S - Diocesi di Como

Transcript

S - Diocesi di Como
DELLA
CONTIENE INSERTO
UNA RISPOSTA
SBAGLIATA
ei giorni scorsi il Consiglio provinciale di
Roma ha approvato
una mozione che lo
impegnerebbe ad installare distributori automatici di preservativi nelle scuole
superiori della capitale e nel
territorio della sua provincia.
Che dire di una decisione così
insipiente? Si possono fare almeno tre considerazioni.
Intanto, la scuola non è il luogo per distribuire preservativi:
ve ne sono già altri dove è possibile trovarli. La scuola - lo ha
sostenuto in modo molto chiaro il presidente nazionale dell’A.Ge. (Associazione Italiana
Genitori) Davide Guarneri «dovrebbe essere il luogo dove
si affrontano con serietà scientifica e con approcci integrati le
questioni della sessualità, anche coinvolgendo i genitori». Dovrebbe. Ma spesso non lo è. Ed
è tragico pensare che anche i
luoghi deputati all’istruzione e
all’educazione imbocchino la
scorciatoia delle risposte preconfezionate, evitando il confronto e il dialogo con le giovani generazioni. E sarebbe ancora più tragico scoprire che tanti genitori non sono in fondo
contrari a simile eventualità,
scaricando così sul... distributore sistemato fuori dalla scuola il compito di supplire alle loro
deficienze educative.
E a questo livello è possibile
fare una seconda considerazione. Il preservativo costituisce
un approccio negativo nella presentazione della sessualità. Prima di farne vedere la bellezza
sul versante della relazione umana, ne mostra la versione
consumistica e disimpegnata.
Invece di proporre obiettivi alti,
invece di educare a scelte responsabili, invece di presentare la sessualità come via privilegiata per costruire relazioni
stabili e appaganti, si offre subito il... paracadute come soluzione facile. Sarebbe come pretendere di insegnare a nuotare, solo dotanto lo sprovveduto
allievo di un comodo salvagente! È davvero umiliante dover
riconoscere che l’arte dell’educazione in un campo così importante si riduce al consigliare
una protezione meccanica...
E qui s’innesta una terza considerazione, che riguarda la famiglia come prima e insostituibile cellula educativa. Guai
se i genitori dovessero credere
che l’educazione sessuale è una
semplice questione di informazioni corrette e complete, chiedendo magari alla scuola di organizzarle nella maniera più
asettica possibile. No, l’educazione sessuale - come ogni educazione dentro il tessuto familiare - è far vedere ai figli come
ci si vuole bene, marito e moglie; è saper incarnare esempi;
è mostrare la bellezza dell’affetto; è trasmettere una visione positiva della sessualità e
del rapporto d’amore coniugale. E qui si misura la massima
distanza dall’idea che fuori della scuola ci sia un distributore
automatico di preservativi!
N
don AGOSTINO CLERICI
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
ANNO XXXIV
27 GIUGNO 2009
E 1,00
25
DIOCESI
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
La strada di un santo
LA VISITA DI BENEDETTO XVI A SAN GIOVANNI ROTONDO - A PAGINA 5
PRIMO PIANO
LE DORSALI
FERROVIARIE ALPINE
A POCHI
CHILOMETRI
DAL CONFINE
A PAGINA 3
LA DIOCESI
PELLEGRINA
ALCUNE NOTE SUL
PELLEGRINAGGIO
IN TERRA SANTA;
IN LUGLIO
SI CHIUDONO
LE ISCRIZIONI
AL PELLEGRINAGGIO
DEI SACERDOTI
ALLE PAGINE 8 E 9
FONDO
FAMIGLIA
E LAVORO
ATTIVO DAL
PROSSIMO 1 LUGLIO
A PAGINA 6
SONDRIO
IL NUOVO
PRESIDENTE DI
CONFINDUSTRIA
COMO
LA CARITAS
DIOCESANA
IN ABRUZZO
S
P
COMO
LE TORRI MAGICHE
NELLA “GRANDE
CORTE”
A PAGINA 17
i chiama Paolo Mainetti ed è il più giovane imprenditore mai chiamato alla guida dell’associazione degli industriali di Valtellina e Valchiavenna. Nel suo programma di
lavoro, valorizzazione del territorio e delle risorse naturali.
A PAGINA 28
BRINZIO
IN FESTA
PER SAN PAOLO
A PAGINA 27
COLDA
IL GRAZIE DELLA
DIOCESI AI FRATI
CAPPUCCINI
A PAGINA 31
COMO
LA CRISI DELL’AREA
INSUBRICA
A PAGINA 15
artiranno questo fine
settimana i primi cinque volontari comaschi. Arriveranno al
campo allestito dalla
delegazione Lombardia a Paganica, frazione de L’Aquila. Alla
nostra regione è stata affidatala zona a est della città oltre
all’Altopiano delle Rocche.
Un’area tra le più colpite dal
sisma.
A PAGINA 14
SPORT
E IL COMO RITROVA
LA VECCHIA “C1”
A PAGINA 18
CAGNO
CRONACHE
DALL’ORATORIO
A PAGINA 21
CAMPODOLCINO
UN MONUMENTO
PER IL BEATO
CANTÙ
GUANELLA
IN FESTA CON
A PAGINA 29
GARABOMBO
A PAGINA 22
SALUTE
“OSPEDALE APERTO”
CONTRO
L’INCONTINENZA
A PAGINA 16
CASASCO
IL SANTUARIO
“RINNOVATO”
A PAGINA 25
P A G I N A
2
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
SAN PIETRO, PRIMO PAPA
NOVITÀ IN LIBRERIA
AUTOBIOGRAFIA
C
on il suo stile piano e
accattivante, il cardinale lascia che san Pietro
ripercorra la sua sequela di Cristo dal primo incontro fino alla confessione alle
porte di Cesarea. Seguirà poi il
triplice rinnegamento all’inizio
della passione, ma anche il triplice invito di Gesù dopo la Pasqua: «Pasci i miei agnelli».
Il compito di Pietro non termina,
dunque, con la sua morte, ma
prosegue nei suoi successori, i
papi.
PICCOLE... LETTURE
L’opera, che si propone di rinnovare la devozione all’apostolo e
di favorire il pellegrinaggio alla
sua tomba, è accompagnata da
una guida spirituale della basilica di San Pietro, di cui il cardinale Comastri è arciprete.
ANGELO COMASTRI, Ti
chiamerai Pietro. Autobiografia
del primo Papa, San Paolo,
pagine 126, euro 11,50
I DUE VOLUMI DI MONS. COMASTRI
SONO IN VENDITA IN COFANETTO
AL PREZZO DI EURO 23.50
SULLA TOMBA DELL’APOSTOLO
PELLEGRINI
La basilica Vaticana, nella possente armonia delle sue forme e
nella importanza delle opere
d’arte che custodisce, è il risultato di una lunga e complessa vicenda costruttiva che trae origine dalla tomba di Pietro - primo
papa - e dai sentimenti di profonda devozione che in ogni epoca
ispirarono l’opera dei pontefici
ANGELO COMASTRI, San
Pietro. In cammino verso la
tomba dell’Apostolo, San Paolo,
pagine 118, euro 12,00
suoi successori. Dal 1982 la basilica di San Pietro, insieme allo
Stato della Città del Vaticano che
da essa ha avuto origine, è annoverata nel Patrimonio Mondiale
dell’UNESCO. Il volume consta di
un’introduzione di carattere generale e di tre capitoli dedicati rispettivamente alla visita della
basilica superiore di San Pietro,
delle Sacre Grotte e della Necropoli Vaticana. Correda l’opera un
ricco repertorio iconografico proveniente direttamente dalla Fabbrica di San Pietro.
BENEDETTO XVI E SAN PAOLO
LE SUE LETTERE
Paolo, ebreo, rabbino, apostolo è
una figura affascinante e drammatica. Ma come si è formata la
visione teologica dell’Apostolo
Paolo? In quale contesto è maturata? Sono questi gli interrogativi a cui risponde con chiarezza e
autorevolezza Benedetto XVI,
ripercorrendo le tappe dell’insegnamento di san Paolo dalla sua
“conversione”, al Concilio di Gerusalemme, alle lettere. Un’attenzione particolare è riservata
allo sviluppo del cuore della teo-
a cura di AGOSTINO CLERICI
logia paolina: la teologia della
Croce, la dottrina della giustificazione, il culto spirituale. Il testo raccoglie i discorsi del Papa in
occasione dell’Anno Paolino e
conclude la trilogia iniziata con
Paolo, l’Apostolo delle genti e proseguito con Paolo. I suoi collaboratori e le sue comunità.
BENEDETTO XVI, Paolo: le sue
lettere, il suo insegnamento,
San Paolo - Libreria Editrice
Vaticana, pagine 176, euro 13,00
Ecco disponibile un nuovo titolo della serie di
libri “per l’anima” curati da don Bruno Ferrero, grandi successi editoriali più volte ristampati. Anche in questo volume, oltre quaranta racconti e qualche pensiero: minuscole
compresse di saggezza spirituale. Per la meditazione personale, l’uso nella catechesi e
nell’animazione, la lettura in famiglia... BRUNO FERRERO, C’è ancora qualcuno che
danza, Elledici, pagine 80, euro 4,00.
Altra bella collana è quella agiografica dei libretti blu di Elledici e Velar. È ora disponibile
la biografia di san Pietro. Antonio Governale
racconta la storia di Simone, figlio di Giona,
l’uomo scelto da Gesù Cristo come primo capo
della sua Chiesa, sulla base delle fonti bibliche (Vangeli e Atti degli Apostoli) e sulle più
antiche tradizioni. ANTONIO GOVERNALE, San Pietro apostolo, Elledici - Velar,
pagine 48, euro 3,50. Della stessa collana
sono disponibili altri due titoli: CIPRIANO
CARINI, Santa Francesca Romana, Elledici - Velar, pagine 48, euro 3,50; CARMELITANE SCALZE DI MONCALIERI,
Beata Maria degli Angeli, Elledici - Velar, pagine 48, euro 3,50.
Non è facile comunicare ai bambini il significato delle opere di misericordia corporali e
spirituali. Il linguaggio utilizzato dall’autore e la veste grafica del prodotto lo rendono
particolarmente comprensibile e gradevole ai
fanciulli. Pur in tenera età essi possono essere aiutati a percepire cosa vuol dire volere bene al prossimo come ha fatto Gesù.
AIMONE GELARDI, Lo hai fatto a me. Le opere di misericordia a misura di bambino, EDB, pagine 48, euro 2,00.
Anche il significato dei Dieci Comandamenti
viene presentato da Aimone Gelardi (sacerdote dehoniano) in modo adatto ai fanciulli:
«La vita è un gioco importante e bellissimo,
con tanti giocatori. Come in ogni gioco, anche
nella vita le cose riescono bene se ognuno fa la
sua parte e rispetta le regole. Il Signore ha
riassunto le regole del gioco della vita nelle
“dieci parole”, cioè i suoi Comandamenti». AIMONE GELARDI, Le regole del gioco. 10
no? Noo!! 10 sì, EDB, pagine 48, euro 2,00.
“La depressione non è una malattia vergognosa, perché ha le sue radici nelle profonde
afflizioni che riemergono alla superficie della coscienza. Se potessimo parlarne, ciò ci
condurrebbe a una libertà e a una vita rinnovate”. Partendo da questa premessa, il libretto descrive la depressione come una crisi che
può diventare fonte di liberazione: offre spunti per la sua comprensione, ne percorre le tappe dolorose e traccia il cammino di guarigione. JEAN VANIER, La depressione, Elledici, pagine 32, euro 1,50. Nella stessa collana - è la nuova serie del “Mondo nuovo” di
san Giovanni Bosco - sono disponibili altre tre
titoli: TONINO LASCONI, Adolescenza.
Quando la vita si mette a cantare; GIUSEPPE CROCETTI, Piccolo catechismo
mariano; ENZO BIANCO, Educare come
don Bosco?, euro 1,50 cadauno.
TREDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Parola
FRA
noi
SAP 1,13-15; 2, 23-24
SAL 29
2COR 8, 7.9.13-15
MC 5, 21-43
Il miracolo più grande
è l’incontro
personale con Gesù
di ANGELO SCEPPACERCA
PRIMA SETTIMANA
del Salterio
È LA FEDE CHE GUARISCE E CHE SALVA!
D
iciamo subito qual è il
contenuto di questi
due miracoli inseriti
uno nell’altro. E’ Gesù
che si impone, con la
sua calma e sicurezza in mezzo
alla folla, dinanzi alla donna che
di nascosto gli si avvicina o davanti all’angoscia di Giairo per la
morte della figlia. Per tutti ha attenzione, premura, sia che dialoghi, sia che imponga il silenzio,
sia che operi cose che lasciano
stupiti. Gesù, dice l’evangelista
Marco, suscita fede e fiducia; la
sua potenza di compiere fatti e
miracoli si esprime nel gesto della donna che tocca il lembo del
mantello e nel segno di Gesù che
prende per mano la fanciulla
morta. Ora qualche dettaglio.
La scena è consueta: Gesù è
lungo il mare e c’è sempre molta
folla che lo segue in ogni suo spostamento. Giaìro gli si getta ai
piedi, con dolore e fiducia, per
supplicarlo di “toccare” sua figlia
che sta morendo, per salvarla e
guarirla. Anche una donna, da
lunghi anni malata e inutilmente curata, si attacca a Gesù accostandosi di nascosto, alle spalle,
per il timore di doverlo guardare
in volto. L’attimo in cui Gesù la
identifica è magnifico. Lei è impaurita e trema, si getta ai piedi
di Gesù e gli confessa il gesto con
cui aveva voluto rubare la grazia
della guarigione. L’atteggiamento di Gesù mostra la gioia di esserle dinanzi, volto a volto, occhi
negli occhi, bisognosi e in attesa
di ogni cosa quelli della donna,
misericordiosi e infinitamente
accoglienti quelli del Signore.
Gesù opera il miracolo della guarigione ma fa molto di più: si intrattiene con la donna, le parla
faccia a faccia, occhi negli occhi.
L’incontro personale con Gesù è
un miracolo - se possibile - ancora più grande. Eusebio di Cesarea racconta di una statua in
bronzo del Salvatore, voluta
come segno di gratitudine proprio dalla donna emorroissa gua-
rita da Gesù: “Su un alto masso
davanti alla porta di casa, già
abitazione dell’emorroissa, si
erge una statua di bronzo di una
donna che piega il ginocchio, con
le mani protese nell’atteggiamento di persona che implora;
dirimpetto ad essa, si erge un’altra immagine della medesima
materia che riproduce un uomo
in piedi, avvolto in un manto, che
tende la mano alla donna … Tale
statua raffigura Gesù. E’ rimasta fino ai nostri giorni; l’abbiamo veduta con i nostri occhi”
(Storia Ecclesiastica VII, 18).
La notizia della morte della
piccola di Giaìro non cambia le
cose. Bisogna continuare ad aver
fede. Giaìro gli crede, non altrettanto i presenti che iniziano a
deriderlo e dunque non possono
seguirlo per vederlo all’opera.
Per Gesù c’è prossimità fra la
morte e il sonno, perché sono entrambi premessa e segno di una
vita nuova portata dalla sua parola di comando: talità kum: al-
zati! E’ l’aramaico del latte materno, è l’ ordine di risvegliarsi e
risuscitare. Nella reazione dei
presenti prevale lo stupore che è
molto di più dello sbalordimento
psicologico; è intuizione di essere dinanzi ad una presenza di
Dio. Ed è questo che introduce
alla fede.
Il vangelo di oggi parla, infatti, della fede. E’ la fede che guarisce e che salva, perché è la fede
che vince la morte. Ma chi è “costui” a cui si può e si deve credere? E’ la domanda che percorre
tutto il vangelo di Marco. La risposta – completa – verrà solo
alla fine, per bocca di un pagano,
il centurione che ha comandato
l’esecuzione del condannato e
che, trovandosi di fronte a lui e
avendolo visto spirare in quel
modo, disse: Davvero quest’uomo
era Figlio di Dio! Il vangelo di oggi
vuol portarci a toccare Gesù e ad
essere da lui toccati nel solo modo
possibile, con la fede che lo riconosce risorto e Signore che dà la vita.
P A G I N A
3
SOCIETÀ
PRIMOPIANO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
DORSALI FERROVIARIE A POCHI CHILOMETRI DAL CONFINE CANTIERI E LAVORI AVVENIRISTICI
IL FUTURO CORRE SULLA LINEA
DELL’ALTA VELOCITÀ ALPINA...
lptransit corre,
l’Italia nicchia.
Questo il tenore dei titoli che
la scorsa settimana hanno accompagnato martedì 16 giugno
il “crollo” dell’ultimo diaframma del tubo orientale, fra Erstfeld e Amsteg,
nel Canton Uri, della nuova galleria di base del
San Gottardo. L’infrastruttura ferroviaria ad
alta velocità che attraverserà le viscere del massiccio nel cuore dell’Europa,
dimezzando i tempi di collegamento fra il sud e il
nord delle Alpi. In 18 mesi
la fresa appositamente
installata nel cantiere –
il cui trasporto richiese
addirittura la sospensione notturna del traffico
veicolare lungo l’autostrada A2 – ha scavato 7,2
chilometri di galleria,
raggiungendo la destinazione con sei mesi d’anticipo sul programma dopo
l’avvio del macchinario
supertecnologico (confidenzialmente chiamato
“la talpa”) il 4 dicembre
2007.
soluzione di questo genere è già stata adottata con
successo. Ancora da chiarire sarebbe comunque il
resto del tracciato, in particolare se sarà necessario scavare gallerie nel
San Salvatore, nel San
Giorgio o nel monte Generoso. Si parla di un costo
complessivo attorno ai 5,5
miliardi di franchi e di
una tecnica di scavo molto delicata, perché non si
avrà più a che fare con il
granito del Gottardo ma
con rocce calcaree in montagne dove abbondano
grotte e fenomeni carsici.
A
«È un’importante tappa, prima della realizzazione finale del più lungo
tunnel del mondo. È una
vittoria sia per gli operai,
che per la democrazia». A
parlare è il ministro dei
trasporti svizzero Moritz
Leuenberger. Il consigliere federale, durante la
festa seguita alla caduta
del diaframma, ha ricordato che, per la politica
del trasferimento del traffico, il sistema delle trasversali alpine – con le
gallerie di base del san
Gottardo e del Loetschberg – rappresenta un
tassello fondamentale. «Il
popolo – ha detto ancora
Leuenberger – ha sempre
confermato che le merci
devono passare dal Gottardo, prendendo il treno.
L’Europa – sempre secondo il consigliere elvetico –
ammira poi la Svizzera
per il potenziamento mirato dell’infrastruttura
ferroviaria». Renzo Simoni, presidente della direzione federale dei trasporti, si è detto molto
soddisfatto della caduta
del diaframma, evento
definito «un’ulteriore importante pietra miliare
nella costruzione della
ferrovia di pianura attraverso le Alpi».
La caduta del diaframma, spiega la direzione di
Alptransit, è avvenuta
con molta precisione. La
differenza in orizzontale
della caduta è stata inferiore di 1 cm e quella verticale si è rivelata mini-
ma. Possono sembrare
particolari ridicoli. Ma
poiché dopo lo scavo, occorre terminare le gallerie con cemento e posa di
altri materiali, moltiplicare per 57 chilometri
imprecisioni anche piccolissime, porta a cifre importanti, soprattutto in
termini economici…
Alptransit San Gottardo
SA si è detta soddisfatta
per come procedono i lavori per la costruzione
della galleria di base.
Fino ad oggi sono stati
scavati 133 dei 153 km
di quello che sarà il più
grande traforo del
mondo, pari a un avanzamento dell’87%. Il diaframma che ancora manca all’opera conclusiva è
quello tra Sedrun (nei
Grigioni) e Faido (in Ticino) e dovrebbe essere abbattuto all’inizio del 2011.
Prosegue a ritmo serra-
L’intenzione di costruire una Galleria di base del San Gottardo non è nuova.
Era già stata presentata una proposta nel 1947. Mezzo secolo dopo il primo
progetto risalente al 1962, verrà effettivamente messa in esercizio la galleria
ferroviaria più lunga del mondo. Naturalmente questi 50 anni hanno lasciato
tracce anche sul progetto.
L’approvazione del progetto per le Nuove Trasversali Ferroviarie Alpine nel
1992 ha costituito la base per la progettazione. L’accettazione della tassa sul
traffico pesante in funzione delle prestazioni e del progetto per l’ammodernamento ha significato, nel 1998, avere via libera per la costruzione. Nell’anno 2017 sarà messa in esercizio la più lunga galleria ferroviaria del mondo.
Il gruppo di studio per la Galleria del San Gottardo del Dipartimento Federale dell’Interno ha elaborato nel 1962 il primo progetto per una galleria di base
attraverso il San Gottardo. La prevista galleria a doppio binario, accessibile
attraverso due attacchi intermedi, conduceva da Amsteg verso Giornico dritta
come un filo attraverso la montagna. Era lunga 45 km e celava al centro un
impianto con binario di sorpasso. I treni dovevano poterla attraversare con una
velocità elevata non molto diversa da quella attualmente prevista: fino a 200
km/h.
Altri elementi del vecchio progetto sono stati notevolmente modificati. Si è
verificata un’accesa discussione soprattutto per decidere quale fosse il sistema
di galleria più adatto. La Commissione della galleria ferroviaria transalpina
del Dipartimento Federale dei trasporti e dell’energia, nel suo rapporto pubblicato nel 1971 è giunta alla conclusione che la soluzione migliore fosse rappresentata da una galleria a doppio binario, eventualmente suddivisa a tratti con
due gallerie ad una corsia. La scelta fra un unico condotto a due binari con
cunicoli di servizio oppure due condotti a binario semplice (con o senza cunicolo
di servizio), fu presa molto più tardi, ossia nel 1995. Ha poi avuto la meglio una
soluzione combinata, discussa solo di recente: due condotti a semplice binario
senza cunicolo di servizio, completata però da due stazioni multifunzionali, cambi
di corsia e circa 180 cunicoli trasversali, di modo che ciascun condotto possa
supplire l’altro in caso d’emergenza.
to anche la programmazione della rete di collegamento alla galleria del
Gottardo. Cruciale lo snodo del Ceneri. Giovedì 11
giugno il Consiglio di amministrazione di Alptransit ha deliberato al Consorzio Condotte-Cossi i lavori per la costruzione
della Galleria di base del
Ceneri (Lotto 852). Il Consorzio è costituito dalla
Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A. di
Roma, dalla Cossi S.p.A.
di Sondrio e dalla Cossi
SA Lugano. Il volume
complessivo per questo
lotto di galleria al Ceneri
ammonta a 987 milioni di
franchi. I lavori assegnati per il Lotto 852 comprendono il controavanzamento per i due tubi,
lunghi ognuno 11,5 km,
della Galleria di base del
Ceneri a partire dalle Caverne Operative di Sigirino in entrambe le direzioni. Nell’autunno prossimo
inizieranno i lavori d’installazione. Lo scavo
avrà inizio nella primavera del 2010 e sarà
completato verosimilmente nel 2015. In seguito verranno eseguiti i
lavori per la tecnica ferroviaria. La messa in
esercizio del Ceneri è prevista per la fine del 2019.
Una volta superato il
Ceneri, Alptransit corre
verso l’italica pianura padana. Non poche sono le
complicazioni, soprattutto dal punto di vista ambientale e progettuale.
Il canton Ticino auspica
una soluzione sotterranea per il tracciato di Alptransit tra Lugano e
Chiasso. I due progetti di
tracciato in superficie
sono infatti stati bocciati
dai 38 comuni interessati. Lo scorso aprile la Divisione della pianificazione territoriale del Ticino
ha comunicato di preferire la variante di una doppia galleria immersa nel
lago a una profondità di
70-80 metri sostenuta da
piloni. In Norvegia una
Per gli svizzeri, comunque, le preoccupazioni più
grandi arrivano dall’Italia. Di recente, l’ex-Ministro ed oggi segretario ai
trasporti, Roberto Castelli ha fatto sapere che
«l’Italia è più interessata
a portare le merci verso
Novara per non gravare il
nodo di Milano». Posizione ribadita anche nei
giorni scorsi a Genova,
quando Castelli ha messo in evidenza l’importanza del “corridoio 24” Genova-Rotterdam. Lo snodo di Novara citato da
Castelli si pone sulla linea di collegamento tra i
porti liguri (Savona e Genova) con il nord Europa
passando dallo snodo di
Sesto Calende da cui si diramano le due linee, quella attraverso il Sempione
con il Loetschberg e quella attraverso Luino-Bellinzona con il Gottardo. «I
progetti di collegamento
tra Lugano e Chiasso – teme qualcuno oltreconfine
– rischiano di essere un
esercizio di spesa inutile
dato che se le merci transiteranno su altre linee lo
sgravio della linea attuale potrà supportare a pieno lo sviluppo del transito passeggeri».
Diversa la posizione di
Regione Lombardia. «La
prosecuzione di Alptransit nel nostro territorio è
una priorità, ma al momento non ci sono i finanziamenti. Il progetto preliminare è già pronto e
siamo ancora in tempo
per rispettare l’appuntamento del 2016-2017». Così, nei giorni scorsi Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle Infrastrutture. «Il progetto el-
vetico – aggiunge Cattaneo – si ferma a Lugano
e la Svizzera deve ancora
chiarire cosa farà nel tratto tra Lugano e il confine.
È comunque vero che nell’ultimo anno non abbiamo fatto passi avanti sul
fronte italiano. Nel comasco è previsto il quadruplicamento della linea
da Albate a Seregno. Ma
l’opera non è finanziata
perché sono stati individuati come più urgenti
altri due interventi, l’Alta Velocità verso Brescia
e la nuova linea verso
Genova». La prosecuzione
del Gottardo è al terzo
posto nelle priorità lombarde: servono 1 miliardo
e mezzo di euro per questo progetto, oltre ad un
ulteriore miliardo per la
tratta che eviterà il passaggio delle merci da Milano. Buone le notizie per
la linea Arcisate-Stabio,
una bretella ferroviaria
che prevede la realizzazione della tratta da Lugano a Malpensa e quindi della linea tra Varese e
Como. «La posa della prima pietra di questa opera sarà il prossimo 7 luglio – conclude Raffaele
Cattaneo –. I finanziamenti ci sono e la durata
dei lavori è fissata in
quattro anni. Per il 2014
sarà possibile viaggiare
in treno da Varese a Como
in circa mezz’ora: un risultato incoraggiante».
Il quadro della situazione, dunque, è ampio e
complesso. Il problema
delle risorse è fra i più
gravi, anche in ambito
elvetico. Le trasversali
alpine sono finanziate
dalla Tassa sul Traffico
Pesante. La crisi economica, che non sta trascurando nessuno in Europa,
porterà a una diminuzione delle entrate del 10%
(lo scorso anno la tassa
aveva portato nelle casse
federali un miliardo e
mezzo di franchi). Inoltre,
proprio la crisi economica, potrebbe ridisegnare
le mappe delle produzioni industriali, modificando i flussi di traffico e
ridistribuendo le direttrici dell’economia e della
finanza. Problemi e interrogativi che rimangono
aperti.
ENRICA LATTANZI
P A G I N A
4
SOCIETÀ
INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
REFERENDUM SU RIFORMA LEGGE ELETTORALE E QUADRO POLITICO
Dall’urna una risposta prevedibile
F
allisce il referendum elettorale, come peraltro
era largamente prevedibile. Alla fine, tranne
qualche professorino e
qualche irriducibile referendario, non aveva più padri. Questa strada di politiche istituzionali, che aveva avuto successo
nel 1991 e nel 1993, peraltro
per motivi estrinseci al merito
della questione elettorale, sembra definitivamente abbandonata. Certo riformare questa
legge elettorale che non piace a
nessuno, ma giova a molti, resta una priorità, ma per la via
propria, che pure è difficilissima, quella parlamentare.
I risultati dei ballottaggi alle
comunali ed alle provinciali,
che pure hanno visto una discreta partecipazione elettorale, rispettivamente intorno al
45 e più del 60%, contro il 23%
del referendum meno votato di
tutta la storia, confermano i risultati del primo turno e in sostanza delle stesse europee.
Vince il centrodestra e il centrosinistra perde e non tracolla, come pure aveva seriamente temuto. I risultati complessivi per le provinciali sono molto significativi: il centrodestra
passa dall’abisso di 9 contro i
50 del centrosinistra, a 34 contro 28, invertendo in modo molto netto le proporzioni. Conquista oltre 20 amministrazioni, ritoccando così significativamente la mappa del potere locale.
La prova di appello è fissata
tra un anno, per gran parte delle elezioni regionali. Nel frattempo resta la constatazione di
una sostanziale, anche se
ambivalente stabilità: le amministrative e le europee confer-
mano i risultati delle politiche
dello scorso anno e gli equilibri
del governo.
Diranno le prossime settimane dello stato di salute dei diversi attori politici: dal Partito
Democratico, chiamato a scegliere il segretario e a disegnare una strategia non più di sopravvivenza, ma di alleanze e
di iniziativa, allo stesso presidente del Consiglio, che nelle
prossime settimane, di qui al
G8, si gioca un importante passaggio, sotto i riflettori internazionali, anche alla luce di quelle vicende personali che hanno
segnato la campagna elettorale, insieme peraltro all’andamento del calciomercato.
Di riflesso ai maggiori attori
si collocano le prospettive di Idv
e Udc, i cui successi ovviamente dipendono, così come quelli,
sia pure in misura diversa, della Lega, dallo stato di salute e
dalle evoluzioni delle maggiori
forze politiche oggi protagoniste del bipolarismo all’italiana.
Che questo possa continuare a
contare su una sinistra cosiddetta radicale è un’altra delle
questioni su cui si attendono
risposte.
Di più comunque ai cittadini,
tanto gli elettori, quanto i non
pochi astenuti consapevoli e
attivi, interessano le risposte in
termini di politiche pubbliche,
di investimenti in infrastrutture e in coesione sociale, che la
crisi e il suo supermento continuano a reclamare, sui diversi
piani, quello locale, quello nazionale e quello europeo che la
recente tornata elettorale ha
dimostrato così strettamente
connessi.
Servizio Informazione Religiosa
ATTESA PER LA TERZA ENCICLICA DI BENEDETTO XVI
Enciclica sociale: i due pilastri, verità e carità
S
iamo alla vigilia della
pubblicazione della terza enciclica del papa,
che sarà un’enciclica
sociale. Qualcuno potrebbe pensare che Benedetto
XVI inizierà il suo magistero sociale con questa enciclica, mentre invece egli ha già contribuito moltissimo allo sviluppo della Dottrina sociale della Chiesa (Dsc), lungo questi quattro
anni di pontificato: ha precisato la sua natura in rapporto a
Dio che è Amore e Verità ed ha
sviluppato i temi centrali della
presenza di Dio nel mondo, del
significato pubblico della fede
cristiana, della verità della fede
e della ragione, della corretta
laicità e della coerenza della
presenza dei fedeli laici entro
le cose profane.
Benedetto XVI ha ripreso l’insegnamento di Giovanni Paolo
II e ha posto la Dottrina sociale della Chiesa dentro il rapporto tra la Chiesa e il mondo, ossia dentro la missione di salvezza di cui la Chiesa è portatrice.
L’ha collocata, possiamo dire,
nel punto di incontro tra la ragione e la fede, tra la natura e
la grazia, come si legge nel paragrafo 28 della “Deus caritas
est”. La Dsc nasce da un intreccio tra ragione e fede, dal loro
richiamarsi a vicenda fin dal-
l’inizio e nel loro compenetrarsi. Non c’è dimensione umana
completamente estranea al cristianesimo, infatti questo è la
religione “dal volto umano”,
come ha detto il Papa a Verona
nell’ottobre 2006. La Dsc esprime in modo particolare questa
dimensione, collegandosi da un
lato a tutta la vita-azione della
Chiesa e dall’altro alle dimensioni che solitamente vengono chiamate profane, ma che non sono
“altro” dalla vita dello Spirito.
La Dsc è quindi espressione
di “Dio nel mondo”, vuole aprire la strada a Dio nel mondo
perché sa che un mondo senza
Dio è un mondo senza speranza, come ha scritto il papa nella “Spe salvi” ed anche la luce
della ragione, senza di Lui, tende ad offuscarsi. Il mondo ha
bisogno di verità. La ragione è
in grado di vedere molte verità, ma ce ne sono alcune che
essa, pur avendo in linea di
principio la capacità di farlo,
non avrebbe forse mai intravisto senza l’aiuto della rivelazione, e ce ne sono altre che, una
volta conosciute, vengono poi
abbandonate, dato che la ragione ha anche a che fare con il
cuore e spesso per vedere la
verità bisogna volerla vedere:
«Quando Dio viene eclissato, la
nostra capacità di riconoscere
l’ordine naturale, lo scopo e il
“bene” comincia a svanire. Ciò
che ostentatamente è stato promosso come umana ingegnosità si è ben presto manifestato
come follia, avidità e sfruttamento egoistico», ha detto Benedetto XVI ai giovani a Sidney.
Benedetto XVI ci insegna che
senza l’aiuto della fede la ragione si atrofizza progressivamente. Essa ha così l’illusione di
garantire la pace e la giustizia,
dato che su quanto è misurabile
gli uomini possono facilmente
trovare un accordo, ma invece
rende l’uomo vittima delle proprie inclinazioni e desideri, dato
che morale e religione sono abbandonate all’irrazionale. Così
c’è la dittatura del relativismo,
come il papa ha insistentemente ricordato.
Non si dà un contesto puramente mondano e razionale.
Non c’è l’economia da sola e poi
l’etica o la religione. Non c’è la
giustizia da sola e poi l’amore e
la carità. Non c’è la produzione
e poi la distribuzione. Non c’è
l’efficienza e poi la solidarietà.
Non c’è la legge naturale e poi
la legge nuova. Non c’è il laico
che poi diventa cristiano o viceversa. Pensare le cose in questo modo vuol dire accettare che
il mondo possa funzionare senza Dio. La Dsc sarebbe solo eti-
ca sociale, patrimonio di buoni
sentimenti di umanità, lubrificante sociale ma nulla di
costitutivo. Se la salvezza di Dio
non investe tutti i piani, alla
fine viene espulsa da tutti i piani. Ciò non significa che essa li
debba invadere, quanto piuttosto che la sua luce garantisce
la loro stessa autonomia e libertà, collocandola nella verità. Il
mondo ha bisogno di trascendenza, altrimenti la società perde la capacità di respirare, la
volontà perde di orientamento
e diventa schiava dei propri
desideri, la ragione senza la
speranza si chiude nella propria presunta assolutezza e finisce per autolimitarsi, la giustizia senza la carità si affida a
meccanismi che diventano una
prigionia. Succede così che la
scienza e la tecnica sfondino il
limite della dignità umana – il
papa lo ha detto nel 2008 a proposito della fecondazione artificiale -, che la pubblica piazza
manifesti la propria arroganza
rigettando Dio al di fuori di se
stessa e che tale arroganza sia
presentata come neutralità.
La necessità di Dio per il
mondo e, quindi, il problema di
Dio nel mondo, è anche la massima questione sociale e politica che pone di conseguenza ai
cristiani il dovere di una coe-
renza. La fede cristiana, ha detto il papa alla Giornata mondiale della Gioventù, «ha il potere di ispirare una visione coerente del mondo». Quando
sono in gioco i principi della legge morale naturale o quanto è
connesso con la dignità propria
di ogni creatura umana, non ci
può essere compromesso. Ci
sono delle questioni “non
negoziabili” che “non ammettono deroghe”, ha detto Benedetto XVI, e la democrazia non è
un compromesso al ribasso perché in questo caso il bene comune si trasformerebbe nel minor
male comune. Nascono qui due
indicazioni operative molto importanti: da un lato la necessità di costruire sui principi “non
negoziabili” una adeguata politica che apra loro la strada; dall’altro di attuare l’obiezione di
coscienza e di lottare per ottenerne il riconoscimento.
Tutto l’insegnamento sociale
di Benedetto XVI si incentra su
Dio che è Verità e Amore. L’amore del prossimo non può andare contro la verità che egli porta con sé e l’adesione razionale
a regole di comportamento non
si sostituisce mai, come un freddo codice, al vero rapporto fraterno della regina delle virtù,
la carità.
STEFANO FONTANA
SOCIETÀ
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
P A G I N A
5
BENEDETTO XVI E PADRE PIO
La strada di un santo
S
edici mosaici raffiguranti la vita di Gesù.
Un soffitto ricoperto di
foglie d’oro, ricavato
dagli ex voto dei devoti
di padre Pio. È la cripta della
chiesa, opera di Renzo Piano,
che accoglierà il corpo di san Pio
da Pietrelcina. Padre Marko
Rupnik con una ventina di collaboratori, cattolici, greco-cattolici e ortodossi, di otto diverse
nazioni, ha realizzato i mosaici
che coprono non solo le pareti
della cripta, ma anche 36 nicchie della rampa di accesso: gli
episodi realizzati – a sinistra la
vita di san Francesco di Assisi,
a destra quella di san Pio – rievocano i temi della chiamata, la
rinuncia al male, i sacramenti,
la lotta spirituale, la preghiera, l’ascesi, la morte dell’uomo
vecchio, il primato della carità,
la solitudine.
Temi che tornano, alcuni, nelle parole di papa Benedetto che
visita il Santuario, inaugura la
cripta e celebra la messa davanti a cinquanta mila fedeli
venuti da tutta Italia e da molti altri paesi europei, soprattutto dalla Polonia. Dopo 22 anni
un Papa torna a San Giovanni
Rotondo per rendere omaggio a
padre Pio. Torna all’indomani
dell’apertura dell’Anno sacerdotale per affidarlo proprio al
santo di Pietrelcina e alla Madonna. Torna, papa Benedetto,
per indicare nel santo del sud
un modello e un testimone della vita sacerdotale, con la sua
semplicità, umiltà, e con il suo
essere “afferrato da Cristo”.
Così si ferma in preghiera nel
luogo dove è esposto il corpo di
san Pio, accende due lampade
a ricordo della visita, e infine
celebra nel grande piazzale che
porta alla nuova chiesa, proprio
in quella zona che i fedeli di
padre Pio affollavano per vederlo affacciarsi dalla finestra della sua cella, salutare con un fazzoletto bianco, e benedire: immagine che è rimasta negli occhi e nei cuori di uomini e donne, giovani e anziani. Anche di
fra Paolo e fra Modestino, 90
anni il primo, qualcosa in più il
secondo, che hanno potuto abbracciare il Papa nel Santuario
di Santa Maria delle Grazie.
In questo luogo dove “tutto
parla della vita e della santità
di padre Pio da Pietrelcina”
papa Benedetto presiede la liturgia domenicale. Il tema della tempesta sedata, il brano del
Vangelo letto, è occasione per
soffermarsi sull’immagine del
vento e del mare: “il mare nella
Bibbia è considerato un elemento minaccioso, caotico, potenzialmente distruttivo, che
solo Dio, il Creatore può dominare, governare e tacitare”. Ma
c’è un’altra forza, ricorda Benedetto XVI, “una forza positiva,
che muove il mondo, capace di
trasformare e rinnovare le creature: la forza dell’amore del
Cristo”. Non una forza cosmica,
ma “divina, trascendente”. Così
il gesto” solenne” di calmare il
mare in tempesta, è “segno della signoria di Cristo sulle potenze negative e induce a pensare
alla sua divinità”. Non a caso i
discepoli si interrogano su chi
fosse quest’uomo capace di farsi obbedire dal vento e dal mare.
Lo loro fede non è ancora salda, ricorda il Papa; “è un misto
di paura e di fiducia”, cui si contrappone “l’abbandono confidente di Gesù nel Padre”. È ab-
bandono totale e puro per questo Gesù “dorme durante la
tempesta, completamente sicuro nelle braccia di Dio”.
Quando verrà la sua ora Gesù
“proverà paura e angoscia”.
Sentirà su di se il peso dei peccati dell’umanità, quasi onda in
piena, l’ultimo assalto del male
contro il Figlio di Dio. “In quell’ora, Gesù da una parte fu un
tutt’uno con il Padre, pienamente abbandonato a lui: dall’altra,
in quanto solidale con i peccatori, fu come separato e si sentì
come abbandonato da lui”. Terribile tempesta “non cosmica,
ma spirituale”.
Anche padre Pio ha vissuto le
tempeste, ha dovuto combattere con il demonio, ma è rimasto
unito a Cristo che ha voluto farne “strumento eletto del potere
perenne della sua Croce: potere di amore per le anime, di perdono e di riconciliazione, di paternità spirituale, di solidarietà fattiva con i sofferenti”.
Padre Pio, ricorda Benedetto
XVI, “ha avuto sempre di mira
la profondità del dramma umano, e per questo si è offerto e ha
offerto le sue tante sofferenze,
ed ha saputo spendersi per la
cura e il sollievo dei malati”.
Visitando nel pomeriggio la
Casa Sollievo della Sofferenza,
l’ospedale voluto da padre Pio,
il Papa dirà: “chi può eliminare
il potere del male è solo Dio. La
fede ci aiuta a penetrare il senso di tutto l’umano e quindi
anche del soffrire”. Ogni volta
che si entra in un luogo di cura
“il pensiero va al mistero della
malattia e del dolore, alla speranza della guarigione e al valore inestimabile della salute,
di cui ci si rende conto spesso
soltanto allorché essa viene a
mancare”.
Guidare le anime e alleviare
la sofferenza, così si può riassumere, con le parole di Paolo
VI, la missione di san Pio. Egli
“attirava sulla via della santità con la sua stessa testimonianza, indicando con l’esempio
il binario che a essa conduce: la
preghiera e la carità”. La sua
prima preoccupazione, ricorda
ancora il Papa, era “che le persone ritornassero a Dio, che
potessero sperimentare la sua
misericordia e, interiormente
rinnovate, riscoprissero la bellezza e la gioia di essere cristiani”. Preghiera, amore e carità
devono essere anche punti di
riferimento, in un tempo in cui
“i rischi dell’attivismo e della
secolarizzazione sono sempre
presenti”. Rivolgendosi a religiosi e laici, il Papa dice: molti
di voi sono “talmente presi dalle mille incombenze richieste
dal servizio ai pellegrini, oppure ai malati nell’ospedale, da
correre il rischio di trascurare
la cosa veramente necessaria:
ascoltare Cristo per compiere la
Il fascino
delle frasi fatte
D
volontà di Dio”.
Ci sono altri due temi che la
domenica di papa Benedetto
mette in evidenza, il primo è la
difficile, drammatica situazione dei rifugiati. All’Angelus ricorda la giornata del rifugiato
e dice: è doveroso accoglierli.
Sono persone “che cercano rifugio in altri paesi fuggendo da
situazioni di guerra, persecuzione e calamità”. Pone non poche difficoltà la loro accoglienza ma “è doverosa”; anche se
l’auspicio del Papa è che “con
l’impegno di tutti, si riesca il più
possibile a rimuovere le cause
di un fenomeno tanto triste”.
Il secondo è la disoccupazione: un fenomeno, dice, che “interessa in maniera drammatica non pochi giovani e ragazze
del Mezzogiorno d’Italia”. Ma
dice loro, come già a Cassino:
“non perdetevi d’animo”. Dice di
aver presenti i problemi che assillano i giovani e che “rischiano
di soffocare gli entusiasmi tipici
della vostra giovinezza”.
FABIO ZAVATTARO
i nuovo il dibattito
sul rapporto scuola
statale-scuola non
statale. Mi è capitato di leggere anche
affermazioni quali: il finanziamento alle scuole non statali sarebbe una barbarie!
Salvo le affermazioni di pochi, tutti si allineano alla
idea prefabbricata e valida
per ogni stagione: la scuola
statale è la sola scuola pubblica! Il monopolio dello Stato sulla istruzione deve essere difeso ad oltranza: tutto
ciò che non è statale, nella
scuola, non merita attenzione e se ne merita e per “punirlo”. Non difendo le scuole
cattoliche, non difendo le
scuole non statali: no, difendo un principio costituzionale che viene prima di ogni
altra disquisizione. Quale? Il
diritto del cittadino ad una
libera autodeterminazione
culturale, attestata dalla Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani, dalla Costituzione Italiana, dalla risoluzione del Parlamento Europeo. Ma come si fa ad affermare, senza alcuna precisazione, che la scuola statale è
la sola scuola pubblica? Un
po’ di buon senso! La scuola
statale è, innanzitutto e prima di tutto, la prima e più
ampia forma di scuola sovvenzionata con il denaro dei
privati cittadini. Denaro sul
quale lo Stato mette le mani
e lo rende”pubblico”. Ma è
pubblico perché, prima di
tutto e soprattutto, è privato. Mancasse il contributo dei
privati, non
avremmo il
pubblico.
La domanda allora si
impone:
può lo Stato
essere non
il garante
di un diritto (diritto
allo studio)
ma il solo
gestore di
ogni forma
di diritto
allo studio?
La Costituzione afferma che lo Stato
deve garantire il diritto allo
studio, ma non dice che lo Stato è il solo gestore. Avremmo
questa strana e paradossale
situazione: lo Stato è il
garante di un diritto che gestisce a modo suo per tutti i
cittadini e, anomalia nella
anomalia, è anche il controllore di questa attività. Uno
Stato garante, gestore e controllore! A tutti i difensori
della scuola di Stato, quale
solo modalità di scuola pubblica, raccomando le pagine
del noto libro LA CASTA e di
altri volumi che indicheremo.
Che lo sperpero del denaro
dei contribuenti nel campo
della scuola pubblica sia una
nuova forma di diritto che lo
Stato garantisce? Che cosa è,
allora, pubblico? La risposta
non è così scontata come appare! Un dibattito da riprendere, oltre le frasi fatte!
QUALE
?
scuola
ARCANGELO BAGNI
CORSIVO
di AGOSTINO CLERICI
NEL MARE IN
CUI «NAVIGA»
DI TUTTO...
Su internet gira di tutto.
Tanto «ciarpame» da far
paura. Hanno inventato la
casella della «posta indesiderata» (quella che vorremmo avere anche fuori casa
per evitare la saturazione
della cassetta delle lettere
con la cartaccia pubblicitaria), ma anche la lettura
delle mail “ammesse” si trasforma spesso in un trasferimento a catena nel «cestino», altro contenitore sempre pieno e da svuotare.
L’altro giorno ho ricevuto
una mail che annunciava la
prossima liberazione dell’Italia «dall’oscurantismo
medievale imposto dalla religione». Sono stato tentato
di cestinarla, ma poi ho voluto leggerla. Sono stato
tentato di non parlarne, per
non concedere visibilità a
idiozie grosse come una
casa, ma poi ho deciso che
era meglio parlarne. Memore in questo anche dello
«sbaglio» riconosciuto da
papa Benedetto stesso, il
quale nella lettera ai vescovi cattolici sulla questione
della remissione della scomunica ai presuli lefevbriani, ha ammesso che si è data
poca importanza a ciò che
circola nella rete. Perché il
problema è esattamente
questo: si pensa che sia
spazzatura, ma si dimentica che non si trova nell’immondezzaio, ma nel luogo
più visibile e più guardato
del mondo, quel luogo in cui
tanti giovani e meno giovani - per lo più sprovveduti
di nozioni culturali o religiose - si fanno un’idea su questioni anche importanti.
Tempo fa’ ho avuto a che
fare in un dibattito televisivo con un improvvisato
studioso che sostiene che
Gesù non è mai esistito: una
miseria culturale e una carenza di conoscenze storiche che hanno dell’incredibile, tanto che è difficile persino pensare di smontare
razionalmente un costrutto
che è praticamente irrazionale. Eppure, quel tale è
supportato da siti internet,
blog, associazioni esperte
nel veicolare idee sulla rete.
Tanti bevono, senza nemmeno accorgersi dei veleni
disciolti nel liquido contrabbandato come acqua purissima... E accade così che
non si dia importanza a certe idee, perché le si ritiene
palesemente errate. Invece,
bisogna impegnarsi a contrastarle con gli stessi mezzi, scendendo sul terreno
melmoso del web.
Il messaggio ricevuto l’altro giorno proviene da un
sito propugnatore dell’ateismo anticlericale più becero (che diffonde anche un
modulo per chiedere lo
«sbattezzo», ovvero la cancellazione dal registro di
battesimo), e annuncia la
nascita di un nuovo partito
politico di «democrazia atea» (perbacco, che copioni:
sbaglio, o esisteva una «democrazia cristiana»?), presentato come «il primo partito libero dai dogmi». Perché creare un altro partitino? Perché «è ormai chiaro
e evidente che il Parlamenti italiano prende ordini dai
monarchi del Vaticano, ubbidendo ai voleri della Conferenza Episcopale Italiana». Come ho detto, si tratta di un ateismo becero, forse poco incisivo nei salotti
della cultura e della politica. Ma assai performante
nella ramificazione incontrollata di internet. Occorrono nuove strategie.
P A G I N A
6
CHIESA
CHIESA LOCALE
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
AGENDA
del
VESCOVO
FINO
A VENERDÌ 26
Visita Pastorale alla Curia Diocesana.
GIOVEDÌ 25
Al mattino, in Curia, a
Como, Consiglio Episcopale.
VENERDÌ 26
A Como, alle ore 20.45, a
Palazzo Terragni, in occasione dell’anniversario
della Guardia di Finanza,
incontro con il prof. Salvatore Natoli sul tema “Etica e legalità, responsabilità personale e lealtà civile”.
SABATO 27
A Talamona, alle ore
10.00, S. Messa per i 100
anni della Casa di Riposo.
DOMENICA 28
A Madesimo, alle ore
10.00, S. Messa, in occasione dei festeggiamenti
per i 400 anni della parrocchia dei santi Pietro e
Paolo.
LUNEDÌ 29
Visita pastorale alla Curia; a Como, in Cattedrale, alle ore 18.30 S. Messa
con gli Uffici di Curia; a
Como, presso la parrocchia di Sagnino, alle ore
21.00, ultima “lectio divina” su San Paolo.
MARTEDÌ 30
Visita pastorale alla Curia Diocesana.
MERCOLEDÌ
1 LUGLIO
A Roma, al mattino, Consiglio Nazionale Scuola
Cattolica.
GIOVEDÌ 2
A Como, al mattino, Consiglio episcopale; a Como,
in Curia, alle ore 17.00, incontro con i responsabili
delle scuole cattoliche presenti sul territorio diocesano.
DOMENICA 5
A Casasco, alle ore 10.30,
S. Messa.
LUNEDÌ 6
E MARTEDÌ 7
A Caravaggio, incontro
della Conferenza Episcopale Lombarda.
Anche quest’anno 34
giovani della nostra
Diocesi hanno preso
parte, dal 18 al 21
giugno, agli Esercizi
Spirituali dei 18enni a
Pellio Inferiore presso
la Casa Nostra Signora
di Fatima. Tantissimi
sono stati i momenti
di questa intensa
esperienza: tra tutti, il
più provocatorio è
stato l’intervento del
nostro Vescovo Diego
sulla libertà dal titolo
Liberi per servire
IN ATTESA DELL’ENCICLICA SOCIALE DEL PAPA
Fondo diocesano: avvio il 1° luglio
N
on c’è assemblea di organizzazioni imprenditoriali, sindacali e
incontri indetti dalle
pubbliche amministrazioni che, parlando del vissuto presente, non mettano al
centro dei loro interventi una
riflessione sulla crisi economica in atto. Se qualche mese fa
si parlavano delle cause della
crisi, ora, si può dire, l’attenzione del dibattito è rivolta al post
crisi. Si dice la crisi c’è, ne abbiamo preso purtroppo atto in
tutta la sua gravità, ora si tratta di trovare le strade per uscirne e nello stesso tempo elaborare quelle regole, (tutti ne parlano senza però darne qualche,
se pur generica, esemplificazione) perché non si debba più rivivere una crisi economica così
grave. A onor della cronaca va
detto che nel corso degli ultimi
interventi sta passando una
parola di speranza, ancora debole, da verificare nella sua effettiva consistenza; si dice: la
crisi ha raggiunto il culmine,
ora si intravedono timidi segnali di ripresa. Nonostante queste indicazioni, rimangono però
aperte alcune domande: quanto durerà la crisi? Quale sarà
la velocità della ripresa, qualche mese, qualche anno? E poi,
una volta superata, sarà tutto
uguale a come era prima della
crisi o qualcosa dovrà cambiare o la crisi avrà operato dei
cambiamenti che creeranno un
sistema nuovo rispetto a quello della pre-crisi? Se alle prime
domande è difficile dare risposte certe, per l’ultima la risposta è unanime: la situazione
economica sociale non sarà più
come quella precedente la crisi. Il sistema imprenditoriale
parla di accentuazione dell’uso
di nuove tecnologie; il sistema
finanziario viene sollecitato a
darsi delle regole che lo rendano trasparente; i sindacati si
battono perché ci sia un mer-
cato del lavoro che non penalizzi i più deboli e che si attrezzino percorsi di riqualificazione
dei lavoratori affinché possano
acquisire le nuove professionalità richieste. Questi auspici
fanno intravedere le varie
sfaccettature di cui si compone
la crisi: quella imprenditoriale
quella finanziaria e quella del
lavoratore, della persona. Di
queste sfaccettature una è indicata da tutti come quella che
merita attenzione particolare:
quella che inerente alla ricaduta negativa sulla vita dei lavoratori e delle rispettive famiglie, in altre parole c’è molta attenzione alla così detta coesione sociale.
È significativo che i vari soggetti economici e istituzionali
pongano attenzione alla sfaccettatura umana della crisi.
Essa chiama ad un impegno più
determinato e attento da parte
delle strutture sindacali e anche da parte delle comunità
parrocchiali. Troppo spesso
quando si elaborano attività
parrocchiali si dimentica che i
componenti di una parrocchia
non sono solo bambini, giovani
e anziani, ma ci sono anche lavoratori, che per le famiglie devono poter usufruire di un reddito da lavoro confacente i bisogni del vivere quotidiano; a
volte, a seguito della crisi un
membro della famiglia deve
andare a lavorare in un luogo
lontano, e questo significa poter dedicare meno tempo per la
famiglia. Sabato 13 giugno Papa Benedetto XVI incontrando
i congressisti del convegno “Valori e regole per un nuovo modello di sviluppo” organizzato
della Fondazione Vaticana Centesimus Annus – Pro Pontifice
ha annunciato la prossima pubblicazione dell’enciclica che, ha
detto, è “dedicata proprio al vasto tema dell’economia e del lavoro: in essa verranno posti in
evidenza quelli che per noi cri-
stiani sono gli obiettivi da perseguire e i valori da promuovere instancabilmente, al fine di
realizzare una convivenza umana veramente libera e sociale”.
Il Papa ha detto che il prolungato ritardo della pubblicazione dell’enciclica è dovuto al sorgere della crisi economica: sul
come affrontarla e sugli insegnamenti da trarre dalla stessa. A giorni sarà pubblicata. Le
parrocchie si apprestino ad accoglierla e a trarre quelle indicazioni utili per un cammino
solidale con chi è in sofferenza
per questa crisi.
Ma la riflessione sull’attuale
difficile congiuntura economica
non si ferma qui. Perché anche
la nostra diocesi, dallo scorso 30
aprile ha dato vita a un fondo
di solidarietà a sostegno di famiglie e persone in difficoltà finanziaria. Il fondo “FamigliaLavoro”, coordinato dal vicario
episcopale monsignor Battista
Galli, è nato dalla collaborazione di un’equipe composta da
rappresentanti di Pastorale del
Lavoro, Caritas diocesana, associazioni e movimenti laicali
attivi sull’intero territorio della Chiesa comense. Il fondo
sarà operativo dal 1° luglio.
A confermarlo è proprio don
Battista: «Abbiamo a disposizione una cifra sufficiente a far
fronte alle prime richieste». “Famiglia-Lavoro” è un fondo aperto e in continuo aggiornamento. È partito da uno stanziamento iniziale della Caritas
pari a 20mila euro. Si sono poi
aggiunte le offerte raccolte in
tutte le parrocchie della diocesi il 10 maggio. In esso, inoltre,
confluisce il 50% del Sol.Sacer.,
il fondo nato lo scorso 9 aprile
da una proposta lanciata dal
vescovo Diego Coletti a tutti i
sacerdoti: mettere a disposizione un mese della propria
remunerazione (l’altro 50% al
momento viene destinato alle
popolazioni colpite dal terremo-
DAL 18 AL 21 GIUGNO A PELLIO INFERIORE
34 diciottenni agli
Esercizi Spirituali
to in Abruzzo). Nei giorni scorsi il vescovo ha comunicato
l’ammontare del fondo “Famiglia-Lavoro”: quasi 100mila
euro le offerte versate dalle
parrocchie; poco meno di
93mila quelle provenienti
dal Sol.Sacer. «Ci stiamo confrontando con un periodo di
grande emergenza – osserva
monsignor Coletti –. Il fondo
anti-crisi si raccorda e si completa con altre proposte e non è
un “atto di carità”, bensì espressione di generosa solidarietà
civile, che richiama tutti a un
serio impegno di fraternità.
Quella che stiamo vivendo potrebbe essere l’occasione per
imparare a condividere con gli
altri la normalità, non il superfluo». «La nostra principale preoccupazione – ribadisce
monsignor Galli – è educativa:
anche i cristiani devono modificare gli stili di vita, limitando
consumi ed evitando sprechi.
Occorre un impegno di sobrietà. Il fondo è un’iniziativa che
nasce “dal basso”, coinvolge in
primis parrocchie e famiglie,
chiamate a un atteggiamento di
ascolto e apertura». È stato
scelto il Comitato dei Garanti,
con la struttura organizzativa
ad esso collegata, e sono stati
individuati tutti i referenti
zonali. I parroci, inoltre, hanno
ricevuto una copia della scheda personale da compilare al
momento in cui si accoglie la
richiesta di aiuto. Nei prossimi numeri del Settimanale
pubblicheremo ulteriori
approfondimenti. Per il momento, per informazioni su modalità di adesione e accesso al
fondo, è bene rivolgersi al
proprio parroco; oppure telefonare alla Caritas, allo
031-304330; alle Acli di
Como, 031-3312711; alle Acli
di Sondrio, 0342-212352.
a cura di don GIUSEPPE CORTI
ed ENRICA LATTANZI
CHIESA
P A G I N A
7
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
IN CATTEDRALE L’INCONTRO DEL VESCOVO NELLA FESTA DEI POPOLI
UNA FESTA DI COMUNIONE FRATERNA
N
el pomeriggio di domenica 21 giugno la Cattedrale di Como ha ospitato la “Festa dei Popoli”. Una Pentecoste di
lingue, culture, tradizioni, storie
che si riconoscono nel dono dell’unica fede, «una fede profonda
che ci rende tutti fratelli – ha sottolineato il vescovo monsignor Diego Coletti – perché davvero, come
diceva Giovanni Paolo II, nella
Chiesa nessuno è straniero». Davvero tanti i fedeli raccolti in preghiera. Molti incuriositi dalle liturgie festose, dai canti, dai vestiti
tradizionali. Particolarmente sentita la processione offertoriale, con
una danza filippina interpretata
da un gruppo di bambine: «una
danza – ci ha spiegato la mamma
che ha coordinato il gruppo – in
cui si riconosce Gesù come pane
della vita. Gli si chiede di essere
gioia per chi soffre, giustizia per
gli oppressi, speranza per il popolo disperso». Fra i momenti più significativi della celebrazione, la
preghiera del Padre Nostro. Ognuno, a bassa voce, lo ha recitato nella propria lingua: colpisce il fatto
che i bambini – le cosiddette seconde o terze generazioni di migranti – lo abbiano detto in italiano, segno che l’integrazione, per
loro, non è un problema ma è già
una realtà. «Grazie – ha detto don
Umberto Gosparini, responsabile
diocesano per la pastorale dei Migranti – al Vescovo e ha tutti voi
che avete partecipato a questa celebrazione. L’incontro di oggi è preziosa occasione di comunione, per
fraternizzare, parlarci, conoscerci
e renderci conto che è bello stare
insieme». «Sono io che ringrazio
voi – ha concluso monsignor
Coletti – per la gioia e la grazia
della vostra presenza. Ci auguriamo davvero che quella di oggi sia
un’opportunità per costruire insieme percorsi di comunione fraterna». Qui di seguito riportiamo il
testo dell’omelia del Vescovo.
«Non sono io a darvi il benvenuto, cari fratelli e sorelle qui convenuti, perché è Gesù che dà il
benvenuto a tutti noi. Questa è
la casa della comunità cristiana,
che si raccoglie intorno al ministero del Vescovo, al suo altare e
alla sua Cattedra e accoglie tutti noi come figli e fratelli fra di
noi. Consentitemi due brevi premesse. Una riguarda la Pentecoste e l’altra è autobiografica.
Nella Pentecoste, ciascuno dei
presenti – ed erano Parti, Elamiti, abitanti della Mesopotamia,
della Cappadocia, del Ponto, della Frigia, della Panfilia… - in
quella piazza nella quale escono
gli apostoli dopo il dono dello Spirito Santo, ciascuno sente parlare nella propria lingua. È una
Fotoservizio William
cosa sulla quale non si medita
mai abbastanza, perché diciamo
che avevano tutti una lingua sola.
Non è vero. Lo Spirito Santo
non appiattisce le differenze,
le supera, le integra, le somma, in un mirabile linguaggio
fatto di accoglienza, di
fraternità, di attenzione per
l’altro, di gioia nell’essere diversi. Ciascuno sentiva parlare
gli apostoli nella propria lingua.
Anche oggi abbiamo dovuto fare
fatica, tutti, ad ascoltare la parola di Dio in tre lingue diverse, e
avevamo in mano un libretto che
– almeno per quelli che conoscono l’italiano – riusciva a rimediare. Ma questo sforzo di ascolto ci
fa fare un passo importante verso il mistero della Pentecoste.
Non abbiamo bisogno di essere
tutti uguali, di parlare una sola
lingua, di avere una sola storia,
di avere una sola tradizione…
Nello Spirito Santo del Signore
noi ci accogliamo nella nostra diversità. Questa è la prima premessa.
La seconda premessa autobiografica è questa: vedete la casula verde che indosso? È legata a
un ricordo tenerissimo e trepido.
Circa 44 anni fa, alla fine della
mia preparazione al sacerdozio,
strinsi amicizia con uno studente della teologia dei comboniani,
la cui sede era vicina al nostro
seminario. Questo sacerdote diventò vescovo nel sud del Sudan,
nel Darfur… dove, come voi ben
sapete, è in atto da anni una pesantissima persecuzione contro
i cristiani. Questa casula viene
dal Darfur e l’ho voluta indossare oggi perché mi ricorda
un’amicizia fraterna con un fratello che disse la prima messa
quasi in contemporanea con me
e che ora è a capo di una Chiesa
sofferente e perseguitata, immersa nel sangue dei martiri. Mi è
sembrato bello indossarla nel
giorno in cui celebriamo, nell’eucaristia domenicale, la gioia della reciproca accoglienza fra popoli
diversi.
Dopo le premesse condividiamo
una breve riflessione a partire
dalla Parola di Dio.
Nel vangelo che abbiamo appena ascoltato, ci sono state indicate le radici dell’intolleranza:
la paura, la poca fede, la presunzione. Giobbe viene rimproverato perché si è mostrato davanti a Dio presuntuoso, pensava di saperne più degli altri… di
avere in mano il senso della storia, di poter contendere con Dio.
E Dio gli dice: sei tu che hai creato
il mondo? Sei tu che sai tutto? La
presunzione è madre dell’intolleranza. L’altra madre dell’intolleranza è la paura. Quando il mare
si agita, quando i flutti entrano
nella barca, quando la nostra sicurezza di navigatori di piccolo
cabotaggio viene messa in crisi
dalla tempesta – e la tempesta
può essere anche l’arrivo del diverso, colui che ti disturba nella
tua paciosa tranquillità – quando arriva la tempesta viene la
paura. Tanto più se il Signore
sembra addormentato, assente,
distratto, non ci risponde… La
terza madre dell’intolleranza è la
poca fede. Così Gesù si è rivolto
ai suoi discepoli, spaventati: ma
perché avete poca fede? Perché
pensate che ogni difficoltà, ogni
novità, ogni contrasto, ogni
scuotimento della vostra vita
abbia a portare con sé una mi-
naccia così grave? Mentre la mia
presenza, anche dormiente, accanto a voi, dovrebbe essere fonte di fiducia e di speranza incrollabile? Se uno scopo ha il celebrare questa Messa, pregando gli
uni per gli altri, è il risanarci da
queste tre radici malate dell’intolleranza. Diventare umili davanti a Dio. E consapevoli che abbiamo sempre qualcosa di buono
e di bello da imparare. Da chiunque, quindi contrastare la supponenza. Diventare coraggiosi, anche nella difficoltà e nei contrasti: non lasciarci assillare il cuore dalla paura. E, infine, coltivare la fede.
È su questo e ultimo punto, a pochi giorni dalla chiusura dell’Anno Paolino, che vorrei citarvi un’altra pagina della Scrittura, che ci
invita alla fede in Gesù. Pensate, siamo tutti così diversi, per
lingua, per popolo, per nazione,
per storia, per sensibilità, eppure tutti noi, battezzati, siamo
stati battezzati in un solo corpo.
Per rivestire, nell’unico Spirito,
l’unica realtà di Cristo Signore.
E san Paolo, ecco questa è la pagina che voglio leggere con voi, san
Paolo, scrivendo ai cristiani di Efeso dice: Gesù è la nostra pace.
San Paolo aveva di fronte a sé
una grande separazione – che lui
viveva nella sua carne come
Giudeo –: la grande separazione
fra il popolo eletto e tutti gli altri
popoli, chiamati “goim”, che vuol
dire “cani”. E questa separazione era contraccambiata da tutti
i pagani nei confronti degli Ebrei
con altrettanto disprezzo. Questa era la situazione nella quale
viveva san Paolo. E davanti a
questa distinzione tutta la lettera agli Efesini – leggetela vi
prego – è giocata, almeno nella
prima parte, su questo “noi” e
“voi”. “Noi” sono gli Ebrei. “Voi”
sono i pagani. In un punto del
capitolo secondo san Paolo dice:
«Gesù Cristo è la nostra pace,
Colui che ha fatto dei due un popolo solo. Abbattendo il muro di
separazione che era frammezzo.
Cioè l’inimicizia. Annullando per
mezzo della sua Croce la legge
fatta di prescrizioni e di decreti
per creare in se stesso, dei due,
un solo uomo nuovo, facendo la
pace, e per riconciliare tutti e due,
con Dio, in un solo corpo per mezzo della Croce, distruggendo, in
se stesso, l’inimicizia». Che bello
se ci abituassimo a guardare
Gesù così… Lui che non ci dà la
pace come la dà il mondo. Una
pace fatta di potere esercitato che
schiaccia i poveri. Una pace fatta di equilibrio delle potenze e
delle armi. Io vi do la mia pace.
Che è quella fondata sul dono
totale di sé, che vediamo nella
Croce, e che distrugge l’inimicizia, non la copre! Distrugge
l’inimicizia e fa di noi “uno
solo”. «Egli è venuto, perciò, ad
annunciare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini, e per mezzo di Lui possiamo presentarci, gli uni e gli
altri – cioè tutti – al Padre, in un
solo Spirito». Ed ecco la conclusione di san Paolo, bellissima:
ciascuno la applichi a se stesso.
«Così, dunque, voi non siete più
stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio. Edificati sopra al fondamento degli apostoli
e dei profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo
Gesù. In Lui, in Gesù, ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore. In
Lui, in Gesù, anche voi, insieme
con tutti gli altri, venite edificati
per diventare dimora di Dio per
mezzo dello Spirito». Fratelli e
sorelle siamo qui per questo! Per
edificare insieme, con tutte le nostre diversità, l’unica, meravigliosa dimora di Dio, per mezzo dell’azione dello Spirito Santo che
invocheremo tra poco nella celebrazione eucaristica, perché faccia di noi un corpo solo nel Signore. Non più stranieri, né ospiti,
ma concittadini e membri della
famiglia di Dio.
Lo so che tra queste parole e la
nostra situazione di fatto, tra
queste parole e il nostro cuore presuntuoso, spaventato e
diffidente, c’è un lungo cammino da fare. Ma intraprendiamolo insieme, con fiducia,
con coraggio, per segnalare al
mondo che è possibile volersi
bene e che è proprio bene volersi bene perché siamo diversi».
CHIESA
P A G I N A
8
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
DAL 3 AL 10 SETTEMBRE LA DIOCESI PELLEGRINA CON IL VESCOVO IN TERRA SANTA
IL SENSO DEL PELLEGRINAGGIO/10
PELLEGRINAGGIO E CULTO DELLE RELIQUIE
P
La reazione carolingia a
questi palesi dubbi rappresentò alla perfezione il clima culturale diffuso ai più alti vertici della Chiesa: fu prima di
tutto prescritto il divieto di
venerare falsi martiri o santi
di incerta memoria, si raccomandò inoltre al clero ed al
monaci di interpretare in
modo corretto l’abbandono del
secolo piuttosto che ridurlo ad
aspetti solamente esteriori
quali la rinuncia all’uso delle
armi o l’impegno di raccogliere reliquie di corpi santi al fine
di potervi costruire attorno
nuove chiese - alle quali le
sopraddette reliquie portavano prestigio - cui procurare
donazioni mediante pressioni
sui fedeli.
ossiamo considerare il
culto delle reliquie nel
Medioevo strettamente connesso alla pratica del pellegrinaggio
penitenziale e, di conseguenza, alla crociata. A voler ben
vedere la prima crociata ebbe
come principale obiettivo, almeno in teoria, la liberazione
di quella che allora veniva considerata la maggiore e più prestigiosa reliquia cristiana cioè
la basilica che custodiva il Santo Sepolcro a Gerusalemme.
Come abbiamo già avuto
modo di sostenere, i romani
non vedevano molto di buon
occhio la pratica del pellegrinaggio, tuttavia quando Costantino, nella prima metà del
quarto secolo si convertì al
cristianesimo, le cose finirono per cambiare e sua madre
Elena partì, carica di devozione, per un fortunatissimo e
famosissimo viaggio verso la
Terra Santa dalla quale tornò
carica di tesori consistenti
nientemeno che nelle reliquie
originali della passione del
Cristo.
Interessato a rafforzare la
nuova religione dell’impero,
Costantino avallò subito le
scoperte fatte dalla madre e
costruì la basilica del Santo
Sepolcro destinata a diventare prestissimo il massimo santuario della cristianità.
A far nascere la moda di raccogliere e collezionare le reliquie fu l’imperatrice Eudossia
la quale, alla metà del V sec.,
stanca dei continui intrighi
della vita di corte e desiderosa di raggiungere una maggiore maturità spirituale, si
stabilì nella Città Santa seguita da molti esponenti dell’aristocrazia bizantina. Paziente
ed instancabile ricercatrice
Eudossia raccolse un gran
numero di reliquie e le inviò
alla capitale ponendo le basi
per quella che diventerà poi
la famosissima collezione di
Bisanzio. Buona parte di questa raccolta - che a detta dei
viaggiatori dell’epoca comprendeva accanto alle principali reliquie della Passione
quali la corona di spine e la
Vera Croce ed il panno di Edessa, anche alcuni oggetti
personali di Gesù come ad
esempio la veste inconsutile finirà poi in Europa in seguito al terribile sacco di Costantinopoli operato da parte delle truppe della quarta crociata (la corona di spine, custodita fino al 1806 in quello che è
considerato il massimo reliquiario della cristianità, la
Sainte Chapelle di Parigi, è
tuttora oggetto di venerazione da parte di centinaia di pellegrini ogni anno). Ben presto
la moda delle reliquie dilagò
in Occidente: fu così che oltre
ai consueti oggetti del lusso
mondano, cominciarono ad affluire dall’Oriente verso l’Europa anche quelli del lusso
religioso.
Bisogna ricordare che originariamente il cristianesimo fu
una religione orientale, era
quindi in Oriente che si trovavano le sepolture e quindi i
corpi e le reliquie dei primi
santi e martiri cristiani. Convinti che questi corpi avesse-
ro il potere di compiere miracoli, come ad esempio operare guarigioni, i pellegrini erano disposti per visitarli, ad
intraprendere lunghi, faticosi
ed avventurosi viaggi con la
speranza magari di entrare in
possesso di qualche reliquia da
riportare in patria e collocare
nelle chiese dei loro paesi di
provenienza.
Fu così che le reliquie, prima di secondaria importanza,
seguite più tardi da quelle
maggiori, comprate o come
doni diplomatici, cominciarono ad arrivare in Europa suscitando entusiasmi e, inevitabilmente, interesse nei confronti dell’Oriente ed in particolare per la Terra Santa.
Si arrivò addirittura ad organizzare ed inviare in Oriente vere e proprie ambascerie,
nella speranza di entrare in
possesso di qualcuno di questi importanti tesori quali, ad
esempio, una fiala del sangue
di Gesù o un frammento della
Vera Croce. Questi traffici erano sicuramente favoriti dalle
relazioni commerciali che si
svolgevano, in quel periodo,
lungo le coste del Mediterraneo, relazioni che presto però
finirono per entrare in una
fase di declino, a causa sicuramente di un impoverimento dell’Occidente ma anche
del pericolo rappresentato dalla presenza dei pirati che infestavano i mari.
Le conquiste arabe del VII
secolo (nel 638 il califfo Omar
entrò a Gerusalemme) infine
le interruppero del tutto, anche se non per molto.
Sotto Harum-el-Rashid, Carlo Magno fu invitato, in sosti-
tuzione al Basileus di Costantinopoli, ad assumere la tutela dei cristiani orientali: da
qui nacque la leggenda del famoso viaggio dell’imperatore
franco in Oriente dal quale
avrebbe riportato in Europa
un’altra famosa reliquia cioè
il Sacro Prepuzio, menzionato nei vangeli apocrifi, che gli
sarebbe stato consegnato addirittura da un angelo a Gerusalemme e che Carlo il Calvo donerà più tardi al Monastero di Charroux, nel Poitou.
Leggende a parte, l’azione di
Carlo Magno riguardo il culto
delle reliquie fu significativa:
si era oramai diffuso un vero
e proprio commercio, con la
consuetudine, di origine antica, di frammentarle e l’abuso
dei loro custodi di vendere i
frammenti, veri o falsi che fossero, ai pellegrini.
Questo però non bastò certo a frenare l’enorme popolarità assunta dal culto delle
reliquie anzi, paradossalmente il trafficò finì per intensificarsi e si moltiplicarono anche
i casi in cui, sorgendo delle
difficoltà per ottenere le reliquie ambite si ricorse ai cosiddetti “furti sacri”. Trasferimenti e furti divennero, quindi, sempre più frequenti e questo anche grazie alle più intense relazioni che si stabilirono tra Italia e resto del Continente in virtù della pene-trazione franca nel Mediterraneo. Roma era fornitissima di
reliquie di ogni genere e numerosi erano, nella città, i
chierici che si dedicavano a
questo mercato.
testo a cura
di BRUNO CAVALLERI
IL SENSO DEL PELLEGRINAGGIO/11
CONDIVIDERE IL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO
i avvicina il momento
della partenza per la
Terra Santa: la diocesi di
Como è pronta a ripercorrere i passi di Gesù.
«Siamo in 407 pellegrini, suddivisi in nove gruppi - scrive
don Giovanni Illia, responsabile dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi nella lettera indirizzata ai
partecipanti -. Vogliamo lasciarci guidare da quanto il nostro Vescovo ha posto a titolo del piano
pastorale 2008-2010: Il Maestro è qui e ti chiama.
giorni l’Eucaristia insieme; ci
sarà l’incontro con il Patriarca
Latino di Gerusalemme; vivremo
l’adorazione al Getzemani; sosteremo in preghiera nei luoghi santi e a gruppi rivivremo il cammino della croce. Anche il tempo in
pullman può essere utilizzato
per la riflessione e la preghiera.
S
Siamo in molti, è vero! Vogliamo
vivere l’incontro con Gesù e l’incontro con la Chiesa delle origini. Il programma del pellegrinaggio evidenzierà momenti di gruppo e momenti diocesani pensati
e strutturati sia per chi viene per
la prima volta in Terra Santa, sia
per chi vuole approfondire e
riscoprire un’esperienza già vissuta. Ogni giornata avrà un tema
guida che permetterà di cogliere
la “grazia” dei luoghi che visiteremo e accompagnerà la riflessione e la preghiera. Durante il pellegrinaggio sappi sostare e “assaporare” i luoghi e gli ambienti
che testimoniano la presenza del
Signore ancora oggi. Non preoccuparti dei souvenirs e delle cartoline, avrai comunque tempo e
ci saranno dei tempi riservati:
gusta l’incontro con il Signore!
Sono certamente diversi i motivi
che ti hanno indotto a farti pelle-
Il pellegrinaggio è occasione per
aiutare la Chiesa Madre di Gerusalemme. Le offerte raccolte durante le celebrazioni sono in aiuto ai santuari e alle comunità
dove celebreremo l’Eucaristia.
Consegneremo al Patriarca anche un segno della nostra attenzione e generosità verso la Terra
Santa. Nell’imminenza del pellegrinaggio sarai raggiunto da
indicazioni precise.
grino con il Vescovo e la diocesi
sui passi di Gesù. Preparati a
vivere al meglio il dono di grazia
che è il pellegrinaggio. Nel cammino della tua vita è una grazia
grande poter stare là dove Gesù
è diventato uno di noi, dove ha
fatto fatica e ha gioito come noi,
dove ha vissuto la missione affidatagli dal Padre, dove si è manifestato come Figlio di Dio e
unico Salvatore di tutti gli uomini. Ti suggerisco di leggere con
attenzione un vangelo, di eviden-
ziare luoghi, situazioni particolari, avvenimenti, servirà a riascoltare in quei luoghi la sua chiamata. Preparati con la preghiera, con una confessione-conversione (in pellegrinaggio non sarà
facile avere tempo e spazio), con
la partecipazione all’Eucaristia,
condividendo l’attesa e le aspettative con i pellegrini che conosci. Durante il pellegrinaggio vivremo dei tempi speciali di preghiera presieduti dal nostro Vescovo, celebrando quasi tutti i
Troverai delle guide (sacerdoti e
laici) che saranno a tua disposizione per gli aspetti spirituali,
tecnici e comunitari del pellegrinaggio. Mettiti per parte tua nella disponibilità a partecipare cogliendo tutto quello che ti sarà
offerto perché quanto accogli possa poi decantare e diventare sapienza nella tua vita. Sii puntuale alle indicazioni di tempo e di
luogo che ti saranno date, favorirai il tuo gruppo e insieme tutti i
pellegrini della diocesi. Favorisci
con la tua attenzione, con la tua
puntualità e con il coinvolgimento degli altri - conclude don Illia la partecipazione agli eventi sia
diocesani sia di gruppo».
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
P A G I N A
9
VERSO IL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO, GUARDANDO A GERUSALEMME
NOVELLI SACERDOTI AD AMMAN,
PRIMA MESSA A COMO
opo Abuna Aziz nel
1995 e Abuna Nidal
nel 2002, la parrocchia comasca di Rebbio si prepara ad accogliere, da novello sacerdote, Abuna Wissam e festeggiare con lui quello che sarà
uno dei momenti più belli e
significativi della sua vita: la
prima Santa Messa presso la
chiesa rebbiese di san Martino. La tradizione di “adottare a distanza” un giovane del
seminario di Gerusalemme di
Beit-Jala è condivisa da diverse comunità della diocesi di
Como. Una decina i seminaristi accompagnati in questi
anni fino al momento dell’ordinazione sacerdotale. Il
“rebbiese” Abuna Wissam viene ordinato nella cattedrale di
Amman, dal patriarca latino
Sua Beatitudine Fouad Twal,
giovedì 25 giugno: una piccola delegazione comasca è in
Giordania per partecipare a
questo momento così significativo. La prossima settimana, sabato 4 luglio, Abuna
Wissam sarà in Italia, a Como. Per prepararsi al momento della S. Messa, in programma presso la chiesa
parrocchiale di Rebbio
alle ore 10.30 di domenica
5 luglio, ci saranno due serate di approfondimento: mercoledì 1 luglio, con monsignor Italo Mazzoni, che affronterà l’argomento Sulle
orme di Abramo - Il sacerdote cammina nella fede!;
giovedì 2 luglio, con monsignor Angelo Riva, che parlerà di Sulle orme di Geremia - Il sacerdote chiama
a conversione!
Ma ci sarà anche un’altra
occasione per incontrare e
conoscere meglio la comunità cristiana di Terra Santa.
Mercoledì 8 luglio Abuna
Wissam, insieme agli altri due
novelli della Chiesa di Gerusalemme Abuna Ala’ e
Abuna Issa saranno presso la
basilica di san Carpoforo. Dopo
un momento conviviale nel
D
ABUNA WISSAM SCRIVE
E SI PRESENTA AI SUOI AMICI
DELLA DIOCESI DI COMO
Nel mio cuore ci sono tanti sentimenti di gratitudine
e di grande gioia verso il Signore e verso quelli che ho
conosciuto e mi hanno aiutato nel mio cammino verso il
sacerdozio, soprattutto voi. La mia gioia interiore è che
la volontà di Dio si realizza nella mia vita, perciò in questi giorni mi sto preparando a ricevere una grande grazia: quella del sacerdozio. Questo evento sarà una grande gioia per tutta la mia famiglia in Giordania e per
tutti voi. Voi avete avuto un ruolo speciale nella mia
formazione, perché sono sicuro che ci sono tante persone che hanno pregato per me, e continuano a pregare.
Mi presento brevemente. Mi chiamo Wissam Walid
Almassadeh, ho 27 anni. Sono della Giordania della città di Karak a sud, ma la mia famiglia abita ad Aqaba. Ho
quattro fratelli e una sorella che si chiamano: Wasim,
Wagieh, Wiam, Salem e Maryana.
Sono entrato in seminario minore a Beit-Jala il 25
agosto del 1995, poi sono entrato nel seminario maggiore l’anno 2000. Ho finito filosofia nel 2004, e ho cominciato a studiare teologia per tre anni. Dopo ho chiesto di
fare un anno intero di esperienza pastorale, con don Aziz
Halwaeh, il vostro primo figlio, e l’ho finito l’anno scorso. Veramente quella è stata una bellissima esperienza,
di grande aiuto e che ha fortificato la mia scelta. Finalmente sono stato ordinato diacono il 14 novembre 2008
nella chiesa dell’Annunciazione, la parrocchia di don
Nidal Qanzoua, il vostro secondo figlio.
Come sapete bene, sono stato ordinato sacerdote il
prossimo 25 giugno ad Amman. Ecco, il riassunto della
mia vita, e spero che sia sufficiente.
cortile del chiostro dell’omonimo istituto scolastico, messo a disposizione dalle Suore
dell’Assunzione, i giovani sacerdoti, alle ore 20.45 celebreranno la S. Messa. L’incontro è promosso dal Gtr di
Rebbio in collaborazione con
le parrocchie di san Martino
e dei SS. Carpoforo e Brigida.
Al termine della celebrazione
eucaristica un momento di
festa nel vicolo san Carpoforo,
che conduce all’ingresso della
basilica. «La Chiesa Madre di
Gerusalemme – si legge nel
volantino che accompagna
l’iniziativa – incontra la nostra
Chiesa locale nel luogo segno
del suo inizio per sangue dei
protomartiri Carpoforo e compagni e per il primo luogo di
culto eretto da S. Felice».
Un’occasione di confronto
aperta a tutti e che, per i prossimi pellegrini diocesani in
Terra Santa, potrebbe essere
occasione preziosa per sapere
di più della difficile realtà con
cui, nei Luoghi culla della nostra fede, quotidianamente ci
si deve confrontare.
Mando i miei vivissimi saluti a voi, ad ogni persona
che ho conosciuto e a quelle che conoscerò nel futuro.
Grazie di cuore per quello che avete fatto, fate e quello
che farete per me. Attendo con ansia di incontrarvi e
vedervi personalmente, soprattutto per la mia ordinazione sacerdotale e per festeggiare insieme la mia prima Messa in Giordania e a Como da voi. Chiedo a voi di
pregare per me in questo periodo molto importante. Vi
assicuro la mia fervida preghiera per ciascuno di voi e
ricorderò tutte le vostre intenzioni e le metterò nel calice che eleverò durante la mia prima Messa, e chiederò
al Signore di realizzare i vostri desideri. Saremo uniti
nella preghiera. Vi abbraccio fortemente nel cuore di
Gesù e di Maria.
Vostro figlio
don Wissam Almassadeh
LE ISCRIZIONI PER NEVERS, PARAY LE MONIAL, ARS, LIONE, ANNECY ENTRO LUGLIO
NELL’ANNO SACERDOTALE, CLERO DIOCESANO PELLEGRINO
C
arissimo confratello,
come sai il Vescovo ha
voluto proporre al presbiterio un “pellegrinaggio spirituale” nel prossimo mese di novembre. Il
19 giugno si è aperto l’anno
sacerdotale e conosci certamente le preghiere e gli auspici del Papa. Il pellegrinaggio vuole essere un modo per
vivere un momento spirituale e intenso per la nostra
vita di sacerdoti.
Voglio ricordarti che entro
il mese di luglio dobbiamo chiudere le iscrizioni.
La scelta di trovare vitto e
alloggio presso istituti religiosi ci mette dinanzi alla
necessità, da parte di questi
ultimi, di bloccare i posti disponibili con largo anticipo
di tempo.
Colgo l’occasione anche
per riaggiornarti sul pro-
gramma che, come già ci ricordava il Vescovo, vede l’intervento di personalità significative nella vita ecclesiale
francese e per il ministero
che è loro affidato.
Lunedì 16 ci vedrà in
pellegrinaggio alla volta
di Nevers. Al nostro arrivo
la sistemazione presso l’Istituto delle Suore della Carità e la visita ai luoghi di Bernadette e al museo, un tempo di preghiera personale e
la Santa Messa presieduta
dal nostro Vescovo. In serata Rosario presso l’urna di
Santa Bernadette.
Martedì 17 alle lodi seguirà la riflessione di monsignor Francis Deniau, vescovo di Nevers, sul tema:
Bernadette e il suo rapporto con i sacerdoti. La
Santa Messa presso l’urna di
santa Bernadette. In tarda
mattinata visita alla Cattedrale e dopo il pranzo partenza per Paray. Arrivo a
Paray e sistemazione presso
l’Hôtel du Prieuré. La meditazione alla cappella delle
apparizioni: Santa Margherita Maria e le rivelazioni del Cuore di Gesù.
Dopo cena tempo per l’ adorazione e recita delle litanie
del Sacro Cuore alla cappella delle apparizioni.
Mercoledì 18 in mattinata visita ai luoghi seguite
dalla riflessione intorno alla
figura di san Claudio de la
Colombière: Il mio servo fedele e il mio perfetto amico. Santa Messa alla cappella delle apparizioni a cui segue il pranzo e la partenza
per Ars. Arrivo ad Ars e sistemazione al Foyer Giovanni Paolo II. Meditazione det-
tata dal vescovo di BelleyArs monsignor Guy Bagnard: Lo stile spirituale
di San Giovanni Maria
Vianney in basilica. Seguirà tempo di adorazione e la
celebrazione dei Vespri, la
visita alla casa del Curato e
alla Providence. In serata
Rosario e pellegrinaggio al
monumento de La Rencontre.
Giovedì 19 partenza per
Lione e visita alla Primaziale di Francia. In mattinata incontro con il cardinale
Philippe Barbarin Primate
di Francia presso l’arcivescovado di Lione e meditazione:
Lo stile pastorale di San
Giovanni Maria Vianney.
Seguirà la visita a Notre
Dame de la Fourvière. Nel
pomeriggio passaggio a
Ecully e visita a Dardilly,
paese natale del Santo Cu-
rato. Rientro ad Ars e Santa
Messa. Tempo a disposizione
per la preghiera personale.
In serata Rosario.
Venerdì 20 Santa Messa presso l’urna del Santo Curato e partenza per
Annecy. Visita ad Annecy e
presso l’antico monastero riflessione dettata da monsignor Remo Barcellini, vicario episcopale emerito della
diocesi di Annecy: Francesco di Sales: un vescovo
moderno. Seguirà la visita
alla città e nel pomeriggio
alla Basilica che custodisce
le reliquie di san Francesco
di Sales e di santa Giovanna Francesca de Chantal.
Vespri e conclusione del pellegrinaggio a cui seguirà il
rientro in Italia e alle
nostre parrocchie.
don GIOVANNI ILLIA
CHIESA
CHIESALOCALE
P A G I N A
10
Diverse proposte
formative sono
programmate per il
nuovo anno pastorale
2009-2010. Accanto ai
percorsi proposti dai
diversi uffici della pastorale diocesana (ad es.
la Scuola per operatori
di pastorale familiare,
che inizierà ad agosto il
terzo ciclo biennale),
rimarchiamo
tre iniziative diocesane
meritevoli
di attenzione.
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
[1]
SCUOLA DI TEOLOGIA PER LAICI
Corso di formazione teologica
[1] La Scuola di teologia per laici porta a
compimento il ciclo
triennale mediante
l’attivazione dei corsi
dell’anno C. Esaurito
l’attuale iter formativo,
con il prossimo anno
l’impianto della Scuola
verrà ripensato e
riproposto in forma
diversa, attualmente
allo studio degli uffici
pastorali diocesani.
[2] Una novità è rappresentata dai
Percorsi di
formazione sociopolitica. Si tratta di
una proposta biennale,
replicata a Como e a
Morbegno, frutto del
lavoro della Consulta
delle Aggregazioni
laicali L’iniziativa, che
dà attuazione a quanto
espresso dal Vescovo
nella Lettera pastorale
“Il Maestro è qui e ti
chiama”, intende colmare una lacuna evidente
della coscienza cristiana
sui temi della società
civile e politica.
Si ripropone di attivare
una conoscenza
approfondita della
Dottrina Sociale della
Chiesa nel confronto
con le odierne
questioni sociali.
[3] Infine la proposta di
un Corso
multidisciplinare, di
taglio monografico, sulla
scia dell’analogo Corso
su san Paolo proposto
quest’anno. L’argomento
affrontato sarà quello
dell’autenticità dei
Vangeli alla luce di
alcune riletture critiche
provenienti dalla cultura laica nel campo narrativo e cinematografico.
La teologia è il “discorso su Dio”.
Questo “discorso” è davvero possibile
solo perché Dio si è fatto conoscere,
facendosi uomo e salvando il mondo.
La teologia nasce, dunque,
dalla meraviglia di fronte
al mistero di Cristo e alla sua Rivelazione,
cerca di comprenderne i contenuti
e di chiarirne le ragioni.
La “Scuola di Teologia”,
programmata dalla Commissione diocesana
per l’aggiornamento del clero
e la formazione teologica dei laici,
vuole essere una presentazione seria ed accessibile
di alcuni tratti fondamentali
della fede cristiana e della riflessione che la Chiesa,
continuamente, svolge su di essa.
SEDE DEI CORSI
Seminario Vescovile Diocesano via Baserga, 81 Como. I corsi si tengono il sabato pomeriggio dalle
ore 15.00 alle 16.45 (primo corso) e dalle 17.00 alle
18.45 (secondo corso)
CALENDARIO
Primo semestre
OTTOBRE 3 10 17 24
NOVEMBRE 7 14 21 28
DICEMBRE 12 19
GENNAIO 16 31 (esami)
Secondo semestre
FEBBRAIO 20 27
MARZO
6 13 20 27
APRILE
10 17 24
MAGGIO 8 15 22 29 (esami)
[3]
CORSO MULTIDISCIPLINARE
Possiamo fidarci
dei Vangeli?
I
Vangeli sono affidabili?
Raccontano la verità storica su Gesù? Gesù ha veramente detto e fatto quel che
dicono i Vangeli? Come mai
allora esistono altri vangeli (cosiddetti “apocrifi”) che non sono
considerati autentici? Non è che
i Vangeli sono un’invenzione
della Chiesa? E per quale losco
scopo, per quale malvagio gioco di interesse la Chiesa avrebbe inventato i Vangeli? Forse
per assoggettare il popolo credulone e ignorante, garantendosi così una posizione di prestigio e di potere?...
A questi e ad altri interrogativi cercherà di dare risposta il
Corso di approfondimento teologico che prenderà il via nei
prossimi mesi di ottobre e novembre, a Como, presso il Seminario diocesano. Un biblista,
due teologi, uno storico, un critico d’arte e un esperto dei nuovi movimenti religiosi tenteranno di guidarci a ritrovare il filo
della matassa nel dedalo di
dubbi, incertezze e congetture
che un certo ritorno di interesse (in vero un po’ sospetto) per
la lettura del Vangelo, da parte
di alcune frange della cultura
laica, sembra aver suscitato
presso il popolo di Dio.
Pubblicazioni recenti, come
quelle di Corrado Augias – autorevole “guru” televisivo –, oppure opere di astuta finzione
letteraria – come Il Codice da
Vinci di Dan Brown –, approdate al palcoscenico cinematografico, hanno letteralmente
invaso la discussione pubblica.
Le domande di cui sopra sono
ormai uscite dai circuiti accademici per bussare al salotto
della casalinga di Voghera, che
spalanca incuriosita le orecchie
al talk show televisivo o
radiofonico mentre stira camice e pantaloni. Il “chissà cosa c’è
dietro” piuttosto che “chissà
cosa hanno voluto farci credere” occupa ormai puntualmente le conversazioni dalla parrucchiera, piuttosto che il vociare al supermercato in fila alla
cassa. Un clamore incrementato da un tambureggiante
“battage” pubblicitario e mediatico: per averne conferma basterebbe soffermarsi un attimo
continua a pagina 11
CHIESA
CHIESALOCALE
P A G I N A
11
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
[2]
PERCORSI DI FORMAZIONE SOCIO-POLITICA
FINALITÀ
La Dottrina Sociale Cristiana
L’inaridimento valoriale
della vita sociale e politica – a livello sia nazionale che locale – richiede sempre più un supplemento non solo di impegno, ma anzitutto di
idealità.
La tradizione cristiana –
espressa nel Vangelo e
nella Dottrina Sociale
della Chiesa – costituisce
un ricco e per lo più sconosciuto patrimonio di
valori ed esperienze che
può contribuire efficacemente alla costruzione
della polis.
DESTINATARI
continua da pagina 10
al banchetto-libri degli autogrill
delle nostre autostrade. Ovunque teologi a la page pronti a
snocciolare ghiotte e un po’ pruriginose novità teologiche, slogan ammiccanti del tipo “ciò che
la Chiesa non vi ha mai raccontato…”, anche qualche ciarlatano e affabulatore che si sente
in dovere – documenti storici
alla mano! – di denunciare il
proprio parroco all’autorità
giudiziaria per aver costui sostenuto che Gesù Cristo è veramente esistito…
Quali le ragioni del successo
di questa specie di gossip
ecclesial-teologico? Tante e diverse.
Ad esempio il gusto, il prurito, a volte una vera e propria
ossessione della nostra epoca,
per l’idea del complotto planetario, della congiura internazionale. Una sindrome che spaventa e affascina al tempo stesso.
Chissà perché, ma ci attrae
l’idea del Potente furbo e burattinaio, che muove i fili della storia a suo vantaggio e a nostra
insaputa. Se poi questo presunto burattinaio indossa la talare
bianca o rossa…
Più a fondo, però, ci sembra
di poter individuare un’altra ragione. E’ ciò che il grande teologo Hans Urs von Balthasar nel
1974 chiamava “il complesso
anti-cattolico” (Der antirhoemisches Affekt, per l’esattezza): ossia un humus culturale strisciante, e neanche troppo
occulto, di sentimento anti-cattolico, che individua nella Chiesa cattolica l’origine di buona
parte dei mali del nostro tempo, in particolare l’oppressione
delle libertà individuali. C’è
una possibile, coerente spiegazione di questo virus anti-cattolico. Il confronto delle ideologie che ha insanguinato il XX
secolo si è ormai del tutto stemperato all’alba del nuovo millennio (a parte la mina vagante del-l’Islam fondamentalista),
e si è quasi completamente trasferito sul versante delle questioni etiche. Nelle società occidentali non è più Dio il problema (“Dio è morto”!), ma l’uomo;
non si dibatte più sul senso ultimo delle cose, ma sulle scelte
nel campo delle biotecnologie.
Ora, il problema è che le scelte
in campo etico riguardano tutti, anche perché spesso si traducono – o comunque ispirano
– in leggi e regole della convivenza democratica. Se, prima,
il teatro del confronto era l’aula universitaria o il laboratorio
di filosofia, ora la discussione è
nell’aula parlamentare, dove si
fanno le leggi, o nel tribunale,
dove si giudicano i comportamenti individuali. E qui nasce
il problema. E’ un fatto che la
Chiesa cattolica abbia, sul campo delle questioni etiche, una
presenza massiccia, forse ingombrante, inquietante, fastidiosa. Per qualcuno, addirittu-
POSSIAMO FIDARCI DEI VANGELI?
IL GESÙ DI NAZARETH E IL CRISTO DELLA CHIESA
Un viaggio nell’autenticità dei Vangeli
dai Sinottici a Dan Brown
Sezione biblica I VANGELI E LA STORIA
1. Sabato 10 ottobre DON MARCO CAIROLI
I Vangeli canonici: genesi e autenticità
2. Sabato 17 ottobre DON AGOSTINO CLERICI
I Vangeli apocrifi: contenuto e critica
Sezione teologica I VANGELI E LA CHIESA
3. Sabato 24 ottobre DON EZIO PRATO
Il Gesù storico e il Cristo della fede
4. Sabato 7 novembre DON IVAN SALVADORI
Da Gesù alla Chiesa
Sezione artistico-narrativa I VANGELI E LA “FICTION”
5. Sabato 14 novembre DON ANDREA STRAFFI
L’Ultima Cena di Leonardo
fra verità storica e fantasia esoterica
6. Sabato 21 novembre PROF. MASSIMO INTROVIGNE
I Vangeli e la saggistica di Dan Brown
ra, la Chiesa cattolica è l’unica
“agenzia etica” che ancora si
ostina a occupare il campo pubblico con la sua proposta, e che
ancora non si rassegna al dilagare delle libertà individuali.
Nasce forse da qui il sentimento anti-cattolico? E’ in questo
humus sotterraneo e limaccioso che Dan Brown e gli altri
hanno pescato le ragioni del
loro successo editoriale o cinematografico?
A ciascuno di trovare la risposta. Naturalmente con questa
ipotesi non intendiamo affatto
avvalorare, in noi cattolici, la
sindrome dell’assedio, la psicologia dei rifugiati a Fort Apache
stretto nella morsa dagli indiani e a rischio di capitolazione.
Un simile modo di vedere sarebbe semplicemente non cristiano: sbagliato, perché non
era certo quello lo sguardo e
l’atteggiamento di Gesù verso
il mondo; e anche pericoloso,
nella misura in cui fomenta atteggiamenti di contrapposizione che non farebbero che
erigere nuovi diabolici steccati,
stavolta dentro di noi.
Tuttavia, pur senza cedere a
questa deriva sbagliata, appare del tutto pertinente la preoccupazione per il disorientamento che opere teologiche, o
letterarie, o cinematografiche
stanno seminando nel popolo di
Dio. E’ lodevole il tentativo di
fare un po’ di chiarezza, aiutando la coscienza cristiana a districarsi nel labirinto di mezze
verità e intere menzogne.
mons. ANGELO RIVA
Il Percorso si rivolge a
tutti i credenti e agli uomini di buona volontà
interessati a una formazione della propria coscienza sociale e politica,
o anche a una semplice
conoscenza del punto di
vista cristiano
• con una speciale attenzione alle giovani generazioni;
• e un invito particolare
rivolto ai membri dei
Consigli Pastorali Parrocchiali (cfr. Lettera pastorale Il Maestro è qui e
ti chiama, p. 79: “Abituiamoci a intervenire comunitariamente su avvenimenti e situazioni che a
livello locale interessano
l’ambito sociale, al fine di
rendere manifesta una
lettura dei fatti alla luce
della fede”)
LUOGHI E TEMPI
Il Percorso ha uno sviluppo biennale (2009-2011).
Ciascun anno si articola
in due sezioni:
- a Como (ottobre-dicembre 2009 e ottobre-dicembre 2010)
presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari
- a Morbegno (marzomaggio 2010 e marzomaggio 2011)
presso l’Oratorio parrocchiale.
Gli incontri si terranno
al venerdì sera, secondo
i seguenti orari:
• 1° anno: 20.45-22.45
• 2° anno: 19.00-20.00;
pausa-buffet; 20.3022.45.
All’atto dell’iscrizione è
previsto il versamento di
una quota di rimborso
spese (Euro 10,00) che
attribuisce il diritto a ricevere la dispensa delle
relazioni alla fine di ciascun anno.
CHIESA
CHIESAMONDO
P A G I N A
12
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
UNA LETTERA DI RITORNO DAL CAMEROUN
DON CORRADO CERCA...
DIAPOSITIVE, ABITI DA SPOSA E STOLE!
1
0 giugno 2009, ore
8.45, aeroporto di
Malpensa. Sono
rientrati in Italia,
per un periodo di vacanza,
don Corrado Necchi e
Laura Pellizzari, missionari fidei donum della nostra diocesi in Cameroun, nella parrocchia
di Maroua-Mokolo.
Saranno in diocesi per
un paio di mesi e si mettono a disposizione per
visitare parrocchie e
gruppi e portare la loro
testimonianza missionaria. Chi volesse contattarli o desiderasse maggiori informazioni può contattare l’Ufficio Missionario Diocesano (031
242193).
In attesa di intervistare don Corrado e Laura
su queste pagine riportiamo una lettera scritta da
don Corrado sulla via del
ritorno… e speriamo che
le sue tre insolite richieste non abbiano solo dei
lettori, ma anche chi le
soddisfi!!!
“Ciao a tutti! Mercoledì 10
Giugno 2009. Ore 6.52. Aeroporto di Tripoli. Ormai è certo (ancora africanamente parlando):
nonostante i complotti e i sabotaggi, tra poche ore sarò in Italia fino al 15 agosto. La voglia
c’è. Anche per riposarsi un po’.
I progetti seri, si sa, passano
per la Commissione Missionaria Diocesana. Permettete tre
richieste un po’ singolari? Sì,
perché, anche in Africa, non si
vive di solo pane: ricordate
Oscar Wilde (penso fosse proprio lui) e la rosa? Posso? Ci
provo.
1. Ai parroci: In qualche
scatolone impolverato del solaio degli oratori, sicuramente ci
sono ancora. Parlo di quelle vecchie serie di diapositive sulle
storie della Bibbia, di Gesù, dei
santi, o anche quelle più didattiche per la scuola... Tremendamente lente per i nostri bambini, da noi sono ancora apprezzate. Di film ne abbiamo, ma,
sia per la velocità delle immagini, sia per la lingua straniera, sia per il nostro modo, a volte contorto, di raccontare, risultano un po’ difficili...
2. Agli sposi: In qualche armadio, forse anche d’impaccio,
sicuramente c’è ancora... Parlo
del vestito da sposa. Non importa se lungo o corto, bianco o viola. L’importante che abbia il
velo lungoooooooooooooooo così.
E’ una moda che sta entrando.
E c’è chi se ne approfitta a noleggiarlo. Se la comunità potesse gestire la cosa...
3. Agli (ormai ex) vicari
(ma ce ne sono ancora di non
ex?): l’abbiamo portata tutti in
quei giorni indimenticabili. Poi
si è fatta vedere qualche volta
al Meeting dei Grest o al Molo
14. Ma, per il resto, penso che
solo pochi coraggiosi la portano abitualmente col suo stile
carta da parati. Ma sì parlo della casula della JMJ di Roma2000. Ne avevo portate 4 (grazie a Torre!) e sono state molto
apprezzate...
A tutti coloro che leggeranno
e cercheranno di fare qualcosa
fin da ora GRAZIE!
E ora qualche riflessione dopo
i primi diciotto mesi d’Africa:
Bianco e nero a 18 mesi:
quando il punto di vista è la vista di un punto...
PAZIENZA
Così un amico prete ciadiano,
incontrato al CUM, mi aveva
scritto: “Ti auguro di fare una
buona esperienza missionaria
in Africa. Vedrai che ciò che si
racconta e ciò che constaterai
di persona non sono la stessa
cosa. Ti auguro soprattutto la
pazienza per scoprire, al di là
della povertà materiale, le ricchezze e i limiti di questo popolo”. Grazie!
LUOGHI COMUNI
La nonna non vi ha mai minacciato con le storie dell’uomo
nero? Qui dovrebbe dire. “Fai il
bravo, se no arriva l’uomo bianco che ti mangia...” Vedendo i
bambini, soprattutto nei villaggi sperduti, che scappano al
vedermi, ci si rende conto che
qui il mondo è rovesciato.
BELLEZZA
Meravigliato per la mia pelle
bianca, non si trattiene: “Che
bella! Non come questa così
nera...” “Perché? -rispondo- A
me piace, la tua, nera, così...”
“Mon père, vorrei vedere te. Se
ti porto qui una scimmia e mi
metto vicino, cosa dici? Siamo
uguali...” !?! E così ecco la corsa
alle cremine per schiarirsi la
pelle. Quali conseguenze, anche
sulla salute?
VALORE
“Quanto costa?” domando ad
un venditore di ignam, affacciandomi dal finestrino della
macchina. Il prezzo che spara è
decisamente sproporzionato,
ma fa parte del gioco. “E’ il prezzo per chi è bianco o il prezzo
vero del mercato?” - domando
con ironia. Il mercante, senza
scomporsi, indica il computer
che ho a fianco. “Tu hai i soldi
per il computer, per cui puoi
pagare bene. Il cibo è più importante. Il computer mica lo
mangi...” Il ragionamento non
fa una grinza... o no?
FRANCOFONIA
Da noi si dice che il Cameroun è un paese francofono: si
parla il francese. E’ un punto
di vista. Alla fine della Messa
di settore a Mogodè, Gilbert, il
responsabile, annuncia la creazione della nuova parrocchia
di Rhumzu. La notizia è accolta con meraviglia. Gilbert legge la lettera del Vescovo: “...per
cui è vietata la collaborazione
tra le due parrocchie...” La meraviglia diventa un sonoro mormorio. Qualcuno si alza anche
in piedi. Gilbert si ferma. Rilegge: “...per cui non è vietata la
collaborazione...” Segue un sospiro di sollievo generale. Un
catechista sbuffa e commenta
sottovoce: “E’ sempre così con la
lingua dei bianchi...”
PROGRESSO
Da noi si dice che è bene portare la tecnologia. La nostra
tecnologia. E’ un punto di vista.
Ieri sera Serge me l’aveva assicurato: “Abbiamo sostituito sei
pali della luce. Questa sera torna l’elettricità!” Voi l’avete vista? Il mattino dopo commentiamo con il pastore luterano
che lavora con noi alla traduzione della Bibbia... “Sono così
le cose dei bianchi adattate all’Africa... Non vanno mai bene
per noi”.
CORTESIA
Non mancano mai gesti di
squisita cortesia che ti fanno
sentire a casa. Sono passate
poche settimane dal mio arrivo
a Rhumzu. Patrik mi vede da
lontano e viene a sedersi sul
tronco dove sono seduto anch’io.
E’ il papà di Bernadette, la prima suora kapsiki. “Volevo darti il benvenuto. Vedrai, tra noi
ti troverai bene”. Parole semplici, che vengono dal cuore... “Abbiamo accolto bene la scelta di
nostra figlia. Quando il Signore chiama, bisogna rispondere...” E parte. Una visita gratuita, che dà forza.
PAPÀ
“Avevo un anno e 8 mesi. Mia
mamma è morta. Non ho neanche una sua foto per guardarla”. Vandi Justin non è più giovane, ma, grazie alla formazione ricevuta, ha un’attività di
artigianato in legno ben avviata a Rhumsiki. “Ero solo. Sono
i preti che mi hanno mandato a
studiare a Mouda, dal PIME...
E qui, chi ti aiuta diventa un
padre per te. E’ anche per questo che sono molto legato alla
missione”.
ITALIANI BRAVA GENTE
In moto, lascio la regione
Kapsiki verso Guili, tra i Bana.
Per la prima volta ho una
foratura di moto. Parcheggio
sotto un albero. Penso a cosa
fare. Due donne, col bambino
appeso alle spalle, passano. Mi
osservano senza dire nulla. La
lingua... La vergogna... Il rispetto... La più giovane corre verso
una casa. Subito, un uomo e un
ragazzo escono con gli attrezzi.
Il giovane ripara la ruota, l’anziano ha voglia di parlare. “Sono
stato in Italia. Eccezionale.
Molto bella. Roma poi... delle
chiese stupende, le chiamano
basiliche. Ma... gli italiani sono
perduti. Parlano, parlano. Di
quello che succede lontano da
loro, dei soldi e della crisi, soprattutto. Ma mai di Dio. Come
fanno a non capire...” Il suo turbamento è reale. Mi cambia
anche la valvola della camera
ad aria. Chiedo il conto: “Lascia,
lascia. Siamo fratelli”.
OBAMA
FOR PRESIDENT
E’ l’argomento del giorno. A
pranzo, dopo la messa di settore, non si può non parlarne.
“Hanno eletto Obama? Uno, un
po’ nero e un po’ bianco, presidente degli Stati Uniti: è un
miracolo!” La notizia ha destato molto stupore. Sul muro di
una casa è apparsa anche la
scritta “Garage Obama”. Le
magliette con la sua foto si sprecano. “Sì, l’hanno eletto - commenta Pierre - Questo per dire
che Dio vuole bene proprio a
tutti. Non può rifiutare i neri:
la mamma di Obama è nera.
Non può rifiutare i bianchi: il
papà di Obama è bianco. Dio
ama proprio tutti!” (sic). Che sia
di buon auspicio. Per il mondo
intero.
FOTO RICORDO
Di ritorno da Nguetchéwé, la
Toyota deve arrampicarsi sulla salita che porta a Djingliya.
Sterrato, sassi, buche, curve
mettono a dura prova lo stomaco. Un amico venuto dall’Italia
vuole fotografare un pezzo di
strada. “Devo far vedere in Italia com’è l’Africa...” Ma la scelta è particolarmente difficile.
“No, qui non va bene... qui la
strada è troppo bella... Non riesco a far vedere le buche... Quella casa è messa troppo bene...”
Dopo un po’ sbuffo: “E’ l’Africa
che incontri quella che vuoi fotografare, o l’Africa che hai in
testa tu?” Propongo, allora,
un’inquadratura: un gruppo di
capanne di fango, aggrappate
alla roccia, incorniciate tra
un’antenna per telefonini e una
condotta che porta l’acqua dalla diga di Mokolo ai villaggi vicini. Anche questo un punto di
vista, certo. Ma che, forse, sa
coniugare povertà e voglia di
futuro.
pagina a cura di
BENEDETTA MUSUMECI
P A G I N A
14
Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
AL VIA I PRIMI CINQUE VOLONTARI
La Caritas diocesana
in Abruzzo
avventura della
Caritas di Como
in Abruzzo sta
per iniziare. Questo fine settimana i primi cinque volontari comaschi arriveranno al campo allestito dalla delegazione Lombardia
a Paganica, frazione de
L’Aquila, una delle comunità in cui i nostri volontari si troveranno ad operare. Nell’ambito dei “gemellaggi” tra regioni ecclesiali e comuni colpiti
dal sisma promossi da
Caritas italiana, alla
Lombardia è stata, infatti, affidata la zona a est
della città oltre all’Altopiano delle Rocche. Un’area tra le più colpite dal
sisma che nella zona ha
provocato 61 morti e quasi cinque mila sfollati.
Qui si trovano i comuni di
Onna, Tempera, San Gregorio e Monticchio, nomi
entrati nell’immaginario
collettivo come simboli di
questa tragedia che proprio qui ha avuto il suo
epicentro. Nel campo si
sono già insediati i quattro operatori che Caritas
Lombardia ha scelto di
inviare in Abruzzo per
coordinare i gruppi che
arriveranno nelle prossime settimane. Pochi giorni fa è arrivato in visita
in Abruzzo anche Massimiliano Cossa, operatore
di Caritas Como incaricato di seguire la partenza
e il servizio dei comaschi.
Lo incontriamo al campo
base ancora in allestimento in uno spiazzo poco
distante da una delle cinque tendopoli della frazione. Non ci sono picchetti,
pali da far combaciare,
incastrare e sollevare. Le
tende non si montano, si
gonfiano. Sono sufficienti
L
’
Arriveranno questo fine settimana
presso il campo allestito dalla
delegazione Lombardia a Paganica,
una delle comunità in cui i nostri
volontari si troveranno ad operare
di MICHELE LUPPI
inviato a L’Aquila
pochi minuti e un motorino compressore per vedere alzarsi i cinque tendoni che potranno ospitare
fino a settanta persone.
Sono oltre sessanta i comaschi, singoli e gruppi,
che questa estate saranno ospitati nel campo base di Paganica. In particolare alla fine di luglio si
trasferirà in Abruzzo l’intero seminario diocesano:
i 27 seminaristi accompagnati dal rettore e dal vicerettore. «Per tutta l’estate - dichiara Massimiliano Cossa - ci saranno
comaschi presenti al campo della Lombardia. Avremo, oltre al seminario,
anche un gruppo di giovani della parrocchia di Sagnino. Purtroppo abbiamo dovuto dire di no ad
altri oratori che volevano
partire nelle prime settimane di agosto ma i posti
sono limitati e bisogna far
combaciare le esigenze di
tutte le diocesi lombarde».
I volontari si troveranno
ad operare in un contesto
complesso, al fianco di
una popolazione sempre
più provata dalle difficoltà della vita in tendopoli
e dalla mancanza di certezze nel futuro. Una popolazione che vuole però
guardare avanti e non
smette di sperare. «La situazione sul territorio spiega il responsabile - è
in continuo divenire. Non
è possibile dire con esattezza quali saranno i servizi che porteremo avan-
ti come Caritas perché
stiamo continuando gli
incontri di conoscenza con
i parroci e le comunità per
cercare di capire quali
sono le reali esigenze del
territorio. Penso che i primi gruppi, meno numerosi, avranno il compito di
ultimare i lavori di preparazione del campo oltre
ad essere impegnati in
attività di animazione e
di servizio alla popolazione, cercando di rimanere
fedeli allo spirito che da
sempre contraddistingue
la missione della Caritas:
rimanere il più possibile
al fianco della gente. In
pochi giorni mi sono reso
contro di come vi sia nelle persone la voglia di raccontare e raccontarsi, di
stringere rapporti. Questa è forse la parte più
bella di esperienze come
questa». Un percorso che
inizia in un contesto particolare, quello di una città che attende il G8. Da
giorni le misure di sicurezza e i controlli a L’Aquila sono aumentati ed
è prevedibile che continuino ad aumentare con
l’avvicinarsi dell’8 luglio,
data di inizio del meeting.
Fortunatamente per i volontari comaschi l’area di
Paganica è distante da
quella che sarà la “zona
rossa” ma se, come si ipotizza, alcune delegazioni
andranno in visita alla vicina Onna c’è da aspettarsi qualche disagio. Il servizio in Abruzzo non sarà
però solo un’occasione per
conoscere una terra e le
persone che ci vivono, ma
anche un’opportunità per
vivere un’esperienza di
comunione con i volontari provenienti dalle altre
parti della Lombardia,
ma non solo. Caritas
Lombardia divide, infatti,
il campo con i volontari di
Caritas Sicilia chiamata
a lavorare in sinergia con
la Lombardia nella stessa zona. A differenza di
altre delegazioni che hanno deciso di dividersi il
territorio di competenza,
Lombardia e Sicilia hanno scelto di operare fianco a fianco, condividendo
gli stessi spazi. È nata
così un’alleanza speciale
tra nord e sud all’insegna
della solidarietà. «Certamente - racconta Massimiliano - coordinare gli
interventi tra due realtà
organizzative differenti
non è facile, ma credo che
renda tutto ancora più
bella e intenso. Un’opportunità in più per rendere
questa esperienza preziosa per i volontari che partiranno».
È LA SOMMA RACCOLTA IN DIOCESI TRAMITE LA CARITAS DIOCESANA
Oltre 463mila euro per il terremoto
È
una risposta molto generosa quella che le parrocchie della nostra
diocesi hanno fornito in occasione della colletta nazionale indetta
dalla Conferenza Episcopale Italiana nella domenica 19 aprile 2009 a favore delle popolazioni colpite dal terremoto in
Abruzzo.
Ad oggi, infatti, i fondi
raccolti nella nostra diocesi tramite la Caritas
diocesana sono pari a
463.507 euro di cui
421.033 euro raccolti nelle parrocchie e 42.474
euro raccolti da privati.
Possiamo affermare che
la cifra raccolta nelle parrocchie è sicuramente più
alta: infatti, alcune parrocchie della diocesi hanno inviato i soldi raccolti
direttamente a Caritas Italiana.
Da aggiungere, poi, c’è la
quota del fondo di Solidarietà Sacerdotale, che a
breve (la raccolta è ancora in corso) sarà inviata
a Caritas Italiana.
Circa la destinazione dei
fondi si può iniziare a dire
che l’intervento Caritas è
suddiviso in tre periodi:
· la fase dell’emergenza
acuta, la presenza nelle
tendopoli a fianco degli
sfollati, la presenza delle
delegazioni regionali Caritas;
· la pianificazione della
presenza nelle zone colpite e nei villaggi abitativi;
· la ricostruzione.
Caritas Italiana ha suddiviso il territorio colpito
in 8 macro-zone e alle Caritas della Lombardia sono state assegnate due
zone:
Paganica-Onna, con le
comunità parrocchiali di
Assergi, Bazzano, Camarda, Filetto-Pescomaggiore, Monticchio-Onna,
Paganica, San Gregorio e
Tempera in collaborazione con la Caritas Sicilia;
Altopiano delle Rocche, con le comunità parrocchiali di FontavignoneTerranera, Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo.
Le Caritas di Lombardia hanno già avviato il
gemellaggio con le comunità assegnate e dal 9 giugno un’equipe composta
da 4 operatori è presente
stabilmente a Paganica
dove è stata allestita, in
un prato di proprietà della parrocchia, la tendopoli, centro operativo della
delegazione Caritas Lombardia.
I 4 operatori sono stati
assunti dalle Caritas di
Lombardia e si fermeran-
no in Abruzzo per un anno con possibilità di proroga di un altro anno.
Durante l’estate 2009
più di 400 volontari, di cui
63 della nostra diocesi, si
alterneranno per garantire una presenza continuativa a fianco delle persone colpite dal terremoto.
La presenza costante a
fianco delle persone permetterà di pensare ai progetti e alle realizzazioni
in cui impiegare le somme raccolte.
Infine, segnaliamo che
le somme raccolte dalle
parrocchie della nostra
diocesi, che hanno deciso
di inviarle direttamente a
Caritas Italiana senza
passare dalla Caritas diocesana, entreranno a far
parte del fondo unico di
Caritas Italiana.
Invece, i fondi inviati
tramite la nostra Caritas
diocesana, (anch’essi rientrati nel Fondo unico di
Caritas Italiana) resteranno distinti e potranno
essere utilizzati nelle parrocchie gemellate per i
progetti di ricostruzione
concordati con la Caritas
diocesana dell’Aquila, la
Caritas Italiana e la nostra Caritas diocesana.
MASSIMILIANO COSSA
CRONACA
P A G I N A
Como&territorio
15
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
SGUARDO AL TERRITORIO
Economia:
la crisi è dura
sull’area
insubrica
A
lcuni economisti e politici internazionali,
negli ultimi
giorni, hanno
rilasciato alcune dichiarazioni sull’attuale momento economico che possono essere sintetizzate
con un solo concetto: il
peggio lo abbiamo alle
spalle. Dando però uno
sguardo allo stato dell’economia del territorio
insubrico i segnali per il
futuro non sembrano affatto incoraggianti. A Como è appena diventato
operativo il bando di sostegno a coloro che hanno perso il lavoro oppure
sono stati colpiti in modo
considerevole dall’attuale
crisi economica; nella
Brianza le ore di cassa
integrazione ordinaria rispetto al 2008 sono aumentate del 1.690% passando da 211.585 a oltre
3,5 milioni; a Varese diversi settori dell’economia risultano segnati da
questa crisi durissima
che si sta sovrapponendo
ad uno storico declino accelerato dall’impatto della globalizzazione. In tutto il territorio insubrico,
dunque, si riflettono quel-
A preoccupare di più, tra il comasco
e il varesotto, è la “fatica” a rialzarsi
del settore tessile. In esaurimento
gli ammortizzatori sociali, e ancora
non sembrano prospettarsi vie d’uscita
di LUIGI CLERICI
le che sono le caratteristiche emerse dall’ultima indagine congiunturale per
ciò che concerne le imprese manifatturiere: importante calo nell’entrata
delle ordinazioni, nel volume delle commesse e
della produzione sia su
base annua che mensile.
In tutta la zona di confine, dunque, i numeri sono
simili. Cifre che, lette sulla carta, sono quasi difficili da quantificare e che
non riescono a fornire uno
specchio della realtà se
non osservando le varie
aziende che, una dopo l’altra, chiudono i cancelli. A
Como e Varese preoccupa
soprattutto lo stato del
settore tessile, uno dei
portanti soprattutto per
l’economia comasca, che
nel 2013 potrebbe ritrovarsi a livelli di produzione inferiori a quelli del
pre-crisi. Un quadro par-
ticolarmente complicato e
difficile. Ma di sicuro il
settore sembra entrato,
ed i dati su cassa integrazione ed aziende in crisi
lo confermano, in un tunnel dove non si intravvede
una via di uscita. «Molti
lavoratori perderanno il
posto di lavoro, il settore
tessile e quello metalmeccanico sono quelli più
coinvolti nella crisi e il
rischio che molte aziende
non riusciranno a superare questa crisi è estremamente elevato» rileva Alberto Anghileri, segretario del sindacato Cgil di
Lecco. Purtroppo il tessuto economico dell’Insubria è caratterizzato da
piccole e piccolissime
aziende che stanno esaurendo gli ammortizzatori
sociali a disposizione.
«Il tessile era in crisi da
anni, ma il culmine si è
avuto a fine gennaio e in
febbraio - sottolinea Ernesto Raffaele, segretario
Filtea-Cgil per il basso
Varesotto -. Già lo scorso
autunno imprese in sofferenza denunciavano cali
del 20 o 30% degli ordinativi, a Natale eravamo sul
50%, alcune ditte si sono
ritrovate stroncate, con
l’80% addirittura del proprio portafoglio ordini
inaridito di colpo». Ed allora ecco che Amministrazioni comunali, anch’esse
in evidente crisi per i
sempre minori finanziamenti che arrivano dallo
Stato centrale, come Como destinano ingenti
somme per aiutare i singoli cittadini e le famiglie
residenti nel territorio
per contrastare gli effetti
I DATI DELL’UFFICIO FEDERALE DI STATISTICA
della crisi economica e
l’acuirsi delle situazioni
di disagio derivanti dalla
perdita del lavoro e comunque dalla riduzione
dell’orario di lavoro. In
questo caso il bando lariano prevede l’erogazione di
due tipi di benefici: voucher sociali, cioè titoli di
acquisto per un importo
massimo di 400 euro, e
borse lavoro (valore 800
euro). I benefici economici verranno erogati fino
ad esaurimento delle risorse disponibili con graduatorie dei beneficiari
sottoposte a controllo ogni
tre mesi. Numerosi punti
vendita alimentari di Como hanno definito accordi con il Comune per accettare i buoni emessi
dall’Amministrazione cittadina al fine di consentire l’acquisto di beni alimentari, di igiene personale e per la casa. La situazione, quindi, è grave
ed in tanti vedono come
un “miraggio” la possibilità di un impiego, anche
interinale, in Canton Ticino dopo la pubblicazione della crescita nel numero di lavoratori frontalieri.
«Purtroppo i numeri evidenziano la drammaticità della crisi che il territorio attraversa - spiega
Anghileri-. Non serve essere esperti di economia
per capire che la crisi è
tutt’altro che superata.
Siamo fortemente preoccupati».
Frontalieri: sempre più italiani in Ticino
tando alle cifre
fornite dall’Ufficio Federale di
Statistica, dal
primo trimestre
2004, in Canton Ticino i
lavoratori frontalieri sono
aumentati del 29%. Un
dato che pone il Cantone
italofono ben al di sopra
della media nazionale elvetica che si è assestata
intorno al 26%. Delle aree
di confine è la provincia
di Varese, con una manodopera impegnata oltre
confine stimata in circa
28mila unità, a fungere
da bacino principale di lavoratori. Si tratta, dunque, di un vero e proprio
boom perché nel 2004 in
Ticino si contavano solo
33.930 frontalieri. Si tratta, quindi, di dati che se
da un lato si scontrano
con la crisi globale che ha
mietuto anche in Svizzera la perdita di posti di
lavoro, dall’altro rendono
l’idea dell’importanza di
questo mercato come vero
e proprio “ammortizzato-
S
Secondo l’ente elvetico dal primo
trimestre 2004 si sarebbe registrato
un aumento del 29%. Dalle aree
di confine, la provincia che fornisce
il numero più alto di addetti
è il varesotto
re sociale” dell’area insubrica. Dall’analisi elvetica
emerge anche un ritratto
del lavoratore frontaliere
che risulta occupato prevalentemente nel settore
dell’industria (39%) e nel
settore dei servizi (60%).
Dai dati diffusi dall’Ufficio statistica, però, emerge come nella categoria
più elevata, ossia quella
dei dirigenti (responsabili di aziende, direttori), la
quota di frontalieri (7,3%)
sia lievemente più elevata rispetto alla quota corrispondente degli occupati della popolazione residente permanente in
Svizzera (6,6%). Scendendo di livello, invece, e arrivando alle professioni
accademiche ed equivalenti, i frontalieri sono
nettamente sottorappresentati rispetto agli occupati residenti (rispettivamente 11% e 19%). Nella
categoria più bassa, infine, quella dei lavoratori
non qualificati, i frontalieri rappresentano invece la maggioranza della
manodopera: il 15% appartiene a questa categoria professionale, contro
soltanto il 5,6% dei lavoratori residenti in modo
permanente in Ticino.
Nelle sei categorie intermedie, infine, le differenze tra frontalieri e occupati residenti sono meno
marcate. Il ritratto che
emerge, dunque, è chiaro:
da un lato ci sono i lavoratori italiani di altissimo
livello sempre più richiesti per gli incarichi di responsabilità e dirigenza,
dall’altro la tendenza confermata che occupare posti con esigenze meno elevate sono piuttosto i frontalieri che gli occupati residenti in modo permanente. Dalla relazione allegata emerge come “si
conferma indispensabile
per l’economia ticinese il
ricorso ai lavoratori italiani”. Al di là delle immancabili polemiche che
da sempre accompagnano
questa tematica, appare
evidente come senza questa risorsa la produttività stessa del Canton
Ticino sarebbe concretamente a rischio. Altro
aspetto da non sottovalutare è l’apertura del mercato interinale che già
negli scorsi anni ha assistito ad un vero e proprio
boom di accessi da parte
di lavoratori italiani.
L.CL.
CRONACA
P A G I N A
Como
16
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
DOMENICA 28 GIUGNO
Una giornata
per la prevenzione
e la cura
dell’incontinenza
omenica 28 giugno in tutta Italia si svolgerà la
“Giornata nazionale per la
prevenzione e la cura dell’incontinenza”, un disturbo che colpisce dai 4 ai 5
milioni di persone nel nostro Paese, di cui il 60%
sono donne. Tale giornata è promossa, fin dal
2006, dal Ministero della
Salute e da Finco Onlus,
la Federazione Italiana
Incontinenti (www.finco.
org) che rappresenta le
istanze delle persone affette da incontinenza, i
cui effetti negativi possono estendersi ad ogni
componente della personalità col possibile sviluppo di sentimenti di inferiorità e tendenza all’isolamento. Anche a Como
sono previste visite mediche gratuite di urulogia
che saranno effettuate il
giorno prima, il 28 giugno,
D
Un disturbo che colpisce, nel nostro
Paese, dai 4 ai 5 milioni di persone.
Anche a Como saranno previste visite
gratuite presso i reparti di urologia,
ginecologia e fisioterapia
dell’ospedale S. Anna
che è una domenica, in
tutta Italia. Giornata denominata: “Ospedale aperto” poiché coinvolge innumerevoli figure professionali del pianeta sanità: urologi, uroginecologi,
medici di famiglia, farmacisti, ostetriche, fisioterapisti, geriatri ed infermieri professionali, ecc. A
Como sarà l’Ospedale
Sant’Anna ad aderire all’iniziativa fornendo visite gratuite presso i reparti di urologia, ginecologia
e fisioterapia che si svolgeranno sabato 27 giugno.
L’iniziativa è promossa
dal direttore Maggi e in
particolare dal servizio di
uro-ginecologia (Lo Monaco, Bertalero, Quadri),
con la collaborazione di
tutto lo staff del reparto.
Per informazioni e prenotazioni bisogna telefonare allo 031.5854006 (dalle ore 9 alle 13.30 - dal lunedì al venerdì) e con l’occasione sarà distribuito
materiale divulgativo. Le
prenotazioni si possono
effettuare anche tramite
il numero verde Finco:
800.050.415. Analoga iniziativa per la sede di Cantù, organizzata dal direttore dell’unità del Sant’Antonio Abate, Diego Riva. In quest’ultimo caso,
la giornata va in scena il
giorno 3 luglio. Da segna-
lare il fatto che in tante
città italiane scenderanno in piazza i medici che
daranno consigli a chi soffre di incontinenza. Per la
“Giornata 2009” e in occasione del primo decennale dell’associazione
(1999/2009), il presidente
della Repubblica, Giorgio
Napolitano, ha assegnato
alla Finco una medaglia
personalizzata. Il prestigioso riconoscimento è
stato assegnato per il meritorio lavoro svolto dalla
Finco nazionale nei suoi
primi dieci anni di vita e
per aver ottenuto la “Giornata nazionale sull’incontinenza”.
Già negli ultimi anni il
presidente della Repubblica aveva inviato messaggi augurali per coloro
che sono affetti da questa
“patologia” e per l’operato socio-sanitario dei
membri di questo sodalizio nell’universo del volontariato. Nel 2009, per
le attività anche di sensibilizzazione di questa
giornata, saranno attivi
anche i membri della Favo (Federazione Italiana
delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e
della Fish (Federazione
Italiana per il Superamento dell’Handicap).
L.CL.
TERZO BANDO
Dalla Fondazione Comasca
100mila euro per sostenere
il “Durante e dopo di noi”
“Durante e dopo di noi”. La Fondazione Provinciale della Comunità Comasca è giunta a terza
edizione di questo bando rivolto alle tante famiglie della nostra provincia che vivono l’esperienza
di un figlio disabile.
Un’attenzione e un sostegno nell’affrontare i problemi quotidiani, “il durante noi”, ma anche per
pensare al futuro del figlio, quando i familiari non potranno più prendersene cura, cioè il cosiddetto “dopo di noi”.
Con quest’anno (sarà di 100mila euro le somma messa a disposizione per il 2009) ammontano
complessivamente a 300.000 euro le risorse messe a disposizione in queste tre edizioni per finanziare:
· percorsi volti a preparare per tempo la fuoriuscita del disabile dal contesto familiare e ad avviarlo verso un’autonomia abitativa
· esperienze abitative anche temporanee e ripetute in modo cadenzato
· sollievo alle famiglie quali: fine settimana brevi e lunghi, periodi che corrispondano a particolari
emergenze familiari, sostegno nel tempo libero, vacanze
· l’autonomia delle persone disabili quali la domotica
· ristrutturazione e arredo di alloggi che ospitano disabili
· la formazione al lavoro del disabile per il suo inserimento lavorativo
· laboratori creativi e didattici per la stimolazione delle autonomie personali.
Tutte le realtà non profit interessate potranno fare domanda alla Fondazione entro il prossimo 25 settembre presso la sede della Fondazione a Como in via
Raimondi 1. I moduli e i regolamenti sono disponibili sul sito www.fondazione-comasca.it. È possibile presentare la propria richiesta on line: basta accedere
al sito, registrarsi e procedere alla sua compilazione guidata e facilitata.
Ma il bando è solo uno degli strumenti di cui la Fondazione Provinciale si avvale per offrire una risposta alle problematiche relative al dopo di noi: la promozione del dono è l’altro insostituibile strumento.
Il servizio, infatti, certamente più interessante che la Fondazione ha iniziato ad offrire è rappresentato dal Fondo Domus: si tratta di un Fondo, aperto a
chiunque intenda aderirvi, con lo scopo di garantire ai genitori le risorse finanziare necessarie alla cura del proprio familiare quando loro non potranno più
svolgere tale compito.
Ogni donazione fatta nel Fondo è una donazione modale, ed è quindi regolamentata dal Codice Civile, il che obbliga la Fondazione a rispettare sempre la
volontà del genitore, che decide di fare una donazione destinata al proprio figlio. I vantaggi che si hanno aderendo al Fondo Domus sono i seguenti:
- si ha la certezza della continuità del tempo
- si può godere dei benefici fiscali
- si ha la garanzia che la propria volontà verrà sempre rispettata
- il costo legato alla gestione della propria donazione è molto basso: solo lo 0,5% di quanto donato
- non bisogna accollarsi alcun onere burocratico in quanto il Fondo è già costituito.
CRONACA
P A G I N A
Como
17
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
OPERA DON GUANELLA SABATO 27 GIUGNO
Le torri
magiche
nella
“Grande
Corte”
abato 27 giugno,
nel cortile interno alla casa Divina Provvidenza Opera Don Guanella, il Centro servizi
alla famiglia “La Grande
Corte” e la Cooperativa
Sociale Arcoiris, che hanno inaugurato lo scorso 6
giugno la ludoteca “ArcoGiochi”, organizzano una
grande manifestazione
dal titolo “Le torri magiche”, aperta non solo ai
bambini e alle loro famiglie, ma anche a tutta la
città e al territorio. Il
grande parcheggio accanto al santuario del Sacro
Cuore di via Tomaso
Grossi, per un pomeriggio, si trasformerà in un
grande piazza, luogo di
incontri, di eventi, di musica, di svago. La festa a-
S
Nel cortile interno alla Casa Divina
Provvidenza avrà luogo una grande
manifestazione aperta all’intera città.
La festa avrà inizio alle ore 15.30
con l’apertura della ludoteca. Previsto,
alle 19, anche un concerto del gruppo
musicale “Dasikhané”. L’iniziativa
è condotta anche in collaborazione
con la cooperativa Arcoiris
di SILVIA FASANA
vrà inizio alle ore 15.30
con l’apertura della Ludoteca con la possibilità di
giochi ed animazioni per
bambini dai 18 mesi ai 10
anni. Alle ore 15.45 si terrà la presentazione dei
G.A.F. (Gruppi di Acquisto Familiari), promossi
dall’Associazione Famiglie Numerose. Si tratta
di gruppi formati da famiglie che provvedono a sti-
pulare accordi diretti con
i produttori di generi alimentari o di uso comune
per ottimizzare l’acquisto,
riducendo i passaggi e
dunque i costi, con l’attenzione a selezionare prodotti ecosostenibili e rispettosi dei diritti dei lavoratori. Alle ore 16.45 la
merenda per i più piccoli,
seguita alle ore 17.00 da
uno spettacolo di buratti-
ni con “I Pigliapupazzi”.
Alle ore 18.30 è previsto
un aperitivo (con possibilità di consumarlo seduti
comodamente ai tavolini
di un grande “bar” all’aperto), in attesa del concerto del gruppo “Dasikhané, che avrà inizio alle
ore 19.00, grazie anche alla collaborazione della
Palestra Olimpic Center
di Cantù.
I Dasikhané sono una
band nata nel settembre
2007, grazie all’incontro
di Emilio Margheriti (già
solista ai vari tributi a De
André, ma anche sociologo, formatore e docente di
Sociologia della devianza
presso l’Università dell’Insubria) con due ragazzi dello stesso paese
(Cantù), uniti dall’amore
per la musica dei grandi
IL LIBRO SARÀ PRESENTATO A VILLA GALLIA SABATO 27 GIUGNO
S
con rigore cronologico le
fasi evolutive, i successi,
i maestri, la partecipazione e l’organizzazione di
concerti in Italia e all’estero ed è integrato dai
vivaci racconti di Paolo
Cristina (prematuramente scomparso mentre il libro era in stampa), che
prendendo spunto dalla
realtà, riconducono al clima nel quale gli episodi
si sono svolti.
Una ricca documentazione fotografica integra
il valore storico della testimonianza; un’appendice con i dati statistici relativi alla vita dell’orchestra e un’esauriente bibliografia offrono al lettore un quadro completo
della storia di questa orchestra. Oggi il “Flora” è
costituito da 17 elementi
diretti dal maestro Marzio Mariani e possiede un
repertorio di oltre 250
partiture che spaziano
dall’Ottocento ai giorni
nostri, alcune delle quali
inedite, scritte appositamente per il “Flora” dai
maestri che l’hanno diretta. Una particolare attenzione è dedicata alla collaborazione con associazioni ed enti benefici, per
coniugare la diffusione
della cultura musicale sul
territorio con una grande attenzione al sociale.
Un pezzo di storia e di cultura artistica comasca veramente prezioso, cui nel
Si ricorda che l’attività
di Centro diurno “La
Grande Corte” proseguirà
fino a fine luglio con ripresa delle attività a settembre; ludoteca “ArcoGiochi”
riprenderà l’attività a settembre.
Su richiesta, gli spazi e
il personale di “ArcoGiochi” e “La Grande Corte”
saranno anche disponibili per l’organizzazione di
feste di compleanno con
animazioni, giochi, attività.
Per informazioni: “La
Grande Corte” e “ArcoGiochi”, presso Casa Divina
Provvidenza - Opera Don
Guanella (ampio parcheggio interno), via T. Grossi
18, Como; tel.031.296702;
349.2237557; e-mail: lagr
[email protected];
[email protected].
CORO CITTÀ DI COMO:
A TAVERNERIO
IL QUINTO CONCERTO
Il Flora. Le note
dei mandolini
sulle rive
del lago di Como
abato 27 giugno
alle ore 17, nel
Salone di Villa
Gallia, presso la
sede della Provin
cia di Como (via Borgovico 148) avrà luogo la presentazione del volume: “Il
Flora”. Note di mandolini
sulle rive del Lago di Como di Giulia Larghi e Paolo Cristina, con la presenza dell’assessore provinciale alla cultura Mario Colombo. Nell’ambito
della presentazione, l’Orchestra offrirà ai presenti un breve momento musicale. L’ingresso è libero.
La pubblicazione, grazie a minuziose ricerche
d’archivio sfociate nella
tesi di laurea dell’autrice
Giulia Larghi, ripercorre
il lungo iter dell’Orchestra a plettro “Flora” dal
1892, anno della sua fondazione, ai giorni nostri.
Ogni capitolo, descrive
cantautori italiani e in generale per la musica d’autore nel mondo. Il nome è
già un programma: il riferimento al gruppo Rom
mostra il desiderio - come
ci spiega Emilio - di stare
dalla parte delle minoranze, degli “ultimi”. Il
gruppo propone, oltre alla
rilettura di brani meno
conosciuti del repertorio
di Fabrizio De Andrè, brani di composizione propria con toni a volte un po’
scanzonati, che affrontano temi sociali e si accostano molto alla produzione dei grandi cantautori
italiani. Per l’occasione
sarà possibile acquistare
l’ultimo CD del gruppo
dal titolo “Viaggiatori”. In
caso di maltempo, l’iniziativa si terrà presso l’Auditorium “Don Guanella”.
2000 è stato conferito il
prestigioso riconoscimento cittadino “Abbondino
d’oro” con la seguente motivazione «L’Orchestra a
plettro “Flora” 1892 da oltre un secolo svolge una
preziosa attività culturale e sociale, portando il
nome di Como in Italia e
nel mondo». Il libro è in
vendita presso la segreteria dell’Orchestra, in via
Ferabosco 11, a Como, tel.
031-531705; e-mail: info@
orchestraflora.it.
S.F.
Il 5° concerto di
musica sacra in
provincia di Como del progetto
“Musica sacra
sul confine: autori e luoghi dell’Insubria” dell’Associazione
Coro Città di Como, approvato e finanziato nell’ambito del PO di
Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera
(Interreg) 2007-2013, è stato programmato per domenica 26 giugno, ore 21,00 presso la chiesa parrocchiale dell’Eucarestia a Tavernerio, organizzato d’intesa con il Comune di Tavernerio e la parrocchia nell’ambito delle iniziative per la Festa di
inizio Estate.
Il programma del concerto, che beneficia anche
del contributo della Fondazione Cariplo/Milano,
della Regione Lombardia, della Provincia di Como,
del Comune di Tavernerio (CO) e di alcuni sponsor privati locali, prevede l’esecuzione dello Stabat
Mater di Mario Moretti, per coro e orchestra, come
brano “insubrico”, e del celeberrimo Requiem K
626 di W. A. Mozart, per soli, coro e orchestra, della cui intensa drammaticità il Coro Città di Como
è interprete fedele da tempo.
Gli interpreti saranno: Patrizia Zanardi, Soprano - Elsa Waage, Contralto - Luca Di Gioia, Tenore - Davide Rocca, Baritono/Basso - il Coro Città
di Como ed il Coro Polifonico Benedetto Marcello
di Mendrisio - l’Orchestra della Provincia di Lecco, diretti dal m° Mario Moretti, storico direttore
artistico del Coro Città di Como.
Date e località dei concerti della Stagione musicale 2009 del Coro Città di Como sono verificabili
consultando il sito web dell’Associazione: www.co
rocittadicomo.org/eventi.
CRONACA
P A G I N A
Como
18
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
DOPO LO 0-2 DI DOMENICA SCORSA
Alessandria
terra di
conquista,
il Como
torna in C1
Foto Calcio Como 1907
ontro tutto e tutti, ma meritatamente per quello
che si è visto sul
campo, il Como
ha conquistato la promozione in I Divisione, ovvero quell’ex serie C1 abbandonata miseramente
nel mese di giugno del
2004 dopo una stagione
drammatica, quella che
ha seguito il fallimento
del vecchio Calcio Como,
al termine di due pareggi
contro il Novara allenato
dall’ex capitano azzurro
Giacomo Gattuso. La seconda promozione consecutiva, che porta il Como
in una categoria certamente consona alla sua
realtà, è arrivata con una
perentoria vittoria ottenuta al “Moccagatta” di
Alessandria con il punteggio di 2-0, dopo una
partita non dico dominata ma certamente in mano più agli azzurri che
agli avversari visto che,
nel computo del match, in
favore dei lariani vanno
anche aggiunte due traverse ed un gol annullato. All’Alessandria, invece, è rimasto quel nervosismo che già si era manifestato al Sinigaglia con
alcuni atteggiamenti dei
suoi giocatori alquanto
preoccupanti. Infatti i grigi hanno terminato la
partita in nove uomini finiti negli spogliatoi (erano già in dieci dopo soli 3
minuti) insieme a Goretti
del Como ed all’allenatore Di Chiara, un tipo ca-
C
Un traguardo voluto e raggiunto
con i denti dopo la mesta uscita
di scena del giugno 2004 al termine
di una stagione drammatica
di LUIGI CLERICI
ratterialmente focoso che
ha partecipato ad un parapiglia generale a metà
della ripresa scaturito da
uno sgambetto (volontario o meno non lo sapremo mai) ai suoi danni da
parte di un giocatore alessandrino. Vittorioso con
l’amaro in bocca per 2-1
al Sinigaglia, il Como, per
accedere alla ex C1 avrebbe dovuto non perdere. All’Alessandria sarebbe invece bastato un gol per
sovvertire l’esito della
gara. Un compito agevole, sulla carta. Ma ai grigi è successo quello che,
esattamente dieci anni fa
capitò al Como di Tranini.
Allora, dopo aver perso 10 a Pistoia, sarebbe bastato vincere con egual
risultato al Sinigaglia per
accedere, in quel caso, alla finale per la promozione in serie B. Ed allora,
come è accaduto oggi, la
tensione nervosa, nonché
in questo caso una maggiore prestanza fisica, ha
giocato un brutto scherzo
ai favoriti già sicuramente provati dal testa a testa col Varese poi conclusosi in favore dei biancorossi bosini. Infatti già lo
0-0 spalancava le porte
della promozione al Como
ma a suggellare la prestazione azzurra sono arrivati i gol di Kalambay al
42’ e del giovane Fofana
al 46’. Un 2-0 ineccepibile che rende lo score definitivo della doppia sfida
sul 4-1 per il Como e che
ha sorpreso, per primo, lo
stesso mister azzurro che
nell’avvicinarsi a questa
serie di finale aveva annunciato: «Una partita la
vinciamo e l’altra non la
perdiamo». Le cose, dunque, sono andate ancora
meglio. Ed il Como torna
in quella C1 che maramaldeggiata negli anni
’90 aveva assunto, nel corso delle ultime stagioni, i
contorni di una chimera
irraggiungibile mentre al
Sinigaglia, con tutto il rispetto, scendevano squadre del calibro del Renate,
del Merate, del Caravaggio, le stesse Oggiono e
Olginatese. Il principale
quotidiano locale, nel suo
ampio servizio dedicato
alla vittoria, riportava
una frase di Antonio Di
Bari: «Non vogliamo fermarci qua. Vogliamo salire un altro gradino». Sarebbe bello, ma forse, mai
come in questo caso, occorre fare le cose per bene
per non rischiare di fare
il passo più lungo della
gamba come è accaduto
con l’ultima promozione
in serie A del 2003. Il
Como arriva ad un giusto
traguardo, grazie anche a
quel pizzico di fortuna che
negli ultimi anni è mancato, ma con una società
rinnovata, dove le disponibilità economiche non
sono esagerate e con un
settore giovanile appena
rifondato dopo la bufera
del fallimento. Per conquistare, e soprattutto
mantenere che è la cosa
più difficile, la serie B occorrono sì disponibilità,
ma anche giocatori, una
struttura operativa, un
impianto funzionale. Cose
che il Como può disporre,
ora, sì e no a metà. Senza
dimenticarsi che, comunque, l’anno prossimo al Sinigaglia ci saranno Cremonese, Verona, Venezia,
Lecco, Varese e magari
anche la stessa Alessandria che spera ora nel ri-
pescaggio visto che in C1
tante società non se la
passano bene. Comunque
un bel salto in avanti ri-
spetto a quando il programma della domenica
prevedeva il match clou
con l’Arzachena.
SABATO 27 GIUGNO A COMO 1° CONGRESSO NAZIONALE DEI GHANESI IN ITALIA
Sabato 27 giugno a Como avrà luogo il 1° Congresso Nazionale dell’Associazione Ghanesi in Italia. Appuntamento presso l’ex Cinema Gloria di Rebbio dalle
17.30 alle ore 22.
Oltre ai delegati provenienti da tutt’Italia, al Congresso, che avrà come tema
centrale le problematiche dei ghanesi in Italia rispetto alla crisi globale, saranno
presenti: le autorità comasche, l’Ambasciatore del Ghana in Italia, l’Associazione
Comasca per la Cooperazione Internazionale, l’Anolf e la segreteria provinciale
della Cisl con la quale l’associazione ha da tempo avviato un fattivo rapporto di
collaborazione.
CRONACA
P A G I N A
21
Prealpi&Lago
UN NUOVO LIBRO DI MARIA GRAZIA NOVELLI
Cronache
dall’Oratorio
U
n paesino alle
pendici di una
maestosa montagna. Una comunità di anime semplici. Contadini,
operai pendolari. Un fazzoletto di campagna trasformato nel tempo dal
progresso, dalla tecnologia, dai nuovi arrivi. Come funghi, ecco spuntare
negli anni un nuovo centro commerciale, un ampio multisala. Quindi sorgere una nuova biblioteca, crescere di dimensione l’asilo, la biblioteca, lo
stesso palazzo comunale.
A fare da sfondo a questo quadro, in costante
movimento, un piccolo oratorio: due stanze e un
bancone per il bar, rimasti tali nonostante il trascorrere degli anni e le
nuove esigenze parrocchiali. Accanto ad esso
una piccola chiesa fatta di
pietre vive.
In questo luogo un sacerdote si appresta a celebrare la S. Messa domenicale. I suoi sono i gesti
di sempre nel rinnovare
un impegno assunto davanti a Dio anni prima.
Non è, però, una domenica come le altre. Don Guido ha le mani sudate, il
camice è delle grandi occasioni. Dal pulpito, quel
giorno, sarà chiamato ad
un annuncio importante.
Un regalo alla sua gente:
il nuovo oratorio diverrà
presto una realtà…
Inizia così l’ultimo libro
di Maria Grazia Novelli,
insegnante presso l’Istituto Comprensivo “Don
Carlo San Martino” di
Montano Lucino, giunta
alla sua terza fatica dopo
“Perché le spine hanno le
rose?” (2007) e “Un cuoco
da favola: cosa si nasconde nel cestino di Cappuccetto?” (2008), quest’ultimo realizzato in collaborazione con lo chef Massimiliano Tansini.
“Cronache dall’Oratorio” è il titolo di questo
nuovo viaggio. Un’immersione reale nel cuore di
una comunità di fedeli,
per coglierne le ambizioni, i sogni, i desideri.
Maria Grazia è la voce
narrante e il filo conduttore di questo collage di
pensieri sparsi, che si intrecciano e si accavallano
davanti all’altare sin dal
momento in cui don Guido accoglie, dal pulpito, i
suoi fedeli.
Storie a cavallo tra la
realtà e la fantasia, testimonianze di vita vissuta.
Dentro ogni fedele, con lo
sguardo rivolto verso il
presbiterio, si muove un
mondo complesso fatto di
emozioni, amori, fatiche,
paure. Pensieri sopiti si
ridestano alle parole del
sacerdote.
Ed ecco, allora, affiorare il racconto di Simona,
cui il destino ha tolto la
Un’opera originale, pensieri
ed emozioni che si intrecciano
davanti all’altare. Una cronaca
che racchiude storie di vita vissuta
vere o verosimili. Con la prefazione
di mons. Diego Coletti
di MARCO GATTI
grazia di mettere alla luce
un figlio, e la sua scelta,
non facile, di intraprendere il cammino dell’adozione. Quello di Paolo, scout
misuratosi con un padre
soffocato dai debiti e dall’alcolismo. O ancora, le
storie di Giovanni e Fiorella, di don Gabriele, di
Giulia, di Sofia, di Lisa, di
suor Francesca… e di altre ancora.
«Scorrendo queste pagine - scrive il vescovo Diego Coletti nella prefazione del libro - resto colpito, in particolare, da un
aspetto: il realismo delle
storie raccontate. Non sono favole ‘preconfezionate’, non incontriamo personaggi perfetti o condizioni esemplari… Ci troviamo faccia a faccia con
persone vere… circostanze vere o verosimili… di
quelle con cui chiunque
frequenti un oratorio si è
trovato davvero a confronto. Apprezzo questa
iniezione di ‘verità’, perché troppo spesso la tentazione è quella di fuggire dalle situazioni concrete, rincorrendo modi di vivere ‘ideali’ che, alla fine,
lasciano più insoddisfatti che la stessa realtà».
Non un libro come tanti, dunque, dedicato all’oratorio. «Mi sembra interessante e utile - sottolinea il vescovo - la scelta
di dar vita non a una pubblicazione ‘tecnica’, ma
‘narrativa’. Nel senso che
negli scaffali di librerie e
biblioteche non mancano
libri che ‘analizzano’ l’oratorio, ne illustrano la storia, ne approfondiscono il
valore educativo… Nel
nostro caso, invece, si fa
una scelta diversa. Si vuol
mettere in evidenza tutto ciò che l’oratorio è, rendendolo non ‘oggetto’ di
studio, ma facendolo diventare ‘soggetto’, ponendolo al centro di tante vite, ‘umanizzandolo’ in un
certo senso, facendolo
scendere nel concreto delle esperienze di tante persone. L’oratorio, insomma,
come sfondo del quotidiano e luogo di incontro di
tanti volti…».
Tutto questo è “Cronache dall’Oratorio”. Il libro
è dedicato, in special modo, all’oratorio di Cagno,
in fase di realizzazione,
località presso la quale
Maria Grazia Novelli risiede ed è attiva animatrice parrocchiale. Ma è
un omaggio anche a tutti
gli oratori d’Italia perché
davvero sappiano essere
“casa di tutti”. «Occorre
dare vita alle mura - conclude nella prefazione il
nostro vescovo -, agli spazi, alle aule, perché tutto
diventi luogo di accoglienza, di confronto, di crescita».
L’opera è stata presentata a Cagno, martedì
scorso, nell’ambito di una
splendida serata animata da ragazzi, bambini e
adulti dell’oratorio di Cagno. “Cronache dall’Oratorio”, edizioni Marna, è
accompagnato anche dalle illustrazioni di Andrea
Greco, anch’egli docente
presso l’Istituto Comprensivo “Don Carlo San
Martino” di Montano Lucino.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
MANDELLO SACRO CUORE
I 60 anni
di sacerdozio
di mons.
Gatti
U
n sicuro orientamento nella fede”. Così lo ha definito mirabilmente l’introduzione alla solenne Santa
Messa delle ore 10 di domenica 21 giugno.
La comunità parrocchiale del Sacro
Cuore di Mandello ha festeggiato, come
si deve, il sessantesimo anniversario di
ordinazione sacerdotale del suo prevosto
emerito, monsignor Gianluigi Gatti. Per
tutti e come lui preferisce, don Gianni.
Le giornate eucaristiche hanno raggiunto il loro apice con questo giubileo
importante per la comunità e hanno suggellato il primo ritorno ufficiale a Mandello di don Gianni, dopo che, giusto un
anno fa di questi tempi, salutava ufficialmente il paese dove aveva trascorso
gli ultimi 22 anni di ministero.
Il ritorno, però, è definitivo, perché il
suo successore, don Pietro Mitta, ha annunciato al termine della concelebrazione che il sciur prevost per eccellenza torna “a casa”.
La festa, di per sé, ha avuto inizio sabato sera, quando il gruppo dei giovani
dell’oratorio ha inscenato sul palco oratoriano “Quando tocca a te”, uno spettacolo teatrale ben riuscito e molto applaudito dal pubblico astante.
Domenica mattina la grande celebrazione. In una chiesa, a dir poco gremita,
ha avuto luogo un ingresso trionfale,
sulle note di Tu es sacerdos in aeternum,
cantato dalla Schola cantorum diretta
dal maestro Massimo Gilardoni.
Monsignor Gatti era visibilmente emozionato. Già nelle sue prime parole
traspariva questo stato d’animo: «Trovarsi insieme è segno di riconoscenza a
Dio per il dono che mi ha concesso. [...]
Io per primo lo faccio e poi voi datemi
una mano a dire grazie al Signore per
l’offerta quotidiana che ho fatto alla
Chiesa in questi anni».
Un breve ringraziamento ai genitori
che lo hanno allevato - presente in chiesa la sorella più piccola -, a tutti i sacerdoti con cui ha collaborato, al Seminario che ha diretto per 15 anni, alle comunità parrocchiali dove è stato, a chi
prega per lui.
E, infine, un pensiero: ai malati e ai
sofferenti.
Un’omelia tutta incentrata sul rapporto tra Eucaristia e sacerdozio, in memoria dell’Anno Sacerdotale, da poco iniziato. Un rapporto molto importante per
ogni sacerdote e ben «messo in evidenza da Gesù nell’Ultima Cena, quando ha
istituito entrambi i sacramenti: “Fate
questo in memoria di me”».
Quattro i punti focali messi in particolare rilievo da don Gianni: «L’Eucaristia, prima facoltà concessa agli apostoli nel Cenacolo, è inesistibile senza il sacerdozio. [...] L’Eucaristia è il modello di
“
La comunità ha salutato
festante l’anniversario
sacerdotale del suo prevosto
emerito la scorsa domenica
21 giugno
di GIOVANNI ZUCCHI
vita sacerdotale, dove Cristo è presenza
sacramentale nascosta, ma non meno
efficace nell’Eucaristia stessa. [...] L’Eucaristia è il sacramento che fonda la
Chiesa, creata come ultimo atto di Gesù
prima di morire sulla Croce. [...] L’Eucaristia è la rinnovazione del sacrificio
di Cristo sacerdote, è l’unica strada per
ottenere la salvezza». «L’obiettivo dell’Eucaristia - ha precisato sempre durante l’omelia - è fare di tutti i credenti
una sola famiglia. Gesù rimane in noi
per darci la forza dell’Amore. Quindi,
dobbiamo imparare ad amare la nostra
comunità come noi stessi».
Infine, un invito speciale da parte dell’ex-prevosto: «Celebriamo l’Eucaristia
sempre con gioia, insieme agli altri».
Al termine della celebrazione, a cui ha
partecipato il vicesindaco di Mandello
del Lario, Fabio Marcelli, don Pietro gli
ha presentato alcuni omaggi: l’album
delle fotografie della festa di saluto, un
libro di meditazioni e una busta piena
di offerte. Poi, l’applauso scrosciante dei
fedeli presenti, perché «torna ad essere
uno di noi». «Felice ritorno a Mandello»,
gli ha augurato don Pietro.
Il pranzo nel cortile dietro l’abside della chiesa prepositurale ha registrato il
tutto esaurito con oltre 400 coperti. A
conclusione, una bella prova di sensibilità: le migliori pasticcerie del paese
hanno preparato ognuna una torta speciale.
Nel pomeriggio, alle ore 16, la tradizionale celebrazione dei Vespri cantati,
come soleva fare tutte le domeniche. Infine, la processione del Santissimo Sacramento per le vie di Mandello, in un
percorso tutto nuovo disegnato dal nuovo prevosto.
Ora don Gianni scappa per un paio di
settimane in ferie nella sua Bormio, ma
al ritorno lo attenderà un appartamento a Rongio, frazione mandellese dove
collaborerà per la celebrazione dei sacramenti e la pastorale dei malati, degli infermi e dei sofferenti.
Grazie, don Gianni. Per essere tornato ad essere uno di noi. Ma, in realtà,
caro monsignore, lei lo è sempre stato.
Un anno fa, tutti glielo avevano detto:
“Guardi che qui un posto per lei lo troviamo sempre”. Ogni promessa è debito.
P A G I N A
CRONACA
22
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/205
In festa con
Garabombo
a Cooperativa
Garabombo da
oltre 3 anni testimonia la cultura
e i principi del
Commercio equo e solidale attraverso la commercializzazione dei prodotti
e la divulgazione di informazioni sulle tematiche
attinenti i rapporti fra
Nord e Sud del mondo e
piú in generale sull’economia solidale nelle sue diverse espressioni.
Essa è nata dall’esperienza di sei associazioni
e di una cooperativa e dal
percorso di confronto e di
dialogo intrapreso in questi anni e che vede oggi
riunite in un’unica entità
sociale sette botteghe dislocate in punti diversi
del nostro territorio: “Il
Ponte” di Cantù, “La Carovana del sale” di Mariano, “Encuentro” di Lurate
Caccivio, “Mondo Equo” di
Guanzate, “Roba dell’altro mondo” di Lomazzo,
“Xapurì” di Lentate, “Garabombo” di Como.
Il lavoro di condivisione
si é concretizzato con la
stesura di un nuovo statuto che l’Assemblea dei
soci della Cooperativa
Garabombo ha adottato
nell’ottobre 2006. Contestualmente è stato rinnovato il Consiglio di amministrazione, per renderlo
rappresentativo della nuova realtà allargata.
A fine 2006 le sei associazioni sopra citate hanno ceduto alla cooperativa la loro attività commerciale, mantenendo invece la presenza a livello
locale quali associazioni
culturali.
In questi primi anni di
lavoro comune ci si è impegnati, unendo le forze,
a perseguire un miglior
coordinamento delle attività, a diventare più visi-
L
Per promuovere la propria presenza
e le proprie attività, la Cooperativa
organizza giovedì 2 luglio una serata
di festa presso il parco
del Bersagliere, via Como, a Cantù
pagina a cura del Consorzio Eureka
Ser vizi alla Cooperazione e al Terzo Settore
www.eurekacomo.it
bili sul territorio, a rendere più incisiva l’azione
politica e a contribuire
alla crescita dell’economia solidale.
Per promuovere la propria presenza e le proprie
attività, la Cooperativa
Garabombo organizza
giovedì 2 luglio 2009
una serata di festa presso il parco del Bersagliere, via Como, Cantù.
Il programma della serata prevede, a partire
dalle ore 19.30, una cena
con la possibilità di scegliere ricette preparate
con prodotti del commer-
cio equo e solidale e a seguire, alle ore 21.00, un
concerto del gruppo “Zingari nel bosco” che presenterà musiche, parole e
immagini in ricordo di
Fabrizio de André.
Per tutta la durata della serata saranno inoltre
presenti stand informativi di altre realtà dal mondo dell’economia solidale,
mostre ed esposizioni a
tema.
Per il programma dettagliato e maggiori informazioni, potete consultare il sito www.garabombo.
it o telefonare al numero
031-308833.
Commercio equo. Perchè
Il Commercio Equo e Solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; si basa sul presupposto di una relazione
paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: lavoratori, produttori, importatori e consumatori.
Esso promuove equità e solidarietà attraverso l’obiettivo di creare un accesso diretto e sostenibile al mercato ai piccoli produttori
(prevalentemente nel sud del mondo), al fine di favorire il passaggio dalla precarietà a una situazione di autosufficienza economica e
di rispetto dei diritti umani.
In tal modo i produttori e i lavoratori possono diventare i primi beneficiari delle proprie attività commerciali mentre i consumatori
acquistano il ruolo di protagonisti attivi e consapevoli del peso delle loro scelte.
Per quanto riguarda i criteri, per definire una attività commerciale come ces non è sufficiente la buona volontà degli attori in gioco.
Le organizzazioni attive in Italia ormai da qualche anno hanno definito dei criteri generali. Questo lavoro è stato portato avanti
nell’ambito dell’Assemblea Generale Italiana del Ces, Agices, che ha emanato una specifica carta italiana dei criteri. Anche a livello
europeo e mondiale si opera sulla stessa strada; l’organismo internazionale di riferimento è l’International Fair Trade Association
(Ifat), mentre quello europeo è l’European Fair Trade Association (Efta).
Le botteghe del mondo - luogo fisico di contatto fra Nord e Sud del mondo - sono oggi punto di incontro e di riferimento per tutti coloro
che desiderano approfondire le tematiche legate all’economia solidale (commercio equo, consumo critico, finanza etica, turismo responsabile ed altro ancora).
Nelle botteghe del mondo si impara ad essere cittadini del mondo ed a contribuire al cambiamento concreto delle relazioni, per la
costruzione di un’economia di pace.
ALLA RICERCA DI NUOVI TALENTI TRA I 20 E I 30 ANNI
Hub creativi per volare giovane
È
partito anche a
Como il progetto
Regionale che
rende attuativo il
programma “Nuova generazione di Idee,
le politiche e le linee di intervento per i giovani di
Regione Lombardia”. Il
bando richiedeva progettualità in grado di “sviluppare, in una dimensione di sussidiarietà, azioni innovative per la valorizzazione, la promozione
sociale ed il supporto alla
transizione alla vita adulta dei giovani, la sperimentazione di azioni innovative con la partecipazione diretta dei giovani,
il rafforzamento della cooperazione territoriale
(reti) attraverso l’attiva-
zione di partenariati tra
soggetti pubblici e privati”.
Obiettivo di questo progetto è quello di intercettare 30 giovani di età
compresa tra i 20 e i 30
anni, singoli o aggregati
in associazioni/gruppi formali o informali, per coinvolgerli attivamente nel
produrre una rete di relazioni che renda virtuoso e produttivo lo sforzo
innovativo ed imprenditoriale di ogni partner nell’ambito della programmazione attivazione e
consolidamento dei servizi ed opportunità per i
giovani.
Si punterà principalmente alla valorizzazione
della creatività e all’e-
spressione del protagonismo giovanile e dei suoi
linguaggi: musica, danza,
pittura, scultura, artigianato artistico, graffiti, cucina, giardinaggio e molto altro ancora
Tra i 19 progetti approvati a livello Regionale,
“Hub creativi per volare
giovane: nuove idee dalle
nuove generazioni” è il
progetto di cui fa parte il
Consorzio Solco Como e
che coinvolge una rete di
ben 17 partner distribuiti su tutto il territorio regionale. Si tratta di un
importante coinvolgimento finanziario e operativo
dei soggetti partecipanti,
portatori di risorse non
solo progettuali ed operative ma anche economi-
che. Il progetto finanziato ha, infatti, un valore di
1 milione e 730.000 euro
di cui 700.000 euro sono
il cofinanziamento a carico dei partners.
Indicazioni sul bando
del progetto sono disponibili sul sito provvisorio
www.hubcreativi.it.
Nello specifico del territorio comasco, si concretizzeranno progetti di
consulenza e orientamento, rivolti a giovani interessati a rendere professionalizzanti le inclinazioni artistiche, culturali,
musicali, sportive possedute. Si svolgeranno, altresì, corsi per la gestione di Web Radio e si costituiranno redazioni locali di giovani che avran-
no l’opportunità di mettere on line, sul portale del
Progetto, le loro produzioni musicali, dibattiti, documentari.
Nascerà un piccolo Hub
di impresa per l’accompagnamento alla creazione
di imprese giovanili, ci saranno azioni di supporto
all’incontro e all’inserimento di giovani nel mondo del lavoro e attività di
valorizzazione della
espressività giovanile.
A concludere l’intero
percorso un evento sulla
creatività giovanile, verrà
organizzato un grande
concertoche si svolgerà a
Como nel giugno 2010 all’interno del quale si realizzeranno attività di
scambio (mostre, allestimenti), riflessione, informazione e diffusione dei
risultati del progetto.
Il coordinatore generale del progetto comasco è
Antonio Iudici. Per informazioni è possibile inviare una mail a: hubcre
[email protected] oppure telefonare al n. 031307398.
CRONACA
Bassa&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
P A G I N A
23
HA GUIDATO LA PARROCCHIA DAL 1946 AL 1993
Bulgorello
riabbraccia
don Alberto
per un giorno
’
L
emozione era tanta sia per lui sia
per i suoi vecchi
parrocchiani: don
Alberto Mangiacavalli dopo oltre quindici anni di assenza è ritornato nella sua parrocchia,
quella di Bulgorello, che
ha retto per mezzo secolo, in occasione del suo
settantesimo di ordinazione sacerdotale e dei
suoi 95 anni di età per un
ricordo e un saluto, domenica 14 giugno.
Erano in tanti in quel
lontano 3 giugno 1939 a
dire “Eccomi!” al loro vescovo, mons. Macchi - ventiquattro - e di loro sono
rimasti in tre: lui, don
Mario Lenzi e don Siro
Tabacchi.
Don Alberto si sta avvicinando ai record diocesa-
Ha celebrato con la comunità
il suo settantesimo di ordinazione
sacerdotale e i suoi 95 anni di età
di VIRGINIO CASTELLI
ni sia anagraficamente,
sia per ordinazione, tuttora detenuti rispettivamente da don Carlo Brogli, classe 1911 e don Luigi Curti ancora parroco di
Marzio, luogo in cui è stato nominato nel 1936!
Tanti gli abbracci, i saluti e gli “amarcord”! Felice e commosso don Mario Fiorani, l’attuale Parroco, di averlo vicino sull’altare.
Parroco di Ardena, frazione di Brusimpiano dal
1939 fino al 1944 quando
fu chiamato come coadiutore in San Salvatore a
Como; nel 1945 nominato membro della sezione
comasca della “Pontificia
commissione di assistenza” quindi parroco di Bulgorello dal 1946 al 1993
quando gli successe don
Giuseppe Scherini.
Don Alberto arrivò a
Bulgorello nel giugno del
1946 con l’incarico di aiutare don Alessandro Bianchi, il vecchio e primo
parroco della cui bontà e
fede il giovane sacerdote
rimase meravigliato e
alla sua morte venne confermato secondo parroco
della comunità.
DOMENICA 28 GIUGNO
Cassina “saluta“
il 50° di sacerdozio
di padre Giuseppe
Cattaneo
omenica 28 giugno prossimo la
parrocchia di
Cassina Rizzardi celebra, con
particolare solennità, il
50° di sacerdozio del concittadino p. Giuseppe Cattaneo, somasco, attualmente collaboratore presso il Santuario del SS.
Crocifisso in Como.
P. Giuseppe nasce il 21
luglio1931 in frazione
Monticello nel Comune di
Cassina Rizzardi, allora
religiosamente appartenente alla parrocchia di
Bulgarograsso - diocesi di
Milano. Questa anomalia
D
è stata risolta nel settembre 2005, con decreto della Congregazione dei Vescovi, per cui ora tutto il
territorio di Monticello,
con l’annesso comprensorio del Golf Club, è alle
dipendenza della chiesa
di Cassina Rizzardi in
diocesi di Como.
Frequenta la scuola del
Collegio Gallio e qui nasce la sua vocazione religiosa. Il noviziato viene
svolto a Somasca (Lecco)
nel 1952/53, per poi proseguire a Roma con gli
studi Teologici. Nel 1959
prende la licenza in filosofia e teologia ed il 19 lu-
glio 1959 viene ordinato
sacerdote, nella nuova
chiesa di Cassina Rizzardi, per l’imposizione delle
mani da parte di mons.
Aldo Patroni, gesuita, arcivescovo di Calcutta, per
la gioia del parroco di allora, don Franco Rampoldi, e di tutti i suoi familiari. Su indicazione dei
suoi superiori svolge il
ministero sacerdotale in
vari collegi della Congregazione: Corbetta (MI),
Treviso, Bellinzona (CH),
Collegio Gallio (CO) e attualmente presso il Santuario del SS. Crocefisso
in Como.
Durante i suoi quasi
cinquant’anni di permanenza a Bulgorello è stato sempre il parroco di
tutti: era sempre pronto
ad aiutare tutti, a prescindere dal credo politico o sociale.
A un certo momento
della sua vita ebbe seri
problemi di salute: si recò
a Lourdes, ne visse l’esperienza e colse una voce
che gli suggeriva di far
vivere quell’esperienza
anche ai suoi parrocchiani. Portò centinaia e centinaia di persone, trovò
anche il modo di offrire il
viaggio anche a chi non
poteva permetterselo e
tutto sempre con grande
discrezione.
Don Alberto se non si è
recato cento volte a Lourdes, poco gli manca!
A Bulgorello viveva nella vecchia casa parrocchiale umida ed angusta:
con un coraggio non da
poco iniziò la costruzione
della nuova con locali destinati a oratorio e salone civico. Il paese contava 600 anime di estrazione contadina. Il tutto fu
fatto con “aere et sudore
pauperum”.
Da parroco condusse la
vita con alto senso di spiritualità , povertà cristiana e rigore sia verso di sé,
sia verso gli altri, a costo
di scontrarsi con la modernità che avanzava.
In punta di piedi nel
giugno del ’93 durante
una messa domenicale ha
salutato il suo gregge e
quasi all’insaputa di tutti il giorno dopo ha lasciato la parrocchia per la Casa del clero presso l’Ospedale Valduce, ove attualmente risiede.
All’insaputa di tutti, in
occasione della giornata
dei morti, è sempre tornato a Bulgorello per un requiem ai suoi parrocchiani defunti, ma piano con
discrezione, senza apparire…
IL PROGRAMMA
DEI
FESTEGGIAMENTI
Il programma dei festeggiamenti sarà il
seguente:
ore 10.00
S. Messa giubilare
concelebrata con altri
sacerdoti. Presente la
Corale parrocchiale.
ore 12.30
Pranzo comunitario
presso il Centro Sportivo.
ore 20.30
Recita dei Vesperi seguita dalla processione eucaristica dalla
chiesa parrocchiale
alla chiesetta di S.
Giuseppe in piazza
Silvio Pellico. Benedizione.
Tutta la popolazione è
invitata ai festeggiamenti.
GEORGE DANDIN A CAMNAGO VOLTA
IL CIELO STELLATO DALL’ALPE DEL VICERÈ
Sabato 27 giugno, alle ore 21 presso l’Auditorium “A. Volta” di Camnago Volta, la Circoscrizione 4 del Comune di Como, l’Assessorato alla Cultura del
Comune di Erba e l’Accademia dei Licini presentano “George Dandin”, a cura
del Laboratorio di Teatro “Gianfranco Mauri” diretto da Christian Poggioni. Il
Laboratorio “Gianfranco Mauri”, promosso dall’Accademia dei Licini in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Erba, costituisce dal
2001 un luogo dedicato allo sviluppo ed alla promozione dell’arte drammatica
e della cultura teatrale.
L’ingresso è libero. Per informazioni: Roberto Todeschini, tel. 347-8452378; email: [email protected].
Venerdì 26 giugno, dalle ore 21.00, presso la località Alpe del Vicerè di
Albavilla il Gruppo Astrofili Lariani organizza un’uscita per osservare il
cielo stellato con i telescopi ed i binocoli. Soci e appassionati sono invitati a
portare i loro strumenti. La partecipazione è libera. L’osservazione verrà
annullata in caso di brutto tempo.
Per informazioni, la sede del Gruppo Astrofili Lariani si trova in via Risorgimento 21 a Tavernerio, presso il Centro Civico “Rosario Livatino”; tel.
328.0976491 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21); e-mail: astrofili_la
[email protected]; sito web: www.astrofililariani.org.
CRONACA
P A G I N A
24
Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
MOLTRASIO CONCLUSO IL PROGRAMMA DELLE CELEBRAZIONI
Gli auguri
a don Franzi
e mons. Plotti?
S
i è concluso con
la celebrazione
eucaristica presso la chiesa di S.
Agata di lunedì
scorso il ricco programma
di celebrazioni e incontri
di preghiera con il quale
la parrocchia dei SS. Martino e Agata di Moltrasio
ha voluto festeggiare solennemente il 50° di ordinazione sacerdotale del
proprio parroco, don Bartolomeo Franzi, e dell’arcivescovo emerito di Pisa,
mons. Alessandro Plotti.
L’intera comunità parrocchiale è stata così chiamata, per prima cosa, a
ringraziare il Signore per
il lungo e fecondo ministero di due sacerdoti che
hanno profuso tutte le loro energie (e ancora continueranno a farlo) nella
vigna del Signore, che per
loro è coincisa con i fedeli
Per entrambi
la ricorrenza
dei 50 anni
di ordinazione
sacerdotale
che di volta in volta sono
stati loro affidati; inoltre
essa ha avuto la possibilità di fermarsi a riflettere sull’importanza fondamentale che, all’interno
della Chiesa, riveste la figura stessa del sacerdote.
Attraverso i due momenti di preghiera comunitaria, affidati a don Andrea
Stabellini e da don Massimo Rossi, il concerto del
Corpo musicale, il recital
dedicato alla missione di
S. Paolo preparato dai giovani dell’oratorio, nonché
le solenni celebrazioni eucaristiche di domenica 21
e lunedì 22 giugno, i moltrasini sono stati quasi
condotti per mano a meditare sulla centralità insostituibile del sacerdote
nella vita della Chiesa.
In concomitanza con l’apertura dell’Anno sacerdotale voluto dal Santo
Padre Benedetto XVI, tutti gli interventi sono andati in un’unica direzione:
come ha mirabilmente
sintetizzato mons. Plotti
nell’omelia della S. Messa di domenica, il sacerdote è stato definito colui
che “moltiplica l’amore di
Dio presso i fedeli che gli
sono stati affidati”. Questa grazia straordinaria
non è l’esito di un merito
particolare dell’uomo, ma
un gratuito dono di Dio, a
beneficio non solo del sacerdote in sé, ma soprattutto di coloro presso i
quali egli viene mandato
dal Signore come guida e
pastore.
Certo, come don Massimo Rossi ha voluto sottolineare nella sua meditazione, il sacerdote attinge
questa dimensione peculiare del suo ministero solo se a sua volta si lascia
afferrare dall’amore di
Cristo, se diviene Suo docile strumento, se pone
davanti a tutto non se
stesso, ma il Signore. E
allora, di fronte al generoso dono di Dio, che chiama i suoi sacerdoti presso il popolo per farne i
suoi ministri, don Meo,
nella riflessione rivolta ai
fedeli al termine della
processione del Corpus
Domini, ha tentato di rispondere all’interrogativo
del Salmo che recita “Cosa renderò al Signore per
quello che mi ha dato?”.
La risposta, a suo avviso,
consiste proprio nel partecipare a tutti la presenza reale del Signore attraverso la bellezza della
vita sacramentale e nel
ringraziarlo continuamente per la gratuità assoluta del dono di sé all’uomo. Con un appello finale: don Meo ha infatti
ribadito la necessità che
tutti i fedeli collaborino
con l’opera promossa dal
sacerdote, non lasciandolo mai solo, ma sostenendolo nel suo impegno al
servizio dei fratelli.
Pertanto, nella cornice
di una chiesa parrocchiale resa ancora più bella e
accogliente per effetto dei
recenti restauri della facciata dell’edificio e attraverso la solennità di liturgie curate nei minimi dettagli, al centro dell’attenzione di tutti è stato posto il Signore, “Colui che
Solo”, come non cessa di
ricordarci il nostro amato papa Benedetto XVI,
“sa operare il bene anche
attraverso strumenti insufficienti”. Riconoscenti
e commossi per la generosità dell’impegno e del
servizio che questi sacerdoti hanno speso per noi,
a nostra volta ci permettiamo di esprimere un augurio che sorge spontaneo
dal cuore: che tale attività zelante e operosa nella
vigna del Signore che è in
Moltrasio possa proseguire ad multos annos!
SOLENNITÀ D’ALTRI TEMPI A STAZZONA DOMENICA 14 GIUGNO
Il Corpus Domini nella Valle Albano
S
olennità d’altri
tempi domenica
sera, 14 giugno, a
Stazzona a conclusione della festa del Corpus Domini.
Solennità dal sapore antico ed allo stesso tempo,
paradossalmente… nuovo.
Antico perché dopo
quanti anni si è rivissuta
una celebrazione che in
questa forma e partecipazione ci eravamo oramai
rassegnati a ritenerla
estinta, o viva solo nei ricordi nostalgici di pochi
ed invece, con grande meraviglia di tutti, abbiamo
scoperto che si era solo
“momentaneamente” assopita.
È bastato il contagioso
entusiasmo di “qualcuno”
a farla risvegliare, mettendo in movimento decine di stazzonesi di ogni
età, indaffarati, ognuno
nella propria mansione,
per la buona riuscita di
una festa nella quale, come spesso succede nelle
nostre contrade, il folclore popolare si mischia e si
fonde col religioso.
Nuovo perché, probabilmente per la prima volta,
a dare maggior risalto e
significato a questa celebrazione, del resto sempre molto sentita e cara
ai fedeli, sono intervenute, guidate dai rispettivi
parroci ed accompagnate
dalle diverse confraternite religiose con le loro croci ed i loro stendardi, le
comunità parrocchiali
della valle dell’Albano:
Dongo, anche con la partecipazione dei frati del
convento della madonna
delle Lacrime; Germasino
e Garzeno, con banda musicale al seguito.
L’incontro liturgico, con
il canto dei Vespri e la
processione, è iniziato alle
20.30 con le ombre della
notte incombenti ed una
fresca brezza che leggera
soffiava dai monti e rendeva la serata particolarmente gradevole dopo la
calura riservataci da una
giornata inondata di sole
dall’alba al tramonto.
A farle da cornice vi era
una chiesa stracolma tanto che numerosi degli
intervenuti sono stati costretti a seguire la cerimonia dall’esterno, sotto
il sagrato -, parata come
solo si suole per le grandi
ricorrenze, scintillante
nelle luci che si riverberavano negli argenti tirati
a lucido e dove le delica-
te fragranze delle composizioni floreali soccombevano all’intenso profumo
dell’incenso che a sbuffi si
propagava nell’aria.
Attorno al Santissimo
Sacramento esposto all’adorazione dei fedeli, si
sono elevate le familiari
note degli inni e dei salmi accompagnate dall’organo e allorché nella navata si è spenta anche
l’ultima strofa del canto
del Magnificat, i parroci
intervenuti, reggendo l’ostensorio con l’Ostia consacrata si sono avviati
verso l’uscita dove già si
era formato il corteo che
avrebbe accompagnato il
“Corpo di Gesù Cristo”
lungo le vie interne delle
frazioni del paese di Stazzona, seguendo in gran
parte l’originale itinerario anticamente in uso
per questa solenne circostanza.
Vie, lungo le quali, riesumando una tradizione
popolare diffusa fin da
tempi lontani, pur anche
se ultimamente negletta,
si era provveduto ad addobbare ed abbellire ogni
balcone e finestra con innumerevoli lumini, ma,
soprattutto, con l’esposizione di candidi panni,
quali lenzuola, tovaglie e
salviette orlate di pizzi o
ricamate, come solo le
donne sanno fare, con certosina pazienza e monacale perizia.
Mai prima d’ora - che
localmente memoria d’uomo ricordi- s’erano visti
sfilare per le strette vie di
Stazzona così tanti artistici crocifissi, accompagnati da altrettanto artistici candelabri, in uso
alle diverse confraternite
intervenute dalle parrocchie vicine, caratterizzati dai loro tradizionali
“abiti” differenti gli uni
dagli altri per foggia e colori. E nemmeno tutti
quei pregiati stendardi
che richiamano e raffigurano i numerosi santi protettori amati e venerati
dalle diverse comunità
della vallata.
L’onore di reggere il
“baldacchino” sotto il quale incedeva il sacerdote
con il Santissimo Sacramento è stato riservato ai
confratelli di Germasino.
Attorno a lui tutti gli
altri sacerdoti e frati preceduti da un gruppo di
chierichetti, e da bambini e bambine vestiti dell’abito bianco della loro
prima comunione, che a
piene mani spandevano
sul selciato petali di rose.
Molti dei componenti il
lungo e nutrito corteo,
aperto dalla croce delle
donne, erano muniti di
candele con dei paralumi
multicolori i quali risaltavano nelle ombre della
notte oramai sopraggiunta, fendendo suggestivamente il buio con un serpentone formato da centinaia di luci variopinte
in lento movimento.
Lungo il percorso che,
tra canti e preghiere, ha
impegnato i partecipanti
per ben oltre un’ora, erano previste della soste di
meditazione in prossimità delle “santelle” o immagini sacre poste nelle diverse frazioni attraversate.
Così è avvenuto prima
presso la “santella” nella
piazzetta della frazione
di Morbio; poi sotto l’antica immagine del Crocifisso miracoloso di Como,
dipinta sul muro di un
mulino e forno, da tempo
immemorabile in disuso,
in località detta “La Pra”,
per la frazione di Cassia.
A seguire, davanti alla
santella di Selva e, da ultimo, oramai in prossimità della chiesa, la sosta è
avvenuta innanzi un altarino improvvisato lungo
la strada per Loro, per le
frazioni di Loro, appunto,
Castanedo e Vanzonico.
La cerimonia con il canto del “Tantum Ergo…” e
la solenne benedizione
eucaristica si è conclusa
sul piazzale antistante la
chiesa tra due ali di devoti assorti ed emotivamente coinvolti dall’avvenimento religioso, con la
facciata illuminata della
parrocchiale di S. Giuliano martire, fresca di restauro e ridipintura, a fare da sfondo.
Prossimi alle 22.30, e
dopo aver riposto riposto
il Santissimo Sacramento nel tabernacolo, tutte le
fiammelle delle candele
sono andate progressivamente spegnendosi.
I canti e le preghiere
che, via via nello svolgersi della celebrazione avevano infervorato i devoti,
si sono trasformati in un
brusio di commenti ben
orientati, mentre tutti i
partecipanti, accompagnati dal suono del “Noi
vogliam Dio…” diffuso
dalle campane ed amplificato dal silenzio notturno, se ne tornavano alle
loro case.
CRONACA
P A G I N A
25
Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
DOMENICA 5 LUGLIO LA PRESENTAZIONE DEI RESTAURI
Casasco:
il santuario
“rinnovato”
C
asasco è uno dei
più piccoli comuni della Valle Intelvi, ma uno dei
più importanti e
panoramici. Si trova in
posizione dominante sull’ultimo versante della
Valle che dà sul lago di
Como e, in antichità, era
luogo di transito per i viandanti che da Como salivano sul Bisbino, che,
camminando a mezza costa, raggiungevano la Valle, per poi proseguire per
le Alpi e l’Europa centrale.
Il paese, che ha conservato il suo aspetto antico,
mostra ai villeggianti, alla ricerca di pace e tranquillità, le sue stradine
strette e antiche, i portici
ombrosi e, ad ogni angolo, una curiosità storica,
artistica e numerose testimonianze di una civiltà contadina di montagna.
Il paese e i suoi abitanti possono vantarsi di un
grande passato artistico,
una schiera di scalpellini,
pittori, stuccatori che solo
pochi altri grandi centri
della Valle possono eguagliare. Nomi illustri quali i Ferradini, i Ferretti,
gli Schiera, i Pedetti, nomi famosi che hanno fatto storia in tutta l’Europa nell’arte applicata all’edilizia, sia religiosa
che privata.
Questi grandi uomini
hanno lasciato nel loro
paese testimonianze co-
L’edificio rappresenta un prezioso
scrigno di arte sacra. Nei secoli vi
hanno lasciato la loro impronta artisti
e restauratori esperti. Sarà presente
anche il vescovo Diego Coletti
di RINA CARMINATI FRANCHI
me le case originali in pietra, ora quasi tutte restaurate, che circondano palazzi monumentali importanti quali quello dello
Schiera, con chiosco interno, costruito dalla numerosa e potente famiglia
nel secolo XVI, o quello
dei Ferradini con il magnifico portale in pietre
squadrate e stemma nobiliare.
Ma oltre la parrocchiale di S. Maurizio, c’è un
gioiello antico e meraviglioso che si trova in basso al paese: è il Santuario della Madonna del
Carmine, antico oratorio
rifatto un virtù di un voto
per la liberazione della
pestilenza che colpì pesantemente la Valle nel
1530.
Da allora, nella piccola
chiesa si susseguirono
grandi artisti e restauratori esperti, tanto che, ancora oggi, la troviamo ricca di opere d’arte e famosa per la devozione di tutta la gente della Valle.
Vi lavorarono artisti come Giuseppe Ferradino
nel 1600, e poi paliotti di
tipo tridentino; gli affre-
schi furono affidati a Giulio Quaglio di Laino, che,
nonostante i secoli, conservano un’immediatezza
di immagine.
In seguito, la chiesetta
fu eletta a Santuario e
più volte restaurata.
Domenica 5 luglio verranno presentati alla popolazione gli ultimi restauri compiuti di recente e
E MONS. DIEGO COLETTI BENEDIRÀ LA STATUA DI GIOVANNI PAOLO II
Dopo essere stato esposto nel 2006 nella chiesa di S. Tommaso a
Cerano, il bellissimo monumento raffigurante Giovanni Paolo II,
opera del noto artista intelvese Bruno Gandola, fu acquistato dal
Comune di Casasco con l’impegno da parte dell’autore di realizzarne la collocazione in un luogo in cui si potesse vedere, sullo
sfondo, la montagna con la ricostruita chiesa di S. Zeno. Ora, tutto
questo si è realizzato, e domenica 5 luglio, in occasione della presentazione dei compiuti restauri della chiesa del Carmine, il monumento verrà consegnato alla popolazione di Casasco, per essere
posizionato in un punto che, sullo sfondo, regali anche la visibilità
di S. Zeno, e benedetto dal vescovo Diego Coletti.
L’opera è realizzata in bronzo e dedicata al ricordo della visita di
Giovanni Paolo II a Como nel 1998.
La figura del pontefice viene ritratta dall’artista con il mantello
svolazzante, a ricordo di quello che indossava in occasione dell’apertura della Porta Santa durante il giubileo del 2000.
Così dalla vetta del monte Aurascio, l’antica chiesa di S. Zeno restaurata e abbellita recentemente a cura di un comitato spontaneo e che viene chiamata “La chiesa del terzo millennio” - farà da
sfondo ad un’altra importantissima opera che testimonia la fede
della Valle Intelvi, il suo attaccamento alle tradizioni e alle leggende tramandate da secoli, che, anche se possono in un primo
tempo sembrare frutto di fantasia, contengono sempre un nocciolo
di realtà di vita vissuta.
R.C.F.
CON “MONDO TURISTICO” E IL PREMIO “ANTONIO FOGAZZARO”
Tra Griante, Menaggio e il Soccorso
L
’
Associazione Culturale “Mondo
Turistico”, in collaborazione con il
Premio “Antonio
Fogazzaro” 2009, organizza per venerdì 3 luglio
una visita guidata a Griante. L’incontro con la
guida è fissato alle ore
15.00 all’imbarcadero di
Cadenabbia, vicino alla
statua di Adenauer. Si effettuerà poi una passeggiata, in lieve salita, per
raggiungere la parte alta
di Griante e visitare il
parco di Villa La Collina,
che, dal suo formidabile
terrazzo panoramico, domina tutto il centro lago.
La villa divenne famosa
quando il cancelliere tedesco Adenauer decise di
farne la sua dimora estiva. Alla morte dello statista, la villa fu trasforma-
ta in luogo di studio e d’incontro per personalità del
mondo germanico. Ora la
proprietà si sta riconvertendo in struttura ricettiva per il turismo.
Si proseguirà poi verso
la parrocchiale, posta nella parte alta del paese,
adagiata fra gli ulivi; si
visiterà quindi la chiesa
e l’antico borgo, dove si
possono ancora ritrovare
i ricordi del passaggio dello scrittore francese Stendhal. Ricordiamo che Griante fu luogo prediletto
per la vacanza di diversi
personaggi importanti,
fra i quali il futuro papa
Ratti. La quota di partecipazione è di 6 euro per i
soci, di 7 euro per i non
soci.
Per sabato 4 luglio è
in programma una visita
a Menaggio. L’appunta-
il sindaco, Ettore Puricelli, avrà l’occasione per
ringraziare, a nome di
tutti i casaschesi, il parroco, don Fabio Molteni,
che ha voluto e iniziato i
lavori, don Paolo Barocco,
che ha ultimato i lavori di
restauro con convinzione
e perizia e tutti coloro che,
volontariamente, hanno
offerto tempo e denaro
per la buona conclusione
dell’opera.
Domenica 5 luglio alle
ore 10.30 il vescovo, mons.
Diego Coletti, sarà accolto e visiterà il restaurato
Santuario della Madonna
del Carmine.
Seguirà alle ore 11.00 la
S. Messa e alle 12.00 la benedizione e inaugurazione
del monumento dedicato a
Giovanni Paolo II con uno
sguardo su S. Zeno. Alle
ore 15.00, la visita ai “piccoli musei”, Museo etnografico della civiltà contadina a Casasco, Museo dello stucco e della Scagliola
Intelvese a Cerano Intelvi
con l’inaugurazione della
Mostra “Madonne, devozioni e simboli”.
mento con la guida è per
le ore 16.00 in piazza Garibaldi, davanti all’Ufficio
Informazioni Turistiche.
Una passeggiata nel centro storico con i suoi vicoletti medievali e l’animata via Calvi porterà alla
parrocchiale di S. Stefano,
arricchita da un’accurata
decorazione a stucco ed
affreschi e dalla preziosa
cappella della Vergine. Al
termine della visita della
chiesa, si affronterà la
salita alla parte alta del
paese, dove si trova la
chiesa di S. Carlo, lungo
una caratteristica scalinata che conserva interessanti vestigia del passato. Dopo aver visitato
anche questa chiesa, abbellita da un campanile a vela seicentesco e da
tele del Vermiglio, si ritornerà in centro passando
dal lungolago dove è possibile ammirare la statua
della Tessitrice, emblema
della laboriosità delle
donne del luogo e della
presenza dell’industria
serica nella valle del Sanagra. La quota di partecipazione è di 6 euro per i
soci, di 7 euro per i non
soci.
Domenica 5 luglio
sarà dedicata invece alla
visita al Santuario della
Madonna del Soccorso:
l’appuntamento è alle ore
10.00 alla prima cappella, che si trova in comune
di Ossuccio (più facilmente raggiungibile da Molgisio, frazione alta di Lenno, dopo il ponte sul Perlana). Il Sacro Monte di
Ossuccio fa parte dei luoghi considerati dall’Unesco “Patrimonio dell’umanità” ed è situato in una
zona splendida dal punto
di vista panoramico, lungo la valle del torrente
Perlana, in posizione dominante l’Isola Comacina
e la parte centrale del Lario.
Si salirà dunque lungo
la via (solo pedonale) dove
si trovano le cappelle corrispondenti ai Misteri del
Rosario, che contengono
capolavori barocchi di pittura e scultura; al termine si procederà alla visita del Santuario. La quota di partecipazione è di
6 euro per i soci, di 7 euro
per i non soci.
Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie
entro tre giorni prima dell’escursione): Mondo Turistico, tel. 0344-30060;
339-4163108; e-mail: mon
[email protected].
S.F.
CRONACA
P A G I N A
27
ValliVaresine
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
BRINZIO LA PARROCCHIA SALUTA ANCHE DON SERGIO CROCI
In festa per san Paolo
I
INCONTRO A VARESE LA SERA DEL 25 GIUGNO
L’architettura religiosa
Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Varese organizza
per la sera del 25 giugno,
alle ore 20.30, nella propria sede di Varese, in via
Gradisca 4 un incontro
con tema l’architettura
religiosa; titolo “Dove va
l’architettura sacra?”. A
relazionare sui recenti
progetti di chiese, monsignor Giuseppe Arosio, responsabile dell’ufficio
Nuove Chiese della diocesi di Milano.
Monsignor Arosio nasce
a Monza nel 1925, ordinato sacerdote il 22 maggio
1948 e subito inizia il suo
ministero come viceparroco. Nel 1961 diventa parroco nella nuova parrocchia di san Giuseppe a
Monza, in una zona periferica, in cui c’è da costruire proprio tutto, la comunità, la casa, la chiesa. È
proprio dalla necessità
pastorale che nasce in lui
il cammino alla scoperta
dell’architettura in tutte
le sue fasi, dalla ricerca
dell’architetto alla messa
a punto del progetto, dal
L
’
reperimento dei fondi alla
costruzione. Grazie alla
conoscenza e successiva
amicizia con l’architetto
zurighese Justus Dahinden e alla sua instancabile sete di conoscenza,
che lo portò in giro per
l’Europa, che si formarono le sue doti peculiari:
chiarezza di visione, senso della priorità, ambizione, concretezza, entusiasmo, combattività. Così
quando nel 1984 il cardinale Carlo Maria Martini
ricostituì l’Ufficio Nuove
Chiese della Curia di Milano, monsignor Giuseppe
Arosio venne nominato responsabile per la costruzione di nuovi complessi
parrocchiali per l’intera
diocesi di Milano, incarico che lo portò alla realizzazione di più di cinquanta chiese in un arco temporale di poco più di quindici anni, interagendo con
architetti del calibro dello stesso Dahinden per
Varese - qui realizza nei
primi anni novanta la
chiesa dedicata a san
Kolbe, Caccia Dominioni,
Botta, Canella, Belgiojoso, D’Ardia, Gabetti e Isola, Galantino, Gregotti, e
tanti altri che contribuirono alla riqualificazione
delle periferie milanesi,
dal punto di vista sociale
e religioso.
GI.PO.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
ntrodotta da un triduo di preparazione
si celebrerà a partire
da domenica 28 giugno, a Brinzio la festa
patronale dei santi Pietro
e Paolo. Sarà una ricorrenza particolare quella
di quest’anno perché - oltre a rendere gloria ai
suoi santi protettori - la
parrocchia concluderà
l’Anno Paolino con l’inaugurazione di una statua
dedicata al santo Apostolo delle Genti e saluterà
il proprio parroco don
Sergio Croci che, dopo
tre anni dal suo arrivo, lascerà le comunità di
Brinzio e Cabiaglio per
scendere a Canonica
come collaboratore. Il
programma della festa
prevede alle ore 9.45 S.
Messa solenne accompagnata dalla corale; alle
ore 15.00 ancora S. Messa cui farà seguito la benedizione della nuova statua di san Paolo e la processione per le vie del paese. Al termine, incanto
dei canestri e rinfresco
per tutti. Per la prima
volta la processione si effettuerà con la statua di
san Paolo e non con quella tradizionale di san Pietro, ma la sera di lunedì
29 giugno, la comunità
brinziese si ritroverà nuovamente per portare in
processione anche la statua di san Pietro dalla
chiesa parrocchiale (S.
Messa alle ore 20.00) sino
al lago, ove verrà impartita la benedizione e ci
sarà un rinfresco offerto
dal locale gruppo pescatori. La statua di san Paolo, oltre ad arricchire il
patrimonio storico artisti-
co della comunità brinziese, ricorderà in maniera permanente l’Anno
Paolino, rimanendo esposta all’interno della chiesa di Brinzio, a lato del
presbiterio. La nuova raffigurazione dell’Apostolo
delle Genti è stata scolpita nel legno da Gigi Pogliani l’artigiano-artista
di Brenta che negli ultimi anni ha già prodotto
diverse opere di pregio, ed
è stata infine decorata da
Claudia Stopar Legatti
che, con una sapiente
scelta di colori e sfumature, ha completato l’opera
in maniera egregia. Ma
alla soddisfazione e alla
gioia di poter celebrare la
festa dei santi patroni,
quest’anno si è sovrapposta l’amarezza di dover
salutare - nella stessa occasione - il parroco don
Sergio, chiamato dal Vescovo ad un nuovo incarico pastorale. Questa notizia è arrivata a Brinzio (e
a Cabiaglio) come “un fulmine a ciel sereno”, ma
alla luce della fede è stata compresa ed accettata
da tutti i parrocchiani.
“Caro don Sergio, è con
animo pieno di affetto e
riconoscenza che ti saluto e ringrazio perché attraverso il tuo sacerdozio
abbiamo vissuto la figura di Cristo - scrive il sindaco Sergio Vanini -. Grazie da parte dei fedeli
brinziesi per la semplicità la sapienza e l’amore
che ci hai insegnato nel
nome di Cristo Signore. Ti
auguro di vivere una nuova e profonda comunione
con tutto il nuovo gregge
che il Signore ti affiderà”.
E anche don Sergio non
ha mancato di far pervenire un saluto ai suoi parrocchiani invitandoli “a
dare ragione della speranza che è in noi”, vivendo i
sacramenti e testimo-
AFRICALENDARIO/27
AMMIRANDO
L’ECCELLENTE
AR
TE DI GESTIRE
ARTE
RISORSE SCARSE
Centinaia di donne
che vendono banane,
mango, pomodori e cavoli. Decine di macellerie senza frigorifero.
Venditori di indumenti di seconda mano.
Arrotini in bici, facchini che trascinano carretti
pieni di taniche di acqua potabile. Muratori a
giornata trasportati a dozzine nei cassoni dei
camion. Kinyozi (barbieri) e parrucchiere che
lavorano in chioschi dalla dimensione di una
nostra cabina telefonica. Venditori di pannocchie arrostite, salsicce, chapati (piadine) e
mandazi (frittelle). Ambulanti che cercano di
smerciare frutta, noccioline, cartine geografiche,
utensili da giardino, peluches e poltrone
gonfiabili (!). Questi sono solo alcuni dei “personaggi” che popolano le strade di Nairobi, e che
non rappresentano altro che alcuni dei modi (legali) con cui la gente cerca di sopravvivere in
una metropoli che non regala niente a nessuno.
Avere l’occasione, man mano che passano i mesi,
di conoscere meglio alcuni di questi veri e propri professionisti della cosiddetta “economia informale” mi porta ad una vera ammirazione di
come molti di essi riescano a gestire, con risorse limitatissime, attività commerciali efficienti
e in grado di mantenere un’intera famiglia. Forse se tanti super-manager e dirigenti che nei
grattacieli del centro (qui come in ogni metropoli del mondo) passassero qualche settimana
a fianco di John, Elizabeth, Isaiah e Ruth, avrebbero occasione di imparare come azzerare gli
sprechi e far fruttare al massimo la gestione di
qualsiasi risorsa. Un’utopia, certamente, ma che
prima o poi saremo tutti costretti a sperimentare.
Per seguire Martino e dialogare con lui:
http://martinkenya.splinder.com
MARTINO GHIELMI
niando la fede con la carità.
“Infine - ha concluso don
Sergio - esorto i giovani
perché abbiano più idee,
più concretezza e più interessi, non siano semplicemente buoni, ma
anche più solidali”. “Ci
mancherà la figura bonaria ed imponente di don
Sergio, la sua bella voce
che ci trascinava nei canti di lode a Dio e alla Vergine Santa - commentano
i parrocchiani di Brinzio
-. Restiamo, comunque,
uniti nella preghiera, sentiamoci fratelli accomunati nelle vicende umane,
ora tristi, ora liete, ed auguriamo a don Sergio ogni
bene desiderabile”.
A.C.
IN ABRUZZO PER GLI INCENDI
Viva soddisfazione in Valcuvia, tra i componenti delle squadre di Protezione civile-antincendio boschivo per essere riusciti negli scorsi giorni ad organizzare uno
“squadrone di 33 volontari” che andranno in Abruzzo nel periodo tra il 26 luglio
e il 26 settembre per dare una mano alle squadre locali nella lotta contro gli
incendi boschivi. La Regione Lombardia, infatti, ha voluto sostenere la Regione
Abruzzo, oltre che con gli aiuti verso i territori colpiti dal terremoto del 6 aprile
scorso, anche dando supporto alle squadre antincendio di quella regione per tutto il periodo estivo, visto che molti dei loro volontari sono impegnati nella ricostruzione. L’emergenza terremoto ha fatto prendere quest’anno alla Regione Lombardia questa decisione, ma già negli anni scorsi tanti volontari lombardi erano
stati impegnati in campi estivi antincendio boschivo in regioni del sud, ove l’emergenza incendi raggiunge livelli di guardia proprio durante l’estate. Nel 2008,
infatti, la collaborazione è stata con la Sicilia, mentre in precedenza i volontari
lombardi hanno dato aiuto alla Sardegna. Il Coordinamento antincendio Valcuvia
(COAV) coprirà, dunque, con tre turni di 14 giorni ciascuno le sei settimane estive e raggiungerà la base operativa in Abruzzo con una propria colonna di mezzi
e materiali che la renderà autonoma dal punto di vista operativo. I volontari
COAV che hanno dato la loro disponibilità provengono da quasi tutti i paesi
valcuviani (Cocquio, Cuvio, Rancio, Cittiglio, Cassano, Gavirate, Cabiaglio,
Gemonio), a questi si aggiungono anche i volontari ANA (Associazione Nazionale Alpini) che, a loro volta, garantiranno in Abruzzo la copertura antincendio nel
periodo dall’11 al 18 luglio prossimi.
MOSTRA DI SALVINI AD ARCUMEGGIA
Sarà visitabile fino al 20 agosto, ad Arcumeggia, la mostra dal titolo: “L’arte
poetica di Innocente Salvini”, frutto della collaborazione fra Sangalleria e Bottega del pittore, e Museo Salvini. Sono trenta le opere esposte del noto pittore, tra
le quali figurano cinque dipinti inediti recuperati in mesi di assidua ricerca sul
territorio, strappati all’oblio del tempo ed ora visibili in tutto il loro splendore.
Sarà disponibile al pubblico il catalogo curato da Angela Viola, Flavio Moneta e
Luigi, e Marina Sangalli. Molteplici gli enti e le istituzioni del territorio che
hanno assicurato il proprio patrocinio. Presso il Museo Salvini di Gemonio sarà
visibile un’ulteriore esposizione di opere del Salvini. L’esposizione di Arcumeggia è aperta giovedì e sabato dalle ore 15.00-18.00; domenica 9.0012.00- 15.00-18.00; ulteriori informazioni telefonando al 339-5297073 oppure al 338-6660262.
P A G I N A
28
Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE SUCCEDE A FABI ED È IL PIÙ GIOVANE MAI CHIAMATO ALLA GUIDA DELL’ENTE
Paolo Mainetti a Confindustria
Nell’illustrare il suo programma,
Mainetti ha messo in evidenza la
necessità, per la provincia di Sondrio,
di non essere considerata una realtà
marginale: fondamentale puntare
sulle risorse locali, ambiente in primis
pagina a cura di CIRILLO RUFFONI
P
aolo Mainetti,
amministratore
delegato di Valtecne, 37 anni, è
il nuovo presidente di Confindustria Sondrio. È stato eletto lunedì 22 giugno, al termine
della lunga fase delle assemblee dei vari settori,
che hanno rinnovato i
vertici e la Giunta di
Confindustria. Lo affiancano come vicepresidenti Cristina Galbusera,
Gian Maria Castelli, Sergio Schena e Luigi Lapsus. Mainetti, che succede a Corrado Fabi, è il
più giovane presidente
di Confindustria Sondrio, ma ha già accumulato una notevole esperienza all’interno dell’associazione.
Subito dopo l’elezione,
nell’incontro con i giornalisti e, ancora più ampiamente, nell’interven-
to pronunciato al convegno che è seguito, egli ha
precisato quali saranno
le principali linee della
sua gestione. «Già sin
d’ora posso dire che la
mia sarà una presidenza nel segno della continuità – ha affermato -.
Ritengo infatti che molte delle linee guida che
hanno ispirato la presidenza Fabi rimangano
tuttora attuali e che ci
sia ancora parecchio da
fare per portare a termine il lavoro avviato». Un
altro punto qualificante
sarà la proiezione verso
il futuro ed il ruolo assegnato ai giovani, come
ha dimostrato anche la
recente pubblicazione
«Giovani emergenti»,
nella quale sono state
raccolte le interviste a
26 giovani imprenditori
della provincia. Il momento che stiamo vivendo è difficile, ha conti-
nuato il presidente, «ma
siamo qui per disegnare
il futuro delle nostre valli… Vogliamo evitare
che la nostra terra sia relegata a provincia marginale della metropoli
padana. Lavoreremo in-
vece perché possa entrare a pieno titolo nei grandi flussi della modernità
globalizzata, all’interno
di quella piattaforma alpina che davvero può
fare della provincia di
Sondrio un luogo di
avanguardia dove si sperimentano con successo
nuovi modelli di sviluppo socio-economico-territoriale». In questo ambito potrà svolgere una
funzione molto importante il Polo tecnologico.
Confindustria Sondrio,
inoltre, potrà avere un
ruolo di primo piano nell’elaborare un modello
di gestione delle risorse
idroelettriche che armonizzi in modo efficace le
esigenze dei grandi produttori con quelle del
territorio. Altri ambiti di
particolare attenzione
saranno la filiera boscolegno, le fonti di energia
rinnovabile e lo sfruttamento dei depositi di
uranio «che sono per noi
una risorsa, non un problema». Sarà necessario, inoltre, puntare ad
una semplificazione burocratica e curare le infrastrutture, come la
grande viabilità di accesso alla Valtellina, le tangenziali di Morbegno e di
Tirano, la ferrovia, che
si trova in uno stato di
penoso abbandono, in
modo che le Alpi «possano tornare ad essere ciò
che erano nel Medioevo:
territori strategici per il
loro ruolo di passaggio e
di attraversamento dei
confini»… Ciò significa
«portare la provincia di
Sondrio al centro delle
Alpi, al centro dell’Europa».
IL CONVEGNO DI LUNEDÌ POMERIGGIO SONO INTERVENUTI ESPERTI COME ICHINO E MOLTRASIO
L’economia dopo la crisi: ripensare i modelli globali
economia dopo
la crisi: lavoro, impresa,
società è il titolo del convegno
promosso da Confindustria Sondrio e svoltosi
lunedì 22 giugno, presso il Cinema Excelsior
del capoluogo, subito dopo la riunione di Giunta
nella quale è stato eletto il nuovo presidente.
Ospiti del convegno il
giuslavorista Pietro Ichino e il vicepresidente di Confindustria per
l’Europa Andrea Moltrasio, moderati da Sebastiano Barisoni,
caporedattore di Radio
24. Un anno dopo aver ospitato Luca Cordero di
Montezemolo ed Emma
Marcegaglia, allora rispettivamente presidente e vicepresidente di
Confindustria, quindi,
Sondrio ha visto di nuovo la presenza di due
eminenti personalità.
Ichino, senatore del Partito Democratico, è infatti tra i massimi esperti italiani in materia di
diritto del lavoro, rispettato e ascoltato sia dai
sindacati, sia dagli imprenditori e in questi
giorni è al centro dell’attenzione mediatica per il
processo ai brigatisti che
lo ha visto coinvolto come parte lesa. Moltrasio, bergamasco, proveniente dal settore chimico, già presidente degli
L
’
Paolo Mainetti
industriali della sua provincia, nel 2008 è stato
confermato dalla presidente Marcegaglia nel
ruolo che gli era stato
assegnato da Montezemolo. Il convegno è stato aperto dagli interventi del nuovo presidente
Paolo Mainetti e del
sindaco di Sondrio Alcide Molteni, il quale
non si è limitato ad un
saluto di circostanza, ma
ha sviluppato alcune interessanti riflessioni sul
ruolo che i Comuni svolgono in questo periodo
di crisi, come dei veri e
propri ammortizzatori
sociali, capaci di far fronte a varie emergenze.
Successivamente, davanti al foltissimo pubblico che gremiva la
sala, i due illustri ospiti,
opportunamente stimolati dalle domande del
moderatore, hanno offerto un ricco ventaglio
di riflessioni e proposte.
Il discorso ha preso le
mosse dalla crisi che è
ancora in atto, anche se
la Provincia di Sondrio
sembra risentirne meno
rispetto alle vicine
Bergamo e Brescia. Fi-
nora le aziende si sono
barcamenate alla meno
peggio, ricorrendo alla
cassa integrazione, in
attesa del periodo delle
ferie, ma cosa succederà poi in settembre, alla
ripresa del lavoro? Pietro Ichino ha affermato
che finora l’Italia ha retto abbastanza bene affidandosi al sistema della
cassa integrazione ed
istituendone una «in deroga» per i precari che
hanno perso lavoro. Per
meritare la fiducia degli
investitori stranieri ed
accelerare l’uscita dalla
crisi, però, l’Italia deve
attuare delle riforme
strutturali, come quella
delle pensioni. Oggi, ha
affermato lo studioso, lo
Stato investe una settantina di miliardi all’anno per consentire a
chi non ha ancora 60
anni di andare in pensione. Sono soldi che potrebbero essere spesi
meglio, ad esempio nell’assistenza alle famiglie
e per evitare la povertà
infantile. Bisognerebbe
inoltre rendere più flessibile il mercato del lavoro, intervenire con
più decisione per evitare gli sprechi nella spesa pubblica e semplificare al massimo il diritto
del lavoro. Pietro Ichino
ha affermato che sta
preparando un testo di
diritto del lavoro concentrato in meno di cin-
quanta articoli, riguardanti gli aspetti essenziali, tutto il resto viene
affidato alla contrattazione locale. Il punto centrale del suo pensiero è
però costituito da quella
che egli definisce la flex
security e che si ispira al
sistema assistenziale
presente in alcuni Paesi
del Nord, come la Danimarca e la Svezia. Il lavoratore non viene mai
lasciato nel primo posto
in cui capita (questo è
svantaggioso sia per lui,
sia per l’azienda), ma
viene seguito, incentivato, promosso a compiti
più impegnativi e remunerativi e viene anche
licenziato, quando è necessario, ma in questo
caso non è come uno
straccio che viene buttato, ma viene assistito economicamente e accompagnato con appositi corsi perché trovi presto una nuova dimensione professionale ed un
nuovo impiego. Si tratta quindi di un sistema
che abbina il massimo
della flessibilità con il
massimo delle garanzie
per il lavoratore. Sotto
questo aspetto noi siamo
ancora lontani anni luce,
ha affermato Ichino,
perché nel nostro Paese
mancano la cultura adeguata, il senso civico e il
rispetto per le regole.
Sempre riguardo al tema
dell’occupazione, An-
drea Moltrasio ha invece posto l’accento sul
problema che oggi le aziende hanno di trattenere quei lavoratori che
costituiscono un patrimonio tecnico e umano
insostituibile, perché
hanno costruito ed hanno fatto crescere quelle
aziende stesse. C’è poi il
rischio che, in alcune
regioni, la crisi non abbia solo l’effetto di selezionare le aziende più
deboli che non sono in
grado di sopravvivere
con le loro forze (cosa in
sé positiva), ma spazzi
via interi comparti produttivi specializzati, che
non sarà più possibile
ricostituire in seguito. E
questo rappresenta la
perdita di uno straordinario patrimonio di conoscenze e di abilità tecniche dal valore inestimabile. Sul piano europeo, Andrea Moltrasio
ha sottolineato gli enormi vantaggi che sono
derivati dalla liberalizzazione dei mercati, ha
denunciato il pericolo
che i vari Stati, di fronte alla crisi, si chiudano
in atteggiamenti protezionistici ed ha prospettato la necessità di «riposizionare il sistema
dei finanziamenti», trasferendo molti capitali
dal settore agricolo (come è stato finora) a quelli della ricerca e dello sviluppo tecnologico.
CRONACA
P A G I N A
29
Valchiavenna
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
CAMPODOLCINO LA STATUA È DEDICATA AL BEATO LUIGI GUANELLA E AL SUO IMPEGNO PER GLI ULTIMI
Un monumento per ricordare...
’
C
era tutta la comunità di Campodolcino, ma
anche moltissimi altri valchiavennaschi hanno
partecipato alla benedizione del monumento di
don Luigi Guanella. Ieri,
nella piazza della chiesa
del paese della Val San
Giacomo si è svolta una
cerimonia destinata a
restare nella memoria
dei convalligiani. Nel
corso della funzione, i sacerdoti si sono soffermati sull’importanza dell’opera di don Guanella
in Valle e in tutto il mondo e sul legame che unisce la valle al religioso
originario di Fraciscio.
Al termine della celebrazione eucaristica, i fedeli e i sacerdoti guanelliani e diocesani, a cominciare dal parroco don
Bruno Capparoni, si
sono riuniti per la cerimonia nel piazzale della
chiesa. La festa è stata
caratterizzata dalla presenza di centinaia di persone, pronte ad applaudire quello che per la Val
San Giacomo ha rappresentato un vero e proprio evento. Il compito di
presentare l’opera - posizionata a pochi metri
dalla statale 36 dello
Spluga, davanti alla
chiesa parrocchiale - è
toccato all’artista Alfredo Vismara, già autore
della statua del beato
collocata nel 1987 all’esterno del duomo di
Milano, e del monumento di Fraciscio. La composizione, alta complessivamente più di quattro
metri, è collocata in una
posizione strategica ed è
visibile da chi raggiunge
il paese. «Nell’opera,
memoria, celebrazione e
proposta meditativa si
fondono, grazie agli episodi descritti sui pannelli
del basamento e alla vi-
vace figura di don Guanella, con una mano rivolta verso il cielo e l’altra tesa ad accarezzare
un anziano - ha spiegato
l’artista -. Le scene proposte nei bassorilievi e
la scelta delle due figure sovrastanti sono frutto di una lunga riflessione meditativa, nata in
fase di ideazione e perseguita durante l’intera
esecuzione, scaturendo
l’opera dal continuo colloquio fra la materia che
prende forma dalle mani
VERCEIA
ASSOCIAZIONE
CULTURALE
PER IL FORTINO
i è costituita a
Verceia l’associazione culturale
“Volontari per il
Fortino militare
Cadorna” che, senza fini
di lucro, persegue esclusivamente “la tutela e
la valorizzazione delle cose d’interesse artistico e storico nonché della natura e dell’ambiente; assistendo
il Comune di Verceia e
le altre Istituzioni (Comunità Montana, Amministrazione Provinciale, Regione) nello svolgimento delle proprie attività volte a sostenere
il restauro del Fortino
militare Cadorna, la sua
valorizzazione nonché la
manutenzione e la gestione del Fortino e dell’area adiacente compresa la Strada dei Cavalli
e la fruibilità del percorso conosciuto col nome
di tracciolino.
do, per stare sempre vicino agli ultimi fra gli ultimi. Questa bellissima
statua deve essere un richiamo per noi campodolcinesi e per i turisti. Ci
ricorderà che, sostenuti
dalla fede, dalla provvidenza e dallo spirito di
carità cristiana di don
Guanella, possiamo diventare anche noi grandi nell’amore e nella bontà». Alla festa ha partecipato la banda musicale di Gordona.
S.BAR.
A CHIAVENNA, DAL 29 GIUGNO
AL 4 LUGLIO, UN PERCORSO-PONTE
FRA SUPERIORI E UNIVERSITÀ
SULLA MATEMATICA APPLICATA
Grazie al contributo della Fondazione Gruppo
Credito Valtellinese verrà attivato, per la prima volta in provincia di Sondrio, un progetto
ponte tra Scuola Superiore e Università che si
configura come percorso formativo di approfondimento per studenti degli ultimi anni. L’iniziativa rientra nell’offerta delle “Learning Week”,
promosse e cofinanziate dalla Regione Lombardia
per rafforzare le conoscenze e le competenze dei
giovani secondo le attitudini individuali, così da
favorire un’azione orientativa e di contrasto al grave problema della dispersione scolastica.
S
I volontari svolgeranno attività di supporto e
collaborazione sia propositiva sia promozionale a
beneficio del patrimonio
ambientale, storico e
culturale della comunità valchiavennasca in
collaborazione con il
Consorzio di Promozione turistica della Valchiavenna. Inoltre si
rende disponibile, nel-
dell’artista e l’autore
stesso». C’è stato spazio
anche per ribadire l’impegno di don Giampaolo
Cozzi, parroco di Campodolcino fino all’anno
scorso, nella realizzazione di quest’opera. Daniela Fanetti, sindaco del
paese, ha sottolineato il
legame della comunità
con don Guanella. «Partendo da queste montagne, l’opera di don Guanella si è diffusa prima
nella nostra valle, e poi
in tanti paesi del mon-
l’ambito delle finalità
sopra previste, a gestire
progetti e opere inerenti alla sicurezza e alla
manutenzione urgente
del territorio nonché al
miglioramento dei servi-
zi, purché condivisi ed
approvati dall’assemblea
e sentito il parere degli
enti pubblici territoriali.
La presenza dell’associazione si è resa neces-
saria per coinvolgere la
gente della Valchiavenna e far conoscere le potenzialità turistiche del
territorio considerate le
risorse naturalistiche
della Valle.
MADESIMO IN FESTA PER I 400 ANNI DELLA PARROCCHIA
Continua il ricco programma di appuntamenti varato dalla parrocchia di
Madesimo per festeggiare il proprio 400° anniversario. Giovedì 25 giugno la giornata si aprirà alle ore 15.00 con l’adorazione eucaristica, seguita alle ore 21.00 da un incontro in comune con lo storico Guido
Scaramellini e con don Siro Tabacchi dedicato alla storia della parrocchia. Venerdì 26 adorazione eucaristica a partire dalle ore 15.00, con
concerto della Corale di Morbegno in chiesa alle ore 21.00.
La giornata di sabato sarà incentrata sull’adorazione eucaristica alle ore
15.00, sulla Messa delle ore 18.00 e sullo spettacolo teatrale della Compagnia dei Legnanesi “La Rina e l’Eleonora” in programma nella sala
convegni della palazzina dei servizi.
Domenica 28 dalle ore 9.00 annullo postale in piazza della chiesa, seguito alle ore 10.00 dalla Messa solenne celebrata dal vescovo Diego Coletti,
il quale amministrerà il sacramento della cresima e presiederà la processione col Santissimo. Dal 25 giugno sarà possibile acquistare il dvd
con le diapositive della chiesa.
Più precisamente si tratta di settimane di studio,
apprendimento e acquisizione di nuove conoscenze
dove gli studenti delle scuole secondarie di 2° grado possono mettersi alla prova nella disciplina che
preferiscono (scienze, matematica, nuove tecnologie, ecc...) e vivere un’esperienza formativa che coniuga didattica ed esperienza diretta.
In provincia di Sondrio la “Learning week” si svolgerà dal 29 giugno al 4 luglio presso l’Istituto
Da Vinci a Chiavenna e tratterà di “Linee superfici cruciali: dalla natura ai grattacieli.
Percorso di matematica applicata”: con programma e docenza curati dal Politecnico di Milano,
propone approfondimenti teorici sulle discipline
scientifiche e sulla matematica in particolare, laboratori, esercitazioni individuali e collettive e discussioni di gruppo. Il progetto è coordinato dalla
prof.ssa Edi Lisignoli dell’Istituto Da Vinci di
Chiavenna in collaborazione con l’ITI Enea Mattei
di Sondrio.
Parteciperanno circa 25 studenti valtellinesi e
valchiavennaschi selezionati in base al rendimento scolastico e alla disponibilità presso l’Istituto
Da Vinci di Chiavenna, il liceo scientifico Donegani,
il liceo linguistico Perpenti, l’ITI Mattei di Sondrio.
La scommessa della Learning Week è quella di
riproporre percorsi educativi negli ambiti del sapere tradizionale attraverso un approccio che, grazie
ad una metodologia pratica, risulta innovativo ed
incisivo, pur in un contesto di formazione a livello
universitario.
P A G I N A
30
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
SONDRIO I RAGAZZI DEL GREST E LE AUTORITÀ CITTADINE HANNO INCONTRATO IL VESCOVO DIEGO
La festa nel giorno dei patroni
V
enerdì scorso,
festa dei santi
martiri Gervasio e Protasio, patroni di
Sondrio, nella chiesa Collegiata la comunità cristiana ha vissuto due
momenti di grande intensità spirituale in comunione col proprio vescovo, monsignor Diego Coletti. Il primo ha
avuto protagonisti i bambini e i ragazzi degli oratori cittadini, che alle
quattro del pomeriggio
sono festosamente convenuti in Collegiata dall’Angelo Custode, da San
Rocco, dal Sacro Cuore
e dalla Madonna del Rosario fino a gremire l’intera navata come mai
prima, colorandola con
l’allegria di magliette,
cappellini e foulard e la
vivacità tipica dell’età,
trattenuta tuttavia dalla consapevolezza del
momento. In attesa del
vescovo, la voce di Federico Colombo e la chitarra acustica di Emanuele
Bresciani dei Carisma alla sera si sarebbero
esibiti in concerto insieme agli altri componenti del Gruppo al teatro
San Rocco - hanno guidato le prove dell’inno
della Giornata mondiale
della Gioventù del 2000
a Roma. D’improvviso,
all’apparire di mons.
Coletti il canto si è trasformato in un entusiastico saluto da stadio:
Die-go, Die-go, Die-go! Il
che ha dato al vescovo,
una volta giunto all’altare, il destro di iniziare il
dialogo coi ragazzi chiedendo: «Diego fa rima
con “mi spezzo, ma non
mi …”». La risposta
«piego!» è arrivata nell’urlo di centinaia di voci. Dopo aver guidato un
saluto ugualmente esplosivo all’arciprete di
Sondrio,
monsignor
Valerio Modenesi, e alla
Persona più importante
- il Signore Dio, Uno e
Trino -, il vescovo ha proposto la preghiera che
tutti dovranno imparare
prima della fine dell’estate: “Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, che per volontà del
Padre e con l’opera dello Spirito Santo, morendo hai dato la vita al
mondo, per il santo mistero del tuo Corpo e del
tuo Sangue, liberami da
ogni colpa e da ogni male, fa che sia sempre fedele alla tua legge e non
sia mai separato da Te”.
Poi, ancora un richiamo
alla preghiera, almeno
al mattino e alla sera,
perché «Il Signore ci conosce tutti per nome,
vuole bene a ciascuno di
noi ed è contento quando ci ricordiamo di Lui»,
e l’invito a tenere «i nasi
all’insù» per avere anche
gli occhi rivolti al cielo e
non vivere ciechi come
talpe. Quindi, dopo l’ascolto di una canzone
sulla testimonianza, il
tema è stato ripreso con
la lettura di alcuni bra-
ni dal secondo capitolo
degli Atti degli Apostoli
sulla discesa dello Spirito Santo nel giorno di
Pentecoste e con la visione di una parte di filmato che raccontava,
sempre dagli Atti degli
Apostoli, come Pietro
nel nome di Gesù guarisce uno storpio e la persecuzione che subisce per il miracolo compiuto. Per il vescovo è
stato lo spunto per proporre una riflessione prima sul significato del
grest, dove gli animatori dovrebbero essere tali
perché hanno cominciato ad essere amici di
Gesù e, perciò, desiderano stare coi fratelli e le
sorelle più piccoli per
aiutarli a divenire anch’essi suoi amici. In secondo luogo, ha fatto osservare che, «Se Pietro
e Giovanni e gli altri apostoli avessero smesso
di parlare di Gesù, oggi
noi non saremmo qui,
non potremmo leggere i
vangeli, né avremmo saputo quanto Dio ci ama.
Per saperlo, basta guardare a Gesù, che ha dato
la sua vita e sparso il suo
sangue sulla croce per
noi, per dirci che ci voleva bene fino a quel
punto! Dunque, anche
voi vogliatevi bene gli
uni gli altri allo stesso
modo, perché ciò che
conta nella vita è essere
amici di Gesù e amare
come Lui ha amato. Questo ci mette in piedi
come lo storpio, se Lo
conosciamo, ascoltiamo,
seguiamo sulla sua strada e diventiamo suoi
amici, imitandone il modo di pensare, di volere
e, soprattutto, di amare.
Per questo, si potrà anche finire in prigione ed
essere perseguitati, ma
nessuno ci fermerà, perché abbiamo trovato ciò
che è bello e conta nella
vita». Da qui l’invito a
non aver paura a mettere il Signore al centro
della propria vita in modo così totale da voler
scegliere il sacerdozio.
Infine, mons. Coletti ha
ricordato che quello stesso giorno la Chiesa universale celebrava la
grandissima festa del
Sacro Cuore di Gesù e il
Santo Padre dava inizio
all’anno di preghiera per
le vocazioni sacerdotali.
«Rivolgiamo anche noi
una preghiera alla Madonna per porre sotto la
sua protezione queste
intenzioni, allo Spirito
Santo per essere aiutati
a vivere secondo l’insegnamento di Gesù, e recitiamo il Padre nostro
tenendoci per mano, perché nessuno è estraneo,
fuori luogo o lontano,
ma tutti siamo fratelli e
sorelle». Una benedizione solenne invocata su
tutti, bambini, ragazzi,
animatori, educatori e
sacerdoti, ha concluso la
bellissima festa. Fuori,
in piazza Campello, come ormai tradizione, il
sindaco di Sondrio ha fatto distribuire un gelato
a tutti i bambini.
LA MESSA
DEI SANTI PATRONI
GERVASIO
E PROTASIO
Un’ora più tardi, la
chiesa Collegiata è tornata a riempirsi, questa
volta non coi bambini e
i ragazzi dei Grest, ma
con le massime autorità
cittadine e tanta, tanta
gente semplice accorsa
per la S. Messa della festa dei patroni, i santi
Gervasio e Protasio. La
solenne concelebrazione
- presieduta dal vescovo
e concelebrata da mons.
Valerio Modenesi, parroco della Collegiata,
don Silverio Raschetti,
parroco della Madonna
del Rosario, e da quasi
tutti i sacerdoti sondriesi - ha avuto inizio con
la processione dei ministranti, dei celebranti e
del vescovo dalla porta
centrale, mentre il coro
accompagnato dall’organo intonava a piena voce
il salmo 32, Esultate giusti nel Signore. «Il libro
della Sapienza ci ha indicato il rischio della
nostra miopia, o addirittura della nostra cecità
- ha spiegato monsignor
Coletti nell’omelia, riflettendo sulle letture
della liturgia - A noi sembra di avere occhi buo-
ni, ma nel Vangelo di
Giovanni Gesù ci dice:
“Io sono venuto perché i
ciechi acquistino la vista
e perché coloro che vedono diventino ciechi…”
“Se foste ciechi non avreste colpa; ma siccome
dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane”.
Cosa voleva dirci con
queste parole? Che la
fede ci dà uno sguardo
nuovo, mentre senza di
essa, anche se avessimo
occhi di lince, saremmo
ciechi, incapaci di penetrare il velo delle apparenze per vedere la sostanza delle cose. Per
questo, chi afferma “Io ci
vedo”, rischia di essere
presuntuoso. È davvero
brutto spendere male la
vita - ha proseguito - volgendo lo sguardo nella
direzione sbagliata e trascurando le cose che contano. I nostri patroni,
resi ancor più fratelli
dalla stessa fede e dalla
stessa testimonianza
cruenta, hanno preferito restare coerenti con
ciò che più stava loro a
cuore piuttosto che scegliere la riabilitazione
sociale, il successo, il
potere. “Agli occhi degli
stolti parve che perissero...”, cioè apparvero
stupidi, come il pastore
buono che dà la vita per
le sue pecore. E le cose
non possono stare diversamente, se ragioniamo
in base al principio che
tutto deve tradursi in un
tornaconto. E se invece
la logica della vita fosse
nella linea dell’amore
senza condizioni?, se il
suo segreto stesse nello
spendere tutte le energie, tutto quello che sappiamo, possiamo, possediamo nel dono gratuito
di sé per le persone che
amiamo? Mi potreste
chiedere, se non mi sono
mai trovato in un’assemblea di condominio, o
davanti all’apertura di
un testamento tra fratelli e sorelle, o tra parenti-serpenti. Vi rispondo che il Vangelo invita
a smettere di pensare a
noi stessi e a imparare
a seguire Gesù e a voler
bene come Lui ama ciascuno di noi. Questa è la
legge nuova dello Spirito di Dio, che coi nostri
limiti e difetti dovremmo
umilmente, ma con coerenza testimoniare giorno dopo giorno in famiglia, in fabbrica, in ufficio, in casa, nel quartiere, con ciascuno e con
tutti. Quando san Paolo
dice che per lui vivere è
Cristo, “non sono più io
che vivo, ma Cristo che
vive in me”, descrive la
vita cristiana di ogni battezzato. Guardate che la
legge del Vangelo è esigente, è un testo sconvolgente, che ha attraversato i secoli e produce martiri ancora oggi.
Paolo ci ricorda che siamo opera dell’amore di
Dio, che fin da prima della creazione del mondo
ci ha destinati ad essere
santi e immacolati nell’amore di Gesù e che le
nostre opere buone non
ci salvano, ma sono il coronamento della nostra
risposta grata e riconoscente a Dio, di cui abbiamo scoperto la meravigliosa paternità». A
questo punto, mons. Coletti ha ricordato di nuovo che quest’anno la festa patronale è coincisa
con quella del SS. Cuore di Gesù, ma - ha spiegato -, «Non è un ingombro, perché è proprio per
l’amore scaturito da
quel cuore trafitto che
Gervasio e Protasio sono
stati capaci di essere coerenti nella loro testimonianza cristiana; da
quel cuore sono scaturiti acqua e sangue, battesimo e nuova alleanza,
la Chiesa dei martiri, dei
santi, dei confessori e dei
poveri peccatori come
noi; da quel cuore nascono anche le vocazioni
sacerdotali, per cui proprio oggi il Papa indice
un anno di preghiera, di
riflessione e di aggiornamento teologico». Quindi, c’è stato il saluto di
addio alle Pie Figlie della Sacra Famiglia di Mese che lasciano Sondrio:
«Oggi, la festa si vela di
un tratto di tristezza,
perché se ne vanno queste nostre sorelle, che
hanno fatto un bene immenso alla città. La loro
partenza è dolorosa, ma
è uno scossone per la
nostra fede e preghiera,
perché nella Chiesa non
manchino uomini e donne che si lasciano afferrare da Cristo in modo
così radicale da divenire
per tutti segno di speranza e di fiducia». Poi il vescovo e mons. Modenesi
hanno consegnato alla
superiora, madre Fedele, una medaglia con incisa la torre ligariana e
le date del loro arrivo a
Sondrio e della fine della loro missione, novant’anni di presenza
attiva in città dal 1918 al
2009. Infine, i ringraziamenti: mons. Coletti ha
detto di venire «sempre
molto volentieri a celebrare con voi qui a Sondrio nella vostra “concattedrale”» ed ha ricordato scherzosamente
che, nel pomeriggio: «Un
ragazzo mi ha detto: “Vescovo, quando viene lei,
piove sempre”. Al che, la
mia risposta è stata:
“Mio caro, tieni presente la cosa per i periodi di
siccità!”. Dunque, siete
avvertiti: quando le vostre campagne e montagne hanno bisogno di refrigerio e di acqua, chiamate il vescovo!».
A.R.
CRONACA
P A G I N A
31
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
MONTAGNA LA LETTERA DEL VESCOVO INDIRIZZATA ALLA COMUNITÀ RELIGIOSA
Il saluto ai Cappuccini di Colda
P
cui ho già accennato. La
Valtellina perde un’altra
presenza di vita religiosa.
ubblichiamo qui
di seguito il testo di saluto inviato da monsignor Diego Coletti alla comunità Francescana dei Frati Minori
Cappuccini di Colda. Il
vescovo, interpretando i
sentimenti del clero diocesano, in particolare di
quello della provincia di
Sondrio accolto sempre
con generosità in occasione dei propri incontri,
esprime ai Frati gratitudine e riconoscenza.
Si pone ancora una volta una domanda sull’urgenza di prenderci cura
delle vocazioni. Come
hanno già fatto i miei
predecessori e ora ripeto anch’io, chiedo a tutte le parrocchie e a tutte le realtà ecclesiali di
pregare incessantemente il Signore per questa
intenzione e chiedo ai
genitori di aprirsi generosamente al dono dei
figli e alla loro educazione cristiana.
«Cari fratelli
nel Signore,
con gratitudine, ancora una volta rinnovata,
a nome mio personale e
di tutta la nostra Chiesa
di Como, vorrei esprimere un fraterno e deferente saluto nel momento in cui la vostra
Provincia religiosa vi affida ad altre destinazioni e ad altri incarichi
pastorali.
La presenza dei Cappuccini ha caratterizzato positivamente e arricchito di testimonianza e
di servizio pastorale per
cinquant’anni tutta la
Valtellina e la vicina Val-
Foto William
poschiavo. Non c’è parrocchia o casa religiosa
che non vi abbia accolto
per molteplici servizi
ministeriali. Non c’è persona che non ricordi un
incontro o un episodio legato a uno di voi che ha
segnato la sua vita. Non
c’è gruppo che sia stato
accolto nel vostro convento, e che non sia tor-
nato in seguito dopo aver usufruito di una sosta spirituale, del conforto di una fraterna accoglienza e dell’occasione
di un rinnovato incontro
con il Signore.
Il bene che avete saputo portare dalle sponde del lago di Como fino
ai laghi di Cancano ri-
marrà come seme di
evangelica testimonianza e francescana letizia.
Più volte, da dieci anni
a questa parte, si era ventilata l’ipotesi di una vostra partenza da Colda e
anche solo questa ipotesi era stata sempre motivo, sia per i laici sia per
il clero locale, di appren-
sione e di rammarico.
Ora la situazione dell’Ordine e le motivazioni addotte dai Superiori
della Provincia Lombarda non lasciano spazio
ad ulteriori trattative e
sono diventate esecutive
creando in voi una comprensibile sofferenza e in
tutti noi il rammarico
Mentre diciamo grazie
al Signore per tutti i
Cappuccini che hanno
servito e amato Colda,
la nostra Diocesi e i paesi della Valtellina, a ciascuno di voi diciamo il
nostro augurio per la
continuità del servizio al
Signore e alla Sua Chiesa, nella speranza che
non vada perso il carisma
francescano e possa rinascere con voi dove l’obbedienza vi porterà e, qui
in Valtellina, come la
Provvidenza vorrà».
+ Diego, Vescovo
VALMALENCO UN’AMICIZIA E UN ARRICCHIMENTO RECIPROCO CHE DURANO DA SEI ANNI
Da Chiesa alla Romania: fra solidarietà e cultura
ra fine maggio e i
primi di giugno
una delegazione di
una sessantina di
italiani, tra cui il
parroco di Chiesa Valmalenco, don Alfonso Rossi,
alcuni parrocchiani di
Chiesa e il Gruppo Alpini
Valtellina di Sondrio si
sono recati in visita in Romania. Tra loro c’era anche
Giorgio Nana, responsabile Caritas per la Valmalenco. Il motivo del viaggio
va ritrovato in una storia
iniziata 5-6 anni fa grazie
a una badante rumena che,
venuta a cercare lavoro in
provincia di Sondrio, ha
fatto conoscere il progetto
dell’Associazione Pro Vita, fondata nel 1995 dal
sacerdote ortodosso Nicolae Tanase e da sua moglie con lo scopo di aiutare
e ridare una speranza ai
bambini e ai ragazzi, orfani o abbandonati, che vivono nei cunicoli di Bucarest.
«In quel momento - ha
spiegato Nana - avevamo
appena terminato i viaggi
nei paesi della ex Jugoslavia, più di cento in tutto.
Ne ho parlato con don
Augusto Bormolini e così
nel 2004 come Caritas provinciale abbiamo organizzato un primo viaggio in Romania insieme ad amici
della Svizzera. L’anno successivo il pope è venuto a
trovarci in Valmalenco con
la sua famiglia (i sacerdoti ortodossi possono essere sposati e padre Nicolae
ha cinque figli, uno dei quali è già divenuto a sua volta sacerdote). Così il primo sabato di questo mese
T
di giugno, insieme al responsabile della Chiesa
italiana a Bucarest, don
Graziano Colombo, siamo
andati a trovarlo nel suo
villaggio a un’ottantina di
chilometri a nord-est della
capitale. Naturalmente
non eravamo a mani vuote, perché la settimana prima dall’Italia avevamo inviato un camion carico di
viveri, vestiti e dei giocattoli donati dal Comune di
Rogolo. A questo abbiamo
aggiunto anche un aiuto
economico per aiutare padre Nicolae a mantenere i
320 ragazzi da lui accolti».
Del gruppo che nei giorni
scorsi si è recato in Romania faceva parte anche il
Coro Cai Valmalenco, uf-
ficialmente invitato dall’ambasciatore italiano
Mario Cospito per esibirsi
il 2 giugno nella ricorrenza
della festa della Repubblica. «Eravamo già stati a
Bucarest - ha concluso
Nana - con una delegazione di Alpini guidati dal coordinatore provinciale Ettore Leali i primi di novembre dello scorso anno per
celebrarvi il 90° anniversario della fine della Grande
Guerra e in quell’occasione
il nostro ambasciatore
aveva espresso il desiderio
di averci nuovamente suoi
ospiti insieme al Coro Cai
diretto dal maestro Carlo
Pegorari». L’altro protagonista di queste giornate in
Romania, don Alfonso
Rossi, ha raccontato che
«Ogni estate, da cinquant’anni, ospite nella nostra valle è don Graziano
Colombo dell’Opera don
Orione, che viene per un
periodo di vacanza coi genitori e i fratelli. Assieme
ad altri sacerdoti, egli dirige a Voluntari, alla periferia di Bucarest, un centro dove sono accolti bambini handicappati gravi, che
non trovano posto nelle
istituzioni statali e che all’epoca del regime erano lasciati morire di fame e di
sete. Un’altra parte dell’edificio invece è adibito a
casa di riposo per anziani».
Don Rossi ha ricordato anche di aver celebrato la s.
Messa di Pentecoste nella
chiesa del SS. Salvatore a
Bucarest, una delle sedici
aperte al culto cattolico in
Romania e frequentate soprattutto da chi si trova
nel paese per turismo o per
lavoro, fra cui numerosissimi gli italiani. Tra l’altro, don Graziano Colombo è anche il cappellano e
l’animatore del Gruppo autonomo A.N.A. di Romania
e, proprio grazie a lui, lo
scorso marzo è stata inaugurata la sede del Gruppo
a Bucarest, intitolata al
capitano medico Piero
Redaelli. Ma come mai un
Gruppo Alpini in Romania? A novembre 2008 la
delegazione del Gruppo
A.N.A. Valtellina di Sondrio si era recata anche al
cimitero di guerra italiano
a Bucarest, dove riposano
circa 1700 caduti, in precedenza tumulati a Timisoara, Oradea, Arad e Brasov.
In quell’occasione avevano
celebrato una s. Messa anche sui Carpazi in memoria dei caduti, quasi tutti
poco più che ventenni e
morti nella Grande guerra
del 1915-18. Oggi, nella
chiesa del SS. Redentore
una lapide ricorda questi
figli di nostri emigrati,
chiamati a combattere sul
fronte italiano fin dall’inizio delle ostilità. I loro padri erano giunti in queste
terre soprattutto dal Veneto e dal Friuli verso la
metà dell’Ottocento: erano
contadini, minatori e maestranze in cerca di lavoro e
di terre da coltivare. Essi
costituirono delle vere e
proprie comunità, dove si
parla tuttora un dialetto
veneto arcaico. Don Alfonso
Rossi infine ha ricordato le
esibizioni del Coro Cai
Valmalenco. «Ha tenuto un
concerto a Valeni de Munte, a nord di Bucarest in
mezzo agli immigrati italiani, ma il più importante
è stato quello presso l’ambasciata italiana a Bucarest, presente il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Adolfo Urso, l’ambasciatore italiano Mario
Cospito, il rappresentante
del governo rumeno e
numerosissimi imprenditori italiani. Un altro incontro molto bello è stato con
l’Istituto italiano di Cultura e l’addetto culturale Alberto Castaldini. A lui ho
omaggiato il volume del
Santuario della Madonna
delle Grazie di Primolo ricevendone in cambio dei libri e la promessa di restituirci la visita in Valmalenco. Anche in questa occasione il Coro Cai ci ha
allietato con canti della
montagna, che gli invitati
italiani o discendenti da
italiani hanno seguito con
viva emozione, perché da
moltissimi anni non li sentivano più, o li ricordavano
solo dalla voce dei loro genitori». Altro momento clou
è stato l’incontro nell’ambasciata coi ragazzi di Parada, la fondazione creata
dal clown franco algerino
Miloud Oukili per dare un
futuro a quanti più possibile di quegli stessi bambini e ragazzi di cui si occupa anche padre Tanase.
a cura di
PIERANGELO MELGARA
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
SAN NICOLÒ VALFURVA PRETE DA QUARANT’ANNI
«Auguri don!»
P A G I N A
33
SI STA FORMANDO UN GRUPPO
SUI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
«Stiamo formando un gruppo di auto aiuto sui disturbi del comportamento alimentare, rivolto a persone che soffrono direttamente di queste problematiche e
ai familiari che sentono la necessità di condividere il loro dolore e trasformarlo.
Chi volesse farne parte o ha bisogno di sfogarsi, confrontarsi o saperne di più si
faccia avanti». È l’appello di Rosanna. Chi volesse coglierlo può telefonare al
377-1757379. L’obiettivo è quello di parlare, informare e creare un movimento
attorno ai problemi legati ai disturbi del comportamento alimentare. «In
Valtellina non esistono gruppi di auto aiuto in questo campo - spiega Rosanna e si parla ancora poco di questo problema. Per chi ne soffre e per i loro familiari
sarebbe invece importante condividere i propri vissuti per mettere in positivo il
dolore di simili esperienze». Il territorio di partenza del gruppo è quello dei
mandamenti di Sondrio e Morbegno.
“TUTTI IN COLINA”:
ESTATE DI SOLIDARIETÀ A POSTALESIO
omenica 21 giugno la comunità parrocchiale
di San Nicolò
Valfurva si è
stretta attorno a don
Valerio Galli, per ricordare i 40 anni di ordinazione sacerdotale. È
stata una giornata di festa per dire grazie anzitutto al Signore e per riflettere, tutti insieme,
sulla fede in Gesù Cristo,
quel Gesù che è sempre
con noi e ci accompagna
nella traversata della
vita, invitandoci continuamente a non avere
D
paura perché Lui ci è
sempre vicino. Questo il
senso della giornata
evidenziato dal nipote di
don Valerio, don Natalino, che unitamente all’arciprete di Bormio don
Giuseppe Negri, a don
Claudio, a don Umberto,
a don Andrea e a don
Gianluca, hanno concelebrato la Santa Messa.
È stata anche l’occasione per porgere un sentito grazie a don Valerio,
che da 20 anni, con dedizione e fedeltà, si è
posto al servizio della
comunità parrocchiale.
Non potevano mancare all’appuntamento i
bambini della scuola dell’infanzia e gli anziani
della casa di riposo che
insieme all’Amministrazione Comunale e alle
Associazioni della Valle
hanno testimoniato affetto, stima e riconoscenza.
Al termine della funzione eucaristica, nel
piazzale dell’oratorio, si
è tenuto un momento
conviviale con un ricco
rinfresco, allietato dalle
note della banda musicale di Valfurva.
“La solidarietà comincia da qui”, dall’Alpe Colina, sopra Postalesio, e dall’impegno dei volontari della locale Pro loco “Le Piramidi” di promuovere una serie di
giornate a favore di alcune associazioni di volontariato del nostro territorio. È
giunta alla sua seconda edizione “Tutti in Colina”, col duplice intento di aiutare
persone che si spendono tutto l’anno per chi ne ha più bisogno e portare la gente
nelle zone di montagna del Comune di Postalesio per far conoscere, strada facendo, paesaggi come le note Piramidi e il lago di Colina. Una giornata in montagna
e un pranzo in compagnia potranno diventare un gesto concreto di solidarietà. Si
comincia domenica 5 luglio a favore dell’associazione Chicca Raina, onlus che
si prende cura delle persone malate gravemente di cancro al loro domicilio per
alleviarne le sofferenze, non solo fisiche; accompagna, per trovare insieme risposte ai bisogni, anche dei familiari, e assiste, nel distretto socio-sanitario
di Sondrio, con la presenza del suo personale sanitario e dei suoi volontari, ogni
giorno della settimana, 24 ore su 24, per la qualità della vita di ogni persona
malata. Il pranzo è in programma alle ore 12.00. Prenotazione obbligatoria
entro giovedì 2 luglio presso l’associazione (Manuela 335-8223458) o la Pro
loco (Ilario 338-1774350, Aurelio 338-8814617).
Si prosegue: domenica 12 luglio: giornata con i ragazzi di Postalesio; domenica 19 luglio: a favore dell’associazione Alomar; domenica 26 luglio: a favore
dell’associazione “Operare per... Nel mondo dalla parte dei bambini”; domenica 2 agosto: a favore dell’Acat (Associazione dei Club degli alcolisti in
trattamento).
Le giornate avranno come postazione-base il Baitone, struttura ampia e accogliente ristrutturata dall’amministrazione comunale di Postalesio a 1.950
metri di quota in Alpe Colina. Qui i volontari della Pro loco cucineranno il pranzo a base di polenta e selvaggina, formaggi, salumi e prodotti tipici valtellinesi.
E da qui si potrà partire alla scoperta del territorio montano alpino circostante.
In occasione delle manifestazioni, il Comune di Postalesio emanerà ordinanza
di libero accesso che permetterà di raggiungere l’Alpe Colina in macchina attraverso la strada agro-silvo-pastorale che sale da Postalesio passando dalla riserva naturale delle Piramidi. Per chi avesse voglia di camminare, la zona è raggiungibile anche da numerosi sentieri. L’iniziativa si terrà anche in caso di cattivo tempo.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
INTERCULTURA FAMIGLIE CERCANSI LO SCORSO 14 GIUGNO PER IL VENTICINQUESIMO DI ORDINAZIONE
Aperti al mondo Poggiridenti in festa per don Livio
ono quattrocentocinquanta, hanno un’età
compresa tra i 15 e i 17 anni, arriveranno in
Italia a settembre da tutto il mondo: sono i
ragazzi di Intercultura, l’associazione
onlus che dal 1955 opera nel campo dell’educazione e della formazione interculturale, organizzando scambi internazionali di giovani. A giugno
Intercultura sceglie le famiglie interessate ad “aggiungere un posto a tavola”. Il centro locale di
Sondrio di Intercultura sta cercando nuclei familiari residenti in Italia disponibili ad accogliere, come se fosse un vero e proprio figlio, uno studente straniero proveniente da uno dei circa cinquanta Paesi con cui ha attivi i suoi programmi di
scambio (dalla Cina agli USA, dal Giappone all’Argentina, dall’Islanda alla Repubblica del Sud Africa), vivendo un percorso di crescita umana e
interculturale. Una bella sfida che stanno già sperimentando molte famiglie in tutta Italia. I ragazzi
Intercultura accolti nel nostro Paese nell’anno 2008/
’09 hanno infatti vissuto con famiglie sparse su tutto il territorio nazionale e hanno frequentato le
nostre scuole pubbliche, creando una rete di amicizie e vivendo esperienze che faranno sempre parte
del loro Dna culturale ed affettivo. Un’esperienza
impegnativa, ma che allo stesso tempo offre la possibilità di rimettere in gioco le proprie abitudini:
«Durante quest’anno – racconta una mamma ospitante – la conversazione a tavola non ha solo riguardato i dettagli della conduzione domestica o le piccole cronache di ogni giorno, ma si è arricchita di
argomenti dagli orizzonti più ampi e interessanti,
permettendoci anche di scoprire molto di più sui nostri figli e i loro interessi». I ragazzi arriveranno a
settembre 2009 e frequenteranno una scuola pubblica per un anno scolastico: le famiglie che vorranno accettare la proposta di Intercultura saranno affiancate dai volontari sparsi su tutto il territorio
nazionale. Si tratta di persone che da molti anni si
occupano di assistere famiglie e studenti per tutta
la durata dell’esperienza. Non serve una casa grande: sono fondamentali curiosità, entusiasmo e disponibilità ad aprirsi verso nuove culture. Per avere maggiori informazioni è possibile contattare
Vladia Scherini, volontaria del Centro Locale
Intercultura di Sondrio, al 320-1139563.
S
V
enticinque,
ma non li dimostra! Facciamo festa
per il dono
che il Signore ci ha
fatto! Questo invito ha
convinto molti fedeli che
domenica 14 giugno, una
luminosa mattina di inizio estate, hanno rinunciato alla classica scampagnata per stringersi
attorno ad un amico.
Si festeggiavano i 25
anni di ordinazione sacerdotale di don Livio
De Petri e non si poteva
mancare! Il tam tam
“quasi segreto” ha raggiunto quelle persone
che in tutti questi anni
lo hanno incontrato, ricevendo tanto da lui. E
così Poggiridenti è stata
“invasa” da una folla tanto eterogenea, quanto
festosa.
Il tutto era cominciato venerdì 12 con una
serata semi-seria nella
quale i giovani dell’oratorio di Poggiridenti avevano voluto rievocare la
vita del sacerdote con
l’ausilio di foto, testimonianze e filmati inediti e
“fantasiosi”. La sera di
sabato era stata poi la
volta di «No, non condannatelo!», dramma
ispirato al famosissimo
«Processo a Gesù» che la
compagnia teatrale dell’oratorio di Delebio ha
offerto ad un pubblico
attento, coinvolto dal
primo all’ultimo minuto.
Naturalmente il clou
della festa sono state le
sante messe della domenica mattina, seguite dal
pranzo offerto a più di
duecento persone, venute anche da lontano. Il
Centro Educativo di Poggi Piano ha così ospitato
nei suoi ampi saloni recentemente ristrutturati parenti, ex-parrocchiani, giovani, anziani,
famiglie con bambini di
ogni età.
Al tavolo delle “autorità” accanto al festeggiato sedevano papà Aurelio e mamma Valentina,
la sorella Trime e il cognato Pierluigi, visibilmente commossi, con la
memoria al lontano
1984, ma con il cuore
proiettati al 2010 quando il nipote (e figlio) Samuele imiterà lo zio Livio nel suo sì a Dio. Il
clima di festa è durato
fino a sera, e mentre i
volontari concludevano
le loro fatiche, gli ultimi
non se ne volevano andare e se ne stavano a
chiacchierare e giocare
con persone conosciute
solo da poche ore, uniti
tutti dall’affetto e dalla
gratitudine nei confronti di don Livio. Quella
appena raccontata è stata una “tre giorni” intensa, nella quale ognuno di
noi ha potuto riflettere
sul dono che il Signore
ha voluto fargli nell’incontro con questo prete
e dire «Grazie».
S.P.
P A G I N A
34
MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
COMUNCAZIONI A SERVIZIO DI TUTTI
IL SITO DIOCESANO
Lo spazio web sulla
nostra Chiesa locale
è stato implementato
per fornire un servizio
sempre più completo
e capace di rispondere
alle esigenze di clero
e laici
DOMENICA 28
a cura di LAURA LEGNANI
A
seguito dell’implementazione del sito
diocesano sta ora concretizzandosi la possibilità di utilizzare il
ricco database sottostante al sito
che contiene i dati personali e
della vita ecclesiale ( parrocchie
di competenza e ruoli rivestiti) di
400 presbiteri per avviare un sistema informatizzato che aiuterà nella gestione di parte del lavoro della Cancelleria diocesana.
È stata creata una modalità
pluridirezionale che permetterà
l’inserimento e l’utilizzo di questi
dati personali, rigorosamente riservati, da parte dei vicari
episcopali, il cambio in tempo
reale delle abilitazioni in caso di
trasferimento; l’aggiornamento
immediato eviterà passaggi inutili da un ufficio all’altro. Il sistema permetterà sempre ad ogni
parroco e vicario di lavorare immediatamente sulle pagine della propria parrocchia anche in
caso di trasferimento. Parte di
queste informazioni è anche
visualizzata e reperibile sulle pagine pubbliche del sito, come l’appartenenza di un presbitero ad
una parrocchia, così come un “archivio” storico che contiene le attività passate di ogni sacerdote.
Anche l’annuario diocesano potrà in futuro essere realizzato in
modo semplice, immediato ed
aggiornato sempre attingendo al
database a disposizione.
Il progetto si è completato con
la creazione di una casella mail
personale per tutti i presbiteri,
all’interno di un servizio di posta
elettronica diocesano riservato e
dedicato, attraverso il quale comunicare in modo ufficiale, rapido e quindi efficace: le comunicazioni di mons. Vescovo, degli Uffici diocesani, della Curia vescovile potranno così raggiungere in
tempo reale tutti i sacerdoti all’interno di una diocesi che, accanto al pregio di una vivacità e
pluralità di realtà molto diverse,
ha lo svantaggio di distanze notevoli che ora questi nuovi
mezzi tecnologici possono adeguatamente colmare.
Sonatine op. 137
per violino e pianoforte
L
Si è inoltre creata la possibilità di scambio di informazioni comuni tra sacerdoti, di aggiornamento delle proprie rubriche (telefoni, indirizzi…), di integrazione del calendario diocesano e
zonale con il proprio personale
utilizzando Outlook 2007 e il server di posta di Exchange. Una serie di incontri offerto a tutti i presbiteri in più punti della diocesi
ha messo a disposizione una sorta di “alfabetizzazione informatica” e approfondimenti ed altri ne
seguiranno il prossimo anno.
Tutto rimanendo nel solco delle parole di Benedetto XVI, che
ha definito questi strumenti
“straordinario potenziale delle
nuove tecnologie e un vero dono
per l’umanità”.
MASS MEDIA
LA MORTE
È IN DIRETTA
Schubert
e Sonatine op. 137 per violino e pianoforte di
Schubert furono composte nel 1816 e pubblicate postume, otto anni
dopo la morte dell’autore con
il titolo di Sonatine benché
Schubert avesse dichiarato
sullo spartito autografo che si
trattava di Sonate. Probabilmente la scelta dell’editore
Diabelli è da attribuire al fatto che erano pezzi piuttosto
brevi, di difficoltà tecnica non
trascendentale e piacevolmente ascoltabili.
Nel 1816 aveva visto la luce
anche la Sinfonia n. 5, una
partitura concepita in stile
classico, in cui traspare l’influsso abbastanza evidente di
Mozart e del primo Beethoven; caratteristiche pure evidenti in questi piccoli gioielli
per violino e pianoforte, in cui
sembra prevalere una sorta di
“Biedermeier”. La struttura
architettonica è limpida, i
temi estremamente orecchiabili danno vita a un dialogo
fluido e scorrevole. In ogni
battuta sembra emergere
un’intimità molto confidenziale.
La Sonatina op. 137 n. 1
(D.384) in re maggiore è l’uni-
Tele
IL
comando
ca scritta in
tre movimenti (Allegro molto –
Andante –
Allegro vivace), men- ALL'ASCOLTO
tre le altre
due sono in
quattro
tempi.
Nella So- GRAMMA
natina op.
137 n. 2 (D.
385) in la minore, suddivisa
nei movimenti Allegro moderato – Andante – Menuetto –
Allegro prevale uno spirito lirico-melodico.
La più originale e impegnata, strutturalmente complessa, è la Sonata op. 137 n. 3
(D.408) in sol minore, suddivisa nei tempi Allegro giusto –
Andante – Menuetto – Allegro
moderato.
Questi piccoli capolavori, in
cui si può ammirare l’eleganza delle soluzioni compositive
e la chiarezza della scrittura,
meriterebbero una maggiore
conoscenza e divulgazione,
anche in ambito concertistico.
GUIDA
PEN
TA
ALBERTO CIMA
I
media, lo sappiamo, hanno il
potere di modificare la realtà
che raccontano, distorcendola
e piegandola spesso a interessi (economici, politici, ideologici) che nulla hanno a che vedere
con la missione di servizio che dovrebbe caratterizzare il loro uso.
Ma senza l’intervento degli strumenti di comunicazione molte realtà quotidiane resterebbero a noi
ignote e per questo inesistenti nelle nostre distratte coscienze. La
loro funzione positiva si evidenzia
soprattutto quando vengono usati in maniera meno istituzionale e
paludata, più genuina e realistica.
Della situazione in Iran abbiamo
probabilmente letto qualcosa sui
giornali e sentito notizie nei telegiornali, ma sono stati alcuni video amatoriali a dare un volto alle
vittime della violenza delle forze
dell’ordine locali, come pure a documentare il dramma dei molti
che sono rimasti uccisi negli scontri di questi giorni a Teheran e
negli altri luoghi della protesta.
Altrimenti, dopo che il governo ha
impedito ai giornalisti stranieri di
seguire le manifestazioni di protesta, sarebbe stato difficile avere
informazioni di prima mano.
Tra le immagini più sconvolgenti,
quelle di una ragazza centrata
dallo sparo di un cecchino, che si
accascia a terra e in meno di due
minuti muore, nonostante i disperati tentativi di soccorso. Il video,
che in queste ore ha fatto il giro del
mondo grazie a “Youtube”, è agghiacciante: si vede la giovane a
terra in una strada di Teheran,
colpita a morte.
Josè Maria Escrivà, R4,
8,05. La vita del santo fondatore dell’Opus Dei in disegni animati. A sua immagine, Rai1,
10,30. Rubrica religiosa. Racconti di vita, Rai3, 12,55. Mal
d’Africa. Ferngully-le avventure di Zac e Crysta, It1,
13,55. Film d’animazione per
famiglie, con una vena ecologica. Spartacus, R4,15,20. Film
storico di S. Kubrick con K.
Douglas. Una donna in carriera, C5,15,45. Frizzante
commedia di M. Nichols con
Melanine Griffith e H. Ford
ambientata nel mondo della
finanza. Buon compleanno
don Guanella, Sat2000,
20,00. Docufiction sul servitore degli ultimi. I Cesaroni,
C5, 20,40. Fiction. Caccia al
ladro, Rai3, 21,10. Un capolavoro di A. Hitchock con Cary
Grant e Grace Kelly. Abbasso
l’amore, Rai2, 21,05. Commedia musicale stile anni 50 con
Ewan McGregor e R. Zellweger
che fanno il verso a R. Hudson
e D. Day. Gradevole. Maigret:
omicidio a ferragosto, R4,
21,10. Poliziesco. Missione
Natura, La7, 21,30. Documentario. Il colore viola, R4,
23,30. Spielberg riesce insieme
ad una straordinaria W. Golberg a coinvolgerci nella vita
dei neri d’America fatta di violenza, sofferenza, riscatto e
Gospel. Da vedere.
LUNEDÌ 29
Buttati Bernardo, Rai3,
9,05. Commedia di F. Ford Coppola. 8 1/2, Iris, 21,00. Film di
Fellini considerato un capolavoro ma ostico ai più. Capri,
Rai1, 21,20. La nuova serie.
Vedi alla voce amore, C5,
21,10. Film commedia gradevole sostenuta dai bravi G. Pasotti e S. Rocca. Criminal
minds, Rai2, 21,05. Interessante serie poliziesca. La cena
per farli conoscere, C5,
23,30. Commedia di Pupi Avati con Abbatantuono. Deserto
rosso, Iris 23,15. Film di M.
Antonioni. Correva l’anno,
Rai3, 23,05. Nenni-Saragat.
MARTEDÌ 30
Da Wall Street a Gran Torino, Rai3, 21,10. Documentario
sulla crisi economica americana. Alice Nevers, Rai1, 21,20.
Serie poliziesca ambientata a
Parigi. Ghost whisperer, Rai2,
21,05. Telefilm. Mystere, C5,
21.25, Fiction. Sliding doors,
R4, 23,35. Interessante com-
Un altro caso di morte in diretta
ha destato scalpore in questi giorni: il video di un uomo che muore
a Napoli colpito da un “proiettile
vagante”.
Le immagini, mostrate anche dai
telegiornali, hanno suscitato un
acceso ma effimero dibattito sull’atteggiamento verso il prossimo.
Al grande pubblico mediatico queste immagini sono servite per rendersi conto di quanto, in alcuni
frangenti e in certi luoghi, la vita
sia appesa al filo del caso. E, certo,
anche delle imprevedibili reazioni
di chi si trova coinvolto suo malgrado in un fatto di sangue. Anche
il filmato del romeno che muore è
visibile su “Youtube”, sito che si
conferma essere sempre più l’archivio di riferimento per le immagini con cui le principali testate
informative tendono a documentare ciò che raccontano. D’altro canto, Internet è anche lo strumento
media britannica con Gwynet
Paltrow.
MERCOLEDÌ 1
Chi l’ha visto?, Rai3, 21,10. Il
vento del perdono, Rai1,
21,20. Ottimo e intenso film
con R. Redford e Jennifer Lopez, suocero e nuora sono ai
ferri corti. Sarà la nipotina a
sbloccare la situazione. Four
brothers, Rai4, 21,00. Film
d’azione. 4 fratelli adottati da
una famiglia indagano per scoprire chi gli ha ucciso la madre.
Speciale Tg3, premio Ilaria
Alpi, Rai3, 23,50. Attualità.
La storia siamo noi: l’alieno, Rai2, 23,50. Doc. Si indaga
su un’onda radio anomala che
potrebbe essere di origine aliena.
GIOVEDÌ 2
Falò, Rsi La1, 21,00. Attualità. Superquark, Rai1, 21,20.
P. Angela coi suoi documentari. Un amore tutto suo, Rai3,
21,10. Commedia romantica
americana con S. Bullock. Cocciante canta Cocciante, Rai2,
21,05. Concerto dall’Arena di
Verona. Zig Zelig, C5, 21,10.
Varietà. La tigre e il dragone, La7, 21,10. Film fantastico. CSI scena del crimine,
It1, 21,10. Telefilm polizieschi.
VENERDÌ 3
Enigma, Rai3, 21,10. Streghe
e mistiche le vite di Giovanna
d’Arco e di S. Teresa d’Avila.
Terapia d’urgenza, Rai2,
21,05. Telefilm. Notting Hill,
C5, 21,10. Commedia sentimentale con J. Roberts. Aldo
Giovanni e Giacomo-pur
purr rid!, It1, 21,10. Terzo appuntamento con il meglio. Pianeta Terra, Rai1, 0,25. Le
grotte. Doc. BBC.
SABATO 4
Sulla via di Damasco, Rai2,
9,55. Rubrica religiosa. Perry
Mason, R4, 14,05 Telefilm. Il
vento e il leone, R4, 16,00.
Film storico con Sean Connery.
A sua immagine, Rai, 17,10.
Rubrica religiosa. The mask
2, It1, 20,50. Fantastico. Ispettore Barnaby, La7, 21,10.
Sempre gradevoli le inchieste
dell’ispettore Barnaby. Una 44
magnum per l’Ispettore
Callagan, Rai3, 23,15. Efficace poliziesco con C. Eastwood.
Tg2 Dossier, Rai2, 23,35. Attualità.
a cura di
TIZIANO RAFFAINI
che meglio degli altri media riesce
a raccogliere e mobilitare energie,
grazie alla sua interattività e alla
possibilità di far circolare messaggi, appelli e informazioni di vario
genere.
Verrebbe spontaneo chiedersi
come mai buona parte dell’informazione attualmente circolante
derivi proprio dalla rete. Probabilmente è la conseguenza di una rinuncia dei media tradizionali giornali e televisione in testa - rispetto al loro ruolo di servizio. Le
inchieste vere sono sempre più
rare, si rinuncia a essere sui luoghi
degli avvenimenti perché ci si accontenta del materiale delle agenzie, si insiste più sullo spettacolo
che sull’utilità delle notizie. Salvo,
poi, riproporre in tutte le salse le
immagini rubate da una telecamera volante. L’informazione è
un’altra cosa.
MARCO DERIU
P A G I N A
35
LETTEREeCONTRIBUTI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 27 GIUGNO 2009
L’ANNO SACERDOTALE E PIO XI
IL DONO DELL’ANNO SANTO DEL 1929
C
aro Direttore, è iniziato,
nella solennità del Sacro Cuore, giornata dedicata alla santificazione dei sacerdoti, l’Anno
sacerdotale annunciato dal
Papa lo scorso 16 marzo parlando alla plenaria della Congregazione per il Clero, in coincidenza
con il 150° anniversario della
morte del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney. Era infatti il 4 agosto 1859 quando l’umile e santo sacerdote, sfinito dalle fatiche pastorali, soprattutto
dalla assidua cura del confessionale, lasciava questa terra. L’anno sacerdotale durerà fino alla
festa del Sacro Cuore del 2010.
Le finalità, indicate dal Papa,
sono “favorire la tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale….; far percepire sempre
più l’importanza ed il ruolo del
sacerdote nella Chiesa e nella
società contemporanea …; recuperare la consapevolezza che
spinge i sacerdoti a essere presenti, identificabili e riconoscibili sia per il giudizio di fede, sia
per le virtù personali, sia anche
per l’abito, negli ambiti della
cultura e della carità…”. Un
anno che dovrà trovare tutta la
Chiesa impegnata innanzitutto
nella preghiera. Per il primo
giorno il Papa ha scritto ai preti di tutto il mondo una bellissima e stimolante lettera.
L’iniziativa del Santo Padre
richiama la indispensabile presenza del prete, e del prete santo. Una meta possibile e necessaria per ogni prete, che trova
conferma nella vita dell’umile
curato, all’inizio poco stimato
nell’ambiente clericale per quelle che si ritenevano scarse doti
intellettuali, ma che ha saputo
cambiare la faccia della sua parrocchia che viveva una fede molto piatta e attirare ad Ars, sperduto villaggio del Lionese, da
tutta Europa, folle di penitenti in
cerca di pace. Una figura, fortunatamente, non isolata. La Chiesa
con molta gioia e impegno lo propone, oggi come ieri, alla attenzione di tutti i preti. San Pio X lo
beatificò l’ 8 gennaio 1905 e lo proclamò il 12 aprile seguente, patrono di tutti i preti francesi. Pio XI,
che aveva per lui grande venerazione, lo proclamò santo, insieme
con Giovanni Eudes, poco dopo la
canonizzazione di Santa Teresa
del Bambin Gesù, nella Pentecoste dell’Anno Santo 1925, il 31
maggio. Il 23 aprile 1928 lo dichiarò patrono di tutti i parroci
del mondo. Per la festa della
canonizzazione, invitò a Roma, a
Sue spese, un centinaio di parroci di paesi di montagna delle Diocesi confinarie dell’arco alpino
italo-francese. Venne poi il beato
Giovanni XXIII a dedicargli una
affettuosa enciclica per il centenario della morte, la “Sacerdotii
Nostri primordia” che inizia con il
ricordo della emozione provata
partecipando in San Pietro alla
sua beatificazione. Adesso è annunciato che Benedetto XVI lo
proclamerà protettore di tutti i
preti del mondo.
Mentre si avvia l’anno sacerdotale, torna il ricordo di un gesto
speciale di Pio XI di ottant’anni
fa, in coincidenza con il cinquantesimo della Sua ordinazione sacerdotale avvenuta il 20 dicembre
1879 nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Nel pensiero
del Papa l’evento giubilare meritava di essere vissuto lungo tutto
il 1929. La Chiesa risponde subito al desiderio del Papa, riempiendolo di gioia per le testimonianze di vicinanza del popolo di
Dio. E’ una “mirabile fusione di
animi” - scriverà- che dimostra
una viva partecipazione non solo
alle sofferenze ma anche alle gioie del Padre. Come ricambiare?
Risponde così il Santo Padre al
popolo fedele: “…la prima e principale legge dell’amore è che esso
si dimostri non soltanto con le
parole ma anche con i fatti, anzi
con la mutua consonanza e
scambievole partecipazione dei
beni appartenenti a ciascuno.” E
i beni che il Papa chiama “Nostri”
“sono i tesori delle grazie celesti”
a Lui affidati da amministrare e
che intende donare. Da qui la
decisione, resa nota con la Costituzione Apostolica dell’Epifania
1929, “di indire per tutto l’Orbe
cattolico un nuovo Anno Santo
straordinario che durerà fino a
tutto il dicembre 1929”. Vi leggiamo fra l’altro: “… poiché lo
scopo dell’Anno Santo consiste
principalmente nel promuovere
l’incremento della fede nel popolo
e nell’indirizzare i costumi alla
legge evangelica, Ci sembra che la
commemorazione del giorno della
Nostra ordinazione sacerdotale
debba essere di grande ammonimento, per quanti sono stati elevati alla medesima dignità, a volere conformare e dirigere sempre
più coscienziosamente e piamente
tutta la loro vita all’altezza della
loro missione”. Finalmente si augura che “l’indulgenza del giubileo
giovi … specialmente alla santificazione del clero”. Come non leggervi, a distanza di ottant’anni,
una consonanza con l’anno sacerdotale di Benedetto XVI? Preti
santi! Un tema sempre presente
al Papa che lo richiamò ancora
particolarmente nella lettera enciclica “Ad catholici sacerdotii”
dedicata ai preti nel 56° anniversario della Sua ordinazione, il 20
dicembre 1935. Dell’Anno santo
1929 mi è rimasto un piccolo ricordo legato al giorno della prima comunione, il 19 maggio: la
processione dei bambini guidata dall’arciprete di Chiavenna in
pellegrinaggio alla chiesa di
Santa Maria.
don TITINO
IN MEMORIA DEL PAPÀ DI DON STABELLINI
G
I genitori di un prete finiscono
sempre ad essere coinvolti nel
“mistero” della vocazione del figlio.
E’ vero che ogni genitore, che
sia veramente tale, è partecipe
delle vicende dei figli, ma in
questo caso se ne rimane segnati particolarmente, perché si
tratta di una vocazione “speciale”.
Speciale è infatti il riferimento a Cristo, nella cui persona il
sacerdote è chiamato ad agire.
Speciale è il riferimento alla
Chiesa al servizio della quale è
consacrato.
Speciale è il suo riferimento al
mondo,al quale Cristo e la Chiesa sono mandati dal Padre.
E’ per questo che quando pensi o parli di Cristo e della Chiesa, oppure ne senti parlare, pur
restando nella tuo ruolo sostanzialmente diverso, e pur nella
dovuta distinzione, avverti ,
come genitore, che si parla anche di tuo figlio.
E guardi a Gesù e alla Chiesa
con occhi e cuore diversi, senza
quegli eventuali pregiudizi negativi, che l’ambiente, o anche
alcuni fatti oggettivi, possono
aver indotto.
E questo apre, una vita che
contiene già tanti valori positivi,
ad una pienezza che li esalta.
Dico questo pensando al papà
di don Andrea Stabellini.
L’ho conosciuto da neppure due
anni, già invalidato da un grave
attacco cardiaco, a cui si aggiunse un fatto tumorale, apparentemente vinto, e subdolamente rivelatosi mortale negli ultimi due
mesi.
Proveniva da una terra, come è
quella di Ferrara, segnata da una
marcata diffidenza verso la
Chiesa,ma non verso l’uomo e la
sua dignità, anche se in un orizzonte culturale, apprezzabile per
la sincerità, ma gravemente insidiato dalla ristrettezza ideologica.
Narciso Stabellini di questa
terra portava il calore, la passione, l’amore per la vita ed il desiderio di bene per l’uomo.
Non conosco com’era all’inizio
la sua posizione riguardo alla vita
cristiana, ma l’ho conosciuta alla
fine.
Ammirevole.
Sicuramente aiutato in questo
dalla moglie Annunciata, dall’ambiente umano e cristiano di
Rovellasca, e dalla vocazione del
figlio.
Ammirevole nella serenità sorridente con cui ha saputo accettare la condizione che lo rendeva
“bisognoso d’aiuto” come un bambino piccolo.
Ammirevole nella semplicità
con cui si rapportava agli altri.
Ammirevole nella sua fede senza bigotteria, ma aperta ormai
Desiderio, desiderare
Tiene banco ancora il latino,padre di molte lingue e non solo
dell’italiano. DE-SIDERARE,cioè chiedere alle stelle ( sidera ),
nel significato di pregare il Cielo, cioè Dio. Giovanni Battista è
“ Uomo dai grandi desideri”. Chi non desidera è come morto.
Più grandi sono i desideri,più l’uomo si qualifica spiritualmente
vivo e grande. I piccoli desideri sono legati solo alla vita di
quaggiù. Poi si spengono,come un fuocherello artificiale;quelli
grandi si accendono quaggiù ma guardano alle stelle,e arriveranno al Cielo. “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra. E
non volete che la incendi?”. Quanti piccoli,mediocri,meschini
desideri. Chi li nutre ha fretta,pretende di modellare la società sul suo piccolo desiderio; pretende di avere “il diritto” di
soddisfarlo,calpestando,se occorre,i diritti altrui. Il suo desiderio è sempre “un diritto”,senza doveri. E’ la morte del DIRITTO. Quando mancano i desideri grandi,si incattiviscono quelli
piccoli. Poi si spengono. Così come la mancanza della “grande
speranza”,lascia spegnere anche le piccole speranze.
ATTILIO SANGIANI
UN PRETE PER AMICO (31)
INCONTRO DEI SACERDOTI
on sono parroco, ma
prete come voi. Ho insegnato latino e greco
anche a molti di voi e
per fortuna avete dimenticato quello che vi ho insegnato per imparare e fare cose più
importanti. Il Vangelo parla di
poveri che abbiamo sempre con
noi e il Convegno “Evangelizzazione e Promozione Umana” parla di “nuovi poveri” che devono essere al centro dell’evangelizzazione, anche perché spesso sono i
più bisognosi di promozione umana. Ho conosciuto diversi giovani
dei nostri oratori che si sono occupati di handicappati. Nei nostri ambienti hanno ricevuto le
idee e la voglia di fare; qualcuno
poi era rimasto deluso nelle sue
aspirazioni. A questi giovani ho
sempre detto di occuparsi prima
di tutto degli anziani e degli handicappati che hanno in casa, in
parrocchia, nel quartiere. Primo
dovere è quello di conoscere e
N
chiarire a sé e agli altri i problemi, le necessità, i desideri delle
persone di cui ci interessiamo.
Il gesto di andare a trovarli in
casa o al ricovero, di portare al
primo piano una carrozzina è
bello, ma è poco. Andare a scopare e a fare il letto alla vecchietta
tutti i giorni, è meglio.
Noi preti ci interessiamo degli
ammalati in casa o all’ospedale
per la Confessione, la Comunione, il Viatico; e i malati per tutta la vita? Conoscendo i problemi si apprende che un mongoloide non è uno che viene dall’Estremo Oriente: è l’uno per cento dei
bambini ed il sette per cento dei
bambini ha un handicap.
Non è cristiano che si lasci la
famiglia ad affrontare il problema; le mamme e i papà o diventano santi, o buttano il bambino
nel fiume, o lo chiudono in casa.
Ma non è da uomini, non è da
cristiani!
mons. AUGUSTO PEDUZZI
INFORMATIVA PER GLI ABBONATI
I PAPÀ E LE MAMME DEI SACERDOTI
ent.mo direttore, le
invio, se vorrà pubblicarle, alcune righe
a ricordo del papà di
don Andrea Stabellini, morto il 10 giugno ultimo
scorso a Rovellasca.
PAROLE, PAROLE, PAROLE (40)
cordialmente alla Chiesa e ad un
Dio che ora riconosceva come “familiare”, e chino con amore su di
lui, nella persona della moglie,
per tutte le necessità affettive e
quotidiane; nella persona del
figlio sacerdote per il dono della
grazia, che supera ogni nostro
merito ed ogni attesa.
Trovandosi all’Ospedale del
Valduce durante la recente Visita Pastorale, ha avuto la gioia
(proprio così l’ha vissuta!) di ricevere l’Unzione dei Malati dalle mani del Vescovo.
La sera prima di morire, nella
messa celebrata da don Andrea,
ha unito poi pienamente la sua
vita a quella di Gesù, crocifisso e
risorto.
E così l’ha trovata in quella
pienezza in cui da tempo aveva
incominciato a vivere.
Grazie papà Narciso.
Lo stesso grazie vale per i papà
e le mamme dei sacerdoti.
don RENATO PINI
La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como,
titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti
per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003.
Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione,
ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento,
rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale
Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533.
I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno
essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale.
DELLA DIOCESI DI COMO
il settimanale
Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI
Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r
.l.
Coop.r.l.
• Sede (direzione, redazione e amministrazione):
V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33
FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325
E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226
intestato a
a: Il Settimanale della Diocesi di Como
• Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio.
TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected]
Stampa: La TTipografica
ipografica Sociale - Monza
Registrazione TTribunale
ribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976
Pubblicità:
LETTERE
AL DIRETTORE
FAX:
031.3109325
E-MAIL:
[email protected]
La Pr
ovincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21
Provincia
22100 Como - telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50
tariffe: euro 31 a modulo commerciale
Prezzo abbonamenti 2008: Annuale euro 47
Europeo ed extraeuropeo euro 47 più spese postali
La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei
contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250.
Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana
USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)
Settimanali Cattolici) e all’USPI