La Tramontana - Anno 6 numero 4 Dicembre 2010 Inverno
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La Tramontana - Anno 6 numero 4 Dicembre 2010 Inverno
... ogni tre mesi a casa tua Anno 6 – N. 4 – Dicembre 2010 Inverno Dir. Resp.: Dott. Daniele Marchetti Comitato di Redazione:: Marianna Assoggiu, Daniele Marchetti, Cesare Passigni Collaboratori: Aldo Bertozzi, Massimiliano Cia, Laura Giannini, Vania Lippi, Alessia Martini Stampa Tip. Gasperetti – Fornaci di Barga Aut. Trib. N. 814 del 18/02/05 www.latramontana.org Vergemoli - Non sembra che sia passato tanto tempo da quando siamo partiti con la nostra avventura, un giornalino che nelle nostre intenzioni avrebbe portato una ventata di novità e di freschezza (da qui il nome La Tramontana) nelle nostre case; ed invece anno dopo anno siamo arrivati al primo giorno di scuola! Per quanto nelle nostre intenzioni fossimo ottimisti, non riuscivamo a pensare che, senza grossi scossoni, saremmo arrivati a festeggiare i sei anni. Ci piace ricordare la prima uscita, la fatica nell’affrontare una cosa nuova, alla quale nessuno di noi era abituato; i frequenti viaggi in tipografia, per provare a carpire qualche segreto da chi quel mestiere lo faceva da una vita… e poi i ritocchi, le correzioni, la ricerca delle foto che meglio potevano incastrarsi in quei testi allora scarni e, spesso, poco “giornalistici”. Poi ci fu da dare vita alle pagine, incollando testo e foto e ci pareva di dover affrontare la scalata dell’Everest, in certi momenti addirittura senza bombole di ossigeno. Quando tutto fu pronto e riuscimmo a far stampare il nostro “numero zero”, iniziammo la consegna porta a porta, con un metodo che capimmo subito non essere il più proficuo! Ne è passata di acqua sotto i ponti: rileggendo ora quel numero zero non possiamo fare a meno di sorridere di fronte a certe pagine spoglie, senza corpo né brio, ricche solo di una dose infinita di buona volontà da parte nostra. Col tempo il nostro giornalino è cambiato, anche grazie ai vostri suggerimenti e critiche, passando tra ricette di cucina e lettere al giornale, tra inserti sulle nostre feste e ricorrenze paesane; siamo partiti con la prima e l’ultima pagina a colori, siamo arrivati con 12 pagine interamente a colori e, credeteci, è già una bella scommessa vinta. Abbiamo iniziato con una tiratura di poche copie, basandoci sugli indirizzi recuperati all’anagrafe comunale per arrivare alla tiratura attuale, che prevede oltre 130 copie per il territorio vergemolino, oltre 150 per la provincia di Lucca, quasi 50 nel resto della Toscana ed altrettante nel resto d’Italia. Se a queste aggiungia mo la ventina di copie che partono per l’estero, arriviamo a superare facilmente le 400 copie complessive, un risultato di tutto rispetto per un giornalino “artigianale” come il nostro. Non è stato un caso, probabilmente, che questa bella avventura abbia preso vita proprio nel periodo natalizio, quando c’è più tempo a disposizione e più voglia di compiere qualcosa di buono: già, perché in noi, improvvisati giornalisti e redattori, ha sempre prevalso la voglia di fare qualcosa di positivo, anche se con i nostri limiti e molte difficoltà; abbiamo sempre cercato di immortalare e trascrivere dei momenti che magari sarebbero andati dimenticati nel te mpo; abbiamo sempre voluto portare una ventata di affetto e di attaccamento ai compaesani che abitano lontani dai nostri piccoli borghi. Approfittando di questo editoriale vogliamo ringraziare, ancora una volta, i nostri sponsors e tutti coloro che, con le loro offerte, aiutano di continuo il nostro giornalino a sopravvivere e ad affrontare le spese che puntualmente si presentano. La Redazione al gran completo, insieme con i nostri preziosi collaboratori, vuole augurare a tutti i lettori ed alle loro famiglie di trascorrere un sereno Natale, e che l’anno che sta per iniziare sia foriero di salute, affetto e gioia. L’inverno si sta avvicinando ed anche quest’anno i primi problemi sul territorio si sono evidenziati, con frane e smottamenti causate dalle forti e continue piogge che, sempre più di frequente, interessano il nostro paese. Abbiamo voluto fare una chiacchierata col geologo Leonardo Moni, che ha spesso collaborato anche col nostro comune in situazioni di emergenza dovute ad eventi franosi. D. Perché negli ultimi anni, in Italia, si sta manifestando un così grande dissesto idrogeologico? In parte la colpa è certamente riconducibile agli eventi atmosferici, che a volte assumono proporzioni davvero notevoli. Poi c’è da considerare l’incremento della fragilità del territorio , dovuto all’abbandono delle zone meno urbanizzate, e di conseguenza ad una minor attenzione al territorio nel suo complesso. Ti faccio un caso che può sembrare banale ma che rende l’idea: un tempo, per costruire una strada, gli uomini, lavorando a mano, impiegavano, per esempio , tre anni. Oggi gio rno, con uno scavatore, la stessa strada viene fatta in dieci giorni. Se una volta c’era il tempo di vedere e capire la risposta del terreno alle variazioni in corso, adesso, quando la si vede, spesso è troppo tardi. D. Percentualmente, quanta responsabilità di ciò che avviene è imputabile all’azione sconsiderata dell’uomo e quanta alle condizioni meteo che, ultimamente, stanno subendo mutamenti considerevoli? Ci sono evidentemente delle dis tinzioni da fare… se parliamo dell’evento alluvionale del ’96, ad esempio, possiamo imputare un buon 99% della responsabilità ad una condizione meteo assolutamente unica nella sua drammaticità. In condizioni ordinarie, invece, le responsabilità vanno ripartite in ugual misura. D. Limitatamente al nostro territorio… abbiamo assistito, negli ultimi 15 anni, ad un grande evento alluv ionale, appunto, e a numerose frane, non ultime quelle che riguardano la frazione di Campolemisi. Esistono, a tutt’oggi, almeno sulla carta, grandi criticità? E se sì, dove? La situazione più critica, sulla carta, è proprio quella di Campolemisi, purtroppo non ancora risolta. E’ un evento storico che ciclicamente torna alla ribalta, nonostante i lavori fatti nel corso degli anni. Per il resto, il territorio comunale di Vergemoli è spesso soggetto a piccole frane e smottamenti, ma che rientrano nel ciclo ordinario degli eventi che colpiscono il territorio garfagnino. Ovviamente, qualora dovesse ripresentarsi un quadro meteorologico analogo a quello che portò all’alluvione del ’96, ancora oggi i danni sarebbero molto rilevanti. D. Accantoniamo per un attimo quello che è stato fatto, in tema di prevenzione, sul nostro territorio: se oggi dovessimo fare una scala di priorità per evitare il ripetersi di eventi come l’alluvione del 1996 o le numerose frane, da dove dovremmo partire? Lo ribadisco, le piogge che precedettero l’alluvione di 14 anni fa furono di portata realmente eccezionale… però, per iniz iare, bisogna mantenere il reticolo idraulico in buone condizioni: per farti un esempio, immediatamente dopo l’alluvione fu fatta una grande opera di pulizia degli alvei e di diffuso risanamento del territorio , poi però da allora (e ne sono passati di anni…) non sono stati fatti che interventi minori e sempre finalizzati al recupero di dissesti verificatisi . Sarebbe importante avere molti fondi e poter fare una prevenzione costante, piuttosto che intervenire dopo che l’evento si è verificato. I fossi, i canali, ecc. devono essere tenuti puliti sempre, anche perché eseguire lavori piccoli ma costanti è più semplice e meno costoso rispetto ai lavori di ripristino a seguito di gravi eventi. Il geologo Leonardo Moni Sono ancora molti, nei nostri paesi, i fabbricati che presentano coperture in eternit, il materiale composto da cemento e amianto che, soprattutto negli anni 50, conobbe momenti di grande diffusione in tutta Italia. Sebbene dal 1962 siano note le proprietà cancerogene delle fibre di amianto, ancora oggi non esiste una legge che obblighi alla rimozione o alla bonifica dei pannelli di eternit. A seguito della legge 257/92, presso le aziende A.S.L., è istituito un registro per la localizzazione dell’amianto negli edifici. Abbiamo chiesto spiegazioni a riguardo al nostro Comune e ci è stato comunicato che è stato infatti firmato un protocollo con la locale A.S.L., al fine di predisporre un monitoraggio dell’eternit presente sul nostro territorio. Vi terremo aggiornati. AVVISO IMPORTANTE: A causa di due frane, per le località Tacca, Aleva e Vetriceto il transito è consentito da Fornovolasco mentre per le località Monte, Gallatoio e Bovaio il transito è consentito solo dalla frazione di Campolemisi. Resta la limitazione per i mezzi larghi oltre mt. 1,80 e di peso superiore a 35 quintali. Con apposita ordinanza è stato dato ordine a tutti i proprietari frontisti delle strade Gragliana – Campolemisi, Campolemisi – Fosso di San Giovanni e Campolemisi - San Pellegrinetto di tagliare le piante presenti per una profondità di cinque metri dalla carreggiata stradale. Tale ordine si è reso necessario in quanto, a seguito della nevicata dello scorso 26 novembre, molte piante sono cadute sulla strada, provocando pericolo ai passanti e ostacolando il transito dei mezzi spazzaneve e spargisale, di soccorso e privati. Si ricorda che i proprietari sono e rimangono responsabili per i danni causati dalle alberature di proprietà. Laddove non si sia ottemperato all’ordinanza, il cui termine ultimo era il 17/12/2010, il Comune provvede d’ufficio concedendo il taglio a ditte o privati che ne hanno fatto espressa richiesta. Tali operatori tratterranno il legname quale compenso. È stato approvato il progetto esecutivo dell’Ufficio Informazioni ed Accoglienza Turistica che verrà realizzato presso Palazzo Roni, luogo in cui saranno riuniti tutti gli uffici e le sedi dei pubblici servizi presenti sul territorio comunale. A breve avrà luogo la gara per l’aggiudicazione. Sempre all’interno del palazzo verrà realizzato un locale per la produzione, degustazione e vendita di prodotti tipici locali e cura del Centro Commerciale Naturale, per il quale il comune di Vergemoli ha ottenuto un contributo di 99.000 euro. Prosegue così, come previsto, la ristrutturazione a lotti di Palazzo Roni. Sono stati ordinati i nuovi arredi ludici (altalene e scivoli) per l’area giochi dell’Anfiteatro Graziano Vitolo. Appena il tempo permetterà l’esecuzione delle lavorazioni, l’area verrà riqualificata. Il Consiglio Comunale, nella seduta del 27 novembre, ha deliberato, la Cittadinanza Onoraria all'Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione: ”Istituzione benemerita e benefattrice dello stato, si rendeva nei secoli protagonista e baluardo dell’unità d’Italia, nelle guerre d’indipendenza, nella lotta al banditismo, alla criminalità organizzata, al terrorismo, al malaffare e alla corruttela, operando con sforzi sovrumani in soccorso delle popolazioni colpite da cataclismi naturali o causati dalla avidità e speculazione umana. (….) Che iddio protegga l’arma dei carabinieri e la conservi nei secoli futuri per il benessere e la felicità degli italiani, uniti e fortificati nella più ampia comunità europea” L’Amministrazione comunale saluta caldamente il dipendente Giorgio Forli che, dopo anni passati a servizio della cittadinanza di Vergemoli, andrà in pensione. Giorgio era il responsabile dell’Ufficio Anagrafe, ed ha sempre svolto il proprio ruolo con puntualità ed efficienza. La Redazione de La Tramontana si unisce nel saluto all’amico Giorgio. L’Amministrazione dà il benvenuto a Piero Catalani che, avendo vinto il concorso da operaio specializzato, diverrà dipendente non appena l’iter procedurale ne permetterà l’assunzione, inizialmente con contratto part-time per rispettare il vincolo alla spesa pubblica approvato nel 2004. Prosegue l’iter per l’approvazione del progetto riguardante i lavori di pavimentazione e nuove fognature delle frazioni di Calomini e Campolemisi. Sono già stati fatti quattro incontri presso la Sovrintendenza di Lucca per definire le linee guida degli interventi, cercando di rispettare i tempi previsti inizialmente. Sindaco, Giunta e Consiglio comunale, congiuntamente con i dipendenti, augura a tutti un sereno Natale ed un felice 2011. QUANTI SIAMO… al 30/11 frazione residenti Vergemoli 149 Fornovolasco 74 Calomini 53 Campolemisi 37 S. Pellegrinetto 25 famiglie 85 41 32 22 17 Totale 338 residenti (197 fam.) Nati: Hezoun Sabrina Morti: Poli Lauro 5/10/10 86 Un GRAZIE di cuore ai nostri sponsors, senza di loro non esisteremmo! B.G. di TOLAINI P.Fosciana 0583 641023 B.L.Elettricità B. di Lucca 0583 86599 Bar STAZIONE Mologno 0583 710123 B.E.A. Castelnuovo Garf. Tel. 0583 641650 TUSCANY TOURS Firenze 347 6572611 DORMI-RE Gallicano 0583 74696 Pubblichiamo qui di seguito il testo di una e-mail che un nostro lettore nato in America, ma di origini vergemoline ci ha inviato. Ne approfittiamo per salutare tutti i nostri connaz ionali residenti all’estero e per augurare a loro e alle rispettive famiglie un buon Natale. Io sono Philip (Filippo) Roni di Seattle negli Stati Uniti e sono il nipote di Giorgio Roni di Vergemoli. Ho visto nel vostro bel giornale che spesso c’è un piccolo articolo dove un immigrante racconta le sue me morie di Vergemoli e Garfagnana. Ovviamente io sono nato in America, ma volevo condividere con voi un piccolo pezzo della storia di Vergemoli e della famiglia Roni che mio nonno Giorgio ha raccontato nel suo diario. Giorgio è nato a Vergemoli nel 1896. Nel 1921 su richiesta di suo padre Giuseppe Roni, Giorgio è venuto in America per lavorare in ferrovia. Giorgio ha guadagnato molti soldi in America prima della seconda guerra mondiale, ma ha depositato tutto nella banca a Roma e dopo la guerra Giorgio e Maria Roni coi figli Joseph e Jack la sua fortuna era andata persa. Per questa ragione lui e la mia nonna Maria (Maria Moni di Gallicano) hanno deciso di restare in America. Qui in America e forse anche in Italia Giorgio è diventato fa moso per la sua generosità, la sua carità verso i meno fortunati, per la sua dedizione al lavoro e per aver parlato sempre di Vergemoli e dell’Italia. Verge moli e la vecchia casa di Giorgio Roni sono una sorta di Mecca per i Roni in America... (mi dispiace per la signora che è la proprietaria di questa casa che deve sopportare gli americani che vengono ogni tanto a Vergemoli per vedere la vecchia casa di Giorgio Roni!). La storia della vita di Giorgio a Vergemoli quando era giovane non era molto chiara. Prima di morire all’età di 95 anni, nel 1991, Giorgio ha scritto le memorie della sua bella ma dura vita a Vergemoli e come era essere un soldato durante la Grande Guerra. Nonostante lui abbia trascorso quasi 70 anni in America, ha scritto tutto il suo racconto in italiano. Ho scelto un piccolo tratto dal diario di Giorgio che penso possiate trovare interessante perché descrive la fede che la gente aveva un tempo e che forse noi oggi non abbiamo più. In questo pezzo Giorgio descrive la raccolta a Fibiola durante una tempesta terribile nel giugno del 1914. In questo periodo, il padre di Giorgio, Giuseppe Roni, era in America, e Giorgio, il figlio più grande, era il capo della famiglia. 1914 In quest’anno si ebbe un terribile ciclone su in Fibiola nel giugno – si aveva una trentina [di] donne a tagliare fieni verso le ore 11 del mattino – ora del desinare – incominciò a piovere con vento assai forte. Qui in fondo al terreno tra vecchi castagni 300 o 400 anni vecchi, vi era una capanna ove si teneva le vacche di sotto il primo piano e sopra il fieno. In quel mattino, mio fratello Luigi ebbe ordine da me di mandare le vacche alla pastura comunale ed avendo in fondo a questo terreno una piccola sorgente d’acqua dopo aver abbeverato queste, di condurle dentro questa bassa stalla. Egli 15 enne disobbedì i miei ordini e condusse il gregge alla casa superiore in cima al terreno -questo è molto ripidoe lungo un 1000 piedi. Queste nostre donne tagliatrici di fieno quando in quel mattino incomincio a piovere, io dissi venite qui dentro a questo capanotto casa e consumeremo la nostra colazione. Le giovani assentirono mentre le anziane – essendo alquanto bagnate – preferifero [preferirono] d’andare su in cima al terreno nella casa contadenesca ove vi è il fuocolare, accendere il fuoco ed asciugare le loro vesti. Le mie giovani compagne – vedendo le vecchie amiche andare su all’altra dimora – se ne andarono con le vecchie e cosi feci io. In pochi minuti il ciclone prese forza. Da quella casa vecchia al sud vi era un querchia [quercia] si diceva dell’era volgare 2000 anni vecchia, le radici di questa erano sotto la casa e la capanna per 4 o 5 vacche e 20 o 30 pecore colla cantina per i latticin i e sopra al primo piano cucina e fienile. Ebbene? Questa si muoveva come un [una] balla nella capanna [del] fienile ove le vacche dovevano essere alloggiate – un castagno 3 o 4 piedi in diametro fu svelto dalla radice e andò sopra la capanna facendo del tetto una focaccia. Un [una] pianta di pero vicino di 2 piedi in diametro fu tolto come un salcio, trasportato nella vicina forresta; questo era un 200 anni vecchio. Dopo 70 anni ho voluto credere che il destino era tracciato ed io e le mie operaie del fieno non si doveva morire schiacciate come pancakes [frittelle]. Voi presente generazione che ne dite? Non vedete in tutto ciò una mano superiore non del tutto sconosciuta a noi? In quel giorno io e le mie amiche se si stava in quella baracca, il ciclone ci mandava in Paradiso. Io ho sempre creduto nella mano superiore a quel tempo. Philip Roni UN GRAZIE DI CUORE A: Falegnam. VALDRIGHI S. Pietro in Campo 0583 710042 LA GIORNALERIA P. Ania 0583 75735 NOTINI Barga-Fornaci Castelnuovo Garfagnana F.LLI PUPPA Gallicano 0583 74647 B&B CASA DEL REGOLO Molazzana 347 4440476 L’ANTICA NORCINERIA Ghivizzano 0583 77008 CARROZZERIA MOLOGNO Mologno 0583 710227 Il 28 maggio sono nati all’ospedale di Barga i due gemelli Martin e Noemi Riannetti, figli di Romina Fabbri e di Matteo, originario di Vergemoli. Alla bisnonna vergemolina Natalia, alla nonna vergemolina Morena e al nonno Alessandro, ai nonni materni Anna Maria e Renato, i nostri più cari auguri per questa splendida coppia di fratellini che invitiamo a Vergemoli per trascorrere insieme qualche ora! L’8 novembre all’ospedale di Barga è nata la piccola Matilde Pedri, figlia di Simona Simonini, di origine vergemolina, e di Alessio. Matilde alla nascita pesava 3,380 kg ed è diventata subito la gioia dei nonni materni, la vergemolina Mariagrazia e il nonno Giuseppe e di quelli paterni, Luciana Ginnasi e Vasco. La piccola abita a San Michele, vicino Piazza al Serchio, ma tutti noi non vediamo l’ora di poterla ammirare nel nostro piccolo paese. Restauro teatrino Nel periodo che va dall’inizio del nuovo anno scolastico ad ora, i bambini dei nostri paesi hanno ripreso le loro attività sportive e scolastiche, super impegnati soprattutto nello svolgimento dei compiti, così da avere poco tempo per giocare e divertirsi insieme come succede invece ogni giorno d’estate. A causa del cattivo tempo non sono riusciti a festeggiare nemmeno Halloween ed è stato un peccato perché era stata organizzata una festicciola nel teatrino parrocchiale di Vergemoli, con inviti allargati anche ai bambini di altri paesi, come di consuetudine. Pazienza! Sarà per un’altra volta! Intanto si avvicinano le tanto attese vacanze natalizie e, come si sa bene, in questo periodo i bimbi sono al centro dell’attenzione, poiché oltre ad essere un bel po’ di giorni in vacanza, arrivano anche dolci, regali, pranzetti deliziosi e... di tutto di più! Quindi buone feste a tutti i nostri bambini e alle loro famiglie! Il teatrino parrocchiale del paese, usato da sempre dalla banda come sede e dalla popolazione per organizzare le befanate e le feste paesane, da anni ormai non era più utilizzato perché bisognoso di lavori di restauro e di riparazione. Non essendoci quindi un locale per l’aggregazione collettiva, era diventato prassi ritrovarsi nell’atrio del palazzo comunale o nei locali del Club La Pania, per festeggiare compleanni, incontri e per realizzare feste paesane soprattutto nei mesi invernali. Grazie all’iniziativa di alcuni genitori dei bimbi di Vergemoli, quest’estate è nata l’idea di rimettere in sesto il teatrino: le donne del paese hanno contribuito raccogliendo i fondi necessari ad acquistare il materiale per eseguire i lavori, la Ditta T&T di Vergemoli ha fornito la tempera per imbiancare il locale e, con l’incoraggiamento del parroco don Felice che ha sempre spronato la collettività ad utilizzare il teatrino parrocchiale come sede di aggregazione, i lavori erano pronti per iniziare. Grazie alla buona volontà di Riccardo Baldi, che ha messo a disposizione il proprio tempo e la propria manodopera, il locale ha assunto sempre più un aspetto rinnovato e ora che i lavori sono conclusi, il teatrino è già stato usato per festeggiare dei compleanni e sarà il luogo dove si svolgerà il veglione dell’ultimo dell’anno. Grazie alla fatica di Riccardo e al contributo di numerosi vergemolini, finalmente tutta la collettività potrà usufruire del locale per svolgere attività di gruppo e per ritrovarsi in compagnia. Quando la pioggia impedisce il lavoro nei campi (e quest’anno ne sta scendendo davvero tanta), capita spesso di trovarsi di fronte ad un camino acceso, magari sorseggiando un bicchierino di grappa o un punch caldo; ed è proprio durante uno di questi momenti che sono venute alla luce delle usanze di molti anni fa, quando in paese c’era ancora tanta gente e non mancavano i momenti di divertimento e di burla. Veniamo così a conoscenza della “impulata”, che consisteva nel cospargere, sulle stradine imbiancate dalla nev e, della “pu la ” (scarto del taglio della legna), che andava a congiungere le abitazioni di due persone di sesso opposto, portando alla luce del sole un rapporto non ufficiale, spesso frutto di un tradimento; aveva quasi il sapore di un avvertimento, come per dire:”Attenzione che noi sappiamo…”. Altra usanza quantomeno originale era la “scampanata”, una sorta di concerto rumoroso fatto con pentole, coperchi e quant’altro facesse molto rumore, quando si veniva a sapere L’autunno che sta terminando ha portato qualche cambiamento nel nostro paese: la fermata dell’autobus è stata ufficialmente spostata in piazza Celeri, dove in precedenza era stata posizionata la pensilina. Inoltre, sull’incrocio della strada che collega Calomini al capoluogo, è stata realizzata una nuova segnaletica orizzontale, in modo che lo stop sia adesso visibile per chi proviene da Vergemoli. Lo scorso 7 dicembre ci ha lasciato Lussorio Foddis, noto ristoratore, residente a Traversagna (Pistoia). La moglie Maria Teresa era di Calomini ed i figli passano spesso periodi di vacanza al nostro paesello. La redazione si stringe attorno ai figli Monica, Catia, Cristiana, Tiziano e Amedeo, e pubblichiamo volentieri il loro ricordo del padre: “Lasci un vuoto colmabile solo dai bei ricordi vissuti insieme. Ti ringraziamo per tutto ciò che ci hai dato. Ciao Lussorio”. che un vedovo o una vedova era in procinto di risposarsi: il futuro nuovo sposo o sposa doveva pagare pegno, offrendo ai compaesani un “baril” di vino, e fin quando ciò non accadeva, gli veniva fatta la chiassosa “scampanata”. Abbiamo saputo poi che, quando si rompeva un fidanzamento, il responsabile doveva tener d’occhio la porta di casa, che a volte diveniva bersaglio di un secchio di calcina, gettato da parenti o amici dell’innamorato abbandonato. Un’altra usanza, anch’essa molto orig inale, era quella di imbrattare la porta di un’abitazione con un bel po’ di “vinata”, piatto tipico garfagnino a base di farina di neccio e vino nuovo: qui però, nonostante abbiamo consultato molte fonti, soprattutto tra i più anziani del paese, nessuno ha saputo spiegarci con chiarezza i motivi ed i destinatari di tale gesto, pertanto se qualcuno dei nostri lettori fosse a conoscenza di questa strana abitudine, ci farebbe molto piacere se ce la potesse raccontare, così da poterla magari pubblicare sul prossimo numero del nostro giornalino. I ricordi d’infanzia sono molto spesso legati a delle emozioni, a dei sapori, a volte semplicemente a dei profumi… uno dei pensieri più belli legati alla mia adolescenza è quando, ogni sabato mattina, i forni del paese si riempivano di “fascine” e venivano accesi, con quel tipico scoppiettio della legna che arde; poi, quando erano ben caldi, con le pareti interne che assumevano una colorazione biancastra, si infornava un numero considerevole di pani sapientemente preparati e fatti lievitare. Le vie del paese venivano pian piano pervase dal profumo di pane appena cotto, che rendeva ancora più magica quell’atmosfera da “Sabato del villaggio” di leopardiana memoria. Non di rado poi, una volta che il pane era cotto, il forno ancora caldo veniva sfruttato per cuocere torte di patate, dolci o una splendida casseruola di verdure dell’orto fatte a pezzi e condite con sale, pepe ed un poco di olio buono. I tempi sono cambiati, i forni a legna del paese vengono fotografati dai turisti come simbolo di una civiltà contadina che fu, il pane non è più quello che durava una settimana e nel peggiore dei casi il giorno dopo è già più adatto a galline o conigli, piuttosto che ad un utilizzo nelle nostre cucine. Come se non bastasse è persino difficile trovare un fornaio che ci porti il pane fresco un paio di volte la settimana, cosa peraltro comprensibile se pensiamo al consumo irrisorio che un piccolo paese come il nostro può dare. E se ricominciassimo a scaldare i nostri forni? Salendo la strada che da Fabbriche di Vallico porta a Campolemisi, appena oltrepassato l’abitato di Gragliana si incontra la località Fornili, che ricade sul territorio comunale di Vergemoli. Qui abbiamo incontrato, in un pomeriggio umido di fine ottobre, il signor Eugenio Frati, un nostro conterraneo con alle spalle una storia straordinaria. Nato nell’agosto del 1925, a 32 anni decide di lasciare il suo paese e, insieme con la moglie Loriana, originaria di Pascoso, ed il figlio Filippo di appena due anni, parte per l’America. Il signor Frati ci racconta che andare in America, allora, era come fare “un salto nel vuoto” e con motivato orgoglio ci dice che lo fece per suo figlio, perché non dovesse “portare la bardella”. Arriva a New York il 1 ottobre del 1957, per poi raggiungere uno zio che abitava a Washington, dove possedeva una fattoria con molti animali; qui si ferma per 15 mesi, lavorando con lo zio, poi si sposta in Virginia dove lo zio aveva molti appartamenti, e per 12 anni ne cura la manutenzione con lavoretti di ogni genere. Nel frattempo frequenta anche una scuola che lo porterà a realizzare il suo sogno, quello di diventare barbiere. In seguito inizierà a lavorare in un negozio di un barbiere ad Alessandria (Virginia), dove rimarrà fino a 75 anni, per poi godersi la meritata pensione; è con giusto orgoglio che si vanta di aver esercitato il suo mestiere per oltre trent’anni, senza peraltro mai cambiare locale. Nel 1965 il signor Frati aveva fatto ritorno una prima volta in Italia, ma da allora è ritornato soltanto quest’anno, dopo ben 45 anni di lontananza! Suo figlio ha sposato una ragazza americana e, pur avendo sempre vissuto oltreoceano, ha una grande passione per Roma e per la storia italiana, e possiede oltre 3000 volumi, tutti perfettamente catalogati. Dopo una cordiale chiacchierata, salutiamo il signor Eugenio, non potendo fare a meno di notare che, seppure lontano dal nostro paese da così tanti anni, parla ancora oggi un italiano fluido e molto corretto, sintomo dell’affetto che lo lega alle sue origini. La città di Alessandria, in Virginia (U. S. A.) La località Fornili A volte nei nostri piccoli paesi possono accadere fatti quantomeno strani: tra questi possiamo annoverare di diritto quello accaduto nel parco giochi di Campolemisi, peraltro non nuovo ad episodi di questo genere. Nell’area attrezzata della frazione, infatti, qualcuno ha pensato bene di far sparire una delle due altalene presenti, mettendo di fatto in difficoltà quanti, paesani e turisti, volessero usufruire dei giochi. Episodi del genere si commentano da soli. Sabato 4 dicembre ci siamo ritrovati a Fornovolasco per la Festa del maiale. La pioggia ininterrotta ha sfidato ogni giorno le nostre capacità di sopportazione, ma fortunatamente per quella sera siamo stati graziati ed abbiamo potuto festeggiare la serata all’a sciutto; la temperatura però ha segnato un drastico abbassamento ed il freddo era abbastanza pungente... ma niente paura! C’era, come sempre, la possibilità di mangiare al coperto ed al calduccio nella sala del ristorante la “Buca”, anche se alcuni partecipanti sono rimasti coraggiosamente all’a perto, riscaldati comunque dal fuoco del falò. La cena, come gli altri anni, ha avuto come pietanza “regina” della tavola la porchetta, assieme a salsicce e gustosa rosticciana, cucinate sulla brace e accompagnate da patatine fritte come contorno. A fine pasto, sono state preparate all’aperto delle buonissime caldarroste, gustate con una bevuta di vin brulé, sempre gradito per meglio resistere all’aria gelida. Anche quest’a nno la festa del Maiale è stata una bella occasione per trascorrere insieme una serata invernale con dell’ottimo cibo e in piacevole compagnia. Grazie a tutti! Poesia di Natale Se comandasse lo zampognaro Che scende per il viale, Sai che cosa direbbe Il giorno di Natale? "Voglio che i bimbi trovino, Quando il lume sarà acceso Tutti i doni sognati Più uno, per buon peso". Sapete che cosa vi dico Io che non comando niente? Tutte queste belle cose Accadranno facilmente; "Voglio che in ogni casa Spunti dal pavimento Un albero fiorito Di stelle d'oro e d'argento". Se comandasse il pastore Del presepe di cartone Sai che legge farebbe Firmandola col lungo Bastone? Se ci diamo la mano i Miracoli si faranno e il Giorno di Natale durerà tutto l'anno Se comandasse il passero Che sulla neve zampetta, Sai che cosa direbbe Con la voce che cinguetta? " Voglio che oggi non pianga Nel mondo un solo bambino, Che abbiano lo stesso sorriso Il bianco, il moro, il giallino”. Gianni Rodari Passeggiando per il paese di Fornovolasco abbiamo incontrato Benno, un simpatico cagnolino proveniente dall’allevamento di cani di Barga. Pubblichiamo volentieri una sua foto, con un saluto speciale ai nostri amici animali. Grazie di cuore agli amici: TERRA UOMINI AMBIENTE F.LLI TURICCHI Castelnuovo Garf. 0583 644344 P.Ania 0583 75186 AGRITURISMO IL COLLE Vergemoli 348 3832486 Da quanto tempo è che piove? Ormai non sappiamo più rispondere nemmeno ad una domanda così banale, talmente tanto è lontano il ricordo delle giornate di sole. Addirittura per ritrovare una settimana in fila di bel tempo, bisogna ritornare all’estate appena trascorsa, e poi pensandoci bene, anche quella non è stata bellissima, e le giornate con il solleone non sono state tantissime. È già caduta la prima neve, più di una volta, e pure abbondantemente... e fin qui nulla di strano, perché siamo in inverno ed è il suo momento; ma la cosa strana è che si passa da giornate con la temperatura intorno allo zero, a giornate con 10, 15 gradi, e il tutto da un giorno all’altro. Così facendo, anche i 30 cm di neve caduti a San Pellegrinetto nel giro di un paio di giorni sono spariti. Il problema che si è verificato è stato che il terreno già gonfio d’acqua, dalle abbondanti piogge che ormai persistono da diversi mesi, si è ritrovato a riassorbire anche tutta la neve sciolta e questo ha causato diverse frane e smottamenti. Ben due interessano la strada che da Fornovolasco porta a San Pellegrinetto. La prima si è verificata a metà novembre, vicino all’abitato del Tacca, dove ha iniziato a franare la parte a valle della strada, che fortunatamente però è stata danneggiata solamente in parte, risparmiando più di metà della carreggiata e permettendo il passaggio delle macchine. La seconda invece si è verificata i primi di Dicembre, proprio dopo che si è sciolta la neve, a 2 Km da San Pellegrinetto. Anche in questo caso la frana è avvenuta a valle, facendo crepare e abbassare di parecchie decine di centimetri la strada, causandone così la chiusura al transito delle autovetture. Adesso l’unica strada percorribile per arrivare al paese è quella che passa da Campolemisi, che però risulta più scomoda e più lunga per quanti abitano all’Alpe. Il Comune si è già messo all’opera per poter ripristinare il prima possibile la viabilità. Nonostante questi disagi, ci auguriamo che per le ormai prossime festività natalizie il paese si ripopoli con tutti i villeggianti che normalmente ci fanno compagnia tutti i fine settimana, per trascorrere un felice Natale e buon inizio di anno, tutti insieme allegramente. Il 29 giugno 2010 è nata all’ospedale di Barga una bellissima bimba di nome Chiara Nannizzi. Ai genitori Daniele e Giada ed ai nonni Graziano e Alida, la nostra “consigliera” comunale, vanno i nostri più grandi auguri, con la speranza di vedere presto la piccola, magari nei caldi mesi estivi, muovere i primi passi sulle nostre stradine di montagna! Passeggiando per i nostri borghi, capita frequentemente di imbattersi in cartelli “VENDESI” o “AFFITTASI” apposti su una casa, su una capanna, su un metato. Il bacino di utenza del nostro giornalino copre tutto il comune e zone limitrofe, e si spinge fino a Lucca e arriva poi in ogni parte di Toscana e di Italia, per non parlare degli amici che vivono all’estero: se qualcuno dei nostri lettori fosse interessato a pubblicare un annuncio immobiliare, magari corredato da foto, saremo ben felici di farlo; in fondo sarebbe bello se La Tramontana, oltre a portare nelle vostre case notizie su tutto ciò che accade nei nostri paesini, riuscisse anche a dare un servizio di questo tipo a chi ne fosse interessato. I nostri contatti: [email protected], e il numero 338-9624564. di Aldo Bertozzi “Certo che la gente è molto strana: oggi ne ho sentita una che vi voglio raccontare perché, se è vera, è proprio buffa” disse Antonio Lupetti, accendendosi un sigaro, seduto su uno sgabello impagliato posto davanti al camino della cucina dove aveva dato appuntamento ad alcuni amici per una serata a vejo, e cominciò: “Voi tutti conoscete il Piero della Giannina di S. Pellegrinetto e forse vi ricordate che quando era ragazzo aveva come compagno inseparabile di giochi e di avventure Robertino Cantucci, il figlio dell’impiegato postale di Vergemoli, trasferito oltre vent’anni fa in un paesino su in Alta Italia” Tutti annuirono e così Antonio si sentì autorizzato a proseguire nel racconto. “Ora dovete sapere che, dopo essersi scritti qualche lettera i primi tempi, Piero e Robertino non solo non si erano più visti, ma avevano anche cessato – come spesso succede – ogni contatto. “Così’ potrete capire l’emozione che provarono l’altro giorno, quando si rividero a Castelnuovo dove Piero si era recato perché doveva fare acquisti al mercato e Robertino era giunto per prestare assistenza ad una sua zia ammalata che era rimasta in Garfagnana e che ora si trovava ricoverata in ospedale per un’operazione ad un’anca”. Quando Robertino vide e riconobbe il suo vecchio amico, gli andò incontro, non riuscendo a dir nient’altro se non esclamare: “Ma tu sei Piero Vanni! Io son Roberto Cantucci. Ti ricordi di me?” Piero era altrettanto imbarazzato; non era mai stato un gran parlatore, ma in quel momento proprio non gli uscivano le parole dalla bocca. Così rispose, semplicemente, all’amico di un tempo: “Certo che mi ricordo di te” aggiungendo quindi: “Ma hai sentito che caldo che fa?” Robertino restò interdetto e lo rimproverò benevolmente: “Ma come, abbiamo trascorso un mucchio di anni come amici inseparabili ed ora che mi rivedi dopo tanto tempo non sai far altro che parlarmi del tempo? Non ti pare che avresti potuto, e dovuto, chiedermi piuttosto come stavo o come mi andavano gli affari?” Piero comprese che l’amico aveva ragione e che egli aveva compiuto una incredibile sbadataggine per cui si profuse in scuse, tosto accettate e quindi invitò l’amico a prendere un caffè al bar Ariosto”. A questo punto Antonio sospese un attimo il racconto per riaccendere il sigaro che nel frattempo si era spento e ciò permise ad Emanuele, che lo aveva seguito con attenzione, di osservare: “Beh, ma io non è che trovi tanta stranezza in quel che hai raccontato; sì, forse è un comportamento un po’ inconsueto, ma nulla di più”. “Aspetta” lo fermò Antonio “e lasciami continuare”. Subito dopo riprese: ”Due giorni dopo, sabato, Piero dovette tornare a Castelnuovo e qui, recatosi nella farmacia Gaddi, ritrovò Robertino che era in attesa di acquistare delle medicine per la zia. Memore della ramanzina ricevuta due giorni prima, salutando l’amico non mancò di domandargli: “Allora, mio caro, come stai e come ti vanno gli affari?” Robertino lo guardò con un’aria smarrita e poi, assumendo un espressione seria e rattristata, rispose: “Guarda. Lascia stare, è meglio che parliamo d’altro; piuttosto, hai sentito che maledetto caldo che fa?” Foto di gruppo davanti al bar a Vergemoli (1962) (ARCHIVIO RENZO LOMBARDI) Le magliaie di Calomini e Vergemoli (ARCHIVIO RENZO LOMBARDI) Abbiamo più volte, nel corso di questi ultimi anni, ribadito le modalità con cui la nostra redazione pubblica articoli e foto su La Tramontana, ma nuove chiacchiere e polemiche ci spingono a chiarire per l’ennesima volta la questione, nella speranza che finalmente possa essere chiaro il procedimento che applichiamo, senza distinzioni, nella pubblicazione di fatti e ricorrenza private. All’inizio della nostra avventura presentavamo, con il supporto dei familiari, foto e ricorrenze all’insaputa dei protagonisti, con l’unico scopo di fare una gradita sorpresa. Peccavamo di ingenuità, perché dopo poco tempo fummo accusati di diffondere foto senza il consenso diretto degli interessati e fummo minacciati di denuncia per lesione della privacy. Da quel momento abbiamo quindi ribadito più volte che avremmo pubblicato foto e testi SOLO CON IL DIRETTO CONSENSO DEGLI INTERESSATI e non ci saremmo più esposti in prima persona nel rintracciare le immagini da pubblicare relative a persone o bambini; questo in primis per tutelarci e poi perché con l’allargarsi della zona di spedizione de La Tramontana, diventava difficile rintracciare tutti coloro che supponevamo fossero interessati a pubblicare la loro ricorrenza (nascita, matrimonio , morte, anniversario ecc.) sulle nostre pagine. Aggiungiamo poi, per dovere di cronaca, che non esiste, in nessun quotidiano o gio rnalino locale o provinciale che sia, una redazione che si occupa di ricercare questo tipo di materiale da pubblicare, ma sono gli interessati che si preoccupano di fornire al giornale i documenti da pubblicare, e spesso dietro il pagamento di una certa cifra, stabilita per le foto e gli annunci personali. Detto questo ci auguriamo che, dopo l’ennesimo chia rimento, non ci sia più bisogno di sentir mormorare dietro alle spalle che il tale non è stato messo sul giornalino, o il figlio del tizio non è stato ricordato, perché allora l’unica spiegazione valida a tali mormorii è l’ignoranza di non aver letto le pagine del giornalino, o peggio ancora di non aver capito quanto, a chiare lettere, è stato più volte ribadito. Cogliamo l’occasione per augurare a tutti un Natale di pace e di serenità, ed un nuovo anno all’insegna della concordia e della collaborazione. LA REDAZIONE Per la rubrica “Le nostre chiese”, stavolta vogliamo farvi conoscere la chiesa di Fornovolasco, intitolata a San Francesco. Le prime notizie che giungono a noi risalgono al 1421, quando un appello dei paesani chiedeva che venisse annessa alla Pieve di San Jacopo di Gallicano. Circa due secoli dopo, sul Libro dei Battesimi di Fornovolasco si legge: Addì 17 giugno 1613 io prete Simone di Nicolao Papini presi il possesso della chiesa Parrocchiale di S. Francesco del Forno Volastro, avuto per concorso dopo la morte del Reverendo P. Girolamo Martini di Valico, rettore di detta chiesa. In tal giorno ricevemmo questa gratia che essendo da ogni banda circondati da fuochi, et armi de fiorentini, fommo liberati senza lesione alcuna. Deo Gratias. Dopo la drammatica alluvione del 1996, la chiesa è stata ripulita ed affrescata con le opere del maestro Paolo Majani, ognuna delle quali legata al significato religioso e biblico dell’acqua. Veduta dell’interno La facciata esterna L’organo L’altare L’entrata della sagrestia IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE AL CPO DI LUCCA PER LA REST ITUZIONE AL MITTENTE
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