newsletter 47-2010

Transcript

newsletter 47-2010
N
NE
EW
WS
SL
LE
ET
TT
TE
ER
R4
47
7--2
20
01
10
0
__________________________________________
NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO
L’ORGOGLIO DEL "TALIAN", L’ANTICA
LINGUA VENETA PARLATA OGGI IN BRASILE
Si è recentemente concluso a Serafina Correa, nello stato brasiliano del Rio Grande do Sul, il
terzo forum nazionale del “Talian”, la lingua neolatina parlata da milioni di persone soprattutto
nei tre stati meridionali del Brasile (Paranà, Santa Catarina e, appunto, Rio Grande do Sul).
Nei tre giorni di convegno, tenutosi in occasione dei 135 anni di
immigrazione italiana nel Brasile, docenti universitari, scrittori, giornalisti,
editori, intellettuali, hanno sottolineato l'importanza della tutela e della
valorizzazione del talian (o veneto-brasiliano), l'ultima lingua neo-latina
conosciuta, singolare koinè su base veneto-centrale nella quale si
innestano termini brasiliani; una lingua "viva", usata quotidianamente sul
lavoro o all'università, per scrivere canzoni e poesie, per fare teatro, alla
radio o alla televisione.
Ecco come la descrive Darcy Loss Luzzatto, autore di un “Vocabolario Portoghese-Talian" di
oltre ottocento pagine, presentato proprio durante il forum: "I nostri vecii, co i ze rivadi,
oriundi de i pi difarenti posti del Nord d'Italia, i se ga portadi adrio no solche la fameia e i pochi
trapei che i gaveva de suo, ma anca la soa parlada, le soe abitudini, la soa fede, la so maniera
de essar.... Qua, metesti tuti insieme, par farse capir un co l'altro, par forsa ghe ga tocà
mescolar su i soi dialeti d'origine e, cossita, pianpian ghe ze nassesto sta nova lengua, pi
veneta che altro, parchè i veneti i zera la magioranza, el Talian o Veneto brasilian".
Il talian, da non confondersi con quello che in Brasile chiamano "italiano
grammaticale" o lingua italiana, è attualmente la seconda lingua più parlata
nel Brasile, dopo il portoghese-brasiliano che è comunque la lingua parlata
praticamente dall'intera nazione brasiliana. Recentemente prima l'assemblea
legislativa dello Stato del Rio Grande do Sul e poi quella dello Stato di Santa
Catarina hanno votato una legge che "Declara integrante do patrimonio
historico e cultural do Estado o dialeto Talian, originado dos italianos e
descendentes radicados no Rio Grande do Sul". E sul tavolo del presidente
brasiliano Lula, che resterà in carica fino all'anno nuovo, c'è un progetto per
un inventario nazionale delle diversità linguistiche che aspetta solo di essere firmato, e che
prevede il riconoscimento - accanto alle lingue indigene e afro-brasiliane - anche del talian.
Il tutto era partito sempre dal Comune di Serafina Correa, ove il consigliere Paulo Josè
Massolini, aveva fatto approvare il 13 novembre 2009, una legge comunale nella quale il
"talian" viene dichiarato lingua "co-oficial" del comune. Né va dimenticato che a Serafina
Correa, fin dal 18 luglio 1988, il talian è lingua ufficiale nella fiera che si tiene nell'ultima
settimana di luglio.
È straordinario come i discendenti di quei veneti che partirono nel lontanissimo 1875 abbiano
conservato un simile patrimonio di lingua, cultura, civiltà; ed è ancora più incredibile se
pensiamo che, durante la seconda guerra mondiale il "talian" venne proibito dall'allora dittatore
Getullio Vargas. Il Brasile entrò in guerra a fianco degli alleati e proibì sia l'uso del talian che
del tedesco; diversi emigranti finirono in carcere e la loro non fu una sfida politica ma
l'impossibilità di parlare un'altra lingua che non fosse il "talian"; ma nonostante questo la
lingua dei veneti del Brasile ne è uscita più forte e più viva che mai.
Un altro pericolo per la lingua dei veneti "de là de l'oceano" è costituito da quei docenti che
partono dall'Italia con l'obiettivo di portare la lingua italiana "grammaticale", come viene da
loro chiamata. Ecco quanto denunciava Padre Rovilio Costa, recentemente scomparso, un vero
e proprio monumento della cultura "taliana": "Prima de tuto, che i italiani, sia veneti o de altre
region, i vegna in Brasil rispetando la nostra cultura taliana, la nostra lengua che la ze el
Talian, no par imporre el so modo de veder e de far".
Ettore Beggiato Cittadino onorario di Serafina Correa - Rio Grande do Sul - Brasile
(da www.ilgazzettino.it - novembre 2010)
TESSILE, L'UNIONE FA LA FORZA
Quattro laboratori e una tintoria assieme contro la crisi
«Vogliamo mettere in gioco la nostra storia e le nostre aziende per
realizzare un'alleanza civile fra produzione e consumo critico».
Un aforisma che va al di là delle parole e che a Santa Margherita
si è trasformato in realtà. Da qualche mese ha infatti preso vita
Produttori Indipendenti, iniziativa nata dall'idea dell'artigiano
tessile Massimo Pinzan. Produttori Indipendenti raccoglie al
momento quattro laboratori tessili e una tintoria, ma ha l'obiettivo
di arrivare a breve ad un pool di almeno dieci aziende.
«Vogliamo lavorare in sinergia per offrire al consumatore un
prodotto di altissima qualità - spiega Pinzan - realizzato
totalmente dalle nostre aziende insediate da più di trent'anni nel
territorio. Crediamo molto in nell'idea di economia nata grazie ai
Gruppi di Acquisto Solidali». I gruppi produttivi che fanno parte di Produttori indipendenti
devono sottoscrivere un codice di comportamento per sottolineare la propria responsabilità
verso un consumatore critico: «Vogliamo trasmettere al consumatore conoscenza, affidabilità,
garanzia e vogliamo farlo attraverso un rapporto umano diretto, per rispetto verso chi produce
e chi acquista», sottolinea Pinzan.
REALTA' COINVOLTE: Produttori Indipendenti ha raccolto le adesioni di cinque aziende. In
tutto sono impegnati quasi 150 dipendenti. La nascita di questa associazione di aziende ha
come obiettivo anche la salvaguardia di questi posti di lavoro. Per ora la produzione di «capi
naturali e sostenibili» occupa solo una piccola percentuale della produzione totale delle varie
aziende, che restano legate alla realizzazione di capi per le grandi firme.
I PRODOTTI: Il pool di aziende ha già sviluppato sette modelli di maglieria calata e tagliata
per uomo, tre da donna e quattro da bambino. Si tratta di maglie in fibra naturale di ottima
qualità 100% lana merino extrafine e cotoni organici, con colori naturali e ecocompatibili in
grado di sostituire efficacemente quelli chimici. Il catalogo è anche online, nel sito
www.produttoriindipendenti.it.
La maggior parte delle vendite arriva grazie al lavoro di Gigi Perinello (è l'ideatore della scarpa
ecologica Astorflex) e Nicola Montolli, con l'organizzazione XiGas; Sta per essere inserita nei
capi prodotti anche la cosiddetta «etichetta trasparente», che indica il costo totale del capo in
più voci: materia prima, manodopera, imballaggio, tasse... Ogni capo realizzato da Produttori
Indipendenti ha un costo medio di 52 euro, un terzo di quello che il consumatore spenderebbe
in negozio. «Tutti noi condividiamo i valori che i Gas veicolano - chiude Pinzan - e crediamo
che si possa fare il manifatturiero in Italia in modo corretto a dei buoni prezzi».
A chilometro zero e senza guardare troppo all'Oriente.
(da Il Mattino di Padova - novembre 2010)
L'EGITTO SPINGE SUL BIOLOGICO, L'ITALIA
SULLA DEMAGOGIA
Sono passati 33 anni da quando il farmacologo Ibrahim Abouleish
fondò la prima fattoria biodinamica in Egitto, a nord-est di Cairo, la
Sekem Farm. Da allora il biologico ha fatto molta strada nel Paese
dei Faraoni tanto che il governo egiziano è stato tra i primi ad
opporsi ufficialmente agli OGM nonostante le pressioni delle
multinazionali americane.
Oggi grandi aziende agricole come Agrofood, Mafa, Isis sono produttori ed esportatori
importanti di verdura e frutta bio, importati anche in Italia da aziende specializzate come Celox
Trade. Nel frattempo, Sekem ha trovato un posto non secondario nel panorama del mercato
internazionale dei prodotti biologici. La missione di Federbio in Egitto lo scorso giugno ha
potuto verificare "sul campo" quanta strada l'Egitto abbia fatto nel biologico, grazie al
contributo anche di consulenti italiani e di certificatori come l'IMC di Senigallia, che ha una
filiale a Cairo.
Il fenomeno del bio in Egitto si sta estendendo a decine e decine di produttori anche medi e
piccoli. Al Fresh Gate Food Gate di Sharm El Sheik, il principale appuntamento internazionale
d'Egitto per il settore dei prodotti alimentari, che si è svolto dal 27 al 29 novembre e al quale
GreenPlanet ha partecipato attraverso il sottoscritto, il bio ha avuto un posto di primo piano,
tanto che l'unico congresso che ha affiancato gli incontri d'affari è stato dedicato proprio allo
sviluppo del settore biologico in Egitto. Olandesi e danesi si sono presentati come fornitori di
tecniche e prodotti per il controllo dei parassiti e dell'impollinazione delle piante.
L'Egitto non è che un esempio del continuo sviluppo del biologico nel Mediterraneo. Peccato
che in Italia, invece di affrontare i problemi di fondo del settore, soprattutto si polemizzi,
adesso sulla certificazione tanto che da più parti si sostiene un cambio del sistema nonostante i
passi avanti che il bio ha compiuto quando si è rivolto a certificatori seri e preparati, che hanno
fatto scuola anche all'estero. La posizione dell'AIAB sull'argomento va registrata e valutata
seriamente. Ma alla fine i problemi di fondo sono altri e vanno affrontati se si vuole davvero il
benessere dei piccoli produttori, evitando che siano vittime di posizioni che sanno di
demagogia. La concretezza del biologico egiziano dovrebbe insegnare qualcosa a noi italiani.
(dal Bollettino Bio di Greenplanet - novembre 2010)
IL BIO VENETO VERSO UN COORDINAMENTO UNITARIO
DEI PRODUTTORI
Promozione dei consumi, certificazione, ricerca e sperimentazione, ma
anche il problema delle divergenze all'interno del settore, nel dibattito
dell'assemblea regionale di Federbio in Veneto a Padova.
Martedì 23 novembre si è svolta a Padova, presso la sede nazionale di
Banca Popolare Etica l'assemblea regionale di preparazione di quella nazionale dell'8 e 9
febbraio a Milano. Tra i presenti produttori e dirigenti delle più importanti realtà del biologico
veneto: la Cooperativa Primavera di Verona e la Cooperativa El Tamiso di Padova, AVEPROBI,
(Associazione socia di Federbio), AIAB Veneto, la società di distribuzione Brio e tante altre
aziende tra cui Furlan, Melotto, Martello, Tognon, Bozzolan, Damo.
Diversi interventi hanno rimarcato l'esigenza di azioni istituzionali sia dal punto di vista della
promozione dei consumi che su altri terreni come la certificazione (necessità di uniformità di
comportamento tra i diversi Organismi di Controllo e maggiore severità verso chi non rispetta
le norme) la ricerca e sperimentazione tecnica (ancora insufficiente il ruolo pubblico in questo
settore), le politiche del Piano di Sviluppo Rurale (troppe differenze tra le diverse regioni) e le
politiche educative e formative verso i consumatori.
Critiche rivolte alle organizzazioni agricole tradizionali che dovrebbero lasciare al mondo del
biologico la rappresentanza di questo comparto, ma anche all'interno del settore. I
produttori,infatti, hanno rilevato la necessità di superare le divergenze interne al mondo del
biologico, a partire dalla stessa realtà regionale.
Su questa base l'assemblea ha deciso di svolgere un successivo incontro che sarà finalizzato
alla costituzione di un Coordinamento regionale dei produttori biologici veneti cui potranno
partecipare non solo le realtà associative già strutturate in Veneto, ma anche produttori singoli
non appartenenti a queste realtà, alcuni dei quali erano presenti anche alla assemblea di
Padova. L'appuntamento è fissato a Verona entro la prima quindicina di gennaio, anche per
formare la delegazione che parteciperà all'assemblea nazionale dei produttori biologici di
Milano.
(dal Bollettino Bio di Greenplanet - novembre 2010)
SABATO 4 DICEMBRE TUTTI A VENEZIA
per l'acqua, per i beni comuni, per la democrazia
Dopo la sorprendente campagna referendaria per l'acqua pubblica che ci ha visti raccogliere
ben 1 milione e 400 mila firme in tutta Italia (125.000 quelle raccolte in Veneto e 26.500
quelle a Verona), il popolo dell'acqua torna di nuovo in piazza. Lo faremo sabato 4 dicembre
nella splendida città di Venezia: due cortei animeranno la manifestazione: uno via terra e uno
via acqua con festa e concerti finali ad Erbaria.
Saremo lì per chiedere la MORATORIA di ogni processo di privatizzazione dell'acqua e perché il
REFERENDUM si svolga nel 2011.
Saremo lì per modificare lo Statuto Veneto in difesa dei Beni COMUNI.
Saremo lì per difendere gli ecosistemi fluviali e salvare il TERRITORIO dalle colate di cemento e
dalle devastazioni idro-geologiche.
Saremo lì per unire la nostra voce alle mobilitazioni globali nei giorni del vertice dell'ONU sui
cambiamenti climatici a Cancun e chiedere GIUSTIZIA AMBIENTALE E SOCIALE.
Non saremo soli, con noi manifesteranno anche tutti quei movimenti, gruppi e comitati della
nostra Regione che si battono per costruire un altro Veneto!! Non mancare.... partecipa anche
tu!! Più saremo e più avremo forza per farci ascoltare!!
PER I PARTECIPANTI DA PADOVA PARTENZA IN TRENO DALLA
STAZIONE FF.SS. ALLE ORE 12:45 PER LA
MANIFESTAZIONE
REGIONALE DI VENEZIA CHE INIZIERÀ POI ALLE 14:00 DAL PIAZZALE
DELLA STAZIONE DI VENEZIA, CON CORTEI VIA TERRA E VIA ACQUA,
CON BARCHE FINO A RIALTO E CON EVENTO FINALE E CONCERTI IN
ERBARIA
Per la moratoria di ogni processo di privatizzazione dell'acqua;
Perché il referendum si svolga nel 2011;
Per modificare lo Statuto Veneto in difesa dei beni comuni;
Per difendere gli ecosistemi fluviali e salvare il territorio dalle colate di
cemento e dalle devastazioni idro-geologiche;
Per unire la nostra voce alle mobilitazioni globali nei giorni del vertice
dell'ONU sui cambiamenti climatici a Cancun e chiedere giustizia
ambientale e sociale.
Per adesioni ed informazioni: [email protected]
La manifestazione di Venezia è promossa dal
FORUM VENETO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
Scarica QUI il volantino della manifestazione
ULTIM'ORA: COMMERCIO DELLE ARMI, LEGGE 185, PRIMO RISULTATO
RAGGIUNTO
Dopo la denuncia della Rete Italiana Disarmo e della Tavola della pace e l'iniziativa di alcuni
senatori (Silvana Amati, Roberto Di Giovan Paolo, Gian Piero Scanu), la Commissione Politiche
dell'Unione Europea del Senato ha deciso di rinviare il voto sulla legge - previsto per il 23
novembre - che delegherebbe il Governo a modificare la legge 185/90 sul commercio delle
armi. (Vai al Comunicato Stampa sulle ragioni della campagna).
Fermiamo i mercanti di armi: giù le mani dalla legge 185!
Appello di Rete Italiana per il Disarmo e di Tavola della Pace
La legge 185 del 1990, ottenuta grazie ad una vasta mobilitazione della società civile per
mettere sotto controllo l'export italiano di armi, sta per essere smantellata dal Governo che
pretende una delega di modifica dal Parlamento. In questi giorni il Senato e poi la Camera dei
Deputati saranno chiamati a votare una legge che consegnerà al Governo la possibilità di
rilanciare la vendita di armi italiane nel mondo: per “snellire le procedure” si riducono
fortemente anche i limiti e i controlli sulle esportazioni di armamenti.
Per ottenere questa delega il Governo ha nascosto il disegno di legge dentro un‟altra legge (la
cosiddetta “Comunitaria 2010” di ratifica di disposizioni europee, sulla quale sembra
intenzionato a porsi potrebbe anche porre il voto di fiducia). Bisogna mobilitarsi quanto prima,
per questo chiediamo a ciascuno di sottoscrivere il seguente appello ed inviarlo ai Senatori e
Deputati della propria regione. Per sottoscrizioni ufficiali da parte di Associazioni, Enti, gruppi e
dei presidenti/referenti degli stessi si prega di contattare i riferimenti sottostanti.
“Onorevole Senatore, onorevole Deputato
sono venuto a conoscenza che nei prossimi giorni Lei dovrà votare la Legge Comunitaria 2010,
al cui interno è stato inserito un dispositivo che delega il Governo a modificare la legge 185/90
sul commercio di armamenti.
In questo modo il Governo potrà intervenire su una materia estremamente delicata senza
alcun confronto democratico riducendo i controlli e la trasparenza sull’esportazione di armi
italiane nel mondo.
Per questo, Le chiedo di ascoltare l’appello promosso dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla
Tavola della Pace e votare per lo stralcio di tale emendamento e per il non utilizzo dello
strumento di legge delega per la modifica della normativa sull’export di armi”.
L'indirizzo per firmare l'appello e': www.disarmo.org/appello185
Siti Internet: www.disarmo.org e www.perlapace.it
(da www.bancaetica.com - novembre 2010)
INQUINAMENTO DOMESTICO: 15
PIANTE DA INTERNI CHE AIUTANO A
DEPURARE L'ARIA DELLA NOSTRA
CASA
Sono belle, colorate e arredano la nostra casa
donandole spesso anche un tocco esotico. Ma se vi
dicessimo che le piante da interni sono anche in
grado di migliorare la qualità
dell‟aria che
respiriamo e limitare l'inquinamento domestico?
Verso la fine degli anni „80 la NASA condusse uno studio approfondito sulla capacità delle
piante da appartamento di purificare l‟aria. Dalla ricerca emerse un risultato molto
interessante: le piante non solo sono in grado attraverso la fotosintesi clorofilliana di assorbire
anidride carbonica e di rilasciare ossigeno, ma molte di esse riescono a neutralizzare sostanze
organiche volatili (VOC) spesso presenti nelle nostre abitazioni grazie a degli enzimi
detti metilotrofi.
Ma vediamo in dettaglio quali sono le 15 piante maggiormente indicate a purificare l‟aria di
casa nostra:
1) Lingua di Suocera (Sansevieria trifasciata 'Laurentii')
2) Ficus (Ficus benjamina)
3) Crisantemo (Chrysantheium morifolium)
4)
Aloe
(Aloe vera)
5) Dracena (Dracaena marginata)
E tante altre piante, che potrete scoprire continuando a leggere l‟articolo cliccando QUI……
la Natura, ancora una volta, ci dimostra di avere sempre soluzioni efficaci ad impatto e costo
zero.
(da www.greenme.it - dicembre 2010)
IMPRONTA ECOLOGICA: L’IMPATTO DELLE SCELTE
LOCALI SULLA SITUAZIONE AMBIENTALE GLOBALE
Con la crescita dell'economia globale la nostra capacità di realizzare
prodotti con complesse catene di approvvigionamento ha superato la
nostra capacità di comprendere le conseguenze per noi stessi e per il
Pianeta.
Ci siamo evoluti per rispondere alle minacce che erano chiare e
presenti. È per questo che abbiamo la nausea quando mangiamo
cibo avariato, e chiudiamo gli occhi quando vediamo una luce
abbagliante.
Ma niente nell'evoluzione ci ha preparato per capire l'impatto cumulativo che le quantità
impercettibili di prodotti chimici industriali potrebbero avere sulla salute dei nostri figli, o il
lento pericolo a lungo termine del cambiamento climatico.
Scorrendo le corsie dei supermercati ci mancano i dati per capire l'impatto totale di ciò che
scegliamo e probabilmente non riusciremmo a dare un senso alle informazioni anche se le
avessimo. Un indicatore che è in grado di fotografare la situazione ma che ovviamente non la
risolve è l'Impronta Ecologica.
Essa dipende da tanti fattori, dalle abitudini personali, alle scelte di gestione del territorio,
all'utilizzo delle risorse naturali e nel particolare ci dice se le nostre soluzioni ci porteranno fuori
dalla situazione di sovrautilizzo delle risorse e verso il corretto vivere su un unico Pianeta.
Siamo in grado di conoscere le cause e l'impatto che stiamo creando e che un tempo avevamo
il lusso di poter ignorare, ora questo lusso non esiste più.
(da CCPB News On Line - dicembre 2010)
2011: IL DIARIO DELLA CRISI.
- Gennaio: Cade il governo Berlusconi.
Consultazioni tra il Quirinale i partiti e le parti sociali. fallisce il
primo mandato esplorativo affidato a Berlusconi. Folla di fronte
a Montecitorio. Lancio di uova a Palazzo Grazioli. Il debito
pubblico supera i 1900 miliardi. La UE chiede all'Italia una
manovra aggiuntiva rispetto alla Finanziaria di 30 miliardi.
- Febbraio: Secondo mandato assegnato a Draghi.
Cresce la disoccupazione alimentata dalla fine della cassa integrazione per decine di migliaia di
lavoratori. La Confindustria dichiara che la crescita nel 2011 potrebbe essere pari a zero.
Valutazione confermata dal FMI e dalla UE. Scioperi spontanei nella pubblica amministrazione.
Draghi nel suo primo discorso in Parlamento da presidente del Consiglio, dopo aver ottenuto
una fiducia bipartisan, annuncia che i sacrifici sono inderogabili e che l'Italia è sull'orlo del
baratro economico.
- Marzo: Calo delle entrate e nuovo balzo in avanti del debito pubblico a 1.940 miliardi di
euro. Il rapporto debito/PIL supera la barriera del 120%. L'interesse riconosciuto dal Tesoro sui
titoli di Stato italiani raggiunge quello spagnolo. Si ipotizza un prestito ponte all'Italia da parte
della UE e del FMI di 200 miliardi con condizioni non negoziabili sul fronte della riduzione del
debito, delle pensioni e del personale del pubblico impiego.
- Aprile: Disordini sociali in tutta Italia. Berlusconi non rientra da un viaggio ad Antigua.
Draghi annuncia in diretta televisiva il blocco quinquennale dei titoli di Stato ai detentori
italiani, ai quali verrà comunque corrisposto l'interesse. Viene allungato di due anni il periodo
di congelamento degli aumenti nel settore pubblico. E' deliberata l'abolizione delle Province e
l'assorbimento del personale nelle Regioni di appartenenza e reintrodotto l'ICI per la prima
casa.
- Maggio: Flessione del 6% del gettito fiscale. La crescita zero del PIL per il 2011 potrebbe
diventare negativa. Napolitano in diretta televisiva e a reti unificate esorta alla coesione sociale
e alla solidarietà nazionale. Tensioni per la mancata vendita di parte dei titoli di Stato.
- Giugno: Si profila l'uscita dell'Italia dall'euro. Draghi avvia misure eccezionali per risanare la
finanza pubblica. Prelievo del dieci per mille dai conti correnti, tetto massimo per le pensioni a
2500 euro e innalzamento dell'età pensionistica di due anni.
- Luglio: Le banche italiane sono investite dalla bolla immobiliare. Crollo dei titoli bancari e
delle società immobiliari quotati in Borsa. Fallimento di alcune società del settore. Occupazione
di immobili sfitti in molte città italiane. Emergono legami insospettabili tra criminalità
organizzata, politici e imprenditori nel mercato immobiliare. Draghi vara una legge per
scoraggiare la delocalizzazione delle imprese italiane all'estero.
- Agosto: Fuga di capitali dall'Italia e aumento della disoccupazione in particolare al Sud.
Rivolte spontanee per beni di prima necessità in Campania e in Sicilia. Dell'Utri condannato
anche in Cassazione entra in carcere. Il PDL si scioglie spontaneamente. Inizio dell'iter
parlamentare per una nuova legge elettorale. Beppe Grillo presenta in Senato la legge di
iniziativa popolare: "Parlamento Pulito".
- Settembre: Il debito pubblico supera quota 2.000 miliardi. Piano per un taglio di un terzo
dei dipendenti della Pubblica Amministrazione in cinque anni. Diminuzione dei consumi.
L'Italia evita per ora l'uscita dall'Euro. Aumenta la forbice tra il rendimento dei titoli italiani e
quelli tedeschi.
- Ottobre: Uno sciopero generale paralizza per due giorni il Paese. Contestazioni ai sindacati.
Schifani lascia la carica di presidente del Senato per motivi personali. Il nuovo presidente
appartiene al Pd per rafforzare il governo tecnico di unità nazionale. L'ipotesi di elezioni per il
2012 si allontana per paura di un default.
- Novembre: L'Italia è stremata dalla disoccupazione e dall'aumento dell'inflazione. Draghi
avvia un maxi programma di recupero dell'evasione fiscale da 50 miliardi all'anno basato sulle
proprietà effettive. Sono decurtati del 50% i finanziamenti pubblici ai partiti e del 100% ai
giornali.
- Dicembre: Tassa patrimoniale e aumento dell'imposizione fiscale sui depositi e sui conti
correnti sono l'ultimo atto del 2011 del Governo. L'Italia termina l'anno con una previsione di
crescita dell'uno per cento del PIl nel 2012 e una disoccupazione del 22%. Berlusconi non è
mai rientrato da Antigua dove lo hanno raggiunto tra gli altri Bondi, Cicchitto, Fede, Gasparri e
Letta per ragioni di incolumità personale.
(da www.beppegrillo.it - dicembre 2010)
IL FALLIMENTO DELLA PATATA TRANSGENICA
Inquinamento, resistenza pubblica e un procedimento giuridico di cinque governi
europei riassumono il primo anno di coltivazione.
A marzo, dopo 12 anni, la Commissione Europea ha approvato la prima coltivazione
transgenica nell’Unione Europea, la patata Amflora.
Dopo la prima stagione di semina, il bilancio non poteva essere più
disastroso. Respinta da opinione pubblica e industria, la sua
coltivazione è stata vietata in Austria, Ungheria e Lussemburgo,
gran parte del raccolto è stata contaminata o confiscata e cinque
governi europei hanno intrapreso azioni legali contro la sua
adozione.
Coltivata nel 2010 in 267 ettari sparsi tra Svezia, Germania e
Repubblica Ceca, i risultati del raccolto non sono stati così positivi.
La coltivazione in Svezia è stata coinvolta in uno scandalo di
inquinamento dovuto ad una patata transgenica non autorizzata, e
per tanto illegale, nota come Amadea. A causa di tale
contaminazione, 16 dei 102 ettari svedesi sono stati distrutti.
Non hanno subìto una sorte migliore i 15 ettari coltivati in Germania, sequestrati per ordine
delle autorità regionali, per poter garantire che non fossero stati contaminati dalla patata
transgenica illegale. Attualmente, sono confiscati in un magazzino del governo federale in
attesa di nuovo ordine.
La patata Amflora ha ottenuto il rifiuto totale di diversi governi europei. Austria, Lussemburgo
e Ungheria ne hanno vietato la coltivazione nel proprio territorio e insieme ai governi di Francia
e Polonia hanno portato dinanzi alla Corte di giustizia dell‟UE, l‟approvazione della patata
transgenica. Anche l‟industria europea dell‟amido ha respinto questa patata, per evitare
problemi di contaminazione e il rifiuto dei consumatori. Esistono patate convenzionali,
disponibili sul mercato, con lo stesso contenuto di amido e non modificate geneticamente, che
confermano l‟inutilità di Amflora.
L‟adozione della patata transgenica ha generato ampie proteste in tutta Europa. In pochi mesi,
sono state raccolte più di un milione di firme, in quella che si prefigura come la prima
“iniziativa popolare”, un principio sancito dal trattato di Lisbona dell‟Unione Europea dal
dicembre del 2009, in virtù del quale un milione di cittadini europei ha l‟opportunità di chiedere
formalmente alla Commissione Europea di adottare misure legislative volte a soddisfare le
proprie richieste. Numerose le proteste, tra le quali emergono quelle in Spagna.
David Sanchez, responsabile del settore agricoltura e alimentazione di “Amigos de la Tierra” ha
dichiarato: “Il bilancio del primo anno di coltivazione di Amflora è stato chiaramente
disastroso, e dovrebbe servire affinché la Commissione Europea e i governi, tra cui quello
spagnolo, riprogrammino il loro impegno rispetto agli OGM. Sono inutili, non apportano nessun
vantaggio, presuppongono troppi rischi e la coltivazione di pochi genera enormi problemi per il
resto degli agricoltori, l’industria alimentare e i consumatori”.
Rischi ambientali e per la salute:
La patata Amflora è proprietà del colosso chimico BASF. Modificata geneticamente per ottenere
una maggior quantità di amilopectina per produrre amido ad uso industriali, è stata approvata
nonostante l‟opposizione della maggioranza dei governi europei. Tra i pochi ministri che ne
sostennero l‟adozione, si trova l‟ex ministro spagnolo dell‟ambiente, delle aree rurali e marine,
Elena Espinosa. BASF ha provato a far approvare questa coltivazione dal 1996 ed era arrivata
persino a portare la Commissione Europea in tribunale perché non autorizzava il prodotto[8].
In tutti questi anni, la patata transgenica è stata coinvolta in una dura polemica a causa del
suo impatto ambientale e dei rischi sulla salute .
La coltivazione di Amflora presenta gravi rischi per la salute, l’agricoltura e l’ambiente:
* È stata progettata e approvata per uso industriale e per i mangimi degli animali, ma è stata
consentita, con una contaminazione dello 0,9%, la sua presenza negli alimenti. La stessa BASF
aveva informato nella richiesta di approvazione che “non si può escludere che questa patata
venga usata o vada a finire nell‟alimentazione”.
* Mancano informazioni fondamentali sulla sicurezza per la salute. L‟EFSA riconosce che i dati
forniti da BASF mostrano numerose irregolarità, tra cui irregolarità tossicologiche che
potrebbero avere gravi implicazioni sulla sicurezza alimentare.
* L‟approvazione di Amflora sarebbe illegale, in quanto contiene un gene che la rende
resistente a determinati antibiotici. Nonostante la Direttiva europea in materia di OGM abbia
stabilito che gli OGM contenenti geni di resistenza agli antibiotici, sarebbero dovuti uscire dal
mercato nel 2004, l‟Autorità europea per la Sicurezza alimentare (Efsa l‟acronimo inglese) ha
dato il via libera. E non ha cambiato opinione nonostante l‟avvertimento dell‟Agenzia europea
per i medicinali o dell‟OMS, che hanno confermato l‟importanza degli antibiotici a cui Amflora è
resistente.
* La valutazione dei rischi ambientali di Amflora non soddisfa i requisiti stabiliti dalla normativa
europea. Non è stato studiato l‟impatto della patata sull‟ambiente, ma solo sulla fauna
circostante.
* È stato ignorato il rischio d‟inquinamento. La patata viene considerata una coltura a basso
rischio di contaminazione da polline, in realtà è una coltivazione ad alto rischio d‟inquinamento
a causa dei tuberi che rimangono nel terreno dopo il raccolto. È praticamente impossibile
raccogliere tutta la produzione, per questo i tuberi possono crescere durante la stagione
seguente, contaminando il raccolto successivo.
(da www.comedonchisciotte.org - novembre 2010)
EL TAMISO VI PROPONE LE ARACHIDI CINESI!
Da tempo stavamo pensando come rispondere ai tanti che
chiedevano i “bagigi” bio, almeno intorno al periodo
Natalizio……di alternative biologiche italiane non abbiamo notizia e ci siamo rivolti al mercato
equo & solidale. Siamo arrivati così alla decisione di valorizzare queste arachidi cinesi, di cui si
parla diffusamente nell‟allegato videoclip in YouTube.
Ci sembra anche un buon modo per superare e ragionare sulla quasi inevitabile impressione
negativa che suscita in molti solo l‟appellativo “cinese”.
Realisticamente dobbiamo pensare alla Cina come ad un enorme e diversificato Paese, in cui
c‟è spazio anche per i contadini, per l‟agricoltura biologica, per il mercato equo & solidale, per
la vendita diretta, per progetti di sviluppo rurale, ecc. ecc. In riferimento poi alla nostra scelta
di cessare la commercializzazione di produzioni in “contro-stagione”, preferendo il bio/equo &
solidale per prodotti di normale importazione, l‟arachide merita una considerazione speciale. La
coltura delle arachidi in Italia risale infatti al 1870, ed è praticamente scomparsa nel secondo
dopoguerra, per motivi di scarsa meccanizzazione e concorrenza internazionale (Stati Uniti,
Sud-America, Israele, Cina). Oggi abbiamo alcune esperienze nella Bassa Veronese.
La pianta è originaria del Brasile, è una leguminosa, con ottime caratteristiche alimentari, tali
da sconsigliarne un consumo eccessivo; In genere si consuma tostata, bollita, o sottoforma di
“butternut” (burro di arachidi) o di olio. E‟ stata anche oggetto di una nostra piccola
sperimentazione locale anni fa, che ne ha dimostrato la possibilità di coltivazione. Gli aspetti da
considerare, appunto, sono quelli della meccanizzazione e della lavorazione del prodotto.
Chissà che non si riprovi……
C
CIIP
PA
AT
T ee A
AIIA
AB
BV
VE
EN
NE
ET
TO
O
oorrggaanniizzzzaannoo uunn
C
CO
OR
RS
SO
OG
GR
RA
AT
TU
UIIT
TO
OP
PE
ER
R IIM
MP
PR
RE
EN
ND
DIIT
TO
OR
RII A
AG
GR
RIIC
CO
OL
LII
D
Daall 77 aall 2211 ddiicceem
mbbrree 22001100
aa S
a
n
G
r
e
g
o
r
i
o
n
e
San Gregorio nelllee A
Allppii ((B
BLL))
A
AG
GR
RIIC
CO
OL
LT
TU
UR
RA
AB
BIIO
OL
LO
OG
GIIC
CA
AD
DII M
MO
ON
NT
TA
AG
GN
NA
A
Martedì 7 dicembre - FRUTTICOLTURA (piccoli frutti) - relatore: Roberto De Nart,
titolare di un'Azienda agricola biodinamica a Carzano (Valsugana - TN);
Martedì 14 dicembre - ORTICOLTURA - relatore: Luca Michieletto, agronomo AIAB
Veneto;
Martedì 21 dicembre - CERALICOLTURA - relatore da definire.
Tutti gli incontri si terranno a SAN GREGORIO NELLE ALPI (BL), dalle 9 alle 18.
I corsi sono gratuiti, finanziati con fondi del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Veneto.
Gli incontri sono di carattere tecnico-agronomico, sono ammessi i possessori di partita Iva
agricola, i loro coadiuvanti, salariati e partecipi famigliari (coniugi, figli, nipoti, ecc.).
A questi verrà riconosciuto un attestato di partecipazione.
E‟ possibile partecipare anche a singoli incontri.
Per prenotazioni ed informazioni:
ANDREA PASQUALOTTO
- E-mail: [email protected] - tel.: 340-3486821
ALESSANDRO PEZZINO
- E-mail: [email protected] - tel.: 347-8675598
In allegato il depliant del corso
Partecipate e/o diffondete la notizia ai potenziali interessati...
LE BAMBINE RAGGIUNGONO LA PUBERTÀ A NOVE ANNI
A CAUSA DELLE SOSTANZE CHIMICHE PRESENTI NEL CIBO (LATTE E MATERIE
PLASTICHE)
Oggi l‟età media dello sviluppo nelle ragazze è di nove anni. Tale fenomeno è attribuito sempre
di più all‟aumento dell‟obesità e all‟esposizione ad agenti inquinanti presenti nel cibo, che
inibiscono l‟azione degli ormoni. Lo studio è stato condotto nel 2006 dai ricercatori del
rinomato Departement of Growth and Reproduction dell‟ospedale universitario di Copenhagen,
Danimarca. I ricercatori hanno scoperto che, su un campione di mille ragazzine, l‟età media
dello sviluppo del seno era di nove anni e dieci mesi, un anno esatto prima rispetto a quanto
attestato da una studio simile condotto nel 1991. “Ci ha sorpreso molto un tale cambiamento
in un periodo di soli quindici anni” ha dichiarato il ricercatore Anders Juul.
Anche se lo studio è stato condotto in Danimarca, gli esperti credono
che possa estendersi ad altre parti del Primo Mondo, Europa e Stati
Uniti compresi. L‟abbassamento dell‟età dello sviluppo è ancora più
impressionante se confrontata con i dati del XIX° secolo, quando le
ragazze raggiungevano la pubertà a quindici anni e i ragazzi a
diciassette. Da allora l‟età si è abbassata costantemente, fino agli
anni Sessanta, quando furono dichiarati “normali” quattordici anni
per i ragazzi e dodici per le ragazze. Questi valori si basavano sull‟età
media della prima mestruazione e del cambiamento della voce.
Non sono soltanto gli studi scientifici a suggerire che questi dati sono
ormai obsoleti; sono sempre più diffusi i racconti aneddotici di
ragazzini costretti a lasciare il coro della scuola a dodici o tredici anni
a causa del cambiamento della voce. Secondo Richard Stanhope, esperto in disordini ormonali
dell‟infanzia, gli specialisti sono convinti che la pubertà precoce sia un fenomeno reale. Gli
esperti avvertono che la pubertà precoce può costituire un problema per i bambini, che si
ritrovano grandi da un punto di vista fisico, ma ancora piccoli sul piano emotivo.
Mangiare bene per vivere meglio
“Le esperienze dell’adolescenza sono già abbastanza difficili da affrontare di per sé, figuriamoci
a undici o dodici anni”, ha affermato Stanhope. “Questi bambini corrono anche un altissimo
rischio di abusi sessuali, perché per alcuni adulti non è facile capire e comportarsi in maniera
appropriata con loro”. Una ragazza intervistata in forma anonima dal Times di Londra ha detto
che, a causa del suo sviluppo precoce, è stata oggetto di scherno a scuola.
“Dovevo portare il reggiseno a nove anni”, ha raccontato. “Fingevo di sentirmi male per uscire
dagli spogliatoi durante l’ora di educazione fisica. La parte peggiore era quando gli uomini mi si
avvicinavano come se fossi un’adulta, quando in realtà avevo solo unici anni”.
Anche il rischio biologico può essere tragico. Un menarca precoce significa una più lunga
esposizione agli estrogeni nel corso della vita, aumentando il rischio di cancro al seno e di
malattie cardiovascolari. “Se le ragazze sviluppano presto, incorrono nei problemi
adolescenziali ancora molto giovani e saranno più sottoposte a patologie in futuro”, ha
affermato Juul. “Dovremmo preoccuparci di questo, senza badare a quali possano essere le
ragioni sottostanti. È chiaro che qualcosa sta danneggiando i nostri bambini, che sia il cibo
spazzatura, l’inquinamento o l’assenza di attività fisica”.
“Non sappiamo se ciò sia il risultato di una migliore alimentazione o di fattori ambientali, ma
certo è che si creano problemi sociali alle ragazze che vivono già in una società sessualizzata”,
ha confermato Richard Sharpe, capo dell‟unità di scienze della riproduzione umana per il
Medical Research Council del Regno Unito. La causa della pubertà precoce è ancora in fase di
discussione, ma tutti sono d‟accordo nell‟attribuire tale condizione sia all‟aumento del tasso di
obesità, sia all‟esposizione a tossine che inibiscono il sistema endocrino, come il bisfenolo A, la
sostanza chimica trovata nelle bottiglie di plastica, nei cibi in scatola e nelle lattine.
A sostegno di entrambe le ipotesi, un recente studio pubblicato sulla rivista Public Health
Nutrition ha scoperto che solo il 35% delle ragazze che mangiavano carne quattro volte a
settimana - o meno - avevano raggiunto la pubertà all‟età di 12,5 anni, contro il 49% di quelle
che mangiavano carne dodici volte a settimana.
I livelli di sostante organiche inquinanti sono tipicamente più alti nei cibi con elevate quantità
di grasso animale, come la carne e i latticini.
Titolo originale: "Girls now reaching puberty at age nine, thanks to chemicals in the food
supply (milk and plastics)" scritto da David GUTIERREZ su Natural News
(da www.comedonchisciotte.org - ottobre 2010)