La Malattia di Kawasaki in due parti intrecciantisi un bel po`. Ci basta
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La Malattia di Kawasaki in due parti intrecciantisi un bel po`. Ci basta
Tutto ciò che avreste voluto sapere, ma che non avete mai osato chiedere su… Incontri Pediatrici Serali del San Camillo Roma, 26 novembre 2014 La Malattia di Kawasaki Alberto Villani, Alessandra Marchesi, Isabella Tarissi de Jacobis U.O.C. Pediatria Generale e Malattie Infettive Dipartimento Medicina Pediatrica Coordinatore: Prof. Alberto G. Ugazio Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS – Roma [email protected] – [email protected] – [email protected] Che cos’è la Malattia di Kawasaki? La Malattia di Kawasaki è una vasculite acuta, dell’età pediatrica, che si autolimita ed è caratterizzata da febbre, congiuntivite bilaterale non essudativa, eritema delle labbra e della mucosa orale, modificazioni delle estremità, esantema e adenomegalia laterocervicale. Nel 15-25% dei pazienti non sottoposti a terapia si sviluppano ectasie o aneurismi delle arterie coronarie che possono causare malattia ischemica cardiaca e/o morte improvvisa. MALATTIA DI KAWASAKI CARDIOLOGO INFETTIVOLOGO PEDIATRA DERMATOLOGO IMMUNOLOGO REUMATOLOGO Nel 2008 vengono pubblicate le Linee Guida italiane sulla Malattia di Kawasaki sulla rivista Prospettive in Pediatria condivise da tutte le Società Scientifiche e Gruppi di Studio coinvolti nella gestione della malattia. ETA’ – SESSO – MORTALITA’ Sesso: M : F = 1,5-1,7 : 1 Età: 76% < 5 anni Mortalità: Giappone: 0,08% (8:10.000 = 1:1250) Indice di mortalità standardizzata (1982-1992) (numero di morti osservati/numero di morti attesi) : 1,25 (2,35 considerando i pazienti con esiti cardiologici). USA*: 0,17% (17:10.000 = 1: 588) * solo pazienti ricoverati in Ospedale Picco di mortalità: tra 15 e 45 giorni dall’insorgenza della febbre. Molti casi di infarto in giovani adulti sono stati attribuiti a malattia di Kawasaki non diagnosticata in età infantile. ETA’ – SESSO – MORTALITA’ Un bambino affetto da malattia di Kawasaki è preferibilmente maschio (1,51,7) e di età inferiore a 5 anni (76% dei casi). Un caso ogni 600-1200 pazienti muore con un picco tra il 15° ed il 45° giorno dall’insorgenza della malattia. La mortalità nei pazienti affetti da malattia di Kawasaki è 1,25 rispetto alla popolazione generale, ma sale a 2,35 se sono presenti complicanze cardiologiche. RAZZA Incidenza (< 5 anni di età su 100.000) Giappone: 112 (1 ogni 893) USA (origini): Asia/isole Pacifico 32,5 (1 ogni 3.125) Africani 16,9 (1 ogni 5.882) Ispanici 11,1 (1 ogni 9.090) Bianchi 9,1 (1 ogni 11.112) In Italia 250/300 casi/anno (1 decesso ogni 2-4 anni) Che cos’è la Malattia di Kawasaki? Nel 15-25% dei pazienti non sottoposti a terapia si sviluppano ectasie o aneurismi delle arterie coronarie che possono causare malattia ischemica cardiaca e/o morte improvvisa. CORONARIA NORMALE ANEURISMA FUSIFORME ANEURISMA SACCULARE Stadio 1 (0-9 giorni dall’inizio) Vasculite dei piccoli vasi, edema e necrosi endoteliale infiammazione dell’intima ma non della media. Pericardite, miocardite, infiammazione del sistema di conduzione atrioventricolare, endocardite con valvulite Stadio 2 (12-25 giorni dall’inizio) Diatesi trombotica, con marcata infiammazione della media delle arterie coronarie che conduce alla formazione di aneurismi Stadio 3 (28-31 giorni dall’inizio) Regressione del processo infiammatorio acuto CRITERI DIAGNOSTICI Linfoadenopatia Congiuntivite Cervicale, > cm 1,5 Bilaterale, bulbare, non-suppurativa FEBBRE Durata >5 giorni + 4 dei seguenti segni Rash Polimorfo, senza vescicole o croste Labbra e/o mucosa orale Labbra rosse fessurate; lingua a fragola; eritema diffuso dell’orofaringe Interessamento delle estremità Stadio iniziale: eritema ed edema di palme e piante Convalescenza: esfoliazione della cute dei polpastrelli FEBBRE La febbre presenta picchi elevati ed è remittente, in genere è > 39° C, ma in alcuni casi è > 40°C. In assenza di terapia adeguata dura in media 11 giorni, ma può continuare anche per 3-4 settimane; in rari casi anche più a lungo. Se viene praticata terapia adeguata la febbre scompare in 2 giorni. Classicamente la diagnosi viene formulata dopo 5 giorni di febbre e la presenza di 4 delle 5 manifestazioni cliniche principali (quasi mai presenti insieme nello stesso momento). FEBBRE La diagnosi può essere formulata anche nelle seguenti situazioni: entro il quarto giorno di febbre se sono presenti già 4 delle 5 caratteristiche cliniche; in caso di febbre da più di 5 giorni, < 4 segni, ma in presenza di segni di interessamento delle arterie coronarie rilevato all’ecocardiografia; deve inoltre essere considerata quale possibile diagnosi differenziale in tutti i casi di febbre prolungata e non definibile oltre i 5 giorni di febbre, ma in presenza di qualunque delle manifestazioni cliniche principali. CONGIUNTIVITE La congiuntivite bilaterale ha inizio di solito poco dopo l’insorgenza della febbre. Interessa prevalentemente la congiuntiva bulbare, risparmiando il limbo (regione avascolarizzata attorno all’iride); raramente coinvolge la congiuntiva palpebrale o tarsale. Non è essudativa, non c’è edema, né ci sono ulcere corneali. In genere non dà dolore. Possono essere eccezionalmente presenti una modesta irodociclite o una uveite anteriore (senza fotofobia e/o dolore oculare). ERITEMA LABBRA E MUCOSA ORALE L’interessamento delle labbra e della mucosa orale comprende: 1) eritema, fissurazioni, secchezza, screpolamento, spaccatura e sanguinamento delle labbra 2) lingua a fragola (indistinguibile rispetto a quella presente nella scarlattina) con eritema e prominenza delle papille fungiformi; 3) eritema diffuso della mucosa orale. Non si riscontrano ulcere della mucosa orale ed essudato faringeo. MODIFICAZIONE ESTREMITA’ Le modificazioni delle estremità sono caratteristiche. Eritema dei palmi delle mani e delle piante dei piedi o una stabile tumefazione delle mani e dei piedi (talvolta dolorosa) o la presenza sia dell’eritema che della tumefazione. La desquamazione delle dita delle mani e dei piedi ha inizio in genere dalla regione periungueale entro 2-3 settimane dall’inizio della febbre e può estendersi ai palmi delle mani ed alle piante dei piedi. In genere ad 1-2 mesi dall’esordio della febbre compaiono dei solchi profondi trasversi sulle unghie (linee di Beau). ESANTEMA La manifestazione cutanea appare in genere entro il quinto giorno. Può assumere aspetti diversi: il più frequente è un’esantema non specifico, maculopapulare. E’ in genere esteso con coinvolgimento del tronco e degli arti ed è più pronunciato nella regione perineale dove in genere ha inizio la desquamazione. Meno frequenti sono: esantema orticarioide, scarlattiniforme, tipo eritroderma, tipo eritema multiforme, eruzione di piccolissime micropustole. Non sono mai state descritte bolle e/o vescicole. ADENOMEGALIA LATEROCERVICALE L’adenomegalia laterocervicale è la meno comune tra le caratteristiche cliniche della Malattia di Kawasaki. E’ in genere unilaterale ed è localizzata preferibilmente nel triangolo cervicale anteriore. I criteri classici indicano almeno 1 linfonodo con diametro > cm 1,5. Possono essere presenti più linfonodi, senza suppurazione. I linfonodi sono stabili, non mobili, consistenti, ma non duri, non associati a cute sovrastante eritematosa. CRITERI DIAGNOSTICI FEBBRE Durata >5 giorni + 3 dei seguenti segni Congiuntivite Bilaterale, bulbare, non-suppurativa Rash Polimorfo, senza vescicole o croste + Linfoadenopatia Cervicale, > cm 1,5 Labbra e/o mucosa orale Labbra rosse fessurate; lingua a fragola; eritema diffuso dell’orofaringe Interessamento delle estremità Stadio iniziale: eritema ed edema di palme e piante Convalescenza: esfoliazione della cute dei polpastrelli SINTOMI E MALATTIA DI KAWASAKI – Lancet, 2004; 364: 533-544 DEFINIZIONE INCOMPLETE / ATIPICHE I pazienti nei quali non sono presenti tutti i criteri indispensabili alla diagnosi possono essere classificati come affetti da Malattia di Kawasaki atipica o incompleta (la diagnosi si basa spesso e prevalentemente sull’ecocardiografia). Forme incomplete: non presentano un numero di criteri diagnostici sufficiente. Forme atipiche: pazienti con manifestazioni non usualmente presenti nella Malattia di Kawasaki (ad esempio: insufficienza renale) “Failure to diagnose Kawasaki disease at the extremes of the pediatric age range” Pannaraj PS, Turner CL, Bastian JF, Burns JC J Ped Infect Dis, 2004; 23: 789-791 E’ una indagine conoscitiva effettuata tra Pediatri generali e Medici specialisti in malattie infettive pediatriche da medici dell’Università di San Diego. Più del 50% dei Pediatri generali e il 25% degli specialisti in malattie infettive pediatriche non prende in considerazione la Malattia di Kawasaki nei bambini al di sotto dei 6 mesi di età ed al di sopra degli 8 anni. Gli Autori concludono i commenti alla loro indagine conoscitiva sottolineando che il non considerare la diagnosi di Malattia di Kawasaki prima dei 6 mesi e sopra gli 8 anni fa sì che in queste categorie di soggetti siano a rischio perché le complicanze della Malattia di Kawasaki sono maggiormente presenti e gravi proprio nei lattanti e nei pre-adolescenti. Coronarografia selettiva sinistra. Aneurisma gigante della discendente anteriore ed aneurismi multipli dei rami diagonali e marginali. Sono state pubblicate le dimensioni delle coronarie in relazione alla superficie corporea. (Pediatrics, 2004: 114; 1708-1733) ECOCARDIO 1) 2) 3) 4) All’ingresso in Ospedale Dopo 1 settimana Dopo 1 mese dall’ultimo controllo Dopo 2 mesi dall’inizio della terapia antiaggregante Poi: Pazienti senza anomalie coronariche Dopo 1 anno Dopo 2 anni Pazienti con anomalie coronariche Dopo 3 mesi Dopo 6 mesi Ogni 6 mesi Pazienti con regressione delle anomalie coronariche Dopo 1 anno Ogni anno Tutti i pazienti con o che hanno avuto anomalia coronarica Holter ECG e se possibile prova da sforzo ogni anno ECG ed ECOCARDIO 67 Normali 50 50 Pazienti Anomalie coronariche 0 17 11 Scott JS, Ettedgui JA, Neches WH “Cost-effective use of echocardiography in children with Kawasaki Disease” Pediatrics 1999; 104: 5-7. 6 LINEE GUIDA FASE ACUTA Immunoglobuline per via endovenosa, 2 gr/Kg in singola infusione di 10-12 ore Acido acetilsalicilico, 80-100 mg/Kg/giorno, suddivisi in 4 dosi, fino al 10°-14° giorno CONVALESCENZA (SENZA COMPLICANZE) Acido acetilsalicilico 3-5 mg/Kg una volta al giorno per 6-8 settimane PAZIENTI CON ISCHEMIA MIOCARDICA CRONICA Angioplastica coronarica transluminale Bypass coronarico Trapianto cardiaco PAZIENTI CON INTERESSAMENTO CORONARICO Acido acetilsalicilico, 3-5 mg/Kg una volta al giorno per 6-8 settimane Dipiridamolo, 1 mg/Kg/giorno in pazienti selezionati Terapia anticoagulante, o terapia fibrinolitica, o entrambe (al bisogno, in pazienti con trombosi arteriose) Ig Somministrate nella fase acuta, le Ig ev, hanno dimostrato di ridurre la prevalenza delle anomalie delle coronarie. Non è noto il meccanismo d’azione, si pensa ad un generico effetto antiinfiammatorio. La posologia di 2 gr/Kg in unica somministrazione (ripetibile) è quella che si è rivelata più efficace. La terapia deve essere instaurata entro il 10° giorno di malattia e, se possibile, entro il 7°. Il trattamento prima del 5° giorno non riduce l’incidenza di anomalie delle coronarie, mentre si accompagna ad una maggiore probabilità di dover ripetere il trattamento. Nonostante il trattamento entro il 10° giorno, il 5% dei pazienti presenta una dilatazione transitoria delle coronarie; nell’1% si hanno aneurismi giganti. ACIDO ACETILSALICILICO L’aspirina ha una importante attività antiinfiammatoria (ad alte dosi) ed antiaggregante (a basse dosi). Durante la fase acuta è consigliata la posologia di 80-100 mg/Kg/die in 4 somministrazioni. Viene somministrata fino al 14° giorno e/o fino a 48-72 ore dallo sfebbramento. Poi si inizia la posologia a 3-5 mg/Kg/die in unica somministrazione per 6-8 settimane (si interrompe se non ci sono anomalie delle coronarie, altrimenti si continua indefinitivamente). Il Gran Bretagna è stato elaborato un protocollo terapeutico che prevede la posologia di 30-50 mg/Kg/die. Ig Somministrate nella fase acuta, le Ig ev, hanno dimostrato di ridurre la prevalenza delle anomalie delle coronarie. Non è noto il meccanismo d’azione, si pensa ad un generico effetto antiinfiammatorio. La posologia di 2 gr/Kg in unica somministrazione (ripetibile) è quella che si è rivelata più efficace. La terapia deve essere instaurata entro il 10° giorno di malattia e, se possibile, entro il 7°. Il trattamento prima del 5° giorno non riduce l’incidenza di anomalie delle coronarie, mentre si accompagna ad una maggiore probabilità di dover ripetere il trattamento. Nonostante il trattamento entro il 10° giorno, il 5% dei pazienti presenta una dilatazione transitoria delle coronarie; nell’1% si hanno aneurismi giganti. STORIA NATURALE Le lesioni delle arterie coronarie presenti nella Malattia di Kawasaki si modificano dinamicamente nel tempo. Si ha il 50-67% di risoluzione angiografica ad 1-2 anni dall’insorgenza della malattia. La possibilità che un aneurisma guarisca dipende dalle dimensioni raggiunte (più è piccolo, più ha possibilità di guarire). Flow chart Diagnosi: almeno 5 giorni di febbre + 4 dei seguenti 5 segni (rash, adenopatia, mucosite, congiuntivite, interessamento estremità) o + 3 e interessamento coronarie (< 1 anno forme incomplete) Terapia: Ig e.v. 2 gr/Kg (entro il decimo giorno) + Aspirina (30-50 o 80-100 mg/Kg/die) per 10 giorni (dose antiinfiammatoria) poi Aspirina (3-5 mg/Kg/die) per 6-8 settimane minimo (dose antiaggregante) Follow-up: All’ingresso in Ospedale, dopo 1 settimana, dopo 1 mese dall’ultimo controllo, dopo 2 mesi dall’inizio terapia antiaggregante Poi: Pazienti senza anomalie coronariche: Dopo 1 anno, dopo 2 anni Pazienti con anomalie coronariche: a 3 mesi, a 6 mesi, ogni 6 mesi Pazienti con regressione anomalie coronariche: a 1 anno, ogni anno Ricerca: Eziologia (ipotesi infettiva, immunologica, genetica) Terapia: anticorpi monoclonali abciximab, infliximab; bypass coronarici; angioplastica. CONSIDERAZIONI La malattia di Kawasaki è una patologia pediatrica nella quale la corretta e tempestiva diagnosi, nonché la corretta gestione, consentono di evitare sequele che possono essere importanti e drammatiche. La terapia DEVE essere iniziata entro il X giorno per arginare le sequele. Nelle forme incomplete è opportuno valutare con attenzione la necessità di trattare il bambino. Le forme che hanno esitato in un interessamento delle coronarie devono effettuare il follow-up presso un centro di III livello (assistenza multispecialistica). Il Pediatra deve seguire il follow-up coordinando gli accertamenti specialistici. Nel lattante (< 6 mesi di età) con febbre, la diagnosi di Malattia di Kawasaki, deve sempre essere considerata e, nel sospetto clinico, è consigliabile praticare la terapia al fine di limitare i possibili drammatici esiti della malattia. Situazioni a elevato rischio 1. Tentativo con Ig ev fallito 2. Malattia grave: età > 12 mesi e soggetti con infiammazione grave (PCR elevata, alterata funzionalità epatica, ipoalbuminemia, anemia) 3. Comparsa di MAS o shock 4. Già sviluppati aneurismi coronarici o periferici con indici di flogosi elevati 5. Punteggio di Kobayashi > 5 IN CASO DI DUBBIO CONSULTARE UN ESPERTO Sensibilità: identificazione come positivi i soggetti malati Specificità: identificazione come negativi i soggetti sani Ig ev 2 gr/Kg e Metilprednisolone 0,8 mg/Kg 2 volte al giorno per 5-7 giorni o fino a normalizzazione PCR; poi prednisolone 2 mg/Kg/die per os fino alle successive 2-3 settimane Consultare un esperto per Metilprednisolone 10-30 mg/Kg ev una volta al giorno per 3 giorni, poi prednisolone 2 mg(Kg/die per os per 7 giorni oppure fino a normalizzazione della PCR Fino alle successive 2-3 settimane Effettuare una ecocardiografia e un ECG appena possibile, Ma non ritardare l’inizio della terapia attendendo l’ecocardio. Follow-up Malattia di Kawasaki 1 gennaio 2005 - novembre 2014 pazienti seguiti in follow-up: 183 • trattati in OPBG: 149 • inviati da altri centri: 34 M : F = 90 : 53 (M 62,9%) età media alla diagnosi: • • • • < 1 anno 1 – 5 anni 5 – 8 anni > 8 anni 44 81 (58,27 %) 9 5 Follow-up Malattia di Kawasaki MK completa 66 MK incompleta 61 MK atipica 1 14 pazienti inviati da altri centri non dati sufficienti per la classificazione 4 pazienti trattati, dubbia MK Follow-up Malattia di Kawasaki MK completa MK incompleta MK atipica <6m 4 18 0 6 m – 5 aa 58 32 2 > 5 aa 6 4 2 Follow-up Malattia di Kawasaki Senza dilatazioni delle coronarie: 114/148 Con dilatazioni delle coronarie: 34/148 Follow-up Malattia di Kawasaki senza dilatazioni coronariche con dilatazioni coronariche <6m 8 16 6 m – 5 aa 94 18 5 aa 12 0 Follow-up Malattia di Kawasaki Risoluzione delle dilatazioni coronariche a 1 aa di follow-up risolti a 6-8 sett risolti a 3 m risolti a 4 m risolti a 6 m 8/18 12/18 16/18 18/18 IVIG Metilprednisolone Prednisolone andamento della febbre T °C Infliximab 40,5 40 39,5 39 38,5 38 37,5 37 36,5 36 Infliximab (Ab monoclonale umanizzato contro TNF-α) 5 mg/kg e.v. 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 giornata 3 anni e 6 mesi Malattia di Kawasaki Ig ev x 2 3 boli di cortisone antiTNF CONSIDERAZIONI FINALI • Le forme di Malattia di Kawasaki che non rispondono alle Ig ev rappresentano uno dei principali problemi terapeutici • Definire il ruolo delle piastrine può contribuire a rivisitare il ruolo dell’aspirina nella terapia della Malattia di Kawasaki • Nelle forme gravi di Malattia di Kawasaki è sempre opportuno valutare anche altri distretti per la presenza di aneurismi Cosa ricordare • Diagnosi clinica • Bambini < 6 mesi • Terapia con Ig ev entro la X giornata • Identificazione forme resistenti • Terapia delle forme resistenti • Follow-up in base alla stratificazione di rischio 71° Congresso SIP Nazionale ROMA 3 - 6 giugno 2015
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