La riforma appalti ai raggi X

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La riforma appalti ai raggi X
PRIMO PIANO
Mercoledì 27 Gennaio 2016
5
La precedente normativa era stata congegnata per consentire di attuare le più grosse ruberie
La riforma appalti ai raggi X
Nel primo articolo ci sono ben 87 commi o subordinati
tanti e tali da rendere legitti- sa per la quantità crescente di
me le più grandi porcate che si prestazioni a essa richiesta dal
uesto articolo –e quelli possono immaginare. Il tutto governo e dal Parlamento.
Nell’attuale situazione, non
successivi dedicati alla perché c’erano tali margini di
riforma degli appalti discrezionalità (tutti connessi è chiaro a che punto del proceche il Senato ha appro- alla definizione dell’elenco dei dimento si collochi la possibivato nei giorni scorsi- hanno un partecipanti e alla valutazio- lità di intervento di Raffaele
contenuto tecnico, che abbiamo ne qualitativa delle offerte) da Cantone e dei suoi uffici. Allo
cercato di rendere di agevole lasciare mano libera ai mani- stato dei fatti, l’intervento
lettura. Il lettore giudicherà se goldi che intendevano favorire dell’Anticorruzione può avvenire in ogni momento e inneci siamo riusciti. Una riforma, qualcuno.
Insisto: quando si parla di starsi addirittura nella scelte
dunque, considerata importante per tutto il sistema dei pub- qualità dell’offerta, riferendosi delle imprese cui estendere
blici appalti e delle pubbliche a caratteristiche progettuali o l’invito. Non che ci sia qualcosa
forniture, gravemente interes- a materiali o a prestazioni spe- da dire rispetto a una modalisato da una serie di scandali cifiche, si entra nel campo della tà di intervento che è piuttosto
un happening
che costituiscono
caso per caso,
la costante del setma c’è molto
tore da trent’anni
Il testo della legge smentisce in modo clada dire su un
a questa parte.
moroso uno dei principi che faticosamente anlegislatore e
Segnalo subito
davano affermandosi nel processo legislativo:
un’Amminiche gli strumenti
norme
semplici,
prive
di
richiami,
comprenstrazione che
tecnici per prevesibili
a
qualsiasi
cittadino
che
sappia
leggere
non si pongonire la corruzione
e scrivere. Un’utopia, certo, ma, soprattutto,
no il problema
sono sostanzialdi definire in
mente due: una
una prescrizione di tendenza che il governo
modo stabile il
buona legge e
Renzi avrebbe dovuto fare propria, giacché la
ruolo dell’Anuna buona Amchiarezza e la trasparenza sono gli strumenti
ticorruzione,
ministrazione. La
irrinunciabili di affermazione di qualsiasi
la tempistica
legge deve conteattività riformista
dei suoi internere i principi cui
venti, le condevono ispirarsi,
seguenze degli
in modo inderogabile, gli operatori nell’indire pura opinabilità, nella quale stessi. Una concezione troppo
le procedure per scegliere l’ap- sguazzano funzionari tecnici penalistica che, consentendo di
paltatore. L’Amministrazione e amministrativi al soldo di spaziare, di fatto, rende aleatosi deve dotare di norme di com- qualche ditta interessata ad ria l’efficacia delle attività di
portamento tali da permettere aggiudicarsi un certo lavoro o prevenzione e di repressione.
È un po’ come l’obbligatorietà
che le gare si svolgano in un re- una certa fornitura.
I due punti che abbiamo dell’azione penale, che è più
gime di concorrenza reale. Né
finta né virtuale per devianze indicato (una buona legge e una grida manzoniana, all’incorruttive che si insinuano nel una buona Amministrazione) terno della quale vige la più
procedimento a causa di fun- vengono prima, concettualmen- vasta discrezionalità, più che
te e praticamente, delle compe- una reale, cogente capacità di
zionari corruttibili e corrotti.
Detta così, sembra una tenze dall’Autorità anticorru- agire in tutte le situazioni nelle
cosa semplice: invece non lo è, zione, ormai trasformatasi in quali emerga la sintomatologia
dato che i varchi esistenti nella una vera e propria agenzia, di un reato.
L’aspetto peggiore di una
legislazione precedente erano che rischia di avvitarsi su stesDI
DOMENICO CACOPARDO
Q
simile situazione è dato dal
fatto che i vertici politici delle Amministrazioni entrano
nell’ordine di idee Tanto c’è
Cantone con la sua Authority,
dimenticando di intervenire
sulle strutture per imporre
procedure e scelte trasparenti e legittime, all’interno delle
quali non può trovare spazio
nessun tentativo di sviamento
dei pubblici poteri.
Questo, di fondo, è il tema
rispetto al quale la riforma
approvata nei giorni scorsi
dovrebbe porsi come uno svolgimento. Vediamo meglio e da
vicino, questa nuova legge di
settore. Essa si chiama Deleghe al governo per l’attuazione
delle direttive 2014/23/UE,
2014/23/UE e 2014/25/UE
del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 26 febbraio 2014,
sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti
pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei
settori dell’acqua, dell’energia,
dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della
disciplina vigente in materia
di contratti pubblici relativi a
lavori, servizi e forniture.
In soldoni, un’ennesima
legge-delega che lascia al
governo il compito di adottare
i decreti (che, correttamente,
vanno chiamati legislativi o
delegati) specifici sulla materia interessata e divisibili in
due categorie: attuazione di
norme europee, norme nazionali (autonome). La riforma di
cui parliamo, quindi, è in gran
parte obbligata dall’entrata in
vigore di una nuova normativa
europea, ma il prodotto in essa
contenuto è frutto della confusione (in senso tecnico giuridico) tra norme derivate e norme autonome. Secondo la mia
opinione sarebbe stato molto
meglio dividere chiaramente
in due l’operazione riforma,
adottando un breve provvedimento legislativo di richiamo
alle norme europee (di per sé
già cogenti) e poi uno stringato
testo riguardante l’assetto nazionale del settore.
Chi abbia voglia di guardare con i propri occhi,
consultando il testo con i lavori parlamentari, visibile nei
siti di Senato e di Camera,
vedrà come, invece, la tecnica
legislativa sia stata quella di
mescolare il tutto e, peggio, di
concentrare in un unico articolo, il n. 1, in 87 tra commi,
subordinati e numeri, tutta la
materia, smentendo in modo
clamoroso uno dei principi
che faticosamente andavano
affermandosi nel processo legislativo: norme semplici, prive di richiami, comprensibili a
qualsiasi cittadino che sappia
leggere e scrivere. Un’utopia,
certo, ma, soprattutto, una prescrizione di tendenza che il governo Renzi avrebbe dovuto cogliere e fare propria, giacché la
chiarezza e la trasparenza dovrebbero essere gli strumenti
irrinunciabili di affermazione
di qualsiasi attività riformista.
Invece no, poiché l’illeggibilità
della legge non riguarda solo
gli appalti, ma l’intero scibile
legislativo del ministero presieduto da Matteo Renzi.
(1- Continua)
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NON SOLO: L’OPINIONE PUBBLICA È CONVINTA CHE I SALVATAGGI SIANO FATTI COI SOLDI DELLO STATO
Le banche che vanno bene debbono provvedere ad altre già
commissariate: tutte Casse di risparmio, salvo una popolare
DI
CORRADO SFORZA FOGLIANI*
P
rendersela con le banche
non conviene a nessuno
meno che a chi pensa di
poter ridurre il mercato
del credito ad un insieme di pochi
soggetti, che facilmente poi farebbero – di fatto – valere la propria
posizione oligopolista. Le banche
di territorio, per questo disegno,
sono il primo ingombro. Per questo, sono osteggiate. Per questo, si
generalizzano irresponsabilmente
casi singoli. Oltretutto, fanno gola
perché sono le più patrimonializzate (cioè, le più solide). Fare i
banchieri è sempre stato difficile,
ma oggi è difficile anche solo farlo
serenamente: in caso di crisi aziendali nei settori più vari, prefetti e
sindacati vengono a chiedere che
si finanzino le imprese interessate, che si evitino i licenziamenti.
Se non lo si fa, si è messi alla gogna; ma se lo si fa, si è facilmente
messi sotto processo penale per
abuso di credito. Un esempio, ma
significativo.
L’Europa dei burocrati ci mette pesantemente del suo. La normativa sulla risoluzione delle crisi
bancarie è stata allegramente recepita, con una attenzione inferiore
a quella a suo tempo dedicata alla
misura delle banane. Il ministro
Padoan aveva detto che l’Europa
non ha scoperto niente, che le banche sono da sempre soggette a crisi
e, in particolare, a liquidazione coatta: ma, nel momento più critico,
quando serviva che lo facesse, non
lo ha ripetuto. L’opinione pubblica,
invece, è stata inondata (spesso, da
fonti direttamente o indirettamente interessate) di dubbi, di remote
eventualità, di possibili pericoli.
Le banche che vanno bene,
sono state gravate (come contributo a mantenerle in questa
situazione …) del carico di provvedere pro quota a mettere in si-
curezza alcune banche da tempo
commissariate (tutte Casse di risparmio o ex Casse di risparmio,
ad eccezione di una sola Popolare:
e correggere informazioni errate al
proposito, è stata un’impresa). Le
banche questo hanno fatto, ma non
nel modo in cui avevano pensato
di farlo, ma nel modo in cui si è
loro imposto di farlo (col risultato ad esempio - di creare il problema
delle obbligazioni subordinate, che
col primo modo di procedere non
si sarebbe posto).
E solo in Italia può capitare
che le banche buone debbano
pagare il dissesto di banche concorrenti (e vigilate) andate a male.
Col paradosso, per di più, che questi prelievi (perché tali sono) vengono poi ufficialmente considerati
«contributi volontari». Col paradosso, ancora, che l’opinione pubblica è in gran parte convinta che
i mezzi necessari all’operazione ce
li abbia messi lo Stato.
Il caso della banca estera
che pur di ritirarsi dall’Italia
ha corrisposto (non, percepito) 250
milioni circa a chi ha rilevato i suoi
sportelli, dovrebbe far pensare.
Dovrebbe indurre a qualche considerazione anche gli imprenditori
che credono ancora in un sistema
libero di economia (e non solo nei
sussidi di uno Stato onnivoro). Ma
chiediamoci anche chi può continuare ad operare serenamente sul
mercato del credito nella situazione attuale, in un Paese nel quale
lo Stato, nel silenzio assordante di
ogni altra istituzione, lascia spendere il proprio nome (come garante) in una megalattica operazione
in favore di chi raccoglie, ma non
fa credito. Siamo in una situazione,
cioè, in cui lo Stato parteggia per
una parte in concorrenza con altre
parti, influendo in modo distorsivo
nella allocazione dei depositi.
* presidente Assopopolari
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PRIMO PIANO
Giovedì 28 Gennaio 2016
7
Doveva essere un modello di semplicità e chiarezza: in un solo articolo, 87 prescrizioni
Appalti, legge scritta coi piedi
Nel punto b) sono state ficcate 159 parole, senza un punto
DI
DOMENICO CACOPARDO
O
ggi cercheremo di raccontare i contenuti di
questa riforma degli
appalti su cui pesa
come un macigno una modalità legislativa rivolta tutta
all’illeggibilità del testo. In
passato, lo ricordo en passant,
le difficile interpretazione della legge è stata sempre usata
per permetterne il peggiore
uso possibile.
Un unico articolo con 87
prescrizioni e la sensazione
che si vada avanti e indietro
nella materia senza avere
avanti agli occhi un disegno
organico e realistico delle esigenze di moralizzazione e di
semplificazione del settore.
Due concetti, moralizzazione
e semplificazione, che vanno
sempre insieme.
Il punto a) del 1° comma
suscita l’ilarità. Stabilisce,
infatti, un divieto di introduzione o di mantenimento di
livelli di regolazione superiori
a quelli minimi richiesti dalle
direttive europee.
E la mafia, la camorra e la
ndragheta? La domanda che
sorge spontanea leggendo queste parole. Non si dà e prende
atto che le situazioni concrete
in ogni nazione sono diverse
tra loro e influenzate da precipui fattori ambientali. È vero
che i cosiddetti livelli di regolazione sono molto elevati, ma
è anche vero che essi lasciano,
come vedremo, margini eccessivi di discrezionalità ai funzionari infedeli.
Poiché nulla accade per caso,
è utile riflettere sulle prescrizioni di questa legge-delega.
Il punto b) (159 parole,
senza un punto) precisa che
sarà adottato un unico testo
normativo con contenuti di
disciplina adeguata anche per
gli appalti di lavori, servizi e
forniture denominato «codice
degli appalti e dei contratti di
concessione» … (qui l’italiano
è quello di un oratore ubriaco
che non ha consapevolezza di
dove cominci e termini il suo
discorso) nel quale saranno
comprese le misure legislative
per l’affidamento, la gestione e
l’esecuzione degli appalti pubblici, garantendo l’ordinata
transizione tra la previgente e
la nuova disciplina (una precisazione densa di significato,
nel senso che l’ordinata transizione non può che voler dire
che ciò è fatto è fatto, o meglio
chi ha avuto, ha avuto e chi ha
dato, ha dato).
Una evidente tautologia se
non fosse, appunto, per l’ordinata transizione.
Il punto c) riguarda la necessità di prescrizioni tecniche per l’accessibilità delle
persone con disabilità, anche
qui una tautologica ripetizione
di normative in essere che potrebbero essere richiamate con
una semplice circolare.
Il punto d) è paradossale,
in quanto prescrive una drastica riduzione e razionalizzazione delle disposizioni vigenti e
un più alto livello di certezza
del diritto e di semplificazione
dei procedimenti. Attenzione:
quando il legislatore mira in vece di elevare il livello di ceralto che dichiarazioni reboanti, tezza del diritto, permetta di
c’è sempre qualcosa da nascon- introdurre norme di recupero
dere. In questo caso, si vuole delle discrezionalità in discusnascondere la complessità e la sione perché costituiscono la
farraginosa illeggibilità di un via attraverso la quale far tortesto che dovrebbe rappresen- nare di scena la corruzione.
tare la svolta finale per entraIl punto g) vuole semplifire nella dirittura d’arrivo una cazione, rapidità, trasparenza
modalità trasparente e sicura e imparzialità (concetto, questo,
per tutto il sistema pubblico.
introdotto qui per la prima volSi ribadisce poi la necessità ta in questo testo) per le gare
di predisporre
sotto soglia, al
procedure non
di sotto cioè dei
derogabili per
livelli di valore
gli appalti pubnei quali deve
blici e le conessere applicacessioni e per
ta la normativa
ottenere una
dell’Unione eusignificativa
ropea.
riduzione dei
Il punto h)
tempi relativi
impone l’indialle procedure
cazione pun(la ripetizione è
tuale (ma se è
nella legge: proindicazione non
cedure per propuò non essere
Raffaele
Cantone
cedure) di gara
puntuale) delle
e alla realizzanorme che si
zione delle opere pubbliche.
applicano a ogni procedura e il
Mentre sarebbe opportuno punto i) la digitalizzazione delle
che l’autorità giudiziaria apris- procedure stesse anche al fine
se un fascicolo per identificare di favorire l’accesso delle micro,
coloro che hanno insegnato piccole e medie imprese.
l’italiano agli estensori (e voSi tratta dell’ennesima affertatori) di una simile bestialità mazione demagogica, priva di
lessicale, risulta oscuro il senso significato giuridico che si indi questa affermazione (punto contra nella legge. Infatti, se si
e) del comma 1). Già nel punto digitalizza si rende più facile a
d) s’era parlato di riduzione e tutti l’accesso all’informazione
semplificazione e la ripetizione e ai procedimenti concorsuali.
induce, come sempre, qualche Non solo alle micro, piccole e
sospetto. Infatti, il legislatore medie imprese, che non posdelegato, il governo, potrebbe sono trovare nessun, ripeto
considerare il punto d) e il pun- nessuno, strumento di favore
to e) concettualmente diversi diverso da quello (che dovrebbe
per inventarsi qualcosa che, in- essere garantito) della libera
concorrenza.
Viene poi la questione
della protezione civile, la
cui gestione -quando riguarda
le emergenze- deve coniugare
la tempestività con il divieto di
procedure in deroga a quelle
ordinarie con l’eccezione delle
singole fattispecie connesse a
particolari esigenze collegate
alle situazioni emergenziali.
Chiunque può notare la dizione contorta e contraddittoria di
questa norma: 1) tempestività;
2) niente deroghe; 3) deroghe
(eccezioni) per le situazione
emergenziali, cioè tutte quelle
derivanti da eventi calamitosi.
Ed ecco l’ultima ciliegina
odierna. Il punto m) reintroduce il controllo preventivo
della Corte dei conti, mediante
una sua apposita sezione, per
gli appalti secretati (carceri, caserme e altri impianti militari
e, in alcuni casi, giudiziari).
Ma se c’è già l’Anticorruzione? O l’Anticorruzione va bene
per quelli pubblici, ma non va
bene per quelli secretati? Perché si teme qualche indiscrezione?
L’unico movente di una simile norma è quella di riesumare
il controllo cartolare e di legittimità della Corte dei conti per
consentire una maggiore possibilità di manovra agli operatori dell’oscuro settore.
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2 – Continua.
Il precedente articolo
è stato pubblicato
il 27 gennaio
IN CONTROLUCE
Il grandissimo Edgar Allan Poe lavorò ai margini della società
letteraria Usa dove la sua stella brillò solo quando lui si spense
DI
E
DIEGO GABUTTI
dgar Allan Poe, prima che
Baudelaire e i simbolisti
francesi lo innalzassero a
simbolo della modernità, lavorò in solitudine ai margini della società letteraria americana, dove la sua
stella brillò soltanto alla fine, quando
lui si spense. Era di salute pericolante
e s’attaccava volentieri alla bottiglia.
Cercava di sbarcare il lunario come
poteva, in genere senza grande successo, ed era vittima delle cupezze della
sua personalità e della sua filosofia.
Diventò il modello, col tempo, dell’artista maudit, nemico delle convenzioni,
icona tossica, cercatore fanatico d’emozioni forti.
Fu un sommo poeta e un grande critico letterario. Come critico
letterario fu il massimo sponsor, con
Hermann Melville, dei racconti del
grande Nathaniel Hawthorne, ma
s’alienò l’amicizia d’altri scrittori del
suo tempo, per esempio Washington
Irving e James Fenimore Cooper,
che si legarono al dito le sue spietate
recensioni al dito. Come poeta è ri-
saputo che aprì la strada alla poesia
moderna (io ne mastico poco). Già
che c’era, tra un verso e l’altro, mise
al mondo anche lo spavento metafisico e la detective story, che in seguito
avrebbero cambiato la faccia della letteratura moderna. Secondo Randall
Silvis, autore anni fa d’un bellissimo
e dolente Sulle rive della notte, Neri
Pozza 2002, Edgar Allan Poe fu anche
un bravo detective, quanto e più del
suo eroe, Charles-August Dupin.
Anche altri autori, negli ultimi
anni, hanno fatto di Poe un detective, o
comunque il personaggio chiave d’una
storia poliziesca. Cito alcuni titoli pescandoli a caso da uno degli scaffali in
alto della mia libreria — alcuni belli,
altri così così, nessuno pessimo: L’ombra di Edgar di Matthew Pearl, Rizzoli 2008, Il ragazzo americano, Nord
2006, Mai più di William Hjortsberg,
Sperling & Kupfer 1998, Omicidio al
museo delle cere, Giallo Mondadori n.
1885, novembre 2005.
Charles-August Dupin, il detective
afflitto da spleen baudelairiano dei
suoi racconti, risolse tre casi celebri:
quello della Rue Morgue, quello della
Lettera Rubata e infine quello di Marie
Roget, la giovane sigaraia assassinata.
Nell’affare della Rue Morgue, soppesati tutti gl’indizi e tirate le somme, Dupin stabilì che a fare il colpo era stato
uno scimmione assassino (oggi, per un
giallista, questa sarebbe una soluzione
a dir poco imbarazzante). Andò meglio
con la lettera rubata: Dupin scoprì che
la lettera era lì, in piena vista, confusa
tra altre lettere imbustate (un’osservazione che gli meritò, un secolo più
tardi, l’omaggio d’un saggio famoso di
Jacques Lacan, psicoanalista e sciamano). Quello di Marie Roget fu un autentico caso criminale. Poe lo ambientò
a Parigi, e lo affidò alle cure di Dupin,
ma la povera sigaraia si chiamava in
realtà Mary Rogers e il fattaccio avvenne a New York. Poe lesse la storia
sui giornali e risolse il caso (così si dice,
o così disse lui) nel suo racconto.
Sulle rive della notte, di cui dicevamo prima, era ambientato proprio
nella New York di Mary Rogers. Poe è
un giornalista a caccia di qualche dollaro per sfamare la famiglia (una moglie malata, una suocera buona come il
pane) e si occupa del caso della sigaraia
assassinata con la collaborazione d’un
bambino nato nei bassifondi. Questo
gli si appiccica come un orfano e sarà
lui, molti anni dopo, a raccontare tutta
la storia, orrore per orrore, indizio per
indizio. Dagli slums ai quartieri alti,
vagando per le redazioni dei giornali
e nei condotti dell’acquedotto in costruzione, nei locali della Borsa e nei
saloon malfamati, tra incontri con altri
scrittori e con assassini, Poe insegue
l’assassino fino a scovarlo.
Prima che la storia sia finita assisterà alla caduta d’una specie di Casa
Usher, finirà sepolto vivo tra le bottiglie d’amontillado e un corvo volerà sul
suo davanzale gracchiando: «Nevermore, nevermore», maipiù, mai più. Oggi,
a New York, i turisti che vagano tra
Times Square e Lincoln Square (o che
persino s’avventurano fino all’84 strada est, nell’Upper West Side, strada
che ha un secondo nome, Edgar Allan
Poe Street, perché era lì che l’atuore
di Gordon Pym abitò a metà del diciannovesimo secolo) non s’imbattono
mai in nulla di simile, e in fondo è un
peccato.
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12
Venerdì 29 Gennaio 2016
PRIMO PIANO
3 – Inchiesta sulla pasticciata Riforma degli appalti pubblici che è stata approvata da poco
Troppe le indicazioni aggirabili
Riduttiva la capacità economico finanziaria delle imprese
digitalizzazione). La legge vuole prestare corrisponde a quella delle eventuali deviazioni.
compiti dell’Anac che si apprepoi la definizione di un sistema frazione di lavoro, salvo le ulteIl punto t) vuole attribuire sta a diventare una burocrazia
ggi si parte con i beni premiale e punitivo per chi de- riori ritenute cautelative. Il me- all’Anac le più ampie funzioni sovrapposta alla normale buroculturali. Non voglio nuncia o non denuncia le richie- todo in vigore nei tender (bandi) di promozione dell’efficienza, del crazia che, essa sì avrebbe bisogno di obblighi precisi
privare i lettori dello ste estorsive e indicazione delle internazionali prevede,
stabiliti dalla legge. Se,
spasso (e dell’indigna- norme del codice (penale?) la cui invece, che la ditta preQualcuno
potrebbe
ricordarmi
che
com’è sicuro, le regioni
zione) che deriva dalla lettura violazione determinerà la com- sti all’Amministrazione
questa è una legge-delega, una legge,
vorranno mantenere
della norma: riordino … con- minazione di sanzioni ammini- una garanzia (bancaria
la loro autonomia, ria prima chiamata) pari
tratti … beni culturali … anche strative da parte dell’Anac.
non di disposizioni precise, ma di
Con il punto r) si dovrebbe al valore complessivo dei
fiutando di contribuitenendo conto della particolare
principi. Ma quando i principi non
re alla realizzazione di
natura di questi beni (se non entrare, finalmente, nel cuore lavori da svolgere. Quesono chiari, le norme delegate non lo
una banca dati 100%,
l’avesse detto questa pessima delle questioni, si parla, infat- sto ha non solo un effetto
saranno a loro volta: si realizza così la
sarà difficile che l’Anac
legge-delega nessuno avrebbe ti, della capacità economico-fi- sull’esecuzione dell’opecatena viziosa intorno alla quale si è
possa esercitare le protenuto conto) e della peculiari- nanziaria, ivi compresa quella ra, ma ha altresì un
prie funzioni su tutti
tà delle tipologie di interventi, organizzativa e professionale effetto (da sempre non
sviluppata e si svilupperà la corruzione
gli appalti. Finirà per
prevedendo altresì modalità attinenti e proporzionali all’og- gradito in Italia) moraintervenire in ritardo
innovative per le procedure di getto dell’appalto.Questa norma lizzatore della concorappalto relative a lavori, servizi va letta con la successiva, punto renza. Nel senso che se una dit- sostegno allo sviluppo delle mi- e, più frequentemente, su segnae forniture e di concessione di qq) che prescrive il riassetto, la ta ha una documentata capacità gliori pratiche, della facilitazio- lazioni (denunce), riproponendo
servizi, comunque nel rispetto revisione dei sistemi di garanzia finanziaria, organizzativa e tec- ne dello scambio di informazioni quel controllo successivo attridelle disposizioni di tutela previ- per l’aggiudicazione e l’esecuzio- nica (tre concetti diversi tra loro tra stazioni appaltanti compresi buito alla Corte dei conti, la cui
ste dal codice dei beni culturali ne degli appalti pubblici, al fine che questa pessima legge invece poteri di controllo, raccomanda- morte venne stabilita in nome
e del paesaggio …garantendo di renderli (i sistemi di garanzia) riunisce nell’ambito unico della zione, intervento cautelare di de- della rapidità delle procedure.
3 – Continua. Le precela trasparenza e la pubblicità proporzionati e adeguati alla na- capacitò economico-finanziaria terrenza e sanzionatorio, nonché
tura delle prestazioni. In queste giacché precisa - come abbia- adozione di atti di indirizzo …
denti puntate sono state
degli atti.
pubblicate su ItaliaOggi
Anche questa è una ripeti- prescrizioni, si nasconde l’inten- mo visto - ivi compresa quella dotati di efficacia vincolante …
zione, lessicalmente obbrobrio- to di reiterare i vizi del sistema organizzativa e professionale A prima vista, sembra trattarsi nei giorni 27 e 28 gennaio
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sa, di indicazioni già formula- in vigore. Infatti le garanzie (che attinenti e proporzionali all’og- di un’abnorme espansione dei
te, che non aggiunge nulla al dovrebbero essere bancarie e a getto dell’appalto) per 10 miliardi, potrà concorrere a
testo precedente, salvo
GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND
un solo appalto da 10
la confusione (ai fini di
Non possiamo illuderci: l’esperienza
miliardi avendo tutto
una lettura razionale e
Dopo aver coperto le statue dei Musei capitolini, per non urtare la
ci insegna che, dove ci sono indical’interesse di complecoordinata) derivante
sensibilità dei dignitari musulmani in visita, il governo italiano usetarlo presto e bene, per
da concetti generici la
rà particolare attenzione anche sull’arte moderna. Sono a rischio:
zioni verbali, concetti, non numeri,
poter poi concorrere a
cui applicazione –vedre• Amedeo Modigliani: colli nudi. E come se non bastasse pure più
si entra nel campo della peggiore
un altro appalto e via
te- sarà così elastica da
lunghi del normale;
discrezionalità,
quella
che
permette
di
dicendo.
permettere le peggiori
• Renato Guttuso: vuoi che nella Vucciria non ci fosse anche carne
truccare le gare, di truccare i lavori,
Se invece, avendo
nefandezze.
di maiale?
di truccare i conti per fare intascare
una capacità da 10
Non possiamo il• Giorgio Morandi: bottiglie. Era emiliano, di certo non ci metteva
miliardi, le è consenluderci: l’esperienza ci
acqua;
più del dovuto al beneficato di turno
tito di concorrere a 10
insegna che, dove ci sono
• Umberto Boccioni: futurista. Non va bene, un musulmano timorato
appalti da 10 miliardi
indicazioni verbali, conguarda al passato non al futuro;
cetti, non numeri, si entra nel prima chiamata) sono il cuore in quanto la sua garanzia rima• Lucio Fontana: buchi e fessure. Alludono;
campo della peggiore discrezio- del sistema, quel cuore che può ne ancorata all’entità di stati di
• Giorgio De Chirico: piazze vuote. Istigano a sommosse poponalità, quella che permette di permettere il peggio corruttivo avanzamento da 1 miliardo,
lari;
truccare le gare, di truccare i o, viceversa, garantire la rego- sarà evidente che, in questo
• Giovanni Segantini: può andar bene solo togliendo la prima metà
modo, sarà aggirata ogni misura
lavori, di truccare i conti per larità delle prestazioni.
del cognome;
La proporzionalità, forte- di prudenza nell’affidare i lavofare intascare più del dovuto al
• Pippo Oriani: ricorda troppo quella tizia che parlava male di
beneficato di turno. Così è anche mente difesa dal sistema delle ri e sarà permessa un’attività
Khomeini;
per il successivo punto p) che imprese, significa la limitazio- nettamente superiore a quella
• Michelangelo Pistoletto: specchi, inutili. Dietro un burqa siamo
vuole garantire la sostenibilità ne dell’impegno di garanzia alla capacità economico-finanziaria
tutti uguali;
energetica e ambientale facen- quota di lavoro corrispondente che, a parole, la legge vorrebbe
• Mimmo Rotella: anche strappata Marylin Monroe induce pensieri
do anche ricorso al criterio di a uno stato d’avanzamento. Per difendere. Poiché queste scelte
lascivi;
aggiudicazione basato sui costi chiarire: se un contratto preve- non avvengono a caso, la logica
• Aligi Sassu: se ne può parlare. I pezzi piccoli potrebbero venir buoni
del ciclo di vita e stabilendo un de che i pagamenti avvengano conseguenza (quod dixit voluit)
per le lapidazioni;
maggiore punteggio per i beni, i ogni volta che si raggiunge l’im- che il legislatore è ben consape• Carlo Carrà: non per lui ma per la sorella. Ombelico al vento e
lavori e i servizi che presentano porto di 1 miliardo, ecco che la vole delle conseguenze delle sue
troppo scosciata.
un minore impatto sulla salute garanzia che l’appaltatore deve prescrizioni e, quindi, complice
e sull’ambiente.
Qualcuno potrebbe ricorON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI
darmi che questa è una leggedelega, una legge, non di dispoDI MARIO SECHI
sizioni precise, ma di principi.
meno, ma c’è tempo per entrambi: «An- Stampa di Maurizio Molinari è più
Ma quando i principi non sono
gela Merkel coltivò la speranza che quel pimpante, cerca aperture e tagli di archiari, le norme delegate non lo
Titoli. Renzi ha la fiducia nonostan- giovane italiano ne potesse assumere la gomenti differenti, prova a uscire dal
saranno a loro volta: si realizza
te la bad story di Etruria, il mercato non guida e aiutarla nel faticoso compito di dejà vu (ma continua a strizzare i titoli
così la catena viziosa intorno
ha fiducia nella bad bank messa a punto rendere più solide le istituzioni europee. d’apertura): «Iran, azienda italiana viola
alla quale si è sviluppata e si
dal governo. C’è la politica e poi c’è la fi- Da quel giorno si sono alternate confer- le sanzioni». Comunque, una cosa nuosvilupperà la corruzione. C’è poi
nanza. C’è Palazzo Chigi e c’è la Borsa. me e delusioni. Conferme per la capacità va da leggere. Carlino-Nazione-Giorno
il punto q) dedicato ai cardini
Ci sono le sofferenze bancarie e ci sono le di condurre in porto riforme che da anni fanno trio sul governo: «Renzi: il fango
della trasparenza e della lotta
difficoltà politiche. Alla vigilia dell’incon- venivano millantate, senza che nessun non mi tocca». Il Giornale ha una notizia
alla corruzione. Vediamoli da
tro tra Merkel e Renzi a Berlino, queste governo riuscisse a farle. Delusioni per- dal caveau: «Mancava solo zio Boschi:
vicino: individuare i casi in cui
sono due carte in tavola: un governo sta- ché Renzi non è riuscito — forse non ha buco di 10 milioni all’Etruria». Roba pe–in via eccezionale- (ma come
neppure provato? — a consolidare la sua sante. Il caffè ar vetro e il Messaggero
bile con un’economia instabile.
si delimita l’eccezionalità? Lo
Primo caffè, Corriere della Sera: posizione nel Consiglio europeo e a diven- s’accompagnano con ottimismo degno di
Branko: «Renzi supera l’ostacolo bandovremmo vedere nei decreti
«Renzi attacca, no alla sfiducia». Ca- tare un punto di riferimento»
delegati) è possibile ricorrere
Repubblica? Il nuovo diretto- che». Libero affida il suo pensiero su
tenaccio: «Il premier: Boschi, nessun
alla procedura negoziata senconflitto di interessi. Su Merkel: non re comincia a prendere le misure al Renzi a un sobrio «L’imboscato». Altro?
za precedente pubblicazione
favorisca Hollande». Stop and go. Ve- giornalone: apertura sul Fisco e Google, C’è la realtà. MF con i piedi per terra:
del bando di gara; unificazione
diamo quali frutti porterà a casa. Altro taglio sui nudi-coperti e il capo del ce- «La borsa boccia questa bad bank». Il
delle banche dati; previsione
sul Corriere? Francesco Giavazzi fa un rimoniale di Palazzo Chigi, commenti Sole 24ore su una delle casseforti dell’indi poteri di vigilanza e di conbell’articolo sulle promesse, premesse e vari, Ezio Mauro scrive ancora nello dustria italiana: «Generali, si tratta».
trollo (finalizzati a evitare la
esiti (non finali) di Matteo Renzi. Fu una spazio di pochi giorni. Tutto ordinato, Buona giornata.
Il Foglio.it - List
corruzione e i conflitti di intesperanza per Angela Merkel, oggi lo è di ma serve più anima. Attendiamo. La
resse, favorendo trasparenza e
DI
DOMENICO CACOPARDO
O
PRIMO PIANO
Sabato 30 Gennaio 2016
11
4- Inchiesta sulla pasticciata Riforma degli appalti pubblici che è stata approvata da poco
Sono sopravvissute le varianti
Che trasformano, in lucrosi, gli appalti sotto costo
DI
DOMENICO CACOPARDO
C
oncludiamo oggi il nostro rapido esame della
legge delega sui lavori
pubblici, sulle concessioni e sulle forniture.
Ci sembra singolare che la
legge introduca, al punto z),
dopo la riduzione degli oneri documentali, la possibilità,
per i partecipanti alle gare di
integrazione documentale non
onerosa di qualsiasi elemento di
natura formale della domanda,
purché non attenga agli elementi oggetto di valutazioni
sul merito dell’offerta.
Una norma singolare che può
generare un serio contenzioso in
ordine al significato delle parole qualsiasi elemento di natura
formale e non attenga agli elementi oggetto di valutazioni.
Il principio fondamentale
dell’ordinamento è: le offerte che arrivano entro il termine
anche orario previsto nel bando
di gara debbono contenere tutti
gli elementi formali, sostanziali
e finanziari previsti nel bando
pena esclusione. Normalmente,
un presidente o una commissione di gara effettua la cosiddetta
spunta delle carte pervenute,
proprio per constatare che ci
sono tutte quelle che ci vogliono
e per escludere le offerte manchevoli anche di uno solo dei
documenti richiesti. Una norma
precisa che non si presta a interpretazioni, proprio per evitare
che la legge si applica, ma per
gli amici si interpreta.
Facciamo un passo in
avanti e occupiamoci delle
varianti. In proposito, vogliamo richiamare questa norma
(punto ee): previsione che ogni
variazione in corso d’opera
debba essere adeguatamente
motivata e giustificata unica-
mente da condizioni impreviste
e imprevedibili. Anche questo è
uno dei cuori del problema: la
soluzione scelta ripete la normativa esistente e non garantisce affatto che non si ricorra a
variazioni di comodo. La parola
adeguatamente definisce la permanenza della discrezionalità
dell’Amministrazione che può,
approvando la variazione, trasformare in lucroso un appalto
aggiudicato sotto costo. Così la
parola unicamente.
Se leggiamo il testo senza i
due avverbi ci rendiamo conto
che, depurato da essi, avrebbe
tutto un altro senso: previsione che ogni variazione in corso
d’opera debba essere … motivata e giustificata … da condizioni
impreviste e imprevedibili.
Purtroppo, la tecnica legislativa utilizzata a fini di sviamento del potere legislativo provoca
effetti incontrollabili e rischiosi
proprio per i fini che la legge
proclama di voler perseguire.
E ora veniamo al punto finale di questa esposizione:
il punto ff) che definisce il criterio di offerta economicamente più vantaggiosa, seguendo
un approccio costo/efficienza,
quale il costo del ciclo di vita e
includendo il «miglior rapporto
qualità-prezzo» valutato con criteri oggettivi (sic!) …
L’offerta economicamente più vantaggiosa non può
che essere quella economicamente più vantaggiosa. Cioè
quella che presenta il massimo
ribasso. Se il massimo ribasso
fosse coniugato con l’invito a
partecipare a tutte le ditte che
ne fanno richiesta che posseggano i requisiti minimi previsti
e che prestano cauzione per
l’intero valore dell’opera non ci
sarebbe dubbio che l’offerta più
vantaggiosa sarebbe quella che
offre il prezzo minore. Nella legislazione italiana (finanziaria
del 1987) era stato introdotto
(per volere del ministro del Tesoro, Giovanni Goria) il prezzo chiuso, uno speciale tipo di
appalto che non consentiva il
ricorso alla revisione dei prezzi,
alle varianti, ma che presentava
un regime premiale per le ditte
che avessero terminato i lavori
nei termini fissati o, addirittura, in anticipo. Si disincentivava
la tendenza a portare avanti i
lavori all’infinito, denunciando
situazioni impreviste e imprevedibili, concordando migliorie,
lucrando insomma sull’inefficienza della pubblica Amministrazione e sulla corruzione di
alcuni suoi esponenti.
L’istituto non ebbe fortuna, per l’opposizione del sistema
delle imprese e di quello delle
stazioni appaltanti tutti protesi
a cercare i modi per accentuare
l’ingiustificato e ingiustificabile
lucro delle imprese stesse (e per
vie traverse dei funzionari).
Un’ultima amenità. Si dispone che per l’incarico di responsabile, direttore e collaudatore
dei lavori, si istituisca un (ennesimo) albo presso il ministero
delle infrastrutture, nel quale
si attingeranno per sorteggio i
nomi dei professionisti cui attribuire una delle tre funzioni.
La sublimazione dell’inefficienza dell’Amministrazione,
ma il riconoscimento legislativo
della sua incapacità di scegliere
con consapevolezza un professionista cui affidare un importante incarico.
Con questa fiducia nei
dirigenti dello Stato e nella
riforma della pubblica Ammi-
nistrazione che, per carità di
Patria, ci siamo astenuti dal
commentare punto per punto, concludiamo questo breve
excursus della riforma degli
appalti, cui si potrebbero dedicare non 4 ma 40 articoli di
commento per evidenziarne
tutte le pecche, le contraddizioni e le trappole inserite a favore
di chi vuol distorcere l’attività
amministrativa.
Raffaele Cantone non è né
può essere la panacea. Usato in
questo modo è l’alibi per continuare con il vecchio andazzo.
www.cacopardo.it
© Riproduzione riservata
4 - Fine
Le precedenti puntate
sono state pubblicate
su ItaliaOggi nei giorni 27,
28 e 29 gennaio.
Avvenire è a favore dei mutandoni
applicati anche alle burle
DI
BONIFACIO BORRUSO
Nel bailamme esploso intorno alla copertura
dei nudi marmorei nei luoghi visitati a Roma
da Hassan Rouhani, con fazioni duramente
contrapposte sull’opportunità o meno di questi
moderni mutandoni, è arrivato anche un falso,
come ha raccontato ieri ItaliaOggi. Nella foto
ufficiale di un altro incontro, quello col Papa,
qualche buontempone ha photoshoppato Le tre
grazie di Rubens al posto di una altro dipinto
che sovrastava il pontefice e Rouhani mentre
si davano la mano. Una burla che su Internet
è andata via come il pane, essendo il Papa un
vero beniamino del popolo web.
Ma mentre mezzo mondo si esaltava per
la ruvida prova di Francesco verso il religioso
sciita ecco, su Facebook, il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, diffondere un accorato
appello. «Attenzione», si poteva leggere l’altro
ieri sulla pagina ufficiale del giornale, «su Face-
book da qualche ora viene condivisa una foto di
Papa Francesco assieme al presidente iraniano
Hassan Rohani. Dietro di loro è stato inserito il
quadro «Les trois graces» di Rubens» (con figure
nude). È ovviamente un falso. Per favore», si
concludeva, «se qualcuno dei vostri contatti l’ha
pubblicata, avvertitelo. Grazie». Con tanto di
pubblicazione della foto vera e di quella finta.
All’Avvenire, qualcuno, l’altra sera, più
che preoccuparsi di svelare la burla, è andato
in fibrillazione fino a invocare la cancellazione
di quel fake. Misteriosi i motivi di tanta apprensione. E pure dell’utilizzo degli avverbi:
perché, per esempio, avrebbe dovuto trattarsi
«ovviamente» di un falso? Non potrebbe esserci,
nei palazzi apostolici, un Rubens o altro quadro
con soggetti discinti? E perché addirittura la
richiesta di rimozione? Per timore di proteste?
E perché se ne incarica Avvenire e non la sala
stampa vaticana? Non saranno mica mutandoni virtuali?
BOCCIATA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA CONDIVISA CONTRO L’ASSESSORE ALLA MOBILITÀ DI PALERMO
Fallisce l’alleanza tra Partito democratico e Forza Italia
Autogol politico: questa volta il patto del Nazareno manca il bersaglio
DI
S
FILIPPO MERLI
tavolta il patto del Nazareno ha
fallito. Il Pd e Forza Italia hanno
stretto un’alleanza per mandare
a casa un assessore del comune
di Palermo. Fi s’è mossa per prima e ha
presentato una mozione di sfiducia che,
successivamente, è stata condivisa dai
dem. L’accordo, però, non è stato sufficiente a raggiungere lo scopo: Giusto
Catania, assessore alla Mobilità della
giunta presieduta dal sindaco Leoluca Orlando (ex Idv, ora al Movimento
139), è rimasto al suo posto. Il Pd e Fi
hanno steccato. Insieme.
La mozione contro Catania è
stata presentata dal deputato regionale e consigliere comunale di Fi,
Giuseppe Milazzo. Il quale, per protestare contro il mancato sgombero di
alcuni uffici dell’anagrafe occupati da
gruppi di famiglie, ha piantato una
tenda da campeggio nella Sala delle
lapidi, che ospita le sedute del Consiglio. «L’amministrazione comunale»,
aveva detto Milazzo, «intervenga subito, ristabilendo la legalità, trovando
una collocazione alle famiglie disagiate e riattivando i servizi».
Lo scorso mercoledì, il consigliere di Fi è passato all’azione politica,
affidando all’aula la decisione sulla
permanenza in carica dell’assessore
Catania, responsabile della Mobilità e
del Decentramento. Il Pd s’è accodato e
ha annunciato di appoggiare la mozione
di sfiducia. Ma, con 27 voti contrari, 19
a favore e una scheda bianca, il provvedimento, votato con scrutinio segreto, è
stato respinto. «In consiglio comunale»,
hanno detto gli esponenti del Pd e di Fi,
«c’è un’opposizione di facciata e qualcuno fa il doppio gioco».
«L’esito di questa votazione»,
ha spiegato al Giornale di Sicilia il
vicepresidente del consiglio comunale, Nadia Spallitta (Pd), «dimostra
che, al di là della dichiarazioni in aula,
l’amministrazione si avvale del sostegno politico di forze del centrodestra e
delle altre opposizioni e governa grazie
al loro contributo».
Anche secondo il consigliere di
Fi, Angelo Figuccia, ci sarebbero
alcuni esponenti d’opposizione che, in
realtà, farebbero il gioco della giunta.
«Non occorrono esperti per capire che
otto consiglieri d’opposizione continuano, come dico da tempo, a fare pasta con le sarde con l’amministrazione
Orlando».
Sta di fatto, però, che il patto del
Nazareno tra Pd e Fi non ha funzionato, come ha sottolineato il consigliere
del gruppo misto, Filippo Occhipinti.
Il quale, dopo la mancata approvazione
della mozione di sfiducia, ha parlato di
«autentico autogol politico» che, invece
di indebolirla, ha rinforzato l’amministrazione di Palermo.
Per il segretario provinciale di
Rifondazione comunista (il partito
dell’assessore Catania), Vincenzo
Fumetta, il voto ha indicato «la convergenza tra il Pd e Fi: oggi la politica
dell’amministrazione e dell’assessore
di Rifondazione ne esce rafforzata, con
numeri più ampi di quelli posseduti
dalla maggioranza stessa».
Dopo aver incassato la fiducia
dell’aula, Catania ha dato il via libera
allo sgombero degli uffici dell’anagrafe. «All’interno dell’edificio c’erano delle
persone», ha detto l’assessore. «Anche
se hanno occupato illegalmente, noi
abbiamo rispetto per loro». Catania,
per questo, non ha adottato procedure
d’urgenza, come chiedeva Fi. Che, insieme col Pd, non ha potuto fare altro
che incassare il ko politico. Il patto del
Nazareno non è infallibile.