Pluralità - Centro Forestazione Urbana

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Pluralità - Centro Forestazione Urbana
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ACER
Parchi e gestione
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economica
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Come riescono
i giardini storici,
i parchi
contemporanei
e gli orti botanici
a sopravvivere?
Il confronto
tra esempi virtuosi
italiani e stranieri
evidenzia luci
e ombre di questo
tema complesso.
Sei articoli illustrano
le strategie per un
ritorno economico,
culturale e turistico,
nonché il ruolo
svolto nella ricerca
scientifica, di:
Grandi giardini
italiani (pag. 26);
Parco de la Tête d’or
di Lione (pag. 29);
parchi londinesi
(pag. 33);
Orto botanico
39
45
49
di Catania (pag. 39);
Giardino Garibaldi
a Palermo (pag. 45);
giardini di Pantelleria
(pag. 49).
Esperienze molto
distanti tra loro,
ma accomunate
dalla certezza
che i parchi storici
e contemporanei
rappresentano
opportunità concrete
di lavoro e reddito.
Pluralità
Nella gestione dei parchi contemporanei e dei giardini
storici, la ricerca di pratiche per reperire i fondi per il loro
sostentamento si sposa con la messa a punto di strategie
per attrarre i visitatori e rendere tali luoghi fonte d’introito
e di servizi. Tra le esperienze significative in questo senso
il Fai e il Centro per la forestazione urbana di Milano
Testo e foto di Diego Dehò, redazione ACER, Milena Bertacchi
e Sergio Pellizzoni, Centro per la forestazione urbana - Italia Nostra.
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Archivio Grandi giardini italiani
Il Giardino Reinhardt
a Tuoro sul Trasimeno
(PG) fa parte
del circuito
Grandi giardini italiani.
di approcci
L
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vo sociale, ambientale, didattico e
ricreativo nel mondo odierno?
L’analisi comincia dall’incontro con
Judith Wade, fondatrice e presidente dei
Grandi giardini italiani. Questo circuito,
finalizzato alla messa in rete e alla valorizzazione di alcuni dei più bei giardini
storici e parchi contemporanei del Paese,
rappresenta un punto di incontro e sintesi di esperienze gestionali che trovano
ispirazione in un approccio di tipo manageriale, che punta sul marketing e sulla
comunicazione per accrescere il flusso
turistico e la raccolta di fondi.
Uno sguardo oltralpe ci porta al Parco de
la Tête d’or di Lione, che si contraddistingue per un approccio rispettoso dell’ambiente (il Settore degli spazi verdi della
città francese ha ottenuto la Certificazione
ISO 14001) e improntato all’ottimiz-
▼
a congiuntura economica non
favorevole riporta alla ribalta la
grande attualità del tema della
gestione economica del verde. I fondi
scarseggiano, il reperimento di sponsorizzazioni si fa più complicato. Quali
pratiche adottano i giardini storici, i
parchi contemporanei e gli orti botanici per mantenersi, autofinanziarsi e
continuare a svolgere un ruolo di rilie-
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Il Cfu e Boscoincittà
In questo contesto, Boscoincittà è stato
realizzato grazie a un contratto di concessione delle aree del parco, strumento attuativo di un’innovativa, ma consolidata,
forma di collaborazione tra il Comune di
Milano e l’associazione Italia Nostra, che
ha costituito un’unità operativa ad hoc: il
Centro per la forestazione urbana (Cfu).
L’iniziativa si è sviluppata dal ’74 quando il Comune ha affidato a Italia Nostra
30 ettari intorno alla cascina San Roma-
Il Castello di Masino
a Carovino, teatro
della “Tre giorni
per il giardino”.
Archivio Fai
▼
zazione dei costi, coperti quasi totalmente dalle tasse ma dovuti in parte anche
ad attività commerciali al suo interno.
Anche nel circuito londinese dei Royal
Parks, l’analisi qualitativa connessa alla
Certificazione ISO 14001 rende l’organizzazione di eventi (fonte rilevante di
raccolta fondi e aspetto fondamentale di
tali realtà assieme al massiccio ricorso al
volontariato e al coinvolgimento di aziende esterne) compatibile con la gestione
del verde, valutandone l’impatto e
stimando i valori necessari alla compensazione. Il viaggio nella City continua a
Kew Gardens, orto botanico di livello
mondiale che investe sul marketing per
tenere alto l’interesse dei visitatori (ogni
anno sono quasi due milioni i paganti).
Nel panorama italiano si pone l’attenzione su un progetto di ricerca dell’Università di Palermo, finalizzato a cogliere e
attualizzare la “lezione” dei giardini
panteschi: il microclima interno rende tali
strutture, dall’elevato valore paesaggistico, autosufficienti dal punto di vista idrico in un’area caratterizzata dalla scarsità
delle precipitazioni. L’Orto botanico di
Catania conserva intatto il suo valore
storico, unendo la finalità di esposizione
al pubblico con la conservazione della
biodiversità locale. Il Giardino Garibaldi
a Palermo costituisce un eccellente esempio di verde pubblico storico da far rivivere in chiave contemporanea.
Tra i parchi contemporanei è emblematica l’esperienza di Boscoincittà, un
polmone verde di 120 ettari situato
nell’area Ovest di Milano, zona caratterizzata da un’ampia dotazione di verde
pubblico estesa su 1000 ettari tra parchi,
attrezzature sportive e aree agricole, che va
a costituire la Cintura verde Ovest Milano.
Il parco come opera d’arte
Il Fai si affida a sponsorizzazioni tecniche e a collaborazioni con aziende
e punta su personale interno. Paola Candiani è la responsabile della
gestione dei Beni, all’interno dei quali il patrimonio verde viene curato
con la medesima attenzione e scrupolosità di quello storico-artistico
al 1975, il Fondo ambiente italiano
(Fai) gestisce, recupera e mantiene
un vasto patrimonio architettonico, storico e naturalistico, che comprende castelli
e complessi monasteriali, ville e case d’arte, giardini e luoghi di natura. Tutti i Beni
del Fai sono, sebbene in misura diversa,
legati al verde: per esempio il Castello di
Masino a Caravino (TO) è immerso in un
parco di 40 ettari circa. Abbiamo intervistato Paola Candiani, responsabile della
gestione dei Beni del Fai.
Qual è la strategia di gestione del
patrimonio verde del Fai?
La nostra scelta è di affidarci a personale interno, motivandolo e trasmettendogli il senso di appartenenza al Fai. Il sentimento di partecipare alla stessa causa genera una passione che non crediamo di ottenere affidando i lavori ad aziende esterne:
il risultato sono maggiori risparmi e riduzione degli sprechi. Investiamo risorse per
formare i nostri giardinieri, sia relativamente alla sicurezza e all’utilizzo dei macchinari sia con corsi di aggiornamento e perfezionamento: l’anno passato abbiamo partecipato a corsi di tree climbing e di stabilità degli alberi. Facciamo in modo che il
personale “faccia squadra”, inviando i giardinieri operativi all’intero di Beni della
stessa regione a collaborare sul campo e
supportarsi a vicenda. Solo in casi estremi,
per questioni di sicurezza, affidiamo in
outsourcing alcuni lavori, come potature
molto difficili o manutenzioni che richiedono mezzi non a disposizione nel Bene.
D
“Il sentimento di partecipare
alla stessa causa genera
una passione che non
crediamo di ottenere
affidando le cose in esterno”
Dove reperite le risorse economiche
necessarie per la gestione dei Beni?
I Beni, sia il parco che gli immobili
storici, vengono mantenuti al 70% con le
entrate che ne derivano: biglietti d’ingresso, affitti, utilizzo come location per set
cinematografici, sponsorizzazioni di aziende, enti pubblici o fondazioni bancarie.
Molto interessante per noi è stata nel 2009
la sponsorizzazione tecnica della Stihl, che
si è legata al Fai attraverso varie attività:
venendo a svolgere corsi per i nostri giardinieri, campagne di comunicazione presso i Beni e accordandoci la fornitura
gratuita di macchinari e materiali. Questo
è il tipo di collaborazione ideale per noi,
perché si crea una sinergia in cui gli interessi dell’azienda coincidono con quelli
del Fai. Le sponsorizzazioni attraverso i
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Archivio Cfu-Italia Nostra
Giardini storici
in rete
Il laghetto del Boscoincittà, a Milano.
no, nel tempo ampliati e trasformati in
verde pubblico: Boscoincittà. Da subito
l’Associazione ha assunto alcuni criteri di
riferimento che hanno animato e animano ancora l’azione del Centro, anche in
altre realizzazioni, quali il Parco delle
Cave (Milano, 1997-2009). In breve:
• l’approccio globale tra progettazione,
realizzazione, cura del parco e sensibilizzazione dei fruitori;
• la riflessione relativa alla sostenibilità
economica che si è tradotta nell’idea
generale della tipologia di parco e nelle concretizzazioni di progetto;
• l’essere assieme un parco naturale e
uno spazio per l’uso quotidiano: un
luogo caratterizzato da naturalità diffusa (boschi, zone umide) ma anche,
nelle zone più prossime all’abitato, da
servizi puntuali (orti, giardini, aree
per cani, sport o feste).
Anche la partecipazione dei cittadini è
un elemento centrale. In oltre 30 anni
sono state sperimentate e consolidate
innumerevoli modalità come le attività
con le scuole e i campi estivi, il lavoro
volontario dei cittadini, che hanno piantato buona parte dei boschi, e degli obiettori, che hanno svolto nel parco il servizio
civile, e ancora tirocini, tesi di laurea,
gruppi di volontari che seguono operazioni mirate. La condivisione e la conoscenza del processo che regola la produzione
del parco si realizza anche tramite l’organizzazione di viaggi studio (vedi articolo
sui parchi di Londra, pag. 33) e visite
guidate, la restituzione in termini divulgativi di studi e ricerche, un sito internet, un
notiziario, una mailing list e la produzione di cartellonistica mirata in occasione di
cantieri specifici. Le risorse finanziarie per
lo sviluppo e la gestione dell’iniziati-
▼
privati vivono di iniziative sempre di grosso successo come “adotta una pianta” o
“mantieni un’aiuola”: piacciono al pubblico e necessitano di piccole cifre.
Quali le principali problematiche a
livello gestionale?
Cercare di mantenere un’alta qualità
degli interventi. All’interno del Bene, il
parco ha il medesimo valore dell’immobile. Di conseguenza, il livello di eccellenza che crediamo di avere sull’immobile cerchiamo di replicarlo nella cura del
verde, che ha però una tempistica gestionale più complicata. Mentre le manutenzioni sulle ville possono essere eseguite
in momenti diversi, la primavera arriva
insieme in tutti i parchi, richiedendo l’impiego in contemporanea di tutte le risorse
a disposizione. Altra difficoltà, a livello di
programmazione, è prevedere il budget da
destinare alla gestione di emergenze che
ormai ogni anno danneggiano il patrimonio verde: lo straripamento, l’alluvione, il
temporale o la nevicata eccezionale.
Un esempio del ruolo primario svolto
dal verde nei Beni del Fai?
Una delle nostre manifestazioni più
importanti è proprio sul verde. La “Tre
giorni per il giardino” si tiene due volte
all’anno nel parco del Castello di Masino,
ormai da una ventina di anni, richiamando circa 35mila visitatori. I 150 espositori sono selezionati dall’Accademia
piemontese del giardino, con un’offerta
qualitativa d’eccellenza. Ci sono tante
altre manifestazioni legate al verde, per
esempio “Le giornate delle rose, ortensie
e fucsie” e “Le giornate delle camelie
invernali e delle bacche” a Villa Della
Porta Bozzolo, e altre legate a frutta e
verdura. Inoltre, una delle più recenti
acquisizioni è il Bosco di San Francesco
ad Assisi, attualmente in fase di recupero. Rappresenta un patrimonio storico,
ambientale e culturale di grande fascino
e immenso valore. In particolare ci occuperemo di fare il censimento del bosco
per poi riqualificarlo e di restaurare gli
edifici presenti. L’obiettivo è creare un
luogo di ritrovo spirituale e un punto
ristoro, per dare un servizio a tutte le
persone “in cammino”. Speriamo così di
veicolare un messaggio legato all’ambiente e fare da cassa di risonanza a un
discorso sul rispetto del paesaggio. D.D.
D
alla sottoscrizione nel dicembre 2008, la Soprintendenza
dei Beni architettonici e paesaggistici, gli enti, le università e gli istituti tecnico-scientifici aderenti hanno partecipato e partecipano con
entusiasmo alle attività della ReGiS, Rete dei Giardini Storici, con
forte interesse e vivacità anche da
parte di cittadini riuniti in associazioni. L’idea di strutturare la ReGiS
nasce dalla consapevolezza, maturata in questi anni, di potenziare
l’identità culturale dei luoghi, dalla
necessità di valorizzare la monumentalità storica di tali beni, senza
tralasciare l’esigenza di trovare soluzioni di gestione e governo degli
stessi. A fronte di carenze anche
finanziarie, stante la situazione
congiunturale economica, la Rete
per ora si autosostiene mediante
l’“autotassazione” di ciascun ente
aderente, escluse le università, le
scuole e le associazioni di cittadini. Progetti di strategia promozionale per ottenere finanziamenti di
sostegno sono in corso verso Regione, istituti e soggetti privati, sulla base di un elenco di attività finalizzate al supporto finanziario dei
comuni proprietari dei giardini, e
alla realizzazione di un programma di diffusione culturale mirato
ad aumentare la sensibilità educativa verso questi parchi e giardini
storici. Una mostra itinerante sui
giardini storici francesi, “I Giardini
del Re Sole”, iniziata lo scorso autunno e già ospitata a Villa Ghirlanda di Cinisello Balsamo, Villa
Tittoni Traversi di Desio e Villa Visconti Borromeo di Lainate, proseguirà presso tutti gli enti aderenti
alla Rete. Sono inoltre in programma corsi di informazione e formazione, rivolti a studenti, appassionati e volontari curiosi di apprendere la cultura e la tecnica del
giardino storico, ma che dovranno
essere utili in primo luogo ai comuni stessi per governare con maggiore attenzione e cautela un patrimonio storico culturale che altrimenti andrebbe perso.
Rossana Ghiringhelli
direttore in staff Pianificazione
territoriale, Provincia di Milano
■ www.retegiardinistorici.com
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La missione di far conoscere
Arianna Ravagli
Stefano Baia Curioni è il direttore del corso di laurea specialistica in
“Economics and management in Arts culture media and entertainment”
(Acme) all’Università Bocconi di Milano, con un laboratorio sul patrimonio
culturale e la valorizzazione delle componenti ambientale e paesistica
Il giardino di Villa Pisani Bolognesi
Scalabrin a Vescovana (PD).
▼
va provengono principalmente, ma
non esclusivamente, da un contributo
ordinario del Comune di Milano (570mila
Euro annui, corrispondenti a circa il 70%
del bilancio). Negli anni il Cfu ha sviluppato la capacità di produrre risorse internamente al parco (servizi, attività, orti
urbani) e ricercare finanziamenti esterni
(contributi Provincia di Milano per la forestazione urbana, Parco Agricolo Sud per
iniziative specifiche, bandi Fondazione
Cariplo). È stata così attuata una politica
di addizionalità delle risorse da parte di
una pluralità di soggetti, che si integra con
donazioni dirette di materiali, macchine o
attrezzature. Importante valore aggiunto è
l’apporto del volontariato, anche se non
economicamente quantificato. Il personale e i collaboratori esterni impegnano circa
il 50% del bilancio, perché il Cfu realizza
direttamente i lavori per la cura del parco.
La restante quota viene utilizzata per altre
spese e opere direttamente connesse alla
cura e alla manutenzione delle aree, e per
lo sviluppo di attività e iniziative.
Abstract
Multiple approaches
The economic management of historical gardens and contemporary parks is
characterised by different approaches:
Milan Cfu combines the ability of generating resources within the park with the
search for external funds, Fai makes use of
technical sponsorships and collaborations
with companies and utilizes in-house staff
to achieve savings on resources and reduce waste, while ReGis is based on regular contributions from member institutions.
ome è variata in questi anni la
fruizione dei parchi contemporanei e dei giardini storici?
L’aumento della mobilità e della
propensione al consumo culturale registratosi su scala globale negli ultimi 1015 anni ha influenzato anche la possibilità di fruire dei parchi, storici e non,
sebbene con dinamiche meno pronunciate rispetto al patrimonio monumentale e pittorico. Nella misura in cui questo
si è tradotto in eventi di grande rilievo,
culturale ed emotivo, e di notevole
afflusso di pubblico, i parchi ne hanno
sortito effetti meno importanti, perché
sono “beni” meno organizzati, fissi e
C
perciò meno organizzabili: un quadro si
può spostare, un parco no.
Quali sono le strategie per “far vivere” il parco, mantenendolo e valorizzandolo dal punto di vista territoriale, culturale ed economico?
L’efficacia delle pratiche dipende dalle
caratteristiche specifiche di ogni singolo
parco, dal tipo di impegno e di sostenibilità che richiede. Un giardino “verticale”
sul Lago di Como necessita di uno sforzo manutentivo molto intenso per esempio rispetto alla baia di Ieranto, la cui
forte componente naturalistica implica
costi di gestione e mantenimento non
rilevanti. In un caso tipo Villa Carlotta,
L’approfondimento
Norme e indirizzi per la gestione
dei parchi e dei giardini storici
L
a tematica della tutela e conservazione dei parchi e dei giardini storici si è
assai sviluppata negli ultimi anni, coinvolgendo amministrazioni pubbliche e ampi
strati della cittadinanza. Tanti importanti
parchi e giardini di interesse storico sono
stati oggetto di interventi di valorizzazione
e restauro, tante sono le pubblicazioni
specificatamente sul tema e ancor più
numerosi i corsi, i convegni e le conferenze sulla storia e sul restauro dei giardini.
A oggi, sono stati effettuati studi specifici, piani e progetti sui siti più importanti,
mentre rimane ancora molto da fare per
il governo dei tantissimi siti minori diffusi
sul territorio, di proprietà privata o pubblica, spesso gestiti in modo non opportuno. Sottovalutati nella loro importanza
architettonica e paesaggistica, sono in
molti casi sottoposti a pressioni d’uso o
progetti di trasformazione non sempre
congruenti alle necessità di tutela e conservazione che presentano e anzi, talvolta, in grave contraddizione con essi.
Risulta perciò importante definire criteri
d’intervento per la tutela, conservazione
e gestione dei parchi, dei giardini storici
e anche di quegli impianti vegetali “minori” in cui la materia vegetale è componente fondamentale di un impianto architettonico progettato, quali viali, filari,
piazze alberate, aree cimiteriali, passeggi pubblici, lungolaghi, lungofiumi ecc.
Anche chi si occupa della loro salvaguardia spesso tende a confondere
questioni sociali (il verde come area ricreativa), ambientali (come risorsa naturale) e culturali (come risultato di un
progetto paesaggistico), accontentandosi di tutelare la presenza di elementi
di naturalità (la vegetazione) indipendentemente da valutazioni relative alla
conservazione dei caratteri compositivi, architettonici e percettivi, spesso
assai delicati, dei vari siti.
Un giardino è un’opera di architettura
realizzata prevalentemente (anche se
non esclusivamente) mediante l’impiego
di materia vegetale, allo scopo di soddisfare una serie di funzioni: estetiche, ricreative, decorative, di rappresentatività
sociale, ma anche produttive (di frutti,
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“Parchi e giardini trovano
il punto fondamentale nel
farsi veicolo di conoscenza,
devono far percepire
il proprio genius loci”
invece, bisogna far vivere il parco in
modo più intenso perché più intensa è la
dinamica economica che lo sottende.
Oltre alle strategie che coinvolgono in
maniera differente i singoli siti, ne esistono altre di rete, che andrebbero implementate in direzione del marketing.
C’è innanzitutto il tentativo di creare delle
fiori, legname e altri beni di consumo).
Si tratta quindi di un’opera polifunzionale oltre che polimaterica, che acquista
nel tempo una ricchezza di significati
che via via si stratificano in essa: botanici, agronomici, politici, estetici, storici,
tecnologici, ecologici ecc. La conservazione di tali significati è assai delicata,
sia per la loro complessità sia per la precarietà dei materiali che costituiscono il
giardino: materia vivente, in perenne
evoluzione, sottoposta a malattie e intemperie, fortemente dipendente dai criteri di manutenzione e uso che via via si
sono adottati nel corso del tempo.
Gestire oggi un giardino storico comporta quindi l’affrontare varie problematiche
per poter definire criteri di intervento finalizzati alla conservazione e valorizzazione del sito, prevedendo continue opere di manutenzione, per le quali è necessario predisporre uno specifico progetto e, soprattutto, un budget ad hoc.
Il Codice per i beni culturali
e il paesaggio
Gli strumenti di cui si dispone in Italia per
la tutela del patrimonio storico architettonico e paesaggistico, nel quale sono
compresi i giardini storici, sono due leggi
storiche del 1939 (L.1089/1939 e L.
1497/1939), poi unificate nel Testo unico
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reti, penso ai Grandi giardini italiani e al
Fai, che consentono un’attività manutentiva e di conservazione più rilevante.
La seconda strada è rappresentata da un
nuovo modello di sviluppo, che consiste
nell’impostare politiche urbanistiche e di
pianificazione territoriale in grado di
valorizzare il territorio e il patrimonio
paesaggistico culturale. Faccio riferimento a tutte le strategie di creazione dei
distretti culturali, che hanno nell’impianto paesistico un asset cruciale.
Quali sono le strade da percorrere
per garantire a questi patrimoni verdi una resa di tipo economico?
La prima strada è legata al radicamento
con università e istituti di ricerca, per
rendere il parco, o il giardino storico, il
sostegno di un’attività con un valore istituzionale che non è la banalizzazione
commerciale del patrimonio verde.
La seconda possibilità è creare o inserirsi in sistemi di produzione di eventi,
dinamica sicuramente più “rischiosa”
considerando anche che siamo in una
delle fasi più basse come possibilità
d’interlocuzione con il pubblico.
Non bisogna però dimenticare che il
parco e il giardino trovano il loro punto
fondamentale nel farsi veicoli di conoscenza, devono far percepire il proprio
genius loci. In questo senso, il movimento dei parchi letterari è sicuramente interessante dal punto di vista culturale.
Questo implica che chi gestisce un parco
non ricopre solo una posizione da naturalista o cultore di una determinata disciplina ma sia anche un pedagogo, abbia una
missione educativa. La relazione con la
natura e con i modi di plasmarla va coltivata e questo, purtroppo, non ha una resa
economica. Data tale difficilissima sostenibilità, la sopravvivenza è legata alla
possibilità di integrarsi ad assi che veicolano risorse per motivi non direttamente
legati all’attività educativa, ma a una scelta territoriale di plasmare un modello di
sviluppo attorno ad asset culturali. D.D.
n. 490/99 e oggi comprese e aggiornate
nella vigente legge, il Codice per i beni
culturali e il paesaggio, D.L. 42/2004 e
ss.mm. Le leggi di tutela in Italia sono di
carattere vincolistico, ossia nel riconoscere l’importanza di un bene impongono che ogni successiva trasformazione
sia preventivamente autorizzata dalla
competente Soprintendenza, mentre
non forniscono criteri di intervento e indicazioni circa le modalità di conservazione, gestione e manutenzione.
I vincoli peraltro non garantiscono la
conservazione del bene, soprattutto per
gli impianti vegetali per i quali è sufficiente un rallentamento o un abbandono
della manutenzione per ridurre un sito a
rudere o boscaglia inestricabile.
Alle leggi nazionali si affiancano gli strumenti di piano che le varie normative
nazionali e regionali consentono di mettere in atto. Le norme di piano hanno
però raramente tutelato in modo specifico e completo i giardini storici, fornendo
indicazioni propositive di intervento.
Anche le Carte del restauro, specificatamente dedicate ai giardini storici degli
inizi degli anni Ottanta, riportavano consigli sull’approccio teorico e metodologico del restauro dei giardini, più che al
successivo programma di gestione.
In proposito è invece opportuno ricor-
dare che la Regione Lombardia nel
1994 ha predisposto un documento di
indirizzo per salvaguardare e governare i giardini storici, la Circolare dal titolo
Indirizzi per la tutela, conservazione e
gestione di parchi, giardini e altre architetture vegetali storiche, pubblicata nel
Burl (Bollettino ufficiale della Regione
Lombardia), 3° Supplemento straordinario al n. 30 del 29 luglio 1994. È un
importante strumento didattico-informativo (purtroppo poco divulgato e
quindi poco conosciuto e applicato) per
amministratori ed enti locali, proprietari
privati, operatori e tecnici del settore.
Pur non avendo forza di legge o norma,
costituisce un punto di riferimento per
gli operatori nel processo di conoscenza e governo di tale patrimonio.
La Circolare è divisa in capitoli: dalla definizione di parchi, giardini e altre architetture vegetali storiche, all’analisi dei
problemi di tutela, manutenzione e gestione, all’individuazione degli errori che
più comunemente si verificano nella manutenzione e nel riuso dei siti, all’offerta
di suggerimenti per il buon governo dei
giardini e infine alla presentazione di alcuni indirizzi programmatici per la progettazione e gestione del verde storico.
Alberta Cazzani
architetto, Politecnico di Milano