pier Angelo Taverna, il Comandante Provinciale dei CC col. Marcello Bergamini, il Vice Presidente della Regione Piemonte Ugo Cavallera, la Ispettrice Provinciale delle Infermiere Volontarie sig.ra Flora Gobbi Ponziani. Dopo gli indirizzi di saluto del presidente della Fondazione CRA, del Presidente della Provincia e del Prefetto, il gen. Luigi Turchi, Presidente della Federazione Provinciale di Alessandria dell'Istituto del Nastro Azzurro ha presentato il volume illustrandone i significati e i contenuti. Il nuovo volume fa seguito a quello edito nel 1969 (che elencava 4.333 Decorati al Valor Militare) e ne riporta altri 367, completi delle motivazioni delle Ricompense, e vuole essere anche un contributo alle celebrazioni per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia. Il volume è stato realizzato con la costante collaborazione della Presidenza Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro, il Patrocinio dell'Amministrazione Provinciale, della Prefettura e della città di Alessandria, e il contributo della Cassa di Risparmio di Alessandria; – l’11 Dicembre 2010, alle ore 10,00, presso la Sede Sociale della Sezione Alpini, un trio di giovani artisti, Simpatizzanti del Nastro Azzurro, ha felicemente intrattenuto i Soci col tradizionale Concerto di Natale, suonando un ampio programma di musiche moderne e tradizionali. Ospite d'onore il Prefetto di Alessandria, Dott. Francesco Paolo Castaldo. Al termine lo scambio degli auguri e la consegna dei doni della Federazione: una statuina fittile del soldato della Grande Guerra. La giornata, anche in ricordo della Patrona Santa Lucia, si è conclusa col pranzo sociale e il cordiale rinnovo dei voti augurali. ANCONA Sez. Fabriano Il 21 novembre la Sezione di Fabriano dell'Istituto del Nastro Azzurro si è ricostituita grazie all'iniziativa degli aderenti (figli e nipoti dei Decorati); dei simpatizzanti e di Lucia Polidori Giorgetti, moglie dell'ultimo suo Presidente. All'attuale Presidente Antonello Bellocchi si accompagnano il vicepresidente Renzo Barbarossa, la segretaria tesoriera Liliana Andreoli Scipioni, i consiglieri Mireille Bozzonetti, il dottor Giancarlo Castagnari, il revisore dei conti Aldo Costantini e i consiglieri supplenti Lucia Polidori Giorgetti e Bice Bartoccetti. La cerimonia, svoltasi all'Oratorio della Carità patrocinata dal Comune di Fabriano, Decorato con Medaglia di Bronzo, è stata aperta dal sindaco Roberto Sorci, Presidente onorario della Sezione, il quale ha portato il saluto delle Istituzioni. Hanno poi preso la parola il Presidente 38 Antonello Bellocchi, il Presidente della Federazione Provinciale Maggiore Maurizio Mondaini, il Capitano Paolo Orlandini e il Capitano Claudio Fiordelmondo. Poi la signora Giorgetti ha portato il saluto di tutte le vedove dei Decorati al Valore Militare, dopo di che i presenti si sono raccolti in un minuto di silenzio in memoria dei Caduti di tutte le guerre e dei Caduti per il mantenimento della pace. "È intuibile il nostro desiderio di non far cadere nel nulla la memoria" ha detto Antonello Bellocchi “Ed infatti questo è l'intento principale con cui la sezione si è riformata. E la necessità di mantenere vivo il ricordo di coloro che con V a l o r e si sono esposti, mettendo a rischio la propria vita durante i conflitti.” L'Istituto del Nastro Azzurro a Fabriano nasce nel Fabriano (AN): Cerimonia di ricostituzione della Sezione di Fabriano 1951, comprende i territori di Sassoferrato, Cerreto d'Esi, Serra S. Quirico e Genga ed è un Gruppo. Nel tempo si iscrivono altri Soci e diventa Sezione. Svolge la sua attività nel ricordo degli Azzurri Caduti presenziando a tutte le manifestazioni con Labaro e soci. Presidenti eccellenti si avvicendano: il Maggiore MOVM Dr. Guido Moccia, il Generale MOVM Giovanni Maggio, l'Onorevole Alfredo Marea, Pluridecorato, ed altri ancora. Nel 1962, la Sezione riceve un nuovo Labaro, donato dalle mogli dei Rotariani, nello stesso anno è stato pubblicato un libro "Cittadini fabrianesi D e c o r a t i a l V a l o r e M i l i t a r e" su iniziativa del Rotary Club e sponsorizzato dal Presidente Senatore Aristide Merloni. Ha fatto parte della Sezione Don Pietro Santini, Presidente dei Cappellani Militari. Il 27 aprile 1985 si iscrive il Comune di Fabriano; nel 1986 si delibera di dedicare una via al Tenente Mario Bellocchi e al Tenente Mario Madreselvai, Caduti in azione. Poi le fila si assottigliano: l'ultimo socio, Decorato di Croce di Guerra al Valor Militare, Elio Marinelli è mancato nel giugno scorso. AREZZO Alla presenza del Presidente Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro Gen. Carlo Maria Magnani è stata celebrata a Montevarchi (AR) venerdì 12 novembre 2010 la "Giornata del Ricordo dei Caduti Militari e Civili nelle Missioni Internazionali di Pace". Celebrata a Montevarchi fin dal 1962, la "Giornata" è stata promossa dall'Amministrazione IL NASTRO AZZURRO Comunale di Montevarchi - Assessorato alla Pubblica Istruzione, dall'Istituto del Nastro Azzurro e dall'Associazione Nazionale Bersaglieri e quest'anno, in particolare, ha dato inizio allo svolgimento di un'attività-concorso per gli studenti delle classi terze medie di Montevarchi dal titolo "Nel 150° Anniversario dell'Unità Nazionale, il ruolo e l'impegno dell'Italia nelle missioni umanitarie di pace" con un particolare riferimento alla situazione in Medio Oriente, dove si trovano le città gemellate con Montevarchi. Dopo un momento di raccoglimento in memoria dei Caduti nelle Missioni Internazionali di pace, il Vice Sindaco ed Assessore alla Pubblica Istruzione Prof. Giovanni Rossi ha portato il saluto dell'Amministrazione Comunale, quindi il Gen. C.A Agostino Pedone, già Comandante del Contingente Italiano in BosniaHerzegovina e della Brigata Multinazionale "Sarajevo Nord" in Sarajevo dal dicembre 1995 al luglio 1996, ha tenuto una conferenza sul tema: "Nei 150 anni dell'Unità d'Italia, un evento storico di grande interesse: Le Missioni di Pace. Risvolti tecnico militari, politici, economici ed etico morali". Al termine il Vice Sindaco ha donato, a nome del Sindaco dott. Giorgio Valentini, un ricordo della città al Generale Magnani, ed il Presidente della Federazione del Nastro Azzurro di Arezzo, Cav. Stefano Mangiavacchi, ha fatto omaggio del crest dell'Istituto al Gen. Pedone. Presenti all'evento il Gen. Benito Pochesci, Presidente Naz. ANB, Autorità civili e militari, ed oltre 200 studenti delle scuole medie. Montevarchi (AR): Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle Missioni Internazionali di Pace – – – – – – – – – – – – ASCOLI PICENO La Federazione Provinciale di Ascoli Piceno ha diffuso il resoconto delle attività sociali del 2010: – 16 gennaio 2010:il Presidente Cav. Franco Bruno Crucioli, nella "Sala Docens" del Comune di Ascoli Piceno, ha effettuato un intervento sugli "Eroi" intervistando l'On. Paglia, maggiore dei parà, grande invalido e Medaglia d'Oro al V.M.; – 27 gennaio 2010:il Presidente Cav. Franco Bruno Crucioli, su invito del Prefetto, ha presenziato alla consegna di medaglie agli ex deportati nei lager nazisti; – 29 gennaio 2010: presso la caserma "Clementi" hanno giurato fedeltà alla Patria circa 600 soldatesse al comando del Col. Ciro Annicchiarico; al presentat arm il Labaro del Nastro Azzurro ha aperto la parata, con alfiere una soldatessa, di scorta un ufficiale e a fianco il Presidente Cav. Franco Bruno Crucioli con i consiglieri Ing. Massimi e Prof. Quercia; – 10 febbraio 2010: il Nastro Azzurro, con il suo Presidente e il Consigliere Prof. Quercia, ha presenziato presso la caserma "Clementi" alla conferenza tenuta dal Gen. Marcozzi sulla seconda guerra mondiale; – 15 febbraio 2010: il Presidente Cav. Franco Bruno Crucioli è stato ricevuto dal nuovo Prefetto Dott. Pasquale Minunni al quale ha consegnato il Labaretto; IL NASTRO AZZURRO – – – – – – 19 febbraio 2010: il Presidente ha presenziato nella sala dei "Savi" del Comune di Ascoli Piceno ad una conferenza tenuta dall'On. Roccella; 24 febbraio 2010: il Presidente ha presenziato nella caserma "Clementi" ad una conferenza tenuta dal Vescovo Mons. Silvano Montevecchi; 6 marzo 2010: il Presidente è stato presente nella sala dei "Savi" del Comune di Ascoli Piceno ad un dibattito tenuto dagli On. Maurizio Gasparri, On. Carlo Ciccioli e On. Remigio Ceroni; 20 marzo 2010: il Presidente è stato presente nella "Sala della ragione" del Comune di Ascoli Piceno ad una conferenza tenuta dal giornalista Marcello Veneziani al quale lo stesso Presidente ha posto alcune domande; 22 marzo 2010: il Presidente è stato ricevuto molto cordialmente dal nuovo Sindaco Avv. Guido Castelli al quale ha consegnato il Labaretto; 26 marzo 2010: “Precetto Pasquale Militare” presso la Cattedrale con la partecipazione del Presidente ed alcuni azzurri; 18 aprile 2010: la Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto ha invitato il nostro Presidente ad assistere al concerto della Banda Musicale della Marina Militare; 29 aprile 2010: presso la Caserma "Clementi" il nostro Presidente e alcuni azzurri hanno assistito alla conferenza tenuta dal Gen. Ciro Cocuzza sul tema "Afghanistan e lotta al terrorismo”; 7 maggio 2010: presso la Caserma "Clementi" circa 500 soldatesse hanno giurato fedeltà alla Patria; il nostro Labaro ha aperto la sfilata con alfiere un militare del Reggimento e un ufficiale con a fianco il nostro Presidente Cav. Franco Bruno Crucioli e i consiglieri Ing. Massimi e Prof. Quercia e l'Azzurro Petrucci; 15 maggio 2010: al teatro "Ventidio Basso" è stata celebrata la festa della Polizia; erano presenti il nostro Presidente ed alcuni Azzurri; 16 maggio 2010: presso la Caserma "Clementi" concerto musicale al quale hanno partecipato il nostro Presidente ed alcuni Azzurri; nel corso del successivo ricevimento il nostro Presidente si è intrattenuto cordialmente con il Comandante del Reggimento Col. Ciro Annicchiarico; 1 giugno 2010: il nostro Presidente ha avuto un cordiale colloquio con il Comandante del Reggimento al quale ha consegnato il Labaretto; 2 giugno 2010: il nostro Presidente ha partecipato, su invito del Prefetto, al ricevimento in Prefettura per la Festa della Repubblica; in tale occasione il Prefetto si è intrattenuto cordialmente con il nostro Presidente; 5 giugno 2010: il nostro Presidente ed alcuni Consiglieri hanno partecipato alla Festa dei Carabinieri; il Labaro del Nastro Azzurro, con alfiere un carabiniere, ha aperto la sfilata; dopo la cerimonia il nostro Presidente e il Comandante Col. Alessandro Patrizio hanno brindato insieme; 30 luglio 2010: presso la Caserma “Clementi” circa 400 soldatesse hanno giurato fedeltà alla Patria; il nostro Labaro ha sfilato in prima posizione al “presentat arm” del Reggimento schierato; 15 ottobre 2010: presso la Caserma "Clementi" ennesimo giuramento di 400 soldatesse; il nostro Labaro ha aperto la parata con alfiere una soldatessa con a fianco un ufficiale del Reggimento, il nostro Presidente e gli Azzurri Massimi, Quercia e Petrucci; 2 novembre 2010: commemorazione dei defunti al Cimitero con deposizione di corone ai Caduti di tutte le guerre; il nostro Labaro era portato da un militare con un ufficiale di scorta, a fianco il nostro Presidente e i Consiglieri Ing. Massimi e Prof. Quercia; 4 novembre 2010: giornata delle Forze Armate davanti al monumento ai Caduti con deposizione di corone; il 39 – – nostro Labaro aveva come alfiere un militare con a fianco un ufficiale di scorta; erano presenti il nostro Presidente e gli azzurri Massimi, Quercia e Petrucci; 19 novembre 2010: la Federazione anche quest'anno ha celebrato la "Giornata Azzurra" con una S. Messa presso la Cattedrale alla presenza delle massime autorità civili e militari; nel suo intervento il Presidente ha annunciato che, in occasione della celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, il Nastro Azzurro avrà occasione di dare risalto ai propri Valori. Poi gli Azzurri hanno avuto un incontro conviviale durante il quale il Col. Roberto Faiazza ha consegnato al Presidente un libro sulla storia dell' Artiglieria; 16 dicembre 2010: nella Caserma "Clementi" è stata celebrata la messa di Natale; il Presidente della Federazione si è intrattenuto cordialmente a colloquio con il Comandante del Reggimento. BERGAMO La Federazione Provinciale di Bergamo negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 13 novembre 2010, il Presidente con il nuovo Labaro portato dall'Alfiere Mar. Mario Iannace (M.A.V.M.), su invito del Presidente Nazionale e Provinciale dell'Associazione Nazionale del Fante, Geom. Beretta, ha partecipato alla Cerimonia Commemorativa dei "Lupi di Toscana" Caduti per la Patria. È stata deposta una corona dall'alloro alla colonna ad essi dedicata antistante la dismessa Caserma "Montelungo" ed è stata celebrata una messa di suffragio nella vicina Chiesa di San Bernardino. Alle ore 19,00 su invito della Sezione ANA di Bergamo, il Presidente Dott. Mirabella, col nuovo Labaro della Federazione affidato all'Alfiere Alp. Sig. Persico, ha seguito la Santa Messa celebrata nella Chiesa di San Bartolomeo in suffragio di tutti gli Alpini defunti in guerra e in pace; – il 14 novembre 2010, nel suggestivo Tempio Votivo di Bergamo Alta, si è celebrata una Santa Messa in suffragio dei Caduti di tutte le Guerre. Vi ha partecipato il Presidente con il nuovo Labaro della Federazione e l'Alfiere Mar. Iannace unitamente alla Presidentessa del Comitato delle Dame Contessa Marimma Belli Ardicini e alle Consigliere Prof.ssa Silvana Mondini e Prof.ssa Giovanna Russo Mirabella; – il 20 novembre 2010, a Romano di Lombardia, su invito del Presidente della locale Sezione dell'Associazione Nazionale Carabinieri, nonché Segretario della nostra Federazione, Mar. AsUPS Marino Petracca (M.A.V.M.), il Presidente, il Consigliere Cav. Matteo Annoni ed il Sindaco Ten. Col. Riccardo Morlini, hanno partecipato, con il nuovo Labaro della Federazione, unitamente ad Autorità Civili e Militari ed alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, alla Santa Messa Solenne per la ricorrenza della "Virgo Fidelis", Patrona dell'Arma dei Carabinieri, concelebrata dal Cappellano dell'Arma Don Lionello Torosani e dal Parroco Don Tarciso Tironi, nella Chiesa di Santa Maria Assunta. Nel seguente incontro conviviale con il Sindaco, Ing. Lamera, e l'avv. Moriggia, con le rispettive Signore, e con le altre Autorità presenti, il Presidente della Federazione ha donato al M.llo CC. Domenico Faugiana, Comandante della locale Stazione Carabinieri, un fermacarte in peltro e ai Soci fondatori e benemeriti della Sezione A.N.C. ed alle vedove di altri soci, pergamene ricordo; – l’8 dicembre 2010: alla Basella di Urgnano, a cura della Sezione di Bergamo dell'Associazione Nazionale Combattenti delle Forze Armate Regolari della Guerra di Liberazione (ANCFARGL) è stata commemorata la Battaglia di Mignano Montelungo dell'8 dicembre 1943. Dopo la celebrazione della Messa in suffragio dei Caduti si è tenuto un Convegno sul tema "Le Forze Armate 40 – – Italiane dopo l'8 settembre 1943 e le tre M e d a g l i e d ' O r o bergamasche: Artigliere M a r i o F l o r e s, Bersagliere G i u s e p p e R i c c a r d i, Granatiere G i u s e p p e N e m b r i n i" che ora brillano sul Labaro della Federazione del Nastro Azzurro di Bergamo. Dopo l’indirizzo di saluto del Ten. Col. Gr. Uff. Edoardo Cristofari, reduce della battaglia e nostro Sindaco, l'organizzatore della cerimonia e del convegno Sig. Michele Galante ha svolto la relazione sulla battaglia, le premesse tattiche e strategiche e le conseguenze militari e politiche per la rinascita delle Forze Armate Italiane. Il Presidente Dott. Vito Mirabella ha illustrato la storia dell'Istituto del Nastro Azzurro e l'origine ed il significato delle Ricompense al Valor Militare ed ha concluso raccomandando a tutti, di controllare, curare e manutenere le lapidi marmoree o le targhe bronzee che dovunque replicano il “Bollettino della Vittoria” n° 1268 del 4 novembre 1918. Hanno quindi preso la parola gli altri relatori, Sig. Claudio Gabbiadini Vice Presidente della locale Sezione dell'A.N. Artiglieri, Adriano Benedetti Presidente della locale Sezione dell'A.N. Bersaglieri e Mario Franchioni Presidente della Sezione di Bergamo dell'A.N. Granatieri di Sardegna, che hanno, con commozione, ampiamente e dettagliatamente illustrato le figure dei tre Eroi Decorati con Medaglia d'Oro; il 10 dicembre 2010: a Ponte San Pietro, nella Sala riunioni della Biblioteca, su invito dei figli orfani Ernesto e Vittorio, il Presidente è intervenuto alla ricorrenza del 100° anniversario della nascita di Riccardo Moioli "Un prode soldato cattolico" M.O.V.M. (alla memoria), soldato mitragliere nel 78° Rgt. Fanteria "Lupi di Toscana", Fronte greco, fondo Valle Vojussa, 18 aprile 1941. Dopo il benvenuto ed il ricordo del Sindaco sono stati presentati documenti, lettere, fotografie e un commovente video realizzato e commentato dai figli e dai nipoti dell'Eroe; il 18 dicembre 2010: il Presidente ha partecipato alla cerimonia tenutasi nella “Galleria degli Eroi” presso la sede della Federazione del Nastro Azzurro di Milano, nel corso della quale il Gen. Arnaldo Cassano ha consegnato al Sindaco di Milano Letizia Moratti, figlia di Decorato al V.M., la tessera di socia della Federazione milanese con il foulard dell'Istituto. Analoga consegna al Vice Presidente della Provincia di Milano. È seguito un rinfresco con il tradizionale scambio di auguri natalizi fra i partecipanti. Nel corso dell'anno si è data assistenza e consulenza amministrativa a numerosi soci, congiunti di soci e non soci. (Sig.ra Parma, Sig.ra Serughetti, Sig.ra Quintini, Dott. Cristini, Dott. Michele Maurino, Sig. Mapelli, Geom. Alberti, Sig. Mariani Omer. BOLOGNA La Federazione Provinciale di Bologna negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 7 novembre 2010: partecipazione con uno "stand" alla Giornata della Forze Armate, svoltasi sul tema "Caserme in Piazza" presso i Giardini Margherita, con esposizione di mezzi militari, lancio di paracadutisti e concerto della Fanfara della Brigata Paracadutisti "Folgore"; – il 12 novembre 2010: partecipazione alla Giornata del Ricordo dei Caduti Militari e Civili nelle missioni internazionali di pace, alla presenza di Autorità Militari e civili; – il 22 novembre 2010: partecipazione col Medagliere della Federazione alla celebrazione della "Virgo Fidelis" Patrona dell’Arma Carabinieri presso la Basilica di Santa Maria dei Servi; – il 24 novembre 2010: alla presenza di una qualificata rappresentanza del Comando Militare Esercito Emilia Romagna, della Legione Carabinieri Emilia Romagna e del Corpo Vigili Urbani del Comune di Bologna, nonché rappresentanti della Federazione di Bologna col IL NASTRO AZZURRO – Medagliere del Nastro Azzurro, è stato accolto in Piazza del Nettuno il Prof. Michele Maddalena, protagonista della “Marcia dell’Unità d’Italia”, che ha deposto alla lapide che commemora il giorno della Vittoria 1914/1918 una corona d'alloro offerta da Federazione bolognese del Nastro Azzurro; il 28 novembre 2010: partecipazione col Medagliere alla cerimonia di "Virgo Fidelis" a Granarolo dell'Emilia (Bo) con intervento del Presidente Cav. Giorgio Bulgarelli in Consiglio Comunale. BRINDISI Il 12 novembre, presso il monumento al Marinaio d'Italia a Brindisi, alla presenza delle autorità cittadine civili militari e religiose, si è svolta, come tutti gli anni, la "Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare". I numerosi presenti, sulle note della Banda della Marina Militare, sono stati accompagnati nella memoria dei propri Caduti fin dall'ingresso dei Gonfaloni, del Labaro della Federazione Provinciale di Brindisi dell'Istituto del Nastro Azzurro e di tanti vessilli delle varie Associazioni d'Arma, all'accensione dell'Ara Votiva al centro del grande piazzale della celebrazione, per giungere alla benedizione della corona d'alloro che è stata poi deposta al grande timone sulla cripta del Monumento al Marinaio d'Italia. Sulle pareti della cripta a forma di scafo sono scolpiti i 5.000 nomi dei marinai Caduti nella prima guerra mondiale e quelli dei 33.900 Caduti durante il secondo conflitto. Alla messa di suffragio, celebrata dall'arcivescovo della Diocesi di Brindisi - Ostuni, Monsignor Rocco Talucci, è seguito il discorso del Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dello Ionio e del Canale d'Otranto, Ammiraglio di Squadra Andrea Toscano. Presente alla cerimonia il Presidente della Federazione, Comandante Vincenzo Cafaro, il Vice Presidente cav. Gianfranco Melfi con il Labaro scortato da due alfieri soci della Federazione. – – CATANZARO La Federazione Provinciale di Catanzaro negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – sabato 6 novembre 2010, nel contesto delle manifestazioni organizzate tra il 4 ed il 7 novembre per festeggiare le Forze Armate e l'Unità d'Italia, presso la sala conferenze del MUSMI è stato presentato il "Catalogo Storico dei cimeli e delle testimonianze della I Guerra Mondiale". "Il volume è stato realizzato a cura dell'Amministrazione Provinciale di Catanzaro - ha dichiarato in conferenza stampa il presidente Wanda Ferro - in perfetta sinergia con lo Stato Maggiore della Difesa e l'Arma dei Carabinieri, prendendo spunto dal 90° anniversario della fine della I Guerra Mondiale, avvenuta con il trattato di pace siglato il 4 novembre 1918. Il Catalogo, che troverà posto presso ogni biblioteca scolastica provinciale, è un – omaggio rivolto a coloro che in guerra, anche a costo della vita, si sono sacrificati per creare una grande nazione nel segno della libertà, contro ogni forma di oppressione. Il Tricolore ha un senso importante. In un momento di grande difficoltà a tutti i livelli, le Forze Armate ci sono state, ci sono e ci saranno". Presenti i più alti vertici regionali delle Forze Armate. L'iniziativa editoriale è stata presentata dal Generale di Brigata Adelmo Lusi, Comandante della Legione Carabinieri "Calabria", che ha ringraziato collezionisti, studiosi, l'Istituto del Nastro Azzurro, la Presidente Ferro e il Generale di Brigata Marcello Mazzuca. In sette capitoli, viene illustrata la completa esposizione di uniformi, armi, elmetti e copricapo, Medaglie, modelli e figurini, cartoline ed oggettistica custoditi all'interno del MUSMI, rendendo l'idea di ciò che è veramente accaduto durante la prima guerra mondiale; lunedì 22 novembre 2010 alle 11,30 è stata celebrata nella Basilica dell'Immacolata la solenne funzione religiosa, presieduta dall'Arcivescovo Metropolita di Catanzaro e Squillace S.E. Mons. Antonio Ciliberti, in onore della Patrona dell'Arma dei Carabinieri, la "Virgo Fidelis". "La Patrona - ha sottolineato l'Arcivescovo - è ispirata alla fedeltà, propria di ogni soldato che serve la Patria e caratteristica dell'Arma dei Carabinieri il cui motto è: Nei Secoli Fedele". In sottofondo i canti del Coro polifonico "Laetare" della diocesi di Locri-Gerace. Presenti il Comandante, Generale di Brigata Adelmo Lusi, le vedove e gli orfani dei militari Caduti, autorità civili, militari ed Associazioni Combattentistiche e d'Arma; è intervenuto il presidente della locale Federazione "Gli Azzurri dei Due Mari" Cav. Avv. Giuseppe Palaja; il 4 dicembre 2010 è stata commemorata Santa Barbara, protettrice dei Vigili del Fuoco; la mattina è stata deposta una corona d'alloro ai piedi della lapide commemorativa dei “C a d u t i nell'adempimento del dovere”, posta nel piazzale della caserma che ospita il comando militare di Catanzaro. Alle ore 10,00 presso la Basilica dell'Immacolata, è stata celebrata la funzione religiosa officiata dall'arcivescovo emerito monsignor Antonio Cantisani. Presenti il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco, ing. Luigi Di Pardo, e le massime autorità militari e civili della regione. Tra i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma il cav. avv. Giuseppe Palaja presidente della Federazione provinciale "Gli Azzurri dei Due Mari". Presenti anche il segretario - tesoriere avv. Antonio Palaja di Tocco insieme ad altri Soci dell’Istituto; il 21 dicembre alle ore 10,00 si è svolta nella Basilica dell'Immacolata a Catanzaro una solenne funzione religiosa, officiata da S.E. Mons. Antonio Ciliberti Vescovo della Diocesi di Catanzaro-Squillace, a cui hanno partecipato il personale militare e civile delle Forze Armate e dei Corpi armati e non dello Stato e i loro familiari. Alla cerimonia, organizzata dal Comandante Militare Esercito “Calabria" Generale B. Liborio Volpe, erano presenti i rappresentati delle Amministrazioni locali e delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma. Per il nostro Sodalizio è intervenuto il Presidente della locale Federazione "Gli Azzurri dei Due Mari" Cav. Avv. Giuseppe Palaja accompagnato dal segretario-tesoriere avv. Antonio Palaja di Tocco e da un folto numero di Azzurri. FERRARA Catanzaro: Presentazione del Catalogo del MUSMI IL NASTRO AZZURRO Il 16 novembre 2010 la Federazione di Ferrara ha organizzato, davanti a un numeroso pubblico presso la Biblioteca Ariostea, la presentazione del libro "Sono entrati a Roma Dai Galli di Brenno agli Americani di Clark" dell'Ambasciatore Alessandro Cortese de Bosis che fu Ufficiale di Collegamento con l'8a Armata ed entrò a Ferrara liberata con i Reparti Scozzesi. Il libro ripercorre la storia delle invasioni subite dalla Città Eterna, e dall'Italia, dal 390 a. C. al 1944. 41 Particolarmente toccante è stato, alla fine della presentazione, l'intervento del Presidente della Federazione, il Ten. Col. Giorgio Anselmi, protagonista della Battaglia di Montelungo e che entrò a Roma con la Bandiera di Guerra del 67° Reggimento Fanteria a fianco dei Reparti Alleati. Ha ricordato come, salito al Colle, fece issare il Tricolore sulla torre del Quirinale. Ferrara: Cortese de Bosis presenta il libro – – LECCO Presentato il 26 novembre 2010 il calendario-annuario della Federazione di Lecco dell'Istituto del Nastro Azzurro. Quest'anno l'opera è intitolata al sottotenente di complemento Armi Navali Aristide Carabelli, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. MESSINA La Federazione Provinciale di Messina negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 14 novembre, celebrazione in onore dei Caduti del villaggio di Gesso organizzata dalla locale associazione Combattenti e Reduci, presieduta da Sig. Francesco De Leo, presenti tra le autorità civili e militari l'assessore dr Giuseppe Isgrò e il presidente del VI quartiere dr. Enrico Ferrari; – il 22 novembre, messa solenne in onore della "Virgo Fidelis" patrona dell'Arma dei Carabinieri officiata dall'Arcivescovo Metropolita di Messina, Monsignor Calogero La Piana; al termine il Gen. C.A. Lucio Nobili, comandante del "Culquaber", ha preso la parola rivolgendo un commosso pensiero ai Caduti dell'Arma e alle loro Famiglie e ricordando tutti i carabinieri che si sono sacrificati spinti dal sentimento di fedeltà per il bene comune a garanzia delle istituzioni; 42 Gesso (ME): Celebrazione in onore dei Caduti 3 dicembre 2010, nella cattedrale di Messina presieduta dall'Arcivescovo Metropolita di Messina, Monsignor Calogero La Piana, celebrazione in onore di S. Barbara patrona degli Artiglieri, dei Granatieri, dei Marinai e dei Vigili del Fuoco. Presenti le massime autorità civili e militari e i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma; 17 dicembre 2010: i soci nei locali della Federazione Provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare si sono scambiati gli auguri natalizi. Presenti alla cerimoniail Prefetto, dott. Francesco Alecci, il Sindaco dott. Giuseppe Buzzanca, in rappresentanza del Comune Socio d'Onore, il Comandante del Distaccamento della Marina C. V. Santo Giacomo Legrottaglie, il Cap. dei carabinieri Giovanni Mennella, in rappresentanza del Comando Provinciale Carabinieri soci benemeriti della Federazione, presenti pure il Dr. Carmelo Di Vincenzo, ispettore ripartimentale foreste di Messina e il Gen. Giuseppe Briguglio, presidente dell'U.N.U.C.I.. Nell'occasione è stata consegnata la tessera di socio benemerito e l'attestato di benemerenza al Prefetto Francesco Alecci, "per le sue eccezionali qualità di mente e di cuore e per la sua operosa attività filantropica improntata ad elevati sentimenti patriottici, svolti con estrema cordialità, disponibilità a favore della Federazione Provinciale di Messina con gesto nobile e disinteressato". La consegna è avvenuta da parte del vice presidente, Medaglia d'Argento, Giuseppe Caristi luogotenente della finanza di mare, e della la prof.ssa Italia De Simone coordinatrice del Comitato Dame, da sempre impegnata nel il ricordo dei Decorati al Valor Militare. Nel corso della manifestazione è stata ricordata dal Presidente, Magg. f. ris. Vincenzo Randazzo, la Medaglia d'Oro concessa alla città di Messina per i bombardamenti della seconda guerra mondiale. È intervenuto il Prof. Associato di Storia delle Dottrine Politiche dell'Università di Messina, Assessore alle Politiche della Famiglia - Rapporti con le Chiese - Politiche per la Sicurezza, Dario Caroniti che ha sottolineato il ruolo determinante di Messina alla battaglia di Lepanto del 1571. NAPOLI La Federazione Provinciale di Napoli negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 20 giugno 2010, la Federazione di Napoli ha partecipato alla cerimonia per la Festa della Guardia di Finanza. Il Labaro della Federazione ha sfilato con l'Alfiere Benemerito M.A.V.M. S.Ten. Luigi Stella; – l'11 dicembre 2010, presso l'Accademia Aeronautica di Pozzuoli si sono riuniti i Soci della Federazione di Napoli del "Nastro Azzurro" e della Delegazione Regionale della IL NASTRO AZZURRO Pescara il Labaro della Federazione scortato dal membro del Consiglio direttivo Giovanni Di Bella e dall'alfiere Rolando Pennese, che hanno portato i saluti e i complimenti del Presidente Guido Natale, impossibilitato a muoversi per il suo attuale stato di salute, al Maddalena il quale gli ha risposto telefonicamente esprimendo la sua gratitudine per l'accoglienza riservatagli. Dopo la cerimonia Antonucci ha riaccompagnato Maddalena fino al punto da lui indicato per riprendere il cammino. POTENZA Napoli: Festa della G.d.F. 2010 Campania dell'Associazione Nazionale Insigniti Ordini Cavallereschi (A.N.I.O.C.) per la tradizionale festa degli auguri di fine anno. Il Responsabile di entrambi i Sodalizi, accomunati dall'Amor di Patria, senso del dovere e culto delle radici risorgimentali, Avv. Cav. Gran Croce Gennaro Perrella, dopo un cordiale saluto agli ospiti, ha maggiormente incentrato la sua relazione sull'attività dell'ANIOC rinviando quella relativa al Nastro Azzurro all'Assemblea già convocata di lì a qualche settimana. L'ottimo pranzo servito con raffinatezza, come è tradizione dell'Accademia Aeronautica, si è svolto in un clima di amicizia e cordialità e si è concluso con il tradizionale taglio della torta e il brindisi augurale. Alle Gentili Signore è stato offerto un omaggio floreale ed ai Soci un pregevole volume di poesie del Socio Cav. Salvatore Bova. Infine tutti i partecipanti si sono complimentati per l'ottima riuscita dell'evento con gli organizzatori Comm. Preside Arch. Pasquale Campo, Col. Dott. Pasquale Parente dell'A. M., l'Aiutante Nicola Liccardo ed il M.llo Pietro Caputo. PESCARA Il 21 dicembre 2010 Michele Maddalena, nel corso della "Marcia dell'Unità d'Italia", è giunto a L'Aquila, dove è stato ricevuto dal Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi. Su incarico del Presidente della Federazione di Pescara, C. Amm. Guido Natale, il socio luogotenente C.C. cav. Domenico Antonucci, residente a Popoli, ha incontrato Maddalena, gli ha espresso il plauso e la solidarietà della Federazione, lo ha ospitato per conto della Federazione presso l'hotel "Le Sorgenti" di Popoli dal 21 al 22 dicembre e si è interessato dell'organizzazione un suo incontro con gli studenti del Liceo Scientifico di Popoli, ai quali ha illustrato il significato della marcia, e col Sindaco Emidio Castricone nel palazzo del Comune, dove nel frattempo era giunto da Popoli (PE): Incontro di Michele Maddalena col sindaco IL NASTRO AZZURRO Il cav. Rocco Galasso, nominato Commissario Straordinario della Federazione Provinciale di Potenza dalla Presidenza Nazionale in data 17 novembre 2010, comunica che la Federazione di Potenza del Nastro Azzurro è di nuovo attiva ed ha la sede in Via San Vincenzo de' Paoli, 36 (c/o CSD) 85100 Potenza. I recapiti sono i seguenti: Te!. 0971/470884 - Fax. 0971/470884 - sito web: www.nastroazzurropotenza.it “Nell'accingermi a riprendere le attività già da troppo tempo interrotte,” ha affermato il cav. Galasso “ho inteso subito di rivolgere alle Federazioni operative il mio deferente saluto e la richesta di un sostegno morale a quanti vorranno benignarmi della loro considerazione e approfitto volentieri delle imminenti festività per indirizzare a tutti i migliori auspici per il nuovo anno 2011, 150° dell'Unità Nazionale.” (La riapertura della Federazione ha avuto luogo a dicembre 2010, praticamente a tempo di record - ndr) ROVIGO La Federazione Provinciale di Rovigo negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 7 novembre 2010 il Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro Graziano Maron, con il Labaro, ha partecipato alla cerimonia di Commemorazione dei Caduti che si è svolta nel piccolo Sacrario di Costa di Rovigo, alla presenza delle Autorità Civili e Militari; – Giovedì 18 Novembre 2010, presso la Prefettura di Rovigo, è avvenuta la consegna delle "Medaglie d'Onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra ed ai familiari dei deceduti". Alla cerimonia erano presenti il Prefetto, il Questore, il Sindaco di Rovigo e il Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro, Graziano Maron; – il 19 Novembre 2010, presso il Salone d'Onore del Comune di Rovigo, ha avuto luogo la celebrazione dei 150° dell'Unità d'Italia, in occasione del passaggio del maratoneta Michele Maddalena, azzurro della Federazione di Latina, che sta percorrendo tutta l'Italia con una marcia che vuole ricordare il sacrificio compiuto dai protagonisti del Risorgimento per la costituzione dell'Italia Unita. In ogni capoluogo che raggiunge Maddalena fa firmare dai Governatori di Regione una pergamena che poi consegnerà al Capo dello Stato. Alla cerimonia erano presenti, oltre al Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo Graziano Maron con il Labaro, le massime Autorità Civili e Militari del Territorio Provinciale, le Associazioni d'Arma con i Labari e il Presidente Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro, Gen. B. (ris.) Carlo Maria Magnani che ha presentato il libro "Cenni Storici dell'Istituto del Nastro Azzurro", un succin- 43 – to compendio della storia dell'Istituto realizzato dal Presidente della Federazione di Rovigo Graziano Maron; il 20 Novembre 2010, presso la sede della Provincia di Rovigo, è stato fondato il “Comitato Giovanni Palatucci”, voluto fortemente dal Presidente Dott. Flavio Ambroglini, nostro iscritto, per ricordare la figura del noto funzionario di polizia morto nel 1945 a soli 36 anni nel campo di sterminio di Dachau. Durante la Seconda Guerra Mondiale Palatucci mise in salvo dalla cattura nazista quasi cinquemila persone. Oltre al Presidente della Provincia, al Prefetto, al Questore e all'ex sindaco di Rovigo, fa parte del Comitato anche il Presidente della locale Federazione Provinciale dell'Istituto del Nastro Azzurro, Graziano Maron. Il Comitato si prefigge l’obiettivo di erigere un monumento alla memoria di Palatucci; Rovigo: inaugurazione bassorilievo della Madonna del Cammino – il 19 dicembre, presso la Chiesa dei Frati Minori Capuccini di Rovigo si è celebrata la Festa della Madonna di Loreto, Patrona degli Aviatori, alla presenza delle Autorità Locali e delle Associazioni d'Arma, tra le quali la Federazione Provinciale di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro, rappresentata dal suo Presidente Graziano Maron; Rovigo: S. Messa per la Madonna di Loreto Rovigo: nasce il “Comitato Giovanni Palatucci” – il 13 giugno scorso circa 270 centauri, tra i quali il Presidente della Federazione di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro, hanno svolto il raduno annuale con la celebrazione della S. Messa nella Cattedrale di Adria - RO. L'evento è stato occasione per una raccolta fondi che ha fruttato 6.000,00 €. devoluti per l'acquisto di un analizzatore di ossido nitrico da usare per la prevenzione dell'asma nei pazienti più piccoli. Il 27 novembre 2010, è avvenuta la consegna ufficiale dell'apparato al Reparto Pediatrico dell'Ospedale di Adria, da parte del "Moto club Motorday" di Rovigo, presenziata dal Cap. Cc Riccardo Marchi. La donazione è avvenuta alla presenza della dott.ssa Franca Scolaro, primario del reparto, che ha ringraziato, di Don Fabio Finotello e del Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro, Graziano Maron, promotore dell'evento; Adria (RO): Consegna analizzatore ossido nitrico – il 21 dicembre, presso la Sala della Gran Guardia "Gendarmeria Austriaca" di Rovigo, alla presenza delle Autorità del territorio, di una nutrita presenza di militari del 3° Reggimento Artiglieria della locale Caserma “Silvestri” e dalla rappresentanza di due scolaresche, il Gen. D. Enrico Pino, Comandante Militare Esercito "Veneto", ha presentato il calendario dell'Esercito Italiano ispirato al 150° Anniversario dell'Unità d'Italia 1861-2011. Alla cerimonia ha presenziato anche il Presidente della Federazione Provinciale di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro, Graziano Maron, e varie Associazioni d'Arma. Rovigo: Presentato il Calendario dell’Esercito 2011 – 44 il 12 dicembre, finalmente dopo cinque anni di burocrazia, è stato possibile inaugurare il bassorilievo raffigurante la Madonna del Cammino, protettrice dei Bersaglieri, collocata nella nicchia all'esterno della "Chiesetta delle Fosse" a Rovigo. La cerimonia è stata presenziata da molte Associazioni con i Labari e dalla Federazione Provinciale di Rovigo dell'Istituto del Nastro Azzurro; SIRACUSA Particolare successo di pubblico e di consensi ha avuto la mostra iconografica "I mille anni di Casa Savoia per il 150° Anniversario della proclamazione del Regno d'Italia", orga- IL NASTRO AZZURRO nizzata dalla Delegazione Provinciale di Siracusa dell'Istituto GG.OO.RR.TT. Pantheon con il patrocinio dell'Istituto del Nastro Azzurro. La mostra, inaugurata dal C.V. Dott. Ugo d'Atri, Presidente delle Guardie d'Onore, il 28 novembre 2010, si è articolata in cinque settori che rievocano la storia millenaria di Casa Savoia dal suo capostipite, Umberto Biancamano ai giorni nostri: quadri, stampe, cimeli, decorazioni, manifesti, giornali e pubblicazioni storiche, bronzi, uniformi, bandiere e calendari ripercorrono le vicende della Contea e del Ducato di Savoia, poi dal 1714 Regno di Sicilia e di Sardegna e infine del Risorgimento e dei quattro Re d'Italia. Il Comune di Noto, la Provincia Regionale di Siracusa, l'Assemblea Regionale Siciliana, l'Istituto per la Storia del Risorgimento hanno patrocinato l'iniziativa. L'evento è stato preceduto dalla celebrazione di una S. Messa da parte del Vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, presso la Basilica del SS. Salvatore alla presenza delle Autorità Civili e Militari della provincia e degli Azzurri della Sicilia Orientale. È stato anche diffuso un pregevole pieghevole illustrativo. La mostra, rimasta aperta sino al 30 gennaio 2011, è stata visitata da oltre 5.000 persone, fra le quali gli studenti delle ultime classi di tutti gli Istituti superiori della zona sud della Provincia di Siracusa, guidati dai rispettivi docenti. Dopo Noto la mostra è stata ospitata dal Circolo Unione di Augusta e dal Museo del Viaggiatore di Palazzolo Acreide, sempre con medesimo successo di pubblico. Noto (SR): Veduta della mostra SONDRIO La Federazione Provinciale di Sondrio negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – il 7 novembre 2010, ha presenziato con il Presidente, il Segretario, l'Alfiere Mattiussi ed i Soci Moiola, Bianchini, Rovedatti, Boninsegna e Ravelli alla cerimonia di commemorazione tenutasi a Morbegno (SO); – ha presenziato il 20 novembre con il Presidente, l'Alfiere, il Segretario ed altri Soci inquadrati nella Sezione di Sondrio dell'Associazione Nazionale Carabinieri, di cui è Presidente il Socio Filippo Zotti, alla celebrazione della Virgo Fidelis, patrona dell'Arma a Sondrio; – ha partecipato con il proprio Segretario, avv. Federico Vido, in qualità di relatore con un intervento dedicato alla M.O.V.M. Giuseppe Perego, al convegno internazionale "Russian Front Convention 2010" che si è svolto a Roma presso l'Università "La Sapienza" il 23 e 24 novembre 2010; – ha presenziato con il Presidente ed altri Soci con incarichi direttivi in altre Associazioni alla cerimonia degli auguri natalizi con le Autorità della Provincia; – ha presenziato con i delegati del Presidente Soci Maristella Ravelli, Alberto Zulian, Carlo Plozza, Giorgio Gobbo e gli Alfieri Arrigo Mattiussi e Franco Silva alla consegna delle Medaglie d'Onore ai soldati italiani deportati nel corso della Seconda Guerra Mondiale nei comuni di Sondrio, Bormio, Tirano e IL NASTRO AZZURRO Morbegno, e con il solo Labaro portato da un militare dell'Arma dei Carabinieri nel comune di Chiavenna. TORINO La Federazione Provinciale di Torino negli ultimi mesi ha svolto le seguenti attività: – 20 novembre 2010: l'Opera Nazionale Caduti Senza Croce e il Gruppo Croce Bianca in gemellaggio di Ideali e Preghiera hanno invitato ad una Santa Messa in suffragio di tutti i Caduti le cui spoglie sono disperse, nella Reale Militare Chiesa di San Lorenzo. Nel corso del sacro rito sono stati benedetti i Bracciali della Memoria di alcuni Caduti senza Croce e consegnati ai congiunti e discendenti. Al termine della Santa Messa sono state recitate le Preghiere delle Armi e dei Corpi rappresentati. La Federazione Provinciale di Torino del Nastro Azzurro era presente con il Labaro che, con numerosi Azzurri, precedeva moltissime altre Associazioni Combattentistiche e d'Arma con i loro labari; – 20 novembre 2010: l'Arciconfraternita dei S.S. Maurizio e Lazzaro ha celebrato la festa di S. Maurizio, protettore e patrono delle Armi italiane, delle Opere ospedaliere nella Magistrale Basilica Mauriziana di Torino con una tradizionale solenne funzione religiosa alla quale hanno partecipato molte Autorità civili e militari della città. Presenti anche molte Associazioni Combattentistiche e d'Arma con i Labari e i Medaglieri, tra cui spiccava il Labaro della Federazione di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro affiancato dai Sindaci e da alcuni Decorati al Valor Militare; – 2 dicembre 2010: nella Chiesa della Gran Madre di Dio è stata celebrata una Messa in suffragio delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana Cadute nell'adempimento del dovere e di quelle decedute nel corrente anno. Unitamente a tutti gli intervenuti era anche presente una rappresentanza della Presidenza della Federazione Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro e numerosi Azzurri; – 4 dicembre 2010, seguendo una vecchia tradizione per le festività di fine anno, la Federazione Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro ha fatto celebrare una Santa Messa in ricordo dei Caduti e dei Soci defunti, presso la Chiesa della Confraternita del S.S. Sudario di Torino. Durante la Messa è stata letta la “P r e g h i e r a d e l D e c o r a t o" che come sempre è stata ascoltata con grande commozione. È seguito un buffet di amicizia, ospitato nei locali della Confraternita dove ha sede la Federazione, per lo scambio degli auguri per il Nuovo Anno. Quest'anno, più che mai, hanno aderito numerose all'invito le più alte Autorità Militari del Comando Regione Militare Nord, della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, della Taurinense e delle Associazioni d'Arma. Il Comune, la Provincia e la Regione erano presenti con i loro Vice Presidenti e Assessori. Presenti erano pure i Presidenti di alcuni dei più autorevoli Enti di Torino. Unitamente al Labaro del Nastro Azzurro, era presente il Gonfalone della Città di Torino, della Provincia e della Regione Piemonte, e tutti con relativi Alfieri affiancati da due accompagnatori, Sempre più numerosa la presenza dei Labari delle Associazioni Combattentistiche con Alfiere e molti loro associati. Alla Santa Messa erano presenti in gran numero gli Azzurri con parenti e amici, simpatizzanti ed altri sostenitori; – il 15 dicembre 2010, al 67° Anniversario della Battaglia di Montelungo presso la caserma "Morelli di Popolo" a Torino, unitamente a tutti gli intervenuti era anche presente una rappresentanza della Presidenza della Federazione Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro e numerosi Azzurri. 45 RECENSIONI 1943-1944-1945 TRE ANNI DELLA MIA VITA NELLA TRAGEDIA ITALIANA di Licio Salvagno - Becchilega Editore - pagg. 120 - 15 x 21 - Illustrato B/N - Può essere acquistato contattando l'editore tel. 0542-31208 fax 054231240 e-mail: [email protected] € 8,50 più contributo per spese postali (totale € 10,00). Dedicato ai "nipoti ed ai giovani che vorranno leggerlo", è un piccolo libro che racconta in modo asciutto ed essenziale le avventure dell'autore nel periodo più oscuro della storia d'Italia: i tre anni 19431944-1945 durante i quali si svolse la guerra civile, oggi pudicamente, ma anche pomposamente chiamata "Guerra di Liberazione". Licio Salvagno era ancora allievo ufficiale dell'Accademia Militare di Modena quando, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre, dovette prendere una decisione terribile. La prima parte del libro narra la sua rocambolesca fuga e le successive difficoltà di pura sopravvivenza, nella seconda parte, tornato ad indossare l'uniforme da ufficiale subalterno, ma svolgendo l'incarico di Comandante di Compagnia nel famoso Gruppo di Combattimento "Friuli", narra la lenta e difficoltosa risalita della penisola a fianco degli alleati. Più che le avventure di guerra, è lo stato d'animo dell'autore che traspare dalla lettura. Egli, senza volerlo apertamente ammettere, già evidenzia l'insofferenza del militare, che ama le situazioni chiare, per le ambiguità e le ipocrisie della politica italiana successiva alla caduta del fascismo. Il momento più alto si raggiunge quando l'autore descrive il primo impatto con l'ufficiale superiore che lo accoglie non proprio caldamente al sud: la descrizione dello stato d'animo con cui egli si confronta con l'altro ufficiale, pur nella sua stringata brevità, è in grado da sola di spiegare tutta la tragedia della generazione che visse l'8 settembre. PESCARA E IL VOLO di Bartolomeo Di Pinto e Maria Teresa Iovacchini - Editrice La Stampa - luglio 2010 - pagg. 206 - 17 x 24 - Illustrato a colori e B/N - Sponsorizzato dall'Associazione Arma Aeronautica Sez. di Pescara e dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, può essere richiesto agli autori o all'editore tel. 085-4308364 fax 0854312828 e-mail: [email protected] Il libro, presentato nel corso di un convegno che si è tenuto il 2 ottobre 2010 nella sala del Consiglio Comunale di Pescara in occasione del centenario della manifestazione aeronautica organizzata proprio nella città abruzzese nel 1910, è frutto dell'opera instancabile e appassionata del Col. Bartolomeo Di Pinto, Presidente della Sezione di Pescara dell 'Ass. Naz. Arma Aeronautica e dell'impegno svolto nella ricerca dei documenti dalla dott.ssa Maria Teresa Iovacchini, direttrice dell'Archivio di Stato di Pescara. La narrazione parte proprio da quell'evento. Allora la città adriatica era un borgo di appena 10.000 abi- 46 tanti, ma con quella manifestazione dimostrò, fin dagli albori della nascita delle "macchine volanti", la sua vocazione per il mondo del volo. Questa vocazione non si è mai affievolita, infatti se all'epoca Pescara disponeva solo di un "campo di fortuna", oggi ha un aeroporto con pista e infrastrutture che lo classificano come aeroporto aperto al traffico internazionale. Ricco di fotografie e di documenti, il libro non si limita a ripercorrere e ad illustrare la storia della nascita e dello sviluppo dell'aeronautica nel capoluogo abruzzese, ma spazia anche oltre i suoi confini. Interessante la rievocazione di personaggi che nel campo aeronautico hanno dato lustro alla regione e all'Italia: i fratelli Pomilio, costruttori, specie durante il primo conflitto mondiale, di oltre 1500 aerei; l'ing. Corradino D'Ascanio, geniale progettista e realizzatore del primo "elicottero funzionale"; Gabriele D'Annunzio, il Vate pescarese, che coniò la parola "velivolo" e dette un grande contributo alla nascente aviazione - di lui resta famoso l'audace "Volo su Vienna" nell'agosto del 1918, durante la Grande Guerra. Nel testo vengono rievocati anche gli eventi bellici della seconda guerra mondiale e la crescente importanza che in essi ebbero i mezzi aerei. E così vengono inseriti nella rievocazione non solo gli atti di eroismo degli aviatori abruzzesi, ma anche di altri combattenti che meritarono Medaglie al Valor Militare. In particolare, a pag. 146 viene citato proprio l'Istituto del Nastro Azzurro e il suo pluridecorato Presidente di Federazione, amm. Guido Natale. IN GUERRA CON I LUPI DI TOSCANA di Enrico Morali - Itinera Progetti editore - pagg. 216 - illustrato a colori ISBN 88-88542-22-1 - € 22,00 (lo si può anche richiedere direttamente a: [email protected]. tel. 0424 503467) Il volume ripercorre le azioni militari compiute nella Grande Guerra dai Fanti del 77° e del 78° Reggimento, che compongono la Brigata Toscana, attraverso le lettere, gli scritti, vari interessanti inediti e la raccolta di fotografie di Enrico Morali. Dalle Giudicarie al Carso, dall'Altopiano dei Sette Comuni al Grappa, si dipana una vicenda bellica assolutamente in presa diretta. Sul Sabotino Morali conosce Gabriele d'Annunzio con il quale intreccia un'amicizia destinata a durare nel tempo anche dopo l'impresa fiumana. Ad arricchire il volume ci sono le attestazioni dello stesso poeta "vate" a Morali, con testi inediti, le testimonianze di altri diaristi della "Toscana", i ricordi degli ufficiali fatti prigionieri, le valutazioni e i racconti degli avversari di allora: i fanti stiriani del 27° Rgt. o gli uomini del 22° Rgt. k.u.k.. Per la prima volta il volume presenta una trattazione alquanto esauriente sui "Lupi di Toscana" e mette in luce in modo chiaro il grande entusiasmo che animava Enrico Morali nel compiere con i suoi fanti brillanti azioni eroiche. Nella grande guerra riporta tre ferite sul Faiti Krieb, a San Giovanni di Duino e sull'Altipiano di Asiago a Col del Rosso. All'Encomio Solenne segue una Medaglia di Bronzo, due Medaglie d'Argento, quindi la Promozione a Capitano per Merito di IL NASTRO AZZURRO Guerra. Combatte alle dipendenze dell'eroico Maggiore Giovanni Randaccio. Al suo rientro al fronte dopo la terza ferita, nel 1918 è destinato al 58° Reggimento Fanteria Brigata Abruzzi, dove gli viene affidato il comando del 3° Battaglione. Questo Battaglione, dopo aver compiuto, sotto la sua guida, una serie di audaci e proficue azioni preparatorie, trionfa nell'operazione tattica e nei combattimenti effettuati tra il 2 e il 31 ottobre 1918 a Col del Miglio, Pra Gobbo, Col Caprile e Col della Berretta, località strategiche sul Monte Grappa, e si merita una speciale menzione sul Bollettino della Vittoria nel quale il Comando Supremo descrive la Battaglia di Vittorio Veneto. Morali è uno fra i pochissimi ufficiali di complemento della Grande Guerra Decorato al Valore con l'Ordine Militare di Savoia per il singolare eroismo dimostrato ma anche per le grandi doti strategiche con le quali ha saputo condurre i suoi uomini limitandone le perdite. PIONIERI DELL'IDROAVIAZIONE 1900-1913 di Attilio Marchetti - Editore LoGisma - pagg. 240 - illustrato B/N - 17 x 24 - € 16,50 - ISBN 978-88-87621-822 Anche con questa opera sui primi idrovolanti della storia dell'aviazione, Attilio Marchetti si conferma ottimo scrittore storico divulgatore, con notevoli capacità di ricerca e di sintesi e sicurezza nella trattazione di temi storici di nicchia. Lo stile è efficace e talvolta avvincente, la tematica sempre ben approfondita e sostenuta da un adeguato lavoro di ricerca. Attraverso la lettura si segue la nascita e lo sviluppo dell'idroaeroplano, poco conosciuto ma altrettanto importante per la storia e la tecnologia aeronautica. Già all'indomani del primo volo del più pesante dell'aria, i costruttori si posero il problema di poter decollare e ammarare sulla superficie dell'acqua. I tentativi più o meno riusciti furono molti, dall'adattamento dei primi velivoli terrestri fino alla progettazione di macchine specifiche. Ne furono principali protagonisti i francesi Henri Fabre, i fratelli Voisin, Louis Bleriot, l'americano Glenn Curtiss, e gli italiani Mario Calderara, Alessandro Guidoni, Arturo Crocco, Manlio Ginocchio e altri ancora, tutti descritti con precisione storica e dovizia di particolari. LA DRUGIA GUERRA DEL SIGNOR MULO TAMBURO di Edoardo Vertua - Bellavite Editore in Missaglia - illustrato B/N - pagg. 480 - 15,5 x 21 - € 16,00 - ISBN 978-887511-130-4 Il volume compendia i commenti e le cogitazioni sulle avventure belliche vissute dal signor, poi camerata ed infine di nuovo signor, mulo scelto Tamburo, cavaliere dell'ordine cavalleresco della musetta di canapa, che è appartenuto al Battaglione “Fenestrelle” dalla sua rimonta, avvenuta nel 1930, al 26 settembre 1943, giorno in cui è stato sacrificato, dal medico delle bestie, per nutrire i suoi compagni bipedi di Reggimento, mentre combattevano contro i nazisti. Tamburo racconta le sue avventure belliche vissute da coraggioso protagonista durante la drugia guerra fascista iniziata il 10 giugno 1940. In piemontese drugia vuoi dire letame e IL NASTRO AZZURRO drugiotto è il conducente dell'equino, o meglio in tedesco il suo fuhrer e in italiano il suo duce. Con queste memorie del mulo Tamburo ha termine la trilogia delle avventure belliche di un ufficiale degli alpini che ha vissuto ed è sopravvissuto a tre differenti cruenti cicli: il primo, inquadrato nel Battaglione “Fenestrelle” del 3° Reggimento Alpini del Regio Esercito e che qui viene descritto; il secondo da partigiano, con il Battaglione “Taurinense” della Divisione “Garibaldi” Jugoslavia raccontato nel volume “Nulla è cambiato”; il terzo, inquadrato dapprima nel Corpo Italiano di Liberazione, poi nel Reggimento di Fanteria Speciale Legnano, periodo tratteggiaro in: “Due alpini, due guerre di liberazione”. Il presente libro colleziona gli eventi vissuti dal Battaglione “Fenestrelle”, durante il secondo conflitto mondiale e descritti da un suo valoroso quadrupede, radicato nelle vicende belliche e politiche nazionali e mondiali, con un particolare cenno agli avvenimenti che hanno fatto seguito all'armistizio. Lo scritto è volto alla ricerca di una spiegazione ed ha come scopo di rivisitare la guerra attraverso gli avvenimenti vissuti da un battaglione alpino dislocato nei Balcani, in pratica un tentativo di portare a conoscenza quel che pensavano gli alpini della “drugia guerra e del dittatore che l'ha voluta”. Lo stile, talvolta riecheggiante la pignoleria dei resoconti militari, è sempre molto attento ai particolari e, in alcuni casi, riesce ad essere anche surreale e farsesco, ma lascia sempre trasparire un senso di profonda amarezza per un conflitto duro, perso in partenza e non voluto dal popolo. PREDE di GUERRA di Giancarlo Garello - Editore La Bancarella Aeronautica - Torino - pagg. 80 - 29,5 x 21 - illustrato: foto B/N, disegni a colori 25,00 € Monografia su una tematica particolarmente interessante: la storia dei numerosi velivoli alleati catturati dalla regia Aeronautica durante il secondo conflitto mondiale, fino al 1943. Una storia nella storia che ci fa scoprire, con dovizia di particolari e con numerose fotografie (alcune inedite), quanto importanti furono le "prede di guerra" per i nostri aviatori. Il testo bilingue (italianoinglese) da una dimensione internazionale alla monografia. SALVAT UBI LUCET di Mauro Antonelli Casanova Editore - Faenza - 22x30,5 - 250 pagine - ISBN 978-8895323-15-2 Si tratta della storia, nel primo conflitto mondiale, dell'idroscalo di Porto Corsini dove operarono, insieme agli aviatori di Marina italiani, anche un gruppo di aviatori della Marina degli Stati Uniti inquadrati nella ivi posizionata "Naval Air Station". Il libro narra con dovizia di particolari, arricchiti da numerose foto d'epoca, delle operazioni aeree e dei personaggi che ebbero base a Porto Corsini, su uno dei cui capannoni campeggiava l'iscrizione latina titolo dell'opera. Lo stile didascalico e l'ampiezza delle notizie esposte, rendono la pubblicazione di notevole interesse storico. 47