COPIA DI CORTESIA - La Voce d`Italia
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COPIA DI CORTESIA - La Voce d`Italia
club Italia magazine Poste Italiane S.p.a. Spedizione in abbonamento postale -70% DCB Milano Anno II - numero 12 - Agosto 2009 A IA PI TES CO OR C DI Anno II - numero 12 - Agosto 2009 L’onda verde di Bossi e meglio di Bossi Facile attaccare la lega, diFFicile Far S Lega di introdurre l’esame di candalo questa estate per la proposta della il solito refrain già visto altre dialetto per gli insegnanti. Critiche, proteste, volte all’indirizzo del Carroccio. una verifica sulla conoscenza del Nessuno che abbia proposto di introdurre ano non è una lingua derivata dal latino da parte degli insegnanti. Forse che l’itali non esprima il radicamento con le latino? Forse che, alla pari dei dialetti locali, proprie origini e tradizioni? proposte alternative. L’assenza Facile barricarsi dietro le critiche senza rilanciare l’incapacità di offrire, o almeno di di controproposte attesta inequivocabilmente tanti difensori a parole le proprie cercare, soluzioni, dimostra sul campo che tra che concretamente si adoperi in radici, la propria identità, l’unica forza politica tal senso è la Lega. to di Umberto Bossi, non è altro Il successo, crescente negli anni, del movimen elettori, della vicinanza del partito che questo: il riconoscimento, da parte degli ioni proposte se non, addirittura, ai problemi della gente, della validità delle soluz verso certe tematiche. del totale disinteresse delle altre forze politiche leghista come i raduni annuali ità Pensiamo a veri e propri riti fondativi dell’ident di Pontida e Ponte di Legno. bblica, organizza momenti di Quale altra forza politica, nella seconda Repu Qualcosa di simile era un tempo la incontro con l’elettorato paragonabili a questi? si capisce più se la festa dell’Unità festa dell’Unità. Un tempo però, ché oggi non dell’Unione o del Pd e, soprattutto, sia ancora la festa dell’Unità e non piuttosto one ai Dl, o di una corrente dei se non si tratti della festa dei Ds in contrapposizi ranceschini piuttosto che proDs contro un’altra, o infine di un’iniziativa pro-F Bersani. ni, consigliere comunale a Milano, Prendiamo infine il caso del leghista Matteo Salvi mentare nazionale della Lega. Al parlamentare europeo e, fino a poco fa, parla ilità per legge del cumulo delle 3 di là della questione formale dell’incompatib interessato), il dato sostanziale è cariche (problema peraltro risolto dal diretto diverse elezioni e in 3 anni diversi, chiaro: l’elezione dell’esponente leghista, in 3 tra gli elettori. attesta la fiducia che questi ha saputo riscuotere ibile, che gli elettori si siano poss enza Ed è difficile pensare, con tutta la diffid ni non risponda invece alla Salvi di fatti gabbare per 3 volte di fila e che la scelta in virtù del legame che orre prop validità delle soluzioni che la Lega ha saputo coltiva con il territorio. club italia magazine agosto 3 28 16 6 44 52 40 6 16 22 28 36 40 La storia della Lega Nord Pontida 2009: la carica dei 100mila I simboli di Pontida Umberto Bossi: una vita per la Lega Umberto, il Po e il castello di Ponte di Legno 64 4 agosto club italia magazine 44 48 52 70 Matteo Salvini: anima verde e spirito polemico Monica Rizzi: una bresciana D.O.C. in Regione Monica Rizzi: la passione per il territorio prima di tutto Le nuove sfide di Molgora 80 Anno II, numero 12, Agosto 2009 Editore - Press Video Edizioni Srl Reg. Tribunale di Milano n. 173 del 11 - 03 - 2008 86 54 64 69 70 74 80 82 85 86 88 90 94 110 L’avanzata del Carroccio oltre il Po Indipendenza, federalismo tra separatismo e indipendentismo Il cuore nel pallone Ponte di Legno: tra storia e turismo Riflessioni sulla comunicazione della Lega Media padani: il mondo dell’informazione leghista Telepadania: il locale per raccontare il reale “Rimbalza il clandestino” “Barbarossa”, un film sulla lotta per l’autonomia dei popoli Miss Padania Miss Padania: l’anima della bellezza Miss Padania: le sedi delle selezioni Miss Padania: le vincitrici delle selezioni Direttore Responsabile Carlo Sala Coordinatore Editoriale Marco Marsili Redazione Anna Rita Chietera, Domenico D’Alessandro, Federica Giordani, Pamela Martinoli, Giampaolo Mannu, Alessandro Uggeri ([email protected]) Responsabile Dipartimento Grafico Daniele Colzani ([email protected]) Grafica e impaginazione Daniele Colzani ([email protected]) Giovanni Di Gregorio ([email protected]) Responsabile Pubblicità e Marketing Milka Kulina ([email protected]) Concessionaria pubblicità Press Video Edizioni Pubblicità Responsabile Trattamento Dati Personali (D.Lgs 196/2003) Paola Cattaneo ([email protected]) L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D. 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Un percorso complesso che ruota attorno alla figura carismatica del suo leader Umberto Bossi L a Lega Nord nasce grazie ad Umberto Bossi, fondatore ma soprattutto anima del partito. Ma anche un altro personaggio ebbe un ruolo fondamentale in questa lunga storia politica: Bruno Salvadori, leader dell’Union Valdotaine, che fece nascere in Bossi una vera vocazione politica. Un incontro davvero speciale che rimase forte sino al 1980, quando Salvadori morì tragicamente in un incidente stradale. Bossi a quel punto decise di proseguire autonomamente sulla strada politica, rispettando l’impegno morale preso con l’amico. Un impegno difficile da salvaguardare che però rappresentò una grande sfida per Umberto, che decise di fondare un nuovo 6 aprile club italia magazine partito, la “Lega autonomista lombarda”, che si ispirava nel simbolo e nel nome alla storica “Lega lombarda”. Il simbolo, per l’appunto, raffigura l’Alberto da Giussano che sguaina la spada verso il cielo e impugna lo scudo. Sin da subito il principale obiettivo di questo partito fu la realizzazione di un progetto di Confederazione, anche se poi questo sogno viene parzialmente tralasciato, preferendo ricorrere ad una via più sicura come il federalismo, inteso come “dottrina politica favorevole alla federazione di più stati e ispirata a un’ideale di pacifica convivenza tra i popoli”. Nei primi anni Ottanta il progetto leghista vede pian piano la luce e assume una dimensione sempre più ragguardevole in tutta la Lombardia, con delle sedi ormai sparse in tutti i capoluoghi di provincia. I pr prImI passI della lega Nel 1982 Bossi diffonde il primo programma politico, stilato attraverso dodici punti: lo scopo principale è sempre quello di ottenere una federazione che superi l’egemonia di Roma e dello Stato centralizzato. Il programma politico chiede che “venga data precedenza ai Lombardi nell’assegnazione di lavoro, abitazioni, assistenza, contributi finanziari” che “ogni tassazione sia eguale per tutte le regioni e non si verifichino ancora truffe come quella del ‘Condono’ e dei ‘Ticket’ sui medicinali che al Sud costano la metà che in Lombardia”, che “i frut frutti del lavoro e le tasse dei Lombardi siano controllati e gestiti dai lombardi attraverso l’organizzazione di un sistema finanziario simile a quello in via di attuazione nel Trentino e nel Sud Tirolo”; “la giustizia in Lombardia combatta con efficacia e con adeguati strumenti delinquenza, mafie e racket” ed altro ancora. Bossi si rende conto che le mire indipendentiste della Lombardia sono argomentazione poco efficace per raggiungere i suoi obiettivi: ben più utile potrebbe rivelarsi una nuova questione, ossia quella del divario tra Nord e Sud che secondo lui originerebbe una disparità nella distribuzione dei fondi statali a netto vantaggio del Meridione d’Italia. Nel 1985 Bossi si presenta per la prima volta alle elezioni ammini- strative: complessivamente ottiene poche migliaia di voti e appena tre seggi (uno alla provincia di Varese, uno al comune di Varese e uno in quello di Gallarate). Al comune di Varese il seggio verrà occupato da Giuseppe Leoni, uno dei fondatori della “Lega autonomista lombarda”, che terrà il suo primo discorso solo in dialetto lombardo. Durante il suo intervento, più di metà dei consiglieri lascerà l’aula in segno di protesta. L’anno successivo la Lega verrà inquisita per la prima volta per “vilipendio alla Bandiera”: nel mirino dei giudici c’è un articolo, apparso su una rivista e firmato da Umberto Bossi, in cui il leader parla di “tricolore massonico”. Nelle successive elezioni politiche, nel 1987, giunge la prima grande sorpresa della sua storia: la Lega al Senato ottiene 137.276 voti e un seggio, alla Camera ne prende 186.255, con un altro seggio. Nelle elezioni europee del 18 giugno 1989 i leghisti Francesco Enrico Speroni e Luigi Moretti sono eletti europarlamentari. Il 22 novembre 1989 viene sottoscritto, davanti ad un notaio di Bergamo, l’atto costitutivo e il testo dello Statuto della Lega Nord (il nuovo nome del partito) che sancisce definitivamente l’alleanza politica dei vari movimenti autonomisti settentrionali. Tra il 7 e il 9 dicembre dello stesso anno circa 500 persone partecipano al I° Congresso della Lega Nord in Lombardia. Nell’aprile del 1990 a Pontida si svolge la prima grande manifestazione di piazza del popolo leghista: lo scopo è quello di mostrare la forza del partito alla vigilia dell’appuntamento elettorale con le amministrative (e visto il successo l’evento si ripeterà ogni anno). Dalle urne il responso è sorprendente: la Lega è il secondo partito in Lombardia, e a livello nazionale incassa più del 4% delle preferenze. Dopo il voto gli eletti giurano, di nuovo a Pontida, fedeltà al partito: è il 6 maggio del 1990, ottomila persone assistono alla “cerimonia”. La formula recita: “Io che ho voluto candidarmi nelle liste della Lega Lombarda - Lega Nord per diventare alfiere attivo nella lotta per l’autonomia del popolo Lombardo, Veneto, Piemontese, Ligure, Emiliano, Romagnolo e Toscano, unisco il mio giuramento a quello degli avi: giuro fedeltà alla causa dell’autonomia e della libertà dei nostri popoli che oggi, come da mille anni, s’incarnano nella Lega Lombarda e nei suoi organi dirigenti democraticamente eletti”. Il pr prImo congresso e Il governo del paese Nel I° Congresso Federale della Lega Nord, che si svolge nel febbraio 1991 a Segrate, in provincia di Milano, viene approvato ufficialmente il progetto di Bossi che prevede l’unione dei vari movimenti autonomisti dell’Italia settentrionale: Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemont Autonomista, Union Ligure, Lega Emiliano-Romagnola, Alleanza Toscana, Lega Toscana e Movimento per la Toscana, i partiti del Friuli, di Trieste e del Trentino, a cui si aggiungeranno in seguito i partiti dell’Alto Adige, della Valle d’Aosta, dell’Umbria e delle Marche. Le elezioni politiche del 1992 regalano alla Lega una performance storica: più di due milioni e settecento mila persone hanno votato per il Carroccio al Senato, equiva- 8 agosto club italia magazine lente all’8,2%, mentre alla Camera i voti sono quasi tre milioni e quattrocento mila, ossia l’8,7%. Vengono eletti quindi 25 senatori e 55 deputati: tra i primi c’è Giuseppe Leoni, tra i secondi ci sono lo stesso Bossi, poi Mario Borghezio, Roberto Calderoli, Roberto Castelli, Roberto Maroni e Irene Pivetti. Ancora una volta gli eletti si ritrovano a Pontida per il giuramento. Nelle amministrative del 1993 per la prima volta la Lega conquista delle Province (sono Pavia, Mantova e Gorizia). Dopo un coinvolgimento in Tangentopoli, per le elezioni politiche del 1994 la Lega si accorda con il Polo delle Libertà vincendo così le elezioni. Alla Lega vanno la presidenza della Camera dei Deputati, con Irene Pivetti, e cinque ministeri importanti: agli Interni viene eletto Roberto Maroni, all’Industria Vito Gnutti, alle Politiche Comunitarie Domenico Comino, alle Riforme Costituzionali Francesco Enrico Speroni, e infine al Bilancio Giancarlo Pagliarini. Nel dicembre dello stesso anno il segretario Bossi toglie la fiducia al governo Berlusconi, che dunque non ha più i numeri per governare e scioglie il suo esecutivo. Il leader del Carroccio compie questo gesto perché convinto che il Presidente del Consiglio non abbia rispettato i patti su cui si erano basati per firmare l’accordo elettorale (prevedevano la “fine dello Stato centralista e assistenziale, riforma istituzionale in senso federale; privatizzazioni; regolamentazione del libero mercato tramite normative anti-trust; adesione convinta all’Unione Europea”). Qualche settimana più tardi il partito concede addirittura la propria fiducia, con un appoggio esterno, al governo tecnico presieduto da Lamberto Dini. Il p parlamento del nord e la secessIone All’inizio del giugno 1995, a Bagnolo San Vito, vicino Mantova, si riunisce per la prima volta il Parlamento del Nord (che diventerà, l’anno successivo, il Parlamento della Padania e si doterà di un proprio regolamento). Siedono qui i membri della Lega Nord eletti nelle varie istituzioni, suddivisi in dodici diverse commissioni, con lo scopo di garantire i diritti e la libertà delle popolazioni del Nord. Dai lavori di questo Parlamento sortiranno gli schemi operativi per ottenere l’agognata autonomia del Nord. Nel corso di una riunione a Pontida Bossi parla di “secessione”: per questa parola verrà anche indagato, in quanto gli verrà contestato il reato di “attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato, in violazione all’art. 241 del Codice Penale”. Inoltre alcuni importanti esponenti del Carroccio (tra cui l’ex Ministro Vito Gnutti e l’ex Presidente della Camera dei Deputati Irene Pivetti) abbandonano il partito dopo la cosiddetta “svolta secessionista”. club italia magazine agosto 9 Un’altra tornata elettorale storica è rappresentata dalle politiche del 1996: per la prima volta la Lega supera quota 10% sia alla Camera che al Senato, e quindi sono ben 87 i parlamentari “verdi”. Nello stesso anno viene costituito il “Governo sole”, che si contrappone al governo romano centrale e viene presieduto da Pagliarini, e inoltre la Lega non partecipa alle cerimonie per il 50° anniversario della Repubblica Italiana: la provocazione raggiunge il culmine con l’annuale raduno di Pontida fissato proprio nel giorno della ricorrenza italiana, il 2 giugno. l padan la p I Ia A metà settembre “nasce” ufficialmente la Padania con la “Festa dell’autodeterminazione dei popoli padani”. Viene raccolta, alla sorgente del Po, dell’acqua in un’ampolla e tre giorni dopo la stessa acqua viene versata alla foce del fiume, vicino a Venezia: il tutto per simboleggiare l’unità e la purezza del popolo padano. Durante i tre giorni della manifestazione decine di migliaia di persone applaudono Bossi e gli altri esponenti leghisti. Nel terzo giorno Bossi, in un comizio a Venezia, incita la folla e dice: “Poiché è giunta l’ora di avviare la grande impresa di far nascere questo nuovo Paese che noi battezziamo oggi con il nome di Padania, in nome e con l’autorità che ci deriva dal Diritto Naturale di Autodeterminazione e della nostra libera coscienza, chiamando per voce delle nostre libere Istituzioni l’insegnamento di amore per la libertà e di coraggio dei Padri Padani a testimone dell’onestà delle nostre intenzioni, noi, popoli della Padania, solennemente proclamiamo: la Padania è una repubblica federale indipendente e sovrana. A sostegno di ciò noi ci offriamo gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore”. Viene dunque scritta una Costituzione transi- “la Lega è come un bambino, e’ il frutto dell’amore. del lavoro generoso di migliaia di uomini e di donne, che si vogliono bene. Che vogliono bene alla citta’ dove vivono, alla nazione cui si sentono di appartenere. Il bambino è cresciuto, ha imparato a camminare con le sue gambe. e realizzi le sue ambizioni”. 10 agostoclub italia magazine Umberto Bossi da “Vento dal Nord” toria padana e una Carta dei diritti dei cittadini padani. Pochi giorni dopo, davanti alla sede di Via Bellerio a Milano, si verificano degli scontri tra militanti leghisti e poliziotti. Le forze dell’ordine erano intervenute su ordine del Procuratore della Repubblica di Verona Guido Papalia che stava indagando su Corinto Marchini, esponente della Lega, accusato di attentato all’unità dello Stato. Alla fine della lotta si registrano diversi feriti in entrambe le fazioni: tra questi c’è anche Roberto Maroni. l corsa della lega la Nei primi giorni del 1997 nasce il quotidiano “La Padania”: il direttore è Gianluca Marchi, ma il direttore politico resta Umberto Bossi. Circa un anno e mezzo dopo inizieranno le trasmissione di TelePadania. Nel maggio del ’97 viene organizzato, nelle regioni “padane”, un referendum in cui si chiede alla popolazione se è favorevole alla secessione. Votano 4 milioni 833 mila 863 persone, e ovviamente il 97% dei voti è favorevole all’idea leghista. In ottobre si svolgono le prime elezioni del Parlamento Padano: votano poco più di sei milioni di persone. I partiti che i votanti trovano sulle schede sono: Comunisti Padani, Democratici Europei Lavoro Padano, Unione Padana Agricoltura Ambiente Caccia Pesca, Cattolici Padani, Leoni Padani, Padania Liberale e Libertaria, Liberaldemocratici Forza Padania, Destra Padana. Nel gennaio 1998, Umberto Bossi viene condannato dal Tribunale di Bergamo a un anno e un mese di carcere con la sospensione della pena per il reato di istigazione a delinquere: il riferimento è ad alcune frasi ritenute offensive pronunciate dal Segretario durante due comizi tenuti in provincia di Bergamo tre anni prima. Dieci giorni dopo viene organizzato per le strade di Bergamo un corteo “contro l’oppressione italiana e i suoi strumenti: magistrati, poliziotti e terroristi”: partecipano ventimila persone. Nel corso degli anni la Lega resta sempre in prima fila riguardo ad alcune scottanti vicende che coinvolgono la politica italiana e non solo: le quote latte, l’immigrazione clandestina, la guerra in Kosovo, l’Europa unita anche dal punto di vista monetario (per cui nel 2000 viene proclamato un “Devolution day” a Venezia: accorrono 60 mila persone), le adozioni da parte di omosessuali, l’ingresso della Turchia in Europa, il referendum per abolire la quota proporzionale nel sistema elettorale italiano, gli attentati delle Br (che, nel maggio 1999, uccidono il consulente del Ministero del Lavoro Massimo D’Antona). Nel giugno 1999 un vero e proprio tonfo elettorale nelle Europee: la Lega raccoglie solo il 4,5% dei voti, e manda a Strasburgo solo quattro eletti. Nelle amministrative, invece, i risultati restano molto soddisfacenti. Dopo le elezioni, Bossi annuncia che nel corso del raduno di Pontida rassegnerà le dimissioni: ma, con una votazione organizzata proprio durante il raduno, il popolo leghista le respinge con la quasi totalità dei voti, e il Senatùr resta segretario. Il 5 dicembre 1999 circa centomila elettori della Lega Nord manifestano a Roma per una marcia pacifica. Umberto Bossi dichiara che il corteo è “contro la politica governativa e romana e contro la finta opposizione del Polo”. Gli esponenti delle Camicie Verdi che tengoclub italia magazine agosto 11 no i discorsi - applauditissimi - sono Mario Borghezio, Stefano Stefani, Giancarlo Pagliarini, Roberto Castelli, Francesco Speroni e, ovviamente, Umberto Bossi. Nei giorni successivi alla manifestazione si intravedono spiragli per una futura alleanza tra il Polo delle Libertà e la Lega Nord: la proposta viene lanciata da Berlusconi, Bossi la raccoglie. L’accordo viene siglato nel gennaio 2000, e vale anche per le amministrative di quell’anno, in cui il Polo - formato da Forza Italia, An, Lega, CCD e CDU - vince in buona parte del Nord Italia (e la Lega guadagna più del 27% delle preferenze nella provincia di Bergamo). D’Alema, fino ad allora Premier, rassegna il mandato e il Capo dello Stato assegna l’incarico di formare un nuovo esecutivo a Giuliano Amato. Nel maggio 2001, in occasione delle elezioni politiche, si verifica il più grave calo di voti della Lega Nord: il Polo delle Libertà vince le elezioni, ma il Carroccio ottiene solo il 3,9% dei voti. Ma grazie alla legge elettorale presente in questa occasione, su 67 candidati leghisti tra Camera e Senato ne vengono eletti 47. Bossi, nei commenti del post-voto, elenca le quattro motivazioni che spiegano, secon- 12 agosto club italia magazine do lui, la debacle: “l’accordo con il Polo; l’assenza totale del Carroccio dalle televisioni nell’ultima settimana; lo scontento della base leghista che ha voluto dare un preciso messaggio ai vertici del Movimento; la mancata presenza dei simboli dei singoli partiti all’interno di quello della coalizione”. Nell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi sono comunque tre i ministri della Lega: Umberto Bossi (alle Riforme istituzionali e Devoluzione), Roberto Maroni (al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali) e Roberto Castelli (alla Giustizia). In agosto il Consiglio dei Ministri approva il ddl sulla devolution, fortemente voluto dalla Lega, mentre qualche giorno dopo viene votato anche quello sull’immigrazione, proposto congiuntamente da Umberto Bossi e Gianfranco Fini. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Usa, divampano le polemiche in tutto il mondo sul ruolo degli islamici in Occidente. La Lega, in Italia, è tra i partiti che maggiormente fanno sentire la loro voce, soprattutto riguardo alla Moschea di Viale Jenner, a Milano. La crisi del leader e la rinascita delle elezioni 2009 Nel 2004, mentre in Parlamento a piccoli passi avanza la riforma della Devolution, il segretario Bossi viene ricoverato a Varese per un ictus cerebrale. Tutto il popolo leghista si stringe attorno alla sua guida. Le sue condizioni migliorano nel giro di alcune settimane, tanto che riesce a candidarsi come capolista in tutte le circoscrizioni in occasione delle elezioni europee di giugno. Oltre a lui, vengono eletti al parlamento di Strasburgo anche Speroni, Borghezio e Salvini. Nel luglio 2004, dopo le dimissioni da ministro del Senatùr per andare all’Europarlamento, il nuovo ministro delle Riforme è Roberto Calderoli. Già un paio di mesi dopo la Camera approva la Devolution. Il testo votato recita: “Spetta alle Regioni la potestà legislativa esclusiva nelle seguenti materie: assistenza e organizzazione sanitaria; organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; polizia amministrativa regionale e locale; ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”. Il testo diventa legge il 16 novembre 2005: vengono previsti la Camera delle Regioni, l’autonomia regionale in materia di assistenza e organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione professionale, definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione, polizia am- In seguito gli italiani sono chiamati alle urne per un referendum sul federalismo: il 61,7% dei voti rifiuta le modifiche alla Costituzione, si ritorna alla situazione precedente. Il commento del segretario è: “Fa un po’ tristezza vedere questo Nord... anche se a maggioranza la parte avanzata del Paese ha votato sì, mentre ha votato no la parte che crede nell’assistenzialismo. Il Nord ha mandato un segnale a Roma”. Nel 2008, in occasione delle politiche, la Lega si presenta alleata col Popolo delle Libertà di Berlusconi e il Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo. Il partito presenta le proprie liste e il proprio simbolo solo in alcune regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia- ministrativa. Il Presidente della Repubblica, secondo la nuova legge, viene votato dal Parlamento, dai governatori delle Regioni e da due delegati per ogni Regione. Infine viene eliminato il bicameralismo perfetto. In occasione delle politiche del 2006, che a livello nazionale vedono il sostanziale pareggio tra Unione e Casa delle Libertà, la Lega elegge 36 parlamentari (dodici al Senato e 24 alla Camera). Subito dopo le elezioni è prevista la scelta del nuovo Presidente della Repubblica: la Lega sceglie di candidare Umberto Bossi, ma la proposta perde valore quasi subito. Viene invece eletto Giorgio Napolitano. Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria. I risultati sono soddisfacenti: 8,3% alla Camera e 8,1% al Senato. Ma il vero boom viene raggiunto nelle ultime elezioni tenutesi in Italia, le Europee del 2009. Approfittando del calo dei due partiti maggiori, Pdl e Partito Democratico, il risultato del Carroccio torna sopra il 10%. Per la prima volta viene eletto un europarlamentare dalla circoscrizione Centro: si tratta di Claudio Morganti. In Veneto risultato da record, superiore al 28%: questo storico dato spinge i leghisti a chiedere alla coalizione di candidare di un leghista alle Regionali venete del 2010. La partita è aperta 13 club italia magazine agosto Dichiarazione di Indipendenza e sovranità’ della Padania Noi, popoli della Padania convenuti sul grande fiume Po dall’Emilia, dal Friuli, dalla Liguria, dalla Lombardia, dalle Marche, dal Piemonte, dalla Romagna, dal Sudtirol-Alto Adige, dalla Toscana, dal Trentino, dall’Umbria, dalla Valle d’Aosta, dal Veneto e dalla Venezia Giulia, riuniti oggi, 15 settembre 1996, in Assemblea Costituente affermiamo e dichiariamo: Quando nel corso degli eventi umani diventa necessario per i Popoli sciogliere i vincoli che li legano ad altri, costituirsi in Nazione indipendente e sovrana ed assumere tra le nazioni della Terra il ruolo assegnato loro dal Diritto Naturale di Autodeterminazione, il rispetto che si deve all’opinione della Società Internazionale e dell’Umanità intera richiede che essi dichiarino le ragioni che li hanno costretti alla separazione. Da tempo immemorabile abitiamo, dissodiamo, lavoriamo, proteggiamo ed amiamo queste terre, tramandateci dai nostri avi, attraversate e dissetate dalle acque dei nostri grandi fiumi; Qui abbiamo inventato un modo originale di vivere, di sviluppare le arti e di lavorare; Noi apparteniamo ad un’area storica, la Padania, che sotto il profilo socioeconomico è fortemente integrata al suo interno pur nella riconosciuta e rispettata diversità dei Popoli che la compongono; Queste terre sono unite da legami tanto profondi quanto quelli delle stagioni che le governano, degli elementi che le plasmano, delle Genti che le abitano; Noi quindi formiamo una comunità naturale, culturale e socioeconomica fondata su un condiviso patrimonio di valori, di cultura, di storia e su omogenee condizioni sociali, morali ed economiche; La Padania è il nostro orgoglio, la nostra grande risorsa e la nostra unica possibilità di esprimerci iberamente nella pienezza delle nostre nature individuali e del nostro sentire collettivo; La storia dello Stato italiano è diventata, al contrario, storia di oppressione coloniale, di sfruttamento economico e di violenza morale; Lo Stato italiano ha sistematicamente occupato nel tempo, attraverso il suo apparato burocratico, il sistema economico e sociale della Padania; Lo Stato italiano ha sistematicamente annullato ogni forma di autonomia e di autogoverno dei nostri Comuni, delle nostre Province e delle nostre Regioni; Lo Stato italiano ha compromesso la serenità delle generazioni future della Padania, dilapidando enormi risorse in politiche truffaldine, assistenzialiste, clientelari e criminali che hanno portato la Padania e l’Italia in una situazione fallimentare ormai irreversibile; Lo Stato italiano ha costretto con l’inganno i Popoli della Padania a soggiacere al sistematico sfruttamento delle risorse economico finanziarie prodotte dal lavoro quotidiano per sperperarle nei mille rivoli dell’assistenzialismo clientelare e mafioso del Mezzogiorno; Lo Stato italiano ha deliberatamente tentato di sopprimere le lingue e le identità dei Popoli della Padania attraverso la colonizzazione del sistema pubblico di istruzione; Lo Stato italiano ha imposto ai Popoli della Padania l’applicazione delle sue leggi inique attraverso una magistratura selezionata con criteri razzisti; Lo Stato italiano ha cercato di dominare i Popoli della Padania affidando compiti e funzioni di ordine pubblico e di sicurezza a prefetti e forze di polizia garanti del più odioso centralismo coloniale; 14 agosto club italia magazine Venezia 15 settembre 1996 Lo Stato italiano ha espropriato i popoli della Padania del loro potere costituente e si mostra sordo al grido di protesta che si alza sempre più alto; Per queste ragioni Noi siamo intimamente convinti che ogni ulteriore permanenza della Padania all’interno dei confini dello Stato italiano significherebbe lasciar spegnere lentamente ogni speranza di rinascita e annientare l’identità dei Popoli che la compongono; Noi siamo consapevoli che la Padania libera ed indipendente diventerà il riferimento politico ed istituzionale per la costruzione dell’Europa delle Regioni e dei Popoli; Noi siamo convinti che la Padania libera ed indipendente saprà garantire un contributo decisivo alla cooperazione, alla tolleranza ed alla pace tra i Popoli della Terra; Noi oggi rappresentiamo, qui riuniti, l’ultima speranza che il regime coloniale romano che opprime la Padania possa presto finire; NOI, POPOLI DELLA PADANIA Poiché il coraggio e la fede di chi ci ha preceduto nella lotta per la libertà dei Popoli sono nostro retaggio e debbono indurci a farci irrevocabilmente carico del nostro destino; Poiché vogliamo che i nostri atti siano guidati dal rispetto che dobbiamo a noi stessi, ai nostri avi ed ai nostri figli; Poiché riconosciamo l’inalienabile potere sovrano di ogni Popolo a decidere liberamente con chi stare, come e da chi essere governato; Poiché affermiamo il nostro diritto e la nostra volontà di assumere i pieni poteri di uno Stato, prelevare tutte le imposte, votare tutte le leggi, firmare tutti i trattati; Poiché la Padania sarà tutti coloro, uomini e donne, che la abitano, difendono e la riconoscono, e poiché costoro siamo noi; Poiché è infine giunta l’ora di avviare la grande impresa di far nascere questo nuovo Paese che noi battezziamo oggi con il nome Padania; In nome e con l’autorità che ci deriva dal Diritto Naturale di Autodeterminazione e dalla nostra libera coscienza Chiamando per voce delle nostre libere Istituzioni l’insegnamento di amore per la libertà e di coraggio dei Padri Padani a testimone dell’onestà delle nostre intenzioni NOI, POPOLI DELLA PADANIA SOLENNEMENTE PROCLAMIAMO: LA PADANIA È UNA REPUBBLICA FEDERALE INDIPENDENTE E SOVRANA A sostegno di ciò noi ci offriamo gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore 15 club italia magazine agosto di Anna Rita Chietera Pontida 2009: la carica dei 100mila L’annuale raduno della Lega tra passato e futuro . Bossi: “Determinanti e fondamentali al Governo”, Salvini “Il raduno più affollato di sempre” Migliaia di partecipanti al raduno annuale della Lega a Pontida: una festa per tutti L a Lega Nord si è riunita a Pontida per l’annuale raduno di partito il 14 giugno 2009 per l’edizione numero 25 dell’evento più famoso della Padania. La località bergamasca, il 7 aprile del 1167, fu teatro del famoso giuramento. All’epoca, i comuni lombardi si allearono contro il Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa. Secondo la tradizione, fu l’Abbazia benedettina dedicata a San Giorgio Maggiore, a fare da teatro allo storico avvenimento. Il popolo leghista da sempre si ispira, ai fasti dell’antica Lega Lombarda e per questa ragione un vasto prato nei pressi dell’Abbazia ospita, dal 1990, i raduni del partito del “Carroccio”, guidato da Umberto Bossi. 16 agosto club italia magazine Pontida fra storia e Passione La scelta di questa località simbolica mira a consolidare un aspetto di continuità, tra la tenacia indipendentista degli antichi comuni lombardi e gli obiettivi del partito. A Pontida, quel lontano 7 aprile, la Lega Lombarda costituì un’alleanza tra i comuni di Milano, Lodi, Ferrara, Piacenza e Parma. Solo otto mesi dopo, si unì a questa iniziativa anche la Liga Veneta. A questo punto, l’alleanza contava già ben 30 comuni. Lo scopo della Lega era quello di ostacolare le mire espansionistiche di Federico I di Hohenstufen, meglio noto come “Il Barbarossa”. La Dieta di Roncaglia decretò l’acquisizione, da parte dell’im- Statua equestre raffigurante Federico I Hohenstaufen detto il Barbarossa peratore, dell’area padana, dal 1158 al 1166. L’organizzazione dei comuni trovò l’appoggio del papa reggente, Alessandro III. Il Pontefice e l’alleanza delle città padane avevano un obiettivo comune: contrastare l’avanzata del Barbarossa in territorio italiano. In questo particolare contesto storico fu edificata una fortezza antimperiale ai confini del marchesato del Monferrato, unito da una salda alleanza a Federico I. Il “Carroccio” sfila per le vie di Legnano La nuova città piemontese fu chiamata Alessandria, in onore del Papa. Con la Battaglia di Legnano, nel 1176, le truppe dell’alleanza ebbero la meglio sul Barbarossa: fu questo il primo dei successi che piegò l’imperatore, fino alla concessione del Trattato di Costanza. Si raggiunse un compromesso accettabile da entrambe le parti: le città lombarde poterono godere del pieno controllo sul territorio, in cambio della fedeltà all’imperatore. Amos Cassioli - Battaglia di Legnano (1860-1870) - Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti club italia magazine agosto 17 Un raduno per festeggiare e riflettere É trascorso più di un millennio, ma il popolo leghista conserva la stessa determinazione di allora. Quei valori e quell’orgoglio hanno resistito allo scorrere inesorabile del tempo. Il raduno di Pontida, quest’anno, ha acquisito un significato particolare. Il partito ha saputo raccogliere sempre maggiori consensi, riuscendo ad affermarsi con successo nella maggioranza al governo. Il popolo della Lega Nord è giunto numeroso al raduno di Pontida. “Siamo in centomila” ha affermato orgoglioso il ministro Maroni. In questi anni lo scenario politico italiano è mutato radicalmente. La Lega ha cavalcato l’onda di questi cambiamenti, imponendosi come uno dei partiti di riferimento del nostro paese. La sua influenza ed i suoi risultati sono riusciti a scavalcare miti e roccaforti, convertendo agli ideali del Carroccio anche una grossa fetta di ex militanti di sinistra delusi come testimoniano i successi registrati in Emilia, tradizionale baluardo “rosso”. Il Ministro degli Interni, On. Roberto Maroni 18 agosto club italia magazine Le ragioni di questa inarrestabile avanzata sono riscontrabili anche nel calo di credibilità accusato dagli altri partiti perché uno dei punti di forza della Lega è stato il coraggio di restare sempre fedele a se stessa. Un impianto solido che ha saputo creare un’immagine affidabile. A Pontida, quest’anno, si è discusso proprio dei successi del partito fondato dal “Senatùr”. Il raduno è stato occasione di festa ma anche di discussione riguardo gli obiettivi futuri del Carroccio. Durante la mattinata si sono susseguiti sul palco gli interventi dei dirigenti del partito. All’ordine del giorno, il dibattito sulle “ronde”, le questioni poste dall’alleanza di Governo, i ballottaggi ed il referendum del 21 giugno. Tra gli interventi più significativi, quello di Roberto Maroni. Il Ministro dell’Interno ha fatto il punto sulla soluzione delle “ronde” iniziativa proposta nel nuovo ddl sicurezza e di cui la Lega si è fatta promotrice. La questione dell’immigrazione ed i preoccupanti fatti di cronaca occorsi nel nostro Paese, hanno portato alla luce delle falle nel sistema. L’Italia si è scoper scoperta vulnerabile, in intrappolata nelle ma maglie di una giustizia lenta e farragino farraginosa, incapace di as assicurare la cer certezza della pena per i crimina criminali. La Lega Nord ha preso, come di consueto, la situazione “di petto”, con una proposta che ha sollevato molte polemiche. Istitu Istituire un “corpo” di cittadini volon volontari per sorvegliare e rendere più sicure le stra strade delle nostre città. L’iniziativa apre, come ovvio, una serie di questioni di grande rilevanza. Quali le garanzie che questi volontari non si rivelino semplicemente degli xenofobi assetati di violenza, una sorta di moderni “cacciatori di taglie”? La Lega non sembra intimorita da queste ipotesi poiché uno degli elementi che sembrano mancare alla politica italiana è proprio la capacità di risolvere i problemi alla radice. Quanto a questo, il partito della Padania, ha dimostrato una grande determinazione nel proporre soluzioni, anche complesse come le “ronde”. La posizione di Maroni, a proposito di questo argomento è netta. “Le ronde? Va bene, chiamiamole così. Non abbiamo paura di chiamare le cose con il loro nome”. Guadagnare consensi senza usare mezze misure fa parte di quello spirito che accomuna gli ottantamila di Pontida. “Ci hanno accusato di voler ritornare alle camice nere, ma vogliamo solo la sicurezza dei nostri cittadini” ha proseguito Maroni. Il Ministro dell’Interno è determinato nella sua battaglia contro l’immigrazione clandestina e la criminalità. Il popolo della Lega si riconosce pienamente nei suoi leader e riprova ne sono stati gli interminabili applausi entusiasti della folla riunitasi sotto il sole verde della Padania. la legge elettorale? non si tocca Gli scandali di governo non turbano il saldo impianto degli alleati del Carroccio. Le rotative macinano titoli, che svelano gli scenari piccanti della vita privata del Premier, inducendo Berlusconi a sospettare un complotto eversivo nei suoi confronti. Sul palco di Pontida è salito anche Roberto Calderoli, rassicurando chi sentiva vacillare la propria poltrona, quanto alla solidità degli alleati. “Bossi è il migliore alleato del governo, il migliore alleato tra gli alleati” ha dichiarato il Ministro della Semplificazione. Un’affermazione mirata anche a mettere a tacere quanti, nel Pdl, hanno riconosciuto il potere trainante della Lega sul Governo. Bossi ed i suoi hanno saputo sfruttare l’attuale legge elettorale a proprio favore. Il piccolo partito delle comunità padane, grazie al sistema delle alleanze, è riuscito a con- Il Ministro per la Semplificazione Normativa, On. Roberto Calderoli 19 club italia magazine agosto quistare la sua quota nei governi di destra che si sono susseguiti negli ultimi anni. I consensi, nell’arco di questo tempo, sono cresciuti esponenzialmente. La Lega ha avuto modo di combattere in prima linea, potando avanti le proprie battaglie e i risultati acquisiti sono straordinari, fino all’obiettivo finale: il conseguimento del federalismo. Calderoli, di rivedere la legge elettorale, non ne vuole neppure sentir parlare. Comprensibile, alla luce dei risultati ottenuti. La Lega tutta, a proposito del referendum del 21 giugno, si è pronunciata all’unanimità, invitando all’astensione. Il Ministro della Semplificazione ha indicato le linee guida del popolo leghista alle urne: “Se passasse sarebbe la fine della democrazia, perché la legge elettorale che uscirebbe dal referendum sarebbe davvero la fine della democrazia”. Poi, Calderoli ha proseguito: “Noi andiamo a votare per i ballottaggi mentre ai nostri elettori chiediamo di non votare per il referendum non ritirando la scheda e non iscrivendosi quindi nella lista dei votanti. Laddove invece non ci sono i ballottaggi è evidente che invitiamo a non andare al seggio”. l’arrivo di Umberto bossi Dopo mezzogiorno l’alternarsi dei leader sul palco, lascia finalmente la scena al momento più atteso del raduno: l’arrivo di Umberto. L’immagine è quella del solito uomo tena- 20 agosto club italia magazine ce che non si lascia imbrigliare neppure dalle difficoltà di salute. Il suo modo di comunicare diretto pretende solo di arrivare al cuore dei problemi e dei sostenitori e ci riesce. Nelle sue parole la sorpresa più grande è quella di scoprire che la Lega, al governo, intende curare anche gli interessi del Sud. Sono trascorsi, ormai, i tempi del celebre slogan “Roma ladrona”. Bossi ha dichiarato: “Noi non abbiamo fatto la Lega per vincere qualche elezione, l’abbiamo fatta per la nostra libertà. Il federalismo è l’unica possibilità per risolvere i problemi del Paese, del Nord come del Sud”. Poi ha aggiunto: “Per governare siamo deter determinanti e fondamentali, con noi la democrazia non corre rischi” anche perché “I nostri ministri sono stati bravi abbiamo preso tanti voti e possiamo contare su una classe dirigente preparata e determinata.” Più di tutti Bossi ha saputo spiegare al meglio le ragioni di questo successo: “La Lega non è scomponibile, non si divide, per questo non ha paura di fare gli accordi”. Infine, sul palco, per la prima volta, ha preso la parola Renzo Bossi. Qualcuno lo ha definito il “delfino del Leader”, ma suo padre non ha potuto fare a meno di rettificare: “Trota, direi”. Precisazione apprezzata: un pesce d’acqua dolce si addice meglio all’ecosistema padano. In realtà l’intervento di Renzo non è stato di natura politica. Il suo ruolo, nell’economia del raduno leghista, è stato quello di presentare la nazionale di calcio padana, di cui è stato nominato responsabile. Il bilancio della giornata è stato certamente positivo e non poteva essere altrimenti, in questo periodo di grazia per la Lega Nord. Il folklore, le birre e gli striscioni verdi hanno rappresentato la cornice goliardica e più divertente dell’evento. Il dato importante, però, è tutto politico. La sicurezza dei leader, ostentata nel corso dei comizi, ha trovato riscontro nei risultati della successiva tornata elettorale. di Claudio Bonvecchio (professore di Filosofia delle Scienze Sociali presso l’Università degli Studi di Varese) I simboli di Pontida “L’han giurato li ho visti in Pontida / convenuti dal monte e dal piano / L’han giurato e si strinser la mano/ cittadini di venti città./ O spettacol di gioia! / I Lombardi / son concordi, serrati a una Lega.” Giuseppe Diotti (1779 - 1846) - Il Giuramento di Pontida L e parole de “Il Giuramento di Pontida” di Giovanni Berchet sono note a tutti. Tuttti le conoscono perché le hanno imparate sui banchi di scuola, facilitati dalla semplicità del verso e dalla grandiosità - quasi da film - dalle immagini evocate. È stato, quindi, facile e quasi scontato utilizzarle per dare volto ed espressione ad un movimento politico. Solo che questo movimento politico non è uno dei tanti che - come meteore - è nato, è vissuto brevemente per poi confluire in altre formazioni o scomparire definitivamente. Questo movimento - che sembra dare anima e corpo politico alle parole del Berchet non solo è diventato un grande partito popolare, ma ha cambiato l’Italia. Infatti, indipen- 22 agosto club italia magazine dentemente dalle opinioni politiche di ciascuno, è indubitabile che il messaggio della Lega Nord ha travolto vecchi schemi politici, retoriche consunte ed ideologie d’antiquariato per portare alla ribalta temi e problemi che nessuno voleva, sapeva o aveva il coraggio di af affrontare. Detto questo - ed una quasi ovvietà - spontanea sorge la domanda su come si possa collegare la poesia del Berchet con il sorgere e lo svilupparsi di un partito politico come la Lega. La risposta è, insieme, semplice e difficile. Quando un popolo vive in uno stato di radicale disagio, quando questo disagio non trova adeguata espressione nelle consuete forme sociali e politiche, quando un popolo si sen- te minacciato nella sua identità storica - dopo un profondo smarrimento interiore - reagisce. La sua reazione - solitamente lenta ma diromdirom pente - si realizza grazie ad una forza che trae dalle sue stesse radici: da quell’inconscio colcol lettivo che, come quello, di ciascun individuo, è presente e radicato nell’animo umano. Come esiste una eredità genetica, così esiste una eredità psichica (spirituale, se si preferipreferi sce) che è inconscia, che non percepiamo, ma che si attiva allorché ce n’è bisogno: come avav viene per il sistema immunitario che reagisce ed agisce quando è necessario. Questo inconscio collettivo - come ben ci ha detto Jung - è il deposito di tutti quei modelmodel li primordiali che formano lo stampo su cui si struttura una personalità di un individuo o quella, collettiva: quella di un popolo. QueQue sti modelli non parlano tramite dottrine filosofiloso fiche, elucubrazioni sociologiche o retoriche politiche. Parlano per immagini e simboli: imim magini e simboli che noi non percepiamo con la ragione, ma “sentiamo” con l’intuito. E li sentiamo con maggior forza quando magmag giore è il bisogno di sentirli: come ciascuno di noi può sperimentare quando si trova in uno stato di necessità personale, affettiva ad esemesem pio. Nel caso del popolo lombardo - in senso sia stretto che lato - uno dei modelli più forti e radicati nell’inconscio è proprio quello dello stringersi in lega. Per questo le parole del Berchet colpiscono nel segno. Il leader del Carroccio, Sen. Umberto Bossi Infatti, sin dall’epoca pre-romana, la forma sociale o tribale (se si preferisce) in cui si riunivano gli uomini padani (ma non solo, ovviamente) liberi, forti e coraggiosi era proprio quella di una sorta di Lega: unita da vincoli di comunanza territoriale, di identiche radici, di medesimo sentire, di reciproco aiuto e di profonda spiritualità. Allo stesso modo - e a distanza di secoli quando la pressione imperiale metteva in discussione l’identità stessa dei lombardi, spontanea è sorta l’antica Lega Lombarda. È sorta dai recessi dell’inconscio collettivo e per questa è stata così forte da sfidare e vincere il potere imperiale. La sua non è stata una vittoria motivata dalla conquista, ma motivata dalla difesa di quelle che erano le proprie specificità: le stesse che formavano il collante politico e comunitario degli antichi galli, celti, insubri e così via. I sui simboli, potentissimi, sono stati il carroccio, la campana, il giuramento, una fede comune (ad un tempo religiosamente popolare e laicamente spirituale) ed il guerriero armato che - senza essere nobile - osava alzare la spada contro l’imperatore: con ciò af afIl Ministro degli Interni, On. Roberto Maroni club italia magazine agosto 23 fermando, contro tutti, di essere l’imperatore di se stesso. Va da sé che questi simboli sono ancestrali e presenti, indipendentemente dalle contingenze storiche, nella sfera più profonda dello spirito del popolo: nel suo inconscio, appunto. E per questo, quando - in epoca presente e certo per differenti motivazioni - il popolo lombardo si è sentito vessato, non rappresentato, colpito nella sua stessa identità, spontanei si sono presentati questi simboli e ovvio il richiamo a Pontida: in cui essi si erano catalizzati. In cui avevano preso corpo. Conviene passarli, brevemente, in rassegna. Il carroccio, ossia il carro - in tutte le tradizioni simboliche - è il simbolo del sole, ossia della luce come simbolo di una totalità, di un centro, che deve guidare e motivare gli uomini nella loro vita terrena. Significa che un popolo per poter esistere deve avere un centro che gli dia significato, forza ed unione Altrimenti deperisce e scompare: come sta avvenendo per l’Occidente. La campana è simbolo della armonia universale che dissolve ogni negatività. Rappresenta quella pace e prosperità - sotto l’egida della comunità - che un popolo può raggiungere: quando è saldo nella sua identità. 24 agosto club italia magazine Il giuramento è uno dei più antichi simboli presente nell’inconscio dei popoli di ogni etnia, cultura, area geografica. Simboleggia una alleanza che salda una comunità facendone il veicolo (il carro) di una armonia (la campana) che tutto deve pervadere e per il cui raggiungimento - e contro ogni opposizione - si può (e si deve) fare qualsiasi sacrificio. Il guerriero - la sintesi di tutti questi - è il simbolo della dedizione e del sacrificio per la difesa della propria famiglia, della propria comunità e delle proprie tradizioni. Ma questa significa, anche, una presa di coscienza interiore di ciò che si è. Per questo motivo, il guerriero, intrepido e coraggioso, è il simbolo dell’uomo realizzato perché - senza rinunciare alla propria individualità - è unito alla comunità, si identifica con la natura del luogo dove è nato, vive la sua famiglia, sente in sé le convinzioni religiose del suo habitat ed è pronto a ribaltare il mondo: per affermarle e difenderle. Ma anche Pontida è un simbolo. Simboleggia - in forma riassuntiva - la volontà ancestrale di un popolo che, come nel medioevo, vuole la sua libertà interiore ed esteriore. Non contro qualcuno ma solo per mantenere se stesso. Questa volontà dimostra, simbolicamente, che si può tutto se è gioco la propria identità e se essa è sostenuta da una comune volontà e da un comune sentire identitario. Non meraviglia, di conseguenza, che il colore scelto dalla Lega sia stato il verde: colore che esprime la vita e il rinnovamento, la forza vitale dei laghi e delle acque (l’elemento materno e femminile), la speranza nel futuro, la disponibilità al sacrificio. ma anche la potenza di penetrazione. Come il raggio verde che nulla può fermare. Si può, quindi, concludere che la Lega Nord ha espresso - con i simboli che ha spontaneamente adottato - la forza dell’inconscio collettivo. Inconscio che, in un momento di grande dif difficoltà, ha fatto riemergere quelle forme simboliche che sole possono ridare fiducia, forza ed identità. Come nei sogni, l’inconscio ha riattivato ciò che da sempre era ed è presente nell’animo e nella psiche dell’uomo ma che le contingenze storiche avevano fatto dimenticare: proprio come spesso accade per i sogni. La necessità di mantenere questi simboli e di renderli fattori - per ciò che esprimono - di crescita individuale e collettiva è fondamentale. Ciò non contrasta con la ragione, ma la completa, riaffermando che l’uomo - anche quello moderno - è fatto di carne, di sangue, di pomerio, di convinzioni comuni e di una comune identità. Vengono in mente le parole poetiche con cui il Manzoni esprimeva quello che era il suo concetto di patria: “Una d’arme, di lingua, d’altar, di memorie, di sangue e di cor”. Credo che possano integrarsi perfettamente con quelle iniziali del Berchet. club italia magazine agosto 25 Pontida: le immagini della festa di Domenico D’Alessandro Umberto Bossi: una vita per la Lega La storia del leader del Carroccio: .ai primi passi come politico per l’autonomia lombarda fino al successo delle elezioni politiche. La storia di un leader politico amato dai suoi elettori U mberto Bossi nasce a Cassano Magnago, nella provincia di Varese, il 19 settembre 1941. Ottiene la maturità scientifica e in seguito si iscrive alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia, che però tralascia ben presto per tentare la strada della politi- 28 agosto club italia magazine ca. Mai, prima di allora, il giovane Umberto avrebbe pensato che nel giro di pochi anni si sarebbe ritrovato nel bel mezzo della vita politica italiana, semmai sognava di ritrovarsi sul palco del teatro Ariston di Sanremo, nelle vesti di cantante. Infatti, sin dal 1961, Umberto Bossi si dedica solo alla musica. Il suo nome d’arte era “Do“Do nato” e aveva inciso addirittura un paio di sinsin goli, "Ebbro (boogie woogie)" e "Sconforto (rock-slow)", per le edizioni Caruso. I testi li scriveva lui in persona mentre per le musiche si faceva accompagnare dall’orchestra MazMaz zucchelli. Riuscì persino a partecipare al FestiFesti Umberto Bossi in versione “Donato” nel 1961 val di Castrocaro, ma fu proprio la bocciatura durante le selezioni che lo spinse ad abbanabban donare questa strada. Scelse perciò di dedidedi carsi interamente alla politica: determinante, in questo senso, fu l’incontro con Bruno SalSal vadori, l’allora leader dell'Union Valdôtaine, il movimento autonomista valdostano. La parteparte cipazione attiva a questo partito fa nascere in Umberto Bossi un’idea autonomista che, soso stanzialmente, non abbandonerà mai più. I prImI passI del “senatùr” Siamo nel pieno degli anni Settanta: SalvaSalva dori morirà pochi anni dopo in un incidente stradale, Bossi invece prosegue la sua carriecarrie ra politica fondando l’Unione Nord OccidenOcciden tale Lombarda per l'Autonomia. Il nuovo partiparti to vede la luce nel 1980. Due anni dopo nasce la Lega autonomista lombarda, di cui presto Bossi diventerà segretario nazionale. Insieme a lui in questa avventura ci sono Roberto Maroni e Giuseppe Leoni. Si tratta di una grande avventura per un piccolo gruppo di uomini che vuole rappresentare le istanze dei lombardi, anche se nel 1983 la presenza del nuovo partito alle elezioni politiche non porta nessun risultato ragguardevole. Personalmente, infatti, Bossi ottiene, nella circoscrizione Varese-Como-Sondrio, appena 157 preferenze. La prima “sconfitta” concreta rappresenta, però, un solido punto di partenza per i “leghisti”: meno di un anno dopo, il 12 aprile 1984, Bossi fonda la Lega Lombarda che nelle elezioni amministrative nel 1985 eleggerà i suoi primi rappresentanti nei comuni di Varese e Gallarate e nella provincia di Varese. Da quel momento il fenomeno della Lega Lombarda rappresenta una realtà solida, e tra tutti i partiti che sostengono le varie identità regionali nel nord Italia, costituisce l’esempio più vincente. La proposta di Bossi di unire tutti i partiti autonomisti porta alla nascita dell’Alleanza del Nord, che nel giro di poche settimane diventerà Lega Nord. A formare il nuovo gruppo politico, quindi, ci sono, oltre alla Lega Lombarda, anche la Liga Veneta, l’Arnassita Piemonteisa, il Partito del Popolo Trentino-tirolese, l’Union Ligure, la Lega Padana Emilia e l’Alleanza Toscana. Durante uno dei “Giuramenti di Pontida”, Umberto Bossi sarà eletto segretario federale. Nel 1987 la Lega si presenta, a livello nazionale, alle elezioni politiche. Umberto Bossi, a sorpresa, viene eletto al Senato della Repubblica. Da questo momento, per tutti diventerà il “Senatùr”, sebbene questa rappresenterà la sua prima e ultima elezione a Palazzo Madama. Alle elezioni europee del 1989 arriva la vera sorpresa: la Lega ottiene un seggio per Strasburgo per il suo leader. Agli inizi degli anni Novanta la scena politica italiana viene sconvolta da Tangentopoli. E’ proprio la Lega Nord con il suo leader a sostenere vivacemente il pool di magistrati che indaga sui dilaganti fenomeni di corruzione che avvolgono la politica italiana. club italia magazine agosto 29 Nel 1993 proprio Bossi viene coinvolto in una vicenda di finanziamenti illeciti - per un valore di circa duecento milioni di lire - ricevuti dai dirigenti Montedison. Il 5 gennaio 1994, durante un’udienza del processo Enimont, Bossi ammette le sue colpe e racconta tutti i dettagli del finanziamento illecito. La Cassazione lo condanna in via definitiva a otto mesi per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. nasce la padanIa Sempre nel 1994 nasce un altro partito, Forza Italia, il suo leader è l’imprenditore milanese Silvio Berlusconi. Insieme a Bossi e ad Alleanza Nazionale viene creato nel settentrione italiano il Polo delle Libertà, e la coalizione riceve la maggioranza dei voti. Nel governo Berlusconi sono ben cinque i ministri leghisti: Roberto Maroni, Giancarlo Pagliarini, Francesco Speroni, Emilio Gnutti e Domenico Comino. Bossi invece decide di rimanere ad occuparsi del movimento. Qualche giorno prima del Natale 1994, però, il “ribaltone” di Bossi, con la votazione della mozione di sfiducia, fa cadere il governo. Da questo momento il Senatùr preferisce con- 30 agosto club italia magazine centrarsi sulle varie dimensioni regionali, per raggiungere il suo più grande obiettivo: la secessione della Padania. Forte dell’ottimo successo nelle ultime elezioni in cui la Lega Nord arriva, da sola, al 10,8% a livello nazionale e ai record nelle singole regioni (30% in Veneto, 25% in Lombardia, 20% in Piemonte), il partito di Umberto Bossi ora rappresenta una realtà nazionale, una realtà temibile per tutti gli avversari politici e una fetta di elettorato appetibile. Il leader, per celebrare i grandi risultati ottenuti, organizza per il 15 settembre 1996 una grande manifestazione sulle rive del Po a cui partecipano migliaia di persone. Grazie ad una staffetta durata tre giorni, prima raccoglie in un’ampolla dell’acqua alla sorgente del fiume sul Monviso, in Piemonte, e poi la trasporta fino a Venezia dove la versa nella Laguna, in Riva degli Schiavoni: il tutto per rappresentare la purezza, l’unità e la libertà del Nord. In seguito fa ammainare il tricolore italiano e fa issare quello col Sole delle Alpi, verde in campo bianco, il simbolo della Lega. Con un caloroso e storico discorso Umberto Bossi, a Venezia, proclama l'indipendenza della Repubblica Federale della Padania (e da allora, ogni anno, viene organizzato un raduno proprio a Venezia che simboleggia e rinnova l’unione del popolo leghista). Le sue parole passano immediatamente alla storia, si avverte che nessuno meglio di lui riesce ad interpretare i pensieri del popolo padano. Nel discorso urla e incita la folla: “Noi - dice Bossi ai microfoni - formiamo una comunità naturale, culturale e socioeconomica fondata su un condiviso patrimonio di valori, di cultura, di storia e su omogenee condiziocondizio ni sociali, morali ed economiche; la Padania è il nostro orgoglio, la nostra grande risorsa e la nostra unica possibilità di esprimerci liberalibera mente nella pienezza delle nostre nature indiindi viduali e del nostro sentire collettivo; la storia dello Stato italiano - continua Bossi - è diventata, al contrario, storia di oppressione colocolo niale, di sfruttamento economico e di violenza morale; lo Stato italiano ha sistematicamente occupato nel tempo, attraverso il suo apparaappara to burocratico, il sistema economico e sociale della Padania”. E, in conclusione, la dichiarazione tanto atat tesa: “Poiché il coraggio e la fede di chi ci ha preceduto nella lotta per la libertà dei popoli sono nostro retaggio e debbono indurci a far farci irrevocabilmente carico del nostro destino; poiché vogliamo che i nostri atti siano guidaguida ti dal rispetto che dobbiamo a noi stessi, ai nono stri avi ed ai nostri figli; poiché riconosciamo l'inalienabile potere sovrano di ogni popolo a decidere liberamente con chi stare, come e da chi essere governato; poiché affermiamo il nono stro diritto e la nostra volontà di assumere i pieni poteri di uno stato, prelevare tutte le imim poste, votare tutte le leggi, firmare tutti i trat trattati; poiché la Padania sarà tutti coloro, uouo mini e donne, che la abitano, difendono e la riconoscono, e poiché costoro siamo noi; poipoi ché è infine giunta l'ora di avviare la grangran de impresa di far nascere questo nuovo paese che noi battezziamo oggi con il nome Padania; in nome e con l'autorità che ci deriva dal diritto naturale di autodeterminazione e dalla nostra libera coscienza chiamando per voce delle nostre libere istituzioni l'insegnamento di amore per la libertà e di coraggio dei padri padani a testimone dell'onestà delle nostre intenzioni noi, popoli della Padania solennemente proclamiamo: la Padania è una repubblica federale indipendente e sovrana”. club italia magazine agosto 31 la lega al governo La Lega Nord, a questo punto, non rappresenta più un particolare fenomeno a livello regionale. Ora è una certezza nazionale che non ha nulla da invidiare agli altri partiti presenti sulla scena politica nazionale. Bossi prosegue con il suo progetto: affermare l’indipendenza e sovranità della Padania. A Bagnolo San Vito, vicino Mantova, qualche settimana dopo la grande manifestazione di Venezia, il leader del Carroccio provocatoriamente crea il Parlamento del Nord, che in seguito verrà battezzato “Parlamento della Padania”. Nei mesi successivi si dedicherà alla creaziocreazio ne di veri e propri organi di informazione del partito: nasceranno quindi, nel giro di poco tempo, il quotidiano “La Padania” - di cui ricopre la carica di direttore politico -, RadioPadania e TelePadania. Nel frattempo la Lega si situa comunque nel centrodestra pur non avendo ristabilito l’accordo con Berlusconi e il suo partito. 32 agosto club italia magazine Tra il 1996 e il 2001, dunque, Bossi viene rieletto alla Camera e si siede tra i banchi dell’opposizione del governo in carica di centro sinistra. In occasione delle regionali del 2000 la svolta: viene ristabilita l’alleanza con Berlusconi, che porta la destra italiana alla vittoria delle elezioni. Per le politiche del 2001 sono numerosi i comizi con il nuovo alleato: la vittoria alle urne della Casa delle Libertà, consegna a Bossi le chiavi del Ministero per le Riforme Istituzionali e la Devoluzione. L’accordo con il Cavaliere, infatti, prevedeva l’approvazione di una serie di riforme, tra le quali quella della giustizia, del lavoro, della scuola e, soprattutto, l’approvazione della tanto agognata riforma costituzionale che deve trasformare il Paese in uno Stato Federale. Dopo quasi cinque anni di governo verrà approvata la riforma costituzionale, che verrà però bocciata da un referendum popolare nel 2006. la malattIa e la rInascIta Nelle elezioni del 2004 valevoli per il rinnovo del Parlamento europeo, il leader della Lega viene nuovamente eletto. A causa della norma che dichiara incompatibili le contemporanee cariche di parlamentare europeo e parlamentare nazionale o componente del Governo, il 18 luglio del 2004 Bossi rassegna le sue dimissioni dalla carica di Ministro e da quella di deputato per poter occupare il seggio di Bruxelles. Alcuni mesi dopo, l’11 marzo 2004, Umberto Bossi viene colpito da un ictus cerebrale. Viene ricoverato in gravissime condizioni. L’intero popolo leghista si ferma terrorizzato: tutti temono di perdere la loro guida, il loro leader. Tutti i quotidiani italiani del giorno dopo riservano numerose pagine alla malattia del leader del Carroccio, nonostante in quello stesso giorno ci siano stati i terribili attentati di Al Qaeda a Madrid. Resta in ospedale per diverse settimane, le sue condizioni però migliorano giorno dopo giorno grazia alla sua tempra forte. Inizia per Umberto Bossi la sfida più difficile: una lunghissima riabilitazione in un ospedale svizzero. Ovviamente la sua esperienza politipoliti ca si interrompe. Il ritorno sulla scena politipoliti ca avviene 306 giorni dopo quell’11 marzo. È l’11 gennaio 2005. Come location Bossi sceglie la Svizzera, per l’esattezza Lugano. Si ritrova a presiedere una manifestazione da lui stessa voluta: migliaia di persone accorrono presso l'ultima dimora del federalista lombardo Carlo Cattaneo. Alla manifestazione prendono parte numeronumero si esponenti politici del centrodestra e tutti i grandi nomi della Lega: tra gli altri, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il ministro RoRo berto Calderoli, il Ministro della Giustizia RoRo berto Castelli e il Ministro del Lavoro e politipoliti che sociali Roberto Maroni. Nelle elezioni politiche del 2006, Umberto Bossi si ripresenta come capolista del CarrocCarroc cio alla Camera: viene eletto, e anche questa volta sceglie il Parlamento europeo. Umberto Bossi (al centro) nel 2005 al rientro dopo la malattia, parla a un incontro del Movimento Giovani Padani con lui Giancarlo Giorgetti e Rosi Mauro le provocazIonI del “senatùr” Negli ultimi anni Bossi ha spesso fatto parlare di sé per alcune dichiarazioni-shock. Vivaci polemiche maturarono soprattutto quando, durante il periodo della protesta fiscale da lui stesso ideata per far cadere il governo Prodi nell’agosto 2007, il Senatùr dichiarò: “C'è sempre una prima volta per prendere in mano i fucili”. La Lega, con Bossi in prima fila, ha spesso alzato la voce anche durante la querelle sul rapporto tra la nuova Alitalia e Malpensa: nel momento in cui la compagnia di bandiera italiana ha scelto, come hub principale, l’aeroporto romano di Fiumicino, Bossi, al pari di numerosi esponenti del Carroccio, ha rilasciato dichiarazioni durissime. Ma le dichiarazioni “al limite” di Bossi gli sono costate anche una condanna per vilipendio alla bandiera italiana. 33 club italia magazine agosto In più di un’occasione, infatti, ha espresso il proprio giudizio negativo verso il Tricolore. Per queste dichiarazioni Bossi è stato condannato nel 2001 ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena (la condanna gli è stata confermata anche dalla Prima sezione penale della Cassazione). Nel 2002 mentre era Ministro, la Camera non ha concesso l'autorizzazione a procedere nei suoi confronti ma poi la Consulta ha annullato la delibera di insindacabilità parlamentare e lo ha quindi condannato, secondo la legge, al pagamento di una multa di 3000 euro. Il partIto e la leadershIp Non vi è dubbio che la figura si Umberto Bossi ha rappresentato, e continua a farlo, un cardine essenziale dell’identità politica della Lega. La sua figura è inscindibile da quella del 34 agosto club italia magazine partito e spesso il suo carisma è stato risolutivo per molte situazioni di stallo e difficoltà del suo gruppo. Negli ultimi anni, nonostante le condizioni di salute delicate Bossi ha saputo tornare sulla breccia dell’attualità politica mostrandosi sempre più combattivo e convinto dei principi cardine dai quali ha fatto emergere il suo partito. di Carlo Sala Umberto, o, il Po e il castello di Ponte di Legno Il varo del movimento, il rilancio, il buen ritiro dopo il malore. Bruno Caparini racconta 20 anni di iniziative del Senatur messe a punto nel suo maniero D alle celebrazioni sul Po al buen ritiro dopo il malore dell’11 marzo, Ponte di legno ha sempre offerto a Umberto Bossi la possibilità di riposarsi e meditare. Al sicuro, nel castello di uno dei fondatori del movimento, Bruno Caparini (padre del parlamentare padano Davide), il leader del Carroccio ha potuto trovare forza per sé e per il movimento tutto, come ci racconta in quest’intervista il padrone di casa. Lei è stato tra i fondatori della Lega, come andò? Praticamente era la prima tessera, intestata Nasiùn lùmbard Còm-Vàres. Eravamo nel 1984 se ricordo bene. Eravamo io, Paini di Sondrio, ed eravamo in collegamento diretto con Bossi. Il nostro gruppo era ancora precedente quello di Brescia. 36 agosto club italia magazine Cosa vi ha ispirato? Il profondo amore per quelle che noi identifichiamo come le nostre origini. Noi non siamo per le differenze razziali, qualifichiamo meridionali anche persone a Nord di Ponte di Legno, in base ai comportamenti. Noi qui, in Val Camonica, Val Seriana, fino a parte dell’Alto Adige Sud-Tirolo e del Veronese parliamo una nostra lingua, addirittura Mussolini intorno al 1920 fece un dizionario per tradurla in italiano, e mi ricordo che da piccolo quando facevo il birichino mia madre mi rimproverava nella nostra lingua. La nostra iniziativa è nata da questo motivo, che possiamo definire etnico, e in contrapposizione con le cose nefaste prodotte sotto l’ombrello romano. Ponte di Legno è uno dei luoghi “mitici” della Lega, che ci dice in proposito? Nel 1990, 19 anni fa, abbiamo fatto qui la prima Festa della Nev. Arrivò Umberto Bossi con la moglie Manuela, che noi amiamo moltissi- mo e riteniamo un dono del Padre Eterno per Umberto e per il nostro movimento perché è intelligentissima e svolge una grande azione stabilizzatrice, e col piccolo Renzo. Bossi era ospite nel suo castello... Mi ricordo un mattina, nella Sala dell’Aquila, la sala nobile del castello, lui stava mangiando un panino e mi disse: “Spostami in un ambiente più piccolo”, ma io non lo feci perché l’ho sempre ritenuto un uomo carismatico, con una grandissima capacità di capire e prevedere la politica, e ci tenevo che restasse protetto. Per questo l’abbiamo praticamente blindato, al riparo da occhi con cui magari all’epoca non era il caso che avesse contatti. Poi però le cose sono cambiate in meglio... Nel ‘94, alla fatidica festa della Lega di Ferragosto, tutta Ponte di Legno era invasa da migliaia di persone. Una cosa incredibile.. Anche alla stazione dei Carabinieri del paese se lo ricordano ancora. club italia magazine agosto 37 Bruno Caparini (appoggiato al piano) in compagnia di Umberto Bossi Bossi è ormai un ospite fisso del suo castello, ci racconta qualche anedotto? E’ stato qui, mangiando un panino davanti al caminetto, che è stata studiata la cerimonia del Po. Non voglio millantare credito, ma sono stato tra gli ispiratori: parlando con Umberto qui siamo riusciti a creare qualcosa di importante per il nostro movimento. Aria buona, cibo buono, quiete, l’ideale per elaborare strategie. Una volta c’erano 50-60 persone, giornalisti e tv, che premevano qui fuori per entrare. Un’altra volta volevano venire su per protestare contro di noi, era gente di destra anche di Trento, ma hanno trovato pane per i loro denti: sulla neve abbiamo scritto con le torce “W Bossi” e tutte le tv hanno ripreso lo spot. Certo, questo è il posto giusto per incontri riservati, meditazione, anche se a volte la riservatezza è un po’ scemata. Una volta siamo andati a mangiare con un nostro candidato dalle parti di Bolzano, abbiamo parflato delle divise degli Schuetzen e i giornali hanno scritto che volevamo armarci come loro. Evidentemente c’erano delle intercettazioni. D’altro lato, quando Umberto era solo per via dello stronzate di Di Pietro, noi e solo noi gli siamo rimasti intorno. E dopo il suo malore dell’11 marzo, alla fine dell’anno gli abbiamo inviato l’elicottero e lui è salito per una notte. Penso che gli abbiamo portato fortuna, che le sue cellule si siano rivitalizzate tra questi graniti, mentre la sua testa è sempre rimasta perfettamente lucida. 38 agosto club italia magazine Insomma, possimo dire che è da qui che è partita la marcia padana... Dall’84 a oggi il movimento ha avuto uno sviluppo bellissimo, improntato a fattori etnografici. Nessun disprezzo verso il Sud, non voglio sparare contro le persone eccezionali che vengono da lì e siamo stati i primi a riconoscere l’entità sudista speculare alla nostra, ma abbiamo scongiurato il pericolo che le nostre tradizioni, la nostra etnia venissero fagocitate. In questa valle, lunga oltre 100 chilometri, vinciamo anche col doppio dei voti del Pdl (e dove andiamo male siamo 5 punti sotto il Pdl), perché la gente qui crede nel messaggio di Bossi e alle grandi opportunità che ci ha dato con la sua presenza, la quale è, inutile dirlo, alla base dei successi della Lega. Poi c’è Pontida, altro appuntamento altrettanto significativo per la Lega... Pontida è il massimo emblema dell’evoluzione della Lega, per noi è il nostro Vaticano. Nel 1990, alla mia prima volta insieme a Bossi con mio figlio Davide è stata un’emozione incredibile. Arrivavano da Est Brescia e Bergamo, da Ovest Lecco, si sono incrociati, si sono uniti e hanno iniziato a gridare “Li-Ber-tà, li-ber-tà”. Non potrò mai dimenticarlo. di Federica Giordani Matteo Salvini: anima verde e spirito polemico Intervista al neo europarlamentare che con i suoi proclami infuoca il popolo padano. Passione, entusiasmo e amore per il territorio. Salvini è pronto a portare in Europa temi e problemi della sua Lombardia Matteo Salvini, una carriera politica iniziata tra i banchi di scuola. Verissimo, la mia carriera politica è iniziata al liceo classico Manzoni a Milano insieme agli altri studenti leghisti, e da allora ho iniziato a frequentare la sezione, allora, negli anni ’90, l’unica sede in città era quella di via Vespri Siciliani, è qui che ho conosciuto tanti altri ragazzi della Lega di licei milanesi, come il Parini, il Carducci. 40 agosto club italia magazine Poi all’università la mia passione politica si è sviluppata. Insomma il tutto è partito per una grande curiosità negli anni in cui si ha più spirito di iniziativa e passione pronta ad affrontare tutte le opportunità della vita... Come mai proprio la Lega? Per curiosità. In realtà nessuno della mia famiglia ha mai fatto politica attiva e tanto meno hanno mai votato Lega, erano liberali, alcuni votavano anche a sinistra, quindi per me non si può parlare di una passione “ereditaria”. Ma girando per la città da ragazzino e vendendo i manifesti “Io sono lombardo e voto lombardo” mi sono incuriosito, in più avevo già una passione per le questioni legate al territorio, quindi è stato un incontro decisamente fortunato… Un ricordo degli esordi politici? Ho dei ricordi molto belli del mio primo periodo politico al liceo. Il Manzoni era una delle scuole più “rosse” negli anni 90 , molti collettivi, gruppi. Ricordo che alle elezioni del consiglio di istituto ci furono ottanta giovani coraggiosi che decisero di votare Lega, nonostante le difficoltà: non era facile fare il leghista al Manzoni negli anni ’90, anzi, c’erano continue discussione con i professori, con il preside. Stare lì è stata certamente un’ottima palestra politica. Ricordo molto bene le pedalata in bicicletta per seguire gli eventi del partito. Ricordo molto bene anche i primi discorsi in pubblico, i primi piccoli comizi. Già allora i temi di discussione erano legati al federalismo, all’autonomia, all’idea che la Lombardia doveva tenersi in casa più soldi di quelli che spendeva. Tutte le nostre idee, i nostri progetti confluiconflui vano nel giornalino della scuola, si chiamava “Scuola autonomista”e ricordo che in copertina c’era Carlo Cattaneo. Si parlava di autonomia, federalismo, dei finanziamenti alle scuole lombarde, della storia della Lombardia, del territorio, della cultura. Adesso rispetto ad allora abbiamo certamente fatto molti passi avanti. Si è tornati a parlare della cultura del proprio territorio, anche a scuola gli insegnanti tendono sempre di più a insegnare anche la storia locale. E poi non sottovalutiamo il potere della cultura e dello svago. Pensiamo a quanto gruppi musicali sono nati e cresciuti sfruttando l’identità del territorio, mi viene in mente Van De Sfroos. La Lega però non è la tua unica passione No, certo, anche se un’altra mia grande passione è intrecciata a quella per la Lega: la conduzione radiofonica. Io sono un giornalista professionista e da dodici anni, tutte le mattine lavoro a Radio Padania. E’ fondamentale questa esperienza, lavoro con il microfono aperto: ascoltare la gente, i suggerimenti è importante. Sia quando va bene che quando club italia magazine agosto 41 sono i bretoni, i fiamminghi, i catalani, i baschi gruppi che si rifanno alle autonomie e alle autorità locali. Siamo assolutamente a nostro agio. In Europa valorizzeremo le ricchezze produttive della Lombardia. Primo giorno di lavoro europeo 14 settembre, sono pronto. va male, la radio è un aiuto indispensabile. Io amo la radio, non tornerei mai alla carta stampata, anche se mi piace molto anche quella. Arriviamo alla polemica sulle tue dimissioni da Roma a seguito dei “cori” contro i napoletani. Le mie dimissioni da parlamentare a Roma non hanno avuto niente a che vedere con la questione dei “cori”. Mi sono dimesso per semplici questioni burocratiche e legali, perché si riuniva il lunedì l’Europarlamento a Strasburgo e entro la settimana precedente dovevo dimettermi dal Parlamento nazionale perché le due cariche sono incompatibili. Erano dimissioni già depositate, non c’è nessun collegamento. Ho scelto di andare in Europa perché ho chiesto voti ai miei elettori per obiettivi precisi come dire di no alla Turchia in Europa, per difendere Malpensa e le sue rotte. Mi hanno votato e io adesso devo fare il mio dovere. Che cosa farà la Lega a Strasburgo? Avvicinare l’Europa ai cittadini sarà lo scopo principale della rappresentanza Leghista all’interno del Parlamento Europeo e non siamo soli, perché esiste già una vasta rappresentanza di culture territoriali. Entreremo a far parte di un gruppo in cui ci 42 agosto club italia magazine Torniamo alle polemiche. Una fra tutte quella dei posti riservati ai milanesi sui messi pubblici. Com’è nata? Il tutto nasceva dalla proposta concreta e ancora valida di riservare i posti alle donne, straniere o italiane che siano, un vagone, il “vagone rosa”, come quello che già esiste a Tokio, per evitare qualsiasi tipo di problema o molestia. Poi scattò una considerazione amara che rifarei ancora: non vorrei che, di questo passo fra vent’anni, debbano essere i milanesi a chiedere permesso sui mezzi pubblici e riservare loro dei posti, è evidente che non è una proposta attuabile, ma un modo per mettere in evidenza un problema. Arrestare i flussi immigratori è una necessità. Matteo Salvini ha un ruolo predefinito nel partito? è “quello delle polemiche”? Le polemiche non vado a cercarle, ma è vero che non sono uno da mezze misure. E’ altrettanto vero che facciamo tante cose politicamente parlando che non suscitano tutto questo clamore, passano sotto silenzio, ma si fanno, si lavora. Poi a volte è necessario anche lavorare su proclami forti, Milano è spesso una città addormentata, in altre realtà come Bargamo, Cuneo, Verona è più facile smuovere gli animi, mentre qui la situazione è diversa, la comunità è enorme, la città lo è , e quindi a Milano è necessario, a volte, alzare un po’ la voce, parlare anche attraverso i media. Quali sono i suoi progetti ora? Progetto ora è lavorare per cinque anni in Europa, lavorare per portare a casa risultati concreti, dato che siamo abituati a realizzare ciò che promettiamo in campagna elettorale. Su tutto il no all’ingresso della Turchia in Europa, la tutela del lavoro e dei prodotti lombardi e Malpensa. Perché la Turchia non deve entrare in Europa? Perché la Turchia non è europea: sono ottanta milioni di musulmani che scombinerebbero qualsiasi equilibrio culturale , sociale e religioso. La Turchia diventerebbe lo stato più popoloso, più giovane ma anche più economicamente arretrato e questo significherebbe uno spostamento dei fondi europei per l’agricoltura, per esempio, che verrebbero sottratti ad altre realtà, come la stessa Lombardia. E’ un ingresso non difficile, ma impossibile, almeno ad oggi, potremo riparlarne tra molti anni, almeno trenta. L’Europa ora ha aperto un dialogo con questo paese per l’adeguamento di alcuni standard economici e sociali per l’ingresso, ma la nostra contrarietà è assoluta, nell’arco dei prossimi cinque anni saremo chiamati ad esprimerci e ci saremo con il nostro no. Cosa farà la Lega per Malpensa in Europa? Vogliamo lavorare anche perché venga finalmente valorizzata Malpensa che deve tornare ad essere una porta per l’Europa. La Milano dell’Expo non può permettersi una falla del genere, non possiamo far arrivare i nostri ospiti in carrozza o in dirigibile. Che cosa ne pensa dello stato dei lavori per l’Expo? Questo appena trascorso per l’Expo è stato un “anno napoletano” più che milanese, si è perso tempo, litigando sulla sede, sul presidente, sugli stipendi. Ora pare che il tutto si sia riat- tivato e che si sia pronti a partire, ma si è già perso tempo. Expo è una grandissima opportunità, non solo per Milano, ma anche. Ci si potrebbe muovere, e certamente lo si farà, anche sul fronte culturale per la riscoperta di alcuni elementi del patrimonio archeologico e culturale della città. Io spero che l’Expo lasci a Milano, oltre che le infrastrutture fondamentali, la consapevolezza della produttività lombarda, perché la Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e qualcuno spesso lo dimentica. Sarebbe bello che Expo lasciasse dietro di sé anche un bel po’ di verde e cascine recuperate. Quale è la prossima grande sfida della Lega? Senza subbio le elezioni Regionali, perché il federalismo è lì che si porta a casa. La Lega punta a diventare il primo partito al Nord. Per il federalismo stiamo lavorando, il parlamento ha già votato affinchè l’Italia diventi uno stato federale, ora però tocca ai ministri scrivere i numeri: quanto rimarrà nelle tasche dei cittadini di tutte le tasse pagate? E’ un momento delicato. Le ultime elezioni hanno sancito un netto trionfo della Lega. Quali scenari si aprono sulla leadership ora? Gli scenari di leadership nel partito sono chiare: Umberto Bossi per i prossimi cinquant’anni. Non ci sono dubbi. Come per il Milan: c’è un solo capitano nel cuore, Franco Baresi. club italia magazine agosto 43 di Federica Giordani Monica Rizzi: una bresciana D.O.C. in Regione Giovane e determinata ha portato con sé la voglia di lottare per il miglioramento del territorio padano. Valorizzazione del territorio, attenzione ai giovani e alle loro problematiche e soluzioni contro il fenomeno del randagismo: la politica della consigliera del Carroccio tra impegno e passione “I o non ho paura di difendere i lombardi”. Questa è la frase che campeggia in prima pagina sul sito internet di Monica Rizzi, consigliera regionale della Lega Nord eletta nella circoscrizione di Brescia. Tanta passione e molta tenacia hanno da sempre contraddistinto il suo lavoro politico nato e cresciuto sul territorio, nella sua amata Brescia. La poLitica come passione Monica Rizzi nasce a Brescia il 15 dicembre 1969 e vive a Darfo Boario Ter- 44 agosto club italia magazine me. Per i suoi studi la Rizzi sceglie la strada della psicologia dedicando una particolare attenzione ai bambini e alle loro condizioni. In Svizzera si laurea, infatti, in psicologia infantile con specializzazione sull'abuso dei minori e lavora in questo campo per circa dieci anni mettendo a frutto le proprie doti umane e le proprie competenze. L’esperienza politica con la Lega Nord inizia nel 1986 e diventa un impegno attivo e partecipato dal 1990. Solo un anno dopo essere scesa in campo viene eletta nel 1991 consigliere di minoranza nel comune di Darfo Boario Terme, dove risiede, per la Lega Lombarda e nello stesso Comune ricopre poi la carica di consigliere Assessore ai Servizi Sociali, Pubblica Istruzione ed Edilizia Privata dal 2002. Monica Rizzi riesce anche ad ottenere importanti incarichi all’interno del partito. Negli anni, grazie alla sua competenza, ottiene, infatti, la carica interna di Segretario di Sezione, Segretario di Circoscrizione e dal Novembre 1999 è stata per sei anni Segretario Provinciale della Provincia di Valle Camonica nonché Membro della Segreteria Nazionale della Lega Lombarda e della Commissione Disciplinare oltre che per 8 mesi Commissario della Provincia di Brescia. La sua carriera politica, però, non si limita solo al territorio Lombardo. Monica Rizzi, infatti, collabora al Senato nel gruppo della Lega Nord-Padania e nel Ministero della Giustizia per quanto riguarda i temi dell'infanzia. Oltre all’attività politica la Rizzi collabora con varie associazioni di volontariato, onlus, istituzioni di ogni livello come specialista dell'assistenza all'infanzia. Dopo essersi candidata alle elezioni europee del 2004 ed alle regionali del 2005, è stata eletta consigliere regionale per la Lega Nord nella circoscrizione di Brescia ottenendo un grande risultato elettorale, risultando la più votata fra tutti i consiglieri Lombardi della Lega Nord. Dall'ottobre del 2006 è anche vicepresidente dell'Associazione Regionale Sociologi. La poLitica e Le iniziative suLL territorio Sono davvero innumerevoli le tematiche che la consigliera bresciana ha affrontato durante la sua carriera politica. Certamente molti di questi sono legati profondamente al suo territorio e alla suo forte senso di appartenenza alla cultura padana. Il rinnovamento e la valorizzazione del territorio sono stati al centro dell’intervento in Regione della Rizzi nel caso, per esempio, dello stanziamento di un finanziamento di 721.500 euro per la realizzazione di un nuovo percorso ciclopedonale nel territorio dei Comuni dell’Alta Valle Camonica nell’ambito del programma di sviluppo turistico “Adamello”. “Il progetto - ha spiegato la consigliere regionale della Lega Nord prevede la realizzazione di una pista ciclopedonale per la complessiva lunghezza di 15 km lungo il corso del fiume Oglio. Un itinerario che rappresenta un ulteriore e prezioso recupero dell’antica via Valeriana.” Sempre riguardo la valorizzazione del territorio non va dimenticato l’impegno della Rizzi nell’avanzamento di una legge regionale, approvata nel novembre del 2008, sulla “Promozione e valorizzazioclub italia magazine agosto 45 Monica Rizzi in compagnia del Presidente della Provincia di Bresca Daniele Molgora, al raduno di Pontida ne del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale in Lombardia”. La Rizzi confermò il suo entusiasmo a riguardo: “Tengo particolar particolarmente a questo provvedimento e ho predisposto il primo progetto di legge presentato su questo tema, anche perché coinvolge in maniera molto significativa la Val Camonica e tutta la par parte settentrionale della Provincia di Brescia”. L’attenzione al territorio e al benessere dei cittadini è stato al centro dell’azione della Rizzi anche nel caso di cronaca recente circa il presunto inquinamento delle acque di San Felice del Benaco, comune della provincia di Brescia. Monica Rizzi ha le idee chiare: sta con Bossi vota e fa votare Iscritta alla Lega Nord di Bossi dal 1987 Consigliere Regionale Lombardo dal 2005 (3°Comm.ne Sanità e Sociale e 4°Comm.ne Attività Produttive) 46 agosto club italia magazine LEGA NORD Qui alcuni batteri avevano intaccato l’acquedotto provocando una serie di malori negli abitanti. Quasi tremila le persone coinvolte. Monica Rizzi si era fatta mediatrice tra il Comune e la Regione rilanciando l’attenzione su un problema molto più vasto: “Gli impianti di tutta la provincia - ha detto la Rizzi - hanno si e no tutti almeno cinquant’anni, speriamo che il federalismo fiscale ci permetta anche di intervenire con un’adeguata manutenzione”. iL mondo deLL’infanzia e LLa sua tuteLa L Certamente legata alla sua grande attenzione al mondo dell’infanzia e della sua salvaguardia Monica Rizzi è stata la relatrice di un provvedimento importante in Regione Lombardia: l’Istituzione del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza nel marzo di quest’anno. La Rizzi in questa occasione ha commentato :“Sono convinta che le istituzioni debbano impegnarsi con tutti i mezzi a disposizione per favorire ogni azione di contrasto e prevenzione al triste fenomeno degli abusi sui minori”. Il Garante per l’infanzia, istituzione già prepre sente in altre regioni italiane, non si occuoccu pa esclusivamente delle situazioni di disagio, ma svolge un compito di rilievo sul fronte della prevenzione e della promozione dei diritti dei minori. L’operato del Garante non si sovrappone a quello di altri enti ma è prepre posto ad ascoltare, accogliere le istanze mama nifestate dai soggetti interessati (minori, fafa miglie o istituzioni). “La figura del Garante” - ha aggiunto la Rizzi - costituisce una opportunità concreconcre ta per l’aumento della qualità dei servizi ai minori in Regione Lombardia. Una risporispo sta al crescente disagio minorile e alle nuove povertà”.. La Rizzi, infatti ha constatato a riguardo “l’assenza di effettività nell’eser nell’eser-cizio dei diritti riconosciuti in capo ai mi-nori. Una mancanza che è fra le cause di fenomeni quali l’esclusione sociale e la didi scriminazione, l’evasione dell’obbligo scolastiscolasti co, lo sfruttamento del lavoro minorile, la prostituzione e l’abbandono dei minori”. A propositi di giovani e soprattutto di minori, la consigliera della Lega è intervenuta fermamente anche riguardo la possibilità che i ragazzi, a partire dai 16 anni di età, possano imbracciare il fucile per cacciare: “Armi ai ragazzi? - si è domandata la Rizzi - mammoni come sono, altro che maturi, sarebbe un grosso rischio, in Italia i cacciatori sono criminalizzati, è vero, ma non è questo un buon modo per migliorare la situazione”. La battagLia contro iLL randagismo Altro argomento che la consigliera bresciana del carroccio ha seguito con grande attenzione è quello della lotta al randagismo. Fu proprio la Rizzi, nella primavera scorsa a farsi promotrice delle istanze della LAV (Lega Anti Vivisezione) in Regione circa questo fenomeno dilagante. Uno degli elementi di novità, dopo l’approvazione della modifica alla Legge Regionale, è stata l’istituzione dell’anagrafe canina regionale: “Questa è fra le novità definite dal regolamento - ha dichiarato la Rizzi - e prevede l’identificazione, per mezzo di un microchip, di tutti i cani presenti sul territorio regionale. Auspico che parte delle risorse messe a dispo- sizione possano essere utilizzate per la formazione, penso soprattutto in ambito scolastico, e per la diffusione di una cultura di rispetto per gli animali”. Un’educazione che passa anche attraverso un altro provvedimento molto importante il divieto di esporre animali di affezione nelle vetrine dei negozi e l’impossibilità per i minorenni di acquistare animali senza la presenza di un adulto. Con un unico emendamento approvato all’unanimità, proposto sempre dalla LAV e presentato in Aula dalla Consigliera Rizzi. In Lombardia il divieto è attivo. Altra intervento che ha modificato radicalmente la gestione del “randagismo” in Lombardia è la definitiva esclusione di imprenditori privati come possibili soggetti gestori di canili: molte di queste strutture gestite appunto da alcuni privati senza scrupoli, sono state in passato oggetto di attenzione dell’autorità giudiziaria per le discutibili modalità con cui svolgevano il servizio di ricovero degli animali, con anche forti indisponibilità nel promuovere le adozioni dei cani. Un importante risultato che ha visto la Rizzi farsi promotrice di un’istanza molto sentita nel paese: la lotta al fenomeno del randagismo come conseguenza di una mancata educazione all’amore e all’impegno verso gli animali soprattutto tra i bambini. club italia magazine agosto 47 di Federica Giordani Monica Rizzi: la passione per il territorio prima di tutto Il consigliere regionale della Lega Nord ci spiega progetti e obiettivi della sua carriera politica: tutela dei minori, sostegno all’agricoltura e norme sulla tutela degli animali: ecco i punti cardine dell’esponente del Carroccio in Regione Come è nata la sua passione politica? Una sera ero fuori con due amici “camuni” come me in macchina e abbiamo visto alcuni piccoli manifesti nei quali si pubblicizzava un comizio politico tra Seriate e Bargamo di un signore che si chiamava Umberto Bossi. Siamo entrati ed eravamo in tutto in 15, un piccolo gruppo. Ma dopo averlo sentito parlare ho avuto una vera rivelazione. Forse è stato qualcosa che mi ha colpito più a livello emotivo che razionale: sentir parlare del mio territorio, della sue difesa e valorizzazione, di sentimenti di appartenenza, mi ha aperto una visuale che non avevo, mi sono riconosciuta nei temi e nelle ideologie. Non mi ero mai occupata di politica, i miei interessi erano legati ad altre tematiche: allo studio della psicologia, dell’infanzia, delle sue problematiche. E’ successo che sono tornata a casa con il numero di telefono dei Bossi e qualche giorno dopo ci siamo sentiti e da lì è partita la mia carriera politica. Quali sono stati i primi obiettivi raggiunti? Per prima cosa ho creato la sezione di Darfo, dove risiedo, che non esisteva, è diventata nel giro di due anni la sezione che tesserava più 48 agosto club italia magazine di tutte le altre della provincia di Brescia, un grande successo. Nel 1991 sono stata eletta in Comune nell’opposizione e nel frattempo ero segretario della mia sezione. Sono poi diventata segretario di circoscrizione della bassa Val Camonica che era la mia area, poi per 6 anni, dal 1999, segretario provinciale sempre in Val Camonica, e segretario della provincia di Brescia e da lì è iniziato tutto. Ora il mio impegno pieno è in Regione come consigliera della Lega. Da qualche mese Regione Lombardia ha dato il via all’istituzione del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, un obiettivo a cui lei era molto legata Grazie alle mie esperienze pregresse e alla mia formazione, ho iniziato a ragionare sul fatto che in Regione Lombardia, all’interno di un paese che è comunque in ritardo di anni sulla legislazione in materia di tutela dei mi- nori, già tre regioni, Marche, Friuli e Veneto, avevano creato un’istituzione che si occupasse di queste tematiche e noi ci siamo aggiunti necessariamente. La realtà è che i minori in Lombardia vivono in un limbo, la società attorno a loro cambia e di modifica con ritmi vertiginosi e i ragazzi sono spesso in balia di tutti questi eventi e, al di là dei genitori o degli assistenti sociali che spesso incappano in errori e mancanze, anche in buona fede, la verità è che ci sono dei grossi problemi come la dispersione scolastica, la difficoltà ad integrarsi nella società scolastica dei bambini stranieri e, a questo proposito, vorrei sottolineare il mio appoggio all’idea delle “classi ponte”che servirebbero a permettere un miglior inserimento di questi ragazzi nelle classi. Per non parlare della violenza e degli abusi sui minori. Insomma c’è una situazione che non mi piace e davanti alla quale era necessario intervenire con l’istituzione del Garante. Quando inizierà a lavorare questa istituzione e quali saranno i suoi obiettivi? Stiamo lavorando al regolamento, alle basi di lavoro, ma mi auguro che le prima attività partano entro la fine di questa legislatura, nella primavera del 2010. L’obiettivo del Garante sarà di collegare fra loro tutti gli attori che ruotano attorno alla fi- gura del bambino e del suo mondo: dagli assistenti sociali ai magistrati, fino alla scuole. Il suo compito sarà Il vessillo della Val Camonica di svolgere segnalazioni, coordinare e vigilare sull’applicazione delle convenzioni internazionali sui diritti per i minori che spesso anche in Italia sono disattese. Anche sul tema della caccia lei si è spesa politicamente Spesso il ruolo del cacciatore è criminalizzato in Italia mentre in Europa il suo ruolo è molto diverso, spesso è all’avanguardia in molte situazioni. Nel caso dell’epidemia di aviaria in Italia si era proposto di bloccare la caccia, in Europa invece i cacciatori erano una sentinella sul territorio per la segnalazione dei casi. La caccia è qualcosa di legato alla tradizione, alla cultura lombarda e non solo. Scardinare un sistema di questo tipo non è corretto. Limitare la caccia, inoltre, significa far aumentare esponenzialmente il bracconaggio. Regolamentare nella maniera giusta e usare la caccia anche come strumento utile in casi particolari come quello delle epidemie o l’aumento di specie pericolose per l’agricoltura, è necessario. A proposito delle nuove elezioni regionali del 2010: come si sta preparando? Io continuo a lavorare sul territorio, sempre, a prescindere dalla carica. Io sono a disposizione del partito, come sempre, che valuterà l’opportunità di una seconda candidatura alla regione. Sarebbe felice di rimanere in Regione? Io dico sempre, anche a chi mi prospetta la possibilità di lavorare a Roma, che a me Roma non interessa. Secondo il mio parere non c’è posto migliore della Regione per fare la politica per il territorio, per cui a me piacerebbe molto rimanere. 49 club italia magazine agosto Quale il tema su cui puntare per una eventuale prossime legislatura in Regione? Sicuramente un punto fondamentale dovrà essere il sostegno all’agricoltura, che è un settore primario che serve da base per far funzionare anche il settore secondario e terziario. Primo punto sarebbe quello di far ritirare la legge sui nitrati, presente a livello Europeo che penalizza in modo fortissimo l’agricoltura lombarda mettendola in ginocchio. Serve una direttiva che tenga conto delle particolarità del territorio, così come ha chiesto anche il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, cosa che non ha fatto la comunità europea. Altri punti sono quelli legati al prezzo del latte, che ora come ora è troppo basso e il problema della tracciabilità dei prodotti. E’ fondamentale che il consumatore sappia che cosa acquista: non come ora che importano latte, carne e tante altri prodotti dall’estero spacciandoli per italiani. Noi abbiamo un agricoltura di altissimo livello qualitativo, abbiamo prodotti che nessuno riesce a copiarci per bontà e modalità di lavorazione, dobbiamo tutelarci. Sull’agricoltura il lavoro da fare è ancora grande. Quali sono i prossimi progetti sui cui intende lavorare? Il primo è fare il bando regionale per bloccare 50 agosto club italia magazine Il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, On. Luca Zaia le risorse per i canili e mettere a norma quelli che abbiamo sul territorio: secondo me la consulta è in ritardo su questo Noi abbiamo fatto la legge sul randagismo nel 2006, anche se a livello nazionale era già presente dal 1999. Ci siamo ritrovati dei fondi importanti per lavorare su questo tema ed in particolare, una parte dei fondi, deve essere usata per la ristrutturazione dei canili, per la loro messa a norma. Mi auguro che entro fine anno ci sia il bando, è importante. La realtà del canile di Orzinuovi L’associazione S.O.S RANDAGI (Bs), fondata nell’Ottobre 2000 si avvale della collaborazione di volontari, persone che con il loro impegno danno vita ad una struttura che ha come obiettivo primario l’affido coscienzioso dei cani abbandonati. L’attività svolta dai volontari dell’Associazione è completamente gratuita e la stessa non ha scopi di lucro. Dal 2004 il Canile di Orzinuovi è divenuto il canile rifugio dell’Asl di Brescia che attualmente è l’ente preposto all’accalappio sul territorio bresciano. I cani accalappiati trascorrono 10 giorni al canile sanitario di Brescia dopo la cattura e vengono vaccinati, sverminati e microcippati, dopodichè vengono trasferiti nel maggior numero da noi. Diversamente i cani accalappiati in comuni convenzionati con altre strutture verranno trasferiti nelle suddette strutture. Il ruolo della nostra Associazione sul territorio è dunque importante e il servizio dato alla popolazione e dimostrato anche dalla massima disponibilità sia di orario che di giorni d’apertura. L’Associazione si impegna sempre di più a fare campagne di sensibilizzazione ed informazione nei confronti della popolazione, attraverso annunci ed articoli su quotidiani e con punti propagandistici (banchetti) presenti sul territorio della provincia di Brescia Dove siamo Associazione Sos Randagi Via Convento Aguzzano, 57 - 25034 Orzinuovi (BS) Numeri telefonici di riferimento 335 1027273 338 4361409 335 1022138 Email: [email protected] club italia magazine agosto 51 di Domenico D’Alessandro Le nuove sfide di Molgora Intervista al presidente della provincia di Brescia sui temi politici più attuali emersi dalle ultime elezioni. “Alcuni enti sono inutili, prima li togliamo e meglio è” si potrebbe pensare all’organismo della provincia. Fare oggi un ente con gli stessi soldi, poteri e competenze dell’attuale provincia di Brescia è un obiettivo di scarsa importanza dal punto di vista identitario e che porterebbe pochi risultati concreti. Dobbiamo prima applicare in maniera compiuta il federalismo e poi discuteremo tutto il resto. Abbiamo già problemi ad ottenere l’autonomia, questo è il nostro problema principale. D aniele Molgora è uno dei maggiori esponenti della Lega Nord in Lombardia. Laurea in Economia e Commercio, è commercialista e revisore dei conti, nonché presidente della Provincia di Brescia. Molgora ci parla del ruolo e dell’importanza sempre maggiore acquisita dal Carroccio a livello nazionale e regionale, soprattutto nella sua Lombardia. Lei è stato eletto quest’anno presidente della provincia di Brescia: continuerà la battaglia della Lega per la provincia autonoma della Val Camonica? Il problema è complicato perché oggi le province sono nell’occhio del ciclone, c’è anche chi ne chiede la soppressione. Io prima cercherei di costituire un territorio completamente autonomo attraverso il federalismo, poi 52 agosto club italia magazine Lei è anche Sottosegretario all’Economia. La Svizzera, che ha sentito molto la crisi economica, ha un pacchetto di proposte e sgravi per le imprese che sono in difficoltà. Ciò costituisce un problema per le imprese che si trovano al di qua del confine italiano e che potrebbero decidere di trasferirsi in Svizzera? Sì, questo è un problema grosso: riguarda anche tutte le attività che sono al di qua del confine con le province autonome o le regioni a statuto speciale. Tutte queste realtà vicine ad altre che hanno un andamento e una struttura privilegiata, sia per dal punto di vista dei servizi sia dal punto di vista fiscale, instaurano una concorrenza sleale o comunque difficile da sostenere da parte delle nostre imprese. Avevamo fatto degli interventi che riguardavano i comuni confinanti con gli stati esteri e con le regioni a statuto speciale, e dobbiamo proseguire su questa strada: siamo riusciti ad ottenere fondi e dobbiamo utilizzarli in modo tale che i nostri comuni possano dare dei ser- vizi perlomeno uguali a quelli che ci sono dall’altra parte. Il problema maggiore è l’aspetto fiscale perché a livello statale, finché dovremo dipendere da Roma, questa situazione ce la porteremo dietro. Quando riusciremo ad applicare il federalismo anche questo problema potrebbe essere risolto più facilmente. Il modello che proponete, dunque, resta quello della Confederazione elvetica, con i cantoni e con le loro autonomie? È fondamentale che ci sia autonomia territoriale: ognuno punterebbe sulle norme, sulle leggi, sulle organizzazioni che più ritiene adatte al territorio. È lì che scattano tutte le differenze e ognuno può organizzarsi come vuole. La Lega ormai governa metà delle province della Lombardia, l’anno prossimo si voterà per le Regionali. Farete valere questo radicamento a livello amministrativo locale? Direi proprio di sì. Avere i voti e poi non andare a governare in una regione importante come la Lombardia sarebbe una situazione molto difficile da digerire. Teniamo poi presente che, nell’ottica del federalismo, dopo aver fatto una norma c’è chi deve applicarla. Il fatto che oggi noi abbiamo così tanti enti locali fa sì che diventi necessaria l’applicazione del federalismo proprio da parte nostra, perché se lo lasciamo fare agli altri sarebbe applicato in maniera talmente distorta da non farlo funzionare correttamente. Noi vogliamo essere protagonisti, vorremmo essere noi a portare le risorse sul nostro territorio, e far vedere che il federalismo ottenuto a Roma non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza, perché possiamo cercare di avere ancora maggiori competenze e maggiore autonomia fiscale. Durante lo scorso governo si è parlato tanto di “enti inutili”. Si citano spesso le Comunità Montane, di cui il territorio di Brescia è pieno. Vanno valorizzate o soppresse? Sono sorte molte discussioni a riguardo. Io ritengo che molte funzioni svolte attualmente dalle Comunità Montane potrebbero essere svolte o dai Comuni o dalle Province. Questi enti non sono reattivi, sono diventati una camera in cui buttare tutti quelli che hanno perso le elezioni. Spesso sono anche il nido di clientele pazzesche che sono al di là delle volontà popolari. Quindi, a mio avviso, prima le togliamo e meglio è, e per di più prima diamo le loro risorse e le loro competenze ai Comuni e meglio è. I Comuni non devono essere costretti ad avere una rappresentanza territoriale a cui associarsi, ma devono essere liberi di poter condividere tra di loro i servizi che vogliono con i Comuni che vogliono. club italia magazine agosto 53 di Marco Marsili (Professore di giornalismo dell’Università degli Studi dell’Insubria -Varese Esperto di comunicazione politica e multimediale) L’avanzata del Carroccio oltre il Po Il partito di Bossi afferma la leadership al Nord, sfondando in Emilia Romagna. La Lega è indispensabile per il centrodestra L e elezioni amministrative di giugno, che hanno chiamato al voto circa 35 milioni di elettori per il rinnovo di 62 province e 4281 comuni, di cui 30 capoluoghi di provincia, hanno definitivamente consacrato la Lega come il “partito del Nord”. Ma non solo. Il partito del premier sembrava trainato da un Berlusconi apparentemente inarrestabile. Invece, i risultati delle amministrative in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - tanto per citare i casi più clamorosi - uniti ai dati delle europee, dimostrano che al Nord il partito del premier viene scavalcato dalla Lega, che punta a rafforzarsi sul territorio in vista delle regionali dell’anno prossimo. A Milano - città da sempre “ostica” per il Carroccio - la Lega guadagna il consenso del 15% degli elettori, grazie al lavoro del segretario provinciale Massimiliano Orsatti, e del cittadino Matteo Salvini, fresco di elezione al Parlamento europeo con 70 mila preferenze (secondo solo a Bossi), e contribuisce in maniera determinante all’elezione di Guido Podestà (solo 4.600 voti di differenza rispetto all’inquilino uscente di Palazzo Isimbardi). Stesso discorso per la neonata provincia di Monza e Brianza, dove il candidato del Pdl, il vicesindaco del capoluogo Dario Allevi, è stato eletto grazie al contributo determinante della Lega, cresciuta al 21% (contro il 33% del Pdl). Nei capoluoghi dove la Lega ha schierato un proprio candidato legato al territorio, l’affermazione del centrodestra al primo turno è risultato più netto ed evidente. A Bergamo il parlamentare del Carroccio Ettore Pirovano ha strappato la provincia al cen- 54 agosto club italia magazine trosinistra con il 59% dei consensi, trainato da una Lega al 35% (con il Pdl fermo al 22%). A Brescia, il sottosegretario all’Economia Daniele Molgora ha conquistato la provincia, in precedenza amministrata dal centrosinistra, con il 55% dei voti, sostenuto da Pdl e Lega appaiati al 27%. Il candidato della Lega trionfa anche a Sondrio, dove Massimo Sertori si è aggiudicato la vittoria con il 61% delle preferenze, con il Carroccio che ha raccolto il 33% dei consensi, contro il 28% del Pdl. A conferma del risultato delle elezioni europee, la Lega insidia il Pdl proprio al Nord, dove ottiene risultati straordinari in città come Milano (15%) e Monza. A Lecco il candidato del Carroccio Daniele Nava ha superato di poco il 54%, spinto da una Lega che, con il 25% dei voti, ha preso solo due consiglieri in meno del Pdl, fermo al 28%. A Cremona il candidato del centrodestra, Massimiliano Salini, ha evitato il ballottaggio con un risicato 51%, nonostante il 22% dei suffragi a favore della Lega ed il 28% dei voti per il Pdl 28%, mentre a Lodi Pietro Foroni ha ottenuto il 54% dei consensi, grazie al 20% della Lega, che si somma al 27% del Pdl. Entrambe le province sono passate comunque all’amministrazione di centrodestra con il contributo determinante del Carroccio. La Lega è stata determinante anche nelle altre regioni del Nord, dove il centrodestra ha avuto la meglio grazie all’apporto determinante del movimento fondato da Umberto Bossi. In realtà amministrate dal centrosinistra, come Venezia, dove Massimo Cacciari è stato sindaco per due mandati, la Lega ha conquistato il 21% dei voti, fermandosi a soli due punti dal sorpasso ai danni degli alleati del Pdl, la cui candidata, Francesca Zaccariotto, non ce l’ha fatta al primo turno per un soffio. La “Thatcher padana” si è comunque imposta al secondo turno sul candidato del centrosinistra. A Belluno la Lega è pari con il 20% dei consensi con il Pdl, mentre a Padova, con il 25%, è seconda a soli due punti dagli alleati. A Rovigo il movimento guidato da Umberto Bossi si attesta al 19%, e a Verona surclassa addirittura il Pdl: 33,6% contro il 25,4% dei consensi, contribuendo in maniere determinante all’affermazione di Giovanni Mozzi. In Piemonte il Carroccio ha ottenuto “solo” l’11% dei suffragi a Torino, dove al ballottaggio, si è imposto il candidato di centrosinistra, mentre ha registrato percentuali doppie in altre province (il 20% a Novara, il 22,4% a Cuneo, il 13% ad Alessandria, il 17,7% a Verbano-Cusio-Ossola, e il 17% a Biella). La Lega conferma l’avanzata a sud del Po, ottenendo risultati a due cifre in una regione storicamente di sinistra come l’Emilia Romagna. Il Carroccio ottiene il 17% a Piacenza, il 15% a Reggio Emilia, il 14% a Modena e a Parma, l’11% a Forlì e Cesena, il 10% a Ferrara, il 9% a Rimini, e l’8,50% a Bologna. La Lega avanza anche in Toscana, unica regione a mantenere la propria inclinazione al voto di sinistra: 6,6% a Prato, 5% a Siena, 5,6% ad Arezzo, 5,4% a Pistoia, 4% a Pisa, 3,3% a Firenze, 3,2% a Livorno, 2,6% a Grosseto. Buona affermazione anche nelle Marche, sebbene con risultati non omogenei (4% a Macerata, 2,3% ad Ascoli, e 2,5% a Fermo). Straordinario il risultato ottenuto dal movi- mento di Bossi a Pesaro e Urbino, dove ha ottenuto il 9% dei suffragi, contro il 4% di Perugia, ed il 2,4% di Terni. Umbria e Toscana sono le uniche due regioni del centro-nord, che, insieme alla Liguria (la Lega ha ottenuto l’11% a Savona) non hanno voltato le spalle al centrosinistra. Il risultato della tornata elettorale di giugno è stato di 34 province a 28 per il centrodestra (il centrosinistra partiva da 50-12). Al primo turno il centrodestra ha prevalso con 26 province a 14, alle quali si sono aggiunti altri 14 successi al ballottaggio. In tutte le province dove il centrodestra ha ottenuto un’affermazione, il contributo della Lega si è rivelato determinante, dimostrando l’insufficienza del Pdl, non solo al Nord, ma anche in altre regioni oltre il Po. Le argomentazioni vincenti della Lega Nord Con le elezioni del 6 e 7 giugno il Carroccio ha messo una seria ipoteca sul governo di una regione del Nord, che difficilmente potrà essere negata dagli alleati. Le elezioni dell’anno prossimo, dovrebbero vedere finalmente la candidatura di un esponente della Lega alla guida di Lombardia, Veneto o Piemonte. club italia magazine agosto 55 La Lega Nord alle elezioni: i numeri della crescita 56 agosto club italia magazine club italia magazine agosto 57 Risultati Elezioni Regionali Lombardia 1990 - 2005 58 agosto club italia magazine club italia magazine agosto 59 Risluati Elezioni Europee 1989 - 2004 60 agosto club italia magazine club italia magazine agosto 61 62 agosto club italia magazine di Pamela Martinoli Indipendenza, federalismo tra separatismo e secessionismo Viaggio tra i movimenti separatisti ed indipendentisti d’Europa L ’indipendentismo è un fenomeno politico caratterizzato dalla rivendicazione del l’indipendenza di un territorio dalla sovranità di uno Stato. Spesso, con questo significato, si usa anche il termine “separatismo” o “secessionismo”, che ha caratterizzato la politica della Lega Nord per l’indipendenza della Padania a metà degli anni ’90. Un fenomeno analogo, da tenere distinto, in quanto meno radicale negli scopi, e in genere fondato su considerazioni di diversa natura, è l’autonomismo, che si prefigge come scopo l’ottenimento di maggiori poteri nell’amministrazione di una località che rimane comunque sottoposta alla sovranità dello Stato. I movimenti indipendentisti spesso si basano sulla rivendicazione del diritto di autodeterminazione dei popoli, così com’è riconosciuto nel diritto internazionale, e fondano la le- 64 agosto club italia magazine gittimità di simili rivendicazioni sulla storicità di una passata indipendenza del territorio medesimo e sulla tipicità culturale del popolo che lo abita. In sostanza essi rivendicano una diversa nazionalità dello Stato sovrano sul territorio rispetto al popolo che lo abita Il Carroccio, pur non mancando nella sua ideologia tratti indipendentisti, soprattutto alle origini, è ora appartenente al fenomeno dell’autonomismo in quanto sostenitrice ormai da tempo del federalismo e non più della secessione. La politica della Lega, infatti, si è concentrata sul trasferimento di parte significativa delle competenze legislative ed amministrative dallo Stato centrale alle Regioni (devolution) secondo un modello federalista simile a quello dei land tedeschi. I movimenti che si battono per il diritto all’autodeterminazione dei popoli sono di diversa ispirazione ideologica. In Europa gran parte di questi si rifanno al cattolicesimo (Irlanda del Nord, Scozia, Galles e Sud Tirolo/Südtirol), o sono di ispirazione laico-progressista (Sardegna, Sicilia, Veneto), con frange estreme socialiste e marxiste (Irlanda del Nord, Paesi Baschi, Catalogna, Corsica e Sardegna) e nazionaliste (Fiandre, Bretagna Borgogna). Il Italia i principali movimenti ispirati da tesi indipendentiste sono l’Union für Südtirol e Süd-Tiroler Freiheit in Alto Adige/Südtirol, il Movimento Indipendentista Ligure, a Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione, iRS Indipendèntzia Repùbrica de Sardigna e il Partito Sardo d’Azione, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia e Frunti Nazziunali Sicilianu, l’Union Valdôtaine, il Partito Nazionale Veneto, e il movimento d’opinione Domà Nunch, di stampo econazionalista, nell’area insubrica, oltre al Front Furlan in Friuli. Nell’accezione intesa dalla Lega Nord di Umberto Bossi, la Padania è un’entità politico-amministrativa astratta comprendente tutte le otto regioni dell’Italia settentrionale (anche se suddivise in modo diverso in 10 stati federati): Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino, Südtirol, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia e Romagna più tre regioni centrali (Toscana, Umbria e Marche per la quale questo movimento politico chiese inizialmente una condizione di maggiore autonomia, nella forma di unione federativa della macro-regione Padania con le restanti parti dello Stato Italiano). L’Indipendenza della Padania venne annunciata a Venezia il 15 settembre 1996 da Umberto Bossi. L’annuncio aveva un significato esclusivamente propagandistico e non ebbe conseguenze pratiche: non venne mai costituito nessuno Stato indipendente denominato Padania, semplicemente la Lega Nord organizzò una serie di articolazioni delle organizzazioni di partito con l’obiettivo di configurare una sor- ta di “governo ombra” contrapposto a quello ufficiale con sede a Roma. Il Parlamento del Nord, ex Parlamento della Padania e Parlamento di Mantova, è un organismo creato dalla Lega Nord con rappresentanza pressoché interna al proprio ambito politico, attraverso la consultazione degli iscritti e dei simpatizzanti del movimento ogni cinque anni. La prima sede ufficiale delle riunioni plenarie del neonato Parlamento padano ebbe luogo a Villa Riva Berni a Bagnolo San Vito, nel mantovano. La sede delle riunioni è attualmente situata a Vicenza, nella villa Bonin Maistrello, in via dell’Oreficeria 21. Durante le consultazioni quinquennali ai gazebo vengono eletti i rappresentanti dei partiti e il Primo ministro della Padania. I primi ministri, in ordine cronologico, dal 1996 sono: Giancarlo Pagliarini (1996-97), Roberto Maroni (1997-98), Manuela Dal Lago (1998-99), Mario Borghezio (dal 1999). Il 10 febbraio 2007, su richiesta del Segretario federale della Lega Nord Bossi, il Parlamento della Padania ha riaperto ufficialmente i battenti con sede a Vicenza, nella villa Bonin Maistrello. Attualmente il presidente del Parlamento del Nord è Roberto Maroni. Nell’esecutivo presieduto da Pagliarini, Fabrizio Comencini era ministro degli Esteri, Giovanni Fabris della Giustizia, Alberto Brambilla del Bilancio e Giovanni Robusti (leader dei Cobas del latte) dell’Agricoltura. Del governo presieduto da Maroni, il cui vice era Vito Gnut Gnutti, c’era pure un ministro dell’immigrazione, nella persona di Farouk Ramadan, che lascerà poi la Lega per fondare Libertà Emiliana. L’esecutivo guidato da Manuela Dal Lago probabilmente rappresenta l’apice dell’indipendentismo padano e comprendeva Giancarlo Pagliarini come vice presidente e ministro dell’Economia, Giovanni Fabris alla Giustizia, Alessandra Guerra agli Esteri, Flavio Rodeghiero alla Cultura e istruzione, Giovanni Robusti all’Agricoltura, Roberto Castelli ai Trasporti, Francesco Formenti all’Ambiente, Sonia Viale agli Affari sociali e famiglia, Alfredo Polclub italia magazine agosto 65 lini (presidente della Guardia nazionale padana) alla Protezione civile, Francesco Tirelli (presidente dell’attuale Ente sportivo riconosciuto CONI Sport Padania) allo Sport e Roberto Faustinelli (presidente di Eridiana Records) allo Spettacolo. La linea secessionista è andata successivamente scemando, ed è stata infine accantonata col congresso di Varese e la nuova alleanza di Bossi con Silvio Berlusconi, che ha sancito l’ingresso della Lega nella Casa delle Libertà, anche se il Parlamento del Nord, dopo aver cambiato nome in Assemblea padana, sotto la presidenza di Francesco Speroni, ha continuato comunque a riunirsi. Il Parlamento Padano è diviso al suo interno in forze politiche concorrenti, che adottano, pur facendo riferimento sempre e comunque al pensiero politico della Lega Nord, denominazioni ispirate in modo variamente creativo a ideologie politiche che comunque, nell’accezione comune, nulla condividono con il pensiero leghista. Queste componenti sono: Comunisti padani, Socialisti padani - Lavoro e società padana, Leoni padani, Lombardia Nazione, Cattolici Padani, Liberal-democratici - Forza Padania e Destra padana - Alleanza europea. Il 26 ottobre 1997, la Lega Nord organizzò le cosiddette “prime elezioni del Parlamento Padano” (successivamente Parlamento del Nord). Circa 4 milioni di Italiani del Nord (6 milioni secondo il Partito) si recarono ai seggi e scelsero tra diversi partiti padani: Matteo Salvini era candidato per i Comunisti Padani (5 seggi su 210); Roberto Maroni, Marco Formentini, Giovanni Meo Zilio (ex-Socialista e partigiano durante la Resistenza), Franco Colleoni e Mariella Mazzetto lanciarono il socialdemocratico Democratici 66 agosto club italia magazine Europei-Lavoro Padano (52 seggi); un gruppo di leghisti veneti formò il venetista Leoni Padani (14 seggi); Giuseppe Leoni e Roberto Ronchi fondarono il cristiano-democratico Cattolici Padani (20 seggi); Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Roberto Cota, Massimo Zanello e Corrado della Torre (allora capogruppo leghista in Regione Lombardia), guidarono il liberal-conservatore Liberaldemocratici-Forza Padania, che propugnava un’alleanza con il partito di Silvio Berlusconi richiamato nel nome (50 seggi); Marco Pottino lanciò Padania liberale e libertaria (12 seggi); Erminio Boso guidava il conservatoreagrario Unione padana agricoltura, ambiente, caccia, pesca (5 seggi); Enzo Flego e Walter Gherardini formarono la nazional-conservatrice Destra padana (27 seggi); Benedetto Della Vedova, un politico radicale (attualmente deputato del Pdl), fu eletto a capo di una lista libertaria antiproibizionista e liberista, mentre il parlamentare verde Nando Dalla Chiesa si candidò senza successo a Milano per la lista antisecessionista Cittadini del Nord per un’Italia democratica. Batasuna Diversa la storia degli altri partiti indipendentisti europei. Batasuna è attivo nelle regioni spagnole di Navarra e dei Paesi Baschi e nel dipartimento francese dei Pirenei atlantici (territori noti come Euskal Herria). Si denomina indipendentista, socialista, femminista e ambientalista. Tra i suoi obiettivi prioritari c’è la creazione di uno stato socialista che porti prima all’autodeterminazione e poi all’indipendenza dei paesi baschi dallo Stato spagnolo e da quello francese. Dalla magistratura spagnola è considerato il braccio politico dell’organizzazione armata Eta. Ha goduto, fin quando non è stato dichiarato illegale, di circa il 10% dei voti nelle aree basche spagnole. Nel corso degli anni ha cambiato più volte il suo nome (Herri Batasu- na, Euskal Herritarrok, Batasuna), per aggirare i divieti posti dallo Stato spagnolo. Nelle elezioni regionali del 2005 Batasuna ha invitato i propri elettori a votare per il Partido Comunista de las Tierras Vascas (EHAK, la sua sigla in lingua basca o euskera vuol dire Euskal Herrialdeetako Alderdi Komunista), che molti considerano un mero prestanome dello stesso Batasuna. Il suo status politico è sempre stato molto controverso. Il parlamento spagnolo aveva iniziato nell’agosto 2002, sia pure in assenza di un totale consenso, un processo per giungere alla dichiarazione di illegalità del Batasuna. Contestualmente, in un procedimento parallelo, il giudice Baltasar Garzón ne aveva disposto la sospensione dopo che l’attività di intelligence aveva accertato gli stretti rapporti intercorrenti fra il partito stesso e l’Eta. Infine, il Tribunal Constitucional - in virtù degli accertati legami con almeno una parte dell’Eta - ha dichiarato Batasuna illegale il 18 marzo 2003. In Francia, invece, Batasuna è ancora un partito legale, e in tale Pae Paese, l’Eta avrebbe spostato la sua sede. Gli Stati Uniti considerano Batasuna a tutti gli effetti una organizzazione terroristica dal maggio dello stesso 2003 e a questa risoluzione sono giunti anche un mese dopo i paesi della Ue. In Spagna a tutti i membri del parlamento non appartenenti a partiti politici indipendentisti sono richieste particolari misure cautelative in ogni spostamento per il timore che possano essere oggetto di attentati. I membri di Batasuna, o comunque gli aderenti a movimenti o partiti politici nazionalisti baschi, sogliono definirsi col termine abertzale. sinn Féin Lo Sinn Féin (letteralmente noi stessi in lingua irlandese, ma spesso reso in inglese come “ourselves alone” o “noi altri soli” in italiano) è il movimento indipendentista irlandese fondato nel 1905 da Arthur Griffith. Nell’Irlanda del Nord è dal 2005 il più forte partito fra i cittadini cattolici e per questo viene sovente indi- cato, in modo errato, come il partito cattolico nord-irlandese. Nella Repubblica di Irlanda è, dal 1997, presente in Parlamento, votato soprattutto nelle regioni di confine con l’ Irlanda del Nord. Il Sinn Féin inizia la sua attività politica occupandosi principalmente di propaganda, promuovendo la causa dell’indipendenza irlandese e la nascita di due monarchie: una in Inghilterra e una in Irlanda. Anche se non uf ufficialmente, nel 1916 partecipa all’insurrezione di Pasqua sposando la causa repubblicana. Nel 1918 ottiene 73 dei 105 seggi da assegnare alla rappresentanza irlandese a Londra, e si riunisce in un parlamento autonomo. Alla presidenza del governo provvisorio viene eletto Eamon De Valera. Il movimento si smembrò in seguito alla firma del “patto di Londra”, che comportava grosse limitazioni territoriali e di sovranità per la neonata repubblica, in quanto l’Ulster rimaneva sotto la completa giurisdizione britannica, mentre la sovranità formale del resto dell’isola restava nelle mani della corona inglese. De Valera si staccò quindi dal Sinn Féin, dando inizio alla tragica guerra civile irlandese, in cui morì lo stesso Michael Collins, che allora presiedeva il Sinn Féin. Nelle elezioni del 1922 il Sinn Féin ottenne la maggioranza, che perse però, a causa della crisi economica, nel 1934. Dalle ceneri del Sinn Féin sono nati i partiti Fianna Fàil di De Valera e il Fine Gael di Michael Collins. Nella Repubblica d’Irlanda lo SF ha visto, dal 1989, lentamente crescere i propri consensi. Nel 1997, lo Sinn Féin è riuscito, dal 1957, ad eleggere per la prima volta un deputato, grazie al 2,6% dei consensi. I voti per il partito sono più che raddoppiati nelle elezioni del 2002, quando i socialisti nazionalisti hanno ottenuto il 6,5% dei consensi ed hanno eletto 5 deputati. Alle politiche del 2007, i seggi sono scesi a 4, pur avendo avuto un incremento in termini di club italia magazine agosto 67 consensi, 6,9% (+0,4%). Il Sinn Féin odierno è invece un partito indipendentista molto attivo soprattutto nell’Irlanda del Nord, dove proclama la necessità dell’unità irlandese. Organo politico dell’Ira, nel 1998 partecipa alla stesura degli “Accordi di Stormont”. Nel suo programma politico sono presenti spunti e argomentazioni di stampo socialista. Attuale leader del movimento è Gerry Adams. Altro personaggio chiave del partito è Martin McGuinness che attualmente ricopre la carica di vicepremier nel governo di coalizione nordirlandese. Non ufficialmente, ma secondo molte fonti,i due sarebbero stati membri del consiglio direttivo della Pira, braccio armato del partito durante gli anni della guerra. Alle elezioni del 2007 per il Parlamento dell’Irlanda del Nord, il Sinn Féin ha conquistato il 26,2% dei consensi ed ha eletto 28 deputati, incrementando i propri consensi: 10% (1982); 15,5% (1996); 17,7%(1998); 23,5% (2003). scottish n national Party Il Partito nazionale scozzese (In inglese Scottish National Party; in gaelico scozzese Pàrtaidh Nàiseanta na h-Alba) rivendica l’indipendenza della Scozia dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord che contribuì a costituire nel 1707. Il Partito nazionale scozzese si formò nel 1934 dalla fusione del National Party of Scotland e dello Scottish Party. Nel 1945 ottenne uno scanno al parlamento del Regno Unito, ma lo perse solo tre mesi dopo alle elezioni generali. Riuscì a riconquistare un seggio solo nel 1967, quando a sorpresa Winnie Ewing riuscì a battere, nelle elezioni suppletive, il candidato laburista. Il maggior successo elettorale dello Scottish National Party fu nel 1974, quando prese un quarto dei voti scozzesi. È attualmente alla guida di un governo di minoranza in seguito alle elezioni del 2007 in cui ha ottenuto 47 seggi su 129 nel Parlamento scozzese. La politica economica si basa sui valori della socialdemocrazia europea 68 agosto club italia magazine (disarmamento nucleare, tassazione progresprogres siva, redistribuzione del reddito, sradicamento della povertà, sussidi agli studi superiori). Si impegna inoltre per una Scozia indipendente all’interno dell’Unione europea, ed è favorevole all’adozione dell’euro, mentre è contrario all’adesione alla Nato. È nel programma la realizzazione di un referendum sull’indipendenza entro il 2010. Il Partito nazionale scozzese attualmente è riconosciuto come forza politica di centrosinistra, ma non lo è stato in passato. Dall’epoca della fondazione del partito ci furono tensioni ideologiche tra le due ali del partito, quella proveniente dal National Party of Scotland, di centrosinistra, e quella dello Scottish Party, di posizioni conservatrici. Tuttavia le questioni ideologiche, sono state in seguito, superate, ed il partito si è assestato su una linea socialdemocratica, in concorrenza con il Labour Party, negli anni Sessanta, quando ci furono Sean Connery con il tradizionale kilt tensioni con alcuni membri che conquistarono il loro seggio in circoscrizioni conservatrici. Ulteriori tensioni si ebbero nel 1979, stavolta da un gruppo proveniente da sinistra che voleva spostare il partito, da socialdemocratico a socialista. Attualmente ci sono due fazioni, i “gradualisti” e i “fondamentalisti”, sul metodo per raggiungere l’indipendenza della Scozia. Ricordiamo che lo Scottish National Party, annovera tra i suoi principali fondatori e finanziatori l’attore Sean Connery, indimenticato interprete dell’Agente 007 James Bond. di Giampaolo Mannu Il cuore nel pallone Renzo Bossi: “quando la libertà dei popoli passa attraverso il calcio” I l figlio del Senatùr alla guida della nazionale padana per i campionati del mondo delle nazioni non riconosciute. Passa anche attraverso il calcio la lunga marcia della Lega verso il federalismo. E a tenere alta la bandiera del Carroccio questa volta è il figlio del senatùr, Renzo Bossi, che dal 22 al 27 giugno, in occasione dei Campionati del mondo delle nazioni non riconosciute, ha portato la sua nazionale Padana per i campi della Lombardia. "Dopo i campionati dell'anno scorso in Lapponia, dai quali siamo tornati vincitori abbiamo organizzato le finali di quest'anno in Padania - spiega soddisfatto Renzo Bossi - Abbiamo giocato a Novara, Varese, Brescia e Verona, e con la squadra siamo andati anche a Pontida per invitare tutto il popolo padano a sostenere questa iniziativa". Un modo, insomma, per riunire le diverse anime di quei popoli che pur non essendo ufficialmente riconosciuti come stati, lottano quotidianamente per affermare la propria identità. "Il messaggio che lancia il mondiale - continua Renzo - rispecchia un po' quel manifesto della Lega che abbiamo usato in campagna elettorale: quando il popolo padano cammina piega la storia.Tutti i popoli che incontriamo grazie al calcio portano avanti questo nostro stesso discorso, combattere per la libertà della propria terra, per l'indipendenza del proprio popolo". Viva Worldcup 2009 Finale 1° e 2° posto: Padania - Kurdistan 2-0 Finale 3° e 4° posto: Lapponia - Provenza 5-3 (dopo i calci di rigore) club italia magazine agosto 69 di Domenico D’Alessandro Ponte di Legno: tra storia e turismo Fiore all’occhiello del turismo lombardo. Tradizione, cultura, sport e tanto divertimento nel cuore delle montagne padane A ll’estremità della Val Camonica, in provincia di Brescia, sorge il paese più grande, per estensione, della stessa Valle: è Ponte di Legno, importante località sciistica che conta circa 1800 abitanti. Ponte di Legno è, sempre per estensione, il paese più grande, dopo Bagolino, della provincia di Brescia, rag- giungendo i 100 km2. Per la sua posizione geografica rappresenta il confine tra la Lombardia e il Trentino Alto Adige tramite il Passo del Tonale, e il confine tra le province di Brescia e Sondrio tramite il Passo di Gavia. A Ponte di Legno il torrente Narcanello, scendendo dal ghiacciaio del Pisgana, ed il torrente Frigidolfo, che invece scende da Val Malza e dal Lago Nero, si incontrano e danno vita all’Oglio, uno dei principali affluenti del Po. Anticamente il territorio era occupato da una palude, dunque il fondovalle - in cui il paese è completamente immerso - è stato più volte bonificato per agevolare sia la costruzione degli edifici sia le coltivazioni e la pastorizia. la storia Il nome del paese deriva dal ponte di Dalegno, un antico comune facente parte del territorio chiamato Dalaunia e comprendente quelli che oggi sono i paesi di Ponte di Legno e Temù. Le prime notizie storiche sulla località le troviamo un documento nel 774: un diploma, datato 16 luglio con cui Carlo Magno affida al monastero di San Martino di Tours la Val Camonica. 70 agosto club italia magazine Con molta probabilità però questo territorio era abitato anche anteriormente a questa data: secondo alcuni reperti sarebbe stato prescelto persino dai Celti e riprova ne sarebbe il fatto che la lingua celtica presenterebbe diversi punti di contatto col dialetto di Ponte di Legno. Stando ad alcune fonti, dopo i Celti sarebbe arrivata la civiltà di Halstatt, che conosceva i metalli e le armi e proveniva dalla piana di Strasburgo; in seguito sarebbero arrivati anche i Romani che vollero favorire i commerci tramite i passi di Gavia e di Tonale e sopprimere rapidamente le varie ribellioni dei popoli valtellinesi. ponte di legno oggi Se i dati sulla storia più remota del paese sono scarsi, c’è invece certezza su quanto accaduto nel secolo scorso. Ponte di Legno è stata scenario sanguinoso di entrambe le Guerre Mondiali, e data la sua posizione geografica particolare che lo rendeva un avamposto tra Italia e Austria, questo territorio ha avuto un ruolo di grande importanza strategica nella primo dei due conflitti mondiali. Infatti Ponte di Legno il 27 settembre 1917 venne pesantemente bombardata dai cannoni austriaci e rasa in breve tempo al suolo. La piazza principale del Paese, da allora, vuole proprio ricordare questo drammatico avvenimento che segnò profondamente la storia del territorio. Al termine della Grande Guerra partì immediatamente la ricostruzione, che si concluse meno di cinque anni più tardi: alla cerimonia che sanciva la conclusione dei lavori partecipò anche Vittorio Emanuele III a dimostrazione della grande importanza che la città aveva assunto durante il conflitto. turismo e non solo Il paese, nella stagione estiva, si riempie di turisti che accorrono da tutta Italia e anche dall’estero: gli alberghi e i ristoranti fanno segnare puntualmente il tutto esaurito. Ponte di Legno rappresenta inoltre, una splendida meta per tutti gli appassionati di montagna grazie alle centinaia di chilometri 72 agosto club italia magazine di piste, dotate anche di impianti per la neve artificiale, e alle decine di moderni impianti di risalita. Solo nel 2006 è stata inaugurata una nuova e tecnologica cabinovia che collega in meno di un quarto d’ora Ponte di Legno con la sua frazione del Passo del Tonale. Da non dimenticare poi che proprio qui si trova la pista da sci più lunga d’Europa, che raggiunge i 1700 metri di dislivello collegando il ghiacciaio Presna alla località Sozzine. Ma a Ponte di Legno sono moltissime le attività sportive da praticare oltre allo sci: per esempio il calcio, il ciclismo e il golf con strutture ed impianti all’avanguardia e pronti a soddisfare le esigenze dei turisti più esigenti. Il sindaco di Ponte di Legno in carica è Mario Giuseppe Bezzi, espressione della lista civica “Dalignesi a Favore”, giunto al suo secondo mandato con grande successo e soddisfazione. Nelle ultime elezioni, svoltesi nell’aprile 2008, ha ricevuto quasi l’80% dei voti: un vero plebiscito, riconoscimento tributato dagli elettori a chi ha saputo fare di questa località un vero fiore all’occhiello della Padania. di Gianpiero Gamaleri (Professore Ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi Università degli Studi Roma Tre) Riflessioni sulla comunicazione della Lega C redo che sia impossibile riflettere sull’immagine che un partito dà di sé senza fare riferimento anche alla sua linea politica. I partiti, come le persone, nella loro rappresentazione esterna non possono muoversi secondo criteri astratti, ma valorizzando la propria fisionomia, le proprie qualità e i propri difetti. Analizzando quindi il rapporto tra la linea politica ed l’immagine, si viene a rilevare che la comunicazione della Lega presenta tratti di marcata originalità rispetto a quella di tutti gli altri partiti. Manifesta anzi una controtendenza unica nel panorama politico italiano. L’estraneità deLLa LLa Lega LL ai rituaLi teLevisivi nazionaLi Questa originalità e questa controtendenza sono riferite innanzi tutto a un dato ormai consolidato: quanto più la Lega risulta estranea ai grandi circuiti della comunicazione di massa - a cominciare dalla televisione nazionale - tanto più il consenso degli elettori cresce. Questa tendenza non è più un’eccezione riguardante questa o quella consultazione, ma un dato ripetuto, costante, ricorrente, che aiuta a cogliere la “cifra” politica di questa formazione. La parziale estraneità della Lega ai rituali televisivi si configura così in una duplice chiave. Da una parte essa subisce una certa emarginazione dai circuiti dei media dovuta all’applicazione di regolamenti e all’attuazione di prassi non favorevoli sostenute sia dagli avversari, sia dagli stessi alleati, come nel caso della posizione “ingom- 74 agosto club italia magazine brante” del Partito delle Libertà che tende a schiacciarne la presenza proprio nelle regioni, come la Lombardia, in cui la Lega raccoglie notevoli consensi. Come scriveva Davide Caparini, segretario di presidenza della Commissione parlamentare di indirizzo e vigilanza dei servizi radiotelevisivi il 30 marzo 2009, “tra maggio e dicembre 2008 il Tg Regionale Rai della Lombardia ha violato il pluralismo politico discriminando la Lega Nord”. A dimostrarlo - aggiungeva - sono i dati dell’Osservatorio di Pavia, secondo i quali “ai rappresentanti del governo della Regione, cioè a Forza Italia e An è andato il 67,76 per cento del tempo complessivo, contro il 18,13 per cento del Pd e soltanto il 7,26 per cento della Lega Nord.” Dall’altra parte sembra essere la Lega stessa a volersi distinguere attraverso una certa emarginazione dal circuito dei media, manifestando una misura di estraneità come controprova del suo radicamento territoriale e di un contatGianpiero Gamaleri to più diretto con gli elettori, che si dimostrano ormai indifferenti o infastiditi dal “teatrino della politica” che si svolge sui grandi organi d’informazione. Questa rarefazione di presenza viene quindi ampiamente riequilibrata in termini di consenso politico dalla fitta trama di relazioni umane che il partito tesse sul territorio con una rete che si allarga gradualmente senza metodologie sofisticate, ma con quella tecnica del passaparola che vincola i cittadini a un rapporto non episodico ma più fedele e duraturo. L’efficacia deLL passaparoLa L neLLa LLa comunicazione poLitica LL Questo atteggiamento della Lega, coevo alla sua origine, è stato anticipatore degli orientamenti più recenti dei professionisti stessi del messaggio pubblicitario. Essi hanno capito che le grandi campagne giornalistiche, televisive e sui nuovi media digitali non danno più risultati proporzionati ai costi. Il rimedio, allora, è tornare al passato. Come ha scritto Paolo Mastrolilli su “La Stampa” in una interessante corrispondenza da New York, non solo le aziende, ma anche i partiti politici degli Stati Uniti hanno riscoperto l’efficacia del passaparola. Alcune compagnie “assumono migliaia di volontari e li mandano in giro a parlare dei prodotti con gli amici. In cambio, nella maggior parte dei casi, non offrono soldi, ma campioni gratuiti della mer merce prima che arrivi sul mercato. I volontari diventano “agenti segreti delle multinazionali”, e mentre sorseggiano un cocktail ad una festa accennano distrattamente al fantastico pantalone appena comprato, al nuovo programma di computer, al libro da non perdere, e magari anche alle sal salsicce di pollo, saporite come quel quelle di maiale ma più sane. Gli amici ignari ascoltano, prendono nota mentale del consiglio, e alla prima occasione comprano. I ri risultati di vendita sono strepitosi e i costi minimi, per perché spesso i volontari non ritirano neppure i premi promessi: si accontentano di essere «trendsetters», e la vera scarica adrenalinica gliela dà il gusto di conoscere i prodotti in anticipo e stabilire le tendenze. Poi magari scrivono anche rap rapporti, per raccontare le reazioni del pubblico”. Tutto ciò vale a maggior ragione in politica, dove il consenso del cittadino non si conquista con una battuta riuscita, ma spostando l ‘asse delle sue convinzioni. E ciò avviene soltanto attraverso un rapporto dialogico e partecipativo. Sempre con riferimento agli Stati Uniti, Karl Rove, principale consigliere di Bush, si vantava di avere il telefono e l’indirizzo di tutti gli elettori repubblicani, ma per portarli alle urne puntava sugli amici volontari almeno quanto sugli spot televisivi. E la campagna presidenziale di Obama, con il successo che ne è conseguito, è stato un mix esemplare di passaparola personale e di passaparola digitale attraverso la fitta trama di mail individualizzate indirizzate ai singoli elettori. Tutto ciò è oggetto di studi e ricerche in corso anche in Italia, ad esempio presso la mia catclub italia magazine agosto 75 tedra di sociologia dei processi culturali e comunicativi, puntando l’attenzione proprio sul livello di relazione personale conseguibile anche attraverso la rete. In questo, l’esperienza della Lega costituisce un terreno di studio estremamente pertinente e interessante. Ci si deve infatti interrogare su quali siano i canali del suo allargamento da Nord verso il Centro, in regioni come l’Emilia e Romagna, le Marche, la Toscana, ecc. Questa progressione per contiguità territoriale è la migliore riprova del “consenso gomito a gomito” che caratterizza il partito, attraverso forme di proselitismo politico che, coinvolgendo sempre più soggetti in un progetto di federalismo politico allargato, stempera anche le minacce secessionistiche che erano tipiche di una formazione più circoscritta. Resta da vedere se la “lezione di Obama” può portare anche da noi a forme di passaparola digitale che non venga ascritto surrettiziamente a tecniche di comunicazioni di massa illusoriamente “personalizzate”, ma a modelli di relazione che consentano un sufficiente grado di partecipazione critica ed attiva. Il progetto federalista e la tenacia dell’azione politica Abbiamo già detto come la forza della Lega poggi, a nostro avviso, sull’elementarità dei valori fondamentali che stanno alla base della sua proposta politica. Questa essenzialità di impostazione ha avuto ed ha come conseguenza un linea riformista forte di una notevo- 76 agosto club italia magazine le chiarezza di impostazione. Essa si riassume nel progetto federalista, che non si ferma al rafforzamento dei poteri territoriali, ma ridisegna l’intero assetto degli equilibri costituzionali. Non si può trascurare il fatto che la riforma costituzionale che ha caratterizzato i due Governi Berlusconi della penultima legislatura e che ha riguardato anche la redistribuzione di poteri centrali con l’istituzione del Senato delle regioni è nata su iniziativa e sulla spinta determinante della Lega. A ciò si collega la constatazione della costanza espressa dal partito nel perseguimento del progetto, manifestatasi all’indomani dell’abrogazione della riforma a seguito del referendum costituzionale e la ripresa del progetto stesso nell’attuale legislatura, con l’approvazione di un federalismo fiscale che sembra ormai raccogliere, seppure con vari distinguo, il consenso di gran parte dei partiti, anche di opposizione. Anche questo percorso ha a che fare con il modello di comunicazione politica della Lega. Un programma politico che nasce a tavolino e che si esprima occasionalmente con interventi a “Porta a porta” non ha la forza di permanere, svilupparsi e vincere sull’arco di due legislature di maggioranza intervallate da un’altra di minoranza. Soltanto un radicamento forte, come quello di un robusto sostegno popolare, può alimentare la tenacia di un tale disegno politico. Di conseguenza, occorre ragionare sul modello di comunicazione politica della Lega non già in termini di propaganda di un’ideologia precostituita, ma in termini di formazione della linea riformista attraverso una trama molto fitta di comunicazioni e di consultazioni con una base attiva che fa da sostegno al progetto politico in tutte le sue fasi, anche e soprattutto nei passaggi più difficili, com’è certamente stata la cancellazione di anni di lavoro politico dovuta all’esito del referendum. Occorre anche aggiungere che, al di là della riforma istituzionale del federalismo fiscale, le ipotesi di assetto costituzionale di cui oggi le diverse formazioni politiche sono disposte a discutere - come ad esempio il superamento del bicameralismo perfetto - sono molto vicine proprio alla riforma allora approvata. La conciLiazione degLi opposti Abbiamo precedentemente usato per la parola “ideologia”, ma siamo coscienti dell’improprietà di questo termine nel caso della Lega. Essa infatti si manifesta, fin dalla sua fondazione, come un movimento composito che riassume al suo interno posizioni diversificate che nella tradizionale geografia politica coprono tutto l’arco che va da destra a sinistra e dalle posizione “cattoliche” a quelle laiche. Il tutto unificato intorno al valore, come abbiamo detto, del radicamento territoriale e popolare. La Lega Nord vuole unire, partendo dalle regioni settentrionali, tutti quei cittadini i quali domandano l’autonomia e il federalismo. Più recentemente, poi, si interroga sui rapporti da intrattenere con forme di autonomia territoriale, come quella siciliana, che riemergono da una tradizione a lungo sopita. Per tutte queste ragioni, la Lega tende ad essere un partito pragmatico e non ideologico, al cui interno si possono individuare fin dall’origine diverse sensibilità, che tuttavia non frantumano l’insieme in quanto non si esprimono in correnti organizzate. I politologi hanno individuato, a grandi linee, le seguenti posizioni, spesso retaggio della formazione pregressa dei dirigenti e degli iscritti. sociaLdemocratici e sinistra popuLista. Questo gruppo è molto forte in Lombardia e rappresenta l’originale gruppo fondatore, che concepiva la Lega Nord come una forza politica di centro-sinistra (e, per certi aspetti, socialdemocratica). Quest’area è più attenta alla giustizia sociale e alla difesa di salari e pensioni, ed è anche sostenitrice della piccola e media impresa. LiberaL-centristi. L L-centristi. È talvolta difficile distinguere questo gruppo dal primo; risulta co- munque formato da quanti propugnano una linea politica maggiormente centrista. È particolarmente forte in Veneto. Libertari e LiberaLi. Rappresentano l’area più liberale e riformista del Partito, inclusi alcuni libertari intransigenti. cristiano-democratici. Rappresentano gli iscritti più vicini al cristianesimo democratico, alla dottrina sociale della Chiesa e all’economia sociale di mercato: per tali ragioni, possono essere considerati un ponte tra l’area più a sinistra e l’area liberale. conservatori. È l’area di centro-destra del partito. Il gruppo è più forte in Veneto e Piemonte che in Lombardia e i suoi membri sono generalmente forti sostenitori dell’alleanza con il Popolo della Libertà, nonché delle posizioni della Chiesa cattolica nelle tematiche etico-sociali. Inoltre sono istintivamente filo-americani: alcuni di loro hanno sostenuto la guerra d’Iraq del 2003. n naziona Listi. È l’area più a destra del partito. Essi hanno una posizione molto marcata riguardo le questioni dell’immigrazione. A differenza della maggioranza del partito essi si distinguono talora per qualche venatura di antiamericanismo. indipendentisti. Ponendosi in una posizione trasversale, propongono fondamentalmente l’indipendenza della Padania. Naturalmente queste “componenti” trovano in Umberto Bossi una sintesi e una composizione di tale efficacia da renderle poco distinguibili all’esterno. In termini di comunicazione politica la loro presenza viene però avvertita attraverso posizioni talora molto radicali che via via vengono portate all’attenzione della pubblica opinione. Tutto questo, in termini di comunicazione, è molto importante perché spiega di volta in volta l’emergere di una posizione più o meno marcata e la successiva “mediazione” di essa nell’ambito della politica generale del partito. In altre parole, non si tratta di una “marcia indietro”, e neppure di una resa agli argomenti del maggiore alleato, ma la maturazione di una posizione più equilibrata nell’ambito delle diverse sensibilità del partito stesso. club italia magazine agosto 77 La malattia di Bossi e la comunicazione ieratica La malattia del capo della Lega ha avuto un riflesso molto importante sulla comunicazione di tutto il partito. In un periodo di personalizzazione della politica, il venir meno, anche temporaneo, della presenza del leader può avere conseguenze molto gravi, fino a compromettere la sopravvivenza della formazione. Ciò a maggior ragione per un partito che tanto a lungo si era identificato con il suo capo, a tal punto che per una legislatura Bossi fu l’unico a rappresentarla nel Senato della Repubblica, tanto da meritare ‘appellativo dialettale “el senatùr”. Questo rischio, però, nel caso della Lega è stato efficacemente superato. In termini di comunicazione bisogna rilevare che il pericolo di un collasso, di un’implosione del partito non avvenne durante la lunga parentesi costituita dall’assenza del capo. Bisogna subito dire che anche nei momenti più difficili della sua malattia, quella che 78 agosto club italia magazine è venuta meno è stata la “voce” del capo, non la sua guida, saggiamente mediata da chi gli era più vicino: la moglie innanzi tutto e alcuni suoi stretti collaboratori da lui stesso scelti. Una situazione del genere era stata ben rappresentata nel film di Akiro Kurosawa “L’ombra del guerriero”, in cui veniva presentata una situazione, d’ambientazione medievale, in cui il venir meno del capo, lungi dall’indebolire, aveva irrobustito il suo popolo assediato dal nemico, almeno per un certo tempo. Tornando alla Lega, in quello stesso periodo il partito dimostra di saper far maturare una classe dirigente forte e coesa, capace di sopperire alla presenza e all’immagine del leader e nel contempo mantenendo intatta il suo carisma. Umberto Bossi viene sempre avvertito presente come primo anello della catena decisionale, specie per le scelte strategiche più impegnative, accrescendo in questo modo il suo ruolo e preparando il suo ritorno. Lasciamo ai politologi di studiare la genesi di questa classe dirigente. Da punto di vista del processi di comunicazione non può sfuggire il rapporto tra radicamento popolare del partito ed emersione di personalità rappresentative. I partiti d’opinione e i partiti di plastica devono mutuare la loro classe dirigente da ambiti estranei alla politica, come le università, le aziende, i giornali, ecc. I partiti che invece alimentano i vivai e sono comunque collegati alla gente comune mutuano i leader dal base, per selezione naturale. Ciò ci induce a riflettere sul “doppio percorso” della comunicazione della Lega. La sua proposta politica nasce perché stimolata da un vertice dotato di forte carisma, ma permane e si irrobustisce per un consenso molto convinto di una popolazione, capace di creare nuovi aderenti dotati di convinzioni profonde che creano nei soggetti una vera e propria “weltanschauung”, cioè una visione sociale dotata di una persuasione profonda della necessità di una crescita civile. Affiorano così nuovi leader con storie, profili e sensibilità - diverse corrispondenti del resto alle diverse “anime” sopra ricordate del partito - che arricchiscono anche il registro comunicativo della Lega. E’ in questa fase che si assiste a una rivalutazione del mezzo televisivo, ad esempio con diverse presenze di Roberto Castelli a Porta a porta o con le performance di Calderoli tra rozzezza di espressione e finezza intellettuale e istituzionale. Il rientro di Bossi dà un ulteriore spinta alla presenza politica della Lega, culminata nel risultato elettorale alle Europee. Bisognerebbe condurre uno studio particolare su quella che oggi si potrebbe chiamare la “comunicazione oracolare” del leader della Lega. I postumi della malattia hanno essenzializzato i suoi interventi. Ma lungi dal depauperarli, li hanno resi più incisivi, creando una combinazione tra autorevolezza ed equilibrio. La Lega, come e più degli altri partiti, ha una manifestazione di posizioni che potremmo chiamare “stop and go”: si enuncia un obiettivo di grande impatto per poi operare una ragionevole mediazione sui passaggi che lo possono avvicinare. L’attuale registro comunicativo di Bossi consente di mantenere la coerenza rispetto agli obiettivi politici del partito e insieme di recuperare sul piano delle relazioni umane i collanti che rendono salda un’alleanza, com’è nel caso della conclamata “amicizia” con Silvio Berlusconi, in nome della quale sono state composte tante difficoltà, senza che la cosa venisse avvertita come una mediazione di convenienza. In questo senso si avverte anche una capacità di moderazione progressiva che, al di là di certi toni, investe l’intero partito sull’esempio del suo leader e lo rende più vicino alla nostra tradizione cristiana, anche in momenti di più aspro contrasto. dell’oggetto stesso del discorso - la comunicomuni cazione della Lega - che non si avvantaggerebbe di un discorso che non fosse basato su riflessioni autorevoli e dati oggettivi. Resta però la necessità, quando si affronta un tema così complesso e delicato e che mobilita profonde passioni umane e sensi di appartenenza e, nel contempo, registra profonde forme di dissenso, di cogliere “le ragioni dell’interlocutore” e soprattutto di rispondere alla domanda: come mai la Lega sta raccogliendo un così largo consenso popolare proprio nel momento in cui le critiche si fanno più aspre? La risposta è una sola: vi deve essere una corrispondenza ideale e pragmatica tra la sua base e l’azione del partito e vi deve essere anche una rete di comunicazione in gran parte alternativa rispetto agli strumenti e ai modelli tradizionali che alimentano il dialogo vertice-base nelle tradizionali formazioni politiche. Le riflessioni suesposte hanno l’unica ambizione di esplorare senza pregiudizi forme e canali di comunicazioni e di relazioni umane che spieghino un fenomeno politico che merita la nostra attenzione. un pensiero finaLe La lettura di queste note potrebbe far pensare a un’interpretazione benevola da parte dell’estensore di questo articolo. Debbo subito precisare che qualsiasi compiacenza sarebbe dannosa sia all’ambizione, da parte di chi scrive, di analizzare i fatti con suf sufficiente distacco scientifico, sia all’importanza club italia magazine agosto 79 di Anna Rita Chietera Media Padani: il mondo dell’informazione leghista Il Carroccio ed i mezzi di comunicazione. Una rete completa ed articolata per diffondere le idee e le notizie inerenti al partito D a piccolo partito padano a grande realtà politica nazionale. La Lega ha consolidato la propria posizione attraverso il carisma dei leader, le sue idee e la concretezza. Fondamentale nella diffusione dei suoi principi è stato un uso sapiente e sinergico dei mezzi di comunicazione. Il sito internet della Lega Nord costituisce un organo di raccordo della rete mediatica creata dal partito. Questa finestra sull'universo leghista informa i lettori a proposito dell'impegno politico, delle idee e delle iniziative, con indicazioni e contatti, volti ad orientare i visitatori. Cittadini interessati a conoscere meglio la Lega o curiosi disorientati dal linguaggio politico, accedendo al sito www.leganord.org, potranno trovare delucidazioni riguardo al federalismo, alla questione della sicurezza, della scuola e dell'ambiente. Un'altra ampia sezione è dedicata alle imprese, al lavoro, alla famiglia ed allo sport. Il mondo della Lega illustrato con chiarezza in tutte le sue declinazioni, insomma. Il sito internet rappresenta anche un importante punto di riferimento per il popolo padano. Facilmente accessibile all'utente, campeggiano sulla “home page” notizie ed informazioni a proposito delle prossime iniziative del popolo del Carroccio. Attraverso il sito si può accedere anche agli altri strumenti di cui si avvale la comunicazione del partito. Telepadania, il quotidiano La Padania e Radio Padania Libera, sono tutti comodamente fruibili attraverso link legati la mondo del Carroccio. Telepadania è la tv della Lega. Quando è nata, nel 1997, si è proposta come associazione Etere Padano. L'obiettivo di questo progetto era di costituire una nuova realtà televisiva indipendente. A capo dell'associazione, all'epoca, c'era Marco Formentini. Il suo progetto era quello di contracontra stare il monopolio dell'informazione, diviso tra Rai e Mediaset. Nel 1998, il proprietario di Telecampione, Raimondo Lagostena Bassi, propose all'associazione Etere Padano di diffonderne i contenuti. Il progetto prese il via definitivamente nell'ottobre del 1998. La nuova iniziativa si impose subito all'attenzione dei media. 80 agosto club italia magazine Anche il canale televisivo si occupa principalmente di informazione politica. I programmi proposti riguardano panoramiche sugli interventi più significativi dei leghisti in Parlamento, focus sulle iniziative di maggior rilievo, manifestazioni ed anche aspetti più ludici, come il concorso di bellezza Miss Padania. La tv della Lega Nord è accessibile attraverattraver so il satellite. Per gli utenti interessati a sintonizzarsi su Telepadania, il sito ha disposto anche una pagina con tutte le informazioni necessarie. L'organo d'informazione per eccellenza dei leghisti è il quotidiano La Padania, diretto e fondato dal leader del Carroccio Umberto Bossi. Il quotidiano di via Bellerio è nato nel 1996, anche se l'uscita effettiva e regolare nelle edicole è partita l'8 gennaio del 1997. La casa editrice che pubblica il giornale della Lega si chiama Editoriale Nord. La Padania è anche un sito internet, attraverso il quale i lettori possono restare aggiornati costantemente sulle notizie più importanti della giornata. In seguito alla fondazione del quotidiano, la Lega ha avviato un progetto radiofonico, Radio Padania Libera. A Milano, sulla frequenza 103. 500 gli ascoltatori possono ascoltare musica, ma anche programmi di attualità politica. Gli utenti, inoltre, hanno la anche la possibilità di intervenire nel corso di alcune trasmissioni radiofo- niche. Il rapporto diretto e partecipativo con il pubblico è uno degli aspetti più interessanti dell'informazione leghista. Proprio per questo, un partito così attento alle dinamiche della comunicazione, non poteva certo trascurare la risorsa dei social forum. La Lega è su Flickr, Twitter, Myspace e, Facebook, rendendosi accessibile, anche al mondo dei più giovani e di tutti i fruitori assidui del web. L'aspetto comunicativo, oltre a fornire ottimi risultati sul piano della divulgazione delle idee e dei progetti, ha anche registrato numeri molto significativi. Certamente, l'aspetto della comunicazione ha costituito uno dei punti di forza di questo partito che, nel corso degli anni, ha saputo guadagnare sostegno e consensi. club italia magazine agosto 81 di Federica Giordani Telepadania: il locale per raccontare il reale Un progetto nato da una passione e da un’esigenza, trovare uno spazio per raccontare la Padania e il suo partito I l 12 ottobre 1998, alle otto di sera, nelle case di molti italiani apparve per la prima volta sui teleschermi il simbolo di Telepadania. Nasceva così l’emittente locale legata al partito della Lega Nord. Obiettivo principale del progetto, fortemente voluto e sostenuto dallo stesso Umberto Bossi, quello di contrastare Rai e Mediaset nella formulazione di contenuti ed informazione politica. Ora Telepadania la potete trovare sulla frequenza 11.199 MHz, sul satellite Eutelsat Hotbird 6 Symbol Rate 27500, e su Sky al canale 833. Dal maggio nel 2006 alla guida dell’emittente c’è Roberto Fiorentini, 45 anni cremasco. Lo abbiamo incontrato per capire meglio che cosa è Telepadania e quali saranno i suoi sviluppi futuri. Che cosa c’è alla base del progetto di Telepadania? La filosofia di fondo di Telepadania è quella di dare un’informazione di carattere politico su molti livelli sull’attività della Lega Nord nel paese. Un’informazione a tutto campo su ciò che questo movimento politico fa attivamente. Per noi l’informazione politica viene prima di tutto perché siamo in un contesto mediatico nel quale esistono già i gruppi editoriali spesso continui ai grandi partiti, mentre è sempre stato difficile trovare lo spazio giusto per realtà politiche importanti come la Lega. 82 agosto club italia magazine Il direttore dell’emittente Roberto Fiorentini Vogliamo mostrare che cosa fa il partito al di là delle strumentalizzazioni che spesso vengono create attorno ad esso e che rischiano, a volte, di distrarre l’attenzione dall’azione politica vera. Qual è il punto di forza dell’emittente? Il nostro punto di forza è quello certamente quello di far vedere ed ascoltare quello che succede nelle aule parlamentari. Ci si dimentica forse che l’80% dell’azione politica si svolge proprio lì e spesso nelle grandi televisioni, al di là di alcuni sporadici casi, non c’è posto per la presa diretta, per ascoltare interamente le attività politiche in aula. Il lavoro sulle agenzie di stampa e le brevi dichiarazioni non rendono l’idea dell’azione politica. Quello che dici in aula è ciò che conta, che rimane nei verbali, ciò su cui ci si basa per realizzare le leggi del nostro paese. Seguiamo in particolare il Ministero delle Riforme con Umberto Bossi almeno una volta alla settimana per fare il punto politico della situazione. Quali gli altri temi che Telepadania affronta ogni giorno? Senza dubbio quello dell’identità, delle tradizioni e del servizio ai cittadini. Abbiamo programmi dedicati al dialetto, per esempio. Questo inverno abbiamo realizzato una trasmissione sulle compagnie di teatro dialettali, una rassegna attraverso la quale abbiamo ascoltato le voci egli attori, degli organizzatori sull’importanza della conservazione e valorizzazione delle proprie tradizioni, della cultura territoriale. Abbiamo anche girato alcune puntate all’interno della casa del Manzoni a Milano con attori che recitavano le poesie di Porta e Grossi. Un modo per non dimenticare l’importanza della poesia milanese nel panorama letterario italia- no e non solo. Ci sono poi molte trasmissioni che si occupano del territorio. A breve partirà un format intitolato “Blu Padania”: ventitré puntate nelle quali ci occuperemo dei mari che circondano la Padania. Racconteremo ventitré località che non sono quelle del turismo di massa, ma grazie alle quali si potrà meglio conosce il territorio. Ci saranno ospiti che racconteranno le tradizioni, le storie che rendono il locale unico e irripetibile. Un altro aspetto molto importante è quello dell’identificazione territoriale attraverso i prodotti tipici: il cibo da sempre è motivo aggregante e di grande passione. Telepadania racconta anche il mondo agroalimentare del territorio, ne andiamo molto fieri. L’attenzione alle tradizioni e al territorio con la sua storia e le sua iniziative è una costante italiana o, a tuo avviso, ha avuto un incremento negli ultimi anni? L’attenzione alle tradizioni, alla propria storia, alla cultura c’è sempre stata, anche se si è assistito ad un oscuramento di questo aspetto fino a qualche tempo fa, ma sotto le ceneri tutto rimaneva in grande fermento. Roberto Fiorentini (a destra) ed Andrea Rognoni nella trasmissione Fiori di carta club italia magazine agosto 83 Marco De Luca conduttore del TG sport L’Italia è il paese dei Comuni non del grande Stato e quindi questo tipo di discorso rimane fondamentale, appena si esce dalla metropoli questo sentimento è vivissimo. L’impostazione ideologica secondo la quale il locale è meno importante del “nazionale”, anche a livello intellettuale, non è affatto sostenibile. Anzi, vivere e tradizioni rappresenta in molti casi un aspetto aggregante, fondamentale proprio per il diffondersi della cultura stessa. Come è iniziata la carriera del direttore di Telepadania? Io ho iniziato a 17 anni, ero alle scuole superiori, lavoravo nei giornali locali, poi nel 1990 sono approdato ad una televisione interprovinciale che lavorava sulla valle Padana e sono rimasto lì fino al 2000, poi ho lavorato all’agenzia Agr, come corrispondente sempre dal territorio padano per il Giorno, per Libero, e per l’Adnkronos. All’inizio del 2006 sono arrivato alla Padania dopo essermi occupato per anni del fenomeno del terrorismo islamico nelle nostre province e mi chiamarono proprio per questo. E nel maggio del 2006 sono stato nominato direttore di Telepadania. E ora la mia avventura continua qui. Quali i tuoi obiettivi e priorità per l’emittente? La mie priorità qui è far parlare i protagonisti della politica, creando più spazio più alla presa diretta che al commento, agli editoriali. Io non amo i “comizi” in video dei direttori, anzi meno appaio meglio è (sorride sorride ndr ndr). Ho voluto puntare molto sull’aspetto identitario. Una trasmissione importante per noi, per esempio, è “Da nord a nord” nella quale intervistiamo un protagonista del territorio padano 84 agosto club italia magazine nei campi più disparati. Poi le innovazioni tecnologiche sono state importanti. Il nostro sito web è attivo da due anni e da tre mesi andiamo in streaming. Forniamo contenuti web sia per le pagine del sito ufficiale della Lega Nord sia per il canale ufficiale di You Tube. Abbiamo molte collaborazione attive con altre televisioni che vengono a cercare materiale. Siamo radicati sul territorio e questo fa di noi una fonte attendibile e ben strutturata. Come si lavora a Telapadania? L’ambiente è sereno e poi la redazione di Telepadania è giovane, l’età media è molto bassa, io che ho 45 anni sono il più vecchio (ride ndr). Abbiamo molti ragazzi che lavorano qui, ndr nella sede di Milano, Torino, Venezia nonché a Roma per seguire i lavori parlamentari. Nuovi progetti per il prossimo anni televisivo? Progetti nuovi ce ne sono molti. Uno fra tutti a partire da settembre sarà il digitale terrestre per il quale siamo pronti a livello di contenuti, perché la produzione della nostra redazione è ingente. Sicuramente un obiettivo importante sarà quello di preparare un format che potrà essere utile per seguire le elezioni Regionali nella primavera del 2010. Inoltre stiamo pensando ad un progetto per raccontare le eccellenze delle aziende del nord, vorremmo raccontare chi e come ha fatto grande questa parte d’Italia. Come sono i telespettatori di Telepadania? I nostri telespettatori sono tanti e affezionati. Ogni sera tocchiamo le 600mila unità. Fino a qualche tempo fa avevamo uno “zoccolo duro” di ascolto che ora si è allargato molto grazie ai nostri programmi che per la prima volta arrivano anche al di là del confine padano. Abbiamo un ottimo riscontro dal nostro pubblico. Ci telefonano, mandano e mail, ma anche lettere “vecchio stampo” per darci suggerimenti, o per segnalarci eventi e problematiche. Sono capitate occasioni in cui le nostre trasmissioni iniziavano con qualche minuto di ritardo per problemi puramente tecnici e subito i centralini venivano presi d’assalto per capire che cosa succedeva. C’è molto affetto attorno alla nostra emittente, né sono orgoglioso. di Pamela Martinoli “Rimbalza il clandestino” La strategia in rete del Carroccio passa anche per i videogiochi è uno dei giochi di rete sui quali la Lega Nord punta per coinvolgere gli elettori più giovani. Il giocatore “leghista” deve difendere l’Italia, evitando agli extracomunitari di sbarcare sulle coste del nostro Paese. L’obiettivo del gioco è di mantenere il controllo dei clandestini che arrivano in Italia. Durante i vari livelli, delle imbarcazioni toccano a sorpresa il suolo italiano, e il compito del giocatore è rimandarle indietro. Allo scadere del tempo, il leghista che avrà respinto tutti i tentativi di “invasione” potrà proseguire passando al livello successivo, dove l’intensità dei tentativi di sbarco è più imponente e difficile da arginare. “Abbiamo deciso di puntare molto sull’interattività e sulla Rete - dichiara l’ideatore del gioco Fabio Betti - cercando di coinvolgere, scherzosamente, i giovani, e di sensibilizzarli su quello che, in reatà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste”. “Converti il comunista” ha invece lo scopo di convertire il “triste e logoro comunista in un felice leghista”, come promette ottimisticamente il gioco. Per far diventare un comunista un elettore del Carroccio, bisogna stargli il più addosso possibile con il Sole delle Alpi, il simbolo racchiuso nel contrassegno della Lega Nord, stando attenti ai pomodori che Veltroni e Franceschini tirano ai “compagni” pentiti. I due giochi di rete - realizzati dalla Beta Studios - sono scaricabili dalla pagina di Facebook della Lega Nord Padania - Umberto Bossi, fondata dal figlio del leader leghista, Renzo Bossi. Due screenshot relativi ai giochi “Rimbalza il clandestino” (a sinistra) e “Converti il comunista” club italia magazine agosto 85 di Pamela Martinoli “Barbarossa”, un film sulla lotta per l’autonomia dei popoli I Renzo Martinelli narra le gesta epiche del condottiero Alberto da Giussano l triplo dei 300 dei Lacedemoni che, guidati da Leonida, si sacrificarono nel 480 a.c. alle Termopili per difendere Sparta dall’invasione del re persiano Serse L’impresa della Compagnia della morte, 900 giovani guidati da Alberto da Giussano, pronti a immolarsi per difendere il Carroccio, simbolo dell’unione tra i comuni lombardi contro l’imperatore Federico I di Svevia, detto “Barbarossa”, è raccontata dal regista Renzo Martinelli (foto soto) in un kolossal storico da 30 milioni di dollari, coprodotto da Rai Fiction e Rai Cinema. Cast internazionale per la pellicola che narra le gesta epiche di questi valorosi difensori dell’autonomia lombarda: Rutger Hauer (l’imperatore germanico), Raz Degan (Alberto da Giussano), Kasia Smutniak (Eleonora), Cecile Cassel (Beatrice di Borgogna), Angela Molina (Ildegard Von Bilden) e Murray Abraham (nel film l’infido siniscalco Barozzi). Un epic-movie realizzato in duplice versione (una per il grande schermo e un’altra per la tv), e fortemente sostenuto dalla Lega. Il film di Martinelli (la sceneggiatura è stata scritta con Giorgio Schottler e Anna Samueli) è ambientato nella Milano del 1158, ricostruita 86 agosto club italia magazine nei dettagli in sei mesi dalla scenografa Rossella Guarna per un costo di 2 milioni di euro. I bellissimi costumi (almeno un migliaio) sono stati disegnati con cura maniacale da Massimo Cantini Parrini, mentre le musiche sono di Aldo De Scalzi, fratello di Vittorio, fondatore dei New Trolls. Per realizzare l’opera sul “Braveheart” lombardo, Martinelli (che ha esordito alla regia nel 1993 con “Sarahsarà”, e diretto film come “Porzûs”, “Vajont”, “Piazza delle cinque lune” e “Carnera”) ha guidato una troupe di 130 persone, utilizzando 2.500 cavalli arabi e frisoni e ventimila comparse. Il cast durante in una pausa durante le riprese Rutger Hauer interpreta Federico Barbarossa IL FILM La pellicola narra l’epopea di Alberto da Giussano, che, alla guida della Lega lombarda costituita con il giuramento di Pontida del 7 aprile 1167, sconfisse le truppe germaniche il 22 maggio 1176 nella battaglia di Legnano, frustrando così il sogno di Federico Hohenstaufen di conquistare le terre del Centro e del Sud, facendo rivivere l’Impero che fu di Carlo Magno. Le gesta dei lùmbard del XII secolo si sovrappongono a quelle del movimento fondato da Umberto Bossi, che, non a caso, ha dichiarato: “Il nuovo Alberto da Giussano sono io”. Oggi, le “truppe” della Lega Nord combattono contro “lo Stato dell’Italia centralista”, per guadagnare quella libertà “che oggi, se necessario, si conquista anche con la forza”. Perché “è meglio morire che vivere come schiavi”. Il leader della Lega ha spiegato che “il Barbarossa di oggi non è una persona ma uno Stato”, e che “il valore attuale di una storia come quella che racconta la fiction su Barbarossa, è quello della libertà”. Il film sull’epica vittoria dei comuni lombardi coalizzati contro l’Impero è attualmente il fase di postproduzione a Cinecittà. Francesco Pannofino (il doppiatore di George Clooney, Denzel Washington, Daniel Day-Lewis e Clive Owen) darà la voce a Federico Barbarossa, mentre Adriano Giannini (Heath Ledger, Hugh Jackman, Joseph Fiennes) doppierà l’israeliano Raz Degan che interpreta Alberto da Giussano. Oltre 1000 gli effetti speciali che i maghi del digitale introdurranno nella pellicola montata da Osvaldo Bargero, in uscita nelle sale cinematografiche il 9 ottobre. Ora restiamo in attesa di vedere se qualcuno - probabilmente lo stesso Martinelli (che sta già lavorando al prossimo film sul mistero del Dc 9 dell’Itavia diretto da Bologna a Palermo, precipitato misteriosamente la sera del 27 giugno 1980) - raccoglierà l’invito di Bossi di “portare in tivù anche la storia di San Carlo Borromeo, e quella del Medeghino, il grande condottiero milanese del sedicesimo secolo, fratello di Papa Pio IV”. Murray Abraham (sopra) è il siniscalco Barozzi, mentre Raz Degan (sotto) incarnerà l’epica figura di Alberto da Giussano club italia magazine agosto 87 di Alessio De Bernardi Miss Padania 88 agosto club italia magazine Anche quest’anno l’appuntamento con l’elezione di miss Padania ha coinciso con l’arrivo della bella stagione, che nell’immaginario collettivo è vista come una soave fanciulla dispensatrice di armonia. D al 1998 nell’Italia Settentrionale si svolge questa manifestazione patrocinata dalla Lega Nord e che si affianca ormai, per risonanza mediatica e importanza comunicativa, alle grandi selezioni di Miss Italia a Salsomaggiore e di Miss muretto ad Alassio. Vincitrice dell’edizione 2009 è stata Laura Dora Mazzei ventiduenne di Seto San Giovanni che si è aggiudicata anche la fascia di Miss Quotidiano La Padania. La giovane studentessa in Economia, alterna lo studio all’impegno nell’agenzia di viaggi dei genitori. Ma i suoi interessi spaziano in diversi ambiti ed evidenziano la sua sensibilità e la sua struttura umana e morale. Ama molto gli animali e soprattutto i cavalli, infatti è un’ottima amazzone e pratica l’equitazione a livello agonistico. Il viso pulito e l’immagine rassicurante di Laura Dora ci riportano ai concorsi di bellezza degli anni cinquanta e sessanta, quando si puntava su caratteristiche reali e autentiche, senza le false correzioni estetiche di oggi. E’ importante un ritorno ai valori fondamentali della vita e se consideriamo la bellezza un valore e non solo una fortuna passeggera, ben vengano i concorsi di bellezza che fanno emergere nuove personalità e nuovi talenti. La presenza di Umberto Bossi, che presiede sempre la giuria, è sinonimo di serietà e correttezza, due caratteristiche essenziali in un concorso di bellezza, dove sarebbe troppo facile puntare sulla raccomandazione o sull’intrallazzo. Auguriamo a Laura Dora un luminoso futuro, sicuri che saprà percorrere il sentiero della vita con serietà e consapevolezza. Da sinistra: Giorgia Moriondo (Miss Sole delle Alpi), Laura Dora Mazzei (Miss Padania 2009) e Jessica Gaia (Miss Camicia Verde) club italia magazine agosto 89 Miss Padania: l’anima della bellezza B di Anna Rita Chietera La parola alle prime due classificate dell’edizione 2009 ellissime e con una valigia piena di sogni. Ce le immaginiamo così le giovani donne che scelgono di partecipare ad un concorso di bellezza. D’altra parte, il fascino delle “miss”, costituisce parte integrante della storia italiana post bellica. I nostri nonni ed i nostri padri sognavano le curve mozzafiato di Sofia Loren e Gina Lollobrigida. Oggi, nonostante i canoni estetici siano molto cambiati, i concorsi di bellezza continuano a solleticare l’immaginazione e a costituire un trampolino di lancio per molte ragazze. Non solo Miss Italia. Manifestazioni di questo tipo, nel corso degli anni, sono andate moltiplicandosi, dando vita ad un coacervo di fasce, scettri e corone. Una novità degli ultimi anni è il concorso ideato dalla Lega Nord, Miss Padania. Il concetto è semplice: eleggere una reginetta che incarni l’ideale femminile dell’Italia settentrionale. Che sia un’algida bionda o una procace mora, poco importa. La bellezza della miss sarà giudicata in base alle sue gambe chilometriche, al portamento leggiadro, alla sua simpatia, ma soprattutto alla capacità di interpretare le caratteristiche salienti della sua terra d’origine. Parola di Miss Padania Per arrivare a cogliere il vero cuore della manifestazione è senz'altro più opportuno dare la parola a chi ha partecipato in prima persona all'emozionante gara di bellezza. Nessuno meglio della vincitrice in carica può testimoniare il valore della fascia che indossa. Laura Dora Mazzei è una ragazza con i piedi per terra. Con la freschezza dei suoi 22 anni ha affrontato la partecipazione al concorso come un “gioco”. Una scelta importante per il suo futuro l'ha già fatta qualche anno fa, quando ha deciso di iscriversi all'università dove studia economia e gestione d'impresa. Laura è una ragazza vitale e sicura e ha ben chiari i suoi obiettivi Perché una studentessa di economia sceglie di partecipare ad un concorso di bellezza? Per crearsi un'opportunità in più, nessuna strada deve essere lasciata intentata. Hai scelto un corso di laurea impegnativo, quali sono i tuoi obiettivi futuri? La mia famiglia gestisce un'attività e nel mio futuro ho sempre considerato concreta la possibilità di lavorare con i miei, per me sarebbe una grande opportunità. Quindi, per te è importante diventare una donna realizzata nella sua carriera... Al giorno d'oggi la donna porta i pantaloni. 90 agosto club italia magazine Però è ovvio, è difficile conciliare questa aspirazione con l'impegno della famiglie e delle faccende domestiche. Il rischio è di non avere tempo a sufficienza per se stessi. è difficile, ma credo che sia una condizione comune alla maggior parte delle donne. Laura Dora Mazzei A proposito di famiglia: Miss Padania vuole una sua famiglia o per ora di gode il successo? Chiaramente non si tratta di una decisione da prendere a cuor leggero, perché non ci si può sposare con il primo che capita. Il mio ideale è quello di una famiglia solida, di quelle in cui le coppie sono unite da un legame inossidabile. D'altronde sono cresciuta con l'esempio dei mie nonni, che hanno trascorso una vita intera insieme. Adesso mio nonno non c'è più, ma il loro è stato un rapporto solido e duraturo, come quello dei miei genitori. Sono questi i miei modelli. Perciò è ovvio che io pensi al matrimonio, ma comunque “vado con i piedi di piombo”. Tra le ragazze che partecipano ai concorsi c’è rivalità, oppure solo una sana competizione? Direi una sana competizione. Poi, è ovvio, siamo donne e, volendo essere obiettivi, credo che tra noi ci sia sempre una forma di rivalità. Non è che ci si prenda per capelli, anche perché siamo persone abbastanza mature. Però la competizione è inevitabile in un concorso di questo tipo. Esistono legami di amicizia tra le aspiranti Miss? Sì, in realtà con la seconda classificata al concorso, capita che ci si veda. Ed anche con un altro paio di ragazze. Quello che mi ha sorpreso è che queste amicizie si siano consolidate dopo il concorso. Prima non c'era stato modo di parlarsi, pro probabilmente. Successivamente, invece abbiamo approfondito i nostri rapporti e ci siamo trovate bene insieme. In che modo senti di incarnare gli ideali del “popolo padano”? Lo scopo del concorso è quello di individuare, non solo una bella ragazza, ma anche una persona dotata di una certa personalità. La mia impressione è che si cerchi un tipo di bellezza semplice, la classica ragazza della porta accanto. Da questo punto di vista è un po' riduttivo definire questa manifestazione un semplice concorso di bellezza. Nel corso della rassegna si cerca anche di fare emergere altre qualità. Per esempio, il colloquio di selezione è fortemente improntato sul dialogo. Questo mi ha fatto pensare di essere stata scelta anche perché sono una persona aperta, socievole e disinvolta. Credo che abbiano valutato il mio carattere, oltre all'aspetto fisico. Parola di Miss TelePadania Benedetta Pastore Falghera, invece, è stata eletta “Miss Telepadania” 2009. Questa splendida ragazza ha già acquisito una certa notorietà perché subito dopo il concorso è stata scelta come inviata per il programma di Rai 2 “Grazie dei Fiori”. Benedetta è spigliata, parla con tutti senza problemi ed è un autentico vulcano. Non solo. è anche una ragazza piena di sorprese. Se la sua esperienza di Miss non avesse dato risultati altrettanto folgoranti – ci ha confidato – avrebbe voluto diventare criminologa. Andiamo a conoscerla. Benedetta, quali sono i pro ed i contro della notorietà? Sto vivendo un momento meraviglioso e guardo con molta curiosità al mondo dello spettacolo. Quello che vedo mi affascina, ma cerco di tenere sempre bene gli occhi aperti. Soprattutto, non mi butto a capofitto in qualsiasi proposta mi venga fatta. Credo sia giusto scegliere con attenzione, soprattutto perché alcune situazioni mi infastidiscono. Per esempio? Concederei dif difficilmente un’intervista ad un giornale specializzato in gossip e cronaca rosa. Non capisco che interesse abbia la gente a curare gli affari degli altri. Non ho mai acquistato riviste patinate. Davvero, sono cose che non mi interessano. Benedetta Pastore Falghera Eppure la maggior parte della gente non disdegna il gossip... è davvero una cosa che non riesco a capire. Ci sono tante cose importanti di cui occuparsi, non solo nella propria vita privata, ma anche per quanto riguarda la cronaca e l’attuali- 91 club italia magazine agosto tà. Non ci si può perdere in questi argomenti inutili... Il lavoro, in effetti, ti impegna abbastanza. Sei anche co-conduttrice della trasmissione che segue le selezioni di Miss Padania 2010... Sì, è un’esperienza bellissima e poi, non posso fare a meno di rivedermi nelle aspiranti miss. Provo per loro un forte sentimento di tenerezza. Le ragazze mi chiedono consigli ed io cerco di dare ad ognuna il giusto suggerimento. Quello che però cerco di far capire a tutte è che sia sbagliato prendersi troppo sul serio. Il concorso di bellezza è un gioco e come tale deve essere affrontato. Solo così si può trarre davvero il massimo da questa esperienza. Se la competizione dovesse prendere il sopravvento, non penso che le ragazze conserverebbero un bel ricordo della manifestazione. L’ansia e la tensione la farebbero da padrone ed è un atteggiamento che reputo sbagliato. Dietro l’aspetto attraente di queste ragazze, ci sono solidi ideali ed i sogni e le aspirazioni comuni a tutte le giovani donne. Queste ragazze non lasciano nulla alla regola generale che vorrebbe le Miss “belle, ma un po’ stupidine”. Al contrario, l’impressione è che queste ragazze siamo piene di spirito e padrone di se stesse. Una dimostrazione del fatto che è soprattutto la personalità a rendere una donna interessante. In questo, non c’è dubbio, gli organizzatori di Miss Padania hanno centrato in pieno l’obiettivo. Tante fasce per premiare la bellezza Il concorso patrocinato dalla Lega Nord, riconosce in Umberto Bossi il vero promotore della manifestazione. Nel 2009 la “kermesse” è giunta alla sua undicesima edizione. In realtà, però, l’esordio non ufficiale dell’evento risale al 1997. A vincere l’ambita fascia, quell’anno, fu la 27 enne Paola Cantamessa. Oltre al titolo di Miss Padania, sono molte la fasce che gli organizzatori hanno istituito negli anni. Tra le bellezze del Nord Italia vengono elette ogni anno anche “Miss Sole delle Alpi” e “Miss Camicia Verde”. Altra ambitissima fascia è quella de “La Mia Miss”, ossia la reginetta scelta dai lettori del quotidiano “La Padania”. Ma non è finita qui. Abbiamo ancora, “Miss Informazione Libera” per colei che incarna attraverso la propria curiosità intellettuale, l’ideale di un’informazione lontana da condizionamenti e pressioni. Il giudice designato per eleggere la reginetta di questa categoria è il direttore del Tg 4, Emilio Fede. Un altro premio legato al mondo dell’informazione è quelli di Miss Telepadania. La vincitrice di questo titolo deve avere come requisito una spiccata telegenia, ma anche un volto che possa risultare familiare e rassicurante per i telespettatori della nota emittente locale. Oltre al mondo dei media, il concorso guarda con interesse anche al benessere psicofisico. Per questa ragione la manifestazione premia anche “Miss Sport Padania”. Tra le altre fasce, ricordiamo anche quella di “Miss Radio Padania”, “Miss Quotidiano La Padania”, “Miss Pascal”, riconoscimento attribuito alla bellezza dell’anima,” Miss InnovazioEmilio Fede e Iva Zanicchi ne”, “Miss Linea Sprint” e “Miss Odeon”. 92 agosto club italia magazine Miss Padania: le sedi delle Selezioni ALBENGA (SV) Nel cuore della Riviera di Ponente troviamo Albenga, piccola cittadina rivierasca con circa 23.588 abitanti. Il nucleo antico della città di Albenga occupa la parte estrema della piana formata dal fiume Centa. Albenga è uno scrigno da aprire e scoprire in tutte le sue bellezze; è una città d’arte destinata ad avere un ruolo da protagonista sul palcoscenico della cultura mondiale. Si nascondono tesori ovunque, dal passato emergono le antiche torri, le mura medievali, i monumenti, il Battistero, la Cattedrale, i palazzi nobiliari e diversi edifici religiosi. Anche il freddo cuore sotterraneo custodisce reperti archeologici unici al mondo. I fondali del mare di Albenga conservano ricordi importanti per ricostruire i traffici commerciali di un tempo. Dall’Isola Gallinara, che interrompe lo sguardo di chi ricerca l’orizzonte, fa capolino una torre del cinquecento eretta sui resti di un antico monastero benedettino. 94 dicembre club italia magazine di Carol Chiodi Tutte queste ricchezze sono l’onore e l’onere dei tempi moderni, dove è necessario conservare al meglio e valorizzare quanto ricevuto in eredità da un generoso passato. Durante l’anno Alberga offre due manifestazioni tematiche ormai radicate nella tradizione: “Fior d’Albenga”, dove sono previste iniziative floreali che coinvolgono tutto il centro storico e “C.I.P. & V.I.P. - Verdure in Piazza e Cuochi in Piazza” due eventi che hanno come tema principale la promozione dei quattro prodotti tipici di Albenga (carciofo spinoso, asparago violetto, zucchina trombetta e pomodoro cuore di bue). Il centro storico diventa ogni anno una vetrina espositiva, dove si possono apprezzare i prodotti ortofrutticoli tipici della terra ligure come ad esempio il carciofo violetto. Come da tradizione i prodotti locali vengono esaltati e cucinati dai migliori chef nei ristoranti e piazze della città. ANDORA (SV) Andora è l’ultima cittadina nell’estremo ponente della provincia di Savona e si trova sulla costa tra Capo Mele e Capo Cervo. Da un’economia basata principalmente sull’agricoltura sviluppata nel suo ampio entroterra, la città ha assunto una sua identità turistica negli ultimi 30 anni, creando una nuova economia. Di grande interesse storico il nucleo medievale di frazione Castello, che comprende il castello-fortezza fatto costruire dai Marchesi di Clavesana nel XII secolo e la chiesa dei Santi Giacomo e Filippo in stile tardo romanico-gotico. l sito è uno dei più importanti, suggestivi e meglio conservati complessi monumentali di tutta la Liguria. E’ dotata di un porto turistico all’avanguardia, situato a levante, all’ingresso della città, e di numerose strutture sportive. La nuova frontiera del turismo per Andora, tra mare e collina, promuove soprattutto l’ambiente. Essa si sviluppa tra l’ “Oasi del Merula”, una zona protetta e ricca di fauna alla foce del torrente Merula, che divide in due il paese, ed il “Santuario dei cetacei”. Andora, e più in generale la Riviera ligure, sono territori da “esplorare” ben oltre i soliti, collaudati itinerari turistici. Andora è infatti molto di più delle sue stupende spiagge di sabbia dorata dolcemente degradanti verso un mare limpido e pulito, del suo golfo incantevole tra Capo Mele e Capo Mimosa, del suo bellissimo porto turistico. E’ tradizione, storia, ma anche evasione, cibo, sport, natura in un atmosfera ricca di forti profumo e sapori. Nel cuore della Riviera, diventa meta ideale per una vacanza balneare in estate o per una vacanza sportiva e contemporaneamente rilassante nell’altra stagione: ciclismo, diving, vela, wind surf, trekking, passeggiate nell’entroterra. Qui si possono gustare i piatti tipici della tradizione ligure dove olio, olive, basilico, erbe aromatiche, carciofi, pomodori e vini locali si trasformano in menù profumati e saporiti da gustare dopo una giornata all’aria aperta. club italia magazine agosto 95 APPIANO GENTILE (CO) Appiano Gentile è un antico borgo che sorge a cavallo tra la Provincia di Como e quella di Varese, ai margini del Parco della Pineta e Tradate. Il borgo fece parte della regione del Seprio, di cui rappresentò la pieve più orientale. Alla fine del XIII secolo fu conquistato dai Visconti, entrando così a far parte del Ducato di Milano fino all'epoca napoleonica, e successivamente dopo essere stato annesso al Regno d'Italia, fu accorpato alla Provincia di Como. Sul territorio comunale sono stati rinvenuti alcuni reperti di epoca golasecchiana, ora esposti al Museo Civico di Como, mentre sono attualmente presenti diverse opere di particolare interesse storico-artistico come la Chiesa di Santo Stefano con opere del Nuvolose e di Isidoro Bianchi, la Chiesa della Fontana con affreschi seicenteschi, la Chiesa di San Bartolomeo al Bosco in stile romanico e il Santuario della Madonna del Montecarmelo. Appiano Gentile è altresì rinomata per il Parco Pineta, una foresta di pianura radicata nel territorio, viva e ricca di naturalità, di attività forestali agricole e sociali. E' questo il principale contenuto ambientale e l'orizzonte di attività del Parco che agisce nella tutela e gestione di un patrimonio naturale, eredità e risorsa allo stesso tempo. 96 agosto club italia magazine Molte specie animali e vegetali hanno qui la loro residenza. I boschi del parco sono un’importante traccia verde dell’antica selva padana e costituiscono una penisola naturale, un cuore silvestre che si incunea nel tessuto più urbanizzato della pianura. Un punto sorgente fondamentale della rete ecologica lombarda in cui l'attività di amministratori, dipendenti e volontari, giornalmente cerca di tessere un complesso arazzo umano e naturale che conservi e migliori il territorio. Per gli amanti dello sport Appiano Gentile offre la possibilità di trascorrere indimenticabili ore giocando a golf, immersi nel verde del Parco Pineta, lontani da strade, rumori e dallo stress quotidiano. Il paese comasco è celebre in Italia perché sede del centro di allenamento della squadra di calcio F.C. Internazionale (Inter) "Angelo Moratti", detto anche "Pinetina", che si trova sul confine tra Appiano e Veniano. ARENZANO (GE) Arenzano, situata sulla costa della Riviera ligure di ponente, con il suo mare blu è il primo benvenuto a chi si affaccia sulla Liguria provenendo dal Passo del Turchino. Per la sua posizione è facilmente raggiungibile in poco tempo dai principali centri del Nord Ovest e dista solo 24 km da Genova. Secondo le fonti storiche le origini di Arenzano sono legate ad uno stanziamento romano dei primi secoli dopo Cristo, in epoca tardo imperiale. Intorno al medio evo il piccolo borgo era diviso in due parti: Arenzano “sottana”, fra il mare e la collina, e Arenzano “soprana”, rappresentata dalla zona di TerraAlba (terra bianca) da cui la località prendeva il nome a causa della presenza di giacimenti di tufo affioranti a poca profondità. Dal punto di vista turistico Arenzano offre ai suoi visitatori diversi itinerari da esplorare a piedi o in bicicletta, come la passeggiata dotata di pista ciclabile che collega la cittadina con il comune di Cogoleto, mentre nell’entroterra gli appassionati possono godere di vari percorsi di trekking. Per chi ama invece le immersioni, ad un miglio e mezzo dal porto di Arenzano si trova il relitto della superpetroliera Haven, affondata nel 1991 ed oggetto di numerose escursioni subacquee. Nel 2008 nel comune ligure è stata inaugurata la prima palestra subaquea, ad oggi l’unica in Italia, a 15 metri di profondità e per un’area complessiva di 1.200 metri, utile per chiunque volesse esercitarsi. Ogni anno nel suggestivo borgo vengono organizzate feste ed eventi che attirano visitatori e turisti da ogni parte del mondo; la più rinomata è sicuramente la Marcia Internazionale Mare&Monti, che richiama marciatori di ogni nazionalità, e proprio in questa occasione vengono proposte parate, incontri culturali e feste in piazza mentre durante le feste patronali dei santi Nazario e Celso le strade vengono invase da bancarelle di tutti i generi; le tradizionali sfilate processuali si snodano per le vie del paese e la sera i fuochi artificiali illuminano la cittadina a giorno. club italia magazine agosto 97 BESOZZO (VA) Besozzo è situato tra le colline che si estendono tra il lago di Varese e il lago Maggiore. Il suo nucleo antico, situato nella parte alta del borgo, presenta notevoli punti di interesse storico e artistico. In particolare le diverse case patrizie dei secoli XVI-XIX che si scorgono lungo le vie centrali di Besozzo superiore conservano interessanti elementi architettonici: portali, cortili, colonnati, decorazioni, scaloni, giardini. Davanti al nucleo denominato Castello, che si contraddistingue per l’elegante torre d’ingresso tardo rinascimentale, sorge Palazzo Adiamoli, caratterizzato dall’elegante cortile con decorazioni e balconcini settecenteschi. Tra i due edifici, nel parco, sussiste l’antica torre medievele del primitivo castello, in muratura a vista, che domina la sottostante vallata. Sulla collina di fronte al castello sorge il nucleo religioso di Besozzo, formato dalla seicentesca chiesa dei SS.Alessandro e Tiburzio, un notevole documento storico e artistico. 98 agosto club italia magazine Il restauro attuale ha evidenziato e reso più leggibili le sue caratteristiche seicentesche che, con gli adiacenti edifici canonicali e il sovrastante oratorio di S.Nicone, al quale si accede per una salita affiancata dalle edicole della Via Crucis, creano un indissolubile nucleo religioso. La chiesa prepositurale, dalle eleganti forme del barocco lombardo, presenta un’unica navata con cappelle laterali poco profonde e un vasto presbiterio. Notevoli gli elementi artistici; da quello della Madonna del Rosario con esuberanti decorazioni a stucco, al marmoreo altare maggiore, opera settecentesca della bottega dei Buzzi di Viggiù. Nell’oratorio di S.Nicone, si venera il corpo del Beato, conservato in una pregevole urna sull’altare maggiore. Due cappelle laterali ornano la navata e le pareti presentano decorazioni prospettiche settecentesche dei Baroffio. Nella contrada di S.Antonio, tra gli angoli più suggestivi di Besozzo superiore si conserva l’antica chiesa di S.Antonio, attualmente in condizioni precarie e quindi chiusa al pubblico. L’abitato di Besozzo inferiore, più moderno e centro della vita commerciale, è sorto attorno agli antichi mulini, folle e segherie sul Bardello, il torrente che attraversa Besozzo. CARAVAGGIO (BG) Caravaggio, piccolo centro della provincia di Bergamo, conta circa 11.928 abitanti; nel Medioevo fu centro fortificato nella lotta contro Milano, come possesso veneziano. Dopo il 1448, sotto Francesco Sforza, passò nel dominio milanese. Fu saccheggiata nel 1524 dalle truppe di Giovanni dalle Bande Nere e nel 1629 dalle truppe imperiali. Nel 1532 fu eretta in marchesato da Francesco II per il figlio illegittimo di Ludovico il Moro, Giampaolo. Caravaggio non ha visitatori occasionali; le visite turistiche, se così possiamo chiamarle, sono per la quasi totalità visite di pellegrini che al Santuario portano il loro tributo devozionale. Caravaggio è sempre stata identificata agli occhi del ‘forestiero’ come la città del Santuario; o, in aggiunta, come la città natale di Michelangelo Merisi, il quale peraltro non ha lasciato in questa stessa sua città segni della sua opera. Ma è anche vero che Caravaggio ha qualche cosa di più da offrire allo sguardo del pellegrino, del visitatore. Basta muoversi un poco verso la città e già sul viale si potrà incontrare un complesso monastico ricco di storia e bellezza. Tra i vari monumenti, il più noto è il Santuario Mariano, eretto nel sec. XV e ampliato nel 1575 su progetto di B. Tibaldi in una mole grandiosa, che fu compiuta nel sec. XVIII. Sono inoltre notevoli la chiesa di S. Fermo e Rustico (1429), che possiede una bella cappella rinascimentale, affrescata da B. Campi (1522-1591), e la chiesa di S. Bernardino, af affrescata da F. Prata (1531), con portico del Rinascimento. Caravaggio fu patria, fra l’altro, di Polidoro, allievo di Raffaello e di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e di numerosi architetti e scultori. A Caravaggio è inoltre possibile gustare gli ottimi oiatti tipici della tradizione bergamasca, semplici e genuini come il riso bollito nel latte, le uova sode con cicorino e il salame nostrano. Tra i dolci più caratteristici non si può dimenticare il biciulàt de la nóna, un buccellato (ciambella dolce) realizzato con farina, uova fresche, burro, zucchero e scorza di limone. club italia magazine agosto 99 CORTEMILIA (CN) Cortemilia, situata nella provincia di Cuneo, è una città con una storia millenaria. Anticamente nominata Cohors Aemilia, questa zona è sempre stata un punto di forte interesse, ed è oggi una delle mete più visitate delle Langhe. Il suo antico centro storico, ricco di abitazioni e di porticati medievali, è diviso in due borghi dal passaggio del fiume Bormida. Il borgo di San Pantaleo, sulla sponda destra, e il borgo di San Michele, su quella sinistra, sono uniti da una passerella in ferro, localmente denominata la pontina. L’antico centro storico contiene alcuni elementi importanti: colonne e capitelli di tipologia romanica nella prima parte dei portici di via Dante Alighieri, seguiti da archi ogivali; l’edificio della Pretura, del XIV secolo, restaurato dopo l’alluvione del 1994, che ospita la Biblioteca Civica e il centro direzionale dell’Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite. Cortemilia è sicuramente famosa per il suo prodotto tipico: la nocciola, a cui è dedicata una manifestazione l’ultima settimana di agosto. Dei quasi settemila ettari coltivati a nocciola in provincia di Cuneo, più di un terzo si trova 100 agosto club italia magazine nelle Langhe, con punte record nel cortemiliese, per una produzione complessiva di quasi 80 mila quintali l’anno. La varietà presente sul territorio è la Tonda Gentile delle Langhe, apprezzata per la delicatezza del suo sapore. In effetti già nel secolo scorso i pasticceri torinesi avevano scoperto i pregi organolettici della nocciola e l’avevano inserita come ingrediente essenziale in quel particolare tipo di cioccolato noto con il nome di gianduia. Da allora è stato un crescendo di consensi e la richiesta di materia prima ha spinto gli agricoltori, negli anni Trenta, a piantare i primi alberi da noci di una certa estensione. Dalla nocciola l’industria dolciaria ricava cioccolato, gelati e dolci. In pasticceria si sfornano le famose torte di nocciole, dolci sublimi che chiudono ogni pranzo nelle Langhe e nel Roero, abbinati ad una coppa di Asti o di Moscato d’Asti. Senza dimenticare che la nocciola è il prodotto base di dolci simbolo del Piemonte come il torrone ed il gianduiotto. FUBINE (AL) Fubine è un piccolo paese del Basso Monferrato, situato in provincia di Alessandria a 17 Km dal capoluogo piemontese. La sua popolazione attuale è di circa 1700 abitanti e aveva raggiunto il massimo (quasi 4000 abitanti), all’inizio del Novecento. Il comune fino al secondo dopoguerra era articolato solo attorno al centro storico arroccato sulle prime colline del Monferrato, che si af affacciano sulla pianura del Tanaro e solo in seguito si è allargato a valle. L’abitato principale è tuttavia disposto intorno ad un’altura al culmine della quale è collocata la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, affiancata dall’alto campanile simbolo della cittadina. Il maniero, che è stato in tempi successivi ristrutturato, è ora adibito a casa di riposo per anziani. Di particolare rilievo storico-artistico è anche il monumento sepolcrale di Emanuele Cacherano di Bricherasio, realizzato dallo scultore Leonardo Bistolfi e situato nella Cappella Bricherasio, in località Cappuccini. Durante il periodo estivo Fubine è sicuramente considerata meta d’interesse ma anche in altre stagioni dell’anno non mancano le occasioni per partecipare a fiere e sagre enogastronomiche, come quella famosa degli asparagi nella metà di maggio. Fubine vanta un gruppo musicale particolare, I Sunador dal Ravi la cui particolarità è quella di suonare zucche svuotate al loro interno (ravi, nella lingua locale) per accompagnare canzoni in dialetto. Passeggiando fra i vicoli che costituiscono il cuore del centro storico fubinese ci si trova nella piazza della Chiesa dietro al monumento ai Caduti sia della prima che della seconda guerra mondiale, dove sorge il Palazzo comunale ed a lato la Casa Pane, dimora settecentesca. Proseguendo lungo la via collinare intitolata a Michele Pavaranza, si giunge al Palazzo Bricherasio un castello con parco appartenuto ai conti Cacherano di Bricherasio, antichi signori del luogo. club italia magazine agosto 101 LEZZENO (CO) Lezzeno è un piccolo borgo che si trova sulla riva del Lario, sulla strada che da Como si snoda verso Bellagio. Nonostante il centro urbano conti solo 2.071 abitanti, Lezzeno si sviluppa lungo la costa per 7 km rendendolo così il paese più esteso del lago di Como. Da un frammento di lastra tombale, con iscrizione del I-II sec. d.C., murata nel campanile della parrocchiale, sappiamo che la zona era già abitata in epoca romana. Con le sue numerose frazioni, dislocate sulle rive del lago e sulle pendici dei monti, Lezzeno è nota anche come centro residenziale. 102 agosto club italia magazine Dopo la frazione villa, nell’ultimo tratto di strada prima di Bellagio, si possono vedere i Sassi Grosgalli, suggestive scogliere con pareti a strapiombo sul lago e fenditure create dall’erosione delle acque. Di notevole interesse è anche la visita, da ef effettuarsi in barca, alla Grotta dei Bulberi o Grotta Azzurra, famosa per gli effetti di colore che vi suscita la luce solare. Lezzeno è anche un importante centro artigianale per la produzione di filo, ferro e reti metalliche, nonché sede di cantieri nautici tra i quali troviamo i cantieri Mostes considerati tra i migliori del panorama cantieristico del lago di Como. Passeggiando per i vicoli di Lezzeno si arriva alla chiesa di Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta, edificata nel XVI secolo ed in seguito rimaneggiata. La parrocchia possiede un grande affresco del pittore G. Quaglio mentre l’oratorio della Madonna del Ceppo, nota anche come la Visitazione, è di origine quattrocentesca. Tra le varie curiosità si dice che Palazzo Silva, situato in frazione Morbia, sarebbe, secondo alcuni studiosi, la casa natale dell’architetto Silva (1560-1641), erroneamente considerato ticinese di Morbio. Da alcuni anni Lezzeno ospita l’ultima tappa del Wake Board Tour, che coinvolge di atleti di livello nazionale e internazionale, pronti a sfidarsi in acrobazie spettacolari nelle acque antistanti al paese. MARCALLO CON CASONE (MI) Marcallo con Casone è un piccolo paese della campagna milanese che si trova a 30 km dal capoluogo lombardo e conta circa 5.756 abitanti (marcallesi o casonesi). Tra le testimonianze storiche su Marcallo troviamo un diploma di Enrico III risalente al 1054 e il “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis” di Goffredo da Bussero del 1280 dove è citata la chiesa di Marcallo. Il territorio comunale è ricco di bellezze architettoniche come la Villa Ghiotti, ora Palazzo Comunale, e il suo parco, in cui si trovano strutture sportive ed un’area attrezzata per il gioco dei bambini. Nel Parco Ghiotti vi è inoltre un’ampia area di ritrovo in cui vengono organizzate numerose iniziative culturali e ricreative. Numerose sono le ville private come Villa Maggioni, Villa Duchi Valentini, Villa Mazzetti, Villa Magnaghi e Villa Visconti - Maineri, che sono testimonianza della bellezza del paese e della campagna circostante che ha portato numerosi nobili a costruire le residenze di vacanza proprio a Marcallo. La chiesa, edificata nella prima metà dell’Ottodell’Otto cento, è indubbiamente sorta su un precedente luogo di culto, probabilmente la vecchia parrocchia del paese, che al suo interno presenta un interessantissimo organo della bottega dei fratelli Prestinari. Il centro storico di Marcallo è ricco di suggestivi scorci di antiche case, che si aprono su vasti cortili dove vivevano più famiglie legate da vincoli di parentela, dove le notizie liete e tristi, le nascite e le morti, erano trasmesse dal balcone delle stanze del primo piano al piano terra. Lì si trovavano le vaste cucine e le stalle, che si intravedono ancora attraverso i tipici portoni in legno, luogo di passaggio, un tempo, di carri e uomini che andavano e tornavano dal lavoro nella vigna. Durante l’anno il parco del Palazzo Comunale ospita numerose manifestazioni come il Festival dell’Insubria presso il Parco Ghiotti e la Fiera di San Marco. PRATURLONE DI FIUME VENETO (PN) Il Comune di Fiume Veneto, situato in provincia di Pordenone, è caratterizzato da un territorio pianeggiante, ricco d’acqua di risorgiva e attraversato dai fiumi Fiume e Sile. Le sue origini sono antichissime, come testimoniano i numerosi reperti archeologici risalenti al Neolitico e all’età del Bronzo. La presenza più documentata rimane quella romana, grazie alle ricerche e ai ritrovamenti di vasi, anfore, mattoni, ceramiche e statue decorative ritrovati su tutto il territorio comunale. Numerose furono le popolazioni che nel corso della storia dominarono questo territorio, come testimoniano i termini usati nella lingua locale, un misto di friulano e veneto, con termini di chiara origine latina e greca, slava ed ostrogota, longobarda ed ungarica. Agli inizi dell’800, durante il periodo napoleonico, Fiume prese l’attuale configurazione territoriale, a seguito della riforma dei Municipi voluta da Napoleone. 104 agosto club italia magazine Nel 1866, al termine della Seconda Guerra d’Indipendenza, anche Fiume entra a far parte del Regno d’Italia. Nel 1911, con decreto regio del Re Vittorio Emanuele III, a Fiume venne aggiunto l’attributo Veneto, per non creare confusione con la più nota Fiume d’Istria. Particolare importanza storico - culturale rivestono le chiese di Santa Maria della Tavella, di San Girolamo in località Marzinis e la Pieve di Pescincanna, l’antica chiesa di Praturlone adiacente la chiesa parrocchiale. Il territorio comunale of offre inoltre sentieri e percorsi interessanti dal punto di vista naturalistico e facilmente percorribili a piedi ed in bicicletta, grazie alla presenza del fiume e di aree dalla natura incontaminata. Ogni anno ad agosto si celebra la tradizionale festa dell’Assunta e in questa occasione si possono degustare le trippe e i menù tipici delle sagre friulane. SAN MAURO TORINESE (TO) San Mauro, piccolo comune del Piemonte, si trova a pochi chilometri dal capoluogo ed è situato ai piedi delle pendici settentrionali della collina torinese, dominata dalla Basilica di Superga. In un primo documento scritto il comune di San Mauro riporta il nome di Pulchra Rada letteralmente “bella spiaggia”, probabilmente una denominazione che traeva origine dalle bellezze del luogo che anticamente era il letto del Po. Proprio grazie alla presenza del fiume, che alimenta la centrale elettrica nei pressi di Chivasso e le testimonianze storico-artistiche di pregio quali l’abbazia millenaria, il castello di Sambuy e la Torre di Moncanino, si è riusciti a mantenere questa località interessante ed attraente nel tempo. Oltre che per le bellezze paesaggistiche la città di San Mauro Torinese è nota a tutti come il “paese delle fragole”. La tradizione fa risalire la prima piantagione di fragole a S. Mauro al 1706, anno dell’assedio di Torino da parte dei Francesi. In quell’anno la cavalleria del Duca Vittorio Amedeo II conseguì un’importante vittoria, ma il grande esito comportò la distruzione delle campagne e di tutti i raccolti. L’Abate benedettino, che in quegli anni governava la comunità di San Mauro, ebbe un’idea geniale: chiese ai Duca di Casa Savoia, quale risarcimento per i danni di guerra, di poter estirpare dagli umidi e freschi boschi che cir- condavano le sontuose residenze di Racconigi e di Stupinigi un certo numero di piantine di fragole per trapiantarle nelle terre di S. Mauro. Ebbe inizio così la produzione di questo delizioso frutto primaverile che ben presto divenne celebre per la sua bontà ed in seguito simbolo di S. Mauro. Oggi la Festa delle Fragole, che si tiene l’ultima domenica di maggio, seguendo una tradizione di sagre che si tramanda dal 1933, è una bella occasione per gustare il famoso frutto, ma anche per assistere a manifestazioni di ogni genere: esposizioni floreali ed agricole, sfilate di costumi tradizionali, performance artistiche. Una festa dai colori accesi e dai sapori vivaci ... come quelli delle fragole. Colori e sapori, tradizione e folklore ritornano anche la terza domenica di settembre quando si celebra la Festa Patronale dei Corpi Santi. Questo nome sta ad identificare le reliquie dei Santi martiri che nel 1662 furono traslate dalle catacombe di Roma nella Chiesa di S. Maria di Pulcherada, su richiesta dell’abate Aghemio. club italia magazine agosto 105 SANTO STEFANO BELBO (AL) S. Stefano Belbo misura poco più di 23 Km quadrati e si sviluppa ai margini delle Langhe, in un’area in gran parte collinosa costituita da marne calcaree ed arenarie, eccezion fatta per la piana alluvionale formata dal torrente Belbo. Sulla collina si erige un castello di epoca medievale e un convento benedettino edificato probabilmente sui resti di un più antico tempio dedicato a Giove. Santo Stefano Belbo è un mondo che conduce immancabilmente al suo passato storico, che si perde agli inizi dell’anno 1000, così come nella storia più recente, quella raccontata anche da Cesare Pavese, illustre scrittore del novecento che nacque a Santo Stefano Belbo nel 1908 e che dedicò molti dei suoi scritti autobiografici al paese di origine. Il comune di S. Stefano Belbo ha trasformato la casa natale di Cesare Pavese in un museo dedicato alle opere e alla gioventù dello scrittore Qui tutto ricorda il grande poeta ed i suoi romanzi: dalle vie del centro alla casa natale, dai nomi delle località (il Salto, la Mora, il Nido, i Robini), alla casa di Nuto. In questa zona è anche bello passeggiare, e 106 agosto club italia magazine trovandosi in un luogo prettamente collinare, i percorsi sono di media difficoltà; percorrendo il crinale delle colline si possono osservare suggestivi panorami sulla Valle Belbo e, nelle giornate senza foschia, si può vedere l’ampia cerchia delle Alpi. Il comune di Santo Stefano Belbo fa parte del “Distretto del Benessere” nato per valorizzare e promuovere le risorse turistiche che fanno riferimento all’idea di benessere. Dall’enogastronomia alla cura del corpo, dalla vita all’aria aperta alle attività ludiche e sportive, dal paesaggio al patrimonio storico culturale ed artistico. I diversi aspetti dello star bene, in un territorio a misura d’uomo. Dal 26 giugno al 28 agosto il CE.PA.M, associazione culturale con sede nella casa natale dello scrittore Cesare Pavese, indice ed organizza la 8a edizione del Premio Letterario dedicato al vino: il vino nella letteratura, nell’arte,nella musica e nel cinema. L’iniziativa si affianca a quella ormai consolidata del “Premio Cesare Pavese: letterario, di pittura e di scultura” e, si avvale del Patrocinio di Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di Santo Stefano Belbo e della collaborazione della Cantina Sociale “VALLEBELBO” di Santo Stefano Belbo. TORRE BOLDONE (BG) Torre Boldone è un comune della provincia di Bergamo collocato all’imbocco della Valle Seriana, con una popolazione di circa 7.750 abitanti (Torreboldonesi). La nascita del piccolo borgo ha origini antichissime, si pensa infatti che i primi insediamenti sul territorio potrebbero risalire al neolitico e proprio a questo periodo appartengono le tracce di palafitte trovate nei paesi vicini. Le prime notizie riconducibili a questo paese sono piuttosto scarse, e si riferiscono principalmente al periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini, che nel 1407 sfociarono nell’incendio del centro abitato da parte delle truppe di Facino Cane. Torre Boldone offre numerosi itinerari storico-artistici tra i quali è possibile visitare le numerose ville storiche: Villa Pesenti, che ancora dispone di un grande giardino, Villa Regazzoni-Camozzi-Maffeis, caratterizzata dalla sezione composta da due corpi ortogonali tra loro, e Villa Reich. Di particolare interesse anche la visita agli edifici religiosi presenti sul territorio come la chiesa di San Martino progettata da Gian Battista Canina. L’edificio costruito a partire dal 1739 e benedetto solennemente il 14 novembre 1745, è caratterizzato da decorazioni interne in stile “barocchetto lombardo”, che richiama la tecnica barocca ma con una sorta di leggerezza e moderazione più consoni alla cultura lombarda. La chiesa è ricca di affreschi e tele, di cui molte provengono dall’antica chiesa parrocchiale. Il campanile, staccato dall’edificio della chiesa, fu costruito entro il 1802 e in anni successivi vennero posizionati l’orologio e il concerto di campane. Il Comune di Torre Boldone organizza durante tutto l’anno iniziative e manifestazioni turistiche proponendo spettacoli musicali, feste e sagre come ad esempio la sagra della castagna che si tiene nel mese di ottobre. club italia magazine agosto 107 TRESCORE CREMASCO (CR) Trescore Cremasco è piccolo comune immerso nella pianura padana in provincia di Cremona e la sua popolazione è stimata intorno ai 2.888 abitanti. Un’antica tradizione, risalente probabilmente al tardo Medioevo, collegava l’origine del territorio cremasco alla formazione del lago Gerundo dal quale sarebbe emersa l’Insula Fulcheria, centro di continui insediamenti. Fin dai tempi più antichi, tutta la zona fu percorsa dalle acque incontrollate dei fiumi, mentre il lago Gerundo, ricordato dalla tradizione, fu in realtà un insieme di aree paludose e di acquitrini interrotte da luoghi più elevati quali, appunto, l’Insula Fulcheria. La modificazione del corso dei fiumi e le opere di bonifica determinarono la scomparsa di questa area paludosa, che lasciò banchi di ghiaia (la «Gera d’Adda») e i Mosi. Dal punto di vista storico nel corso degli anni i ritrovamenti archeologici provenienti dal cremasco fanno pensare ad insediamenti risalenti a tempi remoti, in un’area in cui si alternavano boschi misti a paludi. Da quanto ci perviene le opere di bonifica, che modificarono l’assetto del territorio, iniziarono già al tempo dei Galli, continuarono in 108 agosto club italia magazine epoca romana e si intensificarono a partire dal IX secolo per opera dei monaci benedettini. Fino al XVIII secolo le vie del paese erano costituite da «foppe», cioè fossati ampi e poco profondi, che durante le piogge erano invasi dall’acqua, a causa della posizione del luogo situato vicino al Moso. Il nome di Trescore comparve per la prima volta nel diploma censuario di Enrico VI (1192) in cui si nominava la regione Vafra, citando i villaggi di Cremosanum, Casaletum, Trescore, Bordenacium, Quintanus. Successivamente, a seguito di alcune ricerche storiche, si spiegò l’etimologia del nome Trescore, facendolo risalire a “tres curiae” o “ tres curtes”, cioè tre corti o cascinali, intorno ai quali si sarebbe poi sviluppato un villaggio rurale. ZIBELLO (PR) Il comune di Zibello è situato nella bassa pianura padana ad una distanza di circa 35 km da Parma, da cui amministrativamente dipende, a 27 km da Cremona e a 30 da Piacenza. La sua vera e propria storia ha però inizio nel Medioevo, per tutta la durata del quale rimase legato a Cremona. Sul territorio, totalmente pianeggiante, vive una popolazione di poco più di 2.000 abitanti e come tutti i paesi posti lungo il grande fiume è caratterizzato da un fìtto reticolo di canali e strade che ha assunto l’aspetto attuale attraverso un processo di lunghissima, ma imprecisabile durata. Su di esso hanno profondamente inciso sia la colonizzazione romana sia l’opera degli agenti naturali, primo fra tutti il Po, lungo i cui paleoalvei corrono numerose strade e canali. I paesaggi più gradevoli, ricchi di fascino e coinvolgenti per chi vi si avventura, sono quelli del Grande Fiume, dei suoi argini, delle sue anse e lanche, dove flora e fauna tipiche ancora sopravvivono pressoché indisturbate. Tra i luoghi d’interesse vi è sicuramente la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio e Protasio mentre nel Palazzo Pallavicino si trova l’omonimo teatro e il chiostro, ex convento dei domenicani. Sicuramente, oltre i monumenti locali, il piccolo borgo deve la sua notorietà al tipico insaccato denominato Culatello di Zibello, che è uno dei prodotti D.O.P. più famosi dell’EmiliaRomagna. Questo prodotto, caratterizzato da una preparazione naturale, lenta e accurata, ha reso la cittadina famosa in tutto il mondo . Proprio per questo ogni anno Zibello, che si fregia dei titoli di “Città Slow”, “Città dei Sapori” e “Città d’Arte”, celebra il suo prodotto tipico d’eccellenza, il Culatello, con cinque straordinarie giornate di festa. Gastronomia, musica, cultura, folclore ed ef effetti speciali sono al centro della manifestazione. Molte le iniziative collaterali come il mercatino dei prodotti alimentari tipici e di nicchia, esposizioni di pittura, manifestazioni folkloristiche, mercatino dell’antiquariato e dell’artigianato artistico, raduno di macchine storiche. A novembre si tiene la manifestazione del November Porc sui prodotti enogastronomici, con particolare attenzione agli insaccati di maiale. Al celebre prodotto è inoltre dedicato un museo sulle principali tradizioni contadine. club italia magazine agosto 109 Miss Padania: le vincitrici delle Selezioni Andora (SV) Emily Caddeo Besozzo (VA) Elena Anna Maria Ravizza Torre Boldone (BG) Elena Morali 110 agosto club italia magazine S. Stefano Belbo (AL) Cristina Franzoso Fubine (AL) Chantal Di Capello San Mauro Torinese (TO) Amanda De Mar club italia magazine agosto 111 Miss Padania: le vincitrici delle Selezioni Trescore Cremasco (CR) Arianna Manenti Caravaggio (BG) Giulia Di Landro 112 agosto club italia magazine Cortemilia (CN) Flavia Caruso Praturlone di Fiume Veneto (PN) Alessia Facca Zibello (PR) Eleonora Rossi Appiano Gentile (CO) Elisa Corio club italia magazine agosto 113 Miss Padania: le vincitrici delle Selezioni Bagni di Lucca (LU) Sara Bertoni Lezzeno (CO) Ginevra Leggeri Borgo Val di Taro (PR) Angela Veroni 114 agosto club italia magazine Castagnole delle Lanze (AT) Eva Bellino