Imp. LUGLIO-AGOSTO
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Imp. LUGLIO-AGOSTO
ORTOFRUTTA NoTIZIE LUGLIO/AGOSTO 2005 SUPPLEMENTO AL N. 7/8-2005 DELLA RIVISTA DI FRUTTICOLTURA E DI ORTOFLORICOLTURA ED AL N. 26-2005 DI TERRA E VITA EUROPECH, FORUM EUROPEO SULLA FRUTTA ESTIVA ANGURIA, UNA FETTA DI PIACERE L’AUTOMAZIONE DELLA RINTRACCIABILITÀ ORTOFRUTTA NoTIZIE Supplemento al n. 07/08-2005 della Rivista di Frutticoltura e di Ortofloricoltura ed al n. 26-2005 di Terra e Vita Sommario 4 Ulteriore crescita per il Gruppo Apo Conerpo GABRIELE CHIESA 6 Riflettori sulla Cina al Macfrut 2005 MARIO PARISI 8 In ricordo di Cesari, pioniere dell’ortofrutta PAOLO BRUNI 10 Europech, forum europeo sulla frutta estiva GIAMPIERO REGGIDORI 12 Anguria, una fetta di piacere GIORGIO CALABRESE 14 L’automazione della rintracciabilità CARLO MILLO Direttore responsabile: Roberto Bartolini Diretto da: Lamberto Mazzotti Redazione e Pubblicità: Centro Stampa Comunicazione Integrata Via Calzoni, 1/3 40128 Bologna Tel. 051 373330 Fax 051 357329 E-mail: [email protected] Contenuti: Apo Conerpo Via B. Tosarelli, 155 40050 Villanova di Castenaso (BO) Tel. 051 781837 Fax 051 782680 E-mail: [email protected] Internet: www.apoconerpo.com Editore: Il Sole 24 ORE Edagricole Srl Via Goito, 13 40124 Bologna Redattore: Mario Parisi Stampa: Officine Grafiche Calderini Spa Via Emilia, 6 40064 Ozzano Emilia (Bo) Segretaria di redazione: Silvia Vecchi Sped. in abb. post. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Bologna No ai vincoli dell’Antitrust Paolo Bruni Presidente Apo Conerpo e r poter continuare a competere con successo nell’attuale scenario internazionale, caratterizzato dalla crescente globalizzazione dei mercati, le cooperative agroalimentari italiane devono puntare con sempre maggiore decisione su concentrazioni, fusioni e integrazioni. Processi che consentono, da un lato, di raggiungere importanti economie di scale e, quindi, diminuire i costi e, dall’altro, di aumentare la competitività delle imprese privilegiando la qualità. La scelta dell’aggregazione deve, però, essere agevolata e sostenuta attraverso misure adeguate anche dal sistema pubblico. A tale proposito, è necessario innanzitutto superare al più presto lo scoglio dell’Antitrust e rivedere i limiti imposti da questa Authority. In Italia, infatti, vigono norme inaccettabili, che impediscono alle imprese di raggiungere dimensioni adeguate a competere sui mercati internazionali. Un aspetto, questo, che, tra l’altro, ostacola l’affermazione del sistema paese, facilitata dallo sviluppo delle cooperative, che vantano plus, quali il P legame con il produttore ed il consumatore, la tracciabilità dell’origine dei prodotti, la sicurezza alimentare. Appare quindi indispensabile liberare il settore agroalimentare dall’obbligo di rispettare i rigidi criteri fissati dall’Antitrust. In questo modo sarebbe anche possibile superare la profonda contraddizione in base alla quale da un lato si sostiene l’ampliamento delle imprese come una ricetta indispensabile per affrontare i mercati e, dall’altro, si proibisce di crescere oltre un certo limite. A questo proposito, va ricordato che molti paesi europei non pongono limiti alla concentrazione delle cooperative. In Danimarca, ad esempio, il 95% del latte nazionale è concentrato in due cooperative, mentre in Nuova Zelanda una sola cooperativa raccoglie addirittura il 100% del latte. In Italia tutto ciò non sarebbe possibile. Per rispondere prontamente ed efficacemente ai mutamenti del mercato, negli ultimi anni le cooperative agroalimentari hanno avviato una ristrutturazione sul fronte produttivo e commerciale. Affinché questo grande impegno non si riveli inutile e possa realmente consentire di raggiungere gli obiettivi auspicati è necessario che anche le Istituzioni facciano la loro parte affiancando il mondo dell’agroalimentare cooperativo. NEL 2004 COLLOCATO PIÙ DI UN MILIONE DI TONNELLATE DI PRODOTTI Ulteriore crescita per il Gruppo Apo Conerpo Gabriele Chiesa Direttore Generale Apo Conerpo Nonostante le difficoltà legate all’andamento climatico sfavorevole ed alla contrazione dei consumi di prodotti ortofrutticoli, il 2004 ha fatto registrare un’ulteriore crescita per il Gruppo Apo Conerpo. Buoni i risultati delle business unit Alegra e Naturitalia. Con l’incorporazione della controllata Campoverde Holding Agricola completato il processo di riorganizzazione societaria avviato nel 2002. N onostante le note difficoltà riscontrate nella commercializzazione della frutta estiva, il 2004 ha fatto registrare un’ulteriore crescita per Apo Conerpo, che ha collocato sul mercato più di un milione di tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi (+15% sul 2003) sviluppando un volume d’affari di quasi 500 milioni di euro. Si tratta di un risultato particolarmente soddisfacente anche alla luce dello scenario sfavorevole registrato nel 2004 a causa dell’andamento climatico avverso e della difficile congiuntura economica, fenomeni che hanno provocato una sensibile diminuzione dei consumi. La contrazione dei consumi Secondo i dati IHA, infatti, l’anno scorso gli italiani hanno acquistato circa 8,3 milioni di tonnellate di ortofrutta, con una diminuzione di circa il 4% rispetto al 2003; una flessione che conferma il trend negativo iniziato nel 2000, ultimo anno di tenuta dei consumi, e che porta al 13% la contrazione degli acquisti al 4 dettaglio registrata negli ultimi quattro anni. Nel 2004, questo fenomeno ha interessato quasi tutte le specie con poche eccezioni come albicocche (i cui consumi sono aumentati dell’1%), fragole (+2%), nettarine (+5%), kiwi (+7%), angurie (+8%); tra le verdure solo le zucchine hanno mostrato un incremento dei consumi, saliti del 7%. La flessione dei consumi ha provocato anche una contrazione dei prezzi, che sono calati mediamente del 4% per la frutta (la diminuzione raggiunge il 21% se si considera il periodo 2000/2004) e dell’1% per gli ortaggi (-22% nel quadriennio). Per quanto concerne i diversi canali commerciali della produzione di Apo Conerpo, il volume d’affari realizzato presso la Grande Distribuzione italiana ha superato gli 85 milioni di euro, mentre quello relativo all’export ha sfiorato i 94 milioni e il giro d’affari del prodotto destinato all’in- dustria di trasformazione si è attestato sui 60 milioni; il plusvalore del trasformato ha superato i 140 milioni di euro. Il volume d’affari del prodotto non confezionato, indirizzato al mercato tradizionale, si è posizionato sui 100 milioni di euro. I prodotti di punta di Apo Conerpo Analizzando le diverse specie ortofrutticole, i prodotti di punta dell’ampia gamma Apo Conerpo sono le pere con una produzione che nel 2004 ha superato le 180.000 tonnellate (pari ad oltre il 20% dell’intero raccolto nazionale ed al 30% circa dell’offerta emiliano romagnola), le nettarine con oltre 115.000 tonnellate (corrispondenti a quasi il 18% della produzione italiana ed al 34% del raccolto emiliano romagnolo), le pesche con oltre 46.000 tonnellate (rispettivamente pari al 4,2% e quasi al 17%), i kiwi con 38.000 tonnellate (corrisponden- ti al 9% ed al 68%), le mele con 30.300 tonnellate (pari all’1,4% del raccolto nazionale ed al 18% della produzione emiliano romagnola). Sul fronte delle orticole, i prodotti più importanti per Apo Conerpo sono i pomodori con quasi 490.000 tonnellate (pari al 6,3% del totale nazionale), seguiti dalle patate con quasi 49.000 tonnellate e dalle cipolle con circa 41.700 tonnellate. Buoni risultati per le business unit Restando in ambito commerciale, le business unit Alegra e Naturitalia hanno chiuso il loro secondo anno di attività con un bilancio positivo, contribuendo così al raggiungimento del buon risultato complessivo di Apo Conerpo. Per quanto riguarda Alegra, nel 2004 ha commercializzato complessivamente quasi 145.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli freschi, per un volume d’affari di circa 109 milioni di euro. Circa il 35% della produzione commercializzata è stato collocato presso la GDO italiana con un fatturato di quasi 47 milioni di euro, mentre il rimanente 65% è stato indirizzato all’esportazione con un giro d’affari di circa 62 milioni di euro. Per Naturitalia, invece, il 2004 si è concluso con un fatturato di circa 105 milioni di euro ed un volume di vendite pari a poco meno di 150.000 tonnellate. Circa il 68% della produzione commercializzata è stato collocato presso la Gdo italiana con un fatturato di quasi 73 milioni di euro, mentre il rimanente 32% è stato indirizzato sulle piazze estere per un volume d’affari di oltre 32 milioni di euro. Oltre ai buoni risultati delle società commerciali, nel 2004 si è registrato anche un sempre maggiore impegno del Gruppo sul fronte del miglioramento qualitativo dei prodotti attraverso la sempre più ampia diffusione dell’assistenza tecnica in campagna e l’ulteriore incremento dei controlli del processo lungo l’intera filiera per la qualificazione e la valorizzazione dei prodotti. A questo proposito, per verificare l’applicazione dei Disciplinari di Produzione Integrata, 123 tecnici hanno controllato quasi 26.700 ettari, pari ad oltre il 78% dei circa 34.000 ettari che costituiscono la superficie totale coltivata dai soci di Apo Conerpo; coadiuvati dai responsabili delle singole cooperative, i tecnici hanno poi controllato tutte le altre fasi della filiera: dal condizionamento al confezionamento fino alla commercializzazione. Per quanto concerne l’assetto della società, nel 2004 Apo Conerpo ha incorporato la controllata Campoverde Holding Agricola; promossa con l’obiettivo di razionalizzare ulteriormente la struttura del Gruppo e favorire sinergie operative ed economie di scala, questa operazione ha con- sentito di completare il processo di riorganizzazione societaria avviato nel 2002 con la costituzione delle business unit Alegra e Naturitalia ed implementato nel corso dell’esercizio 2003 con la fusione per incorporazione delle cooperative Conerpo ed Un.Fin.Coop. Nel 2004 si sono poi completate positivamente anche le operazioni di collaudo dell’importante progetto di capitalizzazione finanziato ai sensi del Reg. Ce 3816/92: un progetto di sviluppo e consolidamento finalizzato all’aggregazione dell’offerta da realizzarsi presso 13 cooperative dislocate sul territorio e definite “Poli multifunzionali” attraverso la razionalizzazione delle fasi di produzione, stoccaggio, condizionamento e confezionamento. In occasione dell’Assemblea straordinaria del 15 ottobre si è poi provveduto a costituire un fondo per il potenziamento aziendale da cui attingere le risorse finanziarie necessarie per sostenere un’ulteriore fase di sviluppo, propedeutica ad un continuo allargamento del raggio di azione. Entro la fine dell’esercizio si è quindi registrata la sottoscrizione di azioni per un valore complessivo di un milione di euro da parte di Fondosviluppo. Il 2004 ha visto infine aumentare la base sociale di Apo Conerpo, cui hanno aderito Agrisanterno Società Cooperativa Agricola di Imola (Bo) e Sud Est Società Cooperativa Agricola di Rutigliano (Ba). L’adesione di queste nuove realtà premia la politica seguita da Apo Conerpo, da sempre impegnata nell’ampliamento della base sociale attraverso l’aggregazione di altre strutture italiane, nella convinzione che la convergenza degli obiettivi e l’unitarietà dell’azione siano gli strumenti più efficaci per affrontare con successo la concorrenza del mercato globale. Aumentando la qualità e l’ampiezza dell’offerta si può incrementare anche il potere contrattuale e rafforzare ulteriormente il ruolo di interlocutori importanti degli organismi nazionali e comunitari per garantire un adeguato sviluppo al settore e risultati economici sempre più soddisfacenti ai produttori. 5 PRESENTATI I DATI SUI CONSUMI DI ORTOFRUTTA IN ITALIA Riflettori sulla Cina al Macfrut 2005 Mario Parisi Nel 2004 nel nostro paese sono stati prodotti oltre 25,5 milioni di tonnellate di ortofrutta (+10,9% sul 2003). Gli italiani hanno acquistato 8.266.000 tonnellate di frutta e verdura fresca (-4,6% ). “N on esiste una sola soluzione per i problemi dell’ortofrutta, ma un insieme di proposte, una delle quali partirà nei prossimi giorni, vale a dire la campagna informativa da 4 milioni di euro per promuovere il consumo di frutta e verdura”. Lo ha annunciato il ministro per le Politiche Agricole Giovanni Alemanno intervenendo alla cerimonia di inaugurazione del Macfrut, la principale rassegna europea dedicata al settore ortofrutticolo svoltasi a Cesena dal 5 all’8 maggio. Un comparto che in Italia, nel 2004, ha prodotto oltre 5,2 milioni di tonnellate di frutta (+9,6% sul 2003), più di 3,2 milioni di tonnellate di agrumi (+16,6%) e 17,1 milioni di tonnellate di ortaggi (+10,3%), che hanno portato ad una produzione lorda vendibile (PLV) di 11.750 milioni di euro (-3,68% sul 2003) per un fatturato (compreso l’indotto) di 22.500 milioni di euro (+1,35% sul 2003). “Con la campagna informativa promossa dal nostro Ministero – ha dichiarato Alemanno – ci proponiamo di comunicare all’opinione pubblica che il consumo di ortofrutta fresca è fondamentale per prevenire molte patologie”. Se l’incremento dei consumi può rappresentare senza dubbio un elemento estremamente positivo, non bisogna però dimenticare i problemi strutturali che affliggono il settore. 6 A questo proposito, il Ministro ha sottolineato l’esigenza di riorganizzare la filiera attraverso la valorizzazione delle aziende più competitive secondo un modello moderno e vincente come quello emiliano romagnolo. Alemanno ha concluso il suo intervento ricordando che la Commissione Europea ha preso in esame un’ipotesi di cui l’Italia è capofila: far rientrare nel novero della calamità anche le crisi di mercato. Se passerà questo provvedimento, negli anni di crisi i frutticoltori italiani potranno contare su un importante ammortizzatore economico. Dopo l’inaugurazione il Ministro per le Politiche Agricole ha anche visitato gli stand delle business unit di Apo Conerpo, Alegra e Naturitalia, soffermandosi con i dirigenti del Gruppo sulle tematiche più importanti ed attuali del settore e sulle prospettive dell’ortofrutta estiva dopo le note difficoltà della campagna 2004. Durante la rassegna cesenate, gli stand delle due società commerciali di Apo Conerpo hanno poi ospitato numerosi operatori delle principali catene distributive italiane e straniere, con i quali è stato possibile definire i primi accordi per la prossima campagna estiva. Per l’intera durata della manifestazione, poi, gli stand sono stati anche il punto di riferimento per i soci delle singole cooperative, che hanno potuto approfondire le loro conoscenze su programmi produttivi, politiche commerciali ed obiettivi del Gruppo. Per Apo Conerpo è stato quindi positivo il bilancio dell’edizione 2005 di Macfrut, che ancora una volta ha confermato la sua dimensione internazionale puntando i riflettori sulla Cina alla quale è stato dedicato il convegno “La filiera ortofrutticola cinese: rischi e opportunità per gli operatori italiani”. I lavori sono stati introdotti dal presidente di Cesena Fiera, Domenico Scarpellini, che ha ricordato l’obiettivo del workshop: identificare le aree di possibile sinergia con la Cina e quelle, invece, di aperta competizione. Zhou Puguo, del Dipartimento di Produzione del Ministero dell’Agricoltura cinese, ha fornito alcuni dati estremamente interessanti su questo paese: la quantità di frutta consumata in Cina è passata dai 6,8 chilogrammi annui pro capite del 1978 ai 58,1 del 2003 con un aumento dell’850% in 25 anni; anche i consumi di ortaggi sono elevati, attestandosi sui 415 chilogrammi contro i 105 della media mondiale Sul fronte produttivo, la Cina è il primo paese per le mele (21,1 milioni di tonnellate) e le pere (9,8 milioni di tonnellate). Oltre a presentare queste grandi potenzialità, la Cina offre anche interessanti opportunità per l’Europa, dal momento che può vantare risorse praticamente illimitate in quanto a materie prime e manodopera; inoltre, anche se al momento l’alimentazione non è tra le priorità di questo Paese e la struttura di vendita al dettaglio non è ancora ben definita, lo sviluppo ed i cambiamenti registrati negli ultimi anni sono stati estremamente veloci e profondi. Nelle aree più prospere sono cresciuti numerosi grattacieli, circolano auto di lusso europee ed americane e già oggi si può stimare la presenza di 50 o 60 milioni di cinesi disposti ad acquistare prodotti occidentali. I dati sui consumi Nell’ambito del Macfrut, sono poi stati presentati i dati dell’Osservatorio dei consumi ortofrutticoli, secondo i quali nel 2004 gli italiani hanno acquistato 8.266.000 tonnellate di verdura e frutta fresca, con una flessione del 4,6% rispetto agli 8.634.000 dell’anno precedente, spendendo 11,9 miliardi di euro (-6,52% rispetto ai 12,7 miliardi di euro del 2003). L’acquisto medio annuo per nucleo famigliare è sceso per la prima volta sotto i 400 chili, attestandosi sui 383, con una diminuzione dell’8,37% rispetto al 2003. Analizzando i diversi comparti, per la prima volta, negli ultimi 6-7 anni, nel 2004 il volume di frutta acquistata dai nuclei famigliari italiani è sceso sotto i 4 milioni di tonnellate, attestandosi a 3.943.000 tonnellate (-4% sui 4.107.000 del 2003); la spesa è passata da 6,1 a 5,7 miliardi di euro, facendo registrare una flessione del 6,1%. Anche i volumi di ortaggi acquistati hanno mostrato una contrazione, attestandosi sui 4.323.000 tonnellate (-4,5% rispetto ai 4.527.000 tonnellate del 2003); la spesa è diminuita del 6,9%, passando da 6,6 a 6,1 miliardi di euro. In merito all’ortofrutta biologica, dopo la diminuzione del 2003 (da 35.000 a 26.000 tonnellate), i volumi acquistati nel 2004 sono aumen- tati del 3,84%, attestandosi sulle 27.000 tonnellate; la spesa si è collocata sui 61 milioni di euro. In aumento gli ortaggi surgelati acquistati dalle famiglie italiane, che hanno superato le 200.000 tonnellate in volume ed i 650 milioni di euro in valore. Per quanto riguarda la bilancia commerciale del settore, nel 2004 il saldo attivo ha subito una contrazione del 37%, passando da 651 a 405 milioni di euro; le ragioni di questo fenomeno sono da ricercare nella diminuzione del valore delle esportazioni italiane (-11,3%), passato dai 2.854 milioni di euro del 2003 ai 2.531 milioni del 2004, corrispondenti ad un volume di export di 3.197.239 tonnellate (3.347.295 nel 2003). Nel corso della rassegna cesenate sono stati analizzati molti altri temi, di grande interesse, a cui sono stati dedicati appositi incontri, seminari e workshop. Tra questi particolarmente interessante il convegno sull’export, che ha evidenziato come nel 2004 le esportazioni italiane di ortofrutta siano calate del 4,5% (-4,2% gli ortaggi, -4,6% la frutta), passando da 3,35 a circa 3,20 milioni di tonnellate, per un valore di 2,53 miliardi di euro (-11,3% rispetto ai 2,85 miliardi di euro del 2003). A questo convegno è intervenuto anche Adolfo Urso, viceministro per le Attività Produttive con delega al commercio estero, che ha indicato una serie di elementi indispensabili per risolvere il problema dell’export. “Innanzitutto – ha dichiarato Urso – occorre informazione, in quanto il mondo cambia insieme ai mercati ed è opportuno che ogni azienda possa ricevere tutte le notizie utili sui cambiamenti del mercato. “Parallelamente – ha concluso Urso – occorre alzare il livello tecnologico delle imprese in modo da dare un valore aggiunto ai prodotti, migliorare i servizi logistici, implementando i corridoi dei mari, che rappresentano le vie del futuro”. Il programma della manifestazione è stato quindi decisamente ampio anche quest’anno e ha così offerto un panorama completo dell’ortofrutticoltura. 7 TUTTA LA COOPERAZIONE AGRICOLA PIANGE LA SUA SCOMPARSA In ricordo di Cesari, pioniere dell’ortofrutta Paolo Bruni Presidente Apo Conerpo Con la morte di Cesare Cesari scompare un pioniere dell’ortofrutta e della cooperazione. Nel corso degli anni ha ricoperto numerosi incarichi, affidatigli dai tanti agricoltori che avevano fiducia in lui. A vrebbe compiuto 81 anni il 1° giugno se un destino beffardo non l’avesse strappato all’affet- to dei suoi cari e di tutti coloro che avevano avuto il privilegio di conoscerlo. All’inizio di maggio, mentre la moglie era ricoverata all’ospedale di Ravenna, Cesare Cesari aveva rischiato di morire soffocato dal fumo sviluppatosi in seguito all’incendio che si era sprigionato nella sua casa di Portomaggiore (Fe). Ricoverato all’ospedale di Ferrara, in un primo tempo si era ripreso, poi Elementi di politica agricola comune n un periodo di grandi trasformazioni politiche e di veloce progresso tecnologico, è necessario disporre di strumenti culturali che permettano di orientarsi in un orizzonte sempre più vasto. Nessun settore sfugge a questa logica: l’aggiornamento deve essere continuo. L’informazione costante acquista un valore ancora maggiore per quanti ricoprono incarichi di responsabilità amministrativa, politica o tecnica. Anche il composito mondo dell’agricoltura non può trascurare ambiti che si estendono oltre le realtà locali; l’avvicinamento delle singole identità statali, regionali e provinciali all’interno della Comunità Europea rappresenta un importante processo storico con il quale è necessario un confronto continuo e costruttivo. La politica agricola comunitaria costituisce uno degli strumenti fondamentali di questo percorso e condiziona l’operare di quanti vivono e lavorano nelle zone rurali. Non altrettanto si può affermare per i complessi meccanismi attraverso i quali gli orientamenti comunitari vengono tradotti in realtà. Il linguaggio è il tramite della conoscenza: l’impiego dei termini appropriati fornisce un contributo alla chiarezza ed alla semplicità. Il volume Elementi di politica agricola comune (Cesare Cesari – 54 pagine, Editrice Nuovi Orizzonti Culturali), redatto con cura e competenza, ce ne dà la dimensione. Questo libro è stato scritto per gli studenti dell’ultimo anno degli Istituti Tecnici Agrari, ma anche per tutti coloro che, a vario titolo, hanno interesse a conoscere le vicende della Pac dalle origini ad oggi. Il volume ripercorre infatti l’evoluzione della Pac cogliendone le trasformazioni e sottolineandone gli aspetti più salienti. I 8 però il suo cuore non ha retto. Oltre alla famiglia, piange la sua scomparsa anche tutta la cooperazione agricola, di cui Cesari può a giusta ragione Cesare Cesari. essere considerato come un pioniere. Negli anni Sessanta, infatti, quando l’individualismo era ancora molto spinto, fu tra i primi a cimentarsi nella coltivazione delle pere, favorendo l’aggregazione di numerosi agricoltori. Nato ad Alfonsine (Ra) nel 1924, Cesare Cesari si era laureato in Scienze Agrarie nel 1948, iniziando a Portomaggiore la sua attività come conduttore dell’omonima azienda agricola Cesari, oggi seguita dal figlio Agostino. Dal 1956 al 1963 era stato direttore del Centro incremento frutticoltura ferrarese, dal 1967 al 1988 aveva assunto contemporaneamente l’incarico di presidente della Cooperativa ortofrutticola lavorazione esportazione ortofrutta di Gaibanella e di presidente del Consorzio interprovinciale Delta. Nel 1991 era stato insignito dell’onorificenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica italiana. Nel 2004, in occasione del Macfrut di Cesena, aveva ricevuto un riconoscimento per l’impegno profuso nella crescita dell’ortofrutta italiana. Conoscevo bene il dottor Cesari (così veniva chiamato a Portomag- giore); quando ero ragazzino lo vedevo ogni giorno passare dalla polverosa strada ghiaiata con la Fiat 600 mentre si recava alla sua azienda agricola denominata “Fontana”, che confinava con la campagna della mia famiglia. Quell’uomo, così piccolo, ma così autorevole, era per me un vero mito e, come tanti altri ragazzini, sognavo un giorno di diventare come lui. La fama che lo circondava si riassume in un particolare che non ho mai dimenticato: era il 1977 (avevo appena 17 anni) ed era deceduto mio zio Romeo Bruni, amico di Cesari. Nel cortile della casa di mio zio era accorsa tantissima gente per rendergli omaggio e si era formato un vero assembramento nel quale le perso- ne parlavano sottovoce aspettando di poter entrare in casa. Ad un certo punto vidi arrivare la macchina del dottor Cesari; la fermò sulla strada per non disturbare e si avviò a piedi verso la nostra casa. Come per incanto la piccola folla radunatasi nel cortile si aprì e cedette il passo a quel piccolo grande uomo ammirato e rispettato da tutti. Questo era Cesare Cesari, conosciuto anche come il presidente dei presidenti per i numerosi incarichi, provinciali e nazionali, che gli avevano conferito i tanti agricoltori che avevano fiducia in lui. Quando, alla fine degli anni Ottanta, decise di ritirarsi a vita privata, in alcuni di questi incarichi ebbi il privilegio e l’onere di succe- dergli e fu per me un onore indescrivibile. Per anni mi aveva chiesto di dargli del tu, ma io per riverente rispetto mi sono ostinato a dargli del lei. Ora mi dispiace non aver ceduto a questo suo invito, come pure mi rincresce di non essere riuscito a presentare il suo ultimo libro “Elementi di politica agricola comune” (di cui pubblichiamo a fianco la recensione). Il figlio Agostino mi ha infatti informato che il giorno prima di andarsene Cesari aveva espresso la volontà di telefonarmi per poter illustrare al pubblico il volume. Purtroppo la tua telefonata non mi arriverà, ma io il tuo libro lo presenterò perché so che tu da lassù guarderai e ne sarai felice. Addio Cesarino. Ci mancherai! 9 SI È SVOLTO A PERPIGNAN, IN FRANCIA, DAL 27 AL 28 APRILE Europech, forum europeo sulla frutta estiva Giampiero Reggidori Responsabile Ufficio Produzioni Agricole Apo Conerpo Europech ha puntato i riflettori sulle previsioni produttive della frutta estiva. In questo numero della rivista ci soffermiamo sulla coltivazione del melone e sull’indagine condotta sulla frutticoltura estiva francese ed italiana. N el mese di aprile il Palazzo dei Congressi di Perpignan, nel sud della Francia, ha ospitato l’annuale forum europeo della frutta estiva dedicato alle previsioni di produzione di pesche, nettarine, percoche, albicocche e meloni. Nel prossimo numero della rivista illustreremo le indicazioni relative a pesco e albicocco, mentre in queste pagine desideriamo soffermarci su altri due temi all’ordine del giorno del convegno: * la coltivazione del melone in Marocco, Spagna e Francia; * l’indagine di Europech sulla frutticoltura estiva in Francia e Italia (Emilia Romagna). La coltivazione del melone Per quanto riguarda il primo aspetto, nel corso del forum di Perpignan è stato ricordato che il Marocco sta incrementando le coltivazioni frutticole anche grazie all’attività di imprenditori agricoli europei che investono sul suo territorio. Particolarmente interessante lo sviluppo del melone con la varietà Chair Orange. Quest’anno, però, una gelata registra- ta il 28 gennaio ha provocato danni molto ingenti su circa il 30-40% della superficie coltivata a melone; a causa di questo fenomeno la produzione mostra anche un ritardo di 10 giorni nella maturazione. In Spagna la situazione climatica è normale ed attualmente la varietà leader ad Almeria è Vulcano, mentre in Murcia si coltiva su circa 350 ettari Anasta la cui produzione viene commercializzata fino al 10/15 luglio. In Francia, nel 2004 si è registrato un andamento commerciale disastroso nel periodo compreso tra il 25 giugno ed il 15 agosto. Attualmente, l’accrescimento e la maturazione dei meloni coltivati in Francia, appartenenti prevalentemente alla cultivar Charentais, mostrano un certo ritardo causato dal protrarsi della stagione invernale fredda all’inizio del 2005. Da segnalare che ultimamente in questo paese si è completato l’iter di approvazione dell’Igp del melone della Drome. L’indagine di Europech sulla frutticoltura estiva Nel corso del forum è stato poi ricordato che, come tutti gli anni, Europech ha realizzato un’indagine esplorativa con un documento filmato che ha portato il gruppo di lavoro in Italia (Emilia Romagna) nell’agosto 2004 e in Francia nella primavera di quest’anno. 10 In Italia sono state visitate le zone di coltivazione del pesco in Emilia Romagna, in particolare quelle della Romagna dove opera la nostra Organizzazione dei Produttori Apo Conerpo. MELONE – SUPERFICIE E PRODUZIONE STATO REGIONE CITTÀ Sup. 2004 (ha) Sup. 2005 (ha) Produzione prevista 2005 (tons) Periodo raccolta Marocco Marrakesch 400 500 * 10 mag – 10 giu 120 125 * 20 mar – 20 mag Almeria 1.000 1.000 27.000 10 mag – 15 giu Siviglia 560 560 11.000 20 apr – 20 giu Murcia 850 960 23.000 20 mag – 15 giu PACA e Drome 2.900 2.930 64.000 Languedoc, Roussilion 2.850 2.800 57.000 Aquitaine, Gers 1.450 1.430 25.000 Midi, Pyrenées 2.350 2.280 42.000 Centre Ouest 5.550 5.600 97.000 L’attività innovativa L’indagine ha voluto puntare i riflettori soprattutto sull’attività innovativa sviluppata nel comparto delle pesche e nettarine anche attraverso New Plant, società costituita dalle Organizzazioni dei Produttori Apo Conerpo, Orogel Fresco e Gruppo Mediterraneo (Apofruit) e Made in Blu per la valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli di alta qualità e sostenuta da diverse realtà produttive quali la nostra business unit commerciale Alegra ed Apofruit. Il programma della missione prevedeva poi una visita ad un’azienda tipicamente frutticola romagnola, nel territorio di Bagnacavallo (RA), per analizzare tutti gli aspetti fondamentali per realizzare un’impresa frutticola razionale al passo con i tempi: innovazione delle varietà e della tecnica di allevamento e gestione del frutteto, rispondenza a diverse certificazioni della fase di campo per la sicurezza degli operatori e per la sicurezza in materia ambientale, applicazione di tecniche a basso impatto ambientale, presenza di giovani imprenditori. I giudizi sono stati positivi soprattutto in relazione al fatto che negli ultimi anni è migliorato l’impegno e il risultato sulla qualità da parte degli attori della filiera visitati e che la società consortile costituita per la ricerca delle novità varietali è la prima del genere a livello mondiale per il mondo agricolo organizzato di tipo cooperativo. L’indagine ha comunque sottolineato un elemento preoccupante già più volte evidenziato: l’Italia è un importante produttore di pesche e nettarine ed una grandissima parte dell’offerta si concentra in un periodo di tempo limitato, vale a dire il mese di agosto. Appare quindi indispensabile adottare misure idonee per allentare la Agadir Spagna Francia * Produzione non definibile a causa dei danni da gelo pressione in questo periodo. Le Organizzazioni dei Produttori sono impegnate in una attività di programmazione degli impianti e rinnovamento varietale che vanno proprio in questa direzione. La missione condotta in Italia ha poi fatto tappa in un centro commerciale di Ferrara per analizzare la qualità e le modalità espositive della frutta ed al mercato di Milano. La visita a questa struttura ha evidenziato alcuni problemi dei mercati generali del nostro Paese: offerta frammentata, qualità troppo variabile con prezzi strani, pulizia e igiene troppo spesso lasciate alla buona volontà degli operatori, modalità di presentazione che in fatto di qualità lasciano molto a desiderare. Infine, è stata visitata la zona di Vignola (MO), nell’area del Consorzio della susina tipica, dove è stato possibile riscontrare il grande impegno nella difesa della valorizzazione di questa specie, in particolare per le susine da industria, in atto nel comprensorio. La peschicoltura francese Nella primavera di quest’anno, in Francia sono state visitate le zone del sud-est dove, a causa della forte diminuzione dei prezzi di pesche e nettarine registrata nel 2004, molte aziende hanno abbattuto le piante e attualmente manifestano scarsa propensione al rinnovamento degli impianti. La peschicoltura delle zone est della Francia, in particolare la zona del Rhone Alpes, ha subito quindi un contraccolpo piuttosto negativo in seguito alla crisi dei prezzi alla produzione del 2004. In Francia si ritiene che le superfici coltivate a pesche abbiano raggiunto un livello proporzionato con gli effettivi sbocchi commerciali, specialmente quelli interni, e pertanto non si registra una forte spinta ad aumentare le superfici. Per i francesi è importante il rinnovo delle varietà per mantenere un livello qualitativo medio alto. 11 GRAZIE ANCHE ALL’ELEVATO POTERE DISSETANTE Anguria, una fetta di piacere Giorgio Calabrese Membro dell’Authority Europea della Sicurezza Alimentare C hiamato quasi da tutti anguria, il cocomero (dal latino cucumis) deriva dall’omonima pianta erbacea annuale della famiglia delle cucurbitacee, della specie cucumis citrullus, originaria dell'Africa e poi introdotta in Europa all'epoca delle Crociate. Si tratta di un frutto acidulo attualmente coltivato in tutto il mondo (in Giappone è stato prodotto il cocomero quadrato). Il panorama varietale Tra le numerose cultivar ricordiamo in particolare Crimson sweet, medioprecoce con frutti di grossezza media; Sugar Baby ibrido F1, precoce; Charleston gray 133 a frutto oblungo, tardiva; Blue Belle ibrido F1, rotonda, molto produttiva; Imperial ibrido F1, rotonda, precoce; Florida Giant; Blue Ribbon; Ashai Miyako ibrido F1, precoce con frutto rotondo. Le varietà più coltivate sono: il cocomero di Pistoia e di Faenza, l'ibrido Baby Funn grande e resistente alle malattie, Black Diamond, Klondike Blue Ribbon a frutto oblungo grande, Sugar Baby medio; ottime sono la quarantina e la cinquantina, il cui nome deriva dal tempo necessario alla maturazione dei frutti. L’anguria predilige il clima temperato-caldo e per garantire buoni risultati richiede calore, luce e acqua in abbondanza. Oltre ad anguria (dal greco angou- 12 rion), il cocomero ha altri nomi, quali melone d'acqua e pasteca. Un frutto ricco di acqua È il frutto più ricco di acqua, che arriva a raggiungere il 95,3%, contro il 90,7% nella pesca, l’85% nella mela, l’80% nell’uva, il 70,2% nelle arance più succose. Nel popone, una varietà di cocomeCOMPOSIZIONE CHIMICA E VALORE ENERGETICO DELL’ANGURIA (100 grammi di prodotto) Parte Edibile 52% Acqua 95,3 gr Proteine Grassi 0,4 gr Tracce Zuccheri Disponibili Amido 3,7 gr 0 gr Solubili 3,7 gr Fibra alimentare 0,2 gr Energia 16 Kcal 65 Kj Minerali Sodio 3 mg Potassio 280 mg Ferro 0,2 mg Calcio 7 mg Fosforo 2 mg Colesterolo 0 mg ro, il contenuto di acqua è pari al 90,1%. Una fetta di anguria disseta, quindi, più di una bevanda. Il sapore dolce del cocomero non è, come si crede, dovuto alla presenza eccessiva di zuccheri, ma è legato a particolari sostanze aromatiche naturalmente presenti nell’anguria. Pertanto, anche coloro che, ad esempio, soffrono di diabete possono consumare questo frutto, a patto però che non esagerino nelle quantità. Il contenuto nutrizionale Un etto di anguria fornisce solamente 16 calorie, un po’ di zuccheri, un po’ di fibra vegetale e tanti minerali, come il potassio e il sodio, oltre al fosforo. L’anguria contiene anche vitamina C e un po’ di beta-carotene oltre alle vitamine del gruppo B, presenti in tracce. I semi, all'interno della parte legnosa, contengono glucosidi a forte azione lassativa, che provocano dolore e gonfiore intestinale. La produzione media è pari a 50 tonnellate ad ettaro (cinque chili al metro quadrato) e la conservazione, con una temperatura di 3-4° C, varia dai 20 ai 30 giorni. Per la sua elevata percentuale d'acqua, l'anguria è un alimento scarsamente nutritivo, ma sufficientemente energetico per il buon contenuto in zuccheri assimilabili. In genere è considerato un frutto piuttosto indigesto, ma questa caratteristica può essere attribuita proprio al notevole contenuto idrico, che diluisce sensibilmente i succhi gastrici, e all'abitudine a consumare l’anguria molto fredda, quan- do si è accaldati, con l’effetto tipico delle bibite ghiacciate. Ideale nelle diete dimagranti L'anguria è un alimento che soddisfa il senso di sazietà abbastanza a lungo e per questa prerogativa viene consigliata nelle diete dimagranti, in sostituzione di qualche pasto. La sua polpa deliquescente, croccante, particolarmente dissetante si presta alla preparazione di frullati e sorbetti, privi di zucchero, molto utili anche per gli effetti diuretici, lassativi e disintossicanti. L’anguria è indicata anche per una cura periodica analoga alla ben nota "cura dell'uva". La polpa deve essere perfettamente matura, cioè uniformemente rossa; le parti bianche, soprattutto in prossimità della buccia, vanno scartate. 13 IL SISTEMA MIGLIORA L’EFFICIENZA AZIENDALE L’automazione della rintracciabilità Carlo Millo Product Manager Gruppo Sistema L’introduzione di processi automatizzati di rintracciabilità interna migliora significativamente l’efficienza aziendale. C ome abbiamo già ricordato nel numero di maggio di “Ortofrutta Notizie”, l’introduzione di processi automatizzati di tracciabilità interna, quando ben progettati, comporta significativi miglioramenti delle prestazioni aziendali. Attraverso l’automazione della rintracciabilità si realizzano infatti procedure di gestione che coinvolgono tre ambiti in cui è possibile migliorare l’efficienza dell’azienda; in sintesi: 1) le fasi di accettazione, identificazione e stoccaggio di materie prime/semilavorati provenienti dai fornitori; 2) le fasi di lavorazione/produzione e confezionamento all’interno dello stabilimento; 3) gli interventi di logistica interna, stoccaggio e movimentazione dei prodotti finiti e la relativa spedizione ai clienti. In questo articolo prendiamo in considerazione un caso reale: un’azienda ortofrutticola che lavora meloni, cocomeri e pere con un livello di automazione medio-alto che prevede l’utilizzo di lettori barcode cordless. L’applicazione è completamente integrata al sistema informativo aziendale costituito dal software Uniforma per imprese agricole sviluppato da Gruppo Sistema di Cesena (www.grupposistema.it). Durante l’accettazione il sistema 14 rileva il prodotto, l’imballo, la pedana, il podere di provenienza, la tipologia della merce; successivamente, viene assegnato (automaticamente o manualmente) un lotto univoco di entrata; ne deriva l’emissione automatica di una etichetta con apposito barcode che identifica tutte le informazioni sopra descritte. Viene pesata la materia prima consegnata e quindi il sistema associa al barcode i dati del peso rilevati e stampa il buono di entrata e il modulo per il campionamento della merce. Nelle fasi di lavorazione sono previste postazioni di rilevamento dei dati formate da un terminale As/400 con collegamento in rete, lettore barcode cordless e stampante termica per etichette. Il rifornimento della linea di lavorazione avviene tramite lettore barcode che rileva le etichette sui bins prelevati in magazzino che saranno assegnati alla linea. L’alimentazione del magazzino del prodotto finito viene semplificata con l’identificazione automatica del prodotto ottenuto dalla linea con una apposita postazione per la creazione dell’etichetta dei lotti di lavorazione. Nella postazione di pesatura si procede all’assegnazione del peso della pedana, alla stampa dell’etichetta del pallet con codice EAN 128, alla stampa delle etichette per i colli della pedana ed all’assegnazione della pedana al magazzino oppure ad un ordine cliente. Per quanto riguarda la gestione della logistica interna alla azienda, ogni pedana creata viene registrata tramite un apposito barcode univoco; l’assegnazione della pedana ad un ordine cliente avviene tramite un lettore barcode. Successivamente, si stampa la nota pesi e si invia alla postazione addetta alla creazione del documento di trasporto (D.D.T.); in alternativa, sempre utilizzando il lettore barcode, il prodotto venduto in natura viene assegnato ad un ordine cliente. Si genera il D.D.T. dalla nota pesi prodotta nel magazzino. È possibile variare le quantità indicate nella nota pesi ed evidenziare nel documento di trasporto i soci/fornitori del prodotto specificato nelle varie righe. Inserendo a video il codice del barcode di una pedana è possibile visualizzarne la storia all’interno dell’azienda. Oggi l’azienda può monitorare la produzione e vedere le giacenze di magazzino in tempo reale, ha la possibilità di creare lotti di lavorazione cumulativi per più partite di fornitori in ingresso, può procedere in modo automatico all’etichettatura dei prodotti e dei pallet secondo standard INDICOD/SSCC. Con l’introduzione del sistema automatizzato della rintracciabilità, l’azienda non si è quindi limitata a rispondere agli obblighi previsti dalla legge 178, ma ha anche ottenuto una riduzione dei tempi di evasione degli ordini, una drastica riduzione degli errori in fase di spedizione e una ottimizzazione nella gestione dei magazzini.