notizie economiche e commerciali - Camera di Commercio Italo
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notizie economiche e commerciali - Camera di Commercio Italo
Sett emb re 201 3 – An n o XIV – n° 258 paesi arabi notizie economiche e commerciali paesi arabi Sommario ITALIA Aumento costante dell’export italiano verso i paesi arabi / Primo semestre promettente per l’export di alimentari / Ad agosto migliora la fiducia di imprese e consumatori / Al via “Destinazione Italia” ALGERIA Sviluppo del settore turistico / Il commercio estero è concentrato nei paesi UE ARABIA SAUDITA Investimenti per 15 miliardi di dollari nel settore alimentare / Contratti di appalto a rischio per violazione della legge sul lavoro BAHRAIN Il Pil aumenta del 5,6% EGITTO L’UE sospende la vendita di armi / Approvato il piano d’emergenza per il rilancio dell’economia / Tecnologie terrestri ed aeree per garantire la sicurezza del canale di Suez EMIRATI ARABI UNITI Il Consiglio Federale ha approvato la nuova legge sulle società commerciali / Record nell’indice di fiducia dei consumatori / La Camera di Dubai prepara il primo “Summit globale dell’economia islamica” KUWAIT Gli USA garantiscono nuovi prestiti al regno hascemita / La famiglia reale detiene i ruoli cardine nel nuovo governo LIBANO Italia terzo fornitore dopo Cina e Usa / Finanziamento della Bei per l’ammodernamento della tratta ferroviaria Tripoli-Beirut LIBIA Salini Impregilo realizzerà il primo lotto dell'autostrada costiera / Continuano le tensioni nel settore degli idrocarburi MAROCCO Rabat investe nel settore agroalimentare / Un hub per il commercio tra Africa ed Europa OMAN Al 26° posto nella graduatoria dell’Economic Freedom 2013 PALESTINA Un’impresa italiana restaurerà la Basilica della Natività' a Betlemme QATAR Lanciato il primo satellite nazionale / Continua il sostegno all’economia egiziana SOMALIA L’Italia in prima linea nella ricostruzione del paese TUNISIA A dicembre si terrà il salone dell’agricoltura e della pesca / Il governo introduce misure di austerità PAESI CCG Le rimesse estere di Emirati e Arabia Saudita hanno raggiunto i 120 mld di dollari / Tassi d’inflazione in crescita / Italferr si fa strada in Medio Oriente / All’orizzonte un nuovo accordo di libero scambio tra Ue e Usa: il TTIP PAESI UMA Calo degli Ide per Algeria e Tunisia, boom per il Marocco PAESI ARABI Previsti nuovi centri commerciali in tutta la regione SEGNALAZIONI Destinazione Italia: Wall Street e paesi del Golfo / Resoconto del Seminario “Sviluppi nel Golfo e relazioni con l’Unione Europea” / Accordo Kerry-Lavrov sul disarmo chimico In copertina l’entrata della Moschea Sheikh Zayed ad Abu Dhabi 2 paesi arabi Italia 3I01.IT.IC Aumento costante dell’export italiano verso i paesi arabi I paesi arabi rappresentano un partner sempre più importante nei rapporti commerciali dell’Italia. Nel primo semestre del 2013 l’export verso tali paesi è aumentato del 12,5%. Commercio Italia-Paesi Arabi. Gennaio-Giugno 2012-2013 (mln euro) Importazioni Esportazioni PAESI 2012 2013 Var % 2012 2013 Var % 287,4 359,6 25,1 686,8 768,0 11,8 Marocco 5.247,4 3.563,7 -32,1 1.740,3 2.045,6 17,5 Algeria 1.165,2 1.181,1 1,4 1.610,9 1.602,5 -0,5 Tunisia 5.852,5 5.671,4 -3,1 1.139,0 1.385,2 21,6 Libia 1.293,4 1.021,2 -21,0 1.342,3 1.458,7 8,7 Egitto 10,6 4,6 -57,0 90,1 61,0 -32,3 Sudan 108,2 86,3 -20,2 27,2 39,3 44,3 Mauritania 0,9 0,5 -38,8 7,6 8,2 7,8 Gibuti 0,5 0,3 -47,7 3,1 3,8 23,2 Somalia 0,2 0,1 -52,7 0,9 0,5 -46,4 Comore 18,0 28,2 56,8 574,5 607,7 5,8 Libano 38,8 19,6 -49,5 171,9 46,0 -73,2 Siria 1.423,6 1.092,6 -23,3 257,5 566,0 119,8 Iraq 0,3 0,2 -40,9 1,8 4,1 123,5 Palestina 29,1 22,9 -21,2 322,7 385,2 19,4 Giordania 3.837,4 2.744,5 -28,5 1.958,9 2.375,4 21,3 Arabia Saudita 47,9 29,0 -39,5 440,3 413,0 -6,2 Kuwait 73,5 41,5 -43,6 93,6 79,2 -15,4 Bahrein 1.284,5 1.104,2 -14,0 486,2 609,2 25,3 Qatar 308,4 249,2 -19,2 2.740,8 2.918,8 6,5 Emirati Arabi Uniti 30,1 99,9 232,4 180,3 231,2 28,3 Oman 4,7 6,3 33,4 41,6 54,0 29,7 Yemen Totale Paesi arabi 21.062,6 17.327,0 -17,7 13.918,3 15.662,7 12,5 12.660,6 10.862,1 -14,2 5.204,3 5.840,6 12,2 -Uma 5.581,8 4.268,4 -23,5 5.900,1 6.626,8 12,3 -Gcc 2.820,1 2.196,5 -22,1 2.814,0 3.195,3 13,6 -Altri Paesi arabi 195.867,5 182.234,4 -7,0 195.283,9 194.523,0 -0,4 Mondo 103.044,7 99.923,5 -3,0 107.547,3 104.192,3 -3,1 Unione europea (27) 20.629,2 22.111,6 7,2 25.390,7 25.545,4 0,6 Altri paesi europei 18.467,5 15.387,6 -16,7 9.247,4 10.099,4 9,2 Africa 13.222,9 10.990,0 -16,9 22.063,5 21.940,5 -0,6 America 38.866,9 32.300,0 -16,9 26.772,1 28.207,1 5,4 Asia 1.025,1 931,5 -9,1 3.200,8 3.629,6 13,4 Oceania e altri territori 21.856,8 15.860,7 -27,4 10.739,1 11.862,3 10,5 Opec Saldo 2012 399,4 -3.507,1 445,7 -4.713,5 49,0 79,5 -81,0 6,7 2,6 0,7 556,5 133,0 -1.166,1 1,5 293,6 -1.878,5 392,4 20,1 -798,2 2.432,3 150,2 36,9 -7.144,2 -7.456,3 318,2 -6,1 -583,5 4.502,6 Saldo 2013 408,4 -1.518,1 421,4 -4.286,2 437,5 56,4 -47,0 7,7 3,5 0,4 579,5 26,4 -526,6 3,9 362,3 -369,1 384,0 37,7 -495,1 2.669,6 131,3 47,6 -1.664,3 -5.021,5 2.358,4 998,8 12.288,6 4.268,8 4.761,5 -9.220,1 8.840,6 -12.094,7 2.175,7 3.433,8 -5.288,2 10.950,5 -4.092,9 2.698,1 -11.117,7 -3.998,4 Fonte: elaborazione Camera di Commercio Italo-Araba su dati Istat 3 paesi arabi I maggiori incrementi in termini assoluti sono stati registrati in Algeria (+17,5% delle vendite di macchine e prodotti siderurgici), in Iraq (+203,6% delle vendite di macchine di impiego generale) e in Arabia Saudita (+120,6% delle vendite di prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio). Ottimi risultati in generale per i prodotti del made in Italy. Nei paesi del Golfo sono aumentate notevolmente le vendite di mobili, gioielli e oreficeria, navi e imbarcazioni, calzature e borse, apparecchi di misurazione e orologi, pietre tagliate e finite, prodotti in legno. Da segnalare anche l’incremento dell’export di autoveicoli e di prodotti alimentari (specialmente frutta e verdura) in Algeria e Libia, di autoveicoli, orologi e apparecchi per la misurazione e mobili in Iraq. Il dato dell’export conferma il trend degli ultimi anni. Dal 2009 al 2012 le esportazioni italiane sono aumentate del 25%, mentre dal 2003 sono più che raddoppiate (+122%). In costante crescita anche l’indice di specializzazione delle esportazioni italiane verso i paesi arabi. L’indice, che esprime il rapporto fra l’export verso i paesi arabi e l’export totale dell’Italia, è passato dal 4,9% del 2004 al 7,4% del 2012 e a oltre l’8% nel primo semestre del 2013. Il dato relativo alla specializzazione delle vendite verso i paesi del Golfo all’interno del gruppo dei paesi arabi è passato dal 33,6% del 2010 al 42% del 2012. Di segno negativo invece le vendite verso il mondo (-0,4%) e verso l’Unione Europea a 27 (-3,1%). La crescita dell’export e la diminuzione del nostro import dai paesi arabi (-17,7% rispetto al primo semestre 2012), hanno determinato un significativo miglioramento del saldo della bilancia commerciale con l’area. Esso si è ridotto di quasi 6 miliardi rispetto al primo semestre 2012. Al dato positivo si associa tuttavia una forte preoccupazione legata al minor consumo di idrocarburi, che rappresentano la quasi totalità delle nostre importazioni dai paesi arabi. Il dato conferma evidentemente la crisi economica del nostro paese, ma fa anche temere che essa non volga al termine. 3I02.IT.COM Primo semestre promettente per l’export di alimentari Secondo un’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al primo semestre 2013, il settore agroalimentare è in crescita, trainato dall’aumento dell’export (+7%) in tutti i principali comparti produttivi. Le esportazioni compensano il calo dei consumi interni. Il genere più venduto all’estero è l'ortofrutta fresca, seguita da vino, pasta e olio d’oliva. Se il dato semestrale venisse confermato alla fine del 2013, l’agroalimentare registrerebbe il record storico di 34 miliardi fatturati all'estero in un anno. 3I03.IT.EF Ad agosto migliora la fiducia di imprese e consumatori L’Istat ha registrato nel mese di agosto un aumento dell’indice della fiducia delle imprese da 79,8 a 82,2 punti. L’andamento rispecchia le migliori aspettative delle imprese di servizi di mercato, di quelle manifatturiere e del commercio al dettaglio. In calo invece la fiducia delle imprese edili. L’analisi per raggruppamenti principali di industrie indica un miglioramento dell’indice nei beni intermedi e un peggioramento nei beni di consumo e in quelli strumentali. Nello stesso mese, l’indice di fiducia dei consumatori tocca i massimi degli ultimi due anni. Sono migliorate le previsioni sulla situazione economica del paese nonostante un peggioramento delle aspettative sulla disoccupazione. La valutazione complessiva della situazione economica delle famiglie peggiora. A livello territoriale, la fiducia migliora al Nord e al Centro; peggiora nel Mezzogiorno. 4 paesi arabi 3I04.IT.GL Al via “Destinazione Italia” Il governo ha varato il Piano "Destinazione Italia". un segnale forte al mondo per fare investimenti economici e finanziari nel nostro Paese. Il Piano prevede 50 misure per agevolare e semplificare gli investimenti stranieri in Italia. È stata confermata l'intenzione di realizzare un road show nelle principali piazze finanziarie mondiali. La prima tappa sarà New York, mentre la seconda sarà nei Paesi del Golfo. L'adozione definitiva avverrà a ottobre dopo una consultazione con i soggetti pubblici e privati. (continua a pag. 19). Algeria 3I05.DZ.SRV Sviluppo del settore turistico Circa 850.000 turisti hanno visitato l’Algeria nella prima metà del 2013. Secondo il Ministro del Turismo Mohamed Benmeradi, entro la fine dell’anno saranno raggiunte 1,5 milioni di presenze. Il Ministero punta a incrementare l’offerta di strutture per il tempo libero ed ha investito nella costruzione di nuovi alberghi. Nella provincia di Algeri, che conta 160 hotel con un totale di oltre 18.000 posti letto, sono in corso progetti per incrementare i posti letto di 7.500 unità. Vista panoramica di Algeri 5 paesi arabi 3I06.DZ.COM Il commercio estero è concentrato nei paesi UE Secondo i dati ufficiali algerini, le importazioni dell’Unione Europea hanno raggiunto i 14,98 miliardi di dollari, equivalenti al 52,8% del totale dell’export dell’Algeria. La Spagna, con acquisti per 5,39 miliardi di dollari, è il principale cliente, ed è seguita da Italia, Gran Bretagna e Francia. Tra i fornitori, la Francia è al primo posto con vendite per 3,33 miliardi di dollari. L’Italia, con 2,51 miliardi di export, è al quarto posto, dopo Cina e Spagna, e precede la Germania. Arabia Saudita 3I07.SA.AGR Investimenti per 15 miliardi di dollari nel settore alimentare Considerata la domanda crescente di generi alimentari nel paese, il governo saudita ha stanziato circa 15 miliardi di dollari nel primo semestre del 2013 per lo sviluppo del settore agricolo. Fra le azioni previste vi è il sostegno alla collaborazione pubblico-privata in progetti di sviluppo. Negli ultimi mesi del 2013 si svolgeranno due importanti eventi promozionali del settore: Saudi Agriculture, dedicato al settore agro-industriale, e Saudi Agro-Food, salone del commercio internazionale di prodotti alimentari. Agricoltura in Arabia Saudita 6 paesi arabi 3I08.SA.GL Contratti di appalto a rischio per violazione della legge sul lavoro La Camera di Commercio saudita ha annunciato la cancellazione di 90.000 dei 250.000 contratti d’appalto in corso, a causa della violazione delle norme sul lavoro irregolare introdotte nel 2011. Le norme, il cui scopo è di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile nel paese (attualmente pari al 30%), prevedono il rispetto di quote minime di lavoratori sauditi, che variano a seconda del settore e della dimensione dell’azienda. La cancellazione dei contratti rischia di colpire duramente il sistema produttivo, in particolare i settori delle costruzioni, dei trasporti e dei servizi. Le società interessate dalle norme sono esposte al rischio di penali e multe per i ritardi nell’esecuzione dei contratti. Bahrein 3I09.BH.EF Il Pil aumenta del 5,6% Secondo l’Economic Development Board del Bahrain, la crescita del paese sarà del 5,6% alla fine del 2013, in aumento rispetto al 3,4% registrato nel 2012. Nel 2014 è prevista una crescita del 4%. Il settore degli idrocarburi è in crescita del 10,5%, quello dei non idrocarburi del 4,4%. Grazie alla politica di diversificazione dell’economia iniziata nel 2000, il peso del settore oil&gas sul Pil è diminuito, dal 44% del 2000, al 20% del 2012. Il settore manifatturiero, delle costruzioni e dei servizi rappresenta il 60% del Pil. Tuttavia gli idrocarburi costituiscono la principale entrata del governo. Nel 2012 essi hanno rappresentato l’87% del totale delle entrate, in aumento rispetto al 67% del 2002. Inoltre il settore petrolifero contribuisce per il 77% alle esportazioni totali di beni e servizi del paese. Egitto 3I10.EG.COM L’UE sospende la vendita di armi I ministri degli Affari esteri dell'Unione Europea hanno deciso la sospensione delle licenze di esportazione verso l'Egitto di armi e apparati per la sicurezza. I ministri hanno inoltre convenuto di rivalutare il programma di aiuti forniti all'Egitto alla luce dei gravi episodi di violenza che hanno provocato la morte di centinaia di persone durante gli scontri seguiti alla destituzione di Mohammad Morsi. 3I11.EG.GL Approvato il piano d’emergenza per il rilancio dell’economia Il governo ha approvato il piano d’emergenza da 3,2 miliardi di dollari per rivitalizzare l’economia. Il piano include progetti d’investimento labor-intensive, misure di stimolo al settore turistico e il rimborso degli arretrati dovuti alle imprese. Le risorse a disposizione 7 paesi arabi del governo provengono dai paesi del Golfo che hanno promesso aiuti finanziari per 12 miliardi di dollari. Nonostante tali misure espansive, le autorità prevedono una riduzione del deficit pubblico al 9% del Pil. 3I12.EG.VAR Tecnologie terrestri ed aeree per garantire la sicurezza del canale di Suez In seguito ad alcuni attentati terroristici avvenuti nel canale di Suez, il governo egiziano ha incrementato le misure di sicurezza per il transito delle navi commerciali. È stata incrementata la rete di telecamere con visione notturna dislocata lungo le sponde del canale per riprendere il passaggio delle navi e le vie che corrono parallelamente al canale. Una centrale di controllo gestirà le operazioni di monitoraggio, coadiuvata da aerei che sorvoleranno alcuni tratti del canale, in particolare quello che scorre lungo il Sinai. Emirati Arabi Uniti 3I13.AE.GL Il Consiglio Federale ha approvato la nuova legge sulle società commerciali Dopo nove anni di dibattiti e discussioni è stata approvata la riforma della Legge federale sulle società. Il Consiglio Federale degli Emirati Arabi ha varato nuove norme che dovrebbero assicurare uno stretto monitoraggio delle responsabilità delle società quotate in Borsa, e dare maggiori diritti agli azionisti. 8 paesi arabi La clausola che avrebbe consentito una partecipazione straniera di maggioranza nelle partnership commerciali non è stata introdotta; resta quindi invariata la riserva del 51% delle quote sociali per i partner emiratini. Le norme definiranno chiaramente le responsabilità dei consigli di amministrazione e dei dirigenti. Il testo dettagliato verrà pubblicato dopo l’approvazione presidenziale. 3I14.AE.VAR Record nell’indice di fiducia dei consumatori Secondo uno studio condotto da MasterCard, gli Emirati Arabi, candidati a Expo 2020, hanno fatto registrare il livello massimo mai raggiunto di fiducia dei consumatori. Ciò è stato possibile grazie al governo lungimirante e agli ambiziosi piani di crescita che hanno riguardato i settori chiave dell’economia. Negli ultimi anni gli Emirati si sono confermati come una delle destinazioni globali più allettanti dove poter conciliare business, tempo libero e stile di vita cosmopolita. 3I15.AE.VAR La Camera di Dubai prepara il primo “Summit globale dell’economia islamica” In seguito al lancio di “Dubai: capitale dell’economia islamica”, la Camera di Commercio e dell’Industria di Dubai terrà il 2526 novembre 2013 il primo summit sull’economia islamica globale. Con una base di 1,6 miliardi di consumatori e un’economia che vale 4 trilioni di dollari, il mondo islamico è molto promettente per la sua redditività. L’evento riunirà importanti analisti, politici e portatori d’interesse provenienti da tutto il mondo per discutere dello sviluppo dei settori integrati dell’economia islamica, come la finanza e la manifattura, e cercherà di valutare le opportunità e le sfide che attendono l’economia globale islamica. Giordania 3I16.JO.EF Gli USA garantiscono nuovi prestiti al regno hascemita Gli Stati Uniti hanno siglato un accordo di garanzia per l’emissione di 1,25 miliardi di dollari di bond governativi da parte della Giordania. Gli americani garantiranno il rimborso del capitale e degli interessi. Le nuove risorse consentiranno al governo giordano di avere un accesso più agevole ai prestiti internazionali necessari per coprire il disavanzo di bilancio stimato in 1,85 miliardi di dollari. Inoltre sarà possibile continuare a erogare i servizi di base e procedere alla realizzazione delle riforme economiche di cui il paese ha bisogno. Le risorse saranno utilizzate anche per ospitare oltre 500.000 rifugiati siriani. 9 paesi arabi Kuwait 3I17.KW.GL La famiglia reale detiene i ruoli cardine nel nuovo governo L’esecutivo nominato in seguito alle elezioni parlamentari di luglio conferma buona parte della precedente compagine ministeriale che resta quindi dominata da membri della famiglia reale. Il ministro del petrolio è di nuova nomina, ma potrà incidere minimamente sulla politica del settore visto che questa è definita dal Consiglio Supremo del Petrolio. Il nuovo esecutivo dovrà cercare di assicurare la stabilità politica del paese, caratterizzato da frequenti cambiamenti di governo, e di implementare le necessarie riforme e programmi di diversificazione economica visto che il settore degli idrocarburi rappresenta l’80% delle entrate fiscali e il 90% delle esportazioni. Esponenti del nuovo governo kuwaitiano Primo Ministro Primo vice ministro e Ministro degli esteri Ministro degli Interni Ministro della Difesa Ministro delle Finance Ministro del Petrolio Ministro della Comunicazione Ministro dell’Industria e del Commercio Ministro dello Stato per il settore delle Abitazioni e gli Affari municipali Ministro dello Stato per gli Affari di Governo e la Salute Ministro per gli Affari Islamici e le donazioni religiose Ministro della Giustizia Ministro dello Stato per la Pianificazione, lo Sviluppo e gli Affari Parlamentari Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali Ministro dell’Educazione Ministro dell’Elettricità, delle Risorse Idriche e dei Lavori Pubblici Ministro dell’Informazione e della Gioventù Sheikh Jaber al-Mubarak al-Sabah Sheikh Sabah al-Khaled al-Sabah Sheikh Mohammad al-Khaled alSabah Sheikh Khaled al-Jarrah al-Sabah Sheikh Salem Abdulaziz al-Sabah Mustafa Jassim al-Shamali Esa Ahmed al-Kandari Ruolo nella precedente amministrazione nd nd nd Anas al-Saleh Nuova nomina nd Ministro delle Finanze Membro dell’Assemblea Nazionale nd Salem Mutheyeb Ahmed alUtheina Sheikh Mohammad al-Abullah alSabah Sharida Abdullah al-Mousharji Ministro della Comunicazione Ministro dello Stato per gli Affari di Governo nd Sharida Abdullah al-Mousharji Rola Abdullah Dashti nd nd Thikra Ayed al-Rashidi nd Nayef Falah al-Hajraf Abdulaziz Abdullatif al-Ibrahim nd nd Sheikh Salman Sabah al-Sabah nd nd = non disponibile. Fonte: MEED 10 paesi arabi Libano 3I18.LB.IC Italia terzo fornitore dopo Cina e Usa Nel primo semestre 2013 l’Italia, con un export di 834 milioni di dollari equivalente all’8% del totale dell’import libanese, si è posizionata al terzo posto nella graduatoria dei fornitori, dopo la Cina (953 milioni di dollari) e gli USA (888 milioni di dollari). L’Italia esporta soprattutto prodotti petroliferi raffinati, macchinari, prodotti chimici, articoli d’abbigliamento e alimentari. Le esportazioni di prodotti industriali hanno superato i 36 milioni di dollari, equivalenti a una quota del 21,75% del totale delle importazioni industriali algerine. Le importazioni italiane si confermano esigue a 23 milioni di dollari. Da notare il notevole incremento delle esportazioni verso il Libano di Russia e Turchia, caratterizzate rispettivamente da prodotti petroliferi raffinati e da macchinari. Sul fronte libanese sono aumentate le esportazioni verso la Siria (+166%). 3I19.LB.CIT Finanziamento della Bei per l’ammodernamento della tratta ferroviaria Tripoli-Beirut La Banca Europea degli Investimenti potrebbe commissionare lo studio di fattibilità per il rifacimento della linea ferroviaria Tripoli-Beirut, in disuso dal 1997. Il progetto finanziato dal Programma Euro-Med di Partenariato e Investimenti ha un costo di 2 milioni di euro e riguarda la progettazione esecutiva della tratta ferroviaria Tabarja-Beirut (circa 20 km), lo studio di fattibilità economica e la progettazione della tratta Tripoli-Tabarja (circa 70 km). La gara per lo studio di fattibilità e la progettazione esecutiva sarà aperta a società internazionali. Foto d’archivio degli anni 1960 di un vagone ferroviario in Libano 11 pa paesi arabi a i Lib bia 3I20.LY.C CIT Salini Imp pregilo rea alizzerà il primo lotto dell'auttostrada costiera c Salini Impregilo, in n consorzio con le italiane Società S Ita aliana per Condotte e d’Acqua, Impresa Pizzarotti P & C. e Coo operativa Muratori M & Cementissti C.M.C, realizzerà il tratto dii 400 chilometri che congiunge e la città di Al Marrj, in Libia, ad Emsa aad, al co onfine con n l’Egitto. Il valore de el progetto è di circa a €963 milioni. La lunghezza totale dell’a autostrada a onfine tunissino raggiu unge quello o egiziano, è invece di 1700 ch hilometri. che dal co L’autostra ada è costiituita da du ue corsie per p senso di marcia di 3,75 me etri ciascuna. Inoltre e sono prevvisti 12 po onti di una a lunghezzza totale di d 2,2 chilo ometri, 8 a aree di se ervizio e 6 parcheggi. Per l’ese ecuzione de ei lavori sa arà necess saria una fo orza lavoro o di 2.000 persone. p Il contrattto è finan nziato dall governo italiano nell’ambito o del Trattato di Amicizia A e Cooperazzione conclluso a Ben ngasi nel 2008. Il fina anziamento o statale prrevede una a garanzia a di buona esecuzione e e (performance bond d) del 2% e un anticip po del 15% % pari a €14 45 milioni. 3I21.LY.M MIN Continua ano le tens sioni nel settore s deg gli idrocarrburi In seguito o agli sciop peri delle forze f di siccurezza a protezione e delle infrrastrutture petrolifere e (in partico olare dei te erminal perr l’export di Es Sider e Ras Lan nuf, Marsa al-Brega e Zueitina)) la National Oil Co orporation (NOC) ha a tempora aneamente e dichiaratto lo stato o di forza a maggiore. Le proteste hanno o comporta ato un fortte calo dellla produzione e delll’export dii petrolio che a inizio o agosto si s è attestato a 330.000 b/g, 2/3 in me eno rispetto o al mese e precedentte. Second do la NOC C nel 2013 le manc cate entratte ammon ntano a 4 miliardi dii dollari; un na cifra che e pesa sulll’economia a del paese e visto che e l’oil & gass rapprese enta il 65% % del Pil, il 95% 9 dell’exxport e il 96% 9 delle entrate e fisc cali. Ma arocc co 3I22.MA.A AGR Rabat inv veste nel settore s ag groalimenttare La siccità à del 2012 2 ha avuto o un impattto negativ vo sull’economia nazzionale ed ha ridato o slancio ag gli sforzi go overnativi per p rimode ernare il settore. Il governo o, anche grazie al co ontributo della Banca a Africana per lo Sviluppo e de ella Banca a Mondiale,, ha rilancciato il Pia ano per un Marocco o Verde, inaugurato i o nel 2008 8. Il piano o prevede investimen nti di 1,1 miliardi di dollari l’anno in n iniziative e locali. Le L risorse e consentira anno di incrementarre l’uso di fertilizzan nti, attualm mente ¼ dii quello fra ancese; dii aumentarre il livello o di mecca anizzazione agricola a, oggi corrrisponden nte a 1/10 0 di quello o spagnolo;; di migliorrare il siste ema d’irriga azione. Un no degli osstacoli allo sviluppo del d settore e è rappresentato dalle d ridottte dimenssioni dei terreni co oltivati ch he non fa avoriscono o l’investime ento in nuo ove tecnolo ogie. 12 2 paesi arabi 3I23.MA.COM Un hub per il commercio tra Africa ed Europa Grazie allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto il Marocco punta ad attirare gli investitori internazionali in cerca di una base manifatturiera vicina ai mercati europeo e africano. Alcuni recenti investimenti esteri includono l’apertura di una fabbrica della Renault e quella di uno stabilimento della spagnola Europac, entrambe a Tangeri. Secondo l’agenzia Moody’s, il paese ha ricevuto IDE equivalenti al 2-2,5% del Pil nel 2011 e nel 2012. In Tunisia ed Egitto invece gli IDE sono calati dal 5% all’1% nel 2011. Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo, il Marocco ha ricevuto 2,84 miliardi di dollari di IDE nel 2012, equivalenti al 25% di tutti gli investimenti diretti esteri verso la regione del Nord Africa. Per attrarre ulteriori investimenti il governo punta a rafforzare il più grande porto africano, quello di Tangeri, attraverso la costruzione di due nuovi terminal. Nel primo semestre del 2013 il traffico nel porto di Tangeri è aumentato del 36% rispetto allo stesso periodo del 2012. A supporto dell’espansione portuale è previsto il miglioramento del sistema ferroviario. Oman 3I24.OM.VAR Al 26° posto nella graduatoria dell’Economic Freedom 2013 Secondo il rapporto Economic Freedom of the World 2013 l’Oman è il 26° paese più libero del mondo dal punto di vista economico. Il Sultanato è migliorato in modo considerevole nell’apertura al commercio internazionale grazie agli incentivi offerti per attrarre investitori stranieri. Miglioramenti significativi sono stati registrati nel ridurre la burocrazia e salvaguardare i diritti di proprietà. Hong Kong e Singapore sono a primi due posti della graduatoria su un totale di 152 paesi. Fra i primi dieci ci sono Nuova Zelanda, Svizzera, Australia, Canada, Mauritius, Finlandia, Regno Unito e Cile. Palestina 3I25.PL.SRV Un’impresa italiana restaurerà la Basilica della Natività' a Betlemme Un’impresa italiana di Prato, la Piacenti Spa, restaurerà il tetto e le finestre della Basilica della Natività. Il progetto ha un valore totale superiore ai 25 milioni di dollari. Il restauro consisterà nel sostituire le parti del tetto danneggiate dalle infiltrazioni d’acqua e nel consolidare la struttura interna. Si tratta di un intervento particolarmente delicato perché il tetto, con copertura in piombo risalente al 1400, ha la funzione di unire le pareti, tramite le capriate, con un sistema antisismico di catene di contenimento. 13 paesi arabi Qatar 3I26.QA.SRV Lanciato il primo satellite nazionale Il Qatar ha lanciato il suo primo satellite, Es'hail 1, in orbita dalla base di Kourou nella Guiana francese. L'operazione dovrebbe essere costata circa un miliardo di dollari. Il lancio è stato seguito anche dal ministro per le telecomunicazioni. Il satellite si trova a 36mila chilometri dalla terra e da dicembre comincerà a fornire nuovi servizi. Il network del Qatar Al Jazeera mira a raggiungere un pubblico più ampio su scala mondiale. 3I27.QA.EF Continua il sostegno all’economia egiziana Nonostante le critiche per la repressione dei sostenitori del Presidente Morsi, destituito in seguito a un intervento militare, il Qatar ha inviato il secondo dei cinque carichi di gas naturale promessi per sostenere il popolo egiziano. Oltre ai rifornimenti di gas, il paese erogherà aiuti per 5 miliardi di dollari di cui 4 miliardi in depositi bancari e 1 miliardo come donazione. Somalia 3I28.SO.EF L’Italia in prima linea nella ricostruzione del paese Circa due miliardi di euro sono stati raccolti dalla conferenza dei donatori, composta da 50 stati, per finanziare lo sviluppo del paese e favorirne la stabilità. Il nuovo presidente, Hassan Sheikh Mohamud, in carica dal 2012, ha avviato una difficile transizione democratica dopo oltre vent’anni anni di guerra civile. La commissione europea contribuirà con 650 milioni di euro, che si aggiungono al miliardo e duecento milioni di euro già sborsati a partire dal 2008 per finanziare programmi nel campo dell’educazione, della sanità e di altri servizi pubblici. L’Italia, che negli ultimi anni ha finanziato la ricostruzione di dodici ospedali, ha promesso 9 milioni di euro. Tunisia 3I29.TN.COM A dicembre si terrà il salone dell’agricoltura e della pesca L'Unione tunisina per l'Agricoltura e la Pesca ha comunicato che dal 27 novembre al 1 dicembre 2013 si svolgerà presso lo Spazio espositivo del Kram (nella banlieue nord di 14 pa paesi arabi a i Tunisi) l'u undicesima a edizione del Salon ne Interna azionale de ell'Agricoltu ura, delle macchine e agricole e della Pessca. L'even nto contrib buisce allo scambio di d informazzioni e di esperienze e e oltre che ad a una ma aggiore ape ertura sui mercati m estteri. 3I30.TN.G GL Il governo o introduc ce misure di austerità Considera ate le stime e del deficcit per l’ann no 2013, previsto p al 7%, 7 il gove erno ha dic chiarato dii voler vara are un pian no di austerità. La prima mossa co onsiste nell taglio del 5% delle e spese statali. Il Ministro delle Finanze e tunisino Elyed E Fakhfakh ha prrecisato che non ci sa aranno inte erventi sui salari e ch he lo Stato o è in grado o di assicurrare il paga amento de egli stipend di ai suoi diipendenti n nei prossim mi mesi. P Paesi i Ccg g 3I31.GCC C.EF Le rimess se estere di Emiratii e Arabia Saudita hanno h ragg giunto i 12 20 mld di dollari Secondo dati forniti da Talat Hafiz, H segre etario gene erale del Banking B Aw wareness Committee C e e rimesse dei lavora atori emigrati nei diversi Paessi del Golffo, nel 2012, hanno o saudita, le totalizzato o 120 milia ardi di dolla ari. Il dato suscita qu ualche interrogativo in quanto si s sospetta a che nel flu usso possano essere e incluse anche a tran nsazioni ille egali (ricicllaggio, fina anziamentii a gruppi te erroristici ecc.). e Sul totale, t 48 miliardi m pro ovengono dall'Arabia d Saudita. C.EF 3I32.GCC Tassi d’in nflazione in i crescita a La prima metà del 2013 2 ha fa atto registra are un’acc celerazione e dell’inflazzione nei paesi p GCC C e in particolare in Qatar e Arabia A Sau udita. In quest’ultimo q o paese l’’indice deii prezzi all consumo è stato de el 3,7%. Se empre in Arabia A Sau udita l’inflazzione nel ssettore abitativo è in n calo e fa registrare r u +3,9%. un Nel settorre abitativo o del Bahra ain è stato o registrato o un aumento dell’infflazione de el 10,5% a causa dell’attesa ne ell’assegna azione di nu uovi proge etti. In Qatar l’inflazione l alla fine del d 2013 dovrebbe d attestarsi a a 3,6%. Nel primo semestre è al stato registrato un aumento del d 6,7% dei d prezzi degli affittti e del 2,,5% dei prrezzi deglii alimentarii. Nel 2014 4 l’inflazion ne dovrebb be essere del d +3,8%. Gli Emiratti hanno re egistrato il minor tassso d’inflaz zione del GCC G con u un +1,3%. In Kuwaitt l’inflazione e nel prim mo semestre è stata a del 3,3% %, in Oman n il tasso è in aumento e ha a raggiunto il 3,6%. 3I33.GCC C.CIT Italferr si fa strada in Medio Oriente Tre nuovi importantti incarichi di progetttazione sono stati accquisiti di rrecente ne ell’area dell Golfo Perrsico da Ita alferr, la società d’ingegneria de el Gruppo Ferrovie F de ello Stato Italiane. I In Qatar la società è impegna ata nella prrogettazion ne della metropolitan na di Doha a. In Oman n le è stato o assegnatto il contra atto di circa a 27 milioni di euro per servizzi di consu ulenza alla a progettazione prelim minare della a ferrovia nazionale. n 15 5 paesi arabi In Arabia Saudita invece si è aggiudicata il contratto del valore di 28 milioni di euro per la progettazione preliminare e di dettaglio della nuova linea ferroviaria di 960 Km che collegherà Riyadh con Jeddah. Secondo i piani, la nuova ferrovia per il trasporto passeggeri e merci, si collegherà alla rete Riyadh-Dammam e al porto marittimo di Jeddah. 3I34.GCC.COM All’orizzonte un nuovo accordo di libero scambio tra Ue e Usa: il TTIP Si svolgerà ad ottobre, a Bruxelles, il secondo round delle negoziazioni tra Ue e Usa sull’accordo di Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (TTIP). Secondo gli esperti di commercio internazionale il giro di affari riguarda il 30% del commercio globale. Le materie oggetto di discussione riguardano la rimozione delle barriere non tariffarie e consistono principalmente nella definizione di standard di sicurezza e sanitari comuni, di regolamenti per la tutela della proprietà intellettuale, una maggiore apertura agli investimenti esteri e facilitazioni reciproche per la partecipazione ad appalti pubblici. Si tratta di un’agenda ambiziosa, forse troppo vasta per un accordo che, nelle intenzioni delle parti, si vuole concludere entro 18 mesi. Considerando che nel 2014 si terranno le elezioni per il Parlamento europeo, verrà rinnovata la Commissione e ci saranno le Midterm Elections negli Stati Uniti è plausibile attendere l’accordo finale nel 2015. Elenchiamo qui i possibili vantaggi e cambiamenti: vantaggi: la Commissione Europea valuta un aumento annuale dello 0,5% del Pil europeo e dello 0,4% di quello americano, pari ad un aumento di 86 miliardi di Euro nell’economia europea e di 65 miliardi in quella americana. L’accordo sarebbe in grado di creare 7 milioni di nuovi posti di lavoro, oltre a fornire nuovi stimoli per aumentare la produttività, soprattutto nel Vecchio Continente, e la competitività. eliminazione dazi: rimozione totale su tutte le merci delle tariffe doganali, che attualmente sono del 5,2% nella UE e del 3,5% negli Usa; eliminazione barriere non tariffarie: obiettivo principale è lo sviluppo di standard e procedure comuni. Tra i settori interessati: l’automotive, la chimica, la farmaceutica e i dispositivi biomedici. Più problematico l’accordo per gli standard fitosanitari. Da parte europea si punta ad evitare ogni revisione delle regole sugli Ogm, sui quali l’Ue ha norme fortemente restrittive; eccezione culturale: la Francia ha ottenuto che il mandato negoziale iniziale della Commissione Europea escluda ogni revisione dei regimi nazionali europei di aiuti all’industria della cultura; accesso a mercati e appalti pubblici: è’ prevista l’apertura dei rispettivi mercati per nuovi servizi (come i trasporti), investimenti (con un meccanismo reciproco di protezione) e si punta all’apertura agli appalti pubblici; proprietà intellettuale: non è prevista armonizzazione, ma l’identificazione di aree per ridurre i contrasti nei rispettivi sistemi di difesa del diritto d’autore; agroalimentare: l’UE ha regole più restrittive sull’uso di ormoni nei bovini e sul trattamento del pollame. Gli Usa potrebbero aprire all’import di suini vivi, in cambio di quote di export di altre carni. Si punta al riconoscimento delle indicazioni geografiche d’origine. In un periodo di crisi economica, in particolare in Europa dove alcuni paesi sono ancora in recessione, il TTIP potrebbe rappresentare il volano della crescita e consentire ai mercati euro-atlantici di ottenere a livello globale una posizione di preminenza di fronte all’ascesa dei BRICS, soprattutto della regione asiatica. 16 pa paesi arabi a i Le conseg guenze de el TTIP sui paesi de el Golfo po otrebbero essere e imp portanti vis sto che glii scambi co ommerciali con l’Ue sono stim mati in 170 miliardi dii dollari e quelli con gli Usa in n 100 miliarrdi. L’accordo avrà un u impatto soprattutto o sui setto ori dell’avia azione, dellle materie e prime e de ei servizi fiinanziari. Nel settore dell’aviiazione, il Partenariato potreb bbe agevo olare l’affe ermazione di vettorii ntici a pro oprietà e struttura di contro ollo transn nazionali. Ciò favorrirebbe le e transatlan compagniie Usa e Ue, U nove delle d quali risultano fra le prim me dieci co ompagnie aeree dell 2012. Com mpagnie aeree a come e Emiratess, Eithad e Qatar Airrways sare ebbero sva antaggiate. Inoltre, in n caso di riforma della norrmativa statunitense e sugli invvestimenti,, i vettorii transatlan ntici con prroprietà miista Usa-U Ue potrebbe ero sfruttare i benefici delle ec conomie dii scala. Gli standard e le proce edure doga anali potre ebbero ugu ualmente e essere inte eressate e l’onere riccadrà sui paesi terzi che c dovran nno adeguarsi a tali regole. r Nel setto ore della sicurezza s energeticca Ue e Usa porra anno l’enfa asi su un n accesso o sostenibile e e senza a restrizion ni alle matterie prime e. Ciò mettterà presssione ai fo ornitori dell Gcc, come SABIC, che c dovran nno adeguarsi agli sttandard di sostenibilittà occidentali. Da un n canto, se decidesse ero di eliminare il bando all’exp port di greg ggio e di g gas naturale, gli Usa a potrebberro diventarre un serio o concorren nte dei pae esi del Golfo come ffornitore de ell’Europa; d’altro can nto, l’Ue in ntende prop porre un divieto di ap pplicazione e di prezzi doppi per limitare la a possibilità à che i pae esi ricchi di d idrocarb buri alterino il merca ato. Sul tavvolo dei negoziati cii sono anch he regole specifiche s per le com mpagnie sta atali del se ettore dell’e energia e incentivi i all commerciio di energ gia pulita. Nel settore dei serrvizi finanzziari l’UE ha h interes sse a prom muovere la a compatib bilità delle e e. Di fatto il TTIP defiinirà gli sta andard glob bali per i servizi finan nziari con particolare p e normative riferimento o alla sorvveglianza, ai requisitti di traspa arenza e alla a protezione degli investitori. Tali stand dard si applicheranno o ai fornitorri di servizi finanziari dei paesi d del Golfo operativi o in n Usa e Ue e, oltre che e nello ste esso territo orio del Go olfo. In particolare, ssaranno in nteressati i fondi sovrrani, come la saudita SAMA, ch he acquista ano beni e azioni statunitensi ed e europei. Pae aesi Uma U 3I35.UMA A.EF Calo degli Ide per Algeria A e Tunisia, T b boom per il i Marocco o Secondo uno studio o elaborato o da Fdi, la a rivista sp pecializzata a del Finan ncial Time es, Algeria, Marocco e Tunisia a hanno fa atto registtrare anda amenti con ntrastanti n nell’affluss so di IDE. Tunisia e Algeria reg gistrano un n netto arre etramento mentre il Marocco M un forte incrremento. In Tunisia a nel primo o trimestre del 2013 gli g Ide sono o diminuiti dell'1,3 % soprattuttto a causa a dell'incerte ezza nel settore della a sicurezza a. L'Algeria, che nel 20 009 aveva attirato invvestimenti diretti este eri per 2,78 8 miliardi di dollari, in n un biennio o ha perso o parte de el suo appe eal, fino a ricevere 1,5 1 miliard di di IDE nel 2012. Ill calo può essere addebitato alla a lentezzza del proc cesso di diversificaziione di un’economia a che resta molto susccettibile allle oscillazioni del me ercato degli idrocarbu uri. Il Marocco o, invece, nel 2012 ha h ricevuto o l'8,3% di tutti gli Ide e diretti in Africa, sorrpassando o l'Egitto e salendo s al secondo posto p nella a graduatorria continentale, dietrro al Sud Africa. A 17 7 pa paesi arabi a i Pae esi arabi a i 3I36.ARA A.SRV Previsti nuovi n centtri comme erciali in tu utta la reg gione L’Emirato di Dubai,, dove ha sede il Dubai D Mall, il più grrande centtro comme erciale dell mondo, è una delle destinazzioni privile egiate perr i servizi retail. Secondo la società dii consulenzza Lasalle, entro il 2015 nella a città di Dubai sarranno aperrti nuovi negozi n perr ulteriori 371.000 m2. In totale, in Libano o, Giordan nia, Egitto, Algeria e nei paesi del GCC, sono prevvisti investimenti per 16,5 miliarrdi di dollarri nel settore retail. Secondo gli esperti,, tale merccato è desttinato a cre escere, ma a non sarà à scontato replicare ill successo di Dubai che gode di una do omanda tu uristica di gran g lunga a superiore e a quella a degli altri mercati de ella regione e. Nelle grandi capitali l’esisten nza dei picccoli negozi e dei suk s è mina acciata da al maggiorr ei grandi marchi de ella moda a che gara antiscono grandi affflussi di visitatori v e appeal de maggiori vendite. v Mall of Em mirates, fas shion dome e 18 8 paesi arabi SEGNALAZIONI Selezione di articoli relativi ai recenti sviluppi economico-politici dei paesi arabi 3I37.IT.SGL Destinazione Italia: Wall Street e paesi del Golfo Il Presidente del Consiglio ha delineato il percorso preferenziale di “Destinazione Italia”, il piano destinato ad attrarre investimenti esteri e a procedere alla liquidazione di beni e risorse pubbliche. Il nuovo piano economico e finanziario italiano preannunciato dal Presidente del Consiglio Letta conferma l’opzione occidentale e la rinuncia alla sovranità nel segno della “globalizzazione”. Il primo giro promozionale (“il road show nelle principali piazze finanziarie ed economiche”) sarà a New York, dove la missione italiana incontrerà gli operatori finanziari di Wall Street; il secondo, previsto nella prima decade di ottobre, nei Paesi del Golfo. Letta ha precisato che l’Italia non ha paura della globalizzazione, anzi, vuole stare in tale sistema ed ha annunciato un percorso di privatizzazioni di cui ancora non si conoscono i particolari. Le decisioni italiane sono sempre meno italiane e soprattutto sono sempre meno conformi agli interessi reali dell’Italia: il sottosegretario all’Economia Baretta ha sottolineato che le misure di cessione e di privatizzazione di beni pubblici sono finalizzate a ridurre il debito, che Bankitalia ha certificato essere cresciuto di 84,2 miliardi dall’inizio del 2013. Il meccanismo di autoriproduzione del debito, originato dalla rinuncia alla sovranità monetaria da parte dello Stato, determina non soltanto lo spropositato peso fiscale che tramortisce imprese e famiglie italiane ma anche la progressiva cessione e privatizzazione di beni pubblici e i tagli ai servizi sociali, entrambi giustificati con l’esigenza di frenare l’indebitamento. Mentre le aziende italiane frontaliere cercano rifugio in Svizzera, il governo italiano mira a rafforzare la dipendenza nazionale dalle centrali finanziarie occidentali, Paesi del Golfo inclusi. 3I38.IT.SGL Resoconto del Seminario “Sviluppi nel Golfo e relazioni con l’Unione Europea” Si è svolto presso la sala Burhan Dajani della Camera di Commercio Italo-Araba, il seminario dedicato alle relazioni fra Unione Europea e paesi del Golfo. Hanno partecipato: − La Dott.ssa Silvia Colombo, ricercatrice del programma Mediterraneo e Medio Oriente presso l’Istituto Affari Internazionali; − Il Ministro Mauro Conciatori: Vice Direttore Generale, D.G. per gli Affari Politici e di Sicurezza, Direttore Centrale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente presso il Ministero degli Affari Esteri; − Il Dott. Gennaro Fusco, Senior Analyst presso la Banca d’Italia; − Il Dott. Roberto Aliboni, Consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali. Di seguito il resoconto della riunione. Il Presidente della Camera di Commercio Italo–Araba, Sergio Marini, apre la seduta ringraziando i partecipanti e introduce l’argomento di discussione. In particolare presenta alcuni documenti che illustrano lo stato dell’interscambio commerciale fra Italia e paesi arabi e l’evoluzione delle esportazioni italiane verso i paesi del Gcc nel periodo 20002012. Presenta infine gli indici di specializzazione dell’export italiano verso i paesi Gcc e 19 paesi arabi verso il complesso dei paesi arabi. La documentazione presentata dimostra l’importanza crescente che i paesi del Golfo rivestono per l’export italiano. Il Pres. Sergio Marini accenna agli aspetti che frenano lo sviluppo delle relazioni fra i due enti sovranazionali, in particolare le questioni dei diritti umani e della democratizzazione. Presenta quindi il primo intervento, quello della dott.ssa Silvia Colombo, ricercatrice presso l’Istituto per gli Affari Internazionali. La dott.ssa Colombo illustra il quadro politico dei paesi del Gcc e lo stato delle relazioni Ue–Gcc alla luce dei recenti sviluppi della primavera araba e del conflitto siriano. Sottolinea il crescente interesse globale suscitato dai paesi del Golfo soprattutto per le loro risorse economiche e per la capacità di influenzare l’evoluzione politica regionale. Distingue gli stati membri del Gcc in tre gruppi diversi in base al loro grado di stabilità; Qatar ed Emirati sono i paesi più sicuri dal punto di vista politico-sociale, Kuwait e Bahrain quelli più instabili. Le differenze fra i sei paesi si traducono in contrasti che precludono la possibilità di proseguire nel loro processo d’integrazione economica. La dott.ssa Colombo si sofferma quindi sul recente incontro interministeriale di Manama, in Bahrain, tenuto in occasione del 23° Consiglio Unificato Ue–Gcc. In tale sede è stata espressa soddisfazione per i risultati ottenuti durante i tre anni del Programma d’Azione Congiunto, ma le parti non hanno raggiunto un’intesa per il suo rinnovo. Vista la scadenza dell’accordo nel 2013 è probabile che la base giuridica della cooperazione fra Ue e Gcc torni ad essere l’accordo di cooperazione siglato nel 1988. La proposta dell’Arabia Saudita per una maggiore integrazione economica e per il miglioramento della cooperazione fra i paesi del Golfo attraverso l’istituzione di un’entità politica sovranazionale sul modello dell’Ue non ha riscosso il sostegno sperato, anche a causa del contrasto fra le posizioni di Arabia Saudita e Qatar. La mancanza di una visione unica nel Gcc si riflette nello stallo dei rapporti con l’Ue. Di conseguenza, alcuni stati europei hanno preso l’iniziativa per il rafforzamento dei rapporti bilaterali. Conclude sottolineando che l’opportunità di invertire la tendenza delle relazioni fra Ue e Gcc e di riprendere il filo dell’integrazione interrotto, è costituita dall’esigenza comune di trovare posizioni univoche nei confronti delle diverse crisi nazionali che attraversano il Mediterraneo. Il Pres. Marini introduce quindi l’intervento del Ministro Mauro Conciatori, Vice Direttore Generale, D.G. per gli Affari Politici e di Sicurezza presso il Ministero degli Affari Esteri. Il Ministro illustra il punto di vista italiano riguardo l’area del Nord Africa e del Medio Oriente. La politica estera nazionale si esplica nell’ambito dell’Alleanza Atlantica e si concentra sulle aree d’interesse tradizionale dei Balcani e del Mediterraneo, cui bisogna aggiungere quella del Golfo. Con la globalizzazione si è aperto infatti un grande mercato di sbocco non solo per l’export made in Italy, ma anche per l’industria della difesa, la quale può fungere da apripista per nuovi accordi di collaborazione in materia di sicurezza. Oggi l’interscambio dei paesi Gcc con l’Italia è di 23 miliardi di dollari; gli IDE italiani ammontano a 42 miliardi di dollari mentre quelli verso l’Italia a 7 miliardi, con margini per ulteriori espansioni. Il Golfo rappresenta altresì un hub logistico per il commercio in altre aree del mondo. L’interesse italiano in quest’area riguarda la possibilità di acquisire commesse nel settore dei lavori pubblici, la collaborazione nel settore delle energie rinnovabili, l’attrazione di investimenti da parte dei fondi sovrani, il settore degli idrocarburi. Secondo il Ministro Conciatori, lo stato delle relazioni fra Ue e Gcc emerso dall’incontro interministeriale di Manama risulta controverso. La riunione si è svolta in un clima corretto e rappresenta un buon viatico per il prosieguo del dialogo; i risultati raggiunti nell’ambito del Piano d’Azione Congiunto triennale sono stati soddisfacenti, seppur migliorabili. Tuttavia permangono alcune difficoltà che compromettono le dinamiche delle relazioni. I fattori di blocco sono costituiti da: l’interruzione del negoziato sull’area di libero scambio 20 paesi arabi dove sussistono le sovvenzioni alle tariffe sul gas e le barriere tariffarie; la sospensione e non estensione del sistema di preferenze generalizzate; l’impossibilità di instaurare un dialogo sui diritti umani; lo stallo sulle questioni della mobilità e dei visti. Si sofferma quindi sulle relazioni italiane con i paesi del Golfo, che seguono un modello basato su due livelli: bilaterale e europeo. Dal punto di vista europeo si assiste ad uno stallo delle relazioni con i paesi del Golfo, dovuto anche ai problemi legati alla macchina istituzionale europea, piuttosto lenta e incapace di modificare o rimodulare in tempi brevi una posizione comune adottata dall’insieme eterogeneo dei suoi membri. L’Unione Europea è abituata a fondare le proprie relazioni su principi che spesso rendono difficile la conclusione di accordi economici, i quali presuppongono, invece, l’adozione di un atteggiamento più pragmatico e concreto. Dal punto di vista bilaterale l’Italia è molto attiva. L’obiettivo nazionale è al momento quello di utilizzare gli strumenti di dialogo interculturale sfruttando la credibilità di cui il nostro paese gode nei confronti dei paesi arabi. È riconosciuto infatti l’interesse italiano alla pace e alla stabilità di tutta l’area del Mediterraneo e del suo retroterra. Le occasioni per instaurare un dialogo proficuo non mancano: in Libia l’Italia è riconosciuta come il partner più importante per la stabilizzazione del paese, e di una reputazione simile gode riguardo alla questione siriana, nella quale tutti riconoscono che l’Italia non segue agende nascoste. L’Italia ha iniziato a dimostrare la sua presenza alle leadership arabe per poter instaurare un dialogo paritetico per la cooperazione. In quest’ottica sono da sottolineare la presenza del viceministro degli esteri Lapo Pistelli alla riunione interministeriale di Manama; le visite del Ministro Emma Bonino in Oman e Kuwait; la visita del Ministro di Paola in Kuwait per questioni attinenti alla difesa. A ciò si aggiunge la missione del Viceministro Lapo Pistelli in Yemen, paese che non fa parte del Gcc ma nel quale l’Italia detiene importanti interessi; essa è infatti il maggior contribuente del paese ed ha erogato oltre 40 milioni di euro in aiuti destinati soprattutto alla sicurezza del Corno d’Africa. Inoltre, nel mese di luglio, il Ministro Bonino ha invitato a Villa Madama circa cinquanta ambasciatori arabi per l’Iftar, la cena tradizionale che, in occasione del Ramadan, interrompe il digiuno quotidiano dopo il tramonto. Ospiti del ministro sono stati i capi missione dei 42 Paesi membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e della Lega Araba accreditati presso il Quirinale, il rappresentante della Lega degli Stati Arabi, il segretario generale e l’Imam del Centro Islamico Culturale d’Italia, il segretario della Commissione per le Intese con le Confessioni Religiose alla Presidenza del Consiglio e il vice presidente della Comunità Religiosa Islamica Italiana. Tra gli invitati anche alcuni rappresentanti delle comunità musulmane in Italia. L’evento, ormai tradizionale, testimonia la grande attenzione ed il rispetto con cui l'Italia guarda al dialogo interculturale e interreligioso con il mondo islamico. L’Iftar ha costituito un’occasione utile per discutere sulle crisi internazionali, in particolare quelle che interessano il “Mediterraneo allargato”. Al centro dei colloqui anche i processi di transizione politica e le possibili collaborazioni per promuovere lo sviluppo economico. Secondo il Ministro Conciatori, attraverso questa serie di incontri, tenendo sempre ben presenti le sensibilità dei paesi arabi, si può affrontare un dialogo incentrato sui valori, sul riconoscimento della dignità umana come valore fondamentale; si potrà discutere della possibilità che tutti contribuiscano allo sviluppo della società e della collettività; si potrà effettuare una riflessione sui problemi della stabilizzazione interna e delle successioni dinastiche affinché possano essere poste basi più sicure per la conduzione dei rapporti economici. Dopo il Ministro Conciatori prende la parola il Dott. Gennaro Fusco, Senior Analyst presso la Banca d’Italia. Il suo intervento è incentrato sull’economia dei paesi del Golfo e sugli scambi con l’Ue. L’economia in questa regione resta legata agli idrocarburi nonostante i tentativi di diversificazione effettuati in alcuni paesi. Il dott. Fusco fornisce dei dati che 21 paesi arabi chiariscono la peculiare situazione economica del Golfo: circa il 75% delle esportazioni è costituito da idrocarburi (petrolio, gas e dervitati); l’80% delle entrate pubbliche dipende dal petrolio; il 66% delle riserve accumulate sono collocate nei fondi sovrani; il Golfo rappresenta il 33% delle riserve e dell’export globale di petrolio; le finanze pubbliche sono generalmente in attivo ad eccezione del Bahrain, poco rilevante dal punto di vista economico; la tassazione nel settore privato è molto limitata e ciò attrae gli investitori. A dimostrazione dell’importanza del settore petrolifero il dott. Fusco ricorda che l’Arabia Saudita è considerata la Banca Centrale del mercato petrolifero; essa svolge una funzione stabilizzatrice in quanto può aumentare rapidamente (ndr: fino a 11 milioni di barili di petrolio al giorno) la propria produzione di greggio per sopperire a eventuali shock petroliferi. Dal punto di vista politico, i paesi del Golfo, ad eccezione del Bahrain, non sono stati toccati dalla cosiddetta Primavera Araba principalmente perché hanno adottato importanti forme di assistenzialismo. Sono stati erogati sussidi diretti e indiretti e si è proceduto ad assunzioni massicce; tali misure hanno avuto l’effetto di acquisire il consenso della popolazione ma non sono stati fatti passi in avanti sulla concessione di maggiori libertà e diritti. Nel lungo periodo tali caratteristiche politiche ed economiche peculiari rappresentano un punto di debolezza dei paesi del Golfo. Il sistema così costruito è destinato a fallire se non sarà possibile trovare risorse alternative agli idrocarburi per la produzione di ricchezza ai livelli attuali. Inoltre, il maggiore sviluppo economico conduce inevitabilmente ad una maggiore richiesta di diritti e democrazia che compromettono l’attuale equilibrio governativo. Ulteriori punti deboli dei paesi del Golfo sono la disoccupazione e la vulnerabilità strategica dello stretto di Hormuz, dal quale passa gran parte dell’export di idrocarburi del golfo. Per quanto riguarda il primo aspetto, c’è una forte necessità di importare competenze e forza lavoro e si fa largo uso di immigrati per le fasce molto bassa e molto alta di lavoratori. Per ovviare a tale situazione l’Arabia Saudita ha adottato la Nitaqat, una legge che riserva una quota crescente di forza lavoro nelle aziende pubbliche e private alla popolazione indigena. Riguardo allo stretto di Hormuz, minacciato da eventuali ritorsioni dell’Iran per le sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale, è necessario garantire le esportazioni di paesi come il Qatar che necessitano del passaggio dei carichi di LNG attraverso tale striscia di mare. Per ovviare al problema, negli Emirati è in corso la costruzione di una pipeline che bypassi lo stretto fornendo un attracco sicuro alle navi container nel Golfo dell’Oman. Per quanto riguarda il Consiglio di Cooperazione del Golfo i rapporti commerciali sono intrattenuti soprattutto con l’estero e i benefici economici di una Unione Monetaria sarebbero limitati. Va notato che la penetrazione dei paesi europei è stata inferiore rispetto a quella di Cina e Usa e che, sorprendentemente, gli scambi commerciali con altri paesi della regione Mena sono piuttosto bassi. Infine il dott. Fusco sottolinea l’importanza dei fondi sovrani dei paesi del Golfo come canale per gli investimenti in Italia e nell’Ue. Il pres. Marini passa la parola al Dott. Aliboni, Consigliere scientifico dello IAI, che affronta il problema dei rapporti Gcc-Ue soffermandosi sulla politica estera dell’Ue, specialmente verso i paesi vicini del Mediterraneo. Il Dott. Aliboni afferma che la base delle relazioni europee con l’estero è rappresentata dai principi di Copenaghen. Questi sono costituiti da criteri economici e giuridici e in particolare si soffermano sulla presenza nei paesi candidati all’adesione di istituzioni che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell’uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela. Tali principi hanno funzionato nel processo d’integrazione europea nei confronti dei paesi dell’Europa dell’Est e dei Balcani, ma non hanno ottenuto gli stessi 22 paesi arabi risultati quando sono stati applicati alle relazioni con i paesi mediterranei e arabi. Di fatto, il progetto di partenariato euromediterraneo inaugurato con il processo di barcellona del 1995 si è arenato e la Primavera araba è la dimostrazione del fallimento delle politiche europee. Gli stessi principi sono stati posti alla base delle relazioni con il Gcc, ma sono stati esplicitamente messi in discussione da alcuni paesi del Golfo e, oggi, le relazioni fra Ue e Gcc si trovano in una fase di stallo. Ciò ha determinato l’intensificarsi dei rapporti bilaterali dei singoli membri europei con i paesi del Golfo. Tuttavia i paesi dell’Europa meridionale, quelli che dovrebbero trarre maggior beneficio da rapporti più stretti con i paesi arabi del Mediterraneo, non possiedono i mezzi (salvo la Francia) per instaurare relazioni commerciali autonome. Considerate tali problematiche e le fratture politiche e religiose che attraversano il mondo arabo-islamico, per l’Ue sarà necessario ripensare i rapporti con i paesi del Mediterraneo allargato. Secondo il Dott. Aliboni, il problema primario è quello di definire una nuova visione che chiarisca le prospettive dell’impegno europeo visto che, fino ad oggi, le relazioni si sono basate su criteri, obiettivi e principi che negli ultimi due anni sono arrivati ormai alla completa erosione. 3I39.SY.SGL Accordo Kerry-Lavrov sul disarmo chimico L’accordo raggiunto tra il segretario di Stato Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov a Ginevra segna una tappa importante nella crisi siriana. Secondo quanto concordato, la Siria avrà una settimana di tempo per consegnare le armi chimiche in suo possesso che saranno poi distrutte entro la metà del 2014. Qualora il regime non dovesse rispettare l’impegno, l’accordo potrebbe essere applicato attraverso una risoluzione dell’Onu che contempli la minaccia di sanzioni economiche o l’uso della forza. Il presidente Bashar al-Assad ha espresso soddisfazione per un’intesa che è vista come una sua vittoria in quanto ha scongiurato l’intervento militare internazionale. Anche Barack Obama plaude all’accordo, ma ricorda che molto lavoro resta ancora da fare. Il presidente americano si mostra ottimista e ha chiesto al Congresso di rimandare il voto sull’intervento militare. Israele rimane invece più cauto e invita tutti a giudicare il valore dell’intesa in base ai risultati che riuscirà a raggiungere. Unica voce fuori dal coro è quella dell’opposizione siriana. Il presidente del Consiglio militare supremo dell'opposizione siriana, Selim Idriss, ha bocciato l’accordo appellandosi alla comunità internazionale, affinché obblighi il regime di Damasco ad abbandonare anche l'uso dell'aviazione e dei missili balistici. 23
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