COPIA DI CORTESIA - La Voce d`Italia

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COPIA DI CORTESIA - La Voce d`Italia
club Italia magazine
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Anno II - numero 12 - Agosto 2009
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Anno II - numero 12 - Agosto 2009
L’onda
verde
di Bossi
e meglio di Bossi
Facile attaccare la lega, diFFicile Far
S
Lega di introdurre l’esame di
candalo questa estate per la proposta della
il solito refrain già visto altre
dialetto per gli insegnanti. Critiche, proteste,
volte all’indirizzo del Carroccio.
una verifica sulla conoscenza del
Nessuno che abbia proposto di introdurre
ano non è una lingua derivata dal
latino da parte degli insegnanti. Forse che l’itali
non esprima il radicamento con le
latino? Forse che, alla pari dei dialetti locali,
proprie origini e tradizioni?
proposte alternative. L’assenza
Facile barricarsi dietro le critiche senza rilanciare
l’incapacità di offrire, o almeno di
di controproposte attesta inequivocabilmente
tanti difensori a parole le proprie
cercare, soluzioni, dimostra sul campo che tra
che concretamente si adoperi in
radici, la propria identità, l’unica forza politica
tal senso è la Lega.
to di Umberto Bossi, non è altro
Il successo, crescente negli anni, del movimen
elettori, della vicinanza del partito
che questo: il riconoscimento, da parte degli
ioni proposte se non, addirittura,
ai problemi della gente, della validità delle soluz
verso certe tematiche.
del totale disinteresse delle altre forze politiche
leghista come i raduni annuali
ità
Pensiamo a veri e propri riti fondativi dell’ident
di Pontida e Ponte di Legno.
bblica, organizza momenti di
Quale altra forza politica, nella seconda Repu
Qualcosa di simile era un tempo la
incontro con l’elettorato paragonabili a questi?
si capisce più se la festa dell’Unità
festa dell’Unità. Un tempo però, ché oggi non
dell’Unione o del Pd e, soprattutto,
sia ancora la festa dell’Unità e non piuttosto
one ai Dl, o di una corrente dei
se non si tratti della festa dei Ds in contrapposizi
ranceschini piuttosto che proDs contro un’altra, o infine di un’iniziativa pro-F
Bersani.
ni, consigliere comunale a Milano,
Prendiamo infine il caso del leghista Matteo Salvi
mentare nazionale della Lega. Al
parlamentare europeo e, fino a poco fa, parla
ilità per legge del cumulo delle 3
di là della questione formale dell’incompatib
interessato), il dato sostanziale è
cariche (problema peraltro risolto dal diretto
diverse elezioni e in 3 anni diversi,
chiaro: l’elezione dell’esponente leghista, in 3
tra gli elettori.
attesta la fiducia che questi ha saputo riscuotere
ibile, che gli elettori si siano
poss
enza
Ed è difficile pensare, con tutta la diffid
ni non risponda invece alla
Salvi
di
fatti gabbare per 3 volte di fila e che la scelta
in virtù del legame che
orre
prop
validità delle soluzioni che la Lega ha saputo
coltiva con il territorio.
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La storia della Lega Nord
Pontida 2009:
la carica dei 100mila
I simboli di Pontida
Umberto Bossi:
una vita per la Lega
Umberto, il Po e il castello
di Ponte di Legno
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Matteo Salvini:
anima verde e spirito polemico
Monica Rizzi:
una bresciana D.O.C. in Regione
Monica Rizzi:
la passione per il territorio
prima di tutto
Le nuove sfide di Molgora
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Anno II, numero 12, Agosto 2009
Editore - Press Video Edizioni Srl
Reg. Tribunale di Milano n. 173 del 11 - 03 - 2008
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L’avanzata del Carroccio
oltre il Po
Indipendenza, federalismo tra
separatismo e indipendentismo
Il cuore nel pallone
Ponte di Legno:
tra storia e turismo
Riflessioni sulla comunicazione
della Lega
Media padani: il mondo
dell’informazione leghista
Telepadania: il locale
per raccontare il reale
“Rimbalza il clandestino”
“Barbarossa”, un film sulla lotta
per l’autonomia dei popoli
Miss Padania
Miss Padania:
l’anima della bellezza
Miss Padania:
le sedi delle selezioni
Miss Padania:
le vincitrici delle selezioni
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Fotolito e Stampa
La Serigrafica Arti Grafiche srl - Buccinasco (MI)
Hanno collaborato a questo numero
Prof. Claudio Bonvecchio, Prof. Gianpiero Gamaleri,
Carol Chiodi, Alessio De Bernardi
Fotografi
Rosa Celorio, Marco Marsili, Sandro Colli Vignarelli
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Uffici Stampa e Agenzie Fotografiche
Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali,
Regione Lombardia
Provincia di Milano
Comune di Milano
Ufficio Stampa Lega Nord
Ufficio Stampa Miss Padania
Ufficio Stampa Martinelli Film
ISSN 2035-0694
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italia
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magazine
magazine agosto
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di Domenico D’Alessandro
La storia
della Lega Nord
Dalle prima battaglie sul federalismo al governo del paese.
Un percorso complesso che ruota attorno alla figura carismatica del suo
leader Umberto Bossi
L
a Lega Nord nasce grazie ad Umberto
Bossi, fondatore ma soprattutto anima del
partito. Ma anche un altro personaggio
ebbe un ruolo fondamentale in questa
lunga storia politica: Bruno Salvadori, leader
dell’Union Valdotaine, che fece nascere in
Bossi una vera vocazione politica. Un incontro
davvero speciale che rimase forte sino al 1980,
quando Salvadori morì tragicamente in un
incidente stradale.
Bossi a quel punto decise di proseguire
autonomamente
sulla
strada
politica,
rispettando l’impegno morale preso con
l’amico. Un impegno difficile da salvaguardare
che però rappresentò una grande sfida per
Umberto, che decise di fondare un nuovo
6 aprile club italia magazine
partito, la “Lega autonomista
lombarda”, che si ispirava nel
simbolo e nel nome alla storica
“Lega lombarda”.
Il simbolo, per l’appunto, raffigura
l’Alberto da Giussano che sguaina la
spada verso il cielo e impugna lo scudo.
Sin da subito il principale obiettivo
di questo partito fu la realizzazione
di un progetto di Confederazione,
anche se poi questo sogno viene
parzialmente tralasciato, preferendo
ricorrere ad una via più sicura
come il federalismo, inteso come
“dottrina politica favorevole
alla federazione di più stati e
ispirata a un’ideale di pacifica convivenza tra
i popoli”. Nei primi anni Ottanta il progetto
leghista vede pian piano la luce e assume una
dimensione sempre più ragguardevole in tutta
la Lombardia, con delle sedi ormai sparse in
tutti i capoluoghi di provincia.
I pr
prImI passI della lega
Nel 1982 Bossi diffonde il primo programma
politico, stilato attraverso dodici punti: lo scopo principale è sempre quello di ottenere una
federazione che superi l’egemonia di Roma e
dello Stato centralizzato. Il programma politico chiede che “venga data precedenza ai Lombardi nell’assegnazione di lavoro, abitazioni,
assistenza, contributi finanziari” che “ogni tassazione sia eguale per tutte le regioni e non si
verifichino ancora truffe come quella del ‘Condono’ e dei ‘Ticket’ sui medicinali che al Sud
costano la metà che in Lombardia”, che “i frut
frutti del lavoro e le tasse dei Lombardi siano controllati e gestiti dai lombardi attraverso l’organizzazione di un sistema finanziario simile a
quello in via di attuazione nel Trentino e nel
Sud Tirolo”; “la giustizia in Lombardia combatta con efficacia e con adeguati strumenti
delinquenza, mafie e racket” ed altro ancora.
Bossi si rende conto che le mire indipendentiste della Lombardia sono argomentazione
poco efficace per
raggiungere i suoi
obiettivi: ben più
utile potrebbe rivelarsi una nuova questione, ossia quella del
divario tra Nord
e Sud che secondo lui originerebbe una disparità
nella distribuzione dei fondi statali a netto vantaggio del Meridione
d’Italia.
Nel 1985 Bossi si
presenta per la
prima volta alle
elezioni ammini-
strative: complessivamente ottiene poche migliaia di voti e appena tre seggi (uno alla provincia di Varese, uno al comune di Varese e
uno in quello di Gallarate). Al comune di Varese il seggio verrà occupato da Giuseppe Leoni, uno dei fondatori della “Lega autonomista lombarda”, che terrà il suo primo discorso
solo in dialetto lombardo. Durante il suo intervento, più di metà dei consiglieri lascerà l’aula in segno di protesta.
L’anno successivo la Lega verrà inquisita per la prima volta per “vilipendio alla
Bandiera”: nel mirino dei giudici c’è un articolo, apparso su una rivista e firmato da Umberto Bossi, in cui il leader parla di “tricolore massonico”.
Nelle successive elezioni politiche, nel 1987, giunge la prima grande sorpresa
della sua storia: la Lega al Senato ottiene 137.276 voti e un seggio, alla Camera
ne prende 186.255, con un altro seggio. Nelle elezioni europee del 18 giugno
1989 i leghisti Francesco Enrico Speroni e Luigi Moretti sono eletti europarlamentari. Il 22 novembre 1989 viene sottoscritto, davanti ad un notaio di Bergamo, l’atto costitutivo e il testo dello Statuto della Lega Nord (il nuovo nome
del partito) che sancisce definitivamente l’alleanza politica dei vari movimenti autonomisti settentrionali.
Tra il 7 e il 9 dicembre dello stesso anno circa 500 persone partecipano al
I° Congresso della Lega Nord in Lombardia. Nell’aprile del 1990 a Pontida si
svolge la prima grande manifestazione di piazza del popolo leghista: lo scopo
è quello di mostrare la forza del partito alla vigilia dell’appuntamento elettorale con le amministrative (e visto il successo l’evento si ripeterà ogni anno).
Dalle urne il responso è sorprendente: la Lega è il secondo partito in Lombardia, e a livello nazionale incassa più del 4% delle preferenze.
Dopo il voto gli eletti giurano, di nuovo a Pontida, fedeltà al partito: è il 6
maggio del 1990, ottomila persone assistono alla “cerimonia”. La formula recita: “Io che ho voluto candidarmi nelle liste della Lega Lombarda - Lega Nord
per diventare alfiere attivo nella lotta per l’autonomia del popolo Lombardo,
Veneto, Piemontese, Ligure, Emiliano, Romagnolo e Toscano, unisco il mio
giuramento a quello degli avi: giuro fedeltà alla causa dell’autonomia e della
libertà dei nostri popoli che oggi, come da
mille anni, s’incarnano nella Lega Lombarda e nei suoi organi dirigenti democraticamente eletti”.
Il pr
prImo congresso
e Il governo del paese
Nel I° Congresso Federale della Lega Nord,
che si svolge nel febbraio 1991 a Segrate,
in provincia di Milano, viene approvato
ufficialmente il progetto di Bossi che prevede l’unione dei vari movimenti autonomisti dell’Italia settentrionale: Lega Lombarda, Liga Veneta, Piemont Autonomista,
Union Ligure, Lega Emiliano-Romagnola,
Alleanza Toscana, Lega Toscana e Movimento per la Toscana, i partiti del Friuli,
di Trieste e del Trentino, a cui si aggiungeranno in seguito i partiti dell’Alto Adige, della Valle d’Aosta, dell’Umbria e delle Marche.
Le elezioni politiche del 1992 regalano alla
Lega una performance storica: più di due
milioni e settecento mila persone hanno
votato per il Carroccio al Senato, equiva-
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lente all’8,2%, mentre alla Camera i voti sono quasi tre milioni e quattrocento
mila, ossia l’8,7%. Vengono eletti quindi 25 senatori e 55 deputati: tra i primi
c’è Giuseppe Leoni, tra i secondi ci sono lo stesso Bossi, poi Mario Borghezio, Roberto Calderoli, Roberto Castelli, Roberto Maroni e Irene Pivetti. Ancora una volta gli eletti si ritrovano a Pontida per il giuramento.
Nelle amministrative del 1993 per la prima volta la Lega conquista delle Province (sono Pavia, Mantova e Gorizia). Dopo un coinvolgimento in Tangentopoli, per le elezioni politiche del 1994 la Lega si accorda con il Polo delle Libertà vincendo così le elezioni. Alla Lega vanno la presidenza della Camera
dei Deputati, con Irene Pivetti, e cinque ministeri importanti: agli Interni viene
eletto Roberto Maroni, all’Industria Vito Gnutti, alle Politiche Comunitarie Domenico Comino, alle Riforme Costituzionali Francesco Enrico Speroni, e infine al Bilancio Giancarlo Pagliarini.
Nel dicembre dello stesso anno il segretario Bossi toglie la fiducia al governo
Berlusconi, che dunque non ha più i numeri per governare e scioglie il suo
esecutivo. Il leader del Carroccio compie questo gesto perché convinto che
il Presidente del Consiglio non abbia rispettato i patti su cui si erano basati per firmare l’accordo elettorale (prevedevano la “fine dello Stato centralista
e assistenziale, riforma istituzionale in senso federale; privatizzazioni; regolamentazione del libero mercato tramite normative anti-trust; adesione convinta all’Unione Europea”).
Qualche settimana più tardi il partito concede addirittura la propria fiducia,
con un appoggio esterno, al governo tecnico presieduto da Lamberto Dini.
Il p
parlamento del nord
e la secessIone
All’inizio del giugno 1995, a Bagnolo San
Vito, vicino Mantova, si riunisce per la prima
volta il Parlamento del Nord (che diventerà,
l’anno successivo, il Parlamento della Padania e si doterà di un proprio regolamento).
Siedono qui i membri della Lega Nord eletti nelle varie istituzioni, suddivisi in dodici diverse commissioni, con lo scopo di garantire i
diritti e la libertà delle popolazioni del Nord.
Dai lavori di questo Parlamento sortiranno gli
schemi operativi per ottenere l’agognata autonomia del Nord. Nel corso di una riunione a Pontida Bossi parla di “secessione”: per
questa parola verrà anche indagato, in quanto gli verrà contestato il reato di “attentato
contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato, in violazione all’art. 241 del Codice
Penale”.
Inoltre alcuni importanti esponenti del Carroccio (tra cui l’ex Ministro Vito Gnutti e l’ex
Presidente della Camera dei Deputati Irene
Pivetti) abbandonano il partito dopo la cosiddetta “svolta secessionista”.
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Un’altra tornata elettorale storica è rappresentata dalle politiche del 1996: per la prima volta la Lega supera quota 10% sia alla Camera
che al Senato, e quindi sono ben 87 i parlamentari “verdi”.
Nello stesso anno viene costituito il “Governo
sole”, che si contrappone al governo romano centrale e viene presieduto da Pagliarini,
e inoltre la Lega non partecipa alle cerimonie
per il 50° anniversario della Repubblica Italiana: la provocazione raggiunge il culmine con
l’annuale raduno di Pontida fissato proprio nel
giorno della ricorrenza italiana, il 2 giugno.
l padan
la
p
I
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A metà settembre “nasce” ufficialmente la Padania con la “Festa dell’autodeterminazione dei
popoli padani”.
Viene raccolta, alla sorgente del
Po, dell’acqua in un’ampolla
e tre giorni dopo la stessa acqua viene versata alla foce del
fiume, vicino a Venezia: il tutto per simboleggiare l’unità e la
purezza del popolo padano.
Durante i tre giorni della manifestazione decine di migliaia di
persone applaudono Bossi e gli
altri esponenti leghisti.
Nel terzo giorno Bossi, in un
comizio a Venezia, incita la folla e dice: “Poiché è giunta l’ora
di avviare la grande impresa di
far nascere questo nuovo Paese che noi battezziamo oggi con
il nome di Padania, in nome e
con l’autorità che ci deriva dal Diritto Naturale di Autodeterminazione e della nostra libera coscienza, chiamando per voce delle nostre libere Istituzioni l’insegnamento di amore
per la libertà e di coraggio dei Padri Padani
a testimone dell’onestà delle nostre intenzioni,
noi, popoli della Padania, solennemente proclamiamo: la Padania è una repubblica federale indipendente e sovrana.
A sostegno di ciò noi ci offriamo gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore”.
Viene dunque scritta una Costituzione transi-
“la Lega è come un bambino, e’ il frutto dell’amore.
del lavoro generoso di migliaia di uomini e di donne, che si vogliono bene.
Che vogliono bene alla citta’ dove vivono, alla nazione cui si sentono di appartenere.
Il bambino è cresciuto, ha imparato a camminare con le sue gambe.
e realizzi le sue ambizioni”.
10 agostoclub italia magazine
Umberto Bossi
da “Vento dal Nord”
toria padana e una Carta dei diritti dei cittadini padani. Pochi giorni dopo, davanti alla sede
di Via Bellerio a Milano, si verificano degli
scontri tra militanti leghisti e poliziotti. Le forze dell’ordine erano intervenute su ordine del
Procuratore della Repubblica di Verona Guido
Papalia che stava indagando su Corinto Marchini, esponente della Lega, accusato di attentato all’unità dello Stato. Alla fine della lotta si
registrano diversi feriti in entrambe le fazioni:
tra questi c’è anche Roberto Maroni.
l corsa della lega
la
Nei primi giorni del 1997 nasce il quotidiano “La Padania”: il direttore è Gianluca Marchi, ma il direttore politico resta Umberto Bossi. Circa un anno e mezzo dopo inizieranno le
trasmissione di TelePadania.
Nel maggio del ’97 viene organizzato, nelle regioni “padane”, un referendum in cui si
chiede alla popolazione se è favorevole alla
secessione. Votano 4 milioni 833 mila 863 persone, e ovviamente il 97% dei voti è favorevole all’idea leghista. In ottobre si svolgono le
prime elezioni del Parlamento Padano: votano
poco più di sei milioni di persone.
I partiti che i votanti trovano sulle schede
sono: Comunisti Padani, Democratici Europei
Lavoro Padano, Unione Padana Agricoltura
Ambiente Caccia Pesca, Cattolici Padani, Leoni Padani, Padania Liberale e Libertaria, Liberaldemocratici Forza Padania, Destra Padana.
Nel gennaio 1998, Umberto Bossi viene condannato dal Tribunale di Bergamo a un anno
e un mese di carcere con la sospensione della
pena per il reato di istigazione a delinquere: il
riferimento è ad alcune frasi ritenute offensive pronunciate dal Segretario durante due comizi tenuti in provincia di Bergamo tre anni
prima.
Dieci giorni dopo viene organizzato per le
strade di Bergamo un corteo “contro l’oppressione italiana e i suoi strumenti: magistrati, poliziotti e terroristi”: partecipano ventimila persone.
Nel corso degli anni la Lega resta sempre in
prima fila riguardo ad alcune scottanti vicende che coinvolgono la politica italiana e non
solo: le quote latte, l’immigrazione clandestina, la guerra in Kosovo, l’Europa unita anche
dal punto di vista monetario (per cui nel 2000
viene proclamato un “Devolution day” a Venezia: accorrono 60 mila persone), le adozioni
da parte di omosessuali, l’ingresso della Turchia in Europa, il referendum per abolire la
quota proporzionale nel sistema elettorale italiano, gli attentati delle Br (che, nel maggio
1999, uccidono il consulente del Ministero del
Lavoro Massimo D’Antona).
Nel giugno 1999 un vero e proprio tonfo elettorale nelle Europee: la Lega raccoglie solo
il 4,5% dei voti, e manda a Strasburgo solo
quattro eletti. Nelle amministrative, invece, i
risultati restano molto soddisfacenti. Dopo le
elezioni, Bossi annuncia che nel corso del raduno di Pontida rassegnerà le dimissioni: ma,
con una votazione organizzata proprio durante il raduno, il popolo leghista le respinge con
la quasi totalità dei voti, e il Senatùr resta segretario.
Il 5 dicembre 1999 circa centomila elettori della Lega Nord manifestano a Roma per una
marcia pacifica. Umberto Bossi dichiara che
il corteo è “contro la politica governativa e romana e contro la finta opposizione del Polo”.
Gli esponenti delle Camicie Verdi che tengoclub italia magazine agosto
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no i discorsi - applauditissimi - sono Mario
Borghezio, Stefano Stefani, Giancarlo Pagliarini, Roberto Castelli, Francesco Speroni e, ovviamente, Umberto Bossi.
Nei giorni successivi alla manifestazione si intravedono spiragli per una futura alleanza tra
il Polo delle Libertà e la Lega Nord: la proposta viene lanciata da Berlusconi, Bossi la
raccoglie. L’accordo viene siglato nel gennaio 2000, e vale anche per le amministrative
di quell’anno, in cui il Polo - formato da Forza Italia, An, Lega, CCD e CDU - vince in buona parte del Nord Italia (e la Lega guadagna
più del 27% delle preferenze nella provincia
di Bergamo). D’Alema, fino ad allora Premier,
rassegna il mandato e il Capo dello Stato assegna l’incarico di formare un nuovo esecutivo
a Giuliano Amato.
Nel maggio 2001, in occasione delle elezioni politiche, si verifica il più grave calo di voti
della Lega Nord: il Polo delle Libertà vince le
elezioni, ma il Carroccio ottiene solo il 3,9%
dei voti. Ma grazie alla legge elettorale presente in questa occasione, su 67 candidati leghisti tra Camera e Senato ne vengono eletti
47. Bossi, nei commenti del post-voto, elenca
le quattro motivazioni che spiegano, secon-
12 agosto club italia magazine
do lui, la debacle: “l’accordo con
il Polo; l’assenza totale del Carroccio dalle televisioni nell’ultima settimana; lo scontento della
base leghista che ha voluto dare
un preciso messaggio ai vertici
del Movimento; la mancata presenza dei simboli dei singoli partiti all’interno di quello della coalizione”.
Nell’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi sono comunque
tre i ministri della Lega: Umberto Bossi (alle Riforme istituzionali e Devoluzione), Roberto Maroni (al Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali) e Roberto Castelli (alla Giustizia). In agosto il Consiglio dei
Ministri approva il ddl sulla devolution, fortemente voluto dalla Lega, mentre qualche giorno
dopo viene votato anche quello
sull’immigrazione, proposto congiuntamente
da Umberto Bossi e Gianfranco Fini.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli
Usa, divampano le polemiche in tutto il mondo sul ruolo degli islamici in Occidente. La
Lega, in Italia, è tra i partiti che maggiormente
fanno sentire la loro voce, soprattutto riguardo
alla Moschea di Viale Jenner, a Milano.
La crisi del leader
e la rinascita delle elezioni 2009
Nel 2004, mentre in Parlamento a piccoli passi
avanza la riforma della Devolution, il segretario Bossi viene ricoverato a Varese per un ictus cerebrale.
Tutto il popolo leghista si stringe attorno alla
sua guida. Le sue condizioni migliorano nel
giro di alcune settimane, tanto che riesce a
candidarsi come capolista in tutte le circoscrizioni in occasione delle elezioni europee di
giugno.
Oltre a lui, vengono eletti al parlamento di
Strasburgo anche Speroni, Borghezio e Salvini. Nel luglio 2004, dopo le dimissioni da
ministro del Senatùr per andare all’Europarlamento, il nuovo ministro delle Riforme è Roberto Calderoli. Già un paio di mesi dopo la
Camera approva la Devolution. Il testo votato
recita: “Spetta alle Regioni la potestà legislativa esclusiva nelle seguenti materie: assistenza
e organizzazione sanitaria; organizzazione
scolastica, gestione degli istituti scolastici e di
formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; polizia amministrativa regionale e locale; ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
Il testo diventa legge il 16 novembre 2005:
vengono previsti la Camera delle Regioni,
l’autonomia regionale in materia di assistenza e organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e
di formazione professionale, definizione della
parte dei programmi scolastici e formativi di
interesse specifico della Regione, polizia am-
In seguito gli italiani sono chiamati alle urne
per un referendum sul federalismo: il 61,7%
dei voti rifiuta le modifiche alla Costituzione,
si ritorna alla situazione precedente.
Il commento del segretario è: “Fa un po’ tristezza vedere questo Nord... anche se a maggioranza la parte avanzata del Paese ha votato sì, mentre ha votato no la parte che crede
nell’assistenzialismo. Il Nord ha mandato un
segnale a Roma”.
Nel 2008, in occasione delle politiche, la Lega
si presenta alleata col Popolo delle Libertà di
Berlusconi e il Movimento per l’autonomia di
Raffaele Lombardo. Il partito presenta le proprie liste e il proprio simbolo solo in alcune
regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-
ministrativa.
Il Presidente della Repubblica, secondo la
nuova legge, viene votato dal Parlamento, dai
governatori delle Regioni e da due delegati
per ogni Regione. Infine viene eliminato il bicameralismo perfetto.
In occasione delle politiche del 2006, che a livello nazionale vedono il sostanziale pareggio
tra Unione e Casa delle Libertà, la Lega elegge 36 parlamentari (dodici al Senato e 24 alla
Camera). Subito dopo le elezioni è prevista la
scelta del nuovo Presidente della Repubblica:
la Lega sceglie di candidare Umberto Bossi,
ma la proposta perde valore quasi subito. Viene invece eletto Giorgio Napolitano.
Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria.
I risultati sono soddisfacenti: 8,3% alla Camera
e 8,1% al Senato. Ma il vero boom viene raggiunto nelle ultime elezioni tenutesi in Italia,
le Europee del 2009.
Approfittando del calo dei due partiti maggiori, Pdl e Partito Democratico, il risultato del
Carroccio torna sopra il 10%. Per la prima volta viene eletto un europarlamentare dalla circoscrizione Centro: si tratta di Claudio Morganti. In Veneto risultato da record, superiore
al 28%: questo storico dato spinge i leghisti a
chiedere alla coalizione di candidare di un leghista alle Regionali venete del 2010.
La partita è aperta
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Dichiarazione di Indipendenza e sovranità’ della Padania
Noi, popoli della Padania convenuti sul grande fiume Po dall’Emilia, dal Friuli, dalla Liguria,
dalla Lombardia, dalle Marche, dal Piemonte, dalla Romagna, dal Sudtirol-Alto Adige,
dalla Toscana, dal Trentino, dall’Umbria, dalla Valle d’Aosta, dal Veneto e dalla Venezia Giulia,
riuniti oggi, 15 settembre 1996, in Assemblea Costituente affermiamo e dichiariamo:
Quando nel corso degli eventi umani diventa necessario per i Popoli sciogliere i vincoli
che li legano ad altri, costituirsi in Nazione indipendente e sovrana ed assumere
tra le nazioni della Terra il ruolo assegnato loro dal Diritto Naturale di Autodeterminazione,
il rispetto che si deve all’opinione della Società Internazionale e dell’Umanità intera
richiede che essi dichiarino le ragioni che li hanno costretti alla separazione.
Da tempo immemorabile abitiamo, dissodiamo, lavoriamo, proteggiamo ed amiamo queste terre,
tramandateci dai nostri avi, attraversate e dissetate dalle acque dei nostri grandi fiumi;
Qui abbiamo inventato un modo originale di vivere, di sviluppare le arti e di lavorare;
Noi apparteniamo ad un’area storica, la Padania, che sotto il profilo socioeconomico
è fortemente integrata al suo interno pur nella riconosciuta e rispettata diversità
dei Popoli che la compongono;
Queste terre sono unite da legami tanto profondi quanto quelli delle stagioni che le governano,
degli elementi che le plasmano, delle Genti che le abitano;
Noi quindi formiamo una comunità naturale, culturale e socioeconomica fondata
su un condiviso patrimonio di valori, di cultura, di storia e su omogenee
condizioni sociali, morali ed economiche;
La Padania è il nostro orgoglio, la nostra grande risorsa e la nostra unica possibilità di esprimerci
iberamente nella pienezza delle nostre nature individuali e del nostro sentire collettivo;
La storia dello Stato italiano è diventata, al contrario, storia di oppressione coloniale,
di sfruttamento economico e di violenza morale;
Lo Stato italiano ha sistematicamente occupato nel tempo, attraverso
il suo apparato burocratico, il sistema economico e sociale della Padania;
Lo Stato italiano ha sistematicamente annullato ogni forma di autonomia e di autogoverno
dei nostri Comuni, delle nostre Province e delle nostre Regioni;
Lo Stato italiano ha compromesso la serenità delle generazioni future della Padania,
dilapidando enormi risorse in politiche truffaldine, assistenzialiste, clientelari e criminali
che hanno portato la Padania e l’Italia in una situazione fallimentare ormai irreversibile;
Lo Stato italiano ha costretto con l’inganno i Popoli della Padania a soggiacere
al sistematico sfruttamento delle risorse economico finanziarie prodotte dal lavoro quotidiano
per sperperarle nei mille rivoli dell’assistenzialismo clientelare e mafioso del Mezzogiorno;
Lo Stato italiano ha deliberatamente tentato di sopprimere le lingue e le identità dei Popoli
della Padania attraverso la colonizzazione del sistema pubblico di istruzione;
Lo Stato italiano ha imposto ai Popoli della Padania l’applicazione delle sue leggi inique
attraverso una magistratura selezionata con criteri razzisti;
Lo Stato italiano ha cercato di dominare i Popoli della Padania affidando
compiti e funzioni di ordine pubblico e di sicurezza a prefetti e forze di polizia
garanti del più odioso centralismo coloniale;
14 agosto club italia magazine
Venezia 15 settembre 1996
Lo Stato italiano ha espropriato i popoli della Padania del loro potere costituente
e si mostra sordo al grido di protesta che si alza sempre più alto;
Per queste ragioni
Noi siamo intimamente convinti che ogni ulteriore permanenza della Padania all’interno
dei confini dello Stato italiano significherebbe lasciar spegnere lentamente ogni speranza
di rinascita e annientare l’identità dei Popoli che la compongono;
Noi siamo consapevoli che la Padania libera ed indipendente diventerà il riferimento politico
ed istituzionale per la costruzione dell’Europa delle Regioni e dei Popoli;
Noi siamo convinti che la Padania libera ed indipendente saprà garantire un contributo decisivo
alla cooperazione, alla tolleranza ed alla pace tra i Popoli della Terra;
Noi oggi rappresentiamo, qui riuniti, l’ultima speranza che il regime coloniale romano
che opprime la Padania possa presto finire;
NOI, POPOLI DELLA PADANIA
Poiché il coraggio e la fede di chi ci ha preceduto nella lotta per la libertà dei Popoli
sono nostro retaggio e debbono indurci a farci irrevocabilmente carico del nostro destino;
Poiché vogliamo che i nostri atti siano guidati dal rispetto che dobbiamo a noi stessi,
ai nostri avi ed ai nostri figli;
Poiché riconosciamo l’inalienabile potere sovrano di ogni Popolo a decidere liberamente
con chi stare, come e da chi essere governato;
Poiché affermiamo il nostro diritto e la nostra volontà di assumere i pieni poteri di uno Stato,
prelevare tutte le imposte, votare tutte le leggi, firmare tutti i trattati;
Poiché la Padania sarà tutti coloro, uomini e donne, che la abitano,
difendono e la riconoscono, e poiché costoro siamo noi;
Poiché è infine giunta l’ora di avviare la grande impresa di far nascere questo nuovo Paese
che noi battezziamo oggi con il nome Padania;
In nome e con l’autorità che ci deriva dal Diritto Naturale di Autodeterminazione
e dalla nostra libera coscienza
Chiamando per voce delle nostre libere Istituzioni l’insegnamento
di amore per la libertà e di coraggio dei Padri Padani
a testimone dell’onestà delle nostre intenzioni
NOI, POPOLI DELLA PADANIA
SOLENNEMENTE PROCLAMIAMO:
LA PADANIA È UNA REPUBBLICA FEDERALE INDIPENDENTE E SOVRANA
A sostegno di ciò noi ci offriamo gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite,
le nostre fortune e il nostro sacro onore
15
club italia magazine agosto
di Anna Rita Chietera
Pontida 2009:
la carica dei 100mila
L’annuale raduno della Lega tra passato e futuro . Bossi: “Determinanti e
fondamentali al Governo”, Salvini “Il raduno più affollato di sempre”
Migliaia di partecipanti al raduno annuale della Lega a Pontida: una festa per tutti
L
a Lega Nord si è riunita a Pontida per l’annuale raduno di partito il 14 giugno 2009
per l’edizione numero 25 dell’evento più
famoso della Padania. La località bergamasca,
il 7 aprile del 1167, fu teatro del famoso giuramento. All’epoca, i comuni lombardi si allearono contro il Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa.
Secondo la tradizione, fu l’Abbazia benedettina dedicata a San Giorgio Maggiore, a fare da
teatro allo storico avvenimento. Il popolo leghista da sempre si ispira, ai fasti dell’antica
Lega Lombarda e per questa ragione un vasto
prato nei pressi dell’Abbazia ospita, dal 1990,
i raduni del partito del “Carroccio”, guidato da
Umberto Bossi.
16 agosto club italia magazine
Pontida fra storia e Passione
La scelta di questa località simbolica mira a
consolidare un aspetto di continuità, tra la tenacia indipendentista degli antichi comuni
lombardi e gli obiettivi del partito. A Pontida,
quel lontano 7 aprile, la Lega Lombarda costituì un’alleanza tra i comuni di Milano, Lodi,
Ferrara, Piacenza e Parma.
Solo otto mesi dopo, si unì a questa iniziativa
anche la Liga Veneta. A questo punto, l’alleanza contava già ben 30 comuni. Lo scopo della
Lega era quello di ostacolare le mire espansionistiche di Federico I di Hohenstufen, meglio
noto come “Il Barbarossa”. La Dieta di Roncaglia decretò l’acquisizione, da parte dell’im-
Statua equestre raffigurante Federico I Hohenstaufen
detto il Barbarossa
peratore, dell’area padana, dal 1158 al 1166.
L’organizzazione dei comuni trovò l’appoggio
del papa reggente, Alessandro III. Il Pontefice e l’alleanza delle città padane avevano un
obiettivo comune: contrastare l’avanzata del
Barbarossa in territorio italiano. In questo particolare contesto storico fu edificata una fortezza antimperiale ai confini del marchesato
del Monferrato, unito da una salda alleanza a
Federico I.
Il “Carroccio” sfila per le vie di Legnano
La nuova città piemontese fu chiamata Alessandria, in onore del Papa.
Con la Battaglia di Legnano, nel 1176, le truppe dell’alleanza ebbero la meglio sul Barbarossa: fu questo il primo dei successi che
piegò l’imperatore, fino alla concessione del
Trattato di Costanza. Si raggiunse un compromesso accettabile da entrambe le parti: le città
lombarde poterono godere del pieno controllo sul territorio, in cambio della fedeltà all’imperatore.
Amos Cassioli - Battaglia di Legnano (1860-1870) - Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti
club italia magazine agosto
17
Un raduno per festeggiare
e riflettere
É trascorso più di un millennio, ma il popolo
leghista conserva la stessa determinazione di
allora. Quei valori e quell’orgoglio hanno resistito allo scorrere inesorabile del tempo. Il raduno di Pontida, quest’anno, ha acquisito un
significato particolare. Il partito ha saputo raccogliere sempre maggiori consensi, riuscendo
ad affermarsi con successo nella maggioranza
al governo. Il popolo della Lega Nord è giunto numeroso al raduno di Pontida.
“Siamo in centomila” ha affermato orgoglioso il ministro Maroni. In questi anni lo scenario politico italiano è mutato radicalmente.
La Lega ha cavalcato l’onda di questi cambiamenti, imponendosi come uno dei partiti di
riferimento del nostro paese. La sua influenza ed i suoi risultati sono riusciti a scavalcare miti e roccaforti, convertendo agli ideali del
Carroccio anche una grossa fetta di ex militanti di sinistra delusi come testimoniano i successi registrati in Emilia, tradizionale baluardo “rosso”.
Il Ministro degli Interni, On. Roberto Maroni
18 agosto club italia magazine
Le ragioni di questa inarrestabile avanzata
sono riscontrabili anche nel calo di credibilità accusato dagli altri partiti perché uno dei
punti di forza della Lega è stato il coraggio di
restare sempre fedele a se stessa. Un impianto solido che ha saputo creare un’immagine
affidabile. A Pontida, quest’anno, si è discusso proprio dei successi del partito fondato dal
“Senatùr”.
Il raduno è stato occasione di festa ma anche di discussione riguardo gli obiettivi futuri del Carroccio. Durante la mattinata si sono
susseguiti sul palco gli interventi dei dirigenti del partito.
All’ordine del giorno, il dibattito sulle “ronde”,
le questioni poste dall’alleanza di Governo, i
ballottaggi ed il referendum del 21 giugno.
Tra gli interventi più significativi, quello di Roberto Maroni. Il Ministro dell’Interno ha fatto il punto sulla soluzione delle “ronde” iniziativa proposta nel nuovo ddl sicurezza e di
cui la Lega si è fatta promotrice. La questione dell’immigrazione ed i preoccupanti fatti di
cronaca occorsi nel nostro Paese, hanno portato alla luce delle falle nel sistema.
L’Italia si è scoper
scoperta vulnerabile, in
intrappolata nelle ma
maglie di una giustizia
lenta e farragino
farraginosa, incapace di as
assicurare la cer
certezza della pena
per i crimina
criminali. La Lega Nord
ha preso, come
di consueto, la
situazione “di
petto”,
con
una proposta
che ha sollevato molte
polemiche. Istitu
Istituire un “corpo” di cittadini volon
volontari per sorvegliare e rendere più sicure le stra
strade delle nostre città.
L’iniziativa apre, come ovvio, una serie di questioni di grande rilevanza. Quali le garanzie
che questi volontari non si rivelino semplicemente degli xenofobi assetati di violenza, una
sorta di moderni “cacciatori di taglie”?
La Lega non sembra intimorita da queste ipotesi poiché uno degli elementi che sembrano mancare alla politica
italiana è proprio la capacità di risolvere i problemi alla radice.
Quanto a questo, il partito della Padania, ha dimostrato una grande determinazione nel proporre soluzioni, anche
complesse come le “ronde”.
La posizione di Maroni, a proposito di
questo argomento è netta. “Le ronde?
Va bene, chiamiamole così. Non abbiamo paura di chiamare le cose con
il loro nome”. Guadagnare consensi
senza usare mezze misure fa parte di
quello spirito che accomuna gli ottantamila di Pontida. “Ci hanno accusato di voler ritornare alle camice nere,
ma vogliamo solo la sicurezza dei nostri cittadini” ha proseguito Maroni.
Il Ministro dell’Interno è determinato
nella sua battaglia contro l’immigrazione clandestina e la criminalità. Il popolo della Lega si riconosce pienamente nei suoi
leader e riprova ne sono stati gli interminabili
applausi entusiasti della folla riunitasi sotto il
sole verde della Padania.
la legge elettorale? non si tocca
Gli scandali di governo non turbano il saldo
impianto degli alleati del Carroccio. Le rotative macinano titoli, che svelano gli scenari piccanti della vita privata del Premier, inducendo
Berlusconi a sospettare un complotto eversivo
nei suoi confronti. Sul palco di Pontida è salito anche Roberto Calderoli, rassicurando chi
sentiva vacillare la propria poltrona, quanto
alla solidità degli alleati.
“Bossi è il migliore alleato del governo, il migliore alleato tra gli alleati” ha dichiarato il
Ministro della Semplificazione. Un’affermazione mirata anche a mettere a tacere quanti,
nel Pdl, hanno riconosciuto il potere trainante della Lega sul Governo. Bossi ed i suoi hanno saputo sfruttare l’attuale legge elettorale a
proprio favore.
Il piccolo partito delle comunità padane, grazie al sistema delle alleanze, è riuscito a con-
Il Ministro per la Semplificazione Normativa, On.
Roberto Calderoli
19
club italia magazine agosto
quistare la sua quota nei governi di destra che
si sono susseguiti negli ultimi anni. I consensi, nell’arco di questo tempo, sono cresciuti esponenzialmente. La Lega ha avuto modo
di combattere in prima linea, potando avanti
le proprie battaglie e i risultati acquisiti sono
straordinari, fino all’obiettivo finale: il conseguimento del federalismo.
Calderoli, di rivedere la legge elettorale, non
ne vuole neppure sentir parlare. Comprensibile, alla luce dei risultati ottenuti. La Lega tutta,
a proposito del referendum del 21 giugno, si è
pronunciata all’unanimità, invitando all’astensione. Il Ministro della Semplificazione ha indicato le linee guida del popolo leghista alle
urne: “Se passasse sarebbe la fine della democrazia, perché la legge elettorale che uscirebbe dal referendum sarebbe davvero la fine della democrazia”. Poi, Calderoli ha proseguito:
“Noi andiamo a votare per i ballottaggi mentre
ai nostri elettori chiediamo di non votare per
il referendum non ritirando la scheda e non
iscrivendosi quindi nella lista dei votanti. Laddove invece non ci sono i ballottaggi è evidente
che invitiamo a non andare al seggio”.
l’arrivo di Umberto bossi
Dopo mezzogiorno l’alternarsi dei leader sul
palco, lascia finalmente la scena al momento più atteso del raduno: l’arrivo di Umberto. L’immagine è quella del solito uomo tena-
20 agosto club italia magazine
ce che non si lascia imbrigliare neppure dalle
difficoltà di salute. Il suo modo di comunicare
diretto pretende solo di arrivare al cuore dei
problemi e dei sostenitori e ci riesce. Nelle
sue parole la sorpresa più grande è quella di
scoprire che la Lega, al governo, intende curare anche gli interessi del Sud. Sono trascorsi, ormai, i tempi del celebre slogan “Roma
ladrona”. Bossi ha dichiarato: “Noi non abbiamo fatto la Lega per vincere qualche elezione, l’abbiamo fatta per la nostra libertà. Il federalismo è l’unica possibilità per risolvere i
problemi del Paese, del Nord come del Sud”.
Poi ha aggiunto: “Per governare siamo deter
determinanti e fondamentali, con noi la democrazia non corre rischi” anche perché “I nostri
ministri sono stati bravi abbiamo preso tanti
voti e possiamo contare su una classe dirigente preparata e determinata.” Più di tutti Bossi ha saputo spiegare al meglio le ragioni di
questo successo: “La Lega non è scomponibile, non si divide, per questo non ha paura di
fare gli accordi”.
Infine, sul palco, per la prima volta, ha preso
la parola Renzo Bossi. Qualcuno lo ha definito il “delfino del Leader”, ma
suo padre non ha potuto fare
a meno di rettificare: “Trota,
direi”. Precisazione apprezzata: un pesce d’acqua dolce
si addice meglio all’ecosistema padano. In realtà l’intervento di Renzo non è stato di
natura politica. Il suo ruolo,
nell’economia del raduno leghista, è stato quello di presentare la nazionale di calcio
padana, di cui è stato nominato responsabile.
Il bilancio della giornata è
stato certamente positivo e
non poteva essere altrimenti, in questo periodo di grazia
per la Lega Nord.
Il folklore, le birre e gli striscioni verdi hanno
rappresentato la cornice goliardica e più divertente dell’evento. Il dato importante, però,
è tutto politico. La sicurezza dei leader, ostentata nel corso dei comizi, ha trovato riscontro
nei risultati della successiva tornata elettorale.
di Claudio Bonvecchio (professore di Filosofia delle Scienze Sociali presso l’Università degli Studi di Varese)
I simboli di Pontida
“L’han giurato li ho visti in Pontida / convenuti dal
monte e dal piano / L’han giurato e si strinser la mano/
cittadini di venti città./
O spettacol di gioia! / I Lombardi / son concordi,
serrati a una Lega.”
Giuseppe Diotti (1779 - 1846) - Il Giuramento di Pontida
L
e parole de “Il Giuramento di Pontida” di
Giovanni Berchet sono note a tutti. Tuttti le conoscono perché le hanno imparate sui banchi di scuola, facilitati dalla semplicità del verso e dalla grandiosità - quasi da film
- dalle immagini evocate.
È stato, quindi, facile e quasi scontato utilizzarle per dare volto ed espressione ad un movimento politico. Solo che questo movimento
politico non è uno dei tanti che - come meteore - è nato, è vissuto brevemente per poi
confluire in altre formazioni o scomparire definitivamente.
Questo movimento - che sembra dare anima e corpo politico alle parole del Berchet non solo è diventato un grande partito popolare, ma ha cambiato l’Italia. Infatti, indipen-
22 agosto club italia magazine
dentemente dalle opinioni politiche di ciascuno, è indubitabile che il messaggio della Lega
Nord ha travolto vecchi schemi politici, retoriche consunte ed ideologie d’antiquariato per
portare alla ribalta temi e problemi che nessuno voleva, sapeva o aveva il coraggio di af
affrontare.
Detto questo - ed una quasi ovvietà - spontanea sorge la domanda su come si possa collegare la poesia del Berchet con il sorgere e
lo svilupparsi di un partito politico come la
Lega.
La risposta è, insieme, semplice e difficile.
Quando un popolo vive in uno stato di radicale disagio, quando questo disagio non trova adeguata espressione nelle consuete forme
sociali e politiche, quando un popolo si sen-
te minacciato nella sua identità storica - dopo
un profondo smarrimento interiore - reagisce.
La sua reazione - solitamente lenta ma diromdirom
pente - si realizza grazie ad una forza che trae
dalle sue stesse radici: da quell’inconscio colcol
lettivo che, come quello, di ciascun individuo,
è presente e radicato nell’animo umano.
Come esiste una eredità genetica, così esiste
una eredità psichica (spirituale, se si preferipreferi
sce) che è inconscia, che non percepiamo, ma
che si attiva allorché ce n’è bisogno: come avav
viene per il sistema immunitario che reagisce
ed agisce quando è necessario.
Questo inconscio collettivo - come ben ci ha
detto Jung - è il deposito di tutti quei modelmodel
li primordiali che formano lo stampo su cui
si struttura una personalità di un individuo o
quella, collettiva: quella di un popolo. QueQue
sti modelli non parlano tramite dottrine filosofiloso
fiche, elucubrazioni sociologiche o retoriche
politiche. Parlano per immagini e simboli: imim
magini e simboli che noi non percepiamo con
la ragione, ma “sentiamo” con l’intuito.
E li sentiamo con maggior forza quando magmag
giore è il bisogno di sentirli: come ciascuno di
noi può sperimentare quando si trova in uno
stato di necessità personale, affettiva ad esemesem
pio. Nel caso del popolo lombardo - in senso
sia stretto che lato - uno dei modelli più forti
e radicati nell’inconscio è proprio quello dello
stringersi in lega.
Per questo le parole del Berchet colpiscono
nel segno.
Il leader del Carroccio, Sen. Umberto Bossi
Infatti, sin dall’epoca pre-romana, la forma sociale o tribale (se si preferisce) in cui si riunivano gli uomini padani (ma non solo, ovviamente) liberi, forti e coraggiosi era proprio
quella di una sorta di Lega: unita da vincoli di
comunanza territoriale, di identiche radici, di
medesimo sentire, di reciproco aiuto e di profonda spiritualità.
Allo stesso modo - e a distanza di secoli quando la pressione imperiale metteva in discussione l’identità stessa dei lombardi, spontanea è sorta l’antica Lega Lombarda.
È sorta dai recessi dell’inconscio collettivo e
per questa è stata così forte da sfidare e vincere il potere imperiale. La sua non è stata
una vittoria motivata dalla conquista, ma motivata dalla difesa di quelle che erano le proprie specificità: le stesse che
formavano il collante politico e comunitario degli antichi galli, celti, insubri e così
via.
I sui simboli, potentissimi, sono stati il carroccio,
la campana, il giuramento, una fede comune (ad un
tempo religiosamente popolare e laicamente spirituale) ed il guerriero armato che - senza essere nobile
- osava alzare la spada contro l’imperatore: con ciò af
afIl Ministro degli Interni,
On. Roberto Maroni
club italia magazine agosto
23
fermando, contro tutti, di essere l’imperatore
di se stesso.
Va da sé che questi simboli sono ancestrali e
presenti, indipendentemente dalle contingenze storiche, nella sfera più profonda dello spirito del popolo: nel suo inconscio, appunto.
E per questo, quando - in epoca presente e
certo per differenti motivazioni - il popolo
lombardo si è sentito vessato, non rappresentato, colpito nella sua stessa identità, spontanei si sono presentati questi simboli e ovvio il
richiamo a Pontida: in cui essi si erano catalizzati. In cui avevano preso corpo.
Conviene passarli, brevemente, in rassegna. Il
carroccio, ossia il carro - in tutte le tradizioni
simboliche - è il simbolo del sole, ossia della
luce come simbolo di una totalità, di un centro, che deve guidare e motivare gli uomini
nella loro vita terrena.
Significa che un popolo per poter esistere
deve avere un centro che gli dia significato,
forza ed unione Altrimenti deperisce e scompare: come sta avvenendo per l’Occidente. La
campana è simbolo della armonia universale
che dissolve ogni negatività.
Rappresenta quella pace e prosperità - sotto
l’egida della comunità - che un popolo può
raggiungere: quando è saldo nella sua identità.
24 agosto club italia magazine
Il giuramento è uno dei più antichi simboli
presente nell’inconscio dei popoli di ogni etnia, cultura, area geografica.
Simboleggia una alleanza che salda una comunità facendone il veicolo (il carro) di una
armonia (la campana) che tutto deve pervadere e per il cui raggiungimento - e contro ogni
opposizione - si può (e si deve) fare qualsiasi sacrificio.
Il guerriero - la sintesi di tutti questi - è il simbolo della dedizione e del sacrificio per la difesa della propria famiglia, della propria comunità e delle proprie tradizioni. Ma questa
significa, anche, una presa di coscienza interiore di ciò che si è.
Per questo motivo, il guerriero, intrepido e
coraggioso, è il simbolo dell’uomo realizzato perché - senza rinunciare alla propria individualità - è unito alla comunità, si identifica con la natura del luogo dove è nato, vive
la sua famiglia, sente in sé le convinzioni religiose del suo habitat ed è pronto a ribaltare il
mondo: per affermarle e difenderle.
Ma anche Pontida è un simbolo.
Simboleggia - in forma riassuntiva - la volontà ancestrale di un popolo che, come nel medioevo, vuole la sua libertà interiore ed esteriore. Non contro qualcuno ma solo per mantenere se stesso.
Questa volontà dimostra, simbolicamente, che si può tutto se è gioco la propria identità e se essa è
sostenuta da una comune volontà e da un comune sentire identitario.
Non meraviglia, di conseguenza,
che il colore scelto dalla Lega sia
stato il verde: colore che esprime
la vita e il rinnovamento, la forza vitale dei laghi e delle acque
(l’elemento materno e femminile),
la speranza nel futuro, la disponibilità al sacrificio. ma anche la potenza di penetrazione.
Come il raggio verde che nulla può fermare. Si può, quindi,
concludere che la Lega Nord ha
espresso - con i simboli che ha
spontaneamente adottato - la forza dell’inconscio collettivo.
Inconscio che, in un momento di grande dif
difficoltà, ha fatto riemergere quelle forme simboliche che sole possono ridare fiducia, forza ed identità.
Come nei sogni, l’inconscio ha riattivato ciò
che da sempre era ed è presente nell’animo e
nella psiche dell’uomo ma che le contingenze storiche avevano fatto dimenticare: proprio
come spesso accade per i sogni.
La necessità di mantenere questi simboli e di
renderli fattori - per ciò che esprimono - di
crescita individuale e collettiva è fondamentale.
Ciò non contrasta con la ragione, ma la completa, riaffermando che l’uomo - anche quello
moderno - è fatto di carne, di sangue, di pomerio, di convinzioni comuni e di una comune identità.
Vengono in mente le parole poetiche con cui
il Manzoni esprimeva quello che era il suo
concetto di patria: “Una d’arme, di lingua,
d’altar, di memorie, di sangue e di cor”.
Credo che possano integrarsi perfettamente
con quelle iniziali del Berchet.
club italia magazine agosto
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Pontida: le immagini della festa
di Domenico D’Alessandro
Umberto Bossi:
una vita per la Lega
La storia del leader del Carroccio: .ai primi passi come politico
per l’autonomia lombarda fino al successo delle elezioni politiche.
La storia di un leader politico amato dai suoi elettori
U
mberto Bossi nasce a Cassano Magnago,
nella provincia di Varese, il 19 settembre 1941. Ottiene la maturità scientifica
e in seguito si iscrive alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia, che però tralascia
ben presto per tentare la strada della politi-
28 agosto club italia magazine
ca. Mai, prima di allora, il giovane Umberto
avrebbe pensato che nel giro di pochi anni si
sarebbe ritrovato nel bel mezzo della vita politica italiana, semmai sognava di ritrovarsi sul
palco del teatro Ariston di Sanremo, nelle vesti di cantante.
Infatti, sin dal 1961, Umberto Bossi si dedica
solo alla musica. Il suo nome d’arte era “Do“Do
nato” e aveva inciso addirittura un paio di sinsin
goli, "Ebbro (boogie woogie)" e "Sconforto
(rock-slow)", per le edizioni Caruso. I testi li
scriveva lui in persona mentre per le musiche
si faceva accompagnare dall’orchestra MazMaz
zucchelli. Riuscì persino a partecipare al FestiFesti
Umberto Bossi in versione “Donato” nel 1961
val di Castrocaro, ma fu proprio la bocciatura
durante le selezioni che lo spinse ad abbanabban
donare questa strada. Scelse perciò di dedidedi
carsi interamente alla politica: determinante,
in questo senso, fu l’incontro con Bruno SalSal
vadori, l’allora leader dell'Union Valdôtaine, il
movimento autonomista valdostano. La parteparte
cipazione attiva a questo partito fa nascere in
Umberto Bossi un’idea autonomista che, soso
stanzialmente, non abbandonerà mai più.
I prImI passI del “senatùr”
Siamo nel pieno degli anni Settanta: SalvaSalva
dori morirà pochi anni dopo in un incidente
stradale, Bossi invece prosegue la sua carriecarrie
ra politica fondando l’Unione Nord OccidenOcciden
tale Lombarda per l'Autonomia. Il nuovo partiparti
to vede la luce nel 1980. Due anni dopo nasce
la Lega autonomista lombarda, di cui presto
Bossi diventerà segretario nazionale. Insieme
a lui in questa avventura ci sono Roberto Maroni e Giuseppe Leoni. Si tratta di una grande avventura per un piccolo gruppo di uomini
che vuole rappresentare le istanze dei lombardi, anche se nel 1983 la presenza del nuovo
partito alle elezioni politiche non porta nessun
risultato ragguardevole.
Personalmente, infatti, Bossi ottiene, nella circoscrizione Varese-Como-Sondrio, appena
157 preferenze. La prima “sconfitta” concreta rappresenta, però, un solido punto di partenza per i “leghisti”: meno di un anno dopo,
il 12 aprile 1984, Bossi fonda la Lega Lombarda che nelle elezioni amministrative nel 1985
eleggerà i suoi primi rappresentanti nei comuni di Varese e Gallarate e nella provincia di
Varese.
Da quel momento il fenomeno della Lega
Lombarda rappresenta una realtà solida, e tra
tutti i partiti che sostengono le varie identità regionali nel nord Italia, costituisce l’esempio più vincente. La proposta di Bossi di unire tutti i partiti autonomisti porta alla nascita
dell’Alleanza del Nord, che nel giro di poche
settimane diventerà Lega Nord. A formare il
nuovo gruppo politico, quindi, ci sono, oltre alla Lega Lombarda, anche la Liga Veneta,
l’Arnassita Piemonteisa, il Partito del Popolo
Trentino-tirolese, l’Union Ligure, la Lega Padana Emilia e l’Alleanza Toscana.
Durante uno dei “Giuramenti di Pontida”, Umberto Bossi sarà eletto segretario federale. Nel
1987 la Lega si presenta, a livello nazionale,
alle elezioni politiche. Umberto Bossi, a sorpresa, viene eletto al Senato della Repubblica.
Da questo momento, per tutti diventerà il “Senatùr”, sebbene questa rappresenterà la sua
prima e ultima elezione a Palazzo Madama.
Alle elezioni europee del 1989 arriva la vera
sorpresa: la Lega ottiene un seggio per Strasburgo per il suo leader.
Agli inizi degli anni Novanta la scena politica italiana viene sconvolta da Tangentopoli. E’
proprio la Lega Nord con il suo leader a sostenere vivacemente il pool di magistrati che indaga sui dilaganti fenomeni di corruzione che
avvolgono la politica italiana.
club italia magazine agosto
29
Nel 1993 proprio Bossi viene coinvolto in una
vicenda di finanziamenti illeciti - per un valore
di circa duecento milioni di lire - ricevuti dai
dirigenti Montedison. Il 5 gennaio 1994, durante un’udienza del processo Enimont, Bossi ammette le sue colpe e racconta tutti i dettagli del finanziamento illecito. La Cassazione
lo condanna in via definitiva a otto mesi per
violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti.
nasce la padanIa
Sempre nel 1994 nasce un altro partito, Forza
Italia, il suo leader è l’imprenditore milanese
Silvio Berlusconi. Insieme a Bossi e ad Alleanza Nazionale viene creato nel settentrione italiano il Polo delle Libertà, e la coalizione riceve la maggioranza dei voti.
Nel governo Berlusconi sono ben cinque i ministri leghisti: Roberto Maroni, Giancarlo Pagliarini, Francesco Speroni, Emilio Gnutti e
Domenico Comino. Bossi invece decide di rimanere ad occuparsi del movimento. Qualche
giorno prima del Natale 1994, però, il “ribaltone” di Bossi, con la votazione della mozione
di sfiducia, fa cadere il
governo.
Da questo momento il
Senatùr preferisce con-
30 agosto club italia magazine
centrarsi sulle varie dimensioni regionali, per
raggiungere il suo più grande obiettivo: la secessione della Padania. Forte dell’ottimo successo nelle ultime elezioni in cui la Lega Nord
arriva, da sola, al 10,8% a livello nazionale e
ai record nelle singole regioni (30% in Veneto,
25% in Lombardia, 20% in Piemonte), il partito di Umberto Bossi ora rappresenta una realtà nazionale, una realtà temibile per tutti gli
avversari politici e una fetta di elettorato appetibile.
Il leader, per celebrare i grandi risultati ottenuti, organizza per il 15 settembre 1996 una
grande manifestazione sulle rive del Po a cui
partecipano migliaia di persone. Grazie ad
una staffetta durata tre giorni, prima raccoglie
in un’ampolla dell’acqua alla sorgente del fiume sul Monviso, in Piemonte, e poi la trasporta fino a Venezia dove la versa nella Laguna,
in Riva degli Schiavoni: il tutto per rappresentare la purezza, l’unità e la libertà del Nord.
In seguito fa ammainare il tricolore italiano e
fa issare quello col Sole delle Alpi, verde in
campo bianco, il simbolo della Lega. Con un
caloroso e storico discorso Umberto Bossi, a
Venezia, proclama l'indipendenza della Repubblica Federale della Padania
(e da allora, ogni anno,
viene organizzato un raduno proprio a Venezia
che simboleggia e rinnova l’unione del popolo
leghista).
Le sue parole passano
immediatamente alla storia, si avverte
che nessuno meglio di
lui riesce ad interpretare i pensieri del popolo padano. Nel discorso urla e incita la folla:
“Noi - dice Bossi ai microfoni - formiamo una
comunità naturale, culturale e socioeconomica
fondata su un condiviso patrimonio di valori,
di cultura, di storia e su omogenee condiziocondizio
ni sociali, morali ed economiche; la Padania
è il nostro orgoglio, la nostra grande risorsa e
la nostra unica possibilità di esprimerci liberalibera
mente nella pienezza delle nostre nature indiindi
viduali e del nostro sentire collettivo; la storia
dello Stato italiano - continua Bossi - è diventata, al contrario, storia di oppressione colocolo
niale, di sfruttamento economico e di violenza
morale; lo Stato italiano ha sistematicamente
occupato nel tempo, attraverso il suo apparaappara
to burocratico, il sistema economico e sociale
della Padania”.
E, in conclusione, la dichiarazione tanto atat
tesa: “Poiché il coraggio e la fede di chi ci ha
preceduto nella lotta per la libertà dei popoli
sono nostro retaggio e debbono indurci a far
farci irrevocabilmente carico del nostro destino;
poiché vogliamo che i nostri atti siano guidaguida
ti dal rispetto che dobbiamo a noi stessi, ai nono
stri avi ed ai nostri figli; poiché riconosciamo
l'inalienabile potere sovrano di ogni popolo a
decidere liberamente con chi stare, come e da
chi essere governato; poiché affermiamo il nono
stro diritto e la nostra volontà di assumere i
pieni poteri di uno stato, prelevare tutte le imim
poste, votare tutte le leggi, firmare tutti i trat
trattati; poiché la Padania sarà tutti coloro, uouo
mini e donne, che la abitano, difendono e la
riconoscono, e poiché costoro siamo noi; poipoi
ché è infine giunta l'ora di avviare la grangran
de impresa di far nascere questo nuovo paese
che noi battezziamo oggi con il nome Padania; in nome e con l'autorità che ci deriva dal
diritto naturale di autodeterminazione e dalla nostra libera coscienza chiamando per voce
delle nostre libere istituzioni l'insegnamento di
amore per la libertà e di coraggio dei padri padani a testimone dell'onestà delle nostre intenzioni noi, popoli della Padania solennemente
proclamiamo: la Padania è una repubblica federale indipendente e sovrana”.
club italia magazine agosto
31
la lega al governo
La Lega Nord, a questo punto, non rappresenta più un particolare fenomeno a livello regionale. Ora è una certezza nazionale che non
ha nulla da invidiare agli altri partiti presenti
sulla scena politica nazionale. Bossi prosegue
con il suo progetto: affermare l’indipendenza e sovranità della Padania. A Bagnolo San
Vito, vicino Mantova, qualche settimana dopo
la grande manifestazione di Venezia, il leader
del Carroccio provocatoriamente crea il Parlamento del Nord, che in seguito verrà battezzato “Parlamento della Padania”.
Nei mesi successivi si dedicherà alla creaziocreazio
ne di veri e propri organi di informazione del
partito: nasceranno quindi, nel giro di poco
tempo, il quotidiano “La Padania” - di cui ricopre la carica di direttore politico -, RadioPadania e TelePadania.
Nel frattempo la Lega si situa comunque nel
centrodestra pur non avendo ristabilito l’accordo con Berlusconi e il suo partito.
32 agosto club italia magazine
Tra il 1996 e il 2001, dunque, Bossi viene rieletto alla Camera e si siede tra i banchi dell’opposizione del governo in carica di centro sinistra. In occasione delle regionali del 2000 la
svolta: viene ristabilita l’alleanza con Berlusconi, che porta la destra italiana alla vittoria delle elezioni.
Per le politiche del 2001 sono numerosi i comizi con il nuovo alleato: la vittoria alle urne
della Casa delle Libertà, consegna a Bossi le
chiavi del Ministero per le Riforme Istituzionali e la Devoluzione.
L’accordo con il Cavaliere, infatti, prevedeva l’approvazione
di una serie di riforme, tra le quali
quella della giustizia, del lavoro, della scuola
e, soprattutto, l’approvazione della tanto agognata riforma costituzionale che deve trasformare il Paese in uno Stato Federale.
Dopo quasi cinque anni di governo verrà approvata la riforma costituzionale, che verrà
però bocciata da un referendum popolare nel
2006.
la malattIa e la rInascIta
Nelle elezioni del 2004 valevoli per il rinnovo
del Parlamento europeo, il leader della Lega
viene nuovamente eletto. A causa della norma
che dichiara incompatibili le contemporanee
cariche di parlamentare europeo e parlamentare nazionale o componente del Governo, il
18 luglio del 2004 Bossi rassegna le sue dimissioni dalla carica di Ministro e da quella di
deputato per poter occupare il seggio di Bruxelles.
Alcuni mesi dopo, l’11 marzo 2004, Umberto
Bossi viene colpito da un ictus cerebrale. Viene ricoverato in gravissime condizioni. L’intero popolo leghista si ferma terrorizzato: tutti
temono di perdere la loro guida, il loro leader.
Tutti i quotidiani italiani del giorno dopo riservano numerose pagine alla malattia del leader del Carroccio, nonostante in quello stesso giorno ci siano stati i terribili attentati di Al
Qaeda a Madrid. Resta in ospedale per diverse settimane, le sue condizioni però migliorano giorno dopo giorno grazia alla sua tempra forte.
Inizia per Umberto Bossi la sfida più difficile:
una lunghissima riabilitazione in un ospedale
svizzero. Ovviamente la sua esperienza politipoliti
ca si interrompe. Il ritorno sulla scena politipoliti
ca avviene 306 giorni dopo quell’11 marzo. È
l’11 gennaio 2005.
Come location Bossi sceglie la Svizzera, per
l’esattezza Lugano. Si ritrova a presiedere una
manifestazione da lui stessa voluta: migliaia di
persone accorrono presso l'ultima dimora del
federalista lombardo Carlo Cattaneo.
Alla manifestazione prendono parte numeronumero
si esponenti politici del centrodestra e tutti i
grandi nomi della Lega: tra gli altri, il ministro
dell'Economia Giulio Tremonti, il ministro RoRo
berto Calderoli, il Ministro della Giustizia RoRo
berto Castelli e il Ministro del Lavoro e politipoliti
che sociali Roberto Maroni.
Nelle elezioni politiche del 2006, Umberto
Bossi si ripresenta come capolista del CarrocCarroc
cio alla Camera: viene eletto, e anche questa
volta sceglie il Parlamento europeo.
Umberto Bossi (al centro) nel 2005 al rientro dopo la
malattia, parla a un incontro del Movimento Giovani
Padani con lui Giancarlo Giorgetti e Rosi Mauro
le provocazIonI
del “senatùr”
Negli ultimi anni Bossi ha spesso fatto parlare di sé per alcune
dichiarazioni-shock.
Vivaci polemiche maturarono
soprattutto quando, durante
il periodo della protesta fiscale da lui
stesso ideata per far
cadere il governo Prodi nell’agosto 2007, il Senatùr dichiarò: “C'è sempre una prima volta
per prendere in mano i fucili”.
La Lega, con Bossi in prima fila, ha spesso alzato la voce anche durante la querelle sul rapporto tra la nuova Alitalia e Malpensa: nel momento in cui la compagnia di bandiera italiana
ha scelto, come hub principale, l’aeroporto romano di Fiumicino, Bossi, al pari di numerosi
esponenti del Carroccio, ha rilasciato dichiarazioni durissime. Ma le dichiarazioni “al limite”
di Bossi gli sono costate anche una condanna
per vilipendio alla bandiera italiana.
33
club italia magazine agosto
In più di un’occasione, infatti, ha espresso il proprio giudizio negativo verso il Tricolore.
Per queste dichiarazioni Bossi è stato condannato nel
2001 ad un anno e quattro
mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della
pena (la condanna gli è stata confermata anche dalla Prima sezione penale della Cassazione).
Nel 2002 mentre era Ministro,
la Camera non ha concesso
l'autorizzazione a procedere
nei suoi confronti ma poi la
Consulta ha annullato la delibera di insindacabilità parlamentare e lo ha
quindi condannato, secondo la legge, al pagamento di una multa di 3000 euro.
Il partIto e la leadershIp
Non vi è dubbio che la figura si Umberto
Bossi ha rappresentato, e continua a farlo, un
cardine essenziale dell’identità politica della
Lega. La sua figura è inscindibile da quella del
34 agosto club italia magazine
partito e spesso il suo carisma è stato risolutivo per molte situazioni di stallo e difficoltà
del suo gruppo.
Negli ultimi anni, nonostante le condizioni di
salute delicate Bossi ha saputo tornare sulla breccia dell’attualità politica mostrandosi
sempre più combattivo e convinto dei principi cardine dai quali ha fatto emergere il suo
partito.
di Carlo Sala
Umberto,
o, il Po
e il castello
di Ponte di Legno
Il varo del movimento, il rilancio, il buen ritiro dopo il malore. Bruno
Caparini racconta 20 anni di iniziative del Senatur messe a punto nel
suo maniero
D
alle celebrazioni sul Po al buen ritiro dopo il malore dell’11 marzo, Ponte di legno ha sempre offerto a Umberto Bossi la possibilità di riposarsi e meditare. Al sicuro, nel castello di
uno dei fondatori del movimento, Bruno Caparini (padre del parlamentare padano Davide), il leader del Carroccio ha potuto trovare forza per sé e per il movimento tutto, come ci racconta in quest’intervista il padrone di casa.
Lei è stato tra i fondatori della Lega, come andò?
Praticamente era la prima tessera, intestata Nasiùn lùmbard Còm-Vàres. Eravamo nel 1984 se ricordo bene. Eravamo io, Paini di Sondrio, ed eravamo in collegamento diretto con Bossi. Il nostro gruppo era ancora precedente quello di Brescia.
36 agosto club italia magazine
Cosa vi ha ispirato?
Il profondo amore per quelle che noi identifichiamo come le nostre origini. Noi non siamo
per le differenze razziali, qualifichiamo meridionali anche persone a Nord di Ponte di Legno, in base ai comportamenti.
Noi qui, in Val Camonica, Val Seriana, fino
a parte dell’Alto Adige Sud-Tirolo e del Veronese parliamo una nostra lingua, addirittura Mussolini intorno al 1920 fece un dizionario per tradurla in italiano, e mi ricordo che da
piccolo quando facevo il birichino mia madre
mi rimproverava nella nostra lingua.
La nostra iniziativa è nata da questo motivo,
che possiamo definire etnico, e in contrapposizione con le cose nefaste prodotte sotto
l’ombrello romano.
Ponte di Legno è uno dei luoghi “mitici” della Lega, che ci dice in proposito?
Nel 1990, 19 anni fa, abbiamo fatto qui la prima Festa della Nev. Arrivò Umberto Bossi con
la moglie Manuela, che noi amiamo moltissi-
mo e riteniamo un dono del Padre Eterno per
Umberto e per il nostro movimento perché è
intelligentissima e svolge una grande azione
stabilizzatrice, e col piccolo Renzo.
Bossi era ospite nel suo castello...
Mi ricordo un mattina, nella Sala dell’Aquila,
la sala nobile del castello, lui stava mangiando un panino e mi disse: “Spostami in un ambiente più piccolo”, ma io non lo feci perché
l’ho sempre ritenuto un uomo carismatico, con
una grandissima capacità di capire e prevedere la politica, e ci tenevo che restasse protetto. Per questo l’abbiamo praticamente blindato, al riparo da occhi con cui magari all’epoca
non era il caso che avesse contatti. Poi però le cose sono cambiate in meglio...
Nel ‘94, alla fatidica festa della Lega di Ferragosto, tutta Ponte di Legno era invasa da migliaia di persone. Una cosa incredibile.. Anche
alla stazione dei Carabinieri del paese se lo ricordano ancora.
club italia magazine agosto
37
Bruno Caparini (appoggiato al piano) in compagnia
di Umberto Bossi
Bossi è ormai un ospite fisso del suo castello,
ci racconta qualche anedotto?
E’ stato qui, mangiando un panino davanti al
caminetto, che è stata studiata la cerimonia del
Po. Non voglio millantare credito, ma sono
stato tra gli ispiratori: parlando con Umberto
qui siamo riusciti a creare qualcosa di importante per il nostro movimento.
Aria buona, cibo buono, quiete, l’ideale per
elaborare strategie.
Una volta c’erano 50-60 persone, giornalisti e tv, che premevano qui fuori per entrare.
Un’altra volta volevano venire su per protestare contro di noi, era gente di destra anche di
Trento, ma hanno trovato pane per i loro denti: sulla neve abbiamo scritto con le torce “W
Bossi” e tutte le tv hanno ripreso lo spot. Certo, questo è il posto giusto per incontri riservati, meditazione, anche se a volte la riservatezza è un po’ scemata.
Una volta siamo andati a mangiare con un nostro candidato dalle parti di Bolzano, abbiamo
parflato delle divise degli Schuetzen e i giornali hanno scritto che volevamo armarci come
loro. Evidentemente c’erano delle intercettazioni. D’altro lato, quando Umberto era solo
per via dello stronzate di Di Pietro, noi e solo
noi gli siamo rimasti intorno.
E dopo il suo malore dell’11 marzo, alla fine
dell’anno gli abbiamo inviato l’elicottero e lui
è salito per una notte. Penso che gli abbiamo
portato fortuna, che le sue cellule si siano rivitalizzate tra questi graniti, mentre la sua testa è
sempre rimasta perfettamente lucida.
38 agosto club italia magazine
Insomma, possimo dire che è da qui
che è partita la marcia padana...
Dall’84 a oggi il movimento ha avuto
uno sviluppo bellissimo, improntato
a fattori etnografici. Nessun disprezzo
verso il Sud, non voglio sparare contro le persone eccezionali che vengono
da lì e siamo stati i primi a riconoscere
l’entità sudista speculare alla nostra, ma
abbiamo scongiurato il pericolo che le
nostre tradizioni, la nostra etnia venissero fagocitate.
In questa valle, lunga oltre 100 chilometri, vinciamo anche col doppio dei voti del
Pdl (e dove andiamo male siamo 5 punti sotto
il Pdl), perché la gente qui crede nel messaggio di Bossi e alle grandi opportunità che ci
ha dato con la sua presenza, la quale è, inutile
dirlo, alla base dei successi della Lega.
Poi c’è Pontida, altro appuntamento altrettanto significativo per la Lega...
Pontida è il massimo emblema dell’evoluzione della Lega, per noi è il nostro Vaticano. Nel
1990, alla mia prima volta insieme a Bossi con
mio figlio Davide è stata un’emozione incredibile. Arrivavano da Est Brescia e Bergamo, da
Ovest Lecco, si sono incrociati, si sono uniti e
hanno iniziato a gridare “Li-Ber-tà, li-ber-tà”.
Non potrò mai dimenticarlo.
di Federica Giordani
Matteo Salvini:
anima verde e
spirito polemico
Intervista al neo europarlamentare che con i suoi proclami infuoca il popolo padano. Passione, entusiasmo e amore per il territorio.
Salvini è pronto a portare in Europa temi e problemi della sua Lombardia
Matteo Salvini, una carriera politica iniziata
tra i banchi di scuola.
Verissimo, la mia carriera politica è iniziata al
liceo classico Manzoni a Milano insieme agli
altri studenti leghisti, e da allora ho iniziato a
frequentare la sezione, allora, negli anni ’90,
l’unica sede in città era quella di via Vespri Siciliani, è qui che ho conosciuto tanti altri ragazzi della Lega di licei milanesi, come il Parini, il Carducci.
40 agosto club italia magazine
Poi all’università la mia passione politica si è
sviluppata. Insomma il tutto è partito per una
grande curiosità negli anni in cui si ha più spirito di iniziativa e passione pronta ad affrontare tutte le opportunità della vita...
Come mai proprio la Lega?
Per curiosità. In realtà nessuno della mia famiglia ha mai fatto politica attiva e tanto meno
hanno mai votato Lega, erano liberali, alcuni
votavano anche a sinistra, quindi per me non
si può parlare di una passione “ereditaria”. Ma
girando per la città da ragazzino e vendendo i
manifesti “Io sono lombardo e voto lombardo”
mi sono incuriosito, in più avevo già una passione per le questioni legate al territorio, quindi è stato un incontro decisamente fortunato…
Un ricordo degli esordi politici?
Ho dei ricordi molto belli del mio primo periodo politico al liceo. Il Manzoni era una delle
scuole più “rosse” negli anni 90 , molti collettivi, gruppi. Ricordo che alle elezioni del consiglio di istituto ci furono ottanta giovani coraggiosi che decisero di votare Lega, nonostante
le difficoltà: non era facile fare il leghista al
Manzoni negli anni ’90, anzi, c’erano continue
discussione con i professori, con il preside.
Stare lì è stata certamente un’ottima palestra
politica. Ricordo molto bene le pedalata in bicicletta per seguire gli eventi del partito. Ricordo molto bene anche i primi discorsi in
pubblico, i primi piccoli comizi. Già allora i
temi di discussione erano legati al federalismo, all’autonomia, all’idea che la Lombardia
doveva tenersi in casa più soldi di quelli che
spendeva.
Tutte le nostre idee, i nostri progetti confluiconflui
vano nel giornalino della scuola, si chiamava
“Scuola autonomista”e ricordo che in copertina c’era Carlo Cattaneo. Si parlava di autonomia, federalismo, dei finanziamenti alle scuole lombarde, della storia della Lombardia, del
territorio, della cultura. Adesso rispetto ad
allora abbiamo certamente fatto molti passi
avanti. Si è tornati a parlare della cultura del
proprio territorio, anche a scuola gli insegnanti tendono sempre di più a insegnare anche la
storia locale.
E poi non sottovalutiamo il potere della cultura e dello svago. Pensiamo a quanto gruppi
musicali sono nati e cresciuti sfruttando l’identità del territorio, mi viene in mente Van De
Sfroos.
La Lega però non è la tua unica passione
No, certo, anche se un’altra mia grande passione è intrecciata a quella per la Lega: la conduzione radiofonica. Io sono un giornalista
professionista e da dodici anni, tutte le mattine lavoro a Radio Padania. E’ fondamentale questa esperienza, lavoro con il microfono aperto: ascoltare la gente, i suggerimenti è
importante. Sia quando va bene che quando
club italia magazine agosto
41
sono i bretoni, i fiamminghi, i catalani, i baschi gruppi che si rifanno alle autonomie e
alle autorità locali. Siamo assolutamente a nostro agio. In Europa valorizzeremo le ricchezze produttive della Lombardia. Primo giorno
di lavoro europeo 14 settembre, sono pronto.
va male, la radio è un aiuto indispensabile. Io
amo la radio, non tornerei mai alla carta stampata, anche se mi piace molto anche quella.
Arriviamo alla polemica sulle tue dimissioni
da Roma a seguito dei “cori” contro i napoletani.
Le mie dimissioni da parlamentare a Roma non
hanno avuto niente a che vedere con la questione dei “cori”. Mi sono dimesso per semplici questioni burocratiche e legali, perché si riuniva il lunedì l’Europarlamento a Strasburgo
e entro la settimana precedente dovevo dimettermi dal Parlamento nazionale perché le due
cariche sono incompatibili.
Erano dimissioni già depositate, non c’è nessun collegamento. Ho scelto di andare in Europa perché ho chiesto voti ai miei elettori per
obiettivi precisi come dire di no alla Turchia in
Europa, per difendere Malpensa e le sue rotte. Mi hanno votato e io adesso devo fare il
mio dovere.
Che cosa farà la Lega a Strasburgo?
Avvicinare l’Europa ai cittadini sarà lo scopo
principale della rappresentanza Leghista all’interno del Parlamento Europeo e non siamo
soli, perché esiste già una vasta rappresentanza di culture territoriali.
Entreremo a far parte di un gruppo in cui ci
42 agosto club italia magazine
Torniamo alle polemiche. Una fra tutte quella dei posti riservati ai milanesi sui messi pubblici. Com’è nata?
Il tutto nasceva dalla proposta concreta e ancora valida di riservare i posti alle donne, straniere o italiane che siano, un vagone, il “vagone rosa”, come quello che già esiste a Tokio,
per evitare qualsiasi tipo di problema o molestia.
Poi scattò una considerazione amara che rifarei ancora: non vorrei che, di questo passo fra
vent’anni, debbano essere i milanesi a chiedere permesso sui mezzi pubblici e riservare
loro dei posti, è evidente che non è una proposta attuabile, ma un modo per mettere in
evidenza un problema. Arrestare i flussi immigratori è una necessità.
Matteo Salvini ha un ruolo predefinito nel partito? è “quello delle polemiche”?
Le polemiche non vado a cercarle, ma è vero
che non sono uno da mezze misure. E’ altrettanto vero che facciamo tante cose politicamente parlando che non suscitano tutto
questo clamore, passano sotto silenzio, ma si
fanno, si lavora.
Poi a volte è necessario anche lavorare su proclami forti, Milano è spesso una città addormentata, in altre realtà come Bargamo, Cuneo,
Verona è più facile smuovere gli animi, mentre qui la situazione è diversa, la comunità è
enorme, la città lo è , e quindi a Milano è necessario, a volte, alzare un po’ la voce, parlare
anche attraverso i media.
Quali sono i suoi progetti ora?
Progetto ora è lavorare per cinque anni in Europa, lavorare per portare a casa risultati concreti, dato che siamo abituati a realizzare ciò
che promettiamo in campagna elettorale. Su
tutto il no all’ingresso della Turchia in Europa, la tutela del lavoro e dei prodotti lombardi e Malpensa.
Perché la Turchia non deve entrare in Europa?
Perché la Turchia non è europea: sono ottanta milioni di musulmani che scombinerebbero
qualsiasi equilibrio culturale , sociale e religioso. La Turchia diventerebbe lo stato più popoloso, più giovane ma anche più economicamente arretrato e questo significherebbe uno
spostamento dei fondi europei per l’agricoltura, per esempio, che verrebbero sottratti ad altre realtà, come la stessa Lombardia.
E’ un ingresso non difficile, ma impossibile,
almeno ad oggi, potremo riparlarne tra molti
anni, almeno trenta. L’Europa ora ha aperto un
dialogo con questo paese per l’adeguamento di alcuni standard economici e sociali per
l’ingresso, ma la nostra contrarietà è assoluta,
nell’arco dei prossimi cinque anni saremo chiamati ad esprimerci e ci saremo con il nostro no.
Cosa farà la Lega per Malpensa in Europa?
Vogliamo lavorare anche perché venga finalmente valorizzata Malpensa che deve tornare ad essere una porta per l’Europa. La Milano dell’Expo non può permettersi una falla
del genere, non possiamo far arrivare i nostri
ospiti in carrozza o in dirigibile.
Che cosa ne pensa dello stato dei lavori per
l’Expo?
Questo appena trascorso per l’Expo è stato un
“anno napoletano” più che milanese, si è perso tempo, litigando sulla sede, sul presidente,
sugli stipendi. Ora pare che il tutto si sia riat-
tivato e che si sia pronti a partire, ma si è già
perso tempo. Expo è una grandissima opportunità, non solo per Milano, ma anche.
Ci si potrebbe muovere, e certamente lo si
farà, anche sul fronte culturale per la riscoperta di alcuni elementi del patrimonio archeologico e culturale della città. Io spero che l’Expo
lasci a Milano, oltre che le infrastrutture fondamentali, la consapevolezza della produttività lombarda, perché la Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e qualcuno spesso
lo dimentica. Sarebbe bello che Expo lasciasse dietro di sé anche un bel po’ di verde e cascine recuperate.
Quale è la prossima grande sfida della Lega?
Senza subbio le elezioni Regionali, perché il
federalismo è lì che si porta a casa. La Lega
punta a diventare il primo partito al Nord. Per
il federalismo stiamo lavorando, il parlamento
ha già votato affinchè l’Italia diventi uno stato federale, ora però tocca ai ministri scrivere
i numeri: quanto rimarrà nelle tasche dei cittadini di tutte le tasse pagate? E’ un momento delicato.
Le ultime elezioni hanno sancito un netto
trionfo della Lega. Quali scenari si aprono
sulla leadership ora?
Gli scenari di leadership nel partito sono chiare: Umberto Bossi per i prossimi cinquant’anni. Non ci sono dubbi. Come per il Milan: c’è
un solo capitano nel cuore, Franco Baresi.
club italia magazine agosto
43
di Federica Giordani
Monica
Rizzi:
una
bresciana
D.O.C.
in Regione
Giovane e determinata ha portato con sé la voglia di lottare per
il miglioramento del territorio padano. Valorizzazione del territorio,
attenzione ai giovani e alle loro problematiche e soluzioni contro
il fenomeno del randagismo: la politica della consigliera del Carroccio
tra impegno e passione
“I
o non ho paura di difendere
i lombardi”. Questa è la frase
che campeggia in prima
pagina sul sito internet di Monica Rizzi,
consigliera regionale della Lega Nord
eletta nella circoscrizione di Brescia.
Tanta passione e molta tenacia hanno
da sempre contraddistinto il suo lavoro
politico nato e cresciuto sul territorio,
nella sua amata Brescia.
La poLitica come passione
Monica Rizzi nasce a Brescia il 15 dicembre 1969 e vive a Darfo Boario Ter-
44 agosto club italia magazine
me. Per i suoi studi la Rizzi sceglie la strada
della psicologia dedicando una particolare attenzione ai bambini e alle loro condizioni. In
Svizzera si laurea, infatti, in psicologia infantile con specializzazione sull'abuso dei minori
e lavora in questo campo per circa dieci anni
mettendo a frutto le proprie doti umane e le
proprie competenze. L’esperienza politica con
la Lega Nord inizia nel 1986 e diventa un impegno attivo e partecipato dal 1990.
Solo un anno dopo essere scesa in campo viene eletta nel 1991 consigliere di minoranza nel
comune di Darfo Boario Terme, dove risiede,
per la Lega Lombarda e nello stesso Comune
ricopre poi la carica di consigliere Assessore
ai Servizi Sociali, Pubblica Istruzione ed Edilizia Privata dal 2002. Monica Rizzi riesce anche ad ottenere importanti incarichi all’interno del partito.
Negli anni, grazie alla sua competenza, ottiene, infatti, la carica interna di Segretario di Sezione, Segretario di Circoscrizione e dal Novembre 1999 è stata per sei anni Segretario
Provinciale della Provincia di Valle Camonica nonché Membro della Segreteria Nazionale della Lega Lombarda e della Commissione
Disciplinare oltre che per 8 mesi Commissario
della Provincia di Brescia.
La sua carriera politica, però, non si limita
solo al territorio Lombardo. Monica Rizzi, infatti, collabora al Senato nel gruppo della Lega
Nord-Padania e nel Ministero della Giustizia
per quanto riguarda i temi dell'infanzia. Oltre
all’attività politica la Rizzi collabora con varie
associazioni di volontariato, onlus, istituzioni
di ogni livello come specialista dell'assistenza all'infanzia.
Dopo essersi candidata alle elezioni europee
del 2004 ed alle regionali del 2005, è stata eletta consigliere regionale per la Lega Nord nella circoscrizione di Brescia ottenendo un grande risultato elettorale, risultando la più votata
fra tutti i consiglieri Lombardi della Lega Nord.
Dall'ottobre del 2006 è anche vicepresidente
dell'Associazione Regionale Sociologi.
La poLitica
e Le iniziative suLL territorio
Sono davvero innumerevoli le tematiche che
la consigliera bresciana ha affrontato durante la sua carriera politica. Certamente molti di
questi sono legati profondamente al suo territorio e alla suo forte senso di appartenenza
alla cultura padana.
Il rinnovamento e la valorizzazione del territorio sono stati al centro dell’intervento in Regione della Rizzi nel caso, per esempio,
dello stanziamento di un finanziamento di 721.500 euro per la realizzazione di un nuovo percorso ciclopedonale nel territorio dei Comuni
dell’Alta Valle Camonica nell’ambito
del programma di sviluppo turistico
“Adamello”.
“Il progetto - ha spiegato la consigliere regionale della Lega Nord prevede la realizzazione di una pista ciclopedonale per la complessiva
lunghezza di 15 km lungo il corso
del fiume Oglio. Un itinerario che
rappresenta un ulteriore e prezioso
recupero dell’antica via Valeriana.”
Sempre riguardo la valorizzazione del territorio non va dimenticato l’impegno della Rizzi nell’avanzamento di una legge regionale,
approvata nel novembre del 2008,
sulla “Promozione e valorizzazioclub italia magazine agosto
45
Monica Rizzi in compagnia del Presidente della Provincia di Bresca Daniele Molgora, al raduno di Pontida
ne del patrimonio storico della Prima Guerra
Mondiale in Lombardia”. La Rizzi confermò il
suo entusiasmo a riguardo: “Tengo particolar
particolarmente a questo provvedimento e ho predisposto
il primo progetto di legge presentato su questo
tema, anche perché coinvolge in maniera molto significativa la Val Camonica e tutta la par
parte settentrionale della Provincia di Brescia”.
L’attenzione al territorio e al benessere dei cittadini è stato al centro dell’azione della Rizzi
anche nel caso di cronaca recente circa il presunto inquinamento delle acque di San Felice del Benaco, comune della provincia di Brescia.
Monica Rizzi
ha le idee chiare:
sta con Bossi
vota e
fa votare
Iscritta alla Lega Nord di Bossi dal 1987
Consigliere Regionale Lombardo dal 2005
(3°Comm.ne Sanità e Sociale
e 4°Comm.ne Attività Produttive)
46 agosto club italia magazine
LEGA NORD
Qui alcuni batteri avevano intaccato l’acquedotto provocando una serie di malori negli
abitanti. Quasi tremila le persone coinvolte.
Monica Rizzi si era fatta mediatrice tra il Comune e la Regione rilanciando l’attenzione su
un problema molto più vasto: “Gli impianti di
tutta la provincia - ha detto la Rizzi - hanno
si e no tutti almeno cinquant’anni, speriamo
che il federalismo fiscale ci permetta anche di
intervenire con un’adeguata manutenzione”.
iL mondo deLL’infanzia
e LLa sua tuteLa
L
Certamente legata alla sua grande attenzione al mondo dell’infanzia e della sua salvaguardia Monica Rizzi è stata la relatrice
di un provvedimento importante in Regione Lombardia: l’Istituzione del Garante
per l’Infanzia e l’Adolescenza nel marzo di
quest’anno.
La Rizzi in questa occasione ha commentato :“Sono convinta che le istituzioni debbano impegnarsi con tutti i mezzi a disposizione per favorire ogni azione di contrasto
e prevenzione al triste fenomeno degli abusi sui minori”.
Il Garante per l’infanzia, istituzione già prepre
sente in altre regioni italiane, non si occuoccu
pa esclusivamente delle situazioni di disagio,
ma svolge un compito di rilievo sul fronte
della prevenzione e della promozione dei
diritti dei minori. L’operato del Garante non
si sovrappone a quello di altri enti ma è prepre
posto ad ascoltare, accogliere le istanze mama
nifestate dai soggetti interessati (minori, fafa
miglie o istituzioni).
“La figura del Garante” - ha aggiunto la
Rizzi - costituisce una opportunità concreconcre
ta per l’aumento della qualità dei servizi ai
minori in Regione Lombardia. Una risporispo
sta al crescente disagio minorile e alle nuove povertà”.. La Rizzi, infatti ha constatato a
riguardo “l’assenza di effettività nell’eser
nell’eser-cizio dei diritti riconosciuti in capo ai mi-nori. Una mancanza che è fra le cause di
fenomeni quali l’esclusione sociale e la didi
scriminazione, l’evasione dell’obbligo scolastiscolasti
co, lo sfruttamento del lavoro minorile, la prostituzione e l’abbandono dei minori”.
A propositi di giovani e soprattutto di minori, la consigliera della Lega è intervenuta fermamente anche riguardo la possibilità che i
ragazzi, a partire dai 16 anni di età, possano
imbracciare il fucile per cacciare: “Armi ai ragazzi? - si è domandata la Rizzi - mammoni
come sono, altro che maturi, sarebbe un grosso rischio, in Italia i cacciatori sono criminalizzati, è vero, ma non è questo un buon modo
per migliorare la situazione”.
La battagLia contro iLL randagismo
Altro argomento che la consigliera bresciana del carroccio ha seguito con grande attenzione è quello della lotta al randagismo. Fu
proprio la Rizzi, nella primavera scorsa a farsi
promotrice delle istanze della LAV (Lega Anti
Vivisezione) in Regione circa questo fenomeno dilagante.
Uno degli elementi di novità, dopo l’approvazione della modifica alla Legge Regionale,
è stata l’istituzione dell’anagrafe canina regionale: “Questa è fra le novità definite dal regolamento - ha dichiarato la Rizzi - e prevede
l’identificazione, per mezzo di un microchip,
di tutti i cani presenti sul territorio regionale.
Auspico che parte delle risorse messe a dispo-
sizione possano essere utilizzate per la formazione, penso soprattutto in ambito scolastico, e
per la diffusione di una cultura di rispetto per
gli animali”. Un’educazione che passa anche
attraverso un altro provvedimento molto importante il divieto di esporre animali di affezione nelle vetrine dei negozi e l’impossibilità
per i minorenni di acquistare animali senza la
presenza di un adulto.
Con un unico emendamento approvato all’unanimità, proposto sempre dalla LAV e presentato in Aula dalla Consigliera Rizzi. In Lombardia il divieto è attivo. Altra intervento che ha
modificato radicalmente la gestione del “randagismo” in Lombardia è la definitiva esclusione di imprenditori privati come possibili soggetti gestori di canili: molte di queste strutture
gestite appunto da alcuni privati senza scrupoli, sono state in passato oggetto di attenzione dell’autorità giudiziaria per le discutibili
modalità con cui svolgevano il servizio di ricovero degli animali, con anche forti indisponibilità nel promuovere le adozioni dei cani.
Un importante risultato che ha visto la Rizzi
farsi promotrice di un’istanza molto sentita nel
paese: la lotta al fenomeno del randagismo
come conseguenza di una mancata educazione all’amore e all’impegno verso gli animali
soprattutto tra i bambini.
club italia magazine agosto
47
di Federica Giordani
Monica Rizzi:
la passione
per il territorio
prima di tutto
Il consigliere regionale della Lega
Nord ci spiega progetti e obiettivi
della sua carriera politica: tutela
dei minori, sostegno all’agricoltura
e norme sulla tutela degli animali:
ecco i punti cardine dell’esponente
del Carroccio in Regione
Come è nata la sua passione politica?
Una sera ero fuori con due amici “camuni”
come me in macchina e abbiamo visto alcuni
piccoli manifesti nei quali si pubblicizzava un
comizio politico tra Seriate e Bargamo di un
signore che si chiamava Umberto Bossi. Siamo entrati ed eravamo in tutto in 15, un piccolo gruppo. Ma dopo averlo sentito parlare
ho avuto una vera rivelazione.
Forse è stato qualcosa che mi ha colpito più
a livello emotivo che razionale: sentir parlare del mio territorio, della sue difesa e valorizzazione, di sentimenti di appartenenza, mi ha
aperto una visuale che non avevo, mi sono riconosciuta nei temi e nelle ideologie.
Non mi ero mai occupata di politica, i miei
interessi erano legati ad altre tematiche: allo
studio della psicologia, dell’infanzia, delle sue
problematiche.
E’ successo che sono tornata a casa con il numero di telefono dei Bossi e qualche giorno
dopo ci siamo sentiti e da lì è partita la mia
carriera politica.
Quali sono stati i primi obiettivi raggiunti?
Per prima cosa ho creato la sezione di Darfo,
dove risiedo, che non esisteva, è diventata nel
giro di due anni la sezione che tesserava più
48 agosto club italia magazine
di tutte le altre della provincia di Brescia, un
grande successo. Nel 1991 sono stata eletta in
Comune nell’opposizione e nel frattempo ero
segretario della mia sezione.
Sono poi diventata segretario di circoscrizione
della bassa Val Camonica che era la mia area,
poi per 6 anni, dal 1999, segretario provinciale sempre in Val Camonica, e segretario della provincia di Brescia e da lì è iniziato tutto.
Ora il mio impegno pieno è in Regione come
consigliera della Lega.
Da qualche mese Regione Lombardia ha
dato il via all’istituzione del Garante per l’Infanzia e l’adolescenza, un obiettivo a cui lei
era molto legata
Grazie alle mie esperienze pregresse e alla
mia formazione, ho iniziato a ragionare sul
fatto che in Regione Lombardia, all’interno di
un paese che è comunque in ritardo di anni
sulla legislazione in materia di tutela dei mi-
nori, già tre regioni, Marche, Friuli e Veneto,
avevano creato un’istituzione che si occupasse di queste tematiche e noi ci siamo aggiunti
necessariamente.
La realtà è che i minori in Lombardia vivono in un limbo, la società attorno a loro cambia e di modifica con ritmi vertiginosi e i ragazzi sono spesso in balia di tutti questi eventi
e, al di là dei genitori o degli assistenti sociali che spesso incappano in errori e mancanze,
anche in buona fede, la verità è che ci sono
dei grossi problemi come la dispersione scolastica, la difficoltà ad integrarsi nella società scolastica dei bambini stranieri e, a questo
proposito, vorrei sottolineare il mio appoggio
all’idea delle “classi ponte”che servirebbero
a permettere un miglior inserimento di questi
ragazzi nelle classi.
Per non parlare della violenza e degli abusi sui minori. Insomma c’è una situazione che
non mi piace e davanti alla quale era necessario intervenire con l’istituzione del Garante.
Quando inizierà a lavorare questa istituzione
e quali saranno i suoi obiettivi?
Stiamo lavorando al regolamento, alle basi di
lavoro, ma mi auguro che le prima attività partano entro la fine di questa legislatura, nella
primavera del 2010.
L’obiettivo del Garante sarà di collegare fra
loro tutti gli attori che ruotano attorno alla fi-
gura del bambino e del suo
mondo: dagli
assistenti sociali ai magistrati, fino alla
scuole. Il suo
compito sarà Il vessillo della Val Camonica
di svolgere segnalazioni, coordinare e vigilare sull’applicazione delle convenzioni internazionali sui diritti per i minori che spesso anche
in Italia sono disattese.
Anche sul tema della caccia lei si è spesa politicamente
Spesso il ruolo del cacciatore è criminalizzato
in Italia mentre in Europa il suo ruolo è molto diverso, spesso è all’avanguardia in molte
situazioni.
Nel caso dell’epidemia di aviaria in Italia si era
proposto di bloccare la caccia, in Europa invece i cacciatori erano una sentinella sul territorio per la segnalazione dei casi. La caccia è
qualcosa di legato alla tradizione, alla cultura
lombarda e non solo. Scardinare un sistema di
questo tipo non è corretto.
Limitare la caccia, inoltre, significa far aumentare esponenzialmente il bracconaggio. Regolamentare nella maniera giusta e
usare la caccia anche come strumento utile in casi particolari come quello delle epidemie o l’aumento di specie pericolose per l’agricoltura, è necessario.
A proposito delle nuove elezioni regionali del 2010: come si sta preparando?
Io continuo a lavorare sul territorio,
sempre, a prescindere dalla carica. Io
sono a disposizione del partito, come
sempre, che valuterà l’opportunità di
una seconda candidatura alla regione.
Sarebbe felice di rimanere in Regione?
Io dico sempre, anche a chi mi prospetta la possibilità di lavorare a Roma, che
a me Roma non interessa.
Secondo il mio parere non c’è posto migliore della Regione per fare
la politica per il territorio, per cui
a me piacerebbe molto rimanere.
49
club italia magazine agosto
Quale il tema su cui puntare per una eventuale prossime legislatura in Regione?
Sicuramente un punto fondamentale dovrà essere il sostegno all’agricoltura, che è un settore primario che serve da base per far funzionare anche il settore secondario e terziario.
Primo punto sarebbe quello di far ritirare la
legge sui nitrati, presente a livello Europeo
che penalizza in modo fortissimo l’agricoltura
lombarda mettendola in ginocchio.
Serve una direttiva che tenga conto delle particolarità del territorio, così come ha chiesto
anche il ministro delle Politiche Agricole Luca
Zaia, cosa che non ha fatto la comunità europea.
Altri punti sono quelli legati al prezzo del latte, che ora come ora è troppo basso e il problema della tracciabilità dei prodotti.
E’ fondamentale che il consumatore sappia
che cosa acquista: non come ora che importano latte, carne e tante altri prodotti dall’estero
spacciandoli per italiani.
Noi abbiamo un agricoltura di altissimo livello qualitativo, abbiamo prodotti che nessuno
riesce a copiarci per bontà e modalità di lavorazione, dobbiamo tutelarci. Sull’agricoltura il
lavoro da fare è ancora grande.
Quali sono i prossimi progetti sui cui intende lavorare?
Il primo è fare il bando regionale per bloccare
50 agosto club italia magazine
Il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, On. Luca Zaia
le risorse per i canili e mettere a norma quelli che abbiamo sul territorio: secondo me la
consulta è in ritardo su questo
Noi abbiamo fatto la legge sul randagismo nel
2006, anche se a livello nazionale era già presente dal 1999.
Ci siamo ritrovati dei fondi importanti per lavorare su questo tema ed in particolare, una
parte dei fondi, deve essere usata per la ristrutturazione dei canili, per la loro messa a
norma. Mi auguro che entro fine anno ci sia il
bando, è importante.
La realtà del canile di Orzinuovi
L’associazione S.O.S RANDAGI (Bs), fondata nell’Ottobre 2000 si avvale della collaborazione di volontari, persone che con il loro impegno danno vita ad una
struttura che ha come obiettivo primario l’affido coscienzioso dei cani abbandonati.
L’attività svolta dai volontari dell’Associazione è completamente gratuita e la stessa non ha scopi di lucro.
Dal 2004 il Canile di Orzinuovi è divenuto il canile rifugio dell’Asl di Brescia che attualmente è l’ente preposto all’accalappio sul territorio bresciano.
I cani accalappiati trascorrono 10 giorni al canile sanitario di Brescia dopo la cattura e vengono vaccinati, sverminati e microcippati, dopodichè vengono trasferiti nel
maggior numero da noi.
Diversamente i cani accalappiati in comuni convenzionati con altre strutture verranno trasferiti nelle suddette strutture.
Il ruolo della nostra Associazione sul territorio è dunque importante e il servizio dato alla popolazione e dimostrato anche dalla massima disponibilità sia di orario che di giorni d’apertura.
L’Associazione si impegna sempre di più a fare campagne di sensibilizzazione ed informazione nei confronti della popolazione, attraverso annunci ed articoli su
quotidiani e con punti propagandistici (banchetti) presenti sul territorio della provincia
di Brescia
Dove siamo
Associazione Sos Randagi
Via Convento Aguzzano, 57
- 25034 Orzinuovi (BS)
Numeri telefonici di riferimento
335 1027273
338 4361409
335 1022138
Email: [email protected]
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di Domenico D’Alessandro
Le nuove sfide
di Molgora
Intervista al presidente della provincia di Brescia sui temi politici
più attuali emersi dalle ultime elezioni. “Alcuni enti sono inutili,
prima li togliamo e meglio è”
si potrebbe pensare all’organismo della provincia. Fare oggi un ente con gli stessi soldi,
poteri e competenze dell’attuale provincia di
Brescia è un obiettivo di scarsa importanza dal
punto di vista identitario e che porterebbe pochi risultati concreti.
Dobbiamo prima applicare in maniera compiuta il federalismo e poi discuteremo tutto il
resto. Abbiamo già problemi ad ottenere l’autonomia, questo è il nostro problema principale.
D
aniele Molgora è uno dei maggiori
esponenti della Lega Nord in Lombardia. Laurea in Economia e Commercio,
è commercialista e revisore dei conti, nonché
presidente della Provincia di Brescia.
Molgora ci parla del ruolo e dell’importanza
sempre maggiore acquisita dal Carroccio a livello nazionale e regionale, soprattutto nella
sua Lombardia.
Lei è stato eletto quest’anno presidente della
provincia di Brescia: continuerà la battaglia
della Lega per la provincia autonoma della
Val Camonica?
Il problema è complicato perché oggi le province sono nell’occhio del ciclone, c’è anche chi ne chiede la soppressione. Io prima
cercherei di costituire un territorio completamente autonomo attraverso il federalismo, poi
52 agosto club italia magazine
Lei è anche Sottosegretario all’Economia. La
Svizzera, che ha sentito molto la crisi economica, ha un pacchetto di proposte e sgravi
per le imprese che sono in difficoltà. Ciò costituisce un problema per le imprese che si
trovano al di qua del confine italiano e che
potrebbero decidere di trasferirsi in Svizzera?
Sì, questo è un problema grosso: riguarda anche tutte le attività che sono al di qua del confine con le province autonome o le regioni a
statuto speciale.
Tutte queste realtà vicine ad altre che hanno
un andamento e una struttura privilegiata, sia
per dal punto di vista dei servizi sia dal punto di vista fiscale, instaurano una concorrenza
sleale o comunque difficile da sostenere da
parte delle nostre imprese.
Avevamo fatto degli interventi che riguardavano i comuni confinanti con gli stati esteri e
con le regioni a statuto speciale, e dobbiamo
proseguire su questa strada: siamo riusciti ad
ottenere fondi e dobbiamo utilizzarli in modo
tale che i nostri comuni possano dare dei ser-
vizi perlomeno uguali a quelli che ci sono
dall’altra parte.
Il problema maggiore è l’aspetto fiscale perché a livello statale, finché dovremo dipendere da Roma, questa situazione ce la porteremo dietro. Quando riusciremo ad applicare il
federalismo anche questo problema potrebbe
essere risolto più facilmente.
Il modello che proponete, dunque, resta
quello della Confederazione elvetica, con i
cantoni e con le loro autonomie?
È fondamentale che ci sia autonomia territoriale: ognuno punterebbe sulle norme, sulle leggi, sulle organizzazioni che più ritiene adatte
al territorio. È lì che scattano tutte le differenze
e ognuno può organizzarsi come vuole.
La Lega ormai governa metà delle province
della Lombardia, l’anno prossimo si voterà
per le Regionali. Farete valere questo radicamento a livello amministrativo locale?
Direi proprio di sì. Avere i voti e poi non andare a governare in una regione importante
come la Lombardia sarebbe una situazione
molto difficile da digerire. Teniamo poi presente che, nell’ottica del federalismo, dopo
aver fatto una norma c’è chi deve applicarla. Il
fatto che oggi noi abbiamo così tanti enti locali
fa sì che diventi necessaria l’applicazione del
federalismo proprio da parte nostra, perché
se lo lasciamo fare agli altri sarebbe applicato
in maniera talmente distorta da non farlo funzionare correttamente. Noi vogliamo essere
protagonisti, vorremmo essere noi a portare le
risorse sul nostro territorio, e far vedere che il
federalismo ottenuto a Roma non è un punto
d’arrivo ma un punto di partenza, perché possiamo cercare di avere ancora maggiori competenze e maggiore autonomia fiscale.
Durante lo scorso governo si è parlato tanto
di “enti inutili”. Si citano spesso le Comunità
Montane, di cui il territorio di Brescia è pieno. Vanno valorizzate o soppresse?
Sono sorte molte discussioni a riguardo. Io ritengo che molte funzioni svolte attualmente
dalle Comunità Montane potrebbero essere
svolte o dai Comuni o dalle Province. Questi enti non sono reattivi, sono diventati una
camera in cui buttare tutti quelli che hanno
perso le elezioni. Spesso sono anche il nido
di clientele pazzesche che sono al di là delle
volontà popolari.
Quindi, a mio avviso, prima le togliamo e meglio è, e per di più prima diamo le loro risorse
e le loro competenze ai Comuni e meglio è. I
Comuni non devono essere costretti ad avere
una rappresentanza territoriale a cui associarsi,
ma devono essere liberi di poter condividere
tra di loro i servizi che vogliono con i Comuni
che vogliono.
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di Marco Marsili (Professore di giornalismo dell’Università degli Studi dell’Insubria -Varese
Esperto di comunicazione politica e multimediale)
L’avanzata del
Carroccio oltre il Po
Il partito di Bossi afferma
la leadership al Nord, sfondando
in Emilia Romagna. La Lega è
indispensabile per il centrodestra
L
e elezioni amministrative di giugno, che
hanno chiamato al voto circa 35 milioni
di elettori per il rinnovo di 62 province e
4281 comuni, di cui 30 capoluoghi di provincia, hanno definitivamente consacrato la Lega
come il “partito del Nord”. Ma non solo.
Il partito del premier sembrava trainato da un
Berlusconi apparentemente inarrestabile. Invece, i risultati delle amministrative in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna - tanto per
citare i casi più clamorosi - uniti ai dati delle
europee, dimostrano che al Nord il partito del
premier viene scavalcato dalla Lega, che punta a rafforzarsi sul territorio in vista delle regionali dell’anno prossimo.
A Milano - città da sempre “ostica” per il Carroccio - la Lega guadagna il consenso del 15%
degli elettori, grazie al lavoro del segretario
provinciale Massimiliano Orsatti, e del cittadino Matteo Salvini, fresco di elezione al Parlamento europeo con 70 mila preferenze (secondo solo a Bossi), e contribuisce in maniera
determinante all’elezione di Guido Podestà
(solo 4.600 voti di differenza rispetto all’inquilino uscente di Palazzo Isimbardi).
Stesso discorso per la neonata provincia di
Monza e Brianza, dove il candidato del Pdl,
il vicesindaco del capoluogo Dario Allevi, è
stato eletto grazie al contributo determinante
della Lega, cresciuta al 21% (contro il 33% del
Pdl). Nei capoluoghi dove la Lega ha schierato un proprio candidato legato al territorio,
l’affermazione del centrodestra al primo turno
è risultato più netto ed evidente.
A Bergamo il parlamentare del Carroccio Ettore Pirovano ha strappato la provincia al cen-
54 agosto club italia magazine
trosinistra con il 59% dei consensi, trainato da
una Lega al 35% (con il Pdl fermo al 22%).
A Brescia, il sottosegretario all’Economia Daniele Molgora ha conquistato la provincia, in
precedenza amministrata dal centrosinistra,
con il 55% dei voti, sostenuto da Pdl e Lega
appaiati al 27%.
Il candidato della Lega trionfa anche a Sondrio, dove Massimo Sertori si è aggiudicato
la vittoria con il 61% delle preferenze, con il
Carroccio che ha raccolto il 33% dei consensi,
contro il 28% del Pdl. A conferma del risultato delle elezioni europee, la Lega insidia il Pdl
proprio al Nord, dove ottiene risultati straordinari in città come Milano (15%) e Monza.
A Lecco il candidato del Carroccio Daniele
Nava ha superato di poco il 54%, spinto da
una Lega che, con il 25% dei voti, ha preso
solo due consiglieri in meno del Pdl, fermo
al 28%.
A Cremona il candidato del centrodestra, Massimiliano Salini, ha evitato il ballottaggio con
un risicato 51%, nonostante il 22% dei suffragi
a favore della Lega ed il 28% dei voti per il Pdl
28%, mentre a Lodi Pietro Foroni ha ottenuto
il 54% dei consensi, grazie al 20% della Lega,
che si somma al 27% del Pdl. Entrambe le province sono passate comunque all’amministrazione di centrodestra con il contributo determinante del Carroccio.
La Lega è stata determinante anche nelle altre
regioni del Nord, dove il centrodestra ha avuto la meglio grazie all’apporto determinante
del movimento fondato da Umberto Bossi.
In realtà amministrate dal centrosinistra, come
Venezia, dove Massimo Cacciari è stato sindaco per due mandati, la Lega ha conquistato il
21% dei voti, fermandosi a soli due punti dal
sorpasso ai danni degli alleati del Pdl, la cui
candidata, Francesca Zaccariotto, non ce l’ha
fatta al primo turno per un soffio.
La “Thatcher padana” si è comunque imposta
al secondo turno sul candidato del centrosinistra. A Belluno la Lega è pari con il 20% dei
consensi con il Pdl, mentre a Padova, con il
25%, è seconda a soli due punti dagli alleati.
A Rovigo il movimento guidato da Umberto
Bossi si attesta al 19%, e a Verona surclassa
addirittura il Pdl: 33,6% contro il 25,4% dei
consensi, contribuendo in maniere determinante all’affermazione di Giovanni Mozzi.
In Piemonte il Carroccio ha ottenuto “solo”
l’11% dei suffragi a Torino, dove al ballottaggio, si è imposto il candidato di centrosinistra,
mentre ha registrato percentuali doppie in altre province (il 20% a Novara, il 22,4% a Cuneo, il 13% ad Alessandria, il 17,7% a Verbano-Cusio-Ossola, e il 17% a Biella).
La Lega conferma l’avanzata a sud del Po, ottenendo risultati a due cifre in una regione
storicamente di sinistra come l’Emilia Romagna.
Il Carroccio ottiene il 17% a Piacenza, il 15%
a Reggio Emilia, il 14% a Modena e a Parma,
l’11% a Forlì e Cesena, il 10% a Ferrara, il 9%
a Rimini, e l’8,50% a Bologna.
La Lega avanza anche in Toscana, unica regione a mantenere la propria inclinazione al
voto di sinistra: 6,6% a Prato, 5% a Siena, 5,6%
ad Arezzo, 5,4% a Pistoia, 4% a Pisa, 3,3%
a Firenze, 3,2% a Livorno, 2,6% a Grosseto.
Buona affermazione anche nelle Marche, sebbene con risultati non omogenei (4% a Macerata, 2,3% ad Ascoli, e 2,5% a Fermo).
Straordinario il risultato ottenuto dal movi-
mento di Bossi a Pesaro e Urbino, dove ha
ottenuto il 9% dei suffragi, contro il 4% di Perugia, ed il 2,4% di Terni. Umbria e Toscana
sono le uniche due regioni del centro-nord,
che, insieme alla Liguria (la Lega ha ottenuto l’11% a Savona) non hanno voltato le spalle al centrosinistra.
Il risultato della tornata elettorale di giugno è
stato di 34 province a 28 per il centrodestra (il
centrosinistra partiva da 50-12).
Al primo turno il centrodestra ha prevalso con
26 province a 14, alle quali si sono aggiunti
altri 14 successi al ballottaggio. In tutte le province dove il centrodestra ha ottenuto un’affermazione, il contributo della Lega si è rivelato determinante, dimostrando l’insufficienza
del Pdl, non solo al Nord, ma anche in altre
regioni oltre il Po.
Le argomentazioni vincenti della Lega Nord
Con le elezioni del 6 e 7 giugno il Carroccio
ha messo una seria ipoteca sul governo di
una regione del Nord, che difficilmente potrà
essere negata dagli alleati. Le elezioni dell’anno prossimo, dovrebbero vedere finalmente
la candidatura di un esponente della Lega alla
guida di Lombardia, Veneto o Piemonte.
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La Lega Nord alle elezioni: i numeri della crescita
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Risultati Elezioni Regionali Lombardia 1990 - 2005
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Risluati Elezioni Europee 1989 - 2004
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62 agosto club italia magazine
di Pamela Martinoli
Indipendenza,
federalismo tra
separatismo e
secessionismo
Viaggio tra i movimenti separatisti ed indipendentisti d’Europa
L
’indipendentismo è un fenomeno politico
caratterizzato dalla rivendicazione del l’indipendenza di un territorio dalla sovranità di uno Stato. Spesso, con questo significato,
si usa anche il termine “separatismo” o “secessionismo”, che ha caratterizzato la politica della Lega Nord per l’indipendenza della Padania
a metà degli anni ’90.
Un fenomeno analogo, da tenere distinto, in
quanto meno radicale negli scopi, e in genere fondato su considerazioni di diversa natura, è l’autonomismo, che si prefigge come scopo l’ottenimento di maggiori poteri nell’amministrazione di una località che rimane comunque sottoposta alla sovranità dello Stato.
I movimenti indipendentisti spesso si basano
sulla rivendicazione del diritto di autodeterminazione dei popoli, così com’è riconosciuto nel diritto internazionale, e fondano la le-
64 agosto club italia magazine
gittimità di simili rivendicazioni sulla storicità di una passata indipendenza del territorio
medesimo e sulla tipicità culturale del popolo che lo abita.
In sostanza essi rivendicano una diversa nazionalità dello Stato sovrano sul territorio rispetto al popolo che lo abita
Il Carroccio, pur non mancando nella sua
ideologia tratti indipendentisti, soprattutto
alle origini, è ora appartenente al fenomeno
dell’autonomismo in quanto sostenitrice ormai
da tempo del federalismo e non più della secessione.
La politica della Lega, infatti, si è concentrata sul trasferimento di parte significativa delle
competenze legislative ed amministrative dallo Stato centrale alle Regioni (devolution) secondo un modello federalista simile a quello
dei land tedeschi.
I movimenti che si battono per il diritto all’autodeterminazione dei popoli sono di diversa
ispirazione ideologica. In Europa gran parte
di questi si rifanno al cattolicesimo (Irlanda
del Nord, Scozia, Galles e Sud Tirolo/Südtirol), o sono di ispirazione laico-progressista
(Sardegna, Sicilia, Veneto), con frange estreme socialiste e marxiste (Irlanda del Nord, Paesi Baschi, Catalogna, Corsica e Sardegna) e
nazionaliste (Fiandre, Bretagna Borgogna).
Il Italia i principali movimenti ispirati da tesi
indipendentiste sono l’Union für Südtirol e
Süd-Tiroler Freiheit in Alto Adige/Südtirol, il
Movimento Indipendentista Ligure, a Manca pro s’Indipendentzia, Sardigna Natzione, iRS Indipendèntzia
Repùbrica de Sardigna e il Partito Sardo d’Azione, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia e Frunti Nazziunali Sicilianu,
l’Union Valdôtaine, il Partito Nazionale Veneto, e il movimento
d’opinione Domà Nunch, di stampo econazionalista, nell’area insubrica, oltre al Front Furlan in Friuli.
Nell’accezione intesa dalla Lega Nord di Umberto Bossi, la Padania è un’entità politico-amministrativa astratta comprendente tutte le otto
regioni dell’Italia settentrionale (anche se suddivise in modo diverso in 10 stati federati):
Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia,
Trentino, Südtirol, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia e Romagna più tre regioni centrali
(Toscana, Umbria e Marche per la quale questo movimento politico chiese inizialmente
una condizione di maggiore autonomia, nella forma di unione federativa della macro-regione Padania con le restanti parti dello Stato Italiano).
L’Indipendenza della Padania venne annunciata a Venezia il 15 settembre 1996 da Umberto Bossi. L’annuncio aveva un significato
esclusivamente propagandistico e non ebbe
conseguenze pratiche: non venne mai costituito nessuno Stato indipendente denominato Padania,
semplicemente la Lega Nord organizzò una serie di articolazioni
delle organizzazioni di partito con
l’obiettivo di configurare una sor-
ta di “governo ombra” contrapposto a quello ufficiale con sede a
Roma.
Il Parlamento del Nord, ex Parlamento della Padania e Parlamento
di Mantova, è un organismo creato dalla Lega Nord con rappresentanza pressoché interna al proprio
ambito politico, attraverso la consultazione
degli iscritti e dei simpatizzanti del movimento
ogni cinque anni. La prima sede ufficiale delle
riunioni plenarie del neonato Parlamento padano ebbe luogo a Villa Riva Berni a Bagnolo
San Vito, nel mantovano. La sede delle riunioni è attualmente situata a Vicenza, nella villa
Bonin Maistrello, in via dell’Oreficeria 21.
Durante le consultazioni quinquennali ai gazebo vengono eletti i rappresentanti dei partiti e il Primo ministro della Padania. I primi ministri, in ordine cronologico, dal 1996 sono:
Giancarlo Pagliarini (1996-97), Roberto Maroni (1997-98), Manuela Dal Lago (1998-99), Mario Borghezio (dal 1999). Il 10 febbraio 2007,
su richiesta del Segretario federale della Lega
Nord Bossi, il Parlamento della Padania ha riaperto ufficialmente i battenti con sede a Vicenza, nella villa Bonin Maistrello. Attualmente il
presidente del Parlamento del Nord è Roberto Maroni.
Nell’esecutivo presieduto da Pagliarini, Fabrizio Comencini era
ministro degli Esteri, Giovanni Fabris della Giustizia, Alberto Brambilla del Bilancio e Giovanni Robusti (leader dei Cobas del latte)
dell’Agricoltura. Del governo presieduto da Maroni, il cui vice era Vito Gnut
Gnutti, c’era pure un ministro dell’immigrazione,
nella persona di Farouk Ramadan, che lascerà
poi la Lega per fondare Libertà Emiliana.
L’esecutivo guidato da Manuela Dal Lago probabilmente rappresenta l’apice dell’indipendentismo padano e comprendeva Giancarlo Pagliarini come vice presidente e ministro
dell’Economia, Giovanni Fabris alla Giustizia, Alessandra Guerra agli Esteri, Flavio Rodeghiero alla Cultura e istruzione, Giovanni
Robusti all’Agricoltura, Roberto Castelli ai Trasporti, Francesco Formenti all’Ambiente, Sonia
Viale agli Affari sociali e famiglia, Alfredo Polclub italia magazine agosto
65
lini (presidente della Guardia nazionale padana) alla Protezione civile, Francesco Tirelli (presidente
dell’attuale Ente sportivo riconosciuto CONI Sport Padania) allo
Sport e Roberto Faustinelli (presidente di Eridiana Records) allo
Spettacolo.
La linea secessionista è andata successivamente scemando, ed è stata infine accantonata col congresso di Varese e la nuova alleanza
di Bossi con Silvio Berlusconi, che
ha sancito l’ingresso della Lega
nella Casa delle Libertà, anche se
il Parlamento del Nord, dopo aver
cambiato nome in Assemblea padana, sotto la presidenza di Francesco Speroni, ha continuato comunque a riunirsi.
Il Parlamento Padano è diviso al suo interno
in forze politiche concorrenti, che adottano,
pur facendo riferimento sempre
e comunque al pensiero politico
della Lega Nord, denominazioni
ispirate in modo variamente creativo a ideologie politiche che comunque, nell’accezione comune,
nulla condividono con il pensiero leghista.
Queste componenti sono: Comunisti padani,
Socialisti padani - Lavoro e società padana, Leoni padani, Lombardia Nazione, Cattolici Padani, Liberal-democratici - Forza
Padania e Destra padana - Alleanza europea.
Il 26 ottobre 1997, la Lega Nord
organizzò le cosiddette “prime
elezioni del Parlamento Padano”
(successivamente Parlamento del
Nord). Circa 4 milioni di Italiani
del Nord (6 milioni secondo il Partito) si recarono ai seggi e scelsero tra diversi partiti padani: Matteo Salvini era candidato per i Comunisti Padani (5 seggi
su 210); Roberto Maroni, Marco
Formentini, Giovanni Meo Zilio
(ex-Socialista e partigiano durante la Resistenza), Franco Colleoni e Mariella Mazzetto lanciarono
il socialdemocratico Democratici
66 agosto club italia magazine
Europei-Lavoro Padano (52 seggi); un gruppo di leghisti veneti formò il venetista Leoni
Padani (14 seggi); Giuseppe Leoni e Roberto Ronchi fondarono il cristiano-democratico
Cattolici Padani (20 seggi); Giancarlo Pagliarini, Vito Gnutti, Roberto Cota, Massimo Zanello e Corrado della Torre (allora capogruppo
leghista in Regione Lombardia), guidarono il
liberal-conservatore Liberaldemocratici-Forza
Padania, che propugnava
un’alleanza con il partito
di Silvio Berlusconi richiamato nel nome (50 seggi);
Marco Pottino lanciò Padania liberale e libertaria
(12 seggi); Erminio Boso
guidava il conservatoreagrario Unione padana
agricoltura, ambiente, caccia, pesca (5 seggi);
Enzo Flego e Walter Gherardini formarono la
nazional-conservatrice Destra padana (27 seggi); Benedetto Della Vedova, un politico radicale (attualmente deputato del Pdl), fu eletto a
capo di una lista libertaria antiproibizionista e
liberista, mentre il parlamentare verde Nando
Dalla Chiesa si candidò senza successo a Milano per la lista antisecessionista Cittadini del
Nord per un’Italia democratica.
Batasuna
Diversa la storia degli altri partiti indipendentisti
europei. Batasuna è attivo nelle regioni spagnole di Navarra e dei Paesi
Baschi e nel dipartimento francese dei Pirenei atlantici (territori noti come
Euskal Herria). Si denomina indipendentista,
socialista, femminista e ambientalista.
Tra i suoi obiettivi prioritari c’è la creazione di
uno stato socialista che porti prima all’autodeterminazione e poi all’indipendenza dei paesi
baschi dallo Stato spagnolo e da quello francese. Dalla magistratura spagnola è considerato il braccio politico dell’organizzazione armata Eta. Ha goduto, fin quando non è stato
dichiarato illegale, di circa il 10% dei voti nelle
aree basche spagnole. Nel corso degli anni ha
cambiato più volte il suo nome (Herri Batasu-
na, Euskal Herritarrok, Batasuna), per aggirare
i divieti posti dallo Stato spagnolo.
Nelle elezioni regionali del 2005 Batasuna ha
invitato i propri elettori a votare per il Partido
Comunista de las Tierras Vascas (EHAK, la sua
sigla in lingua basca o euskera vuol dire Euskal Herrialdeetako Alderdi Komunista), che
molti considerano un mero prestanome dello
stesso Batasuna. Il suo status politico è sempre stato molto controverso.
Il parlamento spagnolo aveva iniziato nell’agosto 2002, sia pure in assenza di un totale
consenso, un processo per giungere alla dichiarazione di illegalità del Batasuna. Contestualmente, in un procedimento parallelo, il
giudice Baltasar Garzón ne aveva disposto la
sospensione dopo che l’attività di intelligence
aveva accertato gli stretti rapporti intercorrenti fra il partito stesso e l’Eta.
Infine, il Tribunal Constitucional - in virtù degli accertati legami
con almeno una parte dell’Eta - ha dichiarato Batasuna illegale
il 18 marzo 2003. In
Francia, invece, Batasuna è ancora un partito legale, e in tale Pae
Paese, l’Eta avrebbe spostato la sua sede.
Gli Stati Uniti considerano Batasuna a tutti gli
effetti una organizzazione terroristica dal maggio dello stesso 2003 e a questa risoluzione
sono giunti anche un mese dopo i paesi della
Ue. In Spagna a tutti i membri del parlamento
non appartenenti a partiti politici indipendentisti sono richieste particolari misure cautelative in ogni spostamento per il timore che possano essere oggetto di attentati.
I membri di Batasuna, o comunque gli aderenti a movimenti o partiti politici nazionalisti baschi, sogliono definirsi col termine abertzale.
sinn Féin
Lo Sinn Féin (letteralmente noi stessi in lingua irlandese, ma spesso reso in inglese come
“ourselves alone” o “noi altri soli” in italiano) è
il movimento indipendentista irlandese fondato nel 1905 da Arthur Griffith. Nell’Irlanda del
Nord è dal 2005 il più forte partito fra i cittadini cattolici e per questo viene sovente indi-
cato, in modo errato, come
il partito cattolico nord-irlandese.
Nella Repubblica di Irlanda è, dal 1997, presente in
Parlamento, votato soprattutto nelle regioni di confine con l’ Irlanda del Nord.
Il Sinn Féin inizia la sua attività politica occupandosi principalmente di propaganda, promuovendo la causa dell’indipendenza irlandese e la nascita di due monarchie: una in
Inghilterra e una in Irlanda. Anche se non uf
ufficialmente, nel 1916 partecipa all’insurrezione
di Pasqua sposando la causa repubblicana.
Nel 1918 ottiene 73 dei 105 seggi da assegnare alla rappresentanza irlandese a Londra, e si
riunisce in un parlamento autonomo. Alla presidenza del governo provvisorio viene eletto
Eamon De Valera. Il movimento si smembrò
in seguito alla firma del “patto di Londra”, che
comportava grosse limitazioni territoriali e di
sovranità per la neonata repubblica, in quanto l’Ulster rimaneva sotto la completa giurisdizione britannica, mentre la sovranità formale
del resto dell’isola restava nelle mani della corona inglese.
De Valera si staccò quindi dal Sinn Féin, dando inizio alla tragica guerra civile irlandese, in
cui morì lo stesso Michael Collins, che allora
presiedeva il Sinn Féin. Nelle elezioni del 1922
il Sinn Féin ottenne la maggioranza, che perse
però, a causa della crisi economica, nel 1934.
Dalle ceneri del Sinn
Féin sono
nati i partiti
Fianna Fàil
di De Valera e il Fine Gael di Michael Collins.
Nella Repubblica d’Irlanda lo SF ha visto, dal
1989, lentamente crescere i propri consensi.
Nel 1997, lo Sinn Féin è riuscito, dal 1957, ad
eleggere per la prima volta un deputato, grazie al 2,6% dei consensi. I voti per il partito sono più che raddoppiati nelle elezioni del
2002, quando i socialisti nazionalisti hanno ottenuto il 6,5% dei consensi ed hanno eletto 5
deputati.
Alle politiche del 2007, i seggi sono scesi a 4,
pur avendo avuto un incremento in termini di
club italia magazine agosto
67
consensi, 6,9% (+0,4%). Il Sinn Féin odierno
è invece un partito indipendentista molto attivo soprattutto nell’Irlanda del Nord, dove proclama la necessità dell’unità irlandese. Organo
politico dell’Ira, nel 1998 partecipa alla stesura
degli “Accordi di Stormont”. Nel suo programma politico sono presenti spunti e argomentazioni di stampo socialista.
Attuale leader del movimento è Gerry Adams.
Altro personaggio chiave del partito è Martin
McGuinness che attualmente ricopre la carica
di vicepremier nel governo di coalizione nordirlandese.
Non ufficialmente, ma secondo molte fonti,i
due sarebbero stati membri del consiglio direttivo della Pira, braccio armato del partito
durante gli anni della guerra.
Alle elezioni del 2007 per il Parlamento dell’Irlanda del Nord, il Sinn Féin ha conquistato il
26,2% dei consensi ed ha eletto 28 deputati,
incrementando i propri consensi: 10% (1982);
15,5% (1996); 17,7%(1998); 23,5% (2003).
scottish n
national Party
Il Partito nazionale scozzese (In inglese Scottish National Party; in gaelico scozzese Pàrtaidh Nàiseanta na h-Alba) rivendica l’indipendenza della Scozia dal
Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord che
contribuì a costituire nel
1707.
Il Partito nazionale scozzese si formò nel 1934 dalla
fusione del National Party of Scotland e dello
Scottish Party. Nel 1945 ottenne uno scanno al
parlamento del Regno Unito, ma lo perse solo
tre mesi dopo alle elezioni generali. Riuscì a
riconquistare un seggio solo nel 1967, quando
a sorpresa Winnie Ewing riuscì a battere, nelle
elezioni suppletive, il candidato laburista.
Il maggior successo elettorale dello Scottish
National Party fu nel 1974, quando prese un
quarto dei voti scozzesi. È attualmente alla
guida di un governo di minoranza in seguito alle elezioni del 2007 in cui ha ottenuto 47
seggi su 129 nel Parlamento scozzese.
La politica economica si
basa sui valori della socialdemocrazia europea
68 agosto club italia magazine
(disarmamento nucleare, tassazione progresprogres
siva, redistribuzione del reddito, sradicamento della povertà, sussidi agli studi superiori). Si
impegna inoltre per una Scozia indipendente
all’interno dell’Unione europea, ed è favorevole all’adozione dell’euro, mentre è contrario
all’adesione alla Nato.
È nel programma la realizzazione di un referendum sull’indipendenza entro il 2010. Il Partito nazionale scozzese attualmente è riconosciuto come forza politica di centrosinistra, ma
non lo è stato in passato.
Dall’epoca della fondazione del partito ci furono tensioni ideologiche tra le due ali del partito, quella proveniente dal National Party of
Scotland, di centrosinistra, e quella dello Scottish Party, di posizioni conservatrici.
Tuttavia le
questioni
ideologiche,
sono state in
seguito, superate, ed il
partito si è
assestato su
una linea socialdemocratica, in concorrenza con
il
Labour
Party,
negli anni Sessanta, quando ci furono Sean Connery con il tradizionale kilt
tensioni con alcuni membri che conquistarono
il loro seggio in circoscrizioni conservatrici.
Ulteriori tensioni si ebbero nel 1979, stavolta
da un gruppo proveniente da sinistra che voleva spostare il partito, da socialdemocratico
a socialista.
Attualmente ci sono due fazioni, i “gradualisti”
e i “fondamentalisti”, sul metodo per raggiungere l’indipendenza della Scozia.
Ricordiamo che lo Scottish National Party, annovera tra i suoi principali fondatori e finanziatori l’attore Sean Connery, indimenticato interprete dell’Agente 007 James Bond.
di Giampaolo Mannu
Il cuore nel pallone
Renzo Bossi: “quando la libertà dei popoli passa attraverso il calcio”
I
l figlio del Senatùr alla guida della nazionale padana per i
campionati del mondo delle nazioni non riconosciute. Passa
anche attraverso il calcio la lunga marcia della Lega verso il
federalismo.
E a tenere alta la bandiera del Carroccio questa volta è il figlio del
senatùr, Renzo Bossi, che dal 22 al 27 giugno, in occasione dei
Campionati del mondo delle nazioni non riconosciute, ha portato
la sua nazionale Padana per i campi della Lombardia.
"Dopo i campionati dell'anno scorso in Lapponia, dai quali siamo
tornati vincitori abbiamo organizzato le finali di quest'anno in
Padania - spiega soddisfatto Renzo Bossi - Abbiamo giocato a
Novara, Varese, Brescia e Verona, e con la squadra siamo andati
anche a Pontida per invitare tutto il popolo padano a sostenere
questa iniziativa".
Un modo, insomma, per riunire le
diverse anime di quei popoli che pur
non essendo ufficialmente riconosciuti
come stati, lottano quotidianamente
per affermare la propria identità.
"Il messaggio che lancia il mondiale
- continua Renzo - rispecchia un po'
quel manifesto della Lega che abbiamo
usato in campagna elettorale: quando
il popolo padano cammina piega la
storia.Tutti i popoli che incontriamo
grazie al calcio portano avanti questo
nostro stesso discorso, combattere
per la libertà della propria terra, per
l'indipendenza del proprio popolo".
Viva Worldcup 2009
Finale
1° e 2°
posto:
Padania - Kurdistan 2-0
Finale
3° e 4°
posto:
Lapponia - Provenza 5-3
(dopo i calci
di rigore)
club italia magazine agosto
69
di Domenico D’Alessandro
Ponte di Legno:
tra storia e turismo
Fiore all’occhiello del turismo lombardo. Tradizione, cultura, sport
e tanto divertimento nel cuore delle montagne padane
A
ll’estremità della Val Camonica, in provincia di Brescia, sorge il paese più grande, per estensione, della stessa Valle: è
Ponte di Legno, importante località sciistica
che conta circa 1800 abitanti. Ponte di Legno
è, sempre per estensione, il paese più grande,
dopo Bagolino, della provincia di Brescia, rag-
giungendo i 100 km2. Per la sua posizione geografica rappresenta il confine tra la Lombardia e il Trentino Alto Adige tramite il Passo del
Tonale, e il confine tra le province di Brescia
e Sondrio tramite il Passo di Gavia. A Ponte di
Legno il torrente Narcanello, scendendo dal
ghiacciaio del Pisgana, ed il torrente Frigidolfo, che invece scende da
Val Malza e dal Lago Nero,
si incontrano e danno vita
all’Oglio, uno dei principali
affluenti del Po.
Anticamente il territorio era
occupato da una palude,
dunque il fondovalle - in
cui il paese è completamente immerso - è stato più
volte bonificato per agevolare sia la costruzione degli
edifici sia le coltivazioni e la
pastorizia.
la storia
Il nome del paese deriva dal
ponte di Dalegno, un antico
comune facente parte del
territorio chiamato Dalaunia
e comprendente quelli che
oggi sono i paesi di Ponte
di Legno e Temù. Le prime
notizie storiche sulla località
le troviamo un documento
nel 774: un diploma, datato
16 luglio con cui Carlo Magno affida al monastero di
San Martino di Tours la Val
Camonica.
70 agosto club italia magazine
Con molta probabilità però questo territorio
era abitato anche anteriormente a questa data:
secondo alcuni reperti sarebbe stato prescelto
persino dai Celti e riprova ne sarebbe il fatto che la lingua celtica presenterebbe diversi
punti di contatto col dialetto di Ponte di Legno.
Stando ad alcune fonti, dopo i Celti sarebbe
arrivata la civiltà di Halstatt, che conosceva i
metalli e le armi e proveniva dalla piana di
Strasburgo; in seguito sarebbero arrivati anche
i Romani che vollero favorire i commerci tramite i passi di Gavia e di Tonale e sopprimere
rapidamente le varie ribellioni dei popoli valtellinesi.
ponte di legno oggi
Se i dati sulla storia più remota del paese sono
scarsi, c’è invece certezza su quanto accaduto nel secolo scorso. Ponte di Legno è stata
scenario sanguinoso di entrambe le Guerre
Mondiali, e data la sua posizione geografica
particolare che lo rendeva un avamposto tra
Italia e Austria, questo territorio ha avuto un
ruolo di grande importanza strategica nella
primo dei due conflitti mondiali.
Infatti Ponte di Legno il 27 settembre 1917
venne pesantemente bombardata dai cannoni
austriaci e rasa in breve tempo al suolo. La
piazza principale del Paese, da allora, vuole
proprio ricordare questo drammatico avvenimento che segnò profondamente la storia
del territorio. Al termine della Grande Guerra
partì immediatamente la ricostruzione, che si
concluse meno di cinque anni più tardi: alla
cerimonia che sanciva la conclusione dei lavori partecipò anche Vittorio Emanuele III a
dimostrazione della grande importanza che la città
aveva assunto durante il
conflitto.
turismo e non solo
Il paese, nella stagione
estiva, si riempie di turisti
che accorrono da tutta Italia e anche dall’estero: gli
alberghi e i ristoranti fanno segnare puntualmente
il tutto esaurito.
Ponte di Legno rappresenta inoltre, una splendida
meta per tutti gli appassionati di montagna grazie
alle centinaia di chilometri
72 agosto club italia magazine
di piste, dotate anche di
impianti per la neve artificiale, e alle decine di moderni impianti di risalita.
Solo nel 2006 è stata inaugurata una nuova e tecnologica cabinovia che collega in meno di un quarto
d’ora Ponte di Legno con
la sua frazione del Passo
del Tonale.
Da non dimenticare poi
che proprio qui si trova la
pista da sci più lunga d’Europa, che raggiunge i 1700
metri di dislivello collegando il ghiacciaio Presna alla
località Sozzine. Ma a Ponte di Legno sono
moltissime le attività sportive da praticare oltre
allo sci: per esempio il calcio, il ciclismo e il
golf con strutture ed impianti all’avanguardia
e pronti a soddisfare le esigenze dei turisti più
esigenti.
Il sindaco di Ponte di Legno in carica è Mario
Giuseppe Bezzi, espressione della lista civica
“Dalignesi a Favore”, giunto al suo secondo
mandato con grande successo e soddisfazione. Nelle ultime elezioni, svoltesi nell’aprile
2008, ha ricevuto quasi l’80% dei voti: un vero
plebiscito, riconoscimento tributato dagli elettori a chi ha saputo fare di questa località un
vero fiore all’occhiello della Padania.
di Gianpiero Gamaleri (Professore Ordinario di Sociologia dei processi culturali
e comunicativi Università degli Studi Roma Tre)
Riflessioni
sulla comunicazione
della Lega
C
redo che sia impossibile riflettere sull’immagine che un partito dà di sé senza fare
riferimento anche alla sua linea politica.
I partiti, come le persone, nella loro rappresentazione esterna non possono muoversi secondo criteri astratti, ma valorizzando la propria fisionomia, le proprie qualità e i propri
difetti.
Analizzando quindi il rapporto tra la linea politica ed l’immagine, si viene a rilevare che la
comunicazione della Lega presenta tratti di
marcata originalità rispetto a quella di tutti gli
altri partiti. Manifesta anzi una controtendenza
unica nel panorama politico italiano.
L’estraneità deLLa
LLa Lega
LL
ai rituaLi teLevisivi nazionaLi
Questa originalità e questa controtendenza sono riferite innanzi tutto a un dato ormai
consolidato: quanto più la Lega risulta estranea ai grandi circuiti della comunicazione di
massa - a cominciare dalla televisione nazionale - tanto più il consenso degli elettori cresce.
Questa tendenza non è più un’eccezione
riguardante questa o quella consultazione, ma un dato ripetuto, costante, ricorrente, che aiuta a cogliere la “cifra” politica di questa formazione. La parziale
estraneità della Lega ai rituali televisivi si
configura così in una duplice chiave.
Da una parte essa subisce una certa emarginazione dai circuiti dei media dovuta
all’applicazione di regolamenti e all’attuazione di prassi non favorevoli sostenute
sia dagli avversari, sia dagli stessi alleati, come nel caso della posizione “ingom-
74 agosto club italia magazine
brante” del Partito delle Libertà che tende a
schiacciarne la presenza proprio nelle regioni, come la Lombardia, in cui la Lega raccoglie
notevoli consensi. Come scriveva Davide Caparini, segretario di presidenza della Commissione parlamentare di indirizzo e vigilanza dei
servizi radiotelevisivi il 30 marzo 2009, “tra
maggio e dicembre 2008 il Tg Regionale Rai
della Lombardia ha violato il pluralismo politico discriminando la Lega Nord”. A dimostrarlo - aggiungeva - sono i dati dell’Osservatorio
di Pavia, secondo i quali “ai rappresentanti
del governo della Regione, cioè a Forza Italia e
An è andato il 67,76 per cento del tempo complessivo, contro il 18,13 per cento del Pd e soltanto il 7,26 per cento della Lega Nord.”
Dall’altra parte sembra essere la Lega stessa a
volersi distinguere attraverso una certa emarginazione dal circuito dei media, manifestando una misura di estraneità come controprova
del suo radicamento territoriale e di un contatGianpiero Gamaleri
to più diretto con gli elettori, che si dimostrano ormai indifferenti o infastiditi dal “teatrino
della politica” che si svolge sui grandi organi
d’informazione. Questa rarefazione di presenza viene quindi ampiamente riequilibrata in
termini di consenso politico dalla fitta trama
di relazioni umane che il partito tesse sul territorio con una rete che si allarga gradualmente
senza metodologie sofisticate, ma con quella
tecnica del passaparola che vincola i cittadini a un rapporto non episodico ma più fedele e duraturo.
L’efficacia deLL passaparoLa
L
neLLa
LLa comunicazione poLitica
LL
Questo atteggiamento della Lega, coevo alla
sua origine, è stato anticipatore degli orientamenti più recenti dei professionisti stessi del
messaggio pubblicitario. Essi hanno capito
che le grandi campagne giornalistiche, televisive e sui nuovi media digitali non danno più
risultati proporzionati ai costi. Il rimedio, allora, è tornare al passato.
Come ha scritto Paolo Mastrolilli su “La Stampa” in una interessante corrispondenza da
New York, non solo le aziende, ma anche i
partiti politici degli Stati Uniti hanno riscoperto
l’efficacia del passaparola. Alcune compagnie
“assumono migliaia di volontari e li mandano in giro a parlare dei prodotti con gli amici.
In cambio, nella maggior parte dei casi, non
offrono soldi, ma campioni gratuiti della mer
merce prima che arrivi sul mercato. I volontari diventano “agenti segreti delle multinazionali”, e mentre sorseggiano un cocktail ad una
festa accennano distrattamente al fantastico
pantalone appena comprato, al nuovo programma di computer, al libro da non perdere, e magari anche alle sal
salsicce di pollo, saporite come quel
quelle di maiale ma più sane. Gli
amici ignari ascoltano, prendono nota mentale del consiglio, e alla prima occasione comprano. I ri
risultati di vendita sono strepitosi e
i costi minimi, per
perché spesso i volontari
non ritirano neppure i premi promessi:
si accontentano di essere «trendsetters», e
la vera scarica adrenalinica gliela dà il
gusto di conoscere i
prodotti in anticipo e
stabilire le tendenze.
Poi magari scrivono
anche rap
rapporti, per
raccontare le reazioni del pubblico”.
Tutto ciò vale a maggior ragione in politica, dove il consenso del cittadino non
si conquista con una
battuta riuscita, ma spostando l ‘asse delle sue
convinzioni.
E ciò avviene soltanto attraverso un rapporto dialogico e partecipativo. Sempre con riferimento agli Stati Uniti, Karl Rove, principale
consigliere di Bush, si vantava di avere il telefono e l’indirizzo di tutti gli elettori repubblicani, ma per portarli alle urne puntava sugli
amici volontari almeno quanto sugli spot televisivi.
E la campagna presidenziale di Obama, con
il successo che ne è conseguito, è stato un
mix esemplare di passaparola personale e di
passaparola digitale attraverso la fitta trama di
mail individualizzate indirizzate ai singoli elettori.
Tutto ciò è oggetto di studi e ricerche in corso
anche in Italia, ad esempio presso la mia catclub italia magazine agosto
75
tedra di sociologia dei processi culturali e comunicativi, puntando l’attenzione proprio sul
livello di relazione personale conseguibile anche attraverso la rete.
In questo, l’esperienza della Lega costituisce
un terreno di studio estremamente pertinente e interessante. Ci si deve infatti interrogare
su quali siano i canali del suo allargamento da
Nord verso il Centro, in regioni come l’Emilia
e Romagna, le Marche, la Toscana, ecc.
Questa progressione per contiguità territoriale è la migliore riprova del “consenso gomito
a gomito” che caratterizza il partito, attraverso forme di proselitismo politico che, coinvolgendo sempre più soggetti in un progetto di
federalismo politico allargato, stempera anche
le minacce secessionistiche che erano tipiche
di una formazione più circoscritta.
Resta da vedere se la “lezione di Obama” può
portare anche da noi a forme di passaparola
digitale che non venga ascritto surrettiziamente a tecniche di comunicazioni di massa illusoriamente “personalizzate”, ma a modelli di
relazione che consentano un sufficiente grado
di partecipazione critica ed attiva.
Il progetto federalista
e la tenacia dell’azione politica
Abbiamo già detto come la forza della Lega
poggi, a nostro avviso, sull’elementarità dei
valori fondamentali che stanno alla base della sua proposta politica. Questa essenzialità
di impostazione ha avuto ed ha come conseguenza un linea riformista forte di una notevo-
76 agosto club italia magazine
le chiarezza di impostazione.
Essa si riassume nel progetto federalista, che
non si ferma al rafforzamento dei poteri territoriali, ma ridisegna l’intero assetto degli equilibri costituzionali.
Non si può trascurare il fatto che la riforma costituzionale che ha caratterizzato i due Governi Berlusconi della penultima legislatura e che
ha riguardato anche la redistribuzione di poteri centrali con l’istituzione del Senato delle regioni è nata su iniziativa e sulla spinta determinante della Lega.
A ciò si collega la constatazione della costanza espressa dal partito nel perseguimento del
progetto, manifestatasi all’indomani dell’abrogazione della riforma a seguito del referendum costituzionale e la ripresa del progetto
stesso nell’attuale legislatura, con l’approvazione di un federalismo fiscale che sembra ormai raccogliere, seppure con vari distinguo, il
consenso di gran parte
dei partiti, anche di opposizione.
Anche questo percorso
ha a che fare con il modello di comunicazione
politica della Lega.
Un programma politico che nasce a tavolino
e che si esprima occasionalmente con interventi a “Porta a porta” non
ha la forza di permanere, svilupparsi e vincere sull’arco di due legislature di maggioranza
intervallate da un’altra di minoranza. Soltanto
un radicamento forte, come quello di un robusto sostegno popolare, può alimentare la tenacia di un tale disegno politico.
Di conseguenza, occorre ragionare sul modello di comunicazione politica della Lega non
già in termini di propaganda di un’ideologia
precostituita, ma in termini di formazione della linea riformista attraverso una trama molto
fitta di comunicazioni e di consultazioni con
una base attiva che fa da sostegno al progetto
politico in tutte le sue fasi, anche e soprattutto nei passaggi più difficili, com’è certamente
stata la cancellazione di anni di lavoro politico
dovuta all’esito del referendum.
Occorre anche aggiungere che, al di là della riforma istituzionale del federalismo fiscale,
le ipotesi di assetto costituzionale di cui oggi
le diverse formazioni politiche sono disposte
a discutere - come ad esempio il superamento
del bicameralismo perfetto - sono molto vicine proprio alla riforma allora approvata.
La conciLiazione degLi opposti
Abbiamo precedentemente usato per la parola “ideologia”, ma siamo coscienti dell’improprietà di questo termine nel caso della Lega.
Essa infatti si manifesta, fin dalla sua fondazione, come un movimento composito che riassume al suo interno posizioni diversificate che
nella tradizionale geografia politica coprono
tutto l’arco che va da destra a sinistra e dalle
posizione “cattoliche” a quelle laiche.
Il tutto unificato intorno al valore, come abbiamo detto, del radicamento territoriale e popolare.
La Lega Nord vuole unire, partendo dalle regioni settentrionali, tutti quei cittadini i quali
domandano l’autonomia e il federalismo. Più
recentemente, poi, si interroga sui rapporti da
intrattenere con forme di autonomia territoriale, come quella siciliana, che riemergono da
una tradizione a lungo sopita.
Per tutte queste ragioni, la Lega tende ad essere un partito pragmatico e non ideologico, al
cui interno si possono individuare fin dall’origine diverse sensibilità, che tuttavia non frantumano l’insieme in quanto non si esprimono
in correnti organizzate.
I politologi hanno individuato, a grandi linee,
le seguenti posizioni, spesso retaggio della formazione pregressa dei dirigenti e degli
iscritti.
sociaLdemocratici e sinistra popuLista. Questo gruppo è molto forte in Lombardia e rappresenta l’originale gruppo fondatore,
che concepiva la Lega Nord come una forza
politica di centro-sinistra (e, per certi aspetti, socialdemocratica). Quest’area è più attenta alla giustizia sociale e alla difesa di salari e
pensioni, ed è anche sostenitrice della piccola
e media impresa.
LiberaL-centristi.
L
L-centristi.
È talvolta difficile distinguere questo gruppo dal primo; risulta co-
munque formato da quanti propugnano una
linea politica maggiormente centrista. È particolarmente forte in Veneto.
Libertari e LiberaLi. Rappresentano l’area
più liberale e riformista del Partito, inclusi alcuni libertari intransigenti.
cristiano-democratici.
Rappresentano gli iscritti più vicini al cristianesimo democratico, alla dottrina sociale della Chiesa
e all’economia sociale di mercato: per tali ragioni, possono essere considerati un ponte
tra l’area più a sinistra e l’area liberale.
conservatori. È l’area di centro-destra
del partito. Il gruppo è più forte in Veneto e
Piemonte che in Lombardia e i suoi membri
sono generalmente forti sostenitori dell’alleanza con il Popolo della Libertà, nonché delle posizioni della Chiesa cattolica nelle tematiche etico-sociali. Inoltre sono istintivamente
filo-americani: alcuni di loro hanno sostenuto
la guerra d’Iraq del 2003.
n
naziona
Listi. È l’area più a destra del partito. Essi hanno una posizione molto marcata riguardo le questioni dell’immigrazione. A
differenza della maggioranza del partito essi
si distinguono talora per qualche venatura di
antiamericanismo.
indipendentisti. Ponendosi in una posizione trasversale, propongono fondamentalmente l’indipendenza della Padania.
Naturalmente queste “componenti” trovano
in Umberto Bossi una sintesi e una composizione di tale efficacia da renderle poco distinguibili all’esterno.
In termini di comunicazione politica la loro
presenza viene però avvertita attraverso posizioni talora molto radicali che via via vengono portate all’attenzione della pubblica opinione.
Tutto questo, in termini di comunicazione, è
molto importante perché spiega di volta in
volta l’emergere di una posizione più o meno
marcata e la successiva “mediazione” di essa
nell’ambito della politica generale del partito.
In altre parole, non si tratta di una “marcia indietro”, e neppure di una resa agli argomenti del maggiore alleato, ma la maturazione di
una posizione più equilibrata nell’ambito delle diverse sensibilità del partito stesso.
club italia magazine agosto
77
La malattia di Bossi
e la comunicazione ieratica
La malattia del capo della Lega ha avuto un
riflesso molto importante sulla comunicazione di tutto il partito.
In un periodo di personalizzazione della politica, il venir meno, anche temporaneo, della
presenza del leader può avere conseguenze
molto gravi, fino a compromettere la sopravvivenza della formazione. Ciò a maggior ragione per un partito che tanto a lungo si era
identificato con il suo capo, a tal punto che
per una legislatura Bossi fu l’unico a rappresentarla nel Senato della Repubblica, tanto da
meritare ‘appellativo dialettale “el senatùr”.
Questo rischio, però, nel caso della Lega è
stato efficacemente superato.
In termini di comunicazione bisogna rilevare
che il pericolo di un collasso, di un’implosione del partito non avvenne durante la lunga
parentesi costituita dall’assenza del capo.
Bisogna subito dire che anche nei momenti più difficili della sua malattia, quella che
78 agosto club italia magazine
è venuta meno è stata la “voce” del capo,
non la sua guida, saggiamente mediata da
chi gli era più vicino: la moglie innanzi tutto
e alcuni suoi stretti collaboratori da lui stesso scelti.
Una situazione del genere era stata ben
rappresentata nel film di Akiro Kurosawa
“L’ombra del guerriero”, in cui veniva presentata una situazione, d’ambientazione medievale, in cui il venir meno del capo, lungi
dall’indebolire, aveva irrobustito il suo popolo assediato dal nemico, almeno per un
certo tempo.
Tornando alla Lega, in quello stesso periodo
il partito dimostra di saper far maturare una
classe dirigente forte e coesa, capace di sopperire alla presenza e all’immagine del leader
e nel contempo mantenendo intatta il suo carisma.
Umberto Bossi viene sempre avvertito presente come primo anello della catena decisionale, specie per le scelte strategiche più
impegnative, accrescendo in questo modo il
suo ruolo e preparando il suo ritorno.
Lasciamo ai politologi di studiare la genesi di
questa classe dirigente. Da punto di vista del
processi di comunicazione non può sfuggire il rapporto tra radicamento popolare del
partito ed emersione di personalità rappresentative.
I partiti d’opinione e i partiti di plastica devono mutuare la loro classe dirigente da ambiti estranei alla politica, come le università, le
aziende, i giornali, ecc.
I partiti che invece alimentano i vivai e sono
comunque collegati alla gente comune mutuano i leader dal base, per selezione naturale. Ciò ci induce a riflettere sul “doppio percorso” della comunicazione della Lega.
La sua proposta politica nasce perché stimolata da un vertice dotato di forte carisma, ma
permane e si irrobustisce per un consenso
molto convinto di una popolazione, capace
di creare nuovi aderenti dotati di convinzioni profonde che creano nei soggetti una vera
e propria “weltanschauung”, cioè una visione sociale dotata di una persuasione profonda della necessità di una crescita civile.
Affiorano così nuovi leader con storie, profili
e sensibilità - diverse corrispondenti del resto
alle diverse “anime” sopra ricordate del partito - che arricchiscono anche il registro comunicativo della Lega. E’ in questa fase che
si assiste a una rivalutazione del mezzo televisivo, ad esempio con diverse presenze di
Roberto Castelli a Porta a porta o con le performance di Calderoli tra rozzezza di espressione e finezza intellettuale e istituzionale.
Il rientro di Bossi dà un ulteriore spinta alla
presenza politica della Lega, culminata nel risultato elettorale alle Europee.
Bisognerebbe condurre uno studio particolare su quella che oggi si potrebbe chiamare
la “comunicazione oracolare” del leader della Lega. I postumi della malattia hanno essenzializzato i suoi interventi.
Ma lungi dal depauperarli, li hanno resi più
incisivi, creando una combinazione tra autorevolezza ed equilibrio.
La Lega, come e più degli altri partiti, ha una
manifestazione di posizioni che potremmo
chiamare “stop and go”: si enuncia un obiettivo di grande impatto per poi operare una
ragionevole mediazione sui passaggi che lo
possono avvicinare.
L’attuale registro comunicativo di Bossi consente di mantenere la coerenza rispetto agli
obiettivi politici del partito e insieme di recuperare sul piano delle relazioni umane i collanti che rendono salda un’alleanza, com’è
nel caso della conclamata “amicizia” con Silvio Berlusconi, in nome della quale sono
state composte tante difficoltà, senza che la
cosa venisse avvertita come una mediazione
di convenienza.
In questo senso si avverte anche una capacità di moderazione progressiva che, al di là di
certi toni, investe l’intero partito sull’esempio
del suo leader e lo rende più vicino alla nostra tradizione cristiana, anche in momenti di
più aspro contrasto.
dell’oggetto stesso del discorso - la comunicomuni
cazione della Lega - che non si avvantaggerebbe di un discorso che non fosse basato su
riflessioni autorevoli e dati oggettivi.
Resta però la necessità, quando si affronta un
tema così complesso e delicato e che mobilita profonde passioni umane e sensi di appartenenza e, nel contempo, registra profonde forme di dissenso, di cogliere “le ragioni
dell’interlocutore” e soprattutto di rispondere alla domanda: come mai la Lega sta raccogliendo un così largo consenso popolare
proprio nel momento in cui le critiche si fanno più aspre?
La risposta è una sola: vi deve essere una
corrispondenza ideale e pragmatica tra la sua
base e l’azione del partito e vi deve essere anche una rete di comunicazione in gran
parte alternativa rispetto agli strumenti e ai
modelli tradizionali che alimentano il dialogo vertice-base nelle tradizionali formazioni
politiche.
Le riflessioni suesposte hanno l’unica ambizione di esplorare senza pregiudizi forme e
canali di comunicazioni e di relazioni umane
che spieghino un fenomeno politico che merita la nostra attenzione.
un pensiero finaLe
La lettura di queste note potrebbe far pensare a un’interpretazione benevola da parte
dell’estensore di questo articolo.
Debbo subito precisare che qualsiasi compiacenza sarebbe dannosa sia all’ambizione, da
parte di chi scrive, di analizzare i fatti con suf
sufficiente distacco scientifico, sia all’importanza
club italia magazine agosto
79
di Anna Rita Chietera
Media Padani:
il mondo dell’informazione leghista
Il Carroccio ed i mezzi di comunicazione. Una rete completa
ed articolata per diffondere le idee e le notizie inerenti al partito
D
a piccolo partito padano a grande realtà politica nazionale. La Lega ha consolidato la propria posizione attraverso il carisma dei leader, le sue idee e la concretezza. Fondamentale nella diffusione dei suoi principi è stato un uso sapiente e sinergico dei mezzi di comunicazione. Il sito internet della Lega Nord costituisce un organo di raccordo della rete mediatica creata dal partito.
Questa finestra sull'universo leghista informa i lettori
a proposito dell'impegno politico, delle idee e delle
iniziative, con indicazioni e contatti, volti ad orientare
i visitatori. Cittadini interessati a conoscere meglio la
Lega o curiosi disorientati dal linguaggio politico, accedendo al sito www.leganord.org, potranno trovare
delucidazioni riguardo al federalismo, alla questione
della sicurezza, della scuola e dell'ambiente. Un'altra
ampia sezione è dedicata alle imprese, al lavoro, alla
famiglia ed allo sport.
Il mondo della
Lega illustrato con chiarezza in tutte le sue declinazioni,
insomma. Il sito internet rappresenta anche un importante punto di riferimento per il popolo padano. Facilmente accessibile all'utente, campeggiano sulla “home page”
notizie ed informazioni a proposito delle prossime iniziative del popolo del Carroccio. Attraverso il sito si può accedere anche agli altri strumenti di cui si avvale la comunicazione del partito.
Telepadania, il quotidiano La Padania e Radio Padania Libera, sono tutti comodamente fruibili attraverso link legati la mondo del Carroccio.
Telepadania è la tv della Lega.
Quando è nata, nel 1997, si è proposta
come associazione Etere Padano. L'obiettivo di questo progetto era di costituire
una nuova realtà televisiva indipendente. A
capo dell'associazione, all'epoca, c'era Marco Formentini. Il suo progetto era quello di contracontra
stare il monopolio dell'informazione, diviso tra Rai e Mediaset. Nel 1998, il proprietario di Telecampione, Raimondo Lagostena Bassi, propose all'associazione Etere Padano di diffonderne
i contenuti.
Il progetto prese il via definitivamente
nell'ottobre del 1998. La nuova iniziativa si impose subito all'attenzione dei
media.
80 agosto club italia magazine
Anche il canale televisivo si occupa principalmente di informazione politica. I programmi proposti riguardano panoramiche sugli interventi più significativi dei leghisti in Parlamento, focus sulle iniziative di maggior rilievo, manifestazioni ed anche aspetti più ludici,
come il concorso di bellezza Miss Padania.
La tv della Lega Nord è accessibile attraverattraver
so il satellite. Per
gli utenti interessati a sintonizzarsi su Telepadania, il sito ha
disposto anche
una pagina con
tutte le informazioni necessarie.
L'organo d'informazione per eccellenza dei leghisti è il quotidiano La Padania, diretto e fondato dal leader del Carroccio
Umberto Bossi.
Il quotidiano di via Bellerio è nato nel 1996,
anche se l'uscita effettiva e regolare nelle edicole è partita l'8 gennaio del 1997. La casa
editrice che pubblica il giornale della Lega
si chiama Editoriale Nord. La Padania è anche un sito internet, attraverso il quale i lettori
possono restare aggiornati costantemente sulle notizie più importanti della giornata. In seguito alla fondazione del quotidiano, la Lega
ha avviato un progetto radiofonico, Radio Padania Libera.
A Milano, sulla frequenza 103. 500 gli ascoltatori possono ascoltare musica, ma anche programmi di attualità politica. Gli utenti, inoltre, hanno la anche la possibilità di intervenire nel corso di alcune trasmissioni radiofo-
niche. Il rapporto diretto e partecipativo con
il pubblico è uno degli aspetti più interessanti dell'informazione leghista. Proprio per questo, un partito così attento alle dinamiche della comunicazione, non poteva certo trascurare
la risorsa dei social forum.
La Lega è su Flickr,
Twitter, Myspace
e, Facebook, rendendosi accessibile, anche al mondo dei più giovani e di tutti i fruitori assidui del
web. L'aspetto comunicativo, oltre
a fornire ottimi risultati sul piano della divulgazione delle idee e dei progetti, ha anche registrato numeri molto significativi. Certamente, l'aspetto della comunicazione ha costituito
uno dei punti di forza di questo partito che,
nel corso degli anni, ha saputo guadagnare
sostegno e consensi.
club italia magazine agosto
81
di Federica Giordani
Telepadania:
il locale per raccontare
il reale
Un progetto nato da una passione e
da un’esigenza, trovare uno spazio
per raccontare la Padania e il suo
partito
I
l 12 ottobre 1998, alle otto di sera, nelle
case di molti italiani apparve per la prima
volta sui teleschermi il simbolo di Telepadania. Nasceva così l’emittente locale legata
al partito della Lega Nord. Obiettivo principale del progetto, fortemente voluto e sostenuto dallo stesso Umberto Bossi, quello di contrastare Rai e Mediaset nella formulazione di
contenuti ed informazione politica.
Ora Telepadania la potete trovare sulla frequenza 11.199 MHz, sul satellite Eutelsat Hotbird 6 Symbol Rate 27500, e su Sky al canale
833. Dal maggio nel 2006 alla guida dell’emittente c’è Roberto Fiorentini, 45 anni cremasco.
Lo abbiamo incontrato per capire meglio che
cosa è Telepadania e quali saranno i suoi sviluppi futuri.
Che cosa c’è alla base del progetto di Telepadania?
La filosofia di fondo di Telepadania è quella
di dare un’informazione di carattere politico
su molti livelli sull’attività della Lega Nord nel
paese. Un’informazione a tutto campo su ciò
che questo movimento politico fa attivamente. Per noi l’informazione politica viene prima
di tutto perché siamo in un contesto mediatico
nel quale esistono già i gruppi editoriali spesso continui ai grandi partiti, mentre è sempre
stato difficile trovare lo spazio giusto per realtà politiche importanti come la Lega.
82 agosto club italia magazine
Il direttore dell’emittente Roberto Fiorentini
Vogliamo mostrare che cosa fa il partito al di
là delle strumentalizzazioni che spesso vengono create attorno ad esso e che rischiano, a
volte, di distrarre l’attenzione dall’azione politica vera.
Qual è il punto di forza dell’emittente?
Il nostro punto di forza è quello certamente
quello di far vedere ed ascoltare quello che
succede nelle aule parlamentari. Ci si dimentica forse che l’80% dell’azione politica si svolge proprio lì e spesso nelle grandi televisioni,
al di là di alcuni sporadici casi, non c’è posto
per la presa diretta, per ascoltare interamente le attività politiche in aula. Il lavoro sulle
agenzie di stampa e le brevi dichiarazioni non
rendono l’idea dell’azione politica.
Quello che dici in aula è ciò che conta, che rimane nei verbali, ciò su cui ci si basa per realizzare le leggi del nostro paese. Seguiamo in
particolare il Ministero delle Riforme con Umberto Bossi almeno una volta alla settimana
per fare il punto politico della situazione.
Quali gli altri temi che Telepadania affronta
ogni giorno?
Senza dubbio quello dell’identità, delle tradizioni e del servizio ai cittadini. Abbiamo programmi dedicati al dialetto, per esempio.
Questo inverno abbiamo realizzato una trasmissione sulle compagnie di teatro dialettali, una rassegna attraverso la quale abbiamo
ascoltato le voci egli attori, degli organizzatori sull’importanza della conservazione e valorizzazione delle proprie tradizioni, della cultura territoriale.
Abbiamo anche girato alcune puntate all’interno della casa del Manzoni a Milano con attori
che recitavano le poesie di Porta e Grossi. Un
modo per non dimenticare l’importanza della
poesia milanese nel panorama letterario italia-
no e non solo. Ci sono poi molte trasmissioni
che si occupano del territorio.
A breve partirà un format intitolato “Blu Padania”: ventitré puntate nelle quali ci occuperemo dei mari che circondano la Padania.
Racconteremo ventitré località che non sono
quelle del turismo di massa, ma grazie alle
quali si potrà meglio conosce il territorio.
Ci saranno ospiti che racconteranno le tradizioni, le storie che rendono il locale unico e irripetibile. Un altro aspetto molto importante è
quello dell’identificazione territoriale attraverso i prodotti tipici: il cibo da sempre è motivo
aggregante e di grande passione. Telepadania
racconta anche il mondo agroalimentare del
territorio, ne andiamo molto fieri.
L’attenzione alle tradizioni e al territorio con
la sua storia e le sua iniziative è una costante italiana o, a tuo avviso, ha avuto un incremento negli ultimi anni?
L’attenzione alle tradizioni, alla propria storia,
alla cultura c’è sempre stata, anche se si è assistito ad un oscuramento di questo aspetto fino
a qualche tempo fa, ma sotto le ceneri tutto rimaneva in grande fermento.
Roberto Fiorentini (a destra) ed Andrea Rognoni nella trasmissione Fiori di carta
club italia magazine agosto
83
Marco De Luca conduttore del TG sport
L’Italia è il paese dei Comuni non del grande
Stato e quindi questo tipo di discorso rimane
fondamentale, appena si esce dalla metropoli
questo sentimento è vivissimo.
L’impostazione ideologica secondo la quale il
locale è meno importante del “nazionale”, anche a livello intellettuale, non è affatto sostenibile. Anzi, vivere e tradizioni rappresenta in
molti casi un aspetto aggregante, fondamentale proprio per il diffondersi della cultura stessa.
Come è iniziata la carriera del direttore di
Telepadania?
Io ho iniziato a 17 anni, ero alle scuole superiori, lavoravo nei giornali locali, poi nel
1990 sono approdato ad una televisione interprovinciale che lavorava sulla valle Padana
e sono rimasto lì fino al 2000, poi ho lavorato
all’agenzia Agr, come corrispondente sempre
dal territorio padano per il Giorno, per Libero,
e per l’Adnkronos.
All’inizio del 2006 sono arrivato alla Padania
dopo essermi occupato per anni del fenomeno del terrorismo islamico nelle nostre province e mi chiamarono proprio per questo.
E nel maggio del 2006 sono stato nominato direttore di Telepadania. E ora la mia avventura continua qui.
Quali i tuoi obiettivi e priorità per l’emittente?
La mie priorità qui è far parlare i protagonisti
della politica, creando più spazio più alla presa diretta che al commento, agli editoriali.
Io non amo i “comizi” in video dei direttori,
anzi meno appaio meglio è (sorride
sorride ndr
ndr).
Ho voluto puntare molto sull’aspetto identitario. Una trasmissione importante per noi, per
esempio, è “Da nord a nord” nella quale intervistiamo un protagonista del territorio padano
84 agosto club italia magazine
nei campi più disparati. Poi le innovazioni tecnologiche sono state importanti. Il nostro sito
web è attivo da due anni e da tre mesi andiamo in streaming. Forniamo contenuti web sia
per le pagine del sito ufficiale della Lega Nord
sia per il canale ufficiale di You Tube.
Abbiamo molte collaborazione attive con altre
televisioni che vengono a cercare materiale.
Siamo radicati sul territorio e questo fa di noi
una fonte attendibile e ben strutturata.
Come si lavora a Telapadania?
L’ambiente è sereno e poi la redazione di Telepadania è giovane, l’età media è molto bassa, io che ho 45 anni sono il più vecchio (ride
ndr). Abbiamo molti ragazzi che lavorano qui,
ndr
nella sede di Milano, Torino, Venezia nonché
a Roma per seguire i lavori parlamentari.
Nuovi progetti per il prossimo anni televisivo?
Progetti nuovi ce ne sono molti. Uno fra tutti
a partire da settembre sarà il digitale terrestre
per il quale siamo pronti a livello di contenuti, perché la produzione della nostra redazione è ingente.
Sicuramente un obiettivo importante sarà quello di preparare un format che potrà essere utile per seguire le elezioni Regionali nella primavera del 2010. Inoltre stiamo pensando ad
un progetto per raccontare le eccellenze delle
aziende del nord, vorremmo raccontare chi e
come ha fatto grande questa parte d’Italia.
Come sono i telespettatori di Telepadania?
I nostri telespettatori sono tanti e affezionati. Ogni sera tocchiamo le 600mila unità. Fino
a qualche tempo fa avevamo uno “zoccolo
duro” di ascolto che ora si è allargato molto grazie ai nostri programmi che per la prima volta arrivano anche al di là del confine
padano. Abbiamo un ottimo riscontro dal nostro pubblico.
Ci telefonano, mandano e mail, ma anche lettere “vecchio stampo” per darci suggerimenti,
o per segnalarci eventi e problematiche. Sono
capitate occasioni in cui le nostre trasmissioni
iniziavano con qualche minuto di ritardo per
problemi puramente tecnici e subito i centralini venivano presi d’assalto per capire che cosa
succedeva. C’è molto affetto attorno alla nostra emittente, né sono orgoglioso.
di Pamela Martinoli
“Rimbalza
il clandestino”
La strategia in rete del Carroccio passa anche per i videogiochi
è
uno dei giochi di rete sui quali la Lega Nord punta per
coinvolgere gli elettori più giovani. Il giocatore “leghista”
deve difendere l’Italia, evitando agli extracomunitari di
sbarcare sulle coste del nostro Paese.
L’obiettivo del gioco è di mantenere il controllo dei clandestini
che arrivano in Italia.
Durante i vari livelli, delle imbarcazioni toccano a sorpresa il
suolo italiano, e il compito del giocatore è rimandarle indietro.
Allo scadere del tempo, il leghista che avrà respinto tutti i
tentativi di “invasione” potrà proseguire passando al livello
successivo, dove l’intensità dei tentativi di sbarco è più imponente e difficile da arginare.
“Abbiamo deciso di puntare molto sull’interattività e sulla Rete - dichiara l’ideatore del gioco Fabio Betti - cercando di coinvolgere, scherzosamente, i giovani, e di sensibilizzarli su quello che,
in reatà, è un fenomeno reale che affligge le nostre coste”.
“Converti il comunista” ha invece lo scopo di convertire il “triste e logoro comunista in un felice
leghista”, come promette ottimisticamente il gioco. Per far diventare un comunista un elettore
del Carroccio, bisogna stargli il più addosso possibile con il Sole delle Alpi, il simbolo racchiuso nel contrassegno della Lega Nord, stando attenti ai pomodori che Veltroni e Franceschini tirano ai “compagni” pentiti.
I due giochi di rete - realizzati dalla Beta Studios - sono scaricabili dalla pagina di Facebook della Lega Nord Padania - Umberto Bossi, fondata dal figlio del leader leghista, Renzo Bossi.
Due screenshot relativi ai giochi “Rimbalza il clandestino” (a sinistra) e “Converti il comunista”
club italia magazine agosto
85
di Pamela Martinoli
“Barbarossa”,
un film sulla lotta per
l’autonomia dei popoli
I
Renzo Martinelli narra le gesta epiche
del condottiero Alberto da Giussano
l triplo dei 300 dei Lacedemoni che, guidati
da Leonida, si sacrificarono nel 480 a.c. alle
Termopili per difendere Sparta dall’invasione del re persiano Serse
L’impresa della Compagnia della morte, 900
giovani guidati da Alberto da Giussano, pronti
a immolarsi per difendere il Carroccio, simbolo dell’unione tra i comuni lombardi contro
l’imperatore Federico I di Svevia, detto “Barbarossa”, è raccontata dal regista Renzo Martinelli (foto soto) in un kolossal storico da 30
milioni di dollari, coprodotto da Rai Fiction e
Rai Cinema.
Cast internazionale per la pellicola che narra le gesta epiche di questi valorosi difensori
dell’autonomia lombarda: Rutger Hauer (l’imperatore germanico), Raz Degan (Alberto da
Giussano), Kasia Smutniak (Eleonora), Cecile
Cassel (Beatrice di Borgogna), Angela Molina
(Ildegard Von Bilden) e Murray Abraham (nel
film l’infido siniscalco Barozzi).
Un epic-movie realizzato in duplice versione
(una per il grande
schermo e un’altra
per la tv), e fortemente sostenuto
dalla Lega.
Il film di Martinelli
(la sceneggiatura
è stata scritta con
Giorgio Schottler
e Anna Samueli) è ambientato
nella Milano del
1158, ricostruita
86 agosto club italia magazine
nei
dettagli
in sei mesi
dalla scenografa Rossella
Guarna per
un costo di
2 milioni di
euro.
I bellissimi costumi (almeno
un migliaio)
sono stati disegnati con cura maniacale da Massimo Cantini Parrini, mentre le musiche sono di Aldo De
Scalzi, fratello di Vittorio, fondatore dei New
Trolls. Per realizzare l’opera sul “Braveheart”
lombardo, Martinelli (che ha esordito alla regia nel 1993 con “Sarahsarà”, e diretto film
come “Porzûs”, “Vajont”, “Piazza delle cinque
lune” e “Carnera”) ha guidato una troupe di
130 persone, utilizzando 2.500 cavalli arabi e
frisoni e ventimila comparse.
Il cast durante in una pausa durante le riprese
Rutger Hauer interpreta Federico Barbarossa
IL FILM
La pellicola narra l’epopea di Alberto da Giussano, che, alla guida della Lega lombarda costituita con il giuramento di Pontida del 7 aprile 1167, sconfisse le truppe germaniche il 22
maggio 1176 nella battaglia di Legnano, frustrando così il sogno di Federico Hohenstaufen di conquistare le terre del Centro e del
Sud, facendo rivivere l’Impero che fu di Carlo Magno.
Le gesta dei lùmbard del XII secolo si sovrappongono a quelle del movimento fondato da
Umberto Bossi, che, non a caso, ha dichiarato:
“Il nuovo Alberto da Giussano sono io”.
Oggi, le “truppe” della Lega Nord combattono
contro “lo Stato dell’Italia centralista”, per guadagnare quella libertà “che oggi, se necessario,
si conquista anche con la forza”. Perché “è
meglio morire che vivere come schiavi”.
Il leader della Lega ha spiegato che “il Barbarossa di oggi non è una persona ma uno Stato”, e che “il valore attuale di una storia come
quella che racconta la fiction su Barbarossa, è
quello della libertà”.
Il film sull’epica vittoria dei comuni lombardi coalizzati contro l’Impero è attualmente il
fase di postproduzione a Cinecittà. Francesco
Pannofino (il doppiatore di George Clooney,
Denzel Washington, Daniel Day-Lewis e Clive Owen) darà la voce a Federico Barbarossa,
mentre Adriano Giannini (Heath Ledger, Hugh
Jackman, Joseph Fiennes) doppierà l’israeliano Raz Degan che interpreta Alberto da Giussano. Oltre 1000 gli effetti speciali che i maghi
del digitale introdurranno nella pellicola montata da Osvaldo Bargero, in uscita nelle sale
cinematografiche il 9 ottobre.
Ora restiamo in attesa di vedere se qualcuno - probabilmente lo stesso Martinelli (che
sta già lavorando al prossimo film sul mistero
del Dc 9 dell’Itavia diretto da Bologna a Palermo, precipitato misteriosamente la sera del 27
giugno 1980) - raccoglierà l’invito di Bossi di
“portare in tivù anche la storia di San Carlo
Borromeo, e quella del Medeghino, il grande
condottiero milanese del sedicesimo secolo,
fratello di Papa Pio IV”.
Murray Abraham (sopra) è il siniscalco Barozzi, mentre Raz Degan (sotto) incarnerà l’epica figura di Alberto da Giussano
club italia magazine agosto
87
di Alessio De Bernardi
Miss Padania
88 agosto club italia magazine
Anche quest’anno l’appuntamento con l’elezione di miss Padania
ha coinciso con l’arrivo della bella stagione, che nell’immaginario
collettivo è vista come una soave fanciulla dispensatrice di armonia.
D
al 1998 nell’Italia Settentrionale si svolge
questa manifestazione patrocinata dalla
Lega Nord e che si affianca ormai, per risonanza mediatica e importanza comunicativa, alle grandi selezioni di Miss Italia a Salsomaggiore e di Miss muretto ad Alassio.
Vincitrice dell’edizione 2009 è stata Laura Dora
Mazzei ventiduenne di Seto San Giovanni che
si è aggiudicata anche la fascia di Miss Quotidiano La Padania.
La giovane studentessa in Economia, alterna
lo studio all’impegno nell’agenzia di viaggi dei
genitori.
Ma i suoi interessi spaziano in diversi ambiti ed evidenziano la sua sensibilità e la sua
struttura umana e morale. Ama molto gli animali e soprattutto i cavalli, infatti è un’ottima
amazzone e pratica l’equitazione a livello agonistico.
Il viso pulito e l’immagine rassicurante di Laura Dora ci riportano ai concorsi di bellezza degli anni cinquanta e sessanta, quando si puntava su caratteristiche reali e autentiche, senza
le false correzioni estetiche di oggi.
E’ importante un ritorno ai valori fondamentali della vita e se consideriamo la bellezza
un valore e non solo una fortuna passeggera,
ben vengano i concorsi di bellezza che fanno
emergere nuove personalità e nuovi talenti.
La presenza di Umberto Bossi, che presiede
sempre la giuria, è sinonimo di serietà e correttezza, due caratteristiche essenziali in un
concorso di bellezza, dove sarebbe troppo facile puntare sulla raccomandazione o sull’intrallazzo.
Auguriamo a Laura Dora un luminoso futuro, sicuri che saprà percorrere il sentiero della
vita con serietà e consapevolezza.
Da sinistra: Giorgia Moriondo (Miss Sole delle Alpi), Laura Dora Mazzei (Miss Padania 2009)
e Jessica Gaia (Miss Camicia Verde)
club italia magazine agosto
89
Miss Padania: l’anima della bellezza
B
di Anna Rita Chietera
La parola alle prime due classificate dell’edizione 2009
ellissime e con una valigia piena di sogni. Ce le immaginiamo così le giovani donne che
scelgono di partecipare ad un concorso di bellezza. D’altra parte, il fascino delle “miss”,
costituisce parte integrante della storia italiana post bellica.
I nostri nonni ed i nostri padri sognavano le curve mozzafiato di Sofia Loren e Gina Lollobrigida. Oggi, nonostante i canoni estetici siano molto cambiati, i concorsi di bellezza continuano a
solleticare l’immaginazione e a costituire un trampolino di lancio per molte ragazze. Non solo
Miss Italia. Manifestazioni di questo tipo, nel corso degli anni, sono andate moltiplicandosi, dando vita ad un coacervo di fasce, scettri e corone.
Una novità degli ultimi anni è il concorso ideato dalla Lega Nord, Miss Padania.
Il concetto è semplice: eleggere una reginetta che incarni l’ideale femminile dell’Italia settentrionale. Che sia un’algida bionda o una procace mora, poco importa.
La bellezza della miss sarà giudicata in base alle sue gambe chilometriche, al portamento leggiadro, alla sua simpatia, ma soprattutto alla capacità di interpretare le caratteristiche salienti della sua terra d’origine.
Parola di Miss Padania
Per arrivare a cogliere il vero cuore della manifestazione è senz'altro più opportuno dare
la parola a chi ha partecipato in prima persona all'emozionante gara di bellezza. Nessuno
meglio della vincitrice in carica può testimoniare il valore della fascia che indossa.
Laura Dora Mazzei è una ragazza con i piedi
per terra. Con la freschezza dei suoi 22 anni
ha affrontato la partecipazione al concorso
come un “gioco”.
Una scelta importante per il suo futuro l'ha
già fatta qualche anno fa, quando ha deciso di
iscriversi all'università dove studia economia e
gestione d'impresa.
Laura è una ragazza vitale e sicura e ha ben
chiari i suoi obiettivi
Perché una studentessa di economia sceglie
di partecipare ad un concorso di bellezza?
Per crearsi un'opportunità in più, nessuna strada deve essere lasciata intentata.
Hai scelto un corso di laurea impegnativo,
quali sono i tuoi obiettivi futuri?
La mia famiglia gestisce un'attività e nel mio
futuro ho sempre considerato concreta la possibilità di lavorare con i miei, per me sarebbe
una grande opportunità.
Quindi, per te è importante diventare una
donna realizzata nella sua carriera...
Al giorno d'oggi la donna porta i pantaloni.
90 agosto club italia magazine
Però è ovvio,
è difficile conciliare questa
aspirazione
con l'impegno della famiglie e delle faccende
domestiche.
Il rischio è
di non avere
tempo a sufficienza per se
stessi. è difficile, ma credo
che sia una
condizione
comune alla
maggior parte
delle donne. Laura Dora Mazzei
A proposito di famiglia: Miss Padania vuole
una sua famiglia o per ora di gode il successo?
Chiaramente non si tratta di una decisione da
prendere a cuor leggero, perché non ci si può
sposare con il primo che capita. Il mio ideale è quello di una famiglia solida, di quelle in
cui le coppie sono unite da un legame inossidabile.
D'altronde sono cresciuta con l'esempio dei
mie nonni, che hanno trascorso una vita intera insieme.
Adesso mio nonno non c'è più, ma il loro è stato un rapporto solido e duraturo, come quello
dei miei genitori. Sono questi i miei modelli.
Perciò è ovvio che io pensi al matrimonio, ma
comunque “vado con i piedi di piombo”.
Tra le ragazze che partecipano ai concorsi c’è
rivalità, oppure solo una sana competizione?
Direi una sana competizione. Poi, è ovvio, siamo donne e, volendo essere obiettivi, credo
che tra noi ci sia sempre una forma di rivalità.
Non è che ci si prenda per capelli, anche perché siamo persone abbastanza mature. Però
la competizione è inevitabile in un concorso
di questo tipo.
Esistono legami di amicizia tra le aspiranti
Miss?
Sì, in realtà con la seconda classificata al concorso, capita che ci si veda. Ed anche con un
altro paio di ragazze. Quello che mi ha sorpreso è che queste amicizie si siano consolidate
dopo il concorso.
Prima non c'era stato modo di parlarsi, pro
probabilmente. Successivamente, invece abbiamo
approfondito i nostri rapporti e ci siamo trovate bene insieme.
In che modo senti di incarnare gli ideali del
“popolo padano”?
Lo scopo del concorso è quello di individuare, non solo una bella ragazza, ma anche una
persona dotata di una certa personalità. La mia
impressione è che si cerchi un tipo di bellezza
semplice, la classica ragazza della porta accanto. Da questo punto di vista è un po' riduttivo definire questa manifestazione un semplice
concorso di bellezza.
Nel corso della rassegna si cerca anche di fare
emergere altre qualità. Per esempio, il colloquio di selezione è fortemente improntato sul
dialogo. Questo mi ha fatto pensare di essere stata scelta anche perché sono una persona
aperta, socievole e disinvolta.
Credo che abbiano valutato il mio carattere,
oltre all'aspetto fisico.
Parola di Miss TelePadania
Benedetta Pastore Falghera, invece, è stata
eletta “Miss Telepadania” 2009. Questa splendida ragazza ha già acquisito una certa notorietà perché subito dopo il concorso è stata
scelta come inviata per il programma di Rai 2
“Grazie dei Fiori”.
Benedetta è spigliata, parla con tutti senza problemi ed è un autentico vulcano. Non solo. è
anche una ragazza piena di sorprese. Se la sua
esperienza di Miss non avesse dato risultati altrettanto folgoranti – ci ha confidato – avrebbe voluto diventare criminologa. Andiamo a
conoscerla.
Benedetta, quali sono i pro ed i contro della notorietà?
Sto vivendo un momento meraviglioso e guardo con molta curiosità al mondo dello spettacolo. Quello che vedo mi affascina, ma cerco
di tenere sempre bene gli occhi aperti.
Soprattutto, non mi butto a capofitto in qualsiasi proposta mi venga fatta. Credo sia giusto scegliere con attenzione, soprattutto perché alcune situazioni mi infastidiscono.
Per esempio?
Concederei dif
difficilmente un’intervista ad un
giornale specializzato in gossip
e cronaca rosa.
Non capisco che
interesse abbia
la gente a curare gli affari degli altri. Non ho
mai acquistato
riviste patinate.
Davvero, sono
cose che non mi
interessano.
Benedetta Pastore Falghera
Eppure la maggior parte della gente non disdegna il gossip...
è davvero una cosa che non riesco a capire.
Ci sono tante cose importanti di cui occuparsi, non solo nella propria vita privata, ma anche per quanto riguarda la cronaca e l’attuali-
91
club italia magazine agosto
tà. Non ci si può perdere in questi argomenti
inutili...
Il lavoro, in effetti, ti impegna abbastanza. Sei
anche co-conduttrice della trasmissione che
segue le selezioni di Miss Padania 2010...
Sì, è un’esperienza bellissima e poi, non posso
fare a meno di rivedermi nelle aspiranti miss.
Provo per loro un forte sentimento di tenerezza.
Le ragazze mi chiedono consigli ed io cerco di
dare ad ognuna il giusto suggerimento. Quello che però cerco di far capire a tutte è che sia
sbagliato prendersi troppo sul serio. Il concorso di bellezza è un gioco e come tale deve essere affrontato.
Solo così si può trarre davvero il massimo da
questa esperienza. Se la competizione dovesse prendere il sopravvento, non penso che le
ragazze conserverebbero un bel ricordo della
manifestazione. L’ansia e la tensione la farebbero da padrone ed è un atteggiamento che
reputo sbagliato.
Dietro l’aspetto attraente di queste ragazze, ci
sono solidi ideali ed i sogni e le aspirazioni
comuni a tutte le giovani donne. Queste ragazze non lasciano nulla alla regola generale
che vorrebbe le Miss “belle, ma un po’ stupidine”. Al contrario, l’impressione è che queste ragazze siamo piene di spirito e padrone
di se stesse.
Una dimostrazione del fatto che è soprattutto la personalità a rendere una donna interessante. In questo, non c’è dubbio, gli organizzatori di Miss Padania hanno centrato in pieno
l’obiettivo.
Tante fasce per premiare la bellezza
Il concorso patrocinato dalla Lega Nord, riconosce in Umberto Bossi il vero promotore della
manifestazione. Nel 2009 la “kermesse” è giunta alla sua undicesima edizione. In realtà, però,
l’esordio non ufficiale dell’evento risale al 1997.
A vincere l’ambita fascia, quell’anno, fu la 27 enne Paola Cantamessa. Oltre al titolo di Miss Padania, sono molte la fasce che gli organizzatori hanno istituito negli anni.
Tra le bellezze del Nord Italia vengono elette ogni anno anche “Miss Sole delle Alpi” e “Miss Camicia Verde”. Altra ambitissima fascia è quella de “La Mia Miss”, ossia la reginetta scelta dai lettori del quotidiano “La Padania”. Ma non è finita qui.
Abbiamo ancora, “Miss Informazione Libera” per colei che
incarna attraverso la propria curiosità intellettuale, l’ideale di
un’informazione lontana da condizionamenti e pressioni.
Il giudice designato per eleggere la reginetta di questa categoria è il direttore del Tg 4, Emilio Fede.
Un altro premio legato al mondo dell’informazione è quelli di Miss Telepadania.
La vincitrice di questo titolo deve avere come requisito una
spiccata telegenia, ma anche un volto che possa risultare familiare e rassicurante per i telespettatori della nota emittente locale.
Oltre al mondo dei media, il concorso guarda con interesse
anche al benessere psicofisico.
Per questa ragione la manifestazione premia anche “Miss
Sport Padania”.
Tra le altre fasce, ricordiamo anche quella di “Miss Radio Padania”, “Miss Quotidiano La Padania”, “Miss Pascal”, riconoscimento attribuito alla bellezza dell’anima,” Miss InnovazioEmilio Fede e Iva Zanicchi
ne”, “Miss Linea Sprint” e “Miss Odeon”.
92 agosto club italia magazine
Miss Padania: le sedi delle Selezioni
ALBENGA (SV)
Nel cuore della Riviera di Ponente troviamo
Albenga, piccola cittadina rivierasca con circa
23.588 abitanti.
Il nucleo antico della città di Albenga occupa
la parte estrema della piana formata dal fiume
Centa. Albenga è uno scrigno da aprire e scoprire in tutte le sue bellezze; è una città d’arte destinata ad avere un ruolo da protagonista
sul palcoscenico della cultura mondiale.
Si nascondono tesori ovunque, dal passato
emergono le antiche torri, le mura medievali, i monumenti, il Battistero, la Cattedrale, i
palazzi nobiliari e diversi edifici religiosi.
Anche il freddo cuore sotterraneo custodisce reperti archeologici unici al
mondo.
I fondali del mare di
Albenga conservano ricordi importanti
per ricostruire i traffici commerciali di un
tempo.
Dall’Isola
Gallinara, che interrompe lo
sguardo di chi ricerca
l’orizzonte, fa capolino una torre del cinquecento eretta sui
resti di un antico monastero benedettino.
94 dicembre club italia magazine
di Carol Chiodi
Tutte queste ricchezze sono l’onore e l’onere
dei tempi moderni, dove è necessario conservare al meglio e valorizzare quanto ricevuto
in eredità da un generoso passato.
Durante l’anno Alberga offre due manifestazioni tematiche ormai radicate nella tradizione: “Fior d’Albenga”, dove sono previste iniziative floreali che coinvolgono tutto il centro
storico e “C.I.P. & V.I.P. - Verdure in Piazza e Cuochi in Piazza” due eventi che hanno come tema principale la promozione dei
quattro prodotti tipici di Albenga (carciofo
spinoso, asparago violetto, zucchina trombetta e pomodoro cuore di bue).
Il centro storico diventa ogni anno una vetrina espositiva, dove si possono apprezzare i
prodotti ortofrutticoli tipici della terra ligure
come ad esempio il carciofo violetto.
Come da tradizione i prodotti locali vengono
esaltati e cucinati dai migliori chef nei ristoranti e piazze della città.
ANDORA (SV)
Andora è l’ultima cittadina nell’estremo ponente della provincia di Savona e si trova sulla
costa tra Capo Mele e Capo Cervo.
Da un’economia basata principalmente
sull’agricoltura sviluppata nel suo ampio entroterra, la città ha assunto una sua identità turistica negli ultimi 30 anni, creando una nuova
economia. Di grande interesse storico il nucleo medievale di frazione Castello, che comprende il castello-fortezza fatto costruire dai
Marchesi di Clavesana nel XII secolo e la chiesa dei Santi Giacomo e Filippo in stile tardo
romanico-gotico.
l sito è uno dei più importanti, suggestivi e
meglio conservati complessi monumentali di
tutta la Liguria.
E’ dotata di un porto turistico all’avanguardia,
situato a levante, all’ingresso della città, e di
numerose strutture sportive. La nuova frontiera del turismo per Andora, tra mare e collina,
promuove soprattutto l’ambiente.
Essa si sviluppa tra l’ “Oasi del Merula”, una
zona protetta e ricca di fauna alla foce del torrente Merula, che divide in due il paese, ed il
“Santuario dei cetacei”. Andora, e più in generale la Riviera ligure, sono territori da “esplorare” ben oltre i soliti, collaudati itinerari turistici.
Andora è infatti molto di più delle sue stupende spiagge di sabbia dorata dolcemente degradanti verso un mare limpido e pulito, del
suo golfo incantevole tra Capo Mele e Capo
Mimosa, del suo bellissimo porto turistico. E’
tradizione, storia, ma anche evasione, cibo,
sport, natura in un atmosfera ricca di forti profumo e sapori.
Nel cuore della Riviera, diventa meta ideale per
una vacanza balneare in estate o per una vacanza sportiva e contemporaneamente rilassante
nell’altra stagione: ciclismo, diving, vela, wind
surf, trekking, passeggiate nell’entroterra.
Qui si possono gustare i piatti tipici della tradizione ligure dove olio, olive, basilico, erbe
aromatiche, carciofi, pomodori e vini locali si
trasformano in menù profumati e saporiti da
gustare dopo una giornata all’aria aperta.
club italia magazine agosto
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APPIANO GENTILE (CO)
Appiano Gentile è un antico borgo che sorge a cavallo tra la Provincia di Como e quella di Varese, ai margini del Parco della Pineta e Tradate.
Il borgo fece parte della regione del Seprio, di
cui rappresentò la pieve più orientale.
Alla fine del XIII secolo fu conquistato dai Visconti, entrando così a far parte del Ducato di
Milano fino all'epoca napoleonica, e successivamente dopo essere stato annesso al Regno
d'Italia, fu accorpato alla Provincia di Como.
Sul territorio comunale sono stati rinvenuti alcuni reperti di epoca golasecchiana, ora esposti al Museo Civico di Como, mentre sono
attualmente presenti diverse opere di particolare interesse storico-artistico come la Chiesa
di Santo Stefano con opere del Nuvolose e di
Isidoro Bianchi, la Chiesa della Fontana con
affreschi seicenteschi, la Chiesa di San Bartolomeo al Bosco in stile romanico e il Santuario della Madonna del Montecarmelo.
Appiano Gentile è altresì rinomata per il Parco Pineta, una foresta di pianura radicata nel
territorio, viva e ricca di naturalità, di attività
forestali agricole e sociali.
E' questo il principale contenuto ambientale e
l'orizzonte di attività del Parco che agisce nella tutela e gestione di un patrimonio naturale,
eredità e risorsa allo stesso tempo.
96 agosto club italia magazine
Molte specie animali e vegetali hanno qui la
loro residenza.
I boschi del parco sono un’importante traccia verde dell’antica selva padana e costituiscono una penisola naturale, un cuore silvestre che si incunea nel tessuto più urbanizzato
della pianura.
Un punto sorgente fondamentale della rete
ecologica lombarda in cui l'attività di amministratori, dipendenti e volontari, giornalmente
cerca di tessere un complesso arazzo umano
e naturale che conservi e migliori il territorio.
Per gli amanti dello sport Appiano Gentile offre la possibilità di trascorrere indimenticabili ore giocando a golf, immersi nel verde del
Parco Pineta, lontani da strade, rumori e dallo stress quotidiano.
Il paese comasco è celebre in Italia perché
sede del centro di allenamento della squadra
di calcio F.C. Internazionale (Inter) "Angelo
Moratti", detto anche "Pinetina", che si trova sul confine tra Appiano e Veniano.
ARENZANO (GE)
Arenzano, situata sulla costa
della Riviera ligure di ponente,
con il suo mare blu è il primo
benvenuto a chi si affaccia sulla Liguria provenendo dal Passo
del Turchino.
Per la sua posizione è facilmente raggiungibile in poco tempo
dai principali centri del Nord Ovest e dista solo 24 km da Genova.
Secondo le fonti storiche le origini di Arenzano sono legate ad
uno stanziamento romano dei
primi secoli dopo Cristo, in epoca tardo imperiale. Intorno al medio evo il piccolo borgo era diviso in due parti: Arenzano
“sottana”, fra il mare e la collina, e Arenzano
“soprana”, rappresentata dalla zona di TerraAlba (terra bianca) da cui la località prendeva
il nome a causa della presenza di giacimenti di
tufo affioranti a poca profondità.
Dal punto di vista turistico Arenzano offre ai
suoi visitatori diversi itinerari da esplorare a
piedi o in bicicletta, come la passeggiata dotata di pista ciclabile che collega la cittadina con
il comune di Cogoleto, mentre nell’entroterra
gli appassionati possono godere di vari percorsi di trekking.
Per chi ama invece le immersioni, ad un miglio e mezzo dal porto di Arenzano si trova il
relitto della superpetroliera Haven, affondata nel 1991 ed oggetto di numerose escursioni subacquee.
Nel 2008 nel comune ligure è stata inaugurata la prima palestra subaquea, ad oggi l’unica
in Italia, a 15 metri di profondità e per un’area
complessiva di 1.200 metri, utile per chiunque
volesse esercitarsi.
Ogni anno nel suggestivo borgo vengono organizzate feste ed eventi che attirano visitatori e turisti da ogni parte del mondo;
la più rinomata è sicuramente la Marcia
Internazionale Mare&Monti, che richiama marciatori di ogni nazionalità, e proprio in questa occasione vengono proposte parate, incontri culturali e feste in
piazza mentre durante le feste patronali
dei santi Nazario e Celso le strade vengono invase da bancarelle di tutti i generi; le tradizionali sfilate processuali si
snodano per le vie del paese e la sera
i fuochi artificiali illuminano la cittadina a giorno.
club italia magazine agosto
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BESOZZO (VA)
Besozzo è situato tra le colline che si estendono tra il lago di Varese e il lago Maggiore.
Il suo nucleo antico, situato nella parte alta
del borgo, presenta notevoli punti di interesse
storico e artistico.
In particolare le diverse case patrizie dei secoli
XVI-XIX che si scorgono lungo le vie centrali
di Besozzo superiore conservano interessanti
elementi architettonici: portali, cortili, colonnati, decorazioni, scaloni, giardini.
Davanti al nucleo denominato
Castello, che si contraddistingue per l’elegante torre d’ingresso tardo rinascimentale,
sorge Palazzo Adiamoli, caratterizzato dall’elegante cortile
con decorazioni e balconcini
settecenteschi.
Tra i due edifici, nel parco, sussiste l’antica torre medievele del primitivo castello, in muratura a vista, che
domina la sottostante vallata.
Sulla collina di fronte al castello sorge il nucleo religioso di
Besozzo, formato dalla seicentesca chiesa dei SS.Alessandro
e Tiburzio, un notevole documento storico e artistico.
98 agosto club italia magazine
Il restauro attuale ha evidenziato e reso più
leggibili le sue caratteristiche seicentesche
che, con gli adiacenti edifici canonicali e il sovrastante oratorio di S.Nicone, al quale si accede per una salita affiancata dalle edicole
della Via Crucis, creano un indissolubile nucleo religioso.
La chiesa prepositurale, dalle eleganti forme
del barocco lombardo, presenta un’unica navata con cappelle laterali poco profonde e un
vasto presbiterio.
Notevoli gli elementi artistici; da quello della Madonna del Rosario con esuberanti decorazioni a stucco, al marmoreo altare maggiore, opera settecentesca della bottega dei Buzzi
di Viggiù.
Nell’oratorio di S.Nicone, si venera il corpo
del Beato, conservato in una pregevole urna
sull’altare maggiore.
Due cappelle laterali ornano la navata e le pareti presentano decorazioni prospettiche settecentesche dei Baroffio. Nella contrada di
S.Antonio, tra gli angoli più suggestivi di Besozzo superiore si conserva l’antica chiesa di
S.Antonio, attualmente in condizioni precarie
e quindi chiusa al pubblico.
L’abitato di Besozzo inferiore, più moderno e
centro della vita commerciale, è sorto attorno
agli antichi mulini, folle e segherie sul Bardello, il torrente che attraversa Besozzo.
CARAVAGGIO (BG)
Caravaggio, piccolo centro della provincia di
Bergamo, conta circa 11.928 abitanti; nel Medioevo fu centro fortificato nella lotta contro
Milano, come possesso veneziano.
Dopo il 1448, sotto Francesco Sforza, passò
nel dominio milanese. Fu saccheggiata nel
1524 dalle truppe di Giovanni dalle Bande
Nere e nel 1629 dalle truppe imperiali. Nel
1532 fu eretta in marchesato da Francesco II
per il figlio illegittimo di Ludovico il Moro,
Giampaolo.
Caravaggio non ha visitatori occasionali; le
visite turistiche, se così possiamo chiamarle,
sono per la quasi totalità visite di pellegrini
che al Santuario portano il loro tributo devozionale. Caravaggio è sempre stata identificata agli occhi del ‘forestiero’ come la città del
Santuario; o, in aggiunta, come la città natale
di Michelangelo Merisi, il quale peraltro non
ha lasciato in questa stessa sua città segni della sua opera.
Ma è anche vero che Caravaggio ha qualche
cosa di più da offrire allo sguardo del pellegrino, del visitatore.
Basta muoversi un poco verso la città e già sul
viale si potrà incontrare un complesso monastico ricco di storia e bellezza.
Tra i vari monumenti, il più noto è il Santuario Mariano, eretto nel sec. XV e ampliato nel
1575 su progetto di B. Tibaldi in una mole
grandiosa, che fu compiuta nel sec. XVIII.
Sono inoltre notevoli la chiesa di S. Fermo e
Rustico (1429), che possiede una bella cappella rinascimentale, affrescata da B. Campi
(1522-1591), e la chiesa di S. Bernardino, af
affrescata da F. Prata (1531), con portico del Rinascimento.
Caravaggio fu patria, fra l’altro, di Polidoro,
allievo di Raffaello e di Michelangelo Merisi
detto il Caravaggio e di numerosi architetti e
scultori.
A Caravaggio è inoltre possibile gustare gli ottimi oiatti tipici della tradizione bergamasca,
semplici e genuini come il riso bollito nel latte, le uova sode con cicorino e il salame nostrano.
Tra i dolci più caratteristici non si può dimenticare il biciulàt de la nóna, un buccellato
(ciambella dolce) realizzato con farina, uova
fresche, burro, zucchero e scorza di limone.
club italia magazine agosto
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CORTEMILIA (CN)
Cortemilia, situata nella provincia di Cuneo,
è una città con una storia millenaria. Anticamente nominata Cohors Aemilia, questa zona
è sempre stata un punto di forte interesse, ed
è oggi una delle mete più visitate delle Langhe.
Il suo antico centro storico, ricco di abitazioni e di porticati medievali, è diviso in due borghi dal passaggio del fiume Bormida. Il borgo
di San Pantaleo, sulla sponda destra, e il borgo di San Michele, su quella sinistra, sono uniti da una passerella in ferro, localmente denominata la pontina.
L’antico centro storico contiene alcuni elementi importanti: colonne e capitelli di tipologia
romanica nella prima parte dei portici di via
Dante Alighieri, seguiti da archi ogivali; l’edificio della Pretura, del XIV secolo, restaurato
dopo l’alluvione del 1994, che ospita la Biblioteca Civica e il centro direzionale dell’Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite.
Cortemilia è sicuramente famosa per il suo
prodotto tipico: la nocciola, a cui è dedicata
una manifestazione l’ultima settimana di agosto.
Dei quasi settemila ettari coltivati a nocciola
in provincia di Cuneo, più di un terzo si trova
100 agosto club italia magazine
nelle Langhe, con punte record nel cortemiliese, per una produzione complessiva di quasi
80 mila quintali l’anno.
La varietà presente sul territorio è la Tonda
Gentile delle Langhe, apprezzata per la delicatezza del suo sapore.
In effetti già nel secolo scorso i pasticceri torinesi avevano scoperto i pregi
organolettici della nocciola e l’avevano
inserita come ingrediente essenziale in
quel particolare tipo di cioccolato noto
con il nome di gianduia.
Da allora è stato un crescendo di consensi e la richiesta di materia prima ha
spinto gli agricoltori, negli anni Trenta,
a piantare i primi alberi da noci di una
certa estensione. Dalla nocciola l’industria dolciaria ricava cioccolato, gelati e
dolci.
In pasticceria si sfornano le famose torte di nocciole, dolci sublimi che chiudono ogni pranzo nelle Langhe e nel
Roero, abbinati ad una coppa di Asti
o di Moscato d’Asti. Senza dimenticare che la nocciola è il prodotto base di
dolci simbolo del Piemonte come il torrone ed il gianduiotto.
FUBINE (AL)
Fubine è un piccolo paese del Basso Monferrato, situato in provincia di Alessandria a 17
Km dal capoluogo piemontese. La sua popolazione attuale è di circa 1700 abitanti e aveva raggiunto il massimo (quasi 4000 abitanti),
all’inizio del Novecento.
Il comune fino al secondo dopoguerra era articolato solo attorno al centro storico arroccato
sulle prime colline del Monferrato, che si af
affacciano sulla pianura del Tanaro e solo in seguito si è allargato a valle.
L’abitato principale è tuttavia disposto intorno
ad un’altura al culmine della quale è collocata la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, affiancata dall’alto campanile simbolo della cittadina.
Il maniero, che è stato in tempi successivi ristrutturato, è ora adibito a casa di riposo per
anziani.
Di particolare rilievo storico-artistico è anche
il monumento sepolcrale di Emanuele Cacherano di Bricherasio, realizzato dallo scultore
Leonardo Bistolfi e situato nella Cappella Bricherasio, in località Cappuccini.
Durante il periodo estivo Fubine è sicuramente considerata meta d’interesse ma anche in
altre stagioni dell’anno non mancano le occasioni per partecipare a fiere e sagre enogastronomiche, come quella famosa degli asparagi nella metà di maggio.
Fubine vanta un gruppo musicale particolare,
I Sunador dal Ravi la cui particolarità è quella di suonare zucche svuotate al loro interno
(ravi, nella lingua locale) per accompagnare
canzoni in dialetto.
Passeggiando fra i vicoli che costituiscono il
cuore del centro storico fubinese ci si trova
nella piazza della Chiesa dietro al monumento ai Caduti sia della prima che della seconda
guerra mondiale, dove sorge il Palazzo comunale ed a lato la Casa Pane, dimora settecentesca.
Proseguendo lungo la via collinare intitolata
a Michele Pavaranza, si giunge al Palazzo Bricherasio un castello con parco appartenuto ai
conti Cacherano di Bricherasio, antichi signori del luogo.
club italia magazine agosto
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LEZZENO (CO)
Lezzeno è un piccolo borgo che si trova sulla
riva del Lario, sulla strada che da Como si snoda verso Bellagio.
Nonostante il centro urbano conti solo 2.071
abitanti, Lezzeno si sviluppa lungo la costa
per 7 km rendendolo così il paese più esteso
del lago di Como.
Da un frammento di lastra tombale, con iscrizione del I-II sec. d.C., murata nel campanile
della parrocchiale, sappiamo che la zona era
già abitata in epoca romana. Con le sue numerose frazioni, dislocate sulle rive del lago e
sulle pendici dei monti, Lezzeno è nota anche
come centro residenziale.
102 agosto club italia magazine
Dopo la frazione villa, nell’ultimo tratto di
strada prima di Bellagio, si possono vedere
i Sassi Grosgalli, suggestive scogliere con pareti a strapiombo sul lago e fenditure create
dall’erosione delle acque.
Di notevole interesse è anche la visita, da ef
effettuarsi in barca, alla Grotta dei Bulberi o
Grotta Azzurra, famosa per gli effetti di colore
che vi suscita la luce solare.
Lezzeno è anche un importante centro artigianale per la produzione di filo, ferro e reti metalliche, nonché sede di cantieri nautici tra i
quali troviamo i cantieri Mostes considerati tra
i migliori del panorama cantieristico del lago
di Como.
Passeggiando per i vicoli di Lezzeno si arriva alla chiesa di Chiesa dei SS.
Quirico e Giulitta, edificata nel
XVI secolo ed in seguito rimaneggiata. La parrocchia possiede un grande affresco del pittore G. Quaglio mentre l’oratorio
della Madonna del Ceppo, nota
anche come la Visitazione, è di
origine quattrocentesca.
Tra le varie curiosità si dice che
Palazzo Silva, situato in frazione
Morbia, sarebbe, secondo alcuni studiosi, la casa natale dell’architetto Silva (1560-1641), erroneamente considerato ticinese
di Morbio. Da alcuni anni Lezzeno ospita l’ultima tappa del
Wake Board Tour, che coinvolge di atleti di livello nazionale
e internazionale, pronti a sfidarsi in acrobazie spettacolari nelle
acque antistanti al paese.
MARCALLO CON CASONE (MI)
Marcallo con Casone è un piccolo paese della
campagna milanese che si trova a 30 km dal
capoluogo lombardo e conta circa 5.756 abitanti (marcallesi o casonesi).
Tra le testimonianze storiche su Marcallo troviamo un diploma di Enrico III risalente al 1054
e il “Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis”
di Goffredo da Bussero del 1280 dove è citata
la chiesa di Marcallo. Il territorio comunale è
ricco di bellezze architettoniche come la Villa
Ghiotti, ora Palazzo Comunale, e il suo parco,
in cui si trovano strutture sportive ed un’area
attrezzata per il gioco dei bambini.
Nel Parco Ghiotti vi è inoltre un’ampia area
di ritrovo in cui vengono organizzate numerose iniziative culturali e ricreative. Numerose sono le ville private come Villa Maggioni,
Villa Duchi Valentini, Villa Mazzetti, Villa Magnaghi e Villa Visconti - Maineri, che sono testimonianza della bellezza del paese e della
campagna circostante che ha portato numerosi nobili a costruire le residenze di vacanza
proprio a Marcallo.
La chiesa, edificata nella prima metà dell’Ottodell’Otto
cento, è indubbiamente sorta su un precedente luogo di culto, probabilmente la vecchia
parrocchia del paese, che al suo interno presenta un interessantissimo organo della bottega dei fratelli Prestinari.
Il centro storico di Marcallo è ricco di suggestivi scorci di antiche case, che si aprono su vasti cortili dove vivevano più famiglie legate da
vincoli di parentela, dove le notizie liete e tristi, le nascite e le morti, erano trasmesse dal
balcone delle stanze del primo piano al piano
terra. Lì si trovavano le vaste cucine e le stalle, che si intravedono ancora attraverso i tipici
portoni in legno, luogo di passaggio, un tempo, di carri e uomini che andavano e tornavano dal lavoro nella vigna.
Durante l’anno il parco del Palazzo Comunale ospita numerose manifestazioni come il Festival dell’Insubria presso il Parco Ghiotti e la
Fiera di San Marco.
PRATURLONE DI FIUME VENETO (PN)
Il Comune di Fiume Veneto,
situato in provincia di Pordenone, è caratterizzato da un
territorio pianeggiante, ricco
d’acqua di risorgiva e attraversato dai fiumi Fiume e Sile.
Le sue origini sono antichissime, come testimoniano i numerosi reperti archeologici risalenti al Neolitico e all’età del
Bronzo.
La presenza più documentata
rimane quella romana, grazie
alle ricerche e ai ritrovamenti di vasi, anfore, mattoni, ceramiche e statue decorative
ritrovati su tutto il territorio comunale.
Numerose furono le popolazioni che nel corso della storia
dominarono questo territorio, come testimoniano i termini usati nella lingua locale, un misto di friulano e veneto, con termini di chiara
origine latina e greca, slava ed ostrogota, longobarda ed ungarica.
Agli inizi dell’800, durante il periodo napoleonico, Fiume prese l’attuale configurazione territoriale, a seguito della riforma dei Municipi
voluta da Napoleone.
104 agosto club italia magazine
Nel 1866, al termine della Seconda Guerra
d’Indipendenza, anche Fiume entra a far parte del Regno d’Italia.
Nel 1911, con decreto regio del Re Vittorio
Emanuele III, a Fiume venne aggiunto l’attributo Veneto, per non creare confusione con
la più nota Fiume d’Istria. Particolare importanza storico - culturale rivestono le chiese
di Santa Maria della Tavella, di San Girolamo
in località Marzinis e la Pieve di Pescincanna,
l’antica chiesa di Praturlone adiacente la chiesa
parrocchiale.
Il territorio comunale of
offre inoltre sentieri e percorsi interessanti dal
punto di vista naturalistico e facilmente percorribili a piedi ed in bicicletta, grazie alla presenza
del fiume e di aree dalla
natura incontaminata.
Ogni anno ad agosto si
celebra la tradizionale festa dell’Assunta e in
questa occasione si possono degustare le trippe
e i menù tipici delle sagre friulane.
SAN MAURO TORINESE (TO)
San Mauro, piccolo comune del Piemonte, si
trova a pochi chilometri dal capoluogo ed è situato ai piedi delle pendici settentrionali della collina torinese, dominata dalla Basilica di
Superga. In un primo documento scritto il comune di San Mauro riporta il nome di Pulchra
Rada letteralmente “bella spiaggia”, probabilmente una denominazione che traeva origine
dalle bellezze del luogo che anticamente era
il letto del Po.
Proprio grazie alla presenza del fiume, che alimenta la centrale elettrica nei pressi di Chivasso e le testimonianze storico-artistiche di
pregio quali l’abbazia millenaria, il castello di
Sambuy e la Torre di Moncanino, si è riusciti a mantenere questa località interessante ed
attraente nel tempo. Oltre che per le bellezze
paesaggistiche la città di San Mauro Torinese è
nota a tutti come il “paese delle fragole”.
La tradizione fa risalire la prima piantagione di
fragole a S. Mauro al 1706, anno dell’assedio
di Torino da parte dei Francesi. In quell’anno
la cavalleria del Duca Vittorio Amedeo II conseguì un’importante vittoria, ma il grande esito comportò la distruzione delle campagne e
di tutti i raccolti.
L’Abate benedettino, che in quegli anni governava la comunità di San Mauro, ebbe un’idea
geniale: chiese ai Duca di Casa Savoia, quale risarcimento per i danni di guerra, di poter
estirpare dagli umidi e freschi boschi che cir-
condavano le sontuose residenze di Racconigi
e di Stupinigi un certo numero di piantine di
fragole per trapiantarle nelle terre di S. Mauro.
Ebbe inizio così la produzione di questo delizioso frutto primaverile che ben presto divenne celebre per la sua bontà ed in seguito simbolo di S. Mauro.
Oggi la Festa delle Fragole, che si tiene l’ultima domenica di maggio, seguendo una tradizione di sagre che si tramanda dal 1933, è
una bella occasione per gustare il famoso frutto, ma anche per assistere a manifestazioni di
ogni genere: esposizioni floreali ed agricole,
sfilate di costumi tradizionali, performance artistiche. Una festa dai colori accesi e dai sapori vivaci ... come quelli delle fragole.
Colori e sapori, tradizione e folklore ritornano
anche la terza domenica di settembre quando
si celebra la Festa Patronale dei Corpi Santi.
Questo nome sta ad identificare le reliquie dei
Santi martiri che nel 1662 furono traslate dalle
catacombe di Roma nella Chiesa di S. Maria di
Pulcherada, su richiesta dell’abate Aghemio.
club italia magazine agosto
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SANTO STEFANO BELBO (AL)
S. Stefano Belbo misura poco più di 23 Km
quadrati e si sviluppa ai margini delle Langhe,
in un’area in gran parte collinosa costituita da
marne calcaree ed arenarie, eccezion fatta per
la piana alluvionale formata dal torrente Belbo.
Sulla collina si erige un castello di epoca medievale e un convento benedettino edificato
probabilmente sui resti di un più antico tempio dedicato a Giove. Santo Stefano Belbo
è un mondo che conduce immancabilmente
al suo passato storico, che si perde agli inizi
dell’anno 1000, così come nella storia più recente, quella raccontata anche da Cesare Pavese, illustre scrittore del novecento che nacque a Santo Stefano Belbo nel 1908 e che
dedicò molti dei suoi scritti autobiografici al
paese di origine.
Il comune di S. Stefano Belbo ha trasformato la casa natale di Cesare Pavese in un museo dedicato alle opere e alla gioventù dello
scrittore Qui tutto ricorda il grande poeta ed i
suoi romanzi: dalle vie del centro alla casa natale, dai nomi delle località (il Salto, la Mora, il
Nido, i Robini), alla casa di Nuto.
In questa zona è anche bello passeggiare, e
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trovandosi in un luogo prettamente collinare,
i percorsi sono di media difficoltà; percorrendo il crinale delle colline si possono osservare
suggestivi panorami sulla Valle Belbo e, nelle
giornate senza foschia, si può vedere l’ampia
cerchia delle Alpi. Il comune di Santo Stefano Belbo fa parte del “Distretto del Benessere” nato per valorizzare e promuovere le risorse turistiche che fanno riferimento all’idea
di benessere.
Dall’enogastronomia alla cura del corpo, dalla
vita all’aria aperta alle attività ludiche e sportive, dal paesaggio al patrimonio storico culturale ed artistico. I diversi aspetti dello star
bene, in un territorio a misura d’uomo.
Dal 26 giugno al 28 agosto il CE.PA.M, associazione culturale con sede nella casa natale dello scrittore Cesare Pavese, indice ed organizza
la 8a edizione del Premio Letterario dedicato
al vino: il vino nella letteratura, nell’arte,nella
musica e nel cinema.
L’iniziativa si affianca a quella ormai consolidata del “Premio Cesare Pavese: letterario, di
pittura e di scultura” e, si avvale del Patrocinio
di Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di Santo Stefano Belbo e della collaborazione della Cantina Sociale “VALLEBELBO”
di Santo Stefano Belbo.
TORRE BOLDONE (BG)
Torre Boldone è un comune della provincia di
Bergamo collocato all’imbocco della Valle Seriana, con una popolazione di circa 7.750 abitanti (Torreboldonesi).
La nascita del piccolo borgo ha origini antichissime, si pensa infatti che i primi insediamenti sul territorio potrebbero risalire al neolitico e proprio a questo periodo appartengono
le tracce di palafitte trovate nei paesi vicini.
Le prime notizie riconducibili a questo paese sono piuttosto scarse, e si riferiscono principalmente al periodo delle lotte tra guelfi e
ghibellini, che nel 1407 sfociarono nell’incendio del centro abitato da parte delle truppe di
Facino Cane.
Torre Boldone offre numerosi itinerari storico-artistici tra i quali è possibile visitare le numerose ville storiche: Villa Pesenti, che ancora
dispone di un grande giardino, Villa Regazzoni-Camozzi-Maffeis, caratterizzata dalla sezione composta da due corpi ortogonali tra loro,
e Villa Reich.
Di particolare interesse anche la visita agli
edifici religiosi presenti sul territorio come la
chiesa di San Martino progettata da Gian Battista Canina.
L’edificio costruito a partire dal 1739 e benedetto solennemente il 14 novembre 1745, è
caratterizzato da decorazioni interne in stile
“barocchetto lombardo”, che richiama la tecnica barocca ma con una sorta di leggerezza
e moderazione più consoni alla cultura lombarda.
La chiesa è ricca di affreschi e tele, di cui molte provengono dall’antica chiesa parrocchiale.
Il campanile, staccato dall’edificio della chiesa, fu costruito entro il 1802 e in anni successivi vennero posizionati l’orologio e il concerto di campane.
Il Comune di Torre Boldone organizza durante tutto l’anno iniziative e manifestazioni turistiche proponendo spettacoli musicali, feste e
sagre come ad esempio la sagra della castagna
che si tiene nel mese di ottobre.
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TRESCORE CREMASCO (CR)
Trescore Cremasco è piccolo comune immerso nella pianura padana in provincia di Cremona e la sua popolazione è stimata intorno
ai 2.888 abitanti.
Un’antica tradizione, risalente probabilmente
al tardo Medioevo, collegava l’origine del territorio cremasco alla formazione del lago Gerundo dal quale sarebbe emersa l’Insula Fulcheria, centro di continui insediamenti.
Fin dai tempi più antichi, tutta la zona fu percorsa dalle acque incontrollate dei fiumi, mentre il lago Gerundo, ricordato dalla tradizione,
fu in realtà un insieme di aree paludose e di
acquitrini interrotte da luoghi più elevati quali, appunto, l’Insula Fulcheria.
La modificazione del corso dei fiumi e le opere di bonifica determinarono la scomparsa di
questa area paludosa, che lasciò banchi di
ghiaia (la «Gera d’Adda») e i Mosi.
Dal punto di vista storico nel corso degli anni i
ritrovamenti archeologici provenienti dal cremasco fanno pensare ad insediamenti risalenti
a tempi remoti, in un’area in cui si alternavano boschi misti a paludi.
Da quanto ci perviene le opere di bonifica,
che modificarono l’assetto del territorio, iniziarono già al tempo dei Galli, continuarono in
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epoca romana e si intensificarono a partire dal
IX secolo per opera dei monaci benedettini.
Fino al XVIII secolo le vie del paese erano costituite da «foppe», cioè fossati ampi e poco
profondi, che durante le piogge erano invasi
dall’acqua, a causa della posizione del luogo
situato vicino al Moso.
Il nome di Trescore comparve per la prima volta nel diploma censuario di Enrico VI (1192)
in cui si nominava la regione Vafra, citando i
villaggi di Cremosanum, Casaletum, Trescore,
Bordenacium, Quintanus.
Successivamente, a seguito di alcune ricerche
storiche, si spiegò l’etimologia del nome Trescore, facendolo risalire a “tres curiae” o “ tres
curtes”, cioè tre corti o cascinali, intorno ai
quali si sarebbe poi sviluppato un villaggio rurale.
ZIBELLO (PR)
Il comune di Zibello è situato nella bassa pianura padana ad una distanza di circa 35 km da
Parma, da cui amministrativamente dipende, a
27 km da Cremona e a 30 da Piacenza. La sua
vera e propria storia ha però inizio nel Medioevo, per tutta la durata del quale rimase legato a Cremona.
Sul territorio, totalmente pianeggiante, vive
una popolazione di poco più di 2.000 abitanti e
come tutti i paesi posti lungo il grande fiume è caratterizzato da un fìtto reticolo di canali e strade che ha assunto
l’aspetto attuale attraverso un processo
di lunghissima, ma imprecisabile durata.
Su di esso hanno profondamente inciso sia la
colonizzazione romana sia l’opera degli agenti
naturali, primo fra tutti il Po, lungo i cui paleoalvei corrono numerose strade e canali.
I paesaggi più gradevoli, ricchi di fascino e
coinvolgenti per chi vi si avventura, sono
quelli del Grande Fiume, dei suoi argini, delle
sue anse e lanche, dove flora e fauna tipiche
ancora sopravvivono pressoché indisturbate.
Tra i luoghi d’interesse vi è sicuramente la
chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio
e Protasio mentre nel Palazzo Pallavicino si
trova l’omonimo teatro e il chiostro, ex convento dei domenicani.
Sicuramente, oltre i monumenti locali, il piccolo borgo deve la sua notorietà al tipico insaccato denominato Culatello di Zibello, che è
uno dei prodotti D.O.P. più famosi dell’EmiliaRomagna. Questo prodotto, caratterizzato da
una preparazione naturale, lenta e accurata,
ha reso la cittadina famosa in tutto il mondo .
Proprio per questo ogni anno Zibello, che si
fregia dei titoli di “Città Slow”, “Città dei Sapori” e “Città d’Arte”, celebra il suo prodotto tipico d’eccellenza, il Culatello, con cinque straordinarie giornate di festa.
Gastronomia, musica, cultura, folclore ed ef
effetti speciali sono al centro della manifestazione.
Molte le iniziative collaterali come il mercatino dei prodotti alimentari tipici e di nicchia,
esposizioni di pittura, manifestazioni folkloristiche, mercatino dell’antiquariato e dell’artigianato artistico, raduno di macchine storiche. A novembre si tiene la manifestazione
del November Porc sui prodotti enogastronomici, con particolare attenzione agli insaccati
di maiale. Al celebre prodotto è inoltre dedicato un museo sulle principali tradizioni contadine.
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Miss Padania: le vincitrici delle Selezioni
Andora (SV)
Emily Caddeo
Besozzo (VA)
Elena Anna Maria Ravizza
Torre Boldone (BG)
Elena Morali
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S. Stefano Belbo (AL)
Cristina Franzoso
Fubine (AL)
Chantal Di Capello
San Mauro Torinese (TO)
Amanda De Mar
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Miss Padania: le vincitrici delle Selezioni
Trescore Cremasco (CR)
Arianna Manenti
Caravaggio (BG)
Giulia Di Landro
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Cortemilia (CN)
Flavia Caruso
Praturlone di
Fiume Veneto (PN)
Alessia Facca
Zibello (PR)
Eleonora Rossi
Appiano Gentile (CO)
Elisa Corio
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Miss Padania: le vincitrici delle Selezioni
Bagni di Lucca (LU)
Sara Bertoni
Lezzeno (CO)
Ginevra Leggeri
Borgo Val di Taro (PR)
Angela Veroni
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Castagnole delle Lanze (AT)
Eva Bellino