MIGLIORAMENTO DEI PARAMETRI FFO RELATIVI ALL`OFFERTA

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MIGLIORAMENTO DEI PARAMETRI FFO RELATIVI ALL`OFFERTA
MIGLIORAMENTO DEI PARAMETRI FFO RELATIVI ALL’OFFERTA FORMATIVA
(Incontro del 27/03/2012)
IPOTESI OPERATIVE
Premessa
La ripartizione del fondo di finanziamento ordinario degli Atenei avviene attraverso un meccanismo che
tiene conto di numerosi aspetti, tra i quali assume importanza crescente la cosiddetta quota premiale. E’
opportuno ricordare che tale quota costituisce parte integrante del FFO e non un’aggiunta allo stesso,
per cui il sommarsi della quota base e della quota premiale costituisce l’assegnazione che l’Ateno riceve.
Negli ultimi anni l’assegnazione è costantemente diminuita su scala nazionale e analoga diminuzione
sarebbe stata operata sui fondi destinati al nostro Ateneo se non fosse intervenuto l’accordo di
programma, che ha garantito la costanza del fondo fino al 2013.
Alla scadenza dell’accordo di programma l’assegnazione destinata al nostro Ateneo verrà rivalutata sulla
base dei parametri vigenti, per cui risulta evidente che ogni azione tesa a migliorare le performance ad
essi collegate si può tradurre, ragionevolmente, in una minore riduzione del FFO. E’ appropriato
supporre che i parametri possano essere negli anni rimodulati, ma restano costanti le logiche che li
governano, per cui appare indiscutibile che ogni progresso sui fondamentali del funzionamento possano
in ogni caso contribuire al miglioramento complessivo dell’Ateneo. Nell’assegnazione 2011 la quota
premiale è stata pari al 12% del FFO (€ 832.000.000); essa salirà al 13% nella distribuzione 2012 e
tenderà negli anni a raggiungere il 20%.
Nell’assegnazione 2011 (Decreto Ministeriale 3 novembre 2011 n. 439) la quota premiale, € 832.000.000,
è stata distribuita attraverso un meccanismo basato sulla misurazione di una serie di parametri legati
alla qualità della didattica (indicatori A1-A2, 34% del fondo) ed alla qualità della ricerca (indicatori B1-B4,
66%).
La discussione svoltasi il 27/03/2012 ha riguardato specificatamente l’analisi e le strategie di
miglioramento dei parametri relativi alla qualità della didattica, misurati dal MIUR per l’attribuzione
dell’FFO secondo gli indicatori A1 e A2.
A1: Studenti iscritti regolari nell’a.a. X/X+1 che abbiano conseguito almeno 5 crediti nell’ANNO X+1, distinti per
gruppo A, B, C, D e ponderati con uno specifico peso (4 per il gruppo A, 3 per il gruppo B, 2 per il gruppo C e 1 per
il gruppo D). A tale indicatore sono applicati tre correttivi: a) di sostenibilità dell'offerta formativa (KA); b) di
contesto territoriale (KT); c) di rilevanza strategica del corso di studio (KR) dove:
KA=Rapporto tra il numero di docenti di ruolo che appartengono a settori scientifico-disciplinari (SSD) di base e
caratterizzanti e il numero teorico di corsi attivati nell’a.a. X/X+1 (corsi di laurea e corsi di laurea magistrale a ciclo
unico). Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano.
KT=compensazione della minor capacità contributiva delle regioni, calcolata sulla base della distribuzione dei
redditi netti familiari dell'indagine "Redditi e condizioni di vita" dell’ISTAT.
KR = fattore di incentivazione o disincentivazione dei corsi di studio in relazione all’area disciplinare. Il correttivo è
PER ORA sospeso ed è finalizzato ad incentivare i corsi di studio in aree di preminente interesse culturale e
tecnologico e a limitare contestualmente la proliferazione di corsi di laurea in settori dove l’offerta di laureati
eccede notevolmente la domanda e che non risultano di particolare interesse nazionale. I parametri sono in corso
di definizione.
A2: Rapporto tra CFU effettivamente acquisiti nell’ANNO SOLARE X+1 e CFU previsti per gli studenti iscritti
nell’a.a. X/X+1, distinti per gruppi di corso. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello
mediano del gruppo di riferimento.
Situazione attuale, dati ANS (Anagrafe Nazionale Studenti)
Nel allegato sono indicati i dati di base, utilizzati per il calcolo degli indicatori ministeriali A1 e A2.
Per dati base si intendono:
- nel caso dell’indicatore A1, la percentuale di studenti regolari cha ha acquisito almeno 5 CFU,
senza tener conto dei gruppi di riferimento e dei parametri K. L’analisi, per gli anni 2010 e 2011,
è distinta tra ordinamento DM 509/99 (VO) e ordinamento DM 270/04 (NO);
- nel caso dell’indicatore A2, la percentuale di CFU acquisiti rispetto a quelli previsti nell’aa
precedente, senza tener conto dei gruppi di riferimento.
Non essendo stati riportati i correttivi K ed i riferimenti alle mediane nazionali dei gruppi e dei CdS, i dati
non sono utili per confrontare direttamente le performance delle scuole o dei CdS, ma da essi si può
verificare l’andamento delle carriere e progettare interventi per il miglioramento. Si evidenzia come le
differenze tra VO e NO, seppure probabilmente amplificate dal breve lasso di tempo intercorso
dall’avvio dei corsi NO, debbano essere valutate per verificare l’opportunità di avviare azioni distinte.
Dai dati si evince come, seppure con andamenti differenziati, in ogni scuola ci siano CdS che richiedono
attenzione e per i quali è opportuno programmare azioni di miglioramento.
Azioni per una politica della qualità per la formazione
Come accennato in premessa, indipendentemente dalle probabili rimodulazioni dei parametri utilizzati
per la misura delle performance, il miglioramento di alcuni aspetti fondamentali legati alla qualità della
didattica porterà comunque effetti benefici sulla valutazione complessiva dell’Ateneo e delle singole
Scuole, per cui si ritiene opportuno ipotizzare in questa sede interventi di carattere strategico.
Le azioni sotto elencate sono da considerarsi proposte di massima, le cui fattibilità ed eventuale
programmazione vanno valutate dai delegati di area e dalle Scuole, secondo le rispettive specificità.
1. Progettazione dell’offerta didattica
E’ necessario verificare ogni anno la qualità della progettazione del corso di studi in relazione ai risultati
ottenuti, verificando un carico didattico adeguato e congruo al primo anno, in modo tale da permettere
agli studenti di superare le difficoltà legate all’inserimento in un nuovo ambiente di studio e favorire il
loro proseguimento del corso di studi. Ove possibile potrebbero essere collocate al primo anno le
attività che permettano il riconoscimento di crediti acquisiti mediante certificazioni (PET, ECDL ...) e di
attività formative libere. Si ritiene opportuno monitorare costantemente la corrispondenza tra CFU
assegnati e carico di lavoro svolto dallo studente e pianificare le attività di aggiornamento sulla
progettazione dei corsi di studio secondo le buone pratiche nazionali ed internazionali.
2. Orientamento
Adottare, ove possibile, le buone pratiche relative al progetto lauree scientifiche (PLS) per tutte le
attività di orientamento. Gli appositi finanziamenti ministeriali relativi al PLS potranno essere indirizzati
sulle attività di orientamento ritenute strategiche.
3. Selezione degli studenti in ingresso
Viste le migliori performance dei corsi che prevedono una selezione in ingresso (Architettura,
Veterinaria) le Scuole che presentano una forte domanda valutino l’opportunità di svolgere una
selezione d’ingresso e di prevedere per gli studenti che non dovessero superarla corsi di riallineamento
scientifico e culturale.
4. Tutorato
Le attività di tutorato sono ben definite e ben strutturate per ciò che concerne le modalità di
realizzazione. Ogni anno sono regolarmente attivate attività di tutorato di supporto e di tutorato
didattico; sono assegnati i tutor individuali ed organizzati gli incontri di tutorato di gruppo. Anche se, dal
punto di vista organizzativo, risulta tutto ben definito, il risultato delle varie attività dipende in primo
luogo dall’impegno e dall’attenzione da parte dei Delegati delle Scuole ed a seguire dei Direttori e dei
docenti. Molte attività, come il tutorato didattico, oltre agli studenti, richiedono un trinomio inscindibile:
tutor didattico - docente del corso -delegato della Scuola e/o del corso di studio. Se dovesse venire a
mancare una di queste figure, è molto probabile che l’intervento risulti inefficace ed inefficiente. Il
tutorato didattico sarà destinato ad avere uno scarso successo se il docente del corso non stimola gli
studenti a partecipare o non collabora con il tutor didattico. Nonostante le difficoltà, sono stati attuati
numerosi interventi di tutorato didattico e gli studenti che frequentano abitualmente hanno avuto la
possibilità di partecipare e pertanto superare più agevolmente gli esami di materie di base. Il problema
diventa molto più complesso, quando si parla di studenti non frequentanti e/o lavoratori, che di solito
sono quelli che percentualmente presentano un maggior tasso di abbandono degli studi universitari. E’
quindi strategico intervenire su questa tipologia di studenti, poiché sono quelli che peseranno
negativamente sull’assegnazione della quota premiale dell’FFO.
A tale scopo andrebbe valutata l’opportunità di organizzare corsi di tutorato didattico intensivi nelle
materie di base o comunque in quelle nelle quali gli studenti presentano maggiori difficoltà, rivolti agli
studenti lavoratori e/o non frequentanti, in vicinanza degli appelli di esame di febbraio e/o giugno e/o
settembre, fermo restando che l’attivazione del corso richiederà la partecipazione, preventivamente
accertata, di almeno un numero minimo di studenti. E’ da verificare, in analogia al corso estivo di
matematica e logica, l’opportunità di prevedere una quota di iscrizione al corso stesso.
5. Coinvolgimento dei dottorandi, studenti TFA e magistrali
Si ritiene opportuno ipotizzare, per ciò che concerne il tutorato didattico, compatibilmente con i tempi
di impegno previsto, una maggiore partecipazione di figure nuove nella formazione come i Dottorandi di
Ricerca, o dei dottorandi sulla didattica della scienza, ed i laureati che dovranno frequentare i tirocini
formativi attivi (TFA), oltre, agli studenti delle lauree magistrali.
Per quanto riguarda i dottorandi ed i TFA le attività di tutorato didattico potrebbero essere proposte
come attività curricolari per la parte da svolgere in Ateneo.
6. Scuole estive
Sulla scorta di esperienze già consolidate potrebbero essere organizzate attività estive, anche a
pagamento, per gli studenti non frequentanti o lavoratori, concentrate sulle attività formative
tradizionalmente di maggiore impegno, con possibilità di sostenere l’esame a conclusione dell’attività.
7. Formazione dei nuovi docenti
Visto il graduale ricambio del corpo docente andrebbero programmate attività di progettazione delle
attività formative, svolgimento della didattica e valutazione dei saperi, dirette soprattutto ai nuovi
docenti, in accordo con quanto previsto dalla Human Resources Strategy for Researchers at Camerino
University (http://www.unicam.it/sgq/hrs/priority_ENG_7aprile.htm).
8. Coinvolgimento dei ricercatori non affidatari di attività formative
Considerato che alcuni ricercatori universitari a tempo indeterminato hanno manifestato la volontà di
non svolgere corsi d’insegnamento non retribuiti, sarà opportuno valutare l’opportunità di impegnarli in
attività di supporto alla didattica, non retribuite, nei limiti orari previsti dalle norme vigenti.
9. Manager didattici
Va ribadito il ruolo essenziale dei manager didattici in tutte le attività collegate con la qualità della
formazione, evitando che vengano distratti da mansioni estranee al loro ruolo. E’ inoltre essenziale che i
manager tengano costantemente monitorato l’andamento dei corsi di studio, così da poter intervenire
tempestivamente, con azioni di miglioramento, in caso di impedimenti tecnici o abitudini
comportamentali che ostacolino la puntuale registrazione dei crediti formativi acquisiti (ad esempio nel
caso di crediti acquisiti all'estero durante programmi Erasmus o crediti non registrati prontamente dai
docenti o dalle segreterie studenti). A questo scopo si ritiene utile prevedere un momento di
approfondimento sull’uso delle banche dati.
10. Organizzazione
Pur nella consapevolezza che i parametri scelti dal MIUR per la valutazione della qualità delle didattica
sono soggetti a continui cambiamenti e che, nel breve periodo, verranno individuate nuove procedure
per la valutazione della didattica da parte dell'ANVUR, è opportuno riflettere su alcuni accorgimenti
tecnici e organizzativi; in particolare:
- va potenziato e tenuto costantemente sotto controllo il processo di gestione dei dati relativi alle
carriere studenti e vanno sensibilizzati tutti coloro (docenti, manager didattici, personale segreterie,
responsabili CdS) che contribuiscono con la propria attività a rendere disponibili e gestibili i dati. A
tale proposito è opportuno monitorare, ed eventualmente ampliare, l’effettivo utilizzo della
modalità di registrazione on-line degli esami;
- vanno potenziate le strutture amministrative preposte al monitoraggio della normativa relativa alla
didattica e delle banche dati, anche in relazione al ruolo fondamentale attribuito al sistema di
gestione della qualità dal modello di accreditamento in via di definizione da parte dell’ANVUR.