Abstract - Clio 92
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XXI SCUOLA ESTIVA DI ARCEVIA (AN) CORSO DI FORMAZIONE PER INSEGNANTI DI STORIA E DI ITALIANO Formazione storica ed educazione linguistica nell’età della multimedialità digitale. 3. Incroci di linguaggi Rappresentazioni artistiche del passato nella didattica della storia Martedì 25 - Venerdì 28 agosto 2015 Istituto comprensivo di Arcevia, Montecarotto, Serra de’ Conti – Arcevia (AN) Sommario della relazione di Maurizio Gusso Le opere artistiche come fonti. Alcuni esempi: testi letterari, film e canzoni Finalità della relazione 1. Mettere in evidenza gli aspetti metodologici trasversali rispetto agli usi didattici sensati di vari tipi di fonti artistiche (arti figurative, letteratura, teatro, cinema, musica ecc.), a partire dalle teorie dell’arte come rappresentazione/interpretazione di aspetti di realtà e non come meccanico ‘rispecchiamento’ del ‘reale’. 2. Esemplificare le specificità di alcuni tipi/generi di fonti artistiche (testi letterari e in particolare romanzi/racconti storici di finzione; film di fiction e in particolare film storici di finzione; ‘canzoni d’autore’). 3. Mostrare l’utilità e la sostenibilità di un uso didattico storico-interdisciplinare delle opere d’arte come ‘specchi’ comunicativi e motivanti, come testi caratterizzati da linguaggi specifici e soprattutto come fonti, se non anche come ‘agenti di storia’. 4. Esemplificare vari tipi di usi didattici possibili delle opere d’arte come fonti (usi proiettivo-motivazionale, illustrativo e documentario). 5. Fornire un primo esempio di percorso testo – fonte - contestualizzazione storica. 6. Mettere a fuoco, mediante esempi appropriati, il problema del ‘doppio passato’ (di ambientazione e di produzione) delle opere d’arte a sfondo storico. 7. Porre in evidenza i complessi rapporti fra storicità e finzione nelle opere d’arte a sfondo storico. 8. Valorizzare gli apporti peculiari che opere d’arte a forte spessore storico possono dare alla formazione storica degli studenti. Tema Contenuto 1. Prima premessa: ‘arti’ e non solo ‘arte’, con particolari riferimenti a letteratura, cinema e musica Da una parte, si è scelto di mettere in evidenza gli aspetti metodologici trasversali rispetto agli usi didattici sensati di vari tipi di fonti artistiche (arti figurative, letteratura, teatro, cinema, musica ecc.). 2. Seconda premessa: l’arte come ‘rappresentazione’ e Ci si rifà più alle teorie dell’arte come rappresentazione/interpretazione di aspetti di realtà (‘realismo smaliziato’ o ‘convenzionalismo relativo’) che a Dall’altra, s’intende privilegiare e segnalare le specificità di alcuni tipi/generi d’arte, con esempi riguardanti soprattutto romanzi, racconti e film storici di finzione e ‘canzoni d’autore’ a forte spessore storico. interpretazione, più che come ‘rispecchiamento’ quelle dell’arte come meccanico ‘rispecchiamento’ (‘realismo ingenuo’) o dell’arte che imita solo l’arte (formalismo/’convenzionalismo assoluto’). 3. Un approccio storico-interdisciplinare alle opere d’arte come ‘specchi’, testi, fonti e ‘agenti di storia’ Si propone un approccio storico-interdisciplinare alle opere d’arte che tenga conto dei loro molteplici aspetti/funzioni. In primo luogo le opere d’arte possono essere considerate/utilizzate come ‘specchi’ su cui i fruitori possono proiettare liberamente le proprie domande esistenziali (terreno della motivazione e dell’educazione alla comunicazione). Senza un minimo di ’immedesimazione’ proiettiva la motivazione allo studio delle opere d’arte non si innesca. Comunicare e socializzare le impressioni di fruizione può essere un passaggio utile. In secondo luogo le opere d’arte vanno considerate come testi caratterizzati da linguaggi specifici (artistico, letterario, filmico, musicale ecc.) e/o da una pluralità di codici (terreno dell’educazione linguistica ed estetica/letteraria/filmica/musicale ecc.). In particolare le ‘arti dal vivo’ pongono un problema ulteriore: ogni performance è diversa da un’altra. Una stessa canzone può presentare diverse versioni: in studio/dal vivo, strumentali/cantate, censurate o no, in piccoli locali/in grandi concerti di massa, standard/improvvisate ecc.. Due esempi: Quelli che… (1975) di Enzo Jannacci; L’estaca (Il palo, 1968) del cantautore catalano Lluís Llach. In terzo luogo le opere d’arte vanno esaminate come fonti storiche (terreno della formazione storica). Soprattutto in alcuni casi (es.: arte di propaganda) le opere d’arte possono fungere anche da ‘agenti di storia’; per esempio: a) canti rivoluzionari e inni nazionali; es.: La Marseillaise (1792); b) L’estaca di Lluís Llach, in seguito alla censura franchista, diventa una sorta di inno antifranchista e catalanista. Il cantautore polacco Jacek Kaczmarski ne riprende la melodia, cambiandone radicalmente le parole, in Mury (Muri, 1979), che, in seguito allo stato di guerra proclamato dal generale Wojciech Jaruzelski (1981), si trasforma in una specie di inno di Solidarność clandestina. 4. Vari usi didattici possibili delle opere d’arte come fonti: usi proiettivo, illustrativo e documentario L’uso più frequente delle opere d’arte nella didattica della storia è quello illustrativo: le opere vengono usate strumentalmente a illustrazione e conferma di quanto emerge dall’autorità della storiografia e/o del testobase espositivo del manuale e/o della lezione frontale dell’insegnante. Le opere d’arte (o loro parti/sequenze) possono essere utilizzate pure come icebreaker, ossia come rompighiaccio sintetico, evocativo, proiettivo, motivazionale e problematizzante. Per esempio, le sequenze dell’arrivo dei fratelli Antonio e Peppino Caponi (Totò e Peppino De Filippo) alla Stazione Centrale di Milano e del loro incontro con un vigile lombardo in Piazza Duomo, in Totò Peppino e la… malafemmina (1956) di Camillo Mastrocinque possono essere usate come sintesi evocativa e accattivante di un periodo in cui un semplice viaggio dal Napoletano a Milano poteva apparire come una sorta di emigrazione all’estero. Un uso anche parzialmente documentario è più complesso e meno diffuso, ma anche più significativo. Un esempio: il film di Florestano Vancini, Bron-te. Storia di un massacro che il libri di storia non hanno raccontato (1972). 5. Per quali tipi di storia le opere d’arte possono essere considerate come fonti? Le opere d’arte possono essere considerate anzitutto come fonti a) per la storia delle forme e delle singole ‘arti’, dell’immaginario, dei modelli culturali, delle mentalità e delle idee (es.: I promessi sposi) e, con maggiore prudenza, b) per le altre storie (storia dell’ambiente, della cultura materiale e della popolazione; storia economica, sociale e politica); per esempio: la morte di Luca Malavoglia nella battaglia di Lissa ne I Malavoglia di Verga; il “Transatlantico” e la prima scala mobile nella Stazione Centrale di Milano nel film La vita agra di Carlo Lizzani (1964). 6. Il percorso testo/fonte – serie – contestualizzazione Un esempio: rappresentazioni letterarie, filmiche e storiografiche delle rivolte per le terre demaniali in Sicilia durante la spedizione dei Mille: a) analisi del racconto Libertà (1882) di Verga (piano dell’intratestualità); b) confronto fra Libertà e un passo di Giuseppe Cesare Abba (Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei Mille, 1891) e/o il film Bronte di Vancini (piano dell’intertestualità); c) contestualizzazione storica con l’aiuto di testi storiografici specifici (es.: B. Radice, Nino Bixio a Bronte, “Archivio storico per la Sicilia orientale”, 1910, nn. 2 e 3; L. Riall, La rivolta. Bronte 1860, Laterza, Roma-Bari, 2012). 7. Il ‘doppio passato’ (epoca di ambientazione e di produzione dell’opera) Tre esempi: I promessi sposi; Il romanzo La bufera (Roux Frassati e C. Tip. Edit., Torino, 1898); Bronte di Vancini. 8. Tutte le opere d’arte hanno una loro storicità, ma alcune hanno uno spessore storico particolare Tre esempi: I promessi sposi; Bronte di Vancini; la canzone Per i morti di Reggio Emilia (1960) di Fausto Amodei. 9. Storicità e finzione nelle opere d’arte a sfondo storico Un esempio: Bronte di Vancini: fonti esplicite e fonti implicite; l’influenza di Libertà di Verga nella genesi del film; la rappresentazione filmica di Calogero Ciraldo Gasparazzo e dei carbonai. 10. Necessità, utilità e sostenibilità di un approccio storico-interdisciplinare alle opere d’arte Un approccio storico-interdisciplinare alle opere d’arte è necessario e utile per rifar le polpe al carcame della storia (cfr. A. Manzoni, Del romanzo storico e, in genere, de’ componimenti misti di storia e d’invenzione, 1830) e per gettare ponti fra ‘arti’ e ‘scienze’ e fra persone di diversi ruoli, età/generazioni, generi/sessi e provenienze geografiche, socioeconomiche e culturali. Diventa particolarmente sostenibile se si valorizza il forte spessore estetico e storico di alcune opere chiave, riconducibili anche a grandi processi di trasformazione e a conoscenze storiche significative. Riferimenti bibliografici (si segnalano con un asterisco i testi-base) - P. Bernardi – F. Monducci (a c. di), Insegnare storia. Guida alla didattica del laboratorio storico. Seconda edizione, UTET Università, Torino, 2012 (*) e in particolare i contributi di M. Gusso, Il laboratorio con le fonti letterarie (pp. 157-172) e Il laboratorio con le canzoni (pp. 173-204), E. Musci, Il laboratorio con le fonti e le narrazioni iconografiche (pp. 205-226) e M. Medi, Il laboratorio con le fonti filmiche (pp. 227-240). - C. Brigadeci (a c. di), Il laboratorio di italiano. Esperienze, riflessioni, proposte, Unicopli, Milano, 2002 e in particolare M. Gusso, L’Italia narrata. Un percorso integrato di storia e letteratura del Novecento (pp. 19-43), in www.storieinrete.org/storie_wp/?p=1665 (*). - C. Cocilovo (a c. di), Insegnare e apprendere il passato a scuola tra finzione e storia, “I Quaderni di Clio ‘92”, 2015, n. 14 e in particolare M. Gusso, Storicità, fonti, genesi ed attualità di un film storico di finzione: Bronte (1972) di Florestano Vancini (pp. 49-67) (*). - M. Ferro, Cinema e storia. Linee per una ricerca, Feltrinelli, Milano, 1980 (ed. or.: Le cinéma, agent et source de l’histoire, Denoël/Gonthier, Parigi, 1977). - V. Guanci – C. Santini (a c. di), Far sentire la storia. Musica, suoni, discorsi per fare, insegnare e apprendere la storia, Polaris, Vicchio del Mugello (FI), 2005. - V. Guanci – C. Santini (a c. di), Capire il Novecento. La storia e le altre discipline, Franco Angeli, Milano, 2008 e in particolare M. Gusso, Letteratura e storia per capire il Novecento (pp. 38-53) e Il racconto come fonte per lo studio del Novecento. Storie di migrazioni (pp. 115-121). - M. Gusso, Cantare l’impegno, in V. Campo (a c. di), La biblioteca delle passioni giovanili, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano, 2008, pp. 124-149, in www.storieinrete.org/storie_wp/?p=15673. - M. Gusso, Per una didattica laboratoriale storico-letteraria. Racconti del secondo dopoguerra, in lingua italiana, sulle esperienze migratorie dall’Italia e in Italia, 25 maggio 2012, in www.storieinrete.org/storie_wp/?p=7482 (*). - P. Ortoleva, Rifar le polpe al carcame della storia. Il passato nell’audiovisivo di finzione e la didattica, in Aa. 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Percorsi curricolari di area storico-geograficosociale nella scuola, CUEM, Milano, 2006 e in particolare M. Gusso, I film nel laboratorio didattico di storia. Un approccio interdisciplinare (pp. 27-63); versione riveduta e corretta del 25 maggio 2012, in www.storieinrete.org/storie_wp/?p=7474 (*). - P. Sorlin, La storia nei film. Interpretazioni del passato, ed. it. a c. di G. Gori, La Nuova Italia, Firenze, 1984. (ed. or.: The film in History. Restaging the Past, Blackwell, Oxford, 1980). - P. Sorlin, Ombre passeggere. Cinema e storia, Marsilio, Venezia, 2013.
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