Aggressione armata di François Hollande in Mali

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Aggressione armata di François Hollande in Mali
Aggressione armata di François Hollande in Mali
Scritto da Lorella Binaghi
Giovedì 17 Gennaio 2013 15:17 - Ultimo aggiornamento Giovedì 28 Luglio 2016 16:56
Mali, uomini della tribù Tuareg con la mandria di zebù
Foto d'intestazione tratta in http://www.wadidestination.com/mali/immagini-viaggi-mali10.html
CRONACA
L'11 gennaio 2013 François Hollande con il "permesso" del governo algerino sorvola l'Algeria
entrando in Mali per bombardare quella nazione avanzando le classiche scuse interventiste
filantropiche su liberazioni da presunti pericoli di fazioni terroristiche islamiche d'Al Qaeda
annidiate anche in quella nazione.
François Hollande è l'erede politico di Nicolas Sarkozy.
L'articolo seguente cita un possibile interesse da parte del governo francese alle miniere
d'Uranio nel Nord del Niger ma siccome le tecnologie per i mezzi propulsivi si sono aggiornate e
dal 1940 sono già usati motori levitanti implosivi senza carburanti io non credo che i motivi
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dell'invasione e aggressione armata francese in Mali riguardino le miniere d'Uranio. Mi sembra
più pertinente il fatto del governo francese che stia aiutando le agende dell'ONU consistenti in
distruzioni d'economie locali e d'identità culturali anche in Mali. I popoli liberi e nomadi come i
Tuareg potrebbero essere aboliti e con essi la speranza di libertà di tutti i popoli stanziali e
transitanti in Mali e non solo in quella nazione. L'intento dell'ONU sembra quello di fondare un
unico "stato mediterraneo" di schiavi assoggettati all'ONU perché ricattabili con le armi dall'ONU
e tramite la confisca di preziosi giacimenti idrici d'acqua fossile e la
sospensione idrica
adottata dalla Forza armata invasiva. (...).
http://www.cieliparalleli.com/Politica/oro-blu-della-libia-qthe-nubian-sandstone-aquifer-systemans.html
L'Atlantide delle acque interne. Mappa dei giacimenti idrici d'acqua fossile in Medio Oriente ed
Africa.
L’11 gennaio 2013, l’armata francese è intervenuta in Mali
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Per difendere la Democrazia o per l'Uranio ?
Fonte: http://www.peacelink.it/conflitti/a/37532.html
E ..... perchè questa repentina urgenza di “democrazia”?
16 gennaio 2013 - Stéphane Lhomme
Le Mali et le Niger : capture d’écran de Google Maps
L’11 gennaio 2013, l’armata francese è intervenuta in Mali, in seguito a dei movimenti verso
Bamako di gruppi armati islamisti. Da mesi, questi ultimi controllano tutto il Nord del Mali, e
sarebbero stati incoraggiati al punto, ci dicono, da voler occupare l’intero paese.
Nessuno negherà che quei gruppi sono composti da individui orribili che, sotto il pretesto di
credenze “religiose”, picchiano tutte le persone i cui comportamenti a loro non piacciano,
tagliando le mani dei ladri (reali o presunti), uccidendo – in particolare le donne – per delle
sciocchezze o anche per niente.
Tuttavia, allo stesso modo che al momento dell’intervento militare contro Gheddafi in Libia, è
insopportabile ritrovarsi chiamati a sostenere un intervento militare schierato da quelli stessi che
sono largamente responsabili della gravità della situazione.
Chi crederà che si tratta di rendere più sicura la zona?
Per di più, chi può veramente credere che si tratta di un’operazione “per la democrazia in Mali”?
Sono decenni che questa viene calpestata in questo paese da regimi corrotti, largamente
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sostenuti dalla Francia. Allora, perchè questa repentina urgenza di “democrazia”?
Allo stesso modo, chi crederà che si tratta di “rendere più sicura la regione”? In verità, si tratta
di assicurare l’approvvigionamento di uranio alle centrali nucleari francesi: quest’ultimo viene in
effetti estratto nelle mine al Nord del Niger, zona desertica solamente separata dal Mali da una
linea sulle carte geografiche.
A questo proposito, è da sottolineare l’estrema perversità delle ex-potenze coloniali che un
tempo tracciarono queste frontiere assurde, ignorando lo stanziamento delle popolazioni, e
creando dei paesi con delle frontiere molto curiose: il Niger e il Mali hanno tutti e due forma di
clessidra, una parte sudoccidentale contenente la capitale, totalmente fuori mano e distante da
una immensa parte nordorientale, principalmente desertica.
I dipendenti di Areva rapiti
È così che, durante 40 anni, Areva (prima Cogéma) ha potuto accappararsi in tutta tranquillità
l’uranio nigeriano, nelle mine situate a 500 chilometri dalla capitale e dal fragile “potere” politico
nigeriano.
In questi ultimi anni, dei gruppi armati si sono organizzati in questa regione: dei tuareg, frustrati
per essere stati disprezzati, sfollati e diseredati. E dei gruppi più o meno islamisti, alcuni
essendo il risultato dei vecchi GIA, che hanno seminato il terrore in Algeria; altri controllati da
Gheddafi, e resi independenti dopo la scomparsa di quest’ultimo.
Dei dipendenti dell’Areva, dirigenti nella società di estrazione dell’uranio, sono stati rapiti in
settembre del 2010 in Niger, trasferiti in Mali e da allora detenuti. Posteriormente, il 7 gennaio
2011, due giovani francesi sono stati anch’essi rapiti in Niger.
L’Osservatorio sul Nucleare è stato una delle poche voci a denunciare l’operazione militare
immediatamente lanciata dalle autorità francesi. Queste ultime avevano, infatti, ovviamente,
deciso di castigare costasse quel che costasse i rapitori, a rischio che l’azione si terminasse
drammaticamente per i due giovani ostaggi, che effettivamente sono stati uccisi nell’operazione.
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Questi due giovani non lavoravano nell’estrazione dell’uranio, ma è evidente che l’idea era di
scoraggiare eventuali prossime azioni contro i dipendenti di Areva.
Intervenendo, la Francia riprende il controllo
Da allora, i movimenti tuareg laici e progressisti sono stati marginalizzati, in particolare a causa
dell’ascesa del gruppo salafita Ansar Dine. Potente e abbondantemente armato, quest’ultimo si
è alleato con il gruppo islamico di Al Qaida nel Magreb (Aqmi), presentando un rischio sempre
più evidente per le attività francesi di estrazione dell’uranio nel Nord del Niger.
La Francia ha sostenuto con grande costanza i governi corrotti che si sono succeduti in Mali,
portando a un indebolimento dello stato. È probabilmente questo crollo che ha condotto i gruppi
islamisti a incalzare e a avanzare verso Bamako.
Similmente, la Francia ha mantenuto da 40 anni il potere in Niger, in uno stato debole e
dipendente dall’antica potenza coloniale e dalla sua compagnia di estrazione dell’uranio, la
Cogéma, ora Areva. Mentre i dirigenti nigeriani cercano di controllare in qualche modo ciò che
Areva fa, la Francia riprende il controllo con il suo intervento militare.
I recenti movimenti di gruppi islamisti non hanno fatto altro che precipitare l’intervento militare
francese che era in corso di preparazione. Si tratta indubbiamente di un colpo di forza
neo-coloniale, anche se le forme sono state rispettate con un opportuno appello di aiuto del
Presidente ad interim del Mali, la cui legittimità è nulla visto che lui è in funzione in seguito al
colpo di stato che ha avuto luogo il 22 marzo 2012.
Il pretesto della democrazia, un classico
È da precisare che noi non difendiamo i pericolosi fondamentalisti che sono anche dei trafficanti
di droga e di armi e non esiterebbero a ferire e ammazzare.
Al contrario, noi rifiutiamo la favola dell’intervento militare “per la democrazia”. Questo pretesto
è già stato molto utilizzato, in particolare quando gli USA hanno voluto mettere le mani su delle
riserve petrolifere, e serve ancora poichè la Francia vuole assicurarsi l’approvvigionamento di
uranio per i suoi reattori nucleari. Facciamo notare allora che a 27.000 euro per ora di volo di un
Rafale, la tariffa reale della corrente di origine nucleare è ancora più pesante di quello che si
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può temere.
In conclusione, è ancora una volta dimostrato che l’atomo, e la ragione di stato che lo circonda,
non nuoce solamente all’ambiente e agli altri esseri viventi ma anche alla democrazia.
Approfondimenti
- Oro blu della Libia: "The Nubian Sandstone Aquifer System (ANS)". Atlantide d'acque
sotterranee, 8 aprile 2011
http://www.cieliparalleli.com/joomla/index.php?option=com_content&view=article&id
=75
- L'Atlantide delle acque interne può creare futuri conflitti. Di Catherine Brahic
http://cieliparalleli.com/documenti029/acqua_fossile_mappa_e_politica_Catherine_Brahic_LB.
html
- The Nubian Sandstone Aquifer System (Il sistema acquifero arenario nubiano d'acqua
fossile)
http://cieliparalleli.com/documenti029/NubianSandstoneAquiferSystem.pdf
- NATO war crime: Libya water supply 23.07.2011 |Pravda.Ru
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http://english.pravda.ru/news/world/23-07-2011/118577-nato_war_crimes-0/
- Lost River Of Eden discovered by satellite
http://www.creationism.org/caesar/eden.htm
- A force for good - France and Britain are leading the intervention in Libya. Rightly so
Mar 24th 2011
http://www.economist.com/node/18440961
- Weather Modification Incorporated
http://www.weathermodification.com/projects.php
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