la spigolatrice di sapri
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la spigolatrice di sapri
Allegato 5 prof.ssa MariaAntonietta Fullone Il modulo, di cui l’Unità didattica “I pensieri del mondo :Pensieri e riflessioni sul mondo perduto”, ha sottoposto,durante l’arco dell’ anno scolastico, all’attenzione degli allievi un certo numero di poesie e immagini riguardanti il tema dell’uomo, del viaggio e dell’immaginario. Tale modulo ha ripercorso le tappe storiche di questo binomio, uomo-avventura, facendo quindi riflettere i ragazzi sui vari modi in cui tale problematica è stata affrontata (da un punto di vista poetico) dall’essere umano. Il modulo si è proposto di consolidare il possesso del linguaggio letterario dei ragazzi, approfondendo le principali caratteristiche metriche, ritmiche, retoriche e prosodiche della lirica italiana. LA SPIGOLATRICE DI SAPRI Destinatari: - 2° Liceo Scientifico (25 alunni) Tempi : - 4 ore (1ora e mezza lezione frontale; 1 ora navigazione in internet per ricerca link utili, mezz’ora di riflessione sul lavoro svolto, 1 ora per creazione ppt finale) Prerequisiti: - Conoscere le principali caratteristiche ritmiche, retoriche, prosodiche della lirica italiana. - Scomporre i versi in sillabe metriche. - Operare la parafrasi di un testo letterario della lirica italiana. - Conoscere le coordinate storiche che hanno portato all’unificazione dell’Italia. - Conoscere le caratteristiche fondamentali dei movimenti culturali e letterari in Italia. Obiettivi: - Consolidare il possesso del linguaggio letterario. - Individuare le principali caratteristiche metriche, ritmiche e prosodiche del componimento. - Individuare il rapporto tra il testo e la produzione complessiva dell’autore. - Individuare i rapporti tra il testo e il contesto storico, socio-politico, culturale Strumenti: LIM per presentare power point (struttura e lingua poetica) e webquest. Libro di testo. Eventuali dispense. Proposte di verifica: - Saggio breve. Sottoporre i ragazzi all’analisi connotativa e al confronto della poesia “la spigolatrice di Sapri” di Carlo Pisacane e la versione cantata, allo scopo di costruire un saggio breve. - Poiché i docenti dell’Istituto tramite http://www.edidascorza.it/corsi/ possono gestire la propria classe virtuale in cui tutti i discenti hanno la possibilità di accedere ad Internet e conoscono la procedura per la costruzione sia di presentazioni power point,che l’aula21 per la webquest ;ho proposto di volta in volta nuovi temi per ampliare il percorso iniziale. - Divisione della classe in gruppi di lavoro che svolgano analisi dei testi poetici, ricerche sitografiche inerenti le liriche in oggetto e presentino ai compagni, mediante LIM, i propri lavori( ppt, webe link d’approfondimento). VITA Carlo nasce da famiglia aristocratica decaduta, figlio di Gennaro Pisacane duca di San Giovanni, e di Nicoletta Basile De Luca. A dodici anni entra nella Scuola militare di San Giovanni, a Carbonara. Due anni dopo passò nel collegio militare della Nunziatella. Anche suo fratello Filippo era in quel collegio; sarebbe diventato tenente del reggimento degli Ussari e sarebbe rimasto fedele al proprio re sino all'esilio. Compie in giovinezza studi confusi ma appassionati che ne caratterizzano una personalità idealista e visionaria tanto da farlo considerare a taluni studiosi come uno dei primi socialisti propugnatori dell'utopia egualitaria. Nel 1839 viene nominato alfiere del 5° reggimento di linea Borbone. La brillante carriera militare che gli si prospetta tuttavia mal combacia con il suo carattere e la sua personale visione del mondo. Nel 1840 viene inviato a Gaeta affinché coordini il lavoro di costruzione della ferrovia Napoli - Caserta, e l'anno successivo è trasferito alla fortezza di Civitella del Tronto, condannato peradulterio. Quest'ultima esperienza venne riportata nell'opera Memoria sulla frontiera nord-orientale del Regno di Napoli. Intorno ai trent'anni diventò sempre più insofferente al conformismo caratteristico degli ambienti aristocratici e militari, abbandonò la carriera militare e fuggì, con la sua innamorata, Enrichetta De Lorenzo, da Napoli a Marsiglia, poi a Londra e a Parigi rifugio degli esuli politici italiani e non solo. Lì conobbe molti personaggi illustri come il generale Pepe, esule a Parigi sin dai tempi dei moti del1820, Dumas, Hugo,Lamartine e George Sand. Nel 1847, a Parigi abbandonò Enrichetta, si arruolò nella legione straniera francese come sottotenente e partì per l’Algeria, dove era da poco stata domata la guerriglia antifrancese capeggiata dall’Emiro ‘Abd al-Qadir’. Quell'esperienza indusse il giovane Pisacane a riflettere sui vantaggi dello stile imprevedibile della guerriglia contro un esercito regolare abituato ad agire secondo schemi fissi. Tuttavia, l'ozio e l'inattività non gli piacquero e appena seppe che la rivoluzione di Parigi del febbraio 1848 (che aveva rovesciato Luigi Filippo), si era allargata anche in Italia, si congedò dalla legione e si imbarcò per la patria. In Veneto e in Lombardia combatté contro gli Austriaci. Poi, entrò come volontario nell'esercito piemontese partecipando alla prima guerra d’indipendenza. Il conflitto si risolse in una sconfitta per l’Italia, ma Pisacane non si lasciò abbattere e si trasferì a Roma dove, insieme a Goffredo Mameli, Giuseppe Garibaldi, Aurelio Saffi e Giuseppe Mazzini(che incontrò per la prima volta in quell'occasione e di cui divenne un seguace convinto) fondò la Repubblica Romana difendendola con tenacia, ma con poca fortuna, dagli attacchi dei francesi chiamati da Papa Pio IX per reprimere, così sostenevano i papalini, la sovversione istigata dalla massoneria anticlericale. Con il fallimento dell'impresa, il 3luglio 1848 venne arrestato e imprigionato in Castel Sant’Angelo. Liberato poco dopo, partì per Marsiglia, poi per Losanna e infine per Londra dove visse con la sua compagna Enrichetta. Nel periodo di riposo londinese, rielaborò il proprio progetto politico, prima manifestazione di un nucleo italiano di pensiero socialista, in cui collegava l'idea nazionale alle aspirazioni di riscatto delle plebi contadine. Avvicinandosi al pensiero di Giuseppe Ferrari e Carlo Cattaneo e influenzato dalle idee francesi di”socialismo utopico” e libertario espresso dalla sua formula "libertà e associazione", Carlo Pisacane credeva che prima ancora dell'istruzione e formazione del popolo, secondo quanto predicava l'ideologia mazziniana, occorresse risolvere la questione sociale , che poi era la questione contadina da risolvere con la riforma agraria. Solo dopo aver liberato il popolo dalle sue necessità materiali si sarebbe potuto istruirlo ed educarlo per condurlo alla rivoluzione. Scriveva infatti nel suo testamento politico posto in appendice al Saggio sulla rivoluzione [: «profonda mia convinzione di essere la propaganda dell'idea una chimera e l'istruzione popolare un'assurdità. Le idee nascono dai fatti e non questi da quelle, ed il popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma sarà ben tosto istrutto quando sarà libero». Questo il senso del suo affermare che «L'Italia trionferà quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile». Nello stesso scritto , egli polemicamente sosteneva che «la dominazione della casa Savoia e la dominazione della casa d'Austria sono precisamente la stessa cosa» e che «il regime costituzionale del Piemonte é più nocivo all'Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II». Espressioni questi di un socialismo radicale avverso ad ogni riformismo e alle soluzioni della questione sociale in senso interclassista come auspicava lo stesso Mazzini. Si trasferì aGenova, sempre tenuto d'occhio dalla polizia, per proseguire i suoi studi. Qui frequentò il filosofo russo Aleksandr Herzen che lo persuase del potenziale che avevano le masse. Carlo Pisacane iniziò a pensare ad un'azione che partisse dal profondo Sud dello stivale coinvolgendo le grandi masse di contadini. Allo scopo di mettere in atto le proprie convinzioni, iniziò a prendere contatti con altri patrioti e cospiratori che condividevano le sue stesse idee. Fra questi si ricorda Nicola Fabrizi, conosciuto all'epoca della difesa di Roma e col quale strinse una forte amicizia. Fabrizi contattò diversi patrioti intenzionati a portare la guerriglia nel Meridione: Giuseppe Fanelli, ex combattente per la Repubblica Romana, aveva seguito Fabrizi nell'esilio in Corsica e a Malta, operava segretamente a Napoli; Luigi Dragone e sua moglie Rosa che militavano anch'essi a Napoli; Nicola Mignone ricercato dalla polizia come complice dell'attentato a Pio IX nel settembre 1849; Giovanni Nicotera che diventerà ministro dell'interno nel governo dell'Italia unita;Giovan Battista Falcone, giovane cospiratore rifugiato a Malta; Rosolino Pino. In principio, si pensò di partire dalla Sicilia dove era molto diffuso il dissapore contro i Borboni, ma il piano definitivo della spedizione previde la partenza dal porto di Genova e lo sbarco a Ponza per liberare alcuni prigionieri politici lì rinchiusi. Dopo di che partire per Sapri, al confine tra Campania e Basilicata, in un punto strategico ideale per attendere i rinforzi che si attendevano numerosi e con i quali marciare su Napoli. Il 4 giugno 1847 Pisacane si riunì con gli alti capi della guerriglia per stabilire tutti i particolari dell'impresa. Un primo tentativo si ebbe il6 giugno, ma fallì perché l'avanguardia di Rosolino Pilo aveva perso il carico di armi in una tempesta. Con l'intento di raccogliere armi e consensi, Pisacane si recò a Napoli, travestito da prete. Ma l'esito fu molto deludente. Pisacane, però, non si lasciò scoraggiare persistendo nei suoi intenti. Presentazione e Commento Della Lirica Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Me ne andavo un mattino a spigolare quando ho visto una barca in mezzo al mare: era una barca che andava a vapore, e alzava una bandiera tricolore. All’isola di Ponza si è fermata, è stata un poco e poi si è ritornata; s’è ritornata ed è venuta a terra; sceser con l’armi, e noi non fecer guerra. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra, ma s’inchinaron per baciar la terra. Ad uno ad uno li guardai nel viso: tutti avevano una lacrima e un sorriso. Li disser ladri usciti dalle tane: ma non portaron via nemmeno un pane; e li sentii mandare un solo grido: Siam venuti a morir pel nostro lido. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro un giovin camminava innanzi a loro. Mi feci ardita, e, presol per la mano, gli chiesi: – dove vai, bel capitano? - Guardommi e mi rispose: – O mia sorella, vado a morir per la mia patria bella. Io mi sentii tremare tutto il core, né potei dirgli: – V’aiuti ‘l Signore! Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Quel giorno mi scordai di spigolare, e dietro a loro mi misi ad andare: due volte si scontraron con li gendarmi, e l’una e l’altra li spogliar dell’armi. Ma quando fur della Certosa ai muri, s’udiron a suonar trombe e tamburi, e tra ‘l fumo e gli spari e le scintille piombaron loro addosso più di mille. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Eran trecento non voller fuggire, parean tremila e vollero morire; ma vollero morir col ferro in mano, e avanti a lor correa sangue il piano; fun che pugnar vid’io per lor pregai, ma un tratto venni men, né più guardai; io non vedeva più fra mezzo a loro quegli occhi azzurri e quei capelli d’oro. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Il 25 giugno1847 Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubbattino, diretto a Tunisi. Pilo si occupò nuovamente del trasporto delle armi, e partì il giorno dopo su alcuni pescherecci. Ma anche questa volta Pilo fallì nel compito assegnatogli e lasciò Pisacane senza le armi e i rinforzi che gli erano necessari. Pisacane continuò senza cambiare piani: impadronitosi della nave durante la notte, con la complicità dei due macchinisti ritannici,si dovette accontentare delle poche armi che erano imbarcate sul Cagliari. Il 26 giugno sbarcò a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono presso Sapri, probabilmente, per la precisione, in contrada "Uliveto" nel comune di Vibonati, a circa 1,5 km dal confine con il comune diSapri. Lo sbarco, infatti difficilmente sarebbe potuto avvenire nella baia di Sapri in quanto i fondali non lo permettevano. Inoltre, la mappa trovata addosso a Pisacane riportava una X sulla località "Oliveto", territorio di Vibonati. Si sa che non trovarono ad attenderli quelle masse rivoltose che si sarebbero aspettati. La causa di ciò è da attribuirsi allo scollamento che c'era tra gli ex liberali (Gallotti) ed il popolo. Anzi la presenza di molti banditi attivi in quei territori nelle file dei ribelli provocò l'assalto della stessa popolazione, che li costrinse alla fuga. Il 1° luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegnati ai gendarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione. Perirono in 83. Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del 1858, ma, condannati a morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo. I due britannici, per intervento del loro governo, furono dichiarati non perseguibili per "infermità mentale". Nicotera, gravemente ferito, fu portato in catene a Salerno dove venne processato e condannato a morte. Anche per lui la pena fu tramutata in ergastolo solo per l'intervento del governo inglese che guardava con crescente preoccupazione la furia repressiva di Ferdinando II. Con il successivo intervento di Garibaldi fu liberato e si avviò alla carriera politica. Il valore politico e morale della spedizione fallita Come lasciò scritto nel suo testamento politico, Pisacane ribadiva l'ideale mazziniano del «sacrificio senza speranza di premio»: «ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro sacrifico non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire». (C:Pisacane op.cit.) Ciò che contava dunque era dare l'esempio per stimolare gli animi all'azione. La spedizione fallita ebbe in effetti il merito di riproporre all'opinione pubblica italiana la "questione napoletana", la liberazione cioè del Mezzogiorno italiano da quel governo borbonico che il ministro inglese Gladstone definiva «negazione di Dio eretta a sistema di governo». Infine il tentativo di Pisacane sembrava riproporre la possibilità di un'alternativa democratico - popolare come soluzione al problema italiano: era un segnale d'allarme che costituì per il governo di Vittorio Emanuele II uno stimolo ad affrettare i tempi dell'azione. La figura di Pisacane rimane tutt'oggi fra le più importanti del Risorgimento italiano. Per ulteriori notizie http://aspoitalia.blogspot.com/2007/07/150-anni-fa-la-spigolatrice-disapri.html http://www.pennaecalamaio.com/2006/08/la-spigolatrice-di-sapri/ Durante la navigazione in internet i ragazzi sono stati incuriositi dal saggio di “FRANCESCO SAVERIO NITTI Eroi e Briganti “ che visualizzato tramite lim è stato discusso e commentato per capire sia l’evoluzione storica del periodo, sia le condizioni della nostra terra, sia la presenza di eminenti figure emergenti siano esse uomini di cultura o briganti. I ragazzi prima di operare la scelta delle foto sull’argomento si sono scambiati informazione sia sui siti visitati e ritenuti attendibili, che sulle notizie storiche sul luogo, a questo proposito si veda http://www.comunedisapri.it/conoscere_sapri/percorsi_monumentali.php www.fotoeweb.it/cilento/Foto Sapri.htm http://www.navigagolfo.it/sapri.htm www.sambenedettoggi.it/.../antichi-manoscritti-la-“spigolatrice-di-sapri”-torna-a-casa/ www.ripa.bcc.it/content/notizie/.../view Ripatransone | La BCC di Ripatransone si è aggiudicata all'asta la nota poesia di Luigi Mercantini "La spigolatrice di Sapri": un vero colpaccio. ... www.ilquotidiano.it/.../spigolatrice-di-sapri- Il ppt creato dai ragazzi e di seguito allegato, insieme al file Mp3, verrà ripreso ad inizio anno scolastico per aggiungere la registrazione delle voci narranti o recitanti e di spezzoni di video avendo rintracciato dei filmati ed un film. Si veda 1) (La spigolatrice di Sapri) (1952) un film di Gian Paolo Callegari con Franca Marzi, Rossano Brazzi, Myriam Bru, Luisa Rivelli. Cast completo, critica e ... www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id 2) Regia di Gian Paolo Callegari. ... eran giovani e forti, e sono morti. Nel 1857 una banda di liberali lucani, capeggiata da Paolo detto Volpintesta, ... trovacinema.repubblica.it/...la-spigolatrice-di-sapri/114475 3) (La spigolatrice di Sapri). Titolo. Eran trecento... (La spigolatrice di Sapri). Titolo originale. Regia. Gian Paolo Callegari ... www.grindhouse.it/.../eran+trecento...+(la+spigolatrice+di+sapri).html 4) Eran trecento... (La spigolatrice di Sapri) (1952) Un film di Gian Paolo Callegari; Genere Storico; Produzione Italia; Durata 91 minuti circa ... cinema-tv.corriere.it/...la-spigolatrice-di-sapri/02_87_00.shtml – 5) 8 gen 2009 ... "Dalla Spigolatrice di Sapri all'Inno di Garibaldi: Luigi Mercantini e ... La Spigolatrice di Sapri. La Banca di Ripatransone di Credito ... www.avnotizie.tv/.../la-spigolatrice-di-sapri-presentata-al-teatro-mercantini 6) 26 sec - 25 giu 2008 -Nonna Lena recita la sigolatrice di sapri www.youtube.com/watch?v=MEWblioXnJk 7) 1 giu 2008 ... La spigolatrice di Sapri.." Di questo luogo ho bei ricordi...e questa poesia mi è sempre piaciuta..., così decisi di musicarla. ... www.panoramio.com/photo/10810915 8) (La spigolatrice di Sapri) (1952) un film di Gian Paolo Callegari con Franca Marzi, Rossano Brazzi, Myriam Bru, Luisa Rivelli. Frasi celebri tratte dal film www.mymovies.it/battute/?id=28700
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