PIPISTREL SINUS
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PIPISTREL SINUS
PROVA IN VOLO FTE FLIGHT TEST EVAL PIPISTREL SINUS Prestazioni elevatissime con soli 80 hp, un gran veleggiatore a motore spento e, se avete voglia di correre, basta ridurre le ali togliendo la parte terminale e vi trovate su un Virus da 225 km/h di crociera I l bel motoaliante prodotto da Pipistrel non è una novità, ma nel tempo è stato perfezionato e arricchito con nuovi allestimenti, dotazioni e con la possibilità di “cambiare aereo” in pochi minuti: la versione che proviamo, presso la sede di 900 Maggio 2015 Pipistrel Italia sull’aviosuperficie di Pisa Valdera, è infatti dotata di un’ala che può essere ridotta da 15 metri a 12,50, semplicemente togliendo le estremità e trasformando l’aereo in un Virus, decisamente più veloce (225 km/h di crociera e 240 di massima), pur mantenendo buone doti di veleggiatore. Due aerei in uno, quindi, anche se Pipistrel presenta il Sinus come “tre aerei in uno”: un aliante di buona efficienza, un cruiser economico con grande autonomia e un versatile addestratore. La Maggio 2015 901 PROVA IN VOLO FTE A BORDO L’interno è accogliente e comodo con comandi perfettamente disposti e pedaliera regolabile Il giro di ispezione è nella norma, la pulizia delle linee è ottenuta con una accurata finitura e sigillatura di tutte le parti mobili e di raccordo che obbliga a una attenzione particolare per alcuni controlli. Il carrello triciclo dispone di una balestra principale con ruote dotate di freni a disco a comando differenziale, e di un avantreno con gamba telescopica direttamente collegato alla pedaliera per il controllo direzionale a terra. Facile l’accesso a bordo e buona la posizione, leggermente allungata, che ha solo nella conformazione particolare della cabina un potenziale limite per i piloti più alti: le due baionette alari, infatti, si collegano sul cielo cabina davanti alla testa dei piloti e se per stature nella media non ci sono problemi, un pilota alto (da 1,90 in su) inevitabilmente si trova con la testa molto vicina al telaio superiore e alle baionette. La pedaliera regolabile consente comunque di trovare la giusta posizione e agli alti di potersi “allungare” verso avanti. Bene la disposizione dei comandi con un gruppo manette centrale (gas e choke) e con disposizione delle utenze corretta: tutto è a portata di mano anche serrando a fondo le cinture. Una nota particolare per le due leve di azionamento diruttori e flap, entrambe centrali: la prima sul cielo cabina è tenuta in situ da uno sblocco in acciaio che va azionato per liberarla; la leva si abbassa a circa metà altezza, ma i diruttori rimangono ancora chiusi sino a che il pilota non decide di abbassarla ulteriormente. I flap, con posizione negativa per la 902 Maggio 2015 versione che proviamo ha inoltre il carrello triciclo che la rende senza dubbio più gestibile a terra e più “commerciale” al costo di un piccolo aumento di resistenza e della perdita di un minimo di efficienza rispetto alla versione classica con carrello biciclo. Il pannello con l’EFIS Skyview, sotto al quale si trova la grossa manopola per il comando passo elica crociera, sono comandati invece dalla leva che si trova fra i due sedili e che ha il classico pulsante di sblocco, l’azionamento è semplice mentre per i diruttori ci vuole un po’ di abitudine specie quando in atterraggio si deve tenere contemporaneamente la barra, operazione che riesce meglio dal sedile di sinistra. Il comando del trim, classico aliantistico, è costituito da un nottolino che scorre in un settore a fianco della manetta del gas. Per quanto riguarda il pannello questo velivolo dispone dell’EFIS Skyview e dei classici strumenti a capsula per i dati aria, oltre che di un sensibilissimo variometro compensato; ottima la visibilità in qualsiasi condizione di luce, grazie anche ai trasparenti leggermente oscurati. UNA FILOSOFIA AZIENDALE La leva dei diruttori con il gancio metallico di sblocco per l’azionamento Tra i due sedili la leva dei flap, la posizione zero può essere mantenuta sino a 150 km/h, poi i flap vanno messi in negativo Interamente realizzato in composito, con una cura dei materiali e delle strutture che negli anni è diventata di riferimento, il Sinus è caratterizzato da una finitura superficiale impeccabile e da una vita operativa virtualmente priva di manutenzione grazie alle caratteristiche costruttive e alla resistenza strutturale testata in centinaia di migliaia di ore di volo in tutto il mondo, dai climi gelidi a quelli torridi, con oltre un migliaio di velivoli in attività, e con un fattore di carico ultimo dimostrato di +/- 7,2 g (il fattore di carico utile dichiarato è di +4 -2 g). La lunga ala a sbalzo dotata di flaperoni e di diruttori è collegata al telaio centrale di cielo cabina dalle due baionette con i relativi perni, e ospita i due serbatoi alari la cui capacità complessiva può variare dai 60 ai 100 litri nella versione long range; la fusoliera a recupero di pressione è caratterizzata da un corto e profilatissimo musetto, una cabina ampia e un cono di coda che termina con i classici impennaggi a T. La struttura della cabina, realizzata secondo il concetto Pipistrel “Safety Cockpit Concept”, è rinforzata con fibre di kevlar che garantiscono zone di assorbimento dell’energia in caso di impatto, mantenendo l’integrità della cellula a protezione dei piloti, ed è ovviamente presente il paracadute di sicurezza a razzo nella parte posteriore, con sparo verso l’alto. Un aereo pulitissimo, efficiente e con grande attenzione alla sicurezza, rientra in quella che da alcuni anni è una vera e propria filosofia aziendale adottata da Pipistrel, azienda che cerca di utilizzare al meglio l’energia non solo sui suoi velivoli, ma anche in tutte le fasi produttive: lo stabilimento sloveno di Ajdovscina, così come quello che è in costruzione sull’aeroporto di Gorizia destinato alla produzione del Panthera, è del tutto autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’utilizzo dell’energia geotermica e solare, e la stessa cura adottata sul Sinus per il con- Il carrello triciclo è attentamente carenato, la grossa ogiva chiude perfettamente l’avviamento delle linee del muso tenimento del rumore rispecchia questa filosofia, della quale Ivo Boscarol, storico boss Pipistrel, è particolarmente orgoglioso. IN VOLO Prova effettuata in biposto, temperatura al suolo 21°C, vento leggero (3/5 kts) da 290 Rullaggio e decollo. La messa in moto del 912, da quando siamo abituati all’onnipresente 100 hp, è morbida e rotonda, il rumore basso anche in cabina. In rullaggio si apprezza una direzionalità eccellente con risposta del ruotino anteriore pronta e controllo dei freni impeccabile, appena accennata la tendenza autocentrante rilasciando i pedali, è sempre necessario che sia il pilota a centralizzare. Unico punto poco omogeneo in rullaggio è il ridotto ammortizzamento anteriore della gamba telescopica che provoca un leggero beccheggio sulle asperità, con l’elica che è comunque ben lontana dal Maggio 2015 903 PROVA IN VOLO FTE IL MOTORE terreno. Per i decollo elica a passo minimo e flap alla massima deflessione (+ 18°), l’accelerazione è rapida e stacchiamo in poco meno di 150 metri dopo 12 secondi di corsa a terra con una rotazione decisa e un rateo iniziale configurato, con motore in pieno, di 5 m/s, dopo aver portato i flap a + 9°. Il rateo di salita clean alla massima potenza continuativa si stabilizza a 4,5 m/s, prestazione ottima visto che siamo praticamente a pieno carico. Già in fase di salita apprezziamo una buona stabilità statica sul longitudinale e una scarsissima stabilità direzionale che impone di tenere la pedaliera sempre sotto comando, vedremo poi il perché. Volo livellato. La pulizia del Sinus è un vero piacere in fase di accelerazione, e livellando la velocità sale con rapidità. La Con un’aerodinamica pulitissima ed efficiente bastano pochi cavalli per ottenere grandi prestazioni anche per quanto riguarda decollo e salita: il Sinus adotta il classico Rotax 912 UL da “soli” 80 hp, assolutamente esuberanti per il velivolo, capaci di farlo decollare quasi come uno STOL e di salire come un missile anche a pieno carico, con il vantaggio di consumi irrisori e di una rotondità di funzionamento sconosciuta ai 100 hp. L’installazione è caratterizzata da un impianto di raffreddamento sofisticato e ben studiato: due piccole prese ai lati della grossa ogiva si occupano di convogliare aria ai cilindri (presa di destra) e al radiatore dell’olio installato a sinistra, mentre il radiatore del liquido, di dimensioni piuttosto contenute, è situato superiormente nel flusso della grossa presa d’aria superiore, a ridosso della parafiamma; un corretto studio dei flussi di estrazione garantisce temperature operative impeccabili. Gli 80 hp sono poi sfruttati al meglio grazie alla bipala di fabbricazione Pipistrel con passo variabile in volo ad azionamento meccanico, mediante un pomello sul pannello strumenti; per il volo a motore spento l’elica può essere messa in bandiera con pale a 90°, il meccanismo di azionamento, con una lunga leva comandata da un cavo, è totalmente ispezionabile rimuovendo la cofanatura superiore per i controlli prevolo. Con un consumo in crociera di circa 10 lt/h, con i serbatoi da 60 litri il range alla velocità di crociera di 200 km/h è di 1.000 km, con quelli da 100 litri si arriva a 1.650 km, ovviamente più riserva. Il radiatore del liquido è quasi a contatto con la parafiamma, la freccia indica la leva di comando del passo elica La freccia indica la presa d’aria del convogliatore in carbonio per il raffreddamento dei cilindri stabilità dinamica longitudinale appare immediatamente buona e paradossalmente il trim non serve perché è l’aereo stesso che trova il suo equilibrio a secondo del regime impostato. La fugoide a comandi liberi si ammortizza in un solo ciclo di ampiezza ridotta in 20 secondi, a comandi bloccati ne bastano 10 con mezzo ciclo che è in realtà solo una variazione dolce di assetto appena accennata. Con i flap negativi (-5°) a 4400 rpm registriamo 170 km/h IAS, a 4800 saliamo a ben 195, al 75% della potenza siamo a 210 km/h, con una linea rossa della VNE a 225 km/h; il regime di crociera al 65% è quello che individuiamo come miglior compromesso tra velocità e consumi in caso di trasferimenti. La pulizia aerodinamica si fa sentire anche nel livello accelerato che rile- viamo tra i 120 e i 180 km/h, con un tempo medio di circa 9 secondi, davvero eccellente per un velivolo carrello fisso triciclo con ben 15 metri di apertura alare. Manovrabilità ed effetti comandi. I flaperoni settati in negativo hanno una eccellente risposta sul rollio, considerata l’apertura alare, con un’entrata pronta e una stabilità statica di comando decisamente positiva con sforzi ben proporzionati allo spostamento laterale della barra, poco armonici con gli sforzi sul pitch che sono più ridotti; presente una piccola dose di imbardata inversa, molto minore di quanto ci saremmo aspettati. Impeccabile la risposta del timone con un effetto primario di imbardata pronto, autorevole e soprattutto proporzionale al comando, e un effetto se- I diruttori di estradosso possono essere estratti al di sotto dei 160 km/h I piani di coda a T, classici aliantistici, si nota il pattino inferiore A motore spento con elica in bandiera il Sinus ha efficienza massima 27 a 95 km/h Maggio 2015 905 PROVA IN VOLO FTE SCHEDA TECNICA Pipistrel Sinus Apertura alare Lunghezza Altezza Superficie alare Allungamento Motore Peso a vuoto Peso massimo al decollo Capacità serbatoi standard Capacità serbatoi long range Velocità di stallo clean Velocità di manovra Velocità di crociera al 75% Velocità massima in livellato VNE Rateo di salita (450 kg) Minima caduta Efficienza massima Tangenza massima Autonomia standard Range Fattore di carico utile m 14,97 m 6,60 m 1,70 mq 12,62 18,3 Rotax 912 UL 80 hp kg 285 kg 472,4 – 544 2 x 30 lt 2 x 50 lt 66 km/h 141 km/h 200 km/h 220 km/h 225 km/h 6,5 m/s 1,03 m/s a 90 km/h 1:27 a 95 km/h 8.800 m 5,8 h 1.200 km +4 -2 g con un perfetto effetto diedro secondario, molto efficaci anche gli alettoni con un bel po’ di imbardata inversa in più da gestire. Vista anche la minima di trim individuiamo a 100 km/h la velocità ottimale in volo lento. L’avvicinamento allo stallo clean, con flaperoni a zero, ci porta sino a 65 km/h IAS con un leggero preavviso aerodinamico e con il comando di profondità che perde leggermente di autorità facendo spanciare l’aereo, con flaperoni ancora efficienti sul roll; aggravando con barra alla pancia aumenta semplicemente il rateo a scendere, senza alcuna instabilità laterale. Con l’aereo configurato per l’atterraggio full flap la perdita di autorità sul pitch arriva a soli 55 km/h IAS. Lo stallo in virata con 30° di bank arriva a circa 70 km/h IAS e si risolve in una leggera scivolata con immediato guadagno di velocità. Lo stallo tipo B “pro vite” (un secondo di piede a fondo corsa al momento dello stallo) non innesca una vera e propria vite, ma semplicemente una manovra di entrata con un rapido abbassamento dell’ala che si interrompe immediatamente centralizzando la pedaliera; insistendo con il pedale dopo 1,5 secondi si entra in vite con una certa rapidità e con il muso decisamente basso: la rotazione si interrompe semplicemente centralizzando la pedaliera, ma ci si ritrova a guardare la terra a 90° con la necessità di una rimessa pronta e dolce perché la velocità sale molto rapidamente. L’aereo, quindi, anche con lo stallo B non va in vite, per entrarci deve volerlo il pilota. Avvicinamento e atterraggio. L’efficienza è molto elevata anche con full flap e senza diruttori semplicemente non si atterra: sotto i 130 km/h si può inserire la prima tacca (i diruttori si possono azionare già a 160 km/h) e l’avvicinamento si conduce senza problemi a 90 km/h IAS con comandi efficienti (aumenta l’imbardata inversa sul rollio) e con timone pienamente autorevole. Un eventuale offset rispetto alla centerline si recupera rapidamente anche con la sola pedaliera (immaginiamo qualcuno gridare allo scandalo) grazie alla risposta progressiva e precisa sull’asse verticale e all’effetto diedro prontissimo e coordinato, quasi da “due assi” di lusso. In atterraggio la tecnica è la stessa del biciclo: si regola la rampa con i diruttori e si tocca barra alla pancia tenendo il muso sollevato sino a bassa velocità (in coda c’è un pattino di protezione), ci si ferma in meno di 200 metri. n Il re dei motoalianti leggeri ha prestazioni assolute al top di gamma e nella versione con carrello triciclo fisso è gestibile a terra senza alcuna difficoltà m CONCLUSIONI Un velivolo di riferimento nella sua categoria con prestazioni in volo veleggiato di grande interesse: con elica in bandiera l’efficienza a 95 km/h arriva a circa 27, in termica si può girare e stringere bene, e fare alcune ore di volo a motore spento se ci sono condizioni anche minime è ordinaria amministrazione. Le prestazioni a motore nel campo del motoalianti sono una spanna sopra tutti, con una crociera effettiva di 200 km/h e consumi davvero ridotti, il tutto con un confort di volo, anche acustico, eccellente. Il tutto ovviamente costa: la versione base parte da 75.000 €, ma con la strumentazione giusta, gli accessori (esiste anche uno splendido interno optional) necessari e quelli “in più” la soglia dei 100.000 € si supera facilmente, cifra assolutamente adeguata alla tecnica costruttiva e alle prestazioni, ma elevata in assoluto. www.pipistrel.it email [email protected] In atterraggio la procedura è la stessa della versione biciclo, quasi “sui tre punti” sino a bassa velocità, per poi toccare anche con la gamba anteriore condario di rollio indotto quasi immediato e ben coordinato: basta riportare la pedaliera al centro per trovarsi in una perfetta virata con pallina al centro. Ottima quindi la stabilità laterale, mentre proprio non va la stabilità direzionale: dopo un azionamento del pedale la tendenza del muso a rientrare è nulla, sia per la mancanza di superficie bagnata laterale di fusoliera, sia per il sistema della catena di comando della pedaliera regolabile che tende a lasciare i pedali dove si trovano. Ed è un peccato perché l’aereo di per sé sarebbe più che stabile, e lo dimostra il test di dutch roll con uno smorzamento immediato delle oscillazioni che sono di ampiezza molto ridotta. Tradotto in soldoni il tutto significa che il pilota deve stare sempre con i piedi sulla pedaliera e che la centralizzazione deve essere sempre pilotata, ma a quel punto il Sinus fila letteralmente su un binario. Il modo di spirale è neutro sia a destra che a sinistra: in virata stabilizzata, una volta centralizzati i comandi con pallina al centro, l’angolo di bank viene mantenuto. Il pilotaggio del Sinus in complesso è preciso e piacevole, anche scattante per quelle che sono le dimensioni. Volo lento e stallo. Inseriti i flaperoni a zero riduciamo la velocità sino a trovare il giusto compromesso fra risposta dei comandi, assetto e visibilità, e scendiamo senza problemi sino a 90 km/h IAS, velocità corrispondente alla minima di trim, compresa fra i 90 e i 95 km/h e ben lontana dallo stallo clean. Il timone rimane autorevole e 906 Maggio 2015 Maggio 2015 907
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