Cos`è un Haiku
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Cos`è un Haiku
Cos'è un Haiku Nella letteratura giapponese, gli Haiku rappresentano una parte molto importante e caratteristica dell'essenza più profonda della cultura nipponica. La condizione alla base di questo tipo di poesia è la convinzione dell'inadeguatezza del linguaggio, rispetto al compito di testimoniare la verità. C'è molta cultura Zen alla base della poesia Haiku, il cui intento è quello di far tornare il linguaggio alla sua essenza pura, ovvero alla sua nudità Nessuna manifestazione del reale, neppure la più semplice, è indegna di essere trattata dai Maestri di Haiku: in ogni cosa è l'energia vitale a svelarsi alla mente, se questa è scevra da schemi e pregiudizi, dalle proprie abitudini e dai limiti del razionale. E poiché l'energia vitale è movimento, anche l'Haiku, seppure nella sua semplicità, dovrà permettere a questo movimento di esprimersi, attraverso le sillabe, e di esprimere a sua volta la comunione, l'esigenza dell'uomo di essere tuttuno con la natura. Anche se veicolo di questa comunione, l'Haiku, però, non diventa mai semplice descrizione realistica, ma và sempre interpretato come testimonianza di una visione che va appunto oltre gli schemi di cui sopra. Esistono almeno due modi di scrivere Haiku che danno vita a due stili diversi. Il primo stile è caratterizzato dal fatto che uno dei tre versi (normalmente il primo) introduce un argomento che viene ampliato e concluso negli altri due versi. Il secondo stile produce Haiku che trattano due argomenti diversi messi fra loro in opposizione o in armonia. Questo secondo stile può attuarsi con due modalità: il primo verso introduce un argomento, il secondo verso lo amplia e lo approfondisce, il terzo verso produce un'opposizione di contenuto, un capovolgimento semantico che in qualche modo ha però relazione con il primo argomento. Questo sbalzo semantico può anche essere sottilissimo. Ma potrebbe anche essere che il primo verso introduce un argomento, e sono i due versi successivi che introducendo un nuovo argomento lo mettono in relazione con l'argomento trattato nel primo verso (in opposizione o in armonia). Basho, uno dei massimi poeti di Haiku, dopo aver letto una composizione del discepolo Kikaku, gli disse: "Hai la debolezza di voler stupire. Cerchi versi splendidi per cose lontane; dovresti trovarli per cose che ti sono vicine". Nelle poesie di Basho l'intera natura è chiamata ad esprimersi: l'acqua, le rocce, i fiori, il sole, le nuvole e le stelle, gli animali, le piante, il mare e il vento e insieme a tutto ciò, il dolore e la gioia dell'uomo. Tutto è Kami, divinità, e al cospetto del divino il poeta si colloca, anima e corpo in un'unità inscindibile, nella condizione estatica della contemplazione. L'Haiku è nato in Giappone nel XVII secolo. Deriva dal Tanka, componimento poetico di trentun sillabe. Si scrivevano poesie Tanka già nel IV secolo. Il Tanka è formato da cinque versi con una quantità precisa di sillabe per ogni verso: il primo verso contiene cinque sillabe, il secondo sette sillabe, il terzo cinque sillabe, il quarto sette sillabe, il quinto sette sillabe. Eliminando gli ultimi due versi si è formato l'Haiku. Pagina: 1/15 La prima antologia di poesia giapponese intitolata "Manyoshu" risale all' VIII secolo; comprende 20 volumi con 4.500 poesie in diverso stile. In Giappone si calcola che più di dieci milioni di persone si diletta a scrivere Haiku. Ci sono attivissimi gruppi di poeti (chiamati Haijin) che si riuniscono per parlare di Haiku. Tutte le maggiori riviste e quotidiani giapponesi hanno una rubrica dedicata agli Haiku. I Grandi Maestri Matsuo Bashõ Yosa Buson Kobayashi Issa Masaoka Shiki Pagina: 2/15 Matsuo Bashõ Bashõ (bah-shoh), pseudonimo di Matsuo Munefusa (1644-94), poeta giapponese, è considerato lo scrittore più importante di haiku giapponese negli anni in cui nasceva questo genere di poesia. Nato in una famiglia di samurai fra le più importanti della nobiltà, Bashõ rifiutò quel mondo e divenne un vagabondo. Studiò Zen, storia, e poesia cinese classica, mentre viveva in povertà con il solo aiuto economico di un modesto sussidio e di donazioni dei suoi molti studenti. Dal 1667 visse a Edo (l'attuale Tokio), dove cominciò a comporre haiku. Da secoli Bashõ è il poeta più amato in Giappone, sia perché in lui avvertono tutta l'anima della loro cultura tradizionale, sia perché fece coincidere la poesia con l'itinerario quotidiano dell'esistenza portando l'haiku il più vicino possibile alla vita e liberandolo da ogni ricercatezza stilistica. La struttura dei suoi haiku riflette la semplicità della sua vita meditativa. Quando Matsuo sentì il bisogno di stare in solitudine, si ritirò nel suo basho-an, una capanna di foglie di piantaggine (basho), da cui assunse il suo pseudonimo. Bashõ infuse una qualità mistica in molti dei suoi versi e tentò di esprimere i temi universali attraverso semplici naturali immagini, dalle ombre del chiarore di luna alle pulci nella sua capanna. Influenzato dal suo vivere secondo lo Zen, portò negli haiku lo "Stile Elegante" (fuga-no-michi) e si avvicinò alla poesia stessa come ad uno stile di vita (kado, la via della poesia) nella convinzione che la poesia potesse essere una fonte di miglioramento intellettuale. "Realizza il miglioramento intellettuale e poi torna in questo mondo di umanità", disse. Ed ancora "Non seguire le orme dei vecchi maestri, ma cerca quello che loro cercarono." Il suo "Stile Elegante" non incluse il trappings mero associato con eleganza; egli cercò la visione autentica della "vecchiaia". La sua attenzione al mondo naturale trasformò la forma di questi versi da un passatempo frivolo in un genere importante della poesia giapponese. Negli ultimi dieci anni di vita Bashõ fece molti viaggi, ricavando da essi molte immagini che inspirarono la sua poesia contemplativa. Collaborò anche con poeti locali sulla forma di collegamento fra i versi conosciuta come renga. Oltre ad essere il maggior poeta di haiku e renga, Bashõ scrisse haibun, breve prosa e travelogues della prosa-e-poesia come Oku-no-hosomichi (L'ultimo viaggio verso i distretti del nord) del 1689; che sono rimaste opere uniche nella letteratura mondiale. Pagina: 3/15 Taniguchi Buson Taniguchi Buson (bu-sahn) (1716-1784), chiamato più tardi Yosa Buson, era un poeta di haiku giapponese ed anche affermato pittore. E' riconosciuto come un grande poeta giapponese di haiku, secondo solo al grande maestro Matsuo Bashõ, fra i poeti dell'Edo o del periodo Tokugawa (1600-1868). Buson nacque in un sobborgo di Osaka; rimasto orfano in giovane età, si trasferì a Edo (l'attuale Tokio) nel 1737 per studiare pittura e la poesia haiku nella tradizione di Basho. Dopo la morte di uno dei suoi insegnanti di poesia nel 1742, visitò il nord del Giappone, dove visse Bashõ ed anche le regioni occidentali, fino a quando nel 1751 si stabilì a Kyoto. Particolarmente attivo come pittore tra il 1756 ed il 1765, Buson tornò gradualmente agli haiku, guidando un movimento che voleva favorire il ritorno alla purezza dello stile di Bashõ eliminando dagli haiku l'intelligenza superficiale. Nel 1760 si sposò e nel 1771 con il suo contemporaneo Ike no Taiga dipinse una famosa serie di dieci scene, dimostrando così di essere uno dei maggiori pittori della sua epoca. Il maggior contributo che Buson diede agli haiku è la sua complessità ed il suo spirito di osservazione da pittore. L'abilità tecnica di Buson come artista è visibile nel dettaglio visuale della sua poesia. Il gruppo di poesia che fondò pubblicò il suo primo libro nel 1772. I suoi haiku mostrano un stile maggiormente obiettivo ed illustrato di quelli più compassionevoli di Bashõ. Mentre Bashõ insegnò "La tecnica del Maestro, poi la dimentichi", la tecnica di Buson è meno trasparente ed i suoi poemi più consapevolmente composti; fu infatti un poeta evocativo e con una particolare sensibilità. Nel 1776 il suo gruppo costruì un Bashoan (casa Basho per raduni) e sua figlia si sposò, anche se questo infelice matrimonio addolorò profondamente il poeta. Oltre agli haiku egli scrisse lunghi versi influenzato dalla poesia classica cinese e giapponese. Buson comunque fu ricordato principalmente come pittore fino a quando le sue composizioni non furono valorizzate da scrittori moderni come Masaoka Shiki e Hagiwara Sakutaro. Pagina: 4/15 Kobayashi Issa Kobayashi Nobuyuki (1763-1827), poeta di haiku giapponese del periodo Edo (1600-1868). Noto anche come Kobayashi Cataro, ma sicuramente più famoso come Issa, pseudonimo che assunse nel 1793, nacque a Kashiwabara, ora parte di Shinano-machi (Città di Shinano), Prefettura di Nagano. La sua poesia è particolarmente straordinaria in considerazione della vita che trascorse il poeta. Perse la madre quando era ancora molto giovane, a soli due anni, e la seconda moglie del padre lo trattò sempre male, finché a soli tredici anni, con l'aiuto del padre, se ne andò da casa per raggiungere Edo (l'attuale Tokio), dove visse in povertà per venti anni. La sua permanenza a Edo non venne registrata fino al 1787 quando si iscrisse alla scuola di haiku di Katsushika. Issa iniziò a scrivere haiku all'età di 25 anni, dopo aver appreso quest'arte dai Maestri Genmu e Chiku-un, con il Maestro Seibi Natsume che fungeva da suo protettore. Nel 1791, alla morte di Natsume, Issa venne nominato suo successore, ma rinunciò ben presto a questo ruolo per viaggiare e visitare il sud-ovest del Giappone, fino alla morte del padre nel 1801. Fu nominato unico erede dal padre, ma la matrigna, in accordo con il fratellastro, riuscì ad impedirgli di accedere alle sue proprietà per ben tredici anni. Dopo aver visitato e vissuto in vari luoghi, far cui Kyoto, Osaka, Nagasaki, Matsuyama ed altre città occidentali, Issa ritornò alla sua casa di Kashiwabara all'età di 51 anni e qui sposò una giovane donna del villaggio. Da lei ebbe quattro figli che però morirono durante l'infanzia. Perse anche la moglie mentre dava alla luce il quarto figlio e la sua casa venne completamente distrutta da un incendio. Visse altri quattro anni durante i quali si risposò e finalmente ebbe un erede, una bambina, nata subito dopo la sua morte all'età di 65. Pagina: 5/15 Il capolavoro di Issa è considerato "Ora ga haru" (1820), ma hanno ottenuto grande successo anche "The Diary at My Father's Death" (1801) e"My Springtime" (1819). Rispetto alla serenità di Basho ed alla compostezza di Buson, la poesia di Issa è più tipica di un linguaggio disadorno, utilizzando spesso dialetti locali e parole della comune conversazione quotidiana, ma fermamente radicata nella filosofia buddista. A volte umoristico o sarcastico, spesso di qualità disuguale, i suoi poemi sono apprezzati per il loro acume compassionevole ed il penetrante intuito. Alla morte di uno dei suoi bambini, scrisse: Questo mondo di rugiada è solamente un mondo di rugiada ed ancora Pagina: 6/15 Masaoka Shiki Masaoka Shiki, il cui vero nome era Tsunenori, nacque nel 1867 a Matsuyama, nello Shikoku settentrionale. Suo padre, Masaoka Hyata era un samurai di bassa casta che morì quando Masaoka aveva solo cinque anni. Sua madre, Yae era un'insegnante. Fu il nonno ad iniziarlo allo studio dei classici cinesi, e così mentre ancora andava a scuola, Masaoka già scriveva prose e poesie. Nel 1883 lasciò Matsyama per trasferirsi a Tokio, dapprima alla University Preparatory College e poi alla Imperial University per completare gli studi della letteratura giapponese classica. Durante questo periodo viaggiò molto in Giappone ed incontrò Natsume Soseki (1867-1916) che più tardi divenne famoso come romanziere e scrittore di novelle. A vent'anni, mentre lavorava come corrispondente nella guerra cino-giapponese, si ammalò di tubercolosi e decise quindi di abbandonare gli studi. In seguito di un'emorragia cagionata dalla propria malattia assunse lo pseudonimo di Shiki in riferimento ad un'antica leggenda secondo la quale il cuculo (in giapponese hototogisu), canta fino a sputare sangue. Shiki si dedicò a tempo pieno alla letteratura ed iniziò a comporre Tanka e Haiku. Nel 1892 iniziò a collaborare con il giornale "Nihon", sul quale scrisse la sua opinione estremamente negativa sullo stato in cui versava la poesia giapponese ed in particolare l'Haiku. In quel periodo la forma del verso di diciassette sillabe tradizionale fu considerata incapace di esprimere le complessità della vita moderna, avviò così la riforma della forma poetica degli Haiku. L'Haiku, dopo aver raggiunto la massima forma espressiva con Kobayashi Issa, stava lentamente decadendo ed i suoi contenuti si erano sempre più distaccati dalla vita reale. Da molti veniva quasi considerato un gioco di parole anziché una rappresentazione della realtà. Egli sosteneva l'importanza dell'osservazione realistica basata sulla tecnica di "disegnare" (lo shasei) nella presentazione delle immagini. Masaoka stesso adottò la pratica di recarsi nei luoghi di ispirazione e fare schizzi, abbandonando la tradizione di immaginare. Il suo consiglio per un aspirante poeta era: "Usa entrambi i ritratti, immaginari e reali, ma preferisci questi ultimi". In quegli anni il Giappone stava vivendo il periodo della Restaurazione Meiji (1868-1912) durante il quale si aprirono i canali di comunicazione con l'occidente, dando ovviamente una forte scossa alla tradizione. Shiki fu il primo grande autore di Haiku a vivere nel mondo industrializzato. Nel 1897, con alcuni suoi discepoli, fondò la rivista letteraria Hototogisu e l'anno successivo rivolse la sua attenzione ai Tanka con Letters to the Tanka Poets. Con i suoi seguaci contribuì anche a modernizzare il Tanka. Le più importanti opere di Masaoka sul soggetto sono: Dassai Sho-Oku Haiwa (1892), Basho Zatsudan (1894), un'analisi critica dei principi di Bashõ, Haikai Taiy (1895), e Haijin Buson (1897). L'apprezzamento di Shiki delle arti visive fu approfondito dalla sua amicizia con Nakamura Fusetsu (1866-1943), un artista di stile occidentale che studiò a Parigi per alcuni anni. I Pagina: 7/15 suoi due Diari, pubblicati nel 1901-1902 combinano la qualità della poesia classica giapponese con l'autobiografia moderna. Negli ultimi anni di vita Masaoka fu costretto a letto, ma la sua casa divenne un luogo di incontro per i suoi amici e seguaci che si ritrovavano per discutere sulla letteratura. Masaoka Shiki morì a Tokio il 9 settembre 1902, poche settimane prima del trentacinquesimo compleanno. Pagina: 8/15 Haiku pioggia di prima estate: nella redazione, io sono solo Masaoka Shiki giovinezza: rende bello persino i morsi della pulce Kobayashi Issa Pagina: 9/15 silenzio: graffia la pietra la voce delle cicale Matsuo Bashõ si sveglia e sbadiglia, il gatto; poi, l'amore Kobayashi Issa farfalle sul cammino d'una fanciulla davanti e dietro di lei Chiyo-jo l'aquilone anche ieri nel cielo al solito posto Yosa Buson convalescenza: stancarsi gli occhi contemplando le rose Masaoka Shiki Lui - una parola Io - una parola e l'autunno incalza. Takakama Kyoshi stagione delle piogge: i miei capelli di nuovo intorno al pallido viso Matsuo Bashõ primo giorno dell'anno un vento di mille anni fa soffia tra i pini Uejima Onitsura arriva, primavera. Anche alla montagna che nemmeno ha nome. Foschia chiara. Matsuo Bashõ io solo c'ero. Io, solo. E fioccava intorno la neve. Kobayashi Issa cose che non lasciano ricordo la neve fresca e lo scoiattolo che salta Kusatao Nakamura l' orchidea, di notte nasconde nel profumo lo splendore del fiore Yosa Buson cose che non lasciano ricordo la neve fresca e lo scoiattolo che salta Kusatao Nakamura mattino di cicale amori e odi, tutti tornano a me Ishida Hakyo creste di gallo devono essere quattordici o quindici passi Masaoka Shiki C'ero soltanto. C'ero. Intorno cadeva la neve Kobayashi Issa Pagina: 10/15 Tempio di Koudaji; una donnola in un cespuglio trifoglio al crepuscolo. Yosa Buson pioggia primaverile proprio ora le cose diventano splendide. Chiyo-jo mezzodì di pieno estate la morte con gli occhi socchiusi guarda la gente Iida Dakotsu il mare si oscura il grido delle oche selvatiche qualcosa di bianco Matsuo Bashõ basso sopra i binari il volo dell'anatra selvatica notte di luna Kobayashi Yataro luna di bambù mentre accarezza il suolo della prima neve Taniguchi Buson il vecchio stagno la rana salta tonfo nell'acquatito Matsuo Bashõ inverno desolato nel mondo di un solo colore il suono del vento Chiyo-jo chiudendo gli occhi in un antico amore mi riscaldo Hino Sõjõ brezze primaverili Tra le verdi pianticelle d’orzo, cristallino è il suono delle acque Mokudo le ruote della locomotiva si fermano nell'erba d'estate Yamagushi Seishi l'aquilone anche ieri nel cielo al solito posto Chiyo-jo ancora una volta qualcuno mi oltrepassa sera d'autunno Kobayashi Issa basso sopra i binari il volo dell'anatra selvatica notte di luna Masaoka Shiki senza morire… dopo molte notti di viaggio in un tramonto d'autunno Matsuo Bashõ sulla grande campana posata a dormire ah! la farfalla Yosa Buson il convolvolo! il secchio del pozzo avviluppato acqua in prestito Chiyo-jo lievi lievi spiriti dei morti venite qui e rinfrescatevi Masaoka Shiki qui raggiungono il mio occhio solo cose fresche Matsuo Bashõ legge di Buddha splendente nella rugiada della foglia Kobayashi Issa spiaggia alla bassa marea: tutto ciò che prendo è vivo Chiyo-jo la bella luna lasciata dal ladro alla finestra Daigu Ryokan in questo mondo dall'alba già tribola pur la farfalla Kobayashi Issa rugiada bianca - obi bene annodato anche da mortaro Mitsuhashi Takajo debbo di nuovo partire, ma, nella brezza montana, mi è difficile lasciare la fresca ombra degli alberi Oshikochi Mitsune la farfalla dorme tranquilla aggrappata alla campana del tempio finchénon suonerà Taniguchi Buson torna l'inverno per il primo bianco, nel chiaro di luna Yosa Buson dilegua l'eco della campana del tempio; persiste la fragranza delicata dei fiori; ed è sera. Matsuo Bashõ vento d'autunno allo sguardo tutto è haiku. Takahama Kyoshi a Yoshino fiori di ciliegio ti mostrerò: capelli di cipresso Matsuo Bashõ Pagina: 11/15 nella pioggia primaverile di certo, è uscito lo spiritello della pietra. Murakami Kijo colori lievi solo camelie nella foschia mattutina Mizuhara Shuõshi pulisco la lente degli occhiali - anche dalla parte dell'occhio cieco Hino Sojo nel vecchio stagno una rana si tuffa. il rumore dell'acqua. Matsuo Bashõ è' un dimagrimento estivo, ha risposto, ma dopo... oh, le lacrime! Kitamura Kigin cadono i fiori di ciliegio sugli specchi d'acqua della risaia: stelle, al chiarore di una notte senza luna.no Yosa Buson solitudine: i fuochi d'artificio che fioriscono, dopo cade una stella Masaoka Shiki il fiato del bambino che va e viene nel sonno la grande rana Sumiko Sakaguchi spicchio di mare memoria d'ombrellone feudo di sabbia. Akamota Kawatosho su una salita a Siena risento una bugia che avrei dovuto dimenticare Natsuishi Banya notte triste! anch'io passo la notte come il mio maestro Yosa Buson sollevo il bimbo all'albero sacro aggiunge stelle Isao Yamazaki luna piena d'autunno: bellissima semplicemente, perfettamente chiara Miura Chora alzo il capo e vedo me coricato nel freddo Miura Chora in questo mondo contempliamo i fiori; sotto, l'inferno Kobayashi Issa piogge di prima estate: si accorciano le zampe delle gru Matsuo Bashõ luna fredda: nel rumore del ponte io vado solo Tan Taigi in questo giorno che tramonta sono caduti i fiori di ciliegio Miura Chora sera di primavera: la fiamma passa di lume in lume Yosa Buson nella sera luccica il ventre delle trote nell'acqua bassao Uejima Onitsura chiacchiericcio tra i nidi dei passeri e dei topolini Matsuo Bashõ Pagina: 12/15 uccelli migratori… anche la casa dove sono nato è oggi il tetto di una notte Mukai Kyorai aranci in fiore quelle montagne mordono l'azzurro del mare Katsuo Sekimori luce d'autunno colonna antica tiepida sotto la mano Masaru Watanabe breve notte: nel porto rimangono le luci Masaoka Shiki non c'è nulla i campi e le montagne rubati dalla neve Naitô Jôsô il Grande Mattino: tra i pini soffiano venti antichi Uejima Onitsura notte di luna velata: qualcuno è fermo tra i peri del giardino Yosa Buson la primavera parte: pianto tra gli uccelli e lacrime negli occhi dei pesci Matsuo Bashõ fiori di pruno: è un'estasi la mia primavera Kobayashi Issa tra la barca e la riva a separarci si alza un salice Masaoka Shiki ad una ad una si affacciano nel freddo le stelle Tan Taigi vapori: nella luce della luna un inizio di primavera Kobayashi Issa fiori di pruno: si raccoglie il fresco negli angoli della stanza Yosa Buson sulle sere serene e i giorni silenziosi, piogge di primavera Miura Chora nel giardino davanti candidamente si apre la camelia Uejima Onitsura l'uno nell'altro si specchiano i verdi smaglianti di due colline gemelle Mukai Kyorai pioggia di primavera riflessa negli occhi bovini che non la vedono Konishi Raizan fiorisce un pero: sul luogo della battaglia le rovine di una casa Masaoka Shiki sul bambù che segna una sepoltura, una libellula Takai Kito scimmie: la voce roca, e i denti candidi sotto la luna in vetta Takarai Kikaku a cinque o sei piedi nel loro cielo si librano le libellule Yoshikawa Ryota con le ali degli uccelli lucenti di primavera amore a prima vista Miura Chora la scacchiera del go rovesciata dalla mia amante; fuori il canto del piviere Ikenishi Gonsui il canto del cuculo - con l'allodola disegna una croce Mukai Kyorai passero amico, risparmialo, il tafano che gioca tra i fiori Matsuo Bashõ foglie adagiate su una pietra sepolta nell'acqua Naitô Jôsô sapori nella luce della luna un inizio di primavera Kobayashi Issa tra i fiori che si scuriscono la bianca peonia cattura la luna Kato Gyodai guardando indietro, freddi in questo crepuscolo i ciliegi di montagna Konishi Raizan è primavera: una collina che non ha nome velata nel mattino Matsuo Bashõ Pagina: 13/15 spiccando i fiori di prumo mi colpisce la mia mano rugosa profumo... Yosa Buson acquazzone: guarda fuori sola una donna Takarai Kikaku sera: tra i fiori si spengono rintocchi di campana Matsuo Bashõ stringono la via le spighe dell'orzo pesanti di pioggia Naitô Jôsô vento fresco: sui campi verdi un'ombra di nube Morikawa Kyoroku i fiori di ciliegio caduti: di nuovo il silenzio sul tempio di Enjoji Uejima Onitsura che ci sia luna sul sentiero notturno di chi porta i fiori Takarai Kikaku nei campi di neve verdissimo il verde delle erbe nuove Konishi Raizan frinire di grilli: penetra nel muro la mia ombra Yoshikawa Ryota fiori di ciliegio: sparsi si posano sull'acqua della risaia Morikawa Kyoroku calpesta il fiore del convonvolo il passero cieco Katõ Gyõdai nella sera di primavera quale lettura per l’uomo senza compagna? Masaoka Shiki si mescolano il lago e il fiume nella pioggia di primavera Yosa Buson c'è una meta per il vento dell'inverno: il rumore del mare Ikenishi Gonsui in cinque o sei piangendo si intrecciano i salici Mukai Kyorai a valle nel fiume rumore di reti gettate luna velata Tan Taigi Pagina: 14/15 giorno di primavera: nel giardino il passero prende un bagno di sabbia Uejima Onitsura capodanno: nel cielo sereno si parlano i passeri Hattori Ransetsu ad ogni cancello la primavera comincia dal fango sui sandali Kobayashi Issa erba estiva: per molti guerrieri la fine di un sogno Matsuo Bashõ monti lungo la costa: tra i pini piccoli le acque di primavera Takai Kito scendendo sulle sue uova il pollo ammira la peonia Kobayashi Issa e zappa ormai lontano è dallo sguardo il passante in cerca della via Yosa Buson candidamente sta sulla bianca peonia una formica di montagna Yosa Buson "Datemi alloggio per la notte" e l'uomo getta la spada. Tormenta di neve. Yosa Buson luna velata in questa notte non sono venuti i suonatori di gong Mukai Kyorai l'allodola del mio villaggio: non la vedo ma so che canta Kobayashi Issa via ieri, via oggi, ormai non più un'oca selvatica, stanotte Yosa Buson un banano nel temporale; il gocciolio dell’acqua nel catino scandisce la mia notte Matsuo Bashõ stanchezza: entrando in una locanda, i glicini Matsuo Bashõ sulla spiaggia di sabbia, impronte: lungo è il giorno di primavera Masaoka Shiki Immagini e testi da: http://www.raccontiepoesie.org Pagina: 15/15 giorno di primavera: si perde lo sguardo in un giardino largo tre piedi Masaoka Shiki torri di nubi: verso sud volano vele bianche Masaoka Shiki
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