L`HERMINE (Venezia 72) - Il Parere dell ingegnere
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Il Parere dell ingegnere L'HERMINE (Venezia 72) L’HERMINE (Venezia 72) Resoconto a cura di : Anna Piccini, Assunta Masullo, Rossella Pozza, Catello Masullo Da Sinistra Matthieu Tarot (produttore), Christian Vincent (regista), Fabrice Luchini (attore), Moderatore: Alessandra De Luca Foto di Catello Masullo De Luca : Insaziabile esploratore delle provincia francese, cosa ha pensato nel trasformare l'aula di un tribunale in un teatro? Luchini : Bella domanda. Non si capisce bene cosa accade quando si gira un film. Io non capisco bene cosa succede. Spesso sono i giornalisti che mi informano su quello che ho fatto. Si pensa che in un processo ci si annoierà. Invece si entra in una storia e si consente al pubblico di essere invitato ad entrare nella storia e nel processo. Regista : Man mano che faccio dei film mi rendo conto che cerco una cosa. C’era la volontà di avere una nuova avventura con Fabrice. Sono andato ad assistere ad un processo in corte d’assise. E ho trovato un teatro. Un luogo dove tutte le persone si mescolano. Sono luoghi che finiscono per cristallizzare. Luchini : Ma la domanda potrebbe essere: potresti essere un cineasta marxista leninista interessato alle classi sociali sfavorite? In Francia adesso c’è una passione per il nord del paese, dove non fa mai bello. Adesso sto girando un film con un regista militante, che fa film che nessuno vede, ma che ha ricevuto molti premi ed è molto considerato. Vive solo per il nord. È una parte dove la repubblica è sparita, dove Marine Le Pen farà il 30%. È un posto abbandonato dove la gente è abbandonata. È disperata. Da voi al nord ci sono i ricchi. Da noi invece è il posto della grande miseria sociale. Luchini : E' una gioia essere accolto così. Vincent vuole mostrare la storia sociale della Francia. D: Attore eccezionale nel rendere la persona comune eccezionale. Quale metodo usa? Al regista. La parola ai giurati è un riferimento? Regista : E' il film 12 hommes en colère? No, non è un riferimento. Luchini : Un francese è un italiano di cattivo umore, lo ha detto Cocteau. Siamo basiti nel vedere la ricchezza, malgrado tutto. Hanno cercato di spegnere il vostro cinema, ma non ci sono riusciti. È un immenso privilegio partecipare a questa festa del cinema. Sono commosso perché mio padre era italiano. Prima della guerra è andato via. Una generazione intera di italiani andati via per vivere. Si chiamava Adelmo Luchini, nato ad Assisi. Uno che non esiste più. Catello Masullo : Domanda al regista, così conteniamo l'incontenibile Luchini. La storia del sole, del nord e delle persone marginali non è solo un espediente narrativo per raccontare questa straordinaria storia d’amore, con questa scena finale solare, con questa splendida attrice danese? Regista : Il film è stato costruito in modo particolare. Dovevo far interessare a questa storia intima. Volevo anche raccontare la storia di quest'uomo che si era accusato da solo. Ma anche quello che accadeva intorno a questi personaggi. I giurati che vengono da tutte le parti della Francia. E dovranno prendere una decisione difficile da prendere. Volevo mescolare tutti questi elementi, questi tre universi, ma avevo bisogno anche di far vedere il rovescio della medaglia. E dare importanza ai personaggi secondari come ai primari. La scena molto importante è quando i giurati si riuniscono assieme. Che bisogna far vedere. Mi interessa filmare le cose verosimili. Luchini : Ogni sera interpreto i grandi autori francesi e sono autore di tutto. Luci, testi, modalità, ecc. Al cinema invece mi dicono cosa fare, mi mettono lì. Siamo nelle mani del regista. Al cinema l'attore è un materiale che è spostato e plasmato. Non ho buoni ricordi dei set. Sono sempre basito dal mondo in cui mi trovavo. In mezzo alla gente del nord. Mi ricordo l'alchimia: Chabrol lo faceva in questo modo, Bruno Dumont faceva la sceneggiatura così, deve lavorare sul cosciente e l’incosciente, ecc. noi siamo lì come camaleonti che devono criptare gli autori. Woody Allen all'attrice che gli chiedeva a cosa doveva pensare quando doveva guardare la porta, al futuro, al presente? E lui le disse: pensa al tuo compenso per farlo! D: Quanti ciak si fanno con Luchini? Viene dato un testo completo? Come ci si regola con un attore così invadente la camera? Regista : Pochissimi ciak. Gli do un testo. Sa leggere. C’è un po’ di improvvisazione. Ma c’è una organizzazione molto precisa. Ma non una vera improvvisazione. Luchini : La grande domanda che si fa ai registi. Come se fossi un istrione incontrollabile. Io sono un ragazzo molto obbediente e non sono affatto frustrato. Sono un impiegato pagato bene. Io lavoro adesso con Bruno Dumont che odia gli attori che propongono. Mentre altri amano che gli attori propongano. Io sono sempre molto obbediente. Ve lo assicuro. http://ilpareredellingegnere.altervista.org Realizzata con Joomla! Generata: 15 March, 2017, 14:33